Opera Chesterton - Novembre 2020

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Opera Chesterton

0202 ERBMEVON

Wonder Il numero che accompagno idealmente nelle vostre caselle di posta è pieno di meraviglia. I nostri ragazzi sono continuamente sfidati a mantenersi vivi da noi adulti. Sembra strano, ma è così: nella nostra scuola gli adulti tengono desti i giovani, insegnano loro ad essere “atleti oculari”, come diceva Chesterton, cioè a cogliere ovunque le meraviglie fatte apposta per noi, ma soprattutto ad esercitare il senso della meraviglia, ossia l’idea di non prendere nulla per scontato, tutto con stupore, nulla senza gratitudine, sempre con innocenza e così perennemente a cogliere le cose grandi che Dio ci mette a disposizione. In tal modo siamo noi adulti a rimanere atleti oculari, operai della meraviglia, collaboratori di Dio nelle belle cose quotidiane. In questo mondo che ha fatto sua una teoria educativa “non educativa” consistente nello spontaneismo e nel comodo non guardare nella vita dei propri figli, questa appare come una rivoluzione, ma in realtà è una cosa antica, l’unica in grado di introdurre nel presente e nel futuro i nostri figli. L’alternativa è farli risucchiare dal nulla, dall’istinto e dalla reattività vuota. Così, se continueremo a pensare e non ci fermeremo agli stimoli irrazionali ansiosi e spasmodici che ci vengono dal mondo, succederà che ci accorgeremo che il punto è rimanere infanti.

Il trucco è l’innocenza: il mio amico Chesterton dice che il segreto della vita risiede nell’innocenza e nelle risate (lo spiega nel suo bel libro su R. L. Stevenson, quello dell’Isola del tesoro...). Come si fa a restare svegli, a rimanere desti, anzi vivi? Perché non è un lusso essere o divenire atleti oculari, è una necessità. Noi usiamo qualche espediente, come mettere in mano a questi ragazzi qualche piccolo grande libro, come Il Piccolo Principe di Antoine de Saint Exupery e l’Uomovivo di Gilbert Keith Chesterton, per poi indurli a pensare, una cara vecchia abitudine a cui non si è quasi più educati dalla nostra società. Quelli che leggete sono i frutti delle loro riflessioni, ed è una gioia. Quello che vi chiedo, in questo momento, è di non cessare di aiutarci perché l’epidemia ha per noi la conseguenza di rendere sempre più difficile creare momenti d’incontro. Sarebbe bello se ciascuno di voi per questo Natale trovasse il modo di farci un bel regalo per supplire alla mancanza di occasioni per cercare nuove risorse. Ogni vostro piccolo regalo ci darebbe la possibilità di continuare per i nostri ragazzi ad essere atleti oculari. Buon Natale! Marco Sermarini


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