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III.24 La politica estera di Brèžnev

Dall’inizio degli anni ‘60, anche in Russia, cominciarono ad entrare in uso i computer, che erano allora mastodontici complessi di apparecchiature elettroniche. Vennero organizzati corsi di computer per i dirigenti e i funzionari del partito comunista, per impedire che la schiera emergente dei tecnici di informatica spazzasse via i vecchi quadri politici. L’entusiasmo per il computer portò la classe dirigente sovietica ad aberrazioni che rasentavano la cecità. L’istituto siberiano delle scienze di Nobraschi fu incaricato di progettare al computer le linee di sviluppo dell’U.R.S.S. fino al 2000 (per 40 anni)! Va detto che in questa linea di condotta gli Stati Uniti non furono da meno: infatti programmarono al computer la guerra del Vietnam, ottenendo la previsione della vittoria.

III.24 La politica estera di Brèžnev

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Dopo la fine della primavera di Praga, venne annunciata da Mosca la dottrina di Brèžnev riguardo ai paesi dell'Est europeo. «Se il socialismo viene minacciato in uno dei paesi che aderiscono al patto di Varsavia, gli altri paesi aderenti al patto hanno il diritto dovere di intervenire anche con le armi in quel paese per scongiurare tale pericolo.» La dottrina di Brèžnev venne apertamente contestata dall'Albania, dalla Romania e dalla Yugoslavia. Gli altri paesi dell'Europa dell'Est seguirono cammini diversi. L'Ungheria riuscì a dotarsi di una economia efficiente, che le permise di aprirsi al mercato, anche al di fuori del blocco comunista. Il governo ungherese diventò assai meno duro nel reprimere la libertà di opinione dei propri cittadini. La Germania Democratica diventò il paese più ricco e col più alto tenore di vita fra i paesi comunisti. La Polonia divenne teatro di scioperi e agitazioni: le agitazioni più gravi avvennero nei cantieri di Danzica e furono represse nel sangue. La Polonia si avviò su una strada di economia lassista. Per tentare di dotarsi di una tecnologia avanzata, tale da permetterle di entrare in competizione con i paesi dell'Europa occidentale, il governo polacco ricorse a prestiti e a importazioni a credito dall'occidente.179 All'inizio degli anni '70 Brèžnev dà il via ad una politica di distensione in Europa: l'Ostpolitik. Nel 1972 la Germania Democratica e la Germania occidentale si riconoscono reciprocamente. Col trattato di Helsinki, che conclude la conferenza per la sicurezza in Europa, le grandi potenze e tutti i paesi europei riconoscono i confini e l'assetto territoriale europeo determinato dalla II Guerra mondiale. Mentre migliorano i rapporti diplomatici fra l'Unione Sovietica e i paesi occidentali, i rapporti

179 Se un paese otteneva prestiti dall'U.R.S.S. poteva non restituirli, ma se contraeva debiti col Fondo Monetario Internazionale o con la Banca Mondiale, i prestiti, assai facilmente si trasformavano in un capestro.

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