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BIOMEDICALE

DESK PER LE IMPRESE BOLOGNESI

Quel balzo di Budrio

Belgrado serba belle sorprese

All’ombra del polo mondiale della protesica, si struttura un distretto di imprese.

«Lì esiste una linea di credito già aperta dal nostro Governo a favore delle imprese. E poi la Serbia è l’unico Paese ad avere un accordo con la Russia», ha spiegato Gino Cocchi, consigliere per l’Internazionalizzazione. Si aprono nuove possibilità di business anche per le pmi del settore della meccanica.

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Anno 2 - Numero 9 Ottobre 2009

SFIDE di PIERLUIGI VISCI

Difendiamo un bene di tutti ifendere le aziende, in questo momento, significa difendere il lavoro». Voglio riprendere una frase di qualche giorno fa del presidente di Unindustria Bologna, Maurizio Marchesini, che mi sembra esprima un punto di vista utile a tutti, imprenditori e lavoratori. Una sintesi che ci permette di inquadrare la situazione che stiamo vivendo, anche qui, nel Bolognese, con un’ottica di prospettiva. Per uscire dal pantano, insieme. Certo, il momento è dei peggiori, con aziende anche recentemente ristrutturate costrette a viaggiare con il freno a mano tirato quando non a fermarsi del tutto. Per questo vedo in questo binario parallelo della salvezza dell’azienda-lavoro l’innesco di una mentalità nuova anche nei rapporti di normale dialettica che devono esistere tra le controparti. Vedo il tentativo di marciare uniti, nella considerazione che l’azienda è sempre un bene da difendere perché è una risorsa di cultura imprenditoriale, di intelligenza, di sapere oltre a un eccezionale volano capace di generare risorse utili a tutti. Per questo vedo con grande interesse l’accordo siglato da Unindustria Bologna e Carisbo per garantire linee di credito agevolate per diversi milioni di euro. Penso infine ai cambiamenti che molti lavoratori delle imprese del Bolognese stanno vivendo, anche in termini sociali: perdere il lavoro ed essere costretti a rimettersi sul mercato in età non più giovanissima e magari con una famiglia da mantenere. Questa è già una prova durissima. Ma penso anche alle conseguenze di ammortizzatori sociali come la cassa integrazione, capaci di cambiare in un attimo le regole del rapporto che ognuno di noi ha con il lavoro, per il fatto di introdurre strane situazioni in cui si guadagna di meno e si lavora ogni tanto. Si perde l’abitudine sana a confrontarsi con la voglia di migliorare e di crescere professionalmente, uno dei valori della nostra vita. Per questo ribadisco: salvare le imprese significa assicurare un futuro sereno. A tutti.

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IL CARTELLO DEI SUB-FORNITORI

Dieci piccoli campioni La scommessa: mettere insieme dieci imprese d’eccellenza nel settore della sub-fornitura della filiera metalmeccanica. Integrarle nelle loro specializzazioni e presentarle come un unico interlocutore privilegiato ai grandi partner della prossima Fiera internazionale di Jonkoping, in Svezia. A PAGINA 5

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ACCORDO UNINDUSTRIA BOLOGNA - CARISBO INSIEME PER

Diamo fiato alle n accordo fondamentale, che assicurerà continuità di credito alle piccole e medie imprese bolognesi, garantendo loro la liquidità sufficiente per superare questi difficili mesi di crisi. Ha una valenza di grande importanza la convenzione siglata nei giorni scorsi tra Unindustria Bologna e Carisbo (Gruppo Intesa San Paolo) e che traduce sotto le Due Torri l’accordo nazionale siglato il 3 luglio tra il Gruppo bancario e Confindustria, con un plafond complessivo di 5 miliardi di euro. L’afflusso di credito alle pmi verrà garantito attraverso una serie di strumenti finanziari messi a disposizione da Carisbo (rivolti anche alle imprese associate che non sono ancora clienti del Gruppo bancario) e strutturati in tre aree di intervento: il rafforzamento patrimoniale, la flessibilità dei finanziamenti e il sostegno alla liquidità. «La piccola industria è in cima alle preoccupazioni del

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mondo associativo – sottolinea il presidente di Unindustria Bologna Maurizio Marchesini – a causa della sua grande difficoltà di accesso al credito in un momento di crisi generale». Le imprese maggiormente penalizzate sono quelle che in questi mesi hanno investito perché sono quelle più esposte finanziariamente. E «l’asfissia finanziaria può aumentare il rischio di mortalità delle piccole aziende», spiega il rappresentante della Piccola Industria di Unindustria Bologna Massimo Cavazza. Ecco perché «questa iniziativa è molto importante – conclude Marchesini - e ribadisce il nostro impegno al fianco delle associate: dobbiamo salvaguardare il distretto, e salvare le piccole imprese significa salvare le grandi». Per sostenere la liquidità l’accordo prevede «Capitale circolante», una linea di credito aggiuntiva per favorire la gestione degli insoluti: si potrà arrivare fino a un

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E’ la dimostrazione di come la collaborazione tra banche e associazioni possa aiutare concretamente le imprese MAURIZIO MARCHESINI

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Rispondiamo alle esigenze delle piccole e medie aziende con strumenti subito utili GIUSEPPE FELIZIANI

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PATTO Stretta di mano a tre tra Giuseppe Feliziani, direttore generale di Carisbo (a sinistra); il presidente Unindustria Maurizio Marchesini e, a destra, il rappresentante della Piccola Industria, Massimo Cavazza

massimo di 250 mila euro con i quali coprire le fatture non incassate. Secondo Carisbo, a Bologna sono circa 650 le imprese che hanno i requisiti per poter ottenere un aiuto nella gestione insoluti. C’è inoltre la possibilità di rafforzare il capitale aziendale attraverso «Ricap Crescita Programmata» e «Ricap Moltiplica», con cui la banca può arrivare fino a quintuplicare quanto investito dall’azienda nella ricapitalizzazione. Avendo aderito alla moratoria Abi-Governo, Carisbo consente inoltre la posticipazione di 12 mesi del pagamento delle rate di mutui e leasing oltre ad allungare fino a 270 giorni le scadenze dei crediti a breve termine. «Questi strumenti – ha sottolineato il direttore generale di Carisbo Giuseppe Feliziani – permetteranno alle imprese bolognesi di riprendere con basi più solide lo sviluppo successivo che tutti ci auguriamo». Silvia Saracino


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SOSTENERE LE AZIENDE IN AFFANNO

nostre imprese PRONTA LIQUIDITA’

20 milioni da prendere al volo el frattempo, sta per concludersi l’iniziativa di finanziamento «Pronta Liquidità» attivata da Unindustria e Fidindustria Bologna (il consorzio di garanzia che rappresenta le imprese industriali della provincia) per rispondere alle esigenze di liquidità temporanea delle imprese associate. L’iniziativa, sottoscritta da dieci istituti di credito presenti sul territorio, prevede l’attivazione di un finanziamento di pronta liquidità, a condizioni particolarmente agevolate, per un plafond complessivo di 20 milioni di euro, al quale Unindustria ha concorso con risorse proprie. Ad oggi sono già oltre 120 le imprese che hanno presentato la domanda per aderire al finanziamento. E’ questa solo l’ultima (finora) in ordine di tempo tra le iniziative messe in campo da Unindustria Bologna per facilitare l’accesso al credito delle proprie aziende associate. L’associazione degli imprenditori bolognesi, infatti, ha avviato da un anno a questa parte un tavolo di confronto con le banche locali, e già nello scorso inverno erano stati attivati tre progetti con un plafond di 55 milioni di euro messo a disposizione delle imprese per il credito a breve termine, interventi a sostegno della patrimonializzazione delle aziende, per innovazione, export e investimenti produttivi. s.s.

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L’INTERVISTA / CAVAZZA

«Nella crisi sosteniamo le Pmi»

l tema del credito è cruciale: su di esso si gioca la possibilità di sopravvivenza delle nostre piccole imprese in questa crisi senza precedenti, da cui ancora non si vede l’uscita». Ci attendono ancora mesi difficilissimi, spiega senza mezzi termini Massimo Cavazza, responsabile della Piccola Industria di Unindustria Bologna. E solo garantendo un continuo afflusso di credito si può evitare «l’asfissia finanziaria che può aumentare il rischio mortalità per le piccole aziende». Le stesse imprese, sottolinea Cavazza, che «dopo la crisi potrebbero tornare a crescere». In questo quadro dalle tinte fosche, l’accordo siglato con Carisbo è un’ancora di salvezza, «un’iniziativa di grandissima rilevanza». Le piccole imprese rappresentano l’80% del tessuto produttivo bolognese e negli ultimi anni hanno investito in innovazione tecnologica e competitività: hanno «creato valore e posti di lavoro – spiega Cavazza – e oggi, a fronte di un calo del fatturato del 20% e forse più, quelle stesse aziende hanno difficoltà a tenere il passo con i rientri». Unindustria si è attivata fin dall’inizio della crisi per sostenere le imprese più in difficoltà e il nuovo accordo con Carisbo aggiunge un altro tassello per facilitare l’accesso al credito. s. s.

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L’INTERVENTO

INTERVISTA MARCO BETTINI

«L’eccellenza made in Bo» el nostro territorio ci sono tante eccellenze, tanti soggetti bravissimi nel fare una determinata cosa, ma che da soli non potrebbero farcela. Allora, per battere la concorrenza globalizzata, bisogna creare una filiera più articolata e presentarsi alle aziende come un unico fornitore. Questo richiedono i tempi». Ne è convinto Marco Bettini, presidente del settore metalmeccanico di Unindustria Bologna, che dal momento del suo insediamento al vertice del settore, ha guidato la prima aggregazione di dieci pmi della subfornitura. Il progetto, racconta, è nato nel cuore dell’ufficio esteri, «quando per queste piccole aziende si è posto il problema di misurarsi col mercato internazionale, in particolare in occasione della fiera di Jonkoping, in Svezia». E così, dieci imprese che prima erano solo complementari o concorrenti, si sono unite, o meglio, «integrate», sotto il nome di «Is Bologna», che si legge «Integrated Subcontractor Bologna», ma anche — come spiega Bettini — «‘E’ Bologna’ in inglese, per sottolineare che con questa iniziativa vogliamo portare sui mercati internazionali il tratto distintivo della subfornitura metalmeccanica bolognese». E il tratto distintivo è la qualità: «Su questa barca saliranno quelli che hanno investito davvero, che sono leader del prodotto che fanno, e che possibilmente abbiano una certificazione, non ultima quella ambientale, cioè quelli che io chiamo subfornitori evoluti», fa saper il numero uno degli industriali metalmeccanici bolognesi. Ma soprattutto, precisa, «l’imprenditore che entra a far parte del gruppo deve essere capace di saper valorizzare il proprio vicino, deve aver fiducia nei propri partner, e deve avere l’intelligenza di saper fare un passo indietro, e lasciarsi anche guidare». Ciò non toglie il fatto che, come assicura Bettini, «ciascuno resta padrone in casa sua». Il modello di rete produttiva targato Unindustria, scommette proprio su questo equilibrio. «Io ho cercato di applicare una regola che per me è anche una regola di vita: quella dello stare insieme sapendo cogliere la ricchezza altrui». Che tradotto in termini di filiera produttiva significa «conoscersi, anzitutto, e mettere a disposizione degli altri i propri contatti, ad esempio, oltre al proprio know how». Solo così, conclude Bettini, «si può battere la concorrenza nella globalizzazione». e.b.

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Collaborare per competere Ecco cosa vuol dire METALMECCANICO - NASCE IS BOLOGNA

Una squadra che fa per dieci oncorrere, non nel senso di competere, ma di correre insieme. E’ questo l’obiettivo di «Is Bologna», il progetto patrocinato da Unindustria Bologna, che riunisce dieci imprese subfornitrici, tutte appartenenti alla filiera metalmeccanica ma che producono tipi diversi di componenti per dimensione e materiale, sotto un unico gruppo, l’«Integrated subcontractor Bologna» - nome col quale le pmi correranno, appunto, per la prima volta insieme a novembre, alla fiera internazionale di Jonkoping, in Svezia. «Le dieci aziende sono altamente specializzate, ma ognuna per conto suo, nel mercato globale, non fa testo». Lo spiega Marco Bettini, presidente del settore metalmeccanico di Unindustria Bologna, e ideatore del progetto pilota. Da qui l’idea di associare le pmi, integrandone ruoli e servizi (spesso complementari), in modo da presentare il gruppo come interlocutore unico ai clienti internazionali, e contemporaneamente offrire un servizio a 360 gradi, con l’ambizione di alti standard: zero difetti, zero ritardi nelle consegne, prodotti garantiti e personalizzati, facilitazioni nei pagamenti e nelle fatturazioni. Ciascuna azienda resta «padrona in casa sua», leader del suo prodotto, ma allo stesso tempo può contare sulla rete di contatti dei suoi partner, e presentarsi essa stessa al cliente come portatrice delle competenze di tutta la filiera. In altre parole, la piccola impresa metalmeccanica bolognese, attraverso l’accordo di collaborazione coordinato da Unindustria, può promuovere prodotti chiavi in mano sul

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mercato internazionale. Entrare a far parte della rete non ha alcun costo. L’unico criterio di selezione è lo standard qualitativo dell’azienda: «Solo i veri imprenditori, quelli che hanno sempre investito per portare la propria azienda all’avanguardia, possono partecipare a questo progetto». E in quella scacchiera rinnovata che sarà la concorrenza globale ridisegnata dalla crisi, secondo Bettini è proprio questa la mossa vincente per continuare a difendere e alimentare l’export. «Le grandi aziende che in questo periodo hanno dovuto riorganizzare la propria struttura snellendola, si rivolgeranno sempre di più a fornitori esterni – precisa Bettini - e chiederanno prodotti finiti, evitando di doversi rapportare con una miriade di subfornitori». Correre insieme, dunque, per aggregarsi e intercettare clienti sempre più lontani e sempre più esigenti. Da subito. L’attività di presidio dei mercati promossa da Is Bologna, infatti, partirà già a novembre dal nord Europa, quando, alla fiera di Jonkoping, principale rassegna mondiale della subfornitura meccanica, le dieci aziende si presenteranno insieme. Grazie al patrocinio e al supporto di Unindustria Bologna e della Cassa di Risparmio di Cento, infatti, il gruppo sarà presente in uno stand da oltre 90 metri quadri, vetrina per i prodotti di tutti i partner, e allo stesso tempo per la somma di tutte le loro competenze. Qui infatti, osserva Bettini, le pmi «si presenteranno come un’unica azienda con dieci sedi». Elena Boromeo

LE DIECI AZIENDE DI «IS BOLOGNA» MECCANICA SARTI FIOCCHI LIBERO CB FAM FONDERIA ATTI FONDERIE PALMIERI WEGAPLAST OZ TECNOLAMIERA TINTI & TOLOMELLI

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di FEDERICO MUNARI* iniziativa IS Bologna, nata dall’aggregazione in rete di dieci piccole e medie imprese metalmeccaniche, merita sicuramente di essere accolta con interesse e attenzione, come soluzione innovativa per rispondere alle nuove sfide della globalizzazione. La costituzione di una rete di imprese complementari presenta infatti le potenzialità per ottenere diversi vantaggi: la capacità di offrire a clienti internazionali una gamma completa di prodotti, lavorazioni e servizi diversificati; la possibilità di fornire componenti più sofisticati, fino ad arrivare alla fornitura di gruppi completi; lo sviluppo di competenze commerciali centralizzate, orientate all’esplorazione di nuovi mercati e opportunità di business; la creazione di posizioni di maggiore potere contrattuale e visibilità, su cui fare leva nei rapporti con clienti, fornitori e finanziatori. Alcune esperienze precedenti di reti di imprese di successo, per esempio nei settori delle lavorazioni meccaniche o delle macchine per il giardinaggio e l’agricoltura, mostrano infatti che questa strada si può (e si deve) intraprendere. Consentono inoltre di evidenziare alcuni elementi centrali che devono essere rispettati per sfruttare appieno le potenzialità di questa configurazione organizzativa intermedia tra gerarchia e mercato. In primo luogo sono richieste una programmazione collegiale della crescita e la definizione di obiettivi comuni, soprattutto per quanto riguarda i ruoli e le strategie dei singoli nodi della rete. E’ necessario poi maturare nel tempo capacità di coordinamento centralizzate, per esempio per fare rispettare gli ordini di produzione e definire le modalità di interazione dei fornitori. Infine, risultano di fondamentale importanza la disponibilità, la qualità e la rapida circolazione delle informazioni, per coordinare in modo efficace il lavoro dei nodi della rete. Attraverso lo sviluppo di queste nuove competenze relazionali, le reti di imprese possono quindi portare al raggiungimento di obiettivi di crescita e sviluppo irraggiungibili per le singole imprese isolate. *professore associato di Gestione dell’Innovazione e dei Progetti Dipartimento di Scienze Aziendali Università di Bologna

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IL VARO DEL PRIMO UFFICIO ESTERO DI UNINDUSTRIA BOLOGNA

Il vento degli affari spira a Belgrado

nindustria Bologna ha scelto Belgrado per aprire il suo primo ufficio all’estero: un desk attrezzato per assistere le imprese bolognesi che vogliono investire in Serbia ed aiutare in loco quelle che già operano nel Paese. L’ufficio, aperto in collaborazione con la società Roncucci & Partners, è operativo da alcuni mesi ed è stato presentato da Unindustria nel corso del convegno «Serbia: mercato e piattaforma per l’Est Europa». Hanno partecipato, tra gli altri, Igor Culafic, segretario per gli Affari economici dell’Ambasciata della Repubblica di Serbia in Italia e Massimo Cipolletti, responsabile Balcani

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del ministero dello Sviluppo economico. Perché la Serbia? Almeno per due buoni motivi, come ha spiegato Gino Cocchi, consigliere delegato di Unindustria Bologna per l’internazionalizzazione. La Serbia «beneficia di una linea di credito del Governo italiano per l’acquisto di tecnologie e macchinari italiani, che pone i nostri prodotti in vantaggio rispetto a tutti i competitors mondiali». Il consolidato apprezzamento per il made in Italy è quindi terreno fertile per aprire un nuovo mercato di sbocco all’estero. Inoltre, «è l’unico Paese, al di fuori dell’ex Unione Sovietica, ad avere un accordo di libero

FIERA - Pharmintech

Fare affari in pillole

scambio con la Russia, un mercato di 150 milioni di persone» spiega Cocchi. Condizioni favorevoli che portano in Serbia investitori internazionali e dove ci sono investimenti si aprono possibilità «anche per le piccole e medie imprese bolognesi che fabbricano componenti industriali», ha aggiunto il consigliere. Senza contare la qualificata capacità meccanica, con manodopera a costi competitivi, che rende le imprese serbe partner ideale per molte aziende del nostro territorio che vogliono recuperare margini. Per il proprio ufficio di Belgrado, Unindustria Bologna ha scelto professionisti esperti, che

harmintech, evento specializzato nelle macchine automatiche per il settore farmaceutico, si radica a Bologna. E’ stata costituita, infatti, una società che ha il compito di organizzare e gestire questa manifestazione sotto le Due Torri; sarà anche proprietaria del marchio. Gli attori dell’intesa sono i vertici della Fiera di Bologna e di Ipack-Ima, storico organizzatore della kermesse milanese dedicata al packaging. La terza edizione di Pharmintech è in cartellone nel quartiere di via Michelino dal 12 al 14 maggio del 2010. Anche Unindustria sta valutando di entrare nella nuova società, partecipata al 51% dalla Fiera e al 49% da IpackIma. L’annuncio dell’intesa è stato dato nella cornice dell’expo. Presenti, tra

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Gino Cocchi, consigliere delegato di Unindustria per l’Internazionalizzazione

parlano italiano, e che sono pronti ad assistere le imprese a 360 gradi: da un lato fornendo tutte le informazioni utili per investire in Serbia e dall’altro risolvendo i problemi quotidiani delle imprese che già operano nel Paese. «Diventeremo il punto di riferimento dei vostri affari in

gli altri, l’amministratore delegato della Fiera, Federico Minoli, l’assessore regionale alle Attività produttive, Duccio Campagnoli, il presidente di Unindustria, Maurizio Marchesini, e Guido Corbella, amministratore delegato di Ipack-Ima. Minoli ha sottolineato come l’iniziativa vada nella direzione della specializzazione dell’expo, senza dimenticare che in questo caso «si realizza anche un forte legame col territorio», dove l’industria del packaging farmaceutico è leader a livello mondiale. Infatti, ha aggiunto Marchesini: «Tutto questo rappresenta un segnale molto forte per le industrie del territorio, alle quali Pharmintech si rivolge come manifestazione di riferimento. Siamo certi che reagiranno positivamente fin da subito e confidiamo perciò che

i risultati saranno del tutto incoraggianti». Tornando a Pharmintech, la rassegna si tiene con cadenza triennale a Bologna ed è una vetrina europea per le tecnologie, i materiali e i servizi per il processo e per il confezionamento di prodotti farmaceutici, parafarmaceutici e per la nutrizione. La seconda edizione, nel 2007, si era assestata sui 6.500 metri quadrati netti; 3.800 i visitatori. Il tasso di espositori e presenze estere aveva raggiunto rispettivamente il 30% e il 18%, a prova del forte livello di internazionalizzazione dell’appuntamento. La prossima edizione vede riconfermata la presidenza di Sergio Dompè, leader di Farmindustria, associazione dell’industria farmaceutica, che tra l’altro patrocina l’evento. Matteo Naccari

IL POLO BIOMEDICALE DI BUDRIO

L’azienda val bene una protesi orge con il patrocinio di Unindustria un’iniziativa che fa del bolognese il territorio leader a livello mondiale. E’ nata a Budrio l’associazione per il distretto della protesica. Ha sede presso il complesso «Le Torri dell’Acqua» recentemente ristrutturato, ed è promossa da Comune e Fondazione Cocchi di Budrio, insieme a Istituti Ortopedici Rizzoli e Inail, Centro protesi di Vigorso e molte delle aziende del territorio, con il patrocinio di Unindustria Bologna. L’associazione ha l’obiettivo di contribuire alla crescita del distretto industriale di riferimento e si occuperà di promozione dell’informazione e delle opportunità offerte dalle strutture pubbliche e private del territorio, che ogni anno richiama più di diecimila persone per un indotto in costante sviluppo e grazie ad un’affermata leadership nel settore.

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Decisamente soddisfatto per il varo dell’iniziativa il presidente di Unindustria Maurizio Marchesini, che ha sottolineato come il patrocinio dell’associazione testimoni ancora una volta «l’attenzione per il territorio produttivo, che punta a fare delle eccellenze locali un esempio mondiale». «La proattività del Sindaco e della Fondazione Cocchi sono stati gli ingredienti necessari per concretizzare velocemente questa iniziativa, che solo otto mesi fa era un’idea studiata sui tavoli di via San Domenico», ha proseguito Marchesini. «Mai come in questo momento dobbiamo cogliere ogni opportunità per ricollocare le nostre forze, laddove l’esperienza e le possibilità di sviluppo possano coniugarsi al servizio del territorio locale e al consolidamento di una capacità competitiva riconosciuta a livello mondiale». Valentina Soluri

Serbia», ha detto Cocchi alla platea di imprenditori al convegno. L’associazione ha redatto inoltre una Guida pratica per operare in Serbia con tutti i servizi a disposizione delle imprese. Silvia Saracino


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