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FILIERA DEL FOOD PIÙ PROTETTA
Grazie Ad Authentico Srl E Alla Blockchain
Giuseppe Coletti, Ceo e co-founder dell’azienda: “Numerose le aziende italiane hanno aderito al progetto che punta alla tracciabilità della filiera alimentare italiana”
Ridare fiducia ai consumatori italiani rendendo riconoscibile tutto il percorso della produzione in ambito food. Come? Con Authentico, la piattaforma che permette la tracciabilità della filiera alimentare attraverso l’uso della tecnologia blockchain che riesce a informare il consumatore non solo sulla provenienza dei singoli prodotti ma anche sui dati aziendali, i report, i macchinari e le strutture utilizzate durante l’intero processo. A presentare il progetto durante la prima edizione di Paperless & Digital Awards è stato Giuseppe Coletti, Ceo e co-founder di Authentico Srl.
“Authentico aiuta le aziende a diventare più trasparenti e a raccontare tutta la filiera e tutti i fornitori collegati alla produzione di un prodotto, partendo dall’origine della materia prima ai processi produttivi – ha spiegato Coletti - Tutto questo viene tracciato sulla blockchain che, grazie alle sue caratteristiche come l’inviolabilità e la sicurezza, consente di dare un grado di affidabilità alle informazioni tracciate. Il risultato di questa operazione è un QR Code che viene stampato sulla confezione del prodotto dove il consumatore, facendo la lettura del QR Code, riesce a fare il procedimento inverso. Riesce a scoprire quello che sta mettendo a tavola partendo da dove è nata la materia prima”.
Una soluzione che riesce a recuperare la fiducia da parte del consumatore e combattere l’Italian Sounding, ovvero quel fenomeno che consiste nell’utilizzo, su etichette e confezioni, di denominazioni, riferimenti geografici, immagini, combinazioni cromatiche e marchi che evocano l’Italia e in particolare alcuni dei suoi prodotti più tipici. Un esempio? Il parmigiano e la mozzarella.
“L’Italian Sounding fattura, ad oggi, 79 miliardi di euro – ha continuato il Ceo di Authentico Srl - Più di noi, che ne fatturiamo 52. In pratica, imitandoci, si riesce a vendere di più. Al fenomeno dell’Italian Sounding va affiancato quello della contraffazione, tutto italiano, che va ad incidere sulla fiducia del consumatore e fa risultare un ammanco considerevole. Oggi il consumatore che vuole avere fiducia in un prodotto ha bisogno di un sistema che lo tranquillizzi, che dimostri che la scritta Made in Italy sia vera”.
Il circuito virtuoso al fianco dei consumatori però è complicato da creare, anche se i risultati iniziano ad essere incoraggianti.
“Con questo progetto siamo partiti di recente, nel 2019 poi con la piattaforma – ha concluso Coletti - È da circa un anno che invece abbiamo iniziato a creare sistemi. Ad oggi abbiamo 16 aziende che già hanno tracciato la filiera e, credeteci, nel panorama italiano sono tantissime se si considerano anche le aziende facenti parte dell’indotto e che operano all’interno della filiera. Consideriamo che ci sono aziende che hanno anche 50 partner”.