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PEST MANAGEMENT

Pest proofing istruzioni per l’uso

La corretta gestione degli infestanti non passa solo attraverso l’affidamento delle attività a un’impresa di servizi opportunamente competente e qualificata. Sicuramente, l’avvalersi di un Fornitore Professionale di Servizi che soddisfi una serie di requisiti premianti tra cui, in primis, l’adozione della norma UNI EN 16636:2015 rappresenta un tassello fondamentale nel grande mosaico della gestione degli infestanti. Ma del resto, un buon piano di gestione degli infestanti non può essere realizzato e applicato se, al di là della presenza dell’infestante o della corretta installazione di un dispositivo di monitoraggio, il “Pest Manager” non rivolge il suo sguardo allo scenario operativo nel suo insieme. In effetti, l’intero scenario operativo di un sito alimentare può essere anch’esso rappresentato proprio come un mosaico o come un “puzzle” in cui gli incastri dovrebbero puntare alla perfezione ed essere il più precisi possibili. Quali sono alcune di queste “tessere”? Senza dubbio gli aspetti di prevenzione giocano un ruolo da protagonista. Pertanto il “claim” potrebbe essere “escludiamo gli infestanti” e “restringiamo (ovvero “limitiamo”) la loro eventuale/ reale presenza” attraverso la cura degli ambienti e le pratiche di pulizia e sanificazione. Il tutto sotto la guida attenta di personale formato e competente che possa indicare tutte quelle situazioni a rischio

50 e favorevoli alla proliferazione e alla dif fusione degli animali infestanti: in questo caso, le raccomandazioni, i consigli, gli esiti delle ispezioni approfondite derivanti da ispezioni periodiche da parte di tecnici professionali e dei “pest control expert” sono fondamentali elementi di input per applicare le corrette pratiche preventive. D’altro canto, si apre per i professionisti della disinfestazione anche una nuova opportunità di business, fornendo direttamente servizi di piccola manutenzione, proprio per applicare direttamente le tecniche di “pest proofing”.

Nelle attività preventive è importante conoscere la storia pregressa dell’edificio e avere un eventuale storico delle infestazioni

Attività preventive Molto spesso gli edifici di un’impresa alimentare e l’ambiente circostante presentano una serie di criticità “congenite”, dovute a una progettazione non attenta delle stesse strutture che facilita l’insediamento e la proliferazione degli infestanti. In questo contesto, il disinfestatore professionale, che viene chiamato a gestire situazioni di infestazioni in contesti strutturalmente non ideali o con una gestione non attenta, ha il dovere di informare i propri referenti di queste

La prevenzione degli infestanti riguarda l’intero scenario operativo

mancanze, con lo scopo di far comprendere l’importanza di questi aspetti. Tale attività ricade a pieno titolo nelle attività preventive previste dalla gestione integrata degli infestanti (I.P.M.); trattasi inoltre di concetti che sono ampiamente trattati e sviluppati negli standard volontari di sicurezza alimentare (BRC, IFS, FSSC 22000 ecc).

Gli elementi da considerare possono riguardare caratteristiche esterne o interne agli edifici; in questa sede l’ambiente esterno del sito sarà oggetto di esame. Gli aspetti strutturali e ambientali partono naturalmente dall’ubicazione del sito dell’impresa alimentare. Ognuno di essi è naturalmente calato in un contesto ambientale con le proprie peculiarità. È quindi necessario valutare cosa sia presente nei dintorni dell’edificio che ospiterà o che già accoglie attività produttive nel settore alimentare. Linee ferroviarie, aziende agricole e zootecniche, siti di stoccaggio o di trasformazione di rifiuti, zone incolte, presenza di vegetazione di vario genere, corsi e ristagni d’acqua rappresentano solo alcune delle possibili fonti di infestazioni del nostro sito. È inoltre importante conoscere la storia pregressa dell’edificio, in quanto se già esistente e se già impiegato nel settore alimentare potrebbe presentare uno storico delle infestazioni. Dal punto di vista ambientale è anche necessario approfondire la presenza di specie non-target che potrebbero subire un impatto negativo dalle attività di pest management, con particolare riferimento alla presenza di fauna selvatica durante le attività di derattizzazione sia con esche rodenticide che con trappole.

La stessa presenza di verde ornamentale all’interno del perimetro aziendale o di vegetazione spontanea (boscaglia, macchie, vegetazione ripariale, ecc.) possono essere considerati un elemento di benessere per i lavoratori. Tuttavia, è necessario avere alcune attenzioni e

predisporre determinati accorgimenti tali da evitare una propagazione verso l’interno degli infestanti che trovano nella vegetazione rifugio e riparo. Per quanto riguarda la scelta di arbusti ed alberi, sono da preferirsi piante sempreverdi, che perdano il minor numero possibile di foglie, semi e frutti. Inoltre, l’eventuale presenza di foglie negli scarichi delle condutture potrebbe generare ristagni d’acqua che andrebbero a favorire la riproduzione di insetti, come le zanzare o altri ditteri. Le chiome degli alberi e degli arbusti dovrebbero essere distanti dagli edifici non meno di 5 metri per evitare che roditori e insetti possano facilmente raggiungere gli stessi. È inoltre necessario che gli stessi rami non sovrastino le strutture. Le piante devono essere posizionate con una densità non elevata sia per consentire l’ispezione delle zone verdi che per evitare di creare rifugi per gli infestanti. Il taglio dell’erba e il costante monitoraggio della vegetazione incolta presente oltre il perimetro aziendale sono altri due aspetti da non sottovalutare, soprattutto per la prevenzione della presenza dei roditori. Tra gli altri aspetti “estetico-paesaggistici” da considerare e da vietare citiamo la presenza di piante rampicanti sui muri perimetrali degli edifici e il posizionamento di formazioni rocciose artificiali (favoriscono l’insediamento dei roditori).

Anche la disponibilità di acqua, quali laghetti o vasche ornamentali ma anche ristagni permanenti dovuti a uno scarso drenaggio del terreno, devono essere assolutamente evitate per impedire la proliferazione di insetti (es. zanzare) o l’attrazione di roditori o uccelli. Non da meno, la presenza di depuratori rappresenta un punto critico da verificare e monitorare con attenzione.

52 È necessario valutare cosa sia presente nei dintorni dell’edificio che ospiterà o che già accoglie attività produttive nel settore alimentare.

Attività costanti di pulizia sono fondamentali per evitare, ad ogni livello (ambienti, macchinari, ecc.) l’insorgenza di infestazioni

Le aree di stoccaggio dei rifiuti dovrebbero essere posizionate a non meno di 10 metri dagli edifici di produzione. Fondamentale è il sistema di drenaggio dei liquidi che si potrebbero generare durante la permanenza dei rifiuti stessi. I contenitori devono avere la possibilità di una chiusura ermetica e devono essere posizionati su superfici in calcestruzzo per evitare che i roditori possano scavare delle tane nelle vicinanze di una appetibile fonte di cibo.

Le procedure di pulizia sono naturalmente abbinate e associate alla gestione dei rifiuti e degli scarti di lavorazione. Non entrando nel merito della periodicità o delle metodologie, è necessario però ricordare come attività costanti di pulizia sono fondamentali per evitare, ad ogni livello (ambienti, macchinari, ecc.) l’insorgenza di infestazioni, nell’ambito delle attività di restrizione degli infestanti stessi.

Infine, a riguardo dell’illuminazione esterna dei siti e partendo dal presupposto che molti insetti sono attratti sia dalla luce ultravioletta (UV) che dalle radiazioni infrarosse (IR), è consigliabile che le postazioni luminose esterne siano previste a una distanza di 5-6 metri dall’edificio, chiaramente rivolte verso le porte. In questa maniera si eviterà che gli insetti si avvicinino alla struttura e si eviterà di creare punti di appoggio e di annidamento per gli uccelli.

Sostanzialmente, una buona attività di gestione degli infestanti deve necessariamente prendere in considerazione anche aspetti strettamente legati alle caratteristiche del sito oggetto del servizio in quanto esso non può considerarsi “un’isola” ovvero un qualcosa di perfettamente isolato dall’esterno. Ogni edificio subisce fortemente (e non solo) l’influenza dell’esterno; nel valutare pertanto la competenza di Fornitore Professionale di Servizi è quindi consigliabile anche apprezzarne la sensibilità verso tali aspetti.

Forum Disinfestando

La disinfestazione moderna e la domanda di un mercato futuro prossimo

All’Auditorium Antonianum di Roma, il 5 e il 6 marzo, si tiene l’edizione 2020 del Forum Disinfestando. Organizzata da Sinergitech, prevede rassegne, dibattiti, esperienze pratiche, con soluzioni interessanti e interrogativi da affrontare. Oggi, forse più di sempre, è necessario mettere un po’ di ordine nella gestione del controllo dei roditori: dalla moltitudine di prodotti presenti sul mercato, alla evanescente e nebulosa normativa, all’applicazione di buone pratiche riguardanti l’utilizzo di esca tossica in postazioni permanenti, fino alla definizione del disinfestatore professionale formato, alla Torre di Babele rappresentata dalle etichette dei derattizzanti, e altro ancora. Nello stesso tempo l’innovazione tecnica e metodologica non si ferma e la sperimentazione di metodologie alternative, più efficaci e sostenibili, non è affatto lontana né difficile da realizzare. Ma, se è vero che il controllo dei roditori rappresenta una gran parte del lavoro delle Imprese di Pest Management, è altrettanto vero che la domanda dei loro servizi è ampia ed esigente, con altre ri chieste e altre necessità. Così si stanno diffondendo in Italia le infestazioni di termiti, che si credevano confinate nei Paesi Americani, e il controllo dei vo latili non riguarda più soltanto le piazze affollate di turisti e di piccioni, ma le strutture distributive e alimentari, senza tralasciare le possibilità offerte dagli in terventi con fumigazioni. E accanto alle nuove domande ed esigenze dei servizi, la domanda di una clientela sempre più informata ed esigente non si accontenta più semplicemente del “disinfestatore”, ma si rivolge a quelle imprese che pos sono documentare la loro qualificazione. E poi ci sono nuovi mercati da affrontare, come il mondo del food biologico, in gran de espansione, ma specifico ed esigente.

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Il PCO come playmaker nell’ambito della disinfestazione

GEA Srl è direttamente coinvolta nel mondo della disinfestazione con la distribuzione di prodotti a marchio inPEST (rivolti ai professionisti del Pest Control) e con l’erogazione di corsi di formazione organizzati dalla divisione di formazione inPEST Lab. L’azienda ha quindi sviluppato nel tempo una certa sensibilità nei confronti dei servizi di disinfestazione e del ruolo che il Pest Control Operator sta assumendo e assumerà in futuro. Per definire correttamente i futuri piani di sviluppo dell’azienda non si può prescindere da questa profonda conoscenza maturata nel corso degli anni, considerando soprattutto la trasformazione operativa e strategica che sta attualmente subendo la figura del PCO.

Sta innanzitutto cambiando il contesto operativo in cui opera tale professionista, grazie a motori lenti ma inesorabili quali: § Direttiva Biocidi: nuove restrizioni nell’impiego di principi attivi ed etichette più restrittive § Esigenze ambientali: necessaria riduzione dell’impatto ambientale delle attività di Pest Control § Animal welfare: limitare l’impatto su animali non target § Sicurezza: maggiore attenzione alla sicurezza degli operatori § Certificazioni volontarie: UNI EN 16636:2015, UNI EN ISO 22000:2018, UNI EN ISO 9001:2018

§ Filiera alimentare sempre più esigente: tramite certificazioni internazionali quali, BRC e IFS § Informatizzazione: sistemi cloud di monitoraggio e meccanismi IOT per rilevamento dei roditori § Il Trained Professional: figura riconosciuta a livello regionale e con almeno 100 ore di formazione certificata § Consulenza: selezione di consulenti esterni in grado di elevare la qualità del servizio fornito § Rifiuti: maggiore consapevolezza nella gestione dei rifiuti derivanti dalle attività di Pest Control § Mercato: maggiore concorrenza di altri settori

Emerge quindi innegabilmente come le aziende clienti, i regolatori e gli altri stakeholder coinvolti nel mondo della disinfestazione, richiedano che il PCO sia adegua tamente formato e in grado di rispondere in maniera proattiva ai loro bisogni. Il PCO può quindi essere consi derato “playmaker” della disinfestazione in quanto figura imprenditoriale che si fa carico delle diverse esigenze dei soggetti coinvolti nella filiera, dettando lo schema risolutore maggiormente adeguato alla situazione.

Come sta reagendo il PCO a questa onda lenta ma inesorabile? Molti PCO sono sicuramente consapevoli del cambiamento in atto ma non tutti stanno reagendo allo stesso modo. Si potrebbero raggruppare le PCC nelle seguenti categorie, in base alla loro risposta alle crescenti esigenze del settore:

1. I generalisti: PCC in grado di gestire clienti di una complessità intermedia (condomini, bar, uffici, appal ti pubblici). Generalmente di piccole e medie dimensioni. La loro forza sta nella capacità di essere in linea con le esigenze del cliente (chiedo poco, do il giusto). 2. Gli specializzati in IPM: PCC maggiormente coinvolte nella trasformazione in atto in quanto spesso operano nelle aziende alimentari. Solitamente di medie dimensioni e in grado di offrire un servizio qualitativamente elevato. Molto attente alle novità del settore e in grado di percepire l’associazionismo come un valore aggiunto. 3. I grandi gruppi: PCC solitamente parte di aziende multinazionali e in grado di proporre un ampio ventaglio di opzioni all’azienda cliente. In Italia la loro presenza è limitata a poche realtà anche se dimensionalmente importanti. 4. Aziende di pulizia: aziende che grazie a dimensioni importanti e a contratti con aziende clienti di rilievo strategico riescono a soddisfarne le richieste a 360°.

Queste diverse categorie reagiscono alla concorrenza e coesistono sul mercato grazie all’attuazione di strategie differenti. Considerando la categoria degli specializzati in IPM è sempre più importante che le aziende clienti riconosca no il loro ruolo di “playmaker” del PCO dando il giusto valore ai servizi erogati. Grande scommessa è quindi in vertire il trend del valore, aumentando la marginalità del servizio in modo tale che tutta la filiera abbia più mar gini per investire e dare un adeguato supporto al PCO. GEA Srl supporta da anni e con impegno continuo questo significativo cambiamento in atto con l’implementazione dei prodotti inPEST, l’erogazione di corsi di formazione di inPEST Lab e lo sviluppo della piattaforma T&T (software di IoT in cloud per monitoraggi).

GEA www.geaitaly.it

La gestione degli infestanti

ABologna XI Conferenza Nazionale sulla Disinfestazione di ANID “Infestanti ed Emergenze, crisi, ambiente, calamità, analisi dei casi e loro gestione”. L’evento convegnistico vuole fare il punto sulla moderna gestione degli infestanti in ambito urbano e alimentare, in particolare sulle criticità che talvolta rendono paradossale la realizzazione di piani di controllo, come la complessità delle filiere alimentari e improvvise situazioni di emergenza. La conferenza, organizzata il 27 e 28 febbraio, presso l’UNAWAY Bologna Fiera Hotel, ha in programma la trattazione, nei due giorni di lavori, di temi diversi ma collegati tra loro. Nella giornata del 27 il tema principale è l’approccio qualitativo ai processi di produzione nelle filiere alimentari per quanto riguarda la gestione degli infestanti e negli ambienti urbanizzati, con un focus importante sull’utilizzo di tecnologie e metodiche a basso impatto ambientale, ovvero fisiche, meccaniche e biologiche. Nella giornata del 28 si tratta il tema della gestione degli infestanti nelle situazioni di emergenza, come terremoti, alluvioni, ecc. Come gestire le criticità igienico-sanitarie, il controllo e la prevenzione dagli animali infestanti, la sicurezza alimentare, in situazioni ambientali e di riorganizzazione sociale profondamente e drammaticamente modificati, e quali migliorie è possibile apportare, anche alla luce dei drammatici eventi (terremoti, alluvioni) degli ultimi anni. ANID con questo evento, favorisce un incontro-confronto tra istituzioni, organizzazioni preposte e professionisti del settore, per creare una rete che possa, ancora di più, dare risposte concrete e ambientalmente compatibili con le diverse problematiche legate alla gestione degli infestanti in situazioni di criticità. Sul palco dei relatori, testimonianze, esperienze, presentazione di metodologie e tecnologie, in un confronto aperto e mirato all’ottimizzazione e miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni e della salvaguardia degli ambienti colpiti dalle calamità. PROGRAMMA

GIOVEDÌ 27 FEBBRAIO

9.30 Pasquale Trematerra (Università degli Studi del Molise) – Ricerca scientifica e gestione degli infestanti in am bienti urbanizzati. 10.00 Francesco Bonicelli (Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali Regione Emilia-Romagna) – Implicazioni di carattere igienico e approccio alla qualità nella produzione dei mangimi a destinazione ali mentare e l’equiparazione alle produzioni alimentari. 10.30 Francesco Salieri (Responsabile qualità Area Fresco INALCA SPA) – Una task force per rafforzare le misure di pre venzione. 11.30 Silvano Natalini (Servizio Veterinario e Sanità Animale – AUSL Bologna) – I controlli sanitari lun go la liera degli alimenti di origine animale. 12.00 Paolo Bonilauri (Istituto Zoopro lattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia) – Ricerca corpi estranei e parassiti, il contributo del laboratorio. 12.30 Paolo Guerra (Consigliere ANID) – La gestione degli infestanti nel settore alimentare: la professio-nalità, i requisiti e le competenze delle aziende che forniscono il servizio. Moderatore Pasquale Trematerra

Pausa pranzo

14.00 Alberto Baseggio (INDIA Conscious Care) – Cosa è possibile fare per diminuire i danni all’ambiente provocati dal catti vo uso dei biocidi? 14.20 Enzo Capizzi -Francesco Nicassio (COPYR) – Mitigazione del rischio chimico nelle buone pratiche del settore alimentare. 14.40 Chiara Piombo (inPEST) – La riscoperta della confusione sessuale negli stabilimenti ali mentari. 15.00 Aldo Gelli (COLKIM) – Volatili molesti: repellenti e gestione ambientale. 15.40 Giuseppe Spina (EKOMMERCE) – Buone pratiche per la gestione delle mosche nelle fliere zootecniche e alimentari. 16.00 Gianluca Tabanelli (BASF)- Uso sostenibile dei prodotti chimici in ambito civile. 16.20 Guido Lucheschi (VEBI Tech) – Sviluppo di sensori per il monitoraggio. 16.40 Stefano Scarponi (NEWPHARM) Dai fondali marini l’alternativa ai pesticidi Moderatore Lorenzo Toffoletto

VENERDÌ 28 FEBBRAIO

9.00 Eleonora Bertolani (Servizio Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica, Regione EmiliaRomagna) – Una linea guida per la gestione delle emergenze. 9.30 Raffaele Bove/Edoardo Grieco (Centro Regionale di Rife rimento Veterinario per le emergenze non epidemiche in Campania – ASL Salerno) – Ricadute socioeconomiche dei sismi sui territori, sulle liere agroalimen tari e sui sistemi zootecnici. 10.10 Davide Di Domenico (Biologo – Entomologo Ph.D – Libero professionista) – Il controllo degli infestanti nelle situazioni d’emergenza. 11.00 Maurizio Ferraresi/Antonio Gelati (ASL Modena) – Misure di lotta agli infestanti nelle cucine da campo e negli stabilimenti di macellazione/ trasformazione. 11.30 Giovanni Poglayen (Dipartimento Scienze Mediche Veterinarie Università degli studi di Bologna) – One health e sanità pubblica veterinaria nelle emergenze. 12.00 Marco Benedetti (Presidente ANID) – Lo stato di fatto formativo, legislativo, ed il fu turo dell’associazione. Moderatore Claudio Venturelli

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