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III.23 Politica interne ed estera dell’U.R.S.S. all’epoca di Brèžnev
del blocco comunista uno degli elementi più validi. La Cecoslovacchia fu invasa dalle forze armate sovietiche. A Praga, per parecchi giorni , la popolazione ed i carri armati sovietici si fronteggiarono. Non fu sparato un solo colpo di arma da fuoco, ma Dubček fu destituito e spedito in provincia con un incarico irrilevante. Al posto di Dubček fu nominato primo ministro Gustáv Husák, fedele in tutto alle direttive del Cremlino e la Cecoslovacchia tornò alla completa ortodossa politica inspirata da Mosca. A Praga è ricordato come eroe nazionale il giovane Polac, che, nei giorni dell’invasione dell’esercito russo, si dette fuoco in segno di protesta. Nessuno ricorda il nome di un altro giovane che morì a Praga in quei giorni, Era un carrista russo: dei bambini praghesi, per arrestare il suo carro armato vi si buttarono davanti. Per salvare quei bambini il carrista gettò il carro armato fuori strada. I bambini furono salvi, ma il carro armato si rovesciò ed il giovane russo perse la vita. Dopo la fine della primavera di Praga, venne enunciata la dottrina di Brèžnev: “Se il socialismo viene minacciato in uno dei paesi del Patto di Varsavia, gli altri paesi che fanno parte del patto, hanno il diritto e il dovere di intervenire, anche con le armi, in quel paese per ristabilire l’ortodossia socialista”. Albania, Romania e Jugoslavia condanneranno apertamente la dottrina di Brèžnev. Dopo la fine della primavera di Praga, i paesi dell’Europa dell’Est seguirono cammini diversi. La Germania Democratica divenne il paese più ricco con il più alto tenore di vita fra quelli che aderivano al patto di Varsavia. La Polonia fu teatro di scioperi e agitazioni sociali, di cui gli operai dei cantieri di Danzica furono i principali protagonisti. Scioperi e ribelli furono repressi nel sangue dal governo polacco. L’economia polacca si avviò su una strada lassista. Per tentare di dotarsi di una tecnologia più avanzata, in modo da poter entrare in competizione con i paesi dell’Europa occidentale, il governo polacco si indebitò col mondo capitalista, importando tecnologia avanzata a credito e ricorrendo a prestiti.175
III.23 Politica interne ed estera dell’U.R.S.S. all’epoca di Brèžnev.
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Alla fine degli anni ‘60, nell’U.R.S.S., mentre gli ideali del comunismo si vanno attenuando, si manifestano sempre più violentemente i sentimenti nazionalisti e di intolleranza fra le varie etnie. Nel 1969 scoppiano rivolte nazionaliste in varie repubbliche. Durante queste rivolte nelle capitali della repubblica uzbeca e della repubblica armena, vengono assassinati molti funzionari russi. Brèžnev tende a concentrare in sé tutte le cariche e tutto il potere e cerca anche, senza
175 Se un paese otteneva prestiti dall’U.R.S.S. poteva anche non onorare gli impegni contratti, senza subire le conseguenze.
successo, di promuovere il culto della propria personalità. La carica di segretario del Politburo che ricopre, è quella di capo dello stato. Con Brèžnev i burocrati non corrono più il rischio di essere rimossi dalle loro cariche. La classe dirigente, Nomenklatura, è perfettamente soddisfatta del proprio governo, crede nella superiorità del sistema socialista e sviluppa liberamente i sistemi clientelari, che Stalin e Chruščëv avevano combattuto. Il tenore di vita della popolazione continua a migliorare. Col IX piano quinquennale gli investimenti nell'industria leggera e dei beni di consumo superano quelli dell'industria pesante. Dal 1973 in poi le fabbriche avevano facoltà di collegarsi in associazioni attraverso le quali potevano scambiare fra loro i materiali necessari alle loro esigenze, senza dover aspettare il benestare dei programmatori del Glosplan da Mosca. A tutti i cittadini erano sempre garantiti: il lavoro, l'alloggio, la sanità, la scuola per i figli e la pensione. Nel 1970 le famiglie col frigorifero erano il 30%, quelle col televisore il 51%. Nel 1980 le famiglie col frigorifero diventavano l'86%, quelle col televisore il 74%. I sindacati aprirono luoghi di villeggiatura nel Baltico e in Crimea. Ai cittadini più fidati era concesso viaggiare nell'Europa occidentale, purché lasciassero in patria un loro parente stretto, a garanzia della loro volontà di ritornare in patria. Migliora il tenore di vita nelle campagne. Nel 1964 era stato esteso anche ai contadini il sistema pensionistico. Nel 1975 venne rilasciato ai contadini il passaporto interno176. Senza il passaporto interno i contadini non potevano lasciare il luogo di residenza: praticamente erano ritornati alla servitù della gleba. Dal 1975 i kolchoziani possono spostarsi da una parte all'altra del paese e vengono pagati regolarmente con salari in denaro. Prima erano pagati con la divisione dei prodotti agricoli rimasti dopo le consegne obbligatorie si quanto lo stato prelevava. Il governo migliora il più possibile la condizione di vita nelle campagne, ma l'esodo dei contadini verso la città continua: nei kolchoz restano in maggioranza i vecchi e le donne. Fino al 1981 i finanziamenti statali all'agricoltura continuano ad aumentare. La politica agricola continua ad essere diretta dall'alto e molti kolchoz lavorano in perdita. Gli apprezzamenti destinati all'uso privato misurano appena mezzo ettaro a testa, nel periodo che va dal 1977 al 1981 ma questi esigui appezzamenti producono il 30% dell'intero prodotto agricolo. L'importazione di cereali, cominciata ai tempi du Chruščëv, continua ad aumentare.
176 Il passaporto interno era necessario per viaggiare nel territorio dell'Unione Sovietica. Durante la tragedia della dekulakizzazione forzata nelle campagne, Stalin aveva istituito il passaporto interno escludendone i contadini, che così non potevano fuggire dai paesi verso le città.
La politica interna di Brèžnev presentava senza dubbio gravi limiti, ma secondo quanto dice Roy Medvedev, per certi aspetti i cittadini sovietici a quel tempo erano dei privilegiati. “Il cittadino sovietico è pienamente convinto di possedere diritti: al lavoro, all'istruzione, all'assistenza sanitaria, al servizio medico gratuito. E se questi diritti sono violati li difende con tenacia e fermezza, qualche volta intraprendendo azioni collettive e, di regola, con successo. Egli sa di aver diritto di andare dal medico in qualsiasi momento o di chiamarlo a casa, e che tutti questi servizi sono gratuiti; sa che i suoi bambini andranno a scuola e studieranno gratuitamente; è convinto del suo diritto al lavoro ed esige che il lavoro gli sia garantito. Esige anche che i trasporti funzionino bene ed in orario”177 . Il livello di vita non era lo stesso in tutta l'Unione Sovietica. A Mosca il livello di vita era più alto di quello di tutte le altre città dell'U.R.S.S., ma se confrontiamo il tenore di vita della Russia con quello delle altre repubbliche sovietiche si vede che, dopo la rivoluzione di ottobre, lo sviluppo ed il miglioramento del tenore di vita era stato molto più rapido nelle altre repubbliche sovietiche che in Russia. Nelle regioni della Russia di Vologda, Archangelok, Leningrado, Kalinin, Smolenx, Vladimir, ecc., il livello di vita era notevolmente inferiore a quello delle repubbliche di Georgia, Armenia, Azerbaigian, Moldavia, Repubbliche Baltiche, Ucraina e dell'Asia Centrale.178 Nei primi anni dopo la sua ascesa al potere Brèžnev aveva appoggiato la linea degli economisti riformatore, che avevano come obbiettivi: la competitività, la riduzione dei costi ti produzione, l'abbassamento dei livelli occupazionali e la qualità dei prodotti piuttosto che la loro quantità. Gli economisti riformatori affermavano che l'economia socialista non è in contrasto con l'efficienza e la produttività e che è necessario tener conto del ruolo dei consumatori, quando si programma la produzione. Ai tempi di Stalin le scelte economiche, al contrario, erano stati ideologiche soprattutto: la fedeltà al capo e alla causa del comunismo veniva messo davanti a tutto. Con l'avvento di Brèžnev, l'approccio ai problemi diventa pragmatico e si privilegia l'efficienza. In agricoltura si cercò di passare dalla cultura estensiva a quella intensiva, furono aumentati i prezzi pagati ai kolchoziani per i prodotti agricoli e venne dato sostegno ai piccoli appezzamenti individuali. Le riforme promosse da Brèžnev, all'inizio della sua azione di governo, permisero all'U.R.S.S. di conseguire dei buoni risultati. Dal 1959 al 1965 la produzione industriale aumentò dell'84%. Vennero importati dall’occidente interi complessi industriali: la fabbrica automobilistica costruita dalla FIAT nella città di Togliatti ne è un esempio. Vennero recuperati i ritardi rispetto all’industria occidentale nei settori dell’automazione, dell’elettronica, dell’informatica, della petrolchimica ecc.
177 Medvedev 1977. 178 Medvedev 1976.