Occhio all'Arte - maggio 2022

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A cura dell’Associazione Arte Mediterranea - Anno XV Num. 154 maggio 2022

M e n s i l e

Occhio all’Arte

d i i n f o r m a z i o n e d i A r t e

Ivana Barsciglié 1


CORSI ANNO 2021 – 2022 OLIO E ACQUERELLO

LUNEDI’ E VENERDI’

18:00 - 20:00 20:00 - 22:00

OLIO E ACQUERELLO

MARTEDI’ E GIOVEDI’

18:00 - 20:00

DISEGNO E ACQUERELLO

MARTEDI’ E GIOVEDI’

9:00 - 11:00

OLIO

MARTEDI’ E GIOVEDI’

9:00 - 11:00

OLIO E ACRILICO

MERCOLEDI’

18:00 - 20:00

PASTELLO

MERCOLEDI’

20:00 - 22:30

FUMETTO

SABATO

Staff Fondatori: Antonio De Waure e Maria Chiara Lorenti Amministratore: Antonio De Waure Direttore Responsabile: Rossana Gabrieli Capo Redattore: Maria Chiara Lorenti Collaboratori: Patrizia Vaccaro, Nicola Fasciano, Giuseppe Chitarrini, Francesca Senna Grafica: Barbara Calandro Stampa: Associazione Arte Mediterranea

9:00 - 17:30

Sommario Pag.3

90 anni e non sentirli: Pippo!

Pag.4-5 5

L’artista del mese: Mauro Guerani

Pag.6-7

Riapre il salone del libro

Pag.8-9

Ivana Barsciglié: l’arte Raku nelle sue mani

Pag.10-11 Occhio al teatro: «Quello che le donne non cercano»

Occhio all’Arte Mensile culturale edito dall'Associazione Arte Mediterranea via Muzio Clementi, 49 – Aprilia (LT) Contatti: 347.1748542 - www.artemediterranea.org occhioallarte@artemediterranea.org Aut. Tribunale di Latina n. 1056/06 del 13/02/2007

Pag.12-13 Maurizio D’Andrea: Movimento Artistico Introversico Radicale Pag.14

Occhio al libro: «Non autorizzati»

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Eventi

Vietata la riproduzione anche parziale senza il consenso dell’editore.. Tutti i diritti riservati.

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90 ANNI E NON SENTIRLI: PIPPO!

Nel mese di maggio si festeggiano i 90 del personaggio disneyano Goofy, conosciuto in Italia col nome di Pippo, apparso per la prima volta al cinema nel maggio del 1932, nella pellicola “Mickey’s Revue” (La Rivista di Topolino), cortometraggio diretto da Wilfred Jackson e prodotto dal Walt Disney Productions Pippo è uno dei personaggio più amati, abita nella città di Topolinia, migliore amico di Topolino, è un cane antropomorfo, alto, dinoccolato, vestito in maniera piuttosto stramba: indossa un maglione a collo alto, con sopra un gilet, pantaloni rattoppati , enormi scarpe marroni e un cappellino. Ciò che ci fa innamorare di lui sono la sua goffaggine, il carattere un pò sopra le righe, l'essere un eterno ottimista, a volte smemorato, sbadato, disordinato, la perfetta controparte del razionale Topolino. E' riuscito nel tempo a ricavarsi uno spazio tutto suo, diventando protagonista di storie, con la sua famiglia numerosa piena di cugini: nel 1988, prenderà vita anche un cugino avventuroso di Pippo: Indiana Pipps, e non scordiamoci dei bis-bis: ovvero gli antenati.

Questi ultimi saranno protagonisti di una saga pubblicata nel 2006 su Topolino chiamata "I bisbis di Pippo. Non dimentichiamoci della sua versione da super eroe, grazie alle noccioline, il più improbabile dei personaggi, si trasforma in Super Pippo, con la sua affezionata tutina stretta ed infeltrita. Fra gli autori italiani che più hanno saputo sfruttare le doti del personaggio ricordiamo: Giovan Battista Carpi, Romano Scarpa, Massimo De Vita, Sergio Asteriti e Luciano Bottaro. Sul numero 3467 del settimanale a fumetti “Topolino”, Pippo viene celebrato nel racconto “Pippo e i bracciali di Maciste”, un giallo dal sapore retrò, ideato e sceneggiato da Francesco Artibani e disegnato dal fumettista triestino Lorenzo Pastrovicchio, con disegni e colorazioni che ricordano le ambientazioni dal gusto anni '30. Il nostro protagonista, soprattutto in America, appare come vedovo e padre single, impegnato a far crescere un figlio adolescente Max, comparso come bambino pestifero in alcuni cortometraggi anni '50, mentre in Italia, in diverse storie realizzate da Romano Scarpa, negli anni ottanta e novanta, Pippo avrà dei flirt con Zenobia, una regina africana. Non ci resta che dire: auguri PIPPO!!!

Patrizia Vaccaro

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L’Artista del mese

Mauro Guerani: veloce come una spatola. Il periplo immaginario. Immaginate con la mente di ripercorrere un viaggio intrapreso tanti, tanti anni fa. Il pensiero si snoda attraverso l’input dei ricordi, ognuno di essi legato a sensazioni, profumi, colori…. Mauro Guerani è un ragazzo ultrasettantenne, con ancora tanta voglia di fare e tanta curiosità per sperimentare, dopo una vita di lavoro passata in banca, giunto alla pensione riscopre il gusto per la pittura una passione nata in gioventù, quando, dopo il diploma in ragioneria, s’iscrive ai corsi serali per conseguire la maturità artistica. Anni passati a studiare le più svariate tecniche, pittoriche, grafiche e d’incisione. Un traguardo fine a se sesso, agognato, bramato, ma non soddisfatto, in quanto questa sua passione rimane tale, soffocata dalla routine lavorativa e dal tran tran familiare. Poi, libero da ogni impegno, trovò, qui ad Aprilia, il modo di soddisfare il suo bisogno di sognare. Entra nell’Associazione Arte Mediterranea e lì incontra il maestro Antonio De Waure che lo sprona, lo incita a seguire la sua inclinazione, lo guida nelle scelte pittoriche fino a trovare quella a lui più congeniale, la pittura ad olio stesa con la spatola. Una tecnica veloce, istintiva, che dà la facoltà di stenderla a piccoli colpi o a grandi campiture, è una maniera di dipingere molto materica, ove il colore si sovrappone increspandosi sulla tela, dando al soggetto una connotazione palpabile e dinamica. Per Mauro è un mezzo immediato per esprimere gioia e serenità, e , una volta finito, è soddisfacente perché gli permette di esternare le proprie emozioni in modo tangibile. Dipingere insieme ad altre persone che hanno le sue stesse affinità ed i suoi interessi è gratificante, oltre che aggregante, perché si cresce attraverso la critica costruttiva ed il confronto. Da più di un anno, complice anche il maggior tempo passato in casa, prepara una mostra della memoria.

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Un periplo immaginario che si dipana sull’onda dei ricordi, luoghi cari all’anima, visitati e soprattutto vissuti nell’arco di un’esistenza. Immortalati per sempre sulla tela. Dall’Europa, con tramonti infuocati ad Istanbul, ove la silhouette del minareto svetta, sovrastando la cupola della moschea; al vero e proprio incendio che ha colpito Notre Dame de Paris, il 15 aprile 2019, documento storico che testimonia la tragedia della distruzione di un importante monumento artistico dovuto all’incuria ed all’incoscienza dell’uomo. E poi Lisbona, Praga, Amsterdam, Copenaghen dai caratteristici tetti rossi che si specchiano nell’acqua, New York e soprattutto Londra, con le strade percorse dai caratteristici bus rossi a due piani e i grattacieli che indossano mastodontiche e vivacissime pubblicità che caratterizzano la città. E poi, il ricordo più struggente, quello più sofferto, perché distrutto dalla cieca barbarie dei talebani, i giganteschi Buddha incuneati nella roccia di Bamiyan, cancellati per motivi ideologici ed iconoclastici, ma che lui ha potuto ammirare dal vero, quando ancora l’Afghanistan era un paese libero, non ancora inquinato dalla dittatura e dall’estremismo religioso. Un viaggio in medio oriente, un’avventura vissuta con la spensieratezza e l’incoscienza dei vent’anni. Una traversata indimenticabile nel deserto con una vecchia 1100 a bauletto, con un gruppo di amici e con una scorta di pezzi di ricambio, hanno affrontato 6000 km, capelli lunghi e pantaloni a zampa di elefante, con lo spirito hippy proprio dei figli dei fiori inizio anni settanta. Cinque mesi passati tra Kabul, Katmandu in Nepal e fino in Bangladesh. Un meraviglioso viaggio di 45000 km, un’esperienza unica, non più ripetibile, che l’ha arricchito umanamente e culturalmente, anche se allora non lo sapeva. E poi il Tigri, l’Eufrate, la mitica Babilonia...ricordi di un periodo affrontato con l’avventatezza e lo spirito indomito e picaresco del fascino dell’ignoto. Molte di queste reminiscenze sono state immortalate ora sulle tele. Alcuni luoghi riportati ad oggi, altri che rispecchiano il passato vissuto con un senso di fratellanza allacciato con i popoli che incontrava.

Maria Chiara Lorenti

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Riapre il Salone del Libro

Ripartenza oltre ogni aspettativa per il Salone del Libro di Torino, affollatissimo di curiosi ed appassionati di letteratura di ogni genere. Entrando dall’Oval, seguendo le indicazioni dalla Stazione di Torino Lingotto, ci si trova di fronte ad uno stand molto familiare per chi viene da Roma: quello della Regione Lazio, qui presente per far conoscere le bellezze e la cultura regionali. Poi è tutto un vortice di attrazioni, manifestazioni, happening: la Polizia di Stato divulga, tramite proprio personale esperto, pubblicazioni per la tutela delle donne dalla violenza di genere; la RAI espone libri autografati dai “numero uno” del mondo televisivo, a partire dallo straordinario Alberto Angela; il Ministero dell’Istruzione distribuisce l’ultimo disegno di legge per la promozione della cultura. E poi ancora, stand dedicati: agli amanti del brivido, del giallo, dei cartoons, del fantasy. E proprio a questo proposito, segnaliamo il debutto da Aprilia al Salone del Libro di Torino, del giovane Stefano Cagnazzo, laurea in cinematografia, attore di teatro, videomaker, ideatore del mitico personaggio di Necrozio Portalasfiga della webserie “Pierugo e gli Eroi Prezzolati”, che esordisce “a gamba tesa” con una originale opera prima nel mondo fantasy dal

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titolo “Game of Rings”. Il giornalista che lo intervista commenta: “Finalmente un fantasy che unisce in sé noir, comedy ed eros”. E’ la storia di Ingrid, erede inconsapevole di Imgrud, “valoroso” guerriero al servizio del Regno degli Uomini, aiutato dallo stregone Sethorus, che guida alla lotta contro il nefasto regno degli Hyldrazi 9 re ed i loro eserciti. Nella feroce guerra che seguirà, si susseguiranno incantesimi, tresche di corte e rivalità mai sopite tra i sovrani, che metteranno a repentaglio la sopravvivenza del mondo. Tra lotte e rivalità, humour nero ed episodi grotteschi, nascono anche amicizie “particolari” ed amori clandestini. Il finale sarà imprevedibile e saprà sorprendere il lettore”. Lo stand di Audible ci ricorda che gli audiolibri sono le letture del futuro e promuovono un simpatico concorso per gli appassionati di Harry Potter. Prima di andarcene, ci fermiamo a visitare affascinati lo stand della Regione Puglia: illuminato come durante le feste di paese, abbellito da bianchi olivi stilizzati e affollato di libri di tutti i tipi. Un’esperienza fantastica che segna il ritorno alla normalità. Rossana Gabrieli

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Dedicato a…

Ivana Barscigliè: l’arte raku nelle sue mani Raku è un termine giapponese che significa “gioia di vivere”, essere in sintonia con lo spirito zen, riferito alla piacevolezza del ricevere, facendo si che il proprio ospite sia rilassato e stia comodo. In realtà questo vocabolo è famoso in tutto il mondo perché indica una tecnica di cottura per la ceramica, nata appunto in Giappone. Nel XVI secolo d.C., nel periodo Momoyama, Chojiro, ceramista coreano, la sperimentò applicandola alla fabbricazione di ciotole atte alla cerimonia del tè, in effetti questi piccoli manufatti, in parte smaltati, esaltano l’armonia e la semplicità di oggetti usati quotidianamente.

Inerpicandosi in una stradina che si snoda nel verde lussureggiante della campagna, tra le vigne ordinate, ai piedi della suggestiva cittadina medioevale di Lanuvio, in un casale colonico, dal tipico colore rosso pompeiano, così in uso nelle ville fuoriporta di Roma, vive e lavora, Ivana Barscigliè, artista, specializzata in ceramica raku.

Tra cani e gatti, padroni incontrastati del giardino, si raffreddano le ceramiche a contatto con erbe e terre che ne esaltano le varianti cromatiche, ossidandole. Ideare con le crete, concretizzare i propri pensieri, tradurli in materia è una sensazione di onnipotenza, così fragile da potersi frantumare al solo contatto con l’aria, rendendo vano ogni sforzo creativo. A volte la passione per il proprio lavoro, svolto con talento, è così lampante che travolge e non permette di essere passivi. Le sue opere sono frutto dei moti intimi dell’animo o stimoli dettati da sensazioni vissute ispirate da libri od anche film che l’hanno colpita. Il suo laboratorio è ricco di variopinte creazioni, dove convivono cavalli fatati con una miriade di vele dispiegate al vento della fantasia, che si rincorrono in virtuali regate, lottando con increspati marosi che si susseguono in un movimentato mare che le sospingono verso una meta irraggiungibile.

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C’è anche una serie di burattini, ispirati al romanzo di Collodi, tanti piccoli Pinocchi che si arrampicano su un fantomatico albero della cuccagna, o si destreggiano assisi su una palla iridescente, tanti particolari tratti dalla fiaba così cara ai bambini e non. Anche il film, premio oscar di Sorrentino, viene scandagliato con diverse citazioni che ne narrano la trama. Una sequela di mattonelle istoriate descrivono i punti più salienti de “La grande bellezza”. Jep Gambardella, protagonista, è un noto giornalista, scrittore e critico, che si destreggia negli ambienti decadenti della Roma bene. Questa sua effimera rappresentazione di se stesso va in pezzi quando apprende della morte di Elisa, suo unico amore. Da qui nasce un doloroso conflitto tra la voglia di redimersi e la consuetudine di una vita ancorata ad un carrozzone grottesco e fatuo di pseudo amici che lo trascinano in una vacuità senza fine. Tra i pannelli da lei realizzati c’è la scena dove un miracoloso volo di bianchi uccelli esotici, alieni al cielo di Roma, si libra dalla terrazza di Jep, (teatro delle dinamiche del film, location degli sfrenati festini dove l’apparire nasconde il vuoto esistenziale in un vorticoso blaterare del nulla) in uno dei momenti più struggenti dell’opera, quando la “santa”, ospite

del protagonista, sembra suggerire una meta allo stormo che si allontana, mentre l’urbe si desta alla luce dell’alba. In questo mese, alla sede delle Assicurazioni Generali di Aprilia, le sue ultime produzioni sono in esposizione, inoltre la sua mostra personale “La forma dell’Arte” è visitabile presso la Sala Manzù della Biblioteca Comunale di Aprilia, fino al 29 maggio e chiunque volesse visionarle può andare a vederle gratuitamente. Oltretutto, se vi ha affascinato l’idea di poter avvicinarvi a questa tecnica, Ivana Barscigliè tiene dei corsi presso la suo atelier di via Astura, a Lanuvio.

Maria Chiara Lorenti

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Occhio al teatro Inoltre, egli è vittima delle apparizioni di un celebre attore cinematografico, un duro degli anni quaranta, che gli fornisce consigli su come comportarsi con il gentil sesso.

È andata in scena lo scorso weekend al teatro Giovanni Paolo II – attore di Roma, la commedia brillante “Quello che le donne non cercano”; ambientata a New York negli anni '70 e che porta in scena le peripezie amorose di un giovane, disilluso amante del cinema. È un omaggio non dichiarato al cinema ironico e colto di Woody Allen al quale si è ispirato, apportando azzeccate scelte scenografiche che lo hanno reso brioso e accattivante. Il protagonista è un critico cinematografico poco sicuro di sé, recentemente lasciato dalla moglie che ha ulteriormente accentuato le proprie insicurezze, soprattutto verso l’altro sesso. I suoi due migliori amici, una coppia sposata, nella speranza di tirargli su il morale, gli presentano altre donne.

Il protagonista, però, vittima delle proprie incertezze, per cercare di piacere, con ciascuna di loro non riuscirà mai ad essere sé stesso, indossando una maschera che gli fa ottenere sempre l’effetto opposto. Riuscirà ad essere spontaneo solo quando si scoprirà innamorato della moglie del suo migliore amico. La commedia, magistralmente imbastita da una alternanza di luci che sottolineano momenti reali con immagini di sogno e ricordi, oltre che da una colonna sonora infarcita di hit anni ‘70, ci consegna una sorta di catalogo femminile ideale che va dalla donna verbalmente spregiudicata fino all'intellettuale con fantasie di morte. Chi può essere, in definitiva, la donna perfetta per il protagonista? La donna del migliore amico e migliore amica lei stessa. Cioè quanto di più "vicino" e, al contempo, di "lontano" possa esistere, l’unica con la quale ogni maschera è superflua. Quindi, anche in questo “Quello che le donne non cercano”, il tema è in fondo lo stesso di ogni altra opera teatrale, quello delle maschere che scegliamo di indossare con gli altri e che sono al contempo comodo passe-partout e terribili condanne a vita. Il tutto tra mille divertentissime battute. Sara 10


Terranova si cimenta con lo spigolosissimo personaggio principale col suo vorticoso cambio di maschere, Luisa Canneto da una incredibile prova di rappresentazione di ogni stereotipo femminile, mentre Linda Lipari, Debora Bifaretti e Nicola Fasciano mettono in scena l’ex moglie e la coppia di amici di sempre. Francesca Bosco e Barbara Reali mostrano l’origine e la possibile soluzione dei mille problemi del povero Allan, mentre Attilio Cervellino è l’immaginario attore-consigliere ad impersonare il cinema stesso, la vera grande passione del protagonista. La regia è un lavoro congiunto di Massimo Bastone e Giorgio Pompei per la Associazione di Promozione Sociale "E' Tutta Scena!"

Nicola Fasciano

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L’artista internazionale Maurizio D’Andrea rivoluziona l’arte con la fondazione di un nuovo movimento A Torino, città dove si incontrano pittori, scrittori, poeti e architetti famosi, culla del cinema e dell'innovazione tecnologica, l’artista internazionale Maurizio D’Andrea ha fondato, nella prestigiosa galleria AccorsiArte, una nuova corrente artistica: il MOVIMENTO ARTISTICO INTROVERSICO RADICALE. Nel mondo del Metaverso digitale, in cui la realtà virtuale rischia di soffocare e di farci smarrire la nostra identità, il nuovo movimento vuole proporre un’arte che fissi sulla tela la nostra psiche, attraverso una pittura astratta, informale, priva di linee, forme e oggetti ben definiti, che proprio in quanto tale permette di unificare e liberare il nostro inconscio personale e collettivo, un'arte in cui i protagonisti del processo creativo Sono l’autore, l’opera e tutti coloro che entrano in dialogo con essa. Lo stesso D’Andrea quando parla di visitatori e di fruitori parla di – dialoganti – andando a sottolineare il rapporto biunivoco, viscerale che ci deve essere tra opera, artista e spettatore. Questo movimento prevede la creazione di botteghe di ricerca e cooperazione artistica per un ritorno alla collaborazione tra artisti, una sperimentazione ed un continuo reciproco scambio, svincolati dalle logiche commerciali. Il Movimento nasce con uno staff di elevata qualità e competenza artistica proponendo come Presidente il Critico D’Arte Dott.ssa Daniela Accorsi e come collaboratori lo scultore artista Maxo Della Rocca e l’architetto insegnante d’arte Barbara Viale. 12


Nella prima mostra del Movimento, il cui titolo -DIRÉzione.inconsCIÒ- ci fornisce già una chiave di lettura, siamo stati chiamati ad aprire mente e anima, ad immergerci nella 'meravigliosa follia' dell'arte, ad interrogarla per scendere nelle profondità di noi stessi. Ciascuno di noi è stato chiamato ad intraprendere un viaggio alla scoperta dell'ignoto, nelle risonanze simboliche degli archetipi primordiali dell’essere umano. Le opere di Maurizio D'Andrea sono uno specchio in cui possiamo vedere riflesso il nostro inconscio, ci propongono un dialogo con noi stessi, ci spingono a non fermarci alla superficie, ad un primo livello di conoscenza, ma ad entrare in comunicazione con il nostro Io più profondo. Parliamo di un grande artista internazionale in continua evoluzione, il cui talento geniale non poteva non concepire una nuova via, un'avanguardia artistica. Emozioni intense e senza confini che D’Andrea, versione poeta, aveva anticipato in alcuni versi di una sua intensa poesia intitolata – Senza fiato, essere –

La vita, il capolavoro è davanti a me. La pittura salverà il mondo, in un mondo senza giustizia e senza pace… E dipingeremo le strade di bellezza. Rossana Gabrieli Sito Movimento http://www.introversicoradicale.it Partecipa al Movimento http://www.introversicoradicale.it/partecipa.html Sito del fondatore Maurizio D’Andrea https://www.dandreart.info/ 13


Occhio al libro L’evento di cronaca dal quale questo lavoro miscellaneo trae spunto è il fermo e la denuncia nei confronti del noto writer Geco. Un evento che rinnova gli interrogativi che si pongono gli appassionati e gli studiosi di arte contemporanea in merito al rapporto fra città e arte, fra spazi urbani e spazi creativi, e, più nello specifico fra Roma e la street art in genere, fra “arte non autorizzata” e vivibilità della città dal centro alle periferie. Immaginario e metropoli, creatività e spazio pubblico queste sono le tematiche, oltre – ovviamente- l’estetica e la bellezza, che vengono poste dalla pratica di questo artista ‘clandestino’, entrato ormai nell’immaginario di molti, sia suoi fans e sia detrattori, oltre di chi è chiamato, magari anche obtorto collo, dal suo ruolo istituzionale a contrastare queste forme espressive che ormai si diffondono negli spazi urbani di tutto il mondo, nelle grandi metropoli, ma anche nelle città medie e i piccoli centri. Geco, la sua arte è entrata nella pelle di Roma: dalla Stazione Termini, alle Mura Aureliane, al Mercato Metronio, Quadraro; le tags di Geco sono ormai parte del patrimonio visuale di una metropoli mondiale, dalle sue antiche mura cariche di arte, storia e tradizione, alle anonime strade della periferia sconfinata. Ma è arte o illegalità? e poi, quanto l’arte deve alla irregolarità, alla deroga delle regole siano esse codificate, o, viceversa, implicite nella socialità corrente? Quanto poi, un’ arte ‘disobbediente’, ‘fuori cornice’ risponde ai canoni riconosciuti dell’estetica, della bellezza e della ‘artisticità’. Quanto la street art, e quella di Geco in particolare, può essere inclusa (anche materialmente e logisticamente) nel magico cerchio dell’auraticità, o, in quanto arte pubblica, democratica, riproducibile, deve essere

tenuta fuori dai recinti tradizionalmente deputati a tutto ciò che, in un modo o nell’altro, rientra, storicamente, nella dimensione artistica? Forse le tags di Geco sono una inedita forma di ribellione civile, politica ed ideologica e hanno ben poco a che vedere con l’arte, oppure ne hanno a che vedere, ma solo in maniera estremamente secondaria, aggiuntiva, magari pretestuosa. Questi e molti altri sono gli interrogativi che questo libro fa emergere e ai quali diciotto interventi tentano di dare una risposta tematizzando le problematiche e le contraddizioni; diciotto interventi interdisciplinari di urbanisti, street artists, architetti, antropologi, critici ecc. Giuseppe Chitarrini 14


Eventi

APRILIA

MILANO

“La forma dell’Arte” Ivana Barsciglié Sala Manzù, Biblioteca Comunale fino al 29/05

“Tiziano e l’immagine della donna nel cinquecento veneziano” Palazzo Reale - fino al 05/06

ROMA

“Joaquin Sorolla. Pittore di luce” Palazzo Reale - fino al 26/06 “Henry Cartier-Bresson. Cina 19481949/1958” Mudec - fino al 02/07 “Role Play” Fondazione Prada - fino al 27/06 “Anicka Yi. Metaspore” Pirelli Hangar Bicocca - fino al 24/07 “Marc Chagall. Una storia di due mondi” Mudec- fino al 31/07 “Steve Mc Queen. Sunshine State” Pirelli Hangar - Bicocca, fino al 31/07

“Hostia. PierPaolo Pasolini” Nicola Verlato Terme di Diocleziano - fino al 12/06 “Il video rende felici. Videoart in Italia” Palazzo delle Esposizioni Galleria d’arte moderna fino al 04/09 “Superbarocco. Arte a Genova da Rubens a Magnasco” Scuderie del Quirinale - fino al 03/07 “Ombre prime” Vasco Bendini Galleria d’arte moderna e contemporanea - fino al 19/06 “Buone Nuove. Donne in architettura” MAXXI - fino al 11/09 “Crazy. La follia nell’arte contemporanea” Chiostro del Bramante fino al 08/01/23 “Bill Viola. Icons of light” Palazzo Bonaparte - fino al 26/06 “Jago. The exhibition” Palazzo Bonaparte - fino al 03/07 “London Calling. British Contemporary Art Now” Palazzo Cipolla - fino al 17/07 “Gonzalo Chillida” Istituto Cervantes Sala Dalì - fino al 09/07

FIRENZE “Michelangelo: l’effige in bronzo di Daniele da Volterra” Galleria dell’Accademia - fino al 19/06 “Donatello. Il Rinascimento” Palazzo Strozzi - fino al 31/07 “Le tre Pietà di Michelangelo” Museo dell’Opera del Duomo fino al 01/08 “Oscar Ghiglia. Gli anni del Novecento” Palazzo Medici Riccardi - fino al 13/09

CATANIA

NAPOLI “Sing sing. Il corpo di Pompei” MANN - fino al 30/06 “Lawrence Carroll” MADRE, fino al 05/09 “Interaction Napoli 2022” Chiostro di santa Caterina a Formiello - fino al 17/09

FORLI’ “Maddalena. Il mistero e l’immagine” Musei San Domenico fino al 10/07

ABANO TERME “Robert Capa. Fotografie oltre la guerra” Museo Civico Villa Bassi Rathgeb - fino al 05/06

BRESCIA “Donne nell’arte da Tiziano a Boldini” Palazzo Martinengo, fino al 12/06

“Banksy&Warhol” Palazzo della Cultura - fino al 02/06

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VITTORIO GASSMAN IL CENTENARIO

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Auditorium Parco della Musica, Roma – fino al 29 giugno 2022


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