Una città, un golfo, un comprensorio

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UNA CITTA’ UN GOLFO UN COMPRENSORIO

LA NAZIONE MARTEDÌ 9 GIUGNO 2009

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PROTAGONISTI La nave scuola Amerigo Vespucci e, di lato, i testimonial della festa Donatella Bianchi e Giovanni Soldini

Con la ‘bussola’ de La Nazione sulle rotte della Festa della Marineria Un fascicolo trimestrale da collezione. Per guardare al futuro

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A BORGO di pescatori a principale Arsenale della Marina militare e, da allora (1869) in avanti, culla della marineria e della cantieristica navale fino a diventare uno dei principali porti del Mediterraneo (il secondo per traffici in Italia) e, negli ultimi anni, polo cardine dell’industria e della portualità nautica. Una storia tutta ‘giocata’ sul mare e per il mare, quella della Spezia. I cui fili ora si riannodano per costituire il terreno fertile su cui far germogliare un evento teso a celebrare passato e presente, per dare ulteriore impulso allo sviluppo delle attività marittime, per un futuro in cui amore ed economia del mare si rafforzino a vicenda. L’evento è la grande Festa della Marineria che ha organizzato il Comune della Spezia dall’11 al 16 giugno. Per l’occasione il supplemento trimestrale de La Nazione «Una città, un golfo, un comprensorio» è diventato un pezzo da collezione, tra ricerca storica sulle radici marinare della città

e testimonianza dei fermenti del presente che guardano al mare come principale risorsa di sviluppo.

IL FASCICOLO è di 72 pagine... tutte da leggere, durante la festa (visto che all’interno ci sono anche i servizi-guida per conoscere il L’ANNO scelto per la Festa della Marineria, programma nel suo dettaglio) e dopo la stesdel resto, è ideale, per un intreccio di traguar- sa, costituendo un utile punto di riferimento per le riflessioni della città atdi temporali le cui celebraziotorno al tema del suo svilupni sono destinate a saldarsi, vaIMPEGNO po. lorizzandosi a vicenda: i 140 anni della nascita dell’Arsena- «Una città, un golfo Un fascicolo che plaude e incoun comprensorio» raggia tutti coloro che si sono le, i 50 anni del centro Nurc per riscoprire spesi per realizzare quello che, (ex Saclant), la nascita del Diancor prima di concretizzarsi, stretto delle tecnologie marile nostre radici è stato un evento, per il gioco ne che mette in rete universidi squadra che lo ha permeatà e industria, il rinnovarsi del workshop della cantieristica navale organizza- to, fra slanci propositivi e, inevitabili, momenti to dalla Camera di commercio e, non ultimo, di fibrillazione. Ne siamo stati testimoni in il ventennale del raduno organizzato nel 1989 questi mesi, avendo documentato su La Nadall’Associazione Italiana Vele d’epoca in colla- zione, genesi ed evoluzione dell’idea (ancoraborazione col Dipartimento Militare Maritti- ta al famoso editoriale uscito su la rivista Yacht Digest) e della complessa organizzaziomo dell’Alto Tirreno.

RICERCA TANTI SERVIZI SALMASTRI PER FARE DELLA MEMORIA L’ANCORAGGIO DEL DOMANI

Tra storia e attualità col mare nel cuore

PASSIONE Il giornalista Corrado Ricci al timone sul suo Dinghy

TANTI TASSELLI di un unico mosaico, quello della cultura del mare che è uno dei «pilastri» su cui si poggia la storia e il presente della nostra comunità. Li ho assemblati in queste pagine, ben coscio che si tratta solo di una ricognizione parziale, che può fare da stimolo ad ulteriori ricerche e approfondimenti, tanto è vasto il panorama delle vicende della nostra città, del nostro golfo, legate al mare. Storie note e meno note si inanellano a cornice del programma della Festa della Marineria che costituisce l’elemento di interesse portante per vivere l’evento in tutte le sue molteplici espressioni: culturali, spettacolari, agonistiche.

Ho curato la parte documentaria con l’amore del marinaio che, non potendo trascorre come vorrebbe i giorni fra i flutti, naviga con la mente tra le storie salmastre, alla ricerca di testimonianze, situazioni, avventure. Queste, qui ripercorse attraverso le parole, possono aiutarci a calarci con maggiore cognizione nel clima della festa, per coglierne i suoi motivi ispiratori e gli obiettivi: fare della memoria un solido ancoraggio per costruire il futuro, un futuro ’giocato’ sul mare, con il mare e per il mare: il nostro tesoro più prezioso, fonte di vita, di valori, di economia e... di passioni. Corrado Ricci

ne che si è mossa, con l’impulso del sindaco Massimo Federici, la regia in prima linea dell’assessore Paolo Manfredini (la cui esperienza maturata nel rilancio del Palio del Golfo si è rivelata preziosa, insieme ai rapporti con l’ambiente salmastro delle borgate). Tutto ciò è avvenuto in parallelo al ruolo di ’testimonial’ nel panorama nazionale e internazionale giocato da due personaggi che amano la nostra città e il mare: la giornalista e conduttrice di Linea Blu Donatella Bianchi (spezzina doc) e Govanni Soldini, navigatore estremo e orgoglio della vela italiana (cittadino onorario del Golfo dei poeti). Quel ’seme’ lanciato dalla rivista Yacht Digest nel 2006 ha attecchito, non c’è che dire, su un terreno fertile. Quello dell’amore per il mare e la marineria, che è capace di ’abbattere’ anche la logica degli schieramenti per costituire la base per costruire il futuro. Perchè il mare ci unisce.

Direttore responsabile: Giuseppe Mascambruno Vicedirettori: Mauro Avellini Piero Gherardeschi Responsabile redazione Liguria-La Spezia: Enzo Millepiedi Editore: Poligrafici Editoriale Spa Redazione La Spezia Piazza Caduti per la Libertà 37 Tel. 0187.757.111. Fax: 757.117 laspezia@lanazione.net Pubblicità SPE: La Spezia: via Conti, 13 primo piano Tel. 0187-25.86.76 Fax 0187-73.97.37


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FESTA DELLA MARINERIA

Una città sulla cresta dell’onda Tradizioni, regate, lavoro e sapere per riscoprire l’anima marinara

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ASSESSORE comunale Paolo Manfredini è esausto ma soddisfatto. Da oltre un anno lavora alla tessitura della tela della Festa della Marineria. E ora questa si svela, in tutta la sua imponenza. Sono cento gli eventi in programma, piccoli e grandi, in mare e a terra. Mai successo, nella storia della città, che in cinque giorni si concentrassero tante manifestazioni. «Un mosaico composto da tradizioni e scenari concreti per il futuro — spiega Paolo Manfredini al timone della grande macchina di Maìna — un evento che si propone prepotentemente come elemento unificatore, teso a recuperare il rapporto tra La Spezia e il mare, con la consapevolezza che questo è un legame da rafforzare e rinvigorire attraverso varie prospettive: il fascino della tradizione, mestieri e lavorazioni, conoscenza e sapere, cultura». Sono queste le ’sezioni’ della festa della marineria, per un grande spettacolo. «Centinaia e centinaia di imbarcazioni - spiega Manfredini . invaderanno il nostro Golfo. Dalla Passeggiata Morin al Molo Italia fino a Calata Paita: un susseguirsi di vele e derive d’epoca, di motoscafi RIVA e motonautica che hanno fatto la storia del design internazionale, di gozzi a vela latina e leudi, e poi le Tall Ships, le navi scuola, con la ’regina’ Vespucci, oltre ad alcuni velieri stranieri, per finire con gli yacht di ultima generazione e le navi del NURC (Nato Research Centre) e dell’Istituto Idrografico della Marina». Un unico colpo d’occhio di vele e Gran Pavesi al vento, è questa l’immagine che gli organizzatori vogliono imprimere nella memoria e nel cuore degli spezzini e di tutti coloro che parteciperanno alla Festa. LE IMBARCAZIONI presenti e gli equipaggi daranno vita a gare ed esibizioni per rendere onore al mare e alla sua cultura. Un ricco programma che si svolgerà, giorno dopo giorno, grazie alla collaborazione di associazioni quali AIVE (Associazione Italiana Vele d’Epoca), AIDE (Associazione Italiana Derive d’Epoca), IMCU (Associazione Il Mare Ci Unisce), le varie associazioni delle Vele Latine e molte altre presenze importanti. A terra, nel “villaggio nautico” lungo la passeggiata Morin, si svolgeranno

L’impulso venuto da Yacht Digest LA FESTA della Marineria ha avuto un impulso: quello del direttore della rivista Yacht Digest Matteo Zaccagnino. Nell’ottobre del 2006 scrisse un editoriale nel quale indicò La Spezia quale sito ideale del festival. L’idea fu rilanciata da La Nazione. E ora siamo qua... AL TIMONE L’assessore comunale Paolo Manfredini appassionato regista della Festa della Marineria

mostre, esposizioni e incontri con i protagonisti delle competizioni che si contenderanno, tra l’altro, il Trofeo velico Mariperman, il 13 giugno. INFINE non mancherà un coinvolgimento importante del Museo Tecnico-Navale, e del Centro d’Arte Moderna e Contemporanea, dove si svolgerà l’amichevole internazionale di modellismo navale, a cura del Gruppo dei modellisti navali spezzini. «Se l’odore del mare è quello della salsedine, l’odore della marineria è quello del legno lavorato, della colla, della pece e del ferro piegato. IL RUMORE del mare è quello della risacca, ma è anche il battere delle asce e dei martelli, lo scalfire dei punteruoli, il fischio degli artigiani», così Manfredini presenta la sezione degli antichi mestieri «Suoni e odori che la Festa della Marineria intende far rivivere ricreando, lungo Viale Mazzini,

Il cuore organizzativo a Palazzo civico IL CUORE della macchina organizzativa della Festa della Marineria ha pulsato per oltre un anno a palazzo Civico e continuerà a farlo in questi giorni. In cabina di regia, oltre al sindaco Massimo Federici, l’assessore delegato Paolo Manfredini; ma all’opera, in pratica, un po’ tutti gli uffici. Nel ruolo di tessitura, impegnati in prima linea il dirigente di area Claudio Canneti e la funzionaria Isa Raffellini. A dirigere, con garbo e determinazione, la promozione mediatica è stata Federica Stellini, responsabile dell’Ufficio stampa.

I NUMERI

150

barche in vetrina

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regate e raduni

20

spettacoli e mostre

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conferenze

una vera bottega a cielo aperto, dove maestri d’ascia e nocchieri daranno dimostrazioni delle attività tradizionali legate alla marineria: il cantiere, la tracciatura dello scafo, la cala del nostromo, la chiodatura delle lamiere, la costruzione dei remi, la costruzione dell’alberatura, il velaio». Ciò che non si potrà fare sul posto sarà evocato attraverso mostre fotografiche, filmati storici e preziosi documenti che raccontano, attraverso la voce di autentici mastri d’ascia, le storie e gli aneddoti dei Cantieri del Golfo dei Poeti». «LA FESTA della Marineria - continua l’assessore delegato - non sarà solo una celebrazione dell’antico, ma la constatazione di un grande patrimonio ricco di potenzialità; un patrimonio che si potrà toccare con mano visitando i cantieri navali della città e le varie manifestazioni che si svolgeranno principalmente presso Spe-

zia Expò. Un pezzo importante del nostro futuro è già qui, rappresentato da SeaFuture, la prima fiera internazionale dell’area Mediterranea rivolta a imprese e centri di ricerca». Un’occasione preziosa, organizzata a Spezia Expò dalla Camera di Commercio, per certi versi unica per avviare nuove collaborazioni e per stringere partnership tra imprese produttrici e distributrici di prodotti, macchinari, attrezzature, impianti e sistemi high tech, istituti di ricerca e università (ENEA, CNR, INGV, Istituto Idrografico della Marina e Polo Universitario e il NURC) ed enti che si occupano di innovazione e ricerca. Tra i protagonisti di SeaFuture, inoltre, anche il Distretto Ligure delle Tecnologie Marine (DLTM), nato di recente con l’obiettivo di valorizzare e rafforzare competenze e infrastrutture, civili e militari, presenti sul territorio ligure ad alto contenuto tecnologico.

Il patto strategico con la Marina Un gioco di squadra fra istituzioni nella sede del Circolo velico UN GIOCO di squadra fra istituzioni. Questo è stato uno dei primi risultati della Festa della Marineria, con impegni solenni e firme che ’pesano’. A cominciare da quelle apposte dal sindaco della Spezia Massimo Federici e dal Comandante in Capo del Dipartimento militare marittimo dell’Alto Tirreno, l’ammiraglio di squadra Franco Paoli, in calce alla pergamena che, il 21 marzo scorso (primo giorno di Primavera...), ha sancito la nascita del Comitato d’onore per la Festa della Marineria e il rinnovo del «patto fra istituzioni e società civile per il rilancio della nostra città nel segno del mare». A seguire le firme degli altri sindaci del Golfo, degli esponenti di Provincia, Regione, Camera di commercio, Comitato delle borgate e dell’Autorità portuale. Madrina della cerimonia è stata Donatella Bianchi, conduttrice di Linea Blu, spezzina doc. E’ stata lei a concepire l’uso

del nome «Maìna» per identificare la Festa della Marineria. Una parola dialettale, che significa luogo vicino al mare e che trasmette immediatamente l’omaggio verso le nostre radici. Nella sede del Circolo velico della Spezia, luogo storico e cardine della promozione della cultura marinara, con gli onori di casa fatti da Gianfranco Bianchi (presidente del circolo), Donatella ha tessuto le fila del rituale, «impegnando» le parti. «Maìna—come è scritto nella pergamena— non è solo una festa ma un progetto per costruire il futuro che vede nel mare la risorsa principale per uno sviluppo economico, sostenibile e sociale del nostro territorio». Uno sviluppo ancorato ad una sfida, quella della capacità di tutte le realtà che interagiscono sul mare a fare squadra, città e Marina in primo luogo. La festa diventa così mezzo e fine al tempo stesso.


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LA SQUADRA

Arruolati quaranta attori ...spericolati

EFFETTI SPECIALI Lo spettacolo della Fura dels Baus sarà proposto sul pontone tedesco Langer-Heinrich l’11 giugno alle 22,30: nella foto tonda Umberto Bonanni, responsabile della sezione-spettacoli della Festa della Marineria

La Fura dels Baus apre la festa rievocando Wagner alla Spezia Lo show sulla gru tedesca, tesoro di archeologia industriale

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AL PRIMO momento in cui tutta la nostra equipe si è raccolta per iniziare ad ascoltare la prima nota d’apertura dell’Oro del Reno, abbiamo sempre avuto sensazioni positive, e come Wagner stesso, ci siamo lasciati portare dalle onde...» Carlos Padrissa, fondatore della compagnia spagnola La Fura dels Baus, dopo aver lavorato lungamente con l’equipe tecnica ed artistica del Teatro Comunale di Firenze per mettere in scena L’anello del Nibelungo» di Wilhelm Richard Wagner, centra ORA il sogno di rievocare il soggiorno del compositore tedesco nella città della Spezia, dove lo stesso musicista scrisse parte della sua opera, quando era qui in villeggiatura. «Il Golfo del Poeta in Mi Bemolle». Questo il titolo della performance che inaugurerà il Festival della Marineria della Spezia, l’11 giugno alle 22,30, con la passeggiata Morin che diventerà una speciale ’platea’ per seguire lo spettacolo che andrà in sce-

na su un palcoscenico eccezionale: la gru tedesca Langer Heinrich, patri- PARLANDO del benessere, Wamonio archeologico post-industria- gner diceva “esso consuma, tortura, le, recentemente ristrutturata e tra- prostra la vita di milioni di poveri, cosportata per l’occasione da Genova stringe un intero mondo nelle fera La Spezia. Un’organizzazione com- ree catene del dispotismo, senza riuplessa che fa capo ad Umberto Bo- scire a spezzare le catene d’oro del nanni, responsabile della sezione- tiranno. E’ l’anima dell’industria che spettacoli della Festa uccide l’uomo per che si sviluppa su imusarlo come una ALLA MORIN pulso dell’Istituzione macchina.” Non è Coinvolti per i servizi culturali un caso, quindi, che anche gli studenti presieduta da Cinzia La Fura dels Baus, del Conservatorio Aloisini e diretta da oltre agli elementi Marzia Ratti. In scescenografici storici spezzino na per lo spettacolo, della compagnia, utioltre agli attori della lizzerà per questa compagnia, una quarantina di ’com- straordinaria rappresentazione la parse’ appositamente selezionate. Langer Heinrich, la storica gru tedeCoinvolti, nelle musiche, anche gli al- sca patrimonio archeologico post-inlievi del Conservatorio spezzino. La dustriale, La gru è simbolo di un epogriffe della compagnia, il famoso lin- ca decaduta, nonché della forza diguaggio furero avranno la meglio rompente del pensiero occidentale per trasformare il ’memorial’ in un e della sua indistruttibilità. evento terribilmente attuale, sia nel- Dalle acque sorgerà una sorta di valo sviluppo scenico che plastico, sia sca-acquario con 3 ondine, (personel suo significato più profondo. naggi tratti dall’oro del Reno) che

con le loro acrobazie anfibie, simboleggiano il recupero dell’Oro, il Tesoro che poi sarà riportato al Reno. Dal Monte Parodi scenderà una figura epica, un gigante tratto da qualche leggenda nord europea (come da libretto di varie opere di Wagner) per richiamare alle anime ancestrali. Wagner si trasformerà così in personaggio contemporaneo, che si presterà ad incarnare l’animo complesso, amato e poco compreso dello stesso compositore. Un mondo romantico e leggendario ma anche un evento tra passato e futuro in cui lo stile furero invaderà il fronte a mare, sospesa tra cielo e acque, tra ieri e domani. Il finale, che di consueto viene marcato da un fuoco d’artificio, sarà questa volta introdotto da rimorchiatori industriale in attività nel porto di La Spezia. Dietro le loro cascate di acqua nel mare, un’immensa rete umana appesa a 85 metri sopra le onde. Da brivido..

SI SONO presentati in 70, la metà dalla Spezia, il resto proveniente da varie parti d’Italia e in particolare dalla Liguria e dalla Toscana. Danzatori, aspiranti attori, giovani in ordine sparso alla ricerca di gloria. Ne sono stati selezionati 40 e adesso non vedono l’ora di iniziare le prove per poter dire, un domani, c’ero anch’io. Parteciperanno infatti, con vari ruoli, allo spettacolo della mitica compagnia «La Fura dels Baus» che inaugurerà la Festa della Marineria, l’11 giugno alle 22,30, su un eccezionale palcoscenico, quello del pontone Langer Heirich (patrimonio di archeologia industriale) ormeggiato davanti alla passeggiata Morin. In scena «Il Golfo del Poeta in Mi Bemolle»: un grande show, all’insegna degli effetti speciali e delle acrobazie aeree, teso a rievocare l’arrivo alla Spezia su una nave, dopo una tempesta, del musicista Richard Wagner (nella foto), il 5 settembre del 1853, e l’attività creativa che qui lo portò a comporre il preludio dell’Oro del Reno. Le ’comparse’ sono state selezionate da Isabelle Preuinh (della Fura dels Baus,) Giuseppe Bruno (direttore del conservatorio Paganini) e Umberto Bonanni (responsabile della sezione spettacoli di Maìna). Quest’ultimo è entusiasta: «Il regista Carlos Padrissa sta allestendo un grandissimo show che passerà alla storia della città e del suo rapporto col mare».

TEATRO TRIANON UNA SUGGESTIVA RACCOLTA DI REPERTI CHE TESTIMONIANO LAVORO, PASSIONE E AVVENTURE

Le memorie di mare delle famiglie spezzine

ISTITUZIONE La presidente Cinzia Aloisini e la direttrice Maria Ratti

OGNI FAMIGLIA, alla Spezia, porta con sé storie di mare da raccontare. Sulla rotta di avvicinamento a Maìna, la Festa della Marineria, il Comune della Spezia e l’Istituzione per i Servizi Culturali hanno dato vita a una raccolta di “Memorie di mare”, per realizzare, insieme, un grande affresco della nostra tradizione. Impegnati in prima linea Carlo Alberto Cozzani e Agnese Bucchi che hanno curato il progetto e il totale allestimento della mostra all’ex teatro Trianon che ospita ora i reperti raccolti. «Questo

percorso collettivo nasce - evidenziano gli organizzatori - dalle esigenze dei cittadini, espresse in più occasioni. Ha un forte valore sociale, storico e simbolico. Ciò dimostra che la Festa della Marineria risponde a un desiderio collettivo e rappresenta un’occasione di comune identificazione». Inoltre, “Memorie di Mare” è uno strumento per valorizzare e rendere più accessibile il prezioso e cospicuo materiale raccolto, con pazienza e dedizione, negli Archivi di documentazione fotografica e multimediale «Sergio Fregoso».

«La condivisione delle memorie individuali e collettive è - concludono Cozzani e Bucchi - la chiave di lettura di questo progetto». Tutto il materiale raccolto e catalogato in formato digitale è fruibile attraverso il sito www.festadellamarineria.it, mentre, come detto, una selezione di questi oggetti è protagonista della mostra collettiva aperta fino al 3 agosto presso l’ex Teatro Trianon. Si salderà col Palio del Golfo: madre di tutte ’battaglie’ per custodire la cultura marinara del golfo, base di partenza dalla quale è nata la Festa della Marineria.


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EVENTO RIEVOCAZIONE STORICA DELLA CONTESA. COSI’ IL GEMELLAGGIO COL NOSTRO PALIO DEL GOLFO

Parata in costume e regata delle Repubbliche marinare TRA LE CHICCHE della Festa della Marineria c’è la Regata delle Antiche Repubbliche Marinare, tra gli equipaggi di Amalfi, Genova, Pisa e Venezia. Si disputa dal 1956. Ogni anno le Repubbliche, a turno, ospitano la regata, ed è per via eccezionale che quest’anno anche La Spezia, in occasione delle Festa delle Marineria, sabato 13 giugno, alle 18,30, sarà sede di un’edizione straordinaria. «E’ per noi – afferma Paolo Manfredini, assessore responsabile del Progetto Maìna - un onore ospitare una manifestazione di forte attrattiva, ideata con finalità promozionali e turistiche per rievocare il fasto degli avvenimenti più significativi della vita delle quattro Repubbliche. Lo facciamo all’insegna del gemellaggio col nostro Palio del Golfo, che trova così nuova linfa». Come i gozzi da Palio, anche i galeoni dell’Antica Regata sono imbarcazioni a sedile fisso, con otto vogatori e un timoniere. Ma non solo spettacolo in mare. Questo sarà preceduto da un’imponente corteo che attraver-

serà anche le strade della Spezia. Oltre ottanta figuranti che rappresenteranno i vessilli, azzurro di Amalfi, bianco di Genova, rosso di Pisa, verde di Venezia. «La Regata delle Antiche Repubbliche Marinare vuole essere una rievocazione storica delle antiche battaglie che vedevano le quattro città protagoniste di aspri confronti per il controllo del Mediterraneo, ma da sempre rievocare le battaglie è un modo per costruire la pace» spiega Luigi Branchitta, il consigliere comunale delegato Comitato Antiche Repubbliche Marinare del Comune di Pisa. «Ed è con questo spirito che ci gemelliamo con il Palio del Golfo della Spezia». Musica per le orecchie di Massimo Gianelo, presidente del Comitato delle Borgate che anche così vede premiati gli sforzi che hanno già permesso l’apprezzato rilancio della nostra disfida remiera. «Siamo certi che questo sia un ottimo inizio per stringere un rapporto forte tra Pisa e La Spezia» - rileva Mafalda Enguscio, responsabile delle manifestazioni storiche del Comune di Pisa.

WATER FRONT

Il fascino della tradizione

Dalla mostra dell’antiquariato navale alla gara fra modellisti

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ielli dell’ antiquariato navale (con A MEMORIA come anco12 famosi antiquari internazionali raggio per costruire il futuro. riuniti dallo spezzino Fausto CarletE’ la chiave di volta della Festa ti, già protagonista dell’expo’ dello della Marineria. Il suo ’cuore’ scorso anno e custode, nel suo neè costituito dalla sezione «Il fascino gozio di viale San Bartolomeno, di della tradizione»: una mega rasseun vero e proprio museo), quattro gna di eventi sulla terra e sul mare. mostre fotografiche (dei maghi del L’ha curata l’architetto Lucilla Del click Francesco Rastrelli, Luciano Santo, sulla scia del successo riscosCremascuoli, Luigi Elis Stakaj e Alesso dall’allestimento lo scorso anno sandro Mascelli), le testimonianze della mostra sull’antiquariato navadel Polo universitario, dell’Istituto le al Centro Allende e della mostra sul Tricolore che, con epicentro al Nautico e dell’ HiMuseo Navale, si è irradiata nelle storical Maritime Sovetrine dei negozi del centro. ciety che ’celebrerà’ «Con la denominazione Il i palombari. In vetrifascino della tradizione na anche le opere abbiamo voluto definid’arte, realizzate su re lo “spirito” che cavecchie vele, di Federatterizzerà i molti rico Anselmi; i quaeventi che prendedri celebrativi delle ranno vita dall’ 11 al ’signore del mare’ a 16 giugno in alcune cura di Emanuela delle aree simbolo Tenti, la mostra della città della Spe’sbalzi di mare’ di Silzia: la passeggiata via Scarpellini, su raMorìn con Molo Italia me. e lo specchio d’acqua antistante ad esse, il no«NEL PERCORSO, una tappa stro Museo d’Arte Contemineludibile sarà al CAMeC, dove si poranea e parte della banchina potrà ammirare - spiega Lucilla Del interna all’ Arsenale militare. QuelSanto - la perfezione esecutiva dei TUFFO NELLA STORIA La mostra di antiquariato navale svoltasi lo scorso anno al lo che speriamo di riuscire a tramodelli navali in gara nell’ InternaCentro Allende; nella foto tonda Lucilla Del Santo, responsabile della sezione «Il smettere ai nostri concittadini e a zionale di Modellismo Statico». E’ fascino della trazione»; nella foto rettagolare i modellisti Luciano Rolla e Silvio Paveto tutti i visitatori che, siamo certi, “aforganizzata dal gruppo dei modellifolleranno” la Festa sti navali spezzini della Marineria, è proche fa capo Silvio fessione e passioda Gianfranco BianFOTOGRAFIA ARTE prio la molteplicità e Luciano ne». Tra molo ItaLE SIGNORE e del principesse chi, dello storico Mostre di Rastrelli, lia, passeggiata Mo- del mare sono radunate dall’AssoI quadri della Tenti, Paveto delle realtà connesse Rolla. Trofeo Mariperman Cremascoli, gli ‘sbalzi’ al mondo “del mare” Infine, sempre sulla rin (con centralità ciazione italiana Vele d’Epoca e dal (sostenuto per l’oc, profondamente radipasseggiata Morìn, Stakaj della Tenti nel porticciolo pool di associazioni che si ritrova casione dai Lions). Si cate nella nostra tradidell’Assonautica), nel «Mare ci unisce» che fa capo annuncia, dunque, e Mascelli e le vele di Anselmi una presenza nuzione e nel nostro esmericamente “picSezione velica del- all’Associazione derive d’epoca. un golfo pieno di vesere spezzini, ed ancocola”, ma molto la Marina e parte Non mancheranno i mitici motosca- le, per un grande ra presenti e caratterizzanti il no- della base navale si faranno ammira- fi Riva, dell’Historical Society. Il tut- show che, c’è da aspettarsi, farà im- qualificata, di operatori turistici e stro Golfo. Per fare questo abbia- re il Vespucci, la Signora del Vento, to in parallelo al lancio in grande sti- pazzire fotografi professionisti e commerciali «che hanno voluto mo messo in campo e cercato di la gru galleggiante Langer Heinrich, le della Spezia nel panorama delle per diletto. Qua e là scenari ad hoc aderire a questa manifestazione e riunire insieme, quelli che, secondo il rimorchiatore Pietro Micca, le go- regate del Circuito Mediterraneo di grande suggestione: alle Grazie, che contribuiranno senz’altro a rafnoi, sono da sempre i protagonisti lette Pandora e Oloferne e tantissi- delle vele d’epoca, con un’edizione ad esempio, si confronteranno le forzare quel clima di Festa che, davindiscussi di ogni Evento dedicato me altre imbarcazioni storiche, di speciale della «Durand de la Pen- vele latine, per poi rendere omag- vero, mi auguro - conclude Lucilla al “variopinto’ mondo del mare: le grande e piccola taglia: yacht, vele ne» a cura dell’Aive, nell’ambizione gio a Lerici. «Si realizzerà - spiega- Del Santo - parta dal mare e proseimbarcazioni e chi dell’ andar per latine, lance pantesche (che arriva- di consolidarla, con il fondamentale no Luca Ciomei e Andrea Ghisal- gua come un’onda lunga in tutta la mare ne hanno fatto oggetto di pro- no appositamente da Pantelleria), il apporto della Marina militare, pro- berti dell’Aide - un abbraccio ideale città» Dragun di Camogli, le golette Pan- tagonista, insieme al Comitato dei fra le sponde del golfo e la città». A circoli velici del Golfo presieduto terra, sulla Morin, brilleranno i giodora e Oloferne, eccetera.


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F esta della Marineria WATER FRONT

Le barche storiche in vetrina

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ONO LE BARCHE le protagoniste della Festa della Marineria. A cominciare dalla nave scuola Vespucci. Sarà ammirabile all’ormeggio al molo Italia. Ma altri pezzi di storia ’galleggeranno’ sul water front. Altro imponente veliero in esposizione, è la Signora del Vento: una nave goletta a tre alberi; costruita in Polonia nel 1962, ha navigato fino al 2006 come nave scuola; nel 2006 la Società Italiana di Navigazione, l’ha acquistata e ristrutturata per adibirla alle crociere: l’insegnamento dell’arte marinara si alterna a momenti di puro relax e di

ottima cucina. In scena alla Morin anche la gru Langer Heinrich; realizzata dalla Marina Militare tedesca nel 1915, è sopravvissuta a due guerre mondiali ed è vincolata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali come monumento di archeologia industriale. In vetrina pure lo storico rimorchiatore Pietro Micca, classe 1895. Fra le imbarcazioni cariche di storia e passioni, la goletta a gabbiole Pandora, dell’armatore Marco De Amici, già protagonista dei giorni scorsi di crociere didattiche organizzate dalla Sta Italia con i ragazzi del Nautico e del Polo

Marconi. Passerella anche per Dragun: verrà a Camogli alla Spezia navigando a remi: un bel gesto di amicizia. Da Pantelleria arrivano le lance pantesche. Prove di abilità marinaresche sulle Yole di Bantry dell’Associazione Atlantic Challanger. Show dei motoscafi della Riva Historical. Alla Spezia, per essere esibito a terra, all’ombra del monumento a Garibaldi, arriva anche il «Leone» di Caprera. Sabato 13 giugno, alle 18,30, regata degli scafi storici delle anche Repubbliche Marinare, Domenica 14 giugno, alle 17,30, sulla passeggiata Morin, grande spettacolo con il varo del Quinto Remo.

PIETRO MICCA

QUINTO REMO

SIGNORA DEL VENTO

PANDORA LANGER HEINRICH

AMERIGO VESPUCCI

RIVA

REPUBBLICHE MARINARE


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ARSENALE

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ARSENALE, nell’ambito della Festa della Marineria, torna ’palcoscenico teatrale’ all’insegna della simbiosi con la città. Dopo il successo dello spettacolo realizzato da Memé Perlini con Jole Rosa il 19 marzo scorso all’interno nell’area dei bacini di carenaggio, XLABFACTORY propone alla città per il mega evento di giugno una nuovissima produzione dal titolo «OLTRE LA VISTA DEL MONDO-MESSAGE IN A BOTTLE. Recital multimediale per il Golfo dei poeti». Suggestiva la location: l’Officina Carpentieri e Calafati dell’Arsenale, dove è in corso di restauro il leudo Felice Manin, che diventa parte integrante della AcEVENTO scenografia. cadrà il 12 e 14 Un recital giugno. Qualmultimediale che nota tecnicon la regia ca da appuntare di Balzola subito: orario di inizio 21,45 circa; punto di incontro: ore 21, 30 Porta Principale dell’Arsenale, accesso all’area di spettacolo con bus navetta. Ingresso fino a esaurimento posti. IL NUOVO spettacolo ha la regia e la drammaturgia di Andrea Balzola, uno degli artefici del teatro multimediale in Italia, l’interpretazione di Jole Rosa, protagonista della stagione teatrale d’avanguardia romana, accompagnata dal vincitore del premio Olimpico del teatro Massimo Verdastro e dalle immagini del famoso Video Design angloetiope

«Oltre la vista del mondo» nell’officina palcoscenico Omaggio al golfo con Cozzani, Byron e Shelley

SPETTACOLO Il leudo Felice Manin in Arsenale e gli attori Massimo Verdastro e Jole Rosa

Theo Eshetu con la collaborazione di Samele Malfatti. A loro si aggiungono i musicisti e sound designer Mauro Lupone e Eddy Mattei, lo scenografo Mario Sturlese con Luca Dematheis e il light designer Liliana Iadeluca, progettista di installazioni di luci per la Lanterna di Genova. Angelo Smimmo, che ha lavorato per Lindsay Kemp e Roberto De Simone, condurrà il pubblico col canto da una parte all’altro del Golfo

dei Poeti. DIRETTORE di produzione è Anna Maria Monteverdi affiancata da Myriam Cinquepalmi. La location scelta per questo allestimento è l’officina Carpentieri e Calafati dell’Arsenale Militare che ospita, in restauro, il mitico Leudo Felice Manin, simbolo della Festa della Marineria. Il leudo, classe 1891, la “quarta caravella”, il più antico dei velieri liguri

esistenti utilizzato per trasportare merci e viveri alle isole dell’Arcipelago toscano, accoglierà questo spettacolo evocativo e tecnologico che unisce il poema La Vista del Mondo dell’autore spezzino futurista Ettore Cozzani alle poesie dei romantici inglesi che hanno abitato il territorio spezzino in una traduzione e riduzione originale di Andrea Balzola. Da qui il titolo ‘Oltre la vista del mondo’. Il poema di Cozzani è una

visione contemplativa che trasfigura il paesaggio del Golfo della Spezia trasformandolo in una specie di Aleph borgesiano, un golfo che contiene in sé tutti i più straordinari golfi del mondo. Una contemplazione estetica che diventa estatica, una visione mistica che apre la bellezza del mondo materiale alla luce metafisica del mondo spirituale. IN QUESTA dimensione di viaggio multimediale metaforico e poetico dal mare al cielo, appaiono – come benevoli fantasmi, o come angeli del mare – le voci dei grandi poeti inglesi che tanto hanno amato quel mare fino a sfidarne la forza (il naufragio di Shelley, la pericolosa nuotata di Byron SIMBOLO tra Lerici e Il leudo Porto Venere Felice Manin in omaggio come all’amico mor- scenografia to) e a perdervi la vita (Shelley). Le immagini in video del Golfo della Spezia apriranno una finestra visiva sulla voce recitante di Jole Rosa e di Massimo Verdastro, immagini che progressivamente si trasfigureranno in visioni di luci e riflessi sull’acqua con immagini simboliche che evocheranno momenti chiave della biografia di Byron e di Shelley nel Golfo. Accompagnati dalle immaginifiche vele delle proiezioni video, dal vento della musica elettronica e dal canto dal vivo, lo spettatore viaggerà in un mare onirico, notturno, pieno di incantesimi e misteri.

PIAZZA DEL BASTIONE CUORE MUSICALE DELLA FESTA DELLA MARINERIA

Concerti di Vecchioni, Morgan e dell’Ensemble Notte della Taranta VECCHIONI, Morgan, Ensemble Notte della Taranta saranno music di Mauro Pagani. Sul palco: Antonio Marra alla batteria, Alesprotagonisti della sezione spettacolo di “Maìna in uno speciale pal- sandro Monteduro alle percussioni, Silvio Cantoro al basso, Gianlucoscenico: Piazza del Bastione. Lì pulserà il cuore musicale ca Milanese al fiato, Roberto Gemma alla fisarmonica, Andrea Fatadell’evento con la sponsorizzazione di Carispe, LSCT e Conad-Le- vano e Emanuele Licci alla chitarra, Francesco Del Prete al violino, clerc. Ecco, nel dettaglio, le date: Venerdi 12 giugno alle 21 In- Carlo “Canaglia” De Pasquali e Riccardo Laganà al tamburello, AnCantus: Roberto Vecchioni, con la direzione artistica e orchestrale tonio Castrignanò voce e tamburello, le vocalist Enza Pagliata e del Maestro Beppe D’Onghia e la partecipazione del Nu-Ork Ninfa Giannuzzi e Marco Della Gatta alle tastiere. String Quintet, sarà impegnato in uno spettacolo fra poesia e musi- Domenica 14 giugno alle 18.30 andrà in scena lo spettacolo “Il ca. Vecchioni intercalerà le sue canzoni alle arie classiche e alle poe- mare dei diritti” diretto da Gloria Clemente e Pietro Sinigaglia. La sie tratte dai libri suoi o di altri autori, tutte legate dal comune de- performance ‘Il Mare dei diritti’ è la conclusione del laboratorio nominatore dell’amore fra gli uomini, il loro rap“Sana e robusta Costituzione” condotto da Pieporto con l’eternità e il sentire del divino. tro Sinigaglia, e da Gloria Clemente. Lo spettaIMPEGNO In-Cantus nasce da un’idea del Maestro Beppe colo si avvale anche della collaborazione dell’atTeatro sociale D’Onghia il quale, nell’intento di unire musica satore Marco Balma e vedrà protagonisti gli aluncon Pietro Sinigaglia cra e musica classica, versi d’autore e di tradizioni del primo, secondo, terzo e sesto circolo die Gloria Clemente ne, melodie classiche e poesia contemporanea, dattico e della scuola di primo grado «J.Piaget/2 nel «Mare dei diritti» affronta la ricerca di un linguaggio che attraversi Giugno». Seguirà alle 21.30 lo spettacolo “Un e travalichi i confini di culture e tradizioni diverMare di voci”, un progetto musicale ideato e rese. Lo stesso spirito che anima La Spezia, città di Exodus, che crede alizzato da Pietro Sinigalglia e Gloria Clemente che proporrà brani e lavora per il dialogo tra popoli e culture. di Paolo Conte, Bruno Lauzi, Oludum, Fabrizio De Andrè, Ivano Sabato 13 giugno alle 21 sarà eccezionalmente riproposta alla Fossati, Bob Marley, Jobim, Caetano Veloso, Jovanotti e molti altri. Spezia La notte della Taranta, con i migliori musicisti salentini prota- Lunedì 15 giugno sempre alle 21 sarà la volta del grande Marco gonisti dell’evento di Melpignano che ogni anno richiama nel SalenCastoldi in arte “Morgan”, frontman e fondatore dei Bluvertigo e to oltre centomila persone e che si è affermato come vero e proprio fatto di costume. Alla Spezia, dunque, si troveranno questi oggi stella della tivù con il programma “X Factor”. Morgan si esibirà grandi musicisti riuniti in una grande festa sonora: dall’esplosione in una performance minimalista, solo voce e pianoforte. In scaletta ritmica, su cui hanno lavorato Stewart Copeland e Vittorio Cosma, brani dell’ultimo disco “DaAadA”, oltre che dal precedente “Canalla grande poesia cesellata da Piero Milesi, attraverso i picchi rag- zoni dell’Appartamento” e il suo best “E’ successo a Morgan”. Non giunti dalle sonorità popolari e di forte impatto emotivo di Ambro- mancheranno quindi omaggi e cover, dalle canzoni dei Bluvertigo ai gio Sparagna sino alla recente proposta degli arrangiamenti world cantautori liguri, vera passione di Morgan.

PERSONAGGI Roberto Vecchioni, Marco Castoldi in arte Morgan e Gloria Di Clemente protagonisti degli spettacoli in piazza


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Direzione provinciale della Spezia: Via P.Giuliani n.6 - La Spezia - tel. 0187 598080 - laspezia@cna.it www.sp.cna.it

LA LEGA NAVALE ITALIANA da oltre cento anni per: - Diffondere nel popolo italiano la cultura del mare - Promuovere gli sport nautici e della vela, soprattutto frai giovani - Favorire la tutela dell’ambiente marino Sezione di Lerici Via della Vittoria 49/A - tel. 0187.970476 www.leganavale.it/lerici - lerici@leganavale.it


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INAUGURAZIONE L’11 GIUGNO ALLE 10 SI ALZA IL SIPARIO

I riflettori sull’economia del mare L’INAUGURAZIONE di SeaFuture si terrà giovedì 11 giugno alle ore 10 alla presenza delle massime autorità, di tutti i rappresentanti degli enti organizzatori, dei vertici di imprese e centri di ricerca partecipanti alla mega rassegna a cornice della Festa della

Marineria. Il momento inaugurale, così come la fiera nell’arco del suo svolgimento, è aperto alla città per condividere con gli spezzini un evento di respiro internazionale che vuol essere momento di crescita e valorizzazione del territorio e della sua economia.

CAMERA DI COMMERCIO

SeaFuture, cuore tecnologico La rassegna della ricerca e delle innovazioni a Speziaexpo’

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UATTRO giorni di confronto diretto tra imprese, centri di ricerca e università per sviluppare intese, nazionali ed internazionali, nel campo delle innovazioni connesse al mare. Questo l’obiettivo di SeaFuture 2009, la prima fiera dell’area mediterranea dedicata a tutto ciò che d’innovativo ha a che fare con il mare. La rassegna, unica a livello nazionale, si svolge a Speziaexpò, dall’11 al 14 giugno. FIERA L’iniziativa è stata ideata dalla Camera di commercio della Spezia nell’ambito dell’accordo Ice (Istituto per il commercio estero) e Regione LiIMPRESE e centri di ricerca, sia italiani che del resto del mondo, si inconguria e si svolge in trano alla Spezia in occasione di Seaconcomitanza alla FeFuture, prima fiera dell’area meditersta della marineria. ranea dedicata a innovazione, ricerUna fiera unica nel ca, sviluppo e tecnologie connessi al suo genere, dicevamare. Una fiera di grande impatto anmo. Mai prima d’ora, che sotto il profilo scenografico. infatti, era stato creato per imprese e centri di ricerca un momento d’incontro con la precisa vo- si per il completamento della ‘filielontà di costruire alleanze e rappor- ra del mare’ al cui compimento ti concreti tesi ad accrescere la contribuirà in maniera decisiva il competitività dell’Italia nel campo neo Distretto delle tecnologie madelle innovazioni marine. «Tra gli rine. SeaFuture – aggiunge - è per obiettivi di SeaFuture – commenta tutti noi un’occasione di crescita, Stefano Senese (nella foto), segre- un momento di confronto da cui tario generale della Camera di chi partecipa e chi ospita trarrà sicommercio spezzina, – quello di nergie, contatti, spunti per prossiampliare gli orizzonti sul mare fa- me e concrete collaborazioni». cendo in modo che il golfo spezzino si apra al nuovo, ossia alla scien- NON A CASO la portata creatiza e alla tecnologia, gettando le ba- va di SeaFuture 2009 è stata ‘premiata’ dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca che ha inserito l’evento tra le iniziative dell’Anno Europeo della Creatività

FIERA Il complesso di Speziaexspo’ ospita SeaFuture per la Festa della Marineria

L’eccellenza mondiale

e Innovazione (Euti i comparti legati APERTURA ropean Year of alle tecnologie del La rassegna Creativity and Inmare: ci saranno i fino al 14 giugno novation) che ricentri di ricerca – corre quest’anno. visite dalle 10 alle 18 Cnr, Enea, Ingv, Motivazione: SeaNurc – e i dipartiIngresso libero Future ‘è momenmenti scientifici to di visibilità del delle università liguruolo di creatività e innovazione ri nonché il Politecnico di Torino nello sviluppo dell’economia non- con le più recenti ‘scoperte’. Per ché evento portatore di nuove quanto riguarda le imprese saranidee’. Parte integrante della rasse- no presenti nomi leader, italiani ed gna saranno convegni e seminari di esteri, che operano nel campo delalto livello. la strumentazione, della progettazione, dello studio degli ambienti e LO SPAZIO espositivo di SeaFu- dei materiali, della maricoltura e ture è diviso in settori. Presenti tut- della subacquea. Alcune aziende

utilizzeranno proprio SeaFuture 2009 per lanciare prodotti appena brevettati: si va dalla sicurezza satellitare alle attrezzature di bordo ai sistemi di monitoraggio ambientale, ai veicoli robotizzati in grado di compiere qualsiasi operazione sottomarina. NUTRITA la rappresentanza estera la cui partecipazione è curata da Ice. I paesi da cui provengono le aziende straniere sono: Francia, Svezia, Polonia, Olanda, Germania, Gran Bretagna, Croazia, Russia, Usa, Cina, India. Tra i protagonisti di SeaFuture 2009 anche il Distretto Ligure delle Tecnologie Marine nato di recente con l’obiettivo di valorizzare e rafforzare competenze e infrastrutture civili e militari presenti sul territorio ligure ad alto contenuto tecnologico. Forte l’impatto scenografico della manifestazione: SeaFuture 2009 – evento che avrà cadenza biennale - sarà infatti aperto anche ai non addetti ai lavori offrendo un ‘viaggio’ alla scoperta dei segreti del mare. Organizza l’evento: Camera di commercio della Spezia nell’ambito dell’accordo di programma Ice (Istituto per il commercio estero) e Regione Liguria (che opera attraverso Liguria International). Partner dell’evento sono: Unioncamere Liguri - Consorzio Alps; Azienda fiere Cciaa; La Spezia Eps; Comune della Spezia, Distretto Ligure delle Tecnologie Marine, Spedia, Cassa di Risparmio della Spezia. Info, contatti, accrediti: www. seafuture.it. Orari: giovedì, venerdì e sabato 10 - 18; domenica 10 - 17.

CONVEGNI I SEMINARI PER LA PRESENTAZIONE DEI PRODOTTI DI NUOVA GENERAZIONE E PER L’ANALISI DEI MERCATI

Dai sistemi di controllo delle navi al monitoraggio delle onde

PLANCIA Tutto sotto controllo

INTENSA l’attività dedicata ai seminari e alla presentazione di prodotti innovativi in programma durante Seafuture, presenti istituzioni e vertici di grandi aziende. Giovedì 11 alle 15.30 convegno sul tema ‘Prospettive di sviluppo tecnologico per il mare e riflessi sui mercati internazionali’. Venerdì 12 alle 10 tavola rotonda della rete Enterprise Europe Network sul tema ‘Non solo informazioni: servizi per le imprese e i centri di ricerca a supporto dell’innovazione’ con interventi di Unioncamere Liguria. Di seguito il calendario completo degli incontri. Giovedì 11: ore 11 presentazione a

cura di Ageotec su Sistemi Rov; ore 12 presentazione di Remed dedicata a Multibeam R2 Sonic. Venerdì 12: ore 11.30 seminario Polo Universitario della Spezia con intervento anche del Politecnico di Milano; ore 15 presentazione Innomar (Il vantaggio di combinare l’MBES alta risoluzione con sistemi SBP per studi morfologici, geofisici e archeologici ed esperienze di Survey combinati) a cura di Remed; ore 16 ‘I cavi navali nei settori diporto, cruise, mercantile e militare: norme e innovazione’ a cura di Prysmian Cavi, Rina, Mes srl. Sabato 13: ore 10 presentazione ‘Isac - Sistema controllo tota-

le’ a cura di Apai, azienda vincitrice del premio internazionale ‘Security and Safety’ 2008, categoria innovazione; ore 11 ‘Strumenti e soluzioni per la progettazione e l’esercizio della nave’ a cura di Cetena, Fincantieri Group; ore 12 presentazione servizi CCI Croatia; ore 15 Presentation BobLab- Croatia; ore 16 Union of Croatian Innovators; ore 17 L-3 Klein Side Scan Sonar a cura di Remed; ore 17.30 seminario sul tema ‘Misuriamo la febbre del mare’ a cura di Ageotec. Domenica 14: ore 10.30 ‘Datawell: sensori e strumenti per monitoraggio ondametrico’ a cura di Remed.


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REPORTAGE Andrea Vari ha girato le riprese del video sull’attività dei maestri d’scia; a fianco Andrea e Michele Balistreri e Pietro Ricci; nella foto tonda l’autore, l’architetto Stefano Faggioni

VIALE MAZZINI

Il cantiere a cielo aperto

Gli antichi mestieri in vetrina. Video sull’arte delle costruzioni navali

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L GOLFO della Spezia è sempre stato il luogo ideale per svolgere attività cantieristica. Di fatto, sin dall’antichità si hanno notizie di quelli che oggi chiamiamo cantieri navali: la flotta romana qui riforniva e riparava le proprie navi. Con la realizzazione del Regio Arsenale Militare le realtà cantieristiche hanno un eccezionale impulso. La nuova presenza militare nel golfo, provocherà nel tempo un cambiamento culturale nell’approccio al lavoro di carpenteria del mastro d’ascia che con uno scatto di qualità imparerà a leggere i disegni e a concepire le linee dei propri scafi con l’ausilio di mezzi modelli di progetto, non più con il buon senso o il cosiddetto «garbo». Nel resto del golfo continuavano i lavori di sempre per la costruzione, riparazione o pulitura di scafi adibiti al commercio o alla pesca e si assisteva a tutta una serie di lavori estremamente affascinanti ormai definitivamente scomparsi, quali l’alaggio, le operazioni di carena, il calafataggio e molti altri. Così l’odore della pece ed il suono di asce, mazze, martelli e magli, caratterizzavano quasi tutti i borghi del golfo. Atmosfere queste, che per la festa della Marineria, si rivivranno nel cantiedi legno e segatura REGIA re a cielo aperto che quasi ovunque. sarà realizzato in via L’architetto All’opera veri maMazzini, secondo un Stefano Faggioni stri d’ascia, in carprogetto elaborato ha curato ne e ossa, parte indall’architetto Stefano tegrante, anzi cuol’allestimento Faggioni (nella foto re della scenogratonda) titolare fia. Ad ore stabilidell’omonimo Studio di yacht design e figlio del ’mitico’ te vengono organizzate delle sessioUgo (il genio del design nautico ni di lavoro come la curvatura delle ordinate scaldate al vapore o il calascomparso nel 2000). Eccolo il cantiere: ospita al proprio fataggio del fasciame e della coperinterno degli scafi in costruzione e ta. Il Cantiere Valdettaro delle Grariparazione. Qua e là svettano i ban- zie e la ditta Moroni si occuperanno chi da lavoro con attrezzi che, nel di queste lavorazioni con i loro macorso della festa, saranno realmen- stri d’ascia. te utilizzati e non solo in esposizio- Un’altra chicca è la Cala del Nostrone. Molto del materiale esposto sa- mo, ovvero la bottega laboratorio rà di provenienza dell’Arsenale Mili- di colui che attrezza e arma la velatura di navi o yacht a vela. E’ attrezzatare che per l’occasione darà in pre- ta con numerosi rotoli di cima di castito cordame, vele dismesse, cavi napa o manilla dismesse da Nave Ved’acciaio, ecc. Ci sono anche diver- spucci e Nave Palinuro, provenienti se tavole di legno disposte al suolo dall’Arsenale Militare, da rotoli di caper la naturale stagionatura, prima vo atlantico in acciaio per sartiame. della posa in opera come fasciame Appesi più o meno ovunque, bozzeldi scafo o di coperta e poi.... trucioli li di varia specie e dimensioni. Esperti attrezzatori della Ditta Moroni con Fabio Castiglia, saranno lì a

La Provincia al servizio dell’industria E’ LA PROVINCIA a sostenere la sezione «Cantiere a cielo aperto», con i fondi della formazione professionale. Di questa si parlerà il 16 giugno alle 15 al Centro Allende nella conferenza «Sea Work: industria, servizi e professioni del mare nel mondo che cambia». Relatori Paola Sisti (assessore provinciale), Andrea Buonaccorsi (Università di Pisa), Anton Albertoni (presidente Ucina), Massimo Terrile ( Direttore Agenzia Liguria Lavoro), Massimiliano Costa (vicepresidente Regione).

dare prova d’arte nelle impiombature di cavi di acciaio e tessile, nodi vari, cucitura a mano del cuoio di rivestimento ai canestrelli o a ruote di timone, impostazione e realizzazione di una delfiniera e armamento di un tangone o simile. Nel frattempo altre mani esperte, probabilmente parte dell’equipaggio di Nave Vespucci intrecciano un grande tappeto in corda di manilla. ANCHE L’ARTE della chiodatura delle lamiere viene celebrata in via Mazzini. L’armarcord è quello delle pratiche utilizzate per giuntare le lamiere con chiodi o rivetti prima dell’avvento della saldatura. In esposizione un simulacro di carena di nave con mezza dozzina di ordinate in acciaio sulle quali vengono applicate le lastre metalliche da chiodare in giorni e orari stabiliti. La ditta Maraglia della Spezia sarà protagonista con le sue maestranze di questo settore. Una squadra di mastri d’ascia si occupa anche della realizzazione di un pezzo di alberatura e della sua attrezzatura oltre alla realizzazione

design”, le lavorazioni tradizionali che continuano nei restauri all’interno dei cantieri che parteciperanno a questa festa delle tradizioni marinare. Immagini di grande fascino che scorrono sullo schermo sono quelle della baracca del maestro d’ascia della famiglia Faggioni di Cadimare, altra ’culla’ delle costruzioni navali. Anche lì l’obiettivo di Vari, sapientemente guidato da Stefano Faggioni, ha colto le espressioni, al sapor nostalgia, di altri maestri d’ascia e attrezzatori navali.

SI INANELLANO gli aneddoti dei cantieri del Golfo dei poeti quando si costruivano, calafatavano, varavano e alavano bastimenti a vela ora completamente scomparsi. Questione di cervello e di grandi abilità manuali. A quest’ultimo rende omaggio la mostra fotografica, anch’essa nata da un’idea di Stefano Faggioni «La Spezia nelle sue mani» di Francesco Rastrelli, un guru della fotografia a misura di nautica e barche d’epoca. Ha raccontato in una cinquantina di scatti le mani sapienti che tanto hanno dato alla tradizione marinara della città. La mostra è frazionata e collocata in più parti; ogni settore riguardante le lavorazioni tradizionali è circondato da alcuni degli scatti riguardanti lo specifico mestiere. A testimonianza che le lavorazioni, anche se molto evolute, continuano ancora oggi all’interno del nostro golfo, saranno presenti nella stessa di bozzelli in legno di FOTOGRAFIA via Mazzini due scadistinta forma e di- Francesco Rastrelli fi di ultima generamensione a cura delzione aperti al publa ditta Moroni che espone una mostra blico. sulle mani da decenni si occupa La testimonianza di questo tipo di lavodegli artigiani del cantiere a cielo ri per le navi scuola e aperto curato da non solo all’interno Stefano Faggioni si dell’Arsenale Militare Marittimo. ’salderà’ con una vera e propria chicAnche il velaio è all’opera: mostra ca all’ombra del monumento a Garicome si tagliano e cuciono le vele baldi nei vicini giardini: l’esposizione tradizionali di canapa per le navi del mitico «Leone di Caprera», il scuola e di dacron per gli yacht battello costruito da tre italiani nel d’epoca. 1880 a Montevideo e da lì partito alINTANTO, su uno schermo, scor- la volta dell’Italia per portare a Garirono le immagini della memoria: al- baldi la ’voce’ dell’orgoglio italiano cuni Mastri d’Ascia raccontano le lo- all’estero. Il cimelio, appena restauro storie e quella della cantieristica rato dall’associazione Arie con la navale nel golfo della Spezia. La loro collaborazione tecnico scientifica di testimonianza è stata registrata in Stefano Faggioni, sotto il patrocinio uno straordinario documentario, della Presidenza del Consiglio dei dal titolo “Mastri d’Ascia, Poeti del Ministri e del Ministero dei Beni CulGolfo” da un’idea di Stefano Faggio- turali, farà bella mostra di sè, ritesni e Lourdes Ruiz Villar per la regia di Andrea Vari. Sullo sfondo delle sendo le fila dei rapporti fra Garibalraccolte personali nella mitica Ba- di e La Spezia. racca Faggioni di antichi attrezzi, visti come raffinati oggetti di “proto-


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H INDIZI

Dove ora esiste l’Arsenale nel terzo secolo avanti Cristo i consoli romani insediarono il loro principale presidio navale

GLI ALBORI

H CITAZIONI Da Tito Livio a Strabone le cronache delle spedizioni delle legioni dal Portus Lunae alla Sardegna e alla Spagna

H IMPERATORE Nel 43 dopo Cristo la base navale fu usata da Claudio per preparare la missione per la conquista della Bretagna

In principio fu il Golfo della Luna La prima marina militare ad insediarsi a San Vito fu quella romana Gino Ragnetti*

I

N PRINCIPIO c’era Luna. Naturale che così fosse: non pogteva essere che lì, in un golfo del genere, il rifugio della gente di mare. Dei Liguri rivieraschi, anzitutto, i quali su fragili, leggere barchette s’avventuravano nel Mediterraneo fino ad arrivare alle coste libiche affrontando con grande ardimento pericoli estremi, e “ciò che fa meraviglia - scriveva Diodoro Siculo - si è che non temono di sostenere i rischi gravissimi delle tempeste”. Ma non soltanto i Liguri bazzicavano da queste parti; qui si davano convegno per i loro commerci i naviganti Greci, i Focei, i Fenici, i cartaginesi, gli Etruschi, e sicuramente ciurme di pirati d’ogni schiatta. I loro però erano soggiorni occasionali, contingenti, andavano e venivano senza una regola. E’ all’inizio del terzo secolo a.C. che il golfo trova invece un inquilino stabile, ben deciso a non farsi sfrattare. All’epoca quella era ancora terra etrusca, e Luna era appunto il nome che gli Etruschi avevano dato al grande golfo della Spezia, quello che per i Greci era Selene, e per i Romani Portus Lunae. DA MOLTO tempo i Romani avevano addocchiato quel grande golfo per insediarvi una testa di ponte. Il loro sogno divenne realtà nel 295 a.C. allorché i consoli Publio Decio Mure e Quinto Fabio Massimo Rulliano sconfissero nella battaglia di Sentino i Galli Senoni, i Sanniti e i loro alleati italici. Fu il crollo del dominio etrusco e i consoli poterono finalmente portare a nord le loro legioni, impadronirsi di Luna e farne la base militare principa-

GALEA Una nave romana e la copertina del libro di Gino Ragnetti

con gli Apuani in prina lile sia per le missioni in RICERCA lottavano per sbarSardegna, Corsica e SpaGino Ragnetti nea, rargli il passo. Mai, invece, gna, sia, grazie alla vicinanrivela gli indigeni assaltarono il za di comodi passi appenle nostre Portus Lunae, segno che ninici, per le campagne estive contro i Celti e antiche radici grazie alla sua posizione ben protetta sulla riva di contro i Liguri montani ponente del golfo era un che si opponevano all’invasione. Epiche battaglie si combatte- osso troppo duro da rodere. rono per questo nelle valli e nelle montagne del Serchio, dell’Aulella, ERA DUNQUE difficile, pericolodel Magra e del Vara: i romani lottava- so, percorrere i sentieri che conduceno per raggiungere Luna, e i Liguri, vano a Luna, ma una volta arrivati, ma-

rinai e legionari potevano qui preparare in tutta sicurezza le loro spedizioni belliche. I cronisti dell’epoca ci raccontano del generale Tito Manlio Torquato partito per la Sardegna, del console Marco Porcio Catone e del pretore Calpurnio per la Spagna e di decine d’altri condottieri, per finire, nel 43 d.C., con l’imperatore Claudio il quale qui, a Luna, pianificò la conquista della Britannia. Possiamo solo immaginare quale armata di terra e di mare l’imperatore abbia radunato su

Convegno della Provincia con... l’inno VENERDÌ 12 giugno alle 17,30, nel palazzo della Provincia, si terrà la prima manifestazione per celebrare l’anno della «Terra della Luna» fortemente voluto dal presidente Marino Fiasella per recuperarare la memoria delle radici e rilanciare le relazioni della Spezia con le aree limotrofe della Lunigiana storica. Sul tema si confronteranno il professor Loris Jacopo Bononi e il giornalista Gino Ragnetti. Al primo, nel giorno del compleanno, sarà consegnato un premio speciale. In apertura del convegno sarà presentato in anteprima l’inno «Terra della Luna» composto dal musicista Eddy Mattei sul testo della poetessa Alessandra Bazzà. Prossimamente saranno stampati dei Cd per una diffusione in larga scala dell’opera che celebra il territorio.

queste rive e su questo mare. Luna, dunque, per tre secoli fu il fulcro di tutte le operazioni navali dei romani. Qui arrivavano ogni anno decine e decine di navi, migliaia e migliaia di soldati (solo nel 186 a.C. lì erano attesi ben sette eserciti fra consolari e pretorili, qualcosa come centomila uomini), navi e soldati che avevano bisogno di assistenza, lavori di manutenzione per le navi, le armature, le armi, le macchine da guerra, occorrevano sedi per i comandi, ricoveri per gli uomini, recinti per gli animali, luoghi di culto, luoghi di svago, luoghi per l’addestramento dei soldati. E tutto questo era lì, a Luna, nella base navale eretta a San Vito di Marola. Un luogo straordinario, come ci dice il geografo greco Strabone: “Luna è città e porto, là dove la città è piccola e il porto è invece molto grande e bellissimo racchiudendo in sé molti altri porti tutti profondi come doveva essere la base di uomini dominatori di tanto mare e per tanto tempo, un porto chiuso tutto attorno da alti monti”. A SCANSO di equivoci va chiarito che Luna e Portus Lunae nulla avevano a che vedere con la colonia di Luni, poi diventata grande città. Di Portus Lunae e Luna si parlava infatti quantomeno fin dal 195 a.C. quando la colonia sulla riva sinistra del Magra ancora non esisteva, dato che fu fondata nel 177. Si può pertanto affermare in tutta tranquillità che nella storia del golfo la prima Maìna, intesa come Marina militare, ebbe la sua casa a Luna, il golfo della Spezia. Poi, e questa è un’altra pagina poco nota di storia patria, dopo la caduta dell’Impero romano d’occidente Luna divenne ricovero per le navi dei Goti, quindi di quelle dei Bizantini e infine dei Franchi. Come dire che dall’alba dell’uomo la storia del golfo, la storia di Luna, è la storia della Maìna. * Autore di “Luna, una misteriosa città romana nel golfo della Spezia”, Luna Editore, 2007

ONDA DI LUNA QUEL MESSAGGIO DI PACE NELLA BOTTIGLIA LANCIATA A GIBILTERRA

E Bosoni, con un vino, celebra le galee

RITUALE La bottiglia di Onda di Luna lanciata nel mare delle Colonne d’Ercole

SULLA SCIA della storia degli antichi insediamenti ’marini’ romani, le Cantine Lunae di Paolo Bosoni di Castelnuovo hanno da tempo concepito un vino doc per la gente di mare. Si chiama «Onda di Luna»: si richiama all’antico rapporto di Luni col mare e al tempo stesso “celebra” l’arte della navigazione. Il richiamo ai navigatori romani emerge dall’etichetta: raffigura una galea romana, una delle tante navi che, al tempo dell’Impero, popolavano la darsena di Luni e prima, secondo la tesi di Gino Ragnetti, Luna, meta e partenza delle navigazioni per il trasporto della merce, per le missioni di conquista. Navigazioni che avvenivano anche con l’assistenza della... luna. Sì, il nome «Onda di Luna», in questo caso, intende fare

riferimento anche al riflesso del pianeta sul mare. La frase che compare sull’etichetta è intrisa di poesia ed è emblematica di questo rapporto fra il marinaio e la luna. Eccola: «Nell’immensità del mare, dove lo sguardo si perde nell’infinito, il marinaio cerca l’onda di luna, compagna luminosa di una rotta sicura. Come il riflesso della luna è prezioso riferimento per la navigazione, questo vino è un amico fedele della gente del mare. Da Luni, porto dell’antica Roma, prende il largo l’ “Onda di Luna” con il suo gusto marino, modellato dall’aria salmastra che accarezza le vigne baciate dal sole. NELLE NOTTI stellate, nella calma e nelle tempeste, il suo profumo scivola tra le cime

del ponte, tra cuccette e portolani, tra pensieri e ricordi». Sì, «Onda di Luna» vuole essere una compagna fedele a bordo, per dare sapore e gusto alla navigazione. Un gusto che si salda direttamente ai profumi del mare. Un contributo fondamentale al contenuto enologico viene infatti dalle uve dei Colli di Luni più direttamente esposte alle brezze marine. Il vino «Onda di Luna» è ottenuto dal sapiente uvaggio di vitigni a bocca bianca: Vermentino, Albarola e Greco, caratteristici dei Colli di Luni. Una bottiglia, con all’interno un messaggio per la pace tra i popoli, era stata lanciata qualche anno in un punto emblematico del Globo dall’Amerigo Vespucci: lo Stretto di Gibilterra.


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Festa della Marineria con aperture speciali APERTURA speciale della base navale per la Festa della Marineria, da giovedì 11 a domenica 13 giugno (dalle 17 alle 22), per ammirare le barche d’epoca dell’Aive ormeggiate in banchina e, il 12 e il 14 giugno (alle 21,30), per assistere allo spettacolo «Oltre la vista del mondo».

IMPRESA CICLOPICA

Il nostro amato Arsenale

Le prodezze che dal 1862 al 1869 hanno dato forma alla base navale

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E SI PENSA per un momento alla vastità dell’opera e alla scarsezza dei mezzi meccanici, forse si riesce a immaginare come lavorare per la Marina nella costruzione dell’Arsenale della Spezia non fosse cosa né facile né... riposante. Qualcosa d’impensabile ai giorni nostri. Eppure, accadde, dal 1862 al 1869. Una visione di come andassero le cose, selezionando scritti e testimonianze dell’epoca, ce la dà Francesco Cresci, giornalista-storico dell’Arsenale, attraverso la testimonianza raccolta da Enrico Alderotti per l’inserto speciale della Rivista Marittima che venne diffuso da La Nazione il 10 giugno del 2005, in occasione della festa della Marina, su progetto editoriale di Ugo Bertellli e Corrado Ricci. Ecco il racconto di Cresci: «I lavori di scavo subacqueo per l’avamporto vengono effettuati - racconta - con cava-fanghi a vapore installati su pontoni. Gli scavi per la darsena e i bacini vengono eseguiti all’asciutto con i badili e i picconi. Con le carriole si muove e si trasporta la terra ai vagoncini ferroviari e poi la si utilizza per colmare le calate di Marola; il movimento di terra è di circa 2.000 metri cubi al giorno. Raggiunta una discreta profondità si apre al mare la prima darsena per poter impiegare i cava-fanghi e raggiungere i 10 metri sotto il livello del mare. L’ORARIO di lavoro è in funzione della luce: da mezz’ora dopo l’alba a mezz’ora dopo il tramonto. Oltre agli operai delle imprese appaltatrici lavorarono, com’è costume, anche i detenuti dei due bagni penali. Per preparare l’impasto col quale saranno gettate le platee e i muri di sponda dei bacini, si utilizza la terra vulcanica detta pozzolana che rende idraulico il calcestruzzo, importandola da Roma e da Pozzuoli. Il lavoro è ti 100.000 metri MEMORIA particolarmente impecubi di calcestruzLo storico gnativo, perché enorzo, costruiti me è la quantità del ed ex arsenalotto 80.000 metri cubi materiale da mescoladi muro, lastricati Francesco Cresci re, trasportare e getta15.000 metri cubi racconta.... re per ottenere spescon pietra concia sori fino a quattro medi Baveno. Si utiliztri: si procede a mano o con le pri- za pietra calcare del Tino e della Palme impastatrici meccaniche, con vagoncini si trasporta il cemento nei maria, arenaria di Biassa, granito del pressi del bacino in costruzione e Garda. I mattoni sono cotti con l’arqui, con tramogge scorrevoli, mos- gilla del posto, la sabbia utilizzata è se a mano e con paranchi, si porta il quella locale e della foce della Macarico sul punto voluto e lo si versa, gra. poco meno di un metro cubo alla Intorno alla darsena e ai bacini venvolta. Per i soli bacini vengono scava- gono costruiti otto chilometri di ti 500.000 metri cubi di terra, versa- strade e sei di linea ferroviaria, oltre venti fabbricati e tettoie per officine, uffici, depositi.

passava da 11.000 abitanti nel 1858 a 24.000 nel 1871 e a 31.500 nel 1881. A questa invasione si aggiungeva anche l’afflusso di centinaia di militari impiegati nelle più svariate mansioni, sia nella costruzione dell’Arsenale, sia nelle altre installazioni militari che via via si venivano delineando. Decolla un sistema economico. Sì, la crescita commerciale negli anni dal 1860 al 1880 è stata sempre scandita dall’intervento della Marina Militare, che funziona come una locmotiva al cui traino si sta sviluppando una catena non trascurabile di industrie grandi e piccole. Primo tra tutti il cantiere di San Bartolomeo, nato da un’idea di Cavour, quand’era ministro della Marina Mercantile per progettare e costruire grandi navi, in attesa che entrassero in funzione gli scali dell’Arsenale.

LE STRADE sono in terra battuta, i piazzali lastricati, i pavimenti delle officine in legno. Non esiste l’energia elettrica e le macchine utensili sono mosse da lunghe cinghie in cuoio che prendono movimento da alberi posti lungo i muri longitudinali delle officine e messi in rotazione da macchine alternative a vapore». Lasciamo momentaneamente l’Arsenale e vediamo cosa sta succedendo nel borgo a partire dal 21 aprile 1862, data ufficiale dell’inizio lavori. Fino ad allora l’agglomerato, poco più di 11.000 abitanti, ancora arroccato sul Poggio, protetto dal Castello di San Giorgio ha guardato, con interesse e scetticismo insieme, tutto quell’andarivieni di militari, dele-

PARECCHIE interruzioni dei lavori e l’aggiunta di due scali di alaggio ritardarono l’inaugurazione dell’Arsenale che avvenne nell’agosto del 1869. «Alle 12 di sabato 28 agosto, dopo la benedizione impartita da monsignor Domenico Battolla, Abate di Spezia, fra le salve di cannone e il suono di fanfare, il generale Chiodo - ricordano le cronache de La Nazione dell’epoca - dava il segnale di apertura del varco. Alcuni soldati del genio demolirono l’argine largo dieci metri e profondo sessanta centimetri che ostruiva la bocca e l’acqua incominciò a entrare nella darsena interna tra l’entusiasmo della popolazione e degli operai delle imprese che si erano assiepati nelle zone loro riservate….». E’ l’inizio di una nuova era; la città cresce grazie alla Marina. Mentre nobili e proletari sono impegnati in una battaglia politica senza esclusioni di colpi per il governo della città e i vecchi lampioni a petrolio vengono sostituiti dall’illuminazione a gazioni, deputati e seSVILUPPO gas, la Marina internatori del Regno, ma Così la città viene ancora nelle ora, alla data fatidica, grandi opere cittaè cresciuta le conferme ci sono dine ultimando a grazie tutte, a cominciare proprie spese alcuda un’invasione senza alla Marina Militare ne delle strade che pari di lavoranti. Arridiventeranno in sevano a centinaia da guito le vie principali nella urbanizzaogni parte d’Italia, molti in miseria, zione dell’agglomerato in previsione senza un soldo per mangiare e senza del piano regolatore del 1870: sono un riparo. Dormono nei giardini, sul- le attuali via Garibaldi, viale Fieschi e le panchine d’estate e ammucchiati il già citato viale San Bartolomeo. in tuguri e scantinati d’inverno, in Ma l’autorità militare va oltre ed eriambienti malsani e insalubri a tal pun- ge la Caserma del Corpo Reale Equito da essere colpevoli dell’epidemia paggi e il grande ospedale militare colerica del 1866 che causò centina- che cominciò a funzionare nel 1874». ia di morti. Ma l’incremento demografico è travolgente: popolazione del borgo e


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ARCHIVIO MA SONO TANTI COLORO CHE ESERCITANO LA PROFESSIONE SENZA COMPARIRE

I nomi degli artisti del legno nei registri della Capitaneria ECCO l’elenco dei maestri d’ascia ’registrati’ presso la Capitaneria di Porto della Spezia gentilmente fornitoci dal capitano di corvetta Antonio Di Somma (nella foto), responsabile dell’Ufficio Gente di mare: Saccarino Ercole, Schiaffino Dino, Carassale Giovanni, Faggioni Francesco, Canaletti Enzo, Cecchi Pierino, De Giorgio Do-

menico, Bello Sergio, Bello Luigi, Bello Giuseppe, Mori Rino, Ghirarduzzi Eros, Fascio Piramo, Cintoi Bruno, Bargagna Giovanni, Carpena Giuseppe, Firpi Gildo, Paci Silvano, Frassanito Antonio, Bertelà Franco, Ceccarelli Ubaldo, Balistreri Michele, Buttà Francesco, Portunato Renato, Carozzo Mauro, Moroni Andrea, Chella Alber-

to, Balistreri Andrea Ultimo iscritto, ma con una lunga carriera alle spalle, Baldiera Gianni. Fin qui i nomi desunti dai registri. Ma sono tanti coloro che, di fatto, per l’abilità dimostrata, sono considerati maestri d’ascia anche senza il sigillo, come ad esempio Pietro Ricci. C’è poi un maestro d’ascia, iscritto in Campania, famosissimo nel Golfo: Aurelio Martuscelli.

MAESTRI D’ASCIA

Le navi nascevano nei boschi I legni ‘storti’ per realizzare le ossature. Poi tanta abilità manuale

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N PRINCIPIO fu un tronco d’albero scavato con scalpelli di pietra. Da quel momento l’arte di costruire barche di legno non ha cessato di evolversi, fino alla realizzazione di vere e proprie cattedrali naviganti. Tutto ciò attraverso l’avvincente incontro fra intelletto e manualità, col primo capace di progredire sulla spinta dell’applicazione teorica, con la seconda aperta al miglioramento solo con l’esercizio pratico. Da una parte, dunque, ingegneri e architetti navali, dall’altra i maestri d’ascia. Da una parte la scuola dei libri, dall’altra la palestra dei cantieri, con conoscenze e segreti tramandati di generazione in generazione. Tra i teatri principali di questi travasi di sapere ci furono i cantieri di Porto Venere e delle Grazie. Poi con l’avvento dei nuovi materiali, dei miglioramenti tecnologici (che, insieme ai pregi, si risolvono anche nel ripudio della fatica) e con la (spesso miope) ansia del profitto, il risultato è stato ovvio quanto amaro: tantissimi ingegneri, pochissimi maestri d’ascia. Tanti cervelli, poche mani abili a portare a termine la costruzione (o il restauro) di una barca di legno. «Sì, quella dei maestri d’ascia – dice Pietro Ricci, uno degli uomini-bandiera della categoria per l’impegno profuso a costituirne la memoria -_ è una specie in estinzione, fra il rammarico di noi ultimi custodi del mestiere, di coloro che hanno passato la vita sugli scali, sotto il sole rovente o al gelo della tramontana, a sputare sangue attorno a quelle sagome che, piano piano, prendevano forma e sostanza. Dai maestosi velieri agli agili gozzi».

re mazza di legno) e una serie di ferri simili a scalpelli con cui il calafato inserisce la stoppa impregnata di pece fra i comenti del fasciame». «Anche questa - commenta Ivo Barsotti - è un’arte che rischia di estinguersi, nonostante è attraverso la professionalità del calafato che possono continuare a restare a galla le barche d’epoca». Certo, le imbarcazioni di legno sono destinate a rappresentare sempre più una minoranza della flotta navigante, ma fra gli armatori crescono i cultori del passato: i raduni delle Signore del mare, come quello in occasione della Festa della Marineria stanno a dimostrarlo. Ecco anche perché da qualche anno sono sbocciate varie iniziative per la promozione della cultura delle costruzioni navali in legno fino a traguardare l’obiettivo dell’avvio professionale dei giovani al mestiere.

MEMORIA Pietro Ricci insieme al suo «tesoro» di attrezzi usati dai maestri d’ascia

CIÒ AVVENIVA ro, con la crescita con lo sguardo proPERSONAGGIO dell’albero, in paiettato sul mare e sulPietro Ricci rallelo, magari, alle peculiarità di traha raccolto la maturazione sporto a cui erano gli attrezzi del figlio o del nidestinati i mezzi, ma, ancora prima, con per farne un museo pote sulla scena del cantiere, figli e un’attenzione partinipoti che raccocolare ai boschi e a quanto potevano offrire per ottimizzare l’uso del glievano i frutti delle premure del legno nelle strutture. «Un’atten- ‘vecchio’». Insieme alla capacità di zione – spiega Luigi Bello, altro ma- sfruttare le generosità della Natuestro d’ascia di lungo corso - di lun- ra, il maestro d’ascia è anche l’emgo respiro, nel senso che spesso blema dell’arte di arrangiarsi. «Gli l’andamento delle fibre o la curva- attrezzi del mestiere ne costituitura assunta da un ramo erano ca- scono l’eloquente testimonianza», paci di dare il meglio solo nel futu- spiega Pietro Ricci davanti alla sua preziosa raccolta nel museo casalingo aperto a tutti coloro che so-

no assetati di storia. «Attrezzi che per far fronte a specifici lavori venivano costruiti ad hoc dal maestro d’ascia: come le verine dal gambo lunghissimo per fare i fori nei punti più difficili da raggiungere, come il garbo (una catena con anelli di legno) per tracciare le ordinate, come le asce, l’attrezzo identificativo della professione». SÌ, L’APPELLATIVO è un po’ bellicoso. Ma ha comunque una sua logica: era a colpi di ascia che venivano modellate le ossature. «Ma il maestro – puntualizza Sergio Bello - sa lavorare di fino, al millesimo. Deve agire anche dove gli

INUTILE dire che non è con una manciata di mesi di lezione che si diventa maestri d’ascia o calafati. Ma restano apprezzabili, e promettenti, i corsi che alla Spezia - dal Cisita al Centro Durand de La Penne all’interno dell’Arsenale - sono stati allestiti per la formazione professionale. In Arsenale, grazie al Cisita, stanno svolgendosi i lavori tesi al restauro del leudo Felice Manin. I corsi sono per falegnami, carpentieri e allestitori di interni, professionalità di cui c’è richiesta nei cantieri. Fra i docenti ci sono uomini che - come ad esempio Eugenio Moretti - hanno fatto la storia dei restauri delle barche d’epoca al Cantiere Navale Beconcini, ora «apertosi», col Gruppo Perini, al business dei magayacht supertecnologici. A tenere alta la bandiera dei spazi sono angusti e CANTIERI maestri d’ascia, basolo un certo caliDa Beconcini dando al rilancio bro dell’utensile renal Valdettaro del mestiere, c’è il de possibile l’interLa new entry Cantiere Valdettavento. Certo, l’avAndrea Balistreri ro, che si è lanciavento di seghe e trato nel settore dei pani elettrici ha ridotto sensibilmente le fatiche, ma restauri delle barche d’epoca, sulla tagliare a misura le tavole e fare i scia di una tradizione di viene da fori resta una questione di ‘mani- lontano e sull’onda dei successi co’, che non si improvvisa, anzi è il dei raduni. Lì, fra l’altro, recenteprodotto di una lunga esperien- mente, è stato «brevettato» un za». «Cugino stretto del maestro d’ascia - ricorda Nino Bello - è il giovane, figlio d’arte: Andrea Balicalafato, l’operaio specializzato streri che ha imparato il mestiere preposto a rendere stagna l’imbar- dal papà Michele. cazione. Suoi fedeli compagni di lavoro sono il maglio (una particola-


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IL RITROVAMENTO UN GRUPPO DI APPASSIONATI SI ADOPERO’ PER IL RECUPERO DEL VELIERO DA CHICAGO

Nel 1999 l’appello di «Nautica» a salvare il reperto storico LA ‘ROTTA’ verso il restauro intrapresa nell’ultimo anno dal Felice Manin avviene ad epilogo di un impegno assunto nel 1999 dall’associazione «Salviamo il Leudo Felice Manin» che si costituì dopo l’Sos lanciato dall’architetto Massimo Musio Sale sulla rivista Nautica, e ripreso su La Nazione da Corrado Ricci, per il recupero del ’reperto’ della storia della marineria ligure, finito a Chicago, dopo aver attraversato l’Atlantico nel 1992 in occasione delle Colombiadi.

Soci fondatori dell’associazione furono VittorioGarroni Carbonara, Massimo Musio Sale, Piero Rao, Giorgio Balestrero, Abramo Spinella, Gianfranco Bianchi, Corrado Ricci, Giancarlo Barberis, Pasquale Nocentini, con l’assistenza dell notaio Fiammetta Chiarandini. Teatro degli incontri che portarono al rimpatrio fu la direzione dell’Arsenale, all’epoca in cui era direttore l’ammiraglio Dino Nascetti, che fin dall’inizio sostenne l’iniziativa del salvataggio del leu-

do, insieme all’allora comandante della Capitaneria Stefano Vignani. L’operazione-rimpatrio, realizzata grazie anche al console di Chicago Granara e ad una portacontainer della Msc, vide in cabina di regia, nel 2000, l’allora sindaco Giorgio Pagano, che divenne presidente dell’Associazione. Fra i contributi determinanti per sostenere le spese di rimpatrio, quelli raccolti dai Lions attraverso un concerto di Gino Paoli e dall’associzione ex Allievi del Nautico.

L’IMPRESA DEL RESTAURO

Felice Manin, avanti tutta

Perché il leudo è diventato simbolo della Festa della Marineria

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ALVATO praticamente in extremis dalla demolizione a Chicago, rimpatriato alla Spezia il 25 maggio del 2000 e custodito per oltre otto anni (come un cimelio) nell’Officina Lance e Remi dell’Arsenale, il leudo Felice Manin — tipica imbarcazione ligure da lavoro armata a vela latina, varata nel 1891 — conosce da alcuni mesi una nuova stagione della sua vita avventurosa: fa rotta sul restauro conservativo e, intanto, diventa ‘palestra’ per i corsi di formazione dei carpentieri navali e dei maestri d’ascia attraverso un gioco di squadra incoraggiato dalla Marina Militare. Viene così finalmente riconosciuto in maniera tangibile il valore storico e culturale del veliero e l’impegno a conservarlo e consegnarlo alla pubblica ammirazione. Non a caso il logo della Festa della Marineria è proprio quello di un leudo. MA CHE COS’È il leudo? Era una tipica imbarcazione da trasporto della Liguria, dal Medioevo all’avvento dei motori. Scafo robusto e capiente, armatura a vela latina, è stato l’antesignano delle navi portacontainer. Il logo della Festa della Marineria, dunque, si risolve così in un omaggio alla memoria delle antiche costruzioni navali. E, al tempo stesso, al senso di comunità che si realizzava attorno a questa tipologia di imbarcazioni che hanno sfamato intere generazioni. Sì, perchè - concepite per essere alate sulle spiaggie in un’epoca nella quale non c’erano porti - quando spuntavano all’orizzonte al rientro dalle navigazioni nel Mar Tirreno, innescavano la corsa verso il bagnasciuga di uomini, donne e bambini. Questione di accoglienza e omaggio agli equipaggi che tornavano sani e salvi col loro carico prezioso (fatto per lo più di vini, formaggi e sabbia) ma anche per principale dello SALVATO mettere in secco le sviluppo della SpeStrappato imbarcazioni e procezia e dell’intero dere allo sbarco di alla demolizione, del Golfo dei Poequanto contenuto diventa una palestra ti. Per questo la nella stiva. Servivano scelta del leudo professionale tante braccia e quecome immagine ste si materializzavasimbolo dell’evenno sulla riva, in un avvicente gioco to. Accade, dicevamo, nel momendi squadra che rinsaldava le radici to nel quale torna a rinascere il mitimarinare della comunità. A questo, co Felice Manin. del resto, mira la Festa della Marineria: recuperare la memoria del CIÒ AVVIENE sulla scia della passato per guardare al futuro forti convenzione sottoscritta dal presidi un patrimonio culturale che è la dente dall’Associazione «Salviamo base più solida per costruire un fu- il leudo Felice Manin», ingegner Dituro che vede nel mare la risorsa no Nascetti, dal presidente del Cisita, dottor Giorgio Bucchioni, dal responsabile della Direzione Navi Mi-

EMBLEMA Una immagine del Felice Manin in navigazione e il logo della Festa della Marineria

litari della Fincantieri, ingegner Alberto Maestrini, dal direttore dell’Arsenale militare, ammiraglio ispettore Anteo Martelli. Sponsor è Fincantieri, che fornisce il supporto tecnico ed economico per l’esecuzione dei lavori e la fornitura dei materiali. Il Cisita (ente formativo della Confindustria spezzina) ha così l’opportunità di coinvolgere gli allievi nelle attività di restauro, attesa l’utilità formativa dell’iniziativa; l’Arsenale si impegna a favorire l’esecuzione delle lavorazioni mettendo a disposizione le infrastrutture e i mezzi necessari, collaborando al coordinamento dell’impresa, che diventa anche un’occasione di recupero della memoria dell’antica

curato la relazione sullo stato di conservazione del luedo e gli interventi necessari), membro del comitato direttivo dell’Associazione di cui fanno parte anche Giorgio Balestrero, Pietro Rao, l’assessore comunale Paolo Manfredini (vicepresidente), col supporto della segreteria coordinata dal viceprefetto Annunziata Gallo. Il leudo, nel mese di marzo, è stato trasferito dall’Officina Lance e Remi (prossimamente oggetto di un intervento di ristrutturazione) all’Officina Attrezzatori Navali.

LE OPERAZIONI sono state eseguite con il concorso dei mezzi messi gentilmente disposizione, per l’occasione, dalla società Lotti, proprietaria dell’omonimo porto turistico, perla dell’ospitalità nautica nel Golfo dei Poeti. Ne è seguita la sabbiatura per far ’emergere’ il legno e scoprirne le tracce di decadimento. In effetti, nonostante l’età (e grazie ad un restauro risalente al 1980) lo stato di salute del Felice Manin è buono. Ma necessità comunque di notevoli lavori, anche nella proiezione dell’impiego museale. A dirigere le operazioni in Arsenale, di concerto con il Cisita, è il capitano di vascello Marco Gargano, profondo conoscitore della storia delle costruzioni navali, lui stesso costruttore, insieme al papà, di una bella barca a vela di legno. Insomma, l’uomo giusto al posto giusto. Intanto, sul leudo Felice Manin si sono accese le telecamere dell’Istituto Alberghiero: i suoi allievi, diretti dalla professoressa Elisabetta Toracca, stanno elaborando un documentario sulla sua storia che sarà presentato, alla fine del mescuola “Allievi OpeL’IMPEGNO se di giugno, al rai” dell’Arsenale, Arsenale, Cisita, Concorso Naziofondamentale pilanale «Vivere il maFincantieri stro formativo dello re». Durante la Fee associazione stabilimento. Ora al sta della Marineria suo posto, da 10 anfanno squadra si potrà ammirare ni, è operativo il Cenil Felice Manin in tro di Formazione un contesto molto suggestivo: il Durand de La Penne, con i corsi didattici per carpentieri e arredatori leudo, infatti, farà da scenografia alnavali in legno curati dal Cisita. la rappresentazione «Oltre la vista Quest’ultimo, come da impegno as- del mondo-Message in a Bottle» sunto nella convenzione, documen- — per la regia di Andrea Balzola, terà tutto il processo di restauro con gli attori Jole Rosa e Massimo del leudo Felice Manin con fotogra- Verdastro — nuova straordinaria fie, filmati e relazioni da utilizzare a produzione teatrale multimediale fini didattici e di comunicazione ver- di Xlabfactory. so l’esterno. Ciò in sinergia con l’architetto Stefano Faggioni (che ha


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INIZIATIVE

Visite gratuite e ‘diretta’ pittorica nelle sale

PASSIONE Il Direttore del Museo Navale Alessandro Camaiora; a fianco un’immagine dell’inaugurazione della mostra del Tricolore con il Comandante in Capo dell’Alto Tirreno, l’Ammiraglio di Squadra Franco Paoli

VISITE speciali - e soprattutto gratuite - al Museo Navale in occasione della Festa della Marineria. L’11, il 12, il 13 e il 16 giugno dalle 8,30 alle 23,30. Il 13 giugno, in occasione della Notte Blu, dalle 8,30 all’1,30. Domenica 14 giugno dalle 10,30 alle 22,15. Il 13 e il 14, poi, il Museo Navale ospiterà gli allievi della scuola «Officina Botteghe d’arte» diretta dal maestro Renzo Borella per una «diretta» pittorica: documenteranno sulle tele le emozioni provate nell’osservare i tesori del Museo.

MARINA MILITARE

Al Museo navale sulle onde della storia Diciassettemila cimeli raccontano lo sviluppo della tecnica VOLANO

Trentamila visitatori all’anno A RICORDARE che le contese sui mari costano sangue e che, insieme al sentimento, è l’ingegno a scendere in campo per perseguire la vittoria, ci sono le collezioni di armi. Alcuni esemplari eccezionali: la mitragliera a canne rotanti tipo Gatling catturata ai Boxers cinesi dai nostri marinai durante la rivolta in Cina del 1901; il fucile Albini, modello 1864, in dotazione alle fanterie di Marina imbarcate sulle nostre unità navali nella battaglia di Lissa. E poi pistole di tutte le epoche. Ma la storia dei popoli non passa solo attraverso le guerre. Le grandi conquiste avvengono attraverso le ’armi’ della scienza. Lo dimostra la stazione ricevente-trasmittente usata nel 1897 alla Spezia da Guglielmo Marconi nei suoi primi esperimenti. Sono circa 3omila i visitatori che ogni anno solcano la soglia del Museo navale. Il numero è destinato a crescere sulla scia di una promozione che, grazie anche alla nuova guida realizzata dal comandante Camaiora con il contributo dei Lions, si è fatta più dinamica. Sono poi iniziati i lavori di ampliamento del museo navale che, grazie ai nuovi spazi, permetterà di dare più respiro ai reperti e di esporne di nuovi finora rimasti sottochiave proprio per l’impossibilità di collocarli.

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PICCINI vanno pazzi per i modellini delle navi. I papà si soffermano a studiare gli antichi strumenti di bordo. Le mamme sono affascinate dalla grazia delle polene. Scene di ordinaria ammirazione al Museo tecnico navale della Spezia, dove una visita è capace di soddisfare le attese di tutti i componenti di una famiglia. E se poi c’è l’appassionato di costruzioni navali o il cultore storico delle guerre sui mari, beh allora, per costoro, l’«overdose» di reperti è assicurata. E non basta una giornata per smaltirla. Capiterà così per la Festa della Marineria, con il suo corredo di equipaggi assetati di storia. «Una visita al Museo realizza lo scopo per il quale esso fu istituito: mantenere vivo il culto delle tradizioni della Marina militare; raccogliere e degnamente custodire le cose che raccontano il suo passato di gloria; di sacrificio e di onore; documentare l’evoluzione tecnica della costruzione delle navi nella guerra marittima», spiega il Direttore del

Museo, il Capitano di Vascello Ales- ma, un ’tuffo’ in un mare di storia; in sandro Camaiora, col petto gonfio cui ognuno può nuotare a piacimendi amor di patria. Sì, il Museo tecni- to, in relazione agli interessi e alla co navale della Spezia fu voluto dalla preparazione. Vediamo alcune delle Marina militare, nell’epoca in cui era ’sponde’ su cui può soffermarsi in vi’Regia’, in parallelo alla nascita sitatore. La più suggestiva è quella dell’Arsenale. L’attuale sede. posta delle polene: le sculture poste sulla proprio al fianco prua delle antiche della porta principanavi a vela, per lo GIOIELLI le dell’Arsenale, in più rappresentative Polene, modelli, viale Amendola, fu di figure femminili, armi antiche, inaugurata nel perché, lontano da 1958; dal ministro reperti che celebrano casa, il marinaio poPaolo Emilio Tavial’eroismo dei marinai tesse rifarsi un po’ ni. Sono 17mila i cigli occhi... Sono venmeli in esposizione tisei le polene della nelle vaste sale, sistemate su due pia- collezione del Museo (alcune recenni per 2800 metri quadrati. con an- temente oggetto di un restauro che nesso giardino-sacrario. Due le te- le ha riportate all’originario splendomatiche portanti: lo sviluppo dell’ar- re). Fra le più stuzzicanti, c’è la polete navale attraverso i secoli, dalle na- na della fregata napoletana Partenovi egizie alle moderne navi ’grigie’; le pe, sotto forma di donna dall’aspettestimonianze - fra armi, mezzi nava- to fiorente; ma non mancano anche li, divise - della marine pre-unitarie gli omaggi a uomini di mare che hanfino e dopo l’unità d’Italia, con no segnato la storia: come la polena l’omaggio agli uomini che hanno della nave-scuola Cristoforo Cocompiuto imprese eroiche. Insom- lombo, col grande navigatore rap-

presentato col braccio alzato per indicare il nuovo continente avvistato dalla Santa Maria. Un altro ’approdo’ affascinante è quello all’espozione dei mille modelli di navi e velieri di ogni epoca; fra i ’gioielli’ ci sono uno splendido Vespucci invelato e la poderosa corazzata Roma. Fra i mezzi d’epoca, in legno e acciaio, ci sono invece i leggendari «maiali» (siluri a lenta corsa), i barchini d’assalto tipo Mas e i barchini esplosivi tipo Mtm. Il ricordo di tutti coloro che portarono sui mari il Tricolore, e che per esso sacrificarono la vita, si materializza in alcuni cimeli del sommergibile Scirè che, trenta anni fa, i palombari della Marina recuperarono nelle acque di Haifa. L’affetto verso i Caduti del mare della Marina e i loro orfani non si limita al ricordo: i proventi dei biglietti di ingresso del Museo Navale vanno, infatti, alla Fondazione Andrea Doria, impegnata proprio a favore degli orfani dei militari della Marina. Una visita al Museo Navale si risolve così anche in...solidarietà.

PROMOZIONE UNO SPLENDIDO STRUMENTO DIVULGATIVO GRAZIE AI LIONS

Con la guida a spasso tra i tesori NEL CORSO degli ultimi due anni il Museo Tecnico Navale della Spezia ha accresciuto il suo appeal grazie ad iniziative che lo hanno reso più ’vicino’ alla città e più conoscibile. Qualche esempio? La mostra Navi, Cantieri e Armamenti in Liguria, la mostra del pittore Roberto Braida, la mostra sulle Bandiere Tricolore della storia d’Italia che si è allargata fino alle vetrine dei negozi del centro, la messa a disposizione di reperti per la mostra di antiquariato navale al Centro Allende. Una strategia divulgativa a cui crede molto il direttore Alessandro Camaiora, ben conscio dei ’tesori’ presenti nel museo. Sulla sua rotta ha incontrato sostegni appassionati e qualificanti, come quello dell’architetto Lucilla Del Santo (ora è in prima linea nell’allestimento della sezione Il fascino della tradizione della Festa della Marineria), Graziano Tonelli, Alberto Menichetti, Roberto Braida, Gianfranco Camaiora, Anna Caterina Bellati, Luciano Piovano. Grazie al Lions Club «Colli spezzini» è poi maturata la realizzazione di uno strumento di

cui, forte, si avvertiva la necessità per apprezzare la storia e il valore degli oggetti esposti nel museo: una guida. «Quattro passi per il museo». Si intitola così, all’insegna di uno stile confidenziale, coinvolgente. L’ha curata direttamente il comandante Camaiora; l’ha finanziata il Lions Club. Splendide foto delle ’perle’ del museo si susseguono pagina dopo pagina, con lo sfondo di una grafica elegante e d’avanguardia, scandidate da brevi didascalie che permettono di assumere le notizie essenziali. Ha curato la presentazione il Comandante in Capo del Dipartimento Militare Marittimo dell’Alto Tirreno, l’Ammiraglio di squadra Franco Paoli. «Da marinai ci piace pensare - scrive Paoli - che la nuova opera sia la bussola che guiderà il visitatore nella navigazione museale, accompagnandolo in una panoramica organica e razionale; ma la sua utilità va oltre, permettendo di visitare idealmente il museo anche a coloro che non possono farlo di persona».


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PERSONAGGIO IL CAPITANO DI VASCELLO CLAUDIO CONFALONIERI DA ALLIEVO A... NUMERO UNO

E’ spezzino il comandante della nave più bella del mondo HA COMPIUTO 78 anni ma legni e ottoni sono tirati a lucido come fosse appena scesa in mare dallo scivolo del cantiere. L’Amerigo Vespucci è conosciuto come la nave più bella del mondo. A renderla tale sono, oltre all’equipaggio, gli arsenalotti che curano, insieme alle ditte dell’indotto, i lavori invernali. Il veliero, ricordiamo, venne varato il 22 febbraio del 1931 dal cantiere

navale di Castellamare di Stabia. Da quel tempo tanta acqua è passata sotto la chiglia, in ogni mare del globo, tra l’ammirazione degli spettatori beati dall’immagine della ’cattedrale navigante’ e, ancor prima, tra l’orgoglio di tutti i marinai (ufficiali e sottufficiali) e degli allievi dell’Accademia navale, nell’imbarco-cardine per entrare nei raghi degli effettivi. Fra questi anche l’attuale co-

mandante, uno spezzino, il capitano di vascello Claudio Confalonieri (nella foto), 48 anni. Si imbarcò da allievo nel 1981; è ritornato sul Vespucci l’ottobre scorso, a svolgere le funzioni di «numero uno», sulla scia di una brillante carriera tra mare e cielo (nel suo curriculum spiccano anche molti prestigiosi incarichi di volo).

NAVE VESPUCCI

La grande orchestra della vela Cronache di navigazione sul veliero che è l’orgoglio dell’Arsenale

E’

BASTATO sciogliere i gerli dei due fiocchi di prua per cogliere i primi effetti della magia della vela sul Vespucci: vento, mare, tela olona, cime di manila e uomini formano un’armonia. Ma siamo solo all’inizio della sinfonia della Grande Orchestra. La chiamata al «posto di manovra generale alla vele» è stata appena scandita dell’altoparlante, dopo l’ordine partito dal comandante, il capitano di vascello Claudio Confalonieri, e ora giunto a tutti i nocchieri, attraverso la catena dell’autorità che, nelle manovre, passa per il responsabile del servizio marinaresco, il nostromo e i suoi sottordini. Sono i fischi del nostromo Pippo Scollo a disciplinare il traffico sul ponte. Eccoli al lavoro gli acrobati dal piede marino e dalle mani imperlate di calli. Salgono sulle griselle con l’agilità delle scimmie. Passo dopo passo, per loro, il Vespucci si dischiude nella visuale del ponte in teack, dove brillano gli ottoni e gli uomini sembrano formiche. Ma non c’è tempo per guardare di sotto. Ci sono le vele di strallo e le vele quadre da sbrogliare. E solo quando i piedi fanno presa sul ’marciapiede (il cavo d’acciaio steso sotto i pennoni), il moschettone della cintura di sicurezza può essere aperto e vincolato. Una dopo l’altra le vele vengono liberate dai matafioni, trasformandosi nelle ali del veliero che danza maestoso fra le onde. Si parte dell’albero di trinchetto per procedere poi verso poppa, con l’albero di maestra e quello di mezzana.

stodiva in un baule. Ho frequentato le scuole dell’obbligo col sogno di diventare marinaio, col sogno di imbarcarmi sull’Amerigo Vespucci. Ci sono riuscito e penso di essere fra gli uomini più felici al mondo. Ci sono salito, da nocchiere e sono diventato nostromo, facendo tutta la gavetta. E’ stato bellissimo. Non solo per il piacere di navigare sulla nave più bella del mondo, come in tutti i porti del mondo che abbiamo toccato, è sempre stato riconosciuto. Ma per le esperienze umane che ho vissuto bordo. Per le amicizie che su questo ponte sono nate, per il travaso di arte marinaresca di cui sono stato una staffetta».

La nave regina visitabile al molo Italia L’AMERIGO Vespucci sarà la nave regina della Festa della Marineria. Ormeggiata al Molo Italia a partire dalla sera di venerdì 12 giugno, sarà poi visitabile nei giorni successivi fino a lunedì 15 giugno. Un’occasione da non perdere per ammirare il veliero e conoscere il suo splendido equipaggio.

CI VOGLIONO 40 minuti per stendere tutta la tela al vento, in un concerto di urla e di suoni che, dalla plancia, arrivano al piede di ogni albero, fino ai pennoni, in una stafché la cima sia filaNOCCHIERI fetta acustica incomta. E poi fischi ad Gli acrobati prensibile ai profani. hoc per indicare dal piede marino E’ il linguaggio del nosu quale particolastromo, fatto di fiche manovrano re cima agire, quaschi, che veicolano le specifica manosui pennoni gli ordini. Con precivra compiere, sesione, senza dar adicondo uno spartito ad equivoci, meglio delle parole to che è patrimonio culturale. I che rischiano di essere soffocate nocchieri, scesi dagli alberi, ora sodal vento. Basta capirli. Un suono no sul ponte e per loro non c’è trecadenzato sul ritmo uno-due per gua. Adesso l’agilità non occorre. far sì che la cima venga alata (sul Ci vuole la forza rude e pura. Le Vespucci si dice così senza ricorre- vele vengono messe a segno. Ci re al verbo cazzare, tropo ‘nuovo’ vorrà un buon quarto d’ora per otper essere ammesso nel vocabola- timizzare le regolazioni e imprimerio di bordo; un suono trillato per- re il massimo slancio all’andatura al gran lasco. Poi il reparto marinaresco può permettersi ai allentare

la tensione. Sul cassero i nocchieri esplodono in un boato assordante: «Per vie senza pericolo si mandano solo i deboli», della serie: orgogliosi di essere uomini audaci. Poi inanellano una catena di hu, hu, hu. Ora si capisce perché, nel vocabolario esclusivo della nave, vengono chiamati ‘selvaggi’. Ma in queste ‘bestie’ salmastre pulsa il cuore dell’eterno bambino, del ragazzo di provincia che ha trovato nella Marina militare l’occasione per vivere la passione per il mare, trasformandola in un lavoro. Sono tutti volontari. E, per tutti, essere sul Vespucci è un vanto, un’esperienza che lascerà un segno indebile nella vita. Come è successo ad

IL TESTIMONE ora è nella mani di Pippo Scollo (nella foto tonda), il nostromo fresco di nomina, 39 anni, originario di Mirabella Imbaccari un paesino in provincia di Catania. Si imbarcò per la prima volta sul Vespucci, nel 1987, ad appena 17 anni. Ora ha alle spalle 15 campagne addestrative. Conosce ogni angolo, ogni segreto della ’regina del mare’. Ora è lui il continuatore del ’travaso’, forte di una convinzione: la tradizione marinara italiana all’ombra degli alberi maestosi del Vespucci raggiunge l’espressione più carica di storia, grazie ai nocchieri. «Certo, disciplina, rispetto delle regole, rigore militare si impongono. Ma - dice Scollo - è l’amore per il mare, per la vela, per il Vespucci che costituiscono la forza di questo reparto di uomini Antioco Tilocca, noRICORDI duri e puri, sanguistromo del VespucIl commovente gni, orgogliosi delci fino al 31 marzo armarcord la funzione che scorso. Prima di sasvolgono: smontadell’ex nostromo lutare la nave e i nocre, rimontare e Antioco Tilocca chieri ha voluto manovrare l’impocompiere una picconente sistema di alla-grande operazione: ricordare tutti i nostromi che beri e vele della nave. Sembra un si sono alternati sul Vespucci, rea- rompicapo, ma quando si sa dove lizzando una targa con i loro nomi. mettere le mani e l’azione è fluida, convinta… è un’armomia: l’armo«VENGO dal centro della Sarde- nia dei movimenti dei marinai che gna ma fin da bambino avevo il ma- si salda all’armonia del vento, del re nel cuore» racconta sull’onda mare. Siamo un po’ come una... dei ricordi. «Ho visto il Vespucci grande orchestra salmastra». per la prima volta alla televisione e nelle fotografie che mio nonno cu-


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IMPEGNO E PASSIONE

L’Associazione Italiana Vele d’Epoca amica della città da venti anni Dal raduno del 1989 alla maxi edizione della regata Durand de la Penne

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RA L’ASSOCIAZIONE Italiana Vele d’Epoca — sorta ventisei anni or sono a Genova, per iniziativa di cultori della tradizione, quali Beppe Croce, figura simbolo della vela internazionale, Luigi Durand de la Penne, l’eroe di Alessandria ed altri, tra i quali l’attuale Presidente Gianni Loffredo — e la città della Spezia, sussistono forti legami. Questi risalgono in primo luogo a vent’anni or sono, il 1989, quando in perfetta collaborazione con la Marina Militare si tenne il Trofeo dell’Alto Tirreno riservato alle imbarcazioni d’epoca. Fu un evento strepitoso, del quale ci si ricorda ancora, non solo alla Spezia, ma in occasione dei tanti raduni che da allora si sono disputati in Mediterraneo. Cento yachts ospitati in Arsenale, quattro giorni di regate, indimenticabili fuochi d’artificio, sfilata conclusiva al cospetto di migliaia di spettatori entusiasti e larga partecipazione a sostegno di Enti e istituzioni locali. Sempre con la collaborazione della Marina e riservata ai soci, si è disputata tutti gli anni, a partire dal 1992 la regata Luigi Durand de la Penne, sul percorso Isola del Tino , Capraia, con gli yachts ospitati presso la Sezione Velica della Marina. Non solo, 8 anni fa Comune della Spezia, Provincia, Camera di commercio firmarono, con l’Aive, un protocollo d’intesa per fare squadra attorno al tema della promozione della cultura del mare e delle costruzioni navali in legno. «CON QUESTE premesse l’A.I.V.E. non poteva restare insensibile - spiega il segretario Giorgio Balestrero, impegnato in prima linea nell’organizzazione - all’appello del Comune della Spezia ed alla mirabile iniziativa presa da questo, nell’indire la Festa della Marineria». Essa ha dapprima pensato di abbinare la sua regata alla data prevista per la Festa e renderla aperta anche ai non soci, ma via via ha elaborato un programma più ambizioso, che ha trovato nel Comando del Dipartimento Marittimo la più favorevole adesione. Alla Spezia nei giorni dall’11 al 13 Giugno si svolgerà il «Trofeo Dipar-

PASSIONE In alto alcune immagini del raduno del 1989, qui a fianco il presidente dell’Aive Gianni Loffredo, a sinistra il segretario Giorgio Balestrero

timento Alto Tirreno» con tre giorni di regate, con gli yacht ospiti in Arsenale e visibili quando al termine di queste faranno ritorno in banchina, e poi sfilate e premiazione. Il 14 la flotta partirà per Marciana Marina all’isola d’Elba, dove, dal 18 al 21, vi saranno quattro giorni di regate per il Trofeo «Aethalia Epoca Race» sempre in area di pertinenza del Dipartimento. Il risultato finale delle due manifestazioni (un possibile insieme di ben 15 prove, una delle quali d’altura) assegnerà il Trofeo Luigi Durand de la Penne al migliore degli yachts d’epoca ed al migliore dei classici. Ma non solo… questa manifestazione entra a far parte del Campionato del Mediterraneo Occidentale, che

nasce quest’anno per sua iniziativa e comprende anche i raduni di Antibes, Napoli, Barcellona, Porto Rotondo e le Royales di Cannes, oltre alle cinque prove di trasferimento. «SI TRATTA di un notevole salto di qualità ed é auspicabile possa ripetersi annualmente, mettendo di fatto La Spezia, tra le capitali della «Vela d’Antan» con una fortissima visibilità in campo internazionale. Aggiungiamo anche la vocazione per le vele d’epoca della frazione delle Grazie e la presenza del Cantiere Valdettaro e delle sue condivise (dall’A.I.V.E.) iniziative ed il quadro si dilata ulteriormente. Lì, non a caso, negli ultimi anni le barche dell’Aive hanno dato spettacolo

con un defilamento in occasione della partenza della regata Durand de la Penne, ormai diventata una tradizione». Il Presidente dell’A.I.V.E. Gianni Loffredo è stato ospite della Spezia nella prima infanzia, quando subito dopo la guerra, suo Padre il Tenente Colonnello Ciro Loffredo, diresse il recupero degli innumerevoli relitti che ostruivano l’Arsenale militare ed è quindi forte il legame che lo lega ai luoghi ed alla Marina Militare. Un’amicizia, dunque, che viene da lontano. «Tornando alla Festa - spiega Balestrero - aggiungiamo che (in anticipo rispetto alla data tradizionale) si disputerà anche il Trofeo Mariperman ed è lecito stimare che in quei

giorni saranno in regata fuori diga più di centocinquanta imbarcazioni, oltre alla moltitudine di derive e vele latine che animeranno lo specchio d’acqua interno». IL GOLFO sta diventando polo d’attrazione per la vela, anche per quella al più alto livello, come dimostrato dalla presenza in questi giorni a Lerici delle classi Melges, vere Formula 1 del mare, per le regate internazionali della Volvo Cup con base al Circolo Erix. E’ auspicio, che questa collaborazione tra Comune, Dipartimento Militare Marittimo ed A.I.V.E dia alla Festa della Marineria un forte contributo e l’impulso a rinnovare per il futuro l’evento...


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IL MARE CI UNISCE

Barche, l’unione fa la forza

Ecco come diverse associazioni di appassionati fanno squadra

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UANDO l’unione fa la forza, il mare ci unisce. Non è solo un bello slogan, ma un progetto che è diventato realtà, contribuendo a cementare l’amicizia fra i marinai e a costituire una «colonna» della Festa della Marineria. L’approdo alla Spezia è l’epilogo di una lunga navigazione. Tutto ha origine la notte del Capodanno del 2000 quando il comandante Adriano Frassinetti, Danilo Figari, Andrea Della Casa e Luca Ciomei a bordo del Noroit, Jowl Bermudiano del 1922, durante una bolina indimenticabile davanti a Genova, mentre a terra si festeggiava il nuovo millennio, a bordo brindavano alla nascita dell’associazione Finn d’epoca, la mitica deriva monoposto. Questo piccolo equipaggio unito dall’amicizia e dalla passione per la vela e per il mare aveva appena suggellato un percorso di entusiasmi irreversibile. Passano pochi mesi ed ecco i scintillanti Finn di legno sfrecciare su Portofino in occasione dell’internazionale Bombolino d’Oro, su invito diretto di Carlo Croce, che da subito comprende l’iniziativa appassionandosi. L’anno seguente l’associazione dei Finn storici si evolve e su felice intuizione di Luca Ciomei, dell’amico Paolo Maccione, giornalista-cantore delle barche d’epoca, del Presidente dello Yacht Club Italiano Carlo Croce nasce l’Aide (Associazione Italiana derive d’epoca) con sede presso il suo socio fondatore Yacht Club italiano. «In soli 24 mesi l’Aide - ricorda Luca Ciomei - raggiunge una flotta di 100 derive in legno navigabili; complice di questo successo sicuramente il comitato d’onore composto dai più illustri nomi della vela e della marineria italiana, con a capo un presidente doc».

grande potenza e forza hanno voglia di fare e costruire insieme». Ora la bandiera «Imcu» sventola nel golfo della Spezia per il più grande raduno del Mediterraneo con tutta la sua flotta. In questa spiccano le vele latine, che, nell’occasione, oltre a fare vetrina alla Spezia, tornano protagoniste il 13 e 14 giugno alle Grazie (dove venne tenuto a battesimo, 4 anni fa, il primo raduno nel Golfo dei Poeti) e a Lerici (ora lanciatissimo nel recupero degli antichi gozzi). Impegnato in prima linea nell’evento, valido per l’assegnazione del trofeo Dodero, c’è Andrea Ghisalberti: un grande esperto, un grande tessitore. Lo affianca nell’organizzazione della regata Massimiliano D’Elia. E Roberto Roccati sta preparando una calda accoglienza dei gozzi a San Terenzo al termine di una veleggiata che sancirà l’abbraccio tra le due sponde del golfo. In occasione della Festa della marineria «Il mare ci unisce» si esibirà anche a terra, in una coinvolgente performance di pittura «en plain air» affidato al gruppo di pittori del progetto culturale «Dall’Evento al Documento» una realtà unica in Italia che ha come obbiettivo documentare con la pittura artistica gli eventi a carattere marinaresco.

IL PROGETTO si è sviluppato con il coordinamento magistrale di Marcella Rossi nell’ambito delle attività de “Il mare ci unisce». In occasione della “Festa della Marineria”, coordinati dall’artista Pietro Carisio, si esibiranno alla Spezia gli artisti: Angelucci Adolfo, Arrighi Vanessa, Astakhova Anzhelika, Balestra Anna, Bernardelli Alda, BetREMATA STORICA L’equipaggio del famoso Dragum di Camogli, armo misto a vela e toni Armanda, Biazzi Giulio, Brana remi, offrirà una grande testimonianza di amicizia al nostro golfo per la Festa della ca Lucia, Brundu Roberto, Burzi Marineria: condurrà l’imbarcazione, con una mega navigazione a remi, fino alla Spezia Pietro, Carisio Piero, Caruso Alberto Leonardo, Cordaz Rosanna, me provocazione cresciuto sulle solide fondamenta no le realtà associatiFLOTTA L’INIZIO Delfino Paola, FerliIL DENOMINAantitetica al cam- dell’Aide radunando a se, sotto ve nate nel Golfo dei Lo show Tutto iniziò durante to Marisa, Ferrari TORE comune del panilismo depres- l’egida Imcu, «Il mare ci unisce», ap- Poeti per promuoveRoberta, Figoli Masuccesso sembra prodi una ‘schiera’ una «bolina» sivo di due paesi punto, 65 associazioni tutte ope- re lo sviluppo della ria Giovanna, Fuprio essere la sincera di gozzi e derive nel Capodanno della riviera Ligu- ranti nella tradizione marinara na- vela latina, la prima sco Federica, Mepassione: il mare, la re, Camogli e Reczionale e internazionale. Ci sono, sulla sponda di Pod’epoca del 2000 rello Stefania,Nicovela e la tradizione mico, sottolineando fra l’altro: Federazione Italiana Ve- nente con ’cuore’ in lik Maurizio, Olivescelati insieme sono appunto che il ma- la, Yacht Italiano, Lega Navale Italia- città, la seconda sulla ri Michela,Olivieri Simone, Orecun cocktail che inebria tutti gli uo- re unisce e non divide, unisce le sponda di Levante, con ’capitale’ Lemini che sanno “volare” sull’acqua genti di diversi paesi vicini e lontani na, Aide. Univet, Federazione italia- rici, città teatro, nell’ultimo anno, chia Luca,Ottonello Paola, Piscini na canottaggio, Assonautica, Assoe volare con la mente tra le pagine fra di loro, unisce le culture e le tra- sub, I liguri nel mondo, La consulta di un’impressionante crescita di ar- Cristina, Porcu Francesca, Rinaldi della storia della marineria. Grazie dizioni, ripercorrendo la storia, gli ligure, A Compagna, Consolato del- matori che hanno recuperato anti- Alessandro, Roccu Sabrina, Rosi a questa miscela esplosiva nasce incontri degli antichi Liguri con po- la repubblica di Tunisia, Associazio- chi gozzetti per armarli con le vele Giada, Ruozzi Franca, Sammarchi Stefania, Sanguineti Giuliana, Sanna con spontaneità in seno all’Aide «Il poli lontani dell’isola di Tabarca, ne Aurora, La goletta, La mela ver- latine. grazie proprio ad Invelare. mare ci unisce», in primis come ra- Carloforte, Bonifacio, dell’Argenti- de, Il Quinto Remo, Asdec, Riva Hi- «Imcu - evidenzia Ciomei - non è Enrico, Sciaccaluga Claudio, Scotti duno di barche storiche di ogni clas- na etc etc. storical Society, Sta-I, Il legno un’associazione, non ha un codice Vinicio,Vicardi Paola, Zappalà Dase e tipo, come scommessa e co- La scommessa è vinta: oggi «Il ma- sull’acqua, Amici del museo Pietro fiscale non vuole formalizzare un at- niela. re ci unisce» è una classica del ca- Micca, Compagnia delle Vele Lati- to, ma è semplicemente il nome lendario velico italiano, anch’esso è ne, Invelare; queste ultime due so- del gruppo di associazioni che con


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DIDATTICA VISITE DEI RAGAZZI NEL CANTIERE E NEL SITO INTERNET CHE DOCUMENTA IL RESTAURO

Il veliero torna a splendere dopo i lavori in Arsenale MARCO Tibiletti (nella foto), presidente dell’Associazione «La Nave di Carta» è esausto ma felice. E’ riuscito a portare a termine, con i suoi stretti collaboratori, l’impresa di restaurare la goletta Oloferne per farla tornare a solcare il mari del Golfo e dell’Alto Tirreno e rilanciare così i progetti didattici e sociali di cui si è resa prota-

gonista negli ultimi anni sulle ali dell’integrazione e della solidarietà. Sì, perchè tra i ’marinai’ ci sono stati spesso, e ci saranno, ragazzi diversamente abili. Il restauro dello scafo dell’Oloferne è stato eseguito in un’area dell’Arsenale, messa a disposizione dalla Marina, con l’impegno in prima linea del maestro d’ascia Aurelio Martuscelli. Allesti-

mento e messa a punto dell’imbarcazione sono avvenuti al Fezzano, base dell’Oloferne. Anche le operazioni di refitting si sono risolte in una testimonianza didattica; è accaduto attraverso le visite degli studenti di scuole superiori e medie nel cantiere allestito in Arsenale e, soprattutto, attraverso le visite al «cantiere virtuale» su Internet: nel sito www.navedicarta.it sono state documentate tutte le varie fasi del restauro.

ASSOCIAZIONE NAVE DI CARTA

Quando la vela è scuola di vita Le crociere didattiche sulla goletta Oloferne e il ketch Mariangela

I

GIOVANI e la vela. Da una parte l’affacciarsi all’esistenza che si apre alla responsabilità, dall’altra un’attività sportiva carica di cultura, di valori, di insegnamenti capaci di forgiare fisico e coscienza. Per questo l’incontro fra giovani e vela è fecondo, pieno di emozioni e implicazioni. Sì, in gioco non c’è solo il piacere di andare per mare, il sano esercizio atletico. Ma un’esperienza che diventa scuola di vita, situazioni che si traducono in lezioni valide ogni giorno, fra le creste delle onde e fra le mura domestiche o di scuola, di ufficio, di fabbrica. Per dimostrarlo abbiamo scelto un approccio al tema in...diretta. Ci siamo imbacarti prima sulla goletta Oloferne e poi sul ketch Mariangela, entrambe imbarcazioni nella disponibilità dell’Associazione La Nave di Carta che fa dell’educazione dei ragazzi alla cultura del mare una missione e che, negli ultimi anni, ha interagito col Comune della Spezia (col Progetto Ulisse) e col Comune di Porto Venere (col progetto la Scuola in barca) realizzando avvincenti crociere didattiche con decine e decine di ragazzi ad epilogo delle lezioni teoriche a scuola. Ma eccoci sull’Oloferne, per una cronaca in diretta.

scorre sulla sinistra e i ragazzi si cimentano nella stima del punto-nave tenendo conto del tempo, della rotta, della velocità media. «Ma allora dovremmo vedere il faro della secca della Meloria». Detto, fatto: eccolo là. Analizzare la situazione, elaborare i dati e prevedere. Un percorso logico, valido per ‘domare’ ogni evento del vivere quotidiano.

Veleggiate, incontri e concorso per la Festa della Marineria LA NAVE di Carta e Seaproject organizzano varie di iniziative per far conoscere i vari aspetti della navigazione a vela, della biologia marina e delle tradizioni del Golfo: un’aula didattica sarà allestita sulla passeggiata Morin nei pressi del pontile dei catamarani a cui sarà ormeggiato l’Oloferne; lì istruttori di vela e biologi marini coinvolgeranno i passanti. A disposizione dei visitatori anche imbarcazioni per provare l’emozione di un’uscita a vela. Per i ragazzi delle medie il concorso “Conosci il tuo Golfo?”: 10 domande su tradizioni e curiosità. Sabato 13, domenica 14 e lunedì 15 tre conferenze in collaborazione con la casa editrice Mursia: con lo scrittore Simone Perotti che parlerà di “Storie di Pirati nel Golfo di La Spezia, con l’atleta Matteo Miceli che racconterà il suo record di traversata atlantica in solitario “L’oceano a mani nude” e Marco Tibiletti, presidente dell’associazione La Nave di Carta che parlerà di “Meteorologia e sicurezza in mare” in collaborazione con la Capitaneria. Informazioni sul sito www.seaproject.net o www.navedicarta.it.

LA SUA PRUA fende il mare con eleganza, inanellando perle di spruzzi che brillano sulla randa terzarolata.Se non fosse per la lancetta dell’anemometro che, sotto raffica, balza sui 30 nodi, quasi non sembrerebbe che il vento, da Sud, abbia raggiunto la forza di burrasca. Del resto lo skipper Marco Tibiletti infonde sicurezza. Ma un agghiacciante ‘strap’ fa breccia nel concerto di suoni prodotti dal mare e dal vento. «Ahi, la randa è andata...non avevamo i soldi per E’ bravissimo Lucomprarne una nuoESPERIENZA ca a domare la ranva e quella vecchia ha La barca da imbizzarrita. ceduto». Sì, si è apercome strumento «Manovra riuscita a tre-quarti d’altezper educare ta, bravi ragazzi!», za. E ora c’è da tirarla plaude Marco. Soalla responsabilità giù. A bordo dell’Olospiri di sollievo a ferne quattro marinai bordo. Un pizzico stanno coordinandosi nell’impegnativa manovra. Marco di orgoglio. La consapevolezza di al timone, Ennio alla drizza, Luca e quanto sia importante il gioco di Fanja al boma, gli altri a vedere, squadra. A bordo. Ma anche nella pronti ad intervenire. Prua al vento vita di tutti i giorni. «Le sventole e... giù la randa. La vela sbatte furio- non si prendono solo in mare. L’emergenza è dietro l’angolo sulla sa. La barca si impenna sulla cresta terra ferma. E bisogna stare seme precipita sul cavo dell’onda. Un pre guardinghi...», E’ Ennio che parsali e scendi che scuote le viscere. la: centinaia di migliaia di miglia sul groppone, oceani visti da vicino. Ha lasciato l’interminabile restauro

del suo ketch per «consacrare» una giornata ai ragazzi, per trasmettere loro la passione per il mare, per la vela, istruirli alle tecniche della navigazione e...far capire loro che un buon marinaio è anche un buon cittadino. Stessi desideri quelli di Luca e Fanja, colonne portanti dell’Associazione La Nave di Carta. Destinatari della «lezione» sono Alessio, Luca, Flavia, Alessandro. Semplicità. E’ il leit motiv col quale vengono affrontati temi e tecniche di navigazione. A cominciare dalle istruzioni a Flavia, che è al timone. Dice Ennio: «Punta la prua sull’obiettivo. Usa lo strallo come fosse un... mirino». E poi, occhio alla bussola.

QUALCHE giorno dopo eccoci sul ketch Mariangela. Sul mare a specchio avanza una distesa di onde gentili. Qua e là spunta qualche timida cresta. L’aria si rinfresca e gli zip scorrono sulle cerate. Le vele fino ad allora ciondolanti prendono la forma di due ali di gabbiano. E spingono, spingono. Finalmente il vento è arrivato: 10 nodi da Sud, Sud Ovest. Quanto basta al Mariangela per spiccare il volo e per far vedere quanto vale. «Che meraviglia», «Che goduria», «Uao, questa sì che è vita», nell’equipaggio - a quattro miglia dall’isola del Tino - è tutto un intrecciarsi di affermazioni all’insegna del piacere. L’attenzione è alle stelle quando parla il comandante Ennio. Sanno che ogni parola scaturisce da anni e anni di esperienza. E capiscono al volo, ad esempio, come il massimo rendimento delle vele si gioca su manciatine di centimetri di scotta e occorre essere ben sincronizzati col vento e con gli altri membri dell’equipaggio, per effettuare le migliori regolazioni, al momento giusto. E lo sguardo batte, al tempo stesso, a 360 gradi, «perché in mare bisogna sempre guardarsi attorno. Un po’ come nella vita per non prendere delle musate e cogliere al volo le opportunità che si presentano». Così come ora, scorgendo la raffica che si avvicina, per sfruttarla a doGIOVANI vere. Mariangela DOMANDA proInsieme accelera, si inclina, vocatoria di Luca ai per crescere regala emozioni. E, ragazzi: «Ma è la buscome marinai intanto, a bordo i sola che gira o la bare cittadini ragazzi si conoscoca?». Un po’ di smarno sempre più in rimento, sguardi che profondità, altersi incrociano. Poi Fanja toglie i ragazzi dall’imbarazzo: nandosi al timone. Cosa cerchi in «Ognuno ha le sue fissazioni... La barca Antonella? «E’ un po’ una sfibussola è fissata col Nord. Punta da con me stessa. Qui non bisogna sempre lì». E così via, fino ad ap- rilassarsi. Occorre sempre essere prendere che in mare non c’è il chilometro, ma il miglio. E per impri- concentrati. E’ un’utile palestra anmere la nozione della memoria, che per la vita, ti abitua alla volontà Marco sottolinea col sorriso: di dare sempre il massimo». «Non il miglio che si dà agli uccellini». Tutti a ridere. La costa intanto


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CREAZIONE Francesco Faggioni e Michele Balistreri, il team del Quinto Remo con Fabio Castiglia (sulla sinistra), Antioco Tilocca e il varo del Quinto Remo

CADIMARE

La Baracca del maestro d’ascia Il museo vivente degli attrezzi della famiglia Faggioni IMPRESA

Qui è nato il «popolo» del Quinto Remo LA BARACCA della famiglia Faggioni è ora un museo... vivente. Nel senso che è custode di tesori - gli attrezzi dei maestri d’ascia - che sono a disposizione di chi ne apprezza il valore e, naturalmente, è capace di usarli. La dimostrazione più bella e corale è avvenuta con i lavori che hanno dato forma al «Quinto Remo», il veliero nato sulle spoglie di una vecchia lancia di salvataggio. Un’operazione diretta dal comandante Fabio Castiglia che, sull’onda di una travolgente passione, è riuscito a mobilitare decine di vecchi maestri d’ascia e operai dei cantieri navali per realizzare un’impresa davvero unica. Al suo fianco fra i collaboratori di prima linea Castiglia aveva Francesco Faggioni, detto ’checco’, ’custode’ della Baracca: è stato lui, ad esempio, a realizzare il disegno dalla quale ha preso forma la trasformazione della lancia di salvataggio in ’caracca’, nome che può apparire anomalo, ma altro non è che una specifica tipologia di veliero. Quella del «Quinto remo», appunto, che sarà tra i monumenti naviganti protagonisti della Festa della Marineria: durante l’evento, domenica 14 giugno alle 17,30, sarà riproposto, alla passeggiata Morin, il varo, secondo l’antica tecnica degli ’scivoli’.

I

L BORGO marinaro di Cadimare, la conosce come Baracca: essa ha rappresentato da sempre un esempio per tutti coloro che, lavorando con il mare, hanno fatto di questo luogo un punto di riferimento per costruzioni ex novo, riparazioni o luogo di incontro dove poter ascoltare storie di mare affascinanti o più semplicemente per scambiare quattro chiacchiere con chi ha aperto ogni giorno questa magica bottega. La Baracca, un semplice capannone di 8 metri per 5 con il tetto in lamierino ondulato, le pareti esterne composte a doghe di larice incastrate ed il pavimento a tavoloni larghi di pino fanno da involucro all’ultima testimonianza ancora superstite nel nostro golfo del laboratorio-fucina del “Mastro d’ascia”. Costruita nel 1920 da Guido Faggioni e dai suoi fratelli, tutti Maestri d’ascia, proprio di fronte alla propria dimora nell’area che oggi è di proprietà dell’aeronautica militare, è una delle più datate concessioni demaniali nel Golfo dei poeti. Fu agli inizi degli anni ‘30, quando venne impo-

sta dal governo Fascista la costruzione della base per idrovolanti, che la Baracca venne fatta slittare fino all’attuale sito. QUI LE BARCHE si concepivano, tracciavano e costruivano con il garbo, ovvero con quella sensibilità che è anch’essa parte, forse la più importante, di quello che oggi chiamiamo “know how”; la stessa sensibilità che sta alla base di qualsiasi arte come è quella, appunto, del maestro d’ascia, progettista ed interprete dello scafo da costruire. È questo il caso dello scafo più noto tra quelli usciti dal laboratorio dei fratelli Faggioni che nel 1934 realizzano la nuova barca da regata per il Palio del Golfo. Un “violino” che, per le rivoluzionarie forme del suo scafo

-composto da ordinate di olmo, fasciame di douglas da 6 mm di spessore e per il suo straordinario peso di soli 54 chilogrammi detta per prima i canoni del regolamento della prestigiosa competizione tra le borgate del Golfo. Questo regolamento rimarrà in vigore fino alla fine degli anni settanta, quando un altro mito, progettato dal compianto yacht designer Ugo Faggioni (figlio di Guido), costringerà i commissari a modificare il regolamento, per porre fine alle sue ripetute e schiaccianti vittorie. È il luglio del 1934 quando la madre dei fratelli Faggioni, Isolina, muore. Essendo anche questa barca, come le precedenti che avevano rappresentato Cadimare nel Palio, proprietà privata della famiglia Faggioni, viene pittata di nero per onorare il re-

cente lutto. VINCENDO la rivincita del Palio di quell’anno, l’elegantissima imbarcazione passa alla storia come il Gatto nero, tutt’oggi un mito per l’intera borgata di Cadimare. Gli anni passano e la Baracca è sempre più attiva, una vera e propria fucina da cui usciranno gozzi e canotti che vengono commissionati al buon Guido da varie parti del golfo. Qui si riparano o calafatano, inoltre, tutte le imbarcazioni dei pescatori locali che affidano alle mani esperte di Guido la loro preziosa fonte di sostentamento. Con la scomparsa di Guido, avvenuta nel 1977 la baracca rimane parzialmente attiva grazie alla volontà dei figli Ugo e Francesco che vedono in un “allievo” di Guido, Carlo Maddaluno (più noto come Carletto) la persona più adatta per mantenere in vita quei metodi di lavorazione artigianale già in via di estinzione. Per anni, nelle ore libere, Carletto aiuta per puro diletto tutti coloro che necessitano interventi più o meno importanti su scafi di legno.

MITO NEL GOLFO L’ARCHITETTO CHE HA SEGNATO LA STORIA DELLE BARCHE

Ugo, il «genio» delle barche DAGLI SCEICCHI arabi suoi clienti abituali ai più umili operai dei cantieri navali esecutori delle sue idee, fino alle schiere di giovani studenti della Scuola di progettazione nautica, poi diventata Università. Ugo Faggioni (nella foto insieme al figlio Stefano), camadoto doc, riusciva ad entusiasmare, ad emozionare tutti; con i suoi progetti, col suo sapere, col candore della sua modestia. Ma lui era fatto così: semplice e vero. E geniale. Per questo ha lasciato un enorme vuoto nel mondo della nautica quando ha ’salpato’ l’ancora per navigare nel cielo, nel 2000. Un vuoto nel mondo accademico e del design navale, di cui è stato protagonista, con le innumerevoli imbarcazioni - navi mercantili, militari e soprattutto yacht - «partorite» dalla sua fertile mente o, nel caso delle barche d’epoca, riportate al loro originario splendore con la conduzione dei restauri. Barche che solcano e suscitano ammirazione in tutti i mari del globo. Le parole di Angelo Beconcini, degli omonimi cantieri che hanno fatto la storia nel restauro delle barche d’epoca, danno l’esatta portata del valore dell’architetto spezzino: «Ugo era speciale, unico.

Lui le barche le pensava e le disegnava in ogni particolare; conoscendo in profondità tutte le problematiche della costruzione, dell’impiantistica. Di solito c’è l’ingegnere specializzato nelle linee d’acqua, nella struttura....lui era tutto. Un tecnico eccezionale; ma anche un artista. Un genio». Vittorio Garroni Carbonara, che fu suo preside all’epoca dell’insegnamento nella Scuola di progettazione nautica dove Ugo insegnava, evidenzia: «La sua cultura sembrava non avere confini; la sua umanità calamitava l’affetto non solo di chi lo circondava, ma anche di chi gli parlava per la prima volta». Perchè Ugo era sempre se stesso; perchè per lui importava l’essenza delle cose e aveva un grande rispetto per gli altri, a cominciare dalla gente «sanguigna» del suo paese: Cadimare. Lui esponente di punta di una famiglia che, consacrata all’arte delle costruzioni navali, ha fatto la storia della borgata. Ugo era figlio di Guido, mitico maestro d’ascia. Fu lui ad istillargli la passione per le barche, fra il profumo dei trucioli e della pece. E, di generazione in generazione, questa si è radicata in Stefano, figlio di Ugo, di cui ha ereditato passione, genio e signorilità.


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BORGATE

Massimo Gianello pilastro del Palio

EMOZIONI Il ritorno alle Grazie della mitica imbarcazione «Nella» con la quale la borgata vinse il Palio nel 1933

Palio, il ritorno di Nella come una grande star Vinse la disfida nel 1933, ritrovata e restaurata

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SANNATA come una star: una folla ad attenderla, campane della chiesa suonate a distesa, un mazzo di fiori allungato da una mano gentile, discorsi e applausi che venivano dal cuore, in un clima di contagiosa tensione comunitaria. Così, il 18 marzo del 2006, l’accoglienza di Nella alle Grazie, proveniente da Beverino (dove era ricoverata, in un fondo). Sì, la storica barca che nel 1933 vinse il Palio del Golfo è tornata a casa, dopo oltre settant’anni. Auspicio concretizzato per gli anziani proprietari - i fratelli Franco e Vittorio Borachia - che volevano assicurare allo scafo un futuro degno della sua storia; occasione d’oro per i graziotti di rinvigorire le radici attraverso il recupero della memoria affinché le nuove generazioni tengano sempre alta la bandiera dell’identità del paese. Come si conviene nei momenti importanti della vita comunitaria, c’erano il sin-

daco, il parroco, assessori, consiglie- Rosa, Giovanni Canepa, Umberto ri comunali, esponenti delle realtà as- Bello, Domenico Minchella, ma ansociative (Borgata marinara, Forza e che quello che, nel 1951 (quando il Coraggio, Pubblica Assistenza, Co- regolamento del Palio era consolidamitati di salvaguardia ambientale) ad to e gli uomini facevano davvero la accogliere quello che è un gioiello di differenza) trionfò nella disfida refamiglia. Al loro fianco, insieme al miera: Ettore Bello, Giuseppe Fiori, presidente della Pro Guido Chiesa, GiuLoco Giovanni Pegazseppe Broccini e LE GRAZIE zano - gran cerimoAlessandro Spina, alLa bella storia niere della giornata lenati, guarda caso, c’era Sandra Griva, da Aristide Guano, del recupero il maestro d’ascia moglie di Mario Gardi un’imbarcazione che costruì lo scafo zia, 94 anni, ex comche ha fatto epoca di Nella e che lo batponente dell’equipagtezzò con questo gio che contribuì ai successi al Palio del Golfo nel 1932 e nome in omaggio alla nipote. Anche nel 1933; lui, proprio il giorno prima per lei, dunque, momenti di commodell’arrivo di Nella, ha avuto un pic- zione nei ricordo dello zio che non colo malore ed è stato ricoverato. c’è più. L’abbraccio fra passato, preChissa, forse è stato l’effetto sente e futuro ha costituito il filo dell’emozione... Ora sta benone e conduttore dell’intervento del presi‘stimola’ i ragazzi in corsa per il Palio dente della Pro Loco Giovanni Pead imitare l’equipaggio di allora, co- gazzano, nel richiamo ai tratti caratstituito, oltrechè da lui, da Giuseppe teristici dell’identità del borgo, culla

di marinai, palombari e maestri d’ascia. E proprio per conservare la memoria dell’arte delle costruzioni navali, nell’estremo tentativo di rilanciare l’antico mestiere (fra le espressioni più alte dell’ingegno e della manualità) che Nella è tornata a casa. Con un occhio rivolto al futuro, là dove la sua presenza diventa una tappa del percorso intrapreso dal Comune per qualificare l’offerta nautica delle Grazie con l’ospitalità alle barche d’epoca a vela. Naturale, tornando a Nella, l’affidamento dello scafo al cantiere navale Valdettaro, per un opportuno restauro. E’ riuscito perfettamente. E Nella, splendida splendente, ha avuto altro momento di gloria: è stato utilizzata come altare nella celebrazione della Santa Messa al cantiere Valdettaro in occasione del raduno delle barche d’epoca, lo scorso settembre. Lì ora è in mostra, per la Festa della Marineria.

LA FESTA della Marineria non sarebbe mai nata se non fosse esistito il Palio del Golfo. Sta lì il cuore delle nostre radici marinare, sta lì la prima intuizione che, due anni fa, costituì una piccola anteprima della Festa della Marineria, con l’ormeggio al molo Italia di alcune tall ship: le navi scuola Palinuro, Libertad, Guays con la cornice di alcune barche d’epoca. Un’operazione quella che vide impegnato in prima linea, fra gli altri, il presidente del comitato delle borgate Massimo Gianello (nella foto). E’ lui che porta sulle spalle la fatica dell’organizzazione del Palio del Golfo e del rilancio in grande stile della disfida remiera. Una passione nata nella sua borgata, il Muggiano dove, a partire dagli anni Ottanta, è stato dirigente della Società «Guido Ringressi». Il suo cuore batte sempre per i colori rossoblù. Ma la funzione gli impone un ruolo superpartes. Tutti i capi borgata gli riconoscono equilibrio e dedizione. E il Comune gli riconosce l’onere e l’onore di pilastro del Palio del Golfo. «L’impegno è gravoso ma i risultati, che passano per l’entusiasmo della gente delle borgate, mi ripaga. Un impegno, voglio precisare, corale: di tutto il Comitato. Avviene sulla spinta dell’amore per il nostro golfo, col desiderio che sia conosciuto da sempre più vaste platee. La Festa della Marineria è un’ottima occasione».

EVOLUZIONE LO SVILUPPO DELLE IMBARCAZIONI CHE ‘ACCENDONO’ L’ENTUSIASMO DELLE BORGATE DEL GOLFO

In principio fu una gara fra muscolai al rientro dai vivai

L’INIZIO Al rientro dai vivai, i muscolai gareggiavano per un bicchiere di vino

IN PRINCIPIO, all’inizio degli anni Venti, era un confronto fra muscolai, i coltivatori di cozze (che alla Spezia tutti chiamano muscoli) per giocarsi una bevuta o una cena, da gustare al rientro della faticosa giornata trascorsa in mare per guadagnarsi da vivere. In poco tempo da sfida tra equipaggi differenti per zona di ‘vivai’, con le rispettive barche da lavoro, è diventata una gara tra le tredici borgate del Golfo dei Poeti. Nacque così, nel 1925, il Palio del Golfo, la gara remiera su un percorso di 2000 metri quattro lati da 500 metri con tre giri di

boa - su gozzi a quattro vogatori (oltre i 18 anni) e timoniere (possibilmente un bambino sveglio e smilzo) che, da 84 anni a questa parte, la prima domenica di agosto, costituisce l’evento clou dell’estate spezzina. Riconosciuta dalla Federazione italiana di canottaggio a sedile fisso, gestita dal Comitato delle borgate insediato nel Comune della Spezia, nel corso dei decenni la disfida ha portato all’affinamento degli scafi: da pesanti barche da lavoro a piccoli bolidi di legno in lamellare di 5.70 metri di lunghezza ed 1,40 di larghezza, col confronto fra

progettisti e maestri d’ascia che ha scandito lo sviluppo della specie, nel rispetto delle norme del regolamento che detta le condizioni all’interno delle quali può spaziare la fantasia. Una famiglia di architetti e maestri d’ascia ha, in particolare, segnato la storia dell’ottimizzazione delle linee e delle soluzioni costruttive degli scafi, la famiglia Faggioni di Cadimare, con il compianto yacht designer Ugo Faggioni e il fratello Francesco che, negli anni Ottanta, diedero luogo ad una vera e propria rivoluzione progettuale, a cui si sono poi adeguate le altre borgate.


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MITILICOLTURA

Muscoli, delizia del mare spezzino CosĂŹ l’idea tarantina si radicò nel golfo: un sito ideale LAVORO

Un valzer di cooperative sociali

DOPO la Seconda Guerra Mondiale si costituirono quattro cooperative di mitilicoltori: la “Proletariaâ€?, la “Socialeâ€?, la “Spezzinaâ€? e la “Speranzaâ€? che si sciolsero in breve tempo a causa dell’evento colerico di Napoli, meno la “Proletariaâ€? che incorporò le altre. Le ditte concessionarie che ne facevano parte erano per lo piĂš a a conduzione familiare. In quel periodo, per la costruzione degli impianti, si utilizzavano pali in legno preferibilmente di castagno, ricco di tannino e quindi piĂš resistente all’azione distruttiva della “brumaâ€?, un tarlo che prediligie i legni sommersi, conficcati per circa due metri sul fondo marino ed uniti a pale d’acqua da un reticolo di funi di erbe palustri. Appese a quest’ultime venivano poste perpendicolarmente le “resteâ€? confezionate con altre funi vegetali intrecciate, le quali dovevano essere sostituite spesso poichè facilmente deteriorabili.

E’

L’ESPRESSIONE piĂš... saporita del Golfo dei Poeti. Anzi di piĂš: un’emblema. Parliamo della mitilicoltura. Un’attivitĂ praticata in cooperativa da un’ottantina di muscolai, con impianti nella rada interna e in quella esterna del Golfo e nel canale di Porto Venere e stabulatore a Santa Teresa che garantisce qualitĂ e sicurezza sanitaria del prodotto tipico. Una storia antica quella della mitilicoltura spezzina, di cui ricorriamo gli albori. L’allevamento dei mitili alla Spezia risale al 1887. Ne furono promotori due illustri biologi naturalisti: il professor A. Issel (che nel suo volume “Istruzione, pratiche per la ostricoltura e la mitilicolturaâ€?, pubblicato a Genova nel 1882, indicava il golfo della Spezia luogo particolarmente adatto per tale molluschicoltura), il professor Davide Carazzi che appoggiò il primo ostricoltore e mititlicoltore della zona, Emanuele Albano. QUESTO ultimo avendo a sua volta intuito che il nostro Golfo sarebbe stato il luogo adatto all’espandersi della nuova attivitĂ , giunse a La Spezia nel 1887 portando con se, dalla natia Taranto, un bagaglio di utili esperienze circa l’allevamento dei molluschi in questione.

I primi tentativi dettero esiti incoraggianti soprattutto per quanto riguardava la coltivazione delle ostriche e nel 1890 l’Albano riuscĂŹ, insieme ad illustri spezzini quale lo stesso Carazzi ed il Sotto Prefetto della cittĂ Pietro Savio, a costruire la S.a.S. “E. Albano & C.â€? con capitale sociale di 18.000 lire. L’impresa visse quindici anni, tra varie peripizie e ristrettezze, raggiungendo comunque il primato, rispetto a Taranto, per soliditĂ della conchiglia e grossezza degli esemplari, ma franando innesorabilmente sotto il profilo economico. Intan-

to, a seguito delle prime positive esperienze compiute dai pionieri della molluschicoltura, altri esponenti dell’industria tarantina si trasferirono nel nostro mare apportando modifiche alle tecniche di coltivazione ed imprimendo nuovi orientamenti ed indirizzi commerciali. FU PROPRIO a seguito del contagioso entusiasmo delle famiglie tarantine dei Fago, Martera, D’Ippolito, Papocchia ed altre che, anche spezzini, quali Carozzo, Borio, Guidi, Di Francesco, Godani,

Majoli, si dedicarono a questa particolare coltivazione. Dopo la Prima Guerra Mondiale, mentre la produzione dei mitili aumentava vistosamente ed il relativo consumo si allargava alla gran massa della popolazione, l’ostricoltura toccava l’apice della decadenza per difficoltà tecniche imputabili alla scarsa richiesta del frutto stesso sul mercato, a deficienze produttive ed, in definitiva, al fatto che il prodotto risultava poco remunerativo per il coltivatore. La piÚ larga diffusione di consumo dei mitili ed il conseguente aumento della richiesta da parte dei consumatori fecero si che le installazioni di nuovi vivai, atti esclusivamente a questo tipo di coltivazione, si moltiplicassero sia all’interno della diga foranea che all’esterno di essa. PER ESIGENZE militari si dette la precedenza all’installazione di nuove strutture nella zona che si sviluppava ad est del porto mercantile fino a San Bartolomeo ed ad ovest dello stesso fino alle Grazie. Si costruivano nuovi vivai anche a Porto Venere e nello specchio d’acqua antistante l’isola Palmaria, mentre solo successivamente vi fu la possibilità di ottenere il permesso anche nelle zone dell’Olivo e Panigaglia.

SANTA TERESA L’INNOVAZIONE CHE SI SPOSA CON LA QUALITA’

La garanzia dello stabulatore NEL 1973 il mercato ebbe una battuta d’arresto dovuta ad una grave crisi in cui precipitò il settore. Tutto colpa di quello che accadeva a Napoli. LaggiĂš furono immessi nel mercato ingenti quantitativi di frutti allevati in acque molto inquinate. Risultato ne fu che, balzato alla ribalta delle cronache di tutti i giornali, il mitile fu associato ad una parola che suscitava scalpore ed inquietudine nell’opinione pubblica: “coleraâ€?. Fu cosĂŹ ordinato il blocco delle vendite su tutto il territorio nazionale con conseguente abbandono dell’attivitĂ da parte di molti mitilicoltori mentre, nel contempo, venivano emesse disposizioni ministeriali ordinanti lo smantellamento dei vivai posti in zone non perfettamente salubri, anche se situati a piĂš di 500 mt. da una fonte di inquinamento. La legge 2 Maggio 1977 nr.192 emessa dal Ministero della SanitĂ impose successivamente l’obbligo di depurazione dei mitili con la stabulazione, processo di sterilizzazione del frutto in apposite vasche con acqua trattata e filtrata. Lo stabulario venne costruito a Santa Teresa. I condizionamenti legislativi che seguirono il fe-

nomeno “coleraâ€? introdussero quindi cambiamenti sostanziali nel settore. I produttori spezzini decisero infatti di riunirsi in una cooperativa, la “Mitilicoltori Associatiâ€? per quanto riguardava la gestione dell’attivitĂ del complesso di stabulazione, affidando la commercializzazione del prodotto ad un’altra cooperativa, la “Cooperativa Mitilicoltori Spezziniâ€?. OGGI, anche nel nostro Golfo è stato introdotto un nuovo tipo di vivaio dove i pali tradizionali hanno ceduto il posto ad impianti galleggianti costituiti da fusti in plastica (PVC), fabbricati appositamente ed ancorati a corpi morti sul fondo. Questo sistema, pur essendo piĂš economico, non è molto funzionale e si tende generalmente, ad utilizzare il palo che assicura maggior quantitĂ di raccolto. E’ metodo preferibile, viceversa, in presenza di fondali alti in cui evitare il trascinamento e l’abbattimento di pali risulterebbe difficile, come nel caso del vivaio posto sul lato ponente della nostra diga foranea (nei pressi di Le Grazie), dove il fondale misura 12 metri e le correnti sono numerose.

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CAMPIONESSE

Ottavia e Matilde ‘regine’ della vela

NAVIGATORE Il comandante Fabio Vespa durante il giro del mondo in solitario a vela davanti al mitico Capo Horn

Il giro del mondo in 1000 giorni L’impresa velica di Fabio Vespa La missione: mettere in rete i sistemi di salvamento

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GIORNI a tu per tu col mare e col vento, in tutte le loro manifestazioni: piacevoli, impegnative, talvolta agghiaccianti, girando attorno al mondo da est verso ovest, via Capo Horn, su una barca di 14 metri armata a cutter, contro i venti e le correnti dominanti, inseguendo gli orizzonti, in ogni Oceano. L’impresa l’ha compiuta il comandante spezzino Fabio Vespa, originario di Marola.Partito dal porticciolo dell’Assonautica alla fine dell’ottobre del 2000, vi ha fatto ritorno il 29 agosto del 2003, dopo 33mila miglia di navigazione attraverso le quali ha coronato un sogno. Un sogno che è diventato realtà a prezzo di scelte che, per come la stragrande maggioranza delle persone concepisce la vita, paiono assurde. Lasciare un tranquillo lavoro d’ufficio per lanciarsi in una navigazione di 33mila

miglia piena di incognite appare, diciamocelo, un assurdo. Ma Fabio non è, ovviamente, un uomo comune, checchè lui ne dica nella sua infinita modestia.

taggio, ottenendo ottimi risultati agonistici.

A METÀ degli anni 70 la consacrazione alla vela. A 20 anni era istruttore di vela. «Col tempo, dopo corMOLTI, soprattutto nell’ambiente si, studi e imprese sul campo, è maturata anche la spevelico, lo conoscocializzazione nel salno da tempo, anche AVVENTURA vamento», spiega per aver ‘patito’ le Su una barca col culto dela sicusue prodezze sui rezza in mare che è campi di regata, sodi 14 metri un suo chiodo fisso prattutto negli anni a spasso . Un’altra vocazio80, quando era armatra gli oceani ne di Fabio che saltore e skipper di una da il piacere persobarca d’epoca. Ma il feeling di Fabio col mare parte da nale di andare per mare a quello di lontano. «Una questione di sangue, rendersi utile agli altri. «Anche il giforse, visto che i miei avi hanno navi- ro del mondo - spiega - è servito gato», dice col pensiero che corre a per compiere una missione: monitochi ora si bea dell’azzurro del cielo. rare le diverse metodologie di salvaFin dall’infanzia e nell’adolescenza mento acquatico nelle varie parti Fabio ha forse trascorso più ore del globo per traguardare, in futunell’acqua che sulla terra, iniziando ro, la codificazione di standard cocol nuoto per poi passare al canot- muni».

FABIO è anche un bravo giornalista nautico: collabora con varie riviste. Attualmente si è messo, per così dire, a ridosso, nel senso che non si cimenta più in imprese no-limits. Ciò non toglie che continui a fare della responsabilità il suo leit motiv sul mare, insegna come docente esterno dell’Istituto Nautico Fiorillo di Marina di Carrara ma soprattutto è comandante del Meltemi, una splendida navetta d’epoca, classe 1931, ex nave ospedale, ora da diporto, per il piacere dei suoi ormatori. Il ’gioiello’ è di base alle Grazie. Grazie anche ad essa l’insenatura è andata qualificandosi come oasi delle barche d’epoca. Fabio ama le cose antiche, i reperti della marineria. Ha dato la sua disponibilità a restaurare la vecchia gru che era posta sulla banchina di Ria.

AMBITO riconoscimento nazionale per Ottavia Raggio e Matilde Pitanti, giovani promesse del Circolo Velico della Spezia: hanno ottenuto il Premio «Italia per la vela» al Trofeo Accademia di Livorno, una sorta di ‘oscar’ alla carriera, tanto più di valore se si considera che entrambe hanno 15 anni. Ottavia e Matilde stanno, infatti, dominando la scena velica della classe 29er, deriva doppia di nuova generazione, sorella minore della classe olimpica 49er, scafi dalle prestazioni mozzafiato. Il successo ha premiato la costanza di rendimento ai vertici, che ha contraddisinto l’equipaggio spezzino nel corso del 2008. Sempre nel podio in tutte le regate nazionali alle quali hanno partecipato, le nostre veliste hanno coronato l’annata vincendo il titolo nazionale femminile conseguito sul Lago d’Iseo nel mese di giugno, giungendo poi dodicesime al mondiale Isaf svolto in Danimarca nel mese di luglio e concludendo al diciannovesimo posto e terze tra gli equipaggi femminili su un lotto di 145 concorrenti la manifestazione continentale svolta in Olanda ad agosto. Una stagione fantastica che ha contribuito a premiare Helly Hansen e Rex Navi, due aziende che, ancora una volta, hanno deciso di legare il loro nome alle gesta di queste atlete, aiutandole nella impegnativa campagna. Insomma, due sponsor che... sanno guardare lontano.

PERSONAGGIO SECONDO ALLA OSTAR, HA NAVIGATO A VELA ANCHE... NEL DESERTO DEL SAHARA

Mauro Melis, il mare nel sangue e nell’anima

AVVENTURA Mauro Melis a vela sugli Oceani e nel... Sahara

NAVIGA da quando aveva 10 anni. Ha iniziato sugli Opmist, approdando poi ad altre derive e agli yacht per impegnative navigazioni d’altura. Ha solcato in lungo e in largo il Mediterraneo per poi ‘battere’ l’Oceano Atlantico e l’Oceano Indiano. Mauro Melis è uno degli orgogli della marineria spezzina. Nel 1992, anno colombiano, ha partecipato alla Ostar, regata transatlantica da Plymouth(GB) a Boston (USA): 2800 miglia in solitario. E’ giunto al secondo posto con l’imbarcazione Prospect of La Spezia. E’ anche un bravo scrittore. E’ autore

del libro “Atlantico... che stress” (ed Mursia) che narra la traversata. E’ inoltre un «maestro» della sicurezza e della sopravvivenza in mare. Ha svolto numerosi corsi; Fra i suoi allievi Patrizio Roversi e Susy Blady... velisti per caso... prima del loro giro del mondo su Adriatica. Ha simulato un naufragio testando la zattera di zalvataggio, i suoi accessori, e la vita su di essa. Ha scritto “Canne di bamboo” (editrice Incontri Nautici) sull’esperienza di navigazione con i ragazzi tossicodipendenti della Comunità Exodus di Don Antonio Mazzi. Nel 2000

ha attraversato il deserto del Sahara a vela, con un veliero terrestre di sua concezione; lo ha ispirato Corrado Ricci incontrandolo per strada e apprendendo che voleva fare la Maratona del deserto: «Sarebbe meglio che navigassi a vela anche nel deserto», gli disse. E Mauro dalla sera alla mattina si lanciò nel progetto. Missione compiuta. Ora, continua a gestire un’area di rimessaggio al Canaletto che ha trasformato in un accogliente marina. Si diletta nella pittura e nella realizzazione di opere d’arte utilizzando materiali meccanici recuperati nelle officine.


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H LE ATTIVITA’

Gli «artigiani» anfibi, dalle saldature al recupero dei relitti, passando per le mine

H LA SCUOLA

Comsubin centro unico al mondo. La specialità dei soccorsi ai naufraghi dei sommergibili

NEL PROFONDO BLU

L’epopea delle «teste di rame» La capitale dei palombari, dal Varignano al Cnes DATTERI

Pietro, dal fondo del mare a tavola ...una volta ERA UN UOMO di fede ma, quando venne a mancare, agli amici piacque immaginarlo nell’azzurro che si contrappone al cielo: quello del mare, a bordo del suo mitico gozzo «Mare-Nostrum» o sott’acqua, in quell’ambiente fatto di silenzio, vita, gioie e insidie, dove lui si muoveva in grazia e scioltezza, con l’elmo, la tuta e gli scarponi di piombo da palombaro. Pietro Montefiori è partito 10 anni dalle sponde della sua amata Le Grazie. Ma la sua lezione di amore per il mare resta un riferimento per la comunità e i suoi figli salmastri. ’Laureato’ alla scuola dei palombari del Varignano, ne ha fatte di tutti i colori sott’acqua: sminamento di porti, recupero di relitti, raccolta (quando era possibile) di datteri e tartufi. Il suo fiuto per i frutti di mare lo portò ad una scelta naturale: aprire un ristorante, insieme alla moglie Mafalda, in un gioco di squadra allargato ai figli, ai parenti più stretti. Lui andava a raccoglierli, le donne li cucinavano. E per i palati era una delizia: quelli dei vip e quelli degli operai dei cantieri delle Grazie, per i quali Pietro aveva sempre un occhio di riguardo (al portafogli, soprattutto). La fama del ristorante andò ben oltre i confini del Golfo dei Poeti. Insieme al ’richiamo’ gastronomico c’era il suo fascino a costituire una grande attrazione. Aveva sempre la pelle abbronzata e un sorriso (spesso sornione) che ti catturava al solo incrociargli lo sguardo.

S

ALDARE, lavorare di martello, maneggiare esplosivi, alzare impalcature, imbragare un masso, recuperare un ordigno, costruire una banchina… costituiscono azioni già complicate sulla terra ferma. Proviamo ad immaginare la difficoltà, e i rischi, nel compiere tali operazioni sott’acqua. Già vengono i brividi. Pane quotidiano per i palombari. Non solo esperti nuotatori subacquei (tali sono letteralmente identificati i sommozzatori), ma veri e propri lavoratori delle profondità marine. Più che esseri degli abissi, a vederli, sembrano marziani venuti dallo spazio. Ma sono fra gli uomini di mare più… profondi che esistano. Nel senso che, abilità a parte, è la passione la variabile dipendente della loro professione. Senza quella non si batte chiodo; sott’acqua, ovviamente. Quella del palombaro è una figura tipica della marineria spezzina, che parte da lontano e che passa dalla scuola storica del Comsubin, palestra formativa di migliaia di operatori, militari e anche

civili, che passa dal Centro Nautico vi perseguiti attraverso le tappe del Sommozzatori della Polizia. I due progresso tecnologico dalla Gale’presìdi’ sono, nel vero senso della azzi, che ha chiuso i battenti alcuni parola, le espressioni di punta anni fa. I tempi sono cambiati, ma dell’insenatura delle Grazie, l’uno l’essenza del lavoro è sempre la al Varignano, l’altro al Pezzino. E stessa: dosare le forze e, se è il canon a caso, con una felice intuizio- so, spingerle fino ad avvicinarsi al line dell’allora assesmite di resistenza sore Franco Vecfacendo del metoMEMORIA chio, nel 2006, Le do, della concenGrazie su intitolatrazione gli elemenIl decano ta «Città dei pati essenziali della Mario Garzia lombari», con tanpratica professiocustode to di cartellonistinale. «A cominciadi mille segreti ca che si erge all’inre - ricorda Giangresso del paese. franco Vecchio, fondatore qnche «ALTRO ELEMENTO centra- de The Historical maritime society le della storia dei palombari alla - dalla stessa fase di preparazione Spezia è costituito dalla mitica fab- dell’immersione, col preventivo e brica Galeazzi che ha fornito agli meticoloso controllo delle attrezoperatori le attrezzature», ricorda zature. E l’ausilio dell’angelo custoMario Garzia, decano dei palomba- de, la cosiddetta guida che, dalla ri, con i suoi 95 anni. Comodità del- barca, in superficie assisteva (e assile tute, tenuta stagna delle stesse e ste) il palombaro. E’ lui, con la rituadel loro assemblaggio all’elmo di ra- le e convenzionale pacca sull’elmo, me; ottimizzazione dei sistemi di ad ‘autorizzare’ l’inizio della discepompaggio e di scarico dell’aria sa. Tutti i palombari, prima di divenespirata dall’altra furono gli obietti- tare tali, sono stati guide: una gavet-

ta capace di mettere subito di fronte alle responsabilità, perché alla guida è ‘affidata’ la vita di chi si immerge. E sotto la mente non può essere sfiorata dal dubbio che sopra ci sia un incosciente...». QUALUNQUE sia l’immersione: recuperare i naufraghi nei sommergibili, sminare un porto, approntare la taccate di uno scalo, sistemare la porta di un bacino, recuperare un ordigno, assemblare le palancole per la successiva colata di cemento, esplorare o demolire un relitto, riportare in superficie reperti e metalli preziosi, o, più semplicemente per andare a raccogliere tartufi o datteri. La pesca dei molluschi, un tempo, costituiva l’occasione per sbarcare il lunario quando non c’era domanda di impieghi più impegnativi. Ma anche quella è servita a mantenere una tradizione. Certo, dai e dai, è stata eccessivamente penalizzante per l’ambiente. Da qui i divieti di raccolta dei datteri e il fermo biologico per gli altri frutti di mare non di allevamento.

MITI NEL GOLFO GENERAZIONI CRESCIUTE ALLA SCUOLA DEL MARE

Battistone, la famiglia degli abissi UNA FAMIGLIA, una vocazione, quella del palombaro. La famiglia è quella dei Battistone, originaria delle Grazie. «Il capostipite Giovanni ricorda Francesca Giacchè, la più profonda conoscitrice della storia dei palombari nel Golfo della Spezia — intorno al 1850 si recò a Genova per frequentare il primo corso della Scuola Palombari della Marina Sabauda (fondata nel 1849 a Genova e trasferita alla Spezia, dopo l’Unità d’Italia, nel 1869 come scuola della Regia Marina), conseguito il brevetto, tornò alle Grazie dove cominciò l’attività, iniziando a sua volta altri giovani del paese all’uso dello scafandro. Questo fatto, unitamente al successivo trasferimento della Scuola Palombari al Varignano, può senza dubbio spiegare la radicata tradizione palombaristica di questo paese». Probabilmente quando Giovanni iniziò la sua attività, il mestiere di palombaro – oggi in via di estinzione - sarà sembrato il lavoro del futuro. «Per questo - prosegue Francesca Giacchè insegnò ad immergersi anche al figlio Enrico (1866-1912), che conti-

nuò con successo l’attività paterna, come fecero dopo di lui i suoi quattro figli maschi: Luigi, Natale, Ercole e Santo. I Battistone operarono tra Le Grazie e Genova, finché nel 1932, Ercole (1894-1971) si trasferì definitivamente con la famiglia nel capoluogo ligure dove il figlio Giovanni (nella foto) ha continuato con successo fino a pochi anni fa il mestiere; fu lui, tra le tante imprese, a collocare la statua del Cristo degli Abissi nella baia di San Fruttuoso. Fin quando ha potuto, ha indossato lo scafandro per attività dimostrative e didattiche». Maestro d’immersione e di vita per tanti palombari e subacquei delle ultime generazioni che, nelle sue capacità tecniche e doti umane, hanno trovato un sicuro e fidato punto di riferimento. Si è spento serenamente all’età di 80 anni e ora riposa alle Grazie. E lì’, nel cuore della baia, per la Festa della Marineria sarà ricordato, con il lancio di una corona, nel suo mare che amava al pari dei suoi familiari.


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H AMICI

Ogni palombaro custodiva il suo spicchio di fondale. Incursioni nelle zone off limits

H TEMPRA

«Scusa se sudo, ma mi manca ancora la temperatura marina a cui ero abituato»

AMARCORD

Tartufi, caccia al «tesoro» sul fondo Dario Castelli rievoca l’epopea dei subacquei-raccoglitori AMBIENTE

Nel 1999 scattò il fermo biologico Un gran polverone raccogliere i tartufi con la batoela...

«Sì, ma quando il torbido veniva portato via dalla corrente, era una meraviglia vedere materializzarsi intere tacche di tartufi, ossia gruppi di frutti di mare, con le striature circolari sul guscio». Dai, dai, però, l’azione dei tartufai ha reso sempre più sparute le tacche...

«Non è così. Il golfo, quando non era inquinato, aveva un suo equilibrio, ogni anno usciva quel tanto di frutti di mare che si era rigenerato dall’anno precedente. Le prime stragi di tartufi si sono verificate per effetto dello spargimento dei fanghi dragati dall’area portuale e cantieristica, nei primi anni settanta, quando all’opera c’era la draga olandese, con una tecnologia evidentemente non sofisticata; nel tragitto verso il luogo di scarico, ad una manciata di miglia dal Tino, le pompe espellevano l’acqua sporca prelevata insieme ai fanghi. Si determinava così un fiume di veleni che metteva ko l’ecosistema». Quando ufficialmente l’attività, per effetto delle leggi, è terminata?

«Nel 1988 è scattato il divieto della raccolta dei datteri. Nel 1999 il fermo biologico per la raccolta dei tartufi. Eravamo rimasti in due: io e Metello, della Spezia. Siamo andati in crisi e abbiamo dovuto riconvertici ad altre attività: ora faccio il ristoratore».

«S

CUSA SE SUDO... No, non è l’emozione di ricordare i bei tempi passati. Ma perché, dopo aver vissuto, in pratica, anni interi sott’acqua, ora mi manca la temperatura marina. E col primo caldo estivo vado in ebollizione». Inizia così l’incontro-intervista col palombaro graziotto Dario Castelli, 55 anni, ultimo esponente della tradizione di tartufai. Dal 1999 ha dovuto chiudere i rubinetti delle bombole sull’onda travolgente delle norme che, per la tutela della fauna acquatica, hanno messo a pagliolo intere famiglie di pescatori. Come quelle delle Grazie, di Porto Venere e della Spezia che vivevano proprio dell’attività di raccolta dei frutti di mare che nascevano, e nascono, spontaneamente nelle ricche acque del Golfo, dai datteri ai tartufi, passando per le vongole e i muscoli che popolano scogli, boe e catene d’acciaio. «Non eravamo dei predatori, tutt’altro», mette le mani avanti Da-

rio. «Ho sempre rispettato il mare so di vegetazione, dalle Grazie e i suoi esseri viventi. Non c’era all’isola del Tino, passando per le giorno che, tornando a terra con il basi militari del Varignano, di Santa frutto del duro lavoro, non racco- Maria e del Balipedio, le più ricche gliessi anche questo o quel rifiuto di frutti di mare..» che insidiava il fondo: batterie da Nella misura in cui erano torcia, piombi da canna, bottiglie, vietate... eccetera...Come «Beh, lì i tartufi crefacevo io, faceva scevano indisturbaIMMERSIONI gran parte dei comti. Ad insidiarli ponenti della famiSott’acqua c’era solo qualche glia dei tartufai». coraggioso che si a sventolare esponeva al rischio Ognuno, pela «batoela» di essere cacciato rò, in concore... sperare renza con l’alin malo modo e di tro... essere sbancato «Sì ma con lealtà. Esisteva un accor- con multe salate...». do tacito per il quale ognuno, in praE tu hai mai rischiato? tica, aveva il suo fazzoletto di fondo «Confesso, mi è capitato di fare da accudire, senza sconfinare. Cer- qualche incursione in casa degli into, orientarsi sott’acqua è difficile e cursori... Nei tempi di maggiore doqualche volta ci si poteva incrocia- manda del mercato ci si cimentava re. Ma sempre all’insegna della con- nella raccolta anche nei siti off limicordia, del reciproco rispetto, che ts, sempre di mattina presto, quasi discendeva dal rispetto comune al buio... La soddisfazione, venendo per il mare». su con un sacco di tartufi, era doppia. Una volta, in un’ora, al TorrioUn mare generoso... «Un mare limpido, pulito, rigoglio- ne, ho raccolto 20 chili di vongole.

Ho bruciato però 200 litri di aria. La respirazione frequente indotta dalla paura di essere scoperto mi faceva consumare il triplo». Ma, aree militari a parte, le soddisfazioni venivano anche da altre zone. Quali, in particolare?

«Il secco di Porto Venere, inanzitutto. Poi c’era il Pozzale. Lì ho stabilito il mio record: 50 chili di tartufi in una mattinata, nel 1989. Ma anche il Pezzino si difendeva. Lì, era spettacolare l’effetto danzante degli spirografi e della cosiddetta insalata di mare. Sotto a quel manto verde che ondeggiava con le correnti, c’era la terra-argilla col suo tesoro. I tartufi erano bianchi, bianchissimi, di prima qualità. Poco più sotto le vongole». Avevi una tecnica particolare di raccolta?

«No, la tecnica è sempre stata la solita, comune a tutti i tartufai subacquei: scoprire i frutti di mare rimuovendo il fondo, sventolando la cosiddetta batoella, una semplice lastra di metallo, ad una manciata di centimetri dalla sabbia».

RISORSA RACCOLTE COL «GANGLO», DESTINATE ALLE CASE FARMACEUTICHE

Le alghe della salute per curare le ferite «MI SEMBRA ieri. Il profumo di quelle alghe mi è rimasto nel naso. Un ricordo piacevole, come bello era lavorare insieme e sapere che, con la nostra fatica, veniva fuori un prodotto che curava le persone». Gaetano Lopresti scava nella memoria e riporta alla luce una storia antica che testimonia qual’era la purezza e la vitalità del mare del Golfo, un mare al servizio della... medicina. Sì, sino alla fine degli anni Cinquanta sui fondali della baia delle Grazie, a Panigaglia, davanti a Cadimare, nei pressi del Canaletto cresceva un’alga particolare, ricercata dalle case farmaceutiche per realizzare un prodotto di grande efficacia disinfettante: la tintura di iodio, l’«unguento» di colore marroncino tendente al rosso che, posto su una ferita, ne accelera la guarigione, facendo da barriera all’intrusione dei microbi. Ebbene, a recuperare la materia prima per realizzare la tintura di iodio erano, alle Grazie, intorno alla metà degli anni Cinquanta, in quattro: Gaetano Lopresti e sua moglie Gina, Primo Isola e sua moglie Liliana Lorenzani. Una squadra affiatata che affrontava con slancio le fatiche del mestiere, confrontandosi con altri gruppi spar-

si nel Golfo, specializzati nella raccolta delle alghe medicinali. «Queste - ricorda Gaetano - avevano l’aspetto filamentoso, crescevano a ‘mazzetti’ sui fondali; quando uscivano dall’acqua avevano un aspetto lucente. Di colore rosso scuro, brillavano, emanando splendidi riflessi. Bastava un giorno per farle essiccare e per portarle al centro di raccolta, a Cadimare». Come si raccoglievano le alghe?

«Con un attrezzo speciale: il ganglo, una sorta di grande pettine». Come si usava? «Al granglo veniva assicurata una cima, la cui estremità opposta veniva lasciata a terra; l’attrezzo veniva portato con la barca sopra alla prateria di alghe. Poi si tornava a terra a tirare, a forza di braccia. Scovando il punto giusto, il sacco si riempiva ad ogni passata. Le alghe venivano poi stese a terra, nell’area, per farle asciugare. Il giorno dopo si portavano a Cadimare, solitamente in barca». Quando è finita, e perchè, la raccolta?

«Con l’inizio degli anni Settanta non si sono più viste. L’inquinamento ha avuto il sopravvento»


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ISOLA DEL TINO L’ACCENSIONE DEI FALO’ IN SOCCORSO AI NAVIGANTI NELLE NOTTI DI LUNA NERA

Le tracce della perizia nautica emerse dagli scavi PER GLI SCETTICI che non credono che San Venerio «promosse» la vela latina nel Golfo un ancoraggio…lapidario. E’ costituito dalla lastra di chiusura, lavorata a basso rilievo, della cosiddetta «Tomba della vela» emersa sull’isola del Tino durante le campagne di scavo negli anni Sessanta.

Nella Cappella Cenotafio dell’isola del Tino si trova poi un quadro raffigurante San Venerio, del pittore Cuneo, che ‘documenta’ attività e miracoli di San Venerio, dall’accensione dei falò sulla sommità del Tino alla nascita anticipata delle spighe di grano sull’isola, dalla resurrezione del bambino annegato agli

studi sulla vela latina: un disegno con la forma tipica dell’armatura velica si presenta ai piedi della raffigurazione del santo. Ce n’è quanto basta per auspicare un evento della vela latina tutto dedicato a San Venerio. Possiamo anticipare: c’è già chi ci sta pensando.

PATRONO DEL GOLFO

Venerio, il santo marinaio Dalla promozione della vela latina all’«invenzione» del fiocco

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L LEUDO Zigoela, nel canale tra l’isola del Tino e la Palmaria, trova il passo giusto. Con i suoi 126 metri quadrati di tela, il vento finalmente generoso e l’equipaggio attento ad ottimizzare la regolazione delle vele, dà il meglio di sé, al comando di Roberto Bertonati, presidente della Compagnia delle Vele Latine. La rimonta è lenta ma inesorabile. Questa, ad un certo punto, passa per l’ingaggio del gozzo Palusa del Fezzano. A bordo il giovane equipaggio di ragazzini allestito da Marco Nardini assiste impotente al sorpasso, che avviene da sopravvento. No, non imprecano. Anzi applaudono, rendono onore agli ‘avversari’. La festa diventa trascinante, coinvolgendo l’equipaggio del leudo. Tutti ora inneggiano all’unisono: «Viva la Vela Latina!». E con gli occhi rivolti all’isola del Tino: «Grazie San Venerio!». Quando Zigoela sfila a lato del gozzo e l’ultimo spicchio di ombra si dissolve sulla prua della barca fezzanotta, l’applauso è generale. Chi è sulle barche più vicine, accortosi dell’ideale abbraccio sulle onde e della preghiera che da essa si leva, batte le mani. Ci sono la lancetta Nando, i gozzi Barmaleo, Rina, Rosso e il canotto Barbagè delle Grazie, i gozzi della flotta di Invelare di Lerici di cui è condottiero Roberto Roccati: Robilù, Laura, Cictò, Veleno, Tre Sorelle, Zingara, Barbaferdinando, Ninin. Grande Giallo, il canotto Maoa di Mamonia in occasioPICCOLO GENIO rola; i gozzi Do nono della traslaziodi Cadimare, Roby Da ragazzo costruì ne ne della reliquia di del Canaletto e la un modellino San Venerio da schiera delle altre bartra la meraviglia Reggio Emilia alla che a vela latina del Spezia - che le nodei pescatori Fezzano: Squalo, Pietizie intorno alla ro, Paolin. In avvicinasantità di Venerio mento anche il leudo Domenica Nie alla sua operosità ci sono pervenuna del Parco delle Cinque Terre. te involte in una serie di racconti PROVENIENZE diverse nell’ide- leggendari; ma anche le leggende ale scenario e un unico amore: per possono avere un fondo storico o la vela latina. Che qui nelle traspa- almeno un valore di ambiente psicorenze azzurre del parco marino di logico; possiamo assomigliarle a ricami della fantasia per abbellire ciò Porto Venere è destinata a ritrova- che il cuore sente». re i suoi momenti di gloria, insieme E le genti del Golfo devote a San Veall’omaggio al suo ‘pioniere’, nato nerio ‘sentono’ che la sua perizia nel 560 e morto nel 630. La tradi- marinaresca, le sue ansie nei conzione indica in San Venerio l’inven- fronti dei naviganti - che sono fuori tore, ma è forse più giusto dire il discussione, considerando l’accenpromotore, della vela latina nel ma- sione dei fuochi sull’isola del Tino re del Golfo. «E’ vero - come ricor- nelle notti di luna nera - sono state dò il cardinale Gaetano Cicognani il alla base dell’intuizione che portò a 13 settembre del 1960 nella ceri- considerare la vela triangolare, assicurata ad un’antenna issata sull’albero, molto più efficace della vela qua-

grande a forma quadrata con la vela triangolare e l’albero portato più a prora per poter meglio reggere la lunga antenna della vela. Era la vela latina che tutt’oggi è usata su molti mari e che forse Venerio aveva notato al passaggio di qualche nave fenicia o, più probabilmente, aveva scoperto per diretta ispirazione. Volle che ne fosse fabbricato un modello, per una piccola imbarcazione; ne disegnò lui stesso la vela e diede le misure esatte proporzionate con giusto equilibrio tra l’albero e l’antenna. E da solo, nelle dure giornate di scirocco e di aquilone, più volte mostrò ai marinai come si potesse doppiare con minor sforzo e più sicurezza le punte del Corvo e del Mesco, famose per i loro naufragi. La sua vela fu accettata da tutti e molte vite e averi furono risparmiati».

dra, soprattutto per risalire il vento. In effetti la documentazione più antica relativa alla vela latina in Mediterraneo è individuata, secondo tutti gli storici, nel bassorilievo sulla stele tombale di Alessandro da Mileto, trovata a Eleusis, risalente al 150 a. C. e attualmente conservata al Museo archeologico nazionale di Atene. Più controverse, invece, sono le ragioni della denominazione ‘latina’. C’è chi sostiene che provenga dagli europei del Nord perché la videro issata nei mari ‘latini’ quando nel Medioevo scesero verso il Mediterraneo. C’è, invece, chi fa derivare il nome dalla forma triangolare ‘a la trina’ da cui, per contrazione, ‘latina’. RESTA il fatto del filo conduttore che ha attraversato popoli diversi e che, di fronte all’esigenza di navigare e risalire il vento, sono arrivati alla stessa conclusione: la resa di una vela triangolare, inferita su

L’ARGOMENTO delle innovazioni veliche attribuibili a San Venerio è stato ripreso 41 anni dopo da Gino Di Rosa, nell’avvincente narrazione a misura di adolescenti «Venerio il santo pescatore» (edizione Lunae Editore); lì viene ricostruita una possibile genesi dell’idea del fiocco. Merita riportare i passi salienti. Siamo a Porto Venere, la mattina dopo una burrasca da tramontana. «Venerio trovò un pezzo di legno, pesante e massiccio, forse il relitto di un vecchio timone che il fortunale aveva scaraventato sulla spiagun’antenna issata TRADIZIONE gia…Lo mise ad sull’albero, è superioasciugare su uno Fu lui a diffondere re a quella di una vela scoglio. Voglio farnel golfo quadra. Poi, ognuno, mi una barchetta l’armamento nella sua terra ha arper provare se è per risalire il vento possibile escogitamato a vela latina le barche della propria re manovre meno tradizione marinara e in relazione faticose di quelle che usiamo quanal diverso impiego. do il vento gonfia la vela, disse ad un Ma, tornando a San Venerio, ecco amichetto…. La voce arrivò come Ubaldo Fornelli, il più appas- all’orecchio dei pescatori. Anche sionato ricercatore che si è dedica- quelli che stimavano quel ragazzo, to alla ricostruzione della storia del sempre serio e determinato, borSanto e al rilancio del suo culto at- bottavano increduli. Venerio spiegatraverso l’associazione Pro Insulta va: la grande vela quadra che hanno Tyro fondata nel 1956, narra la ge- inventato i Romani va bene quando nesi della vela latina nel Golfo nel l’aria spira da poppa. Se noi, a prora, tendiamo una piccola vela triansuo libro, stampato nel 1961. golare con la barra mobile riuscire«AVEVA NOTATO, Venerio, mo a bordeggiare senza fatica. …I che la vela usuale ai pescatori del ragionamenti di Venerio convinseGolfo di Luni era poco maneggevo- ro i portoveneresi. Ben presto dole contro le raffiche improvvise, vette constatare che l’idea del raquelle raffiche a ricciolo così temu- gazzo era davvero geniale». te nel doppiar punte e promontori. Suggerì la sostituzione della vela


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TESTIMONIANZA

L’ex voto di due naufraghi Dalla dissaventura sul mare alla salvezza «venuta» dal cielo

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I HANNO rimuginato per anni. La drammatica esperienza vissuta insieme e il suo esito positivo non potevano rimanere solo un ricordo che ha segnato le loro esistenze di marinai… La gente, soprattutto quella che sfida i flutti per lavoro o per diporto, doveva - e deve - sapere cosa frulla nella testa quando sei costretto ad abbandonare la barca che si allaga e a trasbordare su una zattera di salvataggio nella speranza di essere recuperato. Accadde il 29 gennaio del 2004, nel Tirreno centrale, a 12 miglia dalla costa sarda di Arbatax, allo skipper e scrittore Giorgio Vacchetti di 39 anni e all’amico marinaio-pescatore Daniele Pindaro, 27 anni, entrambi di casa sulla calata di Ria alle Grazie, dove tengono le barche da lavoro con le quali sbarcano il lunario: yacht (della società Velagiovane) il primo, un motopesca il secondo. All’epoca dei fatti erano imbarcati su un catamarano di 11 metri, di cui era armatrice una società milanese di charter. Con loro c’era anche Joshua, il cane pastore tedesco di Giorgio. Stavano ritornando alla Spezia dopo aver accompagnato alcuni ospiti in una crociera alle Baleari. Le bastonate del Mistral ebbero effetti letali sulle strutture del multiscafo. Per portare a casa la pelle a Giorgio e Daniele non rimase altro da fare che affidarsi alla zattera di salvataggio autogonfiabile e alle preghiere. Tre ore dopo il naufragio la salvezza si materializzò nelle linee di un peschereccio, il «Salvatore C.» che, raccolto l’Sos, con la regia della Capitaneria di Porto, si prodigò nei soccorsi. Ovvia e palese la gratitudine all’equipaggio formato dai pescatori. Meno appariscente, anche se profondo nel cuore, il senso di riconoscenza verso Chi ha Ed è così maturaBRIVIDI dimostrato di raccota l’idea di recupeLo yacht affondò. gliere le preghiere. rare una pratica Nessun dubbio per Daniele e Giorgio antica fra la gente Daniele e Giorgio: è andarono alla deriva di mare, quella dei stata la Madonna delcosiddetti ex vofino a che... le Grazie, patrona del to: i quadri con i paese. Era stata evoquali si rende cata con sincera devozione, in quei omaggio alla Madonna per lo scambrutti frangenti… E ritenere che pato pericolo tra i flutti. Stefano si abbia avuto la sua parte nel salvatag- è messo al lavoro di buona lena. gio apparve, e appare, scontato per ……E così, dopo oltre cento anni i due marinai. Che si sono doman- dalla consegna al santuario di Nodati: che fare per Lei? Ne hanno stra Signora delle Grazie dell’ultiparlato con un comune amico gra- mo ex voto marinaro, un’altra opeziotto, Stefano Trotta, geometra di ra artistica votiva è arrivata a testiprofessione e pittore per hobby. moniare la gratitudine alla Madonna per la felice conclusione di un naufragio. Rappresenta il catamara-

SCAMPATI E GRATI Giorgio Vacchetti e Daniele Pindaro sul molo delle Grazie; sotto la cerimonia di consegna alla parrocchia del quadro ex voto realizzato per gli amici dal pittore Stefano Trotta

no che affonda tra i frangenti, i naufraghi (con l’inseparabile cane Joshua) sulla zattera alla deriva e l’immagine sacra della Madonna delle Grazie, così come è emersa dall’ultimo restauro, che si staglia nel cielo. L’opera è stata ‘svelata’ alla fine del gennaio 2008, ad epilogo del convegno sul tema della sicurezza in mare promosso, nella sala affrescata dell’ex convento degli Olivetani, da Velagiovane, la scuola di vela fondata da Arcangelo Bertieri, di cui è istruttore Giorgio Vacchetti. Sulla rotta della Festa della Marineria i ricordi riaffiorano e la testimonianza sale spontanea. «Non siamo, come si suol dire, persone di Chiesa. Al santuario delle Grazie di-

gio...». «La radio Vhf e il peschereccio, quest’ultimo coordinato dalla Guardia costiera, hanno fatto la loro parte nel trarci in salvo, ma – ricorda Giorgio- - ci piace pensare che la solidarietà degli uomini si è saldata al soffio divino. Del resto in quelle ore trascorse sulla zattera alla deriva, sballottati dai frangenti creati da 25 nodi di vento, abbiamo scavato nelle nostre coscienze e abbiamo avvertito, più di quanto accade ogni giorno, che non solo di carne siamo fatti... E che Lassù c’è Chi ci vuole bene».

«SONO STATI momenti fondamentali per le nostre esistenze. Tenevamo alla larga il pensiero della morte alternandoci nel tenere in braccio Joshua per evitare che con le unghie uncinassero i tubolari gonfi d’aria della zattera. Abbiamo poi parlato a ruota libera dei nostri progetti: ho deciso in quelle ore drammatiche che se fossi tornato alle Grazie – ricorda commosso Daniele - mi sarei comprato una barca da pesca tutta per me. Ci sono riuscito e sono orgoglio di aver coronato il sogno che coltivavo fin da quando ero bambino e scorrazzavo nella calata col salaio in mano». «Anch’io – continua Giorgio ho sognato, mi sono assunto degli impegni: mettere al mondo una figlia, Isabella, come la Regina di Spagna l’unica che credette a quel pazzo di Colombo.... L’ho fatto e ora sono un uomo felice». StefanoTrotta racconta il senso del suo impegno artistico: «Il lavoro mi tiene lontano dalle Grazie, ma il pensiero di assecondare il desiderio degli amici, di poter far qualcosa per la chiesa, per il recupero di una bella tradizione marinara, rafforza l’amore con questo splendido borgo e il suo santuario, al quale mi sento proce Daniele - rivolgiaL’OMAGGIO fondamente legamo più sguardi che L’amico Stefano to». Padre Eugevisite. Ma quando nio, intanto, sorrirealizza un quadro prendiamo il largo, de compiaciuto: che ora è esposto coscienti delle gioie «La Madonna delle nella chiesa che proveremo in Grazie ama i suoi fimezzo al mare ma gli e li aiuta semanche dei pericoli a pre. La riconoscenza è vissuta, per cui siamo esposti, voltiamo gli oclo più, nella preghiera, in una dimenchi verso il tempio che troneggia sione intima; quando poi assume il nell’insenatura e affrontiamo il mare più sereni. Il santino con l’imma- valore della testimonianza pubbligine della Madonna delle Grazie è ca, siamo tutti invitati a riflettere e sempre con me, in tasca, dall’epoca a riscoprirci comunità. Recuperare in cui andavo a catechismo da don la memoria degli ex voto è poi anRenzo Cortese: è sdrucito e imbe- che una bella iniziativa di cultura vuto di sale. Ma è una delle cose marinara». più preziose che posseggo. Era con noi anche al momento del naufra-


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ASSONAUTICA

In mostra le foto sul golfo dei ragazzi

Nasce il tavolo del welfare per la gente di mare Una squadra pronta alle emergenze umanitarie

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O SPETTRO della crisi globale si materializza anche in alto mare, tra nebbie e onde frangenti. Ha la sembianza delle navi che, con le stive vuote, beccheggiano, in attesa che l’armatore indichi dove puntare la prua. Sì, meno consumi uguale meno produzione e quindi contrazione dei traffici marittimi. In questo scenario si collocano armatori che, in attesa di noli, per non pagare l’attracco in porto, preferiscono tenere le unità a debita distanza dalla costa, a ciondolare. Lo dimostra la vicenda di un general cargo (di 10 mila tonnellate di stazza lorda) battente bandiera liberiana che, per oltre un mese, è rimasto alla fonda a sei miglia al largo dell’isola del Tino, su un fondale di 100 metri con l’ancora che a stento faceva presa sul fondo. Lo ha localizzato il Vts (Vessel Traffic Service), il Grande Fratello che, integrando i dati del radar con quelli dei trasponder delle navi, permette

al Corpo delle Capitanerie di porto dagli armatori. Due le azioni attivadi controllare, nominativamente, il te: il costante monitoraggio del cartraffico marittimo. E’ stato l’appara- go liberiano - per la verifica della preto della Capitaneria di Porto della senza a bordo dei viveri necessari a Spezia ad identificarlo, dopo un ini- sfamare i marinai e per accertare ziale momento di incredulità: possi- che non venissero rilasciati rifiuti in bile che nel via vai di navi nell’Alto mare - e un colpo di acceleratore al Tirreno quel ‘puntiprogetto coltivato no’ visualizzato sullo da tempo: dar vita SOLIDARIETA’ schermo rimanesse al Comitato del welVerso una migliore fare della gente di inchiodato? Escluso l’errore strumentamare, con il coinvolaccoglienza gimento degli enti le, con i contatti radei marittimi locali e degli operadio e gli accosti alla voce di una motove- in transito nel porto tori marittimi. Il cargo, dopo 33 giorni detta, è venuta a galla la verità: «Siamo in attesa che l’ar- di sosta forzata al largo, ha ricevuto matore ci indichi dove andare per ef- l’ordine atteso e ha fatto rotta per fettuare il prossimo carico» hanno Livorno. In parallelo si è insediato il detto dalla plancia». Il comandante Tavolo della solidarietà per i bisogni della Capitaneria di porto Vittorio dei marittimi. Ne fanno parte CapitaAlessandro si è messo le mani nei ca- neria, Autorità portuale, Comune pelli al pensiero che potesse ripre- della Spezia, Associazione Stella Masentarsi il fenomeno delle navi-car- ris, Caritas diocesana, Corporazioretta e degli equipaggi abbandonati ne piloti, Società degli ormeggiatori,

Rimorchiatori del porto, Contship Italia, Sepor e Filt Cisl. Obiettivo: tenersi pronti a fronteggiare eventuali emergenze indotte dalle crisi e, al di là di questa, mettere a punto iniziative per l’accoglienza alla Spezia dei marittimi in transito. Questa è sempre stata una dimensione del porto mercantile ‘dimenticata’ dalle statistiche, nella quale la fanno da padroni i container e le merci. Eppure, all’interno di ogni nave, ci sono uomini con le loro ansie e i loro sogni, lontani dalle case e dagli affetti.... A tendergli la mano sono, per lo più, i volontari della Stella Maris, la parrocchia del porto. Ma gli angeli dei marinai sono pochi e gli spazi da loro messi a disposizione per i marittimi sono esigui: oltre alla chiesetta, c’è una struttura che sa più di baracca che di salaincontro. Se poi scatterà l’emergenza umanitaria, La Spezia sarà pronta ad affrontarla.

IN OCCASIONE della Festa della Marineria la Capitaneria ospita le piccole opere d’arte realizzate, con la macchina fotografica, dagli studenti che hanno partecipato al concorso «Veleggiamo 2009» promosso dall’Assonautica presieduta da Piergino Scardigli. Una bella idea, quella del concorso, che è valsa a creare il giusto clima nelle scuole in vista dell’evento di giugno. In mostra, e ammirabili, le splendide immagini sul golfo realizzate dalle ragazze dai ragazzi delle scuole medie Pellico-Frank, Piaget-2 giugno, Alfieri-Mazzini, Fontana-Formentini, FontanaCervi; dell’istituto comprensivo Di Giona delle Grazie e dell’istituto comprensivo di Lerici. Hanno trionfato Erika Plicanti( Alfieri-Mazzini) e Francesca Cerliani (Istituto di Giona). Erika ha vinto con un’artistica fotografia della spiaggia di San Terenzo, Francesca l’ha eguagliata con un’originale immagine di un cappuccino, con una barca a vela disegnata sulla superficie. Hanno collaborato alle realizzazione dell’evento: Autorità Portuale, Accademia del Mare, Associazione Provinciale Panifici Artigiani e Affini della Provincia della Spezia, Mobili Masella, Motorvela, Rao& Sartelli Legnami, Sailormarket, Top Yatch.

PERSONAGGIO IL COMANDANTE VITTORIO ALESSANDRO E’ ENTRATO NEL CUORE DEGLI SPEZZINI

Capitaneria, un paladino dell’ambiente al timone

COMANDANTE Vittorio Alessandro alla guida della Capitaneria di porto

ALLA GUIDA della Capitaneria di Porto della Spezia dal giugno 2007, il comandante Vittorio Alessandro, proseguendo nell’opera dei predecessori, ha accresciuto le relazioni dell’istituzione militare con gli enti della città e, soprattutto, con tutte le realtà del mondo marittimo e diportistico. Ha testimoniato con particolare vigore l’impegno del Corpo delle Capitanerie di porto per la tutela dell’ambiente marino. Una funzione che è cresciuta negli ultimi anni proprio in parallelo all’attività svolta da Ales-

sandro alla guida del reparto speciale presso il Ministero per l’Ambiente, prima di giungere alla Spezia: sette anni di intenso lavoro, culminato nella direzione (2006) della missione italiana per il disinquinamento delle coste del Libano. Originario di Porto Empedocle, fin da ragazzo a contatto col mare e la poliedrica realtà marittima della città siciliana, Alessandro ha coltivato il sogno della carriera nelle Capitanerie. Voleva entrarvi già da adolescente. «Ma - ricorda - allo sportello trovai un guardia marina

che mi stoppò: se sei così motivato, meglio studiare.... Fu la mia fortuna». Detto, fatto: si è laureato in giurisprudenza e poi, vincitore di concorso, è entrato nel Corpo. La carriera si sviluppata in varie sedi: Napoli, Fiumicino, Sant’Antiochio, Portoferraio, Civitavecchia, Roma. Fino al comando assunto alla Spezia. «Una città dalle grandi potenzialità, sempre più baricentrica dell’economia internazionale del mare, sulla scia di una storia che viene da lontano. E’ entrata nel mio cuore». Come Alessandro è entrato nel cuore degli spezzini.


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RICONOSCIMENTO ASSEGNATO DALL’ASSOCIAZIONE ITALIANA VELE D’EPOCA

Al cantiere il premio per il miglior restauro IL CANTIERE Navale Valdettaro delle Grazie: ha vinto il premio per il miglior restauro dell’anno di una barca d’epoca a vela, sbaragliando la concorrenza di altri stabilimenti sparsi per l’Italia. Glielo ha assegnato l’Aive, l’Associazione Italiana Vele d’epoca, per i lavori che hanno riportato al suo originale splendore un gioiello

marino: il Dialgra III, classe 1957 (nella foto), della mitica classe metrica 5,5: 9 metri di linee affilate ed eleganti che hanno segnato la storia dello yachting. A ricevere il premio è stato Ugo Vanelo, amministratore delegato del Cantiere Valdettaro. Glielo ha consegnato il segretario dell’Aive Giorgio Balestrero che ha tessu-

to gli elogi per la passione e il rigore con i quali Vanelo si è lanciato nei restauri delle barche d’epoca, rivitalizzando la tradizione del cantiere graziotto e contribuendo a qualificare l’insenatura come oasi delle barche d’epoca. La cerimonia è avvenuta nella serata di gala del Trofeo Accademia Navale di Livorno.

GRUPPO VALDETTARO

La nautica a ciclo completo Dal marina del Fezzano all’oasi delle barche d’epoca alle Grazie

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N PRINCIPIO fu il marina del Fezzano, sorto, nel 1995, sulle ceneri di un cantiere navale di demolizioni; al posto di fiamme ossidriche e rumori molesti, sono arrivati tanti yacht da diporto. Nel 1997, lo «sbarco» al cantiere Valdettaro delle Grazie (rilevato dal fallimento), rilanciato nei refitting di barche d’epoca e di nuova generazione. Ora la nuova frontiera, dalla parte opposta del Golfo dei Poeti: in quel di Melara, sempre con la ’griffe’ del Cantiere Valdettaro, è stato acquistato un mega capannone di 11.500 metri quadrati; poco più in là, a Pagliari, è stata prenotata una base a mare, nella futura darsena destinata a costituire lo sbocco a mare di tante imprese artigianali della nautica. Una dinamicità considerevole quella espressa nel Golfo dei Poeti, da poco più di dieci anni a questa parte, dalla famiglia Vanelo di Carrara, leader nella lavorazione dei graniti delle cave delle Alpi Apuane, ma con il «pallino» per le barche da diporto. Liquidità sull’unghia, passione, lungimiranza sono il «mix» alla base della crescita continua, che è anche passata per la realizzazione di un cantiere nautico nell’ex zona Montedison a Massa. Non è un caso, anzi si è rivelato uno sprone alle iniziative, il fatto che Ugo Vanelo — figlio di Giorgio, dominus del gruppo — nel 1988, allora 16enne, sia stato campione mondiale di vela nella classe Optimist. Un «enfant prodige» lo definivano le riviste dell’epoca, in parallelo alle foto che lo ritraevano con Cino Ricci e Mauro Pelaschier. Ora il tempo di andare in barca a vela è pressosu un’area di 4.500 SVILUPPO chè nullo. C’è un’altra quadrati, è La nuova frontiera metri sfida da portare a terinfatti deputata ad mine. Quella della fra Valdilocchi ospitare una monuova frontiera sul lee la darsena stra permanente vante del Golfo, fra cadell’usato nautico. di Pagliari pannone e darsena, Un’altra parte, su che entreranno in siun’area di 4.000 nergia. metri quadrati, sarà dedicata al rimessaggio vero e proprio e ai lavori SÌ IL CAPANNONE (un tempo di manutenzione; un armatore che magazzino dell’azienda San Giorgio, vuole vendere la sua barca, la tira a leader nella produzione di lavatrici) lucido da una parte e la vende dall’alè in rapporto diretto con la darsena, tra.... Un’altra parte, che si estende dalla quale dista duecento metri. La su 2.000 metri quadrati, è stata condarsena, una volta completata, rap- cessa in affitto al gruppo Riva. presenterà il terminale a cui indiriz- Intanto ambiziosi sono i progetti colzare le imbarcazioni custodite nel ca- tivati al Fezzano e alle Grazie per pannone, sia per i lavori di manuten- qualificare l’offerta nautica del marizione, sia per la ‘vetrina’ nella pro- na e del cantiere, nella prospettiva spettiva della vendita. di una sempre più efficace integrazioLa parte più grande del capannone, ne col tessuto urbanistico ed economico locale.

ni con il raduno di imbarcazioni storiche ‘Sulla rotta di Imperia’: il cantiere Valdettaro offre ospitalità alle barche d’epoca che dal Tirreno si dirigono verso Imperia, per il raduno biennale.

IL MARINA, sviluppato a mare su pontili galleggiati con importanti molo frangiflutti a circoscrivere lo specchio acqueo, dispone di 250 posti barca per imbarcazioni fino alla lunghezza massima di 25 metri. Vedi www.marinadelfezzano.it. Oltre ai servizi classici (acqua ed elettricità in banchina, servizi igienici e docce, meteo, ormeggiatori e sommozzatori) dispone del parcheggio auto riservato agli armatori, di una gru fissa da 12 tonnellate per alaggi e vari, di un carrello semovente da 20 tonnellate, di un capannone di 2000 metri quadrati per il rimessaggio, assistenza meccanica, elettrica e elettronica. Fiori all’occhiello, che danno il tocco di esclusività al marina, lo yacht club e il ‘tempio del benessere’: un istituto di bellezza, con annessa palestra, per rimettere a nuovo gli ospiti, tra massaggi antistress e cure fisiche. Una delizia per le armatrici o le

IL MEETING, con corredo di sfide dirette fra le barche, mostre ed eventi culturali in banchina, sta diventando un classico di stagione, con indotto «innamoramento» degli armatori, conquistati dal borgo e delle potenzialità del cantiere, quanto a custodia e lavori di manutenzione. Ci sono, per gli alaggi e vari, un tavel lift da 200 tonnellate, uno più piccolo da 60, una gru semovente da 60tonnellate. E poi 2000 metri quadrati di capannoni 15mila quadrati di piazzali e assistenza a 360 gradi: meccanica, elettrica ed elettronica e, parliamo dell’elemento caratterizzante, per il lifting alle signore del mare. Valenti maestri d’ascia, eredi della tradizione cantieristica, costituiscono le ‘perle’ umane del Cantiere Valdettaro, teatro di un travaso di conoscenze che già ora rappresenta una garanzia per ‘salvare’ l’antico mestiere ma che si proietta anche a dare impulso al suo sviluppo, col progetto di ospitare una vera e propria palestra formativa per i giovani. Non solo barche di legno, ma anche realizzate con materiale composito, in acciaio e in alluminio, trovano al Cantiere Valdettaro tutte le risposte alle esigenze manutentive ordinarie e straordinarie. In Cantiere c’è anche un centro antiosmosi. Per la verniciatura degli scafi e dei loro interni, c’è un’area a temperatura conmoglie degli armatoSINERGIA trollata. Ciò in pari. A poco più di un A Massa rallelo al servizio di miglio di distanza veleria e di tappezi capannoni affittati nell’insenatura più rizeria. L’esperienza per la costruzione dossata del Golfo dei maturata alle Gradei superyacht Poeti, sorge di Canzie e al Fezzano ha tiere Valdettaro, mefatto poi da apripita, per i lavori di masta all’altra operazione di sviluppo nutenzione, delle barche più grandi del gruppo, in provincia di Massa. In custodite nel marina del Fezzano. un’ex area industriale, un tempo asAnche qui la sinergia è alla base dei servita all’industria chimica, è sorto rapporti fra i due poli, con una parti- il nuovo polo cantieristico nautico. colare propensione alla cura delle si- Ampie aree attrezzate, dove possognore del mare. Sì, le barche d’epo- no essere costruite imbarcazioni di ca sono di casa al cantiere Valdetta- qualsiasi dimensione, sono state date in utilizzo a importanti cantieri naro. Ci sono, fra le altre, vere e pro- vali. E non è poi un caso che le imbarprie ‘regine’, imponenti per dimen- cazioni che prendono forma lì, una sione e struggenti per la loro bellez- volta varate, eleggano il marina del za: la goletta a vele auriche Deva, il J Fezzano o il Cantiere Valdettaro coclass Candida, il gaff cutter Lulwor- me base. Insomma, una dimostrazioth, il ketch Silvia. Luminosi tasselli ne concreta di nautica a ciclo comdel mosaico che rende l’insenatura pleto. delle Grazie una sorta di porto museo. Il clou si raggiunge ogni due an-


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EVENTI REGATA, SPETTACOLO DELLE SCUOLE, MOSTRE DI PITTURA, PROIEZIONE DI VIDEO SU BARCHE E MAESTRI D’ASCIA

Bentornate vele latine, sulle rotte della memoria IN OCCASIONE della Festa della Marineria si svolgerà alle Grazie il quarto raduno delle Vele Latine «Sulle rotte della memoria». Accadrà il 13 giugno (ma eventi sono in programma anche il 12 e il 14 giugno), con l’impegno del Comune di Porto Venere, dell’Autorità Portuale, della Pro Loco, della Sezione velica della Forza e Coraggio, della società Servizi portuali turistici, dell’istituto comprensivo Giovanni di Giona e del Cantiere Valdettaro. Ecco il programma dell’iniziativa che si salda all’inaugurazione del nuovo pontile e della nuova banchina del porticciolo pubblico del centro storico realizzati dall’Autorità portuale, impegnata anche nella realizzazione del nuovo banchinamento fra la Rotonda davanti al santuario e il Varignano. Venerdì 12 giugno: ore 15,30 ai giardini pubblici: spettacolo degli alunni della scuola dell’infanzia, della prima e seconda elementare «Un polpo di nome Poldo»; ore 17, nel complesso dell’ex convento dei frati Olivetani: inaugurazione della mostra «Le signore del mare alle Grazie» a cura di Anna Rosa Dosi (visite sabato e domenica dalle 10 alle 20); proiezione del filmato sul Raduno delle vele d’epoca organizzato dal Cantiere Valdettaro nel settembre del 2008; proiezione del filmato «Maestri d’ascia, poe-

ti del Golfo» di Stefano Faggioni e Andrea Vari; ore 21, ai giardini pubblici: spettacolo degli alunni delle classi terza, quarta e quinta elementare della Scuola Media dell’Istituto comprensivo Giovanni di Giona «Un tuffo nella storia delle Grazie». Prima dello spettacolo sarà proiettato un video «Il ritratto del mondo nella Costituzione italiana» e distribuito un opuscolo. Sabato 13 giugno: ore 11, nell’insenatura: defilamento delle imbarcazioni storiche dell’Associazione Italiana Vele d’Epoca partecipanti alla regata Durand de La Penne; accoglienza alla Rotonda degli alunni dell’Istituto Comprensivo Giovanni di Giona, giochi d’acqua della vedetta dei Vigili del fuoco; ore 15, nell’insenatura: regata della vela latina valida per l’assegnazione del trofeo Dodero a cura de «Il mare ci unisce» con organizzazione tecnica della Sezione Velica della Forza e Coraggio; ore 17, nel centro storico

di Ria: omaggio ai caduti del mare; inaugurazione del nuovo pontile e della nuova banchina realizzati dall’Autorità portuale alla presenza delle barche a vela latina a seguire buffet in banchina e concerto «Le canzoni del mare» di Massimo Rosa a cura della Pro Loco; ore 21: partenza dalle Grazie delle barche a vela latina alla volta della Spezia per la Notte Blu. Domenica 14 giugno: ore 12,30, nell’insenatura: traguardo della regata della vela latina con partenza dalla Spezia e successiva veleggiata a San Terenzo per il meeting organizzato dall’associazione Invelare. Nel pomeriggio passaggio nell’insenatura delle derive d’epoca. Per tutta la durata della manifestazione gli equipaggi delle imbarcazioni all’ormeggio alle Grazie sono invitati d issare il Gran Pavese e gli abitanti di Ria ad esporre le bandiere alle finestre. Mostre con opere di Vittorio Nobili e Silvia Scalpellini saranno allestite nella sede della Società Servizi Portuali Turistici in via Libertà 131.

LE GRAZIE

Cresce il porto-museo

Dal pontile per i vaporetti alle nuove banchine nel centro storico

U

N FUTURO pieno di passato. O se volete, il passato come motore del futuro. Non è questione di spirito conservatore… anche il progressista più estremo sa che la salvaguardia delle radici è fondamentale per la crescita di una comunità. E così sta facendo il Comune di Porto Venere col nuovo progetto che rilancia la sua vocazione marinara, il progetto delle Vele d’epoca, sancito da una delibera del 2004 (amministrazione guidata da Salvatore Calcagnini) saldando insieme passato e futuro: il passato della cantieristica navale fondata sull’arte dei maestri d’ascia, il futuro dell’ospitalità nautica teso a rendere Le Grazie, oasi privilegiata delle barche d’epoca a vela, che lì, nell’insenatura più protetta del Golfo, hanno tutto quello di cui abbisognano: scenario paesaggistico di indubbia suggestione, un Cantiere Navale Valdettaro (dalla lunga tradizione) con valenti maestranze, ship chandler per ogni esigenza di manutenzione, rete commerciale per ogni fornitura alimentare e un bel numero di ristoranti e bar. ORA SI STANNO aggiungendo, grazie al finanziamento dell’Autorità portuale: la ristrutturazione del molo del TUTTO ciò nella IMPEGNO porticciolo gestito dalL’Autorità portuale consapevolezza la società (pubblicodel valore dei gozprivata) Servizi portuaha finanziato zi con la storica arli e turistici, il ritorno matura, espressiogli interventi del pontile per l’attracne di ingegno coalle strutture co dei vaporetti del struttivo, eleganza: trasporto marittimo, piccole ancelle della realizzazione di una nuova banchi- le «principesse» già di casa alle Grana sulla calata del Varignano. I primi zie: lì troviamo, ad esempio, il J-Class saranno inaugurati proprio in occa- Candida, la goletta Deva, il ketch ausione della Festa della Marineria e rico Black Swan. Ospite di lungo cordel raduno, con regata, delle vele lati- so delle Grazie, della banchina di Ria, ne che tornerà a svolgersi nell’inse- è l’altro mitico J-Class, l’Astra. Ha natura: il quarto della serie, all’inse- preso il posto che fu dell’Orion, gragna dello slongan: «Sulle rotte della zie al comandante Ignazio Torrente che, del progetto per richiamare nelmemoria». la baia le barche d’epoca, è stato un motore. Al fianco dell’Astra c’è la navetta Mel-

na delle Grazie nel 2006, poi rilanciato, in grande stile, nel 2008, dal Cantiere Valdettaro, con un impegno in prima linea dello storico stabilimento e delle sue maestranze e una prospettiva di centrare il tris nel 2010, insieme all’Associazione Italiana Vele d’Epoca.

temi e poi altri ‘gioellini’: Star Saffire, Miranda, Mopi, Strale, Rondine, eccetera. Un pontile dedicato, davanti alla caserma della Finanza, ospita invece il gaff cutter Lulworth, l’ultimo dei cosiddetti big-five inglesi, classe 1920: 46,30 metri di lunghezza, 1.355 metri quadrati di superficie velica; costituisce una vera attrazione che, fra l’altro, grazie alla passeggiata necessaria per andarlo ad ammirare ha, in pratica, «allungato» la godibilità il paese che, con la nuova banchina del Varignano, accrescerà le potenzialità di ospitalità delle Signore del mare. Nel percorso prossimamente (secondo l’impegno assunto dall’assessore alla cultura Roberta Faggioni) si collocherà un piccolo museo del mare: attrezzi dei maestri

NELL’OCCASIONE dei raduni le signore del mare si erano concesse in tutto il loro splendore, anche con visite a bordo, grazie alla disponibilità degli armatori ad interagire nel progetto, di valenza culturale. Fra l’altro, dagli armatori presenti alle Grazie al raduno del 2006 — realizzato con l’impegno dell’Associazione Vele Storiche Viareggio — venne un sostanzioso contributo per la realizzazione della «lunetta» sulla facciata del santuario di Nostra Signora delle Grazie, con il ’ritorno’ dell’immagine della Patrona, realizzata su ceramica dall’artista Gloria Bertolone e inaugurata nel 2008 nel ventennale dell’Incoronazione. Nell’amministrazione — chiamata a pensare al bene della comunità, allo sviluppo della sua economia e alla tutela dei suoi valori paesaggistici — cresce intanto la consapevolezza dell’«indotto» alimentato dall’ospitalità delle barche d’epoca. E il discorso si allarga alla sald’ascia, particolari coIL BATTESIMO vaguardia dei mestruttivi delle barche L’inaugurazione stieri del maestro di legno, scenografie d’ascia e dell’attrezil 13 giugno che riprendono forzatore navale. E’ ancon i gozzetti me, suoni e perfino che questa una rotodori dei cantieri naa fare da cornice ta parallela battuta vali accoglieranno il vidal Cantiere Valdetsitatore. Ancora da individuare la sede. Molto, per lo svi- taro: rilanciare gli antichi mestieri, avluppo del cosiddetto «Porto Mu- viare ad essi i giovani, attraverso la seo», dipenderà dalla capacità di fare messa a punto di corsi di formazione squadra da parte delle varie forze in professionale, con le barche d’epoca campo: Comune, Cantiere Valdetta- che, in occasione dei restauri e delle ro, Società Servizi portuali turistici, manutenzioni delle alberature, divenPro Loco, Sezione Velica della Forza tano ‘palestre’ per il travaso delle coe Coraggio, team Lulwort. Gli stessi noscenze dai vecchi ai giovani. Sta che, su impulso di Francesco Barthel già accadendo. Ma la prospettiva poe Corrado Ricci, diedero vita al pri- trebbe consolidarsi. mo raduno «Sulla rotta di imperia» in occasione della Festa della Madon-


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ARTE

Con Nobili il profumo delle vele latine

DIDATTICA Un catamarano e la base della scuola di vela di Santa Teresa. Nella foto tonda il presidente Giovanni Toracca

Dove tuonava il cannone ora crescono i lupi di mare La scuola Santa Teresa fucina di bravi velisti

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OVE UN TEMPO tuonava il cannone ora sprizza la passione per il mare. Così la Scuola di Vela di Santa Teresa, nel cuore del Golfo dei Poeti, nata sulle ceneri di una batteria militare che aveva lo scopo, in tempo di guerra, di affondare le navi nemiche che si affacciavano all’orizzonte. Ora la vedetta col binocolo segue le danze delle derive sulle onde. E le camerate ospitano il riposo dei ragazzi esausti dopo le ore trascorse a confrontarsi col vento. La Scuola di Santa Teresa, oltre a costituire uno splendido esempio di come vecchie strutture militari che si affacciano sul mare possano, opportunamente ristrutturate, costituire siti ideali per la pratica della vela, è anche una testimonianza dell’efficacia del gioco di squadra fra istituzioni e appassionati di vela. La società è stata costituita nel 1996 da Comune di Lerici, Came-

ra di Commercio, Cassa di Rispar- qualsiasi tempo. Fatti salvi i mesi mio della Spezia, Associazione In- più freddi, già ai primi tepori primadustriali, Assonautica Nazionale, verili le barche scendono in mare. Assonautica Provinciale, Associazione Amici della Vela e Circolo UNA FLOTTA nutrita: quindiciVelico della Spezia. Un felice incon- derive (dieci Laser 2000 a due potro fra know-out nautico e capaci- sti e cinque Laser Bahia 4 posti ); sette piccoli cabinata degli enti a coglieti ( cinque J24 e re le opportunità di CORSI due Dufour 30), finanziamento della Dalle derive un Benetau First Comunità europea 40.7 e, novità degli per la conversione ai cabinati ultimi mesi, i catadel sito militare. passando marani: due da 16 per i catamarani piedi e due da 18. ALL’OPERA, nelA Santa Teresa la gestione dei corsi e dell’ospitalità, i blasonati istrutto- vengono organizzati corsi della duri del Centro Velico di Caprera rata di 7 e 15 giorni nel periodo che, così, oltrechè nella famosa ba- maggio-settembre e corsi weekse estiva nell’omonima isola end dal venerdì sera alla domenica dell’Arcipelago della Maddalena, pomeriggio nel rimanente periodo ora forgiano all’arte della vela, pic- dell’anno. coli e grandi, per tutto l’anno. Nel La tipologia dei corsi in programGolfo dei Poeti, con la sua diga fo- mazione è la seguente : ranea, si può navigare (quasi) con corsi di iniziazione con derive e ca-

binati; corsi di perfezionamento con derive e cabinati, corsi di manovra cabinati, corsi crociera, corsi catamarani, corsi speciali per scuole medie superiori: questi ultimi hanno anche un risvolto naturalista: le lezioni di vela si saldano a quelle di biologia marina. «DALL’INIZIO dell’attività, fino ad oggi, circa 10.000 allievi - racconta entusiasta il presidente Giovanni Totacca - hanno partecipato ai corsi, manifestando unanimi consensi per l’efficienza dell’ospitalità , la professionalità degli Istruttori e la validità delle didattica sia teorica che pratica, il magnifico contesto naturale nel quale la base è inserita». Tutte le informazioni sui corsi si possono trovare vistando il sito Internet www.scuolavelasantateresa.it .

IL FASCINO delle vele latine e l’interpretazione compiuta di esse sulla tela dal pittore spezzino Vittorio Nobili hanno ispirato una linea di profumi. L’iniziativa è della casa produttrice «Lya Parfums». Ovvio l’orgoglio di Nobili per aver contribuito alla promozione dell’armo velico tradizionale e al territorio spezzino. «Tre miei quadri - spiega - sono stati scelti per realizzare l’immagine nelle boccette di profumo. Si tratta di opere che avevo realizzato durante il raduno delle Vele Latine alle Grazie. Stanno comparendo negli scaffali delle profumerie di tutta Europa e, in occasione della Festa della Marineria, avverrà una promozione mirata verso gli equipaggi dellle vele latine». «La serie di profumi Vele Latine - è scritto, in tre lingue, sulla confezione - si ispira ai quadri, caratterizzati dall’amore per il suo mare e i paesaggi marini, del pittore Vittorio Nobili. Questi tre profumi vogliono coniugare le sensazioni delle note olfattive con le sensazioni visive delle opere, date dal senso di movimento dello scivolare tra le onde di questi vascelli del nostro mare Mediterraneo».

SICUREZZA SPECIALI LEZIONI PER CONSENTIRE AI DIPORTISTI DI FRONTEGGIARE LE SITUAZIONI DI EMERGENZA

Dal recupero dell’uomo a mare all’uso dell’Epirb

LUPACCHIOTTI DI MARE Ragazzi ad una «giornata azzurra»

LA CULTURA della sicurezza in mare è uno dei «pilastri» della scuola di vela di Santa Teresa. Viene abitualmente coltivata nei corsi ma ad essa si dedicano anche iniziative speciali, testando tutte le dotazioni di sicurezza obbligatorie che in relazione alla distanza della navigazione della costa, vanno obbligatoriamente tenute a bordo delle barche: dai salvagenti, alle cinture di salvataggi, razzi e fuochi a

mano, radio Vhf, fino all’Epirb, lo strumento elettronico necessario oltre le 50 miglia dalla costa: esso, attivato, lancia l’Sos al sistema dei satelliti, permettendo alle centrali deputate a ricevere le richiesta di aiuto (gestite dal comando generale del Copo delle Capitanerie di Porto) di localizzare immediatamente le coordinate geografiche del teatro dell’emergenza ed inviare lì uomini e mezzi per salvare i naufraghi.

Fondamentali anche le lezioni per il recupero dell’uomo a mare: manovra complessa, da conoscere in relazione alle varie situazioni di navigazioni a vela e motore. Localizzazione del naufrago, tempestivo lancio del salvagente, corretta manovra di accosto costituiscono la base del successo dell’operazione. Altre lezioni significative quelle sull’uso delle zattere di salvataggio, che entrano in scena quando le imbarcazioni... colano a picco.


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SQUISITA OSPITALITA’

SHOW Vele spiegate nel Golfo dei Poeti

E così si consolida l’amicizia con la Marina Militare IL TROFEO e la Supercoppa Lions di vela sono nati con la presunzione di divenire negli anni una “classica” del panorama velico, un preciso punto di riferimento per i praticanti di questo stupendo sport. E’ doveroso - dicono gli organizzatori - ringraziare quanti hanno dato fin dall’inizio la loro fiducia all’iniziativa: gli Enti che hanno offerto con entusiasmo il loro patrocinio, i soci Lions che hanno messo a disposizione le loro

energie, i velisti che hanno deciso con gioia di gareggiare per contendersi il Trofeo e la Supercoppa Lions. Il grazie più grande, però, va a Mariperman e alla Marina Militare, che con la loro efficientissima organizzazione hanno permesso quest’anno la realizzazione di un evento di sicuro prestigio. Siamo convinti che la collaborazione tra Lions e Mariperman continuerà in futuro con risultati positivi per la città della Spezia.

RADUNO LIONS

A vela sulle ali della solidarietà Dal Trofeo Mariperman al service per «Tender to Nave Italia»

I

LIONS TORNANO a spiegare le vele nel Golfo dei Poeti per la Festa della Marineria. Nel mega-programma, infatti, c’è il raduno velico con regata organizzato dai Distretti 108 ITALY IA2-LA-TB. La gioia di navigare si salderà alla solidarietà; nel caso specifico il raduno è finalizzato a sostenere la Fondazione Tender To Nave Italia che, con l’omonimo brigantino, si propone come risposta ai vari tipi di disagio provocato dalla disibilità, motoria e psichica. Ma ad alzare i livelli di adrenalina ci sarà, come detto, la competizione, per l’aggiudicazione del Trofeo Lions e la Supercoppa Lions. Quest’anno la manifestazione è stata collocata nell’ambito delle famose regate “Mariperman” per meglio rafforzare il legame tra la Marina Militare e i Clubs Lions della zona. «Ventidue anni or sono - ricorda l’ammiraglio Ammiraglio Massimo Marchesi (direttore CSSN) - la Marina Militare, nell’ambito dei festeggiamenti per il centenario della costituzione della Commissione Permanente per gli Esperimenti del Materiale da Guerra, meglio nota come Mariperman (oggi “Centro di Supporto e Sperimentazione Navale”), dava l’avvio tramite la sua Sezione Velica e con la collaborazione della Lega Navale Italiana, alle regate del trofeo Mariperman, che da allora hanno costituito il più importante avvenimento velico nel Golfo dei Poeti. Negli ultimi anni il concorso esterno si è allargato al Comitato Circoli Velici del Golfo che, forte di una lunga e qualificata esperienza agonistica, ha fornito un contributo sostanziale al rinnovarsi del successo. Quest’anno, la determinazione da parte del Comune di organizzare la “ Festa della Marineria “ ha indotto i locali vertici della Marina Militare ad accogliere la richiesta del comitato organizzativo di anticipare la data della regata, per farla coincidere con questo avvenimento. Ad accrescere maggiormente la valenza della regata, si aggiunge la richiesta avanzata dai Lions di partecipare con proprie imbarcazioni e di poter anche inserire i propri soci come membri degli altri equipaggi, concorrendo in clas-

VELATERAPIA Il brigantino «Nave Italia» per la risposta al disagio

sifiche separate, col duplice intento sportivo e benefico, visto che i proventi delle loro iscrizioni saranno devoluti a quest’ultimo scopo istituzionale». L’INIZIATIVA ha lo scopo di unire allo spirito competitivo delle regate veliche la divulgazione e promozione dei valori e dei principi lionistici fonda-

ti sull’amicizia e la solidarietà con l’intento di agire sempre per il bene comune. La manifestazione ha il patrocinio de “La Nazione”, della Regione Liguria, della Provincia della Spezia, dei Comuni della Spezia, di Lerici, di Portovenere, della Camera di Commercio e dell’Autorità Portuale. Il 13 e 14 giugno si sfideranno oltre 80 imbarcazioni: un appuntamento di grande ri-

chiamo per gli amanti della vela. Il campo di regata sarà ricompreso tra due perle del Golfo dei Poeti: Portovenere e Lerici. E’ uno dei tanti campi di regata della Festa della Marineria che, anche sul mare, consegnerà alla mente e al cuore, immagini memorabili. Uno spettacolo nello spettacolo, con alle spalle un’organizzazione imponente, di cui è regista Gianfranco Bianchi,

ORGANIZZAZIONE I VARI COMITATI AL LAVORO

Tutti gli uomini impegnati in plancia COMITATO D’ONORE: Giancarlo Vancini, Governatore Distretto 108 Tb; Roberto A. Linche, Governatore Distretto 108 Ia2; Ubaldo Pierotti, Governatore Distretto 108 La. COMITATO ORGANIZZATORE: Paolo Saccenti, Sezione Velica Marina Militare SP; Bertocchi Aldo, La Spezia Host; Cuttica Francesco, La Spezia Host; De Benedetti Leopoldo, Sarzana; Di Giulio Alfio, Cinque Terre; Canali Massimo, Viareggio Riviera; Antongiovanni Massimiliano, Viareggio Riviera; Pierini Faustino, Ceparana; Bertogli Alberto, Cepa-

rana; Casagrande Oscar, Vara Sud; Tavan Mario, Vara Sud; Iozzelli Antonio, Lerici Golfo dei Poeti; Piovani Luciano, Colli Spezzini; Spaggiari Pia, La Spezia degli Ulivi; Sussi Rondano,Barbara La Spezia degli Ulivi; Vinciguerra Manuela, Massa Carrara Apuania; Romanelli Franco, Valle del Vara. COMITATO REGATA: Sandro Gherarducci, Presidente Giuria di Regata FIV; giudici: Nicola Cirella, Luigia Mazzolini, Roberta Talamoni, Giorgio Balestrero Giudice, Enrico Podestà, Piermaria Giusteschi Conti.

presidente del Comitato dei circoli velici del Golfo, in perfetta sinergia con il responsabile della Sezione Velica della Marina Militare, il comandante Paolo Saccenti, in prima linea a coordinare il Trofeo Mariperman. L’INIZIATIVA, come detto, è finalizzata alla realizzazione di un “service” a favore della Fondazione Tender To Nave Italia che, nata dall’alleanza fra Yacht Club Italiano e Marina Militare, vuole apportare un contributo concreto e significativo a favore del benessere delle persone più deboli della società – bambini, adolescenti, portatori di handicap fisico, psichico, sensoriale, malati ed anziani – promuovendo il mare e la navigazione quali esperienze preferenziali di educazione, formazione e terapia. Il cuore della Fondazione batte a bordo di Nave Italia, il più grande brigantino del mondo, lunga 61 metri e capace di alloggiare più di 30 ospiti oltre l’equipaggio (messo a disposizione dalla Marina Militare). Il programma velico di “Mariperman” prevede una regata unica, in due prove nei giorni 13 e 14 giugno, per le seguenti classi di imbarcazioni: classe “IRC”; “monotipi IRC”; - “J80”; “J24”; “Meteor”; “IOR”, storiche barche da regata degli anni ‘70 e ‘80; “Tuttiavela”. Il Trofeo Lions verrà attribuito alla barca che risulterà prima classificata nella classe “Tuttiavela”. La Supercoppa Lions verrà invece attribuita con una speciale classifica, trasversale alle varie classi e col sistema “a punti” tra tutte le imbarcazioni che regateranno “con bandiera Lions”. La Coppa Lions Giovani è infine riservata ai ragazzi dagli 8 ai 14 anni, che potranno disputare il 6 giugno nelle acque della splendida Lerici una regata per tre classi: Optimist e due classi Laser, a cura del Circolo Velico Erix. Tutte le premiazioni avverranno sul molo al termine delle gare. Ad aprire il raduno sarà la Cena di Gala di presentazione del Trofeo Lions e della Supercoppa Lions: si terrà venerdì 12 giugno nella prestigiosa cornice del Park Hotel VIlla Ariston a Lido di Camaiore (Lucca).

Due giorni entusiasmanti per riflettere sull’impegno a tutela del mare

LOGO Il simbolo dei Lions Club

IL 20 MAGGIO è stata celebrata, per la prima volta, la “Giornata Europea del Mare”, istituita dall’Unione Europea in considerazione che gran parte degli Stati europei fonda da sempre il proprio sviluppo sulle risorse marine e costiere. Iniziativa assolutamente felice. L’impegno a preservare questa eccezionale risorsa deve essere di tutti e nessuno può sottrarsi alla responsabilità della sua protezione da ogni azione criminosa di degrado ambientale, di traffico illecito e di ostacolo alla libera comu-

nicazione tra i popoli. L’incontro sul mare e per il mare della Marina Militare e dell’Associazione dei Lions Club non è, dunque, casuale. Trae origine dalla condivisione dei valori universali della convivenza sociale e dal comune impegno per la loro affermazione, nello spirito della solidarietà che da sempre contraddistingue la marineria e che costituisce il fine ultimo del movimento lionistico. L’occasione è la grande manifestazione velica della “Regata Mariperman”. Per due giorni il mare, i viva-

ci colori delle vele gonfie al vento ed i termini marinareschi come bolina, mascone, tangone, boma, rizza, etc. la faranno da padroni, ci emozioneranno e ci indurranno a riflettere sulla difesa e sul maggior rispetto che tutti dobbiamo al nostro mare. E il mare, in partenariato con la Marina Militare ed i Lions, ancora una volta, sarà promotore dei propri valori e, insieme, fautore di solidarietà. Il past governatore del Lions Ivo Fantin


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Nurc, la ‘sentinella’ del mare per la difesa e per l’ambiente Cinquant’anni di ricerche in campo acustico

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RA I VARI traguardi celebrati dalla Festa della Marineria c’è il cinquantennale del Nurc, il centro di ricerca della NATO specializzato nella ricerca navale/marittima, con sede in viale San Bartolomeo. Una conferenza si terrà il 12 giugno, dalle 18 alle 20, nella sede del circolo velico della Spezia. Successore del SACLANTCEN, un noto istituto del periodo della Guerra Fredda, il NURC ha mantenuto una forte esperienza nell’acustica e nella guerra sottomarina. Oggi, il suo programma di lavoro sostiene le esigenze operative marittime dell’Alleanza Atlantica, sia per la struttura di comando della NATO che per gli stati membri. La collocazione in Italia alla Spezia rende il NURC un importante snodo per la ricerca collaborativa scientifica e tecnologica in Europa, mentre i suoi i legami con i laboratori accademici/navali del Nord America forniscono un collegamento con l’altro lato dell’Atlantico. Con personale scientifico e ingegneristico proveniente da più di 12 nazioni, e progetti congiunti di ricerca con altrettanti, se non di più, partner nazionali, NURC è l’unico istituto di ricerca marittimo che risponda alle esigenze di 28 nazioni. Il Centro opera per favorire rapporti di collaborazione sui settori della ricerca futura, al fine di rafforzare l’innovazione e ridurre i costi di sviluppo delle soluzioni richieste. Fra i campi di ricerca quello per la mitigazione del «rischio» sui Mam-

miferi Marini. Il Nurc è stato tra i menti per evitare o minimizzare primi Centri al mondo a studiare l’impatto delle emissioni sonore l’interazione tra i mammiferi mari- sui mammiferi marini. Tecnologie ni ed il Sonar Attivo dando vita nel per il monitoraggio acustico sono state sviluppate e 1999 ad un progetCETACEI impiegate durante to denominato Solle campagne di rimar (Sound Ocean Un continuo cerca per poter reLiving marine Remonitoraggio gistrare le vocalizzasources), oggi codei movimenti zioni delle varie spenosciuto come delle balene cie. Questi dati conMMRM (Mitigaziosentono di rilevare ne del Rischio sui Mammiferi Marini). Con la parteci- la presenza delle diverse specie, inpazione di numerosi partner nazio- crementando la conoscenza sulla nali ed internazionali vengono stu- loro distribuzione geografica. Il diate procedure, tecnologie e stru- Compact Passive Acoustic Moni-

tor (CPAM), quattro idrofoni trainati in una configurazione a tetraedro ed un array lineare con due idrofoni, sono un esempio di queste tecnologie. Uno dei primi obiettivi del progetto Solmar è stata la creazione di un database degli avvistamenti e degli spiaggiamenti delle specie marine del Mediterraneo. Attraverso la collaborazione con enti e organizzazioni nazionali ed internazionali, ed a seguito delle campagne di ricerca effettuate negli ultimi 10 anni, la banca dati include oggi 5463 avvistamenti e 4500 punti di spiaggiamento.

MISSION

Il controllo dei porti contro i terroristi UN ALGORITMO innovativo è stato sviluppato dal Nurc per individuare e localizzare gli intrusi che attraversano una barriera acustica per la sorveglianza sottomarina. Nel contesto della difesa dagli attacchi terroristici, una applicazione è data dalla individuazione e localizzazione automatica di piccoli veicoli sottomarini o di subacquei che intendono introdursi clandestinamente in un porto. Il metodo proposto, coperto da brevetto, produce una accurata immagine acustica della parte sottomarina dell’ingresso del porto (10 immagini al secondo), anche in condizioni ambientali variabili e rumorose. L’esperimento ATW ha implementato questo algoritmo attraverso una serie di sorgenti acustiche trasmittenti segnali ad alta frequenza ed una catena di ricevitori. La tecnologia sviluppata dal NURC nel suo programma di protezione portale è direttamente applicabile al rilievo alla ricerca di ordigni inesplosi. Veicoli autonomi (AUV) equipaggiati con side scan sonar ad alta frequenza individuano e classificano gli ordigni inesplosi che giacciono sul fondo marino. L’accuratezza della posizione degli ordigni è sufficiente per consentire la successiva ri-acquisizione da parte di subacquei..

IN CENTRO IN SINERGIA CON CONFCOMMERCIO, L’ ESPOSIZIONE DEI QUADRI DEGLI ALLIEVI DELLE BOTTEGHE D’ARTE

Pittura, metti il mare nelle vetrine dei negozi

REGALO Gli allievi che frequentano la scuola di pittura promossa dal maestro Renzo Borrella espongono le loro opere nelle vetrine dei negozi del centro

NON SONO pittori affermati ma la carica di passione con la quale si sono cimentati nell’impresa fa loro già onore, al di là dell’ammirazione che stanno suscitando le opere che hanno realizzato per ’celebrare’ i miti del mare. Loro sono gli allievi della Botteghe Officine d’Arte, la scuola di disegno e pittura fondata e diretta dal maestro Renzo Borrella. Non appena, lo scorso inverno, hanno sentito parlare della Festa della Marineria si sono messi a disposizione dell’organizzazione per fare un «regalo» alla città: realizzare ed esporre i loro quadri nei negozi delle vie del centro per contribuire a creare il clima di festa e di omaggio alla memoria del mare. Eccole le loro tele: in esse sono impresse velieri,

piroscafi, paesaggi marini, sirene, creature immaginarie ispirate al mare. Una testimonianza artistica di indubbia suggestione che ha entusiasmato la Confcommercio che, attraverso Roberto Abruzzese, ha tessuto la fila dei contatti con i negozi per l’esposizione dei quadri. E ora sono lì, ad arricchire le vetrine, a celebrare il mare e le radici della città. Non solo. Gli allievi, durante la festa, saranno protagonisti di una performance pittorica in diretta nelle sale del Museo Navale sull’onda della disponibilità espressa dal direttore, il Capitano di Vascello Alessandro Camaiora, che testimonia anche così la volontà di accrescere la fruibilità del Museo, custode di preziosi tesori.


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L’IMPULSO PARLA IL DIRETTORE DI «YACHT DIGEST» CHE IN UN EDITORIALE LANCIO’ L’IDEA DELLA FESTA DELLA MARINERIA

Zaccagnino: «Dalla Spezia una lezione all’Italia»

DIRETTORE Matteo Zaccagnino al «timone» della rivista Yacht Digest

LO CONFESSO: ci speravo ma ero dubbioso. centri di ricerca internazionali, mitilicoltura, peQuando in una delle consuete riunioni di redazio- sca…in uno scenario paesaggistico meraviglioso, ne, abbiamo pensato a quanto sarebbe stato bel- nel quale brillano le perle: Lerici e Porto Venere lo se in Italia fosse stato organizzato un grande (col suo arcipelago) e le vicine Cinque Terre. festival della marineria sulla scia di quelli francesi, Spezzini, vi invidio! Voi ogni giorno vivete in un mai avremmo pensato che il comune della Spezia luogo che, per milioni di persone, costituisce il avrebbe raccolto l’idea lanciata poi nell’editoriale sogno della vacanza intelligente: tra le suggestioni della natura, pulsa, infatti, la culpubblicato nell’ottobre del 2006 tura; non solo quella dei poeti e messo in moto la macchina orche hanno cantato il golfo, ma ganizzativa con così grande pasMERAVIGLIA quella del mare, nel suo senso sione e in tempi così rapidi. Alle«Lo confesso: più materiale, umano, con i presistire una grande Festa della marici speravo di noti e meno noti, dal Museo naneria era, ed è, un’operazione ma era dubbioso. vale alle ‘baracche’ dei maestri complessa, soprattutto se il riferimento è a quanto riescono a faMi sono ricreduto» d’ascia, dal Vespucci al gozzo a vela latina, dai bacini dell’Arsenale re da decenni a Brest e a Douaralle botteghe di antiquariato navanenez. Ma, oggi come allora, penso che il Golfo della Spezia abbia tutte le carte in le; con il Palio del Golfo che fa da spina dorsale regola per far sì che l’iniziativa abbia davvero il della tradizione e ha costituito il trampolino per successo che merita. Non è solo l’angolo di ma- traguardare i nuovi orizzonti. L’unione tra le tanre più bello del Mediterraneo, come pensava Na- te espressioni della marineria che state realizzanpoleone, ma è anche la testimonianza di una con- do non solo fa tanto bene alla città, che trova centrazione, unica nel suo genere in Italia, di tut- nuova linfa per scommettere sulla risorsa-mare, te le attività dell’uomo che, nel rapporto col ma- ma rappresenta una bella testimonianza al Paese re, fanno economia, alimentandosi nel sapere: ar- di come, col gioco di squadra, si possono raggiunsenale della Marina, cantieri navali, scalo maritti- gere grandi traguardi, quando si punta su un como, porti turistici, facoltà di ingegneria nautica, mune denominatore. Un gioco di squadra che

passa per le varie associazioni che coltivano il culto delle barche d’epoca, dell’arte delle costruzioni navali, associazioni che sono state coinvolte sin dall’inizio in questa fantastica avventura, chiedendo loro all’inizio la loro opinione; anche da esse è giunto un impulso fondamentale per la Festa della Marineria, con la memoria che correva al 1989, quando La Spezia ospitò un raduno che ha fatto storia, organizzato dall’Aive e dalla Marina. Un seme anche quello, nel fiorire delle iniziative del Golfo della Spezia, di cui ammirevoli sono stati i raduni svoltisi negli ultimi anni alle Grazie, a Lerici e la performance dei nocchieri del Vespucci a Cadimare in parallelo alla costruzione del ‘Quinto remo’. Continueremo, con piacere, a seguire con particolare attenzione i fermenti spezzini, grazie al contatto con un grande appassionato della cultura del mare, dalle intuizioni e dalla penna felice: il giornalista Corrado Ricci de La Nazione. Attraverso lui continuiamo a ‘marcare stretto’ i fermenti della città e del suo golfo, pronti a mettere a disposizione le nostre pagine per valorizzare tutto ciò che di buono e vero sta venendo alla luce. E ammetto: non vedo l’ora di godermi la Festa! Matteo Zaccagnino, direttore della rivista Yacht Digest

A PORTO LOTTI

Folco Quilici racconta il mare Un’eccezionale retrospettiva del famoso documentarista

I

L DOCUMENTARISTA e scrittore Folco Quilici, protagonista di straordinarie avventure di mare e di penna e inserito dalla rivista Forbes fra le 100 firme più influenti del mondo, sarà l’ospite d’onore di Maìna – Festa della Marineria, con la sua ricca retrospettiva. Sarà proprio lui, infatti, a presentare alla Spezia un’antologia di filmati a corto e medio metraggio realizzati durante i suoi viaggi attraverso i mari e gli oceani del mondo. Verranno, inoltre, proiettati film o sequenze selezionati dall’autore stesso. Tutto il materiale è tratto da un’opera cinematografica imponente, centrata sul mare e sul rapporto fra l’uomo e l’elemento liquido. Quilici, nato a Ferrara nel 1930 da Nello Quilici, storico e giornalista, e Mimì Buzzacchi, pittrice, intende così riassumere il suo lungo viaggio di oltre mezzo secolo svolto in ogni parte del pianeta, un’avventura che lo vede testimone consapevolmente attivo del mondo contemporaneo. La sua presenza alla Spezia per la Festa della Marineria è un attestato della qualità dell’iniziativa da parte di un uomo di mare e dei media che ha catturato l’attenzione e l’immaginazione degli appassionati di mare per oltre quarant’anni. La retrospettiva e le conferenze di Quilici andranno in scena venerdì 12, sabato 13 e domenica 14 nell’auditorium di Porto Lotti nel magnifico scenario del porticciolo turistico. Ecco il programma: venerdì 12 giugno, ore 21,30 Incontro con l’autore: Alberto Cavanna dialoga con Folco Quilici;

PERSONAGGIO Folco Quilici

Proiezione di sequenze tratte dai film: Sesto Continente (1954), Ultimo Paradiso (1956), Tikoyo e il suo pescecane (1962), Oceano (1971), Dio sotto la pelle (1974), Dagli Appennini alle Ande (1959), Fratello Mare (1975), Cacciatori di Navi (1991). Durata: 90’ Sabato 13 giugno, ore 18 – 19: Proiezione di un’antologia di filmati di viaggio girati in vari mari e oceani del mondo. Presenta Folco Quilici Durata: 80’. Sabato 13 giugno, ore 21– 23: Proiezione del film lungometraggio Cacciatori di Navi (1991). Presenta Folco Quilici. Durata: 90’. Domenica 14 giugno, ore 16-20,30 Proiezione di antologia di corto e medio metraggi realizzati per il cinema: Liguria, Sardegna e Sicilia della Serie “L’Italia dal cielo”. E inoltre: “L’impero di Marmo” (2004), “Pan-

telleria, un’isola nel tempo” (2008). Presenta Folco Quilici Ore 21.30 - 23: Proiezione del lungometraggio, Oceano (1971) Presenta Folco Quilici. Durata: 90’. Ed ecco una sintesi delle opere che si potranno ammirare a Porto Lotti: SESTO CONTINENTE (1952-1954) Il primo film lungometraggio a colori sul mondo sottomarino. Sullo sfondo di eccezionali riprese filmate, si ipotizza un nuovo continente (il sesto, appunto) a disposizione dell’uomo. 1˚ Premio Mostra Internazionale di Cinematogragia a Mar del Plata 1955. Distribuito nel mondo con il titolo di Blue Continent. ULTIMO PARADISO (1955-1956) Quattro racconti narrano la vita del polinesiano che vive nelle miti-

che isole dei mari del Sud: un ragazzo, un uomo, una donna, un anziano. Realtà umana che sta per essere travolta dalle trasformazioni inarrestabili in un mondo meraviglioso ma condannato. “Orso d’Argento” al Festival di Berlino del 1957 e numerosissimi altri riconoscimenti e premi internazionali. Distribuito nel mondo dalla United Artist. DAGLI APPENNINI ALLE ANDE (1958-1959) Tratto dal celebre racconto di Edmondo de Amicis, ma narrato soprattutto per valorizzare personaggi e paesaggi di una insolita America Latina. “Concha de Plata” al Festival di S. Sebastiano 1959. TIKOYO E IL SUO PESCECANE (1960-1961) Favola ecologica ove il racconto dell’amicizia tra un ragazzo polinesiano e un mostro del mare, è apologo, avventuroso e poetico, del

rapporto tra uomo e natura. “Premio Unesco” 1962; “Premio San Fedele” 1962. OCEANO (1970-1971) L’odissea di un pescatore delle Tuamutu che parte dal suo atollo - isola solo corallina - per procurarsi fertile terra negli arcipelaghi “lontani”. Smarrito nell’immenso Sud Pacifico, ritrova l’atollo dal quale era partito ormai condannato: bersaglio di esperimenti atomici. Distribuito nel mondo con il titolo THE VOYAGE OF TANAI. Mostra Internazionale del cinema a Taormina: Premio Speciale del 1971. IL DIO SOTTO LA PELLE (1972-1973) Un film-inchiesta su personaggi che rifiutano un’esistenza nel mondo del consumismo e dell’urbanizzazione forsennata, cercando un nuovo rapporto con comunità “diverse” e con la natura. CACCIATORI DI NAVI (1988 – 1991) Quattro amici e un vecchio marinaio inseguono una goletta fantasma nel Mar Maldito, alle foci del Rio delle Amazzoni. Una sfida all’ignoto, alle forze della natura e alla magia del amre che si conclude tragicamente. Presentato e premiato a “Umbria Fiction” (1991). Targa d’oro per il Cinema d’Autore Europeo (1992). IMPERO DI MARMO (2004) Ispirato alla famosa opera “Marmora romana” del professor Gnoli, il film narra e mostra la meraviglia di una materia sempre diversa, che valeva oro. Simbolo di opulenza e di potere, preziosa per edifici civili e religiosi, per la statuaria, per l’edilizia pubblica. Per il lusso di privati e soprattutto la vanità degli uomini di potere. Film prodotto dall’Istituto Luce.


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L’ELOGIO L’ASSESSORE ALLA PUBBLICA ISTRUZIONE PAOLO MANFREDINI PLAUDE L’OPERAZIONE

«I ragazzi, giocando, conosceranno i nostri tesori» Questo album è una gran bella idea. Quando Marco Tarabugi mi ha presentato il progetto ne sono rimasto immediatamente colpito. Abbiamo deciso di sostenerlo, soprattutto come iniziativa da diffondere nelle nostre scuole,tra i nostri ragazzi. Oggi, in un’epoca in cui tutto, anche e soprattutto i ricordi, si consumano così velocemente lavorare in modo giocoso, attraverso una raccolta di figuri-

ne, a tener viva, a far conoscere la storia di una comunità è davvero importante. E’ un dovere dichi lavora nelle istituzioni far sì che, soprattutto i più giovani, i bambini, facciano proprio questo patrimonio. La fatica del ricordare, l’impegno per la memoria sono e devono essere una seria responsabilità. Con questa iniziativa si contribuisce dunque a quel lavoro di recupero della nostra memo-

ria, dell’orgoglio di essere parte di questa comunità. Conoscere e voler bene alla Spezia: questo è il punto. La Spezia è una città che porta, seppur a volte nascoste, le tracce di un passato denso di storia. Questa raccolta è un po’ come una caccia al tesoro... Paolo Manfredini - assessore ai servizi educativi e alla pubblica istruzione della Spezia

L’INIZIATIVA

Le figurine raccontano la città Un album per raccogliere le vecchie immagini e custodire la memoria

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NA DELLA PASSIONI giovanili più ricordate con nostalgia nella mente di chi è in là negli anni è quella della raccolta delle figurine dei calciatori. Ah, le mitiche figurine Panini... Quanta gioia nel veder completato l’album con le ’testine’ dei campioni. Un ’modello’, quello delle figurine da appiccicare all’album, che non ha sofferto più di tanto dell’era di Internet, dove ogni immagine è fruibile con un click. Tanti gli album di varia natura proposti sul mercato.... Uno, ora, ha tutte le caratteristiche per diventare un ’pezzo’ da collezione nelle case degli spezzini, di coloro che amano la nostra città. Sì, perchè le «figurine» non sono altro che le cartoline d’epoca che documentano l’evolversi nel tempo della nostra comunità. L’idea è venuta dall’architetto Marco Tarabugi, un «innamorato pazzo» della Spezia, per la quale si spende, con idee, iniziative e anche... provocazioni. Come quella del Face-book sull’Arsenalemuseo. Sulle onde della memoria Tarabugi ha «navigato» per consegnare ai bambini, ai ragazzi, ma anche agli adulti le immagini della città di un tempo. Perchè proprio le figurine? «Sono un mezzo - spiega Marco Tarabugi - per raccontare in modo più stimolante la storia della città, mettendo a confronto il passato con il presente e fornendo anche notizie circa il dialetto, alcune curiosità locali e le antiche tradizioni che si stanno ormai perdendo». Dunque, un album non solo ricco di foto armarcord? «Si, ogni foto ha riportata una descrizione per dare contezza della storia che c’è dietro». A chi è rivolto l’album? «Sono 467 e sono IMPEGNO «In particolare alle in vendita in ediconuove generazioni che La bella idea la. Ogni pacchetto avranno così a disposidell’architetto ne contiene sei e zione uno strumento costa 60 centesiMarco Tarabugi nuovo per capire e comi». noscere il nostro pas- per amore della Spezia Il filo condutsato; avranno in pratitore dell’alca la possibilità di impabum? rare la storia giocando..... Ma è anche rivolto a coloro che per «E’ la poesia di Ubaldo Mazzini ’A spemotivi di lavoro si trovano lontano za de na vota e quela d’aoa’ (La Spezia dalla Spezia e, sfogliando l’album, po- di una volta e quella di adesso), le cui tranno sentire in ogni singola pagina... frasi si trovano in fondo ad ogni pagigli odori, il rumore, il chiacchierio, il na» Non si ama una città, del remugugno, la voce della città!» sto, se non la si conosce a Quante sono, in tutto, le figufondo... rine e dove si trovano? «Sì, conoscere La Spezia ci renderà più facile abitarla e ci consentirà di far rivivere le emozioni, i sentimenti, le

AMARCORD A sinistra Marco Tarabugi, in alto un’immagine della città alla fine dell’ 800, a destra l’ album per le figurine in vendita nelle edicole abitudini di persone lontanissime da noi nel tempo eppur così vicine... Ma penso all’album anche come opportunità di promozione turistica...» Penserai anche all’opportunità commerciale? «Non ci guadagnerò niente. Anzi, andrò in rimessa. L’importante era riuscire in questa impresa: la prima in Italia. Un regalo alla città». Come è nato il progetto? «Nacque circa un anno fa dalla mia forte volontà di fare qualcosa di concreto per La Spezia». Come? «Senza avere alcuna certezza sullo sviluppo della mia idea, passai gran parte dell’estate del 2008 effettuando ricerche presso le biblioteche cittadine,

ressato mi contatti”. Lasciai il mio numero di telefono e pochi giorni dopo venni contattato dal signor Lauro Cabano». Bella prova di attenzione, gli fa onore, visto che nemmeno ti conosceva... «Egli si dimostrò da subito interessato alla mia idea, definendola un “sogno” realizzabile. Vorrei sottolineare che l’aiuto datomi dal signor Cabano è stato indispensabile per la realizzazione del progetto, in quanto senza di esso non avrei mai avuto la possibilità di concretizzarlo». E poi che accadde? «Dopo questo incontro ne seguirono altri tra cui quello, molto importante, con l’Assessore Paolo Manfredini che ritenne l’idea molto affascinante, capace di saldarsi efficacemente alla Festa della Marineria che, appunto, batte le rotte del passato». Dal dire al fare, però... «Contattai così un’altra persona che si rivelò per me di grande importanza: Franco Ragno, il presidente dell’Edizione Soqquadro. Egli, dopo aver visionato il progetto da me mostratogli, decise di partecipare a questa ”avventura”, ritenendo il lavoro molto valido ed interessante. Fu in questo momento che il progetto iniziò davvero a decollare. Cercai così di organizzare, nel più breve tempo possibile, il materiale a mia disposizione nonostante, durante le ricerche, emergessero sempre nuovi argomenti interessanti da inserire. Non sarei mai riuscito a terminare l’album se non avessi avuto l’aiuto, l’appoggio e soprattutto la collaborazione della mia fidanzata, Tiziana Zanoni, la quale ha partecipato alla stesura definitiva dei testi». Ringraziamenti? «A tutti coloro che hanno collaborato, ma un ringraziamento speciale va a mio padre, Mario Tarabugi, per aver messo a mia disposizione la sua collezione di immagini e libri storici della Spezia e soprattutto per averanalizzando il materiaSOSTEGNO mi trasmesso la pasle storico in mio posL’incoraggiamento sione e l’amore per sesso e scattando fode La Nazione, la nostra città. Fonto utili alla mia ricerdamentali sono stati ca. Sembrava che il di Contship progetto non dovesse e di E. Leclerc Conad anche gli incoraggiamenti che mi sono mai partire quando un giunti da La Spezia pomeriggio, in maniera del tutto casuale e senza alcun tipo Terminal Container, da La Nazione, Gazzetta della Spezia: ho trovadi pretesa ebbi un incontro fonda- dalla to le persone giuste al momento giumentale». sto». E’ stato un piacere... la tua Cioè? passione è contagiosa. Altri «Mentre ero in visita al centro comprogetti nel cassetto? merciale “Conad E.Leclerc” di Santo «Assolutamente sì. Ho in mente altre Stefano di Magra, decisi di lasciare alla iniziative per la mia città. Il sindaco ha Direzione un biglietto, indirizzato al parlato tanto della necessità di liberaresponsabile, nel quale scrissi le se- re energie. Io l’ho preso di parola e lo guenti parole: ”Sono Marco Tarabu- aspetto al... varco». gi, un giovane architetto della Spezia. Ho un’idea per la città. Se fosse inte-


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CULTURA DURANTE LA FESTA DELLA MARINERIA INCONTRI CON PERSONAGGI E AUTORI SULLE ROTTE DEL SAPERE

Salotti letterari al Trianon, sul pontone e al Centro Allende UN «SALOTTO letterario» sarà allestito durante la Festa della Marineria presso l’ex Teatro Trianon che ospita la rassegna «Memorie del mare» con i reperti consegnati da diverse famiglie spezzini. Diversi gli incontri con gli autori per la presentazione dei loro libro. Ecco il programma: venerdì 12 giugno, alle 18 «Cinquant’anni di mare; memorie di Angelo Belloni»; A cura di Achille Rastelli (Mursia editore). Domenica 14 giugno, ore 21: «1928: Dalla Spezia al Polo Nord; a bordo della nave appoggio “Città di Milano”, sulla traccia di un diario inedito della spedizione Nobile» di Annalisa Coviello (Edizioni Giacchè).Lunedì 15 giugno 17: «La Spezia 1907: Il varo della nave Roma» di Alberto Scaramuccia (Edizioni Cinque Terre).Il giornalista Gino Ragnetti intervista l’autore.

Al Centro Allende, invece, di scena l’Associazione Mediterraneo; accadrà venerdì 12 giugno alle 18: «Rappresentare il Mediterraneo», incontro con Vincenzo Consolo, scrittore e Franco Cassano, filosofo. A bordo del pontone Langer Heinrich, ormeggiato al Molo Italia, domenica 14 giugno alle 18: «Il “primo mare” non si scorda mai»; Incontro a più voci con uomini e donne di mare, cultura, sport, a cura di Patrizia Lupi, Direttore di POLO Porti&Logistica in collaborazione con Il Mare Libreria Internazionale, Sogei, Aive. Intervengono: Cristiano Aliperta, comandante Guardia Costiera, conduttore e coordinatore del programma “Navigare informati”; Paolo Bernacca Illustratore e Artista del mare; Carlo Borlenghi, fotografo; Alberto Cavanna, scrittore; Marco Campione, pro-

duttore e coordinatore programmi Mediaset; Giulia D’Angelo, scrittrice, giornalista, direttrice Libreria Internazionale Il Mare di Roma ; Eleonora De Sabata, ricercatrice, giornalista e scrittrice di mare; Dino Emanuelli, comandante, attore, scrittore; Pardo Fornaciari, cantastorie, ricercatore musica popolare; Maria Gloria Giani, presidente Wista Italia; Ernesto Irace, armatore della barca d’epoca “Manta”, socio AIVE (Associazione Vele d’Epoca), avvocato; Michele Maffei campione olimpionico di sciabola, Segretario Generale Federazione Ginnastica d’Italia, randista; Folco Quilici, giornalista e scrittore, regista, documentarista; Pieralvise Zorzi, autore televisivo, giornalista, curatore della rubrica Storie d’Amare.

IL LIBRO

Scrittore da bosco e da riviera L’ultima fatica di Alberto Cavanna ‘costruttore’ di navi e di romanzi

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IOÈ, ANCORA oggi quelli laggiù siamo zione. noi… Insomma, per capirci, quelli del paesi- «E’ una caratteristica della nostra gente - ci dice Alberto - l’immedesimazione con la propria professionalità. no in fondo alla baia». Così comincia il nuovo romanzo di Alberto Cavanna, in Una volta eravamo ciò che sapevamo fare e la capacità un sonnolento pomeriggio d’estate, con la gente seduta era quasi una virtù etica». Dunque un tema attuale? ai tavolini della «Forza e Coraggio» alle Grazie, di fronte all’immancabile piatto di acciughe e il bicchiere di vi- «Sicuramente, visto la crisi che stiamo attraversando, una delle cui cause scatenanti è stata proprio l’allontanano bianco. Ma questa volta Cavanna non ci parla di pirati e vascelli: mento dalla cultura del lavoro». nessuna battaglia navale o inseguimento a vele spiegate. Il tuo romanzo è ambientato alle Grazie. E’ La gente del paese, il siò Luigi, il Professore, il Carnesecuna scelta precisa? ca ci parlano del loro borgo, del can«Ho lavorato alle Grazie per quasi tiere navale, e di un fatto accaduto dieci anni. Ho avuto modo di apprezLA STORIA qualche anno prima. zare il legame che la gente aveva con Vicende personali Ben presto le vicende narrate, seconil lavoro in cantiere. Ho amato quella e fantasia do lo stile corale tipico dell’autore, gente e quel borgo…» tra cantieri, delusioni diventano tre, raccontate in modo Qualcuno ci si troverà? leggero ma toccante: la storia di Pieed entusiasmi creativi «Si, anche se tengo a precisare che tro, che gira sulla barca a vela costruinon c’è alcun legame con fatti realta da suo padre in cerca di risposte mente accaduti. E’ un po’ come prosulla sua identità; Maddalena, che invece cerca dispera- vare a spiegare la battaglia di Waterloo usando le statuitamente di far dimenticare chi è e da dove viene e la ne del presepe…» gente del paese, che la sua identità cerca disperatamenIl cantiere di cui parli è il Valdettaro? te di difenderla dalle promesse di un progresso tanto «Solo come luogo geografico. Chiunque abbia lavorato illusorio quanto pericoloso… in quel cantiere, come me, si renderà perfettamente Di più sarebbe un peccato dire. conto che nel libro è raccontata una storia diversa». Invece è importante sottolineare come nelle pagine di Quanto invece c’è di storia tua personale nel«Da bosco e da riviera», questo il titolo del libro (edito le vicende del protagonista? dalla Rizzoli), l’identità sia da ricercare nelle radici mari- «Tanto, quasi tutto. Ma questa è una cosa di cui non nare e in particolare nel legame col mondo del lavoro, voglio parlare, almeno non adesso… come spiega Luigi Angeletti che ne ha curato la postfa- Ma prima o poi lo farò».

CREATIVO Lo scrittore Alberto Cavanna nella foto di Simona Gavioli alle Grazie

PERSONAGGIO L’ARTE DEL FARE, CON IL LEGNO E CON LA...PENNA

SONO LE QUATTRO e mezza. Mia moglie e mia figlia dormono, i gatti ronfano davanti al camino. Scrivo. Scrivo e faccio una cosa che non ho mai avuto il coraggio di fare: parlare di me.. Sono nato ad Albisola il 24 Agosto 1961. Da bambino mia madre mi sbolognava a mio padre che mi portava in falegnameria, tre piani sotto casa. Lui mi metteva in mano qualche ferro e io dovevo solo stare attento a non farmi male. Mi piaceva anche molto leggere. Mi iscrissi al liceo classico ma dopo l’ultimo anno mollai tutto per fare il falegname: era il 1980. Mio padre mi insegnò quello che ancora non avevo imparato, poi mi lascio guidare l’azienda. Ci ingrandimmo, assumemmo altri operai, prendemmo grossi lavori. Dal’83 all’88 lavorai a bordo su qualcosa come una trentina di barche. Ma non era la strada giusta. Non è certo qui il posto per entrare nei dettagli: basti dire che a un certo punto i grandi cantieri smisero di pagare e il vaso di coccio, stretto tra quelli di ferro, si ruppe. Mio padre non fece una piega: avremo onorato i nostri debiti. Mise tutto il patrimonio in

Le barche come passione mano al commercialista. Risultato: perdemmo tutto: la casa, la falegnameria, i fondi dove il mio bisnonno aveva cominciato nel 1880. Partimmo per la Spezia, dove un nostro cliente aveva aperto un cantiere. Quando arrivai a le Grazie avevo 1300 lire in tasca. Era il 21 Agosto 1988. LA VITA in cantiere non era facile ma il lavoro era bellissimo: lavoravamo su barche d’epoca. L’’Orion’ del 1910 (più vecchio del Titanic), il ‘Mariette’, l’Istranka’ già di Tito di Jugoslavia, il ‘Pacha III per Carolina di Monaco. Ho incontrato persone incredibili, ho messo insieme ricordi meravigliosi. Rimasi a le Grazie per cinque anni, giusto per vedere il varo di ‘Shabab Oman’ la più grande nave scuola in legno esistente. Nel ’93 il cantiere si ingrandì: erano entrati dei soci dell’alta finanza e fui mandato a ristrutturare un cantiere a Venezia dove si lavorava con le fibre di carbonio. Incontrai persone splendide. Costruimmo una delle più bel-

le barche a vela più leggere mai varate, il ‘Mandrake’. Avevo fatto carriera e qualche soldo. Ma… C’è sempre un ma nella vita dei burattini di legno e i problemi vengono da chi tira i fili…. I soci che erano entrati a fianco del mio presidente erano dell’alta finanza: ora sappiamo di cosa sono stati capaci, finalmente è chiaro. Nel ’96 non lo era ancora. La finanziaria che deteneva le azione della società saltò dopo un intricato caso giudiziario. Io ero rimasto senza lavoro. Ma avevo qualche soldo e una barchetta che nel frattempo mi ero ricomperato. AFFITTAi una casetta sul mare vicino alle Grazie. Per una quindicina di mesi mi dedicai a me stesso: ero solo, uscivo la mattina, salivo sul ‘Billy the Kid’, giravo in vela nel golfo fino a sera. Ma le giornate erano lunghe, soprattutto per uno abituato a lavorare dalle dieci alle quattordici ore al giorno… E mi accorsi anche che avevo tante cose dentro. L’idea iniziale

era un libro sulla storia della nave in legno ma non lo finii mai mentre invece trovai interesse da parte dell’editoria per i miei racconti. NEL FRATTEMPO avevo trovato altro lavoro. Ma i cantieri non erano più quelli che avevo conosciuto: alla dirigenza non interessava cosa succedeva sugli scali. Avevo appena pubblicato il mio libro sul pirata di Portovenere, ‘marinaio di nascita, corsaro per necessità, pirata per disperazione…’. Non riuscii più a trovare lavoro: se lo trovavo lo lasciavo dopo poco. Entrai in depressione. Sono riuscito a non perdermi grazie alla mia famiglia e alla mia casa, che ho costruito con le mie mani mettendoci dentro gli ultimi soldi che mi restavano ma anche quelli ora sono finiti. Ero ormai sul fondo ed é lì ho scritto ‘Da bosco e da riviera’. La situazione è sempre la stessa: sono senza soldi, non ho un lavoro e ho anche venduto il ‘Billy the Kid’ per tirare avanti. Ma ora guardo di nuovo il mare... Alberto Cavanna


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L’OMAGGIO IL LEONE DI CAPRERA ESPOSTO SOTTO IL MONUMENTO ALL’EROE DEL RISORGIMENTO

Si riannodano i fili dei rapporti fra Garibaldi e la città LA SPEZIA è una città dalla vocazione Garibaldina. L’«Eroe dei due Mondi» vi fu condotto in più occasioni: nel 1862 per essere imprigionato al Varignano all’indomani della battaglia dell’Aspromonte, dove fu ferito e catturato e nella notte del 22 Ottobre dello stesso anno in cui dormì all’hotel Milano, attuale sede dell’Ammi-

ragliato, prima di essere salutato con grande ardore, la mattina successiva, da una folla di spezzini che lo attendeva con ansia. ‘La Spezia’ gridò a Garibaldi in barella “un saluto all’eroe!” e Garibaldi rispose “viva La Spezia, viva Roma”. Una targa, posta nel 1907 ricorda ancora oggi questo storico passaggio.

E’ all’interno di questo quadro storico e, in particolare all’ombra del monumento dedicato a Garibaldi ai giardini pubblici, che si colloca una presenza nautica di grande valore storico: il «mitico» Leone di Caprera, classe 1879, tornato a vita nuova grazie dall’Associazione per il Restauro delle Imbarcazioni d’Epoca.

IMBARCAZIONE STORICA

Il Leone di Caprera in piazza Alla Spezia, grazie ad Arie, per la Festa della Marineria

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RESCA del restauro museale portato a compimento dall’Associazione per il Recupero delle imbarcazioni d’Epoca (ARIE), giunge alla Spezia per la Festa della Marineria un’imbarcazione carica di storia: il mitico «Leone di Caprera», una baleniera con armo ibrido di 9 metri e mezzo, costruita a Montevideo (Uruguay) nel 1879. Con essa tre italiani, fra il 1880 e il 1881, attraversarono l’Atlantico per rendere onore a Garibaldi a Caprera. Di qui il nome celebrativo. Di qui, centoventotto anni dopo la storica impresa, altro omaggio all’«Eroe dei Due Mondi», alla Spezia, in una location coerente: all’ombra del monumento dedicato a Garibaldi, ai giardini pubblici. Non giunge via mare (il restauro, conservativo-museale, è stato funzionale all’esposizione sulla terra ferma) ma trasportata su un mezzo speciale della Guardia di Finanza. Ciò avviene a ridosso della cerimonia inaugurale tenutasi a Livorno, la città dove il 9 giugno del 1881, il Leone di Caprera arrivò ad epilogo della avventurosa traversata dell’Atlantico: una vera e propria prodezza marinaresca, considerate le dimensioni da ’guscio di noce’ dell’imbarcazione e la rotta, dall’Uruguay all’Italia, battuta in gran parte controvento. Nella città toscana il «Leone di Caprera», grazie ad ARIE, è rinato, con l’alto Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali che ha riconosciuto all’imbarcazione il valore di bene storico.

«IL PROGETTO - dice Serena Galvani, presidente dell’associazione ARIE che da dieci anni si adopera per questo restauro – ha inteso recuIMPEGNO perare una memoria poco conosciuSerena Galvani ta che è motivo di orgoglio per la stopresidente ria della Marineria italiana». Serena di Arie dedica gran parte della sua vita alla salvaguardia delle imbarcazioni di valore storico, battendosi con la sua Associazione per i loro restauri filologici e Centrato ora IMPRESA perché la collettività l’obiettivo della repossa conoscere le lo- Nel 1881 attraversò stituzione agli origil’Oceano Atlantico ro storie, spesso stranali splendori del ordinarie. «Ho ottenuLeone di Caprera. per rendere onore to dal Parlamento itaIl progetto di reliano - evidenzia orgo- all’Eroe dei due mondi stauro museale — gliosa - un articolato concepito da ARIE di Legge, oggi inserito nelle “Leggi con i fondi concessi dal Ministero Quadro dei Beni Culturali” proprio dell’Ambiente e della Tutela del Terperché le barche siano considerate ritorio e del Mare al Comune di Ca‘Beni Culturali’ a tutti gli effetti». merota, e che gode della partnerTra i grandi risultati di questi dieci an- ship del Comando Generale della ni di lavoro, c’è il recupero dell’8 me- Guardia di Finanza e di quella del tri Stazza internazionale ARIA (Can- quotidiano ‘La Nazione’ — aveva tieri Costaguta, 1935) e la collabora- preso il via venerdì 23 marzo 2007, zione con lo studio Faggioni sul re- con il trasporto dell’imbarcazione stauro del gozzo ‘Pianosa’ (1947). dalla grotta di Lentiscelle (Marina di Camerota), dove era da tempo ricoverata, a Livorno per l’inizio dei lavo-

UN MITO Il «Leone di Caprera» torna a splendere grazie ad Arie

ri. Gli interventi sono stati effettuati presso il cantiere specializzato ‘Old Fashioned Boats’ di Francesco Crabuzza sotto la supervisione del Comitato tecnico-scientifico di ARIE presieduto da Stefano Faggioni dell’omonimo studio della Spezia. MA TORNIAMO alla storia del Leone di Caprera, protagonista di una straordinaria traversata dell’Atlantico. La compirono tre coraggiosi marinai italiani: il comandante Vincenzo Fondacaro (Reggio Calabria) e i suoi due compagni Orlando Grassoni (Ancona) e Pietro Troccoli (Salerno). In segno di amore per la Patria, i tre marinai avrebbero portato a Garibaldi un album con le firme degli italiani emigrati in Sud America. Il

cazione venne quindi esposta nel laghetto della Villa Reale di Monza e successivamente all’Esposizione Nazionale Milano. Dal 1932 entrò a far parte del Civico Museo Navale Didattico di Milano. Nel 1953 il Leone di Caprera fu trasferito nel parco del Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, dove rimase fino all’agosto del 1995, momento in cui venne trasportato a Marina di Camerota (Salerno) per essere ricoverato ed esposto al pubblico presso la grotta di Lentiscelle. «Il restauro effettuato a Livorno - puntualizza Stefano Faggioni - ha privilegiato la sostituzione delle parti mancanti e un rinforzo generale dei corsi di fasciame e dell’ossatura dell’imbarcazione. Lei parti ricostruite sono state rese individuabili grazie a un diverso colore dei legnami. Nella ricostruzione sono state utilizzate essenze lignee quanto più possibile simili a quelle originali».

LA STORICA imbarcazione tornerà a Camerota, in un idoneo sito museale. Ma intanto si può ammirare alla Spezia per la Festa della Marineria, che così ritesse anche le fila del rapporto tra la città e Garibaldi. Serena Galvani tiene molto a fare dei ringraziamenti. A lei la parola: «Oltre agli Enti e ai Comuni coinvolti e già citati è doveroso sottolineare l’attenzione prestata dall’Istituto Centrale per il Restauro di Roma nell’approvazione del progetto di restauro presentato da ARIE. Un ringraziamento particolare alla Guardia di Finanza, il cui Comando Generale ha concesso per il trasporto alla Spezia l’utilizzo dei mezzi del Centro Navale di Formia e delle scorte sulla scia dell’impegno delle Fiamme Gialle nel campo della MEMORIA Il vele e della promozione della cultumonumento ra del mare. Grazie anche all’editore a Giuseppe Garibaldi Giuseppe Galzerano che ha gentilmente concesso l’uso di alcune immagini storiche pubblicate nella riedizione del diario di bordo di Vincenzo Fondacaro “Dall’America suo ricordo, infatti, RESTAURO all’Europa. Viaggio era ancora vivo presResuscitato attraverso l’Oceaso la colonia italiana dopo 128 anni no” che racconta la in Uruguay, paese nel storica traversata. quale il generale visse per l’esposizione Grazie infine alla e combatté nel 1842. museale professoressa Silvia I tre connazionali, suPiardi e al profesperando violente burrasche, con un’impresa al limite della sor Gabriele Guidi, docenti del Polisopravvivenza, diedero felice compi- tecnico di Milano che, attenti allo stumento alla traversata; dopo circa dio delle radici culturali da cui la naucento giorni passati in mezzo all’Oce- tica moderna trae oggi felice ispiraano, il 9 gennaio 1881, ragiunsero zione, con i loro studenti si sono ocLas Palmas. Fecero poi rotta su Gibil- cupati della fase di rilievo digitale e terra e toccarono Malaga. Non po- ridisegno dell’imbarcazione con tendo proseguire per mancanza di l’obiettivo di condurre sul tema del fondi e di aiuti, caricarono l’imbarca- restauro del Leone di Caprera alcuzione su un vascello inglese e con es- ne tesi di laurea». so fecero il loro ingresso nel porto di Livorno il 9 giugno 1881. L’imbar-


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VANTO DELLA MARINA La Banda dipartimentale della Marina Militare che segna sempre, con la sua musica, i grandi eventi istituzionali della città; è diretta dal maestro primo maresciallo Lino Villella

FESTA DELLA MARINERIA

Musica in citta con la Marina militare I concerti della Banda centrale e la Banda dipartimentale

I

RAPPORTI fra la Marina militare e la città della Spezia trovano durante la Festa della Marineria un momento di condivizione, attorno al tema della cultura del mare, che non potrà che far bene per gli sviluppi e l’armonizzazione dei rapporti stessi. Le disponibilità di impegno giunte dalla Marina militare per la Festa della Marineria, con l’impegno in prima linea del Comando in capo del Dipartimento militare marittimo dell’Alto Tirreno previo disco-verde dello Stato Maggiore, sono notevoli: l’apertura della base navale per l’ospitalità delle barche d’epoca, la presenza del Vespucci al molo Italia per le visite, l’apertura di un’officina dell’Arsenale per la messa in scena dello spettacolo «Oltre la Vista del Mondo», le aperture speciali del Museo navale (che ospita anche una performance di pittura), il contributo per l’allestimento del cantiere a cielo aperto in via Mazzini; tanto per fare degli esempi. Ma c’è di più: l’amicizia fra Marina e città sarà scandita a suon di musica. Quella suonata dalla banda centrale e quella della banda dipartimentale. La prima terrà un concerto il 14 giugno alle 21 in piazza Brin; la seconda effettuerà la chiusura della festa il 16 giugno, tra le 21 e le 24, esibendosi sul pontone Langer Heinrich ormeggiato in fregio al water front per poi ’ritirarsi’ in Arsenale. Ecco qualche nota storica sulle due ban-

de per apprezzarne il valore, Il Corpo Musica- ta, nel 2004, dal Centro Internazionale per la le della Marina Militare è uno dei più antichi Pace fra i Popoli di Assisi del “Cavalierato di complessi bandistici italiani e la sua costituzio- Pace”. ne avvenne nel 1870 attraverso la creazione di una struttura organica e stabile presso il Dipar- TRA GLI INNUMEREVOLI successi, dai timento Marittimo della Spezia. più recenti, che val la pena annoverare: nel Dal 1965 al 1991 è stata alle dipendenze del 2003 e nel 2006 a New York in occasione dei Dipartimento Marittimo di Tafesteggiamenti del Columbus ranto e successivamente traDay; nel 2002 ad Auckland EVENTI (Nuova Zelanda) in occasione sferita a Roma, dove attualdella Coppa America di vela mente risiede, posta alle diLa prima si esibirà “Louis Vitton Cup”; n e l pendenze del Comando Militail 14 giugno, re Autonomo della capitale 2002 la tournée in Egitto negli la seconda chiuderà importanti centri di El Alameln (Maricapitale). la festa il 16 L’ORGANICO della Banda ed Alessandria; ed ancora a Musicale della Marina si comKiel ed Amburgo in Germania, pone di 102 musicisti, tutti sota Vienna e St. Poelten in Autufficiali in servizio permanente effettivo, diplo- stria, a Mons in Belgio presso il Comando Supremo della Nato, e gli importanti palcoscenici mati in Conservatorio. Il repertorio abbraccia ogni genere musicale, nazionali tra i quali spiccano l’Auditorium di Midalla musica originale per banda al classico, liri- lano e l’Accademia Nazionale di S. Cecilio, Auditorium Parco della Musica in Roma, Teatro co-sinfonico, leggero e jazz. La Banda Musicale della Marina è chiamata a S. Carlo in Napoli. Attualmente la Banda Musisvolgere la sua attività istituzionale sia in italia cale della Marina Militare Italiana è comandata che all’estero e per la peculiare capacità di sa- dal Capitano di Vascello Alberto Claudio Marper rappresentare, attraverso la musica, una rone ed è diretta dal Capitano di Fregata Maeimmagine della Marina sempre maggiormente stro Antonio Barbagallo. La Banda Dipartimenimpegnata, a livello internazionale, negli ambiti tale del Comando in Capo del Dipartimento del sociale e degli aiuti umanitari, è stata insigni- Militare Marittimo della Spezia trae, invece,le

sue origini già dal lontano 1866, anno in cui un primo nucleo di musicanti fu imbarcato sulla Pirocorvetta Corazzata “Re D’Italia” con la quale presero parte alla Battaglia di Lissa. IN SEGUITO trovò la sua sede stabile nella base della Spezia. Alla fine dell’ultimo conflitto mondiale la Banda della Squadra Navale venne sciolta, fino al 1964, quando venne ricostituita a Taranto.Alla Spezia, contemporaneamente, venne costituita la Banda Dipartimentale del Comando in Capo del Dipartimento Militare Marittimo. Questa formazione musicale, con l’impegno profuso dai suoi elementi, unito all’alto grado di professionalità, ha permesso una costante crescita professionale ed artistica, riuscendo così a svolgere degnamente il proprio originale compito di rappresentanza nelle cerimonie e, contemporaneamente, a presentarsi nelle attuali vesti di Banda da Concerto. Ciò anche grazie all’insostituibile contributo del personale fisso, costituito da Sottufficiali in Servizio Permanente Effettivo della Categoria Musicanti della Marina Militare. La Banda Dipartimentale del Comando in Capo del Dipartimento Militare Marittimo della Spezia è diretta dal Maestro 1˚ Maresciallo Lino Villella, persona squisita a cui la comunità è molto affezionata. Attualmente la Banda è composta da circa 21 elementi incluso il Maestro.

GEMELLAGGIO «L’ALLEGORIA DELLA FORTUNA»

AMARCORD IL LIBRO-REVIVAL DI ALBERTO SCARAMUCCIA

Dipinto degli Uffizi al Lia

Il varo della corazzata Roma

IMPREZIOSIRÀ il programma culturale legato alla Festa della Marineria il gemellaggio con la Galleria degli Uffizi di Firenze che porterà al Museo Lia della Spezia un capolavoro che resterà esposto fino a settembre: «L’Allegoria della Fortuna», un dipinto prezioso del “Maestro dei paesaggi Kress”, riconosciuto oggi come Giovanni di Lorenzo Larciani (1484-1527), che rappresenta la Fortuna nelle sembianze di una giovane donna che affronta le onde sul dorso di un delfino. Il direttore del Museo Lia Andrea Marmori spiega il valore dell’opera. «Nel 1962 Federico Zeri studiò e pubblicò le opere di un pittore attivo in Toscana nei primi decenni del Cinquecento, il cui nome allora risultava oscuro, che chiamò ‘Maestro dei paesaggi Kress’ per via d’alcune tele conservate alla National Gallery di Washington e ch’erano parte, appunto, della collezione Kress, ma solo nel 1998 all’ignoto artista venne dato il suo vero nome, Giovanni di Lorenzo Larciani: in quell’anno, infattii, uno storico americano, Louis Alexander Waldman, trovò un documento che ha consentito di mettere in relazione un’opera fondamentale del Maestro a quel nome emerso dalle carte di archivio. L’iconografia del prezioso dipinto è curiosa e affascinante. Una giovane donna dalle mani unghiate sta ritta in piedi su un delfino e tiene una vela rigonfia di vento: è probabile che rappresenti un’allegoria della Fortuna, volubile e instabile, temuta e riverita dai naviganti, anche se alcuni particolari rimandano al mito della Nereide Teti, futura madre di Achille e sposa di Peleo, il quale per conquistarla aveva impiegato non poche fatiche. Si era difatti appostato sulla spiaggia di un’isoletta della Tessaglia dove Teti era solita recarsi a cavallo di un delfino, e qui, nonostante i numerosi tentativi di sottrarsi della ninfa che senza tregua si trasformò in fuoco, acqua, leone e seppia, ebbe ragione di lei. Ma anche un’altra ninfa, Anfitrite, sorella di Teti e sposa di Poseidone, viene solitamente rappresentata in compagnia di un delfino: sembra plausibile che nel piccolo dipinto di Larciani convergano pertanto numerose suggestioni e che nell’iconografia presentata si assommino il mito delle due sorelle Nereidi e della Fortuna nel suo aspetto ambiguo, audace e instabile nel suo viaggio tra i flutti, speranza e timore di ogni marinaio».

UN EVENTO di Memorie di Mare al Trianon per il Festival della Marineria, è la presentazione di “Spezia 1907-Il varo della Roma” scritto da Alberto Scaramuccia (nella foto) per Edizioni 5 Terre. Il libro fa conoscere una giornata importante per la Spezia. Domenica 21 aprile 1907, Natale di Roma, ha il battesimo del mare una corazzata intitolata alla Città Eterna. La Città festeggia con particolare cura l’avvenimento che è nobilitato dalla presenza del Re con le massime Autorità. Le casse comunali non sono floride, ma non si bada a spese: addobbi, luminarie, festeggiamenti si sprecano per la cerimonia che celebra con il varo, la posizione di assoluto prestigio che la Spezia con il suo lavoro (Arsenale, fabbriche e porto) ha raggiunto nella società italiana dell’epoca diventando il primo centro per incremento demografico. Nella descrizione accurata della cerimonia e dei preparativi, ricavata dalla lettura attenta dei giornali locali di quegli anni, viene fuori, come bene sottolinea il Sindaco Federici nella Prefazione, la vivacità e la freschezza di una Città intera. Appena piccolo borgo solo un quarantennio prima, la Spezia ha saputo bruciare le tappe per assurgere a una posizione di eccellenza. Nella festa del varo è palpabile la consapevolezza che gli Spezzini di ogni parte hanno del loro futuro che immaginano prospero e radioso.


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VILLA MARIGOLA Qui accanto i 40 giovani neo laureati, titolari di conto Carispe, che hanno ricevuto i premi. Premi anche gli studenti della Poggi di Lerici per il Progetto «Porte Aperte» lanciato da Carispe per favorire e diffondere la cultura finanziaria

VILLA MARIGOLA

Carispe Università: premiati 40 giovani Presentato «Il Club del Laureato: giovani menti al lavoro»

S

I È SVOLTA a Villa Marigola la cerimonia di premiazione di 40 giovani, titolari del conto «Carispe Università», che hanno completato il loro percorso di studi durante l’ultimo anno. Alla presenza di una platea formata da genitori orgogliosi e emozionati, il Presidente Andrea Corradino e il Direttore Generale Giuseppe Cuccurese (nella foto) hanno ribadito l’importanza per Carispe di mantenere un legame saldo con coloro che, per motivi di studio, sono costretti a spostarsi fuori provincia, riconoscendone il valore in un momento importante come quello legato alla conclusione del ciclo di studi. Nel corso dell’incontro, il Presidente Andrea Corradino ha presentato la terza edizione del Concorso «Il Club del Laureato: giovani menti al lavoro». E’ una iniziativa, riservata ai giovani premiati, che consiste nell’individuare e sviluppare brevemente un progetto volto a valorizzare il nostro territorio. TRA I VARI lavori presentati, verrà premiato quello ritenuto più innovativo. Quest’anno, poi, la cerimonia si è arricchita di una nuova, interessante, sezione: nella stessa occasione sono stati infatti premiati sei giovanissimi studenti della Scuola Media «Francesco Poggi» di Lerici che, per spiegare a modo loro l’attività svolta dalla Banche, hanno prodotto disegni, elaborati o ricerche di particolare pregio. L’iniziativa che rientra nell’ambito del Progetto «Porte Aperte» agli studenti è stata lan-

rio è un elemento distintivo che viene costantemente valorizzato anche dal Gruppo Intesa Sanpaolo di cui Banca Carispe fa parte. Ecco i giovani premiati a Villa Marigola Centro studi della Cassa di Risparmio della Spezia:

ciata da Carispe a inizio anno per favorire e diffondere la cultura finanziaria. Ha ricordato infatti il Direttore Direttore Generale Giuseppe Cuccurese che l’ABI – Associazione Bancaria Italiana — ha sensibilizzato in diverse occasioni le Banche ad avvicinare i più giovani ai temi del risparmio e del credito e Carispe ha da subito raccolto con piacere questo invito, aprendo le porte delle sue filiali

agli studenti delle scuole medie della nostra Provincia.

I LAUREATI VINCITORI DEL PREMIO DI LAUREA CARISPE Hanno ricevuto il premio di laurea Carispe Andreani Chiara, Cremolini Chiara, Marini Davide, Scaramuccia Elisa, Bacigalupi Silvia, Del Nero Giacomo, Mazzulla Mauro, Scippa Andrea, Bellani Orsetta, Galazzo Letizia, Moggia Arianna, Sinis Francesca, Bernardini Laura, Gennaro Davide, Mozzachiodi Greta, Somma Sergio, Bonatti Francesco, Gerali Serena, Noberini Stefania, Stefanini Francesco, Brogi Lorenzo, Gioviali Chiara, Paternoster Francesco, Strata Serena, Ceppodomo Alice, Iacono Francesco, Perotta Alessandro, Tani Stefano, Cinti Chiara, Lorgna Alice, Prampolini Simona, Travaglioli Viola, Ciri Davide, Maggiani Alessia, Ramacciotti Valentina, Zattera Eva, Comoretto Andrea, Malatesta Elisa, Ribolini Alessandro, Cozzani Marco, Marconi Sara, Romoli Giacomo,

A CONCLUSIONE della premiazione, il Presidente ed il Direttore Generale di Carispe hanno ringraziato i docenti ed i presidi evidenziando l’interesse e la curiosità dimostrate dai ragazzi nel corso degli incontri. Del resto, per la Cassa di Risparmio della Spezia mantenere vivo lo scambio con il territo-

STUDENTI DELLA SCUOLA MEDIA «FRANCESCO POGGI» DI LERICI Ed ecco i vincitori del Premio Progetto «Porte Aperte agli Studenti»: Laura Baracchi 2˚ C, Alessandro Gualco 2˚A, Sonia Isabel Calvo 2˚ B, Ilaria Salvi 2˚A, Irene Gennaro 2˚ C, Caterina Tioli 2˚B.


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TERMOMECCANICA

«Il modello Termo visto da vicino» S

La storia e le prospettive nella relazione dell’ad di Tm Pompe

APERE da dove veniamo per capire do- ti che influenzano il mercato del prodotto ve stiamo andando e dove vogliamo an- pompe (Key Success Factory) e indicando, dare è, come si sa, un punto fondamenta- mostrando uno schema a piramide, la qualità le per legare radici, presente e soprattutto fu- di una produzione che ha nella sua base allarturo. E l’amministratore delegato di Ter- gata (della piramide) le così dette pompe a camomeccanica Pompe, l’ingegner Edoardo Ga- talogo (produzione di massa), al livello superibotti, è stato puntuale, chiaro ed esauriente riore una fascia più contenuta per le pompe nel presentare alla città, con una relazione al con un modesto livello di ingegnerizzazione, e Rotary Club della Spezia, il modello Ter- al vertice le così dette pompe sartoriali, cioè momeccanica visto da vicino, cioè dal suo in- fatte su misura. terno, e vista da chi ha partecipato, con il dottor Enzo Papi e con tutto lo staff, le maestran- IN QUESTO mercato Termomeccanica ze e per molti aspetti le espressioni più atten- Pompe era partita negli anni 92-94 con l’handite e sensibili della città, alla realizzazione di un cap non da poco di dieci anni di mancati inveprogetto industriale che è riuscito a capovol- stimenti, un fatturato limitatissimo e un bilangere al meglio una situazione che per molti cio in perdita e la perdita del 37 per cento del era una battaglia perduta. personale in un organico tagliato dai prepenCon giusto entusiasmo e una consistente do- sionamenti incentivati ai quali aderirono sia se di realismo, l’ingegner Edoardo Garibotti coloro che erano al limite della pensione ma non ha mancato di fare la sintesi della storia anche, in quella situazione di incertezza, quelli della grande azienda che, nata Cerpelli nel professionalmente più preparati. Per di più il 1912 quando iniziò costruendo le pompe per confronto con i competitors era abissale. la Marina Militare, passò via via all’Iri (1934) e Fortunatamente all’azienda erano rimaste all’Efim (1981), visse drammaticamente la dis- una buona capacità progettuale e una buona soluzione dell’Efim (1992) e struttura produttiva (in fin dei fu uno dei casi, nel panorama conti erano state vendite IL MERCATO italiano, di faticosa ma di feli80mila macchine in 90 anni). «Ovunque ce e riuscita privatizzazione La disponibilità a investire fece c’è una pressione nel 1995 quando nacque Teril resto. Su queste basi fu coin gioco momeccanica Spa. struita la strategia di rilancio c’è una pompa» E’ qui che si aprirono tre fasi che puntò essenzialmente su per la nuova azienda destinadue direzioni : lo sviluppo di ta a diventare uno dei più importanti gruppi pompe ad alto livello di ingegnerizzazione e lo industriali nel settore di riferimento e per que- sviluppo delle attività post vendita. La vendita sto riorganizata nella forma di holding alla qua- di parte dell’area di proprietà servì a recuperale fanno capo tutte le società operative. re risorse per investire in macchine a elevata efficienza e per investire su un fattore fondaDICEVAMO del modello. Ebbene si proce- mentale: il fattore umano (corsi di cultura dette così: nella prima fase (95-97) furono de- aziendale e arricchimento del bagaglio tecnifinite le strategie di rilancio: nella seconda fase co professionale). E gradualmente ci fu il ripo81998-2006) si procedette nello sviluppo del- sizionamento sul mercato con la ricostruziole strategie di rillancio e nella riorganizzazione ne del raggio geografico di azione, prima in Itadella azienda in holding; nella terza fase lia e poi all’estero (nicchie Usa, Francia, Roma(2007-2012) che, dunque è ancora in pieno nia, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Norda, Insvolgimento, le attenzioni sono concentrate dia, e dalla Romania alla Russia...). nella stabilizzazione e nell’ulteriore sviluppo. Nella post vendita si passò decisamente dal siA questo punto l’ingegner Edoardo Garibotti stema passivo al sistema pro-attivo, dal sisteè entrato nello specifico della strategia della ma centralizzato si passò anche qui altrettanSocietà che guida, Termomeccanica Pompe to rapidamente alla localizzazione delle attiviSpa, avvertendo quanto siano importanti nel tà. mondo il prodotto pompe e la sua applicazio- E dal 2006 si arrivò alla fase tre: la stablizzazione («Ovunque c’è una pressione in gioco c’è ne dei risultati e si sono poste le basi per una una pompa») passando a illustrare gli elemen- vision proiettata al 2012.

STRATEGIA DELL’ECCELLENZA LA VISION DELLA SOCIETÀ NEL PROGRAMMA DI SVILUPPO PROIETTATO AL 2012

Obiettivo: entrare nel club dei 5 maggiori produttori SULLA VISION, che traguarda il 2012, di Termomeccanica Pompe Spa, l’amministratore delegato Edoardo Garibotti (nella foto), ha detto che gli obiettivi sono di entrare a far parte dei cinque maggiori produttori; la diversificazione dei prodotti, di entrare nei nuovi mercati, del miglioramento dei servizi e dei prodotti per entrare appunto nella parte alta della piramide e cioè nell’eccellenza con prodotti di alta ingegneria e innovativi. Per entrare nei club dei cinque maggiori produttori nel 2012 il fatturato dovrà arrivare a cento milioni di euro con un utile di 11,3 milioni di euro, tenuto conto che l’utile del 2009 dovrà prevedibilmente arrivare a 5 milioni di euro per un fatturato di 73 milioni di euro. Certo c’ è stata e continua a esserci — dopo una sensibile ripresa nei mercati mediorientali — la crisi e anche se il carico di un anno di lavoro c’è, si cominciano a sentire i segnali di frenata. E va poi tenuto conto che il 75 per cento del mercato mediorientale è un’area instabile, di quelle considerate politicamente a rischio. Comunque sia la prepara-

zione c’è stata: nel 2007 gli investimenti sono stati di 2,7 milioni di euro proiettati per il 2010 a 5,1 milioni di euro. Dal 1995 al 2009, cioè a quest’anno, sono stati investiti 32,7 milioni di euro, dei quali il 49 per cento nella macchine produttive e il 28 per cento nei prodotti. L’ingegner Edoardo Garibotti ha anche ricordato che si sta ribaltando la geografia interna a favore dei laureati e dei diplomati mentre

decrescono radicalmente i dipendenti in possesso del diploma di scuola media inferiore. E dopo aver citato alcuni aneddoti vecchi e nuovi del tipo: lo sapevate che la divisione meccanica della vecchia Termo non ha mai prodotto utili, che nel dopoguerra la società dava in comodato d’uso piccoli appezzamenti di terreno ai dipendenti, che la pompa più grande costruita da Tm assorbe il 75 per cento dell’energia assorbita dalla nostra città, che Tm ha costruito le pompe per il più grande progetto di bonifica al mondo in India nel Sardar Sarovar, un’area più estesa di quella del territorio italiano, l’ad di Termomeccanica Pompe non ha mancato di ricordare che ogni dipendente che ha partecipato alla privatizzazione come azionista ha mantenuto il posto di lavoro, ha ricevuto gli stipendi, ha ricevuto ad oggi dividendi per 8.695 euro con un investimento iniziale si 980 euro ed è proprietario di una quota della holding che ha un capitale di 40 milioni di euro. E non poteva mancare la domanda sull’energia nucleare alla quale Garibotti ha risposto: abbiamo tenuto viva, nonostante tutto, la testimonianza su questa tecnologia.


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NAVALE Il bilancio al quale ci riferiamo è quello delle principali mostre che si sono svolte dall’inizio dell’anno alle quali l’azienda ha partecipato coerentemente con l’impostazione di dare un particolare rilievo a questo settore

OTO MELARA

Il cannone 76 Strales a Abu Dhabi In sette minuti di azione ha attirato l’attenzione dei delegati

D

OPO LA CONSEGNA, con vasta eco, al Centro Polinfuzionale di Sperimentazione dell’Esercito a Montelibretti di Roma, del primo VBM Freccia. il primo veicolo blindato medio — prodotto dal Consorzio Iveco-Oto Melara — che entra in servizio con la Brigata «Pinerolo» del munizionamento guidato, usciamo dall’Italia con Oto Melara per occuparci del primo bilancio dello sviluppo e della commercializzazione del munizionamento guidato al quale il piano di indirizzo strategico aziendale affida un ruolo determinante. Il bilancio al quale ci riferiamo è quello delle principali mostre che si sono svolte dall’inizio dell’anno alle quali l’azienda ha partecipato coerentemente con l’impostazione di dare un particolare rilievo a questo settore. E’ un aspetto questo di evidente importanza che merita una pari attenzione. E per questo focalizziamo, come è stato fatto in azienda in questi giorni, l’attenzione su due mostre di partciolare interesse: la Idex di Abu Dhabi e la Idex 2009 di Istanbul. Vediamole una per una con l’aiuto delle rappresentanze Oto melara che hanno partecipato alle due rassegne. LA MOSTRA IDEX DI ABU DHABI A febbraio, alla mostra Idex di Abu Dhabi, il

cannone 76 Strales ha fatto bella mostra di sé, espositori degli stand vicini erano molto conattirando l’attenzione di tutti i visitatori che si trariati dal rumore che producevamo ma sosoffermavano numerosi e incuriositi; se consi- prattutto dall’attenzione che riuscivamo a creaderiamo che il cannone è in servizio in 54 paesi re intorno al glorioso cannone Oto. dei cinque continenti non è difficile immaginare come gli sviluppi e le potenzialità della nuova LA MOSTRA IDEF 2009 A INSTAnBUL versione possano suscitare grande interesse La seconda importante mostra di Oto Melara, presso gli Stati Maggiori delle dal 27 al 30 aprile, è stata quella di Istanbul (Idef 2009). Esporre Marine del mondo. ConsapeDIFESA nuovamente lo Strales sarebbe voli di questa potenzialità, per stata una spesa considerevole assicurare la sosta prolungata A Istanbul e anche i tempi di trasporto sul prodotto da parte delle deil messaggio per il trasferimento del cannolegazioni presenti alla mostra, chiave del nuovo ne da Abu Dhabi a Istanbul molche, si sa, transitano dagli munizionamento to critici, pertanto, sempre per stand alla velocità della luce a mantenere costante il messagcausa del poco tempo a disposizione per visitare i numerosissimi espositori, i gio chiave del nuovo munizionamento, sono rappresentanti dell’Oto sono ricorsi anche a stati esposti i modelli in scala 1:1 del Vulcano una scenografia emozionale sparando a tutto sia nella versione terrestre che in quella navale volume il filmato di una tipica missione d’impie- e del Dart. go dello Strales, con suoni reali che riproduce- Le munizioni in sé non costituiscono un provano sirene d’allarme, attacchi aerei, barchini dotto facile da esporre se si vuole attirare l’attelecomandati, cannonate sparate da batterie tenzione; appoggiate su un comune piedistallo, costiere. Sembrava di vivere davvero al centro sopra un tavolo, risultano abbastanza anonime di una battaglia e l’utilizzo del subwoofer, un al- e vengono facilmente ignorate. L’idea era queltoparlante adatto a riprodurre i suoni di fre- la di poter disporre di un supporto che riuscisquenza più bassa, accresceva la sensazione di se a creare l’idea della munizione in volo, e così realismo. E gli ospiti si sono dimostrati così sod- è stato. Con l’aiuto del modellista che collabodisfatti di quei sette minuti di azione che gli ra da lungo tempo con la nostra azienda per

creare i mock-up di tutti i prodotti, siamo riusciti a realizzare un sottile supporto in metallo, a altezza d’uomo, dal quale la munizione sembra scaturire naturalmente e rimanere sospesa nell’aria, in barba a tutte le leggi fisiche della gravità. Opportuni monitor, collocati vicino al munizionamento, proiettavano filmati esplicativi che descrivono le tipiche missioni dei tre proiettili e lasciano quindi facilmente intuire le nuove frontiere raggiunte dalle artiglierie che, al momento, non hanno rivali sul mercato in quanto, nel munizionamento intelligente, la Oto Melara è unica al mondo a avere sviluppato queste tecnologie. IL SUCCESSO ottenuto in queste due mostre, che si spera possa tradursi in successi commerciali, è stato il frutto — è bene ricordarlo — di un grande lavoro di squadra con Ricerca & Sviluppo, Produzione, Promozione & Vendite, Linea di Business, senza il quale sarebbe stato impossibile realizzare tutte quelle idee e consentire, ancora una volta, a Oto Melara di distinguersi tra i molti evidenziando come, nel mondo della difesa, l’azienda spezzina continui a mantenere una posizione di assoluto prestigio, ad essere affidabile punto di riferimento e fertile terreno di innovazione tecnologica.

OMCG IN SUD AFRICA LE NAZIONI NATO CHE HANNO IN SERVIZIO IL CANNONE NAVALE 76/62 SONO OGGI 17

Il prodotto Oto più conosciuto nel mondo IL MEETING Omcg degli utilizzatori Nato del cannone navale Oto 76/62 si è tenuto in Sud Africa, a Città del Capo. Istituito nel 1978 con un Mou fra Italia e Germania come strumento di cooperazione nell’impiego del cannone da 76/62 Compatto. L’Omcg accoglie tre importanti Marine non Nato e si occupa anche del 76/62 Super Rapido. Le Nazioni Nato che hanno in servizio il cannone navale Oto Melara (o lo avranno a brevissimo) sono oggi 17; una diciottesima, la Gran Bretagna, ne ha fatto parte nel passato prima di passare a altre scelte. A Città del Capo, due giornate di intenso lavoro sono state necessarie per esaurire l’intensa agenda dei lavori e hanno coinvolto delegati provenienti da 12 Nazioni. Fra gli argomenti trattati, nel bilancio fatto in azienda, si segnalano un confronto di studi sulla vita delle canne (tutti sono convinti di poterle usare ben più a lungo di quanto raccomanda Oto), una interessante presentazione del delegato Namsa seguita da un dibattito, un’articolata presentazione da parte della delegazione di Oto Melara. La Namsa è un ente Nato che provvede la logistica di alcuni

gli ultimi risultati raggiunti nello sviluppo del munizionamento intelligente. Sono stati distribuiti i format per rilevare il livello di soddisfazione nella Società e sono stati raccolti i rapporti annuali di avaria, materia di studio e valutazione per rendere sempre più competitivo e affidabile il prodotto Oto più conosciuto nel mondo. A margine del meeting Oto Melara ha ricevuto varie richieste di informazione non solo sul 76/62 ma anche sul nuovo complesso da 127mm e sui piccoli calibri.

fra i più reputati sistemi per la difesa: ha deciso di proporsi anche per il cannone Oto e questo vale come referenza e opportunità commerciale. I rappresentanti Oto hanno illustrato le proposte di evoluzione della configurazione del cannone, hanno sostanziato un modello di gestione strategica del supporto logistico e hanno aggiornato i delegati su-

IL PROSSIMO meeting sarà in Portogallo fra un anno. L’Omcg 2009 è stato un successo: motivo di orgoglio per tutti e impegno a meritare il consenso innanzitutto provvedendo l’adeguato livello di Qualità. La Marina del Sud Africa ha garantito un meeting perfetto e Alti Ufficiali hanno dato lustro all’evento presdnti sia ai lavori sia alla serata di gala organizzata a bordo di una Fregata dotata di un fiammante 76 a prora. Di contorno, le bellezze naturali, la Table Mountain e i paesaggi narrati da Wilbur Smith: suoni e aromi di un’Africa.


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AUTORITA’ PORTUALE

E’ cominciata l’éra di Lorenzo Forcieri Il senatore insediato alla presidenza anticipa il metodo di lavoro

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AI COME in questi mesi di attesa si ci sono da affrontare la questione della stazioera attribuito alla presidenza dell’Au- ne marttima e del waterfront ancora da protorità Portuale un ruolo centrale, gettare nei suoi aspetti esecutivi, compreso lo non solo per i suoi rilevanti compiti strumento societario per gestire l’operazione e reperire le risorse; ci sono i istituzionali, ma soprattutdragaggi (che sono ripresi con to per la funzione che sarà DICHIARAZIONI il trasferimento del materiale chiamata a svolgere nello alla Darsena di Livorno con ri«La politica sviluppo dei progetti della sparmio di risorse, c’è il nodo città, molti dei quali strettanon deve del terminal di Panigaglia da mente connessi allo svilupentrare sciogliere, c’è il piano delle po del porto dopo l’accorin questa attività» opere portuali o connesse alla do di cessione di aree con portualità da proseguire seil Comune della Spezia e di razionalizzazione degli spazi a mare. Ora l’Au- condo il Piano triennale che rappresenta per torità Portuale ha il nuovo presiente. Con l’ar- la città una notevole mole di investimenti; cè rivo del decreto di nomina firmato dal ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, il co- da affrettare la conclusione dei lavori al molo mandante della Capitaneria di Porto Vittorio Alessandro, a nome del ministro, ha assistito, come vuole la procedura, al passaggio delle consegne tra il presidente uscente Cirillo Orlandi e il nuovo presidente senatore Lorenzo Forcieri, che aveva ricevuto in precedenza il placet delle commissioni del Senato e della Camera dei deputati. Il passaggio delle consegne all’Autorità portuale deve essere, per legge, per così dire, immediato. Non ci può essere vacatio di potere.

— che «si è aperta una nuova stagione di rapporti con il Ministero della Difesa e che si vanno delineando importanti strumenti per attivare collaborazioni, scambi, permute». E ha promesso e assicurato che «L’Autorità portuale farà la LA STRUTTURA sua parte...». MA L’ELENCO potrebbe «E’ qualificata, L’ex Sottosegretario alla Diproseguire. Il nuovo presifesa, fatto l’accenno al protodente dell’Autorità Portuale valorizzerò gli uffici collo d’intesa firmato alla si è riservato di fare dichiaraperché dimostrino Spezia tra Comune della zioni di programma a tempo il loro merito» Spezia e Ministero Difesa e debito, a parte la citazione di ai nuovi orizzonti che sono un altro grande problema, centrale anch’esso soprattutto per la città, Lo- stati così aperti, alla conclusione ufficiale renzo Forcieri ha ricordato infatti — antici- dell’iter di nomina e nel momento del suo insediamento ha voluto ingraziare ancora il minipando un metodo di lavoro per fare sistema stro, il presidente della Regione e i sindaci della Spezia, di Lerici e di Portovenere per la fiducia accordata, convinto «che l’accordo fra schieramenti diversi sia una premessa positiva per lavorare nell’interesse della collettività». Garibaldi dai quali dipendono, come si sa, la cessione di aree portuali (Calata Paita) alla città e il recupero del Terzo bacino a levante: c’è la Darsena della nautica di Pagliari da completare.

«UNA PERSONA giusta al postro giusto». E’ con queste parole che l’uscente Cirillo Orlandi ha accolto il successore, senza rinunciare a riassumere che il fatto che il porto «ha superato la fase di criticità storica nel rapporto con la città, ma che la prospettiva di sviluppo si presenta assai complessa: c’è l’approvato Piano reglatore portuale da attuare, c’è la questione del terzo bacino a est che dovrà garantire lo sviluppo del porto commerciale, e Con una precisazione: «La politica non deve entrare in questa attività. Si può fare nel tempo libero, ma al di fuori di questa struttura». Forcieri ha poi accennato al problema dei tempi: «Una variabile da mettere di più sotto controllo, perché anche dai tempi dipende la qualità delle risposte ai problemi». QUANTO all’Autorità portuale ha detto: «E’ una struttura qualificata, nella quale, in parallelo al mandato di Cirillo Orlandi, sono entrati diversi giovani. Lavorerò per valorizzare le potenzialità e mettere gli uffici nelle condizioni di dimostrare il loro merito». Sono cominciati così i nuovi quattro anni di mandato.


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CAMERA DI COMMERCIO

La creazione di nuove imprese M

Dal Crea Impresa al Progetto Starter: ecco le agevolazioni

IGLIORARE l’efficienza figura come un insieme di azioni indei servizi offerti alle impre- tegrate finalizzate a supportare e a se. Garantire il sostegno al- coadiuvare, attraverso percorsi perlo sviluppo economico del territo- sonalizzati, la nascita di 15 nuove imprese, nei vari settori commerciali rio. E ancora: incanalare risorse, idee, e produttivi, con sede legale e operativa sul territoprogetti sui settorio spezzino». ri strategici al riOBIETTIVI Ecco ciò che galancio del comMigliorare rantisce il progetprensorio. l’efficienza to: 1 — ACCOE tutto questo sedei servizi GLIENZA e guendo un modelorientamento lo di sviluppo fonofferti alle imprese all’imprenditorial dato sulla collaboità; razione tra enti e 2 — SOSTEGNO allo sviluppo del associazioni di categoria. Nonché sull’impegno e sull’attenzio- progetto d’impresa verificandone la ne all’interesse comune. fattibilità attraverso l’elaborazione Una azione che ha visto l’ente camerale in sinergia con gli altri enti del del «business plan»; territorio, regionali e locali, quasi in 3 — AZIONI di formazione integraun pressing che ha messo in campo progetti, strumenti e risorse E’ questa la missione della Camera di Commercio della Spezia. Da qualche mese si vedono queste azioni collegate e presentate insieme e con obiettivi comuni. Recenti sono le iniziative insieme ad altri enti nel settore della internazionalizzazione delle imprese che, per esempio per la Cina, si è avuto un bilancio di sicuro interesse per quanto riguarda l’industria della nautica. E in questo quadro uno dei punti fondamentali e prioritario è, come si può anche solo intuire, quello di aiutare i giovani a fare impresa. Dando loro tutto il sosteSOSTEGNO gno che serve Risorse affinchè un idee, progetti buon progetper i settori to imprendistrategici toriale si trasformi in azienda solida, strutturata e in grado di crescere nel tempo. E’ uno degli obiettivi su cui la Camera di Commercio della Spezia, soprattutto considerando il particolare momento di crisi, sta lavorando con impegno. LO SPORTELLO A disposizione degli interessati — anche solo per avere informazioni su cosa voglia dire avviare una attività e prendere visione degli eventuali incentivi — c’è lo sportello dedicato proprio alla creazione d’impresa. ECCO, qui di seguito, un breve riepilogo delle agevolazioni che sono oggi a disposizione: IL PROGETTO STARTER La Camera di Commercio della Spezia, a seguito della convenzione stipulata con la Amministrazione provinciale della Spezia nell’ambito della promozione della cultura e dello spirito d’impresa, ha indetto una selezione pubblica per aspiranti imprenditori. «Il Progetto Starter — spiega il personale dell’Ente camerale — si con-

ta; incentivo allo start-up di impresa pari a 4.700,00 euro erogato dalla Camera di Commercio della Spezia, successivamente alla costituzione dell’impresa. I DESTINATARI sono persone di età superiore ai 18 anni che abbiano intenzione di costituire impresa (anche in forma societaria), in qualunque settore economico sul territorio provinciale. I TITOLARI devono trovarsi nella condizione di disoccupato o di inoccupato al momento della presentazione della domanda. Ha diritto ad essere riconosciuto disoccupato anche chi percepisce un reddito da lavoro non superiore al reddito minimo personale escluso da imposizione.

LA DOMANDA va presentata en- soprattutto ai giovani che intendotro entro le ore 12 del 15 luglio no aprire una nuova attività sul terri2009 e va consegnata a mano in torio provinciale. Cciaa, all’ufficio Protocollo (orario Essa consiste non solo nell’erogaziodi sportello: dalle ore 9 alle ore 12 ne di un finanziamento a condizioni di tutti i giorni lavorativi escluso il sa- vantaggiose ma anche nella possibilità di ottenere un bato). servizio di assiIl bando è pubbliOBIETTIVI stenza globale sia cato all’Albo delE garantire nella fase di predila Camera di il sostegno allo sviluppo sposizione del commerico ed è economico progetto che sucanche disponibidel territorio cessivamente alla le sui siti www. presentazione delsp.camcom.it; www.provincia.sp.it, www.lavoro. la domanda. laspezia.it, www.sviluppoitalialiguria. LA DOMANDA deve essere presentata alla segreteria tecnica Crea it. Impresa che ha sede in Camera diCommercio. CREA IMPRESA Importo massimo erogabile: 51.600 Crea Impresa è una iniziativa rivolta euro. Istituto bancario convenzionato: Carispe. I SETTORI d’intervento sono: ‘Crea impresa Produzione’; ‘Crea Impresa Commercio e Turismo’; ‘Crea Impresa servizi alla persona a carattere socio sanitario ed educativo’. LA CREAZIONE DI PICCOLE IMPRESE COMMERCIALI Si ricorda che scadono il 30 settembre 2009 i termini per presentare domanda alla Filse inerente agevolazioni per la creazione di piccole imprese commerciali: l’agevolazione consiste in un prestito rimborsabile e l’investimento minimo per accedere SINERGIE al beneficio è Impegno di 25 mila eu- e attenzione ro. all’interesse IL PRESITO rimborsabile comune è concesso fino al 75 per cento dell’investimento ammissibile (fino al 90 per cento se l’attività avviene in comuni non costieri con popolazione non superiore ai 1500 abitanti). LE ATTIVITÀ agevolate sono: 1 — vendita al dettaglio effettuata in esercizio di vicinato; s 2 — omministrazione al pubblico di alimenti e bevande in sede fissa; 3 — rivendita di generi di monopolio; 4 — rivendita di stampa quotidiana e periodica. GLI INCENTIVI PER IL TURISMO Sono tre i bandi (Misura 1b – Aiuti rimborsabili; Misura 1a – Contributi in conto interessi; Misura 1c – Contributi in conto capitale) relativi al settore del turismo che apriranno il 30 giugno 2009. Le strutture interessate sono: alberghi, alberghi diffusi, residenze d’epoca, locande, campeggi, ostelli, stabilimenti balneari, villaggi turistici, affittacamere, rifugi, case per ferie, spiegge libere attrezzate. PER INFORMAZIONI e per valutare con il personale dell’ente camerale le varie opportunità prendere contatto con l’ufficio Creazione di impresa.


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PALAZZO BIASSA Per fronteggiare la difficile fase di congiuntura economica Il Gruppo Intesa Sanpaolo sospende le rate di mutui e leasing per le piccole e medie imprese. Stop per 12 mesi al rimborso delle quote capitale 30.000 le imprese a livello nazionale che potrebbero beneficiarne

CREDITO

Sospese le rate di mutui e leasing L’iniziativa di Carispe (Intesa San Paolo) a favore delle aziende

P

ER FRONTEGGIARE la difficile fase di congiuntura economica Intesa Sanpaolo sospende le rate di mutui e leasing per le piccole e medie imprese. Questa in sintesi la nuova iniziativa del Gruppo Intesa Sanpaolo — illustrata nella sede di Banca Carispe a Palazzo Biassa dal Presidente Andrea Corradino e dal dIrettore Generale Giuseppe Cuccurese — per consentire alle piccole e medie imprese di fronteggiare da una posizione di maggior forza la difficile fase di congiuntura economica, grazie alla possibilità di sospendere i pagamenti di rate di finanziamenti e leasing, in quota capitale, per una durata di 12 mesi, Sono state individuate in uno speciale panel oltre 30.000 aziende a livello nazionale che potranno beneficiare di questa iniziativa rivolta alle piccole e medie imprese caratterizzate da scarsa generazione di cassa, nella quale l’opportunità di sospensione di rate di finanziamenti può rappresentare un contributo positivo alla gestione dei flussi finanziari per questo

le piccole e medie imprese (di norma con fatparticolare segmento di imprese. Anche Cassa di Risparmio della Spezia, turato di Gruppo da ultimo bilancio ufficiale nell’ambito della Banca dei Territori di Intesa 2008 che non superi i 50 milioni di euro) in Sanpaolo, ha avviato le attività necessarie per possesso dei requisiti che hanno finanziamenrealizzare la stessa facilitazione: l’iniziativa con- ti accesi con le banche e le società del Grupsente alle imprese clienti che ne faranno ri- po Intesa Sanpaolo. Il costo per la clientela è chiesta, con una semplice scrittura privata, di costituito da una commissione correlata all’entità del debito residuo e posticipare di un anno il rimalla durata del finanziamento. borso della parte di capitale RICADUTE In considerazione della necesdi finanziamenti ordinari sia E’ un contributo sità di fornire risposte concreipotecari che chirografari e di positivo te e tempestive alle aziende, leasing strumentali. La soalla gestione sono stati istituiti canali privilespensione riguarderà tutte le dei flussi finanziari giati per il perfezionamento rate scadenti nei dodici mesi delle richieste di sospensione successivi alla richiesta, che potrà decorrere dal prossimo luglio. Nello delle rate. stesso periodo matureranno esclusivamente Nell’ambito dell’iniziativa sono stati anche gli interessi sul debito residuo, che saranno predisposti strumenti per favorire la capitalizaddebitati alle scadenze naturali del finanzia- zazione aziendale, con linee di finanziamento mento. Al termine dei 12 mesi, il piano di rim- finalizzate a supportare l’impresa nei programborso delle rate proseguirà regolarmente, ma mi di rafforzamento della struttura patrimoniale. spostato in avanti di un anno. POTRANNO usufruire dell’iniziativa tutte

«GLI IMPRENDITORI, in questa fase criti-

ca per la liquidità aziendale, hanno bisogno di tenere acceso il motore delle loro imprese. – ha commentato Carlo Berselli, Direttore Marketing Imprese Intesa Sanpaolo - con la possibilità di sospensione delle rate affianchiamo le imprese per affrontare e superare la fase di crisi del mercato, salvaguardando nel contempo la loro capacità produttiva e competitiva. E’ un’innovativa opportunità ideata da Intesa Sanpaolo nell’ambito delle numerose iniziative messe a punto dal nostro Gruppo creditizio a favore del sistema imprenditoriale del Paese, con particolare riguardo per la piccola e media impresa». Il Direttore Generale di Carispe, Giuseppe Cuccurese, ha sottolineato come «i vantaggi di essere, al tempo stesso, Banca del territorio e parte di un Gruppo leader come Intesa Sanpaolo, si misurino ogni giorno con ricadute immediate sul territorio. L’intervento appena lanciato dalla nostra Capogruppo su scala nazionale ed immediatamente adottato anche da Carispe rientra in questo ambito e sarà operativo a partire da luglio».

TAVOLO ANTICRISI FONDO DI CONTROGARANZIA DI COMUNE, PROVINCIA, CAMERA DI COMMERCIO E CARISPE

Una nuova iniziativa a sostegno delle imprese DOPO aver approvato un pacchetto di misure per fare fronte alla crisi economica, il Comune della Spezia, di Lerici, Sarzana e Porto Venere insieme a Provincia e Camera di Commercio, Carispe, Carige attua i primi interventi a favore delle imprese. È costituito a questo scopo una fondo di controgaranzia, il cui scopo è quello di favorire l’accesso al credito da parte di coloro che hanno da poco avviato un’attività di impresa. L’intervento del Fondo consentirà ai Confidi di concedere una garanzia per una quota di rischio più alta rispetto a quella tradizionalmente rilasciata (normalmente pari al 50%) sino ad un massimale dell’80%. Sono previste due misure. La prima è volta a favorire lo sviluppo per le imprese di recente costituzione operanti in tutti i settori dell’economia. La seconda è, invece, dedicata allo sviluppo delle imprese commerciali operanti in provincia. L’obiettivo è di favorire il reperimento della liquidità necessaria per l’acquisto delle merci che periodicamente tali tipi di imprese debbono effettuare per riassorbire la propria offerta. A seguito della costituzione del Fondo, a cui parteciperanno i tre Enti, sarà possibile usufruire della misura attraverso la rete dei Confidi. A tale scopo in Sala Giunta del Comune della Spezia, Camera di Commercio della Spezia,

delle piccole e medie imprese che forse più di altre realtà economiche risentono della crisi economica che il Paese sta attraversando. Vorrei rimarcare la capacità, non scontata, di fare squadra che si è tradotta nella disponibilità dei Comuni di Lerici, Portovenere, Sarzana, della Provincia della Spezia, della Camera di Commercio e delle banche Carispe e Carige. Grazie a loro abbiamo potuto attuare misure importanti che permetteranno al tessuto economico del territorio di continuare a svilupparsi anche in un quadro di crisi».

Provincia ed i Comuni della Spezia, di Sarzana, di Portovenere e di Lerici hanno siglato un accordo con Carispe e Carige per finanziare, sotto forma di anticipo fatture, le imprese che vantano un credito certo ed esigibile nei confronti dei sopra citati Enti. «QUESTO provvedimento — ha dichiarato il sindaco della Spezia Massimo Federici — si inseriscono in un più ampio piano anticrisi varato recentemente dal Comune capoluogo. Questi interventi, nello specifico, sono a favore

PER QUANTO attiene Carispe, il Presidente Andrea Corradino ha dichiarato: «Si tratta di una delle numerose iniziative che la Cassa di Risparmio della Spezia ha avviato da inizio anno nei confronti delle piccole e medie imprese, nella consapevolezza che è proprio nei momenti di crisi che occorre far sistema con le istituzioni locali per il sostegno del tessuto economico della nostra Provincia. Questo intervento segue di pochi giorni quello varato a livello di Gruppo Intesa San Paolo, di cui Carispe fa parte, che consentirà, a partire da luglio, di sospendere per dodici mesi i pagamenti di rate di finanziamenti e leasing in quota capitale»..


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REGIONE LIGURIA

Al turismo 23 milioni di euro

Tre i bandi per incentivi e contributi destinati alle imprese ricettive

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OVE si è innovato si sono ottenuti risultati. Analizzando la tabella qui accanto balza subito all’evidenza come in provincia della Spezia pur partendo da dati base minori la tendenza è omogenea nella crescita. Fatta questa premessa e lasciata la valutazione dei dati, va ricordato che c’è per l’impresa turististica una data importante. La Giunta regionale ha infatti approvato l’apertura dei bandi, che saranno gestiti da Filse Spa e che è prevista per il 30 giugno, per 22,8 milioni di euro destinati a migliorare qualità ricettiva e offerta turistica, somma in grado di generare investimenti doppi rispetto all’ammontare complessivo. I contributi, destinati alle imprese turistiche ricettive, sono così ripartiti: Misura 1.A - Concessione di contributi in conto interessi. La dotazione finanziaria del bando è di 1 milione di euro. Sono ammissibili LA SPEZIA all’agevolazione i piani di inveQui dove stimento di importo non infea 150mila euro e non si è innovato riore superiori a 350mila relativi ai si registra seguenti interventi: realizzala crescita zione ex novo, manutenzione straordinaria e ristrutturazione anche con ampliamento di alberghi, alberghi diffusi, residenze d’epoca, locande, residenze turistico alberghiere, campeggi, villaggi turistici, ostelli per la gioventù, rifugi alpini o escursionistici, case per ferie, affittacamere in possesso della classificazione attribuita dalla Provincia. La misura prevede anche interventi mirati al risparmio e al conseguimento dell’efficienza energetica, anche con il ricorso a sistemi di energia rinnovabile non esauribile, l’ammodernamento e il miglioramento, comprensivi degli arredi e FILSE delle attrezzature, delle ricettive e turistiL’apertura strutture che e di parchi per vacanze, dei bandi limitatamente a interventi riprevista per volti alla trasformazione in il 30 giugno campeggio o villaggio turistico, di stabilimenti balneari, di case e appartamenti per vacanze, limitatamente alle unità abitative di proprietà del gestore. I sostegni sono previsti anche per l’acquisto, da parte del gestore, dell’immobile in cui esercita l’attività di albergo, albergo diffuso, residenza d’epoca, locanda, residenza turistico alberghiera, campeggio, villaggio turistico, parco per vacanza, limitatamente agli esercizi per i quali venga avviato il processo di trasformazione in campeggio o villaggio turistico, ostello per la gioventù, rifugio alpino o escursionistico, casa per ferie, affittacamere in possesdella classificazione attriSOMMA so buita dalla Provincia. Sono alE’ in grado tresì ammessi gli acquisti di di generare immobili con destinazione investimenti d’uso ricettiva da parte di già gestori di attività doppi soggetti ricettive; Il bando comprende anche la creazione e la qualificazione, da parte di consorzi o cooperative, di strutture, attrezzature e impianti complementari alla ricettività, volti alla valorizzazione delle risorse turistiche di base. Nel caso di investimenti inerenti bar-ristoranti annessi a strutture ricettive sono accolti a condizione che l’investimento ammissibile prevalente sia quello relativo alla struttura ricettiva in un equo rapporto tra il numero camere e il numero tavoli del ristorante. Per le strutture balneari sono accolti a condizione che l’investimento ammissibile prevalente sia dell’attività balneare. L’intervento è ritenuto ammissibile in misura pari al rapporto tra il periodo di apertura della struttura balneare e quello del bar-ristorante.

Confronto ricettività alberghiera (2000-2008) Comune

SARZANA LERICI LA SPEZIA PORTOVENERE RIOMAGGIORE VERNAZZA MONTEROSSO FRAMURA BONASSOLA LEVANTO DEIVA MARINA MONEGLIA SESTRI LEVANTE LAVAGNA CHIAVARI ZOAGLI RAPALLO S. MARGHERITA PORTOFINO CAMOGLI RECCO BOGLIASCO GENOVA ARENZANO COGOLETO VARAZZE CELLE LIGURE ALBISOLA SUP. ALBISOLA M. SAVONA VADO LIGURE BERGEGGI SPOTORNO NOLI FINALE L. BORGIO VEREZZI PIETRA LIGURE LOANO BORGHETTO S.S. CERIALE ALBENGA ALASSIO LAIGUEGLIA ANDORA CERVO S. BARTOLOMEO DIANO MARINA IMPERIA S. LORENZO M. S. STEFANO M. RIVA LIGURE TAGGIA SANREMO OSPEDALETTI BORDIGHERA VALLECROSIA CAMPOROSSO VENTIMIGLIA TOTALE

Numero strutture 2000 2008

Delta

Delta %

8 28 21 9 5 4 20 6 5 12 9 17 40 34 23 3 39 29 5 12 4 1 108 16 12 95 30 6 8 7 1 3 48 24 101 12 64 66 13 10 16 123 43 16 4 30 94 25 2 1 1 27 83 10 44 4 1 17 1.499

2 3 1 0 4 1 2 0 0 3 0 -3 -7 -4 - 11 -1 -1 -4 1 -2 1 0 2 -3 1 - 16 -4 -2 -1 2 0 1 - 14 -1 - 23 -4 - 22 - 19 -9 -4 -3 - 39 - 12 -3 -2 -7 - 30 0 -2 0 0 -3 - 17 -3 - 13 0 0 -2 - 267

25,0% 10,7% 4,8% 0,0% 80,0% 25,0% 10,0% 0,0% 0,0% 25,0% 0,0% - 17,6% - 17, 5% - 11,8% - 47,8% - 33,3% - 2,6% - 13,8% 20,0% - 16,7% 25,0% 0,0% 1,9% -18,8% 8,3% - 16,8% -13,3% - 33,3% - 12,5% 28,6% 0,0% 33,3% - 29,2% - 4,2% - 22,8% - 33,3% - 34,4% - 28, 8% - 69,2% - 40,0% - 18,8% - 31,7% - 27,9% - 18,8% - 50,0% - 23,3% - 31,9% 0,0% - 100,0% 0,0% 0,0% - 11,1% - 20,5% - 30,0% - 29,5% 0,0% 0,0% -11,8% - 17,8%

10 31 22 9 9 5 22 6 5 15 9 14 33 30 12 2 38 25 6 10 5 1 110 13 3 79 26 4 7 9 1 4 34 23 78 8 42 47 4 6 13 84 31 13 2 23 64 25 0 1 1 24 66 7 31 4 1 15 1.232

Posti letto 2000 2008

416 913 1.032 435 87 66 913 140 192 510 260 689 1.256 1.522 981 236 1.495 1.736 247 484 140 46 6.020 714 261 3.673 1.146 129 240 452 19 110 2.172 747 3.898 449 2.991 2.482 351 308 416 6.095 1.690 771 133 1.267 5.023 820 44 62 30 913 4.600 391 1.870 92 16 685 64.866

616 999 1.176 438 158 78 957 143 197 566 278 613 1.376 1.333 661 196 1.478 1.666 280 487 176 39 6.850 665 300 3.113 1.027 84 222 596 19 136 1.723 680 3.036 314 2.232 1.759 115 201 284 4.889 1.324 687 48 1.071 3.986 852 0 76 32 840 3.805 269 1.195 90 16 612 57.059

Delta

Delta %

200 86 144 3 71 12 44 3 15 56 18 - 76 120 - 189 - 320 - 40 - 17 - 70 33 3 36 -7 830 - 49 39 - 560 - 119 - 45 - 18 144 0 26 - 449 -67 - 862 - 135 - 759 - 723 - 236 - 107 - 132 - 1.206 - 366 - 84 - 85 - 196 - 1.037 32 - 44 14 2 - 73 - 795 - 122 - 675 -2 0 - 73 - 7.807

48,1% 9,4% 14,0% 0,7% 81,6% 18,2% 4,8% 2,1% 8,2% 11,0% 6,9% - 11,0% 9,6% - 12,4% - 32,6% - 16,9% - 1,1% - 4,0% 13,4% 0,6% 25,7% - 15,2% 13,8% - 6,9% 14,9% - 15,2% - 10,4% - 34,9% - 7,5% 31,9% 0,0% 23,6% - 20,7% - 9,0% - 22,1% - 30,1% -25,4% - 29,1% - 67,2% - 34,7% - 31,7% - 19,8% - 21,7% - 10,9% - 63,9% - 15,5% -20,6% 3,9% - 100,0% 22,6% 6,7% - 8,0% - 17,3% - 31,2% - 36,1% - 2,2% 0,0% - 10,7% -12,0%


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REGIONE LIGURIA

La concessione di aiuti rimborsabili Imprese ricettive: la dotazione del bando è di 20 milioni di euro

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ROSEGUIAMO nella descrizione dei bandi a sostegno delle imprese turistiche ricettive.

MISURA 1.B - Concessione di aiuti rimborsabili — La dotazione finanziaria del bando è di 20 milioni di euro. Sono ammissibili all’agevolazione i piani di investimento di importo non inferiore a 250mila euro e non superiore a 500mila euro per i seguenti interventi: realizzazione ex novo, manutenzione straordinaria e ristrutturazione anche con ampliamento di alberghi, alberghi diffusi, residenze d’epoca, locande, residenze turistico alberghiere, campeggi, villaggi turistici, ostelli per la gioventù, rifugi alpini o escursionistici, case ferie, affittacamere in possesso della classificazione attribuita dalla Provincia; interventi mirati al risparmio e al conseguimento dell’efficienza energetica, anche con ricorso a sistemi di energia rinnovabile non esauribile, l’ammodernamento e il miglioramento, comprensivi di arredi e attrezzature, delle strutture ricettive e turistiche (di cui alla lettera a) nonché di parchi per vacanze, limitatamente a interventi rivolti alla trasformazione in campeggio o villaggio turistico, di stabilimenti balneari, di case e appartamenti per vacanze, limitatamente alle unità abitative di proprietà del gestore. Gli aiuti sono previsti anche per

l’acquisto, da parte del gestore, dell’immobile se. Tale finanziamento, compreso tra l’importo in cui esercita l’attività di albergo, albergo diffu- minimo di 250mila euro e massimo di 500mila so, residenza d’epoca, locanda, residenza turi- euro, è concesso a un tasso agevolato al 2% sestico alberghiera, campeggio, villaggio turistico, condo il piano d’ammortamento. parco per vacanza, limitatamente agli esercizi per i quali venga avviato il processo di trasfor- MISURA 1.C - Concessione di contributi mazione in campeggio o villaggio turistico, in conto capitale — La dotazione finanziaria ostello per la gioventù, rifugio del presente bando è di 1.805.000 euro. Sono ammissialpino o escursionistico, casa TURISMO bili all’agevolazione i piani di inper ferie, affittacamere in posvestimento di importo non insesso della classificazione attriPer i contributi feriore a 30mila euro e non subuita dalla Provincia (sulla bain conto capitale periore a 150mila euro relativi se di quanto previsto dal regolamento di attuazione) a nor- la dotazione del bando all’acquisto e miglioramento di è di circa 2 milioni impianti, macchinari, arredi e ma del Titolo VI, Capo II della attrezzature, ivi compresi gli inlegge regionale 7 febbraio terventi per l’adeguamento alle vigenti normati2008, n. 2. Sono altresì ammessi gli acquisti di immobili ve in materia di sicurezza e di accessibilità per con destinazione d’uso ricettiva da parte di sog- disabili per le seguenti strutture: strutture ricetgetti già gestori di attività ricettive. Il bando vale tive esistenti e classificate albergo, albergo diffuanche per la creazione e la qualificazione, da so, residenza d’epoca, residenza turistico-alberparte di consorzi o cooperative, di strutture, ghiera, locanda, campeggio, villaggio turistico, attrezzature e impianti complementari alla parco per vacanze, limitatamente ad interventi ricettività, volti alla valorizzazione delle risorse coerenti con la trasformazione in campeggio o turistiche di base. L’agevolazione prevista consi- villaggio turistico, casa per ferie, ostello per la ste in un finanziamento pari al 100% di un pro- gioventù, affittacamere in possesso della classifigramma di investimento ammissibile documen- cazione attribuita dalla Provincia (sulla base di tato attraverso la presentazione di attestazioni quanto previsto dallo specifico regolamento di di spesa fiscalmente regolari e approvato da Fil- attuazione) a norma del Titolo VI, Capo II della

L.R. 2/2008, rifugi alpini o escursionistici nonché case e appartamenti per vacanze limitatamente alle unità abitative di proprietà del gestore. Altri interventi ammissibili sono la riqualificazione e miglioramento di stabilimenti balneari e l’allestimento di spiagge libere attrezzate, l’allestimento ed organizzazione in comune di servizi di prenotazione o complementari all’attività ricettiva da parte di consorzi e/o cooperative nei quali sia maggioritaria la presenza di imprese turistiche, la realizzazione, riqualificazione e miglioramento di parchi tematici. Per Parco tematico si intende un complesso di attrazioni, attrezzature e curiosità, fruibili da parte di una generica utenza turistica e destinato allo svago, alle attività ricreative, ludiche e culturali, insistente in modo stabile su una medesima area e per il quale è prevista un’organizzazione unitaria di gestione e la presenza di servizi comuni destinati a soddisfare i bisogni degli utenti. Sono esclusi impianti sportivi, strutture museali e orti botanici. Tutti gli investimenti previsti dalle diverse misure, i cui bandi sono scaricabili dai siti: www.regione.liguria.it e www.filse. it, non possono essere stati avviati prima della data del 1˚ ottobre 2008 e dovranno essere completati improrogabilmente entro 24 mesi dalla data di ricevimento della comunicazione di concessione dell’agevolazione.

REGIONE LIGURIA MENTRE LA GIUNTA SNELLISCE LA PROCEDURA BUROCRATICA PER IL «DURC»

Guccinelli: già liquidati alle imprese 30 dei 45 milioni I PROBLEMI che si pongono alle imprese per ottemperare alla disciplina del «Durc», documento unico di regolarità contributiva, senza il quale non si possono ricevere pagamenti da enti e istituzioni pubbliche, sono stati affrontati dal presidente Claudio Burlando, gli assessori Renzo Guccinelli (Sviluppo), Enrico Vesco (Lavoro) e il presidente di Filse Edoardo Bozzo. Presenti le parti sociali, Confindustria e sindacati, le categorie economiche firmatarie del Patto per lo sviluppo. Tutti hanno ribadito la correttezza e utilità del provvedimento ma hanno rilevato tre tipi di problemi: i tempi troppo lunghi con cui l’Inps rilascia alle imprese il documento, senza il quale non si ricevono pagamenti; l’esistenza di contenziosi sulla quantificazione dei contributi pagati: il documento non arriva anche se non si è in una condizione di completa inadempienza; ultimo caso singole imprese colpite dalla crisi che fanno fatica a pagare i contributi alle scadenze e cadono nel circolo negativo di non poter riscuotere per far fronte agli stessi pagamenti. Prima di tutto la Regione, con Filse, si è fatta carico di svolgere direttamente il servizio di richiesta del Durc all’Inps per conto delle im-

prese che vorranno delegarla. Allo scopo sta per essere definita una convenzione con Inps e si stanno attrezzando nuovi terminali. Il servizio di semplificazione — ha detto il presidente Claudio Burlando — sarà tra breve operativo. E potremo proporre di svolgerlo anche per conto di altre amministrazioni pubbliche locali e nazionali». Una iniziativa verso l’Inps verrà assunta dalla Regione per vedere se sarà possibile superare il fatto che, in presenza di contenzioso sulle stime dei contributi, comunque pagati, il Durc non viene emesso. Il credito alle imprese che finanzia anche il capitale circolante attraverso Confidi può essere indirizzato al pagamento dei contributi, anche a rate. Finora i finanziamenti sono stati erogati al 50% dal fondo per le imprese, dal 35% per l’artigianato e al 30% per il commercio. Per il bando per i finanziamenti europei alle imprese — ha detto l’assessore Renzo Guccinelli (nella foto) — che hanno investito negli ultimi due anni, aperto il 3 novembre scorso, le procedure burocratiche sono state già molto velocizzate e un migliaio di imprese sta ricevendo i finanziamenti: sono stati liquidati 30 milioni di euro dei 45 disponibili.


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LA NAZIONE MARTEDÌ 9 GIUGNO 2009

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PROVINCIA Il Senatore dello Stato del Delawarelaware Herris McDowel, ricevuto dal Presidente Marino Fiasella, con il presidente di La Spezia Eps Alfredo Toti, funzionari della Camera di commercio e rappresentanti del mondo dell’imprenditoria spezzina

MERCATO MONDIALE

La Provincia dalla Cina agli Stati Uniti Imprese della nautica: opportunità a Shanghai e nel Delaware

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ALLA CINA agli Stati Uniti In un mondo senza frontiere commerciali per missioni ideate e condotte in sinergia tra gli enti: in questo caso la Provincia della Spezia insieme alla Camera di commercio, che hanno siglato un accordo per promuore l’internazionalizzazione del settore nautico. Si è già detto della partecipazione al «China Boat Show 2009» di Shanghai al quale hanno partecipato Sanlorenzo Cantieri Navali di Ameglia e Viareggio (presente a Shanghai con Barbara Beninato, assistente del presidente, Massimo Perotti, e con Giulio Bertani, responsabile commerciale della divisione di Viareggio); Consorzio Cins (Mario Novelli e Antonio Bevilacqua); Proship (Luca Cima); Teorema (Massimo Angelotti, Antonio Luxardo); Schiffini Marine (manager Loris Farina). E il ponte è stato gettato: Schiffini inaugurerà un suo showroom a Shanghai; Pro Ship ha firmato un contratto per la costruzione di imbarcazioni di 16 e 18 metri e una ‘base’ in terra asiatica; Sanlorenzo. già presente sul mercato cinese, ha stretto ulteriori contatti con prospettive di lungo periodo; le aziende del Consorzio Cins, che coprono tutta la filiera nautica, stanno perfezionando rapporti d’affari: Teorema Yacht ha consolidato rapporti con il dealer locale allacciando sinergie con altri dealer asiatici. A da-

re concretezza al bilancio del ‘China Internatio- ne, il China International Boat Show di Shannal Boat Show 2009’ di Shanghai, la più impor- ghai, ha visto quest’anno la partecipazione di tante manifestazione dell’area asiatica dedicata 365 espositori provenienti da paesi d’oltreoceal settore della nautica ci hanno pensato dun- ano (Stati Uniti, Australia, Francia, Italia…) dique gli imprenditori spezzini con il coordina- stribuiti su un’area di 33 mila metri quadrati. mento operativo della azienda speciale La Spe- La partecipazione italiana, alla sua quarta edizia Eps. «Le cifre – hanno sottolineato il presi- zione, è stata la più estesa tra le collettive estedente della Provincia Marino re presenti. Il padiglione italiaFiasella e il presidente di La no, organizzato dall’Ice in collaSpezia Eps Alfredo Toti – con- PORTA DEGLI USA borazione con l’Ucina, ha regifortano la nostra scelta di investrato una crescita del 50% riIl Senatore Herris stire in Cina: l’Italia, superanspetto all’edizione 2008. Al McDowel ricevuto do Stati Uniti e Gran Bretasuo interno hanno trovato spadal Presidente gna, si trova al primo posto zio 14 aziende italiane più La Marino Fiasella nella classifica dei paesi da cui Spezia Eps e Provincia della la Cina importa imbarcazioni Spezia. da diporto. Fonte del dato è l’Ice, l’Istituto per il commercio estero, che conferma l’opportu- DA ORIENTE a occidente il passo è stato nità, per le imprese italiane, d’investire nel mer- breve. Provincia e imprese del territorio hancato asiatico. Oltre un terzo delle imbarcazio- no infatti incontrato il Senatore dello Stato del ni totali importate in Cina sono made in Italy. Delawarelaware, Herris McDowel, ricevuto Questo, in Cina, è dunque il momento della dal Presidente della Provincia della Spezia, Manautica, soprattutto di lusso: forte è l’interesse rino Fiasella, con il presidente di La Spezia Eps per yacht, mega yacht, studi di progettazione, Alfredo Toti, funzionari della Camera di comarredi, prodotti e servizi legati alla nautica». mercio e rappresentanti del mondo dell’imPer questo Provincia e Camera di commercio prenditoria spezzina. Al centro dell’incontro hanno ribadito la volontà di proseguire la pro- l’importanza di fare sistema per le aziende del mozione delle eccellenze nautiche sui mercati territorio, al fine di promuovere e valorizzare esteri. Giunto alla sua quattordicesima edizio- il proprio business sui mercati statunitensi. Il

Delaware è uno Stato su cui investire, a motivo di molti suoi aspetti, come le eccellenze in campo accademico per il settore del marketing turistico, e il fatto che le imprese possono beneficiare dell’essere uno «Stato di Equità», dal momento che possiede una ottima e accreditata corte di equità per eventuali cause e procedimenti. «ANCHE se quattro anni fa, insieme all’allora Senatore del Delaware e attuale vicepresidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, abbiamo già sottoscritto un protocollo di collaborazione con lo Stato del Delaware – ha detto il presidente Marino Fiasella – credo che ora esistano realmente le condizioni per costruire un’opportunità concreta di fare del Delaware la porta di ingresso agli Usa per il nostro territorio. Si possono trovare nuovi e importanti settori di collaborazione per attestare una presenza e aprirsi ulteriormente al mercato statunitense». Tutti i convenuti hanno concordato sull’importanza di collegare il mondo accademico dei due Paesi, in particolare il nostro polo universitario, che rappresenta un’eccellenza per gli insegnamenti nel settore della nautica, creando scambi di esperienze fra laureandi e neo-laureati le cui professionalità potranno essere valorizzate nei due Paesi.

PROVINCIA RISORSE DESTINATE AL RILANCIO DEI SITI ARCHEOLOGICI, CASTELLI E FORTIFICAZIONI

«Un contributo alla cultura, al turismo e al lavoro» 42 MILIONI di euro per 11 progetti integrati tematici per la valorizzazione dei beni sono stati stanziati dalla Giunta regionale con l’asse 4 (cultura) del Fesr, il fondo europeo di sviluppo regionale 2007-2013. La Giunta ha inoltre definito gli interventi da finanziare sull’intero territorio regionale per 99 opere di cui 29 castelli, 26 ville, palazzi e giardini, 18 fortezze e mura, 26 allestimenti museali. I progetti sono stati presentati dalle 4 Province in qualità di soggetti proponenti per integrare il patrimonio storico culturale, ambientale nel circuito dell’offerta turistica e consentire una sua diversificazione aumentando la possibilità di destagionalizzare i flussi turistici e lo sviluppo di aree. «Per La Spezia — rileva il presidente della Provincia Marino Fiasella — si tratta di 10 milioni della Regione più altri 2 che metteranno a disposizione Provincia e Comuni, risorse destinate al rilancio di siti archeologici, castelli e fortificazioni, importanti opere di pregio storico e culturale, vestigia della civiltà antiche come il teatro romano di Luni. Bellezze eccezionali pronte a aprirsi ai turisti, agli spettatori e a rinsaldare il legame con la popolaziome. E’ una rinascita, un’architettura a nuova vita quella legata a due

progetti tematici integrati (Pit), presentati dalla Provincia e accolti dalla Regione». L’amministrazione guidata da Marino Fiasella ha raccolto 22 interventi dai Comuni e li ordinati partecipando a 2 bandi regionali. «QUESTO provvedimento – ha spiegato l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Renzo Guccinelli – insieme a

quello dell’asse 3 sullo sviluppo urbano, dà concreta attuazione ai due interi assi infrastrutturali previsti dal programma comunitario. Le due azioni hanno assegnato 139 milioni di contributi comunitari a fronte di risorse attivate per 185 milioni di opere pubbliche. E i 10 milioni della Regione significano anche 22 cantieri, contributo importante per far fronte alle difficoltà nel quadro di crisi; e ai 10 milioni vanno sommati i 20 al comune capoluogo per opere di riqualificazione nel Levante e nel centro storico. Molte aziende potranno lavorare in appalto e subappalto. Altri progetti per 15 milioni riguarderanno il settore culturale. Provincia della Spezia e Comuni hanno hanno dimostrato di avere capacità progettuale che ha centrato i parametri. E poiché alla documentazione presentata dalla Provincia c’erano allegati i progetti preliminari si tratta di passare ora ai progetti definitivi, dopo di che verranno rilasciati i finanziamenti e si potranno bandire le gare di appalto anche entro l’anno». Nella foto: il presidente della Provincia Marino Fiasella e l’assessore regionale alle Attività Produttive Renzo Guccinelli


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GURU MONDIALE John Zogby, fondatore e direttore dell’ istituto di sondaggi più importante degli Stati Uniti, racconta «I primi 124 giorni di Obama», sottolineando la popolarità che il Presidente riscuote tra gli americani

PROVINCIA

I sondaggi influenzano la politica? I primi 124 giorni di Obama secondo John Zogby

A

PROPOSITO di internazionalizzazione, alla Spezia c’è stato un evento voluto dal presidente della Provincia Marino Fiasella che è riuscito, dopo la tappa di Roma, a far venire a parlare dei primi 120 giorni di Obama nientemeno che il guru mondiale dei sondaggi John Zogby il quale ha, in sede di conferenza, nel salone della Provincia, poi corretto, aggiornando il calendario, in «I primi 124 giorni di Obama». John Zogby è stato introdotto dal presidente Fiasella che gli ha posto questa prima domanda: «Quanto i sondaggi influenzano la politica?» John Zogby, fondatore e direttore della Zogby International, l’istituto di sondaggi più importante degli Stati Uniti, ha raccontato «I primi 124 giorni di Obama», sottolineando la grande popolarità che tutt’oggi il Presidente degli Stati Uniti riscuote tra i cittadini americani e indicando, rispondendo al presidente, quali sono gli elementi chiave attraverso i quali si conducono sondaggi attendibili. «John Zogby – ha dichiarato in apertura il presidente Marino Fiasella – è considerato il guru dei sondaggi ed è il leader mondiale in questo settore. Con lui possiamo riflettere e capire in che misura sia possibile fare politica senza i sondaggi e quanto essi influenzano le scelte

politiche. Nei piccoli territori probabilmente zionalità ispanica, la cosiddetta classe creativa la questione non si pone, esistendo una cono- (insegnanti, architetti, avvocati...), gli afro-amescenza diretta tra i candidati e la popolazione, ricani. Nell’esito finale del voto sono stati imma su scala sovralocale e nazionale il ricorso portanitissimi i giovani, coinvolti da Obama in agli exit poll risulta fondamentale. Ciò che da campagna elettorale soprattutto attraverso questo punto di vista mi provoca inquietudi- un mirato utilizzo dei nuovi mezzi do comunine è la tendenza della politica ad organizzare cazione come i social networks. Molti degli l’informazione sulla base di Stati tradizionalmente «rosquello che i cittadini vogliono si», ovvero conservatori, soCONFRONTO sentirsi dire». no così diventati «blu», ovveE’ il direttore ro democratici. Dopo 124 dell’Istituto JOHN ZOGBY, arrivato in giorni a capo del Governo Italia per tenere un seminario americano Obama gode del più importante all’Università Luiss Guido 70% dei consensi, grazie alla degli Stati Uniti Carli di Roma sul tema “An sua immagine e grazie al lavoexamination of Obama’s first ro che ha fatto fino ad oggi. Ri100 days in the White House and what to ex- guardo alla sua politica si sollevano anche depect next”, ha detto che le elezioni presiden- gli interrogativi. Ci si domanda infatti se Obaziali del 2008 hanno rappresentato il momen- ma non abbia speso troppo, se abbia scelto le to più importante della sua vita professionale: persone giuste nella squadra di governo e se «Barack Obama, divenuto Presidente a soli in alcune situazioni non spinga troppo e trop47 anni, è stato capace di rappresentare le tan- po velocemente. Certamente egli si trova ad te facce degli Stati Uniti che a gran voce chie- affrontare una tremenda crisi economica e i devano il cambiamento. Obama è stato eletto due conflitti in Iraq e Afghanistan, rivelatisi cacon il 67% delle preferenze raccolte tra le di- tastrofici per gli Usa. Al momento attuale coverse categorie (e etnie) di persone che com- munque la strategia del Presidente Obama si pongono il tessuto sociale americano: i giova- sta rivelando vincente». ni fruitori dei social networks, i cittadini di na-

JOHN ZOGBY, che accompagnato dal dottor il dr. Alberto Giannetti e che ha utilizzato una interprete in simultanea, non si è nascosto le difficoltà di un consenso che, specie nella stampa statunitense, può mutare in poco tempo. Per ora comunque i sondaggi sul consenso dicono che ha conquistato nuovi e estesi strati di popolazione e questo gli dà forza per sostenere le sue idee e i suoi programmi. La luna di miele del presidente è insomma ancora in pieno svolgimento ed è nelle condizioni di durare a lungo in quello che è il nuovo sogno americano, il nuovo sogno degli Stati Uniti che vogliono essere diversi, aperti, nei rapporti con il mondo. Osama ha interpretato questa aspirazione e continua a interpretarla. John Zogby, che oltre ad essere il guru mondiale dei sondaggi è prima di tutto uno storico, ha in chiusura risposto alle domande poste da Enzo Millepiedi (La Nazione) nel corso di quella che è stata una intervista pubblica incalzante, durante la quale lo stesso Zogby ha ripetuto di parlare da osservatore indipendente.


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FESTIVAL E’ per celebrare la figura del grande musicista, che la gente del Levante ligure sente particolarmente vicina, che la Società dei Concerti onlus ha dato vita, nel 2002, al Festival Paganiniano di Carro

VAL DI VARA

Paganini, nome illustre della musica Eppure, in qualche modo, la sua storia si lega al mare

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AGANINI è un nome illustre in campo musicale. Eppure, in qualche modo, la sua storia si lega al mare; al mare è legata mediante il filo che unisce a quest’ elemento le vicissitudini di tanti liguri. Andiamo con ordine. La famiglia Paganini, da cui originerà Nicolò, è una famiglia che, da secoli, è radicata a Carro, è, perciò, una delle tante famiglie che vivono nell’entroterra del Levante ligure, un entroterra verde e montano che, tuttavia, sente l’influsso ed il profumo del mare che batte la costa vicina, una o, tutt’al più, due file di colline più in la. Un mare spesso invisibile che, pure, è capace di mitigare e limitare gli effetti invernali delle frequenti nevicate. In questa terra ove, nonostante le ripartizioni amministrative, prepotente è l’influenza della Repubblica di Genova, a metà del secolo XVIII si comincia a percepire una diffusa inquietudine; la Repubblica è, ormai da tempo, oggetto di attacchi da parte delle potenze dell’Europa occidentale e già si intendono gli scricchiolii di quel trapasso che condurrà alla Repubblica Ligure: non più aristocratica e prossima preda dello strapotere napoleonico. Le persone più

avvedute intuiscono che non è più possibile e lo studio della musica con maestri locali e prudente accontentarsi delle modeste ma, fi- prende soltanto alcune lezioni di composiziono ad allora immutabili, sicurezze offerte dalla ne: perciò verrà sempre considerato un autovita nei piccoli paesi dell’entroterra; troppo li- didatta. mitate cominciano ad apparire le risorse offerte dall’agricoltura; ed inizia un flusso migrato- A DODICI anni suonava nelle chiese di Gerio dalle campagne verso il mare. Quel mare nova, ma fu a Parma, in Toscana e nelle città che, da sempre, assicura ricdell’Italia settentrionale che si chezza e benessere ai Liguri esibì più spesso accrescendo RACCONTO che su di esso, del lavoro da La gente del Levante la sua fama. E’ Lucca, nel 1804, esso creato, da secoli vivono. che lo accoglie primo violino ligure si sente Il nonno di Nicolò Paganini, e violino solista alla corte delparticolarmente Giovanni Battista, è uno di la sorella di Napoleone e, sucvicina al maestro quelli che percepisce questa cessivamente, è Paolina Borsituazione e che trasferisce la ghese che lo invita a Stupinigi. famiglia a Genova. Qui nasce Antonio, padre Da qui alle tournèe all’estero il passo è breve. di Nicolò, che, manco a dirlo, lavora nell’ambi- Nel 1813, a Milano, viene consacrato grande to del porto: fa l’imballatore e, quando il tem- artista del vioino, fama che non lo abbandonepo glielo consente, il sensale. rà fino alla morte. ALLA SERA, nonostante la stanchezza ed i problemi che deve esporgli la moglie, Teresa Gambaro, trova il modo di insegnare la musica ai due figli, Carlo e Nicolò, iniziandoli al violino ed al mandolino. Inutile dire che, tra i due, il più dotato appare Nicolò che prosegue

E’ PER CELEBRARE la figura del grande musicista, che la gente del Levante ligure sente particolarmente vicina, che la Società dei Concerti onlus ha dato vita, nel 2002, al Festival Paganiniano di Carro che, grazie soprattutto all’impegno triennale dello sponsor princi-

pale Isagro , ed alla considerazione accordata da Regione Liguria e Provincia della Spezia, è giunto alla sua ottava edizione. Il programma dei concerti, che si svolgeranno nell’arco di un mese e mezzo, è ricco di nomi all’apice del concertismo internazionale; tuttavia la Società dei Concerti onlus, al fine di sottrarre la manifestazione al pericolo di divenire una delle tante manifestazioni estive di puro intrattenimento ha inteso arricchirla di un convegno internazionale di musicologia intitolato Paganini: Diabolus in musica al quale hanno aderito importanti studiosi di tutto il mondo. Quest’incremento del peso culturale del Festival Paganiniano di Carro, così come è stato concepito per quest’anno, dimostra la capacità progettuale e realizzativa della Società dei Concerti onlus, nel suo quarantesimo anno di attività dalla rifondazione. UN’ETÀ, quindi, che non ha inciso sulla vitalità dell’Istituzione, ma che segna soltanto il grado di maturazione di un’entità, da sempre rivolta a produrre cultura ed a promuovere il territorio cui si riferisce. Un festival così articolato vuole essere, quindi, anche un augurio di buon compleanno per la Societò dei Concerti onlus.

IL PROGRAMMA ESTATE 2009 SI SVOLGERÀ DAL 5 LUGLIO AL 14 AGOSTO E SI TERRÀ UN CONVEGNO INTERNAZIONALE

Sarà Uto Ughi a inaugurare il Festival di Carro IL FESTIVAL Paganiniano di Carro, l’evento estivo più atteso (8˚ edizione) dell’offerta culturale della Società dei Concerti della Spezia sarà inaugurato da Uto Ughi: il leggendario violinista e i Filarmonici di Roma eseguiranno un «Omaggio a Paganini» domenica 5 luglio (alle 21) al Teatro Civico un repertorio con musiche di Vivaldi, Mendelsshon e Ravel. Undici sono i concerti, proposti dal direttore artistico Bruno Fiorentini, previsti nel cartellone 2009, dedicato al geniale violinista e compositore genovese Niccolò Paganini e al virtuosismo strumentale. Essi si svolgeranno, come da tradizione, secondo un calendario itinerante nei siti più incantevoli della Val di Vara, estendendosi anche in Val di Magra e in Riviera, che per l’occasione celebri si trasformeranno in prestigiose ribalte musicali sotto le stelle anche grazie alla presenza di artisti di fama internazionale:Uto Ughi e i Filarmonici di Roma, il Sestetto Stradivari, Pavel Vernikov, Svetlana Makarova, il chitarrista Giampaolo Bandini e tanti altri. Il Festival sarà preceduto da un’anteprima a Carro, il borgo natale dei genitori di Paganini e dove è custodita religiosamente la loro casa: nella mistica atmosfera

della Chiesa di San Lorenzo il Baschenis Ensemble presenterà “Cantate Domino”, programma dedicato al repertorio sacro del Barocco italiano, da Monteverdi a Grandi e da Uccellini a Castello (sabato 4 luglio, ore 21.15). L’ottava edizione del Festival Paganiniano, com’è ormai noto a tutti i fan del geniale Niccolò che ogni anno la vigilia di ferragosto accorrono (numerosi) nel minuscolo borgo di Carro, chiu-

derà i battenti venerdì 14 agosto: alle 20.30, nella piazza della Chiesa con i famosi violinisti Pavel Vernikov e Svetlana Makarova e Giuseppe Bruno (direttore del Conservatorio della Spezia) al pianoforte per uno sfavillante arrivederci all’edizione 2010 sulle note di Mozart, Franck, Moszkowski e Schostakovich. La Società dei Concerti della Spezia rinnova la formula del Festival presentando una novità: il Convegno internazionale “Nicolò Paganini: Diabolus in Musica” che si terrà alla Spezia da giovedì 16 a sabato 18 luglio. All’iniziativa, realizzata con il Centro Studi Opera Omnia Luigi Boccherini di Lucca e con MusicalWords.it di Cremona, parteciperanno tra gli altri, i cattedratici Clive Brown (School of Music, University of Leeds) e Robin Stowell (School of Music, Cardiff University). Gli atti saranno pubblicati in un volume bilingue (italiano e inglese) dalla Società dei Concerti. Il Festival Paganiniano si avvale del sostegno della Regione Liguria, della Provincia della Spezia, della Comunità Montana della Val di Vara e dell’Associazione Amici di Niccolò Paganini, e del patrocinio del Touring Club Italiano e del generoso contributo di Isagro.


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L’INTERVISTA

Donne in politica e nelle istituzioni Cinzia Aloisini presidente dell’Istituzione per i Servizi Culturali

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COSÌ, alla fine, dopo che in città erano circolati una serie di nomi tutti al “maschile”, sulla sedia più alta dell’Istituzione per i Servizi Culturali si è gentilmente accomodata una donna:Cinzia Aloisini. In questo modo l’Istituzione si colora tutta di rosa, dal momento che a dirigere la stessa è un’altra donna, la dottoressa Marzia Ratti. Cosa si possono aspettare adesso gli spezzini da questa reggenza tutta al femminile? E poi: è consapevole Cinzia Aloisini di quale patata bollente le sia stata catapultata tra le mani?

ro che i diversi presìdi dell’Istituzione, Musei Archivi, Biblioteche, Teatro, fanno, per avviare una profonda alfabetizzazione dei vari linguaggi. E’ fondamentale specialmente oggi che tutti, giovani e meno, siamo colpiti da una serie di messaggi discontinui che ci giungono da ogni parte e che non sempre siamo in grado di decodificare. E in questo cercherò la collaborazione e l’aiuto fondamentale del mondo della Scuola».

E ANCORA: «Il secondo perimetro è per me rappresentato dal rapporto costante con il Museo Lia , la Fondazione Carispe, la Provincia e Per cercare di capirlo siamo andati a cercarla al- tutto il grande patrimonio dell’associazionismo la Palazzina delle Arti, nel sottotetto un po’ clau- e dei tanti operatori culturali presenti sul terristrofobico nel quale aveva posto il suo quartier torio.Con il terzo cerchio cercheremo di collegenerale Marco Ferrari ma non l’abbiamo trova- gare il nostro lavoro con la realtà nazionale e ta perché nel frattempo la nuova Presidente ave- internazionale. Concludo dicendo che la mia va traslocato in un arioso e luminoso ufficio nel- massima aspirazione è che i presìdi culturali lavola sede del Camec. E’ qui che la troviamo. rino sì tra di loro ma sempre in contatto con il Alla parete un grande quadro di territorio, in uno scambio Vittorio Sopracase tutto giocato continuo tra il dentro e il fuoPROSPETTIVE sui toni del rosso e nelle altre ancori». ra pittori spezzini, Anita d’Orazio «Ai ragazzi l’esempio Agli artisti spezzini un va dato con i fatti e gli esponenti della Galleria Il Gabpò delusi a causa di una biano, Manfredi, Cimino e Andole non solo certa loro sottovalutacetti. zione che dice? con le parole» Mancano ancora i fiori ma arrive«Che anche loro sono parte ranno anche quelli. integrante di questo contiEcco già spiegata la donna che presiederà Mu- nuo scambio, che quelli fra loro che ne avranno sei, Teatro, Arti visive, Biblioteche, insomma, le qualità verranno aiutati a farsi conoscere antutta la cultura della città: volitiva, preparata è che fuori Spezia ma questo sarà compito della — in politica dal 1979 anno al quale risale la sua nuova figura che entro la fine dell’anno verrà noiscrizione al Pci, poi in Consiglio Provinciale dal minata al C.a.m.ec. Pensiamo ad un giovane che 2001 e infine in Comune dal 2005 — ma insie- viene da fuori Regione che ben conosce i nuovi linguaggi e le nuove forme artistiche. In questi me gentile e collaborativa.. Ed è infatti questa la filosofia che è alla base del campi il nostro Centro di Arti Moderne e Consuo programma, la collaborazione. Spiega: «Ve- temporanea potrà, io credo, ritagliarsi un suo ruolo in campo nazionale». do il mio lavoro qui come il centro di una serie Ai giovani spezzini che vuol dire? di cerchi concentrici : il primo cerchio rappresentato dal rapporto continuo e costante con il «Io vengo dall’associazionismo ( Lega Ambiente, dal 1984, Università verde e Arci nel 1988) e territorio. Vorrei che l’Istituzione fosse uno credo a queste realtà a cui so che anche i giovastrumento per ampliare il lavoro che in tanti alla ni sono assai sensibili ma vorrei invitarli a non Spezia (che figura al nono posto nelle graduato- demonizzare neppure la politica. La Politica è la rie nazionali per l’alta qualità della cultura) fanno ricerca del bene comune non come può appariper migliorare l’offerta culturale». re oggi ricerca del proprio interesse privato. Certo che ai ragazzi l’esempio va dato con i fatti UN ATTIMO di pausa, poi prosegue: «Sarà e non solo con le parole». mio impegno prioritario mettere in rete il lavoAdriana Beverini

VITA DI CLUB LA CONFERENZA DEL DOTTOR VINCENZO SANTORO AL ROTARY DELLA SPEZIA

Le funzioni della Prefettura raccontate dal Prefetto L’ISTITUZIONE Prefettura, la sua storia, le sue funzioni, il passaggio da rappresentante del governo a coordinatore, e perfino l’attribuzione di un patrono, sant’Ambrogio, perché suo padre era governatore della Liguria e della Lombardia, fino all’ultimo attribuzione di osservatorio per il credito. A raccontare tutto questo al Rotary Club della Spezia è stato lo stesso Prefetto della Spezia, Vincenzo Santoro, invitato dal Presidente Piergino Scardigli. E’ una storia di alti e bassi, ha ricordato il prefetto, per una istituzione che, nata dal modello francese, ha 200 anni di vita. E nonostante appunto gli alti e i bassi quanto all’importanza che dopo il periodo fascista, cioè nella vita repubblicana, ha ripreso un ruolo di riferimento con compiti istituzionali vasti di rappresentanza e controllo, il Prefetto conti-

nua a essere chiamato eccellenza, cioè colui che eccelle. Oggi tra i compiti principali del Prefetto ci sono il coordinamento delle forze di polizia per l’ordine pubblico, la vigilanza sugli enti locali, e la garanzia per il corretto svolgimento delle

consultazioni elettiorali, la mediazione nei conflitti di lavoro come è stato per la Vaccari e poi la San Giorgio. Quanto all’osservatorio sul credito — ha precisato — al momento abbiamo avuto la richiesta per un solo intervento.Oggi il Prefetto presie-

de tra l’altro il consiglio territoriale per l’immigrazione che, ha assicurato, alla Spezia è un fenomeno relativo e sotto controllo. In conclusione oggi le Prefetture sono la presenza costante e vigilile dello Stato nel più profondo del territorio.

CONFERENZA Il prefetto Vincenzo Santoro parla al Rotary


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L a città onora la Repubblica PIAZZA EUROPA

Le immagini della Festa del 2 giugno GIOVANI Particolarmente significatvo è stato l’intervento di uno studente di fronte alle varie rappresentanze della società civile

FESTA DELLA REPUBBLICA Anche alla Spezia si è celebrata con particolare solennità in piazza Europa la ricorrenza della fondazione della Repubblica con la partecipazione delle autorità, delle rappresentanze delle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine, scolaresche e cittadini


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Comune e Difesa: il protocollo d’intesa Riqualificazione di immobili del demanio dello Stato e militare

E

CCO IL TESTO del Protocollo d’Intesa tra il ministero della Difesa, il ministero dell’Economia e delle Finanze tramite L’Agenzia del Demanio e il Comune della Spezia per la riqualificazione e razionalizzazione di alcuni immobili appartenenti al demanio dello stato ed al demanio militare presenti nel territorio comunale della Spezia. «Premesso che lo Stato è proprietario nel Comune della Spezia di un rilevante portafoglio immobiliare in parte in uso al Ministero della Difesa e in parte gestito dall’Agenzia del demanio che necessita di interventi di recupero e di restauro e assume, nel contesto territoriale, una forte valenza di sviluppo sociale, di rigenerazione del territorio e di soddisfacimento degli interessi della collettività; detto patrimonio, pertanto, è suscettibile di essere ricompreso in un percorso di razionalizzazione, ottimizzazione e valorizzazione che attivi processi di riqualificazione e rivitalizzazione del territorio e soddisfi le esigenze istituzionali delle Amministrazioni statali; in tale contesto il Ministero della Difesa e il Ministero dell’Economia e delle Finanze e per esso l’Agenzia del demanio hanno condiviso l’avvio di un’iniziativa organica e unitaria concertata con il Comune della Spezia mirante a garantire la razionalizzazione dell’uso dei beni statali e la riallocazione delle funzioni della Difesa in sedi adeguate agli standard previsti dalle normative, in coerenza con le normative vigenti, anche al fine di considerare le esigenze istituzionali degli Enti Locali nella dismissione del patrimonio immobiliare dello Stato già in uso al Ministero della Difesa; il Comune della Spezia, nell’ambito delle sue strategie di riqualificazione del territorio, ha interesse a acquisire immobili di proprietà dello Stato, in parte già in uso, ritenuti rilevanti per il raggiungimento dei predetti fini o in quanto interessati da opere di urbanizzazione dal medesimo realizzate; per il conseguimento dei reciproci obiettivi le Amministrazioni hanno individuato un portafoglio di immobili dello Stato che possiede i requisiti necessari a soddisfare le reciproche esigenze. In ordine ai predetti immobili le Amministrazioni hanno concordato un percorso operativo, normativo e amministrativo che con la sottoscrizione del presente protocollo intendono formalizzare; quanto sopra premesso, tra il Ministero della Difesa, rappresentato dal Ministro della Difesa Ignazio La Russa; il Ministero dell’Economia e delle Finanze e per esso l’Agenzia del demanio, rappresentata dal Direttore Maurizio Prato; il Comune della Spezia, rappresentato dal Sindaco Massimo Federici, si conviene e si stabilisce quanto segue: Art. 1 — Le premesse fanno parte integrante e sostanziale della presente Intesa e costituiscono i presupposti su cui si fonda il consenso delle Parti. Art. 2 — La presente Intesa è finalizzata a concordare tra le Parti gli interventi collegati da interessi comuni in relazione ai programmi di riqualificazione urbanistica del territorio e di trasformazione del tessuto urbano del Comune della Spezia, nonché di cessione, valorizzazione, permuta, riqualificazione e razionalizzazione degli immobili appartenenti allo Stato siti nel Comune medesimo e di seguito individuati: Ex stazione R.T.; Area verde Marola; Ex Piazza d’Armi (aliquota parcheggio); Ex Fusione tritolo; Comprensorio ex Mardichi di via XV giugno; Impianto di clorazione dell’ex acquedotto Marina Militare; Comprensorio Pagliari; MardichI – ex Artiglieria (Pagliari); Comprensorio aeronautico Cadimare; Aliquota del comprensorio San Bartolomeo; Aliquota dell’edificio 6 del comprensorio San Bartolomeo; Banchina Revel. 2. Le modalità di attuazione della presente Intesa saranno ulteriormente precisate mediante la sottoscrizione di accordi tra le parti. Art. 3 — Ai sensi dell’art. 14-bis, comma 3,

della Legge 6 agosto 2008, n. 133 e dell’art. 3, comma 15 e 15-ter, del Decreto Legge 25 settembre 2001 n. 351, convertito con modificazioni dalla Legge 23 novembre 2001, n. 410, il Ministero della Difesa, relativamente ai sotto indicati immobili allo stesso in uso, e il Comune della Spezia si impegnano a definire con successivi Accordi di programma le seguenti linee di indirizzo: acquisizione da parte del Comune della Spezia degli immobili denominati Ex Fusione tritolo (aliquota ancora in uso al Ministero della Difesa), Comprensorio ex Mardichi di via XV giugno e Impianto di clorazione dell’ex acquedotto Marina Militare, da definirsi mediante apposito Accordo di Programma con il Ministero della Difesa, a fronte di interventi infrastrutturali di riqualificazione edilizia da eseguirsi, a cura della Municipalità, presso la caserma Duca degli Abruzzi in La Spezia, per un importo pari al valore che sarà attribuito ai citati immobili militari; valorizzazione a cura del Comune della Spezia degli immobili denominati Comprensorio Pagliari, Mardichi ex Artiglieria, Comprensorio aeronautico Cadimare e aliquota del comprensorio San Bartolomeo, secondo le procedure previste dalla legge

e il Comune della Spezia e potrà essere allargato, su concorde decisione delle parti, alla partecipazione di altri soggetti eventualmente interessati. 2. Il Gruppo di Lavoro ha il compito di: ondividere i criteri di stima del valore degli immobili indicati all’art. 3, lett. a); formulare ipotesi di valorizzazione degli immobili indicati all’art.3, lett. b); predisporre i singoli Accordi di Programma, anche sulla base di preliminari valutazioni economico-finanziarie di fattibilità, volte a verificare la sostenibilità economica delle singole operazioni. 3. Gli immobili oggetto di cessione al Comune della Spezia indicati all’art. 3, lett. a) sono stimati, sulla base dei criteri condivisi dal Gruppo di Lavoro ai valori di mercato, dal Ministero della Difesa. I valori di stima saranno congruiti dalla Commissione prevista dall’art. 14 bis, comma 3 let. b), Legge 6 agosto 2008, n. 133; 4.Per le attività di cui al precedente punto 2, il Ministero della Difesa potrà avvalersi, qualora ritenuto necessario, del supporto dell’Agenzia del demanio, secondo modalità e termini da concordarsi tra le parti. 5. Gli Accordi di Programma discendenti dal presente articolo potranno coinvolgere, qualora necessario, anche altri soggetti oltre al Ministero della Difesa e Comune della Spezia e do-

133/2008, art. 14-bis-comma 3 e art. 58. 2. In tale quadro, con la sottoscrizione del presente Protocollo d’intesa, il Comune della Spezia si impegna a avviare, nel rispetto della vigente normativa regionale di sviluppo del territorio, gli studi attinenti alla formalizzazione di proposte di programmazione/pianificazione urbanistica necessarie alla valorizzazione degli immobili di cui al precedente punto 1, lett. b), al fine di attuare modifiche alle proprie strumentazioni urbanistiche tali da consentire la massima valorizzazione dei beni medesimi. 3.Il Ministero della Difesa e il Comune della Spezia, con l’apporto di altri Enti eventualmente interessati, si impegnano a porre in essere ogni possibile azione, al fine di: costituire un Polo Tecnologico nel settore della ricerca marina, utilizzando a tale scopo un’aliquota dell’edificio n. 6 del comprensorio San Bartolomeo; individuare soluzioni condivise per consentire l’utilizzazione della banchina Revel da parte del Comune della Spezia e nel contempo assicurare lo svolgimento delle funzione ivi svolte dalla Marina Militare presso una banchina o molo sostitutivo. 4 Il Ministero della Difesa e il Comune della Spezia si impegnano altresì a istituire un tavolo operativo per individuare la migliore utilizzazione e valorizzazione di altre aree eventualmente non più necessarie per le attività della Difesa. Art. 4 — Al fine della predisposizione degli Accordi di Programma e delle proposte di intervento per la valorizzazione degli immobili di cui al precedente art. 3, verrà costituito un Gruppo di Lavoro tra il Ministero della Difesa

vranno essere stipulati entro il termine massimo di anni 1 dalla data di sottoscrizione del presente atto, che si intenderà decaduto se nei 2 mesi successivi alla scadenza le parti non concordino un nuovo termine. 6. Qualora la procedura per addivenire alla sottoscrizione degli Accordi di Programma non dovesse avere buon esito, le Parti si dichiarano disponibili a prevedere, previa idonea verifica e approfondimento, altre modalità di valorizzazione degli immobili di cui all’ art. 3. Art. 5 — L’Agenzia del demanio, relativamente agli immobili individuati al precedente art. 2 dalla stessa gestiti si impegna a trasferire in proprietà al patrimonio indisponibile del Comune della Spezia, ai sensi dell’art. 1, commi 434 e 435 della legge 311/2004, i seguenti immobili sui quali il Comune medesimo ha realizzato opere di urbanizzazione; immobile denominato Area verde Marola, appartenente al Demanio Pubblico dello Stato, censito al n.c.t., Fg. 98, pll n. 3 parte, in uso al Comune della Spezia e destinato a Verde Pubblico; immobile denominato Ex Piazza d’Armi (aliquota parcheggio) appartenente al Patrimonio dello Stato e allibrato alla scheda SPB0213, censito al n.c.t., Fg. 29, p.lla n. 172, in uso al Comune della Spezia e destinato a parcheggio; cedere in proprietà, ai sensi dell’art. 3, comma 113, della L. n. 662/1996 e dell’art. 1, comma 437, della L. n. 311/2004, al Comune della Spezia i seguenti beni di proprietà dello Stato di interesse del Comune medesimo: immobile denominato Ex stazione r.t., appartenente al Demanio Pubblico dello Stato censito al Fg. 32, p.lle 234, 280,

339, 340 (già 949, 950, 951), 341, 342, 343, 344, 351, 352, 353, concesso al Comune della SPEZIA per far fronte ad esigenze della locale Università; aliquota immobile denominato Ex Fusione tritolo appartenente al Demanio dello Stato, descritto in catasto al Fg. 50, mapp. 370 (parte) per la superficie complessiva di circa 65.000 mq. di cui 7.500 in uso al Comune della Spezia e destinati a campeggio. Tale aliquota dell’Ex Fusione tritolo, già ricompresa tra i beni oggetto di intesa del Programma Unitario di Valorizzazione della Regione Liguria ai sensi dell’art. 3, comma 15-bis del Decreto Legge 25 settembre 2001 n. 351, convertito con modificazioni dalla Legge 23 novembre 2001, n. 410, con la sottoscrizione del presente atto viene espunta e assoggettata alle presenti pattuizioni. Con decreto da adottarsi a cura del Ministero della Difesa di concerto con l’Agenzia del demanio entro 90 giorni dalla sottoscrizione del presente atto, si procederà al trasferimento al patrimonio dello Stato degli immobili Ex stazione R.T. ed Ex Fusione tritolo (aliquota). Art. 6 — 1.Al fine di dare attuazione e puntuale esecuzione agli impegni assunti ai sensi del precedente art. 5, è costituito un Tavolo tecnico operativo, di seguito “Tavolo”, da nominare con successivo atto. 2.Il Tavolo è composto da rappresentanti dell’Agenzia del demanio e del Comune della Spezia e potrà essere allargato, su concorde decisione delle parti, alla partecipazione di altri soggetti eventualmente interessati. 3.Il Tavolo ha il compito di: condividere i criteri di stima del valore degli immobili oggetto di trasferimento; vigilare sul rispetto degli impegni assunti e sullo stato di attuazione della presente intesa; esaminare e collaborare alla risoluzione di eventuali problematiche o criticità che dovessero manifestarsi nella fase operativa di attuazione degli impegni assunti. 4. Gli immobili oggetto di cessione al Comune della Spezia di cui al precedente art. 5, lett. b), sono stimati, sulla scorta di criteri condivisi dal Tavolo di cui ai precedenti punti 1 e 2, ai valori correnti di mercato, dall’Agenzia del demanio. I valori di stima saranno, quindi, congruiti tramite la competente Commissione per la verifica di congruità delle valutazioni tecnico-economico-estimative, operante ai sensi dell’articolo 1, comma 479, della Legge n. 266/2005 (Legge Finanziaria 2006). 5.Il valore dei beni di cui al precedente Art. 5, lett. a), in quanto interessati da opere di urbanizzazione realizzate dal Comune, verrà determinato ai sensi dell’art. 1, comma 434 e relative tabelle allegate all’elenco 3, della legge 311/2004 (Legge Finanziaria 2005). 6. La cessione degli immobili di cui al precedente art. 5. potrà avvenire anche gradualmente con separati atti riferiti ciascuno ad un parziale numero degli immobili, da stabilirsi secondo criteri connessi alle preminenti esigenze pubbliche, da concordarsi di volta in volta tra le parti e comunque entro un anno a decorrere dalla sottoscrizione della presente intesa. 7.Gli immobili saranno trasferiti nello stato di fatto e di diritto in cui si trovano. Art. 7 — Il presente Protocollo d’intesa potrà essere modificato e/o prorogato nelle modalità e nei termini previa concorde volontà delle parti. Nell’ipotesi in cui le previsioni del presente protocollo non potessero trovare integrale attuazione, le parti potranno sciogliersi dagli impegni residui non ancora assolti, mediante comunicazione scritta da inviarsi per raccomandata con avviso di ricevimento.Il presente protocollo supera e aggiorna il precedente Protocollo d’Intesa sottoscritto in data 4 aprile 2008 tra il Ministero della Difesa ed il Comune della Spezia. Il presente documento si compone di 7 articoli ed è redatto in un unico originale, consegnato in copia conforme alle Parti firmatarie. La Spezia 15 maggio 2009


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FIORE ALL’OCCHIELLO La Città e il Golfo della Spezia avranno ora una nuova grande struttura, in rapporto diretto con il tessuto urbano, che andrà a potenziare enormemente l’offerta complessiva e di qualità della nautica.

NAUTICA E NON SOLO

Il Porto Mirabello è finalmente realtà Con i suoi trecentottantasei ormeggi da 14 a 65 metri

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L PORTO MIRABELLO è ora una realtà. Una bella realtà che arricchisce la città. Stanno arrivando le prime barche, simbolo di una attività che andrà crescendo in progressione geometrica prima dell’estate imminente. Sì l’atteso Porto Mirabello finalmente è. E il Golfo della Spezia avrà una grande struttura in più che andrà a potenziare enormemente l’offerta complessiva e di qualità della nautica. Perfino increduli più incalliti dovranno ricredersi e rivedere le loro posizioni. Il Porto Mirabello, inoltre, può essere considerato come l’avvio di quel water front che è nei progetti della città, della quale il Porto Mirabello infatti sarà parte integrante. E lo si vedrà subito, già in questi giorni eccezionali della Festa della Marineria. L’amministratore delegato della società, Alessandro Menozzi, è stato ben lieto di mettere a disposizione della città trecento posti per le auto e per i pullman che arriveranno alla Spezia: «Sì, li ho messi al servizio della città e delle sue esigenze e ben volentieri rispondendo subito e con entusiasmo alle richieste fatte dal Comune della Spezia». E NONOSTANTE che i lavori procedano speditissimi, dopo la conclusione fri fomfamentali strutturali, si è pensato anche di apri-

re un servizio bar temporaneo per i clienti e nente, al suo zenit, come si può contatare andi organizzare drink serali già in concomitan- che in questo fascicolo speciale, specchio di za con la Festa della Marineria per comunica- quello che sta avvenendo e di quello che avre tutto il calore di un contatto, di una atten- verrà in ogni settore. zione e di amicizia ai clienti e agli ospiti. Ognu- Quella della Festa della Marineria è una bella e no dei quali viene accolto e salutato, al suo ar- grande occasione: vedere e toccare per crerivo, personalmente dallo stesso amministra- dere. E il Marina sta arrivando, sotto i migliori tore delegato. E non è solo auspici, a compimento (sono una questione di stile che cogià all’ormeggio i yacht di meCON LA CITTA’ munque dovrà essere alto die dimensioni) dopo una altama di cortesia e affetto. lenante attesa che si trascina E già per la Festa da oltre 30 anni. Oggi il Porto della Marineria MA PARLIAMO del Porto mette a disposizione Mirabello rappresenta l’esemMirabello per i suoi trecentotpio, unico in Italia, di un mari300 posti auto tantasei ormeggi da 14 a 65 na cittadino realizzato complemetri con una particolare attamente a mare, su un’isola artenzione alle misure destinate ai superyacht, tificiale di quasi 50mila metri quadrati, senza nel cuore del Golfo dei Poeti. E’ questa la nuo- togliere spazio prezioso al tessuto urbano nel va offerta del nuovo porto prossimo al tra- quale si integra e si completa. Con caratteristiguardo della conclusione dei lavori alla Spezia, che tutte particolari. in fregio alla città che, proprio in questo mese di giugno, diventa «capitale della marineria», CHE L’ATTENZIONE verso il target alto con la festa promossa dal Comune della Spe- delle barche da diporto sia elevata lo dimozia lanciato più che mai a scommettere sulla strano gli standard progettuali e i servizi esclunautica. La Festa della Marineria ha attratto sivi del porto turistico: una realizzazione iml’attenzione e la partecipazione di tutti: enti, ponente, moli sovradimensionati larghi 30 meaziende, associazioni, personaggi che stanno tri con parcheggi e box di fronte all’ ormeggio portando, tutti e ciascuno, un contributo en- della barca, piazzola per l’atterraggio di elicottusiasmante. La partecipazione è infatti impo- teri, sorveglianza 24 ore su 24, cantiere per le

manutenzioni, travel lift per alaggio e varo di imbarcazioni fino a 160 tonnellate, due stazioni di bunkeraggio, collegamenti internet in banda larga. Non a caso se ne stanno occupando tutte le riviste del settore nautico e non solo. Il Porto Mirabello sarà dunque aperto alla città, senza barriere che lo isolino, anzi apertissimo e con una offerta commerciale e di servizi a disposizione da tutti. GIÀ SI ATTENDE con simpatia il completamento di un progetto che prevede il collegamento alla passeggiata dalla radice della Morin fino al Porto Mirabello che gli spezzini potranno vivere come completamento di un passeggio che dal molo Italia e dalla Morin li potrerà in profondità a godersi il mare del golfo. Ma c’è già chi rilancia, spinto dalla realtà del nuovo Marina, il progetto della pulizia e della navigabilità del Lagora che darebbe nuovo spazio alle esigenze della città e degli spezzini che vogliono andare per mare in barca. Info: ITN - Industrie Turistiche Nautiche SpA, Reggio Emilia, tel. 0522 272513 fax 0522 272472 Ufficio Porto 0187 778108 - fax 0187 732102, www.portomirabello.it; e-mail info@itnspa.it


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QUALITÀ E’ la mission di una società che non solo costruisce (con un investimento superiore ai cento milioni di euro) ma gestisce il porto: della serie, un’operazione a ciclo completo in una struttura che arricchiesce la città

NAUTICA E NON SOLO

Un Marina integrato con la città Una galleria commerciale con oltre 30 attività

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ORTO MIRABELLO dunque ma non solo nautica. Ma una struttura completa di qialificati servizi per i clienti e aperta alla città. Per lo shopping delle signore, ma dunque non solo per loro, ci sarà una galleria commerciale con oltre 30 attività, fra le quali spiccano boutique, un centro benessere - fitness con sauna e piscina. E poi club-house, ristoranti, bar, locali per il tempo libero e lo spettacolo e quant’altro possa rendere l’ormeggio al Porto Mirabello una piacevole vacanza antistress. Porto Mirabello si propone come momento di attrazione anche per un vasto comprensorio perché sono la natura circostante e la collocazione geografica a dare ulteriore appeal al Marina, soprattutto per l’utenza della Padania e a nord di essa, sino all’oltralpe svizzero, tedesco e austriaco. Le direttrici stradali portano dritte al Porto Mirabello, posto a cinque minuti dal casello autostradale. E La Spezia è una rampa di lancio ideale per le crociere, brevi o lunghe. A vista d’occhio nelle giornate limpide ci sono la Gorgona, la Capraia e capo Corso. Ma anche la navigazione costiera all’interno del Golfo è di grande soddisfazione, con gli ancoraggi nella rada di Porto Venere, nell’insenatura delle Grazie (oasi di barche

d’epoca), nella baia di Lerici o a ridosso delle veliero più bello del mondo, l’Amerigo Veisole della Palmaria e del Tino. Ancora, poco spucci, e del Palinuro di casa alla Spezia nel ledopo le Bocche di Porto Venere si apre il pa- targo invernale. radiso naturalistico delle Cinque Terre e, con rotta a ponente, l’oasi di Portofino, lungo una A OLTRE TRENT’ANNI dalla presentacosta da scenari paesaggistici mozzafiato e, zione del primo progetto, il sogno del Marina detto ai naviganti, brezze sempre generose. è diventa una realtà, dunque, grazie a imprenditori privati, che, rilevato il Sì, il Porto Mirabello si trova pacchetto di azioni di derivain una una posizione unica, INVESTIMENTI zione Iri in capo alla Sistemi per le imbarcazioni da diporto. In tutte le stagioni. Quan- Le nuove opportunità Urbani, hanno acquisito il condo il “fuori” mare è impegnatidi attività e di lavoro trollo totale di Industrie Turistiche Nautiche Spa, titolare vo, il Golfo è comunque naviper una gestione delle concessioni edilizie e degabile in sicurezza; la rada ina ciclo completo maniali per costruire il porto terna, la stessa alla cui base turistico. Una società che non sorge il Mirabello, è blindata: la diga foranea mette costantemente al ripa- solo ha costruito, con un investimento superiore ai cento milioni di euro, ma che gestisce ro. E bordeggiare a ridosso è uno spasso. il porto: una operazione a ciclo completo. E’ QUESTA l’occasione per una citazione Una società che si muove sull’asse strategico storica: va ricordato infatti che non è un caso fra Emilia e Liguria (la società del Porto Mirache Napoleone definì il Golfo della Spezia co- bello ha sede legale a Reggio Emilia), per rime il più bello del Mediterraneo e perfetto spondere a un bacino d’utenza che tradizionalper realizzare la base militare. E così è stato, mente è attratta ma si dovrebbe dire più corcon Cavour che, 140 anni fa, tenne a battesi- rettamente ‘preme’ sulle sponde del Golfo. mo l’Arsenale e la base navale, il cui lato di po- Va precisato che il Marina, progettato dall’arnente di si salda al Porto Mirabello, con il fasci- chitetto Lorenzo Zacutti, ha il varco di ingresno delle navi militari all’ormeggio ma anche il so sul versante est, a ridosso dal molo frangi-

flutti che si sviluppa, per circa 610 metri, lungo l’asse ponente-levante, a protezione dai venti dei quadranti meridionali, il cui fetch è comunque limitato dalla diga foranea a 2 miglia di distanza. Il frangiflutti è collocato a 517 metri dalla banchina alla radice del porticciolo a filo dell’isola artificiale principale. Parallelo ad essi, esattamente a metà distanza si sviluppa il molo centrale su cui si innestano, perpendicolarmente, diversi pontili. SI È PARLATO molto di bellezze, di estetica, di relax, di shopping, di navigazione e di tempo libero, ma si deve sempre tenere a mente un un aspetto non meno importante: importanti investimenti che producono lavoro. Sì, grandi investimenti hanno prodotto un autentico gioiello del quale la città deve andare fiera. E deve andare fiera delle attività e delle prospettive di occupazione, diretta e indiretta, che via via si presenteranno per la gestione a ciclo completo come nuove opportunità. Info: ITN - Industrie Turistiche Nautiche SpA, Reggio Emilia, tel. 0522 272513 fax 0522 272472 Ufficio Porto 0187 778108 - fax 0187 732102, www.portomirabello.it; e-mail info@itnspa.it


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M arina militare ARSENALE

Occorre un cambio di mentalità

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NALISI, impegni e prospettive hanno accompagnato la cerimonia del passaggio di consegne alla guida dell’Arsenale: l’ammiraglio ispettore Anteo Martelli ha ceduto il comando al contrammiraglio Stefano Tortora. A presiedere il comandante in capo dell’Alto Tirreno ammiraglio di squadra Franco Paoli. Ricordiamo qui i dati. Le risorse finanziare che permettono all’Arsenale di realizzare interventi di ristrutturazione ammontano a 15 milioni di euro ma ce ne vo-

gliono almeno 60 dal 2010 al 2013. Intanto l’esecuzione nell’ultimo anno di lavori su 33 unità navali sono segno segno di vitalità ma l’Arsenale deve adeguarsi alle nuove tecnologie, a criteri di rapidità, efficacia e efficienza indispensabili per uno stabilimento industriale. La ricetta è regolamento di gestione, formazione professionale e ricambio del personale oltre alle risorse. Con l’età media dei dipendenti, 50 anni, in mancanza di interventi strutturali in 8 anni l’Arsenale salterebbe. C’è attesa

SCHIERATI Militari e dipendenti civili dell’Arsenale hanno fatto da cornice alla cerimonia del passaggio di consegne

STAFFETTA Il contrammiraglio Stefano Tortora (sulla destra) ha assundo la direzione dell’Arsenale della Spezia ricevendo le consegne dell’ammiraglio ispettore Anteo Martelli (qui sotto) che ha raggiunto il traguardo della pensione

per l’esito del piano che sarà elaborato entro il 31 luglio dal Comitato per la ridegli Direzione: conversione Arsenali. Per il Stefano nuovo direttore Stefano Tortora Tortora esistono più subentrato «non rendite di posizioad Anteo ne. L’Arsenale deve sfruttare al meMartelli glio in termini di professionalità, impianti e budgeti. E’ la sfida da affrontare che richiede un cambio di mentalità».


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C on Carispe, Conad e Contship CRONISTI IN ERBA

Giornalismo Gli allori ai Campioni

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OME È’ TRADIZIONE nel periodico trimestrale de La Nazione riserviamo uno spazio ai ragazzi che hanno partecipato al Campionato di Giornalismo promosso da La Nazione e che alla Spezia-Sarzana ha l’onore di condividere questo progetto non a caso con tre importanti aziende del territorio: Banca Carispe, il Gruppo Contship e il Gruppo Conad Leclerc. In particolare abbiamo voluto dedicare la chiusura di questo speciale — dedicato alla Festa della Marineria alla quale ab-

biamo invitato tutti i ragazzi specialmente agli spettacoli che loro amano di più — con le immagini della premiazione di quella che abbiamo chiamato la bella gioventù che era presente a Villa Marigola. Lo abbiamo fatto appunto in chiusura per più di un motivo visto che si è trattato degli studenti delle medie di 14 scuole che abbracciano tutto il territorio provinciale. Lo abbiamo fatto per ricordare quanto sia doveroso davvero pensare alle giovani generazioni e anche per un non troppo

LA FESTA La cerimonia conclusiva a Villa Marigola del Campionato di giornalismo riservato ai ragazzi delle scuole medie

PROGETTO Qui da sinistra i rappresentanti delle aziende: Lauro Cabano (Conad), Michele Giromini (Contship), Giuseppe Cuccurese (Carispe)

simbolico passaggio di testimone. Il nostro vuole anche essere un doveroso omaggio ai loro inOmaggio segnanti e ai loro ai ragazzi, dirigenti, alla loro quotidiana fatica ai loro educatori. E un insegnanti, di ringraziamento a tre grandi lo dobbiamo alle aziende che condiaziende dono da anni questo progetto: a Banca Carispe, al Gruppo Contship e al Gruppo Conad Leclerc. A tutti un caloroso arrivederci.


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UNA CITTA’ UN GOLFO UN COMPRENSORIO

LA NAZIONE MARTEDÌ 9 GIUGNO 2009

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