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Presentazione
I1 colonnello Giu se ppe Cordero Lanza di Montezemolo, dopo aver d.iretto l' Ufficio Affari C ivil i n e l Comando della "città aperta", il 23 settembre 1943 , giorno dell'insediamen t o formale del regime n eofascis ta a Salò, riconobbe come unico gove rn o leg itt imo quello del Sud e diede imm ediatamente avv io aJla formazione di u n centro operativo clandestino che s i collegò co n B rindis i , col Comando Supre mo e con gli All eati. Eg l i comprese che il movimento di Re sistenza avrebbe avuto q ualche probabilità di s uccesso solta nto se fosse riuscito ad a m algamarne le vari e co m ponen ti, a convogliare i singoli sforzi verso u n obiettivo comune e definito. Monteze m olo promosse, a tal p roposito, la cost itu zio ne di u n comitato permanente, emanazione della Giu nta militare del CLN. L'investitu ra ufficiale del Coma ndo S up re mo, t uttav ia, non fu s uffic ie nte ad eli minare d e l tutto attriti e d incomprensioni tra militari e partigiani: i primi obbedivano agli ordini che gi ungevano da Brindi s i , i partit i seguivano le direttive del CLN. Di fferivano anche nelle modal ità operative della g u erriglia. Montezemolo , fino a l giorno del suo arresto, rima se in contatto col Coma ndo S up remo . A partire dal 2 ottobre 1943, fino al 5 giugno 1944 , fu att ivo u n ponte radio co l governo del Sud attrav e rso due ap parati alternativamente in funzione in l uoghi div ersi d ella città. Nacq ue così il Centro X e tutto il personale e materiale di collegamento venne sottoposto agli o r din i de l tenen te co lonne llo Musco. I messaggi c he Montezemolo , q u otidianamente, fino al giorno del suo arres t o , fece pe rve njre al Comando S upremo, rip o rtavano in maniera precisa e tempestiva notizie s ulla cons iste nza delle for ze nemiche, su llo sc hieramento e i movimenti dei re parti , su ll'ubicazione di magazzini e depositi dì muruzioni, s ull e attività operative del nerruco. I dispacci toccavano altresì tutt i i prob lemi connessi alla lotta di liberazione: oltre a questioni d'ordine militare, i l colonnello si preoccu pava cos t an tem e nt e d el morale e del sostentamento dei patrioti e di tutta la popo lazione. Con una delle pri me comunicazioni , il l O ottobre, il Comando S upremo nominò M o ntezemolo suo di retto rappresenta nte in Ro ma e lo investì ciel compito cli orga ni zzare e dirigere la lotta di li be razione . Fu l' atto d i nasc it a del Fronte Militare C la ndestino di Roma che, nei s uoi nove mesi dì attività, riuscì ad orgaruzzare miglia ia di patrioti nella capitale e n elle regioni vic in e li FMCR disponeva d i una capillare rete d ' informatorì presenti nelle varie regioni ciel territorio occupato. Tra i numerosi gruppi facen ti capo a l S IM ,
Sabrina Sgueglia della Marra
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c he s i s e rvì dell ' Uffic io di Coll egam en to per agev o larne la cost itu z io ne e il fun z ion a me nto , il " Grup po Montezemolo " ri s ultò i l p iù effic iente e completo . Venn e in ol tre cos tituita un a speciale Se z ione Sta mpa ci e l FM C R adibita a ll a fabb r ic azi on e in ser ie e alla distri buzione di tesse re ann o nari e, docume nti p erso nali per s fu gg ire a ll e persec uz ioni nazifasciste , e alla stampa cland est ina di un bollett ino in fo rmati vo. i l co s iddetto " Bolle ttino Giallo".
Accanto a ll ' attiv it à info rm at iva , M o nte ze mo lo si a dope rò per riunire in un fr o nte uni co le tante formazio ni militari cl an d est in e costitu itesi s pont a neame nte dop o l 'a rmi s ti zio. Le bande de l Lazio e cie li ' Abruzzo ve n ner o affidate da M ontezemo lo a l co lon ne llo D e Mich e li s, gi à capo di Stato Magg iore de l Corp o d ' Armata di Rom a, e al ca pi tano Jannotta. De Mi c he li s e J an notta le inqu adra rono ne i raggrup pame nti: " M o nte S oratte", " Castel l i e L az io Sud", " Gran Sasso", " M onte Amiata". Le az ioni previs te pe r le bande d e ll' Ita li a centrale mir avan o a creare disordini ne ll e retro vie tedesc he sabota ndo i collegamen ti , ostaco land o l' affluenza dei ri forn im e nti , rall e nt a nd o lo spostam e nto de ll e ri se r ve. Le b and e interne e rano destinat e a ri un ire e lementi fe deli a lla cau sa nazional e in coraggia nd o li moralment e, soste ne nd ol i mater ialm ente, a ddestra ndo li pe r il g io rn o in c ui sarebbe sta to p os s ibile en trare apertamente in azion e al fianco d e ll e for ze lib e rat rici , ma a nc he per reagire a lle v io le nze perpet ra te in città da i tede sc hi. Tra le principal i band e intern e: la " F il ippi ", la " Fulvi", la " Pilotta", la " Gran a tieri di Sa rd egna", !' I. V.E. Ta lvo lta il FMCR in c ontrò r es i s te nze in a lcun e form az io ni che, per non rinunciare alla propria au to no mi a, no n a cco nse nt irono a fonders i co n esso, co me la " Berto ne", la " Sori ce" e la " Dodi " Alla fine d e l 1943 , l 'o rga ni zzaz ione de ll e ba nd e usc iva da ll a fase preparato ria e prese ntava un'in telaiat ura ben d efinita. Il IO dice mbre M o nteze mo lo scri ss e " le dirett ive per l 'o rgani zzazione de ll a g ue rri g lia". L'attiv it à d el FMCR d i minuì sen s ibilmente in seg uit o a ll 'a rresto d e i s uoi pri ncipa li es po ne nti ne i giorni dell o s barco di An zi o. Montezem olo ve nn e catturato e co nd o tto a via Ta sso in s ie me ad uno dei s uo i più val idi co ll aboratori, il ten ente D e Gren et. Fu rinc hiu so per c inquant otto giorn i ed ucciso alle Fosse Ard eat in e.
All 'a ut rice di qu es to volum e rivolgo un se nti to ringraziamento pe r l ' inte nso e sc rupolo so la voro di ri c e rca svo lto, sopra ttutto all ' inte rno de ll ' Arc hivio St o r ic o dello S.M.E. , e per a ver co ntrib uito co n la su a opera ad illumi nare gli avv e nime nti d i un peri odo assa i d e licato e diffi c il e pe r la s to ria ita li a na .
Colonnello Antonin o Zarcone
Prefazione
In que s ti ultimi a nni s i è mo lto parl ato - o riparlato - del contribu to dei mili tar i alla R es istenza italiana: contr ibuto mai del tutto ignorato, ma ce rto largam en te sottoval utato da larga parte della sto riografia "resistenziale", in quanto ascritto alle categorie (imp l icitamente negative) dell'attesismo e del contin ui s mo monarchico. A questa rivalutazione hanno contribuito sia alcuni lavori st oriografici (cito ad esempio Soldati di Carlo Vallauri o l ' ul ti ma ed iz ione di Una nazione allo sbando di E lena Aga Rossi), s ia l'operazione di rila ncio dei valori nazi on al i e patriott ici promo ssa, fra i1 1999 e il 2006, dalla presidenza Ciampi . Affermare, in polemica con la tesi della " morte d ell a patria" consumatasi dopo 1' 8 sette mbre 1943, l'esistenza di un filo di contin uit à, a nche istituzio n ale, nella storia nazionale dal Risorgimento alla Re siste nza e alla Rep u bblica non poteva lo gicam ente non comportar e u n gi udiz io più benevolo (o no n preg iu diz ialmente negativo) su coloro, m ilitar i in pri mo luogo, che questa cont in uità avevano fis icamente e si mbolicamente incarnato, s ia pure sotto bandiera monarchica e badogliana. Stando le cose in questi termini , mi risultava sorpren d en te l'assenza di uno st udio ampio e specifico sull'o rgan izzazione che prima e più di ogni altra s i era fatta carico d i quella continuità, fin dai giorni cao tici del dopo -arm istizio - il Fronte mi litare clandes tin o di Roma - e sop rattutto sul su o capo , il colonnello Montezemo lo: figura di cu i peraltro era diffici le disco nosce re le eccezionali ca pac it à o rga ni zza tive, la dedizione alla causa e la dime ns ione aute nticamente eroica, te stimonia ta daJl ' opera ass idu a d i pochi diffici l issimi mesi e in ultimo dalla duri ss ima dete nzion e, sto icamente affrontata, nelle mani dei tedeschi e d alla morte alle Fosse Ardeati ne.
E' q uesto il motivo che, quando, dive rs i a nni fa, l 'a utrice di questo libro si è prese nta ta da me per la sce lta della s ua tesi di laurea, manifestando il suo in teresse per il tema d ell a R es istenza a R oma, mi ha s pinto a proporle u n lavoro su Montezemo lo e il Fronte mil itare. Lo confesso, con qualche perplessità, visto che l'argomento , per il tag li o tematico e per le font i da ut ilizzare, non sembrava a prima vista il più adatto pe r una ragazza di poco pi ù di ven t 'an ni evi d ent emente digiu n a di cose mili tari. E ' accaduto invece (accade pi ù spesso di quanto non si pe nsi) che la ragazza si s ia gettata n el lavoro con un ent usiasmo s uperiore a ogni as pettativa e si sia s ubito immedesimata ne l tema e fa mi lia ri zzata con le fonti. Dopo la lau rea brillanteme nt e co nseguita, attrave rso successiv i passaggi , limature e rielaborazioni, la te s i è diventata un
Sabrina Sgueglia della Marra
lib ro: un libro che g li es perti dell ' Ufficio storico dello Stato maggio re esercito hanno ev id ente mente apprezzato, se hanno accettato di ospitarlo tra le loro pubblicazioni.
Ho parlato dell'entusias mo con cui Sabrina Sgueglia della Marra ha affrontato il suo lavoro e della sua immedesimazione col te ma e co l personaggio. Qualche traccia di questa partecipazione emotiva si può cogliere anche in questo libro . E a volte l 'a utrice tende a smussare ( mai ad ignorare però) l'asprezza dei contrasti e delle contraddi zio ni che a ll ora s i manifestarono nel corso della lotta contro gl i occ upanti tedeschi, c h e erano poi, soprattutto per i militari, gli alleati del giorno prima (e già ques ta è una contraddizio ne di non poco conto). Mi riferi sco alle indubbie divergenze tattiche e strategiche tra resistenza militare e resisten za politica (che non avrebbero comunque impedito una sostanziale collaboraz ion e) e alle s tesse fratture c h e si produssero, tra la fine del ' 43 e l'inizio del '44, all'interno del Comitato di lib erazione romano e nazionale (e che si sarebbero approfondite in seguito all ' attentato di via Rasella). Ma penso a nche alle pol emic he storiografiche degli anni s uccess ivi che qui, salvo casi s pecifici, risultano un po' attutite. Non si pensi tu ttav ia c h e questo sia un lavoro acritico o agiografico. Si fonda al contrario su una ri cerca ampia e approfondita, condotta soprattutto negli archivi militari, ma poggiata anche su una sis temat ica consultazione della letteratura r ece nte e meno recente. Una ricerca che ha consentito all'aut rice non solo di rico st ruire nel dettaglio un percorso sinora noto solo nelle sue linee generali, ma anche di fornire una mappa esauriente de ll a re te organizzativa facente capo al FCMR, delle s ue molteplici diramazioni , delle sue diverse fo rm e di azione , d e i suoi rapporti sia con le autorità monarchiche e con ciò che restava dei corpi militari e delle forze di polizia (Carabinieri , Guardia di Finanza, Polizia dell'Africa ital ia na), sia co n le componenti politiche della Resi s ten za romana (importante i l rapporto con Bonomi, ma anche qu e llo con Amendola , peraltro già te stimoniato nei s uoi libri autobiografic i dall'es ponente comunista) . La mappa dà conto in effetti di una attività ampia, in te nsa e non priva di effic acia, se non altro in rapporto alle condizioni difficil iss ime in cui s i svo lgeva. Facciamo pure u n po' di tara s ul valore di documenti prodotti dag li stessi protagonisti, comprensibilmente d esiderosi di valoriz zare il proprio contributo a ll a lotta di liberazione. Ma anche dati di fonte diversa - le tes timo nianze di altr i res iste nti, delle a utor ità alleate , degli s te ssi tedeschi - concordano nel riconoscere al Fron te e al suo capo un ruolo no n trasc urab il e, in qualche tratto preponderante, nell'attività di contrasto agli occupanti svolta a Roma e nel Lazio fra l' 8 se ttembre 1943 e il 4 giugno 1944: in particolare ne i primi mes i, fino al fallimento d e llo s barco alleato ad Anzio e alla cattura di Montezemolo
Fu quello - tra la fine d i ge nnaio e l ' in iz io di febbraio - uno dei momenti piì:t difficili di tutta la storia de ll a Resiste nza, e non s olo di quella romana . Trovatosi isola to e s bil anciato, come og ni avan guard ia lasciata allo scoperto da u n improvv iso r ipi egamento, il Fronte mil itare fu decapita to e privato della s ua gu ida caris m atica, pagando un prezzo elevatissimo in terrrùni di uom ini e di reti organizzative. Co n tin uò ugualmente a svolgere un'attivit à , soprattutto d i informaz ione e di collegamento co l Su d , ed ebbe u n q ualche ru olo nelle comp licate manovre di preparazione de l passagg io di co nseg ne ag li alleati n el moment o dell a li berazione della Ca pita le. Ma non s i ri prese mai - come l' int era Resistenza romana - dal do ppio colpo su bito pri ma co n il fallimento dell'operazione Shingle, poi con l ' ecc idio delle Fosse Ardeat ine. Anche di ques ta fase il lavoro d i Sab r ina Sguegl ia della Marr a fornisce una puntuale ricostruzione , co lman do così una ri leva nte lac una in forma ti va. Pe r fi ni re, u na considerazio ne ge nera le , p ure s u ggerita d all a lettura di questo li bro. L a vicen d a del Fronte mi l itare, e in p artico lare q ue lla di Montezemolo, c i mos tra con in discutibi le eviden za q ua n to fosse sa ld o il legame degl i uffic ial i ita l iani con l'istituzio ne mona rc hi ca, sia pur in d ebo l it a e screditata da ve nt'an ni di collaborazione subalterna con la dittatura mussoliniana; e quanto fo r te fosse il ri ch iamo a un a continuità patriottica che il fascismo aveva stravolto, p iegato ai suo i fini, ma non interrotto. Ci si p u ò chiedere allora che cosa sarebbe accaduto non solo nel caso che il re, la corte, il governo e i vertici d elle Forze armate avessero ten uto u n compo rtamento diverso nella crisi del dopo - 8 settembre (e su quest o p u nt o si è a lungo riflett uto e d is cusso), ma a nche nell ' ipotesi c he , a d isas tro co ns um ato, l'opera di Montezemo lo e de i suo i collab o ratori fosse s tata megl io s upportata e valor izza ta (o se un personaggio co me M o ntezemo lo fosse ri usc ito a sfuggire alla cattura) . Probabi l me nte q uesto no n sarebbe bastato a dete r minar e un'egemonia della com po nente "nazio nale" e moderata sull'intero fronte resistenziale (a ll a mani era, p er inten der ci, di qua n to accad de, in tutt'altre condizioni , con De Gau ll e io Francia): non è d a es cl udere, però, che sare bbero sensibilme nte mutati g l i equilibri po litic i e mi litari della Res istenza, e no n s o lo nel ce ntro-Sud , con qualche significativa ripercuss io ne s ull a stessa partit a istituz ionale da giocarsi a gu erra finita. Ma q ui e ntria mo nel cam po de ll e ipotesi co ntrofattua l i, di cu i non è il caso di abusare . Acco ntent iamoc i di p rende re atto d i un quadro del movimento r es is tenzia le e della sua dial ettica interna più co m plesso di q uello che siamo abituati a osserva r e . E di ringraziare l'autrice di questo li bro p er averc i aiu t ato a ricostruirlo
Giovanni Sabbatucci