Credere nei sogni - Scarpetta d'Oro 2017

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Credere nei sogni favola Classe IV sez. unica Scuola Primaria “A. Volta� Sandon (Ve) illustrazioni Angela Sbandelli


Favola vincitrice del Concorso intitolato “Sempre in piedi”, ispirata alla tavola vincitrice del 21° Premio Internazionale di Illustrazione per l’infanzia “Scarpetta d’Oro”, selezionata tra gli elaborati scritti dagli alunni delle Scuole Primarie. Favola scritta dalla Classe IV sez. unica Scuola Primaria “A. Volta” Sandon (Ve) Insegnante Referente Maria Teresa Brusegan Angi Emma Bacco Alice Bertellini Teresa Maria Benedetta Bettini Edoardo Boldrin Ilary Manuela Capuzzo Luca Ceccato Veronica Cecchinato Matteo Comelato Matilde Gobbato Emma

Maretto Sofia Menegazzi Martina Molena Cristian Pesce Gabriel Piacentini Giulia Prandin Tommaso Tuzzato Margherita Valentini Gianmarco Vicidomini Lucia Violin Valentina

Illustrazioni a cura di Angela Sbandelli Angela Sbandelli è nata a Siena nel 1982. Diplomata in cinema d’animazione presso l’Accademia delle Arti Digitali Nemo. Dopo un inizio come animatrice per la serie Tv “Pipì, Pupù e Rosmarina”, compiendo un viaggio attraverso i diversi ambienti del disegno e della grafica in generale, dall’animazione al web design, passando attraverso tecniche e stili diversi, da alcuni anni si occupa di illustrazione per bambini, principalmente per testi scolastici e libri gioco, collaborando con case editrici Italiane e non solo.

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Credere nei sogni favola Classe IV sez. unica Scuola Primaria “A. Volta” Sandon (Ve) illustrazioni Angela Sbandelli

Primo Premio Concorso Internazionale di Illustrazione per l’infanzia Scarpetta d’Oro Riviera del Brenta 21a edizione


In un posto isolato dal mondo, tra la giungla e il lago Fenix, sorgeva un regno: l’Acropolis de Arcobalens. Questo era un luogo davvero incantato e meraviglioso, diviso in Sette Regioni Naturali, che irradiavano colori diversi, originati dalle piante e dagli animali che vi vivevano e, tutti insieme, formavano l’arcobaleno. Nella Regione Rossa, nei pressi del lago, c’era il Villaggio Flamingo, abitato da una grande colonia di fenicotteri, uccelli molto alti, con zampe lunghissime ed un piumaggio di color rosa vivace ed intenso; il loro becco lungo e curvo assomigliava ad una barchetta rovesciata e quando camminavano sembravano dei pagliacci sui trampoli, se non fosse stato per il loro corpo elegante ed affascinante. Ogni giorno andavano a cibarsi nell’immenso lago salmastro, dalle acque basse e calde e, con l’enorme becco, inghiottivano avidamente minuscoli crostacei ed alghe microscopiche.


Di solito, dopo le grandi scorpacciate, si divertivano a spruzzarsi l’acqua con i becchi e le zampe, spesso giocavano anche le loro cugine anatre, che sbruffavano, innaffiando tutti con squillanti getti a fontana. Nel mese di febbraio, come ogni anno, tutte le mamme e i papà del Villaggio, decisero di metter su casa, costruendo dei grandi nidi per deporre e covare le loro uova. Arrivò il momento della nascita: accorsero anche i fratelli, le sorelle e i tanti parenti, finalmente i gusci si schiusero e nacquero dei pulcini grigio-marroncino, piccoli, goffi e paffuti. L’aria trasudava di grande amore e, pian piano, i piccoli si trasformarono in bellissimi fenicotteri rosa dalle alette quasi rosse: diventarono sempre più autonomi ed iniziarono a muovere le loro gigantesche zampe e a camminare.


Solo Vitty, la più graziosa tra le fenicottere, figlia di Taylor e Peter, non volle alzarsi, molti animali la incitavano e l’aiutavano, ma in verità lei non ce la faceva, le zampe non sembravano essere collegate al suo corpo, perchè non riusciva a comandarle, provava e riprovava, ma ogni tentativo risultava vano, perciò la mamma se la metteva in groppa e la portava al lago a catturare qualche gambero.


Vitty, però non si demoralizzava e cercava, nonostante tutto, di portare avanti le sue passioni: leggeva, scriveva e dialogava con gli amici, che spesso andavano a trovarla. Principalmente lei adorava ballare e scatenarsi con la sola forza del corpo, del collo e del capo e cantava al ritmo di una musica che le risuonava in testa o seguendo i suoni che la natura le offriva e poi immaginava e... sognava sognava... d’essere in mondi misteriosi, d’incontrare personaggi incantati e di poter vivere tra loro danzando. A volte, però, i suoi sogni duravano come un batter di ciglia e perciò la dolce Vitty ritornava malinconicamente alla vita reale e al suo immobilismo.


Nel giorno del suo decimo compleanno la mamma le regalò un paio di scarpette rosa, confezionate con i petali di una pianta di loto molto rara, la leggenda narrava che quel fiore, se amato e rispettato, riusciva a risolvere i problemi delle persone. Lei, che nell’arco di quegli anni, aveva provato a restare in piedi, ma inutilmente, quel dì non ebbe nemmeno il coraggio di indossare quel dono, che amò dal primo momento: era terrorizzata di subire un’ulteriore delusione, perciò legò con un laccio le scarpette alle ali, come un portafortuna. Amava quella presenza: parlava con loro, le accarezzava, le coccolava, quelle calzature la facevano sentire meglio, più protetta e sicura. Un giorno di novembre, mentre era in riva al lago, passò di là un grande uccello grigio-verde scuro, dallo sguardo torvo e dal becco adunco che, come un fulmine, si scagliò contro la fenicottera, rubandole le scarpette.


Vitty si mise a piangere disperatamente e, le sue grida di dolore, attirarono una cicogna che stava sorvolando l’immenso lago che, intenerita dal suo triste racconto, la caricò su di sé ed insieme iniziarono un accanito inseguimento. Attraversarono la Regione delle Nuvole: dall’alto lei notava i maestosi alberi della foresta, le piante acquatiche dalle molteplici forme e dai più svariati colori, tanti fiori di ogni specie, e, in un angolo remoto, aveva scorto anche i fior di loto, quelli speciali e magici che avevano dato vita alle sue scarpette tanto amate. Sorvolarono la Regione Verde, secondo lei, molto pericolosa, perchè là dentro si aggiravano serpenti e rane velenose.


Ad un tratto la cicogna fece una virata, si abbassò improvvisamente, tornò indietro e scaricò Vitty sul lago ghiacciato e, senza proferir parola, riprese il suo volo. L’animale rosa aveva freddo, le piume erano gelide, come le sue lacrime; le zampe, il collo e il becco raggomitolati sotto il suo corpo, la facevano apparire come un pollo arrosto, pronto per essere portato in tavola! La cicogna, invece, aveva avvistato il grande uccello ladro, che si era rifugiato nella sua tana, così seguì un piano ben preciso: con molta astuzia, si avvicinò mimetizzandosi, dato che i suoi colori erano molto simili a quelli del Regno Verde e si nascose in attesa della notte. Questa arrivò in fretta e la cicogna, quando intravide il rosa delle scarpe, con uno scatto da centometrista, le riacciuffò col suo becco e scappò


come una saetta, tra le nuvole scure della notte. Stava albeggiando, quando arrivò da Vitty, che, stremata si era addormentata, depose il suo tesoro vicino al corpo martoriato dal gelo e la svegliò dicendole:”Mi spiace cara, ma io son davvero di fretta, mi hanno appena chiamata, perchè devo portare un bambino a due genitori che lo stanno aspettando da nove mesi!” - No, ti prego, aspetta, replicò la fenicottera con un filo di voce, non te ne andare! - Vitty, rimase sola ed abbandonata, in un luogo sconosciuto e distante da casa, così non vide altra via d’uscita, se non quella di scommettere su se stessa e, come ispirata, fissò le scarpe, che in mezzo al laghetto ghiacciato sembravano un rubino splendente e se le rimise tra le ali.



Subito fu inondata da una forza immensa che la portò ad avvicinarsi lentamente ai magici fior di loto, muovendosi a carponi, a balzi e a saltelli sulle ginocchia. Quelle splendide creature della Natura, appena la videro, l’accarezzarono e l’accolsero tra i loro petali, come una mamma premurosa; la sfamarono e poi le insegnarono tante cose importanti, la più significativa fu quella che: ”Bisogna sempre volere con determinazione ciò in cui si crede” e le sussurrarono una frase fatata. Trascorsero giorni, forse mesi e, a poco a poco, l’uccellina rosa riprese fiducia in se stessa; un bel dì... s’infilò le scarpette e, come per magia, sorretta dai fiori, riuscì a mettersi in piedi, ormai il ghiaccio si era sciolto, ma lei riusciva a camminare, sfiorando l’acqua. I primi passi furono indimenticabili. - Com’è bello vedere il mondo da quassù - si ripeteva! Per la prima volta si sentiva alta e riusciva a percepire profumi ed odori che mai aveva assaporato; si portò a riva e, con tutto il fiato che possedeva, gridò agli animali e alle piante circostanti:”Sono in piedi!!!!” Dopo alcuni giorni di allenamento, di volteggi e di piroette, Vitty ondeggiava tra quelle acque come una ballerina professionista, trasportata da una musica incantata; ora aveva un solo desiderio: ritornare a casa, nella Regione Rossa, dai suoi genitori e da tutti quelli che lei amava.


Salutò con un po’ di dolore quel mondo formato da fiori e profumi davvero suggestivi e, ringraziando affettuosamente, baciò tutti e “prese il volo” - Buonaaa fortunaaa - le gridarono!!! Mentre attraversava il lago Fenix, le sembrava di percorrere un enorme arcobaleno formato da sette colori, che la riempiva di gioia e la faceva sorridere. Appena entrata nel Villaggio, tutti le andarono incontro festosi ed increduli, pure le piante circostanti si erano colorate a festa ed esprimevano un calore incredibile! Lei ballava con fierezza e grande maestria sopra l’acqua e solennemente fece un inchino di saluto, tra la commozione di tutti i presenti; i genitori l’abbracciarono con grande amore e la riportarono a casa. Vitty raccontò loro tutto il suo viaggio avventuroso e la madre curiosa le chiese:”Cosa ti hanno sussurrato di tanto importante i fior di loto? Rispose con un velo di nostalgia: ”NON BISOGNA MOLLARE MAI... UN SOGNO!” Perciò concluse:”Io vivrò danzando in favolosi mondi, incontrerò personaggi incantati e realizzerò tutti i miei sogni!” Quella notte, sotto un cielo stellato, finalmente riuscì a dormire con serenità!



in collaborazione con

con il contributo di

in collaborazione con i Comuni e gli Istituti Comprensivi di CAMPAGNA LUPIA, CAMPOLONGO MAGGIORE, CAMPONOGARA, DOLO, FIESSO D’ARTICO, FOSSÒ, MARTELLAGO, MIRA, NOVENTA PADOVANA, PIANIGA, PIOVE DI SACCO, SANT’ANGELO DI PIOVE, SAONARA, STRA, VIGONOVO, VIGONZA


Il Premio Internazionale di illustrazione per l’infanzia “Scarpetta d’Oro” dal 1995 propone due concorsi annuali: Edizione di illustrazione rivolto a illustratori e disegnatori (anno solare) Edizione di scrittura creativa per le Scuole Primarie, ispirata alla tavola vincitrice il concorso illustratori (anno successivo)

giuria Mariangela Vaglio Presidente Giuria. Insegnante, scrittrice e blogger Andrea Artusi Sceneggiatore, disegnatore di fumetti Silvia Fabris Illustratrice Diego Mazzetto Scrittore

segreteria a cura di Laura Girardello Claudia Simionato progetto grafico DNA Italia www.dnaitalia.com Si ringraziano gli Enti, le aziende, gli operatori, gli insegnanti, i genitori, gli alunni e tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione dell’iniziativa.

Progetti Speciali Assocalzaturifici

©2017 Scarpetta d’Oro c/o Consorzio Maestri Calzaturieri del Brenta via Mazzini, 2 - 30039 Stra (Ve) tel. 049 980 1422

Alessandra Tugnolo Giornalista, DNA Italia

info@scarpettadoro.org www.scarpettadoro.org

Amalia Lieta Smajato Imprenditrice, Calz. Valbrenta srl


Questo libro è stato impaginato utilizzando la font TestMe, una font “libera”, work in progress, basata sui principi del Design for All. TestMe è progettata per migliorare la lettura delle persone con DSA (disturbi specifici dell’apprendimento) come la dislessia. finito di stampare nel mese di ottobre 2017 da Tipografia Nuova Jolly via delle Industrie, 28 Rubano (PD)




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