Occhio all'arte (Dicembre 2018 web)

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A cura dell’Associazione Arte Mediterranea - anno XII N° 120 dicembre 2018

Mensile d’informazione d’arte

www.artemediterranea.org

nL’ACQUA DI TALETE Jose-Molina, “Naufraghi nel proprio mare”, 2005

nIn mostra: gli impressionisti nIllustrazione: Quentin Blake

nEventi:PiĂš Libri PiĂš Liberi


Per sponsorizzare “Occhio all’Arte”

Telefona al 347.1748542

Associazione ARTE MEDITERRANEA Aprilia - PROGRAMMA CORSI 2017-2018 CORSO INTARSIO SU LEGNO MARTEDI’ - GIOVEDI’ 18,00 - 20,00 CORSO DISEGNO PER BAMBINI LUNEDI’ - MERCOLEDI’ - VENERDI’ 18,30 - 20,00

CORSO DISEGNO 1° ANNO MARTEDI’ - GIOVEDI’ 09,00 - 11,00 18,00 - 20,00 CORSO ACQUERELLO MARTEDI’ - GIOVEDI’ 9,00 - 11,00 18,00 - 20,00 CORSO ACQUERELLO AVANZATO LUNEDI’ MERCOLEDI’ 18,00 - 20,00 CORSO OLIO LUNEDI’ - VENERDI’ 18,00 - 20,00 20,00 - 22,00 MARTEDI’ - GIOVEDI’ 09,00 - 11,00 18,00 - 20,00

CORSO DI FOTOGRAFIA ORGANIZZATO DA ASS.FOCUSFOTO MARTEDI’- MERCOLEDI’ GIOVEDI’ - VENERDI’ 20,30 - 22,30

Collaboratori Mensile culturale edito dalla Patrizia Vaccaro, Laura Siconolfi, Associazione Arte Mediterranea Maurizio Montuschi, Valerio Via Muzio Clementi, 49 Aprilia Lucantonio, Nicola Fasciano, Tel.347/1748542 Giuseppe Chitarrini occhioallarte@artemediterranea.org Francesca Senna, Roberta Pieramici www.artemediterranea.org Aut. del Tribunale di Latina Responsabile Marketing N.1056/06, del 13/02/2007 Cristina Simoncini Fondatori Antonio De Waure, Maria Chiara Lorenti Cristina Simoncini

Composizione e Desktop Publishing Giuseppe Di Pasquale

Amministratore Antonio De Waure

Stampa Associazione Arte Mediterranea via Dei Peri, 45 Aprilia

Responsabile di Redazione Maria Chiara Lorenti

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CORSO DI ANATOMIA PER ARTISTI Ins. Antonio De Waure CORSO DI PROSPETTIVA Ins. Giuseppe Di Pasquale

CORSO DI DISEGNO - FUMETTO SCENEGGIATURA ORGANIZZATO DA SCHOOL COMIX APRILIA SABATO 10,30 - 18,45

Redazione Maria Chiara Lorenti, Cristina Simoncini, Giuseppe Di Pasquale,

Direttore responsabile Rossana Gabrieli

CORSI IN ORARIO DA DEFINIRE

Tutti i diritti riservati. E’ vietata la riproduzione anche parziale senza il consenso dell’editore

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Sommario

”Elogio della Letteratura” “Un angelo a Babilonia” di Friedrich Dürrenmatt Tatsuya Tanaka Gli impressionisti francesi da Monet a Cezanne L’ACQUA DI TALETE L’abisso del male Quentin Blake illustratore PIU’ LIBRI PIU’ LIBERI: Eventi sul filo di china Piero Tosi. Esercizi sulla bellezza. Gli anni del CSC 1988 - 2016


”Elogio della Letteratura”

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Occhio al libro

di Zigmunt Bauman, Riccardo Mazzeo di Giuseppe Chitarrini

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distanza di circa 6 anni dalla pubblicazione di “Conversazione sull’educazione” ( ediz Erickso), Riccardo Mazzeo torna con un’altra intervista-conversazione con il grande sociologo Z. Bauman recentemente scomparso. Mazzeo è un giornalista, saggista e scrittore, traduttore ed editor, nonché organizzatore e conduttore di non poche conversazioni con grandi pensatori contemporanei: oltre Bauman, E. Morin, A. Heller e altri. Questa ultima conversazione con il sociologo anglo polacco, è una profonda e documentata disamina sulla questione degli intrecci e della relazione esistente fra sociologia e letteratura. Queste ultime, infatti, condividono il medesimo campo d’indagine, le stesse tematiche e argomenti (cfr. prefaz. p. VII); infatti spesso “romanzi e studi di sociologia nascono dalle medesime curiosità e hanno scopi cognitivi simili…Entrambi…in definitiva, esplorano lo stesso terreno: la vasta esperienza umana dell’essere nel mondo”(prefaz. p. XII). La letteratura finisce così anche per essere un formidabile strumento di ricerca perché attraverso il suo tipico linguaggio ambivalente, metaforico e metonimico (cfr. p. 3) riesce a dare il senso dell’eterogeneità delle esperienze umane, inquadrandole nel periodo storico in corso. Ed è proprio nei tempi attuali della complessità e della globalizzazione, che il linguaggio letterario riesce a rappresentare la pluralità del vivere contemporaneo, cogliendone la soggettività emblematica e tipicizzante forse

ancor meglio delle statistiche, delle oggettivazioni protocollari e schemi, delle grandi teorizzazioni, dell’empirismo astratto e i files carichi di informazioni ‘di superficie’ dei computers. Inoltre la letteratura (e – in maniera diversa - anche altre forme artistico-espressive) e un certo tipo di indagine di sociologia qualitativa, hanno come elemento di “affinità elettiva”(p. 12) l’approccio esplorativo –non oggettivante- alle vicende sociali con una capacità di penetrazione e rappresentazione delle emozioni e degli stati d’animo che difficilmente la ricerca sociologica tradizionale e canonica riesce ad esplicitare. Il Romanzo (ma anche altri generi) come strumento interpretativo e anche analitico di una certa realtà storico-sociale; non a caso molti sociologi si sono occupati di letteratura: dai fondatori Comte e Durkheim, Simmel e Weber, fino ai più recenti Nisbet, Goldman e molti altri anche in Italia, mostrando come “l’immaginazione e l’analisi, l’immaginazione nell’analisi siano il destino comune di sociologia e letteratura”(p. 128). Prendendo spunto da non pochi ‘casi letterari’: R. Walser (“il più celato fra gli scrittori”come ebbe modo di definirlo Elias Canetti), J. Franzen, R.Musil, M. Houllebecq, A. Camus, M. Proust, D. Grossman, l’italiano A. Garlini e molti altri, i due autori di questa conversazione ci mostrano, come nell’epoca delle tecnologie e della globalizzazione, delle differenziazione e delle eterogeneità, la letteratura sia vitale e maestra di vita e, come con la sociologia, sia anche una via verso l’esplorazione mai conclusa della realtà sociale e della verità Cfr. p. 56).

“Un angelo a Babilonia” di Friedrich Dürrenmatt di Francesca Senna

Una splendida commedia degli equivoci scritta nel 1954, una commedia goliardica contro la pochezza dell’essere umano dove l’autore si fa beffa del mondo e di tutto ciò di cui gli uomini non riescono a rinunciare come il potere, la ricchezza materiale e la politica. Lo scrittore tratteggia in modo nitido la miserabile pochezza dell’essere umano, ma lo fa con un tono burlesco grazie al continuo mascherarsi dei personaggi che, di volta in volta, cambiano identità: i due re che si alternano a turno, nel ruolo di regnante e il suo sgabello, il mendicante che si trasforma in boia, il sovrano che si maschera da mendicante, ecc… Con questa commedia l’autore cerca di spiegare il motivo per cui si giunse alla costruzione della Torre di Babele che, a quanto narra il mito, fu una tra le più grandiose, anche se tra le più assurde,

imprese dell’umanità. Ma come sempre in Dürrenmatt, giallista imbroglione, i conti non tornano, e i piani di Nabucodonosor falliscono miseramente: «Il cielo ha disprezzato la mia opera. Non ho trovato grazia». Un’opera che cattura subito per l’intensità della riflessione sullo stato sociale e sulla giustizia; profonda e leggera insieme, basata su una trama che diverte come la commedia classica, dai dialoghi rapidissimi e brillanti, è in più, proprio come quella, fa riflettere. La scrittura di Dürrenmatt si conferma ironica mettendo in scena con leggerezza tematiche impegnate quali la lotta per il potere, la sopraffazione nei confronti dei più deboli, la satira sull’aldilà e l’ovvia denuncia dell’abuso di potere e dell’avidità. E’ un’altra, lampante prova della sua pungente e brillante satira. 3


Tatsuya Tanaka

Dune di patatine, corsie di nuoto a spirale e altre miniature di oggetti c di Cristina Simoncini

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curiosArt

comuni

“T

utti debbono aver pensato una volta: i broccoli ed il prezzemolo a volte assomigliano ad una foresta, e delle foglie che galleggiano sull’acqua assomigliano a piccole imbarcazioni.” - Racconta Tatsuya Tanaka - “Spesso cose viste da una prospettiva in miniatura ci possono suggerire immagini divertenti. Ho voluto fare mio questo modo di vedere le cose ed esprimerlo tramite delle fotografie, così ho iniziato a mettere insieme i miei “Calendari in miniatura””. Queste fotografie ritraggono principalmente figure in stile diorama, circondate da ambienti di vita quotidiana. Tatsuya Tanaka, fotografo e art director, è affascinato da tutte le cose minuscole e ha una straordinaria capacità di riutilizzare oggetti di uso quotidiano come elementi o strumenti per gli abitanti del suo mondo in miniatura. Per il suo progetto Calendario in miniatura, Tanaka ha sfruttato la sua immaginazione fino ai suoi limiti, quasi ogni giorno negli ultimi quattro anni. Un distributore di nastro adesivo diventa il bar per un ristorante, un circuito è trasformato in una risaia e le note di una partitura musicale diventano gli ostacoli per una gara su pista. Individualmente, le foto potrebbero suscitare un sorriso o una risatina mentre comprendi la battuta, ma se viste insieme si trasformano in uno studio affascinante sull’ampiezza della creatività di Tanaka. Attraverso l’intelligente obiettivo dell’artista, le attività quotidiane come lavori di costruzione, portare a spasso il cane, ottenere un biglietto per il parcheggio e attraversare una bufera di neve diventano scenari da incanto. Tanaka utilizza materiale per ufficio, cibo e altri oggetti trovati che utilizza come set o sfondi per abitanti in miniatura. Penseresti che il suo desiderio di continuare il progetto diminuirebbe dopo aver superato 1.000 foto, o che la sua immaginazione sarebbe stata completamente sfruttata, ma

chiaramente non è il caso. Puoi vedere nuove immagini dal progetto “Calendari in miniatura” ogni giorno su Instagram e Facebook. Nato in Giappone a Kumamoto nel 1981, attualmente Tatsuya Tanaka è un art director/fotografo di miniature con sede in Kagoshima. Il sito web, che aggiorna dall’aprile 2011, è diventato popolare tra gli utenti di Internet, essendo ampiamente visitato online, così come in altri media tra cui riviste e programmi TV. È stato responsabile delle miniature nell’inaugurazione del romanzo della serie televisiva NHK 2017 “Hiyokko”. Le raccolte fotografiche, “Miniature Life”, “Miniature Life 2” e “Small Wonders” sono state pubblicate e sono disponibili nel mercato commerciale. Info: http://miniature-calendar.com

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Gli impressionisti francesi da Monet a Cezanne Palazzo degli Esami Roma

di Laura Siconolfi e Maurizio Montuschi

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el cuore di Trastevere, un palazzo umbertino, costruito nel1920, solo da qualche anno trasformato in museo, ospita, per la seconda volta, un’esposizione multimediale che, com’era accaduto per Van Gogh, permette al visitatore di immergersi in immagini nitide e dinamiche, proiettate a schermo pieno che ne amplifica il fascino e veicola, in una maniera straordinaria, le varie fasi dell’atto creativo. Il primo impatto a onor del vero è straniante. La prima sala usata per introdurre, con scritti abbastanza interessanti, la mostra, permette l’accesso a un altro ambiente in cui una luce soffusa, un vocio diffuso, ma non fastidioso, visitatori incerti nei movimenti alla ricerca di una propria posizione comoda e rispettosa, un turbinio d’immagini cui devi abituarti e che occupa tutti gli spazi, pavimento compreso, disorientano alquanto. Basta poco, però, per trovare <il proprio centro di gravità> e la magia ha inizio. Immagini cristalline e reali trasportano nella Parigi della Belle Epoque, tra signore elegantissime e civettuole che assistono alle corse dei cavalli, tra giovani allegri e chiassosi in un locale alla moda, nei grandi viali alberati allegri e chiassosi, malinconici nei bollenti colori autunnali, romantici sotto i fiocchi di neve candidi ed impalpabili che ricoprono tutto, i frettolosi passanti, le vetrine dei negozi, i palazzi. Una locomotiva laggiù, alla fine del viale, si sente l’odore acre del fumo … e poi i cieli, i cieli stellati più belli del mondo, Van Gogh! Le tantissime immagini che si susseguono in un’armonia sinergica di colori e suoni, suggestiva e coinvolgente, non sono solo emozionanti ed evocative, ma permettono, anche, una fruizione dell’opera d’arte impensabile fino a qualche decennio fa. Dinanzi agli occhi del visitatore scorre il dipinto nel suo insieme e poi in un fluire accattivante, a volte poetico, tutti i particolari, fino alle pennellate. E’ possibile, quindi, cogliere nelle opere di Monet, ad esempio, l’estrema accuratezza nella diffusione della luce, l’uso dei colori vivaci e squillanti stesi con piccole pennellate irregolari che danno

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vivacità e movimento alla scena; le pennellate singole di colori vivi per rendere lo scintillio della luce del sole sull’acqua in movimento; i colori corposi e consistenti, le pennellate vigorose per rendere l’idea della forza del vento e dell’acqua che s’infrangono contro gli scogli; i tocchi di grigio chiaro, di azzurro e di bianco per creare l’effetto del fumo che esce dalla locomotiva, simbolo di modernità. Piccole pennellate ora accostate ora sovrapposte, polvere di riso, gessetto nero nei colori ad olio per dare morbidezza, acquerelli per lasciar trasparire le linee del disegno sottostante, l’inconfondibile estro di Toulouse Lautrec, insomma, di cui è possibile ammirare i dipinti che rappresentano Montmartre, sale da ballo, caffè-concerto, teatri, ballerine, ma anche realtà quotidiane delle persone più umili e indifese. Tutt’a un tratto appare Cezanne, nel suo studio, mentre osserva della frutta posta in un vassoio e ne indaga la consistenza volumetrica da vari punti di vista, la disegna su di una tela, sceglie colori forti e intensi per meglio modellare i frutti e separarli dal fondo che, così, acquista più spessore e profondità. Scorrono altri dipinti, gli oggetti sono diversificati, come i colori o i profumi. <Nature morte animate, simili agli esseri umani, nobilitate con il dono eterno dello spirito divino> Kandinskij. Ancora le pennellate ampie e dense degli autoritratti di Van Gogh che, a volte, partono dagli occhi acuti e penetranti, intrise di verde e di rosso, a voler manifestare l’inquietudine del suo animo; i toni delicati, le atmosfere luminose e solari dei suoi campi di grano; pennellate nervose e quasi rabbiose per i neri corvi, premonizione di sventura e di morte. Bellezza, armonia, grazia, denuncia sociale, dolore, disperazione nelle opere degli impressionisti e nelle musiche di sottofondo di Debussy, Caykovskij, Ravel, Offenbach! Palazzo degli Esami, Roma, fino al 06 01 2019.


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in mostra

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L’ACQUA DI TALETE

Il neosurrealismo di Josè Molina in mostra a Villa Borghese di Maria Chiara Lorenti

Josè Molina, “Marte nascente “, 2018, matita grassa su carta

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U

n pesce dal volto umano, con tanto di barba e baffi, e mani che fendono l’acqua al posto di pinne. Una fanciulla efebica, che munita di ali e di nido, sorvola un mare tempestoso, contornata da uno stormo di uccelli in volo. Oppure una donna che, assisa su uno scoglio, si acconcia i capelli, mentre le sue ali di farfalla si asciugano ai raggi radenti del primo sole, insieme ad un’altra che si immerge nelle acque placide, osservando un orizzonte ancora oscuro. Esseri al di là del tempo, in continuo divenire, colti da metamorfosi che ne stravolgono le primarie fattezze. Così sono i personaggi ritratti da Josè Molina, in visione al Museo Carlo Bilotti, presso l’Aranciera di Villa Borghese. “L’acqua di Talete”, titolo di una mostra ispirata ai principi filosofici del fondatore della scuola ionica, che per primo ipotizzò la teoria scientifica che l’acqua fosse alla base della vita. Ed è questo il fulcro su cui ruotano le opere dell’artista madrileno. L’acqua intesa come forza primigenia, che tutto crea e tutto distrugge, da cui nasciamo e, forse, ad essa torniamo. Elemento naturale strettamente legato al luogo d’esposizione, in quanto l’Aranciera, prima di essere adibita a quest’uso, alla fine del settecento, fu ampliata e decorata da Marcantonio IV Borghese per ospitare le sontuose feste legate alla presenza dell’acqua, vista la sua vicinanza col giardino del lago e l’allocazione di numerose fontane barocche e ninfei, tanto che fu denominata “casino dei giochi d’acqua”. Molina si confronta con questo tema esprimendo con i suoi quadri una realtà surreale e visionaria, dove i soggetti mutanti creano un nuovo mondo fantastico, legato alla cosmogonia dell’universo. “Non ci avete per caso incontrato nel mezzo di un vivido paradiso, dentro al quale si muore pur di viverlo, con un cuore e dei sentimenti, prigionieri di una pelle morta, che trasforma l’anima in una cella cieca e angusta?” Insieme alle opere pittoriche ed ai disegni, la mostra ci offre la visione di tre sculture, realizzate in legno e resina,

in mostra

titolate: io dubito, io ricordo, io immagino; facenti parte della collezione del 2017 “I feel”. Tre vasi o ciotole, in realtà tre teste antropomorfe scoperchiate della calotta cranica, che permettono di osservarne l’interno, formato da un labirinto, per la prima, ove il pensiero si dipana, ora linearmente proseguendo in un percorso prestabilito, ma dove può incepparsi al primo ostacolo. La seconda e la terza testa ospitano una spirale e una gradinata concentrica verso il basso, entrambe, come la prima descritta, sono legate alla lettura dell’io, una introspezione psicologica dell’anima, del pensiero, delle sensazioni scaturite dalla mente. Come espresso dall’autore: “Io credo molto all’utilità sociale dell’artista. Penso che si sviluppa un linguaggio in parallelo, un linguaggio particolare diverso, … ma importante per la società...è un occhio diverso… come una porta che si sta aprendo a una nuova era ... io penso che noi artisti dobbiamo mettere la nostra prospettiva, il nostro occhio … e dico questo non tanto come artista, ma come persona che ama l’Arte in ogni sua forma.” La mostra si concluderà il 17 febbraio 2019, ed è completamente gratuita, come quella dedicata alle opere giovanili di Giacomo Balla, situata nello stesso museo.

Josè Molina, “YO DUDO”, 2017 Resina e legno

Josè Molina, “Pesci che nuotano controcorrente”, 2005 9


L’abisso del male

Dylan Dog, Martin Mistère e Zagor di Valerio Lucantonio

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n un periodo di fervido rinnovamento della Bonelli, ricco di iniziative inedite e poco conformi ai canoni storici della casa editrice, un gruppo di dirigenti e autori – Masiero, Recchioni, Castelli, Burattini – ha deciso di dare vita, dopo ventisei anni, a un nuovo incontro tra i due eroi protagonisti della rivoluzione stilistica degli anni ’80, Martin Mistère e Dylan Dog. I primi due volumi di questa serie speciale, la prima nell’epoca moderna dell’editore milanese a unire due delle testate principali, erano disegnati da Giovanni Freghieri e sceneggiati dai due creatori dei personaggi, Castelli e Sclavi, e riuscivano a trovare un equilibrio tra i due diversi spiriti di genere, con atmosfere e implicazioni apocalittiche. Ma questo volume, intitolato L’abisso del male, nonostante si presenti come team-up dei due personaggi e ricalchi le caratteristiche delle storie precedenti, si rivela un evento totale, che attraversa la maggior parte delle testate Bonelli presenti e passate, facendo convergere nel fantasy-horror un intero universo immaginario. Il “terzo incomodo”, che spicca più degli altri ospiti, è sicuramente il secondo fumetto più longevo della casa editrice: Zagor. Questo eroe, precursore cronologico ed editoriale nella lotta contro il male, offre ai suoi eredi la

Fumetto

propria mitologia di riferimento e uno dei suoi antagonisti più iconici, fino a comparire e confermarsi come modello archetipico il cui nome non viene mai citato, in quanto ormai diventato un simbolo - come la figura dell’uccello tuono che si staglia nel finale. Per quanto riguarda la scrittura, Carlo Recagno ha saputo dunque far convergere incredibilmente lo stile dei primi due team-up tra indagatore dell’incubo e detective dell’impossibile, la visione metafisica sclaviana (presente, prima che in Dylan Dog, nella storia più controversa di Zagor, Incubi) e una poderosa consapevolezza di scrittura, la quale passa dalle citazioni/apparizioni di altri personaggi bonelliani all’autoironia e alla metatestualità, efficaci per disinnescare quelle che, se non fossero state sottolineate dall’autore, sarebbero risultate forzature o falle dell’intreccio. Sul fronte visivo, i disegni di Freghieri superano ogni aspettativa, con un salto di qualità rispetto alle due precedenti avventure team-up: chiaroscuro che si avvale di un uso poliedrico dell’ombreggiatura, tavole di derivazione espressionista e passaggi astratti, puramente grafici, in cui la dimensione eterea del fantasma/icona Hellingen emerge in forma immediata, sono i tratti salienti in questo lavoro di uno degli artisti più abili e versatili degli ultimi tre decenni del fumetto popolare italiano. L’intera operazione, possibile per la sua estremità solo nel contesto di un’uscita speciale e straordinaria, si presta a letture e interpretazioni di diversa natura e prospettiva: sul piano tematico, come riflessione sui vari significati e funzioni della figura dell’eroe; a livello produttivo e intertestuale come pietra angolare non solo della pratica narrativa del cross-over, ma di un nuovo modo di concepire l’universo espanso della casa editrice; - sul fronte editoriale, come un’operazione di marketing incrociato e di promozione multipla delle diverse testate, aperta sia ad accogliere e incuriosire lettori neofiti sia a invogliare i fan storici ad acquistare nuove iniziative, indipendenti dalle serie regolari; - narrativamente, come vertice d’incontro e di celebrazione di un panorama di personaggi – e disegnatori, ospitati all’interno di singole pagine o vignette – in continua rimodulazione. In questo racconto eterogeneo, eclettico, ma al tempo stesso coerente e unitario per quanto concerne la struttura compositiva, l’intento dell’autore emerge chiaramente, nonostante la frammentazione spazio-temporale degli eventi e dei personaggi. Recagno, mosso non solo da una profonda conoscenza del mondo bonelliano, ma soprattutto da una genuina voglia – per quanto inevitabilmente condivisa e progettata insieme a curatori e redattori – ha voluto muovere un primo passo nella direzione di un’evoluzione della narrazione serial-popolare italiana, dando al contempo, più o meno intenzionalmente, una conclusione ideale particolare all’eterna lotta di Zagor ed Hellingen, che ricorda per certi versi lo storico e visionario numero 100 di Dylan Dog. 11


Quentin Blake illustratore di Patrizia Vaccaro Quentin Blake è tra i più importanti illustratori nel ‘900, (Sidcup, 16 dicembre 1932) ma anche disegnatore e scrittore britannico, a renderlo tanto famoso è la sua collaborazione con Roald Dahl, grande autore di libri per l’ infanzia come “La fabbrica di cioccolato”e “Il GGG”, durata ben 13 anni. Ma cominciamo dicendo che già a 16 anni disegna come illustratore satirico per la rivista “Punch”, prende una laurea in letteratura inglese al Downing College, Cambridge (1953-56), poi un master all’Institute of Education, in seguito lavorerà al Royal College of Art. Nel 2002 vince il premio Hans Christian Andersen per il suo contributo alla letteratura per l’infanzia. Ciò che lo rende tanto riconoscibile sono i suoi disegni molto particolari, quasi dei bozzetti che ritroviamo su svariati libri per bambini e ragazzi, ne illustra più di 300, ottenendo successi internazionali, infatti è presente anche in Italia per la collaborazione con la scrittrice Bianca Pitzorno, ma ha anche illustrato libri scritti personalmente da lui. Possiamo definire il suo stile giocoso, a volte i suoi riempimenti di colore sono volutamente sbavati per dare un senso di spontaneità e infantile spensieratezza. Si trovano diversi video sull’artista dove egli stesso ci parla dell’ efficacia del suo tipo di illustrazione, ci porta ad esempio un’ immagine del il Grande Gigante Gentile, il protagonista essendo un gigante, nel palazzo sbatte la testa contro il lampadario di cristallo e, secondo lui, è divertente per chi legge vedere mentre lo fa, sottolineando l’ ironia che ha sempre contraddistinto l’artista. Ce lo racconta nel filmato di Christie’s, ma anche in altri,

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presenti in rete, che riprendono Quentin Blake al lavoro, come una breve intervista del 2012 prodotta dalla Tate Gallery, e altri due video pubblicati dal canale YouTube dedicato a Roald Dahl ,dove l’illustratore è alle prese con Willy Wonka e gli Oompa Loompa. Altri filmati ancora si possono trovare sullo stesso sito di Blake. Di recente sono state messe all’ asta 178 opere dell’artista britannico, il cui ricavato è stato poi donato in beneficienza, non solo ha anche concorso alla realizzazione di dipinti per degli ospedali dove i suoi colori e il suo umorismo sicuramente allieteranno il soggiorno dei degenti: divertenti sono le immagini in cui degli anziani si danno alla pazza gioia danzando, suonando degli strumenti musicali e dondolando sui rami di un albero. Abbiamo accennato come sia stato importante il suo lavoro con Roald Dahl. La loro collaborazione inizia nel 1977, quando l’ editore combina la loro cooperazione. Lo scrittore rimase colpito dal tratto unico dell’ illustratore, e lavoreranno insieme sino alla morte dell’autore nel 1990. La fantasia infinita di Blake, la sua ironia ed il suo particolarissimo tratto sono riusciti ad interpretare in modo perfetto l’ inventiva iperattiva dello scrittore, tutto questo ha fatto si che i suoi disegni si fondessero in un binomio perfetto con le parole, riuscendo a dar vita a personaggi unici e bizzarri: li ha resi infatti immortali. Se leggerete le storie di Roald Dahl e sfoglierete le relative illustrazioni di Blake, non riuscirete più a scollegare le due cose, provare per credere…


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illustrazione

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PIU’ LIBRI PIU’ LIBERI: Un bilancio di successo

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Eventi

di Rossana Gabrieli

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traordinario successo di pubblico per la diciassettesima edizione di “Più libri più liberi”, la fiera dedicata alla piccola e media editoria italiana. L’evento culturale più importante della capitale, organizzato dall’Associazione Italiana editori (AIE) e ospitato dal Roma convention center La Nuvola dell’Eur, taglia il traguardo delle 100 mila presenze, registrando il tutto esaurito nella maggior parte degli incontri in programma. Moltissimi – oltre 1.500 – gli autori italiani e internazionali che hanno partecipato alla Fiera: tra questi, Zerocalcare, Paolo Giordano, Michela Murgia, Luciano Canfora, Dacia Maraini, Teresa Ciabatti, Nadia Terranova, Mario Calabresi, Luciano Fontana, Virman Cusenza, Marco Damilano, Giovanni De Mauro, Marco Travaglio, Ezio Mauro, Michele Serra. Tra gli stranieri, l’israeliano Abraham Yehoshua, lo scrittore e poeta dissidente Patrice Nganang, lo statunitense Joe R. Lansdale, l’intellettuale turca Pinar Selek, l’autore di House of Cards Michael Dobbs. «Anche quest’anno Più libri più liberi non è stata una semplice fiera della piccola e media editoria – ha detto il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti – ma una festa per i tanti amanti dei libri e della cultura. Tante famiglie, tanti giovani e meno 14

giovani hanno affollato gli incontri e passeggiato tra gli stand». Grandissima la soddisfazione fra gli espositori – 545 distribuiti in 3.500 metri quadrati – che anche in questa edizione hanno registrato ottimi risultati di vendita, bissando il successo straordinario del 2017. Grande successo per i ventitre appuntamenti del programma professionale, affollatissimi, che si sono svolti all’interno del Business Centre, il nuovo polo business e professionale di 500 metri quadrati, che ha funzionato da punto di incontro tra gli editori, le aziende della filiera (11 le aziende che hanno incontrato gli editori) e il pubblico professionale. Più libri più liberi rafforza così il suo ruolo di occasione di confronto e crescita per gli operatori del settore. Più libri più liberi è promossa e organizzata dall’Associazione Italiana Editori (AIE), con il sostegno del Centro per il libro e la lettura, del Ministero dei beni e delle attività culturali, della Regione Lazio, di Roma Capitale, della Camera di Commercio di Roma e di ICE- Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, con il contributo di SIAE - Società Italiana degli Autori ed Editori e di BNL Gruppo BNP Paribas.


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Aprilia

“Presepiamo” Mostra sui presepi Sala Manzù dall’8 dicembre al 6 gennaio 2019

Roma

“After the tribes Beverly Barkat Museo Buoncompagni Ludovisi, fino al 31 dicembre “Gli Impressionisti francesi da Monet a Cezanne” (articolo a pagg. 6-7) Palazzo degli Esami, fino al 6 gennaio 2019 “Bianconero tarot” Mostra di Marco Proietto Galleria 291 est, fino al 18 gennaio 2019 “Pixar. 30 anni di animazioni” Palazzo delle Esposizioni, dal 9 ottobre al 20 gennaio 2019 “Je suis l’autre. Giacometti, Picasso e gli altri” Museo Nazionale romano-Terme di Diocleziano, fino al 20 gennaio 2019 “Ovidio. Amori, miti e altre storie” Scuderie del Quirinale, fino al 20 gennaio 2019 “La stanza di Mantegna - Capolavori dal Museo Jacquemart-André di Parigi” Gallerie Nazionali di arte antica, Balazzo Barberini, fino al 27 gennaio 2019 “Andy Warhol” Complesso del Vittoriano. fino al 3 febbraio 2019 “Picasso. La scultura” Galleria Borghese. fino al 3 febbraio 2019 “Ennio Calabria. Verso il tempo dell’essere. Opere 1958-2018” Museo Fondazione Roma. Palazzo Cipolla, fino al 27 gennaio 2019 “Velina, il tratto russo. Dal Dionisio a Malevic” Musei Vaticani, Braccio di Carlo Magno, fino al 16 febbraio 2019 “Guido Reni, i Barberini e i Corsini. Storia e fortuna di un capolavoro” Galleria Nazionale di Arte Antica, fino al 17 febbraio 2019 “L’acqua di Talete. Opere di Josè Molina” (articolo A pagg. 8-9) Museo Carlo Bilotti, fino al 17 febbraio 2019 “Pollock e la scuola di New York” Complesso del Vittoriano. fino al 24 febbraio 2019 “Imaginaries and visions in the age of artificial intelligence” MAXXI. fino al 24 febbraio 2019 “Dream. l’arte dei sogni” Chiostro del Bramante, fino al 5 marzo 2019

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Ferrara

“Courbet e la natura” Palazzo dei Diamanti, fino al 6 gennaio 2019

Firenze

“Conviti e banchetti” Museo Stibbert, fino al 6 gennaio 2019 “La rosa e il tempo” Etra studio Tommasi, fino al 6 gennaio “Natus” Basilica di san Lorenzo, Salone di Donatello, fino al 7 gennaio 2017

“L’Italia a Hollywood” Museo Salvatore Ferragamo, fino al 10 marzo 2019 “Fanfare e silenzi. Viaggio nella pittura di Primo Conti” Villa Bardini, fino al 13 gennaio 2019 “Marina Abramovic. The cleaner” Palazzo Strozzi, fino al 20 gennaio 2019

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Eventi

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Mantova

“Marc Chagall: come nella pittura ncosì nella poesia” Palazzo della Regione, fino al 3febbraio 2019

Milano

“Carlo Carrà” Palazzo reale, fino al 3 febbraio 2019 “Milano e il cinema” Palazzo Morando, fino al 10 febbraio 2019 “Picasso Metamorfosi” Palazzo reale, fino al 17 febbraio 2019 “Sanguine. Luc Tuymans on Baroque” Fondazione Prada, fino al 25 febbraio 2019 “Klee. Alle origini dell’arte” MUDEC, fino al 3 marzo 2019 “Romanticismo” Gallerie d’Italia e sedi varie, fino al 17 marzo

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Pontedera

“Orizzonti d’acqua tra pittura e arti decorative. Galileo Chini e altri protagonisti del primo novecento” Palp Palazzo Pretorio Pontedera, fino al 28 aprile

Ravenna

“? War is over. Arte e Conflitti tra mito e contemporaneità” Museo d’Arte della città di Ravenna, fino al 13 gennaio 2019

Trento

“Margherita Sarfatti. Il novecento italiano nel mondo” Mart, fino al 24 febbraio

Venezia

“Tintoretto 1519-1594” Palazzo Ducale, fino al 6 gennaio “Osvaldo Licini. Che un vento di follia totale mi sollevi” Collezione Peggy Guggenheim, fino al 14 gennaio 2019

Vicenza

“La seduzione. Mito e arte nell’antica Grecia” Palazzo Leoni Montanari, fino al 13 gennaio


Piero Tosi. Esercizi sulla bellezza. Gli anni del CSC 1988 - 2016

Palazzo delle Esposizioni, 16 ottobre 2018 - 20 gennaio 2019 16


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