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SPECIALE COLD CHAIN & ENERGY TECNOLOGIE
La catena del freddo per carni fresche ed elaborate
Il mantenimento della catena del freddo è uno dei principi e dei requisiti fondamentali della legislazione dell’UE in materia d’igiene alimentare. Materie prime, ingredienti, prodotti intermedi e prodotti finiti in grado di sostenere la crescita di microrganismi patogeni non devono essere conservati a temperature che potrebbero comportare un rischio per la salute umana.
Lo scenario europeo Nel caso delle carni, la legislazione dell’UE (Regolamento CE n. 853/2004) stabilisce requisiti specifici, immediatamente dopo l’ispezione post mortem, per lo stoccaggio e il trasporto in relazione alle temperature e ai tempi massimi di conservazione per la lavorazione di carni macinate, distinguendo le condizioni d’esercizio per carni rosse e pollame. Tuttavia, poiché le condizioni poste dal regolamento sono rigide e i tempi mas simi di conservazione tra macellazione e produzione di carne macinata si rive lavano molto stretti, si è venuto a creare un problema di gestione per l’industria
IL RUOLO STRATEGICO DEL FREDDO
Il termine “catena del freddo” identifica le operazioni di mantenimento in continuità a bassa temperatura di un prodotto alimentare deperibile, dall’inizio della produzione fino al consumo finale. Dal momento in cui la frutta o la verdura vengono raccolte o un animale viene macellato, ha inizio il loro deterioramento per via di processi metabolici interni ed esterni. Riducendo la temperatura, tale deterioramento viene rallentato. In particolare per alcuni alimenti come la carne e i prodotti di origine animale (comprese le carni macinate), le temperature ridotte rallentano la crescita di batteri potenzialmente dannosi. Grazie al freddo, è possibile rifornire le carni fresche nei grandi agglomerati urbani o conservarle congelate per lunghi periodi.
delle carni, dalla produzione alla vendi ta al dettaglio. Pertanto la Commissione europea ha fatto eseguire ad Efsa nel 2014 due studi [1, 2] per avere un parere scientifico sui pericoli biologi ci, circa le condizioni di trasporto delle carni e della produzione di carne maci nata a temperature e tempi diversi da
Nelle celle frigorifere e nei magazzini di stoccaggio le carni devono essere conservate in condizioni stabili di temperatura

quelli esposti nel regolamento. L’obiettivo è stato quello di verificare se non era possibile applicare temperature del nucleo alternative 1 , in combinazione con il trasporto di carne (carcasse) e di estendere i tempi tra la macellazione e la preparazione di carne macinata sen za aumentare la crescita di batteri potenzialmente dannosi. Una volta stabiliti i parametri chiave (i fattori determinanti di tale crescita nella carne sono principalmente temperatura, pH e a w ) che influenzano la crescita batterica sulle carcasse di manzo, maiale e agnello, si è provveduto a identificare i patogeni target che dovrebbero essere inclusi in ogni considerazione sull’effetto della temperatura di raffreddamento sulla crescita microbica. Le carni fresche e quelle destinate alla produzione di carni macinate sono soggette a contaminazione da parte di una serie di agenti patogeni, tra cui Salmonella ed E.coli verocitotossica (VTEC). Tali batteri possono crescere se le temperature non sono mantenute sotto i 5°C lungo i passaggi che conducono la carne fino alla macinazione. Inoltre, Listeria monocytogenes e Yersinia enterocolitica possono crescere pure in condizioni di freddo intenso, anche se lentamente, e durante una conservazione prolungata. Occorre pertanto limitare tali patogeni, con una corretta gestione della catena del freddo. Efsa ha allora identificato – utilizzando modelli predittivi – opportune combinazioni di stoccaggio tempo-temperatura equivalenti a quelle ottenute alle condizioni definite dal regolamento (CE) n. 853/2004, che consentono di limitare la crescita dei batteri. Nel suo studio Efsa ha previsto gli scenari peggiori possibili circa i tempi, in modo da garantire al meglio produttori e consumatori, e in condizioni sfavorevoli di acqua libera (a w ), pH e assenza di competizione microbica. L’analisi di Efsa, valutando le combinazioni di giorni aggiuntivi a temperature comprese tra 1° e 6°C, ha messo in evidenza che: § la carne rossa poteva essere conservata a 2°C fino a 14 giorni (rispetto ai 7°C per 6 giorni stabilito con il Reg. 853); § la carne bovina sottovuoto può essere conservata a 2°C fino a 39 giorni (rispetto ai 15 giorni a 7°C del Reg. 853); § la carne di pollo e affini può essere conservata a 2°C per 5 giorni (rispetto ai 4°C per 3 giorni del Reg. 853). Si è concluso che i tempi di conservazione possono essere prolungati mantenendo un rischio equivalente e diminuendo la temperatura di conservazione.
Gli elementi statici di gestione Per quanto riguarda le carni, le carni macinate e i prodotti trasformati distinguiamo due livelli di temperatura: quelli per i prodotti freschi (mantenuti tra 0° e 7°C) e quelli propri dei prodotti surgelati (tra -18° e -30°C). Osservando le modalità di gestione della catena del freddo possiamo notare come ad ogni operazione che prevede la manipolazione (macellazione, taglio e sezionamento, elaborazione e vendita, consu

Schema della catena del freddo
1 Diverse dal requisito del regolamento n. 853/2004 di conservare la carne rossa a 7°C e usarla per fare carne macinata entro 6 giorni massimi (15 giorni massimi in caso di carni disossate e confezionate sottovuoto) o la carne di pollo e affini conservata a 4°C per 3 giorni.
PUNTI CRITICI DELLA CATENA
Esistono quattro punti critici all'interno della catena del freddo in cui può esserci un rischio di "interruzione":
1. Carico e scarico Le attività di carico e scarico di prodotti alimentari devono essere effettuate rapidamente per evitare un'esposizione prolungata delle merci alle temperature ambientali. Se il punto di origine e di destinazione delle merci è una cella di congelamento, è consigliabile utilizzare un sistema SAS (Security Airlock System), ovvero una precamera che garantisca il mantenimento della catena del freddo.
2. Stoccaggio Al centro della logistica del freddo c'è il magazzino frigorifero, il cui corretto funzionamento richiede: § un plenum per favorire la circolazione dell'aria nella parte superiore; § i supporti per gli evaporatori che contribuiscono all'ascesa dell'aria fino al plenum; § una passerella industriale sopraelevata e isolata per effettuare la manutenzione degli evaporatori.
3. Trasporto I moderni software di gestione del magazzino sono in grado di coordinare l'attività di logistica interna e quella dei trasportatori, rendendo così più agili le fasi operative.
4. Distribuzione e vendita Quando le merci giungono nel supermercato o nel punto vendita bisogna osservare le giuste procedure di manipolazione dei prodotti. L'interruzione della catena del freddo è spesso conseguenza di una manipolazione sbagliata.
24 mo) oltre al trasporto, gli anelli statici della catena del freddo (magazzini, celle, banconi, frigoriferi domestici) devono essere collegati mediante vettori, per consentire il trasferimento delle merci senza che queste subiscano apprezzabili variazioni di temperatura durante il trasporto medesimo. I magazzini di stoccaggio sono strutture ad elevata rigidità, generalmente disposte su un unico livello, in grado di sopportare notevoli sollecitazioni termiche e dinamiche. Le pareti e la copertura sono costituite da pannelli prefabbricati composti da uno strato di materiale altamente coibente racchiuso fra due fogli metallici esterni che svolgono anche la funzione di barriera al vapore. Il pavimento dei depositi frigoriferi deve essere in materiale calpestabile e lavabile, con cordoli arrotondati e adatto al passaggio di carrelli. La base su cui poggia deve garantire un idoneo isolamento, in funzione del regime di temperatura e del grado igrometrico da rispettare. In fase di progettazione si deve tenere conto delle superfici di scambio termico (evaporatori, condensatori) e calcolare la potenza dei compressori. I magazzini destinati alla maturazione e alla stagionatura o al mantenimento delle caratteristiche organolettiche di alcuni prodotti non confezionati devono essere progettati in funzione di questi. Tutte le operazioni di refrigerazione commerciale, professionale e domestica avvengono nelle fasi successive della catena del freddo nel punto in cui il rivenditore all’ingrosso, il negozio al dettaglio o il consumatore acquista il prodotto alimentare. La refrigerazione commerciale comprende supermercati, negozi di alimentari e bar, dove il cibo è in mostra per l’acquisto da parte dei consumatori. La refrigerazione professionale include ristoranti, caffè e punti vendita di fast food in cui il cibo viene conservato prima di essere preparato per il consumatore. Gli apparecchi frigoriferi di questi esercizi sono costituiti da armadi con porte e anche raffreddatori e congelatori di abbattimento fanno parte di questa gamma di accessori. La maggior parte dei banchi e delle vetrine frigorifere è costituita da unità integrali (unità plug-in con sistema di refrigerazione a bordo) ma anche da unità di refrigerazione remote separate dall’armadio. I prodotti freschi, tra cui le carni fresche ed elaborate, vengono esposti in banchi e vetrine frigorifere con circolazione forzata dell’aria e lama d’aria di protezione. Queste, oltre ad assicurare le condizioni di temperatura idonee, svolgono una funzione di attrazione per il cliente. La legislazione europea, che si applica alla gestione delle temperature e al consumo energetico negli armadi frigoriferi professionali (le direttive sull’Ecodesign - Dir. 2009/125/CE [3] e Dir. 2012/27/UE [4]; il regolamento sull’Energy Labelling - Reg. (UE) 2017/1369 [5]) definisce che i tipi più comuni di vetrine refrigerate professionali non possono essere venduti in Europa a meno che non garantiscano una temperatura interna compresa tra -1°C e 5°C, testata in un laboratorio ad una temperatura ambiente di 30°C. Allo stesso modo gli armadi professionali per il congelato non possono essere venduti se non sono in grado di mantenere la temperatura al di sotto di un massimo di -15°C. Tuttavia è noto che ci possono essere differenze tra la temperatura consigliata e quella reale, per via di variazioni di posizione della sonda rispetto a quella della temperatura di controllo, dall’impostazione o dalle variazioni nell’uso data alle vetrine. Escludendo
Le vetrine refrigerate devono garantire una temperatura interna compresa tra -1°C e 5°C

la conservazione domestica, l’esposizione al dettaglio è l’anello più debole della catena del freddo: diversi ricercatori hanno messo in evidenza che una volta che un alimento è entrato nel supermercato il numero di campioni inferiore a 4°C (per la carne) o 6°C (per yogurt) era minore del 70% [6, 7].
Conclusioni Il muscolo della carne in stato igienico adeguato è generalmente privo di microbi. I batteri che ne compromettono la salubrità vengono introdotti durante la lavorazione, solitamente dalla pelle dell’animale o dai macchinari per l’imballaggio. I volatili sono particolarmente inclini al deterioramento perché sono venduti con la loro pelle intatta e molti batteri persistono nonostante il lavaggio. La maggior parte di questi sono innocui pur se sgradevoli e deterioranti (abbattono le cellule sulla superficie della carne e digeriscono le proteine e gli amminoacidi in molecole che odorano di pesce o uova marce), ma a determinate condizioni possono svilupparsi patogeni come Salmonella e E.coli patogeno (VTEC) che possono crescere su carne rossa e/o pollame a temperature fino a 5-7°C. Y. enterocolitica si trova su maiale fresco e può crescere a -2°C. L. monocytogenes
è un contaminante ambientale che può anche contaminare la carne fresca e può crescere a temperature fino a -1°C. Campylobacter spp. di solito non cresce al di fuori del suo ospite e mai a temperature inferiori ai 30°C. Inoltre, gli studi di inoculazione suggeriscono che Campylobacter spp. diminuisce nella carne di pollame durante la conservazione a freddo. Il metodo domestico più comune per la conservazione della carne è semplicemente quello di mantenerla fresca. La refrigerazione ha due grandi vantaggi: richiede poco o nessun tempo di preparazione e lascia la carne relativamente invariata dal suo stato fresco. Il raffreddamento e il mantenimento della catena del freddo lungo tutta la filiera di produzione fino al consumo, prolunga la sua vita utile perché sia i batteri che gli enzimi della carne diventano meno attivi alle basse temperature. Anche così, il deterioramento continua ma a velocità molto più basse.
Bibliografia 1) EFSA (2014). Scientific Opinion on the public health risks related to the maintenance of the cold chain during storage and transport of meat. Part 1 (meat of domestic ungulates). EFSA Journal 2014;12(3):3601 2) EFSA (2014). Scientific Opinion on the public health risks related to the maintenance of the cold chain during storage and transport of meat. Part 2 (minced meat from all species). EFSA Journal 2014;12(7):3783 3) Direttiva 2009/125/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, relativa all’istituzione di un quadro per l’elaborazione di specifiche per la progettazione ecocompatibile dei prodotti connessi all’energia 4) Direttiva 2012/27/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, sull’efficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE 5) Regolamento (UE) 2017/1369 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 luglio 2017, che istituisce un quadro per l’etichettatura energetica e che abroga la direttiva 2010/30/UE 6) Derens E., Palagol B., Cornu M., Guilpart J. (2007). The food cold chain in France and its impact of food safety. IIR IRC2007, Beijing, China. 7) Evans J.A., Scarcelli S. and Swain M.V.L. (2007). Temperature and energy performance of refrigerated retail display cabinets under test conditions. Int. J Refrigeration 30 (3): 398-408.
Soluzioni logistiche perla catena del freddo

La gestione della catena del freddo è uno degli aspetti più importanti nella supply chain agroalimentare e farmaceutica. Le fasi di movimentazione del prodotto nei punti di carico/scarico merci rappresentano un elemento di forte criticità per il mantenimento di una temperatura costante. Uno degli obiettivi principali per coloro che operano in settori come l’alimentare, è sicuramente quello di preservare i pro dotti da oscillazioni termiche che potrebbero compromettere irrimediabilmente la loro qualità. È interesse di tutti gli opera tori, sia che essi siano produttori, trasportatori o distributori, contribuire al mantenimento di una temperatura costante della merce durante tutta l’intera filiera. L’interruzione della catena del freddo può portare infatti a conseguenze molto gra vi ed essere causa di molte tossinfezioni alimentari con conseguenti gravi danni per la salute dei consumatori. Si può fa cilmente dedurre quindi come il rispetto della corretta temperatura per il traspor to e lo stoccaggio, diversa per ciascuna categoria di prodotti, debba protrarsi sen za soluzione di continuità in ogni singola fase della catena affinché non ci sia una proliferazione batterica aggiuntiva. Le attività di carico e scarico di prodotti alimentari devono realizzarsi il più rapidamente possibile al fine di evitare un’esposizione prolungata delle merci alle (solitamente più alte) temperature ambientali. Risulta quindi necessario per le aziende produttrici e distributrici, attrezzare le baie di carico e i propri magazzini con equipaggiamenti logistici idonei a velocizzare queste fasi, diminuendo così gli scambi termici tra gli ambienti interni ed esterni. OMG è in grado di offrire soluzioni e attrezzature adeguate alla logistica del freddo, seguendo il cliente dalla progettazione all’installazione sia dei punti di carico/scarico merci sia dei portoni industriali interni. Grazie alla partnership con Stertil Dock Products, leader nel settore della progettazione e produzione di attrezzature per baie di carico, OMG è in grado di fornire rampe di carico con labbro telescopico (Serie X), la cui lunghezza può variare fino a un posizionamento ottimale, consentendo alle porte del veicolo di essere aperte verso l’interno con un conseguente vantaggio in termini di igiene e climatizzazione. Per eliminare possibili dispersioni termiche inoltre è possibile installare sigillanti perimetrali (Serie WI-WIS 300) che, avvolgendo l’automezzo attraccato alla rampa, ne garantiscono una tenuta praticamente ermetica. I flussi logistici dei compartimenti interni invece possono essere ottimizzati attraverso l’installazione di porte rapide o barriere a lame d’aria. Per quanto riguarda le porte interne ad avvolgimento rapido, OMG può contare sulla collaborazione di Ditec Entrematic, leader nel settore dell’automazione per accessi, e ITW. A completare la gamma, OMG offre le barriere a lama d’aria, prodotte da Fläktgroup, che oltre a mantenere all’interno del locale una temperatura costante, respingono polveri, fumi e insetti, favorendone l’igiene.
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Nella fabbrica di cioccolato
La buona conservazione del cioccolato è fondamentale per mantenere inalterati sia il gusto che la consistenza. Il cioccolato non ama gli sbalzi di temperatura. Il freddo, dopo averne indurito l’interno, lo ricopre di umidità che lo rende opaco e traslucido per i cristalli di zucchero che salgono in superficie e si sciolgono nel vapore acqueo per poi ricristallizzarsi, con alterazioni non più rimediabili. Il caldo, invece, provoca la fusione del burro di cacao che, una volta scesa la temperatura, si raffredda e cristallizza dando origine a una patina biancastra. Ulteriori alterazioni del cioccolato possono essere dovute alla conservazione in presenza di prodotti odorosi estranei, che potrebbero essere catturati. Cémoi è un gruppo internazionale che impiega 3.000 persone in 13 unità produttive e 4 magazzini logistici in Europa, ed ha un fatturato annuo di 700 milioni di euro. Il magazzino logistico di Pallejá, vicino a Barcellona, è uno dei quattro poli operativi del Gruppo Cémoi per la distribuzione in Europa dei propri prodotti. Situato in una posizione particolarmente strategica, è realizzato con tecnologie avanzate per la perfetta conservazione di cioccolatini, tavolette, wafers, prodotti stagionali e prodotti per l’industria pasticcera e del gelato. L’impianto di climatizzazione ha il compito di mantenere nel magazzino una temperatura costante tra 18 e 20°C, con un’umidità
relativa del 55%. E queste condizioni devono essere stabili tutto l’anno. Obiettivo: temperatura costante Le caratteristiche dell’edificio e i particolari vincoli imposti hanno condotto alla scelta di un sistema di climatizzazione decentralizzato a tutt’aria, con unità monoblocco di tipo rooftop a pompa di calore reversibile. Le unità sono installate sulla copertura e controllano automaticamente la temperatura e l’umidità nella zona servita in base alle condizioni rilevate sia all’interno che all’esterno. I flussi dell’aria immessa, estratta, espulsa e quello di rinnovo sono gestiti dai sistemi di ventilazione a controllo elettronico con trasmissione diretta, privi di cinghie e pulegge di trasmissione. L’impostazione delle portate d’aria desiderate avviene da display. Il raffreddamento e il riscaldamento sono realizzati mediante il circuito frigorifero di bordo, a pompa di calore reversibile ad alta efficienza con recupero energetico sull’aria espulsa di tipo termodinamico. Il controllo dell’umidità comprende il dispositivo di post-riscaldamento gratuito a recupero di gas caldo per la deumidifica estiva, e l’umidificatore a vapore ad elet trodi immersi per il funzionamento invernale. Anche la funzione di freecooling è di tipo entalpico, e abilita il raffreddamento gratuito mediante l’immissione di aria
IL SISTEMA

8 pompe di calore aria-aria Clivet CSRN-XHE, di tipo rooftop con recupero energetico per applicazioni a medio affollamento portata aria complessiva pari a 73.000 m 3 /h oltre 400 kW di potenza frigorifera complessiva
esterna non appena sia la temperatura che l’umidità esterne lo consentono. I ventilatori esterni sono di tipo ECOBreeze, con motore a magneti permanenti a controllo elettronico. Grazie al sistema Clivet, il magazzino logistico di Barcellona può rifornire con regolarità i clienti commerciali e industriali del gruppo Cémoi nell’intera Europa meridionale. Il controllo della temperatura e dell’umidità avviene in modo automatico ed economicamente vantaggioso, grazie all’alta efficienza delle unità e ai recuperi energetici di cui dispone. La continua trasmissione a distanza dei parametri operativi per via seriale ha confermato le scelte di progetto e le prestazioni attese dal Committente. La soluzione decentralizzata Clivet ha ridotto notevolmente anche il costo di realizzazione dell’impianto e ne ha aumentato ulteriormente la versatilità e l’affidabilità, poiché ogni zona servita è completamente indipendente dalle altre.
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Freddo a noleggio per tutte leesigenze
BRENTA RENT, con sede ad Arzergrande (Padova), da oltre 15 anni rappresenta il punto di riferimento per il FREDDO A NOLEGGIO, in tutte le situazioni che richiedono un servizio temporaneo e/o di emergenza. Tutte le applicazioni dell’industria alimentare generano calore dovuto alle lavorazioni meccaniche di trasformazione e in questo BRENTA RENT è pronta a dare soluzioni tecniche per non avere interruzioni del ciclo produttivo e garantire la continuità della catena del freddo in modo che qualsiasi prodotto alimentare venga preservato in tutta la sua integrità. Le applicazioni del freddo di BRENTA RENT sono molteplici e si inseriscono nei seguenti contesti: § Raffreddamento di acqua di processo per confezionamento di sugo di pomodoro o confetture § Produzione di glicole refrigerato a -8°/-10 °C per alimentazione celle frigorifere

BRENTA RENT, con i suoi condizionatori aria/aria della serie RTH roof-top trasportabili permette la climatizzazione ed il riscaldamento delle aree produttive nei mesi più sfavorevoli come quelli estivi e invernali. Le installazioni con i macchinari BRENTA RENT non comportano costi aggiuntivi per nuovi impianti o progetti strutturali, sono infatti predisposti con attacchi per collegamenti rapidi. Le macchine vengono posizionate all’esterno in prossimità dell’utenza con allaccio elettrico di forza motrice e canalizzazioni di mandata aria che
BRENTA RENT fornisce tutte le apparecchiature dedicate al servizio di noleggio con particolare attenzione alle prestazioni termiche, alla movimentazione in cantiere, alla teleassistenza a distanza, alla facilità e rapidità di installazione. In foto si vede l’esempio di applicazione di noleggio per servizio enologia: da notare la particolare struttura gialla di contenimento del refrigeratore BRENTA per evitare urti e danni durante le fasi di spostamento e movimentazione.

convogliano all’interno delle aree da climatizzare. Tutte le macchine della serie RTH sono in versione pompa di calore e possono essere utilizzate sia per il raffreddamento che per il riscaldamento. Si tratta di unità autonome con condensazione ad aria senza alcun consumo di acqua. La portata aria e prevalenza delle macchine può essere regolata tramite inverter per meglio adattarsi all’impianto che si va a servire. Il quadro elettrico permette la visualizzazione immediata dello stato macchina e delle temperature di lavoro.
BRENTA RENT dispone di una serie Unità Trattamento Aria UTA adatte per installazione interna direttamente nei locali da climatizzare. Le condotte in materiale plastico estendibile permettono la diffusione uniforme dell’aria nei locali e la facile e rapida installazione. Anche per queste unità vi è la possibilità di regolazione della portata aria e prevalenza tramite inverter adattando al meglio la macchina all’impianto del cliente. Le unità di trattamento aria UTA di BRENTA RENT sono dotate di filtri aria in aspirazione serie EU4 e vaschetta di raccolta condensa convogliabile all’esterno per gravità o tramite elettropompa di sollevamento.
§ Climatizzazione delle aree produttive per lavorazione alimenti § Raffreddamento dei prodotti pastorizzati prima del confezionamento § Produzione di glicole refrigerato per blocco fermentazione mosti e applicazioni enologiche § Raffreddamento tramite aria trattata di prodotti quali caffè tostato, nocciole e sementi § Produzione di acqua refrigerata per servizio hydrocooler per lavaggio frutta e verdura § Raffrescamento aree di stoccaggio
Il FREDDO A NOLEGGIO può far fronte a molteplici esigenze dell’industria alimentare quali: § Sostituzione temporanea di macchine in manutenzione straordinaria § Sostituzione temporanea in caso di guasti improvvisi § Ristrutturazioni con aumento di magazzini stoccaggio prodotti o celle frigorifere § Necessità di determinate performance: grazie ad unità di ultima generazione, con gas ecologici e assorbimenti elettrici ridotti , il Vs. impianto fornirà la massima resa con il minimo consumo § Necessità di zero danni ai prodotti: le unità a noleggio escludono il rischio di mancata conservazione dei prodotti deperibili
§ Lavorazioni temporanee § Test
I vantaggi del noleggio dei chiller industriali sono molteplici: § nessuna immobilizzazione di capitali propri; § recupero fiscale dei costi nell’esercizio corrente; § utilizzo solo per il tempo necessario; § macchine sempre in perfetta efficienza e sempre testate prima di essere noleggiate; § interventi d’assistenza entro le 24 / 48 h attraverso una capillare rete di centri assistenza dislocati in tutta Italia e non solo; regolarmente certificati secondo le normative vigenti; § parco macchine dotato del sistema di teleassistenza; § acquisto facoltativo: alla scadenza del contratto il cliente , senza alcun vincolo, è libero di decidere se acquistare il bene o restituirlo; § prima messa in funzione e manutenzione inclusa.
In definitiva le unità di BRENTA RENT sono idonee all’industria alimentare e processi collegati (packaging, macchine per la produzione, conservazione di latticini, bevande e settore enologico in quanto BRENTA RENT ha nel suo parco macchine gruppi frigoriferi di potenza che varia dai 20 kw fino ai 1100 kw completi elettropompa di circolazione per alta prevalenza. Le unità chiller BR-1000 e BR-1100 sono con condensazione ad aria e adatte per l’installazione all’esterno senza alcuna copertura protettiva. La tensione di alimentazione è 400V trifase senza neutro. Tutte le macchine sono dotate di quadro elettrico con sezionatore interbloccato con blocco-porta. Per il sollevamento ed aggancio sono previsti appositi golfari posizionati sul basamento macchina. Le connessioni idrauliche sono di tipo rapido con aggancio Bauer come le stesse tubazioni flessibili in gomma che vengono fornite a corredo.

permettono di ottenere le temperature di conservazione idonee secondo HACCP ed evitando la proliferazione batterica e il degrado della merce stessa.
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