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A. MECOZZI - Scritti scelti - Voi. II (1945-1970)

UN UTENSILE A TRE PUNTE

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Nella Rivista del mese scorso, sotto il titolo «Le Ali e la Testa» ho largamente riportato il co11te1111to d'uno scritto dovuto alla /Jenna d'u11 mio valoroso Amico. Adesso, dof)o aver letto l'articolo del generale Pagano sulla &vista di Gennaio-Febbraio-Marzo e gli articoli di «Fante Sicano» e di De Grossi Mazzorin sulla rivista di Aprile, parrni conveniente pubblicare i seguenti altri pensieri dello stesso Amico mio, sof)ra l'argomento dei rapporti fra le tre Forze Armate.

[Nota di M. -N.d.C.]

ECONOMIA DELLE FORZE AEREE. - Non sembra potersi discutere il postulato fondamentale dell'economia, cioè della elimina:lione di tutto ciò che, anche senza essere superfluo, è almeno da considerarsi non strettamente indispensabile.

Sarebbe certamente utile - tanto per fare un e!;empio - che in tutti indistintamente i settori dello schieramento terrestre si potesse disporre di agguerrite aliquote dell'arma aerea, pronte in ogni istante e per ogni evenienza ad entrare in a:Gione per demolire gli ostacoli ritardatori dell'avanzata delle truppe. È fuor di dubbio che un effetto positivo deriverebbe dalla permanenza in ogni luogo di questa formidabile arrna nuova, tanto discussa e pur tanto necessaria e che, richiesta o non richiesta, ha in più occasioni diviso col fante l'onore dell'assalto e si è sostituita all'artiglieria nel compito cli ridurre al silenzio batterie nemiche e persino nidi di mitragliatrici. Purtroppo però non vi è dell'Aviazione per far tutto questo e, quando anche vi fosse, sarebbe sconsigliabile spezzettarla permanentemente. Il rendimento accendibile da un simile impiego sarebbe, oltre ogni dire, illusorio. E molti sarebbero i settori per i guaii le più alte aliquote dell'arma risulterebbero numericamente inadeguate alle richieste, anche a prescindere dalla problematica conservazione di efficienza contro una aviazione nemica, specialmente da caccia e assalco, che fosse impiegata con criteri di mobilità e di concentramento.

L'Aviazione, arma praticamente capace di tutto osare e tipicamente disposta a tutto donare, sarebbe sfruttata in tal guisa in tanti settori e in una tale varietà d'impiego, che la sua efficienza risulterebbe in brevissimo tempo polverizzata.

Non vi è dubbio che, contro piccoli e importanti bersagli, contro i quali una squadriglia o un gruppo dovessero presentare scarsa probabilità di colpire col classico bombardamento in quorn, un effetto positivo deriverebbe dalla disponibilità di ingenti masse di bombardieri, in formazioni scr:rate e numerose. È certo che, sotto una pioggia di bombe lasciate cadere da formazioni che oscurano il cielo, il nemico non può che attendersi perdite concrete su qualsiasi bersaglio che non sia in caverna. Purtroppo, però, non vi è tanta aviazione per far tutto questo, e non vi è tanto esplosivo né tanto ferro da disseminare.

Tutti i casi sopradescritti sono talmente fuori delle possibilità pratiche e della pratica logica, che il rendimento di un'aviazione che venisse impiegata in tal guisa sarebbe esiguo, e l'impiego ispirato a questi criteri sarebbe rovinoso per l'economica bellica di un paese.

Il concetto di economia è strettamente connesso al concetto di rendimento, dal che deriva la necessità di un'analisi continua minuziosa dei risultati e - dove occorra - il pronto e coraggioso intervento nella revisione dei mezzi e dei criteri <l'impiego.

Quando in un'arma, dalla cui efficienza dipende massimamente l'esito della guerra, o, per lo meno, sulla quale son riposte le più ansiose speranze, si delineano settori di deficiente o in fruttuosa utilizzazione, è necessario correre ai ripari, decisamente e sostanzialmente, se si vuole ottenere, come si deve ottenere, il massimo rendimento dello sforzo collettivo.

I..:esistenza di forze aeree non squisitamente offensive nè difensive, come quelle assegnate all'esercito ed alla marina, che assorbono 1 una parte considerevole cli materiale e di personale (511 velivoli, 730 piloti, 1719 specialisti), costituisce una sottrazione al complesso aeronautico che peserà indubbiamente sui risultati.

La classica ripartizione dei mezzi fu ideata nella supposizione di una quasi assoluta indipendenza delle tre forze armate, agenti in tre ambienti diversi e distinti, come se ciascuna dovesse pensare per proprio conto a condurre la guerra. Oggi questo modo di pensare è completamente superato; lo è certamente per quanto riguarda l'Aviazione nostra, la quale, rinunziando praticamente alla sua basi[are teoria di logorare il potenziale avversario nelle fonti di vita, teoria che ebbe qualche applicazione soltanto all'inizio della guerra nel settore nord-ovest, è oggi invece presente, con tutti i suoi mezzi e con tutte le possibilità che la tecnica le va progressivamente conferendo, in ogni campo di lotta, sia esso a sfondo terrestre o marittimo 2 •

1. A quell'epoca: fine del 1942. 2. A quell'epoca: fine del 1942.

Parte I - Il primo dopoguerra e gli scritti sulla "Rivista Aeronautica" (1945-1953)

Vi sono dei momenti in cui, a giudicare da quel che è chiamata a fare, l'Aviazione potrebbesi considerare completamente alle dipendenze della marina o completamente alle dipendenze dell'esercito. Gli è che l'Aeronautica ha spostato il suo campo d'azione verso i settori marittimi e terrestri, con una tale straordinaria e progressiva efficacia da spodestare in determinate condizioni - non turbi il riconoscerlo, perché non è colpa né particolare merito di nessuno, bensì soltanto merito e colpa dell'evoluzione della guerra - le stesse armi del mare e della terra.

Non è facile spostare, da noi, la diffusa mentalità dello spezzettamento (ormai ancorata a quei criteri di ripartizione che datano dalla costituzione della R. Aeronautica e con i quali la R. Aeronautica ha pagato la sua indipendenza), senza ricorrere al confronto cli provvedimenti opposti, che sarebbero con ogni probabilità accolti come paradossali. Intendo riferirmi all'eventuale proposta che, per far fronte alle innegabili necessità dell'Aviazione sul mare, siano messi alla diretta dipendenza dei Comandi dell'Armata Aerea convenienti «aliquote» di unità navali, senza accennare, per quanto riguarda l'Esercito, a quei mezzi che in altri paesi sono già e con notevole buon risultato aggregati all'Aeronautica, come i paracadutisti e tutto il complesso della difesa contraerea.

L'espressione cooperazione, secondo la vecchia mentalità, non vuole assolutamente discostarsi <lai concetto di forza ausiliaria, concetto evidentemente superato. L'Aviazione svolge, com'è noto, missioni tattiche e strategiche per proprio conto, sia sull'elemento terrestre come su quello marino; il legame delle sue azioni con le forze di terra e di mare non è escluso, ma non può o meglio non dovrebbe essere subordinatO.

La guerra che si conduce in Europa ha uno spiccato carattere di guerra per linee interne. Per l'arma aerea, in particolare, non sarà mai abbastanza ripetuto che il principio del concentramento, sul punto che si ritiene essere decisivo per l'azione, è principio basilare per un buon impiego, sia che il punto interessi più da vicino l'esercito o la marina, o entrambi o nessuno dei due. È quindi assurdo, più che mai, ancorare l'Aviazione all'esercito e alla marina, dappoiché l'Aviazione è arma destinata a battere efficacemente e senza particolari preferenze obbiettivi dell'esercito e della marina.

L'arma aerea non appartiene ad un particolare aspetto della guerra, ma alla guerra nel suo insieme. Dovrebbe quindi essere impiegata tutta contro mare, unità belliche o mercantili, tutta in aria quando fosse necessario. Essa dev'esser tutta pronta per l'affondamento indilazionabile della nave da battaglia come per lo sterminio dei mezzi corazzati terrestri o per muover contro alla flotta aerea nemica e alle sua basi.

L'arma aerea probabilmente non vincerà mai da sola la guerra, come è da ritenersi che nessuna altra arma, nessun organismo militare specializzato sia capace di vincerla da solo. Ma non è men vero che il cattivo impiego di una di esse forze può anche far perdere una guerra o per lo meno può farla disastrosamente prolungare.

Tutti i sistemi rigidi d'impiego sono condannevoli: sono invece destinati al miglior successo i sistemi elastici, flessibili, adattabili alle circostanze.

ACCENTRARE LE FORZE AEREE ED I LORO COMANDI. - L'Aviazione, l'arma che ha precorso i tempi scavalcando i pregiudizi, l'arma alla quale i più scettici han finito col richiedere le cose più assurde, quest'arma costosissima e cli straordinaria tendenza al logoramento, è oggi sfruttata in tanti settori e in così vari impieghi, che la sua vera difficoltà è quella di «non fare», mira alla quale si dovrebbe in certo qual modo tendere se si pensa che al momento in cui l'aviazione sarà indispensabile essa verrà fatalmente a mancare. Senza voler dissertare su questo argomento, ma soltanto mosso dalla necessità di chiarirne l'importanza fondamentale, aggiungo che l'istinto ciel «chiedere» è talmente naturale da non potersi pretendere che esso sia contenuto in chi non abbia compete11Za, ingerenza e affanni nella preparazione; come ugualmente naturale, logico ed attagliantesi al carattere generoso degli aviatori è il «non rifiutare».

È così che le energie dell'Aviazione si disperdono in mille rivoli e che, senza che molti se ne siano accorti, le sue perdite effettive, fra piloti e specialisti, in due anni di guerra, assommarono a circa 5000 elementi e i suoi feriti rimasti in Patria a 1/4 circa di tale cifra; e le perdite in velivoli a 2600; e i consumi, in solo carburante, a 215 mila tonnellate, senza contare il consumo delle scuole.

Gli enti periferici ai quali l'Aviazione è affidata per l'impiego, siano essi o non appartenenti ali' Arma, vedono i'l problema eia un punto cli vista molto particolare e certamente incompleto. Essi sanno soltanto dei loro bisogni e giustamente domandano in relazione ad essi.

All'ente centrale dell'Aeronautica, per i bisogni di prevedibili nuovi vasti cicli operativi, affluiscono richieste preventive dei Comandi, per fronteggiare

A. MECOZZI - Scritti scelti - Voi. Il (1945-1970)

simultaneamente le quali occorrerebbe una forza decupla di quella esistente ed una situazione ben diversa da quella in cui l'Arma trovasi 3.

J:unica economia praticamente apprezzabile che in ogni tempo si realizza all'esterno è quella determinata dalle deficienze. Si risparmia benzina soltanto quando i depositi sono vuoti; si tengono meno apparecchi in aria soltanto quando apparecchi più non vi sono4 • La corsa al consumo, attribuibile naturalmente all'ardente volontà di fare, cui non sempre corrisponde il saper fare a tempo e luogo e nella misura e con le modalità dovute, non è normalmente frenata, anzi non lo è quasi mai, da una chiara visione dell'economia generale.

Queste verità autentiche, denunziando le quali non intendo dare colpa a nessuno di uno stato di cose fatali derivante più che altro dall'eterogeneo e diffusissimo uso che si fa dell'arma aerea, dimostrano che la dosatura dei mezzi non può esser fatta a base di accantonamenti preventivi e che l'impiego non può che esser prerogativa esclusiva di chi ha la responsabilità dell'allestimento e della preparazione. Soltanto così si può contare sul massimo rendimento e sulla possibilità, al momento di bisogno, di gravitare su qualsiasi settore con la necessaria massa aerea commisurata al risultato che si deve conseguire. Le ripartizioni preventive servono a polverizzare la potenzialità dell'insieme, offrendo naturalmente a tutti la precisa sensazione della insufficienza. Ne consegue che gli stessi inconsapevoli autori dello sperpero dei mezzi son quelli che si lagnano - e non a torto - di non averne abbastanza.

Si pensi che furono destinati alla Libia, nel momento di speciale emergenza determinata dalla pressione inglese nel dicembre 1941, persino i reparti da caccia preposti alla difesa della capitale. È assoluta estrinsecazione di un dovere, da parte dell'organo centrale, ìl dare e non lesinare in caso di bisogno. È però altrettanto un suo sacro dovere il negare quando la necessità non è urgente. Tutto quesco fa pane ciel criterio valutativo, la cui perfetta applicazione può esigersi soltanto da un ente unico, orientato su tutto e responsabile di tutto ciò che riguarda l'Aviazione. Tale ente dovrebbe avere una continua esclusiva ingerenza sull'impiego di tutte le forze aeree e la piena facoltà di spostare i mezzi da un momento all'altro.

3. Sempre all'epoca in cui la relazione fu scritta: fine 1942. 4. Fulgido riconoscimento della insipienza del Comando!

La disciplina delle assegnazioni dovrebbe essere razionalizzata sulla base di un sistema accentrativo estremamente elastico, capace di consentire la più ampia manovra dei mezzi disponibili. lnvece, col voler accontentare tutti, si esauriscono le energie in una schermaglia di preventivi e in una continua diplomatica contesa di forze manifestamente insufficienti a raggiungere la generale soddisfazione.

È necessario serrare le file, il che può ottenersi soltanto con l'applicazione di quel saggio criterio di economia che non deve lesinare quando la necessità è reale e deve invece resistere quando «si può fare a meno».

Unità di competenza, dunque, e centralizzazione di mezzi: E, specialmente quando i mezzi sono scarsi, quando cioè si deve combattere senza un adeguato sostegno aeronautico, bisogna più che mai aprire gli occhi e non pensare che i guai si attenuino spezzettando e frantumando i pochi mezzi disponibili fra esercico, marina e numerosi Comandi di settori operativi.

Con ciò non si vuol dire che sui campi dell'Egeo e su quelli del fronte russo e su tutti gli altri non dovessero dislocarsi reparti dell'Armata Aerea; si vuole invece asserire che ciò non debba costituire ancoraggio definitivo e permanente e, quand'anche ciò fosse necessario per alcuni particolari lontanissimi fronti, l'ingerenza del Comando Centrale dovrebbe estendersi alquanto al di là del semplice rifornimento e di quelle banalissime limitazioni tecniche che, non di rado, i Comandamenti dell'Arma colà dislocati dovevano tuttavia faticosamente difendere, non «per non fare» ma per non farsi mettere nelle condizioni cli «non poter fare».

Soltanto chi conosce lo sforzo ed il costo di una preparazione, chi è in grado di valutare la consistenza effettiva cli ciò che deve essere impiegato e di ciò che per far fronte a prevedibili bisogni deve essere invece assolutamente risparmiato, chi ha la possibilità di stabilire il momento di dar fondo ad ogni energia peril risultato supremo attraverso un sforzo non ripetibile, può e deve avere la capacità ed anche il coraggio di manovrare le forze. Ogni altra diversa concezione al riguardo è da considerarsi priva di equilibrio, in quanto conduce fatalmente alla conclusione che il Capo delle forze aeree è il fornitore dei mezzi, destinato a rispondere alle più esigenti richieste, mentre dei mezzi stessi non ha né le facoltà valutative né l'ingerenza direttiva per l'impiego.

Realizzata con la creazione del Comando Supremo la più alta unità di comando, si può dire che, in linea

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