Parte I - Il primo dopoguerra e gli scritti sulla "Rivista Aeronautica" (1945-1953)
risolvendo appunto quel problema agitato da tutti i 'novatori' e che, specialmente da noi italiani, si vuol far più difficile della quadratura del circolo". Il Poli perciò si augura che qualcuno "risponda per le rime" al De Grossi ... Anche dall'articolo di M. si deduce che il punto della questione, più che nella ricerca di nuove forme disciplinari, consiste nell'eliminazione di privilegi, abusi e carenze anche in passato da condannare, perché in contrasto con il vero concetto di disciplina.
Il problema della ricerca di una nuova disciplina è assai più complesso e non si esaurisce nel dibattito del primo dopoguerra, ma ha un seguito sulle riviste militari anche negli anni seguenti, e in particolar modo negli anni 70. In tutti i casi, questo contributo di M. rimane tuttora di attualità, se non altro perché riguarda obiettivi che in ogni tempo la selezione dei Quadri ha inteso raggiungere.
I..:edizione europea della Rivista «Life» di Chicago ha pubblicato un articolo nel quale Robert Neville <<accusa il sistema antidemocratico di casta» vigente nell'Esercito degli Stati Uniti. «Life» mette in evidenza che Neville ha servito dapprima come soldato poi come ufficiale raggiungendo il grado di tenente colonnello; che egli è stato corrispondente della New York Herald Tribune, redattore delle notizie estere del «Time», poi redattore di «Stars and Stripes» nel teatro Mediterraneo con sede successivamente ad Algeri, Orano, Casablanca, Tunisi, Palermo, Napoli, Roma. I..:articolo è ornato di illustrazioni, due delle quali riproducono i cartelli propagandistici dell'arruolamento, pieni di euforia relativa a l benessere del soldato, e due delle quali mettono in ridicolo tale euforia. Si tratta di uno scritto «giornalistico», non «di studio» né di analisi critica; ma esso può essere oggetto di studio per noi Italiani, giacché anche da noi non manca chi, nella massima buona fede, si pone il problema che riassumo nel titolo della presente recensione. Leggendo l'articolo del Neville e integrandolo con la lettura di altri scritti, specie americani ed inglesi, che vanno qua e là comparendo, ci si accorge che il problema stesso può distinguersi in parecchie questioni. V'è in primo luogo quella del trattamento economico direttamente corrisposto (in danaro o in natura) ai militari dei diversi gradi gerarchici nelle varie posizioni: di servizio in prima linea, di servizio nelle retrovie, e di licenza. I novatori si lamentano che vi sia eccessiva diversità tra gli ufficiali, i sottufficiali e la truppa. Naturalmente bisogna tener presente che in tempo di pace la questione cambia in parte d'aspetto, perché
allora per alcuni militari (ufficiali, sottufficiali, graduati) il servizio militare è una professione vo lontaria (militari di carriera) mentre per altri (siano o no ufficiali) tale servizio è un obbligo nei Paesi dove vige la coscnztone. La seconda questione concerne quella parte del trattamento che non viene direttamente corrisposto al militare ma che forma la organizzazione della sua vita e del suo benessere, ossia l'alloggio, le mense, le installazioni di conforto e in parte le vestimenta specie l'uniforme . Anche per tutto ciò i novatori si lamentano che sia eccessiva la disparità tra le tre categorie: ufficiali, sottufficiali e truppa; e anche per tutto ciò vale la distinzione fatta qui sopra fra la professione volontaria e il servizio obbligatorio.
(F. B.)
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Le due prime questioni come si vede riflettono il lato economico-logistico dell'organizzazione delle forze armate. Invece le seguenti si riferiscono al costume o al regolamento. È ingiusto che nel mondo esterno, si dice, taluni luoghi (come sale di spettacoli, ristoranti, caffè, e peggio vagoni ferroviari ed altri veicoli) siano riservati agli ufficiali e preclusi alla truppa. Ciò potrebbe considerarsi ragionevole, si dice, se la truppa fosse deficiente di educazione (formale e sostanziale) e invece gli ufficiali fossero dotati di educazione eccellente; ma purtroppo così non è, almeno per la seconda parte. I novatori aggiungono che da tutte le disparità sopra accennate deriva che il mondo dei non militari manifesta verso un ufficiale una considerazione assai maggiore di quella che manifesta verso un militare di
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