MCE News Channel - 03/2023

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N.3/23

efficienza energetica - smartness - rinnovabili - sostenibilità - comfort

Riqualificare non serve se non educhiamo gli utenti

Quando si parla di edifici e della loro riqualificazione, siamo bombardati dai numeri.

Decine (giusto un paio) sono gli anni che abbiamo a disposizione per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Migliaia sono i cantieri aperti. Milioni sono gli edifici da riqualificare.

Miliardi (di euro) sono le risorse da investire.

In mezzo a tutti questi numeri, forse si è perso di vista un dettaglio capace di concretizzare questo percorso o addirittura di vanificarlo: l’utente finale.

È fuori di dubbio che una abitazione o un edificio commerciale riqualificati siano in grado di offrire prestazioni energetiche ottimali e, nel contempo, assicurare un miglior comfort per le persone.

E anche se è pilotato da sistemi per la building automation o soluzioni per la gestione integrata degli impianti, spesso è difficile comprendere le conseguenze di specifiche azioni.

L’utente medio preme i tasti “più” o “meno” su un termostato e si aspetta una variazione di temperatura. Sappiamo però che con le moderne tecnologie la cosa è un po’ più complessa di così.

L’impianto fotovoltaico permette di usare direttamente l’elettricità autoprodotta e di avere un cospicuo risparmio in bolletta. Eppure, si tende a concentrare determinati carichi (ad esempio la ricarica dell’auto elettrica) nelle ore serali o notturne.

Ciò significa che anche il migliore degli interventi può risultare inefficace se la nuova tecnologia a disposizione non viene sfruttata correttamente. Ben venga dunque la riqualificazione energetica, a patto che anche l’utente finale venga riqualificato.

LA NEWSLETTER DI MCE – MOSTRA CONVEGNO EXPOCOMFORT DEDICATA

ALLA TRANSIZIONE ENERGETICA E SOSTENIBILE

LA RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA È L’UNICA STRADA

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ln the business of building businesses
N.3 - APRILE 2 023
Massimiliano Pierini Managing Director RX Italy

Una opportunità da incentivare

Il piano europeo per l’edilizia green è una grande occasione per riqualificare gli immobili pubblici e privati del nostro Paese, ma l’Italia può farlo solo a fronte di una politica strutturale di lungo periodo. Il nostro patrimonio edilizio, infatti, oltre ad essere vetusto ha anche una struttura a proprietà diffusa: il 74% dei nostri edifici è stato realizzato prima dell’entrata in vigore delle normative sul risparmio energetico e sulla sicurezza sismica; su 12,2 milioni di immobili residenziali, oltre 9 milioni non sono in grado di garantire le performance energetiche richieste.

Raggiungere gli obiettivi di sostenibilità nei tempi previsti è molto complesso ed è sinceramente infattibile se non accompagnato da un piano strategico di medio-lungo periodo che dia stabilità e certezza sui modi di erogazione degli incentivi fiscali.

Si pensa sempre alle ricadute sulla casa, ma la direttiva europea interverrà pesantemente e prioritariamente anche sugli edifici produttivi e su quelli pubblici. È, quindi, impossibile che nella condizione in cui versa l’Italia, in termini di patrimonio e proprietà parcellizzata, sia sul fronte privato che pubblico, gli obiettivi possano essere raggiunti con interventi obbligatori e senza aiuti.

Al nostro Paese servono, quindi, politiche di investimento comunitarie in grado di garantire le risorse per gli investimenti richiesti, sotto forma di trasferimenti e prestiti per le famiglie sottoposte agli obblighi di riqualificazione ma anche per le imprese e gli enti chiamati ad intervenire. Fondamentale è non ripetere gli errori commessi con il Superbonus, con regole che sono state modificate, come ha stimato ANCE, ogni 45 giorni! Basti pensare alla assurda situazione che stiamo vivendo per il blocco nella cessione del credito. Occorre una strategia di lungo periodo, condivisa e sostenibile non solo per l’ambiente ma anche per il sociale e l’economia.

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Due parole con...
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AL NOSTRO PAESE SERVONO POLITICHE DI INVESTIMENTO COMUNITARIE IN GRADO DI GARANTIRE LE RISORSE PER GLI INVESTIMENTI RICHIESTI SIA ALLE FAMIGLIE, SIA A IMPRESE ED ENTI Regina De Albertis Presidente Assimpredil

Ordinario di Fisica Tecnica Ambientale presso il Dipartimento ABC Politecnico di Milano

Riqualificazione energetica di quartieri e città

Suscita molto scalpore la nuova Direttiva EPBD 4, che richiede la riqualificazione energetica di circa 9 milioni di edifici in meno di dieci anni. Una questione complessa per diversi motivi: economico, organizzativo e autorizzativo. Per non parlare dei casi in cui una riqualificazione adeguata, visti i vincoli architettonici, è addirittura impossibile. Rinunciare a questa opportunità, d’altra parte, non conviene non solo per questioni ambientali ma anche politiche. Inoltre, si ragiona purtroppo sempre e solo in termini di edifici e si trascura la scala territoriale.

Considerare quartieri o città vuol dire avere una visione più integrata e vera dell’abitare sostenibile. Perché se l’obiettivo della Direttiva è quello di ridurre il consumo di energia da fonti fossili su scala nazionale, un approccio più ampio consentirebbe di raggiungere lo stesso obiettivo giocando su due fronti: su quello degli edifici, ma con meno stress, e su quello delle infrastrutture energetiche territoriali.

Parlando di rinnovabili, può risultare più economico investire su grandi centrali anziché sugli impianti domestici. Il che non vuol dire rinunciare all’impianto solare autonomo quando questo è possibile, ma incrementare il potenziale della fonte di energia. Ragionare a livello di reti consente di pensare a sistemi di accumulo innovativi, all’idrogeno, all’integrazione tra mobilità sostenibile e residenza. Su scala territoriale significa anche sfruttare il potenziale offerto dalle Comunità Energetiche.

E se l’obiettivo della direttiva è quello di ridurre la dipendenza da fonti fossili, perché non spostare la questione della certificazione energetica dall’Edificio alla Comunità?

E, sempre all’interno della concezione territoriale, perché non avviare un programma di sostituzione di abitazioni obsolete e senza valore architettonico con nuovi edifici di ultima generazione? Perché riqualificare energeticamente un edificio esistente è importante, ma lo è altrettanto avere una visione più ampia.

3 Due parole con...
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Giuliano Dall’O’

Riqualificare, ottimo anche per abbattere la CO2!

Degli oltre 12 milioni di edifici residenziali presenti in Italia, per complessive 32 milioni di abitazioni, circa il 65% ha più di 45 anni. In altre parole, oltre 7 milioni sono stati costruiti prima dell’introduzione della legge del 1976 che ha introdotto i criteri che tengono conto della performance energetica.

Non stupisce quindi la necessità di intervenire in modo così massiccio sull’esistente, al fine di migliorare i consumi. Ma la riqualificazione ha anche un effetto “secondario”, che in realtà si dimostra fondamentale per raggiungere gli obiettivi climatici al 2030 e 2050: permette di ridurre in modo sensibile la CO2 immessa in atmosfera.

LE TECNOLOGIE PER ABBATTERE

LA CO

2 Quando si parla di riqualificazione, un modo valido per abbattere la quantità di gas serra prodotti è quello di elettrificare i carichi (ten-

denzialmente il riscaldamento, ma non solo) e di sfruttare fonti energetiche rinnovabili. Naturalmente un intervento sull’involucro e sugli impianti non può che migliorare il contesto, mentre l’installazione di un impianto fotovoltaico permette di ridurre il prelievo dalla rete. Il D.lgs. 199/2021 ha introdotto nuove misure per favorire il consumo di energie rinnovabili, in particolare nelle nuove costruzioni o in presenza di ristrutturazioni rilevanti. In queste circostanze, la quota obbligatoria di copertura delle rinnovabili sul totale dei consumi dell’edificio sale al 60% nel caso del residenziale e al 65% per gli edifici pubblici.

Qualora invece non fosse possibile passare alla pompa di calore, sostituire una vecchia caldaia a metano con una nuova a condensazione permetterebbe comunque di ridurre quasi del 70% le emissioni di anidride carbonica, monossido di carbonio e ossidi di azoto.

Meno consumi, costi limitati e maggiore comfort. Ma la riqualificazione energetica comporta un altro importante beneficio: riduce la CO2 immessa in atmosfera
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La riqualificazione energetica è l'unica strada

L’obiettivo della decarbonizzazione è ben chiaro a tutti. In modo altrettanto evidente gli edifici sono stati identificati come uno dei principali responsabili dei consumi di energia e, quindi, dell’emissione di CO2 in atmosfera. Il settore edilizio è strategico per conseguire gli obiettivi in materia di energia e clima inclusi nel Green Deal europeo. Rendere il patrimonio edilizio dell’Unione Europea efficiente dal punto di vista energetico e decarbonizzato entro il 2050, come indicato nella direttiva sulla prestazione energetica degli edifici (EPBD) è sicuramente una sfida e prevede una timeline serrata da qui al 2033 con un notevole impatto sul settore delle costruzioni e dell’impiantistica.

AZIONI MIRATE

Per contrastare la crisi energetica attuale e la dipendenza dai combustibili fossili, è necessario sostene-

re una riqualificazione più accelerata e sistematica degli edifici. E non solo perché ce lo dice l’Europa! Il successo della transizione a zero emissioni richiede di rendere tangibili gli obiettivi prefissati, attraverso l’implementazione spinta di tecnologie e soluzioni più sostenibili, sicure e smart. Efficienza energetica, implementazione di fonti rinnovabili, decarbonizzazione del riscaldamento attraverso l’uso di pompe di calore, sistemi ibridi e idrogeno, Building Automation per la gestione e il controllo degli impianti sono tutte tappe di uno stesso percorso che ha l’obiettivo di ridurre i consumi di energia e migliorare le prestazioni del fabbricato, favorendo contemporaneamente anche il comfort interno, la riduzione delle emissioni e dei costi delle bollette.

Ma come vincere la complicata sfida della transizione energetica degli edifici?

REALIZZARE LA TRANSIZIONE ENERGETICA

NEI TEMPI PREVISTI

RICHIEDE UN CAMBIO DI PASSO NEL MODO IN CUI VENGONO PROGETTATI, COSTRUITI E RIQUALIFICATI GLI EDIFICI

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Efficienza energetica, miglioramento del comfort e del benessere, maggiore autonomia energetica, sostenibilità: tanti concetti, un unico obiettivo

Associazioni e aziende concordano sul fatto che il settore edilizio, e di conseguenza dell’impiantistica, possano fornire un contributo rilevante.

Ma per fare ciò è necessario introdurre requisiti di

Fonti rinnovabili, un obiettivo per la filiera

Stiamo assistendo a importanti cambiamenti nel settore edile: lo dimostrano le numerose iniziative europee per un’energia più accessibile e sostenibile.

In tal senso, le pompe di calore, insieme a fotovoltaico ed eolico, sono centrali per la riduzione delle emissioni di CO2 e come energia primaria per il riscaldamento residenziale. In questo scenario un’attenta riqualificazione del patrimonio edilizio gioca un ruolo cruciale, in quanto rappresenta un vantaggio per lo Stato in termini di approvvigionamento energetico, che diventerebbe meno dipendente dai combustibili fossili. Allo stesso modo le imprese del settore della climatizzazione con un piano definito e a lungo termine potrebbero investire maggiormente in Ricerca e Sviluppo di prodotti meno inquinanti e più efficienti.

Infine, una considerazione per le famiglie di oggi e domani: solo orientando il settore in questa direzione si potrebbe proporre una azione concreta contro il caro bollette, valorizzando il patrimonio immobiliare e alleggerendo le generazioni future di una parte dei tanti debiti ambientali accumulati nei decenni.

efficienza nell'utilizzo delle risorse e di circolarità, favorendo la digitalizzazione nella progettazione, costruzione e gestione operativa degli edifici nel corso del loro intero ciclo di vita.

Una azione sinergica per una riqualificazione efficace

Dagli edifici dipendono circa il 40% dei nostri consumi e il 35% delle nostre emissioni di gas serra. Migliorarne l’efficienza è quindi essenziale per ridurre la nostra dipendenza energetica e combattere il cambiamento climatico, senza trascurare i vantaggi sull’occupazione e sull’economia. Raggiungere l’obiettivo richiede adeguati programmi di informazione e formazione, supportati da misure efficaci e sostenibili per le finanze del Paese, capaci di supportare le spese dei privati, specie delle fasce reddituali inferiori, e di garantire alle aziende un orizzonte temporale coerente con gli investimenti necessari al conseguimento delle economie di scala presupposto per la riduzione dei costi. La riqualificazione degli edifici offre l’opportunità di migliorare il comfort e il benessere degli occupanti. Per questo gli interventi non dovranno limitarsi all’isolamento dell’involucro e alla sostituzione degli infissi, ma prevedere anche l’installazione di VMC controllate da sensori ambientali, per conseguire livelli ottimali di qualità dell’aria minimizzando gli sprechi, e di pompe di calore, più efficienti e meno inquinanti delle caldaie, connesse a reti intelligenti per bilanciare l’assorbimento di energia.

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Aldo Fumi - Direttore Marketing Vortice

Pompe di calore elettriche

La transizione energetica è un tema non più prorogabile, che passa principalmente da una decarbonizzazione degli edifici, responsabili di oltre un terzo delle emissioni di gas serra e di circa il 40% dei consumi di energia. L’Europa ci chiede di partire dagli edifici nelle classi energetiche più basse per portarli almeno in classe E entro il 2030 e D entro il 2033. Ci potranno essere proroghe ed eccezioni, ma non è pensabile che questi obiettivi vengano completamente disattesi. Non sarebbe corretto ed è comunque una grande opportunità, soprattutto per il settore termotecnico. Per fare i salti di classe necessari è spesso sufficiente riqualificare l’impianto installando una pompa di calore elettrica ad elevate prestazioni, con un conseguente beneficio sia per la collettività sia per la bolletta energetica. Il salto di classe, inoltre, porta con sé la valorizzazione dell’immobile perché la sensibilità degli acquirenti verso l’etichetta energetica nella fase di compravendita diventa sempre più elevata. La direttiva sul rendimento

energetico nell’’edilizia (EPBD) rappresenta pertanto l’occasione per perseguire gli obiettivi di decarbonizzazione degli edifici, ricorrendo in numerosi casi a interventi fattibili in tempi brevi e a costi relativamente contenuti, anche a vantaggio (non secondario) di un’industria che sempre più sta investendo nel nostro Paese. La tecnologia delle pompe di calore oggi è matura e si sta evolvendo verso soluzioni smart, equipaggiate con sistemi che consentono il dialogo con l’infrastruttura elettrica per garantire una maggiore flessibilità della rete e una conseguente sicurezza energetica. Assoclima sta lavorando per creare le condizioni utili per non tradire le aspettative, indubbiamente molto alte, nei confronti dell’industria delle pompe di calore. Guardando infatti alla REPowerEU, si stima di raddoppiare il tasso di diffusione delle pompe di calore per ottenere un totale di 10 milioni di unità nei prossimi 5 anni e ciò porterà, se opportunamente gestito, a enormi benefici su tutto l’indotto.

La VMC e l’importanza della ventilazione degli ambienti

Tutte le tecnologie utili ad efficientare la regolazione della temperatura e l’umidità in ogni ambiente possono aiutare. L’utilizzo di cronotermostati intelligenti e di soluzioni per la termoregolazione multizona consentono di ottimizzare i consumi energetici.

La VMC, e quindi la corretta ventilazione degli ambienti, è anch’essa determinante per il risparmio energetico in quanto l’80% degli sprechi energetici nelle case deriva dall’apertura delle finestre.

Altra importante componente tecnologica riguarda la contabilizzazione (se possibile diretta), poiché per risparmiare occorre misurare. Abbiamo già avuto esperienza di quanto queste tecnologie possano aiutare durante i primi interventi di riqualificazione energetica sorretti dal Superbonus e ora, con il piano casa green, da qui al 2050 si moltiplicheranno gli scenari in cui questo tipo di impianti si renderanno sempre più indispensabili per avere ambienti più salubri e confortevoli.

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Tecnologie diversificate per massimo comfort ed efficienza

Quando si parla di riqualificazione energetica, è bene approcciare la questione dal corretto punto di vista. Per questo è importante analizzare le necessità e trovare la soluzione più adatta all’interno di un catalogo ampio e diversificato. Mentre sul nuovo è (relativamente) più semplice, nelle ristrutturazioni occorre tenere conto di diverse variabili. La pompa di calore, ad esempio, è riconosciuta come strumento ideale per favorire la decarbonizzazione sfruttando fonti rinnovabili. Ma è bene ricordare che, in presenza dei diffusissimi caloriferi, sono necessarie temperature dell’acqua che non tutte le pompe di calore sono in grado di raggiungere e mantenere. Lo stesso vale per il raffrescamento: se confrontate con quelle attuali, macchine con 10 o più anni sulle spalle possono essere considerate obsolete dal punto di vista tecnologico e dell’efficienza.

Poter attingere da un’offerta variegata significa perciò non dover scendere a compromessi e ottenere il corretto mix tra comfort ed efficienza.

Innovazione a livello di filiera di progettazione degli edifici

Negli ultimi anni, la vita moderna è diventata sempre più frenetica e impegnativa, e l’utilizzo che le persone fanno dei loro spazi abitativi è sempre più diversificato.

Questo ha portato a un aumento della richiesta di soluzioni per il comfort domestico che siano personalizzabili e adattabili in maniera flessibile alle esigenze individuali di ogni occupante.

È necessario un lavoro di innovazione a livello di filiera di progettazione degli edifici.

In un contesto in cui l’80% del consumo energetico delle abitazioni è attribuibile alla climatizzazione, l’automatizzazione dei sistemi si rivela cruciale nella riduzione degli sprechi energetici.

Il futuro è una progettazione degli edifici che rivolge un'attenzione particolare all'occupante, rendendo l'abitazione indipendente e adattabile alle sue abitudini quotidiane. L'obiettivo della progettazione delle nostre tecnologie è proprio quello di creare un ambiente domestico che si concentra sulle esigenze dell'utente e che possa funzionare in modo autonomo ed efficiente, contribuendo a ridurre le emissioni di CO 2 e a risparmiare sui costi dell'energia.

8 RX Italy srl - Via Marostica 1 - 20146 Milano tel. +39 02 4351701 - e-mail info.italy@rxglobal.com Tutti i diritti sono riservati - È vietata la riproduzione anche parziale senza autorizzazione - Fotografie: Freepik ln the business of building businesses

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