NUMERO 74 . dic2024 . Il Nostro Futuro È In Fuga

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ДЕТИ (BAMBINI)

IL NOSTRO FUTURO È IN FUGA

Forbes ci comunica che in 13 anni – dal 2011 al 2023 – circa 550mila giovani italiani, dai 18 ai 34 anni, sono emigrati all’estero. Questa fuga è al momento costata al nostro Paese 134 miliardi.

Senza contare che questa fuga alimenta la competitività e la crescita di altri Paesi, Europa Unita in testa.

In buona sostanza, noi stiamo

alimentando la concorrenza al nostro Paese.

Ma qual è il motivo dominante di questa fuga? La mancanza di significative opportunità di lavoro.

Parallelamente, l’Italia è all’ultimo posto per capacità di attrarre giovani europei.

C’è qualcuno dei Soliti Noti – Politica, Sindacato, Confindustria - portatore di

qualche concreta iniziativa per cercare di invertire questa perniciosa tendenza?

Fabrizio Favini

DICEMBRE 2024

PROGETTO

Il marchio del Magazine rivoluzionepositiva riporta 3 parole che sintetizzano i 3 stadi evolutivi del sapere.

Prima parola: INFORMAZIONE. Troppe persone ormai si ritengono soddisfatte nella loro ricerca del sapere quando la loro fonte del sapere è la Rete. Peccato che l’Informazione attendibile si sia ormai estinta

avendo lasciato il posto alle fakenews. Fermarsi a questo stadio significa essere disinformati, superficiali, manipolabili, marginali, inaffidabili.

Seconda parola: CONOSCENZA. Per sconfiggere le fakenews dobbiamo sviluppare un adeguato livello di conoscenza, che si costruisce con lettura profonda, ricerca,

confronto, verifica. Un grande salto di qualità rispetto a INFORMAZIONE, non vi è dubbio. Ma non basta. Ognuno di noi, con un passo ulteriore, può dare un personale contributo alla soluzione dei tanti problemi che stanno comprimendo la nostra esistenza.

Terza parola: SAGGEZZA. Significa saper essere consapevoli, ovvero dominare impulsi, emozioni, sentimenti negativi a favore

di una personale rivoluzionepositiva. Quindi adottare un comportamento responsabile, che discende dal latino res-pondus: farsi carico del peso delle cose!

Saper essere saggi, appunto, una saggezza che nulla ha a che fare con il logoro, millenario paradigma secondo il quale la saggezza apparteneva solo agli anziani del villaggio. Tutti noi possiamo/ dobbiamo tendere alla saggezza!

CAMPAGNA DI SOSTEGNO

Il Magazine rivoluzionepositiva da oltre 6 anni contribuisce con continuità e determinazione ad alimentare un importante stimolo: la consapevolezza che abbiamo sempre più bisogno di comportamenti positivi e responsabili da parte di tutti noi!

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IL NOSTRO PERCORSO

L’universo del comportamento umano è uno dei pochi settori in cui si continua ad operare sulla scorta di abitudini e di modelli culturali in buona parte obsoleti.

Veniamo educati a soffrire per conquistarci un posto nella vita; viceversa l’educazione al benessere interiore, all’autoconsapevolezza, alla percezione di sé e degli altri ce la dobbiamo costruire da soli.

E così noi molto spesso facciamo un uso sub-ottimale delle nostre risorse personali, influenzando in tal senso la vita di chi ci sta vicino: in famiglia, in società, sul lavoro. Spesso aderiamo alla cultura della negatività, della lamentela, della critica, del rinvio, dell’immobilismo.

Altrettanto spesso siamo vittime di comportamenti autolimitanti. Sovente l’esperienza, consolidando un pregiudizio, ci

limita nella capacità di interpretare con lucidità la realtà circostante. Siamo in balìa di alibi, conformismi, abitudini consolidate e di false convinzioni.

Per rimuovere emozioni ed atteggiamenti negativi aprendo la nostra esistenza alle opportunità della vita, dobbiamo sviluppare energie costruttive e positive e un diverso approccio con noi stessi e col mondo che ci circonda.

rivoluzionepositiva ha lo scopo di aiutare, chi è interessato, a realizzare questi obiettivi.

Il Comitato di Redazione:

Fabrizio Favini

Edoardo Boncinelli

Roberto Cingolani

Enrico Giovannini

Gianni Ferrario

BENVENUTI A BORDO!

INDICE

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FABRIZIO FAVINI

Esperto di innovazione del comportamento

Le aziende si sforzano di eseguire, non di innovare

ELGA CORRICELLI

REMO LUCCHI

Co-fondatrice

dell’Associazione Ricerca Felicità

Scegliere il benessere come leva produttiva generativa

pg. 22 Autori

pg. 26 Manifesto

Esperto in ricerche sociali

Inclusione: metodo per vivere bene

ENZO RISSO

Direttore Scientifico IPSOS Nella società dell’applauso

Le aziende si sforzano di eseguire, non di innovare

FABRIZIO FAVINI

L’incapacità di trasformare idee in nuove strategie, prodotti e servizi, al passo con le tendenze in atto, sta mettendo le aziende in serie difficoltà.

L’imprevedibilità e il ritmo dei cambiamenti impongono che le Organizzazioni non aspettino certezze prima di portare avanti nuove idee, ma che invece debbano essere molto più flessibili di fronte alle diverse opportunità o minacce. Occorre sempre più spesso sperimentare piuttosto che sviluppare completamente un’idea, prima di implementarla su vasta scala.

Alcuni aspetti-chiave dell’innovazione dunque includono:

• l’esecuzione di grandi idee richiede tempismo critico: arrivare troppo presto o troppo tardi per sfruttare opportunità può essere altrettanto dannoso. Occorre mantenere un’attenzione costante per evitare distrazioni dettate dall’eccesso di entusiasmo – o dalla sua mancanza - per la novità

• l’evoluzione dei comportamenti richiede che le Organizzazioni trasformino le

proprie strategie e i propri obiettivi in modo allineato con i valori dei Collaboratori, che però spesso non sono evidenti – e quindi non sono risorse disponibili - in quanto esistono in gran parte a livello inconscio

• affinché l’innovazione abbia successo, l’assunzione del rischio – e talvolta il fallimento – è inevitabile. Tuttavia, molti sistemi tradizionali di gestione del rischio non sono più adatti allo scopo. Infatti, misurare semplicemente ciò che è esclusivamente tangibile – come

quello che si è investito in innovazione, come i soldi e il tempo – o i risultati di questa innovazione – come, ad esempio, il numero di nuovi prodotti – può essere limitativo.

Raggiungere consistenti risultati aziendali richiede un pensiero innovativo e la capacità di trasformare queste idee in azioni, e molto spesso velocemente. Questo è possibile solo con una diffusa cultura dell’innovazione in cui le persone abbiano chiaro di come dare il proprio contributo.

Ecco allora alcuni messaggi-chiave fondamentali per colmare il divario fra innovazione ed execution:

• innovare tramite la sperimentazione

– Approcci lineari tradizionali all’innovazione e all’esecuzione, radicati in un contesto di certezze e di risultati predefiniti, non sono più adeguati. Il contesto aziendale sta cambiando così rapidamente che il futuro è arduo da prevedere e la destinazione è spesso incerta. Servono nuovi approcci orientati alla scoperta e all’apprendimento - dove la realizzazione e l’esecuzione della strategia sono intrecciate - basati sul continuo monitoraggio dell’ambiente di lavoro e del mercato, sulla regolare ridefinizione del percorso e dei suoi obiettivi, con le frequenti correzioni che ciò comporta;

• l’innovazione non riguarda sempre necessariamente la creazione di qualcosa di nuovo – Piuttosto, le tecnologie digitali consentono alle aziende di implementare una gamma più ampia di modelli di business rispetto a quelli precedentemente disponibili; permettono loro di adattarsi a modelli di business in evoluzione o di adottare diversi modelli di business. L’innovazione quindi a volte consiste nel creare un valore nuovo in contesti operativi già noti;

• il cambiamento strategico non dovrebbe essere considerato come a se stante –La comprensione dell’intera gamma di potenziali strategie e opportunità, dal prodotto, al servizio, alla soluzione fino all’esperienza può servire come lente di ingrandimento per aiutare i leader aziendali a identificare sistematicamente nuove opportunità e a prendere decisioni fondate;

• cambiare cultura è più facile a dirsi che a farsi – Gli sforzi per cambiare la cultura possono portare a conseguenze indesiderate. Alcune misure di gestione introdotte per premiare l’innovazione e l’assunzione del rischio hanno portato a dare priorità a iniziative di quick win rispetto a quelle più strategiche che mostrano maggiore potenziale vantaggio. Qualsiasi tentativo di cambiare cultura, senza comprensione delle ipotesi associate e sottostanti e delle ripercussioni, è destinato a fallire;

• perché l’innovazione abbia successo, il rischio, e a volte il fallimento, è inevitabile – L’economia digitale offre un’ampia gamma di nuovi rischi. La gestione del rischio è troppo spesso trattata come un problema di conformità che può essere risolto da regole formali assicurandosi che tutti i Collaboratori le seguano. Il Management aziendale deve sviluppare nuovi sistemi di gestione del rischio incentivando le persone a proporre e a sperimentare nuove idee;

• i cambiamenti culturali hanno bisogno del sostegno della giusta infrastruttura tecnologica – Le aziende devono prendere decisioni relative all’architettura IT di cui non pentirsi in futuro. I responsabili del business devono assumersi la responsabilità strategica per garantire che la propria l’infrastruttura digitale sia in grado di scalare le risorse

alla velocità richiesta attraverso i dispositivi e le applicazioni disponibili. Il tutto in sicurezza;

• misurare l’impatto è un efficace strumento per i Leader aziendali per facilitare l’innovazione continua –L’impostazione degli obiettivi e la misurazione delle prestazioni sono decisioni strategiche. Un’impostazione sbagliata degli obiettivi spesso porta le persone a conseguenze indesiderabili. Misurare solamente ciò che è tangibile – come i soldi e il tempo investito in innovazione – può limitare l’innovazione.

Ultimo, ma certamente non ultimo, orientarsi ad innovare il più formidabile vantaggio competitivo a disposizione dell’Azienda: il suo Capitale Umano!

In tal senso invito il Lettore a considerare quanto espresso nella slide che segue:

Fabrizio Favini

Scegliere il benessere come leva produttiva generativa

ELGA CORRICELLI

È stimolante ripensare il nostro vivere collettivo, ridefinendo cosa innovare e cosa abbandonare. È un momento di crescita, di visualizzazione, di immaginazione del nostro futuro. È una necessità dell’essere umano creativo, alla ricerca di un benessere profondo.

Spesso queste riflessioni nascono quando sentiamo che il perimetro della nostra esistenza non è più esattamente ciò che vogliamo oppure quando gli indicatori ci riportano oggettivi segnali di disagio. In poche parole, cambiare e definire quale direzione prendere significa abbandonare qualcosa e avvicinarci ad abbracciare qualcosa di differente; e, come ogni cambiamento, richiede una consapevolezza, una decisione ed un piano d’azione con nuove regole e nuove energie. La grande opportunità di questi mesi per tutti noi che co-costruiamo sistemi di valore per le persone è prendere in considerazione i segnali di disagio per riuscire finalmente a dare vita a un ecosistema più sostenibile ed inclusivo. Il Rapporto BES 2024 (Benessere Equo e Sostenibile) ancora una volta ci invita a considerare le disuguaglianze sociali e territoriali e la disparità di genere come freni allo sviluppo di un benessere equo e più diffuso.

L’Osservatorio Benessere & Felicità delle persone attive al lavoro - Edizione 2024 - misura chiaramente il disagio delle lavoratrici e dei lavoratori in ambienti non disponibili ad accogliere la peculiarità della singola persona per la crescita collettiva ed il desiderio di portare nei luoghi di lavoro la propria autenticità e i propri valori, intendendo così offrire il proprio contributo all’organizzazione di cui si fa parte. Cosa significa? Per noi di Associazione Ricerca Felicità il messaggio è chiaro. È necessario un impegno collettivo per riscrivere il modo

di lavorare insieme. Il lavoro acquista una diversa centralità e la capacità di produrre ed innovare - essenziale nelle aziende italiane - merita nuovi ingredienti che vedano le persone come un’unica energia in armonia tra di loro.

In poche parole, possiamo produrre meglio, aumentare la competitività di prodotti e servizi e, allo stesso tempo, aiutare i Collaboratori ad accrescere il loro benessere.

Ogni giorno, come Associazione Ricerca Felicità, pensiamo a modelli e strumenti per promuovere una crescita sostenibile ed inclusiva nel lavoro. Abbiamo compreso che è essenziale adottare un approccio integrato che ambisca a creare un lavoro dignitoso e inclusivo. Ovvero creare opportunità lavorative che rispettino diritti umani e ambientali, garantendo salari equi e condizioni dignitose, valorizzando il pensiero creativo e innovativo. In particolare, bisogna insieme ridurre le barriere invisibili ma dolorose che tutte le persone incontrano ogni giorno e che spesso nascono dalle relazioni con altre persone. Oggi le persone cercano nel lavoro molto più di uno stipendio: chiedono significato ed equilibrio.

Abbiamo quindi provato a identificare gli ingredienti fondamentali per una ricetta di Benessere e Felicità sul lavoro:

1. flessibilità: la possibilità di gestire il tempo in modo autonomo, anche attraverso modalità come il lavoro ibrido. Non ha importanza dove siamo: lavorare per obiettivi diventa fondamentale. Le persone, poi, vogliono armonizzare meglio la vita professionale con quella privata;

2. valore e scopo: sempre più le lavoratrici e i lavoratori desiderano sentirsi parte

di un progetto con un impatto positivo sulla società e sull’ambiente. Vogliono che il proprio lavoro contribuisca a un cambiamento significativo. Amano lavorare in aziende che perseguono obiettivi chiari con valori agiti e non solo enunciati;

3. crescita personale e professionale: la formazione continua e lo sviluppo delle competenze sono aspetti chiave. Le persone cercano opportunità di crescita, non solo economica, ma anche in termini di conoscenze ed esperienze. Desiderano acquisire nuove competenze per poter esperienziare job differenti all’interno delle organizzazioni di riferimento;

4. benessere e salute mentale: costruire un ambiente di lavoro che metta al centro il benessere psicofisico, con politiche che favoriscano la cultura del rispetto e del sostegno reciproco, una relazione collaborativa tra differenti generazioni che possono confrontarsi, lavorare insieme ed innovare insieme;

5. Inclusione e diversità: la valorizzazione della unicità e l’inclusione sono sempre più importanti. Le persone vogliono lavorare in ambienti aperti e accoglienti, che rispettino le differenze culturali, di genere, etniche e personali. Organizzazioni che ascoltino e diano seguito al contributo di tutti;

6. trasparenza e meritocrazia Conoscere esattamente strumenti, opportunità, obiettivi. Ossia, come agire i valori comportamentali dell’azienda in team e in tutto l’ecosistema, dalla selezione delle risorse, all’onboarding, alla crescita nell’organizzazione. Avere percorsi chiari e meritocratici, vivere con trasparenza le regole del business e l’appartenenza all’organizzazione per conoscere dove canalizzare il proprio valore e perseguire il proprio scopo;

7. stabilità e sicurezza: anche in un contesto di crescente flessibilità, le persone cercano stabilità economica e contrattuale per affrontare con serenità il futuro. Fondamentale la sicurezza psicologica nelle organizzazioni che va creata con determinazione e chiarezza.

In sintesi, oggi le lavoratrici e i lavoratori aspirano a un lavoro che li faccia sentire realizzati, in cui possano esprimere appieno il proprio potenziale, vivere con equilibrio e contribuire a un futuro migliore.

Solo così i Collaboratori saranno cittadini, genitori, partner, amici e figli migliori, proiettati a costruire una sostenibilità a tutto tondo.

Per scrivere questi nuovi capitoli di storia è fondamentale che i leader delle organizzazioni e il management delle aziende per primi agiscano i valori della trasformazione. Sappiamo quali scelte sono necessarie, conosciamo i bisogni delle

persone al lavoro e le sfide dei mercati.  Per il bene comune e la crescita in termine di innovazione e produttività, i leader daranno vita a pagine di ispirazione nuova, grazie a consapevolezze profonde e self-leadership e si arriverà ad una relazione di scambio, rispetto e co-costruzione di strategie e obiettivi che sorprenderanno.

La human centricity è la vera ricetta per stare meglio e fare meglio.

Elga Corricelli

IL NOSTRO FUTURO È IN FUGA

Inclusione: metodo per vivere bene

REMO LUCCHI

OBIETTIVI E METODI

Il tema è piuttosto semplice: abbiamo un’unica ricchezza vera, che è la vita, e l’obiettivo è viverla bene nel lungo periodo.

Il metodo per viverla bene, e serenamente, è quello di instaurare una relazione positiva con tutte le entità con le quali veniamo in contatto. La relazione è positiva, e produce nel tempo ritorni sempre più positivi solo se è impostata al rispetto, e all’aiuto – in caso di necessità - a tutto ciò che ci circonda.

Quello che ci circonda è composto da due entità: l’ambiente e gli altri. Viviamo con loro, e se l’obiettivo è vivere bene il più a lungo possibile, si deve vivere guidati da un

massimo di etica, nel rispetto, e nell’aiuto se necessario. E ciò - oltre all’ambientecon riferimento a tutti.

Sia il rispetto che l’aiuto producono ritorni sempre importanti. Sono un investimento importante, necessario socialmente –evita contrapposizioni, con le relative conseguenze -e che nel tempo procura anche vantaggi personali a chi investe in questa direzione.

L’ATTUALE SITUAZIONE, E LE CAUSE

L’attuale situazione sociale purtroppo non va in questa direzione: la storia che ci sta

alle spalle, e soprattutto gli accadimenti di quest’ultimo periodo hanno prodotto conseguenze molto preoccupanti sia sul piano ambientale che su quello relazionale-sociale.

Soprattutto in questi anni si è creato un egocentrismo contrappositivo davvero preoccupante, che porta solo alla centratura su se stessi e alla chiusura ad ogni comportamento etico e di relazionalità positiva.

Questa fenomenologia di egocentrismo – contraria all’etica - si è sviluppata soprattutto negli ultimi 20 anni, che sono stati caratterizzati da 3 grandi eventi di direzione eterogenea:

1. da una parte un evento con avvio positivo, anche se poi con interruzione: per la prima volta nella storia la grande maggioranza delle nuove generazioni ha studiato più a lungo, concludendo le superiori, acquisendo un buon livello di spirito critico, una buona padronanza di se stessi, con forte centratura su se stessi. Ed anche forte aspirazionalità di partecipazione e successo

2. purtroppo, però, per motivi che poi vedremo, solo per pochi c’è stata prosecuzione negli studi. Se si tiene conto che l’etica è frutto della cultura, e quindi della prosecuzione degli studi, l’evoluzione relazionale si è arrestata. Quindi sostanziale assenza di etica

3. il tutto poi si è aggravato per le varie crisi economiche e finanziarie che si sono abbattute: per le nuove generazioni si è aperta solo la prospettiva del precariato, con grandi delusioni rispetto alle aspettative, e con conseguente ulteriore centratura su se stessi.

Quindi i guai ambientali e sociali sono stati

di fatto accentuati dall’interruzione dei processi evolutivi, conseguenti soprattutto da ciò che è stato provocato dall’interruzione del processo formativo: gente illusa, che non ha saputo affrontare momenti di difficoltà economico-sociali per mancanza di una completa formazione, che è caduta nell’egocentrismo, nella contrapposizione, allontanandosi dall’etica.

IL POSSIBILE RIMEDIO

Dal punto di vista metodologico, l’unico possibile rimedio efficace è trovare il sistema per eliminare le logiche della contrapposizione, indipendentemente dagli accadimenti sociali.

Bisogna agire affinché l’interiorizzazione del senso civico e dell’etica abbiano la priorità su tutto, e diventino valori inattaccabili, indipendentemente dagli accadimenti sociali.

E questo deve avvenire nell’età formativa, quando si “costruisce” l’individuo e lo si porta nell’adultità. E ciò deve avvenire obbligatoriamente per tutti. Nel caso fosse necessario, con l’aiuto economico dello Stato.

L’unica tecnica per l’interiorizzazione dell’etica che le ricerche sociali mettono in evidenza è lo studio. Continuare la formazione culturale, perché la cultura rappresenta l’unico ingrediente per capire l’indispensabilità degli altri, e quindi l’obbligo di un totale rispetto e vicinanza e, in caso di necessità, di aiuto.

COME COSTRUIRE IL RIMEDIO (LA FORMAZIONE CULTURALE)

Il rimedio è possibile solo se si creano le condizioni che rendono la cultura desiderabile e raggiungibile.

La scuola in Italia non è impostata in modo da creare le condizioni favorevoli ad una frequentazione soddisfacente, e ad una prosecuzione degli studi. È impostata in modo contrappositivo, non dalla parte degli studenti che hanno bisogno di aiuto ed assistenza. È una scuola severa, poco “desiderabile”.

Più del 75% degli studenti vive la scuola superiore come stressante e poco desiderabile.

La scuola deve riconcepirsi, i docenti non devono soltanto essere esperti di una materia, ma devono saper trasferire le conoscenze a soggetti che non le conoscono, e quindi devono mettersi sempre nei “panni del ricevente”. Consapevoli che gli studenti adolescenziali attraversano un periodo di crescita complessa della propria individualità, sono molto diversi gli uni dagli altri, e va quindi prevista una vicinanza personalizzata.

Se così diventasse, la scuola verrebbe vissuta dai giovani come il vero e proprio territorio di vita, e gli studi non si interromperebbero mai.

In definitiva la scuola – e la cultura –sono l’unico strumento. Chi la gestisce lo deve capire, e tutti devono essere aiutati a concludere gli studi: l’etica è il vero benessere della vita, individuale e sociale (°).

E l’inclusione – “figlia” dell’etica - deve diventare un’ovvietà della vita. Donne, uomini, del Nord e del Sud, di destra e di sinistra, neri e bianchi, diversamente abili dal punto di vista fisico o mentale, di differenti religioni, …, sono tutti individui, nati su questa Terra, che però si sono trovati a dover vivere in certi ruoli ed in certi modi, ed il più delle volte non sono stati affiancati per ricevere o dare.

Tutti hanno gli stessi diritti di vita, e tutti devono essere aiutati.

E la vita relazionale positiva, caratterizzata

da dolce riconoscenza, darebbe la felicità a tutti. Altri obiettivi non ne abbiamo

Remo Lucchi

(°) A che cosa ci sta portando la contrapposizione che c’è nel mondo, la centratura su di sé, l’assenza di etica?

Qualche esempio:

• le contrapposizioni egocentriche politiche nei singoli Paesi, che portano a paralisi decisionali

• le tensioni internazionali

• le 56 guerre attualmente nel mondo, a cominciare da quelle più protagoniste e vicine a noi

• centinaia di migliaia di morti (individui peraltro non coinvolti…)

• distruzione totale di tante città…

Con quali ritorni?

Nella società dell’applauso

ENZO RISSO

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APPROFONDISCI

Il filosofo Jean Baudrillard diceva: “Non siamo più spettatori, ma attori della performance e attori sempre più integrati nello svolgimento della performance”.

L’epoca dell’incertezza, del succedersi e concatenarsi polifonico delle crisi, dell’accesso diffuso e massiccio alle messe in scena di sé sui social è anche l’era del desiderio di autorealizzazione, riconoscimento e gratificazione personale.

Siamo sempre più nell’epoca dell’applauso, del bisogno di conferme e affermazioni di sé. Dopo le lunghe fasi di necessario arretramento individuale sospinte dal Covid, dal caro vita, dalle paure suscitate dalle guerre e dalla recrudescenza della violenza nel quotidiano, le personealmeno una parte consistente della società - stanno avvertendo il bisogno di lasciare i lidi della resilienza per approdare a una dimensione di maggiore leggerezza e di piacere.

Ogni fase di compressione societaria, di limitazione, che costringe a fare i conti con la pesantezza esistenziale, alleva dentro di sé spinte diametralmente opposte, orientate alla liberazione, alla levità, alla distrazione, alle dimensioni dionisiache.

Le tendenze contemporanee sono marcate a fuoco dalle due spinte combinate di bisogno di auto-affermazione, di applauso e di piacere esistenziale. Siamo sempre più in un’epoca dell’hic et nunc, di individui per formativi edonisti. Siamo sempre più in una società del “vivi per l’oggi” (62% a livello globale in oltre 30 Paesi, e 57%

in Italia). Non solo. L’83% degli italiani vuole mostrare le proprie abilità ed essere apprezzato per queste capacità. Un bisogno che sale all’87% tra i giovani della Gen Z e all’86% nel Sud e nelle Isole.

Un’urgenza di riconoscimento meritocratico strettamente legata alla necessità di essere diversi e distinti, di non essere uno o una fra i tanti, ma dell’essere riconosciuti come dei prius, dei soggetti speciali.

Il 79% dell’opinione pubblica aspira a raggiungere gli obiettivi di vita prefissati ed essere riconosciuto per i propri successi. Una spinta che è all’81% tra i giovani, all’84 nel ceto medio e all’86 nel Sud e nelle Isole.

Il 72% delle persone, infine, ambisce a un’esistenza in cui sia possibile svagarsi e togliersi dei vizi. Una brama che coinvolge i giovani della Gen Z (80%), la generazione Millennials (81%) e quella parte del ceto medio-basso che aveva un tempo posizioni e privilegi e che oggi ha dovuto rinunciare alle dimensioni di stabilità e certezza, perdendo posizioni sociali ed economiche. Una spinta accompagnata dalla voglia di divertirsi in ogni occasione e di fare cose piacevoli (79%).

Il famoso slogan “saremo migliori” risuonato nell’epoca del Covid, in pochi anni si è riconvertito in una duplice prospettiva. Da un lato, per dirla con il filosofo francese Gilles Lipovetsky, con i tratti sempre più marcati di una ipermodernità, segnata dalle spinte

all’iperconsumo, all’iperindividualismo e all’ipercompetizione; dall’altro lato da una dimensione sociale caratterizzata dalla performance e dalla sua esposizione, dalla sua vetrinizzazione, in cui l’individuo è costantemente spinto a superare se stesso e a mettersi in mostra, condannato a diventare il narratore di se stesso.

Il combinarsi di queste dinamiche incide sulle scelte di acquisto e sulle preferenze assegnate ai brand. L’incertezza del futuro e la percepita mancanza di controllo sul domani, unita al bisogno di provare leggerezza e sentirsi liberi possono influenzare le decisioni di acquisto, portando a una maggiore spesa per articoli non essenziali o esperienze che forniscono una gratificazione immediata.

La spinta all’applauso e all’hic et nunc mutano anche le priorità esistenziali: i traguardi tradizionali come la proprietà della casa, il matrimonio e la famiglia vengono ritardati o rinunciati.

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Questo cambiamento ha un impatto sui modelli di spesa, con una minore enfasi sugli investimenti a lungo termine, liberando risorse per altri acquisti più immediati ed effimeri. L’attenzione alla performance, invece, accentua l’importanza delle esperienze. Le persone, riducendo il peso e gli investimenti emotivi ed economici sui grandi traguardi esistenziali, possono essere sospinte a dare priorità alle gratificazioni, ai micro-piaceri. Ciò potrebbe portare a una maggiore spesa per viaggi, intrattenimento, attività ricreative e ludiche (dal gusto alla moda).

Infine, la mentalità iperconsumistica del “vivi per l’oggi” e del bisogno di alleggerirsi, aumenta la spinta all’iperindividualismo aprendo sempre di più la porta a forme di acquisto guidate dalle emozioni a dispetto della razionalità - risorse economiche permettendo, ovviamente.

L’evolversi di questi processi, tuttavia, non è privo di contraddizioni. La spinta della dimensione estraniante porta con sé forme di narcotizzazione della società, con la sua tendenza a mettere i problemi sotto il tappeto, a rinviarli sine die. La società dell’applauso e la ricerca costante di prestazioni e di successo porta al rischio di esaurimento, all’affaticamento, alla debolezza del domani. E non è certo un caso se la quota di italiani che si sono sentiti depressi è negli ultimi anni cresciuta dal 19 al 23%.

Byung-Chul Han, il filosofo sudcoreanotedesco, ha parlato di società della stanchezza, una realtà in cui la ricerca

costante dell’applauso, della performance e dell’autoaffermazione porta con sé il rischio di cadute inattese a cui non si è preparati.

“La società della prestazione – dice Han - produce perdenti depressi”. Il vero cimento non è solo questo. La vita in vetrina rischia di trasformarsi in una performance continua, dove l’autenticità diventa sempre più rara e preziosa. La sfida del nostro tempo non è solo quella di sfuggire alle delusioni, agli inciampi e alle cadute della società dell’applauso, ma è soprattutto la fatica a navigare in questa

realtà mantenendo un senso di autenticità e di identità di sé .

AUTORI

Nel mondo del management consulting da 50 anni, è consulente esperto di innovazione del comportamento, facilitatore e formatore per lo sviluppo del talento in Azienda. Migliora il rendimento del capitale umano

FABRIZIO FAVINI

favorendo la crescita di soddisfazione, motivazione, selfengagement, produttività.

Utilizza le neuroscienze per favorire l’acquisizione delle competenze sociali indispensabili

a modificare i comportamenti non più funzionali alla crescita sia dell’Individuo che dell’Azienda.

Oltre a numerosi articoli, ha pubblicato i seguenti libri: La Vendita di Relazione

(Sole 24ORE); La vendita fa per te (Sole 24ORE); Scuotiamo l’Italia (Franco Angeli); Comportamenti aziendali ad elevata produttività –Integrazione tra stili di management e neuroscienze (gueriniNext).

Editore di rivoluzionepositiva. com, Magazine On Line orientato al nuovo Umanesimo d’Impresa per la sostenibilità sociale, economica ed ambientale dell’Impresa stessa.

Co-fondatrice

dell’Associazione

Ricerca Felicità, assieme a Elisabetta Dallavalle e Sandro Formica. Coach, esperta nel cambiamento

ELGA CORRICELLI

organizzativo e trasformazionale delle persone con una focalizzazione su Well-Being e Science of Happiness. Accompagna le organizzazioni

nell’evoluzione

verso la positività organizzativa. Giornalista dal 1989, passa dal mondo editoriale al settore dei media e della comunicazione

strategica ricoprendo per molti anni la posizione di Responsabile Operativo e di Membro del Board della multinazionale Dentsu Aegis

Network Group. È stata coach nei programmi di accelerazione di Digital Magic.

ENZO RISSO

quotidiano Domani. Autore del manifesto

libri, realizzato per Libro 2022. Coordina con il prof. Andrea Segrè l’osservatorio internazionale sullo

spreco alimentate Waste Watcher. Ha pubblicato molteplici volumi di analisi sociale, politica e valoriale; solo per citare gli ultimi: “Il consumatore narratore si sé,

L’immaginario collettivo e il suo ruolo nelle scelte di consumo” (Guerini & associati, 2023); “Lo spreco alimentare in Italia e nel mondo. Quanto, cosa e perché. I rapporti

dell’Osservatorio Waste Watcher International 20222023” (con Andrea Segré, Castelvecchi 2023).

Dal novembre

2015 è presidente dell’advisory board di Eumetra, Istituto di nuova concezione per lo studio della discontinuità e

REMO LUCCHI

dei nuovi eventi sociali alimentati dai nuovi approcci della Sostenibilità.

È stato cofondatore, Direttore della ricerca,

Amministratore

Delegato e Presidente di GFK Eurisko. Dal 1978 in poi Docente in ricerche sociali e di mercato in

varie università. Ha personalmente sviluppato la principale ricerca sociale in Italia, punto di riferimento per l’analisi

dell’evoluzione sociale e per la definizione delle strategie media.

STUDIO BETTINARDI BOVINA

Perché Rivoluzione Positiva?

Un nuovo Magazine On Line: informazione, conoscenza, saggezza.

MANIFESTO

Con l’enorme disponibilità di informazioni, resa possibile dalla tecnologia, la nostra vita è diventata molto più veloce e molto più distratta. Abbiamo creato i presupposti per cui il nostro cervello è meno preciso, fatica di più a concentrarsi. Perdiamo il focus attentivo sui problemi, divaghiamo mentalmente, siamo intermittenti e discontinui nel nostro modo di pensare e,

quindi, nel nostro comportamento.

Siamo passanti frettolosi e distratti la cui soglia di attenzione dura 8 secondi; siamo meno concentrati dei pesci rossi che arrivano a 9, ci dicono gli esperti. Siamo diventati bulimici di informazioni, emozioni, immagini, collegamenti, suoni. Divoriamo il tutto in superficie senza gustare, approfondire, riflettere.

Oggi chi non si ferma a

guardare non vede; chi non si ferma a pensare non pensa.

Riscopriamo allora il piacere - o la necessitàdi riflettere, di pensare, di soffermarci per capire meglio dove stiamo andando per essere più consapevoli del nostro tempo, complesso e complicato, e del nostro ruolo, umano, sociale e professionale.

Se condividete queste nostre riflessioni, siete invitati a partecipare ad

una iniziativa virtuosa resa possibile dalla combinazione dei saperi e delle esperienze umane e professionali di un manipolo di Pensatori Positivi, profondi, competenti e sensibili interpreti del nostro tempo, che hanno deciso di contribuire a questo Progetto. Ad essi si uniscono autorevoli Testimoni Positivi. A tutti loro il nostro grazie! di cuore.

Il Comitato di Redazione:

Fabrizio Favini

Edoardo Boncinelli

Roberto Cingolani

Enrico Giovannini

Gianni Ferrario

STUDIO BETTINARDI BOVINA
Via Bacchini Delle Palme,

img: wikimedia.org

DIDA

1899

Giovane decadente dopo il ballo Ramon Casas

HOMO RESPONSABILIS

https://www.facebook.com/AlbatrosIlFilo/ videos/950119959796814

MESSAGGIO PER I LETTORI

Riferendomi allo scorso Numero 73, due Lettori mi hanno scritto facendomi notare un errore grammaticale da me commesso. Li ringrazio per la segnalazione.

Mi farebbe davvero piacere ringraziare tanti di voi per un altro motivo, determinante per la sopravvivenza del Magazine che da 6 anni molti di voi stanno leggendo:

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