NON DI SOLA NATURA VIVRÀ UN GIARDINO

Page 1

NON DI SOLA NATURA VIVRA’ UN GIARDINO

Aramini Carlo Maria Scuola Secondaria di Primo grado Classe 3B

Anno Scolastico 2019-2020


INDICE

INTRODUZIONE .................................................................................................................................. 2 GIARDINO ALL’ITALIANA .................................................................................................................. 4 Villa Lante a Bagnaia ........................................................................................................................... 5 Caratteristiche del giardino rinascimentale italiano ......................................................................... 9 GIARDINO INGLESE ........................................................................................................................ 11 Il giardino di Stowe ............................................................................................................................. 12 Caratteristiche del giardino paesistico inglese ............................................................................... 16 GIARDINO GIAPPONESE ................................................................................................................ 18 l giardini di Katsura ............................................................................................................................. 20 Caratteristiche del giardino giapponese.......................................................................................... 22 CONCLUSIONE ................................................................................................................................. 25 SITOGRAFIA E BIBLOGRAFIA ....................................................................................................... 26

Pag. 1


INTRODUZIONE Da come si vede dalle foto, sono appassionato del giardino fin da quando ero alto poco più di un tappo e insieme al mio fidato compagno di avventure, il mitico cingolato che non mi ha mai abbandonato, andavo nei giardini dovunque ero chiamato, a mettere in ordine o a sconfiggere le maledettissime erbacce. Ero l’eroe del mio stupendo giardino; infatti operavo in tutte le stagioni passando da un caldo torrido a nevicate che a momenti non mi ci si vedeva più, ma io ero lì a fare il mio lavoro tutto orgoglioso.

Pag. 2


I giardini hanno la funzione di creare un legame tra uomo e natura, infatti, non esiste civiltà che, anche in modo primitivo, non abbia una forma di giardino. I primi concetti di giardino erano riferiti alla religione, associati all’idea di paradiso come per esempio il giardino dell’Eden come citato nella Bibbia. Successivamente, nei secoli, il giardino inizia ad assumere altre funzioni: una legata al semplice “godimento sensoriale” data dalla pura osservazione delle forme, dei colori e degli elementi naturali, l’altra legata ad un “godimento estetico”, legato ad un processo creativo che rende il giardino un mondo da contemplare tipico di un’opera d’arte. Indipendentemente dalla variazione di aspetto dovute all’ambiente o al clima o all’epoca, l’arte dei giardini, come le altre arti, assume principi compositivi che si ritrovano in tutte le espressioni artistiche dello stesso periodo. Le caratteristiche del giardino sono in oscillazione

Il giardino dell’Eden

continua tra natura e artificio a seconda della cultura e del gusto dell’epoca. Per questo motivo ho deciso di approfondire tre giardini diversi, fortemente rappresentativi di una determinata cultura in una precisa epoca: italiana, inglese e giapponese. Queste diverse tipologie di giardini, molto diversi tra loro, ben rappresentano lo stretto legame tra cultura e giardino. Ho scelto questo argomento perché, come detto, fin da piccolo sono sempre stato un grande appassionato del verde e della natura e mi sembrava bello approfondirlo partendo da queste domande: Come è interpretato il giardino nelle diverse culture e stati del mondo? Da che desiderio sono nati? Perché sono così diversi fra loro? Inoltre vorrei capire, attraverso lo studio dei giardini, aspetti legati alla cultura dei popoli.

Pag. 3


GIARDINO ALL’ITALIANA Il giardino all’italiana ha il suo massimo sviluppo nel tardo rinascimento, attorno al 1550; tuttavia l’idea nasce molto prima, a partire dal 1400. Il XV secolo è un periodo di “rinascita”, di forte rinnovamento generale, di grande rivoluzione culturale ed artistica, con l’idea di stabilire un legame con la cultura classica ed abbandonare la tradizione medioevale. Gli architetti si propongono di far rinascere gli antichi criteri di progettazione, basati sullo studio delle proporzioni. Spesso il disegno di piante e facciate si costruisce su una griglia modulare che stabilisce le misure fra le varie parti della costruzione, in modo che l’osservatore percepisca l’armonia dell’insieme. Seppur non ci siano esempi di giardini realizzati nel ‘400, troviamo alcuni suggerimenti che riguardano la progettazione del giardino in famosi scritti quali il De Architettura di Leon Battista Alberti e Il Trattato di Di Giorgio. In questi testi si stabilisce che il giardino debba essere una composizione unitaria, geometrica, disciplinata da una norma architettonica che deve essere rispettata da tutti gli elementi del giardino, sia lapidei che vegetali. Dai primi anni del 1500 il giardino diventa materia di progettazione esclusiva per gli architetti e non più ideato dai proprietari o dai giardinieri. I primi due architetti che progettarono un giardino all’italiana sono stati il Bramante, incaricato alla sistemazione del giardino del Cortile di Belvedere in Vaticano e poco dopo Raffaello con i lavori di Villa Madama. Verso la metà del ‘500 scoppiò la moda delle ville, specialmente a Roma e dintorni, ed è qui che il giardino italiano raggiunge la sua piena maturità, assumendo tutte quelle caratteristiche che ne fanno una delle creazioni più brillanti del Rinascimento.

Jacopo Barozzi Vignola

Parecchie ville vennero realizzate quasi contemporaneamente ad opera del Vignola, considerato l’architetto paesaggista dell’epoca, cui si devono i famosi giardini di villa Lante a Bagnaia e i giardini di Caprarola.

Pag. 4


Villa Lante a Bagnaia

La villa fu progettata dal Vignola sotto commissione del Cardinale Francesco de Gambara nel 1568. Il giardino è la parte più caratteristica della villa, specialmente i giochi d’acqua dalle cascate alle fontane. Questa armonia di acque e la perfezione del suo flusso fu raggiunta grazie all’aiuto di Tommaso Vinucci, specialista di architettura idraulica che supervisionò il progetto idraulico. Vignola ne sviluppò la progettazione su un unico asse orientato da nord a sud lungo un pendio. Il dislivello esistente, di circa 16 metri, permise la creazione di una vista prospettica che permette al visitatore fin dal suo ingresso di vedere l’intero complesso.

Pag. 5


Il dislivello ha permesso la creazione di tre terrazzamenti raccordati tra loro da due pendii regolari: il primo racchiuso fra i due casini e il secondo in corrispondenza della catena d’acqua. Il giardino è definito da due recinti rettangolari successivi, di cui il primo più grande. Ciascun recinto ha la lunghezza circa doppia della larghezza e perciò vengono formati da due quadrati; il piano d’assieme risultante rispetta i criteri di dimensionamento modulare. La parte piana che si presenta all’ingresso, ha la forma di un perfetto quadrato suddiviso a sua volta in sedici quadrati, di cui i quattro interni occupati da specchi d’acqua con al centro una fontana circolare sopraelevata, chiamata la fontana dei Mori ed

i

perimetrali

destinati

a

ornamenti vegetali. L’abitazione è formata da due casini uguali di elegante disegno disposti rispetto

simmetricamente all’asse

visuale.

Essendo i due edifici di modeste dimensione, funzione

svolgono di

complementari,

la

elementi quasi

delle

quinte con l’intento da parte del Vignola di chiudere la visuale Fontana del Diluvio

prospettica verso la fine del giardino.

L’acqua segue l’asse del giardino: lungo il percorso assume forme dinamiche e decorative associate a motivi scultorei. L’acqua sgorga da un pendio roccioso per arrivare

nella

fontana

“del

Diluvio” caratterizzata da motivi rustici per poi raggiungere la fontana “dei Delfini” contornata da

un

recinto

ottagonale

formato da basse siepi di bosso; quindi, fluendo verso il successivo pendio, fra due piccoli viali a cordonata, forma

Fontana dei Delfini Pag. 6


la meravigliosa catena: l’acqua sgorga dalla bocca di un grande gambero, convogliata da un canaletto formato da elementi a bordo ondulato, va ad alimentare la monumentale fontana “dei Giganti�,

grande

composizione

decorativa addossata ad una scala.

Fontana dei Giganti: particolare

Fontana dei Giganti

Pag. 7


A questa segue la fontana detta dei “Lumini” di forma semplice e geometrica, la cui decorazione è costituita da numerosi zampilli d’acqua. Il ripiano in basso, come precedentemente detto, è ornato da una magnifica fontana circolare cui si accede mediante passerelle che attraversano gli specchi d’acqua formando quell’originale motivo a parterre d’acqua che come la catena d’acqua è una delle più felici invenzioni del Vignola. Per quanto il giardino sia di modeste dimensioni, rappresenta l’opera più caratteristica e perfetta del Rinascimento, rappresentando l’ideale compositivo cinquecentesco per l’armonia, la metrica geometrica e l felice integrazione di tutta l’arte dei giardini: architettura, scultura, vegetazione ed ornamenti d’acqua.

Catena d’acqua

Pag. 8


Caratteristiche del giardino rinascimentale italiano Nato in un periodo di splendore, il giardino del ‘500 riflette l’umanesimo razionale dell’epoca che afferma il dominio dell’uomo sul mondo in cui vive. In questo ambito egli richiede che anche il giardino sia uno spazio di residenza all’aria aperta e, come questa, deve obbedire alle norme architettoniche. Gli elementi vegetali sono considerati come qualsiasi altro materiale da costruzione e quindi devono adattarsi a forme volute (arte topiaria). La progettazione del giardino deve seguire le stesse norme che disciplinano la costruzione muraria: simmetria, prospettiva, disposizione di fondali. Di norma il giardino deve rispondere alle seguenti regole: -

Deve avere una forma ben definita e nettamente differenziata dalla natura

circostante pur mantenendo un collegamento con essa. -

Il luogo scelto per la realizzazione del giardino è in collina, anche con forti pendii.

-

Il terreno viene modellato in forme geometriche e regolari con terrazzamenti e

spiazzi fra loro collegati mediante scalinate e rampe e nessuna parte viene lasciata nelle condizioni naturali. -

Esiste sempre un asse principale ed è orientato sempre verso il pendio e su di

esso si sviluppano tutte le componenti del giardino. -

La villa è situata perlopiù in cima alla collina, al termine della linea visuale o a

metà collina. Dall’edificio si estendono muri, scalinate, gradinate e parapetti per stabilire un graduale collegamento fra edificio e vegetazione. -

I viali, sempre fra loro ortogonali, dividono il giardino in forme geometriche ben

precise e orientano la vista dell’osservatore verso i punti interessanti dove costruzioni, statue, fontane e motivi decorativi sapientemente posizionati rompono l’uniformità dei tracciati. -

L’acqua non appare mai nel suo aspetto naturale ma in forme artificiali e a solo

scopo decorativo mediante zampilli, cascate e fontane. Essa segue un percorso rettilineo formando cascate, fontane e giochi vari per arrivando in bacini e vasche. -

La prevalenza degli elementi murati e lapidei sugli elementi arborei e vegetali è

una composizione dove ogni spazio è definito e nulla è lasciato libero al caso. -

Le piante maggiormente utilizzate sono i sempreverdi quali: cipressi, pini, lecci

che si dispongono allineati lungo i transiti. Gli arbusti, oltre che sempreverdi, devono essere a fogliame minuto in modo da poter essere ridotte in forme geometriche regolari, per realizzare bordure e pareti; tra questi: il tasso, l’alloro, il bosso e il mirto. Pag. 9


-

Le piante di agrumi hanno funzione puramente ornamentale e sono collocati in

vasi ad intervalli regolari, su pilastri e balaustre al posto dei fiori. -

Non si utilizzano fiori.

-

I labirinti sono considerati elementi attrattivi: inizialmente piccoli e semplici a

disegno geometrico poi piĂš grandi e complessi. Erano generalmente realizzati con alte siepi e squadrate con uno spiazzo centrale dove si trovava una piramide o una torre o un grande albero.

P a g . 10


GIARDINO INGLESE Il giardino paesistico, o inglese, si sviluppa nel 1700. Il pensiero dell’illuminismo introduce una nuova concezione del mondo e stabilisce un diverso rapporto tra uomo e natura. La natura in tutte le manifestazioni ed espressioni, viene considerata come una creazione perfetta di Dio e l’atteggiamento dell’uomo rispetto ad essa diventa passivo. La concezione rinascimentale che considera l’uomo padrone della natura è completamente annullata e rovesciata. Il termine “natura” acquista un significato etico e religioso. L’uomo e la natura, non più contrapposti, si identificano in una stessa unità spirituale; Dio è “l’artista sovrano della natura”, quindi tutto ciò che è naturale viene considerato bello e perfetto. La natura è artisticamente completa e quindi cade ogni distinzione tra bellezza naturale e bellezza artistica; scompare ogni contrasto tra giardino e paesaggio prima considerati in contrapposizione. Questa è la fine del giardino classico in quanto questo imponeva lo snaturamento della natura. Fu Rousseau a dare l’impulso decisivo imponendo il ritorno alla natura mettendo al centro della vita dell’uomo il sentimento e non l’intelletto, la coscienza della forza divina presente nella natura al posto della scienza. Nel suo romanzo “Nouvelle Heloise” Rousseau descrive il giardino ideale: “è vero che la Natura ha fatto tutto, ma sotto la mia giuda e non vien nulla che io non abbia ordinato”. Questa frase esprime in sintesi la forma del giardino paesistico del ‘700, questa idea di giardino fu

anche

dell’epoca.

sostenuta

dai

pittori

paesaggistici Jacques Rousseau

Il giardino paesistico europeo nasce in Inghilterra, in un ambiente che avevo accettato passivamente la maniera classica, avendola subita come una pura moda. Il passaggio fra le due concezioni fu introdotta dall’architetto Bridgeman, famoso per i suoi disegni di giardino del 1720. Anche se rispettoso della concezione classica, egli non ruppe definitivamente con il passato, ma attuò una serie di provvedimenti: eliminò ogni forma di arte topiaria, abolì i muri di recinto, sostituendoli con fossati in modo da collegare giardino e paesaggi e ridusse la regolarità degli schemi classici. P a g . 11


Il giardino di Stowe

Uno dei piÚ famosi giardini paesaggistici è quello di Stowe (Buckinghamshire) in Inghilterra realizzato tra il terzo e il quarto decennio del Settecento da Charles Bridgeman e William Kent, che ricopre un ruolo piuttosto determinante nell'ambito della storia del giardino. La proprietà di Stowe apparteneva alla famiglia Temple fin dal 1571. Nel 1680 Richard Temple vi aveva costituito una nuova residenza ed aveva chiamato i nomi piÚ famosi del giardinaggio inglese a progettarne il parco. Il giardino viene rimodellato nella struttura originaria a pianta pentagonale, ancora organizzato secondo lunghi

Charles Bridgeman

P a g . 12


assi radiali, e nel corso degli anni viene ampliato seguendo l'evolversi delle diverse teorie estetiche, finendo per diventare uno dei più importanti modelli di riferimento. Nel parco si susseguono ben 38 monumenti tra cui La Piramide, il tempio di Venere, il tempio dei grandi uomini britannici e il tempio gotico, in modo che vi sembrino riuniti differenti luoghi e civiltà. Negli anni intorno al 1735 il parco viene ampliato da William Kent, uno dei grandi protagonisti del giardino paesaggistico. William Kent

L'architetto realizza nella zona sud-ovest del giardino un romitaggio e un

tempio di Venere, mentre a est progetta un vero e proprio paesaggio arcadico, i campi elisi, dai molteplici significati simbolici. In questa zona, tramite l'accorta disposizione di architetture classicheggianti, viene affrontato il tema dell'eterno conflitto tra politica e virtù. Una sorta di itinerario allegorico collega i diversi edifici. Il tempio della Virtù antica racchiude le statue dei più famosi personaggi dell'antica Grecia. A esso viene contrapposto il tempio della Virtù moderna, costituito da un edificio in rovina che allude alla decadenza dei costumi contemporanei. Poco più oltre, al di là del fiume Stige sorge il tempio delle Virtù britanniche, a forma di ampia esedra ornata

La Piramide (Lord Cobhan Pillar)

di nicchie contenenti i busti di sedici uomini inglesi famosi. Il messaggio che traspare è chiaro: l'Inghilterra del passato con i suoi filosofi, uomini di scienza non è inferiore alla civiltà dell'antica Grecia. I giardini nel corso del tempo continuarono ad essere ampliati e Il tempio di Venere

modificati secondo le nuove teorie P a g . 13


dettate dall'evolversi del gusto: verso la metà degli anni

quaranta,

Lancelot

Brown, capo-giardiniere di Stowe dal 1741, che da lì a poco diventerà uno dei più rinomati paesaggisti inglesi, viene incaricato di sistemare una nuova area vicino

ai

campi

elisi,

la cosiddetta "valle greca",

Il tempio dei grandi uomini britannici

una vasta area in forma di anfiteatro in cima alla quale viene eretto il tempio greco. Alla

fine

degli

anni

quaranta gli interventi più importanti sono compiuti e la porzione di paesaggio "progettato" copre un'area di circa 36.000 ettari.

Il tempio gotico

Palazzo Stowe (oggi utilizzato come scuola) P a g . 14


Vista del parco

Vista del parco

P a g . 15


Caratteristiche del giardino paesistico inglese Il giardino paesistico non emette eguaglianze, simmetrie e forme che non siano quelle naturali. In esso tutto deve apparire vario, spontaneo e in piacevole abbandono. Il compito dell’artista è quello di conferire l’aspetto più gradevole che è in grado di rappresentare utilizzando al meglio gli elementi a sua disposizione scegliendo gli oggetti naturali più attraenti componendoli in un nuovo insieme, ma in modo che appaia fatto dalla natura stessa. Di norma il giardino deve rispondere alle seguenti regole: -

La superfice del terreno si presenta concava, convessa o piana. Le forme concave e convesse creano combinazioni infinite; è necessario che non formino mai figure regolari quali il semicerchio e i grandi settori di cerchio. In un terreno la forma concava deve dominare perché offre una maggiore superfice visibile conferendo maggiore profondità alla prospettiva. La forma convessa si presenta, solitamente, nel profilo delle colline e per ben figurare deve sorgere da un avvallamento e mai da una superfice piana.

-

La vegetazione presenta tre aspetti principali: forma, colore e grandezza. Queste devono essere considerate nella composizione di raggruppamenti.

-

Benché non siano indispensabili le acque costituiscono l’elemento che anima maggiormente una composizione paesistica. Le acque si distinguono tra correnti e stagnanti. È buona regola tenere il fiume nascosto sia al suo ingresso sia al suo punto di uscita dal giardino, il ruscello esige andamento irregolare, dislivelli e percorso diverso; è spesso sufficiente un po' di pietra o ghiaia per ottenere particolari effetti vivaci e acustici. Ponti servono per consentire un agevole collegamento tra le parti del giardino. Le cascate possono aiutare ad arricchire alcune parti del giardino, la sua bellezza è legata alla sua altezza, abbondanza e limpidezza delle sue acque.

-

Per quanto le rocce devono essere considerate un elemento secondario, conviene sempre approfittare della loro presenza per trarre effetti di forza e di contrasto.

-

Gli edifici sono introdotti dall’uomo nel giardino e per questo bisogna averne un numero limitato e possono comunque correggere il carattere di una scena e equilibrarla in rapporto agli oggetti compresi della stessa veduta. Rovine sono elementi molto espressivi e possono formare con i loro ornamenti gruppi molto pittoreschi. P a g . 16


-

La natura non dispone di via; queste sono opere dell’uomo e degli animali. Uno dei problemi legati al giardino paesistico è appunto quello dei viali e del loro tracciato. Nel giardino paesistico perciò viali e sentieri devono esprimere una stretta cooperazione tra volontà dell’uomo e condizioni naturali, essi hanno la funzione di portare il visitatore nei punti di migliore visuale e il loro insieme deve presentarsi armonico.

P a g . 17


GIARDINO GIAPPONESE L’arte dei giardini, come l’architettura e le altre arti, fu introdotta in Giappone agli inizi del V secolo d.C. con l’avvento del buddismo, proveniente dalla Cina. Il tipo di giardino importato fu quello paesistico, già sviluppato nei secoli precedenti in Cina ed ispirato a paesaggi simbolizzanti un paradiso di perenne giovinezza e piacere eterno. Questo genere comportava principalmente un lago rappresentante il mare e un’isola nel mezzo, raffigurante la montagna sacra, sede di tutte le felicità. L’epoca successiva segnò l’avvento del regime feudale, con la classe guerriera dei samurai al potere, e l’introduzione della dottrina buddista Zen. Questa, sviluppatasi nel 1300, influenzò in maniera decisiva la vita del popolo inspirando il gusto della semplicità, della serenità e della raffinatezza dando un forte impulso all’arte dei giardini. L’idea del giardino in questa epoca è strettamente legata all’arte pittorica e più famosi disegnatori di giardini furono i grandi pittori del XV secolo, Sesshu Sesshu Toyo

e Soami; a quest’ultimo si deve il giardino di Ryoan-Jei, situato presso la città di Kyoto. È

realizzato in un piccolo spazio di 216 m2, annesso ad un monastero: il terreno è piano, coperto di sabbia bianca e su di esso sono disposte 15 pietre in 5 gruppi. Manca qualsiasi piantagione arborea e l’unico elemento vegetale è il muschio che ricopre parzialmente le pietre. Al di là delle palizzate si

Le quattro stagioni (Soami Nakao)

elevano però fitte alberature che fanno da cornice al recinto. L’aspetto è singolare, severo e predispone alla meditazione. Nacque così il paesaggio secco. Il periodo di Momoyama (1583-1603) segnò la nascita del giardino destinato alla cerimonia del Thè. Per questa cerimonia fu necessario creare un’ambiente adatto: un P a g . 18


padiglione con annesso giardino disposto secondo norme dettate dai maestri della cerimonia che divennero così maestri nell’arte dei giardini apportando nuove idee e la creazione di nuovi elementi. Per il suo naturalismo e l’aspirazione alla vita semplice, la cerimonia del the può assimilata alla meditazione filosofica dei preti buddisti della setta Zen, che la praticavano nella solitudine delle montagne in un ambiente caratterizzato da riposante calma. I maestri di cerimonia cercarono di rappresentare in un piccolo spazio che però suscitasse le stesse sensazioni di una scena naturale, solitaria e montagnosa; introdussero a tal fine l’uso del trapianto di grandi alberi presi dai boschi. Nell’impiego delle pietre evitarono la tecnica del giardino a secco, preferendo una disposizione semplice e spontanea. È necessario realizzare un sentiero per accedere al luogo della cerimonia e la veduta del giardino deve essere goduta percorrendolo, deve essere di piccole dimensioni in modo da essere percorso da una sola persona; lungo il sentiero sono disposti ornamenti quali vasca, pozzo e

lanterne

di

pietra

posizionati

secondo una precisa regola. In questo tipo di giardino si introdurre per la prima volta l’uso di piante sempre verdi evitando alberi e arbusti Giardino per la cerimonia del thè

con fiori. Questa

tipologia

si

evolse

aumentando le dimensioni e introducendo delle vaste estensioni a prato includendo anche la riproduzione del monte Fuji in miniatura.

P a g . 19


l giardini di Katsura

L’opera più importante di questo periodo è costituita dei giardini della villa imperiale di Katsura, in periferia di Kyoto, capolavoro di Kobori-Enshu (1579-1647) grande artista e maestro della cerimonia del the. I giardini, di estensione di circa 4 ettari, hanno la parte centrale occupata da un lago di medie dimensioni, circa 1/6 dell’intero giardino, su cui si affacciano le costruzioni principali della villa imperiale. Numerosi padiglioni sono disseminati nel parco, lungo le rive del lago e sulle isole ed alcuni di essi hanno un proprio giardino per la cerimonia del the.

Koboru_Enshu

Questi giardini differiscono tra loro per la forma, lo stile e la varietà di composizione e rappresentano i migliori esempi dell’epoca; i più vicini al palazzo sono di stile classico “Shine”, i più lontani sono meno rigorosi. P a g . 20


L’ingegnosità evidenziata

del nella

mastro

è

straordinaria

varietĂ del posizionamento dei padiglioni, nel disegno di ponti, lanterne e vasche. Gli alberi sono impiegati e distribuiti in modo che venga esaltata la caratteristica di ognuno di essi e per questo, ogni collina ha un boschetto realizzato con una sola essenza. Partendo dal palazzo imperiale,

Villa di Katsura

un sentiero sinuoso collega i vari

padiglioni e i relativi giardini. I padiglioni principali

sono

lo

Shokin-Tei,

che

costituisce quasi il centro architettonico di tutto il parco e lo Shoka-Tei situato sulla maggiore delle isole.

Shoka-Tei

Shokin-Tei (esterno ed interno)

P a g . 21


Caratteristiche del giardino giapponese Il disegno del giardino giapponese, cercando di rappresentare un paesaggio naturale, necessita la scelta di un motivo; le montagne, le colline, i corsi d’acqua, le rocce e le vallate solitarie, sono i temi preferiti. Come nella pittura, questi paesaggi, creati dall’immaginazione dell’artista, non sono una riproduzione fedele dei paesaggi ma solo una suggestione astratta del loro aspetto. Nei giardini, i motivi più comuni si ispirano a schizzi e bozzetti di paesaggi rustici ispirati a vedute reali. Quando lo spazio a disposizione è limitato si ricorre a un procedimento simile a quello adottato alla pittura impressionistica o si dà al giardino la forma di un’ellisse. Di norma il giardino deve rispondere alle seguenti regole: -

Le pietre, rappresentanti una montagna elevata devono essere disposte in

maniera da accentuare la natura rocciosa; per indicare il pendio di una collina basta qualche pietra disseminata tra l’erba e i cespugli. Si procede con lo stesso metodo nell’uso delle pietre nelle cascate e lungo le rive dei laghetti, degli stagni e dei corsi d’acqua. Le pietre prese dalle montagne devono essere impiegate per un paesaggio montano mentre quelle tondeggianti, provenienti dai fiumi, devono servire per i bordi dei ruscelli e quelle provenienti dal mare devono essere destinate a specchi d’acqua che simboleggiano il mare. -

La scelta del soggetto del paesaggio da creare deve essere suggerita sia dalla

sua forma sia dalla sua estensione. Se il terreno presenta una bella vegetazione naturale o un corso d’acqua si cerca il massimo da questi elementi. -

La grandezza del giardino fluisce notevolmente sulla sua forma. In una piccola

superficie la composizione deve presentarsi perfetta per essere goduta interamente da un solo punto di vista e deve essere realizzata come un paesaggio in miniatura. Gli elementi usati possono essere naturali (la montagna, la collina, il bosco, il cespuglio, lo stagno, il mare, il fiume, il ruscello e la cascata) o artificiali (il sentiero, il ponte e il chiosco) oltre agli ornamenti caratteristici quali la lanterna e la pagoda. Il giardino di medie dimensioni risponde a esigenze più complesse dovendo essere goduta dalla persona che lo attraversa in tutta la sua lunghezza. Il motivo paesistico va svolto con maggiore ampiezza e deve presentarsi vario e armonico col variare dei punti di vista assunti dai visitatori lungo il percorso. A questo tipo appartiene il giardino per la cerimonia del Thè. P a g . 22


Per ottenere questo risultato il giardino è diviso in due parti: il giardino esterno e il giardino interno, attraversati da un sentiero che dalla parte di ingresso conduce al padiglione della cerimonia. Lungo il percorso sono disposti in modo non casuale lanterne di pietra, vasche di pietra per lavarsi le mani, ornamenti in pietra, alberi e arbusti. Per grandi estensioni il giardino assume la funzione di parco da passeggio e richiede ancor maggior complessità nel disegno e nella concezione degli elementi. Il giardino del palazzo di Katsura è il prototipo di questo genere; esso contempla numerosi piccoli giardini annessi ai padiglioni tra loro armonizzati come una successione di scene. In qualsiasi tipi di giardino il motivo d’acqua (lago, stagno, ruscello) deve trovarsi al centro. Le cime di montagne, le colline e gli alberi, figurano in una posizione di fondo e nel caso vi sia una cascata deve scaturire tra le colline, a sinistra della scena, in modo che l’acqua attraversi il giardino scorrendo da sinistra verso destra. -

Il giapponese considera l’ambiente casa-giardino, come un tutt’uno che

rappresenta il suo vero mondo, perciò devono essere perfettamente integrati in armonia. La casa senza mai prevalere sul giardino, assume fattezze pittoresche e deve essere sempre essere ad un solo piano, leggermente sopraelevata, con una planimetria decisamente articolata con elementi che avanzano o arretrano sul giardino, accentuandone l’intimo legame. L’uso di verande e di elementi costruttivi quali pannelli scorrevoli o pieghevoli, contribuisce ad ottenere una perfetta compenetrazione tra gli ambienti della casa e lo spazio esterno del giardino. Particolare cura è richiesta per il disegno della copertura in modo d’essere inserita armonicamente nella visione dei giardini e delle linee del paesaggio. -

Gli elementi arborei sono costituiti essenzialmente da alberi nani o di lenta

crescita. Gli alberi che tendono ad una rapida crescita vengono sottoposti ad una particolare tecnica che ne limita lo sviluppo e questa tecnica si rende necessaria poiché un giardino in miniatura richiede elementi in scala adeguata. Gli alberi in uso sono: conifere, alberi a fogliame sempreverde ed è senza forma caduca, questi, quando vengono impiegati assumono una minor importanza. Un posto speciale è destinato ad alcune piante semi-tropicali quali: specie di bambù che offrono un effetto coloristico assai piacevole. Gli arbusti utilizzati sia a fogliame permanente che a fogliame caduco con preferenza per quest’ultimi, per la loro fioritura primaverile e la colorazione delle foglie in autunno. Le piante rampicanti, per lo più edera e glicini, servono a guarnire e a coprire tralicci e chioschi.

P a g . 23


-

Le pietre e le rocce impiegate devono apparire vetuste e modellate da elementi

naturali come tracce si salsedine, di conchiglie se provenienti dal mare, coperte di muschio e corrose dalle intemperie se provenienti dalle montagne. Le pietre si adoperano inoltre in forme elaborate, negli elementi ornamentali quali lanterne e vaschette per il lavaggio delle mani. Lanterne, vasche e pagode possono essere anche in ferro, rame o bronzo perché materiali facilmente invecchiano nel tempo. In qualche caso questi ornamenti sono in porcellana. -

Nel giardino si adottano infine numerosi altri materiali fra i quali il bambù e il

legno. Quest’ultimo compare in varie essenze: il pino, il castagno e la criptometria japonica, che è il materiale più utilizzato nella costruzione di case. I bambù sono utilizzati per le siepi, le palizzate ed anche per la costruzione di padiglioni, portali e porticati.

P a g . 24


CONCLUSIONE Il titolo suggerisce che un giardino ha bisogno della mano dell’uomo, e questa può agire in modo diverso ed è influenzata sia dal periodo storico sia dalla cultura del luogo. Analizzando tre giardini: italiano, inglese e giapponese, abbiamo visto infatti che sono molto diversi. Il primo rispecchia la sensibilità per il bello tipica di noi italiani; il secondo la sensibilità naturalistica degli inglesi e il terzo rispecchia la sensibilità alla riflessione personale tipica del popolo giapponese. Il giardino nasce grazie al desiderio di utilizzare lo spazio esterno alla casa e come essa necessita di altrettanta cura e attenzione. Approfondendo mi sono meravigliato nello scoprire che quella dei giardini è una vera e propria arte e come tale rispetta i movimenti culturali significativi di ogni epoca. Infatti il giardino italiano è rinascimentale, quello inglese illuministico e quello giapponese è legato alla cultura zen. Tale legame è anche evidenziato dai collegamenti tra il disegno dei giardini, le pitture e gli scritti dell’epoca. A seguito di questa analisi mi sono fatto una domanda: come sono i giardini della nostra epoca? A quale cultura fanno riferimento? Secondo me la globalizzazione ha permesso la diffusione e il mischiarsi delle diverse culture e quindi anche i giardini hanno subito tale trasformazione. Non è quindi più possibile associare uno stile ad un singolo paese. Il piccolo bambino che tagliava la siepe un po' a caso, dopo la ricerca fatta, ha capito che non basta solo il suo cingolato per fare un giardino.

P a g . 25


SITOGRAFIA E BIBLOGRAFIA

japanhoppers.com/it/kansai/kyoto/kanko/630/ nationaltrust.org.uk/stowe naturaeartificio.it rocaille.it/villa-lante/

Fariello Francesco, Architettura dei giardini, Roma, Edizioni dell’Ateneo, 1967 Formilli Rossella, Lezione di arte, Torino, SEI, 2014 Inzerilli Priscilla, La villa imperiale di Katsura attraverso la tradizione letteraria giapponese, Roma, Centro Studi Darśana, 2013 (pdf)

P a g . 26


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.