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Sabr in a Sgueglia della Marra

guerra il no stro paese42 Secondo Badoglio, tale risoluzione, sebbene recasse in sé " qualche cosa di repu ls ivo", appariva "logica" ed "indi sc utibil e" e avrebbe trovato pi e na giustificazione nei fatti d 'Ungh eri a43 Non sare bbe s tata , dunqu e, una decisione atta esclusivamente alla tutela della loro incolumità personale: malgrado g li aspetti " in decorosi" che la caratterizzarono , si trattò d i una mi sura estrema dettata dalla ragion di Stato, di conseguenza non ce nsu rab ile44

In realtà, la fuga di Pe scara, che tanto smarrimen to creò nella popolazione, sa ncì il definitivo di stacco tra monarchia e popolo, una s eparazione che non s i s arebbe più colmata e di cu i il sovrano non fu in grado di ponderare gli effetti poiché non poteva preved ere c he que l popolo avrebbe espresso una propria autonoma volontà45

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La so la direttiva cui poterono far riferimento le nostre fo rze ar mate fu I' ultim a frase del com unicato an odino che Badoglio lesse dichiarando la resa: dovevano cessare le ostilità con tro le forze angloamericane, ma bis ognava reagire "ad eve ntuali attacchi di altra provenienza" . Roatta ha so ttolinea to c he il proclama, b e nc hé corredato della disposi zio ne di opporsi a q ualsiasi

42 Agostino degli Espinosa, li Regno del Sud. 10 settemhre 1943 -5 giugno /944 , Editori Riuniti , Roma, 1973, pp. 5-6.

43 Pi etro Badogl io , op. cit. pag. 115-116. L'a mmira gl io Horthy, in seguito alla proclamazione dell'arm istizio , fu arrestato dai tedesch i e costretto a sconfossare la resa.

4 4 Domenico Bartoli , L'Italia si arrende , Ed itori ale Nuova , Mi lano, 1983, p.112. L' autore stigmat izza l'espressione "fuga di Pescara", o meglio , "di Ortona" , asseverandone l'assoluta necessità. Sottolinea tuttavia che si sarebbe dovuta compiere in modo più dignitoso, partendo in ae reo da uno degli aeroport i in mano agli italiani, o p er mare da Civitavecchia, ov'erano dirette due navi da g ue rra , e "senza portarsi un codazzo di ufficiali"(p.112). Storici come Iva n Palermo , Ruggero Zangrandi e Piero Pieri , hanno sostenuto che la deci s ione di a bbandonare la capitale non non rapp resen tò l'ex trema ra tio dell ' ultim 'o ra, ben sì la realizzazione di un progetto studia to si n dall'agos to. Piero Pieri , altresì, ha aggiunt o che, avendo pagato l'alto pre zzo polit ico della resa incondizionata , I.e autorità italiane s i erano ass icurate il riconoscimento alleato come leg iuimi detentori del potere che, per tanto, era loro primario obiettivo sa lvaguard are in ogni modo. La con tiunuità is tituzionale coincideva dunque col mantenimento del lo ro con trollo sullo s tato. Cfr: Ivan Palermo, op. cit. , p 274; Ruggero Zangrand i , /94 3: 25 luglio -8 settembre, Feltr inelli , Milano, 1964, pp.385391; Piero Pieri , Pietro Badoglio , UTET, Torino, 1974 , pp.819-820 Ne ll a re lazione del generale di Corpo d ' Armata Carboni, s i legge che il proclama del capo del governo sarebbe stato motivato dalla sua " preconcetta volontà di allontanarsi dal territorio occupa to" senza trovare "i ntoppi " in co nflitti armati "sorti prematuramente" s ull' itin erario da percorrere per raggiungere il porto d ' imbarco. Badoglio, pertanto, s i sa rebbe preoccupato e~c lus iva men te di predisporre la fuga "con tutte le migliori gara nz ie di celerità e di s icurezza" (A.U .S.S .M. E. , N.1-11, Diari stori ci 2" Guerra mondiale , b.3000/A , "Giacomo Carbo ni , ge n era le di Corpo d'Armata-La verità sulla difesa di Roma").

45 Roberto Battag lia , op.cir., p.92 vio lenza, non avrebbe potuto che avere " effetti pernicios i e d issolventi sul mora le delle truppe" in quanto subordinava l'az ione italiana a q uella tedesca. I soldati attendevano la fine della gue r ra s in dal 26 luglio: non si poteva preten dere che fossero propensi ad impugnare immediatamente le armi cont ro l'alleato di ieri di cui, peraltro, avevano potuto ben constatare il vasto potenziale offensivo. A su o pa rere, molti elementi che diedero seg ni di incertezza e rim àsero passivi in que i momenti drammatici, "se ave ssero avuto la sensazio ne d iretta od indiretta di un fo r te ed immediato intervento degli alleati", avrebbero reagito diversame nte , opponendo una r isol uta resistenza46

S econdo Lutz Klinkhammer, la passività de l Coman d o Supremo è da ascrivere alle perpless ità circa la compattezza e la ten uta delle truppe italiane, nonché a l ti mo re che si sviluppassero disord in i47 Le for ze tedesche in Italia, all'an nu ncio dell 'armistizio, ammontava no a diciassette divis ioni e due brigate, oltre a quattro divisioni seg nalate in arrivo alla frontiera o ri e ntale e se ttentrionale

T utto c iò che accadde dall'8 sette mbre in poi fu l' a tto fina le d i un 'ag gress ione già in atto a partire dalla caduta d i Mus sol ini, volta a garantire alla Germa n ia il domin io incontrastat o dell'Italia settentrionale . Su richiesta di Hitler, infa tti, il 27 luglio 1943, era no state p redisposte le operazioni d el piano Alarich, s uddiviso in q uattro fas i: Eiche, per la l iberaz ione d i Mussolini; Student per l' occupazione di Roma e la r estaurazione del Governo fascista; A chse, pe r impadronirsi della flo tta in caso di armistizio separato; Schwar z, in fine, per esautorare i comandi ital iani , ne utrali zz are l' ese rc ito e porre sotto controllo i punti cruciali de l terri torio italiano48 . A confer ma dei propos iti di vendetta de l Re ich , in o ltre, il 7 settembre, l'ambasciatore von Mackensen ve nne sostitu ito dall 'ex gau le ite r della Boemia e min istro plenipot enziario del R eic h von Rahn, uno degli artefici del p utsch d i Vienna e dell'as sass in io di Dolfuss, che no n aveva alcun legame con l'I ta lia e con gli it alia ni49 .

46 A.U.S.S.M.E., N.1-JJ , Diari s 1ori ci za Guerra mondiale, b 2999 , doc .42, " Memoria s ulla priorità dell'aggress ion e germanica, compilata da l generale Roana" Tale int erpretazione è confermata anche dal sottocapo di stato magg iore Francesco Ros si , (cfr. Francesco Ross i , op ci i. , pp.272-275 ) Filippo Stefani ha messo in evidenza come gli sc rupoli di coscienza dei so ld ati itali an i furono talmente profondi da indurli , in nume ro si casi, a tentare di raggiungere intese locali coi comandan t i tedesc hi che, al contrario , non s i peritarono d i attua re quanto prima l'aggressione predi s posta in ogni dettag lio (Fi lippo Stefani, op cii., p.75).

47 Lutz Kli nkhammer, L'o cc upa zione 1edesca in Italia, Bollati Boringhieri , Torino, 1993 , p.33.

48 Le operazioni delle unilà i1aliane nel settembre -onobre 1943, M ini stero della Difesa, Stato Maggiore dell 'Esercito , Uffic io storico, Roma, 1975, p.26.

4 9 Carmine Senise, Quando erv capo della polizia, Ruffolo , Roma, 1946, pp .23 1-232; Jo Di Benigno, Occasioni mancate. Ronw in un diario segreto ( /943 - /944), SEI, Torino , 1945, p .1 28.

Sabrina Sgueglia della Marra

L' occupazione era avvenuta progressivamente mediante " in caps ulamenti" dei reparti italiani. Sebbene apparisse del t utto evidente la natura offe nsiva di tal i provvedimenti, non più volti al conten ime nto degli sbarc hi alleati e alla difesa della peni so la, bensì al consolidamento delle posizioni germaniche nelle regioni se tte ntrionali , le autorità ita li ane, po ste di fronte alla politica del "fatto compiuto", non contrastarono apertamente tali ini ziative, avallando, così, le previsioni d ell'ex alleato c he aveva preconizzato una resistenza " trascurabile"50. Come ha sottolineato Dollmann, il nostro esercito, d ' altro nde, ad eccez ione degli alpini, era giudicato sulla base delle sconfitte di Lissa e Caporetto e co nsiderato, pertanto, di terzo o quarto ordine51 . L'8 settembre, gli unici settor i in cui lo sc hi eram e nto delle forze italiane risultava conforme agl i ordini emanati erano l'Alto Adige, la Sardegna e la Corsica. r raggruppamenti predispost i ne lle altre regio ni erano in fase di riordinamento; numerose unità si trovava no in v iaggio, frazionate su numerosi treni e impossibilitate a prendere qualunque iniziativa

Inoltre , svariati comandi inferiori, specie di carattere territoriale, non aveva no ancora provved uto all'applicaz ione delle misure previs te dalla Memoria

N.44 poiché gi u nse agli en ti più lo ntani soltanto il 7 settembre. La Mem oria

N.44 costituiva un'integrazione dell'ordine llJC.T. e, be nché confermasse il pericolo d i un 'offensiva tedesca atta a ristab ilire il regime fascista sottraendo alle autorità ita liane le leve d e l co mando militare e c ivile, ribadiva che le nost re truppe avrebbero dovuto reag ire solo se provocate e prescriveva contromisure da adottare esclusivamente in caso di attacco. Entrambe le direttive non contenevano alcun accenno alla conclusione di un armistizio 52 Tale omissione, determinata dall 'estremo riserbo che avvolse i negoziati come dispo st o dal Governo e dal Comando Supremo, contribuì sens ibi lm ente aJ disorientamento dell'esercito ed impedì una concentrazione di forze in grado di sostenere l'urto germanico.

È lecito pensare che la Memoria N.44 si sarebbe potuta diramare molti giorni prima. Bisogna tuttavia considerare i necessari aggiornamenti apportati al documento su lla base delle noti zie che, quotidianamente, pervenivano rigu ardo gli inte ndimenti degli Alleati 53 Solo il 4 sette mbre fu diramata ai tre Stati Maggiori la Memoria N.l , un ampliamento della M emoria N.44. A differen- so lvi , p.32.

51 Euge n Dollmann, Roma na zista, Longan es i , Milano , 1949, p.134.

52 A.U. S .S.M.E., N.1 - 11, Diari storici 2a Guerra mondiale, b.3000/A, "Me mo ria de l generale Roana" doc .44 , "O rdini emanati dallo S tato Maggiore del Regio Esercito ci rca il contegno da tenere di fronte ad una evenn1ale aggressione ger manica" za d elle direttive precede nti , in essa s i faceva esplicit a menzione di un a poss ibil e aggressione teut on ica motivata da ragioni politiche o daJJa "co nclu s ione da part e nostra di armistizio a loro in sapu ta" 54 Infin e, ne lla Memoria aggiuntiva N.45, ven iv a dato l' o rdin e di prendere accordi con i Comandi della Reg ia Marina e della Regia Aeronautica in v ista di azioni co m uni 55

53 Ministero del la Difesa, Stato Maggiore dell'Eserci to, Uffic io storico, op.cii., pp.42 -46.

L'esercito , d un q ue, si t rovò assolutame nte i mp repara to a respingere l'assalto delle trupp e ger maniche , a ni mate, pera lt ro, dalla co nvi nzione che la loro sal vezza dip e n desse unicame nte da un attacco drastico e ri solutivo pe r neutral izz are l'avversario a n tici p ando il concorso de ll e forze angloamericane.

Il generale sbandamento seguito a li ' 8 settem bre fu il prodotto dell' inco ngrua preparazione spiri tual e e nù Htare dell 'esercito e del l'intera popo lazio ne al m utame nto cli fro nte e alla prosecuzione d e ll a g uerra. Tale inadeg uatezza è d a asc ri vere, in primis, ~ùl'eccessiva preoccupazione del Comando Supremo d i ce lare la resa. Se gli Alleati , tuttavia , avessero rispettato gl i acco r di relativi a ll a dichi arazio ne d ' armistizio, i predis pos ti raggruppame nti sarebbero stati com plet at i e , din anz i a mass icci sbarchi angloamericani nel La z io , le di v is ioni tede sc he schiera te più a Sud avrebbero do vu to ripiegar e accorren do in que ll a zo na . Le forze si tua te in Calabria e d in Puglia , infatti, si concentrarono a Sale rn o per tentare di con t enere l 'i nvasione n e mi ca A riprova di ciò , Roat ta ha ri corda to le parol e pronunciate da Keitel a Ta r visio: "u n balzo nemico nella z ona di Roma av r eb be tagl iato fuor i le truppe germanic he dislocate più a s ud " 56.

"L' esercito regolare - ha sc ritto Giorg io Bocca - muo re per dissanguame nto e pe r abbandono : sc hi acc ia t o da un a g u erra piì:1 grande di lui ma a n che lasciato a sé, ne ll e ore de ll 'agonia, dal re e dal Comando Supremo" c he, pur di non far trapelare nu ll a delle trattative , emanò a ll e grandi unità ordin i " ambigui come i s uo i s ilenzi '' 57 • Il generale Trabucchi ha scort o nell 'accusa di tradim e nto ri vo lta ai nostri solda ti il pi ù lacera nte torme nto che furono costretti a vivere : a causa de ll' assolu ta segretezza, della mancan za di una qualsivoglia propaganda ps ico lo gica a loro s osteg no , essi no n seppero c h e

54 A.U S.S.M. E. , N. I - I I, Diari sto rici 2" Guerra mondiale, b.2997/A, f 5 , ricompilazione a memoria de lla Mernoria il.i a cura del generale Ross i .

5 5 A U S S M.E , N. I - J1, Diari stori ci 2" Guerra mo ndiale , b. 2999 , "Memoria del ge neral e Ro atta". doc.45 , " Noti z ie de l generale Roatt.a in data 16-8 - 1944 su: Ordine n 111 C. T. ; Memoria 44; Mem o ric1 agg iunti va 45"

56 A U.S :S.l'vtÈ., N.J -11 , Diari storici 2° Guerra mondiale , b .2999, doc.42, "Memoria sulla priorit à dell'aggres sione germanica. comp ilata dal ge ne rale Roana "

57 Giorgio Bo cca , op cit., p 5.

Sabrina Sgueglia dell a Marra

cosa contrapporv i e tal i carenze, o ltre a q uelle materia l i, ge nerarono u n se n so d i sfi d uc ia e d'i m poten za che, inesora bi lmente, portò al collasso de ll ' orga nis m o mi lit are 58 .

Nella c ri si di coma ndo, tuttavia, "mentre l'esercito ital iano s i d isso lveva in mi ll e e mille rivoli di uo mini dispe ra ti, umi liat i , atterriti, sgo me nt i" 59 , alcuni nucl e i militari, scio lt is i i repart i d'appartenenza, non co nsegnaro no le armi ma dec ise ro di rivolgerle co ntro i tedesc hi : fu rono molto pi ù numerosi di quanto s i sia sol iti pensar e e la loro fu u na sce lta assai gravosa e carica di s igni fi ca to m ora le poiché op erata ind ivid ualmente co n p rofonda consapevolezza. No n s i trattò d el l ' esec uzione d i un ordine, ma di u na vo lontaria op posizione all'a ll eato di poco tempo p ri m a .

I comand an ti ed i so ld ati pronti a res iste re organizzaro no tutte le fo r ze di sponibi li al fine di costitui re unità com b atten ti e trupp e ausi l iarie per coop erare a ll o sforzo be ll ico delle Nazio n i Un ite; per partecipa re a ll e azioni de ll a R esis te n za ital ia n a con le formaz ion i pa rtigiane attrave rso la raccolta di info rmazio ni s ug l i app restamenti dife ns iv i tedeschi , sulla dis locazione e s ugl i spostame nti delle divis io n i nemich e; p er sv ilup pare un a capi ll are opera d i controspionaggio, sabotagg io e antisa bo tagg io; per p rovvedere ai bisog ni primari de ll a p o polazione e p reserva rl a dalla feroc ia nazista; per ass ic urare , infine , il ma nte nim e nto dell'ordine pub blico ne ll e citt à e nelle retrovie 60 .

Testimo nfa n za del contri bu to, spesso sotto valu tato, d ato a lla R esiste nza, so no le con siderevo li pe r d ite su bite d all e nostre forze ar mate che si ad operarono fino all 'es t re mo sac ri fi cio p er la ca usa nazionale: so lo a R oma, nell'ecc id io de ll e Fosse Ard eatine, furono uccis i sessantasette mi litari, di cui tre ntotto era no ufficiali. In rea ltà, si può verosimi lm e nte stimare che fossero assa i più n um e r osi se si co ns id era c he molte vitti me, identi fica te co me civi li , appar teneva no alle class i d i leva e ai r ichi amati a ll e armi.

In seg ui to alla cad u ta d el fascismo, le as pettative ol tremodo o ttimistiche nutrite soprattutto d alla G ra n Bretagna s ulla ca pacità di r eazio ne dell' eser cito ita l iano nel ricacciare i tedesc hi a l d i l à de ll e Alpi, fu ro no dis a ttese . Agli A ll eati, d unqu e, co me uni ca soluzion e p ossi bi le, no n ri mase c h e l 'i m pegnat iva risa lita d ella p enisola, le cui modalità op erative si d etermin aro n o pro- gressivamente, attraverso compromess i e non fac ili mediazioni fra l'approcc io p uramente milita re d i Eisenhowe r e Roosevelt e la s tra tegia po l it ica di Churchi ll 6 1 I preparativi dell'Overlord p regi udicaro n o in maniera significativa la condotta de lle op e razioni: la campagna d' Itali a, cominciata con lo sbarco in Sicilia, p roseguì a rile nto e con svil u p pi altalenant i. Non fu elaborat o un piano definito poiché, ai fi ni dell'impostazion e bellica alleata, r isultava di primaria importa nza tatti ca la dispo ni bilità di aeroporti n e l meridione, non la rapida occupazione d i tutto il n ostro teITitorio

58 Alessandro Trab ucchi , I vinti hanno sempre torto, De S ilva, Torino, 1947, pp.25 -26.

59 Car lo De Biase, L'otto se l/ embre di Badoglio , Ediz ion i de l Bo rghese, Milano , 1968 , p.259.

60 Elen a Aga Ro ssi , Una naz ione allo sbando , cit. , p. 153.

Gli angloamericani m iravano, infatti, ad impegnare in Italia il magg ior numero poss ibi le di divisioni germankhe sto rna ndole dall' Uni o ne Sovi etica, ove l 'offe nsiva ru ssa stava riguad agnando il teITitorio pe rduto, e dal fron te che si sarebbe aperto in Francia. Le Nazion i Uni te considerarono il ribal tamento di fronte una mera que s tione militare, non ne afferraro no il valore moral e né le imp li cazio ni spiritua li , e non compresero la drammatica crisi d i coscienza che portò le nostre forze a r mat e, fino ad allora impeg nate sul fronte opposto, a riprender e la lotta contro l'ex alleato malgrado l'assenza di direttive62 .

Gli Alleati impedirono, di conseguenza, la formazione di eserciti clandesti ni come q ue ll i so rti in Ju goslav ia e in Grecia, co n l'evide nte ob iettivo di affidar e alle nos tre forze arma te un ruolo accessorio e s ub o rdinato . Le diverse fina l ità della campagna d ' I talia e le co nt rastanti impostazioni , seg natamente per quanto atteneva al concorso d i unità regolari e fo rze partigiane italiane, determinarono p rofonde incom prensioni , con grave preg iudi z io della nascente R esistenza63 , c u i gli a ngloamericani non riconobbero mai una reale autono mi a, diffidando di un movime nto la cui matrice politica era per Io più di si ni stra.

D a parte italiana, di contro, si riteneva , e si cercò reiteratamente di dimostrare nei vari abbocca m enti, come il drammatico s usseguirsi deg li eventi avesse capovo lto la nostra posizione.

Ro atta , il 20 settembre, inviò a t utti i coma nda nti una circo la r e in cui r ibadiva che la vile aggressione tedesca aveva trasfo rm ato la Germania da paese a ll eato a feroce nemico e , al co ntempo, d ichiarava "virtualmente superate" le clausole contenute nell'armist izio : le truppe ita liane, affiancandos i a q ue lle angloame ri cane, ne erano div en ute alleate . Le ambigui tà e gli eq ui voci che sorse ro tra le au t orità italia ne e quelle d elle Nazio n i Unite , derivarono proprio dalla diversa in te rp retazione de ll ' offensiva tedesca, de ll a no stra di sponi -

61 Elena Aga Ro ssi, Cltalia nella s confilla, cit., p.90; Guido G igl i, op ci t , p.455 .

62 Giorgio Rochat, Una rela zione ufficiale sui militari n ella Resisten za romana, estratto da Il movimento di libera z ion e in Italia, n.96 , fasc.3, lugl io- settembre I 969 .

63 Carlo Vallauri, op. cit., pp 253 -254, 359-360.

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