Si può cambiare - Scarpetta d'Oro 2019

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Si può cambiare Favola Classe IV B – Scuola Primaria Leonardo Da Vinci Vigonovo (Ve) Illustrazioni Lucia Scola


Favola vincitrice del Concorso Scuole intitolato “Colpo di tacco”, selezionata tra gli elaborati scritti dagli alunni delle Scuole Primarie, ispirata alla tavola vincitrice del 23° Premio Internazionale di Illustrazione per l’Infanzia “Scarpetta d’Oro - Illustratori”. Favola scritta dalla Classe IV B – Scuola Primaria Leonardo Da Vinci Vigonovo (Ve) Insegnante Referente Mariella Dioli Ahmmed Rafid Boesso Beatrice Chaouch Rayane Falzoni Paolo Fattore Martina Galenda Leonardo Giantin Veronica Maria Griggio Alessandro Giorgio Hatmanu Alessia Georgiana

Lando Marco Mescalchin Maria Pagliarin Tommaso Pistello Elia Ruan Chenyi Tiar Ethan Tosato Sofia Vitaliani Denise Wand Johnny Youpeng

Illustrazioni a cura di Lucia Scola Lucia Scola, classe 1987, nata a Cattolica, vive a Gabicce Mare (PU). Si è diplomata presso l’Istituto Statale d’arte “Scuola del libro” di Urbino, nella sezione di Disegno Animato. Presso la stessa sezione, ha frequentato il Corso superiore biennale di Perfezionamento post-diploma. Ha conseguito la laurea triennale in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino. Ha partecipato al corso di specializzazione con l’illustratore Giacinto Gaudenzi. Nel 2011 partecipa alla rassegna artistica: Ri…Galgata 2011 Incontro d’arte all’aperto. Tra le sue opere, la copertina della rivista mensile ”Amemì piace leggere!“ (maggio 2015), edita da Mondadori. Nel 2017 partecipa alla mostra “Creature tra fantasia e realtà” al Museo dell’Architettura di Fermignano (PU). Ha partecipato a vari concorsi di illustrazione. È interessata a tutto ciò che riguarda l’arte, soprattutto all’illustrazione per l’infanzia e alla pittura.

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Si può cambiare Favola Classe IV B – Scuola Primaria Leonardo Da Vinci Vigonovo (Ve) Illustrazioni Lucia Scola

Favola Prima Classificata Premio Internazionale di Illustrazione per l’infanzia Riviera del Brenta Scarpetta d’Oro - Scuole 23a edizione


In una valle con poche case vivevano tre ragazzini Barry, Billy e Tim. Frequentavano la stessa scuola e non sempre si comportavano in modo corretto con i loro compagni. Inoltre odiavano gli animali e, quando andavano nel bosco vicino, non perdevano l’occasione per far loro dei dispetti. Il piÚ prepotente fra tutti era Barry, era alto con i capelli rossicci, i suoi occhi erano minacciosi e si vantava di essere il piÚ furbo. Billy era robusto, ma impacciato. Tim non era molto alto, ma agile e veloce. Entrambi dipendevano da Barry e pensando fosse un esempio da imitare, lo veneravano e facevano tutto quello che lui ordinava.


Un giorno, all’uscita da scuola, si recarono nel bosco. Stava terminando l’inverno, ma le prime foglioline tardavano a spuntare perché faceva ancora freddo. I tre ragazzi si inoltrarono tra gli alberi, ancora spogli, sperando che alcuni animali si fossero svegliati dal letargo invernale per poterli stuzzicare. Una nebbiolina leggera avvolgeva il paesaggio rendendo difficile orientarsi. Camminavano da molte ore, ma degli animali non c’era alcuna traccia, così decisero di tornare a casa. Era ormai buio e capirono che si erano persi. Dopo un primo momento di spavalderia cominciarono ad aver paura. In lontananza videro una fievole luce e si diressero verso di essa. Mentre si avvicinavano, la luce diventava sempre più intensa. Quella luce proveniva da una casetta in mezzo al bosco. Era piccola, ma graziosa, di legno con delle tendine ricamate alle finestre.


Barry con i suoi occhi acuti sbirciò dentro e vide un’anziana signora che accarezzava degli animali, due scoiattoli e un gufo. La donna avvertì dei rumori all’esterno e si diresse verso l’uscio. Aprì la porta e vide i tre ragazzi infreddoliti e li invitò a entrare. Barry vedendo gli animali pensò: “Bene, bene abbiamo trovato riparo e anche da divertirci!“. La signora preparò ai ragazzi una calda minestra e delle polpette, poi disse: “Cari ragazzi ora vado a letto, per questa notte potete dormire qui, i miei animali vi faranno compagnia!“. La donna, però aveva visto gli occhi preoccupati degli scoiattoli e del gufo e aveva capito chi erano i ragazzi, da un po’ li teneva d’occhio. Approfittando del sonno in cui già era sprofondata la signora, i tre ra-


gazzi cominciarono a far dispetti agli animali. Tiravano la coda agli scoiattoli, rincorrevano il gufo costringendolo a nascondersi sopra al lampadario o sopra le travi del soffitto. Durante il suo volo disperato, il gufo veloce entrò nella camera di Gina, così si chiamava la donna, planando nel suo letto e le raccontò cosa stava accadendo. La donna si alzò, nell’oscurità si infilò le scarpe e, con un colpo di tacco, fece un incantesimo facendo cadere in un sonno profondo i tre ragazzi. Gina, era una fata e, oltre alle varie pozioni magiche, al posto della bacchetta per fare le magie usava le sue scarpe. Erano scarpe speciali, non da donna con il tacco, i fiocchetti, le paillettes, ma erano scarpe da calcio: quelle che usano i calciatori. Lei adorava il calcio e spesso giocava con le sue colleghe fate.



Al loro risveglio i tre ragazzi, pur ricordando quello che avevano combinato contro gli animali, non rammentavano di essersi addormentati. Gina preparò loro la colazione: latte, biscotti, marmellata e pane caldo. I ragazzi affamati si fiondarono su ciò che c’era sul tavolo, ma terminata l’ultima goccia di latte si sentirono un po’ strani.


Barry guardò i suoi compagni e scoppiò in una sonora risata: “Ah ah ah, come siete ridotti male! Tim hai due orecchie lunghissime e tu Billy hai delle corna ramificate, sembri un albero rinsecchito, ah ah ah!“. “Ma ti sei visto tu?“ risposero entrambi in coro“. “Hai una coda più grande del tuo corpo,“ disse Tim “e guarda che denti affilati!“, aggiunse Billy. La fata Gina aveva messo una pozione magica nel latte e questa magia li aveva trasformati in animali. Barry era diventato una volpe, dallo sguardo furbo e malizioso, Billy un possente cervo e Tim un coniglio veloce ma timido. In quel momento i tre ragazzi capirono che Gina aveva dei poteri. Il coniglio Tim si guardò le zampe e si accorse di avere delle scarpe da calcio e dei pantaloncini blu. Anche i suoi compagni avevano una tenuta sportiva, scarpe, pantaloncini, calzini e Barry una maglietta bianca con stampata al centro una lampadina. A quel punto, visto l’abbigliamento, Gina suggerì ai tre animali di uscire a giocare a calcio. Uscirono anche gli scoiattoli e il gufo, che si appollaiò sopra un ramo di un grande albero. I tre amici cominciarono a giocare a calcio, ma si vedeva che erano impacciati. Con quel corpo non riuscivano proprio a giocare. Solo Barry si sentiva agile e cominciò a calciare con tutta la forza che aveva. Uno dei due scoiattoli sul tronco di un albero lo guardava allibito, l’altro, tra due alberi, cercava di parare la palla come se fosse stato un portiere. Barry tirò la palla, cercando di fare goal, ma questa cominciò a schizzare e a rimbalzare di qua e di là. La palla colpì anche il ramo dove c’era il gufo, il quale fischiò e tirò fuori il cartellino rosso per espellere Barry. Ma Barry, incurante del richiamo del gufo, continuò a calciare il pallone che colpì nuovamente il ramo, passando




tra gli alberi, sfiorando la coda del coniglio e le corna del cervo, mentre lo scoiattolo in posizione era pronto a parare la palla. Ma lo scoiattolo, piccolo ed esile, fu preso in pieno e cadde a terra dolorante. Il gufo andò in suo soccorso, lo prese con le sue zampette e lo portò in volo a casa della sua padrona. Gina però non c’era, ma sentì ugualmente il richiamo del gufo e, con un colpo di tacco, anzi di tacchetti, si ritrovò a casa. Lo scoiattolo svenuto non dava segni di ripresa, attorno a lui il gufo e l’altro scoiattolo tentavano di rianimarlo. I due animali raccontarono a Gina cos’era accaduto, spiegarono che Barry, la volpe, non aveva rispettato le regole, giocando in maniera violenta, lanciando la palla ovunque, cercando di colpire tutti gli animali, compresi i suoi amici e, nonostante il richiamo del gufo, aveva continuato. Gina disse ai suoi animali: ”Lasciatelo riposare, vedrete che si riprenderà.” Aveva visto che, fortunatamente, non aveva niente di grave, era solo svenuto per il grande spavento. Ma ora doveva andare nel bosco e sistemare quel furfante di Barry. Uscì di casa e veloce si diresse nella radura dove Barry stava ancora calciando. Appena lo vide, gli si piazzò davanti e disse: “Il povero scoiattolo per colpa vostra non ce l’ha fatta! D’ora in poi, per tutte le sofferenze che avete causato agli animali rimarrete per sempre in quei corpi!“


Il cervo e il coniglio cominciarono a piangere supplicando Gina, ma non riuscivano più a parlare, ora come tutti gli animali emettevano solo qualche verso. Barry non si scompose più di tanto, voltò le spalle a Gina e si inoltrò nel bosco seguito dagli altri due amici. Passarono i giorni e i tre ragazzi, diventati animali, non riuscivano a ritornare esseri umani. Nel villaggio dei tre ragazzi i genitori erano disperati non vedendoli più ritornare. Nel bosco tutto si era fermato al giorno della partita, faceva sempre più freddo, non c’era molto da mangiare. C’era solo quel pallone a tenergli compagnia, nemmeno Gina si era più vista e loro non potevano né dovevano avvicinarsi alla sua casa.


Una mattina Barry, preso dalla rabbia, diede un calcio alla palla e questa cominciò a saltare da ogni parte e a rotolare. La volpe, il cervo e il coniglio la seguirono e trovarono altri animali come loro. Tim incontrò dei conigli che gli offrirono delle carote e Tim affamato accettò. Billy entrò in un branco di cervi che lo accolsero nel loro gruppo. Barry non trovando nessun compagno continuò a calciare la palla. Lui non era preoccupato e dentro di sé ripeteva: ”Io sono l’animale più furbo e non ho bisogno di nessuno!“.


Il pallone arrivò davanti alla porta di una casa e iniziò a rimbalzare. In quella casa, un bambino sentendo tamburellare aprì l’uscio e vedendo la palla cercò di prenderla, ma come si diresse verso di lei vide la volpe con i suoi occhi minacciosi. Spaventato cominciò ad urlare e rientrò in casa per avvisare i suoi genitori. La sfortuna volle che il padre del bimbo fosse un cacciatore di volpi, e, appena fu avvisato della presenza dell’animale, imbracciò il suo fucile e si diresse verso l’esterno. Quando la volpe si trovò davanti al cacciatore scappò via come un fulmine. Barry schivò un colpo di fucile ed entrò nel bosco. A un certo punto sentì da lontano qualcuno dire: “Attento! Guarda alle tue spalle! Vieni di qua, vieni di qua, starai al sicuro!“. Era il capo branco di un gruppo di volpi. Iniziarono a scappare e nella fuga si unirono anche le altre volpi del gruppo che assieme aiutarono Barry a mettersi in salvo.



Durante la corsa, però, Barry cadde in una buca. Era una trappola preparata dai cacciatori per catturare le volpi. Il capo branco si calò nella buca e con l’aiuto delle altre volpi Barry si mise in salvo. Una volta uscito dalla buca, Barry notò che il capo branco aveva delle scarpe alle zampe. Erano proprio come quelle della fata Gina. In quel momento capì che era stata la fata a salvarlo: nonostante tutti i dispetti di Barry lei non lo aveva abbandonato. Ma doveva metterlo ancora alla prova, solo essendo un animale e vivendo come loro avrebbe capito. Il tempo passava e Barry era sempre solo in quel bosco. Di Tim e Billy non c’era alcuna traccia. Aveva fame, ma non poteva né avvicinarsi alle case, perché avrebbe potuto trovare il cacciatore, né andare da Gina. Nel frattempo anche i suoi amici non se la passavano bene. Nel bosco faceva freddo e trovare da mangiare era difficile. Inoltre era iniziata la stagione della caccia e anche questo non li aiutava. Un giorno, mentre Barry vagava nel bosco sentì in lontananza il rumore di uno sparo. In un primo momento si preoccupò di mettersi in salvo, ma subito si ricordò che lui era stato salvato. Pensò che tutto ciò doveva finire, perché nessun animale meritava di morire. Aveva visto la loro vita vivendo tra loro. Una vita non facile, dove ognuno però era d’aiuto all’altro. Si diresse veloce verso quel rumore e si trovò davanti al cacciatore che aveva ferito un cervo. Non pensando al pericolo a cui andava incontro, si chinò sul cervo e vide dagli occhi che era il suo amico Billy. Con un balzo veloce grazie alle sue scarpe disarmò il cacciatore. Tim, il coniglio, che aveva assistito alla scena cominciò a correre nel bosco disperato alla ricerca di aiuto. Riuscì ad attirare l’attenzione delle altre volpi che, ancora




una volta, si unirono a Barry e misero in fuga il cacciatore, che spaventato ritornò nella sua casa giurando a se stesso che mai più avrebbe cacciato. Tutti gli animali erano attorno al cervo ferito. Barry piangeva sentendosi in colpa per ciò che era successo. Finalmente avevano capito cosa significava essere animali. Aveva capito di aver sbagliato nei confronti di questi esseri che nuovamente gli avevano prestato il loro aiuto. Il gufo che aveva assistito alla scena andò dalla fata e le raccontò cos’era accaduto. La fata con un colpo di tacchetti si precipitò nel bosco. Gina guardò negli occhi Barry e disse: ”Spero che finalmente abbiate capito che ogni essere vivente merita rispetto!”. Barry riprese a parlare ed esclamò: ”Ho capito di aver sbagliato, mi spiace per lo scoiattolo e sacrificherei la mia vita per lui, ma so che ormai è troppo tardi. Ti prego, però di salvare il mio amico, non voglio che succeda più nulla di brutto a causa mia!”. La fata vedendo che Barry era veramente pentito disse: ”Lo scoiattolo sta bene.“ Gli occhi della volpe si addolcirono e delle lacrime di gioia cominciarono a scendere. Gina con un colpo di tacco, anzi di tacchetti, sciolse l’incantesimo e salvò il cervo. Barry, Billy e Tim ritornarono ragazzi. Avevano imparato la lezione e soprattutto avevano imparato ad amare gli animali. Avrebbero conservato sempre nel loro cuore quell’esperienza. Avevano capito il valore dell’amicizia e l’importanza dell’amore nei confronti degli animali. Spesso si recavano nel bosco a trovare i loro nuovi amici. Ogni tanto giocavano a calcio divertendosi con quelle scarpette che nei loro veri corpi permettevano loro una maggiore agilità. E gli animali li guardavano giocare sapendo che ora, di loro, si potevano fidare.


in collaborazione con

con il contributo di


in collaborazione con i Comuni e gli Istituti Comprensivi di ALBIGNASEGO, CAMPAGNA LUPIA, CAMPOLONGO MAGGIORE, CAMPONOGARA, DOLO, FIESSO D’ARTICO, FOSSÒ, MARTELLAGO, MIRA, NOVENTA PADOVANA, PADOVA-PONTE DI BRENTA, PIANIGA, PIOVE DI SACCO, SANT’ANGELO DI PIOVE, SAONARA, STRA, VENEZIA, VIGONOVO, VIGONZA



Il Premio Internazionale di illustrazione per l’infanzia “Scarpetta d’Oro” dal 1995 propone due concorsi annuali: Edizione di illustrazione rivolto a illustratori e disegnatori (anno solare) Edizione di scrittura creativa per le Scuole Primarie, ispirata alla tavola vincitrice il concorso illustratori (anno successivo)

Giuria Concorso Scuole Andrea Artusi Presidente Giuria Sceneggiatore e disegnatore di fumetti Bertolo Margherita Giornalista Silvia Fabris Illustratrice Longhin Genny Esperta di letteratura per l’infanzia Diego Mazzetto Scrittore Lorenzo Nardean Scrittore e finalista Premio Campiello Giovani 2018

segreteria a cura di Eddi Cecchinato Claudia Simionato progetto grafico DNA Italia www.dnaitalia.com Si ringraziano gli Enti, le aziende, gli operatori, gli insegnanti, i genitori, gli alunni e tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione dell’iniziativa.

Progetti Speciali Assocalzaturifici

©2019 Scarpetta d’Oro c/o Consorzio Maestri Calzaturieri del Brenta via Mazzini, 2 - 30039 Stra (Ve) tel. 049 980 1422

Alessandra Tugnolo Giornalista, DNA Italia

info@scarpettadoro.org www.scarpettadoro.org

Amalia Lieta Smajato Imprenditrice, Calz. Valbrenta srl


Questo libro è stato impaginato utilizzando la font TestMe, una font “libera”, work in progress, basata sui principi del Design for All. TestMe è progettata per migliorare la lettura delle persone con DSA (disturbi specifici dell’apprendimento) come la dislessia. finito di stampare nel mese di ottobre 2019 da Tipografia Nuova Jolly via delle Industrie, 28 Rubano (PD)




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