VERSILIA - Campionato di Giornalismo

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CAMPIONATO DI GIORNALISMO

MERCOLEDÌ 1 FEBBRAIO 2012

Scuola media

Motto Viareggio

Localizziamoci: Non sei di Viareggio se... Breve guida a luoghi e abitudini irrinunciabili di una città davvero particolare CONCLUSIONI

Considerazioni finali alla rinfusa QUI SI AMA lo sport , ma in particolare l’Hockey che è proprio difficile per la coordinazione, ma è creativo e tattico. Nell’hockey la difesa è il migliore attacco perché sono proprio i difensori che rilanciano il contropiede e iniziano l’azione offensiva. A Viareggio è una grande realtà , ogni partita riempie il Palabarsacchi perché il Cgc milita in serie A con grandi campioni , ma anche Andrea Facchini ha condotto la propria squadra alla promozione dalla B alla A2. Anche il ciclismo qui è molto amato. I ciclisti versiliesi hanno la fortuna di poter percorrere strade belle e adrenaliniche con salite e discese emozionanti. Da non dimenticare il fisico, noi siamo salmastrosi e prestanti ! QUI SI AMA il buon cibo: la pasta alle cicale , ai coltellacci (quando il mare li stracca), alle arselle, il cacciucco , i ciortoni , le ‘ceche’, ma son vietate, il fritto di mare i castagnacci con la ricotta, il gelato di Nilo’s, i bomboloni del Gatto Nero, i panini di Adone , le bombe della Fauzia, la pizza di Athos . Qui si ama Puccini , la poeticità delle nostre zone lo ispirò, la bellezza dei dettagli, il clima dolce e mite, la calma opposta alla sua irrequietezza, la divina solitudine dei canneti e delle colline , pura arte del nostro paesaggio. Qui si ama ‘La bimba che aspetta’, statua dolce e misteriosa del nostro Cimitero, raffigura la piccola Paolina divenuta di pietra per il dolore, sugli scalini dell’edicola che ancora oggi è meta di ogni viareggino. Il gran finale è: «Non sei di Viareggio se non sei un po’ poeta e marinaio…»

là del molo, non ti immergi nella Passeggiata e non fai le “vasche” su e giù: generazioni di ragazzi si sono incontrati su questo viale a mare dove Egisto Malfatti cercò all’infinito la sua giovinezza perduta, dove i palazzi liberty fanno ancora mostra di sé e ricordano la nascita di una bella città sperimentale dopo la Grande guerra, dove guglie, decorazioni, formelle, tondi, fiori, riccioli e scaglie colorate di Galileo Chini si fanno ancora ammirare .

LOCALIZZIAMOCI. Ovvero «Non sei di Viareggio se…» non conosci … quella bella frase a caratteri cubitali che sembra guardarci dal moletto ovvero ‘Viareggio in te son nato in te spero morire ’, una dedica d’amore di Tobino alla sua e nostra città, parole che sgorgano dal mare. E’ MERAVIGLIOSO per noi stare lì, in mezzo agli scogli, ammirare l’acqua che è limpida e fresca con l’onda bassa che si infrange sulla riva straccando le conchiglie di ogni forma e sentirci fortemente viareggini. Essere viareggino è una materia che non si può insegnare a scuola, in un’epoca globale, poi, figuriamoci, ma la viaregginità ha dei tratti distintivi che meritano l’attenzione di giovani giornalisti delle «Motto». Se avverti lo strillo dei gabbiani che annunciano il rientro dei pescherecci al porto, se guardi l’orizzonte mentre gli ultimi raggi del sole creano uno spettacolare gioco di colori prima di tramontare, riempiendo il mare di sfumature arancioni rosa e rosse, ecco che le parole dello scrittore le capisci fin

ORGOGLIO La scritta sul molo di levante ispirata a Tobino

da subito . Il Molo fa parte del vivere del viareggino, è l’inizio e insieme il suo traguardo di vita. «Vado un po’ sul molo, che è meglio». Quante volte questa frase è passata di bocca in bocca perché ha un preciso e profondo significato: in quel luogo si scaccia ogni pensiero negativo dalla mente. Per completare l’effetto occorrebbe una

giornata di libeccio che è il nostro vento così forte da spazzolare la rena, infilarsi tra i bagni , portare la sabbia sulle aiuole ,scuotere perfino la pineta; Tobino stesso lo amava e scriveva “…i viareggini – quelli che non hanno gente in mare — se lo godono… perché quella è la grandiosità della natura.” Non sei di Viareggio se poi , al di

NON SEI DI VIAREGGIO se non passi ogni tanto dalla Torre Matilde antica e imponente, avamposto lucchese, fatta di bozze di pietra squadrata, cinquecentesco castello del mare, campanile, orologio pubblico e infine carcere-bagno dei forzati, ma simbolo del nostro borgo originario. Guarda ancora il Burlamacca che è poi la Fossa del Selice. Ancora oggi a noi ragazzi dà un senso di sicurezza, perché è bella tosta. All’apparenza e solo all’apparenza può sembrare bruttoccia ecco se vi appare così, ci dispiace , non siete un viareggino !

LOCALIZZIAMOCI LA RICERCA DELLO SVAGO, D’ESTATE E D’INVERNO, E’ UN NOSTRO MITO

Il mare e il Carnevale, due idee guida I VIAREGGINI, per svagarsi sono mitici. Partiamo dall’inizio, ovvero dallo scoppio del cannone e ‘Viva il carnevale’. Cos’è? Cos’è? Basta dire che è la festa, è l’allegria allo stato puro, è l’evento: migliaia di persone vengono a trovarci, si mascherano, sfilano, ridono, ballano, impazziscono con noi che siamo tutti in passeggiata dietro i carri e ci sentiamo matti, matti, matti. Il nostro Filippo Galli, nipote del grande Arnaldo, ricorda come il nonno abbia vissuto nei baracconi fin da bimbetto strappando giornali e giornali per la cartapesta, poi operaio nei cantieri, fabbro, falegname fino a carrista. E’ orgoglioso Arnaldo di aver imparato tutto da solo e non all’Accademia, innovando, sperimentando un’arte povera, ma spettacolare. Ecco, non sei di Viareggio se non realizzi queste idee magnifiche e se non vivi queste emozioni che sono uniche. OPERA La “Bimba che aspetta”: una scultura amata

OLTRE AL CARNEVALE i viareggini si svagano

molto anche nel resto dell’anno, d’estate il viareggino rifiorisce, tutti al mare! Gli stabilimenti balneari sono antichi e tra i più belli d’Italia , risalgono al 1850 come centri di cura, costruiti su palafitte , scendevano verso l’acqua con gli scalini da lì i tanti che non sapevano nuotare , si aggrappavano a robuste corde marinare e potevano bagnarsi! Il Nettuno fu il primo bagno che concesse l’ingresso unico a uomini e donne, ancora oggi si affaccia sulla passeggiata, ma un tempo al posto dell’asfalto c’era la rena .Ines e Matteo che sono figli di bagnini, sono un po’ preoccupati per le famose liberalizzazioni , perché lavorano sul mare da decenni e incrociano le dita. Dopo i tuffi e il sole, il viareggino si rinfresca in Pineta che per noi è davvero uno svago senza fine, è bellissima, anzi stupenda, un po’ trascurata, ma è libera, va in tutte le direzioni, ci sono i sentieri o le oasi , è il cuore di Viareggio , ce lo hanno confermato tutti , viva i pinugliori !

LA REDAZIONE La pagina è stata realizzata dagli studenti di III G scuola media Motto di Viareggio: Mattia Bellardo, Virginia Bertelli , Rebecca Bini, Gianmarco Cordoni,Sofia Del Carlo ,Alessia Frediani , Filippo Gal-

li, Ines Goldoni , Luca Guidotti ,Steven Lomi,Matteo Marcucci , Greta Monti ,Filippo Morganti , Elena Nevetti ,Barbara Noviello , Davide Pedonesi , Ettore Pezzini, Francesca Pucci, Emma Puglisi ,Alex

Raffaelli, Gabriele Romanini , Lorenzo Sangiuliano , Michelangelo Taglioli , Giacomo Tomei , Melissa Vannucchi . Insegnante tutor Marna Taccola, Dirigente Angela Gadducci


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Scuola media

Gragnani Torre del Lago

Ricordare è utile per crescere Nuove prospettive artistiche dell’«Eden» tanto caro a Giacomo Puccini UN’ARENA di 3370 posti e un auditorium di 495 posti hanno permesso di ampliare l’offerta culturale del Fesival Pucciniano ed anche di altri spettacoli, manifestazioni, concerti di artisti italiani e stranieri che si tengono nel periodo estivo e che in genere, si concentrano nei due mesi di luglio ed agosto. Questo teatro è il fiore all’occhiello di Torre del Lago perché è unico nel suo genere: una grande struttura proprio nei luoghi che hanno ispirato il Maestro. Si colloca infatti all’interno di una vasta area di oltre 245.000 mq, delimitata a nord e ad est dalle acque del bacino lacustre di Massaciuccoli, a sud dal Piazzale Belvedere – dove si affaccia anche Villa Puccini – e ad ovest dall’abitato di Torre del Lago.

SUL LAGO Il nuovo teatro lirico dedicato a Puccini

vengano a diretto contatto con la creazione artistica e possano quindi apprendere i rudimenti base delle diverse tecniche mediante corsi di scultura, di pittura, di musica, ballo, ecc. Promuovere un calendario mensile di eventi per diffondere le moderne forme d’arte e dare spazio ai giovani artisti emergenti. Sviluppare collaborazioni continuative con gruppi, associazioni e collettivi impegnati a promuovere l’arte e con manifestazioni come il recente BoomArt Festival. Sarebbe bello che si potesse realizzare tutto questo, secondo noi, perché porterebbe due grandi vantaggi: uno ai giovani, che avrebbero possibilità di esprimersi e di farsi conoscere e uno al territorio, che potrebbe così ampliare la propria offerta turistica anche nei mesi invernali.

LA STORIA: E’ proprio lì dove oggi si trova questo grande teatro che nacque tutto. Da una baracca, a cavallo tra ‘800 e ‘900, prese vita il Club della Bohème, il primo circolo artistico viareggino che, attorno alla carismatica figura di Giacomo Puccini, riuniva un manipolo di pittori operanti in Toscana, da Pagni a Viani, da No-

mellini a Chini e che, nei decenni seguenti, contribuirono allo sviluppo artistico-culturale della Versilia. Viareggio si avviava così a diventare quella fucina di idee che ebbe negli anni ’20 e ’30 del Novecento il suo momenti di massimo splendore. Allora, perché non trasformare il teatro da struttura legata quasi essenzialmente

CONCLUDIAMO il nostro pensiero dicendo che ci piacerebbe che ci fosse anche un’apertura maggiore verso le scuole e quindi verso i ragazzi come noi, che cominciamo a muovere i primi passi verso l’espressività, magari nel campo della musica, studiando uno strumento o approfondendo la vita e le opere di un artista.

all’opera pucciniana in un centro vitale, di dibattito, di sviluppo e promozione culturale ed artistica che abbracci molteplici forme d’espressione, da quelle classiche a quelle moderne? COME FARE? Ecco le nostre idee: organizzare dei laboratori rivolti a ragazzi di varie età affinché

AMBIENTE IL LAGO, CON LA SUA RETE DI CANALI, E’ RICCO DI SPECIE INTERESSANTI

Un habitat naturale da scoprire: il padule IL TERMINE dialettale “padule” indica la zona palustre intorno al Lago di Massaciuccoli. Quest’ ultimo si è formato grazie ad un arretramento del mare ed in seguito si è trasformato in un dolce-acquifero per l’afflusso di corsi d’acqua provenienti da una collina. La vegetazione è prevalentemente fatta di canneti e falaschi, lunghe distese interrotte da fossati in cui trovano riparo molte specie di uccelli. Crescono però anche piante meno comuni come la ninfea. DA OSSERVARE con attenzione sono gli sfagni, piante fredde che si sono insediate qui durante l’era glaciale, che riescono a catturare piccoli insetti per nutrirsi. Gli alberi non sono molto numerosi e sono graditi dagli uccelli per il rifugio. Nell’acqua sono presenti anche alcune piante idrofite dif-

ficilmente osservabili. Oltre ai pesci più comuni vi si trovano anche, più raramente, specie adatte all’ambiente salmastro ed altre che vi sono state introdotte dall’uomo. Soprattutto gli uccelli hanno caratterizzato il lago e lo hanno reso famoso. Molto consistente è la presenza di anatre, che in primavera si riuniscono qui in grande quantità. Notevole è la presenza delle folaghe durante l’ inverno. Importante è il falco di palude, piuttosto raro in Italia, qui nidificante con alcune coppie e il tarabuso, airone timido e raro, di cui si riconosce la presenza per il caratteristico verso proveniente dal fitto canneto. FORSE NON TUTTI sanno che esiste l’Oasi Lipu, che organizza un percorso interessante per approfondire la conoscenza dell’avifauna e le problematiche legate all’invasione del gambero killer.

PUCCINI Un nostro ritratto del compositore

LA REDAZIONE Scuola Media “R. Gragnani”. Classe III D: Bernini Derna, Cacciola Bartolomeo, Carmazzi Elena, Ceragioli Ilenia, Chiarini Gianmarco, Ciani Rebecca, Coluccini Adam, De Pietro Alessandro, Dello Margio

Simone, Ferrari Aurora, Galli Valentina, Giuli Federica, Gragnani Giada, Iovino Leonardo, Latini Noemy, Mei Elisa, Moda Cristina, Monaca Dahlia, Panconi Chiara, Passaglia Davide, Pedonese Gioele, Pellitteri

Marco, Picchi Andrea, Puccinelli Sebastiano, Reale Francesca, Trogi Lorenzo. Insegnante tutor: Professoressa Vanna Murri. Dirigente Scolastico: dottor Claudio Franciosi.

RIFLESSIONI

Nella frazione tanti giovani e poco ascolto TORRE DEL LAGO, questo piccolo paese, poco valorizzato, non dispone di spazi di aggregazione per i giovani e di occasioni di socializzazione. Ci troviamo sul Lago o in Piazzetta, ma sono veramente punti di ritrovo? I ragazzi sono costretti a trasferirsi a Viareggio, durante la stagione invernale, in Passeggiata e in via Battisti, dove ci sono maggiori opportunità di stare insieme. Anche i giovani viareggini non vengono a Torre del Lago se non per andare a casa di amici, ma mai per andare in un luogo preciso. La nostra cittadina viene derisa dalle persone, anche del paese stesso: “E’ brutto! che ci vai a fare, tanto non c’è nulla!”. C’è il Polivalente ma è frequentato da ragazzi di un’età media di 11-12 anni e, avendo un campo da calcetto, gruppi di ragazzi si ritrovano lì ogni tanto per una partita. Durante l’inverno si svuota come se andasse in letargo fino a giugno per riprendere poi vita. Durante l’estate, invece, Torre del Lago è viva e piena di ragazzi provenienti da diverse città e il turismo è concentrato, considerando anche il fatto che spiagge belle così a Viareggio non ci sono. SI RIBALTA totalmente la situazione la sera: Brik a Brak, Mamamia, Stupida, Frau e altri locali. Si accende di vita giorno e notte. Vengono organizzati eventi, come ad esempio lo schiuma-party, ed alcuni stabilimenti balnerari organizzano serate a tema. Il futuro di Torre del Lago siamo noi eppure sembra che non importi, è fatta solo di bar e circoli per anziani, lasciando letteralmente fuori i giovani.

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