Commercio Italia n.3 | Aprile 2018

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nione Europea e di non poter proporre e insistere per una convergenza normativa con mercati come quello statunitense o asiatico è di lasciare l’Europa con un problema di concorrenza globale. Tuttavia questo non deve diventare un pretesto per criticare la normativa europea in quanto tale. Sicuramente, il tema sta sollevando grandi preoccupazioni e investimenti tra le imprese costruttrici di motori, che in parte rappresentiamo anche noi. Lo sottolineo ancora: è importante che attraverso i nostri rapporti e le nostre imprese di livello globale portiamo avanti un progetto di convergenza delle regolamentazioni, in modo tale da non rimanere gli unici ad avere una normativa troppo stringente e non esacerbare concorrenze asimmetriche. Il nostro obiettivo è anche di sensibilizzare il consumatore finale

sul valore che queste regolamentazioni portano in termini di sostenibilità ed efficienza, in modo che questi cambiamenti siano percepiti correttamente. Più che appoggiarci a strategie come incentivi o rottamazioni, cerchiamo di raggiungere questo obiettivo collaborando con gli esponenti europei dei nostri utilizzatori. Sarei falso a dire che le imprese sono entusiaste di Stage V, tuttavia si rendono conto che l’evoluzione e i cambiamenti sono presenti e palpabili rispetto alle normative precedenti. L’unico modo di dialogare è, lo ripeto, la collaborazione con i rappresentanti degli utilizzatori, ed è ciò che proveremo a fare durante il nostro congresso di ottobre a Roma, dove parleremo di sostenibilità ma anche di digitalizzazione delle macchine e di sicurezza.

Nel 2017 il Regno Unito ha deciso di uscire dall’UE. Brexit comprometterà anche la partecipazione inglese al CECE? La risposta che mi sento di darle è un no. In realtà non abbiamo ancora ufficialmente affrontato l’argomento, ma in virtù di quanto le ho detto in precedenza riguardo alla convergenza di interessi e alla necessità di far parte di un mercato ampio e importante come quello europeo, credo che l’associazione britannica sarà più interessata a continuare un rapporto di collaborazione e di stretto contatto con le altre associazioni europee. È vero che alcuni imprenditori hanno dichiaratamente sostenuto e finanziato Brexit, tuttavia posso dire con sicurezza che l’associazione inglese si man-

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