BASKIN...CHE SCOPERTA!

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Scuola Sacra Famiglia

A.S.2019-2020

BASKIN… CHE SCOPERTA!

Francesco Ventura 1

classe 3A


Indice generale INTRODUZIONE: “La mia scoperta!” ........................................................................................................................3 Cos’è il Baskin? .......................................................................................................................................................4 Caratteristiche, adattamenti e regolamento ...........................................................................................................5 Adattamento delle strutture e degli spazi………………......................................................................................6 Adattamento dei materiali ............................................................................................................................6 Ruoli dei giocatori .........................................................................................................................................6 I RUOLI NEL NUOVO REGOLAMENTO ............................................................................................................7 RUOLO 1 .............................................................................................................................................7 RUOLO 2 ............................................................................................................................................8 RUOLO 3 .............................................................................................................................................8 RUOLO 4 .............................................................................................................................................9 RUOLO 5 .............................................................................................................................................9 CONCLUSIONE: La mia esperienza......................................................................................................................... 10 BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA................................................................................................................................. 11

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INTRODUZIONE: “La mia scoperta!” Tanti se lo chiedono quando lo sentono per la prima volta. Innanzitutto è uno sport, che io ho scoperto all’età di 13 anni. Fino a quel momento nemmeno io sapevo cos’era, o meglio non mi interessava saperlo, perché per me lo sport era giocare a calcio, correre a dietro ad un pallone, tirare in porta e nient’altro. Fin dall’età di cinque anni infatti, io ho sempre giocato a calcio in una società di Cremona che ha la scuola calcio, e li vi ho giocato fino ai 10 anni circa finchè ad un certo punto mi hanno fatto capire che non c’era più posto per me e quando ero quasi rassegnato a lasciare il calcio, che era la mia più grande passione, un ragazzo di nome Andrea mi ha cercato per permettermi di giocare ancora un paio d’anni con la sua squadra in un’altra società della città. Oltre ad aver conosciuto ragazzi nuovi che mi hanno accolto come se fossi sempre stato loro amico, sono riuscito a portare avanti ancora un po’ la mia voglia di giocare a calcio. Dentro di me però sapevo che prima o poi, quel mondo che tanto sognavo, avrei dovuto lasciarlo, in quanto il mio stato fisico non avrebbe potuto stare a livello di quelli che sono i modi e metodi dello sport del calcio adolescenziale. Quel giorno arrivò! Per me non c’era più ragione di cercare nessuno sport, se il calcio non avessi potuto più giocarlo, non mi sarei visto in grado di giocare in nessun altro sport. Un giorno, accompagnando mio fratello a Minibasket, mia mamma senza informarmi ha chiesto all’allenatore se non potevo entrare nel mondo del Baskin anch’io. Io al momento ero arrabbiatissimo, perché assolutamente non volevo, non mi piaceva il Basket, figuriamoci il Baskin, che non sapevo nemmeno cos’era. Ci si mette d’accordo per andare ad un allenamento di Baskin, ma io per nessuna ragione volevo, ma i miei genitori e un amico di famiglia mi han convinto almeno a provare, per poter poi decidere se fosse una cosa fattibile oppure no. Sì, perché io laddove non conosco una cosa, parto subito dicendo che non ce la faccio o che non capisco niente, ma ormai chi mi conosce l’ha capito, che è un mio modo per rifiutare l’ansia di una cosa nuova a me sconosciuta. Come sempre mi sbagliavo! Nemmeno il tempo di finire la prima ora di allenamento, mi ero già appassionato a questo sport nuovo, anzi per me nuovissimo. Ammetto che la mia paura era di non riuscire a fare canestro utilizzando le mani, perché la mia mano destra non mi è molto d’aiuto, ma questo sport creato apposta per permettere di superare le difficoltà di chiunque, me lo ha dimostrato subito, e ho fatto subito canestro.

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Cos’è il Baskin? Il Baskin: Basket Inclusivo, è nato a Cremona nel 2005, in un contesto scolastico dalla collaborazione di genitori, professori di educazione fisica e di sostegno. Lo sport inclusivo permette ad ognuno di fare ciò che riesce a fare, nel rispetto dei propri tempi, rispettando la diversità. Lo sport inclusivo ed integrante “è l'insieme di attività ginnastiche, di gioco, di esercizio, di movimento svolte insieme da normodotati e da soggetti con disabilità, da uomini e da donne, dove ognuno vede valorizzate le proprie potenzialità” (Angela Magnanini, “Baskin...uno sport per tutti”). Gli allenamenti si svolgono tutti insieme, all'interno degli stessi spazi e negli stessi orari, collaborando con i compagni, ma anche esercitandosi nel proprio ruolo in modo individuale. Si va, così, a stimolare la cooperazione, la costruzione di una mentalità aperta, in cui si riconosce la propria naturale predisposizione ad essere portatori di pregi e difetti. Uno degli aspetti fondamentali dello sport inclusivo ed integrante è che si parte dalla persona, non dalla sua abilità o dalla sua disabilità. Il termine “Baskin” deriva dall'unione di due parole “basket” ed “integrazione”. É proprio dal Basket che il Baskin trae la sua ispirazione e da esso estrapola le sue regole principali ed i suoi fondamenti. Si tratta di un gioco di squadra, in cui è fondamentale la collaborazione ed in cui tutti possono realizzare un tiro a canestro. A questo sport possono partecipare tutti, persone più abili e persone meno abili, maschi e femmine e persone con disabilità differenti. Tutti, giocatori e spettatori fanno parte di un unico contesto, in cui tutti hanno lo stesso valore ed in cui, soprattutto, le differenze in campo e tra i ruoli si annullano. Il Baskin è accessibile a tutti, perché al proprio interno giocato persone con e senza disabilità, con diverse tipologie di deficit e di menomazioni, di entrambi i generi, con l’obiettivo di svolgere insieme attività motorie nel rispetto delle proprie caratteristiche e possibilità, in cui ciascun soggetto con le sue abilità, tante o poche che siano, insieme agli altri riesce a dare il meglio di sé per il raggiungimento di un comune obiettivo: giocare, divertirsi e anche provare a vincere. Il Baskin, è un'occasione di crescita, partecipazione, condivisione, confronto e valorizzazione. Non vengono escluse la sana competizione e l'aspirazione alla vittoria, poiché si cerca di non annullare le caratteristiche dello sport , dunque rimangono vivi il giusto spirito di sacrificio, la possibilità di successo e quella di insuccesso, l'acquisizione di maggiore sicurezza in se stessi e di maggior coraggio, la volontà di migliorarsi e la valorizzazione del lavoro di squadra e di quello individuale. Il comune di Cremona ha contribuito alla nascita di questo sport facendo di Cremona la città del Baskin, tantochè ad ogni ingresso della città vi è affisso il cartello “Cremona città del BASKIN”.

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Caratteristiche, adattamenti e regolamento Punto di partenza è la persona con le sue abilità, le sue caratteristiche, i suoi limiti e deve essere messa nelle condizioni di potersi esprimere, di poter giocare. L’idea che sta a fondamento del Baskin è che in questo sport le regole e le strutture in cui si pratica possono essere adattate alle persone. Durante una partita sono previsti 4 periodi di gioco da 8 minuti ciascuno, il tempo viene fermato ad ogni interruzione. In caso di parità al termine del quarto tempo si effettueranno, ad oltranza, tempi supplementari da 4 minuti ciascuno. Ogni squadra è composta da 14 giocatori dei quali 6 obbligatoriamente in campo. Ad ogni giocatore viene attribuito un ruolo che va da 1 a 5 secondo le caratteristiche in seguito analizzate. Tutti i giocatori devono entrare in campo e giocare e i numeri della divisa devono essere ben visibili sia davanti che dietro, per permetterne una facile lettura durante il gioco. Il criterio di adattamento è utilizzato nel Baskin in un’ottica meramente inclusiva, posto che l’obiettivo principale è permettere a chiunque di poter giocare e potersi esprimere nel rispetto delle abilità personali.

Adattamento delle strutture e degli spazi Nel campo regolamentare da pallacanestro, oltre ai due canestri tradizionali, sono aggiunti altri due canestri laterali posti trasversalmente al campo, a cavallo della linea di metà campo, con un’altezza di 2,20 metri dentro due aree semicircolari con raggio di 3 metri, due zone “protette” riservate ad atleti che, a causa delle loro limitazioni, presentano difficoltà di deambulazione o paure di possibili contatti fisici con gli altri giocatori (che vengono definiti pivot). Sotto il canestro laterale è inserito un altro canestro più basso per i giocatori di ruolo 1 con un’altezza di 1,20 metri.

Figura 1. Campo da Baskin

Figura 2. Area e canestro laterale 5


Adattamento dei materiali Il Baskin è concepito per adattarsi alla forza degli atleti, alla capacità di prensione e di tiro dei giocatori che stazionano nelle aree protette; solitamente si utilizza il pallone da minibasket che può essere sostituito con altre palle di dimensioni e pesi differenti per il ruolo 1, così da permettergli di effettuare ugualmente un tiro a canestro. Queste palle, qualora vengano utilizzate da qualche giocatore, sono poste ai piedi dei canestri laterali ed è compito dell’arbitro controllarne la presenza ad inizio di ogni tempo. Un aspetto non secondario è che il campo, avendo a disposizione quello regolamentare da pallacanestro si può preparare e sistemare in poco tempo e con grande facilità, dato che non richiede strutture particolarmente difficili da reperire.

Ruoli dei giocatori Per consentire a tutti i ragazzi di esprimere pienamente le proprie abilità, la squadra è divisa in ruoli. I ruoli sono assegnati in funzione delle competenze motorie, delle caratteristiche individuali, in base al possesso delle “grandi prassie”: l’uso delle mani, il cammino, la corsa, l’equilibrio. Il numero di maglia di ogni giocatore è sempre in doppia cifra: le decine indicano il ruolo e le unità identificano il giocatore (si veda la figura 3).

La somma dei numeri che indicano il ruolo, cioè le decine, la prima cifra, non deve superare il valore di 23; bisogna quindi schierare una formazione composta da 6 giocatori che non superi tale cifra mettendo obbligatoriamente in campo 1 ruolo pivot, almeno un ruolo 3, almeno due numeri 5 e almeno una femmina nel ruolo 4 o 5. L’atleta di ruolo 1 porta un punto alla propria squadra, il ruolo 2 porta due punti, il ruolo 3 tre punti e così fino al ruolo 5. I cinque ruoli comprendono giocatori con o senza disabilità, maschi e femmine.

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I RUOLI NEL NUOVO REGOLAMENTO 6 Regolamento, revisione n°15, 05/05/2019, in https://baskincremona.files.wordpress.com/2018/10/regolamento-rev-13.pdf

RUOLO 1 “giocatore disabile che può spostarsi (per deficit motori) solo con la carrozzina e spinto da altri ed in possesso solo del tiro, staziona nell’area dei canestri laterali, a lui la palla deve essere consegnata da un compagno. Quando la riceve, questa può essere sostituita da una palla più piccola da lui scelta e posta alla base del canestro. Dopo di che ha 10 secondi di tempo per arrivare al tiro. È un pivot e non può essere marcato”. Dopo la definizione tratta dal Regolamento che consente di identificare il tipo di giocatore, vengono approfondite le caratteristiche. Questi giocatori sono gravemente deficitari dal punto di vista motorio: sono in grado di spostarsi solamente in carrozzina e possono tentare di lanciare una palla, di solito piccola e leggera, dopo che un compagno ha consegnato loro il pallone di gioco. Non possono essere marcati e tirano nel canestro laterale più basso (1,20 metri). La cosa fondamentale per loro è capire che possono riuscire a lanciare una palla, devono potersi percepire come soggetti capaci e membri attivi della squadra. Bisogna coinvolgerli sempre, incoraggiarli, cercarli, spronarli a costanti miglioramenti, metterli nella condizione adeguata per poter fare canestro, perché, a causa del loro vissuto frustrante, non credono di poter essere importanti in un contesto sociale e tendono, per mancanza di autostima, a ritirarsi. Dal conseguimento dell’obiettivo, cioè la realizzazione del canestro, sia in allenamento sia in partita, questi ragazzi sperimentano l’importanza della fiducia in sé stessi e la consapevolezza di sentirsi utili che difficilmente potrebbero provare in normali contesti di vita.

RUOLO 2 “giocatore disabile con l’uso totale o parziale delle mani per il tiro nel canestro laterale alto, il cammino gli consente di spostarsi. Non possiede la corsa (se la possiede non la sa utilizzare), è un pivot di movimento, quindi si sposta” Quando riceve la palla, nel limite dei 10 secondi, facendo almeno due palleggi, deve recarsi in uno dei tre settori ed effettuare il tiro oltrepassata la linea dell’area. Non può essere marcato. Se il ruolo 2 è un giocatore in carrozzina deve spostarsi autonomamente eseguendo almeno due palleggi”. Molte caratteristiche del ruolo 1 sono presenti anche nel ruolo 2 che però è in grado di spostarsi autonomamente, anche con fatica sia fisica sia psicologica, dato che deve effettuare un tiro davanti a compagni, avversari e, molto spesso, un pubblico attento e carico di aspettative. 7


Potrebbe capitare che agli inizi un giocatore riesca a lanciare la palla e a fare canestro non esattamente dai 3 metri, ma da una distanza inferiore; è necessario rispettare questa difficoltà, concedere la deroga, ma insistere e fare in modo che, con continui e mirati allenamenti, l’atleta riesca ad aumentare la distanza di tiro, affinando forza e tecnica. Tra i compiti del ruolo 2, oltre il tiro a canestro, vi è la possibilità di prendere l’eventuale rimbalzo del proprio tiro sbagliato e l’occasione di far proseguire l’azione della squadra passando la palla ad un compagno. I ruoli 1 e 2 sono i pivot, stazionano nelle aree laterali e sono liberi da marcature. Può essere schierato, per squadra, un solo pivot alla volta e possono portare 2 o 3 punti ad ogni canestro a seconda che il ruolo 1 scelga 1 o 2 tiri, e dall'arco di tiro per il ruolo 2 (frontale 2 punti, laterale 3).

RUOLO 3 “giocatore normodotato o disabile che possiede l’uso totale o parziale delle mani, quindi il tiro anche nel canestro tradizionale, il cammino, la corsa anche con palleggio non continuato o interrotto. Non possiede la corsa fluida, ma lenta, impacciata, poco coordinata e/o con scarso equilibrio”. Possono decidere di tirare nei canestri tradizionali da basket (3 punti) e nei canestri laterali alti da fuori area (2 punti). Chi gioca in questo ruolo convive con un’evidente difficoltà ad organizzare il movimento, che possiede da un punto di vista fisico, ma deve essere aiutato e guidato dai compagni in campo. Attraverso l’allenamento e l’imitazione dei compagni vi possono essere evidenti miglioramenti sul piano della coordinazione, della gestione del corpo all’interno dello spazio da gioco e del controllo rispetto agli altri giocatori. Con questo ruolo si comincia a parlare di difesa e può essere marcato solo da un altro ruolo 3; può marcare anche ruoli 4 o 5, ma da questi non può essere marcato.

RUOLO 4 “giocatore normodotato o disabile che possiede le grandi prassie (l’uso totale o parziale delle mani, quindi il tiro, il cammino, la corsa fluida con palleggio regolare), può commettere passi di partenza, ma non è in grado di effettuare l’entrata in terzo tempo o giri in palleggio con disinvoltura (giocatore principiante o inesperto)”. Devono tirare esclusivamente nei canestri tradizionali da basket ed effettuare la corsa palleggiando. Sono marcati dai corrispettivi ruoli 4, ma anche dai ruoli 3. Sono ragazze o ragazzi che non hanno mai praticato basket, ma spesso altre discipline sportive, quindi sono dotati di discrete competenze motorie che, se adeguatamente

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allenate, possono portare a miglioramenti talmente sensibili da rendere possibile un passaggio al ruolo successivo, cioè al ruolo 5.

RUOLO 5 “giocatore normodotato o disabile che possiede tutti i fondamentali della pallacanestro”. Devono tirare nei canestri tradizionali di basket, possono marcare solo ruoli 5 avversari e per loro valgono le regole della pallacanestro. Possedendo i fondamentali del gioco (palleggio, passaggio, tiro, visione di gioco) hanno il compito di aiutare, guidare, seguire i compagni meno esperti, cercando di metterli nella condizione migliore per esprimersi e giocare. Il sistema di classificazione dei ruoli nel Baskin è stato ideato per ricercare un principio che consenta anche agli individui con disabilità di poter giocare senza discriminazione relativa alla tipologia del deficit. Questo sistema regola l’identificazione di un giocatore in un ruolo mediante una valutazione che stabilisce il livello funzionale, ossia le capacità di un atleta. Questa suddivisione in ruoli ha lo scopo di consentire una partecipazione più equa e una competizione più leale sul piano fisico-sportivo, dando a tutti la possibilità di giocare e di essere protagonisti. La commissione tecnica valuterà il potenziale dell’atleta, prendendo in esame sia le capacità legate alla tecnica del basket (palleggio, tiro, passaggio della palla) sia l’aspetto motorio (cammino, corsa, autonomia dei movimenti). Sarà premura del valutatore osservare l’atleta in momenti differenti, durante gare ufficiali, nel corso di diversi allenamenti, prendere in considerazione aspetti diversi che consentono di avere un quadro dettagliato delle sue abilità, monitorare eventuali progressi per arrivare ad una corretta decisione del ruolo. Uno degli obiettivi della filosofia del Baskin è di lavorare per riuscire a migliorare costantemente le abilità individuali, alzare il livello di difficoltà per fare in modo che ogni atleta possa confrontarsi con sfide adeguate alle proprie capacità. Attraverso l’allenamento, grazie a tanta fatica, impegno si possono ottenere notevoli miglioramenti, talmente significativi che rendono necessario un passaggio al ruolo successivo. Se un ragazzo, per esempio un ruolo 4, già fisicamente allenato perché ex giocatore di calcio, si allena con passione, impara pian piano gesti tecnici propri del basket, migliora la fluidità dei movimenti con e senza palla, aiuta e coinvolge i compagni nell’azione di gioco può, dopo un’attenta valutazione da parte di gente competente e dopo un periodo stabilito di osservazione, essere spostato al ruolo superiore, così da diventare un ruolo 5. I passaggi possono anche essere fatti al ribasso. In questo caso si tratta spesso di ragazzi che, a causa di invecchiamento o di un aggravio delle loro condizioni di salute, perdono forza, velocità e altre capacità e per poter continuare a giocare devono quindi farlo nel ruolo inferiore. 9


CONCLUSIONE: La mia esperienza Il giorno del mio primo allenamento, iniziava anche un mio compagno di scuola. Fino al quel giorno a parte salutarsi in corridoio durante i vari cambi delle lezioni, non lo conoscevo più di tanto, ma da quando ci alleniamo insieme nella stessa squadra, stesso ruolo PIVOT, si è instaurata una profonda amicizia, alimentata giorno dopo giorno da questo sport in comune che ci ha fatto condividere la conquista e il superamento delle nostre paure, e la sicurezza dello stare in mezzo alla gente. Lui si chiama Riccardo, per gli amici Richy. La mia squadra, il SanseBaskin, è uno squadrone. Sono tutti simpatici e davvero brave persone. Mi hanno accolto da subito come se fossi uno di loro da sempre, mi hanno aiutato, ognuno con le proprie possibilità a farmi capire il gioco e ad esultare ad ogni palla sia vinta che persa. E’ una gioia immensa stare per due ore insieme a persone che non ti giudicano e non ridono di te, perchè magari fai delle azioni goffe o sbagli passaggi potenziamente facili. Io ricopro il ruolo di PIVOT, numero 2. Aspetto che un compagno mi porti la palla nell’area del canestro laterale, dove, una volta ricevuta, ho 10 secondi di tempo, scanditi ad alta voce dall’arbitro, per tirare a canestro. Se il tiro va a buon fine la palla viene rimessa in gioco a tempo fermo, se invece il tiro viene sbagliato, mi devo affrettare a passare la palla ad un mio compagno, perché nessuno può entrare nella mia area, verrebbe fischiato il fallo e la palla passerebbe all’avversario. Per adesso io tiro dalla postazione frontale al canestro, ma il mio allenatore ZOVA vede in me la possibilità di migliorare tirando da postazione laterale (con punteggio maggiore) ma più difficili, per arrivare un domani, chi lo sa, a diventare un ruolo 3, cioè libero di correre nel campo regolamentare. Quest’anno ero veramente contento finchè questo virus ci ha tagliato le gambe. Ci rifaremo l’anno prossimo . SPERO! All’interno di una squadra di Baskin, davvero il diversamente abile perde la sua disabilità e si sente veramente INTEGRATO (INCLUSO). Il Baskin è uno sport vero, in cui tutti hanno il diritto di essere protagonisti, ma devono impegnarsi per esserlo, si tratta di un ambiente in cui ognuno deve potersi esprimere, ma senza pietismi e regali. Questa filosofia inclusiva non è governata da modalità assistenzialiste nei confronti delle persone con disabilità ma da un sano agonismo e spirito di competizione con quel mondo che ci circonda e che gira alla velocità della luce e che non lascia il tempo a noi diversamente abili di dimostrare il nostro carattere ma soprattutto la nostra sensibilità che è la nostra vera forza. Il Baskin è realmente lo sport per tutti, un’attività che consente a chiunque di partecipare attivamente, di essere protagonista, di sentirsi parte di qualcosa di grande e importante, di essere apprezzato per le caratteristiche individuali, dove vengono valorizzate le abilità e non considerati i limiti, dove potersi esprimersi ed essere pienamente sé stessi. 10


Consiglio a tutti questo sport anche a chi non ha difficoltĂ perchĂŠ insegna alle persone normodotate quanto i ragazzi come me possono offrire laddove si trovano in un ambiente che li rende a loro agio.

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BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA www.baskin.it Con la collaborazione di Riccardo Zovadelli (Zova) e Laura Carini e Francesco.

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