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SULLA CURA DELLE FERITE i
NELLt GUERRE PASSATE E NELLE GU ERRE FUTURE
SULLA CURA DELLE FERITE NELLE GUERR E PASSATE, ECC. 37
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La civiltà moderna non consente che il servizio sanitario in guerra sia considerato un « impedimentmn bellicu-m > come ai tempi dell'antica Roma. :Ma è certo che esso dev'essere subordinato alle necessità del!' azione guerresca. Ch e si direbbe di quel generale, il quale, preoccupandosi più del soccorso iii feriti che della vittoria, in -0sseqnio a tale nobile sentimen to ritardasse una marcia O" non face sse eseguire alle sue truppe n.el tempo e nel modo "oluti, un movimento decisivo e cosi perdesse la battaglia?
L'opportunità dell'argomento suenunciato non ha bisognodi prove, soprattutto oggi che~ in seguit() all'adozione negli eserciti delle armi a ripetizione e di piccolo calibro, la terapia chirurgica di guerra viene con ragione fatta segno a nuovi, studi e deve necessariamente andare incontro a molle erilevanti riforme.
lo però non intendo, nè potrei in un breve articolo ,.. tr-attare largamente lo spinoso ed importante tema. Mi pr9pongo solo di esporre sommariamente i criteri generalidirettivi della cura delle ferite nelle guerre passate ed ia quelle avvenire, allo scopo principalmente, di porre in rilievo le differenze che essi presentano da·lle norme tera - · piche della chirurgia comune, e le grandi difficoltà che si son dovute e si dovranno superare per applicarli.
E che tali differenze e difficoltà esistano, a.nzi s'incontrino ad ogni passo, si può di leggieri comprendere se per poco si consideri l'ambiente nel quale l'attività della. chir urgia militare deve esercitar.si e svolgei:si.
Dalla cura dei feriti dipende la salute di molti uomini, 1 quali un giorno potranno ancora essere utili alla società ed alla patria: ma dall'esito di una battaglia può dipendere la salute stessa della patria: non c'è da esitare sulla preferenza.
Il Pirogoff definì la guerra dal punto di rista chirurpico < un'epidemia di traumi ». Noi oggi possiamCl circoscrivere .ancora di pìù il concetto di qùel grande chirurgo militare, dicendo che la guerra è un'epidemia di traiimi per armi da {iwco. Infatli a misura che queste armi si svno rese più perfette, la vittoria o la disfatta si è decisa a maggiori dis1anze, e le armi bianche, che sono armi di vicinanza, hanno perduto terreno, cosicchè le perdile da esse cagionate nel!e ultime guerre rappresentano una proporzione minima, inferiore all'-1 p. '100 in confronto di quelle prodotte dalle armi da fuoco .
Io quindi riguarder.ò solo la terapia delle ferite derivanti da queste armi. Ed intanto noto subito come essa, pur avendo seguito nelle sue fasi i progressi degli altri rami della sci enza medica, e soprattutto dell 'a natomia e fisiologia