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IV.11 Il problema delle nazionalità

musica classica, per i balletti, per gli spettacoli dei grandi circhi. Anche i dischi di musica classica erano disponibili a prezzi stracciati. Per quello che riguarda i teatri, i balletti e le opere, siccome la popolazione era molto desiderosa di assistere a questi spettacoli ed i prezzi dei biglietti erano bassissimi, per acquistare questi biglietti era necessario fare lunghissime code, talvolta sotto la neve, ad attendere il proprio turno.230 Nella vecchia U.R.S.S. erano invece del tutto introvabili: i dischi di musica leggera, i romanzi gialli, i romanzetti sentimentali ed i fumetti. Quando Gorbačëv dette la libertà di importare tutti i prodotti culturali provenienti dall'estero, la gente si buttò a comprare proprio tutto quello che veniva dall'occidente, di nessun valore culturale. Le letture preferite erano: libri gialli, astrologia, cartomanzia, ecc. La radio e la televisione diffondevano musica pop. Va detto che gli artisti seppero avvantaggiarsi della libertà di espressione concessa da Gorbačëv per scrivere, dipingere, scolpire e comporre musica finalmente senza ostacoli alla loro vena creatrice. Gli artisti erano però una minoranza dell'intera popolazione. La gente comune era esasperata dalla scarsità di merce disponibile nei negozi e si impegnava soprattutto ad arrangiarsi per tirare avanti. I giovani disprezzavano l'autorità. Il senso popolare di giustizia era offeso dal vedere che dopo la rivelazione delle menzogne, delle torture, dei massacro dell'era di Stalin e più tardi delle ingiustizie e delle ruberie commesse al tempo dei suoi successori da chi faceva parte della nomenklatura, nessuno venisse punito. Uomini politici implicati nei delitti commessi negli anni '30 e '40 rimanevano titolari di ricche pensioni e conservavano le loro onorificenze. In tutta l'Unione Sovietica la libertà agognata era intesa soprattutto come possibilità di arricchirsi in tutti i modi, senza che la legge vi ponesse ostacoli. C'era in tutta l'U.R.S.S., e soprattutto in Russia, un generale disinteresse per la politica231 .

IV.11 Il problema delle nazionalità

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Fra i Russi l'interesse per la politica, se non era scomparso, era fortemente diminuito: fra i cittadini delle repubbliche non russe dell'U.R.S.S. ferveva un vivissimo sentimento nazionalista, con conseguenti aspirazioni indipendentiste. Furono queste spinte nazionaliste, più ancora dei disastri economici, a determinare la fine dell'Unione Sovietica. Il problema dei rapporti fra il gran numero di popoli di nazionalità diversa che componevano

230 Credo che in Italia, se i biglietti per una prima alla Scala costassero 15 €, succederebbe la stessa cosa. 231 Service 1999.

l'U.R.S.S. era esistito fin dai tempi dell'impero zarista. La legislazione sovietica in materia di nazionalità, imposta da Stalin, era riuscita a contenere e regolare le spinte interetniche. Ad ogni cittadino era assegnata una nazionalità di appartenenza, riportata sul suo passaporto interno. In ogni repubblica la nazionalità dominante (di appartenenza) godeva di privilegi rispetto alle altre nazionalità che vivevano nello stesso territorio. Erano questi privilegi che avevano impedito l'insorgere di nazionalismi in opposizione al governo centrale. Le élite locali avevano imparato a servirsi di questi privilegi per fare i propri interessi e, fin dai tempi di Stalin, avevano costituito camarille e mafie vere e proprie. Coloro che vivevano in una repubblica senza appartenere alla nazionalità dominante, erano svantaggiati anche nel caso fossero di nazionalità russa. Queste minoranze provavano un acuto senso di ingiustizia: infatti spesso la nazionalità dominante aveva atteggiamenti di durissima discriminazione contro le minoranze etniche o linguistiche e tendevano a ridistribuire il reddito a tutto favore della nazionalità dominante (di appartenenza). Questa situazione si esasperava, col disgregarsi dello stato centrale, l'indebolirsi delle strutture di controllo, le minori disponibilità economiche e il venir meno della fede nel comunismo232 . Nell'inverno 1987-88 in Azerbaijan ci furono incidenti nel Nagorno-Karabad fra la popolazione armena e gli Azeri; nel febbraio 1988, in uno scontro armato fra le due etnie, decine di armeni furono uccisi. Nel periodo 1988-89 avvenne una manifestazione ancora più grave di questo atteggiamento di imbarbarimento in Uzbekistan. Gli Uzbeki attuarono un pogrom contro la minoranza di turchi meshketi, deportati in Uzbekistan da Stalin. Questa minoranza era considerata estranea dalla popolazione indigena ed era inoltre invidiata per il miglior tenore di vita che aveva saputo conquistarsi. La risposta del governo di Gorbačëv a queste gravissime violazioni della legge e di ogni principio di umanità fu del tutto inadeguata. Stalin ai suoi tempi avrebbe scatenato contro gli Uzbeki una repressione feroce, senza fare una accurata distinzione fra colpevoli ed innocenti. Il governo guidato da Gorbačëv si limitò ad organizzare con urgenza l'evacuazione dei meshkiti dall'Uzbekistan. Gli uzbeki, responsabili del pogrom, ereditarono le proprietà, le case ed i posti di lavoro delle loro vittime233 . Questo modo di emettere decisioni imperative, che è completamente errato perché non conforme alle aspettative ed al criterio di giustizia condiviso da coloro che ne sono oggetto, fu di pessimo esempio a tutti i popoli delle repubbliche dove si manifestavano tensioni etniche ed ideologie nazionaliste234 .

232 Zaslavsky 1995. 233 Zaslavsky 1995. 234 Zaslavsky 1995.

In tutta l'U.R.S.S. si succedettero moti di indipendenza, che dalle repubbliche più periferiche convergevano man mano verso quelle più vicine al centro. Dopo il pogrom in Uzbekistan, ci furono in Georgia manifestazioni nella capitale Tbilisi per l'indipendenza della Georgia. Ci furono scontri fra Kazakistan e Tagikistan. Nelle repubbliche baltiche, Estonia, Lettonia e Lituania, nella ricorrenza del Patto Von Ribbentrop-Molotov, che aveva segnato la fine dell'indipendenza delle tre repubbliche assegnandole all'U.R.S.S., ci fu una manifestazione imponente: un milione di cittadini formò una lunghissima catena umana. Nelle repubbliche baltiche protestarono anche i molti residenti di nazionalità russa, pesantemente discriminati dalle autorità locali. Nel settembre 1989 anche l'Ucraina cominciò a reclamare l'indipendenza235 . Nelle repubbliche baltiche i sentimenti nazionalisti erano più accesi e più determinati che in tutte le altre repubbliche dell'U.R.S.S. Qui l'aspirazione all'indipendenza era di vecchia data. Nel 1940 le repubbliche baltiche erano state vittime del terrore staliniano. In seguito lo stato centrale aveva favorito l'immigrazione di manodopera slava in queste repubbliche. Gli operai slavi immigrati erano occupati nelle grandi industria costruite dal governo centrale. Le repubbliche baltiche erano diventate la parte tecnologicamente più avanzata e quella col più alto livello di produttività di tutta l'U.R.S.S. Anche dopo che il governo centrale aveva cessato di promuovere l'emigrazione della popolazione slava verso gli stati baltici, cittadini russi, ucraini e bielorussi, attratti dal più alto tenore di vita delle repubbliche baltiche, continuarono ad insediarvisi. In Estonia, Lettonia e Lituania le diverse comunità etniche vivevano separate nella stessa città dove abitavano: diverse le scuole, diversi i circoli ricreativi, ecc. L'incontro fra cittadine di etnia diversa avveniva solo sui luoghi di lavoro. Benché gli immigranti provenienti da altre repubbliche svolgessero mansioni più umili e meno retribuite, le nazionalità titolari si sentivano minacciate dal numero crescente degli immigrati e temevano di diventare minoranza sul proprio territorio: tanto più che la crescita demografica di Estoni, Lettoni e Lituani era zero. Es. Nel 1959 gli Estoni erano il 75% della popolazione in Estonia, nel 1989 si erano ridotti al 61% degli abitanti, con punte del 50% fra la popolazione urbana della repubblica236 . Altra grave ragione di scontento era che parte del surplus economico prodotto nelle regioni baltiche era reinvestito in altre repubbliche.237 Il livello produttivo delle repubbliche baltiche era il più alto dell'Unione Sovietica. Estoni, Lettoni e Lituani si sentivano ingiustamente derubati; nel loro immaginario collettivo le cause

235 Service 1999. 236 Zaslavsky 1995. 237 Questa ridistribuzione economica fra le varie repubbliche era una regola generale alla base dell'economia dell'U.R.S.S. (Politica di equipartizione).

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