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Gli ambienti intertropicali aridi

Nella fascia intertropicale, oltre agli ambienti umidi della foresta pluviale e della giungla, si trovano anche ambienti aridi, caratterizzati dalla savana e dal deserto caldo.
La savana

Allontanandosi dall’Equatore verso i tropici, la foresta digrada nella savana. In questo ambiente si alternano due stagioni, una secca e una piovosa, che hanno una durata variabile: le piogge possono durare anche cinque mesi nelle zone vicine all’Equatore, ma si riducono progressivamente avvicinandosi ai tropici.
Gli ampi spazi della savana sono l’habitat naturale dei grandi animali. Le specie più numerose sono quelle degli erbivori: zebre, gazzelle, giraffe, elefanti; questi animali sono prede di carnivori quali leoni, leopardi e ghepardi e dei cosiddetti «spazzini delle praterie», le iene, gli sciacalli e gli avvoltoi, che ripuliscono il territorio dai resti degli animali cacciati. Il paesaggio della savana è molto diversificato. In prossimità della foresta pluviale crescono ancora molti alberi (acacie, palme, baobab), ma allontanandosi dall’Equatore la savana arborata sfuma progressivamente nella savana erbosa, con erbe che possono superare anche i due metri di altezza e dalle quali emergono isolati alberi. Al confine con le zone desertiche la vegetazione diventa rada e spinosa.
In biologia, insieme di condizioni fisiche e chimiche che caratterizzano un ambiente rendendolo idoneo agli esseri viventi.
La giraffa è il più alto mammifero terrestre perché può superare i 5 metri di altezza. Questo animale ha sviluppato di generazione in generazione un collo sempre più lungo per riuscire a raggiungere le piante più alte e quindi sopravvivere.
Il deserto caldo
Alla latitudine dei tropici l’umidità è completamente assente, il cielo è sempre sereno e i raggi del Sole giungono al suolo senza essere filtrati dalle nuvole. Il terreno si riscalda rapidamente, ma altrettanto rapidamente si raffredda al tramonto del Sole perché il calore, in assenza di banchi nuvolosi, si disperde: siamo nel deserto caldo. Qui l’escursione termica diurna è forte, mentre le differenze stagionali sono molto limitate. Nei deserti caldi la scarsità d’acqua condiziona lo sviluppo della vegetazione, costituita da rari arbusti che crescono lontani l’uno dall’altro, perché le radici si allungano in profondità e in larghezza per raggiungere gli strati più umidi. Il rivestimento di queste piante è duro e spinoso per resistere all’irraggiamento solare e limitare la perdita di acqua. Gli animali in grado di adattarsi alle condizioni del deserto non sono numerosi: piccoli mammiferi, uccelli, insetti e rettili; essi si riparano dal calore in tane sotterranee da cui escono di notte per andare alla ricerca di cibo e di acqua.
Il baobab è un albero che si trova in Africa e in Australia. Per resistere alla siccità riesce a immagazzinare grandi quantità d’acqua all’interno del tronco


La Monument Valley, negli Stati Uniti occidentali, rappresenta un paesaggio modellato dall’erosione del vento. Nelle regioni aride il vento solleva granuli di sabbia che colpiscono le formazioni rocciose, creando i «funghi del deserto»: montagne ripide e scarne che si stagliano nella pianura. I profondi canyon sono in realtà di origine fluviale.

Esercizi
Lavora sul testo
1. Quali animali vivono nella savana? Quali nel deserto caldo?
2. Quali caratteristiche hanno sviluppato le piante per adattarsi al clima desertico?
3. Perché l’escursione termica diurna è molto elevata nel deserto? Lavora sulla carta
4. Individua in quali regioni sono localizzati la savana e i deserti caldi.