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RIVT ST A D'IGIENE

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RIVISTA D'IGIENE

RIVISTA D'IGIENE

B e l azlone 41 an'ep l demla 41 difterit e a Vlllefran obe .D. GuYOT. - (LtJOn médieal, IO juillct 189:2).

Durante que:::ta epidemia che durò dal dicembre 18!H al marzo 1892 l'autore ha co n!'ltatato che a ccanto ad ogni caso ver ificatosi potè risc ontrart.' sempre l'esistenza d'una scuderia mal tenuta do,·e il le tame (l'umir>r) dei cavalli, invece di esse r e levato of.{nt giorno e porta to lun gi dalle abitazioni, e •·n va to lungam e nte nelle scuderie dove diventava sede dt una fel' menlazion e rile\'abile anche pel cattivo odore che tr amanda va.

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E •di c 1·ede po1•ciò che fonrlato il supporre se non l'amche letame di cavallo in cer te condizioni rapp r esenti un b uon mezzo eli cultura su cui si sviluppa il bacillo di Loeftler, e che i batlel'iologi dovrebbero a questo scopo fare delle ricerche per da1·e a questa s u pposizione la prova tlell'

Ad oani moclo traP fin d'ora la seguente apphcaz10ne o pr ati ca da lle sue os!'ervazioni:

A Lut\e le profllattiche già raccomandate converr eb be agj:!iungere a nche l'obbligo di aspo r ta r e quotidianam en te il letame dei cavalli dalle scuderi e di c ittà, trasferendolo all' a ria liber a e lontano dalle abitazioni.

G.

Atte nua zion e della polpa vao olnale gllo e rlnata ed eruzione poat -vaootnale . - l>AURÈ e L AnUE. - (Jottrnal de Médecine el de Chi r c,rnie, d irPmbr e, Gli autori hanno segnalato un l'a t to mo tto in teressante d al pu nto di vi s ta della que«lion e della l n u n g r an numero di lliovaoi soldati rtvaccmalt con 11 vac-

o' IGIENE

c ino di giovenca pr·ovenie nte da l centro vacciuogeno dd campo di Chalons, ques te o perazioni non diedero luocro che a un piccolo num ero di successi, il qunle an dò anche più a tte nuandosi a misur11 che il vaccino e1·a r iportato nuove giovenche. Quando il vaccino aveva esito positivo le pustole legittime erano in pic<'ol nume r o, gli individu; inoculati non presenta r ono g ene ralmente che una eccezional mente due, quasi mai tre; inoltre la loro e,·oluzione era mollo le nta . Le ricerche p tù accurate non pel'mi· ser o d i scoprire la causa di q uesta attenuazio n e. Inoltre, 11 fianco di questa normale, fu cons tata la 11na e ruzione anormal e non desc r itta fino ad ora, la quale e segnalata per la prima volLa dal 10edico militare Munsch iu1· ed è stata osse r vata in seg uito in un gran numero d1 r c•mi: ment1, w cui e r a stata uti lizzata la stessa so rgente YaccinAle.

Questa eruzione compariva dal Rettimo al quinùicesimo:;tiorn o dopo l'inoc ulazione, e si sv ilu ppava nella cicalri 1:edella scari fic az ione. Le lesioni p e1· la loro semi-densità e per la loro l'o1•ma, tenevano il mezzo tra ltt b o lla e la pustola. Esse uon erano ci 1·condate da un 'aureola infiammalo ria ; e ra no bolle separate che pre!'<entavano unA tinta emor· r agica e lasciano scorr f' r e alla puntura una si&r osità variante da l r osso chiaro a l rosso vivo. Dopo l'essiccamento del liquido, alcune di esse si trasforma vano in tub ercoli rossaslri più o meno sporgenti, i quali, dopo alcuni gio rni , scompa· rivano e lasciavano comP poslnm o una cicatrice, la quale ricordava abbastanza bene la cicatr ice vacci nale.

L'esame bat teriologico òi questa sier osità r ossa ha dimostralo che non s olo e ra immune di qualsiasi nocivo. ma e ra anche, dal punto d i vista dei micro -or ganismi comuni , di una pu rezza rara. Questa lesione non lera d'altra parte moculabile all e g io"en cbe e n on ha conl'erito al cun& immunità , nè d e termi nato al cun disturbo genel'ale s ulla salute degli individui che ne sono s tati all'etti.

Il ratto clinico è molto interessante, ma è m olto dirficile d et erminare la causa a c ui si deve attribuirlo.

L ' ispettoi'e medico W e ber , il quale n e l 188 ha osservato r.tt i del medesim o g enere, lt a c r eduto Attribuirne la causa ad un a s:tente settico sconosciuto, oppure olia presenza di elementi purulenlt presu nti di ave r attenuala la linl'a sulle giovenche, ma nei casi osservati recentemente dagh au tori, non si potPva ammet t ere la p1·esenza del p us per d mo Jo con cu i la r accolta vaccinate era fatta. Il professore Chauveau p r opendP per cretlere ad unA infezione prodotta da un a "'ente indc>terminato, il quale si sar ebbe trovato piccola quanlitil. nell a linfa che ha Ee1·vito alla prima inoculazion e. l" Latte di calce.

L'eru z1one so' raccennata non si è p1ù r1 prodolta dopo che ven ne sosliluita la polpa vaccinate che l'aveva originata .

Borme proftlat ttohe contro il oholera ln Germania.

Da una ordinanza lestè pubblicata dal gove rn o ge r manico sull'atLuazione dt>lle n o rm e pr o til attiche contro il cho le r a, cred iamo utile 1·ipo rtare l'ic;truzi one sui mezzi tli diBinfezlone ufficialmente adottali e sul mollo di servirsene.

1. Quali mP:ui <li disin.fe:.ion e sono a dottati.

P er p repara re il latte di calce si m escola un litro dì calcto viva pura e s minuzzata con q u attr o litri nell'a seO'uente manie r a: Si versa de lla suddetta quanlltà d a cqu a 314 dì li\ro nel 1·ecipiente destinalo all a miscela o quindi si aggiun ge la calce. Do po che la calce ha !:acqua e quindi è d1ve nlata polvere, viene convertila tn !alle d1 calce c·oll' aggiunta della ri manente acqua.

S e questo latte non é subi to adope1·ato conservar e in val'i ben chiusi, e si deve r imescolar e pr1ma dt adope ra rlo.

2o Cloruro di calce.

11 c loruro di colce non possiede una bastevole azione di, smfe ttante che quando è p r eparato di fr esco e !ler b.a to in recipienti chiusi. La buona qualiUI tlel th calce si rico nosce dal s uo odore pen etr ante. Esso puo es"lere ado· perolo 0 in polvMe o in !'<Oluzione, e quPsla si otti ene me- o 'IGI ENE 409

Rcolando due p11rli di clor ur o con cento parli di acqua fredda e decantando l a parte liquida dopo che é pr ecipitata la parte che non è sciolla.

3• Soluz1one di potassico (sapone verde o 1,e1·o). Trt• parL1 di !<apo11 e in 100 parli d' ac'lua caldA (p. eli. 1nezzo chilotrrammo di sapone in 17 li t r'i cl'ac 11 ua).

-1-• Soluzione dì acido rArbolicn.

L'acido car·bolico iml•Uro non !li scioglie completamente f!lllndi non é da usarsi. Pe1• impit>ga r lo s1 adoperi il rieLlo acido carbolico al 100 p. 100 del commercio il t1uale c• solubile nell'acqua saponosa. Si prepara la soluzione di sapone potas!>ico descritta al n. 3. In venti par ti di questa soluzione ancora calda «i ver sa uua parlP Iii acid11 tbrbulicu mescendo l" Le liqurJe de1 colerosi (per secesso .. per vomito) vengono r accolte possibilmente in vasi e mescolate con part1 uguali di latte dr calce. Questa mistur a deve r·t>sta r e intatta pri ma (!'esse1·e allontanala come materia resa innocua.

()uesla si mantiene pPr mollo tempo ed aglllCEI come disinfeltante in moùo più sollecito ch e la semplice !IO· luzio ne di sapone. Se si vuoi adopPr·are l'acido fenico puro (disti ll alo una volla o più volle) il quale è mollo pi u caro ma non più effìrace dell'altr o: uon sarà necessaria per· la Roluzione sapouatA; bastol'U l'acqua semplice.

:;• 1\ pparecclù a vapore. - A f(ueslo scopo co r rispondono tanto gli apparecchi costrulli per condurre il vapore acf(nco a 100 gradi, come pur<' quelli nei 'Juali il ''apor e ,·rent• adoperato solto pr essione (non oiu tli 11 10 òi atmosfer·a).

6• Calor·e dell'acqua bollente. - nli da disinfl•ttarsi !'<i len;:rono fllmeno per· JOt'%%'o r a nell'acqua bollente. L 'ùNJna durante questo tempo dtwe bollir·e con tinuamente (' cop r ire rl el t utto gl i ogget ti che vi sono i m mer si.

I l. .\lodo d; de t nfetlanti.

Pet· la disinfezione delle mater ie liqu ide soddisfa anche rl cloru1'0 di calce (l. N. 2). Di quest a sos tan za in poi vere bisog-na ver sa r e almeno due cucchiar da tavola ben colmr in mezzo lilro di escremen ti e mescolar bene il t utto. I maler•iali cosi tr·atlati possono esse1·e allontanati un quar to d'or a dopo l'operazione.

2o L a mani e lfl altre parli del cor po venute a contatto con materie infette (deiezioni di malati, bianche r ie spor che, ecc.) devono esser e completamente disinfettate con so luzione di clor uro cal cico (l. N. 2) o con rl'acido fenico (I. N. i).

3' La biancheria da lelto e personale come pure altr i oggeLLi da vestiario che possono eRser lavati, appena che sr sono imbr attati, sì tlevonn porre in un r ecipiente con liquulo disinfettanti', que!'tn lit{llirlo deve una soluzione dr sapone pota«sico (l , 2) oppu r e acido fenico (1, i). Gli oggetti 'devono reslar·e io quel liqu iùo 2i- ore o per lo 12 se il lif1Uido é soluzioue fenica pr ima di 6SSei•e SCiacqn&ll cnn acqua.

La bianc heria e gli alLri di tela possono es!"e1·e disi nfettali cogli apparecchi a vapore e colla bollitura. M a an che in questo caso devono essere previnmenle bPn inumidi ti con uno dei liquidi disinfPltanti !'umrnenzionali e con· ser vati in vasi perfettamente chiusi od involti in panni che sieno c;lati pure inumitlili coi liquidi sles,i, e ciò per diminuire il pericolo che quegli o!tgetti prec;enterebbero stando i n alles11 della ,·era disrnfezione. In ogni caso coloro che ha nno tocralo quelle biancherie devono disinfcllar·e le loro mani nel modo ind1cato (Il , N. 2).

4o Gli oggetti di vestiar io che non possono essere dev on o disinfetta r si negli apparecchi a vapot'e. Gli oggetti di cuoio si ùevono str ofina r e con soluzione carbol ica di clor uro calcico. • s• Il legno ed il metallo dei mobili ed analoghi si "tr ofinano ripetutamente con panni inumiditi di soluzione ca rboliru o di !>&pone potassico. Si farà lo stesso s1ti pavimenti delle camere, i panni adoperali per questa oper azione saranno abbruciati.

11 paviment(> può esser'e bagnato anche con la tte di calce che si toglie r à due o1•e dopo con la l avatu r a.

D

' IGIEì'ìK l st r u;tani ai medici. s• 11 personale d'assistenza deve essere istruito sul di disinfettare i propri abiti, le mani e su lutLe le operaz10r11 chP deve esegui r e en tro la camera dell'infe rm o. _

6' L e pareti delle came re e le pa 1t i di legno che possono esset·e assoggettale a questa operazion e devono essere to cca te con dt calce.

Dopo fatt a la disinfezione le ca m ere possibilmente devono esser e lasciate libet·e per lo me n o 24 o r e ed aereale.

7• Il terreno imbr attato da materiali deietti dai coleros1, come pm·e i marciapied i e i condotti dove siano gmnti materiali sospetti, devono esse re puro tr·attati con a bbondante faLle di calce.

Nelle latr ine SI gell.a giornalmente in ogni apt>l'lura un litro di latte di calce, i r ecipien ti che nell e latrme servono a r teeve r e le deiezioni devono essere disinfettati dent1·o e fu o r i con di ca lce. I sedili di legno delle latrine si laver anuo con soluzione di s a pone potassioo.

9• Quando una s ufticiente disinfezione e nei modi sopra· indicati non si possa fare, p. es. p<>r letti elastici , pe r mobili im bolLi ti, in maucanza di un appa r ecchio a J'Pazione; aocbe per altri oggetti, venissero a mancare i mezzi di disinfezione, quegli ogget ti devono esser messi fuor·1 uso alruea o per sei gio r ni, e ten u ti in luoghi asciulli, e!"posti al sole ed all'aria libera.

IO• Oggetti dì poco valore, come la paglia dei letti, sa rann o bt•ucia ti.

1• Ogni caso sospetto deve senza indugio (occo rr endo telegra fica me nte ) e sse•·e den unciato all'autorità san ital'ia del ci r condario .

2° F ino al l'a ccertamento dello natu r a della malattia :;i devono me ttere in opera gli stessi mezzi di disinfPzione, isola me nto, ec c., co me pe r lln r eale caso di coler a.

:3• Tutte le de iezioni d e i ma iaLi devo no dis infettar·si !:'e· condo la data istruzione. Lo s tesso si faccia d elle biancherie, oggetti letterecci, parim e nll imbrattati.

6" Si far à attenzione che la materia infettiva, nel r •muov re i materiali non disinfelwti, non sia portula in vicina nza d1 pozz i o ruscello, se ciò fosse a ccaduto se ne deve dare f\o È obbli rro del medico di fa r e rice1·che 8Ul modo con cui nel caso cliP gli "' present a è avvenuta l'mfezioue se e ssa ha già daU\ alla diffusione del mor bo e se"UiJ•e altri ftllli d1 natura sospetta a' venuti s ul luogo.

!IUbilo avviso all'aulo rita sanit.aria onde po1 provvedere alla chJU!I UJ'u ùel pouo sospetto, od tiVVt' r li r e gli ah1lanti d'astene r si d'usar l'acqua del can a le inquinato. .

7o Se all'arrivo del medico è avvenuta la mo rte, cadave1·i e gli oggetti dei medesimi devono esse re !IOLLO ReCfuestro e sorve glianza fino all'a r rivo d1 sanilù o fino c he l'AulOI'ilà sanitaria avrà dato orduu m p r opo!olilo .

'"' 9' Se in una da t a locali tà s i vel'ifìca u n caso sospetto nel (1ua le l'!lcce rtame nto della diagnosi è della più g rande importanza, d()vrà ,;erbarP una par te de lle d e iezioni per lP necessarie ricerche b atter iologiche.

10o 1 m ed ici che si sono addestra ti nelle ri cer che batleI'IOlo g ic h e possono accelera r e la di a gnosi sulla n a tura del caso se pr ocederan no nella rel ativa indagi ne n on !;olo per mezzo del microst·opìo, m a anc he coll'aiuto delle culture, e cos1 saran no nel caso di inform are J'a utor·1ta s an itaria su l r isultato dell e loro r icerche, mandando , se occorre, i relativi preparati .

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