28 Gennaio 2017
OPERA CHESTERTON
Bollettino dell’Opera Gilbert Keith Chesterton per i sostenitori Numero 3 anno VI - 28 Gennaio 2017 - Capitani Coraggiosi Società Cooperativa sociale - Via Valtellina snc 63074 San Benedetto del Tronto (AP) Tel. e fax 0735 659365
Spagna, il Colle dell’Infinito e Santa Lucia, tutto è casa nostra.
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Leggo assieme a voi i racconti dei nostri ragazzi che si destreggiano tra Spagna, la nostra Casa di Santa Lucia e il Colle dell’Infinito di Recanati. I nostri alunni hanno questa possibilità che riteniamo sia di pochi altri: diventare amici del mondo che li circonda, delle cose belle che vi si trovano, delle persone buone che vi riescono ad incontrare grazie alle loro guide, i professori che vivono con loro queste esperienze e che li aiutano a giudicarle, valutarle, farne tesoro. Abbiamo anche la grazia di trovare in giro per il mondo brava gente che la pensa come noi, che ha lo stesso rapporto con gli alunni (abbiamo scoperto, dopo la Chesterton Academy di Edina, Minnesota, il Colegio John Henry Newman di Madrid), che vuole costruire pezzi di mondo buono. E’ ancora una volta la “filosofia di Pimlico”, quella che il nostro Chesterton ci descrive nel suo capolavoro, Ortodossia: «La questione non è sapere se il mondo è troppo triste per essere amato o troppo felice per non esserlo: la questione è che, quando si ama una cosa, la sua letizia è una ragione per amarla e la sua tristezza è una ragione per amarla di più. [...]
Supponiamo di essere di fronte ad una cosa senza speranza – per esempio, Pimlico. [...] Se venisse fuori uno che amasse Pimlico, allora Pimlico innalzerebbe torri d'avorio e pinnacoli d'oro: si agghinderebbe come una donna quando è amata. L'ornamento non è dato per nascondere cose di per sé orribili, ma per abbellire quelle che sono già adorabili. Una mamma non mette al suo bambino un cravattino blu perché sarebbe brutto senza. Un innamorato non regala alla sua bella una collana per nasconderle il collo. Se gli uomini amassero Pimlico come le madri amano i loro figli, arbitrariamente, perché è loro, Pimlico in uno o due anni diventerebbe più bella di Firenze. [...] Questo è il modo, di fatto, in cui le città divennero grandi. [...] La gente cominciò prima a rendere onore ad un luogo, e poi guadagnò gloria in suo nome. Gli uomini non amarono Roma perché era grande. Roma fu grande perché gli uomini l'avevano amata». Ecco, noi amiamo i nostri alunni così, e vorremmo che anche essi amassero così il mondo che hanno davanti. Marco Sermarini