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DOPO CUSTOZA (1866)

(Risposta al !Jtnerale B. 0H"Eno)

Sotto il titolo: Dopo il generale Orero pubblica nel fascicolo del dicembre l !l()!) della Nuova Antologia uno studio critico sulla recente opera dell'ufficio storico del comando del corpo di stato-maggiore, intitolata: Complemento• alla sto1·ia della campagna del J81j{j, venendo alla conclusjone che essa « non è, per quanto riguat·da. il primo volume, che un commento acl wmm Delpltini della battaglia di Custoza •· f)i tratta, evidentemente, iu parte di questioni di apprezzamento, in parte di questioni di fatto. :Riguarclo alle prime, l'ufficio storico può solamente rispondere degli apprezzamenti che ha veramente fatti, non di quelli che posson!) essergli attribuiti, anche se scaturiscono natura li dalle circostanze di fatto logicamente es p oste, riguardo alle seconde. l'uiìicio storico non può che rimettersi a quanto risulta, sia dalla relazione ufficiale, sia dai nuovi documenti pubblicati nel recente lavoro, il quale non è, come il titolo stesso dice, che un semplice I'Omplemento alla relazione stessa: complemento non solo utile, ma necessario, poichè di taluni documenti importantissimi nella re1azione nou era stato fatt ocenno alc uno.

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Un'affermazione così assoluta e così acerba non può essere lasciata senza adeguata risposta; in questa peraltro chi scrive, persuaso che meglio valgano le buone ragioni, non aJoprerà. frasi e pttrole poco abituali nelle polemiche cortesi, come quelle che ha adoperato il suo contraddittore, non solo nella Yuova Antulogi(l, ma anche nell' R.çercifo itaUano del 22 dicemb1·e.

Lo scritto del generale Orero tende dinlostrare che il generale Cialdini, nel dare l a sera del :25 giugno 1866 il contrordine di passare il Po e prendendo la di ri t. i rare il IV corpo su Modena, nou disn bbid ì al coruaurlo supremo: che da C} nanto ha esposto l'U. S. non si può ricavare la certe:eza che il telegramma, attribuiti) prima al ge11erale La Marmora, poi al Re: Disastro ilnpa,·allile, coprite la c·apitale, nou sia stato spedito mai ; che H generale Cialdini, passando il Po, sarebbe andato incontro quasi certamente ad una sconfitta; che, infine, non già la. ritirata dell'armata del .Mincio fu decisa per effetto del monmento retrogrado del IV corpo, ma avvenne l'inverso.

Da quanto si sta per dire, il lett01·e vedrà che rigual·do:l.ll'a,ere il generale Cialdini disubbidito o no, l'u1licio storico si è limitato ad i documenti, senza venire ad una conclus10ne esplicita; che riguardo al telegramma: Diù·1·epa1·abile ecc. ritiene l'ufficio storico d1 aver pienamente ra.ggiunto la pro"V"a dell' che circn. il disastro cui sarebbe andato incoutro il Cialdini pas,!mdo il J>o, la questione h :sh"ta post.a diversamente da «·ome l'intendeva l 'ufficio storico; che infine non può essere assolutamente posto iu dubbio che l'ufficio storil'o abbia affermato Ja verità. d1cendo che In ritimta dell'armata del l\lincio diJlE"Se da quella dPI IY corpo, trattandosi di uu dato di fatto indiscutibile.

Entrando oet1z'a.ltro nel vivo dell'rtrgomPnto. eon verrà. ,;gombrare anzitutto il terren" du.lle questirmi acce!lsori<-.

11 critico, parlando dt>i due ,·olmni che l'Ompougouo l'opera, d ice che se c la. raccolta dei documenti coutenuti uel secondo

4 volume, spoglia. com'è d'ogni upprezzamento personale e .. a.ccom pagna.ta Ho lo eia. qualche nota spiE>gativa, può rea)mente.... fornire gli ti di un gi ttclizio i m parziale,

..: non così può del primo volnme ,., Il secondo ''a dunque messo ::;cnz'altro fnori causa, e :-;oltant.o si può osse-rvare

'('be il non è esatto òioP che ..: es::;o è unt\ Aemplice rilccolta di documenti noti integt-al· • meute o nella loro pr.rte più importante -.., l>ta di fatto che inve<:e purecclti documenti importanti ed inediti. Ed 11011 t·egge l'appunto che siano stati omessi a lcuni dOl'Utnenti già ed i r. i dal Chiala, poichè in una nota. alla yJremessa QOno ricordate tutte Jc più i m portanti pnbblica:Gioni iu guisa che il lettore "R dovP. trovare ciò che non è pubblicato una seconda

Un'altra eosa occorre dire. L'opera fu scritta. per ordine e oecondo le istruzioni di S. E. il generale :-:inietta, prima. 1h lasciare l'nfficio volle leggere, ed a.pprovò, il primo volume, come poi il suo successore l'Ì vide ed approvò il secondo. Se dunque l'u{llcio storico tols<> dal libro" C'ustoza " l'a.n(>ddotCI riflettente il generale come cl(lfo di fatto ciel la. cui a.utenti.citA. non aveva, e non lur. motivo d.i dubitare, e lo gliò d'ogui commento per rimauere scrupolosamente obbiettivo, rimangono compl(>tamente indipenùenti dall'opera delstorico l'opinione personale che S E. il generale Pollio .aveva allorchè scrisse il libro, come quella che potrebbe avere oggi. dopo che nnovi documenti banno gettato maggior luce sulla questione.

Ciò unicamente per la verità, non già perchè il capo dell'ufficio storico, dinanzi alla. critica, meuomamente rifugga. nall'accettare piena ed intf'ra. la respousabJ!ità. del proprio lavoro.

Passa.nJo ai punti principali, il critico dice che pitl che allo scopo dichiarato neJla p1·entt'8.wt, il hbro si direbbe scritto a sostegno eli una tesi i cui due punti principali sono: c 1 che tll\·er:.e sart>bbero state le sorti della c se il generale La Marmora aoçesse ascoltato i snggerimenti «del R": c 2" che la :;itnazione dell'esercito si sarebbe ,•addrizzata.

• :>e Cialdini avesse obbedito all'ordine inviatogli dal Re:..

Sul primo puuto il crit,ico si t·imette ai da.ti di fatto, tra 1 quali noli cert pnò le test1mouianze del generale H.o,·ere e del duca Sforza·C'esarini; nè rl'altra parte l'ufHcio storico ha apprezzamenti propri, avendo semplicemente riportato pareri fli person11ggi a.ntorevoli. fru l'tli principalmente quello del generale Govonf'.

Sul secondo punto invece il f•rit.ico maggio1·mente si ap· pet biasimare lo studio •lell'uffie)o storiuo. Ma. questo ha espresso 1'11.pprezzamento che gli viene impntato?

A. pag. ti2 del volume I, dopo aver dimostrato che al chiudersi della giornata del 2! giugno il Re • aveva in mente

.. rlell'olfensiva. ,., aggiunge: c ;\Ia a rendere vano que-

« sto proposito gagliardo del He, che &Vl'ebbe 1'1\ddrizzato la c situaziono a malgrado rlelJ'inazione del generale

• DPlla. Rocca e degli E'l1'ori commessi dal Dma.ndo e dal

.. Cerale .tll'inlzto della giorua.tn, concorrt)vano om la. disnb- c bidieuzn. del Sirtori, lo del L11 Marmora. e la « titubanza del Cialdini: anzi d l q nest'nltimo, non del La c 1\[armom o Jel Re. è il primo telegramma che doveva, con c la parola. « di11astm " • snscita.re a Firenze così grave com- c. mozione ».

Essendo tjnesta una delle frasi maggiormente incriminate, vale la pena di riporta.rla per intiero; e da essa appare subito che non gi;\ il del Po da. parte di Uialdini, ma. il concetto generale di ripigliare l'offensiva. era q nello che po· tera ,·ruldl'izza,·e la .silttazione; ossia il procedere tli Cialdini oltre il Po combinato con la ript·esa. offensiva dell'àrmata del ::\lincio, rtuale appunto era Of'l pensiero del .Re V)ttorio Ema- nuele subito dopo la battaglia {doc. 41: 4.4) e quale. secondo varie te,.,timonianze autorevoli, era. da. ritenersi possibile (do65, 66, 67); e che un complesso di cir,:osta.nze, non nna sola, conl:Orsero a manùa.rlo a vuoto. Procedendo. il critico rile..-a parecchie accuM t'ht> l'utlicio ..;torico pa mosso al generale Cialdini. Ora nell'opera di cu1 trattasi non si sono mai formulate acctt8t', ma fatte semplici osservazioni molto moderate o elevati taluni dubln, all'unico scopo di rendere agevole la critica storica, dalla quale c;olra.nto lo studio,;o può trarre qualche ammaestramento. E cosi, per Gl'!empio, non già si è detto che l'a11ticipazione nel pas.::are il Po ordiullta rlal Re (doc. 41) •· non recava iucom·e« nient1 e non poteva in alcuu modo dir"l f'ot:ino.wt • come il critico 1·iferisce, ma in si ò detto: « non semhra. che ::Ja« rt•bbc stata nssolntl:lmeute impossibilE' •: formtt 1lnbitativa che Ruona ben diversamente e che non eRclude punto la possibilità. che il cambiare improvvisamente gli ordini impartiti per un'operazione cosi clelicata arrecasse iuconvPnienti. No11 tratta, dunque, di dimenticanza. di cose di ordine ele-mPnt.aro da parte dPll'ufiicio stonco, come il critico suppone. Vero è elle 11arebbe stato, allora. necessario rinuuciare a talune prt>ca.uzioni, intese ad ingannare ed elnclerne la vtgilanzr.: ma m·a.mai, come e accennato a. pag. liO rlel volume l, queste misttre pit\ non orauo imlispensahili. Elssenclo il nemico giil volto in altra di1·ozione. ll critico trova. ... trano dicn. che "iCCIJUle nel ,..ecoudo telegmmma. del He (doc. H) non si parlava più eli passagdel Po, quest'ordine non dovessE> ''ome ab1·ogato, ed osserva che a vt>ndo il He ri,.e,·nto J,\ risposta di Cialdini (doc. e couoi'cendone ilpan•re, era logtco :s'inten,]esl'le precisa.mente l'opposto. Certo il secondo telegramma Je] lte poteva essere più esplicito: ma poichè il generale Cialdini avevn nella risposta. dichiarato di pas,;are il Pn il 25 giugno e non aveva ricevuto contrordine, sembra invece logico ritenere che permanesse l'ordine di il fiume. '\e cosi non fosse, il Re non avrebbe Mtccessi..-a.ml:'nte telegrafato al generale: Credo com·errebbe aspettasse tm giorno a

...: passare il Po ,. (doc. n2) ed a.ncora: «l\!i dica cosa ella. fa, sa

•< si l'ente di resistere qutllche giorno nella posizione che preu« cleri passato il Po ') (cloc. 62 E siccomo> quest'ultimo tPiegramma ha la data del 25 giugno, ore 18. 30, è chtaro che, per lo meno, uou v'era ancora in questo momento consonanza d'idee fra. il comando supremo e ti generale Cialdini.

Y ero è che al gran quartiere generale regnava molta confusione d'idee, si da produrre tutti q nei tentennament i che dai documenti appariscono chiari; ma dì questi il Cialdini non ebhe notizia che dopo Ol'dinata la l'itirata, e quindi essi non poterono infinire sulle sue decisioni. Certamente il passare il Po da. solo, senza che L'armata del Mincio si accingesse, a riprendere l'offensiva, sarebbe stato un atto molto arma rufficio storico non ha mai affermato che così dovesse essere fatto e softanto ha detto, a p1·oposito della sup· posizione assurda che l'arciduca Alberto volesse sbucare dai Distretti, che in questo t;aso nella peggiore ipotesi il generale Cialdini e l'arcidnea Alberto si sarebbero scontrati alriuCirca a fo1·ze pari (sulla destra del P o); e che qualora il Cialdiui aves,;e invece il passAggio , occupando le posizioni intorno a Trecenta secondo il previsto, le condizioni tattiche in c:ni si sarebbero p1·eseutate all'attacco le forze dell'arciduca :;arebbero state, a cagione della difficoltà di spiegamento, tutt'altro che tali da. lasciar sperare agli Au"triaci. sta. pure superiori in numero, sicura vittoria.

Questi e non altri sono i conce t t i espressi da pag. 71 a pag. 7i, commentando i dtscorsi tenuti a Bondeno, prima cioè che il generale Cialdini i l primo telegramma del TJa Marmora. sulla bt\litaglia (doc. ..J7).

Posta. la questione in questi termini, cadono nattlralmente Lutti gli a.ppunt.i che il criti<·o muove all'ufficio storico, atl'opinione ehe il Cialdini dovesse N.a solo prol'edere ofFensiva.mente oltre il Po.

I ragionamenti, o meglio, i documenti collega.ti da un tenue filo di uenll.zione logica dell'ufficio storico, sPgnono parallelamente i fatti che si svolgono presso il gran quartiet·e gene1·ale e presso quello del IV corpo; sicchè uon si poAsono scindere senza. cagionare errate interpretazioni. E solo a questa stregua si può esamina.re il presunto piano dell'ar··iduca Alberto.

Quel che dice la relazioue ufficiale austriaca è riportato nel vol. T a pag. 72, nè occorre ripeterlo. Il critico, al1a che per una marcia fra Po e Adige non vi sono disponibili che tre strade, come strada ordinaria. la ferrovia. risponde avergli l'arciduca Alberto detto, vari anni dopo la battaglia. che egli avrebbe fatto marciare le truppe anche per la sinistra dell'Adige, moltiplicando cosi le colonne, e che la ferrovia sarebbe stata usufrnita come ta l e, non come strada ordinaria.

Si pnò obbiettare che le colonne dirette per la sinistra del fiume avrebbero allungato il cammino e che i trasporti per fenovia, se utili per percorrere grandi distanze, più uo.LI. per brevi trat.ti, sopratutto se la linea è esposta alle offese nemiche, come sarebbe avvenuto attorno al 26 giugno 1866. Si p<1trebbe anche domandare se il materiale fossepronto o quanto tempo sarebbe occorso per apparecchiarlo, e via !licendo; ed osservare che Ja di visione delle forze austriache :in due nuclei a cavallo dell'Adige sarebbe stata per esse pe1·icolosa, sempre conto che la ritirata da l Mincio ordinata per il 2:) era stata disdetta, 11ella spe ranz a di un concorso del IV t;Orpo dal basso P o . « Facevasi molto

« assegnamento suJl'effetto che dovevano prodnrre sul ne« m:ico le operazioni del Cialdini sul basso Po. e cominci avasi a sperare di poterue trarre presto profìtto >> (Relazionf" ufL [!, 35). Ora è c hiaro che se Cialdini si fosse avanza to stùla sinistra del Po e !"armata anstriaca gli fosse mos>l a incontro, e n el frattempo dal Mincio l'armata principale italiana fosse sboccata s11l fiauc:o dell 'attaccante, l'ar ciduc a Alberto si s.webbe trovato a mal partito. 1Queste considerazioni il Oomple111ento non espoue, perch è sono evidenti t. perchè già sono espresse ne1la relazione ufficiale: ma so ne la chiara dimostrazione che l' uffi c io stori co non ha fatt e ora osservazioni avventat e.

Sembra :;;trano pe1·altto ché il critico della .lnfo tor;ilt, il qnalo presta così Giaca t'e (le alle affermazioni di uno straniero, avente nn,tnral<" interesse a lasciar credere che egl i in condizioni di s t: onfiggt>re, dopo Custoza, il IV corp o, sia invece tanto restio ad arrendersi all'evidenza, l 1uando Ai tratta di cosa ben documentata. e riifettente il comand o supremo italiano.

T/ufficio storico ha dimostrato (Complemento, I, 70-71 che il telegramma attribuito prima al La :i.\Iarmora., poi al Re, col quale si diceva al Qjaldinì: irreparabileCop1·ite la capitale, i· pura leggenda, e ne ha fornito la negativa e positiva. La prova negativa nel fatto, che non se ne trova traccia nel carteggio, nemmeno fra le carte lasciat e rlal Cialdini: la prova positiva dipende da questo, che i t elegrammi esistenti del Re dimostrano aver egli avuto costantemente, ancora il 26 giug110 dopo decisa la ritirata, il pensiero opposto (doc. 75 ) ; di più i particola.ri forniti sul convegno di 'Bondeno danno anche la spiegazione del modo come potè nascere la leggenda, oltre a dimostrare che se il generale Cialdini avesse realmente ricevuto l'ordine di tornare indietro, non avrebbe ritenuto necessario di udire, sia. p111'e p1•o fanna, il pensiero d ei propri dipendenti circa, l'opportunità d'insistere nel passaggio del Po. Quasi ciò non bastasse, c'è ancora il telegramma col quale il generale Cial- dini st scusa. di avere egli usato la parola disaxtro. mi c sono servito parola dù<a.<?tro attJ·ibuitelo telegrammi S. bi. che c: :;enza darmi precise informazioni mi hanno sgomenntv• • (doc. 74). Xon dunque perC'hè il Re avesse questi\ parola, ma solo perchè non date precise informaziot i, ·lerivò quello sgomeuGo al Cialdini che gli fece considerare la battngha. come disastro. ostante tutto dò, il critico non divide la. sicurPzza. .Iell'utlìcio c: ben sapendo come la mancanza. dt coe· c renza di nn atto uon basta. per escluderlo • (1). Or bene, sul significato che potrebbero avere queste pa· role, si può domandare al critico quali pa.rolo o quali egli avrebbe adoperato, se una supposizione simile fatta per un atto concernente il generale Cialdim.

Il critico cade pure in riguar.lo al di Bondeno. c Anzitutto •, egli dice, c notiamo easere erront•u. c l'importanza che nel libro delPufficio storico vien data al « convegno d i Bondeno • ecc. Ora l'uflkio storico nou ha voluto nè accrescon•, nè diminuire, l'importanza <h quel con'\"'egnu: ha '\"'Oluto dire quello che realmente fu, non secondo una sola versione, ma secondo tutte le ra<·colte fra il 189-t e il 1893 dai quattro divisionari, in quel tempo ancora viventi: generali Chiabrera, Oa.dornn, l\!e?.za· capo e .Ri<:otti Per conseguenza la versione d eli 'ufficio 'ltorico nnn pwì essere en·onea, come i frammenti pubblicati delle varie testimonianze dimostr<\no, e comP app:tri· rebbe so qneste fossr.ro pnbblica.te integJ'almente. Ripa.rlare d i questo convegno era opportuno, percbà la relazione ufriciale. nel t<'s to che t'n appro,·a.to da. l Cialdini, parla. d i m n· ,iglio e uon di ,.,1pporto e dice cho i generali con,-en 1Li < furono concordi ecc. c (Il e :;(}}tanto la noterella ('be precede il II volnme, apposta in seguito n protesta del ge· nerale Clldorna, dico che non t'n un vero e proprio ma un :-.emplice ''af>po,·lt> (2 l.

(l) 11 t•ritico uc11uucuo t•&elnd•• un ntto di d••l Uialdini. il q un lo nvrobbo potuto tnl<""Ìfl t lei tdegranuni ri•·cvuti. lo non ci c1·edo e pt·nso <.' he, S>' gt•ncrosità v1 iu. questa fu dn pnrto del Re. nl quak, &Mohbo rit1scito furiiA di tLUontana.ro dt\lltL proprio. poreona ogni ne· ··nsa pnbblicundo i tele;:;t·nmmi dùl 24. Inv••c)O, siccome q li<'Hti fu-rono tenuti "''greti. <'iò Il\ valorò lu lestg<'nd•• che così c per al Re. - A C.

(!!) Xellt· O.••trt:a:iQ,.: J.l Cialdir1i nlkl stQrÌfl della campagtvt del 186h d•\ lui fatto <topo letto il mano,.critto della rt•lazione ufficinlo (luglio 18i2). ><i legsro: MdiuA venne nò fu sospeso primtL dclln delibPrnzioue pfesa dal consiglio di guerra tennto a Bondeno. Anzi

• il posRaggio del Po non (n controman.lttto cho a tardiHRÌmo. sera. nella sperat\Ul <.'he un quo.lch5• nnovo tele:.tmmmu meno sconfortAnte avNbbn

• permesso di eseguirlo Ciò pro,·a. ira l'ultro, chf' il generale Cialdini a,e,·a in mente di av,r t•!nuto un di crterrn, sebbene tale non ios."C purso ai suoi dipcn•ll1uti. · ione ri \' e:,l e t.al graNità che non si può pas1<an sotto silemdo, sia fltll'l' come accademi<:a. ::>ta di fa.t .to dte il Cialdtni non potè avere noti?.ia di q uest 1 dat.i alloruhè decisa 1l1 l'i tirarsi: 11\a pure li avesse avuti. t'nr torto al ->no alto i ntelletto tl suppnrlo c·apa1·e di nn simile ragwnalllento. He il gen. Govone ritrasse la !l• div1sioneprimacbe !Wes:sP subito maggiori perditl' 1 c1ò 11011 accadòe per esaurimento materialE>. di quell<' truppe, t'hc pur e dtginne si erano dimovalorose•: ma poi' l'impressione morale, dipendente dal Y<'dere c hA 'lualn n q H ult erwre sforzo srtrebbe SI a.to vano, mancando soct·orsi A scar:seggianòo le mnnizioni. mentre il Della H.occn rÌlllHHPHI mattivo a V11la.frauca. Che la prepara.,ionc militare nou stata corrispon· dente all' ù noto eò ,·, a.uche hre\·emeniP. accennato dalla relazione utlicia.le (l, 7-8); uè Ili. nuova opera dell'ufficio slorico com p l et amen t e ne tace, poichè rif'erit;ce sn q ue:;to pw1tO il parere nello stesso generale Cialdiui (doc l.J:6); ma è pur noto che lP lil'cnse lli poca sohdita, lanciate o Ila truppa con sO\'erchia leggerezztt subito dopo la battaglia, furono poi riconosciute inginste. Otò d11.lle relazioni del generale .:\larmorn. che lealmente attenua l'errore (l el primo gindiilio e ricou nsce il valort\ del :-.ollat o 1tahano, q ua.le fn dimost,rato riai fa.t.ti e fu riconosciuto 1lallo stesso avversano

Trascut·ando altre o:,s E! lYtrtioui dt minor conto, ma. nou meglio fondate, c'è un punto sul <tua.le conviene fermare un ta.nlino l'attenzione.

Dice il critico ··he la divisioue non si :-baudò durante il combattimento, perchè il suo comandantP la ntrasse prima che l'usse sm·rmssato il limite mass1ruo di resil:lteuzn. che sullu hase delle perdHe subite egli calcola. del , ; e clw )>Cl' il generale Cialdini. non potendo t'ilte assegnamento sn un coefficiente maggiore, evitanclo d'impegnar" t·isparmiò al paese una seconda :-iiCUl'tl S('OIItit!a.

1n tuttf.' le battaglie, spe<:ialmente in q sfortnfiàt.e. succede sulla. Jinea. di fuoco una selE-zione, per l'UÌ i più timidi se ne ritraggono, lascumrlo soli i più animos1: succedt'. cioè, quello che Garibaldi, <·on frase incisiva, <·hiamava la separazione del loglio dal grll.no. Dipende poi es,;euzialmente dai capi il non impensierir:,\ del troppo loglio, ma basarsi essenzialmente sul grano. Ciò fece il colonnello Boni a.t· tomo a 'Monte Tone: ciò fecero i valorosi avanzi della 1a di visione, disputando cosi lungamente al nemico, anche dopo che erano rotti i vincoli organici, il terreno a n01;d eli Vento .

Per conseguenza, a fatti compiuti, ogni ragionamento, basato sopra una presunta poca solidità de ll e tr u ppe, in questo caso concreto manca di fondamento.

Ma anche ragionando i n astrat to e in linea generale, la capacità di res1stenza di una truppa dipende da tante circo-;tanze variabili: che è avvenuto tl caso non raro di truppe ..;olidi:-sime che, dopo aver dato prove supreme di valore, si sono sbandate improvvisamente, da timor panico, per nn falso allarme ( 1) , e di allre ritenute poco solide cht> in ..·ondtzioni particolari hanno fatto ottima prova; sicchè è assmdo voler pesare a prio1·i sulla bilancia e riassumere in una c:ifra il valore di un reparto di t;ruppa. Il comandante che vol<'!>Se far ciò sarebbe siomamente votato alla sconfH,tn..

11 l·ritico ragiona pure intorno alla frase u:mta nel Comple111€1llo ecc ( T 162 laddove ::;i dice e:>sere del Cialdini il primo telegramma • che dove\'n con la parola s\v;citare a. c Firenze cosi grave cootmo7.ione •. Egli uega che la. popola.ZÙIIll' eli Firenze potestie commuovere per un telegrammA. dirett.o al ministro, a lui 80io. Ora. poichè l'U. H. nou ha punto parlato eli popolazione o ha riportato il telegramma int t>grahneut.e, chinro che esso allndeva al go1Jerno di nou alla popolazioni!-. Che poi quel telegramma non fosHe stato preceÙltLO o accompagnato da altri più gravi, appare dal flltto a l!'irenze, nella giornata del 24, non furono spediti che due telegrammi. uno dal La. Marmora (doc. 43 ), l'altro da.l Cialdini (doc. -!G), e che il primo è molto meno graYe del se<:Onflo.

$ ...,

Ma l'ultimo argomento '>volto dal critico è quello che per lo conseguenze che ne derivarono, se non per il conto che ne fa il critico, rivtlste maggiore im p ortanza. Egh nega, con ragionamenti, ma senza prove, che la ritirata delParma.ta del Mincio sia stata determinata dalla mossa retrograda del Cialdini. Ora. l'esposizione dei fatti, documentata éOm'f. dalla relazione ufficiale e dal complemento, non lascia alcun dubbio su questo punto. Il critico cita., è vero, il telegramma del 25 giugno. annunciante al Cialdini nn cQilOYimento indietro (doc. Z>3) senza ricordare che esso giunse quando il movimento era già. iniziato e tacendo che la ritirata dell'annata principale, ordinata per il 25. fu poi disdetta, mentre gli orJini dati al Cialdini tende"'ano a trattenerlo sui basso Po. Questo è un dato di fatto e non un apprezzamento, ed P. strano che il critico, il quale nega all' nfficìo storico il diritto di fare apprezzamenti, gli domandi a questo puuto di giudicare se .il nialdini abbia fatto bene o male a non passare il Po (2 .

1\fa per dimostrare che l'ufficio storico non ha seguito alcun preconcetto ed ha studiato g l i avvenimenti con la ma-<sima obbiettività. basti ricordare che già la relazionP ntliciale t II. 3;) , dopo riportato il telegramma col quale il La )!armora pregava caldamente il Cialdini lli non abbandonare il Po, sogginnge: Poco dopo h' 'lte;;so generale La Marmora ebbe notic zia che il IY corpo era giil. in marcia :m l\Iodena . .l!"n riso« l uto d'intraprendere nella sera stessa la ritirata, comandata «e poi disdetta il dì prima.».

Qui il critico potrebbe obbiettare che anche la relazione ullicia.le, finita eli stn.mpare nel 18$'15, è opera delFutlicio storico, e coinvolgere nel biasimo gli scrittori prese.nti e qnelli pas-<ati. Riesce dunque i-.truttiva nn po' di storia.

Dopochè Jl mini:itro della guerra. Bertolè Yiale :>i fu imp••gnato dinanzi alli\ cn.me.ra dt'i deputati. per snllt'cita.zione del generale La. Marmora, a far sonvere la relazione- della tunata. campagna, cou lettera. del 25 novembre X. n:Jn:; pregò il generale Cialdini <l'inviargli tutti quegli ulteriori ragguagli o documenti ch'egli credesse c convenienti, per • porre sotto Ja più vera e com p l eta luce i fatti da na.rrat-si. c al che forse più che tutto varrebbe meglio nna sommaria c ragione di essi

{l) Un Ìtltto similo ndln scconrln di "'agre.m.

(2) X('Jl'E,ucito ito.lirw.o tlcl :!:! tlic('mbr>'. il critico cho l'owcro r<l<!l.l impo&-.ìbile d••i •:nlcri rld comundo supremo è un 1111 rito rli pir} del generale Ci.\ldim (l , , pul'chè « per lt1 palt•"' tlii<'Orditl t'Si-t<·nte

« trt\ romnnd>\nte in c11po <' cupn di stato-mAggioro · per din•r:;cen7.e ed

« uttr it i mnnifo11tatisi t•u il enpo di t<tato m11gjlior.> 1.' i dipendenti comun-

« dunti dci primi tre ,·orpi d'nri!Hit!l, un nuovo 11tto niTen.'livo dal ::\lincio u non twrebbt} avuto SttfficJOnti pl·obahilitfl. rli succes:;o por ritontumc h• '' provu ». Sorvolt1ndo fili qmwto •1pproz7Alnento 111olto d;scntihilo, specie quanrlo si tt·atti di unu doppia offerlSÌVA dal ::\lincio e cloll l'o. di ft\tto c ho gli attriti frn il gonoru lo• L11 ::\[>\rmorn c i DI'Ila. Roccn e Cnednari non assun'lero il c:muttorn di vere disuhbiclienze. {'h" il eont«tno del generale Pillnull fu porictto in n!mi circostilnzn e eho• le dimiasioni del ge· nemle La )farmora du capo di stat{)--maggiore dell'e-Prcito, da cui clip4>"e crisi del comando <'Ofll fnn"•tu per le ulteriori opera1ioni, fu detenninata unicamente dall' inatte:<n ritimt.. del IV corpo dal Po • in. a troppr a comundare. Al Re che voi prt!ndiate il comando... r> telegrafa il Lu )f,trlllnra nl Cialdini il :!G giorno (doc. 72.

U generale Cialdini, con lettera N. 3D3 da Pisa in data 9 dicembre 18GB, rifiutò di aderire alla preghiera del ministro, adducendo. fra le altre, le seguenti ragioui:

«Le mie idee nou preva.lse1·o e neppure oggi tl:overebbero «favorevole accoglienza .... Preferisco tacere, anzichè rim.et.. t.ere la difesa delle mie couTinzioni militari a persone che .. lungi dal dividerle le oppugnano pienamente. Occorrendo saprò difenderle io ;;tesso.

« ch'io rimasi meravigliato quando vidi ch'Ella assumeYa l'impegno di pubblicare la storia della campagna ... del18Gti, dopo la disgraziata polemica dell'estate sco1·sa. La c storia dei disastri o degli riesce llelicata molto e " spinosissima e credo difficile che quella del '66 non conduca nuove polemiche, non solle•i dissapot·i piit gravi. l\iorti «noi, qualsiasi scrittore potri1 giudicare a suo talento i generali c.;he ebbero nn comando impot·tante nel '()G (U. :-;.XII « ris. li lli2) ».

Per conseguenza il geuet·uJe si Limitò a t.rasmettere al ministero il dtario delle ope1·azioni.

La relazione della campagna fu scritta tra il18ti8 e il L8li\l e fn opera principalmente di Carlo Corsi, l 'insigne scrittore t• storico. ncordato con venerazione da Lutti q uauti lo c.;onob bero o lo ebbero maesh'o. Il lavoro, llcntpolosameute e obbiett.ivll.mente redatto, Yenne sottoposto all'ttpprov:azione dei generali La Della H.occa, ùialdiai ed altri.

Il generale Cialdini, restituendo il manoscritto iu dat,a :H luglio l87:l, trasmise una nota abbastanza, lunga di osservazioni, delle quali il Corsi tenne conto modificando, o ve occorreva, la relazione: ma. J l Cialdini nulla obbiettò al citato passo del II volume. Questo fu tuttavia pu uhlicato solo dopo la morte del generale. probabilmente per rispetto alla sua volontà: e dall8W: ad oggi sono trascon-:i altri quindici anni, durante i qnali anche il critico ha taciuto. Certamente egli vensò allora, e forse adesso ha dimenticato, che chi volesse ne-gare Ja veridicità. della relazione uHìciale contraddirebbe lo stesso Cialdini.

L'ufficio storico invece, con la receute pubblicazione, non fa che conTaHdare l'affermazione già. contenuta nella relazione ufficiale; lungi, dal lanciare accu8e contro U generale Cialdini, conclurle: « E evidente l'infl.ueuza della mancanza c di quella nnità di comando, per la quale tanto aveva. pero< rato il Cialdini all'inizio della campagna : mancanza alla « q nale si deve se il Cialdini, posto neLPalteruati va di passare " il Po oppnre di rimanet\Ì semplicemente in attitudine minacciosa, abbia preferito un terzo partito, quello cioè di « ripiegare su Modena:. (Comp i. I, 78 ).

Evidentemente è questo il commento più gmsto che si possa fare all'operato del generale Cialdini in questa circostanza.; e se qualcuno dalla lettura dei fatti e dei documenti può ricevere un'impressione diversa e taJe da suggerirgli un più severo giudizio, c:iò no11 è imputabile a colpa dell'ufficio storico.

Questo, una colpa sola ha. avuto, forse: quella di cre"der e che a tanti anni di distanza dagH avvenimenti si finalmente dire, serenamente, tutta intiera la veritit.

Roma., dicembre 1900.

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