Produzione & Igiene Alimenti n. 4/2021

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INCHIESTA / ITTICO

prodotto, che sia misurabile, a fronte di pratiche e sistemi di produzioni a valore aggiunto, afferma Valentina Tepedino, veterinaria specializzata nei prodotti ittici, che abbiamo intervistato per riflettere sulla situazione del mercato italiano (vedi box). Le fa eco LegaCoop che auspica la registrazione di marchi di qualità, che impegnino l’allevatore ad applicare un disciplinare delle metodologie di produzione da un lato, con la certezza di vederlo riconosciuto dal mercato. Nella ricerca di fonti proteiche di alto valore il pesce è tra le migliori alternative

alle proteine della carne. Nella dieta italiana troviamo circa 25 kg di prodotti della pesca a testa ogni anno: leggermente al di sopra del livello medio di consumo dell’Ue, fermo a circa 23 kg a testa. Nonostante la generale buona reputazione nutrizionale del pesce, una migliore comunicazione e promozione potrebbero orientare gli acquisti e allargare il mercato ad altre specie meno note e meno acquistate. “Ci sono differenze di composizione notevoli fra le diverse specie di pesce, nota Tepedino; inoltre, mancano quasi totalmente anche le indicazioni sulle modalità di prepara-

zione, che evitino perdite nutrizionali per cotture non adeguate”. Insomma, c’è ancora molto da comunicare per rilanciare i consumi e per permettere ai consumatori di fare scelte ragionate. “Solo uno sforzo comune di tutti gli attori della filiera consentirà di superare le difficoltà del settore” ha dichiarato Angelo Petruzzella, Coordinatore nazionale del Dipartimento Pesca e vicepresidente di Legacoop Agroalimentare. “Le imprese stanno facendo la propria parte (…), ma anche le istituzioni devono fare uno sforzo di equilibrio tra gli interessi in campo,

PREMIARE LA QUALITÀ PER RIVITALIZZARE IL MERCATO Abbiamo chiesto a Valentina Tepedino, veterinaria specializzata nei prodotti ittici, referente SIMeVeP (Società Italiana di medicina Veterinaria Preventiva), dell’Associazione Donne Medico Veterinario e direttrice del periodico Eurofishmarket quali sono le prospettive di crescita del comparto ittico nazionale, con un riferimento particolare agli aspetti di qualità delle produzioni.

Cosa possiamo dire della qualità del prodotto ittico nel nostro Paese? Da anni assistiamo ad un miglioramento continuo della qualità igienico sanitaria dei prodotti ittici, in ottica di tutela della salute del consumatore. Nella pesca e nell’acquacoltura però è necessario dare definizioni chiare e condivisibili che definiscano il termine “qualità” anche sotto l’aspetto nutrizionale, sensoriale, di benessere animale, di sostenibilità ambientale. Di cosa abbiamo bisogno? Ci vorrebbe una categorizzazione dei concetti di qualità secondo criteri premianti e definiti; un riferimento unico che serva da garanzia, tutelato da Autorità Pubbliche (e non solo da enti terzi privati); che prevenga la concorrenza sleale nel mercato e premi l’attenzione

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e lo sforzo maggiore di alcuni pescatori e produttori che adottano pratiche e sistemi che danno un valore aggiunto al prodotto. Per esempio? Abbiamo oltre 1200 specie ittiche commercializzate sul nostro territorio, con caratteristiche differenti. Se parliamo di origine, la legge prevede la dichiarazione della stessa, ma entro limiti molto ampi e questo penalizza per esempio chi vuole comprare prodotto nazionale di zone specifiche. Oggi sono spesso usati marchi di qualità, riconducibili a capitolati tecnici dettagliati, che però riguardano singole aziende e sono difficilmente comprensibili dal consumatore comune. Non c’è poi l’obbligo di indicare il valore nutrizionale sul pesce crudo tal quale ma solo se lavorato con

Valentina Tepedino, referente SIMeVeP

altri ingredienti o trasformato. Parlando infine di indice di sostenibilità ambientale e di impronta di carbonio del processo (sia pescato, sia allevato) va detto che il dichiarato non è spesso adeguatamente verificato. Il consumatore è consapevole? Non è ancora stato fatto un lavoro di comunicazione adeguato, come per esempio è accaduto in Norvegia con il prodotto di punta della loro industria ittica, il salmone. È necessario educare il consumatore e aiutarlo a comprendere come fare una spesa “ittica” consapevole, in termini di sostenibilità ambientale, benessere animale, correttezza nutrizionale.

Produzione & Igiene

Settembre 2021


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