27 novembre 2015
I ragazzi della scuola in gita a Pomposa, Comacchio, Ferrara e Vicenza
Opera G. K. Chesterton Bollettino dell’Opera Gilbert Keith Chesterton per i sostenitori Numero 3 anno V - 27 Novembre 2015 - Capitani Coraggiosi Società Cooperativa sociale - Via Valtellina snc 63074 San Benedetto del Tronto (AP) Tel. e fax 0735 659365 capitanicoraggiosi @ hotmail. com
Appena tornati dalla gita scolastica: l’Abbazia di Pomposa, Comacchio, Ferrara e Vicenza. Debbo dire di essere stato molto, molto colpito da ciò che ho visto. Mi si è aperto un mondo e mi ha fatto comprendere molte cose. Siamo stati accolti a Pomposa dall’amico Alessandro, che ci ha guidati per molte ore nella scoperta dell’Abbazia e di Comacchio, luoghi fascinosi accomunati dall’essere stati strappati alle paludi, soprattutto dal segno visibile di un amore maturato dagli uomini per essi. L’amicizia ci accompagnerà sino al termine del viaggio e ne sarà la cifra. Senza gli amici non avremmo conosciuto quei luoghi e trovato posto per dormire, o meglio: l’avremmo trovato, ma non sarebbe stata la stessa cosa. È stato un po’ come andare a casa loro. Enrico ha fritto il pesce personalmente per noi, e così altri amici sconosciuti ma gentilissimi si sono mossi per noi. Comacchio e Pomposa riecheggiano misteriosamente le parole di Chesterton: sono diventate grandi perché qualcuno le ha amate prima che fossero amabili, come il quartiere londinese di Pimlico di Chesterton citato in Ortodossia; quel posto, qualunque posto ciascuno di noi amandolo potrebbe renderlo come Firenze. La mattina dopo Ferrara, anch’essa strappata alla palude e alle acque del Grande Fiume. Anche qui la gente combatte, costruisce pezzo pezzo, tira fuori cose belle da guardare e da gustare in qualche modo, coltiva e commercia dove altri non avrebbero fatto che imprecare o accontentarsi. Arriviamo davanti alla Cattedrale, spettacolo: ci aspettano i Quattro Novissimi già trovati a Pomposa: Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso. A mezzogiorno incontriamo l’Arcivescovo di questa città, mons. Luigi Negri, che per difendere la Tradizione cristiana non esita ad usare parole grosse come macigni e vere come il sole. Lo interroghiamo, sulla scia del nostro Chesterton e dell’ormai nostro Newman, sul ruolo della Chiesa nella storia, lui ci ringrazia non per la domanda ma per quello che siamo e facciamo anche per la “sua” Chiesa. Non ce l’aspettavamo. Grazie. La giornata termina con una bella cena tutti insieme, sambenedettesi e ferraresi, canti e giochi finali. Proprio una bella giornata nel segno dell’amicizia e della gratitudine. A Vicenza il giorno dopo c’è Andrea Palladio, lo splendido Teatro Olimpico, le sue ville, le strade medievali e rinascimentali, i segni del barocco e quelli incancellabili della fede. Capisco molto di più perché oggi viviamo in un epoca che spesso produce bruttezza e disperazione e che per questo ci fa amare ancor di più i fiori del deserto. Manca la fede, ma c’è chi ce l’ha e crede per crederci, che sa che Cristo è La Speranza. Mi rallegra e mi rincuora che tutte queste cose parlino, che Pimlico non sia così lontano e che stiamo costruendo insieme qualcosa di grande. Marco Sermarini
Pimlico in fondo non è così lontano
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