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L'ITTlOLO
municazioni del. nostro Mnnganotti, di ~eisser, Ehrmann e Jadassohn, non indugiai a provare l'ittioloin soluzioneacquosa (1 -5 p. ·l 00), lasciando da parte le rutinarìe allr·e iniezioni endouretrali, ma per l'esiguità dei casi, peraltro guariti a capo d'un me.>e in media, senza presentar n~cidive, volli aspettare altr~ occasioni per poterne parlare con cogniziòne di fatti. Venuto que~t'anno alle stampe il layoro del dott. Cotombini, aiuto della clinica dermo-s;filopatiea di Siena, e lette le sue br·illanti conclusioni sulla cur·a della blenorTagia a àiver·;;i stadi ·con l'iniolo in acqua distillata e slet·ilizzata (1 -8 p. 100), mi sono compiaciuto di questo progresso -e lo addito ai miei colleglli che vole~sero provarlo sui loro infermi, come testè è guar·ito di una uretrite cronica, con iniezioni al 4 p. '100. un giovane impiegato del ,\Jinistero della Marina, elle s'era a me rivolto per un rimedio non sapendo a quali allre mede!e appigliarsi, tante ne aveva saggiate. Anche nella pl"ostatite i suppositori all'ittiulo hanno risposto efficacemente come sedativi e risolventi. 30° A conclusioni identiche è pervenuto anche il dott. Villetti ron le sue ricerche sull'uso dell'ittiolo nei catarr·1 uretro-vescicali, di cui fece lettura alla r. Accademia medica di Roma l'ultimo giorno del'93. In pieno accordo col dott. Colombini (del quale credo non conoscesse ancora il laYoro) per ciò che ha tr·atto alle uretriti semplici e blenorragiche, il Villetli, a riguardo dei caìarri vescicali, ha trovato che le lavande con soluzioni acquo.;e d'ittiolu calmano i dolori,_ nnnieotano l'attività dei germi pat(lgeni e, distruggendo i mi crorganismi urofagi, impediscono il progresso della malattia e la fermenlaziooe ammoniacale inlravescicale, oltre che modificano lo stato ~atarrale délla mucosa ed inducono la cessazione dei disturtli disurici. 31° Ritenuto dal dott. Peroni, di Torino, come un sue-