NUMERO 60 . ott2023 . Facta, non verba

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ДЕТИ (BAMBINI)

FACTA, NON VERBA

Assistendo ai soliti confronti tra opinionisti televisivi avrete sicuramente fatto anche voi l’ennesima considerazione: non ci si ascolta, si discute arroccati e ci si accapiglia su argomenti della massima irrilevanza per il Cittadino. Questo perché l’unico obiettivo che conta veramente è demolire l’interlocutore avversario.

E dire che argomenti interessanti, urgenti e significativi non ne mancano di certo!

Il fatto è che il più grave problema nella comunicazione odierna è

che le persone non ascoltano per capire, e poi per far capire. Ascoltano per risponderepiccati - al loro interlocutore e per far prevalere il suono della propria voce. Il tutto senza alcuna considerazione per chi ascolta e che invece gradirebbe un contributo utile nell’interpretare le vicende che toccano la vita di tutti noi.

Se poi passiamo a valutare i fatti concreti apportati da questi opinionisti, l’esito è disperante. Anche perché i fatti concreti

hanno uno spietato difetto: ci fanno capire, al netto dei paludamenti verbali, di che pasta è realmente fatta la persona che abbiamo davanti. L’unico risultato che emerge è la diseducazione collettiva, che procede verso un devastante obiettivo: ascoltare la metà, capire un quarto e raccontare il doppio!

OTTOBRE 2023

N.60

Con la pubblicazione del Numero 60 il Magazine rivoluzionepositiva compie 5 anni. Questo importante e significativo compleanno lo dedico a tutti i 123 Personaggi che mi hanno lusingato con il loro contributo di saggezza, conoscenza, autorevolezza, tra i quali:

EDOARDO BONCINELLI

GIULIO GIORELLO

FRANCESCO CAIO

ALBERTO DE TONI

SILVIO GARATTINI

ROBERTO CINGOLANI

ELSA FORNERO

PIETRO ICHINO

MAURIZIO FERRERA

GUIDO VISCONTI

GIUSEPPE IANNOCCARI

MASSIMILIANO FINAZZER FLORY

ALBERTO ROCCA

DANIELA BERNACCHI

RICCARDO BARBERIS

GIOVANNI SOLDINI

L. CODOGNO & G. GALLI

DONATELLA SCIUTO

FEDERICA PELLEGRINI

GIUSEPPE PASINI

ANDREA MONTUSCHI

DIANA BRACCO

ELIO FRANZINI

ILARIA BORLETTI BUITONI

N. RODARY & A. VERONESE

CORRADO PASSERA

GIOVANNI CAPRARA

REMO LUCCHI

LETIZIA MORATTI

MARIA MARTELLO

ENRICO GIOVANNINI

ALBERTO BOMBASSEI

ALBERTO LUCA RECCHI

FEDERICO FAGGIN

ENZO RISSO

GIANGIACOMO SCHIAVI

ROBERTO BATTISTON

FILOMENA MAGGINO

MASSIMILIANO GIANSANTI

MAURIZIO BIFULCO

MARCO LEONARDI

RAFFAELLA PEDERNESCHI

MARCO CAPPATO

MARCO BUCCI

OSCAR FARINETTI

LUCA DI MONTEZEMOLO

FRANCO BERNABÉ

FEDERICO FUBINI

VALERIA NEGRINI

ROGER ABRAVANEL

TONINO ESPOSITO

ENRICO FALCK

SALVATORE VECA

MARCO FREY

ENRICO MARIA FLICK

A. MINGARDI & M. SACCONI

MAURIZIO ZORDAN

GUIDO STRATTA

CRISTINA ORIGLIA

PAOLO SCARONI

Grazie!
Fabrizio Favini

PROGETTO

Il marchio del Magazine rivoluzionepositiva riporta 3 parole che sintetizzano i 3 stadi evolutivi del sapere.

Prima parola: INFORMAZIONE.

Troppe persone ormai si ritengono soddisfatte nella loro ricerca del sapere quando la loro fonte del sapere è la Rete. Peccato che l’Informazione attendibile si sia ormai estinta

avendo lasciato il posto alle fakenews. Fermarsi a questo stadio significa essere disinformati, superficiali, manipolabili, marginali, inaffidabili.

Seconda parola: CONOSCENZA.

Per sconfiggere le fakenews dobbiamo sviluppare un adeguato livello di conoscenza, che si costruisce con lettura profonda, ricerca,

confronto, verifica. Un grande salto di qualità rispetto a INFORMAZIONE, non vi è dubbio. Ma non basta. Ognuno di noi, con un passo ulteriore, può dare un personale contributo alla soluzione dei tanti problemi che stanno comprimendo la nostra esistenza.

Terza parola: SAGGEZZA. Significa saper essere consapevoli, ovvero dominare impulsi, emozioni, sentimenti negativi a favore

di una personale rivoluzionepositiva. Quindi adottare un comportamento responsabile, che discende dal latino res-pondus: farsi carico del peso delle cose!

Saper essere saggi, appunto, una saggezza che nulla ha a che fare con il logoro, millenario paradigma secondo il quale la saggezza apparteneva solo agli anziani del villaggio. Tutti noi possiamo/ dobbiamo tendere alla saggezza!

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Il Saggio gioisce nel donareBuddha

CAMPAGNA SOSTENITORI

Magazine rivoluzionepositiva

rivoluzionepositiva da 5 anni contribuisce con continuità e determinazione a tenere acceso un importante stimolo: la consapevolezza comune che abbiamo più che mai bisogno di innovare il nostro comportamento!

AIUTACI A PROSEGUIRE!

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Molte grazie!

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IL NOSTRO PERCORSO

L’universo del comportamento umano è uno dei pochi settori in cui si continua ad operare sulla scorta di abitudini e di modelli culturali in buona parte obsoleti.

Veniamo educati a soffrire per conquistarci un posto nella vita; viceversa l’educazione al benessere interiore, all’autoconsapevolezza, alla percezione di sé e degli altri ce la dobbiamo costruire da soli.

E così noi molto spesso facciamo un uso sub-ottimale delle nostre risorse personali, influenzando in tal senso la vita di chi ci sta vicino: in famiglia, in società, sul lavoro. Spesso aderiamo alla cultura della negatività, della lamentela, della critica, del rinvio, dell’immobilismo.

Altrettanto spesso siamo vittime di comportamenti autolimitanti. Sovente l’esperienza, consolidando un pregiudizio, ci

limita nella capacità di interpretare con lucidità la realtà circostante. Siamo in balìa di alibi, conformismi, abitudini consolidate e di false convinzioni.

Per rimuovere emozioni ed atteggiamenti negativi aprendo la nostra esistenza alle opportunità della vita, dobbiamo sviluppare energie costruttive e positive e un diverso approccio con noi stessi e col mondo che ci circonda.

rivoluzionepositiva ha lo scopo di aiutare, chi è interessato, a realizzare questi obiettivi.

BENVENUTI A BORDO!

Il Comitato di Redazione:

Fabrizio Favini

Edoardo Boncinelli

Roberto Cingolani

Enrico Giovannini

Gianni Ferrario

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FABRIZIO FAVINI

Esperto di innovazione del comportamento Intelligenza Emotiva per acquisire un vantaggio competitivo e il benessere dei Collaboratori

3a Parte

GIUSEPPE IANNOCCARI

Psicologo, docente e divulgatore scientifico, esperto in psicologia e in comunicazione

Le relazioni sociali: il farmaco naturale per un cervello vincente

ALBERTO ROCCA

Dottore della Biblioteca Ambrosiana e Direttore della Pinacoteca Ambrosiana

In viaggio col Codice Atlantico di Leonardo

NATHALIE RODARY E ALESSANDRA VERONESE

Intervista

Il nuovo mondo cerca nuovi leader

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Autori pg.
Manifesto IL
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INDICE 20 08 16 12
TEMPO NON SI FERMA.
ULTIMA
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Intelligenza emotiva per acquisire •un vantaggio competitivo •il benessere dei Collaboratori

3a parte

APPROFONDISCI FABRIZIO FAVINI
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Nelle 2 puntate precedenti abbiamo visto come ora più che mai abbiamo bisogno - senza ulteriori esitazioni – di una nuova cultura, la cultura dello Sviluppo Umano.

Iniziamo pertanto con qualche considerazione sul nostro benessere.

La qualità delle nostre relazioni sociali è elemento essenziale del nostro benessere, mentale ma anche fisico.

È da tempo ormai che mente&corpo hanno smesso di essere studiati come entità separate ed indipendenti e sono diventate oggetto di un’unica scienza, la scienza del benessere.

I nostri pensieri, emozioni, relazioni, azioni quotidiane condizionano la nostra salute ed il nostro sistema immunitario determinando un miglioramento o un peggioramento della qualità della nostra vita.

Pertanto il vivere in buona salute è fortemente influenzato dal nostro stile di vita e, in particolare, dai rapporti interpersonali da noi intrattenuti.

Ecco perché abbiamo iniziato a parlare di biologia della gentilezza, un obiettivo individuale e collettivo indispensabile anche e soprattutto per il mondo del lavoro visto che il lavoro è, in primis, un processo sociale, ossia un sistema che dipende dai rapporti interpersonali e dalle interrelazioni esistenti tra gli individui che ne fanno parte.

Il livello di consapevolezza, empatia, responsabilità con cui oggi scegliamo di vivere si riflette sia sul contesto che ci circonda che sulla nostra genetica diventando parte integrante dei tratti impressi nel nostro DNA. In sintesi, l’ambiente che noi frequentiamo - e di cui siamo sia influenzatori che influenzati - e lo stile di vita che consapevolmente o inconsapevolmente adottiamo modificano il nostro codice genetico, quello stesso che noi trasmettiamo ai nostri discendenti.

Di fronte a questa straordinaria scoperta della scienza, ci rendiamo conto dell’importanza che assume il nostro comportamento e di come esso non può più essere il risultato occasionale della nostra mancanza di consapevolezza.

Ecco che viene nuovamente ribadita l’importanza che l’Intelligenza Emotiva gioca nella costruzione del benessere della Persona.

Nei rapporti interpersonali l’empatia - dal greco empatheia, sentire dentro - ha un peso straordinario.

Il grande scienziato italiano Giacomo Rizzolatti – scopritore dei neuroni specchio – ha affermato che l’empatia è la condizione emotiva indispensabile per capire le persone.

L’empatia è quindi la condizione indispensabile per qualsiasi comportamento socialmente evoluto, efficace e responsabile. Le persone dotate di empatia sono dei veri

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champion nel riconoscere e soddisfare le esigenze di clienti, interlocutori, colleghi, collaboratori, capi.

L’empatia ci fa comprendere i differenti punti di vista del nostro interlocutore facendoci così diventare sensibili alle differenze comportamentali all’interno di un gruppo.

UN ESEMPIO

Sovente tentiamo di risolvere un problema sociale basandoci sui nostri processi di autorappresentazione e sulla conoscenza di noi stessi; traiamo informazioni dal nostro mondo interno facendoci condizionare dalla nostra sfera emotiva.

Non vediamo le cose per come sono, le vediamo per come siamo noi.

È questa l’empatia?

La mancanza di empatia stimola l’ostilità sociale.

Gran parte dei conflitti interni non riguarda il modo di raggiungere meglio gli obiettivi dell’Azienda bensì il predisporre meccanismi di offesa e di difesa. Quanto tempo ed energie si spendono nella difesa di immagine, ruolo e privilegi invece che nel raggiungere gli obiettivi per i quali si è retribuiti?

Il modo più efficace con cui le Aziende possono migliorare il benessere dei Collaboratori non si ottiene tanto con programmi di welfare e progetti di smart working, bensì attraverso le azioni quotidiane.

È infatti il comportamento di Imprenditore e di Manager a determinare se le relazioni nell’organizzazione sono caratterizzate da fiducia, empatia, comprensione, coerenza e rispetto.

Su questo tema esiste un nuovo concetto di innovazione che dobbiamo applicare:

1. la competitività dell’Impresa non si gioca più sul basso costo del lavoro bensì sull’investimento nello sviluppo delle competenze comportamentali e del benessere dei Collaboratori

2. sta diventando urgente che l’Impresa provveda a mappare il Capitale Umano in termini di analisi di tali competenze e di rilevazione del livello di soddisfazione dei suoi Collaboratori

3. il valore del Capitale Umano deve essere inserito a bilancio tra i più importanti asset di Stato Patrimoniale

4. se il Capitale Umano non viene costantemente rinnovato e potenziato in tal senso, gli Azionisti dovrebbero essere messi al corrente che la loro Impresa sta perdendo valore!

Il punto è che attualmente solo il 18% degli investimenti in innovazione è destinato al Capitale Umano (ricerca Deloitte – Industria 4.0 – 2020).

In pratica l’Azienda fa innovazione tecnologica senza fare corrispondente innovazione comportamentale!

In tal caso, se le nostre aziende non riescono a far evolvere i comportamenti di un gran numero di persone è perché - come abbiamo visto - esse adottano un modello di apprendimento che privilegia l’aspetto razionale e ignora l’aspetto emozionale.

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È pertanto sostanziale chiarire la differenza tra 2 progetti educativi fondamentalmente diversi, troppo spesso confusi in modo affrettato e superficiale:

• FORMAZIONE cognitiva: ha l’obiettivo di trasferire competenze (skill) legate al SAPER FARE

• APPRENDIMENTO comportamentale: ha l’obiettivo di sviluppare capacità (will) legate al SAPER ESSERE.

Il cambiamento profondo ed effettivo del comportamento richiede la riorganizzazione di abitudini di pensiero e di atteggiamenti mentali; servono cioè modelli educativi specifici e profondamente diversi da quelli richiesti dalla formazione cognitiva.

Prima di tutto l’apprendimento diventa profondo, effettivo e definitivo quando l’iniziativa è vissuta dal Collaboratore come rilevante in primis per la soddisfazione

delle sue necessità per la realizzazione di obiettivi aziendali da lui compresi e condivisi.

Ecco quindi che se vogliamo SAPER ESSERE, l’obiettivo deve essere preceduto da una diffusa consapevolezza a tutti i livelli aziendali, autentica pietra angolare dell’Intelligenza Emotiva e del comportamento consapevole e responsabile.

Pertanto lo sviluppo dell’Intelligenza Emotiva passa necessariamente attraverso l’acquisizione e l’utilizzo di uno specifico Modello didattico e comportamentale

Argomento che tratterò nel prossimo numero.

Fabrizio Favini

continua

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Le relazioni sociali: il farmaco naturale per un cervello vincente

GIUSEPPE ALFREDO

IANNOCCARI

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Promuovere i rapporti sociali non è solo un’indicazione di stile, ma rappresenta a tutti gli effetti un bisogno primario delle persone, al pari degli altri bisogni fisiologici che necessitano di essere soddisfatti per attenuare le tensioni e aumentare il benessere. Ciò vale per tutte le relazioni: familiari, amicali, professionali e comunitarie.

È noto come una persona che vive incastonata in una fitta rete sociale gode di numerosi benefici, al contrario di chi invece vive isolato o ai margini della società. Quante più relazioni una persona possiede tanto più ampio sarà il suo capitale sociale: più persone appartengono alla rete maggiori

saranno il suo valore e i potenziali benefici. Tuttavia, a dispetto di un tempo in cui era naturale socializzare e vivere in un contesto relazionale allargato dato che le risorse erano scarse e ciascuno aveva bisogno dell’aiuto e del supporto degli altri, oggi l’espansione dell’agio economico ha consentito a molti di avere le risorse sufficienti a ottenere ciò che gli serve, riducendo al minimo la necessità di dover chiedere aiuto agli altri.

Nonostante il mutato assetto sociale, resta il fatto che stare in gruppo rappresenta sia un vantaggio in termini di opportunità di accesso a risorse condivise sia, soprattutto, un vantaggio per il benessere e la salute fisica e mentale.

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Per quanto riguarda la prima condizione, ossia la possibilità di accedere a risorse complesse, questa ha consentito alla nostra specie di ottenere un vantaggio competitivo rispetto agli altri esseri viventi: è dai tempi in cui si cacciava in gruppo fino ai giorni nostri che possiamo beneficiare di informazioni, opere e risorse condivise grazie alla messa in comune delle intelligenze di più individui.

La seconda condizione, ossia considerare le relazioni sociali come un fattore protettivo per la salute fisica e mentale, è tanto più vera oggigiorno laddove l’individualismo e l’isolamento sociale costituiscono la caratteristica più marcata del vivere moderno. Infatti, una recente ricerca dell’Università McGill di Montreal (Canada) ha analizzato le risonanze magnetiche di 40 mila persone, evidenziando come i soggetti che si sentono soli hanno una zona del cervello, il network di default, più spessa e connessa rispetto ai soggetti che non manifestano sentimenti di solitudine. Contrariamente a quanto si pensi, l’ispessimento di questa zona non è del tutto positiva. Il network di default è una rete di neuroni che consente alla mente di vagabondare, di immaginare il futuro

o andare indietro nei ricordi del passato. Di per sé non sarebbe male se non fosse che a lungo andare quest’area amplifica la sensazione negativa della solitudine, isolando sempre più l’individuo dal suo contesto. A questo proposito, Gemma Lewis ha pubblicato su The Lancet Psychiatry uno studio in cui ha monitorato 4.200 over 50 per 15 anni e ha evidenziato che una persona su cinque che vive in condizioni di solitudine è anche depressa. La ricercatrice conclude che lo stato di solitudine è causa del 20% dei casi di depressione nelle persone che hanno superato la soglia dei 50 anni.

Stare con gli altri e intrattenere relazioni significative, invece, produce vari benefici: a livello fisiologico, vengono stimolati i centri della gratificazione e della ricompensa con il rilascio di dopamina e serotonina, detti anche gli ormoni di felicità e serenità; a livello cognitivo, la socialità stimola la memoria, il linguaggio, il ragionamento, la creatività e la risoluzione di problemi, consentendoci di essere più efficienti e performanti nella vita personale e professionale; a livello psicologico, stare in gruppo stimola le emozioni positive e riconsegna un’immagine di se stessi rinnovata e soddisfacente.

Un ulteriore vantaggio riguarda l’aspetto pro-attivo delle relazioni sociali: mantenere i rapporti nella sfera sociale offre alla persona un utile supporto che permetterà di affrontare meglio le difficoltà connesse alla senescenza. Una persona che ha condotto una vita ricca di relazioni arriverà all’età della pensione con un cospicuo capitale sociale, costituito da amicizie e rapporti che negli anni a venire si potranno rivelare di grande beneficio per la sua salute fisica e mentale.

Lo psicologo sociale Kurt Lewin, a proposito della teoria sociale dei gruppi, sostiene che “il tutto è più e differente della semplice somma delle parti”. Ciò significa che

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non basta la numerosità a definire come ‘gruppo’ un insieme di persone; piuttosto occorre tener conto del valore aggiunto che quell’insieme crea e produce, che risulta dalle caratteristiche delle persone coinvolte. Un gruppo può diventare un luogo di condivisione e di crescita che si apre alla possibilità di creare scambi comunicativi ed emotivi efficaci che, come dimostrano nella loro ricerca Charles e Carstensen (2010), sembrano rappresentare un fattore protettivo rispetto alla qualità dell’invecchiamento mentale. Infatti, le persone che sentono di aver costruito una buona rete relazionale mantengono più a lungo la percezione del senso della propria vita e di essere in grado di affrontare più efficacemente anche le situazioni stressanti.

A questo punto sorge una domanda: se le relazioni sociali rappresentano un fattore di promozione della salute, perchè le persone non cercano di costruire relazioni significative? Su questa risposta si gioca la partita, ma vediamo quali sono le reazioni più comuni.

Ci sono persone: disinteressate, la loro autosufficienza finanziaria li spinge a non cercare il contatto con altre persone; rassegnate: non cercano più compagnia e restano sole e in solitudine; disperate, nonostante cerchino la compagnia di altre persone, non riescono a trovarla.

A parte il primo caso che è solo una questione di scelte, nel secondo caso si deve trovare il modo di prendere contatti con altre persone; nel terzo caso ci si deve chiedere cosa non funziona nella ricerca.

In questi casi, cosa fare? La parola d’ordine è: agire! E agire in due direzioni:

1. Agire dentro, verso di noi: attivare un dialogo interno con noi stessi, parlandoci e raccontandoci, ritrovare la ricchezza che ci caratterizza come individui, come pensiamo,

cosa scegliamo, cosa ci piace e cosa non ci piace. Forse è il dialogo più intimo e sincero che potremmo mai fare con qualcuno.

2. Agire fuori, verso gli altri: pianificare una lista di potenziali contatti e programmare di chiamare una o due persone al giorno - al di fuori delle chiamate per lavoro o convenzionali. Poco importa che siano amici, familiari, colleghi, l’importante è che siano persone che possono arricchire il capitale sociale. Di cosa parleremo? Prepariamo prima un argomento positivo che esporremo dopo i convenevoli e che stimolerà la conversazione per 10 - 15 minuti. Meglio brevi telefonate che telefonate chilometriche, meglio contenuti positivi che negativi. E ogni settimana rifacciamo lo stesso giro di telefonate con un nuovo argomento.

A questo proposito le cinque regole d’oro per mantenere relazioni gratificanti con le persone sono:

1. trovare le occasioni per parlare con le persone;

2. frequentare associazioni e centri sociali;

3. fare gli auguri ad amici e conoscenti nelle ricorrenze;

4. conoscere e partecipare agli avvenimenti della città;

5. chiamare sistematicamente 1-2 persone al giorno per consolidare le amicizie.

Insomma, per arricchire la rete di relazioni e costruirsi un ricco capitale sociale da godersi oggi e negli anni a venire, l’importante è iniziare. Una medicina naturale, efficace e senza controindicazioni.

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Giuseppe Alfredo Iannoccari FACTA, NON VERBA

Imagining the future – In viaggio col Codice Atlantico di Leonardo

ALBERTO ROCCA

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Il 16 e il 17 giugno 2023, sei doppie casse coibentate a prova d’urto, provenienti dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana in Milano, venivano introdotte in totale discrezione da una porta di servizio nella Martin Luther King Jr. Memorial Library di Washington D.C. Contenevano nientemeno che dodici fogli del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci; grande era la trepidazione del personale della biblioteca americana che, per la prima volta dalla sua fondazione, riceveva tra le sue mura originali così antichi, preziosi e tanto unici.

La biblioteca statunitense, progettata da Ludwig Mies van der Rohe e inaugurata nel 1972, è stata oggetto di un radicale rinnovamento durato 3 anni, con un impegno economico di 211 milioni di dollari;

riaperta al pubblico nel 2020 costituisce oggi un immenso spazio destinato all’apprendimento, capace di ospitare non solo libri, bensì anche laboratori multimediali, spazi espositivi per mostre, sale a disposizione del pubblico per incontri e un auditorium per conferenze: un vera e propria agorà destinata allo studio, all’incontro tra persone e allo scambio culturale e generazionale.

I preziosi autografi di Leonardo erano destinati all’allestimento della mostra Imagining the future. Leonardo da Vinci: in the mind of an Italian genius, originata dall’iniziativa di Confindustria, che ha voluto segnalare con un evento eccezionale e straordinario l’inaugurazione della sua sede nella capitale americana.

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La Veneranda Biblioteca Ambrosiana ha colto con entusiasmo la proposta della prestigiosa associazione italiana, intuendo l’enorme potenziale diplomatico, comunicativo e culturale dell’iniziativa, che ha visto la presenza di 25.000 visitatori dal 20 giugno al 20 agosto 2023. Se si considera che per esigenze conservative e di sicurezza delle opere il numero di visitatori era necessariamente contingentato, la cifra non è trascurabile.

La mostra è stata concepita come un percorso sintetico, benché sufficientemente rappresentativo della produzione di Leonardo, con una selezione di disegni dal 1478 sino al 1506, spaziando quindi ampiamente lungo l’arco cronologico dei disegni e degli scritti assemblati da Pompeo Leoni nel codice ambrosiano; il proposito dell’assortimento era quello di far comprendere al visitatore quale fosse la logica di Leonardo nell’interpretazione della natura, un’interpretazione basata sull’osservazione (mediante gli occhi l’anima si rappresenta tutte le varie cose di natura) e che si trasforma, mediante il disegno, non solo in investigazione analitica bensì anche creatrice: Le opere che l’occhio comanda alle mani sono infinite, come dimostra ‘l pittore nelle finzioni d’infinite forme d’animali et erbe e piante e siti

Il percorso espositivo, pur nella sua brevità, ha quindi reso possibile entrare nella mente leonardesca, cogliendone la capacità di scomporre macchine e meccanismi per comprenderne caratteristiche, rendimento ed eventuale perfezionamento.

A operazione conclusa, grande è la

soddisfazione, poiché sono stati raggiunti scopi di non poco momento.

Pur con percorsi differenti e in tempi distanti tra loro, la Martin Luther King Jr. Library e la Veneranda Biblioteca Ambrosiana nacquero dalla medesima intuizione: rendere accessibile a tutti il sapere per l’utilità pubblica e per creare, attraverso la cultura e l’istruzione, un confronto e una comprensione non solo tra diverse impostazioni filosofiche e di pensiero, bensì anche la capacità di comunicare la diversità nel pieno rispetto dell’identità.

Da questo punto di vista, uno dei momenti per me più significativi è stata la lezione che tenni a Washington alcune settimane prima dell’apertura della mostra per i responsabili della Martin King Library i quali avrebbero in seguito curato la formazione delle guide: l’attenzione non fu quella di tradurre dall’italiano in inglese alcune parole, ma di rendere comprensibili concetti e pensieri di un uomo del Quattrocento italiano a persone del XXI secolo di un altro continente: senza mediazione culturale, è impossibile pensare che la comunicazione sia possibile.

Vi è, infine, da evidenziare l’importante connubio tra cultura/arte e intrapresa, aspetto cui ho dato molto risalto nelle conferenze stampa a Milano e a Washington: senza investimenti non vi può essere cultura, come dimostra molto bene la storia dell’Ambrosiana.

Allorché mi capita di narrare le vicende storiche che hanno dato origine a quelli che sono la più antica biblioteca pubblica

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d’Europa (1607) e il più antico museo di Milano (1608), uso sempre l’espressione “intrapresa culturale di Federico Borromeo”, perché a ogni decisione di carattere scientifico corrispondeva un’oculata pianificazione di spesa e di previsione.

L’importante evento di Washington non sarebbe stato possibile senza il lungimirante investimento di Confindustria e, del resto, non sarebbe nemmeno avvenuto senza un’istituzione come l’Ambrosiana che custodisce patrimoni di scienza e bellezza di più di quattrocento anni.

La sinergia è sempre più necessaria, perché assai rischioso è immaginare il futuro senza investimenti che favoriscano la conoscenza e l’amore per il passato.

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Intervista a Nathalie Rodary e Alessandra Veronese

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Nathalie Rodary, cos’è Leadership Humaniste®?

Tutta la nostra civiltà è espressione della componente razionale dell’Uomo.

E da sempre la componente razionale è onnipresente nelle nostre vite, anche se la tecnologia non garantisce alcun progresso nella crescita della coscienza e della consapevolezza.

Quindi la vera innovazione su cui ora puntare è quella umana, l’unica via possibile per una evoluzione positiva in termini di comportamenti consapevoli, condivisi e responsabili.

Pertanto, all’alba del terzo millennio, ci troviamo di fronte alla necessità vitale di un’Umanità che cresce o muore. E, per uscire da questa crisi, ognuno di noi deve trasformarsi.

Leadership Humaniste® è dunque un percorso di risveglio e di trasformazione, individuale e collettiva, che dà vita a un Nuovo Mondo luminoso. Nasce nel 2010 e nel 2019 esce il libro che ne condensa i principi: “Nouveaux monde cherche nouveaux dirigeants. Leadership Humaniste®”, oggi disponibile anche in italiano. Si sviluppa poi attraverso un’Accademia che riunisce, ispira e forma i Leader Umanisti, donne e uomini, portatori di questo Nuovo Mondo.

Nel suo libro parla di un Nuovo Mondo: cosa significa?

È un cambiamento di paradigma nelle nostre società e nella nostra visione di esseri umani sulla Terra, che si traduce nel dare significato alla nostra incarnazione. È un mondo luminoso di coscienza umana superiore. È un mondo in cui ogni essere umano, ogni organizzazione, ogni nazione,

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trova il proprio centro nel cuore, si ricollega alla sua vera natura spirituale, al suo giusto posto, alla sua ragion d’essere.

Il mondo malato di oggi è giunto al termine Dobbiamo passare a un livello di coscienza superiore. È un salto di coscienza verso la coerenza, che rimette al centro l’essere umano.

Come definisce un leader umanista?

Essere umanista significa essere ed agire per il progresso delle persone. L’Umanità non ha bisogno di persone che invecchiano e che vivono più a lungo, bensì di persone che crescono

Un umanista è una persona consapevole che l’essere umano è al centro di ogni trasformazione, perché è la fonte che genera il mondo in cui vive: se noi ci trasformiamo, il mondo si trasforma. Se la nostra coscienza si espande verso la luce, allora le nostre vite e le nostre società ne saranno un vero riflesso: luminose e gioiose.

Un leader umanista è una persona la cui missione è guidare queste trasformazioni negli individui, nelle organizzazioni, nelle nazioni, e che arriva ad avere un impatto su larga scala.

Un leader umanista è una persona che ha iniziato questa trasformazione dentro di sé, che è consapevole di ciò che lo anima e che lo mette in atto su larga scala.

Questo nuovo mondo ha bisogno di nuovi leader. Come possiamo riconoscerli?

Ho creato Leadership Humaniste® e ho scritto questo libro per gettare le basi. Il libro vi dà una (mia) visione precisa e alcuni nomi, ovviamente le citazioni non sono esaustive. E poi ci sono coloro che hanno frequentato l’Accademia. Queste le caratteristiche che potrete riconoscere in loro: centrati nel cuore, coerenti, leader di trasformazione. Attenzione però a non cedere ai richiami delle sirene dei discorsi teorici. Essere un leader umanista non è un’affermazione, un concetto o un titolo. Essere un leader umanista significa dare corpo, incarnare le caratteristiche di cui sopra.

Come si diventa un leader umanista?

Come disse Mandela: “Il mondo non è mai stato cambiato dai buoni sentimenti, ma da una coscienza illuminata”. L’umanesimo è esigente e la leadership umanista lo è ancora di più. Le belle idee senza la loro concreta e coerente attuazione sono dannose. Ecco perché, oltre al libro, ho fondato l’Accademia. L’Accademia è il percorso che permette ai futuri leader umanisti e alle loro organizzazioni di raggiungere il loro pieno potenziale. È una vera e propria scuola di Trasformazione e Risveglio, lontana dagli odierni paradigmi di pensiero.

Alessandra Veronese, Leadership Humaniste® è anche in Italia dove ha la sua Ambasciatrice: lei stessa. Perché l’Italia?

Nonostante le difficoltà e le problematiche croniche del nostro Paese, ho notato come, a partire dagli ultimi due anni, siano aumentati i segnali, anche concreti, di una maggiore

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consapevolezza rispetto al significato che diamo alla nostra vita e al contributo che vogliamo dare al mondo. Questo sia su scala individuale che collettiva, con esempi di imprenditori, dirigenti, responsabili a capo di organizzazioni o imprese che stanno promuovendo una nuova visione dell’individuo, del lavoro, dei sistemi. Sollecitati, peraltro, dalle nuove generazioni che “premono” per un cambiamento dei vecchi paradigmi, mossi da una nuova consapevolezza sul valore e il significato della propria vita. D’altro canto, ho rilevato come “l’ubriacatura” da nuove tecnologie, la corsa all’AI ancora prima di capirne in profondità opportunità e pericoli, l’anacronismo dei modelli educativi, sociali, politici, ecc. siano una evidente manifestazione di mancanza di visione incapace di creare, in armonia, un mondo nuovo. Ho quindi trovato una immediata sincronicità quando ho incontrato Leadership Humaniste® perché essa risponde esattamente alla necessità di aiutare l’uomo a prendere consapevolezza rispetto alla sua missione e al suo ruolo.

Perché ha deciso di diventare Ambasciatrice di Leadership Humaniste®?

Conosco Nathalie Rodary dagli anni dell’università. Ci unisce una profonda amicizia e una reciproca stima personale e professionale. Dopo aver frequentato il percorso formativo Leadership Humaniste® ho capito che volevo diventarne l’Ambasciatrice. Siamo in un’epoca che necessita di una urgente trasformazione, “un salto quantico” dell’umanità, e Leadership Humaniste® può contribuire in maniera concreta ad attuarlo, partendo da chi ha o vuole avere un ruolo di leader. Ho sentito quindi di voler fare la mia parte. Non solo. Lavoro con figure apicali e la mia missione è quella di aiutarle a dare forma al loro sogno di impresa e a rendere quel sogno un esempio concreto e riconosciuto di come il mondo possa essere migliorato. Mi

è sembrata quindi una via molto coerente con il mio percorso di vita. Ho deciso così di seguire anche la formazione per diventare Ambasciatrice e ho tradotto il libro in italiano Il Nuovo Mondo cerca nuovi leader. Leadership Humaniste®, uscito nell’aprile di quest’anno grazie all’editore Italy Post. A breve sarà pubblicato in italiano anche il sito e partiranno i corsi dell’Accademia in alcune città italiane.

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A cura di Fabrizio Favini FACTA, NON VERBA

Nel mondo del management consulting da 50 anni, è consulente esperto di innovazione del comportamento, facilitatore e formatore per lo sviluppo del talento in Azienda. Migliora il rendimento del capitale umano

FABRIZIO FAVINI

favorendo la crescita di soddisfazione, motivazione, selfengagement, produttività.

Utilizza le neuroscienze per favorire l’acquisizione delle competenze sociali indispensabili

a modificare i comportamenti non più funzionali alla crescita sia dell’Individuo che dell’Azienda.

Oltre a numerosi articoli, ha pubblicato i seguenti libri: La Vendita di Relazione

(Sole 24ORE); La vendita fa per te (Sole 24ORE); Scuotiamo l’Italia (Franco Angeli); Comportamenti aziendali ad elevata produttività –Integrazione tra stili di management e neuroscienze (gueriniNext).

Editore di rivoluzionepositiva. com, Magazine On Line orientato al nuovo Umanesimo d’Impresa per la sostenibilità sociale, economica ed ambientale dell’Impresa stessa.

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AUTORI

È laureato in Psicologia Clinica e in Economia Aziendale.

Dopo aver conseguito il Master in Neuropsicologia e il Dottorato di Ricerca, nel 2004 ha fondato l’associazione Assomensana che,

GIUSEPPE IANNOCCARI

con oltre 25 sedi in Italia e Spagna, opera nel campo delle neuroscienze per individuare i meccanismi e le strategie per prevenire

l’invecchiamento mentale e potenziare le abilità cognitive a

tutte le età. Dal 2005 insegna all’Università Statale di Milano ed è divulgatore scientifico sui temi della salute di mente e cervello.

È ideatore del Metodo Mensana®, del training

Ginnastica Mentale®, Direttore scientifico del Master per Brain Trainer, curatore di In-Forma-Mente e autore dei seguenti libri:

I 10 pilastri per un cervello efficiente, pubblicato da Franco Angeli (2021);

Strategica-Mente, pubblicato da Il Sole 24 Ore (2022); Declino cognitivo, pubblicato da Franco Angeli (2023).

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ALBERTO ROCCA

È Dottore Ordinario della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Direttore della Classe di Studi Borromaici e, dal 2014, Direttore della Pinacoteca Ambrosiana. È stato

Capo Progetto del restauro del Cartone preparatorio della Scuola di Atene di Raffaello, conclusosi nel marzo 2019. I suoi studi storici, focalizzati in particolare sulle

istituzioni inglesi in epoca Tudor, hanno avuto come motivazione primaria la conoscenza approfondita dell’anglicanesimo, per il progresso del dialogo ecumenico,

secondo lo spirito del cardinale Carlo Maria Martini. Dal 2013 ha intrapreso lo studio della lingua giapponese e delle religioni tradizionali giapponesi, nel desiderio di

AUTORI

ampliare le capacità di dialogo interreligioso. È, inoltre, Canonico Ordinario del Capitolo Metropolitano del Duomo di Milano.

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Inizia il suo percorso spirituale fin dalla nascita, quando è entrata in contatto con la sorella maggiore con handicap mentale. In giovane età, ha scoperto il buddismo e gli insegnamenti

NATHALIE RODARY

del Dalai Lama che l’hanno portata a scoprire l’Asia, Matthieu Ricard, Aung San Suu Kyi e lo Yi-King (il millenario libro cinese della trasformazione).

Laureata alla NEOMA Business School di

Parigi, fondatrice di due aziende e di Leadership

Humaniste® nel 2010, i suoi principi guida sono leadership, consapevolezza e trasformazione. Negli ultimi 30 anni ha aiutato leader e

organizzazioni (oltre 400) a compiere importanti cambi di rotta perché, se le “teste” si trasformano, il mondo si trasforma. Autrice, speaker e artista, si è esibita in concerto a Parigi al

Cirque d’Hiver, alla Salle Gaveau, ecc. È una custode dell’anima e della sua trasformazione, in coerenza. La sua vocazione è umanista.

ALESSANDRA VERONESE

in prestigiose organizzazioni, coach certificata e trainer di comunicazione e leadership, è Ambasciatrice in Italia e

componente del board di direzione di Leadership

Humaniste®

Innovatrice, affianca imprenditori e dirigenti che vogliono fare la differenza. I suoi

percorsi consentono di dare forma alle loro idee e di trasformare le loro imprese, rendendole esempi, concreti e riconosciuti, di come contribuire alla costruzione di un

mondo migliore. Dopo un percorso di studi umanistici, ha arricchito la sua formazione frequentando centinaia di corsi su temi manageriali, organizzativi, di

comunicazione, di neuroscienze e di crescita personale. È Master Advanced in Programmazione Neurolinguistica e Practioner Lab Profile®

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Perché Rivoluzione Positiva?

Un nuovo Magazine On Line: informazione, conoscenza, saggezza.

MANIFESTO

Con l’enorme disponibilità di informazioni, resa possibile dalla tecnologia, la nostra vita è diventata molto più veloce e molto più distratta. Abbiamo creato i presupposti per cui il nostro cervello è meno preciso, fatica di più a concentrarsi. Perdiamo il focus attentivo sui problemi, divaghiamo mentalmente, siamo intermittenti e discontinui nel nostro modo di pensare e,

quindi, nel nostro comportamento.

Siamo passanti frettolosi e distratti la cui soglia di attenzione dura 8 secondi; siamo meno concentrati dei pesci rossi che arrivano a 9, ci dicono gli esperti. Siamo diventati bulimici di informazioni, emozioni, immagini, collegamenti, suoni. Divoriamo il tutto in superficie senza gustare, approfondire, riflettere.

Oggi chi non si ferma a

guardare non vede; chi non si ferma a pensare non pensa.

Riscopriamo allora il piacere - o la necessitàdi riflettere, di pensare, di soffermarci per capire meglio dove stiamo andando per essere più consapevoli del nostro tempo, complesso e complicato, e del nostro ruolo, umano, sociale e professionale.

Se condividete queste nostre riflessioni, siete invitati a partecipare ad

una iniziativa virtuosa resa possibile dalla combinazione dei saperi e delle esperienze umane e professionali di un manipolo di Pensatori Positivi, profondi, competenti e sensibili interpreti del nostro tempo, che hanno deciso di contribuire a questo Progetto. Ad essi si uniscono autorevoli Testimoni Positivi. A tutti loro il nostro grazie! di cuore.

Il Comitato di Redazione:

Fabrizio Favini

Edoardo Boncinelli

Roberto Cingolani

Enrico Giovannini

Gianni Ferrario

STUDIO BETTINARDI BOVINA DOTTORI COMMERCIALISTI E REVISORI CONTABILI
STUDIO BETTINARDI BOVINA Dottori Commercialisti e Revisori Contabili Galleria Unione, 1 - 20122 MILANO, ITALIA Tel: +39 02 805 804 210 - Fax: +39 02 936 602 65 Via Bacchini Delle Palme, 1 - 37016 GARDA, ITALIA Tel: +39 04 562 703 11 studio@studiobettinardibovina.it
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DIDA

Television - Communication. The Seven Lively Arts

Salvador Dali

1957

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IL TEMPO NON SI FERMA

La vita è un compito che ci siamo portati a fare a casa.

Quando guardi…. sono già le sei del pomeriggio; quando guardi …. è già venerdì; quando si guarda…. il mese è finito; quando si guarda…. l’anno è finito; quando si guarda…. sono passati 50,60 e 70 anni!

Quando guardi…. non sappiamo più dove sono i nostri amici. Quando guardi…. abbiamo perso l’amore della nostra vita e ora è troppo tardi per tornare indietro.

Non smettere di fare qualcosa che ti piace per mancanza di tempo. Non smettere di avere qualcuno al tuo fianco perché i tuoi figli presto non saranno tuoi e dovrai fare qualcosa con quel tempo rimanente, dove l’unica cosa che ci mancherà sarà lo spazio che può essere goduto solo con le persone care. Quel tempo che, purtroppo, non torna più…

È necessario eliminare il “DOPO”…. DOPO…. ti chiamo DOPO…. lo faccio DOPO…. lo dico DOPO…. lo cambio. Lasciamo tutto per DOPO, come se il DOPO fosse migliore…. Perché non lo capiamo….

DOPO…. il caffè si raffredda DOPO…. la priorità cambia DOPO…. il fascino si è perso DOPO…. presto si trasforma in tardi DOPO…. la nostalgia passa DOPO…. le cose cambiano DOPO…. i bambini crescono DOPO…. la gente invecchia DOPO…. il giorno è notte DOPO…. la vita è finita.

Non lasciare niente per DOPO perchè, in attesa del DOPO, puoi perdere i migliori momenti, le migliori esperienze, i migliori amici, i più grandi amori. Ricorda che DOPO potrebbe essere tardi!

Il giorno è oggi! NON SIAMO PIÙ IN UN’ETÀ per rimandare nulla.

Spero che tu abbia tempo per leggere e poi condividere questo messaggio…. Oppure lascialo per DOPO e vedrai che non lo condividerai mai più!

Sempre insieme Sempre uniti Sempre amici Sempre fratelli.

Passalo ai tuoi amici e vedrai come non tutti ti rispondono. Perché lo lasceranno per Dopo.

Autore ignoto. Ringraziamo Sergio Cattaneo per la segnalazione.

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