LA PIAZZA DI GIOVINAZZO APRILE 2007

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Aprile 2007


LAdi Giovinazzo PIAZZA

Via Cairoli, 95 Giovinazzo 70054 (Ba) Edito da Ass. Amici della Piazza Iscr. Trib. di Bari n. 1301 del 23/12/1996 Part. IVA 05141830728 Iscr. al REA n.401122 Telefono e Fax 080/394.79.20 IND.INTERNET:www.giovinazzo.it E_MAIL:lapiazza@giovinazzo.it Fondatori Sergio Pisani & Gianni Perilli direttore responsabile Sergio Pisani redazione Porzia Mezzina - Agostino Picicco - Rosa Illuzzi - Damiano de Ceglia - Giusy Pisani Marianna La Forgia - Daniela Stufano Giangaetano Tortora - Nico Bavaro - Angelo Guastadisegni - Rossella Tiribocchi Mimmo Ungaro - Matilde Restaino Mariagrazia Cirillo - Diego de Ceglia Onofrio Altomare - Gabriella Marcandrea corrispondenti dall’estero Vito Bavaro - Nick Palmiotto - Giuseppe Illuzzi stampa - L’immagine (Molfetta) progetto grafico - Ass. Amici della Piazza Web master: Antonio e Francesco Caccavo responsabile marketing & pubblicità: Roberto Russo tel. 347/574.38.73

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La collaborazione é aperta a tutti. La redazione si riserva la facoltà di condensare o modificare secondo le esigenze gli scritti senza alterarne il pensiero. Gli articoli impegnano la responsabilità dei singoli autori e non vincolano in alcun modo la linea editoriale di questo periodico.

Finito di stampare il 23/032007

Ci sono uomini che come molti attori sul viale del tramonto hanno una tale paura di non essere apprezzati o di non saper stare sulla scena che portano con loro la vergogna della claque, un gruppo di tifosi portati per applaudire a comando che esplode ad ogni battuta dell’uno o dell’altro attore, scusate politico, con l’illusione che i battimani siano veri e di sicuro effetto. Leader che hanno bisogno di applausi compiacenti per ingigantirsi, saranno sempre dei poveracci! Ci sono uomini invece che si fanno apprezzare al pubblico pagante senza demonizzare gli avversari fino alle denigrazione, senza vantare i propri meriti fino al paradosso. Badate bene, questi ultimi non fanno politica: sono ragazzi che investono nello sport, giocano e giocheranno ad hockey senza una lira. E questo li onora. Meritano la copertina. Per una volta la politica scalzata da una spruzzata di gioventù. Sugli scudi tiene banco l’hockey su pista, un tempo isola felice per Giovinazzo e fino a qualche anno fa guardato e vissuto come un pezzo di storia che scivolava via inafferrabile con un almanacco che raccontava tutto ciò che la storia ha datato e riposto nel museo dell’anima: scudetto e coppe, sorrisi a mezzaluna del Professore, le braccia alzate ad ogni vittoria del Capitano, i caroselli di macchine in festa. La agonia del nostro hockey somigliava tanto alla pubblicità televisiva di Vecchia Romagna: il veterinario rialzava la sua creatura (il cavallo) e andava a gustarsi il suo amaro. Perché fino adesso l’hockey si è gustato solo l’amaro. L’amaro di fantomatici personaggi del passato travolti dalle onde impetuose del business. L’amaro di personaggi del passato che con l’hockey volevano farsi un

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IL PA DEL DE A nome per avere una bandiera. L’amaro di una gente che aveva amato tutt’altro hockey, quello estremo e misero, fatto di gente che mordeva la maglietta senza una lira. L’amaro dei tifosi che negli anni si sono disaffezionati perché qualcuno aveva venduto le loro emozioni, i leader storici su cui avevano investito e destinati a rimanere nel museo dell’anima. Ed invece c’è chi all’almanacco di hockey vuole aggiungerci una bella appendice. In paese il partito dell’hockey negli anni ‘80 era il primo partito. Oggi un po’ meno, ma 2500 spettatori al palasport non si vedevano dai favolosi anni ‘80. Il paese è in preda all’hockey, ad una vera febbre da tifo. E l’unico tema delle conversazioni tra giovani (compresi quelli che lavorano alla Valbruna di


RIALE

PER

Favuzzi e che è anche il presidente della rinata AFP. 2500 tifosi festanti (e qualche altro migliaio di giovinazzesi sparso nel reggiano e nel vicentino) sarebbero un termometro elettorale. Tra partiti e partitini di cui non si conoscono in paese nemmeno le denominazioni, qualcuno si affretti ad istituire il partito dell’AFP. Sarebbe un’estremizzazione, una provocazione, una battuta, una piacevole scommessa figlia della disaffezione dell’elettorato avvilito da decenni di politichese, di estenuanti e fumosi riti compromissiori dove spesso le idee cedono al dileggio. Qualcuno si affretti ad istituire il partito dell’AFP. Tanto vale preferire la freschezza e la chiarezza del partito dell’AFP, ove le ideologie sono inessenziali e la liph: Enrico Tedeschi nea politica viene ridotta a poche, semplici, elementari opzioni: non c’è molto da rifletteVicenza) è l’hockey. Qualcuno in paese ha re o fare troppe chiacchiere, ma credere, dimenticato tutti i problemi che si affrontano tifare e battersi in nome dei propri colori, quotidianamente: la grande disoccupazione, della propria città. Esattamente ciò che una poltrona per tre, il prezzo della benzina avvenne quando scese in campo che aumenta sempre di più. Si sono dimenticati che molti quest’estate non avranno i Berlusconi 13 anni fa coniando un partito soldi per fare le vacanze al mare. Però 2500 nuovo di zecca, calcistico nel nome e di spettatori festanti sono un termometro: per forte comunicazione pubblicitaria e telealcuni l’hockey è come il pallone, il sole: non visiva. Profondamente intriso di riti camdà da mangiare, non riempie lo stomaco, ma panilistici officiati trionfalmente a San Siro. almeno riscalda il cuore. C’è di più. Se fosse Un solo grido, un solo nome: Afìpì.Non la una lista civica, un partito politico, il “partito Ferriera che riposa tra gli ulivi, ma la stodei tifosi” sarebbe sicuramente più suffragato ria di un paese che camminava sui pattidei Socialisti Autonomisti. E’ solo un’iperbole. ni. Ci pensi, presidente Favuzzii!

ARTITO LLA AFP FP

SERGIO PISANI

Non ce ne voglia il segretario dei Socialisti autonomisti che risponde al nome di Vito

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AFP NON ERA SOLO L’ACCIAIERIA FERRIERA PUGLIESE MA ANCHE LA GLORIOSA SQUADRA DI HOCKEY SU PISTA CHE NEGLI ANNI ’80 CONQUISTÒ SCUDETTO E COPPA DELLE COPPE. L’URLO AFÌPÌ CHE CI FACEVA SENTIRE IMPORTANTI AL COSPETTO DI SQUADRE LUMBARD È RIMASTO STROZZATO IN GOLA FINO A QUALCHE ANNO FA .

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Il noto Alberto Sordi sosteneva che sposarsi per mettersi in casa un’estranea non era cosa buona e giusta. O meglio giusto sarebbe stato mettersi in casa una regina, ma lui dichiarava di non aver mai avuto la fortuna di incontrarne una. Oggi invece sono le giovani donne reduci dalla sindrome di Bridget Jones che hanno deciso di pensarci bene. Perché da fonti scientifiche indiscutibili si apprende che il matrimonio è foriero di un peggioramento della qualità della vita e di un incremento del numero di ore da cenerentola in casa. Vero è che anche se l’uomo è sempre pronto e disponibile nella vita di coppia a cedere ben volentieri alla donna lo scettro…o meglio la scopa per rassettare casa, continua ad essere l’oggetto del desiderio di coloro che hanno deciso di accasarsi. E a Giovinazzo con la fuga delle giovani anime verso lidi lavorativi più redditizi, pare sia diventato anche l’oggetto più prezioso e più ambito…a dispetto dei Dico! L’istituzione del matrimonio dunque continua ad essere guardata con ossequioso rispetto. E quando però si decide di pronunciare il fatidico sì, inizia immediatamente il count down verso lo scoccare di una crisi che oggi si presenta puntuale anche nelle coppie più coraggiose. Ma quali sono le cause? Le coppie non riescono più ad andare d’accordo? Perché? Mille interrogativi si formulano e altrettante sono le risposte. La più importante è collegata a problemi finanziari e lavorativi. Il lavoro non c’è e i quattrini non sono mai sufficienti. Molte famiglie non percepiscono un reddito adeguato per stare al passo con i bisogni sempre più impellenti della vita familiare. Sull’altro fronte però cresce parallelamente l’offerta dei servizi e la professionalità di chi ha scelto di fare del “giorno più bello”, il proprio mestiere. La concorrenza così anche a Giovinazzo diventa spietata a tutto vantaggio degli ormai pochi eletti che si uniscono per tutta la vita. Rispetto alle soluzioni classiche ed impersonali di qualche anno addietro, oggi la filosofia è centrata sulla full satisfaction del cliente, il quale dev’essere ascoltato e riverito. Consigliato sì, ma libero di esprimere i propri desideri, anche quelli più impossibili e di vederli subito realizzati grazie ad una preparazione molto più accurata degli operatori del settore e all’ausilio di nuove tecnologie. Il new business dunque, anche a Giovinazzo, elegge assoluti protagonisti attivi gli sposi!E nell’epoca della globalizzazione, scusate se è poco!

MIMMO ARCIERI – TITOLARE SALA RICEVIMENTI VILLA DEGLI ARCIERI – Via Napoli n. 197 – S. Spirito – Bari Quando nasce la sala ricevimenti? Nel 2005, ma io svolgo l’attività di gastronomo da trent’anni. Nel 2007 i giovinazzesi preferiranno il pranzo o la cena per il ricevimento nuziale? Preferiranno la cena, che si svolge in genere dalle 19,30 all’01,00. Quale sarà il numero medio degli invitati per i ricevimenti nostrani? In media cento, un netto calo rispetto al triplo che si registrava sei/sette anni addietro. Quale sarà la disposizione dei tavoli che sceglieranno? Preferita la scelta classica con il tavolo degli sposi in bella evidenza. Qui vince ancora la tradizione, sono proprio loro i protagonisti di quel particolare giorno. Qual è il vostro menu base? Il nostro menu base comprende un numero di portate standard e parte da 100 euro a persona. Il menu preferito? Il menu a base di pesce. Ma non di acquacoltura. La nostra cucina inoltre, spazia da quella più semplice a quella più particolare. Offriamo agli invitati durante il ricevimento anche il menu à la carte. Oggi

L’INCHI

DI GABRIELLA M inoltre si sceglie spesso la soluzione del buffet, soprattutto per i ricevimenti all’esterno, in giardino. È molto più informale ma ugualmente valida. Soprattutto in essa usiamo preparare i piatti anche in diretta, personalizzandoli per ciascun ospite. Insomma, ci piace trasformare i menu dei matrimoni in una sorta di rivisitazione delle nostre tradizioni culinarie. Che tipo di musica si preferisce in sala? Oggi soprattutto c’è tendenza per la musica dal vivo. Prevalentemente brani italiani. Ma, al termine del ricevimento funziona ancora la strategia della busta? Per fortuna oggi quest’usanza sta perdendo terreno. Perché gli invitati si recano qualche giorno prima, direttamente a casa degli sposi, anche per i regali in danaro. Qual è il valore aggiunto che possiede la vostra sala ricevimenti? Si può riassumere in quattro punti. Il servizio, la professionalità, la genuinità dei prodotti e l’apprezzabile creatività delle nostre preparazioni. Prediligiamo l’ospitalità nel senso dell’accoglienza degli ospiti che sin dal primo istante in sala non devono mai annoiarsi. E poi la nostra esperienza, siglata dall’impegno costante dello chef, Corrado De Virgilio. E dei collaboratori, Francesco Caputi e Onofrio Cafagna. Ci interessa inoltre la stagionalità dei prodotti, cioè noi offriamo solo prodotti che la nostra terra ci offre, l’anguria ad esempio la proponiamo solo da luglio a settembre. Optiamo per la filosofia no global. Infine, ci piace sorprendere gli ospiti nella presentazione del piatto. Lì esprimiamo tutta la nostra arte del cibo che, prima di essere gustato dev’essere anche osservato!

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LA PAROLA AI TITOLARI DI SALERICEVIMENTO, FOTOGRAFI, FIORAI

BRATTOLI PASQUALE – TITOLARE SALA RICEVIMENTI LA PERLA DEL DOGE - S.S 16 Molfetta-Giovinazzo – Molfetta I giovinazzesi preferiscono il pranzo o la cena nel ricevimento? Da noi per la loro cerimonia preferiscono il pranzo. Offriamo il ricevimento di fronte al mare e godersi questa visuale nelle ore diurne risulta più appagante. La cerimonia si svolge dalle 14,00 alle 21,00. Qual è il numero medio degli invitati? Il numero che registriamo in media è di circa cento persone. Buffet o disposizione classica dei tavoli? Si sceglie la disposizione classica. Tradizionali anche i colori dei tovagliati che sfumano dal panna al beige.

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Perché noi qui offriamo prezzi più contenuti e possediamo un esclusivo fiore all’occhiello. L’offerta di dolci, torte e liquori preparati “in casa”, come una volta. Famose sono le nostre crostate alla marmellata preparata con la frutta di stagione coltivata qui. Oltre ai cannoli siciliani, alle torte classiche e al gustosissimo limoncello!

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Il vostro menu base? Il nostro menu base che riesce comunque a soddisfare tutti i palati parte da 90 euro a persona. Il menu preferito dai giovinazzesi? Il menu a base di pesce, ovviamente. Quale tipo di musica si preferisce per il ricevimento? Musica dal vivo, anche anni ’60. E la torta nuziale? Si prediligono forme più fantasiose e particolari rispetto alla torta classica a più piani. Ma la tradizione della busta continua a vedersi in sala? Da noi sì, bè è veramente dura a scomparire. Qual è il fiore all’occhiel-

EVENTI DIGITALI Via Magenta 22 - Giovinazzo Cos’è il progetto Eventi Digitali? Eventi è una idea imprenditoriale! Abbiamo inventato un nuovo modo di offrire servizi fotografici e video nel settore matrimonio e servizi avanzati nel settore dei video aziendali. Abbiamo 2 linee produttive, una dedicata al cliente privato e l’altra al professionista-azienda. Cosa chiedono gli sposi? Bene! Un tempo cercavano la qualità, recentemente solo risparmio. Probabilmente l’argomento casa assorbe quasi tutti i loro risparmi. Nel settore tradizionale degli studi fotografici c’è molto malcontento. Noi fortunatamente grazie al rapporto qualità/prezzo e alla mancanza di una contro offerta nel settore video riusciamo a mantenere livelli soddisfacenti. Cos’è una contro offerta nel video? Avete mai visto un nostro film? Hanno cercato e cercano di imitarlo pensando che alla base ci sia un copione. Una coppia di sposi mi ha riferito che alla visione del loro film di nozze un’amica ha pianto durante “il segno della pace” (strano) mentre al termine della cerimonia religiosa ha iniziato a ridere di botto. La vera novità sta nell’aver portato la cerimonia del matrimonio nella realtà delle scene. La peculiarità è la partecipazione dei parenti ed amici nella loro vera essenza e non come persone che devono solo porgere auguri stereotipati. A volte abbiamo esagerato con la “satira” ma abbiamo constatato che è gradita. Sapete qual è il segreto dei nostri film? Non aver mai lavorato negli studi fotografici e questo ci lascia la mente sgombra da schemi e abitudini. Solo questo? No! Abbiamo una storia da raccontare. Questa è la nostra mission. Ti faccio una contro-domanda: se tu fossi fidanzata con un bel ragazzo, cosa ti spingerebbe a condividere una vita assieme? Sicuramente la tua risposta sarebbe: oltre all’amore... progetti futuri, diventare genitore, lasciare traccia del tuo passaggio attraverso la vita terrena. Ecco gli sposi sono una traccia e noi la rileviamo. Poi ci sono i contenuti tecnici come l’interattività, widescreen, menù animati scenarist e la grande qualità di immagini senza utilizzo di fari che in estate è molto piacevole. Esagerato! Un film di matrimonio fatto di questi psicodrammi? Brava hai capito! Mentre gli altri fanno apparire il giorno del matrimonio girando e montando solo “miele”, noi inseriamo anche il dramma. A parte gli scherzi abbiamo i piedi per terra. Cerchiamo di essere semplicemente genuini e naturali e la gente ci corrisponde allo stesso modo. Tanti sposi ci chiedono di rifare il montaggio del loro film di nozze perché delusi dal proprio fotografo! E questo succede puntualmente dopo che ne hanno visto uno nostro. Perché molte coppie giovinazzesi si rivolgono ai fotografi dei paesi limitrofi? La verità sta nella tradizione di questo paese. Invero posso semplicemente dire che Giovinazzo vanta in questo settore professionisti di grande qualità che meritano rispetto e considerazione. A volte il risparmio che si trova all’esterno è solo mascherato. Cos’è il risparmio mascherato? Oggi un servizio fotografico e video completo, richiede molte giorna-

lo di questa sala ricevimenti? La possibilità di ricevere gli ospiti direttamente sul mare. Soprattutto nella bella stagione è una nostra prerogativa.

RIZZI MARIA – TITOLARE AGRITURISMO L’OASI – Contrada Massimamento – Giovinazzo Una cerimonia casual ed alternativa. In agriturismo i giovinazzesi preferiscono il pranzo o la cena per il loro matrimonio? Indubbiamente il pranzo. Anche perché offriamo lo scenario di un bellissimo giardino e questa full immersion nel verde, soprattutto d’estate, è molto apprezzata. Qual è la vostra potenziale coppia di sposi? La coppia che prevede di invitare un numero di circa cinquanta persone e che intende offrire ai propri ospiti un momento conviviale dedicato alla genuinità dei prodotti che vengono coltivati nella nostra stessa struttura. Non possiamo offrire ovviamente menu a base di pesce, qui. Il menu che offrite dunque? Il nostro menu per un ricevimento con i fiocchi comprende primi della tradizione nostrana. Orecchiette al ragù, cavatelli con rucola e ricotta marzotica, crespelle o lasagne fatte in casa. Tra i secondi piatti si contemplano le grigliate miste di carne, scaloppine e bistecche di vitello, contorni di patate al forno insaporite da erbe particolari della nostra terra. In questa cerimonia alternativa, che tipo di musica in genere si preferisce? La musica disco qui è quella più gettonata. Perché una coppia di neo-sposi dovrebbe scegliere l’agriturismo in alternativa alla classica sala ricevimenti?

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te lavorative, oltre il giorno della cerimonia. Almeno una settimana per il montaggio video e idem per la creazione del libro album. Se si considera tutto questo si rivelano impraticabili alcuni prezzi all’utente finale che circolano anche a Giovinazzo. Cosa succederà nell’immediato futuro a livello tecnologico nei servizi fotografici? Noi possediamo un laboratorio professionale avanzato che si occupa di sperimentazione, apparecchiatura e servizi avanzati per fotografi. Sembrerebbe scontato se parlassi di “HD”. È questa la nuova era e noi siamo pronti. Personalmente la ritengo una semplice evoluzione migliorativa. Quello che non c’è mi interessa di più come sostiene anche Lapo Elkann. È il Pod da non confondere con iPod; ci lavoriamo da 4 anni, siamo in dirittura d’arrivo e la cosa sorprendente è la semplicità d’uso. Cos’è il Pod? È un sistema incentrato su nuove tecnologie. Ad esempio l’album fotografico nasce in un periodo molto lontano. Questo supporto visivo rigido-statico era espressione di quei tempi. Oggi la fotografia e le immagini hanno altri supporti che ti permettono di fare cose straordinarie. Anche dal vostro sito www.giovinazzo.it sarà possibile entrare nel nostro Pod. Il Pod sarà un nuovo modo di raccontare un matrimonio, ma la cosa più bella in assoluto sarà la condivisione totale e parziale dei contenuti. Cosa ti aspetti dal Pod? Mi auguro un ritorno convinto degli sposi negli studi che avranno il Pod. Sinceramente parlo di un apparecchio o sistema sconosciuto anche agli analisti Nikon, Canon e Sony che sono i maggiori produttori di attrezzature. È un nostro progetto anticipato anche con una inserzione sulla Piazza di qualche anno fa, è una nostra idea che offriremo come servizio avanzato anche ai nostri clienti professionali. Quando avremo il primo Pod? C’è già! Puoi prenotarlo!

GARDEN STELLA DI BONSERIO – GUASTAMACCHIA Via Crocifisso snc – Giovinazzo Quali sono i fiori più amati dai giovinazzesi per il loro giorno più importante? In linea generale prevale la scelta di rose, lilium ed orchidee. Ma è soltanto un’indicazione. In realtà ogni matrimonio richiede l’esclusività delle composizioni: decisioni importanti quali i colori e la specie dei fiori devono poter riflette-

re la personalità della sposa. Quanto tempo prima dev’essere contattato il fiorista? Il fiorista dev’essere contattato circa quattro mesi prima del matrimonio affinché sia libero il giorno del grande evento. Invece, i dettagli precisi devono essere discussi circa tre settimane prima della cerimonia. Il bouquet, secondo protagonista della cerimonia religiosa, dopo la sposa. Quale colore si preferisce? Nel passato il bouquet della sposa era composto di fiori bianchi per rappresentare la purezza. Oggi, molte spose scelgono fiori colorati o…ortaggi e frutta! Si punta molto alla personalizzazione. Ad esempio si utilizzano anche i carciofi, le foglie di fico d’india o le foglie dell’ulivo, una pianta qui largamente diffusa. Quali le forme che privilegiate? Ci sono diverse forme. Tondo, a cascata, lungo, a fascio, a palla, a borsetta, a cuore. Noi disponiamo di una vera e propria documentazione fotografica. Riusciamo quindi a soddisfare le esigenze della sposa più “anticonformista” e a realizzare quella che sarà una vera e propria opera d’arte da portare innanzi all’altare. Il bouquet più particolare che ha realizzato di recente? Un bouquet composto da peperoncini. L’addobbo in chiesa. Come vi comportate? Per la Cattedrale scegliamo in genere addobbi classici, composizioni abbastanza ricche. Per le chiese più piccole cerchiamo invece di evitare le grandi composizioni. E in comune? Per il comune scegliamo di utilizzare una composizione bassa posta davanti al tavolo e due composizioni più alte ai lati del tavolo. Ma gli sposi quanto sono disposti a spendere per il fiorista? Noi partiamo da un prezzo base di 500 euro. Oggi gli sposi tendono a voler risparmiare. Ma attenzione! Il risparmio può essere molto spesso foriero di mancanza di professionalità. Quali sono i vostri punti di forza? I nostri punti di forza sono la professionalità, la qualità e il prezzo. La professionalità soprattutto che dev’essere continuamente aggiornata con appositi corsi del settore. Noi lavoriamo da vent’anni. Non si può essere fiorai per una giornata così importante. Occorre essere fioristi veri. La nostra progettazione degli addobbi floreali è computerizzata. La personalizzazione è importantissima e il vero professionista è colui che sa intervenire anche la mattina stessa della cerimonia per gli opportuni cambiamenti. Inoltre ogni nostra creazione realizzata per gli sposi, già

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il giorno seguente è visibile sul nostro sito www.gardenstella.com. Un’ultima precisazione. Ma cosa intende esattamente per personalizzazione? Per poter comprendere sino in fondo il concetto, invitiamo tutti in data 15 aprile dalle 17,00 in poi alla dimostrazione gratuita di bouquet sposa e composizioni matrimoniali. Venite a saggiare la nostra professionalità!

BLOCK NOTES IL COMITATO INFORMA 1) Il Comitato Feste Patronali sarà a disposizione di tutti i cittadini per suggerimenti e consigli o per acquisire informazioni sui festeggiamenti, tutti i Mercoledì dalle 18 alle 22,00 pressa la sede in P.zza Vitt. Emanuele 11 (Sala Primavera) a Giovinazzo. 2) I commercianti interessati possono contattarci o presso la nostra sede o attraverso i recapiti di seguito elencati, per pianificare insieme le iniziative mirate a promuovere le loro attività durante il periodo dei festeggiamenti per Maria SS. di Corsignano. 3) Invitiamo tutti i cittadini in possesso di foto d’epoca relative alla processione di Maria SS. di Corsignano (e più in generale di altri eventi riguardanti la nostra città), di contattarci presso la nostra sede. È nostra intenzione allestire all’interno della Sala Primavera delle mostre fotografiche afferenti ad usi e costumi della tradizione giovinazzese.

6° Edizione di Un bouquet per ogni sposa. Domenica 15 Aprile 2007 alle ore 17:00 si terrà presso in nostro centro una dimostrazione gratuita di Bouquet Sposa e composizioni matrimoniali. Per ulteriori informazioni e prenotazione contattaci al n. 080/ 394.13.12 o info@gardenstella.com


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cronaca ammin DI FRENGO Un Consiglio Comunale carico di attese, di aspettative e di speranze, di domande e di interrogativi, da parte della cittadinanza, del Comitato contro l’elettrosmog e dei consiglieri comunali delle opposizioni. Un Consiglio Comunale che avrebbe dovuto deliberare la moratoria totale del Piano delle antenne di telefonia mobile, liberando il campo, divenuto ormai impraticabile, in attesa di un nuovo piano (di una partita di ritorno) che, secondo i regolamenti, dovrebbe essere redatto a seguito di nuove richieste che entro il 31 marzo di ogni anno i gestori sono tenuti a presentare. Ma la vera partita si è chiusa ancor prima che si aprisse. Fischio di avvio da parte del Presidente del Consiglio, appello nominale e immediato fischio di chiusura: per mancanza del numero legale (n.d.r. assenza di giocatori in campo e precisamente dell’intera formazione della squadra Natalicchio - diremmo noi). Le motivazioni dell’assenza tutte riassunte in un manifesto, fresco di colla, fatto affiggere in piazza alle 19,55. La partita si recuperà in data da stabilirsi? O forse no, perché qualcuno pensa di aver vinto a tavolino in attesa che qualcuno si esprima nelle sedi istituzionalmente deputate? La parola ai capitani delle due squadre: Giuseppe Altieri, capogruppo dei Democratici di sinistra, e Sara Achille, capogruppo di Alleanza Nazionale.

Cosa è avvenuto il 1^ marzo? Giuseppe Altieri: «Noi non ci stiamo a ridurre il C.C. a grancassa di una infamante campagna elettorale mentre i consiglieri delle opposizioni assumono atteggiamenti schizofrenici. Il 10 gennaio quei consiglieri chiesero un C.C. per ottenere la moratoria del Piano delle Antenne, dichiarando contestualmente di essere disposti a non celebrarlo in caso di dichiarazione di moratoria da parte dell’Amministrazione. In sede di Conferenza dei Capigruppo i presenti, fra cui i rappresentanti dei partiti di opposizione, prendendo atto della disponibilità dell’Amministrazione Comunale ad accogliere una moratoria del Piano, rinunciavano alla celebrazione del C.C. Solo due giorni dopo i sette consiglieri fecero marcia indietro e tornarono a chiedere la convocazione del C.C. Risulta evidente che tale ripensamento era solo frutto di spinte esterne alle istituzioni, il cui unico scopo è, ancora oggi, quello di tenere alta la tensione e mascherare il proprio vuoto programmatico. Noi maggioranza abbiamo ritenuto non opportuno partecipare al C.C. per non prestarci al gioco perverso delle opposizioni». Sara Achille: «Bisogna velocemente riavvolgere il nastro per spiegare in breve ciò che la maggioranza ha tentato di distorcere attraverso il cosiddetto gioco delle tre carte. Praticamente, in gennaio chiedemmo la convocazione di un C.C. proponendo la moratoria totale del famoso piano delle antenne di telefonia mobile. In Conferenza dei capigruppo il Presidente del Consiglio presentò un documento a sua firma, con cui, al di là delle sue personalissime e discutibilissime considerazioni e delle sue personalissime e

Consiglio comunale del 1°mar 1° ma

Tutti a casa, niente C

ASSENTI IL SINDACO NATALICCHIO CON I SUOI DI MAGGIORANZA ALTIERI, ALBRIZIO, ANNE CACCAVO, DRAGO, DEPALMA, D’AGOSTINO, TURTURRO, DOLCIAMORE E GIANGREGORIO PRESENTI I CONSIGLIERI DI OPPOSIZIO CORTESE, DACONTO, LEONE, SCIANCALEPORE, S

O.d.g.: Proposta di moratoria del piano di loca sistemi fissi per telecomunicazioni e radiofrequ vato con deliberazione C.C. n.72 del 2.1 discutibilissime prese d’atto, chiedeva se fossimo disponibili a ritirare la richiesta di C.C. qualora l’Amministrazione avesse accolto la nostra richiesta di moratoria totale. Fu naturalmente redatto un verbale, sottoscritto anche dai capigruppo di maggioranza, in cui si legge testualmente che il Presidente del Consiglio si impegna a nome dell’Amministrazione ad accettare la proposta di moratoria di cui alla richiesta (quindi, moratoria totale), impegno che il Sindaco rinnegò tempestivamente rilasciando alla Gazzetta del Mezzogiorno una dichiarazione secondo cui la moratoria era parziale e non includeva le antenne del Palazzo di Città. Ritenemmo legittimamente opportuno procedere con una nuova richiesta di convocazione del C.C., ribadendo la nostra richiesta di moratoria totale, soprattutto alla luce di una considerazione di fondo: il piano era stato approvato dal C.C. nel 2005 e solo il C.C. è l’organo istituzionale deputato, per legge e regolamento, ad annullare o sospendere un suo precedente atto. Se non avessimo riconosciuto al C.C. il potere di unico organo preposto e legittimato ad approvare la proposta di moratoria qualunque atto assunto da altri organi sarebbe stato impugnato dagli stessi gestori e lo stesso Sindaco, in primis, sarebbe stato accusato di abuso di potere. Ma i nostri furbetti amministratori, con la solita arroganza, hanno manipolato artatamente accordi e dichiarazioni ed il 1^ marzo hanno disertato il C.C. negando a noi consiglieri delle opposizioni sia il diritto ed il dovere istituzionali di discutere, votare ed approvare, anche in loro assenza, un provvedimento così rilevante per la città di Giovinazzo, diritto sancito dalla legge, sia il diritto e il dovere di farci carico e rappresentare nel supremo organo consiliare i problemi, le richieste e le legittime istanze di una intera cittadinanza. La maggioranza è fuggita davanti alle responsabilità, nascondendo la testa sotto la sabbia, e si è sottratta al confronto nella sede istituzionale in cui sarebbe stato opportuno dare quelle sincere risposte che i cittadini ancora chiedono e attendono. Cosa ancora più grave, constatata l’assenza del numero legale per la validità della seduta consiliare, su nostra richiesta di fissare, seduta stante, la data della

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nistrativa E STOP

rzo rzo2007 2007

Consiglio

CONSIGLIERI ESE, BAVARO, MAGARELLI,

NE ACHILLE, SIFO, STUFANO

alizzazione dei uenze, appro12.2005 seconda convocazione, come prescritto dalla normativa, il Presidente del Consiglio, mal consigliato dal suo Sindaco, comunicava che nessuna seconda convocazione doveva essere fissata e che avremmo dovuto presentare una nuova richiesta di C.C., con il rischio concreto di non poterlo più celebrare, considerati i tempi ristretti dovuti allo scioglimento del C.C. in vista

delle prossime elezioni amministrative. La seconda convocazione ci avrebbe consentito di votare autonomamente come opposizione la proposta di moratoria totale del piano, anche in assenza della maggioranza. Prendiamo atto che a Giovinazzo vige un regime totalitario».

Adesso cosa succederà? Giuseppe Altieri: «La verità è nei verbali. Andate a rivedere i verbali di cui all’oggetto e verrete a capo della questione. Resta il fatto che io personalmente e l’intero centrosinistra, nonostante siamo stanchi del problema delle antenne in quanto trito e ritrito, nonostante la controparte non abbia mai presentato un piano alternativo nelle sedi istituzionali opportune, restiamo ancora aperti al dialogo, a condizione che siano apportati al piano già approvato i dovuti miglioramenti». Sara Achille: «Noi consiglieri delle opposizioni abbiamo inoltrato un esposto a S.E. il Sig. Prefetto di Bari denunciando la gravità della condotta tenuta dal Presidente del Consiglio per la mancata fissazione della seconda convocazione dell’adunanza di C.C. del 1^ marzo, in violazione della legislazione vigente; abbiamo quindi chiesto al prefetto di diffidare il presidente del Consiglio a provvedere, senza ulteriore indugio, a fissare, così come per legge, la data della seconda convocazione del C.C. Contestualmente, per ragioni di mera cautela, senza che ciò significhi accettazione e condivisione dell’operato del Presidente del Consiglio, abbiamo inoltrato una nuova richiesta di convocazione. Ora non ci resta che… attendere». Fin qui la il confronto fra i due capitani. La partita rimane apertissima.

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AAA cercasi dignità Ho un ricordo nitido di quei giorni. Era la metà di giugno dello scorso anno, in piena euforia collettiva per la nostra nazionale di calcio irruppe su tutti i media, carta stampata e televisioni, la notizia dell’arresto del principe Vittorio Emanuele di Savoia. Vidi i servizi televisivi che ritraevano il principe arrestato. Sul volto l’espressione sperduta di chi non ha ancora preso coscienza della situazione. I reati contestati gravissimi e fra questi uno particolarmente odioso, sfruttamento della prostituzione, rendevano a miei occhi ancor più la posizione del principe. In quei momenti la memoria tornò alla fotografia del re Umberto II, padre del principe Vittorio Emanuele, che, dopo l’esito sempre contestato con prove concrete del referendum costituzionale per la scelta fra repubblica o monarchia, lasciò il 13 giugno del 1946 l’Italia per non farvi più ritorno. Sul volto del re Umberto un sorriso mite e disperato con la mano alzato in segno di saluto. Umberto II, decidendo di lasciare l’Italia, scongiurava una possibile guerra civile e un nuovo spargimento di sangue. Casa Savoia usciva dalla scena politica contemporanea con assoluta dignità guadagnandosi il rispetto degli italiani. Negli anni che seguirono Umberto tenne un comportamento esemplare: gli eredi giovani di casa Savoia, compresi quelli del ramo Aosta, invece cercarono e, purtroppo, cercano, quasi con determinazione, di gettare discredito sulla loro famiglia che nel bene e nel male era ed è parte fondamentale della storia della nostra nazione. Ora quel principe in manette, a me neanche simpatico, mi rattristò molto. Oggi apprendo da una notizia nelle pagine interne di due quotidiani che la procura della Repubblica di Como ha deciso per l’archiviazione dell’inchiesta a carico del principe. Ho pensato ai fiumi d’inchiostro della stampa per descrivere impietosamente e non senza un filo di soddisfazione questa pagina ingloriosa della vita di Vittorio Emanuele ed ho pensato a tutti i soldi del contribuente utilizzati per le intercettazioni

ILCONTRAPPUNTO DELL’ALFIERE

che avevano portato alla luce vicende poco edificanti ma non rilevanti dal punto di vista del codice penale. Ed allora la mia tristezza è aumentata. Chi restituirà quei giorni tremendi a tutta la famiglia. E non voglio aggiungere altre considerazione sulle conseguenze familiari e di lavoro che colpirono Salvatore Sottile, il portavoce di Fini, finito nel tritacarne di Vallettopoli e oggi anche per lui c’è stata l’archiviazione. Non sarebbe il caso di usare maggiore prudenza? Di esercitare il beneficio del dubbio? Di essere più accorti? Comunque il garante della privacy dopo il coinvolgimento del portavoce del presidente del Consiglio Prodi, l’onorevole Sircana, e solo adesso ha emanato un provvedimento per impedire la pubblicazione delle notizie e delle foto che riguardano le inchieste giudiziarie. Chissà perché solo adesso. Per tanto tempo la sinistra ha suonato la trombetta delle leggi ad personam a favore di Berlusconi, queste misure invece son contrabbandate come prese di posizione di civiltà. Vorrei ridere ma non posso. Potrebbero censurare anche le risate. Anzi corro il rischio e continuo a sorridere pensando a quella lunghissima intervista che il sindaco ha voluto graziosamente concedere al nostro giornale accompagnata dalla richiesta perentoria e vagamente minacciosa di dover pubblicare la puntigliosa elencazione delle realizzazioni dell’amministrazione di sinistra/

centro/di tutto di più. Realizzazioni! Cinque anni di equilibrismi, di balletti indecorosi, di cambi di schieramento, di decisioni assunte senza la minima considerazione per le esigenze e le giuste richieste di una città mortificata e letteralmente presa in giro. Sì! Presa in giro da una sinistra/centro/di tutto di più che ha continuato, attraverso le melense lettere alla città del sindaco, a ripetere il solito stantio ritornello “questa è la città che vogliamo, la costruiremo insieme”. Con questa variegata maggioranza si è verificato un evidente, marcato arretramento del coinvolgimento della società civile nelle decisioni assunte dall’amministrazione. E non mi riferisco solo alla nota vicenda del piano di installazione delle antenne ma a tanti altri provvedimenti. Ma basta! Voglio complimentarmi con il nostro sindaco per la leggerezza con cui ha giudicato l’ingresso nella sua maggioranza di alcuni esponenti di quella che fu la Casa della Libertà. Povera libertà e povera casa ridotta ad un casino da questi personaggi. Non riesco più a ridere a questo punto perché penso alla nostra Giovinazzo. Una classe politica senza coraggio nell’imporre e imporsi rigore morale ed intellettuale ma sempre e solo pronta ai compromessi, ai sotterfugi, agli accordi trasversali, ai personalismi, alle piccole infamie. No, non rido più, non so neanche se vale la pena continuare ad annoiarvi! E non siamo che all’inizio di una campagna elettorale in cui, spero di sbagliarmi, voleranno gli stracci e non solo. Mi auguro che, almeno, chi voterà lo farà pensando al bene della città. Votare così significherà votare realmente per i propri interessi, votare per una città in cui valga la pena vivere, lavorare, realizzare i propri sogni grandi e piccoli, far crescere i propri figli. Insomma guardare il presente per immaginare un futuro pieno di opportunità concrete e positive. Sto sognando, e, vi confesso, mi è tornato il sorriso della speranza.

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L’INTERVIST Nome: Leo Nome: Ancora Sara! Cognome: Magarelli Cognome: Achille in Sollecito. Età (Magarelli) : Meglio non dirlo, comunque per gli amici… 51. (Achille): Ormai… Tutti conoscete la mia età! Mi avete messa in “Piazza” credo nel mese di dicembre. Comunque sono 50 tondi tondi! Soprannome (Magarelli ): Il giaguaro! (Achille): Non ne ho, se vogliamo possiamo coniarne uno insieme! Partito di appartenenza (Magarelli): Democrazia Cristiana, da sempre! (Achille): Questa è una bella domanda! Abituati come siete all’andirivieni di Giovinazzo! Ma per me non è il caso! Sempre e solo Alleanza Nazionale! Antonello dixit: “Perché le antenne del comune sono brutte e le altre invece, situate da qualche decennio sul palazzo accanto, non lo sono?” (Magarelli): Perché quelle sul palazzo accanto sono più simpatiche e producono redditi privati. (Achille): Qualcuno conosce il modo per fare vedere la TV ai cittadini di Giovinazzo, mettendo l’antenna in cantina o nel bagno? Quando entri nel Palazzo di Città ti senti cervo a primavera…? (Magarelli): No, mi sento giaguaro in tutte le stagioni! (Achille): Aspetta, non sono solo io che mi sento cervo a primavera. Non è soltanto a primavera e non è soltanto per le antenne! Perché in cinque anni con tutta la serie di tradimenti da destra verso sinistra, altro che cervo a primavera! Qui si tratta di essere cervo per la vita! E’ rimasta sola in Aula consiliare per approvare il nuovo Statuto Comunale. Significa che Sara Achille flirta a Sinistra? (Magarelli): Bè… con me! (Achille): Anche voi sbagliate qualche volta! Io e Saverio Daconto. Canterebbe Venditti: «Sara, tu va’ dritta e non ti devi vergognare. I tuoi colleghi dai retta a me lasciali tutti parlare…». Parlare di cosa? (Magarelli): Del sesso degli angeli. (Achille): Affari loro... Giochiamo al toto-sindaco: chi indosserà la fascia tricolore? (Magarelli): Il più simpatico! (Achille): Tricolore o… triade? Io spero che non ci sia una fascia per tre, anche questa volta! Cosa accadrà se vincerà di nuovo Antonello? (Magarelli): Vorrà dire che è il più simpatico. (Achille): Sicuramente non cambierà nulla! Nulla di nulla! Per cinque anni abbiamo ballato l’alligalli, un passo avanti e tre passi indietro e così continueremo! Cosa cambierà se invece la spunterà Palmiotto? (Magarelli): Non lo so…Credo che dovrà fare più chiarezza all’interno del suo raggruppamento. (Achille): Sicuramente cambierà il nome del sindaco! E comunque con Michele il nome è una garanzia! E se vincesse Decandia? (Magarelli): Non può! (Achille): Sicuramente non cambierà nulla. Alternativi, soltanto nelle piazze. Se per innamorarmi basta un’ora, per fare il salto della quaglia in politica quanto occorre? (Magarelli): Per fare il salto della quaglia ci vorranno diversi secoli! (Achille): Un attimo fugace! Voglia di stringersi e poi …vino bianco, fiori e tarallucci… che imbroglio sarà questa maledetta primavera se poi si ritornerà fratelli e coltelli?

di Giang Nella giungla

Iene, Panter

PER L’INIZIO DELLA CAMPAGNA ELETTORALE C’È ANCORA TEMPO, MA NOI DEL WEB TG SIAMO STANCHI DI ASPETTARE. PERCIÒ IN

ATTESA DELLA GRANDE SFIDA PER LA

POLTRONA DI SINDACO ABBIAMO CONVOCATO

NELLA NOSTRA REDAZIONE DUE CONSIGLIERI

COMUNALI USCENTI LEO MAGARELLI E SARA

ACHILLE. E

SCUSATE SE È POCO!

(Magarelli): Si ritornerà coltelli, non fratelli! (Achille): Ma…cosa vuoi dire? Una torta a te e un cucchiaino per me! Un bicchiere di vino per te e un goccio per me! Una storia che si ripete… Mi auguro di no. Al Sindaco Antonello non bastano due pagine e mezzo del nostro giornale per illustrare “la città che vogliamo, quella che dovremmo aver costruito insieme”. Tu riusciresti invece con una battuta a tracciare un bilancio di 5 anni di Amministrazione Natalicchio? (Magarelli): Per tre anni e mezzo Natalicchio ha amministrato insieme ad un’altra compagine. In questo ultimo scorcio, in quest’ultimo anno e mezzo ha amministrato con noi, quindi ha ben amministrato! (Achille): Un pranzo per pochi intimi…e la città aspetta! I primi 281 giorni del Governo Prodi: li ricorderemo per…? (Magarelli): Ricorderemo i primi 281 giorni del Governo Prodi per…non so quale motivo! Finora non ne ha dato motivi! (Achille): I tradimenti e la voglia di arrivare a due anni e mezzo per poter intascare la pensione! E poi… C’è chi dice sì, c’è chi dice no… La notte dei lunghi coltelli… La storia infinita… Dico e non dico… Ci penserò domani… Il Governo Prodi, dopo la fiducia al Senato, durerà quanto l’Amministrazione Natalicchio? (Magarelli): No, durerà molto meno! (Achille): Mah, potrebbe anche durare quanto l’amministrazione Natalicchio, ma il cattivo odore del mare in cui hanno annaspato lo sentiremo fino a Giovinazzo! Follini sta a Prodi come Leo ad Antonello? (Magarelli): Follini sta a Prodi…Follini non sta a Prodi, ritengo, ma Leo ad Antonello sì! (Achille): Questa non è più una triade ma un’ottima proporzione! Comunque li definirei i quattro dell’apocalisse, compreso Natalicchio, e tutti accomunati dallo stesso desiderio, il centro mobile! Quante volte hai chiesto scusa al tuo partner? (Magarelli): Mia moglie, intendi dire? E… quante volte…Perché avrei dovuto? (Achille): Se devo essere sincera, mai!

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TA DOPPIA

gaetano Tortora a della politica

re, Giaguari

Se Silvio doveva scusarsi con Veronica, cosa dovrebbe fare Romano con i suoi elettori? (Magarelli): Dovrebbe piangere in greco. (Achille): Dimettersi! Fai una rima: No alle antenne, sì… (Magarelli): Ai cellulari! (Achille): Alle renne, alle strenne, alle cotenne, alle transenne…e ce n’è un’altra che non posso dire. Ci lanci un urlo? (Magarelli): Un urlo?...Uauh! (Achille): No, non urlo più! Meglio cento parole in silenzio che una urlata! Ci canti solo l’inizio di Sara Svegliati e primavera? (Magarelli): No, non è ancora primavera anche se il tempo è buono. Ve la canterò a tempo debito. (Achille): Saaaara…svegliati è primaveraaaa… Qual è la parolaccia che dici più spesso? (Magarelli): Insomma lo devo ripetere in Web tg, in Web TV…Meglio di no, ne dico diverse! (Achille): E non fatemi essere volgare! In pochi secondi, dì all’altro consigliere intervistato ciò che non gli hai mai detto in questi 5 anni… (Magarelli): A me Sara mi piace come stai andando adesso. Forza e continua così! (Achille): Leo, ho scoperto che sei un ottimo matematico perché sai sempre far quadrare il cerchio. Però sei anche bravo in diversi sport…nel salto in alto, salto in lungo, salto con l’asta, salto in largo (lo inventiamo noi)…nel triplo salto carpiato…però stai attento al salto mortale! Alle prossime elezioni ci farai vedere i buoni benzina o l’abbonamento al Cinestar? (Magarelli): Ma quale Cinestar! Vi farò vedere i sorci verdi! (Achille): Ma ti riferisci forse ai buoni benzina che tenteranno di darmi per accaparrarsi i miei voti? Favorevole all’ampliamento della base militare di Vicenza?

(Magarelli): Se si tratta appunto di Vicenza, sì! (Achille): Favorevole! Insegnanti che si lasciano palpare. Insegnanti di sostegno che mandano alunni all’ospedale. Ma che razza di scuola è questa? (Magarelli): E perché, che razza di politica è? (Achille): Disgusto totale! Che resta di un sogno erotico se al mattino è diventato un poeta? (Magarelli): Il sogno erotico è un poeta! Il sogno erotico resta un sogno. Preferibile praticarlo l’erotismo, più che sognarlo! (Achille): Preferisco il poeta! Che resta dentro di te di carezze che non toccano il cuore ma il portafogli e le poltrone? (Magarelli): Pochi soldi! (Achille): Niente, in quanto non ne conosco le sensazioni…perché quelle carezze non le ho mai accettate! Dopo i tragici fatti di Catania siamo davvero finiti nel pallone? (Magarelli): No, non siamo finiti nel pallone! Stiamo giocando alle palline. (Achille): Dobbiamo stare attenti perché il pallone potrebbe anche scoppiarci in faccia! Chi cancellerà a Giovinazzo le scritte contro la Polizia? (Magarelli): Io le cancellerei con la lingua di chi le ha scritte! (Achille): Io spaccherei la testa a chi le ha realizzate e a quelli che ancora non le hanno cancellate! È una vergogna! Ci dici un motivo per cui vale la pena di vivere a Giovinazzo? (Magarelli): Perché ci sono io prima di tutto! (Achille): Allenarsi gratuitamente per diventare campioni di velocità contro gli ausiliari del traffico! Vi è mai capitato di lasciare la macchina, scendere dalla macchina, avvicinarvi al distributore del ticket, prendere il ticket, tornare con il ticket in mano e trovare già la multa? Bene, i campioni sono sempre loro! Gli ausiliari del traffico! Come può una maledetta primavera politica diventare benedetta per giornali e tgweb? (Magarelli): In questo momento particolare per Giovinazzo e per tutti i comuni in cui si vota è opportuno che questa primavera porti benefici economici ai giornali. (Achille): Sono i miracoli della primavera. E comunque ascoltate un consiglio, una volta tanto! C’è chi, pur di farsi votare, è disposto a tutto! Bene, utilizzate pure il vostro giornale e il vostro Web! Antonello, Beppe, Michele Leo Sara e affini: chi canterà alla fine Maledetta primavera? (Magarelli): Gli affini. (Achille): Antonello l’ha già cantata per cinque anni, Beppe sta incominciando ad allenarsi, Michele non avrà bisogno di cantarla, Leo e affini spero che dopo la primavera possano cantare anzi ballare “La morte del cigno” in primavera e …Sara invece preferisce declamare la poesia di Gennaro. Meglio Pippo Baudo o Paolo Bonolis? (Magarelli): Meglio io! (Achille): Nessuno dei due! Ora che conviene, hai già fatto la nuova ricarica del cellulare? (Magarelli): Pago la bolletta, per cui non so perché convenga! (Achille): Certamente! Per concludere, lancia uno spot per dire ‘votate me e non questo soggetto che vedete al mio fianco’ (Magarelli): No, invece io dico: votate me e lei perché…siamo simpatici! (Achille): Non è mia abitudine denigrare gli altri, denigrare gli amici…Piuttosto punterei a dire alla gente perché dovrebbero votare me. Perché quando si va nella cabina elettorale si ha tra le mani una matita con il tratto indelebile perché il voto non deve essere manomesso. Bene, la prossima volta votate chi per cinque anni in Consiglio Comunale non ha manomesso il vostro voto!

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LA CRONACA NERA di Gabriella Marcandrea

TOPI D’APPARTAMENTO CRESCONO! L’INVITO DEI CARABINIERI ALLA MASSIMA COLLABORAZIONE. L’EPILOGO DELL’OMICIDIO LARICCHIA. L’OMICIDIO LARICCHIA Conclusione definitiva della vicenda relativa all’omicidio consumato nel lontano primo novembre del 1998 a Giovinazzo. In esso tre persone precisamente D.G.. S.A. e S.B. a causa di una violenta lite accoltellavano mortalmente Laricchia Giuseppe. L’omicidio creò un certo scalpore in quanto la vittima era un buon padre di famiglia che agiva in difesa della figlia, affrontando da solo i tre malviventi. Essi furono subito tratti in arresto. S.B era nella sua abitazione al momento dell’arresto mentre S.A. che non era in casa si costituiva presso la Casa Circondariale di Bari. Soltanto il 21 febbraio u.s., la Cassazione ha emesso sentenza definitiva per S.A. il quale dovrà scontare dodici anni di reclusione. S.B. registra al momento un residuo di pena di tre anni da scontare rispetto ai sette comminatigli. Il D.G. invece ha già scontato i sette anni.

I FURTI NELLE ABITAZIONI Fenomeno dilagante in città, anche se non si può definire del tutto allarmante. Fondamentale è la collaborazione dei cittadini, i quali, molto spesso, pur notando presenze estranee su balconi o scale non si allertano. Il fenomeno copre tutto il territorio cittadino. Doverosi quindi i consigli dei Carabinieri: 1) Chiudere a chiave la porta blindata, altrimenti è possibile aprirla con una semplice scheda telefonica; 2) Chiudere bene porte e finestre; 3) Non lasciare in auto le chiavi della propria abitazione e nelle palestre, piscine o campi di calcetto. Questi sono i luoghi più fertili dove è possibile sottrarle per effettuarne il duplicato. È stato rilevato, infatti, che molti furti si perpetrano nelle abitazioni con il duplicato delle chiavi. I Cara-

binieri hanno sguinzagliato apposite pattuglie ed una macchina di pubblici ufficiali in borghese. Ma attenzione cittadini: collaborate e segnalate!

LA DROGA In collaborazione con la stazione dei Carabinieri di Molfetta sono stati effettuati arresti per droga. In particolare sono stati tratti in arresto F.C., G.M. e T.V. di Giovinazzo intenti a spacciare haschish in città. Sono stati sequestrati complessivamente duecento grammi di sostanze stupefacenti tra hascish e cocaina. La lotta allo spaccio prosegue con sempre maggiore impegno dunque. Con l’intento di arginare il dilagante fenomeno della droga.

ZOOM SULLA SICUREZZA STRADALE Sempre più elevata la soglia di attenzione dei carabinieri verso le violazioni al codice della strada. Soprattutto nella fa-

scia di ore notturne per contrastare le stragi del sabato sera. Operazione di prevenzione per la velocità dei veicoli. Elevate numerose contravvenzioni per mancato uso della cintura di sicurezza, mancato rispetto della segnaletica luminosa e dell’uso del casco su ciclomotori e motocicli. In città sono stati fermati cinque ciclomotori non in regola e sono state ritirate tre patenti per inosservanza del semaforo rosso.

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ECHI DI MARZO di Giusy Pisani

Dietro le quinte dei Testimoni di Geova RETROSCENA ETROSCENA

E E VERITÀ VERITÀ NASCOSTE NASCOSTE DI DI TALE TALE CONFESSIONE CONFESSIONE RELIGIOSA RELIGIOSA

Ai sensi dell’art.8 della nostra carta costituzionale, due requisiti devono soddisfare le confessioni religiose diverse dalla cattolica per essere riconosciute dallo Stato: 1) che lo statuto non contrasti con l’ordinamento giuridico italiano, 2) che i rapporti con lo stato siano regolati per legge sulla base di intese stipulate con le relative rappresentanze. Il dettato costituzionale (1948) nel corso degli anni ha consentito a numerose confessioni religiose di “regolarizzare” la propria posizione nei confronti dell’autorità statale. Attualmente anche i Testimoni di Geova stanno premendo acchè lo Stato firmi un’intesa. E fino qui sembrano muoversi entro la normale prassi. Ma lo Stato si è preoccupato di verificare se tale confessione agisca effettivamente nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali dell’individuo sanciti e tutelati dalla costituzione e ancor prima dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo? Si inquadra in questa prospettiva l’intervento del dott. Achille Aveta, giornalista e studioso di questa confessione, all’incontro-dibattito svoltosi lo scorso 2 marzo nella parrocchia S. Domenico. Dopo una breve parentesi aperta da don Nino e incentrata sugli aspetti salienti della dottrina professata dai TdG che poggia su un’interpretazione letterale della Bibbia (e sulla negazione in essa dell’esistenza di diversi generi letterari), il dott. Aveta ha condotto la sua disamina avvalendosi del documento ufficiale dei TdG, il periodico “La Torre di Guardia”. Un chiaro esempio di violazione dei diritti della persona è costituito dai condizionamenti che tale organizzazione esercita sugli adepti attraverso il cd. Comitato giudiziario, un vero e proprio organo giudicante cui è deferito il compito di controllare comportamenti e idee (sic!) dei TdG. A questi ultimi è fatto divieto di sottoporre a valutazione critica l’insegnamento proposto dall’organizzazione. Il TdG rifuta, infatti, ogni contributo allo studio e all’interpretazione biblica che non venga

dal Comitato Direttivo, un gruppo di tredici persone elette, con sede a Brooklyn, che giuda l’organizzazione. In occasione di un furto commesso a Copenaghen da alcuni TdG si è scoperto che il Comitato giudiziario registrava in archivi riservati i nomi degli autori di misfatti risalenti anche a 4050 anni fa: chi si macchiava di infedeltà veniva dunque schedato ed espulso (dissociato) dalla comunità. L’uso ostracizzante dello strumento della dissociazione sembra incutere nel TdG un timore tale da indurlo ad annullare la sua persona per obbedire ciecamente all’organizzazione. Quale trattamento debba poi riservarsi in famiglia ad un componente che sia stato dissociato, lo si evince ne “La torre di Guardia” del 1963: se il dissociato è un figlio minorenne si deve rompere ogni vincolo familiare. Più in generale, se uno viene espulso dalla comunità gli altri membri devono astenersi dal salutarlo e dall’invitarlo a casa. È fatto divieto di conversare con lui, di stringergli la mano e di …. considerarlo! Il periodico del 1964 prescrive invece una vera e propria torture psicologica per il figlio minorenne: deve obbligatoriamente assistere allo studio della Bibbia e ascoltare anche senza intervenire. Due promessi sposi ad uno dei quali sia stata comminata l’espulsione sono costretti a troncare la loro relazione, pena la dissociazione di entrambi. Fino al 1996 i giovani TdG finivano in carcere per essersi rifiutati di prestare il ser-

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vizio militare o di svolgere il servizio sostitutivo civile. Gli ispettori militari si resero conto che la maggior parte di quei giovani non capiva la motivazione che li spingeva a scegliere il carcere: facevano così per pura obbedienza alle direttive dell’organizzazione. In una lettera inviata dallo Stato al Comitato Direttivo di Brooklyn si precisava che gran parte dei giovani non era a conoscenza del motivo per cui si dovesse rifiutare anche il servizio sostitutivo civile e che se fosse dipeso dalla loro coscienza lo avrebbero accettato. E’ notorio che inizialmente i vertici dell’organizzazione avevano disposto il divieto per i TdG di farsi somministrare vaccinazioni o di sottoporsi a trapianto d’organi. Caduti questi divieti una fiumana di TdG si è riversata negli ospedali per sottoporsi alle vaccinazioni obbligatorie. Ancora una dimostrazione di come la libertà di coscienza degli adepti venga calpestata in nome dell’obbedienza, lealtà e fedeltà ad una organizzazione totalitaria che genera solo una paurosa sudditanza psicologica. Dov’è il rispetto della coscienza dell’individuo e della sua capacità di autodeterminarsi? Un’ultima preoccupazione. L’organizzazione dei TdG si esprime attraverso tre livelli di letteratura: uno libero e divulgabile (utilizzato per l’attività di proselitismo), l’altro riservato agli adepti e l’ultimo appannaggio dei soli coordinatori cui spetta il compito di “stare attenti a ciò che i TdG pensano” (leggete: processo alle intenzioni!). La rivista del 1957 invita ciascun TdG a “non far conoscere la verità a chi non ha il diritto di conoscerla”. Fra gli esclusi più eccellenti figura proprio lo Stato, considerato un nemico da combattere in quanto espressione del potere di Satana. Tutta la storia dell’organizzazione dei TdG si poggia dunque su un ben architettato programma di disinformazione e di mistificazione della realtà. E allora, potrà mai l’intesa svelare la “verità inaccessibile” proprio al nemico? Cosa si nasconde dietro le quinte di tale confessione totalitaria? Lanciamo questo monito allo Stato.

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ECHI DI

di Angelo

25 febbraio

«Ci chiù ne tène chiù ne vòle…» Uno spaccato degli anni ’60 della storia della nostra città. È questo il tema della commedia in vernacolo di Mimmo Tridente, suddivisa in due atti. Protagonista una famiglia: padre e figlio entrambi agricolto-

ri; la moglie e la figlia, rispettivamente maestra e discepola dell’arte antica del ricamo. La padrona di casa con dovuta meticolosità custodiva i compensi percepiti dagli allievi, in una preziosa valigetta. Praticava prestiti a tasso elevato. Il marito, gran lavoratore dei campi, possedeva alcune proprietà che curava personalmente, aiutato dal figlio. Possedeva il traino con una mula e tutti gli attrezzi per svolgere la sua attività. La campagna era terreno fertile per sfamare la famiglia. Una mattina, però, il ragazzo prese la valigetta della madre e, invece di recarsi in campagna, partì per l’Italia del Nord. Alla ricerca di un altro lavoro e con la prospettiva di migliorare la sua posizione economica. Per qualche tempo, la vita della famiglia trascorse tranquillamente, in casa ed in particolare nella stanza-laboratorio, dove le ragazze dedite al ricamo vivevano in un mondo ideale, popolato di gioie, di amori, di rimpianti nascosti, di qualche lacrima e il loro futuro era color rosso oro. Avrebbero trovato senz’altro ciascuna il proprio sposo. Un giorno pervenne una lettera da Trieste. Era del figlio che annunciava il suo rientro in paese e portava con sé la “mula” e famiglia. Elevata fu la meraviglia dei genitori, i quali già possedevano ormai da tempo una mula e tutti gli attrezzi per il lavoro dei campi. Per accogliere il figlio e la famiglia dei muli, marito e moglie decisero di ospitare in casa la rispettiva sorella e cognata e così riservare l’abitazione di quest’ultima ad accogliere la famiglia dei “muli”. Tra le due famiglie, sin dal primo momento non ci fu armonia, giovinazzesi e triestini non erano il giusto esempio di accordo e

PROTAGONISTA, simbiosi. E così a seguito di svariate discussioni la famiglia triestina ritornò nell’Italia settentrionale. Sussultarono le allieve ricamatrici, le quali speravano che il giovane tornato “vacandino”, potesse finalmente interessarsi ad una di loro. E così fu. Il ragazzo scelse una ricamatrice. La famiglia l’accettò di buon cuore. Era proprio la ragazza che, dopo la dichiarazione d’amore che il giovane le aveva fatto tempo addietro, silenziosamente attendeva il proprio innamorato. La madre, in segno di gratitudine a Dio che aveva riunito la famiglia con la venuta del figlio e la presentazione della promessa sposa, decise di bruciare la rubrica con i nomi dei suoi debitori contenuta nella valigetta. Questa storia vuole dimostrarci che la felicità non consiste negli armenti e neppure nell’oro, ma nel lavoro, nella sistemazione, nell’amore eterno di due cuori innamorati, anche se in una capanna. Ancora una volta l’arte magica del teatro di Mimmo Tridente, ha descritto, con dovizia di particolari, le virtù, le passioni, gli amori, delle persone di altri tempi della nostra città. Ottimo il cast. La rappresentazione, a cura dell’Associazione Mariana, si è svolta nell’Istituto S. Giuseppe. Gli interpreti: Boccassini Marta, Carlucci Enzina, Ceseno Saverio, Dagostino Giusy, Derienzo Maria, Labombarda Maria, Leone Damiana, Macina Maria, Marzella Rita, Mastrofilippo Giuseppe, Palmiotto Carmela, Palmiotto Michelangelo, Sollecito Antonella, Stufano Damiano, Stufano Enza, Vitelli Maria Teresa, Vitelli Nando.

Lè fìgghie sò pìzze de còre Non è la sceneggiata napoletana di Mario Merola ma la commedia portata in scena dalla compagnia u Sciaraballe, che quest’anno festeggia i 10 anni di attività. Una commedia in cui gli intrecci sono costruiti con tanta cura per dare comicità alle scene. Metti due famiglie, una ricca senza prole e una famiglia povera - ahimè - con prole. Ma che prole: 8 figlie tutte da maritare. Metti due famiglie per giunta imparentate. Metti un cleptomane come padre che dimora al piano superiore che prosciuga giorno dopo giorno gli averi dei due coniugi benestanti e di tutti i passanti. Aggiungi al racconto che una delle 8 figlie viene affidata a loro in cambio di mezza vigna e di una stalla. Che tutti i beni dovevano essere ereditati da un nipote che vive nel napoletano, un avvocato orgoglio della stirpe che poi si rivelerà un millantatore, semplicemente un affrancatore di francobolli. Aggiungi, ancora l’impotenza del benestante e le avance palesi alla moglie fedifraga dal marito con prole, (lui sì che non è impotente), da pescivendoli e fiorai. E la frittata è fatta. Pardon, sembra fatta. Nessun rispetto del contratto. Nessuna vigna e stalla in contropartita alla vendita della figlia. Nessuna eredità del questuante nipote sopraggiunto sul punto di morte per entrare in possesso dell’eredità. Non sarà così. C’è sempre un deux ex machina che fa sì che alla fine

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I MARZO

o Guastadisegni

IL VERNACOLO nella commedia di Tridente ci riporta tutti alla quotidianità, alla semplicità, alla fede cristiana risolutrice dei problemi. Lui, l’impotente, il cardiopatico, il don Enrico rinsavisce, tutti vivranno felici e contenti.

visto in sogno e non volle più allontanarsi dalle vicinanze di quel luogo dove la crocefissione di Gesù è rapresentata in pregevoli pitture. Arrivò a Giovinazzo per poter insegnare l’arte del ricamo alle ragazze dell’Associazione Mariana. Istituì infatti con l’aiuto delle Suore della Carità di S. Vincenzo un un vero e proprio laboratorio di ricamo. Il ricamo è stata l’arte che ha appassionato tante ragazze che hanno confezionato per uso personale, capi di corredo e quant’altro. Maria Elsa Valle durante la sua vita è stata esempio di guida per le ragazze che frequentarono le sue lezioni e l’Istituto S. Giuseppe. Ricoprì cariche nell’Associazione mariana. Devolveva il ricavato dei pregevoli lavori che eseguiva all’assistenza ed alla cura dei bambini, figli di famiglie povere (c’erano tante, allora) accolti nell’Istituto S. Giuseppe. Provvedeva con i propri mezzi finanziari al percorso di studi di giovani nel loro cammino di fede. Finanziò lavori di ristrutturazione della cappella all’interno dell’Istituto e il restauro di dipinti e statue di Santi. Donò alla chiesetta un pregevole mosaico ed un tabernacolo. Buona come sempre, Maria Elsa Valle era una consigliera affettuosa per parecchie giovinazzesi. «Gesù affligge – era il suo vangelo di vita – ma non abbandona». In silenzio, come aveva vissuto per 57 anni presso l’Istituto S. Giuseppe, ci ha lasciati. Ci mancherà!

11 Marzo

19^ Stagione Concertistica dell’Associazione Polifonica

E il cartellino della figlia? Nessun timore. Lei sposerà il nipote napoletano. Provvederanno i genitori addottivi, ma anche quelli paterni e materni perché i figli né si vendono né si comprano. Insomma, i figli so pizz e core. Gli interpreti: Luisa Bonserio, Matteo Camporeale, Anna Labombarda, Tiziana Milillo, Antonio Padiglione, Tommaso Mastrofilippo, Peppino Vero, Mimmo Vero, Anna Marolla, Giuseppe Vero, Lello Basile, Pia Spadavecchia, Mariella Marziani e Mimmo Tridente!

10 Marzo

Il ricordo di Maria Elsa Valle È deceduta all’età di 87 anni Maria Elsa Valle, maestra di ricamo – benefattrice, nell’Istituto S. Giuseppe delle Suore della Carità di S. Vincenzo de Paoli. Correva l’anno 1950 quando Maria Elsa Valle, maestra di ricamo, chiese ed ottenne la residenza stabile nell’Istituto S. Giuseppe delle Suore della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli perché rivide il monumento dedicato al Calvario così come l’aveva

Concerto Inaugurale dell’Associazione Polifonica dedicato alla Scuola Pubblica e privata, potente mezzo di crescita civile e di progresso della società. La manifestazione si è svolta nella Chiesa delle Suore Missionarie dell’Oratorio. In programma brani di musiche di Donizetti, Verdi, Rossini, Bizet e Puccini. A fare da cornice il Coro “Sergio Binetti” – Parrocchia San Domenico – Molfetta; Coro e orchestra filarmonica dell’Associazione Polifonica. Applauditissimi: Soprano – Lucia de Bari; Soprano – Stella Roselli; Tenore – Giovanni Mazzone; Baritono – Raffaele Turturro; Basso – Onofrio Salvemini; Basso: Nicola Andriani. Superba la direzione del Presidente dell’Associazione, Antonio Dangelico. Diciannove Stagioni Concertistiche finora eseguite. Sono tante e tante ne restano ancora. L’Associazione Polifonica è una realtà nella nostra città ed ogni anno cresce la qualità del suo staff, il quale raccoglie sempre più consensi ed apprezzamenti da parte di un folto pubblico. Ne è prova la professionalità acquisita dai componenti del coro e lo spessore artistico degli interpreti di opere di musica classica. Al Direttore del complesso musicale va rivolto un grazie per la competenza nella capacità di combinare simultaneamente più voci e più stru-

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Aprile 2007


ECHI

DI

menti musicali. Il programma per la 19^ stagione Concertistica per l’anno in corso è ricco di appuntamenti.

Lo zampino del Lupo! Meglio un cane amico che un amico cane. Pardon, meglio un candidato cane che un cane candidato. A chi ci dice infatti che non si vota nemmeno un candidato-cane, un comitato elettorale presente nella centralissima piazza un candidato cane ce l’ha davvero. Un bel meticcio di nome Lupo che senza annusare il profumo politico, senza sgranare gli occhi per vedere i colori di partito si è intrufolato nel comitato elettorale del candidato sindaco Michele Palmiotto, conquistandosi di diritto una candidatura per una poltrona al Palazzo di città. Naturalmente qualcuno storcerà un po’ il muso, gli animalisti invece saranno soddisfatti. Perché almeno una certezza in questo traballante clima pre-elettorale esiste. Un’adozione bella e votata. Vero è che effettivamente a Giovinazzo non è mai stata attuata la Legge Regionale n. 15 del 31/07/1996 ed un canile sanitario continua a costituire un’utopia. Così come non esiste un censimento della popolazione canina a Giovinazzo e un conseguente servizio efficiente di sterilizzazione della A.S.L. di competenza che possa arginare il fenomeno del randagismo. Forse Lupo voleva quindi inviarci un implicito messaggio? Attualmente si stanno registrando sempre più episodi di questo tenore. Anche a Bari, in Piazza Libertà, in occasione della visita di Putin, la forza pubblica ha avuto un bel da fare per allontanare un meticcetto curioso che aveva deciso di studiarsi con il suo tartufo cotanta pletora di autorità politiche! Pare proprio che ormai i cani, in veste di esseri senzienti, siano ben coscienti di rappresentare

MARZO

gli elementi fondamentali e indispensabili di una morale biocentrica e dell’ambiente. E che pretendino dunque un bel regolamento comunale che riconosca la tutela degli animali come uno strumento finalizzato anche al rispetto ed alla tolleranza verso tutti gli esseri viventi. E quindi…in bocca a Lupo!

18 Marzo

SIT IN DAVANTI AL PALAZZO DI CITTÀ Ricordate quella che era la nostra speranza espressa nell’editoriale del mese di febbraio u.s.? Vi raffreschiamo le idee. Nutrivamo il serio desiderio di poter vedere trasformate le due “corna” del Palazzo di Città in un modello di architettura tale da occultare le corna. Giusto per non bollare gli attori che saliranno in primavera sul palco per la propaganda elettorale. Tutto ciò, purtroppo, non si è verificato. Anzi! Le due corna hanno assunto uno spessore maggiore e si sono rinvigorite. In particolare una di esse è stata abbigliata in maniera pomposa dalla Compagnia Telefonica Wind. Ora quindi ha un nome e un cognome: Antenna GSM– Trial band. Come dire che almeno è bella e identificata e di conseguenza…imputabile! Infatti non si è fatto attendere l’intervento del Comitato Elettorale, il quale ha organizzato un sit-in davanti al Palazzo di Città per iniziare a formulare accuse ora ormai precise. Da oggi quindi è stato attivato il funzionamento e ben presto probabilmente sarà effettuata una formale richiesta del Comitato per la rilevazione di ipotetico inquinamento da onde elettromagnetiche. La protesta quindi prosegue e si farà sempre più accesa quando a breve interverranno gli altri due “lookologi” delle corna: Vodafone e Tim!

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IL PERSONAGGIO

Nome: Mimmo Tridente

HOBBY: SCENEGGIATORE Scrivere di uno sceneggiatore, che è un amico oltre che un collega, non è cosa facile: qualsiasi giudizio di sorta potrebbe essere considerato iniquo dal lettore distratto ma soprattutto dagli addetti ai lavori, dai cosiddetti cugini di partito. Non è questo, però, il caso di Mimmo Tridente, cui anche le altre compagnie di vernacolo spesso hanno abbassato il cappello. Perché Mimmo Tridente è il Teatro che esprime col

fonda di ciascun personaggio, creando quel dialogo segreto, nascosto, silenzioso ma accattivante fra palco e platea. Cosa significa? Significa che lo sceneggiatore ha saputo assegnare a ciascuno di loro il giusto canovaccio, la giusta storia da raccontare. Significa che i personaggi prepotentemente riescono ad emergere fin dalle prime battute, ognuno con proprie caratteristiche, esaltate nel corso della rappresentazione, tanto che sembrano tutti “conosciuti da sempre”. Tutti bravissimi gli interpreti, sanno come farsi apprezzare dalla platea giovinazzese ma non solo. Infatti la compagnia ha esportato con successo il nostro vernacolo nei teatri dell’hinterland. Anzi il pubblico, che non è mai poco, ha sempre costretto la compagnia ad immediate repliche. Dimenticavamo. In vent’anni, gli incassi delle commedie hanno aperto sempre le porte alla solidarietà a tanta umanità dolente. Il successo del vernacolo di Tridente (ma non solo il suo) è soprattutto questo!

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Le 14 commedie scritte da Mimmo Tridente

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timbro del vernacolo i mali della società contemporanea, le contraddizioni e le debolezze più nascoste della sua gente. Lo ha fatto e continuerà a farlo attraverso il vernacolo perché solo il vernacolo possiede quella sonorità di linguaggio, quella immediatezza e quell’intrinseca comicità in grado di rendere un’arte ineguagliabile. A ciò aggiungasi una attenta, profonda e singolare rivisitazione del passato, strumento di supporto per portare in scena le inquietudini delle generazioni del dopoguerra. Vent’anni di attività di Mimmo Tridente, dapprima con l’associazione Polifonica, poi con il Centro Sudi Meridionali, in ultimo con U Sciarabàlle, possono bastare per consegnare ai giovinazzesi un decalogo di buoni consigli. Quattordici sceneggiature, uno Zingarelli giovinazzese che sciorina in tutte le commedie (niente a che vedere con il dialetto parlato ai tavoli del bar della piazza), tante, tantissime brevi scenette teatrali partorite per bambini, giovani e adulti. Vent’anni di attività possono bastare per risvegliare la responsabilità di ciascuno di noi verso i valori della vita, dell’amore e del sociale, anche se oggigiorno in troppi smarriamo l’essenza del nostro vivere quotidiano. Ad esempio il nucleo principale su cui si fondano la famiglia e la società, ossia la coppia e i relativi rapporti che ne scaturiscono, da cui nascono gioie e dolori, amori e odi, viene affrontato sempre con spirito critico, d’indagine, di approfondimento. Viene fotografato da Mimmo Tridente attraverso situazioni teatrali al limite del grottesco che riconducono dalla catechesi degli adulti alla semplicità, al sacrificio, alla gioia di vivere, alla felicità per le piccole cose. Le storie di Mimmo risultano piacevoli, cariche di umorismo ed il suo scrivere arriva in scena attraverso non meno di dieci interpreti che con spontaneità ed immediatezza riescono a trasmettere al pubblico l’essenza più pro-

1998 – Ce Cristè velaive signore te faciave 1999 – Le vacandè granne 2000 – Dimmè a come se chième ca te diche a ci appartane Cu nùd e sénza nùd Schegge d’amore 2001 - Làsse fè a maje 2002 - Se sépe adò se nàsce e non ze sépe adò se mòre 2003 – Tànte vòlte l’appàrenzè nanne 2004 – Nescéune ie vecchie pe ‘mbaré 2005 – U mùnne ié na scarpètte, ci se la lève ci se la mètte 2006 – Criste nan sè vè a còlche ce nan arreggètte a tutte Moglie e buoi dei paesi tuoi (Masseria “Le monache” 2007 - Lé figghie sò pìzze de còre Ci chiù ne téne, chiù ne vole

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Aprile 2007


LETTERE La coerenza delle nostre idee Gentile Direttore, ancora una volta vorremmo approfittare dell’ ospitalità del suo mensile, che non ha mai negato al Comitato contro l’elettrosmog ed ai suoi componenti, la giusta visibilità, nei confronti di un movimento in grado di aver creato negli animi dei cittadini di Giovinazzo , e forse per la prima volta, un risveglio di coscienze e di orgoglio che appartenevano al passato di questa città. Come ben sa, abbiamo, tempo addietro proprio su una intervista rilasciata al mensile da Lei diretto, una dichiarazione sulla nostra non disponibilità ad entrare nell’ imminente competizione elettorale amministrativa che fra non molto interesserà la nostra città. Oggi in molti, anzi moltissimi, abitanti dei quartieri ci chiede e nello stesso tempo ci sollecita a scendere nella competizione elettorale,ad entrare in una lista, di qualsiasi appartenenza per darci il loro sostegno, il suffragio dei loro amici e parenti. Diverse sollecitazioni in tal senso ci sono pervenute dai rispettivi schieramenti alternativi all’attuale amministrazione. Ma noi a differenza di quelli che tempo addietro, in pubblica assise, hanno fatto proclami, circa dimissioni e prese di distanze, da questo o quel personaggio, e che ora sguazzano assieme, abbiamo una sola parola…quella di galantuomini, e per questo non ci candideremo a nulla. Tra l’altro seppur encomiabile, una battaglia non può far diventare eroi nessuno, i problemi irrisolti in tematiche ambientali sono molteplici e tutto questo richiede un ulteriore impegno da parte nostra, per dare risposte certe alle speranze dei cittadini, che da tanti anni subiscono…. Certo quello che noi abbiamo fatto resterà negli annali della storia di Giovinazzo, nessuno, nè tantomeno nessuna Amministrazione era riuscita a organizzare 5 comizi in piena estate, un corteo imponente infrasettimanale, e a far desistere seppur in maniera non definitiva, con oltre due mesi di presidio l’intenzione di aprire un cantiere facendo scudo con i propri corpi, nella zona 167. Merito dei tanti cittadini e di chi ha saputo muoversi nelle coscienze opulente dei giovinazzesi. Tra l’altro questa nostra decisione, che è irrevocabile, scaturisce anche dal fatto di aver in questi 15 mesi conosciuto, tutti i meandri dei politicanti di Giovinazzo, e ci creda Direttore a parte qualche personaggio volenteroso, tutto il resto è relativamente mediocre. Non vogliamo nemmeno prendere in considerazione e tra l’altro dare enfasi a quello che attualmente si sta verificando a livello di “mercato politico”, parliamo dei

BLOCK NOTES COMUNICATO STAMPA

D’Erasmo il nuovo Presidente di Alleanza Nazionale

personaggi che meno qualche mese addietro dai palchi inveivano contro questo o quello ed oggi si abbracciano contenti, ed altri che dopo aver percorso l’intero l’arco costituzionale dei partiti, ancora non riescono a trovare una identità….uno squallore unico, stomachevole. Ci scusino i nostri concittadini, quelli con cui abbiamo affrontato tante battaglie e condiviso timori, paure e gioie, se affermiamo che ci è alquanto difficile sederci con certi personaggi, che appartengono al riciclo di generazioni ormai sepolte. Questo non toglie nulla al prosieguo del nostro impegno alla problematica dell’elettrosmog, e seppur passando la “palla” ai futuri candidati, tutti, ci auguriamo che venga ripristinata la democrazia dell’ascolto e della concertazione. Agli eroi che hanno con noi affrontato alle 5 di mattina , sotto il freddo e la pioggia questa prova, promettiamo, un impegno che di sicuro, dovessero chiedercelo, sarà volto alla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini di Giovinazzo. Tra l’altro amici concittadini, saremo sempre vigili ed attenti, a qualsiasi tentativo atto a screditare il compito del Comitato, di chiunque salga sul palco in campagna elettorale, infatti sin da ora promettiamo che troveremo uno spazio per dare risposte dure ed esemplari a chiunque intenda sminuire per portare acqua al proprio mulino il ruolo nostro e soprattutto vostro. Perché, e di questo ne siamo certi, i vincitori morali di questa vicenda, sono solo ed esclusivamente il comitato, le donne , gli uomini e i giovani che hanno dimostrato non solo al sindaco e all’amministrazione, ma anche a tutti i partiti di come deve essere intesa l’opposizione.

Illuzzi Graziano Bonvino Filippo 24

E’ Lillino D’Erasmo il nuovo Presidente del Circolo di Alleanza Nazionale di Giovinazzo, eletto per acclamazione e all’unanimità dall’assemblea degli iscritti. D’Erasmo, componente dell’Assemblea Nazionale e già Presidente Provinciale e Componente dell’Assemblea Regionale del partito, subentra a Sammy DePalo che lo ha indicato – insieme al Capogruppo al Comune, Sara Achille – alla guida del partito locale. Nel suo intervento finale D’Erasmo ha indicato in due punti i principali obiettivi da raggiungere a breve termine: l’unità politica all’interno del partito e l’affermazione di una A.N. determinante all’interno della C.d.L. in occasione delle prossime amministrative. “Chi, da più parti, guardava a queste congresso sperando ed auspicando il ritorno della politica delle cordate deve masticare un amaro boccone. Nel rispetto democratico delle singole posizioni - ha sostenuto D’Erasmo - è importante che A.N. a Giovinazzo dimostri quella unità che non sia solo di facciata. Ci sono tutti i presupposti perchè il partito, all’ insegna di principi, valori ed obiettivi unitari e condivisi, diventi il locomotore della politica cittadina. Tutti, e ribadisco tutti, possono contribuire non solo a far diventare politicamente ed elettoralmente più forte il partito, ma a dare slancio ai valori della destra in una campagna elettorale che questa volta si potrebbe rivelare vincente per il centrodestra, raccogliendo anche i frutti del disastro gestionale non solo del centro sinistra locale, ma anche provinciale, regionale e nazionale”. Sara Achille, interprete della unanimità dei presenti, evidenziando le capacità di mediazione, dialogo, moderazione e nello stesso tempo intransigenza e tenacia dimostrate da D’Erasmo in oltre 40 anni di attività politica, doverosamente lo ringrazia per il suo spirito di partito che in questi ultimi cinque anni lo ha spinto a farsi carico totalmente della realtà locale, insieme al gruppo consiliare di A.N.. “Cinque anni di opposizione al governo cittadino, una opposizione non certamente facile, una opposizione decimata sul campo di battaglia, ma che ha visto sempre Alleanza Nazionale responsabilmente attiva e presente e spesso unica voce coerente e leale in uno scenario devastante di camaleonti trasformisti e voltagabbana”. Circolo Territoriale di Giovinazzo P.zza Vittorio Emanuele II, 80


L’IMMAGINE

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STORIA N La tradizionale processione del venerdì santo a Giovinazzo si chiude con un baldacchino ricco di fiori in cui viene trasportato un reliquiario argenteo del secolo XIX contenete un frammento della Croce di nostro Signore e due Spine della Corona con cui fu cinto il suo capo. Sino al 1867 invece questo reliquiario ostentato da un sacerdote apriva la stessa processione. È ormai noto che in quasi tutti i luoghi della cristianità si venerino reliquie di quelli che appunto furono gli strumenti della passione di Cristo, ma non è questa la sede per dibattere circa l’autenticità delle stesse (notizie al riguardo sono rilevabili dalla pubblicazione del 2000 Reliquie e reliquiarii in Giovinazzo). Considerato che si avvicinano le festività pasquali riportiamo un elenco delle reliquie relative alla passione del Signore presenti in Giovinazzo, ri- nitido, retto da tre protomi di angeli un cavandolo dalla pubblicazione suddetta. sudario con a rilievo il volto di Cristo. Questo è uno dei simboli iconografici RELIQUIE DELLA PASSIONE ESISTENTI IN della passione, ed un velo con impresso il volto di Cristo era ed è venerato GIOVINAZZO dalla Chiesa come una vera e propria reliquia della Passione. Essa sarebbe custodita in una cappella della Basilica di S. Pietro in Vaticano (a cui non è ammesso l’accesso dei fedeli), ma un altro velo con impresso il volto di Cristo è venerato nel santuario di Manopello in provincia di Chieti; a questo punto è bene sottolineare come infinite siano le storie e le tradizioni che si intrecciano, certo è che in più di un luogo vi è devozione verso l’immagine del Volto di Cristo.

DI

DIEGO DE

C

PARTICOLARE R PASSIONE: L

IL VELO VERA-ICONA DEL VOLTO DI CRISTO Via del Calvario dipinta da Saverio de Musso per la chiesa del Crocifisso In Cattedrale custodite in diversi reliquiari vie erano: Spine della corona di ns. Signore attestate sin dal 1450, varii frammenti, in diversi reliquiarii del Legno della S. Croce, del sepolcro di Cristo e del monte Calvario, frammenti di pane dell’ultima cena, frammento della colonna alla quale fu flagellato nostro Signore, frammento della Porta Aurea attraverso la quale Gesù entrò in Gerusalemme la domenica delle palme, frammento della croce del Buon Ladrone, pietre dei luoghi in cui Cristo fu tenuto prigioniero prima di andare davanti a Pilato. Nel 1741 veniva dato alle stampe il testo degli Uffici da recitarsi dai sacerdoti Giovinazzesesi, nelle prime pagine di esso sono riportati alcuni atti della Sacra Congregazione dei Riti che dietro istanza dei canonici della Cattedrale di Giovinazzo aveva concesso un Ufficio particolare per il venerazione delle Sante Spine nel giorno 13 di marzo, ciò in quanto la devozione verso di esse era molto sentita da parte del popolo. Se nel 1450 le Sacre Spine avevano un reliquiari tutto per sè, nel sec. XVIII invece le troviamo «cum parte ligni Sanctae Crucis, … in Cruce Cristalli cum pede orichalchi». Il reliquiario in cui invece erano custodite insieme ad altre le due suddette reliquie «de pane mensae Domini» e «de Sepulcro Domini nostri Jesu Christi» (oggi meglio noto come reliquiario Orsini), i canonici della Cattedrale, accompagnati dai confratelli del Santissimo, ogni venerdì del mese di marzo lo portavano in processione fino alla chiesa del Crocifisso. Questa chiesa nella quale oltre al miracoloso Crocifisso è venerata una bellissima statua del Cristo morto, nel XVIII secolo venne abbellita con numerosi dipinti tutti effigianti momenti della passione e morte di Cristo. Sempre dal testo Reliquie e reliquiari rileviamo come più o meno in ogni chiesa di Giovinazzo vi era una reliquia della S. Croce, segnaliamo in particolare come oltre questa reliquia la chiesa dello Spirito Santo, possiede anche un frammento della «pietra sopra della quale fu preso Gesù Cristo dalli giudei», mentre quella di S. Agostino custodisce un reliquiario munito di sigillo in ceralacca, purtroppo privo dell’autentica e del filatterio indicante la reliquia custodita, che contiene un’ampolla con del liquido. Ne riportiamo una descrizione: Il reliquiario a forma di ostensorio alto cm. 42, costituito da una sagoma di legno su cui è applicato un rivestimento in argento riccamente lavorato a sbalzo è databile al secolo XVIII. Per la reliquia contenuta in un ampolla … è possibile supporre che si tratti di una reliquia relativa alla passione di Gesù per la presenza di alcuni simboli tra cui: ai lati del ricettacolo a dex un angelo con la scala tra le mani ed a sinistra un angelo con una lancia però mozzata; sulla colonna che orna la parte centrale del piedistallo, vi è un uccello che reca nel becco una spina. All’apice del reliquiario vi è un cuore trapassato da una lancia, più in basso un cartiglio con la scritta INRI, e tra questi due simboli si staglia ben

Primo ad ufficializzare il culto e la devozione del velo con l’immagine di Cristo sarebbe stato papa Innocenzo III (1160-1216); il velo fu chiamato “Veronica” ovvero “vera icona” di Cristo. Essendo troppo lungo ed impegnativo disquisire in questa sede circa la veridicità della “reliquia” del sudario, ci limitiamo a riferire come in Roma durante gli Anni Santi un velo (con l’immagine del Cristo veniva esposto ai milioni Statua della Veron di pellegrini convenuti. Di ciò danno testimonianza nelle loro opere anche Danchiesa di Co te (Paradiso, XXXI, 103-111) e Petrarca (Canzoniere, sonetto XVI). Dopo il secolo XVI però, con la ricostruzione della basilica di S. Pietro, questa usanza scomparve e il velo venne celato in una cappella situata sotto il pilastro sud occidentale della cupola di S. Pietro dove è ben visibile invece una grande statua, (opera dello scultore Francesco Mocchi) effigiante una donna che regge appunto un velo con un volto impresso ed ai cui piedi su di un cartiglio si legge SANCTA VERONICA JEROSOLYMITANA.

UNA DONNA DI NOME VERONICA In realtà il nome Veronica, ricorre per la prima volta nei Vangeli apocrifi (Atti di Pilato cap. 7) e si riferisce alla donna emorroissa (di nome Bernike in greco, Veronica in latino), forese Originaria di Edessa, che implorando Gesù per la sua guarigione, mentre passava stretto nella folla, riuscì a toccargli il lembo del mantello, guarendo all’istante (Lc. 8, 43-48). Sarebbe stata questa stessa donna ad asciugare il volto di Gesù mentre percorreva con la croce la salita del Calvario, rimanendo il Volto di Cristo impresso sul panno, ma una devozione verso di lei cominciò a diffondersi solo dal sec. XV, infatti il suo nome non compare nei martirologi medievali, ed una volta diffusosi, il suo culto finì con il creare tutta una serie di varianti alla più antica immagine dell’emorroissa. Ella divenne il soggetto della VI stazione della vecchia Via Crucis, dalla nuova Via Crucis scritta da papa Giovanni Paolo II nel 1991 con soli riferimenti evangelici, venne poi esclusa. Tre anni dopo (per motivi che non è opportuno esporre in questa sede), anche dalla Processione del Venerdì santo di Giovinazzo veniva esclusa l’immagine della Veronica.

SUE IMMAGINI IN GIOVINAZZO La statua della Veronica esistente in Giovinazzo, è di proprietà della confraternita di S. Maria di Costantinopoli, ed anche se non più condotta in processione, riteniamo che debba continuare ad essere considerata quale testimonianza di un’epoca. Essa si compone di un’intelaiatura in legno dalla quale sporgono le mani ed il volto anch’essi in

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NOSTRA

CEGLIA

RELIQUIA DELLA LA A VERONICA

legno, ed il tutto è poi rivestito con un abito nero e con velo nero sul capo. Parecchie persone hanno considerato sempre poco espressivo il volto di quest’immagine, ma ben visto invece, vuol mostrare una persona piena di dolore. Per quello che è il personaggio della Veronica pervenuto dalla Tradizione, ella oltre a restare addolorata per le sofferenze del Signore, dové anche restare esterrefatta nel vedere impresso sul sudario il volto di Gesù. Il primo riferimento documentario, finora rinvenuto, che attesta l’esistenza di questa statua/manichino, è l’Inventario della Confraternita di Costantinopoli del 1867. Considerate la fattura e le dimensioni dell’immagine (che indubbiamente risente dell’influenza del dominio Spagnolo nella nostra Regione), si può attestare che non facesse parte del primitivo nucleo di immagini che costituiva la processione del venerdì santo. Oltretutto considerando la Veronica quale donna orientale, le sue più diffuse iconografie la mostrano con abiti tipici delle donne siriane, di cui particolare è il turbante del capo. Se assolutamente lontana da questa iconografia è la statua della Veronica, molto più si avvicina quella dipinta da Saverio de Musso (sec. XVIII) in una grande tela a mezzaluna che si ammira nella chiesa del Crocifisso. Questa tela è una summa delle stazioni dalla nica esistente nella III alla IX della vecchia Via Crucis, infatti effigia il Cristo caduto sotto la croce ed ostantinopoli aiutato dal Cireneo al centro, le pie donne e Maria SS.ma a destra ed a sinistra appunto la Veronica, che pur non essendo soggetto principale del dipinto, è effigiata in primo piano, e tra gli elementi iconografi che la distinguono, oltre al sudario con impresso il volto di Gesù tra le mani, ha appunto il capo cinto da un turbante. Continuando con l’analisi delle immagini della Veronica presenti in Giovinazzo, è da citarsi anche la tela della VI stazione della Via Crucis, dipinta sempre da Saverio de Musso per la chiesa del Crocifisso. Anche in essa appare la donna che regge il sudario con il volto del Salvatore vestita con abiti colorati.

EFFIGI DEL SANTO VOLTO A GIOVINAZZO Volendo poi analizzare il sudario di ognuna delle effigi della Veronica, è possibile riscontare come in quello della statua della confraternita di Costantinopoli ed in quello dipinto tra le mani della Veronica nella succitata tela a mezzaluna il volto di Cristo abbia gli occhi aperti, mentre VI stazione della Via Crucis del de Musso abbia gli occhi chiusi. Un sudario con il volto di Cristo con gli occhi chiusi appare anche insieme ad altri oggetti della Passione nella parte centrale (nascosta dell’altare maggiore) dell’abside della Cattedrale dipinto da Carlo Rosa (sec. XVII). Taluni sostengono che il volto di Cristo sia visibile anche sul costato dei Cristi crocifissi esistenti in Cattedrale e nella chiesa omonima. Nella chiesa dello Spirito Santo poi vi è un quadro con all’interno una tela sulla quale è stampata una immagine di un velo con un volto del Cristo ad occhi chiusi. In basso ad essa si legge: VERA EFFIGIE SACRI VULTUS DOMINI NOSTRI JESU CHRISTI – quae Roma in Sacrosanta Basilica S. Petri in Vaticano religiosissime asservatur et colitur. Roma, società Mariana via de’ Cesarini al Gesù n. 90. In basso a sinistra si vede un sigillo in ceralacca, mentre a destra vi è l’attestazione di conformità di tale riproduzione del sudario con quello custodito in S. Pietro, datata 1856. Attorno a questo quadro, e quindi al Volto santo e forse (quindi anche alla “Veronica”) una qualche forma di devozione doveva essersi sviluppata in Giovinazzo se ancora nel 1950 ne veniva celebrata annualmen-

Effigie del Santo Volto esistente nelal chiesa dello Spirito Santo te una messa solenne (E. Capursi, Monografia 3, p. 23). Questa immagine munita di autentica e custodita nella chiesa dello Spirito Santo, è testimonianza di come la Chiesa abbia voluto mantenere questa devozione, consentendone la diffusione delle immagini. Ma a questo punto ci pare opportuno fornire bervi cenni circa le varie effigiazioni del volto di Cristo diffusesi ed approvate o meno dalla Chiesa.

LA CHIESA ED IL SANTO VOLTO Nella Biblioteca Apostolica Vaticana si conserva l’opera: Opusculum de sacrosancto veronicae Sudario et Lancea in Vaticana Basilica maxima veneratione asservatis sul frontespizio dell’originale scritto nel 1618 da Giacomo Grimaldi vi è un immagine della veronica con il Cristo con gli occhi aperti, nella copia di quell’opera manoscritta da tale Francesco Speroni del 1635 invece il Cristo presenta gli occhi chiusi. Premesso che le copie della veronica realizzate fino all’inizio del sec. XVII presentavano tutte il Cristo con gli occhi aperti, è bene sottolineare come nel 1616 la regina di Polonia Maria Costanza richiese a Papa Paolo V una copia della Veronica. Nonostante che fino ad allora esistessero numerosissi pittori che realizzavano copie della “reliquia” romana, i cosiddetti “pictores Veronicae”, questa volta la realizzazione della copia venne affidata ad un canonico di San Pietro di nome Strozzi. Con lettera datata 7 settembre 1616 poi il Papa vietò ai comuni artisti la riproduzione della Veronica, riservando questo diritto solo ai canonici di San Pietro. Sotto il pontificato di Gregorio XV (1621-1623) furono realizzate ancora due copie, subito dopo ne venne vietata la riproduzione sotto pena di scomunica e poi papa Urbano VIII (1623-1644) ordinò che tutte le copie esistenti, fatte negli ultimi anni, dovessero essere distrutte. Della copia realizzata per la regina di Polonia (oggi conservata a Vienna) è da segnalare come la stessa Regina vi riconoscesse “le stesse sembianze del Sacro Volto di Nostro Signore e Salvatore di quelle impresse nel telo preservato con la somma universale venerazione nella sabauda Torino”. Le copie della con gli occhi aperti, erano esteticamente belle, dopo invece con gli occhi chiusi apparivano di una bruttezza tale che si stenta a credere che riproducessero l’immagine ostentata ai tanti pellegrini che durante i giubilei giungevano a Roma. Una di queste copie “non belle”, ma legittimate si trova ancora oggi nella sacrestia della chiesa del Gesù a Roma. La stampa presente in Giovinazzo nella chiesa dello Spirito Santo, presentando il Cristo con gli occhi chiusi, testimonia come la tendenza alla nuova raffigurazione fosse stata mantenuta, però il fatto che presenti l’autentica dell’Autorità Ecclesiastica Romana, testimonia che il divieto imposto nel secolo XVII, fosse stato ormai superato. Mi preme evidenziare come è amplissima la produzione scientifica e non circa il Volto di Cristo e quanto qui riportato è solo da supporto a dei sommari cenni di quanto esistente in Giovinazzo.

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Aprile 2007


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il ricordo

«Muor giovane Colui che al cielo è caro» !

Non è facile, a distanza di due anni, scrivere delle righe per ricordare qualcuno che non c’è più. Più si è emotivamente coinvolti nella perdita dell’oggetto d’amore (per usare un termine caro agli psicologi), più diventa difficile trasformare in parole i propri sentimenti, frustrati dal dolore stesso, tentando di non cadere nelle solite frasi fatte, spesso scontate, che con i ricordi, quelli veri che fanno parte del nostro vissuto, hanno poco da spartire. Roberto, improvvisamente è andato via per sempre, il 10/04/2005. Ero a casa quella mattina: lo squillo del telefono, le parole agghiaccianti di un amico che aveva appena letto il quotidiano. Il dolore, le lacrime, lo smarrimento, l’incredulità. Di Roberto, ricordo l’infanzia passata insieme, le varie ricorrenze, i compleanni, le notti di Capodanno. Sono però un medico ospedaliero e di lui voglio ricordare questo aspetto. Era iscritto alla Scuola di Specializzazione di Chirurgia Generale dell’Università di Bari, avendo suo padre, come primo grande Maestro e lavorava per il 118 di Mottola. Lo schianto, quella sera del dieci aprile, fu proprio per montare di guardia nel turno 20.00-8.00 Qualche mese prima di quel tragico giorno viaggiammo insieme alle sette del mattino con il pullman, per raggiungere il Policlinico di Bari. Lui per frequentare la Scuola, io per raggiungere il mio posto di lavoro. Mi raccontò di essere stato chiamato qualche giorno prima per soccorrere un contadino che, nelle campagne di Mottola si era ferito gravemente con una trebbiatrice che gli aveva reciso un’arteria femorale. L’emorragia, inarrestabile. Fece l’impossibile. Mi disse: «Tentai con tutte le mie forze di fare qualcosa per lui, di frenare l’emorragia cercando di bloccarla con tutto il peso del mio corpo, riempiendomi io stesso di sangue». Qualcuno più anziano e più rassegnato di lui, gli disse ad un certo punto: «Dottore, lasci stare! Non c’è più nulla da fare». Ricordo la sua delusione, lo sconforto, il dispiacere. Ecco, Roberto era questo. Di sicuro noi medici che lavoriamo in regime di urgenza ed emergenza, ospedalieri o del 118 stesso, rispetto a tutti gli altri colleghi, abbiamo un vantaggio in piiù, se così si può definire. Quello di giocare a favore del paziente, l’ultima partita, quella tra la vita e la morte. Ma proprio questa, per Roberto, dolorosamente non c’è stata. Lui è andato via così, in un attimo. Quando i suoi colleghi medici e infermieri del 118 sono arrivati da lui, era tutto finito, per sempre. Ricordo quando Roberto mi parlava con grande emozione del trasferimento futuro, della sua chirurgia, qui al Policlinico, presso l’Asclepios, un centro sentinella, di riferimento regionale (ma non soltanto) per i pazienti urgenti, non solo trasportati dal 118 ma provenienti anche da ospedali meno attrezzati, traumatizzati o affetti da qualsiasi patologia di tipo acuto. Circa due mesi fa, io che lavoro in regime d’urgenza presso la TAC di Asclepios, come neuroradiologa, ho assistito al trasferimento della sua Chirurgia, dei suoi colleghi. Roberto non c’era. L’ho ricordato intensamen-

L’uomo giusto vive in eterno 12.03-2007: NEL TRIGESIMO DALLA MORTE DI

MICHELE LABIANCA Sono passati già trenta giorni dalla tua dipartita e non ci sembra vero. Ti sentiamo

ROBERTO FANELLI, il ricordo te pensando che per lui sarebbe stato il raggiungimento di un obiettivo che desiderava, essendo questo centro, per davvero un posto da “Medici in prima linea”, come lui meritava. Ancora una volta, addio Roberto. Da liceale, ricordo, studiai un autore greco, Menandro che più di duemila anni fa scriveva queste parole: «Muor giovane Colui che al cielo è caro». Per te è stato così.

Dott.ssa LIBORIA GAROFALO Dirigente Medico presso Reparto Neuroradiologia Universitaria del Policlinico di Bari.

ANNIVERSARIO

Saverio Marino Fu Lorenzo n. 23.08.1936 – m. 7.4.2005 Buono, onesto ed operoso, amato e stimato da tutti, lascia sulla terra le tracce luminose delle sue elette virtù.

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vicino, ricordiamo nel cuore tue sagge decisioni, i tuoi discorsi pieni di esperienze vissute, la tua cultura altamente specializzata in matematica, la tua presenza fisica che riempiva la casa di te. Ora la nostra casa ci sembra vuota, silenziosa, l’armonia che creavi tu, ha perduto l’autore, e tutto ci sembra buio e triste. Abbiamo tanto sperato, invocato i Santi, la Vergine Santa, Sant’Antonio, Padre Pio per implorare un miracolo per la tua guarigione e per la durata di un mese ti abbiamo curato con tutto l’affetto che la famiglia Labianca sa dare in queste circostanze. Ora che tu sei alla presenza di Dio, ti sarà certamente venuta incontro la tua diletta Marienza. Ricordati di noi, della tua moglie Ninetta, dei tuoi figli Lino e Rosa dei tuoi cari nipoti afflitti dal dolore perché ti hanno perduto. Nel reparto di medicina di Fasano hai lasciato un segno della tua bontà, i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari, gli amici hanno fatto a gara per alleviare le tue sofferenze, ma soprattutto hanno saputo apprezzare le tue doti di nobiluomo, di riconoscenza che manifestavi per ogni prestazione sanitaria, anche se dolorosa. Grazie per questi insegnamenti di civiltà che ci hai dato. Non è facile avere questi comportamenti oggi che l’ingratitudine è un segno tangibile di disvalore del vivere democratico. Caro Michele, ci hai lasciato una preziosa eredità del tuo essere padre. Grazie per la tua eccessiva correttezza morale in cui non ammettevi mezze misure. Grazie per i tuoi sorrisi frutto di delicata attenzione. Grazie per le tue preziose esperienze che mettevi a disposizione di tutti coloro che si rivolgevano a te nella massima discrezione e saggezza. Il tuo ricordo rimarrà vivo nei nostri cuori come un padre amorevole. Dico vivo perché noi non ti crediamo morto, e la fede ci assicura nella Sacra Scrittura che “L’uomo giusto vive in eterno”. Di questo ne siamo certi, fidando pienamente nella Divina Misericordia del Cristo Risorto.

Suor Adele Figlia della Carità Aprile 2007


I

MOTIVI PER C VIVERE A

POLITICA 1751 - Scoprire che il Palazzo di Città si è trasformato nel Bagaglino 1752 - Constatare che nel Bagaglino cittadino manca Aida Yespica ma ci sono tanti gardidde di Costantinopoli! 1753 - In attesa dell’avvenente Aida Yespica accontentarci di ottuagenari politologi di palazzo 1754 - Restare in stand-by in attesa di vendere il proprio voto al miglior offerente! 1755 -Crucciarsi al solo pensiero che il mercato del voto quest’anno si è inflazionato così come Radio 24 Ore informa 1756 -Sintonizzarsi su Radio anch’io e crucciarsi che anche lì le quotazioni di compravendita del voto non superano le 30 euro di mercato 1757 - Scegliere di fare il Christian Vieri della politica e cambiare squadra dove si respira aria di vittoria o rimanere famelico sotto il balcone dei vincitori in attesa che qualcuno lanci qualche osso! 1758 - Raccogliere gli umori dalla piazza che vogliono Sara Achille passata a sinistra 1759 - Accorgersi subitamente che trattasi di una bufala 1760 -Lustrarsi gli occhi sotto le vetrine dei portici di via Bari e scorgere che il suo comitato di AN è stato il primo ad aprire i battenti 1761 - Presentare ufficialmente la candidatura di Giovinazzo per i campionati mondiali di salto della quaglia del 2010!

colombe e quaglie

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PASQUA E PASQUETTA…E OGNUNO SI DILE

MENTRE TUTTI CI APPRESTIAMO A FARE I P ACCORGE CHE A

PALAZZO HANNO FATTO…I

MISCUGLIO DI PARTITI CHE HANNO RACCOL PENTITI.

UN PO’ DI BAGAGLINO PER ACCO

!

SPIRITO DEL POLITICO PIÙ BIRICHINO

GIOVINAZZESITÀ 1762 - Ogni anno mischiare puntualmente il sacro al profano spacciando un atto scaramantico per un atto di fede, visitando rigidamente un numero dispari di repositari (comunemente chiamati sepolcri) superiori ad uno. (pinuccio 3) 1763 - Fare puntualmente i soliti commenti sull’ allestimento più o meno importante dei repositari tralasciando tutti i significati religiosi che essi rappresentano. (pinuccio 3) 1764 - In base ai giudizi di cui sopra, attribuire ai vari parroci punti di merito o di demerito. (pinuccio 3) 1765 - Durante i “sepolcri”, ritrovare in giro dopo tanti mesi tutti i propri conoscenti usciti dal letargo invernale (gianga) 1766 - dedurre scherzando che il Giovedì Santo, a Giovinazzo, manca soltanto Raffaella Carrà col suo “Carramba”... (gianga) 1767 - Dopo i “sepolcri” a Giovinazzo, recarsi nella vicina Molfetta per assistere all’uscita della Processione dei Misteri (gianga) 1768 - In attesa dell’uscita della Croce, prevista in piena notte, perdere tempo in qualche bar o pub della “città delle belle donne” (gianga) 1769 - Dopo l’uscita di Cristo Morto, fare nuovamente tappa al bar per il classico “cappuccino e cornetto” (gianga) 1770 - Mischiare così, ancora una volta, sacro e profano! (gianga)

VENERDI’ SANTO 1771 - Chiedersi se sia più buono il nostro calzone di cipolla oppure “u pizzaridd” col tonno che preparano a Molfetta... (gianga) 1772 - Durante la Processione dei Misteri, riscontrare molto spesso la presenza di qualche esperto di marce funebri, il quale ad ogni attacco della banda, snocciola titolo, autore ed anno in cui è stata composta la marcia in questione. (pinuccio 3) 1773 - chiedersi con circospezione da dove nasca questo gusto, secondo qualcuno, alquanto cupo e tetro. (pinuccio 3) 1774 - Interrogarsi sul significato della parola “conzasigge” che dà il titolo alla famosissima marcia funebre molfettese, suonata anche a Giovinazzo (gianga) 1775 - Apprendere, dagli esperti in materia, che “conzasigge” sta per “aggiusta-sedie”... (gianga) 1776 - Al termine della Processione del Venerdì Santo, asistere divertiti al rientro precipitoso delle statue nelle rispettive chiese (gianga) 1777 - Scommettere, ma solo...a parole, su quale delle statue raggiungerà per prima la propria destinazione (gianga)

PASQUA 1778 - Pretendere di conoscere con almeno 15 giorni di anticipo le condizioni meteo del tanto anelato lunedì dell’Angelo. (pinuccio 3) 1779 - Viste le previsioni a breve scadenza del colonnello Giuliacci, rivolgersi nei pressi del porto a qualche marinaio intento a riparare le reti. (pinuccio 3) 1780 - Una volta ottenuti ragguagli tranquillizzanti, organizzare un’uscita fuori porta, alternativa al solito fondo di ogni anno. (pinuccio 3) 1781 - Dopo aver vaticinato correttamente le previsioni, chiedersi, con

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circospezione, come mai il pescatore paesano ne sa più di tutti i colonnelli e i satelliti che puntualmente toppano ogni anno. (pinuccio 3 ) 1782 -Beccarsi un copioso acquazzone dopo aver ascoltato la previsione errata di Giuliacci! 1783 -Imprecare contro Giuliacci che ha fatto spender soldi per benzina e spesa “pasquettiana” 1784 -Concludere che trattasi di un uomo di spettacolo anziché di un colonnello dell’areonautica con mansioni in campo metereologico. (pinuccio 3) 1785 - Chiedersi con circospezione perchè si sia radicata l’usanza che gli uomini debbano accendere i carboni nella fornacella e arrostire la carne e le donne debbano preparare bruschette e un eventuale primo di fortuna. (pinuccio 3) 1786 - Assistere puntualmente ogni anno alla diatriba tra uomini “presuntuosi” che pensano di conoscere ognuno l’esatta tecnica di accensione dei carboni. (pinuccio 3) 1787 - Utilizzare sempre qualche aggeggio di fortuna x “fare vento” sui carboni. (pinuccio 3) 1788 - In alcuni casi assistere a sforzi sovrumani di taluni “energumeni” che vogliono dimostrare la loro forza nell’ accensione dei carboni sventolando forsennatamente qualche sorta di ventaglio artigianale. (pinuccio 3) 1789 -Per l’anno successivo ricordarsi di non essere più nella preistoria e decidere di spendere qualche euro in più per comprare la “diavolina”, visto il “cinema” di ogni anno. (pinuccio 3)

…E PASQUETTA 1790 - Parlare sul da farsi alla Pasquetta soltanto il giorno prima (lety) 1791 - Fare la spesa poche ore prima di andare in campagna (lety) 1792 - Mettere il tutto nel portabagagli e accorgersi che la macchina non parte (lety) 1793 - Appena dopo il pranzo, riempire i secchi per fare i gavettoni (lety) 1794 - Tornare a casa con gli indumenti bagnati e cambiarsi per poter ritornare in campagna (lety) 1795 - Per l’anno successivo, memori delle esperienze passate, portarsi già i ricambi appresso in modo da ovviare ai gavettoni (gianga) 1796 - Abbuffarsi la sera della pasquetta per ammortizzare la propria quota (lety) 1797 - Approfittare dell’occasione per mangiare i frutti di mare (lety) 1798 - Chiedere la disponibilità del villino di campagna ai propri genitori per sbarzellarsi… 1799 - Accorgersi all’ultimo momento che sarà occupato proprio da loro! (lety) 1800 - Scrivere i motivi in macchina mentre si va a Bari! (lety)


CUI VAL LA PENA GIOVINAZZO

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NUOVA SEDE 31

Aprile 2007


LYTTLE ITALY

Il manto sarà restaurato RAGGIUNTA

LA COPERTURA GRAZIE AL CONTRIBUTO DEI FIGLI DEL MARE E DI TUTTI I GIOVINAZZESi

di Vito Bavaro NEW YORK. Giovinazzo è la perla sfolgorante del cuore dei suoi abitanti. Amata e odiata, nessuno però l’ha mai veramente abbandonata. Forse fisicamente, l’elastico del cuore però ci riporta spesso alle radici. Un ruolo fondamentale nell’economia, è stato sempre svolto dai nostri marinai. Certo, il mare era la risorsa più importante della cittadina. Carabellese racconta che la nostra marineria si spingeva verso l’alto Adriatico per fare commercio addirittura con i veneziani. Nel passato però i nostri marinai seguivano proprio un preciso rituale. Prima di prendere il largo si soffermavano con lo sguardo sulla maestosa cattedrale e abbozzavano un segno di croce prima di iniziare la loro giornata lavorativa. Ovviamente il pensiero arrivava diritto all’icona della Nostra Maria Santissima di Corsignano. Mentalmente essi le rivolgevano una preghiera di protezione per la quotidiana avventura in mare. In quegli anni non si poteva certo dire che mancava lo spirito di sacrificio associato al lavoro e al desiderio di mantenere decorosamente la propria famiglia!Oggi forse tutto ciò può anche stupirci. I marinai, con il passare del tempo, decisero di concretizzare questa loro devozione, attraverso la donazione del manto, avvenuta circa settanta anni addietro. Recentemente, i marinai hanno promosso un’iniziativa molto bella, legata al restauro del manto della Madonna. Ovviamente, rispetto al passato, oggi a Giovinazzo il numero dei “viandanti del mare” è diventato abbastanza esiguo. Le spese di sostegno, invece, per quest’iniziativa sono state abbastanza corpose. Mi sembra quindi doveroso, per noi e per tut-

creazione di una vera e propria Associazione in onore della nostra protettrice che ci permette di festeggiarla anche oltreoceano. Di rivivere i momenti emozionanti della processione annuale. Il manto, però, deve continuare ad essere considerato l’alfiere della nostra devozione, il simbolo di una tradizione che non deve finire mai. Perché cari concittadini, il nostro esempio di fede assoluta deve costituire un esempio abbacinante per le generazioni future, nei confronti delle quali abbiamo il dovere di trasmettere i valori essenziali della nostra esistenza.

ta la cittadinanza, contribuire a questa offerta. I devoti, infatti, devono ricordarsi non solo ad agosto della loro protettrice. Non solo per sfilare sotto le luminarie e mostrare la loro fede in quell’occasione. Oggi il senso cristiano si apprezza maggiormente attraverso l’adesione a quelle che sono le iniziative di coloro che scelgono di poter lasciare un segno nella storia della nostra religione. Un pensiero deve quindi volare a circa trentacinque anni addietro, quando questo gruppo di marinai, poveri e umili, decisero di sottrarre il pane alle loro famiglie per poter donare questo simbolo alla loro Madonna. Oggi la vera povertà non esiste più, possiamo solo dire che ci sono i “poveri del superfluo”. Quindi, ognuno di noi, in veste di devoto dovrebbe assumersi, attraverso la propria coscienza, la responsabilità di questo nobile gesto. Noi emigranti d’altronde abbiamo continuato a vivere il sapore di questa devozione anche in terre lontane. Un grazie dunque va rivolto anche a coloro che si sono prodigati nelle arti della pittura e scultura giovinazzese per ricostruire l’immagine della Santissima che oggi noi ospitiamo anche nelle nostre abitazioni. Oltre alla

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SOS PER IL MANTO DELLA MADONNA

Il circolo “Figli del Mare”, con sede in Piazza Vittorio Emanuele II n. 59, a Giovinazzo, ringrazia sentitamente tutti coloro che con devozione hanno contribuito economicamente alle spese del restauro del Sacro Manto della nostra Protettrice, Maria SS. di Corsignano. L’elenco completo dei contribuenti è consultabile sul sito www.giovinazzo.it.


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2007


LA

PAGINA

DELL EMIGRANTE

PRESENTATO PRESENTATO ALLA BIT DI MILANO

«Il Meridiano», un nuovo quotidiano nazionale pugliese di Agostino Picicco Dal 22 al 25 febbraio si è svolta a Milano la ventisettesima edizione della Borsa Internazionale del Turismo, il tradizionale “salotto buono del turismo internazionale” che presenta le opportunità di vacanza in Italia e nel mondo. Una delle più evidenti novità di que-

Bisceglie, il vicesindaco di Milano sen. Riccardo De Corato originario di Andria, l’on. Francesco Colucci questore della Camera dei deputati originario di Brindisi, e il cav. Dino Abbascià presidente dell’Associazione Regionale Pugliesi di Milano, originario di Bisceglie. E’ stata ribadita l’importanza di presentare questo nuovo quotidiano proprio a Milano, che dopo Bari, è la città italiana che ha il più alto numero di pugliesi. Risulta altresì significativo che per una volta sia un editore del Sud a sbarcare a Milano, e non viceversa. Da rileva-

re anche il fatto dell’apertura di una redazione, oltre che a Bari e a Roma, anche a Milano per accorciare le distanze tra la Puglia e il resto d’Italia (e del mondo, dato che è in previsione l’apertura di una redazione anche a New York). Un efficace strumento di comunicazione e di promozione culturale che, unito anche all’aspetto turistico, consentirà di portare a livello di eccellenza il “marchio Puglia”, caratterizzandolo con un’informazione e una lettura critica degli avvenimenti, fatti con serietà, completezza e responsabilità.

QUESTO MESE FACCIAMO GLI AUGURI A

...

Il 5 aprile è un giorno così bello da ricordare per il piccolo MICHELE MARCOTRIGIANO che spegne la sua 2^candelina con l’affetto dei suoi parenti. Gli zii Mauro e Pina

st’anno ha riguardato la location: non più nel vecchio quartiere fieristico di Milano, ma nel nuovo polo fieristico di Rho, comunque ben collegato con la città tramite la linea metropolitana. Venendo subito alla nostra Puglia è emersa tutta la ricchezza che il settore turistico può MARZELLA offrire all’economia e all’occupazione, grazie PASQUALINA alla continua espansione del mercato delle Infiniti auguri per i vacanze e alla nascita di nuove figure profestuoi 85 anni, dai sionali. Molto variegato si è dimostrato il pacpronipoti Enrico, chetto delle proposte turistiche, sempre al Alessio Derienzio ha passo con le richieste degli utenti e le tendenIlaria, Giovanni, spento la 1^ ze del momento. Mauro e Donato!!! candelina In particolare la presenza degli stand di ReQuanti anni hai? Oggi è 1, gione, province, comuni e camere di commerci dirai! Tu alzerai orgoglioForse il 15 febbraio cio pugliesi, e l’intervento di assessori, sindasarebbe stato ancora più so il ditino e noi ci stringeci, rappresentanti delle istituzioni, esponenti bello se a festeggiarlo remo a te per la gioia che dell’imprenditoria, oltre a tutta una serie di atinsieme a te ci fosse ci hai regalato. trazioni legate alle tradizioni, ai sapori, alla stato un piccolo pezzo Il fratellino Enzo, la cultura e alla storia, hanno dimostrato che il importante dell’Australia mamma Angelica, il “valore aggiunto” per il turismo, oltre alla natroppo lontano da te. papà Giuseppe, i nonni tura incontaminata e alle bellezze del paeAuguroni per i tuoi splenaugurano un mondo di saggio, è dato proprio dall’aspetto culturale didi 50 anni con l’augurio felicità con la relativa attenzione storica e artistica di non invecchiare mai e di che permea tante città della Puglia. rimanere sempre te Mare e bellezze naturali non bastano più, se stesso. non si aggiungono altri elementi che fanno la Mauro e Pina differenza. Mi riferisco in particolare a un turiDegaetano.....ciao DEGAETANO SABINO smo che sia anche rispettoso dell’ambiente e mstazz!!!! attento alle esigenze delle persone diversamente abili, oltre a un turismo di qualità caratterizzato da premura, cortesia e cordialità degli operatori turistici. Non per nulla lo slogan della Regione Puglia è stato: «Vieni in vacanza in Puglia, farai di tutto per restarci». DISCIOSCIA VITO Accanto agli aspetti più squisitamente turistiha festeggiato il 50°comci, la Bit ha anche fornito l’occasione per la pleanno presentazione alla città di Milano di un nuovo Tanti giorni e tanti anni sono quotidiano nazionale nato in Puglia: «Il Meripassati e questo è solo uno diano». dei tasselli che si aggiunge al Al “battesimo” dell’ultimo nato nel panorama grande mosaico della tua della stampa italiana, svoltosi nel prestigioso vita, fatto di tante sfumature palazzo del Circolo della Stampa di Milano, Il 6 marzo u.s Nino Morea ha e colorato dall’affetto dei tuoi ha partecipato un folto pubblico di circa trecari: BUON COMPLEANNO!!! festeggiato i suoi 50 anni. cento persone e sono intervenuti, assieme a La moglie Paola, i figli direttore ed editore, oltre a chi scrive, anche il Coraggio, Nino, ti mancano ancora altri 50!!! Domenico e Michele giornalista Marcello Veneziani originario di Auguroni dalla tua famiglia che ti ama tantissimo

50 primavere

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LITTLE

ITALY

DENTRO LE VALIGIE Angelo De Martino Sydney. Quello che vi racconto potrà sembrarvi un film, accurato e ricco di particolari significativi. Tale è il mio cammin di vita. Ricordo, un bel numero di primavere addietro, di aver trascorso più di un mese tra mare e cielo, cielo e mare. Mare forza dieci e mare meno burrascoso, vale a dire una traversata non propriamente da crociera quella che mi portò a Sydney. Questa traversata me ne ricordava un’altra, effettuata qualche anno prima ma in direzione opposta, quando dovetti recarmi in Venezuela e dove vi rimasi per circa 6 anni. Era il lontano 1956 ed anche in quella parte del mondo erano necessarie braccia forti e tanta voglia di lavorare, anzi, erano i requisiti per poter ottenere un impiego. Il Venezuela aveva già iniziato ad accettare l’emigrazione europea perché sapeva di avvalersi di gente capace, ma soprattutto di gente che in proprio non riusciva a sbarcare il lunario, ammesso che avesse un lavoro anche precario. Quegli anni in Sud America però, mi rubarono tempo prezioso. Il mestiere di muratore, lo avevo imparato in patria, lavorando con la Ditta del Commendatore Roscini per ben 8 anni. Un lavoro infimo, potrebbe sembrare, in realtà in Venezuela era uno dei più importanti ed ha segnato il progresso di quella nazione. Avvertivo però che quella terrra non poteva offrirmi molto. Lavoravo duro ed avevo poche certezze, e la nostalgia del paese natio, la mia Giovinazzo, cominciava a pesare sulla mia coscienza. Dovevo tornare! Avevo sentito parlare però, in quel frangente, del benessere che offriva invece l’Australia. A dire il vero i familiari di alcuni paesani che mi avevano preceduto verso quella destinazione me ne parlavano con una punta d’orgoglio, per cui anch’io decisi che era arrivato il momento di considerare quella possibilità. Nello stesso tempo iniziavo a sentire il bisogno di avere un rapporto stabile, una compagna che potesse condividere con me il suo percorso di vita. Avevo necessità di realizzarmi dal punto di vista affettivo. Fu così che grazie alla proficua freccia di Cupido, incontrai Angela Gadaleta, che, appresso, avrei sposato in Australia. Dopo qualche mese ottenni il visto per poter viaggiare verso il paese che oggi mi ospita: la bella Australia. Decisi di partire con la turbonave Sydney, e come ho già detto agli inizi, non si rivelò una bella traversata, specialmente quando stavamo per toccare l’India. Giunto a Sydney, mi resi conto che anche qui il mio mestiere era molto gettonato e non mi fu difficile trovare impiego. Fui assunto da una ditta di italiani, e ciò facilitò parecchio l’inserimento iniziale, soprattutto la comunicazione con i colleghi. La lingua inglese non era affatto semplice da comprendere ed in special modo da parlare, e ciò si rivelò un ostacolo abbastanza arduo da superare. Quest’impiego iniziale mi permise di inserirmi e di iniziare a pensare di migliorare la mia professionalità. Non trascorse molto tempo che anche Angela mi raggiunse e ci sposammo. Era il 1963 e l’anno successivo nasceva Rosa. Cinque anni dopo arrivò anche Giuseppe. I miei figli mi hanno dato la soddisfazione che mi aspettavo, si sono impegnati nei loro studi e nelle loro aspirazioni lavorative. Rosa ha sposato un giova-

«SONO LA BEFANA»

ne maltese ben posizionato presso la ditta di telecomunicazioni Optus e dalla loro unione sono nati due figli, un maschio ed una femmina. Anche Giuseppe, si è sposato, con una molfettese però, e ha avuto due figli, un maschio e una femmina. Ad oggi posso dire che all’Australia ho dato tanto ma ho ricevuto anche parecchio. Onestamente mi piace proferire espressioni af- STORIA DENTRO LE VALIGIE: Famiglia De Martino fettuose verso la terra dei canguri che tanta benevola accoglienza mi ha riservato. Giovinazzo però rimane sempre nel cuore, perché il bel paesello non si dimentica mai! Giuseppe Illuzzi

LA FERRARI HA VINTO A MELBOURNE.MA GABRIELE NON MI HA DATO LA SVEGLIA

«Mi aveva salutato qualche giorno prima per telefono» Si fa presto ad andarsene dal proprio paese natale. Difficile è rimanere nella nuova patria d’acquisto. Ci vuole un gran coraggio. Perchè sbarcare in una città che non conosci e doverti organizzare da zero, senza poter contare su nessuno, non è esattamente una passeggiata. Devi imparare ad affrontare il mondo sconosciuto in un modo diverso da come te lo hanno insegnato i tuoi. Gabriele c’era riuscito. Aveva un lavoro, aveva raggiunto una posizione professionale di riguardo. Oggi per lavorare in Australia bisogna far domanda, superare una selezione che tiene conto di vari aspetti e richiede anche una buona conoscenza della lingua inglese. Dall’arrivo di Gabriele in Australia sono passati ormai più di 40 anni. Oggi, Melbourne, una città pulita e organizzata, conta quasi quattro milioni di abitanti. Ma soprattutto è cambiata. Quella piccola fetta di universo che riservava agli emigranti, adesso non te la da più. Allora, Gabriele riuscì a coronare il suo sogno. Come? fidandosi della gente, anche di chi non sapevi aver davanti. Sono i percorsi dell’emigrante. Prendere o lasciare. Convincerti che non tutti sono lì apposta per fregarti e che se oggi tu dai una mano ad uno sai che domani costui quasi sicuramente non te la ricambierà. Gabriele aveva imparato ad amare la gente, anche se non era la sua gente. Gabriele amava l’Italia. La sua vita scorreva sempre sul filo dei ricordi. Un richiamo severo giungeva da lontano, solcava la sua coscienza, conquistava il suo cuore. Puntuale e costante nel tempo: era la voce della terra natia, la madre di tutte le madri, dal cui legame di sangue un figlio non può sottrarsi. E Gabriele non si è sottratto dal grembo tricolore, non ha mai lasciato che l’oblio cancellasse l’amore per le piccole cose che custodisci nello scrigno della tua infanzia. Si sa che la lontananza dell’emigrante accresce la sensibilità verso il tricolore. Gabriele era un italiano vero in Melbourne. Con la valigia in mano, ogni giorno idealmente attraversava le strade dell’infanzia. Entrava nei vicoli della città vecchia per poi approdare sul lungomare che porta alla trattoria di un vecchio amico. Vedendola, ripensava alle partite alle mille partite a calabresella consumate da lui e suo padre nel bar che fu di Rodolfo Pugliese. Troppi amici affioravano nei suoi ricordi. Ed invece la valigia era accantonata in chissà quale angolo della casa. Ventiquattr’ore con lo jumbo per passare da un emisfero ad un altro non erano mica una passeggiata. Meglio vivere questa passione italiana attraverso il tubo catodico. E allora, sveglia non dopo le 4. Mano al telecomando per ciccare sul canale italiano. Il sabato c’è la serie B di calcio. C’è il Bari di Matarrese che non emoziona più come ai tempi di Cassano ma è sempre la squadra della tua città. A Bari lo fischiano, a Melbourne resta un brivido freddo, lo spettro della serie C fa paura! Se avesse i soldi - confessava Gabriele - avrebbe comprato il Bari. Chissà nelle Little Italy sparse nel mondo quanti pugliesi la pensano come lui. E poi, la Domenica c’è la serie A. O il Moto GP di Valentino Rossi o la Formula 1 con le Ferrarri in pole position. Gabriele restava un italiano vero. A Melbourne dove le distanze sono enormi e sorseggiare un caffè espresso nei bar napoletani non è come fare due passi a piedi a Giovinazzo dove dalla stazione in cinque minuti sei già seduto ad uno dei bar della centralissima piazza, si chiedeva spesso cosa ci faceva nella terra dei canguri, se l’Italia restava l’ombelico del mondo. La risposta se la dava lui stesso: manca solo il lavoro. Ma ci sono i Santi e le Madonne raffigurate in ogni angolo della strada. Ci sono le chiese, i poeti. Ci sono le veline. Ci sono i calciatori. L’ultimo regalo, lo ha ricevuto proprio da un calciatore, da Cannavaro alzando la Coppa del mondo. Qualcuno mugugna addirittura l’inno di Mameli. Qualcuno come Camoranesi non conosce neanche il testo. Per Gabriele l’Inno di Mameli arrivava dritto al cuore, era un brivido caldo. Come quando indossava la maglietta azzurra di Mario Cipollini prima che a Zolder nel 2002 si colorasse d’arcobaleno. E’ il caso di chiudere qui questo racconto, perchè c’è la Ferrari di Raikkonen pronta a scaldare i motori a Melbourne, a casa sua, ad un tiro di schioppo dal circuito. Gabriele avrebbe dovuto darmi la sveglia alle 4.00 italiane. La Ferrari poi ha vinto in casa sua. Ma Gabriele non mi ha svegliato. Mi aveva salutato qualche giorno prima per telefono. SERGIO

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I

RACCONTI

DEL

PESCATORE

Giovinazzo Giovinazzo benedetta benedetta da da Giove! Giove! di Onofrio Altomare Una lontana leggenda narra che la nostra Giovinazzo era imparentata al dio Giove. E se così non fosse, allora ve lo dico io. Quindi questo nostro “antenato” per secoli ci ha benedetto con la sua potenza. Egli presiedeva ai fenomeni atmosferici. Raccoglieva le nuvole e le sperdeva. Comandava alle tempeste. Faceva balenar i lampi e rumoreggiar il tuono, e quando gli talentava, scagliava colla potente destra il fulmine di struggitore. D’altro lato egli era colui che mandava la pioggia benefica a fecondar la terra e maturarne i frutti. Insomma, per dirla con un’espressione che designa appunto un alto grado di potenza, egli è che «fa la pioggia e il bel tempo». Vi ricorda i nostri amministratori comunali? Bè scusate se è poco! Solo che i giovinazzesi pur essendo incensati da cotante correnti di energia positive, dobbiamo nascere a…Molfetta! Definita dalla leggenda la cittadina “malefatta”. Tutto questo non quadra!Ed oscura Giove! In questa promenade del mio narrare, però voglio proprio focalizzare l’attenzione sui casi di malasanità, a proposito di nascite. Mi piace ricordarvi che già nel 4000 a.C. i templi degli antichi dei venivano usati come case di rifugio per malati infermi e come scuole di formazione per i medici. Più tardi in Grecia, ad Epidauro, le stesse attività vennero svolte nei templi di Asclepio, dio della medicina. I santuari di Asclepio erano perciò dei veri e propri centri di cura. I trattamenti includevano dei veri e propri programmi di diete, esercizi, pratiche pranoterapeutiche, utilizzo di erbe officinali, studio e preghiera. Una cura completa del corpo e dell’anima, in pratica. Spesso a questi medici si accreditavano poteri soprannaturali, Anche sul Gargano, nel santuario di Calcante si praticava questo culto. Precisamente in quel santuario si praticava l’enkoimesis, cioè l’incubazione. Tale rito si svolgeva durante le ore notturne in completa solitudine. Questo culto si trasferì più tardi a San Giovanni Rotondo. Una sorta di parallelo! Come le nascite divine che da noi si sono tra-

sferite a Molfetta! Adesso capite perché a S. Giovanni Rotondo è nato l’ospedale più famoso del mondo! La Casa Sollievo della Sofferenza!Ma anche Giovinazzo ha i suoi sollievi!Infatti, nel tardo medioevo si registrò un notevole afflusso di pellegrini, nello stesso periodo nel quale si costituiva l’Ordine dei Cavalieri di Gerusalemme. Grande affluenza per S. Nicola da Mira. Una fiumana di gente attraversava a piedi anche le viuzze del nostro centro storico per giungere in terra barese! Il tempio dei Santi Medici è la testimonianza vivente di contanta fede. Uno dei tanti ospedali sorgeva nei pressi del casale di Corsignano noto come lebbroseria che ospitava lebbrosi ed appestati ed infermi reduci dalle prime crociate. Il francese Gereteo regalò uno dei più grossi tesori a questo casale, il miracoloso dipinto di Maria di Corsignano. Questi ospedali costituivano un centro di incontri oltre che di infermi anche di anziani ed indigenti. In quei tempi che furono il principio della solidarietà e della carità era alla base di questa sorta di strutture sanitarie. Il nostro concittadino, L. Marziani, sosteneva che in questi ospedali si elevava la sfolgorante luce dell’amore e della misericordia. Che dire!Niente male rispetto alla risicata fiducia che oggi si ripone nei nostri ospedali!Silvio Berlusconi, ad esempio, ha preferito una struttura americana per la risoluzione dei suoi problemi dando contezza a tutti gli italiani del proprio amor

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onofrio@giovinazzo.it

L’IRA Di questi ricordi occhieggia solo l’ignoranza ma… a nessuno importa! Di tanto che mi corrispondevano neanche un fazzoletto di terra per piangere è rimasto! Nel mio cuore però alberga tanto veleno… che non fa tacere le disgrazie… ONOFRIO ALTOMARE

di Cristina Lomoro

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COMITATO

FESTE

PATRONALI

Tommaso Depalma e l’America Il viaggio del Presidente feste patronali tra i nostri paisà

Comunità S. Antonio incontra il presidente Tommaso Depalma

Comunità SS di Corsignano incontra il presidente Tommaso Depalma

IL COMITATO INFORMA Gentilissima redazione,

LE IMMAGINI E I RICORDI: (a sx) Tommaso Depalma e Rocco Stellacci; ( a dx) Ospite in casa Prudente Non è stato un viaggio alla De Gasperi, allora primo Ministro, in America per reperire fondi per la ricostruzione per conto del Paese all’allora Presidente Truman. ma è pur vero che Tommaso Depalma, Presidente feste patronali, in quella terra non ci è andato solo per puro piacere. La sua è stata una vera e propria mission. Un incontro a quattr’occhi con l’Associazione di S. Antonio fra i giovinazzesi presieduta dal Sig. Joe Depalo, in data 23 febbraio u.s., presso la loro chiesa in Little Italy e con l’Associazione Maria SS. di Corsignano presieduta dal Sig. Dino Fiorentino in data 25 febbraio u.s. Inoltre anche con la Comunità giovinazzese all’appuntamento del Dinner & Dance nella giornata del 24 Febbraio. L’intento era quello di informare minuziosamente i nostri concittadini lontani, del tipo di festa che desideriamo preparare e delle strategie che utilizzeremo per coinvolgerli in toto. «Ho desiderato ardentemente - ci ha riferito che quest’idea potesse funzionare, anche perché credo che la festa della nostra Patrona sia patrimonio di tutti e la condivisione dovrebbe essere una regola anziché un’eccezione». Un ringraziamento particolare, Tommaso Depalma lo rivolge ai Sigg. Frank Marzella, Vincenzo Di Natale, che aveva già avuto modo di incontrare in Italia, Jerry Scivetti, Rocco Sterlacci e i due Presidenti delle Associazioni presenti a New York ossia Joe Depalo e Dino Fiorentino e a tutti quelli che in questi giorni lo hanno “coccolato” facendolo sentire al centro del mondo. In particolare Nick Prudente e famiglia che lo hanno guidato in questo “american trip”. Auspica Tommaso Depalma a tale proposito che tutti noi prendessimo coscienza delle dimensioni delle impalcature professionali e sociali che i nostri emigranti hanno innalzato in tutte le parti del mondo, dando lustro al nostro paese. Ritrovare il profumo della loro fede e la loro devozione verso la nostra Madonna è come riscoprire un tesoro dal valore inestimabile. A tal fine il gruppo dirigente del suo comitato ha approvato la decisione di sostenere il costo del sistema installato nella nostra cattedrale, che permette attraverso il sito www.cattedralegiovinazzo.it di poter contemplare l’immagine della nostra Chiesa e della nostra Protettrice in qualsiasi momento del giorno e da qualsiasi parte del mondo. È questa la giusta premessa per l’inizio di un’entusiasmante avventura!

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Vi invio le informazioni relative alle ultime iniziative del Comitato Feste Patronali 2007. Innanzitutto vorrei ringraziare tutti i numerosi intervenuti alla conferenza stampa di presentazione del 4 marzo u.s. In quella circostanza ho informato i cittadini sui risultati degli incontri realizzati negli U.S.A. e poi ho stilato una panoramica della nostra filosofia ispiratrice. Occuparsi un po’ meno di luminarie, bande e botti, per concentrarsi sul tessuto sociale della nostra città. Noi vorremmo che Maria SS. di Corsignano potesse diventare l’icona dell’attenzione verso i disagiati, di stimolo verso il volontariato giovinazzese. I giorni della sua festa, devono soprattutto trasformarsi in momenti di riflessione, preghiera e condivisione di valori. Ciò precisato, cercheremo di investire su eventi di largo respiro e di qualità, in maniera tale da stimolare sia i giovinazzesi che i forestieri, a “stare” con noi in quei giorni di festa. Non appena potremo, cercheremo di informare la cittadinanza con largo anticipo (maggio p.v.) sugli eventi previsti, perché vogliamo creare un’anteprima di quello che i cittadini potranno saggiare nel mese di agosto. Voglio anche sottolineare il clima di “complicità” che stiamo creando con le confraternite e con le associazioni di categoria (commercianti in primis), associazioni culturali e sportive (attraverso le consulte cittadine) e con le istituzioni. È necessario il sostegno di tutti per ottenere risultati importanti, e io mi auguro che ognuno faccia la sua parte nell’interesse generale. Per concludere, desidero lanciare un ultimo appello agli emigranti. E’ importante che possano mettersi in contatto con noi, attraverso questo periodico o direttamente ai nostri recapiti. Noi infatti desideriamo ascoltare ed apprendere anche le loro aspettative. Quest’anno abbiamo deciso di offrire la presidenza onoraria al Sig. Joe De Palo (presidente Ass. Sant’Antonio – New York) e al Sig. Dino Fiorentino (presidente Ass. Maria SS. di Corsignano – New York). Mi auguro che in futuro, altri concittadini di altre nazioni, si offrano per questi pregiati incarichi, perché ognuno di loro rappresenta un pezzo della nostra storia. Approfitto per informarVi che a breve attiveremo la sede nella “Sala Primavera” in P.zza V. Emanuele. Spero che tutti possano sentirsi “A CASA PROPRIA”, perché il nostro comitato sarà aperto a tutti e chi vorrà, potrà starci vicino nei modi che riterrà più opportuno. Per il momento Vi ringraziamo per il Vostro prezioso aiuto che ci concederete.

IL PRESIDENTE Tommaso Depalma INDIRIZZI UTILI: “Sala Primavera” P.zza Vitt. Emanuele n. 11 – 70054 Giovinazzo (Ba) P.zza Garibaldi n. 23 – 70054 Giovinazzo (Ba) Via Bitonto 78/b – Ex area AFP – Giovinazzo Tel. ufficio: 080/3948327 - 3355722762 Fax: 080/9900557 - Email: elettromts@interfree.it

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LITTLE

ITALY

Niente scuse di Nick Palmiotto NEW YORK. Per ben due giorni, in Ame-

rica un importante personaggio ha tenuto una serie di conferenze stampa per esprimere ai cittadini il forte rammarico causato dai disagi tecnici che hanno interessato due aeroporti nazionali. Mi dispiace per voi. Non era Donald Rumsfeld, l’ex ministro della difesa che ha organizzato e guidato la guerra in Iraq. Ma neanche il Presidente Bush o il vicepresidente Dick Cheney. Già perché i suddetti energumeni non hanno scuse da fare a nessuno! Più prodigo invece si è rivelato David Neeleman, il Dirigente della Compagnia Aerea JetBlue. I problemi tecnici si sono verificati a causa di bufere di neve accompagnate da temperature polari. Molti voli sono stati cancellati in quell’occasione, creando forti disagi per i passeggeri bloccati nelle sale degli aeroporti. L’assunzione di responsabilità del Neeleman è stata esemplare. A distanza di pochi giorni dall’evento funesto, il responsabile si è dispensato in un ventaglio di scuse per l’accaduto. Tutto questo atteggiamento di allarme e contrizione solo per un po’ di neve dovuta in realtà ad un caso di forza maggiore. Mi stupiscono tutte queste scuse se raffrontate a quelle che non sono mai state fatte agli americani per una guerra fasulla, dove le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Un numero elevatissimo di vittime che ormai non fa più notizia perché il mondo capovolto degli interessi egoistici dei potenti deve prevalere!Civili e militari scomparsi sotto gli occhi del mondo intero. Senza nessuna giustificazione. Contemporaneamente alla vicenda della JetBlue, a Washington si è verificato un altro grosso scandalo. Alcuni giornalisti hanno svelato le precarie condizioni nelle quali versavano centinaia di soldati in un ospedale militare, il Walter Reed. Costretti a vivere senza il minimo ne-

cessario per una degna sopravvivenza, nonostante le gravi inabilitazioni. Anche qui nessuno si è scusato. La Casa Bianca ha taciuto ancora una volta. Bush ha risposto con…uno schiacciante silenzio. Peccato che nei precedenti servizi televisivi, nel periodo natalizio invece, i maggiori esponenti del governo americano, nel visitare gli ospedali militari avevano giurato che per quelle persone che avevano rischiato la propria vita per la patria, il trattamento minimo da garantirgli era un’ottima fase di convalescenza con

I compari Michele e Palma Ditillo insieme ai figli e nipoti si stringono affettuosamente a JOE & ENZA ANDRIANO nel 50° anniversario delle loro nozze. Felicitazioni per una lunga vita insieme

il massimo del comfort. Alle recenti interviste, però, nessuno di loro ha saputo giustificare le pessime condizioni dell’ospedale incriminato. Nessuno sapeva. Nessuno si è scusato. Poteva essere questa una sorta di riscatto del Presidente Bush nei confronti del popolo americano. Riconoscere di aver sbagliato, assumendosi la responsabilità di quell’ospedale e di questa guerra che non è servita a niente e nessuno. Una sorta di prova del nove della sua sensibilità di fronte a coloro che personificano i danni viventi di un suo egoistico puntiglio. E invece nulla è stato fatto!Bush esprimiti! Il Dirigente di JetBlue è stato capace di gridare al mondo intero la sua mortificazione, solo per disagi tecnici. La Casa Bianca, invece, non riesce nemmeno a dire “I AM SORRY” ai suoi soldati rimasti disabili. Anche se è cosciente, senza nevicate e senza temperature polari, che ha prodotto migliaia di morti e mutilazioni. Niente scuse dunque!

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A volte ritornano… Dopo un’astinenza lunga 13 anni, Giovinazzo torna a respirare finalmente aria di serie A. Il traguardo arriva nuovamente nella disciplina sportiva che più l’ha consacrata agli onori della cronaca per gli splendidi successi arrivati in campo nazionale ed europeo negli anni ’80. Anni in cui, prima ancora di diventare bomboniera del nord barese per Centro Storico, porticciolo e pub, Giovinazzo era per tutti “la città che cammina sui pattini”. Giovinazzo torna nell’olimpo dell’hockey a rotelle con una squadra quasi interamente fatta in casa. Composta da giovani, molti dei quali due anni fa non giocavano nemmeno in serie B… Trait d’union tra i successi del passato ed il presente traguardo è senza dubbio il “Maradona dell’hockey a rotelle”, al secolo Pino Marzella. Giocatore all’epoca dello Scudetto e della Coppa delle Coppe e pure in occasione della precedente promozione del 1994. Allenatore oggi di una squadra che ha dominato il campionato di serie A/2, conquistando la matematica certezza dell’A/1 addirittura con tre giornate di anticipo sulla conclusione del torneo. Lui nella promozione nella massima serie ci ha sempre creduto sin dall’inizio del nuovo progetto. Il grande salto lo aveva predetto infatti già 3 anni fa. I soliti detrattori di turno erano già pronti a processarlo. Ma i risultati, ancora una volta, gli hanno dato ragione. Dopo gli innumerevoli traguardi raggiunti da giocatore, Pino ha vinto un’altra sfida. Stavolta da condottiero. Mister Marzella ha raccolto i frutti di un lavoro straordinario nei confronti di dodici ragazzi d’oro. Che si sono allenati ogni giorno senza percepire alcun compenso. Che hanno così mostrato il meglio della propria professionalità all’interno di una realtà dilettantistica. E che pertanto meritano tutti un dieci e lode in pagella. Dal capocannoniere Antonio Cirilli (residente vicino al palazzetto di Molfetta, sì avete letto bene, ma…protagonista in quello di Giovinazzo) al capitano Angelo Depalma (ribattezzato “er pupone” dell’Afp….). Dal gladiatore Antonio Turturro (il rinforzo di gennaio) allo stacanovista Raffaele Altieri (che, dopo i turni notturni di lavoro, al letto preferisce i viaggi in trasferta con l’Afp…). Dalla “saracinesca” Michele Stallone (con lui in porta difficilmente si passa) al collega Giuseppe Turturro (che con grande serietà si è prontamente calato nel ruolo di secondo portiere). Dal lottatore con il cuore Antonio Dagostino (che ha pure finalmente sfatato il tabù biancoverde dal dischetto…) al finalizzatore Domenico Illuzzi (impossibile dimenticare soprattutto la sua prodezza a Castiglione…). Dalla rivelazione Ivo Ranieri (suo il primo gol stagionale dell’Afp a Modena e non solo quello) agli altri giovanissimi: Vincenzo Siberiani, Luigi Marzella e Roberto Messina. Fin qui il mister e la squadra. Ma l’Afp è tornata in serie A anche perché ha dimostrato di essere una grande famiglia. Famiglia in cui ogni membro (e ci riferiamo a tutte le componenti della società) ha sempre lavorato con tanta abnegazione verso il raggiungimento di questo grande obiettivo. Famiglia capeggiata dall’altro grandissimo artefice della rinascita dell’hockey locale: Vito Favuzzi. Lui, presidente molfettese che ha riportato i giovinazzesi in serie A (a daisc è nudd!), è entrato di diritto nella storia… Non solo abile indovino dei risultati finali delle partite dell’Afp... Vito Favuzzi ha subito sposato con grande entusiasmo la causa biancoverde. Impegnandosi prontamente nella ricerca di mezzi di sostentamento adeguati a trasformare nella realtà il sogno di un’intera città. I tifosi volevano un presidente che li portasse in serie A… Lui li ha accontentati! Dopo due anni di presidenza, il suo bilancio è saldamente in attivo… Le lacrime di commozione dopo la gara contro il Sarzana, mentre in pista impazzavano i festeggiamenti per la promozione, testimoniano ulteriormente il suo grande amore per la squadra. A questo punto, non resta che naturalizzarlo giovinazzsese…

SPECIALE AFP

E’ QUI LA

L’Indeco Afp Giovin in serie A/1 d

A cura di Giang

ph: Enrico Tedeschi

LA GRANDE CAVALCATA DELL’AFP Come ogni successo che si rispetti, riviviamo tappa dopo tappa il cammino trionfale che ha riportato i biancoverdi in serie A/1 dopo 13 anni. Dall’esordio in terra modenese alla gara contro il Sarzana, valsa la certezza matematica della promozione (la prima ad essere festeggiata nel nuovo palazzetto dello sport di Giovinazzo). Ecco tutta la cavalcata dell’Afp, con tanto di marcatori. VILLA D’ORO MODENA – INDECO AFP GIOVINAZZO 4-6 Il campionato di serie A/2 di hockey su pista inizia col botto per l’Afp. Nella prima giornata del torneo, i biancoverdi espugnano infatti col punteggio di 6-4 la pista del Villa d’Oro Modena. Marcatori: Ranieri, Depalma, Cirilli, Dagostino, Cirilli, Cirilli. INDECO AFP GIOVINAZZO – CASTIGLIONE 5-3 L’Indeco Afp Giovinazzo concede il bis, battendo anche il forte Castiglione nel big match casalingo della seconda giornata del campionato. 5-3 il punteggio finale per la formazione allenata da Pino Marzella, unica squadra del torneo a punteggio pieno.

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A

P

A FEST

!

nazzo nuovamente dopo 13 anni

SARZANA – GIOVINAZZO 2-3 L’Indeco Afp Giovinazzo fa un bellissimo regalo di Natale ai propri tifosi, andando a vincere a Sarzana col punteggio di 3-2 nell’ultima gara dell’anno solare. Per la formazione biancoverde si tratta del terzo successo consecutivo (il quinto in sei partite). Marcatori: Cirilli, Dagostino, Cirilli SEREGNO – INDECO AFP GIOVINAZZO 4-6 Prima Sarzana nell’ultima gara del 2006. Poi Seregno nel match inaugurale del nuovo anno solare. L’Afp sfrutta nel migliore dei modi il doppio turno in trasferta riservatole dal calendario. Sulla pista lombarda, nella settima giornata del campionato, i biancoverdi si impongono per 6-4. Marcatori: Depalma, Cirilli, Illuzzi, Ranieri, Illuzzi, Ranieri INDECO AFP GIOVINAZZO – AMATORI REGGIO EMILIA 3-3 Primo pareggio stagionale per l’Afp che impatta in casa per 3-3 contro l’Amatori Reggio Emilia, nell’ottava giornata.. Per come si era incanalata la partita, si tratta di un punto guadagnato per i biancoverdi che l’indomani si consoleranno con l’acquisto di Antonio Turturro dal Molfetta. Marcatori: Depalma, Cirilli, Cirilli

gaetano Tortora

FORTE DEI MARMI – INDECO AFP GIOVINAZZO 4-3 A meno di quattro minuti dal suono della sirena, arriva la rete del 4-3 che condanna la formazione giovinazzese alla seconda sconfitta nel torneo. Al termine del girone di andata, i biancoverdi occupano comunque la seconda posizione in classifica. Marcatori: Cirilli, Dagostino, Cirilli INDECO AFP GIOVINAZZO – VILLA D’ORO MODENA 7-4 Nella prima giornata di ritorno, l’Afp supera in casa per 7-4 il Villa d’Oro Modena. Oltre al risultato, convince la prestazione maiuscola dei biancoverdi che raggiungono in testa alla classifica il Castiglione, loro prossimo avversario. Esordio stagionale per il secondo portiere Turturro. Marcatori: Altieri, Dagostino, Cirilli, Altieri, Depalma, Depalma, Altieri CASTIGLIONE – INDECO AFP GIOVINAZZO 1-2 In poche parole, il capolavoro dell’Afp. Grande prova dei biancoverdi nel big match vinto per 2-1 contro l’altra prima della classe. Ottimo anche l’apporto dei tifosi giunti in Maremma, a bordo di un furgone… Dopo il blitz di Castiglione, l’Afp è sola al comando! Marcatori: Illuzzi, Altieri INDECO AFP GIOVINAZZO – LODI 3-3 I giovinazzesi sfiorano l’impresa nello scontro-promozione casalingo contro un A.S. Hockey Lodi molto solido ed organizzato. Sotto di due gol, i biancoverdi dapprima pareggiano i conti per poi portarsi in vantaggio. Il 3-3 definitivo dei lombardi, a meno di due minuti dal suono della sirena, non muta la classifica dei biancoverdi. Marcatori: Dagostino, Depalma, Cirilli

Marcatori: Illuzzi, Illuzzi, Cirilli, Dagostino, Siberiani A.S. HOCKEY LODI – INDECO AFP GIOVINAZZO 6-3 L’Afp si ferma a Lodi, perdendo l’imbattibilità nella terza giornata del torneo. I lombardi prevalgono per 6-3. Ma la formazione allenata da Pino Marzella recrimina per i tre rigori sbagliati e per l’ingenuità commessa in occasione del 2-1 a favore del Lodi. Marcatori: Illuzzi, Dagostino, Depalma INDECO AFP GIOVINAZZO – THIENE 4-3 Ci vuole un gol da cineteca del capitano Angelo Depalma per condurre alla vittoria l’Indeco Afp Giovinazzo nella sfida casalinga contro il Thiene, nella quarta giornata del campionato. I biancoverdi vincono per 4-3. Ma la festa è rovinata dal folle gesto di Marangon che colpisce con la stecca proprio Depalma, causandogli sette punti di sutura sulla fronte. Marcatori: Depalma, Illuzzi, Cirilli, Depalma INDECO AFP GIOVINAZZO – CORREGGIO 5-4 Secondo successo consecutivo casalingo per l’Afp. Nella quinta giornata è il Correggio ad arrendersi ai biancoverdi, per 5-4. La gara termina non senza sofferenze per i tifosi dell’Afp che ormai pensavano di dormire sonni tranquilli dopo le cinque reti di vantaggio all’inizio della ripresa. Marcatori: Cirilli, Dagostino, Ranieri, Dagostino, Cirilli

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THIENE – INDECO AFP GIOVINAZZO 4-7 Altro sabato da incorniciare per l’Indeco Afp Giovinazzo che espugna infatti la difficile pista del Thiene con il punteggio di 7-4. I vicentini non avevano mai perso in casa prima di affrontare il team giovinazzese. Curiosità: Dagostino segna il primo rigore della stagione per i biancoverdi…. Marcatori: Dagostino, Cirilli, Ranieri, Cirilli, Ranieri, Ranieri, Dagostino (rig.). CORREGGIO – INDECO AFP GIOVINAZZO 3-4 Minuto 24 della ripresa: per l’Afp sembra ormai materializzarsi la terza sconfitta in campionato. Suono della sirena: i biancoverdi sbancano la pista di Correggio per 4-3! Incredibile, ma vero… Accade tutto all’ultimo minuto. La promozione è sempre più vicina ed i tanti tifosi giovinazzesi presenti a Correggio giustamente esultano… Marcatori: Cirilli, Depalma, Depalma, Altieri. INDECO AFP GIOVINAZZO – SARZANA 2-1 Ossia la partita della matematica certezza della promozione in serie A/1. L’inizio dei biancoverdi è travolgente: dopo nemmeno un minuto di gioco, infatti, l’Afp è già sul 2-0! Nel corso della ripresa i tifosi aprono le danze con il trenino della felicità che percorre tutti settori del palazzetto… Poi, terminato l’incontro, scatta l’apoteosi! Marcatori: Depalma, Turturro

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«HANNO

A cura di Gian

VITO FAVUZZI (IL PRESIDENTE) «Il fischio liberatorio dell’arbitro che decretava la fine della partita contro l’ottimo Sarzana, e quindi la nostra matematica promozione nella massima divisione, ha scatenato in me emozioni indescrivibili. Credo di aver provato una emozione più grande solo il giorno del mio matrimonio e nei momenti in cui nascevano i miei figli. E’ stata grandiosa la partecipazione dell’intero palazzetto dello sport, gremito come non mai, nel festeggiare l’evento tanto atteso, (13 anni), il ritorno della nostra squadra, della nostra Giovinazzo, nell’Olimpo dell’hockey italiano, la serie A/1. Gli attestati di stima che abbiamo ricevuto nelle ore immediatamente successive alla fine della partita da tutta l’Italia hockeistica, stanno a dimostrare che abbiamo meritato ampiamente questa promozione; ora, cosa importante, ci aspetta la prova dei fatti nel massimo campionato. Non deluderemo. Questa promozione non è frutto di improvvisazione, è il risultato di una seria programmazione della società che ha dato i risultati sperati, nel tempo programmato. Con una punta d’orgoglio, come nelle migliori tradizioni della AFP- Giovinazzo, abbiamo vinto il campionato con una squadra composta per il 99% di Giovinazzesi con l’eccezione dell’ottimo Antonio Cirilli che comunque è cresciuto anche alla nostra scuola. Sento il dovere di ringraziare e li devo ricordare tutti: innanzitutto l’eclettico, competente, testardo, irriducibile sognatore Pino Marzella. Senza di lui questo progetto non si sarebbe realizzato, come non si sarebbe realizzato se accanto a lui non ci fosse quella santa della moglie Carmen Martorana che è anche Vice Presidente della società; tutti i ragazzi che sicuramente troverete elencati in questo servizio giornalistico e per questo ometto di nominarli, sono stati eccezionali, si sono sacrificati, gratuitamente, per lunghi mesi, ma alla fine ce l’hanno fatta: siete stati dei Campioni! Ringrazio tutti gli sponsor, linfa vitale per la società. Non meno importanti per il raggiungimento dell’obiettivo promozione sono stati i collaboratori della società: Pino Palermo, fratello maggiore e consigliore di mister Marzella, Fedele Depalma e Mimmo Labianca i nostri meccanici che hanno sopportato pazientemente le nostre angherie, lo staff di segreteria composto da Renato Grisorio, Matteo Debenedictis e Antonio Toscano, e poi ancora Sara Abbattista, Maria Penna, Vittoria Favuzzi, Michele Marrano, Tonio Illuzzi, Vito Trapani, Salvatore Stallone, Angelo Marolla, Giovanni Labianca, Ciro Nardomarino, Mimmo Ranieri, Vincenzo Bini, il nostro medico sociale Francesco Noviello ed il nostro fisioterapista Vito Labellarte. Grazie a tutti.

Pensieri

L’AFP

È TORNATA IN SERIE A/1, IN CITTÀ N COMMENTI, INIZIANDO DALLA VOCE DI ALCUNI D

Un ringraziamento particolare sento il dovere di farlo a tutti i genitori dei giocatori della nostra società, specialmente quelli dei più giovani per i tanti sacrifici che quotidianamente compiono per consentire ai loro figli di seguire le esigenze dell’allenatore e della società. Grazie a Voi della redazione sportiva de “Gli Amici della Piazza” che con i vostri ottimi servizi giornalistici ispirati dal bravissimo Giangaetano Tortora avete contribuito a creare un sano entusiasmo attorno alla nostra società. Grazie infine al pubblico che ci ha seguito per tutto il campionato con amore e passione ed in specialissimo modo ringrazio Francesco Scivetti, Presidente del Club AFP Giovinazzo e Capo Ultras del nostro infaticabile tifo».

PINO MARZELLA (IL MISTER) «Sogna, sogna, sogna… Da quando ho iniziato l’avventura con questi ragazzi gli ho trasmesso due motti: 1) IMPOSSIBLE IS NOTHING. Tanto è vero

che ci circonda e diventiamo demolitori e non costruttori di sogni. Che sia d’esempio a tutti ed in tutti i campi: sogna, sogna, sogna…».

ANGELO DEPALMA (IL CAPITANO) «Porterò sempre scolpite nella mia memoria due tappe di questa meravigliosa stagione: le partite in quel di Castiglione e di Correggio dove abbiamo dimostrato qualcosa che va oltre la tecnica, la tattica, la preparazione. Doverosa è la dedica al nostro presidente ed al mister, perché a ben vedere oscuro è il motivo di ph: Enrico Tedeschi tanto loro prodigarsi. Quando però si assiste alla nascita di un Fan Club, si guardano 20 ragazzi allenarsi senza attimi di pausa, si hanno collaboratori che lasciano a casa mogli e figli, si comprende quanto grande sia la passione di tutti noi per questi nostri colori».

LE FELICITAZIONI DEL SINDACO ph: Enrico Tedeschi

che dissi che in 3 anni avremmo raggiunto l’A/1… 2) LA FORZA NON E’ DATA DALLA CAPACITA’ FISICA, MA DALLA VOLONTA’ TENACE. Tanto è vero che loro hanno tenuto in tre anni un ritmo di allenamento professionistico. Ci tengo a ringraziare tutti quelli che hanno fatto parte di questo sogno: società, presidente, collaboratori e giocatori. Ma soprattutto grazie a quelle poche persone che ci hanno giudicato, criticato ed hanno intralciato il nostro cammino. Per me sono state loro la molla per ottenere questo successo. La vera spina della società meridionale è che a volte ci lasciamo andare al mondo

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Dopo i protagonisti, il Sindaco di Giovinazzo. Il prof. Antonello Natalicchio saluta così il ritorno dell’Afp in serie A/1. «Sento di rappresentare il sentimento di tutta la comunità nel salutare con orgoglio il ritorno dell’hockey giovinazzese nel massimo campionato. E’ il posto che compete ad una tradizione sportiva che ha scritto pagine indelebili in questo sport. Condivido l’emozione dei tanti amici che nel tempo hanno costruito, attraverso il sacrificio quotidiano, una Scuola (dove la maiuscola non è un


O DETTO»

ngaetano Tortora

e parole

NON SI PARLA D’ALTRO... VAI ALLORA CON I DEI PROTAGONISTI DELLO STORICO TRAGUARDO refuso). In primo luogo dei campioni mondiali, poi dei loro compagni, infine dello staff di collaboratori e di appassionati. E’ un collettivo che costituisce la risorsa inesauribile di questa grandissima tradizione sportiva. Il ritorno di Giovinazzo in A1 è il trionfo dello sport nei suoi valori più puri. L’hockey giovinazzese è stato di vertice quando contavano i valori agonistici e non pesavano in misura determinante la solidità economica ed organizzativa dei team. Torna ad esserlo ora, quando la sbornia mediatica è passata, e i fattori sportivi di nuovo prevalgono su quelli organizzativi ed economici. Mi piace credere che questa promozione sia ulteriore segno di una comunità che si è rimessa in cammino e vuole riprendersi il ruolo che le apparteneva. Mi piace anche associare la riconquista dei riflettori dell’A1 alla riconquista degli spazi del Parco Scianatico, che fu la culla dell’hockey giovinazzese. Complimenti agli atleti. Complimenti allo staff tecnico ed alla dirigenza. Complimenti ai tifosi. Vi faccio gli auguri. Mi faccio gli auguri».

Marzella, la coppia più bella…». «Il presidente – prosegue Enzo Camporeale – mi ha incoraggiato a fare qualcosa per il paese ed io sono stato molto contento. Anche perché è la prima volta che una società sportiva di Giovinazzo ha un inno. Anzi io credo che, così come siamo stati la prima squadra italiana di hockey a vincere una Coppa internazionale, siamo anche la prima società hockeystica italiana ad avere un inno». Infine, il mae-

stro Camporeale non è certo rimasto insensibile alle grandi performance della formazione allenata da Pino Marzella: «Sono felicissimo per il ritorno dell’Afp in A/1 dopo 13 anni. Soprattutto perché credo che con questa società e con questo allenatore ci siano tutti i presupposti per un nuovo ciclo vincente, che veda tornare Giovinazzo ad essere la Stella del Sud…».

L’ORGOGLIO DEI TIFOSI

CHE MUSICA, MAESTRO! Le gesta dell’Afp diventano musica… E’ nato infatti il primo inno dedicato alla squadra biancoverde, tornata nell’hockey che conta. Il testo si chiama, manco a dirlo “Afp!”. Le parole sono di Michele De Robertis. Le musiche sono state composte dal maestro Enzo Camporeale. Già, proprio colui che tanti anni fa tenne tanti italiani incollati al video sulle frequenze di “mamma” Rai, durante una delle trasmissioni del Pippo nazionale. A cantarlo è lo stesso duo formato da De Robertis e Camporeale. L’inno parte con una simulazione del clima che si respira al palazzetto dello sport, con tanto di suono di tamburi e di cori dei tifosi. Per poi appunto inneggiare alla formazione biancoverde, con una melodia in stile latino-americano. «L’idea – afferma il maestro Camporeale – è nata in una serata di agosto, quando mi è stato presentato il presidente Favuzzi. Non immaginavo che lui avesse tanta stima nei miei confronti. Così mi è venuta l’idea di omaggiare con un inno l’Afp, di cui sono stato sempre grande tifoso. In particolare di Frasca e

ph: Enrico Tedeschi A Giovinazzo è rinata la “febbre del sabato sera”! Sui gradoni del palazzetto dello sport sembra infatti quasi tornato l’entusiasmo dei tempi d’oro… La cornice di pubblico più suggestiva si è registrata nelle gare contro il Lodi ed il Sarzana. Ma in tutte le partite casalinghe il pubblico locale ha sempre manifestato a Depalma e compagni il proprio grande calore. Un plauso particolare va agli Ultras dell’Afp. Ossia il sesto uomo in campo, pure nelle trasferte decisive. Memorabili resteranno il viaggio in furgone alla volta di Castiglione, come pure le spedizioni a Lodi, Thiene e Correggio. Per non parlare, poi, del trenino inscenato al palazzetto contro il Sarzana, ossia l’immagine più bella ed originale, a mostro avviso, della festa promozione. Senza di loro, il palazzetto sarebbe un gigante senz’anima… «Tutto – afferma il presidente del Club Afp nonché capoultras Francesco Scivetti – è iniziato per gioco e per passione con l’inaugurazione del Club Afp avvenuta lo scorso 25 giugno, raggiungendo incredibilmente 40 adesioni… Poi, piano piano, l’entusiasmo è cresciuto da parte di tutti i tifosi, tanto da aprire anche il nostro sito internet (www.clubafp.tk). Fino ad arrivare all’inizio del campionato, in cui abbiamo occupato la mitica curva nord. E’ stata una grandissima emozione il tifo di quest’anno al palazzetto! Ricorderemo per sempre, inoltre, la mitica trasferta in furgone a Castiglione. Ringraziamo tanto il presidente Favuzzi, l’allenatore Marzella e tutti i giocatori: grazie per averci regalato un sogno che si chiama A/1!».

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l’album Nome: Michele Cognome: Stallone Data di nascita: 29-7-1988 Altezza: 1,75 m Peso: 85 kg Ruolo: portiere

Nome: Antonio Cognome: Dagostino Data di nascita: 11-5-1987 Altezza: 1,75 m Peso: 73 kg Ruolo: difensore

Nome: Raffaele Cognome: Altieri Data di nascita: 16-7-1982 Altezza: 1,77 m Peso: 77 kg Ruolo: attaccante

Nome: Saverio Ivo Cognome: Ranieri Data di nascita: 7-8-1988 Altezza: 1,73 m Peso: 72 kg Ruolo: attaccante

Nome: Giuseppe Cognome: Turturro Data di nascita: 30-7-1987 Altezza: 1,83 m Peso: 90 kg Ruolo: portiere

Nome: Vincenzo Cognome: Siberiani Data di nascita: 15-8-1987 Altezza: 1,70 m Peso: 70 kg Ruolo: difensore

Nome: Luigi Cognome: Marzella Data di nascita: 26-1-1988 Altezza: 1,67 m Peso: 63 kg Ruolo: attaccante

Nome: Roberto Cognome: Messina Data di nascita: 28-10-1987 Altezza: 1,73 m Peso: 72 kg Ruolo: attaccante

Nome: Angelo Cognome: Depalma Data di nascita: 8-10-1979 Altezza: 1,72 m Peso: 70 kg Ruolo: difensore

Nome: Antonio Cognome: Turturro Data di nascita: 21-6-1979 Altezza: 1,73 m Peso: 68 kg Ruolo: difensore

Nome: Antonio Cognome: Cirilli Data di nacita: 2-2-1978 Altezza: 1,81 m Peso: 81 kg Ruolo: attaccante

ORGANIGRAMMA DELLA SOCIETA’

Nome: Domenico Cognome: Illuzzi Data di nascita: 22-2-1989 Altezza: 1,85 m Peso: 85 kg Ruolo: attaccante

Presidente: Vito Favuzzi Vicepresidente: Carmen Martorana Direttore Sportivo: Angelo Marolla Allenatore: Pino Marzella Staff tecnico: Giuseppe Palermo, Mimmo Ranieri, Ciro Nardomarino Meccanici: Fedele Depalma, Domenico Labianca Staff segreteria: Antonio Toscano, Matteo Debenedictis, Renato Grisorio Collaboratori: Giovanni Labianca, Antonio Illuzzi, Maria Penna, Sara Abbattista, Vittoria Favuzzi, Salvatore Stallone, Vito Trapani Addetto Stampa: Giangaetano Tortora Web master del sito della società: Vincenzo Bini Medico sociale: Francesco Noviello Fisioterapista: Vito Labellarte Preparatore atletico: Michele Marrano Fonte: Giangaetano Tortora, addetto-stampa AFP

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