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N.3/23 efficienza energetica - smartness - rinnovabili - sostenibilità - comfort

Riqualificare non serve se non educhiamo gli utenti

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Quando si parla di edifici e della loro riqualificazione, siamo bombardati dai numeri.

Decine (giusto un paio) sono gli anni che abbiamo a disposizione per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Migliaia sono i cantieri aperti. Milioni sono gli edifici da riqualificare.

Miliardi (di euro) sono le risorse da investire.

In mezzo a tutti questi numeri, forse si è perso di vista un dettaglio capace di concretizzare questo percorso o addirittura di vanificarlo: l’utente finale.

È fuori di dubbio che una abitazione o un edificio commerciale riqualificati siano in grado di offrire prestazioni energetiche ottimali e, nel contempo, assicurare un miglior comfort per le persone.

E anche se è pilotato da sistemi per la building automation o soluzioni per la gestione integrata degli impianti, spesso è difficile comprendere le conseguenze di specifiche azioni.

L’utente medio preme i tasti “più” o “meno” su un termostato e si aspetta una variazione di temperatura. Sappiamo però che con le moderne tecnologie la cosa è un po’ più complessa di così.

L’impianto fotovoltaico permette di usare direttamente l’elettricità autoprodotta e di avere un cospicuo risparmio in bolletta. Eppure, si tende a concentrare determinati carichi (ad esempio la ricarica dell’auto elettrica) nelle ore serali o notturne.

Ciò significa che anche il migliore degli interventi può risultare inefficace se la nuova tecnologia a disposizione non viene sfruttata correttamente. Ben venga dunque la riqualificazione energetica, a patto che anche l’utente finale venga riqualificato.

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LA RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA È L’UNICA STRADA

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