Luci nella notte

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Luci nella notte favola Classe III C Scuola Primaria “Don Milani� Camponogara (Ve) illustrazioni Roberta Santi


Favola scritta dalla Classe III C Scuola Primaria “Don Milani” Camponogara (Ve) Insegnanti Referenti Barison Anna Maria Polo Tiziana Ariani Ludovica Carraro Aurora Chihab Amin Compagno Lorenzo Di Stasio Martina Fabris Erika Faggian Pietro Ferrari Marco Lando Cesare Lucca Sebastian Marchiori Agata

Maretto Giulia Adriana Marigo Riccardo Massaro Alessia Menegazzo Giosuè Minardi Tommaso Nicolè Nicol Oris Aaliyah Amakachi Paladii Ornella Salmaso Leonardo Ulema Chiara

Illustrazioni a cura di Roberta Santi Roberta Santi è nata a Padova nel 1980. Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Venezia e alla Scuola Internazionale di Comics, ha lavorato come designer di oggetti legati al mondo della ristorazione. Attualmente si occupa di grafica e illustrazione. Appassionata di illustrazione ha seguito svariati corsi ed è stata selezionata e premiata in numerosi concorsi. Nel 2012 ha ottenuto la menzione d’onore al Concorso Scarpetta d’Oro. Disegna principalmente in digitale ma la matita su un foglio bianco rimane il suo primo amore.

in collaborazione con

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Luci nella notte favola Classe III C Scuola Primaria “Don Milani” Camponogara (Ve) illustrazioni Roberta Santi

Primo Premio Concorso Internazionale di illustrazione per l’infanzia “Scarpetta d’Oro” Riviera del Brenta 20a edizione


Drin..drin..drin… “Damia, Rayan, svegliatevi!” La voce della mamma li raggiunse mentre i bambini erano ancora immersi nei loro sogni. “È ora di alzarsi” continuò la mamma, “dovete andare a scuola, è lunedì oggi!”. Damia fu la prima ad aprire gli occhietti assonnati, si stiracchiò, si mise a sedere sul letto e poi chiamò il fratellino che ancora dormiva. D’improvviso si ricordò che il lunedì era il giorno in cui a scuola si scriveva un testo e ne fu felice perché a lei piaceva molto inventare racconti, soprattutto se fantastici. “Rayam” disse rivolta al fratello, “sono sicura che oggi scriveremo una bellissima storia!”. Il bambino la guardò un po’ perplesso, lui all’italiano preferiva la matematica, ma non disse nulla e scese a far colazione.


A scuola andò proprio come Damia aveva previsto, quel giorno la maestra assegnò alla classe il compito di scrivere un racconto o una favola ispirandosi ad una illustrazione e, passando per i banchi, consegnò ad ogni alunno una cartolina. Vi erano rappresentati un bambino e una bambina che, in una notte buia, osservavano stupiti delle lucciole che si erano posate sugli stivaletti di lei. Osservando quell’immagine, Damia si illuminò e chiese alla maestra il permesso di inventare la sua storia assieme a Rayam. “Va bene!” rispose la maestra, “potete lavorare anche in coppia se lo desiderate” continuò rivolta alla classe.


E il racconto di Damia e Rayam iniziò così: “Dalia e Rice erano due bambini di nove anni che, con i loro genitori, erano stati costretti a lasciare la Terra dove erano nati e cresciuti perché il papà non aveva più un lavoro e c’era la guerra. Cercarono di attraversare il mare con un barcone in una tiepida notte di maggio perché speravano di arrivare in Europa e di avere un futuro migliore. Ma durante il viaggio, il barcone si inclinò da un lato e poi si rovesciò. I bambini si salvarono ma persero i loro genitori. Quando la nave che li portò in salvo approdò ad una spiaggia che confinava con un bosco, Dalia e Rice cominciarono a correre tenendosi per mano e s’inoltrarono nel fitto della boscaglia. La notte era buia anche se nel cielo splendevano le stelle e una luna a forma di falce; i due bambini avevano paura e camminavano a fatica tra le sterpaglie e gli alberi maestosi. Andavano e andavano nel buio della notte, le loro guance erano rigate di lacrime, i piedi facevano male e si sentivano perduti.




Ad un tratto qualcosa attirò la loro attenzione: centinaia e centinaia di piccole luci si avvicinavano sempre più, brillavano come stelle intermittenti ma, volavano: erano delle lucciole! Quando furono avvolti da quella nuvola luminosa, Dalia si sedette a terra per la stanchezza e lo stupore, mentre una moltitudine di lucciole si appoggiarono sui suoi stivaletti. Rice si accucciò vicino a lei ed entrambi, estasiati, ammiravano quei minuscoli insetti dal corpo luminoso. “Guarda” disse Rice alla sorellina, indicando una lucciola che si era staccata dagli stivaletti di Dalia e si era appoggiata sull’indice della sua mano destra. “Guarda” ripetè il bambino “sembra voglia dirci qualcosa!”. I bambini rimasero ancora più sbalorditi quando scoprirono che quella era proprio una lucciola parlante. “Cari Dalia e Rice” cominciò a dire l’insetto, con una vocina appena percettibile, “voi siete due bravi bambini ma siete stati sfortunati perché avete perduto i vostri genitori però non dovete disperare perché io e le mie compagne siamo qui per aiutarvi, dovete soltanto seguirci”. E così dicendo la lucciola parlante si alzò in volo seguita da molte altre, non da tutte però, perché alcune preferirono rimanere sugli stivaletti di Dalia per illuminare meglio i suoi passi e quelli del fratellino.


Così i due bimbi seguirono quella scia luminosa e, cammina cammina, con il cuore un po’ più leggero, sul far dell’alba, appena fuori dal bosco scorsero una piccola casa bianca come la neve, con le finestre verdi e il tetto rosso fuoco. Arrivati davanti alla casetta, la lucciola “maestra” battè più volte le ali sulla porta chiusa e le altre la imitarono. Dopo poco apparve una giovane donna assonnata e un po’ spettinata che sorrise alla vista dei due bambini e chiese loro: “Chi siete cari bambini? Da dove venite? Come avete potuto arrivare fin qui da soli nella notte buia?” Dalia e Rice erano confusi, non riuscivano a trovare le parole per rispondere, poi fu Rice a cominciare; raccontò che loro erano


gemelli, che scappavano dal loro Paese perché c’era la guerra e tanta povertà e che nell’attraversare il mare avevano perduto i loro genitori. Poi Rice si interruppe perché un nodo alla gola gli impediva di continuare. Allora Dalia, istintivamente, si guardò gli stivaletti per indicare a quella signora le lucciole che li avevano guidati fino alla sua casa ma… le lucciole non c’erano più, avevano abbandonato gli stivaletti color nocciola. La bambina si guardò attorno cercando con gli occhi la nuvola lucente che aveva illuminato il loro cammino. Non vide nulla, le lucciole erano scomparse perché, si sa, all’alba esse spengono il loro cuore luminoso per riaccenderlo la notte successiva.



Dalia guardò con le lacrime agli occhi la gentile signora senza riuscire a parlare. Fu la donna che, accarezzando i suoi capelli esclamò: ”Non importa bambini, io conosco la risposta alla mia ultima domanda, è il cielo che vi ha condotto da noi. Mio marito ed io, purtroppo, non possiamo avere figli e desideriamo tanto dei bambini”. E così dicendo li abbracciò, li fece entrare e li presentò al marito che li accolse come se li avesse conosciuti e amati da sempre. Fu così che Dalia e Rice trovarono una nuova famiglia e vissero felici in quella casa conservando in un angolo del loro cuore il ricordo di quello che avevano vissuto. Un giorno, forse, riusciranno a “raccontare” ai loro genitori adottivi anche di quelle “luci nella notte” che sempre nelle sere d’estate Dalia vede volare nel cielo stellato ma le vede anche appiccicate ai suoi stivaletti, divenuti ormai troppo stretti”.


La maestra corresse i testi di tutti i bambini e il giorno dopo invitò ciascuno a leggere ad alta voce il proprio . Quando Damia e Rayam, lessero il loro racconto, tutti si commossero perché capirono che i veri protagonisti di quella storia, non erano Dalia e Rice bensì Damia e Rayam stessi, quella era la loro storia di migranti scampati alla tragedia del mare e adottati da una famiglia italiana. “Ricordate bambini” disse allora la maestra, “anche nel destino di ognuno di noi c’è “una lucciola” e se un giorno vi capiterà di vedere solo “buio” intorno a voi, pensate sempre che chiedendo “aiuto” a chi vi sta vicino, potrete superare i momenti di difficoltà e tornare a vedere la luce, cioè a sorridere”.



in collaborazione con

con il contributo di

in collaborazione con i Comuni e gli Istituti Comprensivi di CAMPAGNA LUPIA, CAMPOLONGO MAGGIORE, CAMPONOGARA, DOLO, FIESSO D’ARTICO, FOSSÒ, MARTELLAGO, MIRA, NOVENTA PADOVANA, PIANIGA, PIOVE DI SACCO, SANT’ANGELO DI PIOVE, SAONARA, STRA, VIGONOVO, VIGONZA Favola vincitrice del concorso “Scarpe di luce” scritta dagli alunni delle Scuole Primarie ispirata alla tavola vincitrice del 20° Premio Internazionale di illustrazione per l’infanzia “Scarpetta d’Oro” illustrazioni Roberta Santi


giuria Mariangela Vaglio Presidente Giuria, insegnante, scrittrice e blogger Silvia Fabris Illustratrice Diego Mazzetto Scrittore Progetti Speciali Assocalzaturifici

segreteria a cura di Laura Girardello progetto grafico DNA Italia www.dnaitalia.com Si ringraziano gli Enti, le aziende, gli operatori, gli insegnanti, i genitori, gli alunni e tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione dell’iniziativa.

Alessandra Tugnolo Giornalista, DNA Italia Giada Zampieri Imprenditrice, Gritti srl

Š 2016 via Mazzini, 2 - 30039 Stra (Ve) tel. 049 980 1422 info@scarpettadoro.org www.scarpettadoro.org


Questo libro è stato impaginato utilizzando la font TestMe, una font “libera”, work in progress, basata sui principi del Design for All. TestMe è progettata per migliorare la lettura delle persone con DSA (disturbi specifici dell’apprendimento) come la dislessia. finito di stampare nel mese di ottobre 2016 da Tipografia Nuova Jolly via delle Industrie, 28 Rubano (PD)




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