Sursum corda 2 2016

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Sursum Corda Grazie, amici benefattori! Card. Ennio Antonelli; Mons. Nicola Azzolini; Luciano Baldassari; famiglia Baldi; Giovanni Battista Bandiera; Eleonora Barbagallo; S. E. Mons. Adriano Bernardini; don Osvaldo Caldari; S. E. Mons. Domenico Caliandro; Mons. Aloysius R. Callaghan; Mons. Francesco Camaldo; Domenico Cassano; S. E. Mons. Michele Castoro; S. E. Mons. Domenico Cornacchia; don Marco Crispino; James Crowley; don Paolo d’Argenio; don Felice Di Palma; don Andrea Francia; famiglia Giannicolo Transocchi; don Giuseppe Kongru Huang; Emmanuele La Mantia; Mons. Richard Malone; don Damiano Marino; don Bruno Meini; Mons. John Joseph Miller; Mons. Luigi Monti; don Gabriele Paganini; Mons. Claudio Palma; Anna Parrella; Parrocchia san Michele Arcangelo, S. Angelo in Vado; Parrocchia Santa Maria della Pace (Lecce); Mons. Giovanni Battista Proja; don Vincenzo Repici; “Serra Club”; don Carlo Troise. OFFERTE PER BORSE DI STUDIO:

CONTO CORRENTE POSTALE SEMINARIO n. 38198008 Intestato a Seminario Romano Maggiore 00184 Roma - Piazza S. Giovanni in Laterano, 4 IBAN IT70 J076 0103 2000 0003 8198 008 BIC - SWIFY BPPIITRRXXX

Mons. Giovanni Rossi.

SURSUM CORDA Redazione: Mario Pangallo, Cristiano Patrassi, coordinatori; Michele Ferrari, Daniele Lisi. Hanno collaborato a questo numero: Fabio Boltri; George Bogdan; Angelo Casarano; Emilio Cenani; Andrea D’Oria; Raffaele Forellino; Andrea Francia; Nicolò Gaggia; Paolo Gentili; Daniele Lisi; Marco Montone; Gabriele Nasca; Alessandro Occhibove; Concetto Occhipinti; Vincenzo Paglia; Cristiano Patrassi; Paolo Ricciardi; Luca Santacroce. In copertina: Les mariés dans le ciel de Paris. Marc Chagall, 1970

Anno C n. 2-2016 www.seminarioromano.it Direttore Editoriale: Concetto Occhipinti Direttore Responsabile: Davide Martini Rivista semestrale del Pontificio Seminario Romano Maggiore Piazza San Giovanni in Laterano, 4 - 00184 Roma Tel. 06.698621 - Fax. 06.69886159 E-mail: sursum@seminarioromano.it Spedizione in Abbonamento Postale - c/c p. 30360002 Registrazione del Tribunale di Roma - N. 11581 del 22.V.1967 Progetto grafico e impaginazione: Bruno Apostoli - info@brunoapostoli.it

Finito di Stampare nel mese di Giugno 2016 TRULLO COMUNICAZIONE srl - Via Domenico Fontana, 32 - 00185 Roma - Tel. +39 06.70.49.62.64 - Cell. 335 5762727 - 335 7166301


Collaboratori della vostra gioia dalla famiglia, a servizio delle famiglie apa Francesco nell‘Esortazione apostolica Amoris laetitia, mettendo in evidenza già nel titolo che l’Amore agapico è fonte di gioia, lo propone come contenuto centrale della vita degli sposi e della famiglia. L’Esortazione apostolica, frutto di un cammino sinodale che ha coinvolto tutta la Chiesa, mettendo in luce questo punto focale della vocazione e della missione degli sposi, interpella in forma nuova il rapporto tra sposi e presbiteri. Nella Seconda Lettera ai Corinti, l’Apostolo Paolo così definisce il ministero apostolico: Noi non intendiamo fare da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia. L’Esortazione post-sinodale propone alcune riflessioni e l’apertura di nuovi orizzonti riguardanti la relazione tra presbiteri e famiglie e di conseguenza tra seminaristi e famiglie (cfr. AL 202). Alcuni seminaristi portano nella loro vita l’esperienza della propria famiglia ferita, con assenza di genitori e con instabilità emotiva. Occorrerà garantire durante la formazione una maturazione affinché i futuri ministri possiedano l’equilibrio psichico che il loro compito esige (cfr. AL 203). I giovani che giungono in seminario sono di fatto sempre più figli di una famiglia caratterizzata da tante fatiche e fragilità, inerenti in special modo la vita relazionale. Riguardo al raggiungimento di una maturità umana adeguata al presbiterato da parte dei candidati, l’équipe formativa che accoglie in seminario si trova di fronte ad un paradosso: per un verso il contesto ecclesiale e socio-culturale per il quale prepara i seminaristi a vivere il futuro ministero presbiterale esige personalità più consistenti, capaci di una duttilità nella vita relazionale e soprattutto capaci di affrontare anche relazioni non gratificanti; d’altra parte i formatori accolgono un’umanità mediamente più fragile, rispetto a quella di giovani della stessa età delle generazioni precedenti. Si tratta di una sfida che può essere accolta responsabilmente dai formatori nella misura in cui la carenza di paternità e maternità, specifica del nostro tempo, viene gradualmente colmata con l’aiuto di coppie di sposi e di famiglie ben formate, che in momenti ben definiti del progetto formativo possano collaborare efficacemente. I vincoli familiari sono fondamentali per fortificare la sana autostima dei seminaristi. Perciò è importante che le famiglie accompagnino il processo della formazione in seminario e la stessa vita del sacerdote, poiché aiutano a fortificarlo in modo realistico (cfr. AL 203). I due carismi, del matrimonio e della verginità per il Regno dei cieli, sono di sostegno vicendevole per entrambe le missioni che ne scaturiscono, le quali sono orientate a edificare insieme la comunità cristiana (cfr. CCC 1534). La verginità ha il valore simbolico dell’amore che non ha la necessità di possedere l’altro, e riflette in tal modo la libertà per il Regno dei cieli: è un invito agli sposi perché vivano il loro amore coniugale nella prospettiva dell’amore definitivo a Cristo, come un cammino comune verso la pienezza del Regno (cfr. AL 161). La famiglia, da parte sua, è un segno cristologico, perché manifesta la vicinanza di Dio che condivide la vita dell’essere umano nell’Incarnazione: ciascun coniuge diventa “una sola carne” con l’altro e offre sé stesso per condividere la propria vita con l’altro, sino alla fine. Mentre la verginità è un segno “escatologico” di Cristo risorto, il matrimonio è un segno “storico” per coloro che camminano sulla terra, un segno di Cristo terreno, che accettò di unirsi a noi e si donò fino a versare il Suo sangue per noi. La verginità e il matrimonio sono, e devono essere, modalità diverse di amare, perché l’uomo non può vivere senza amore. Lungo tutta la sua vita pastorale il sacerdote si incontra soprattutto con famiglie. La presenza dei laici e delle famiglie, in particolare la presenza femminile, nella formazione sacerdotale, favorisce l’apprezzamento per la varietà e la complementarietà delle diverse vocazioni nella Chiesa (cfr. AL 203). L’Amoris laetitia ci invita dunque a pensare alla formazione al presbiterato come azione corale di tutta la comunità ecclesiale, nella quale gli sposi cristiani hanno una presenza e un ruolo specifico e irrinunciabile. Concetto Occhipinti

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Sursum Corda

IN QUESTO NUMERO 18

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Sursum Corda 3

Editoriale Concetto Occhipinti

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In questo numero

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Una Madre che accoglie i suoi figli Vincenzo Paglia

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Amoris Laetitia: una Chiesa alla scuola della Famiglia Paolo Gentili

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Diario Gennaio-Maggio 2016 Michele Ferrari

In comunità 17

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Fiducia in Dio, Fonte del nostro sacerdozio Nicolò Gaggia

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Pieni di fiducia e di misericordia Emilio Cenani

In diocesi 29

Uomini di comunione, misericordiosi come il Padre Luca Santacroce

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Promettete di amarvi ed onorarvi? George Bogdan

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“Conforma la tua vita al mistero della Croce di Cristo Signore” Gabriele Nasca

La morale ecologica: una lettura dell’Enciclica “Laudato sı’” Marco Montone

In viaggio

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Le gite delle classi La Redazione

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La “primavera” della fede Andrea Francia

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Testimone di Cristo in terra d’Oriente Angelo Casarano

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Scritti di nostri ex-alunni

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“Il tuo volto, Signore, io cerco: non nascondermi il tuo volto” Andrea D’Oria

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“Sono venuto a portare il fuoco sulla terra e come vorrei che fosse già acceso!” (Lc 12,49) Paolo Ricciardi

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L’ “Amoris Laetitia” nella formazione dei seminaristi Alessandro Occhibove

Speciale “Fiducia” 2016

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Scegliere Maria come Signora e Regina Fabio Boltri

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Diventare umili servi Raffaele Forellino

In Pace Christi 37

Ricordo di ex-alunni defunti La Redazione

Se tu conoscessi il dono... 38

Attività vocazionali La Redazione


UNA MADRE CHE ACCOGLIE I SUOI FIGLI

Vincenzo Paglia

Una riflessione di S.E. Mons. Vincenzo Paglia, nosto ex-alunno, sulla “Amoris Laetitia” l biennio sinodale sulla famiglia voluto da Papa Francesco, compiutosi recentemente con la pubblicazione dell’Esortazione post sinodale Amoris Laetitia, e non pochi eventi celebratisi in tutto il mondo, a partire dall’Incontro mondiale delle famiglie di Philadelphia del settembre scorso, hanno rimesso al centro dell’attenzione di tutta la Chiesa la famiglia o, meglio, le famiglie, quelle vere, fatte di carne e di affetti, composte da madri e padri, da figli e nonni. Non esistono infatti le idee ma le persone concrete e queste non sono fatte per essere sole: si vive e si cresce insieme. Per questo Papa Francesco ha voluto un cammino sinodale reale, anche complesso e lungo, dove tutti fossero coinvolti e ascoltati.

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Il frutto primo di questo cammino di comunione è esattamente un cambio di passo e di stile, richiesto dal Papa nell’Esortazione, che va a toccare la forma stessa della Chiesa. Essa non potrà svolgere il compito che le è assegnato da Dio nei confronti della famiglia, se non coinvolgerà le famiglie in questo stesso compito, secondo lo stile di Dio, ovvero senza assumere essa stessa i tratti di una comunione familiare. È dunque necessaria una nuova ecclesiologia della famiglia entro cui possa essere arricchito anche il ministero ecclesiastico, la cui consacrazione è per la vita di fede della famiglia, e non viceversa. Questa più essenziale ecclesiologia della famiglia, per dir così, è l’afflato di cui il testo respira, l’orizzonte verso il quale vuole

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Sursum Corda

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condurre il sentire cristiano per questa nuova epoca. Questa trasformazione, se è accolta con fede, è destinata a trasformare decisamente lo sguardo con il quale deve essere percepita la Chiesa dei credenti nel passaggio dell’epoca. Il nucleo fondante di questa rinnovata ecclesiologia familiare è il mistero dell’amore, come chiaramente indica il capitolo IV (e il titolo stesso) di Amoris Laetitia. Il Papa non si limita, come spesso accade, a rileggere il pur fondamentale Cantico dei Cantici; egli si impegna a commentare dettagliatamente la fine fenomenologia dell’amore ispirato da Dio che si trova nello splendido

ste ultime insegnano e testimoniano il mistero dell’amore in un modo unico e particolarmente fecondo, arricchendo tutta la chiesa, sacerdoti compresi. Siamo chiamati ad abitare più che a spiegare o a studiare i luoghi dell’amore, in primis le relazioni familiari. Grazie a questo confronto realistico cresce anche l’equilibrio psicoaffettivo dei ministri ordinati e dei seminaristi, come ben ricorda il fondamentale n. 203 dell’Esortazione. La comunione dell’amore è infine fatta da persone concrete, non da casi morali o condizioni canoniche. Le idee si enunciano, le persone si amano: per questo Papa

inno paolino in 1Corinzi 13. In tal modo Papa Francesco indica l’orizzonte dell’altezza e della concretezza che riportano l’amore – ogni amore – alla suprema sorgente dell’agape di Dio. Siamo davanti a un testo che parla dell’amore in chiave tutt’altro che mistica e romantica. Esso appare invece pieno di concretezza e di dialettica, di bellezza e di sacrificio, di vulnerabilità e di tenacia. L’amore di Dio stesso è così! La centralità del mistero dell’amore e la rinnovata ecclesiologia familiare sono i due poli entro cui il ministero ordinato, e quanti si preparano ad esso, sono chiamati a ripensarsi per accogliere efficacemente le indicazioni del Papa. La vita ecclesiale e l’azione pastorale sono trasformate positivamente e in modo talvolta inimmaginabile da una concreta condivisione della vita fra preti e famiglie. Que-

Francesco, nei numeri 351 e 364, dedicate ai confessori, chiede a tutti sacerdoti di abituarsi a uno sguardo carico di misericordia e pronto a riconoscere ogni seme di bene presente nelle vicende familiari che si accompagnano. Il Papa ci invita a educare il nostro sguardo di pastori, a tenerlo vivo e appassionato, mai austero e impassibile: guardiamo con simpatia i volti dell’amore! Il tesoro del Seminario Romano è l’icona di una madre che accoglie i suoi figli; essi si rivolgono a Lei perché hanno fiducia nel suo sguardo carico di amore. Ecco l’immagine efficace della Chiesa che Papa Francesco e questo cammino sinodale ancora una volta ci ripresenta. Questa rivelazione dell’amore familiare è ciò che alimenta il ministero sacerdotale e ciò che deve essere servito con il dono delle nostre esistenze.


AMORIS LAETITIA: UNA CHIESA ALLA SCUOLA DELLA FAMIGLIA

Paolo Gentili

Don Paolo Gentili, Direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale familiare della Conferenza Episcopale Italiana, nostro ex-alunno, ci offre una riflessione sull’Esortazione Apostolica “Amoris Laetitia” di Papa Francesco Amoris Laetitia fa risuonare la voce di L’una Chiesa in cui, per rispondere alle sfide dell’attuale contesto culturale, ci si è messi alla scuola della famiglia illuminata dal Vangelo. Ci sono voluti due Sinodi, una doppia consultazione di popolo (che è una vera novità storica), perché il Santo Padre ci donasse un «cambio di passo» così incisivo, forte della collegialità di cui questo documento risplende. Papa Francesco ha riscritto parole già pronunciate con una musica totalmente nuova: «Gesù vuole una Chiesa attenta al bene che lo Spirito sparge in mezzo alla fragilità» (AL 308). Per troppo tempo abbiamo costruito barricate producendo una competizione fra vicini e lontani, finendo per diventare noi stessi lontani dalla prospettiva che ha Gesù. Si tratta allora di convertire il nostro sguardo, da quello del figlio fedele della parabola di Lc 15, 25-32 a quello del samaritano di Lc 10,25-37. Il Papa lo scorso anno, nella sua visita a Prato, affermò che «non esistono lontani che siano troppo distanti, ma soltanto prossimi da raggiungere». Occorrono allora nuovi occhi per accompagnare i conviventi, preoccupati dai costi della cerimonia nuziale, a riconoscere l’atto di sposarsi come una Grazia e non come un lusso per pochi (cfr. AL 294). Troppo spesso la cornice ha oscurato il quadro, lasciando percepire il sacramento del matrimonio solo come una serie di obblighi o impedimenti: si tratta invece di annunciare la grazia liberante del sacramento delle nozze. I tempi delle famiglie sono spesso insostenibili; quando poi si hanno

bimbi piccoli è la parrocchia che deve entrare nelle case. Così, anche per i giovani sposi, uscendo da una pastorale di élites, fatta di piccoli gruppi, occorrerà suscitare una nuova modalità di accompagnamento, un aiuto da famiglia a famiglia: «affidare a coppie più adulte il compito di seguire coppie più recenti del proprio vicinato, per incontrarle, seguirle nei loro inizi e proporre loro un percorso di crescita» (AL 230). Soprattutto, davanti a chi fallisce nel matrimonio, l’atteggiamento evangelico da assumere è quello delle parabole della misericordia, in particolare della donna che si lascia illuminare dalla lampada e, ritrovan-

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Sursum Corda do la dracma perduta, favorisce la reintegrazione restituendole tutto il suo valore (cfr. Lc 15,8-10): «la misericordia non è solo l’agire del Padre, ma diventa il criterio per capire chi sono i suoi veri figli» (AL 310). Per il discernimento pastorale, nel distinguere i vari casi che si presentano, sarà preziosa l’opera dei pastori, che in un dialogo filiale favoriranno l’apertura delle anime in foro interno (cfr. AL 300), offrendo indicazioni solo dopo aver letto le pie-

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ghe più nascoste di quella particolare situazione. Il discernimento non è casistica in senso relativizzante; al contrario, richiede una più attenta preparazione sia nei preti che negli operatori pastorali. Soprattutto è necessario sgombrare il campo dai “dissacratori della ricerca”: la teologia non può ignorare l’apporto delle scienze umane, illuminate da un’adeguata antropologia cristiana. Oggi viviamo all’interno della Chiesa il limite degli integralisti da una parte e dei relativisti dall’altra. C’è poi un neo-illuminismo che propone facili ricette come soluzioni, senza un adeguato ascolto previo. È determinante però, nella consapevolezza che «siamo chiamati a formare le coscien-

ze, non a pretendere di sostituirle» (AL 37), rispettare la «legge della gradualità, o cammino graduale» (FC 34), evocata da San Giovanni Paolo II. Il discernimento lo puoi fare se conosci bene il tesoro che ti porti dentro, le tue stesse ferite e guarigioni, ma anche il soggetto che hai dinanzi. Così si può attuare la gradualità: il vero «caso per caso» prevede l’incarnazione. Questo atteggiamento aprirà la strada alla piena libertà di coscienza, che scaturisce da un’autentica relazione educativa. Perché i presbiteri possano crescere in questa sensibilità, occorrerà allora favorire nel periodo della formazione una migliore sinergia tra i seminaristi e belle famiglie che, nella loro fragilità, siano custodi della gioia che viene dal Vangelo. È risultata profetica l’iniziativa del Rettore del Seminario regionale delle Marche di Ancona, che ha proposto ad ogni seminarista una famiglia che lo prendesse “in affido”, accompagnando con la preghiera, con l’affetto e con la testimonianza il discernimento vocazionale. È la santità del pannolino, delle discussioni con i figli adolescenti, dell’ultima bolletta che grava ulteriormente il bilancio familiare, o dell’accudire un familiare anziano: sono questioni che un sacerdote esperto di umanità e sapiente nella fede deve conoscere bene. Così anche i futuri preti potranno comunicare «il segreto di Nazaret, pieno di profumo di famiglia!» (AL 65) e il celibato sarà l’occasione non per sfuggire dalle relazioni o arroccarsi su di sé, ma per amare ciascuno come unico, esprimendo sulla terra la paternità di Dio. Oggi poi è sempre più facile cadere per chi percorre le vie ripide dell’amore e, nelle nostre parrocchie, «i figli hanno bisogno di trovare un padre che li aspetta quando ritornano dai loro fallimenti» (AL 177). Sarà proprio la familiarità, con cui quel sacerdote si pone, a gettare le basi per rialzarsi e convertirsi nell’orizzonte del Vangelo. A Betlemme la Trinità è scesa su un po’ di paglia: il collirio della misericordia sarà decisivo perché i sacerdoti del terzo millennio dell’era cristiana possano portare il vangelo della famiglia nell’umanità di questo tempo.


Diario SABATO 30

MERCOLEDÌ 6 Concluse le vacanze natalizie, si ritorna in seminario.

GIOVEDÌ 7 Sua Ecc.za Mons. Paolo Lojudice propone la lectio divina.

GIOVEDÌ 14 Tiene la lectio Padre Gianfranco Ghirlanda sj, nostro padre spirituale.

LUNEDI 18 Inizia la settimana di preghiera per l’unità di cristiani.

GIOVEDÌ 21

Mons. Sergio Mangiavacchi presiede la Santa Messa comunitaria, ricordando il 60° anniversario della sua ordinazione sacerdotale.

Padre Sandro Barlone sj, nostro padre spirituale, tiene la lectio.

FEBBRAIO

VENERDÌ 22

LUNEDÌ 1

Fine delle lezioni del 1° semestre alla PUG.

GIOVEDÌ 28 Nel primo giorno della Novena in preparazione alla Festa della Madonna della Fiducia, presiede la Santa Messa don Antonio D’Errico, parroco della parrocchia di Santa Maria Addolorata, ricordando il suo 25° anniversario di ordinazione sacerdotale.

VENERDÌ 29

Don Franco Proietto presiede la Santa Messa in comunità nel 50° anniversario di ordinazione sacerdotale.

MARTEDÌ 2

Presiede la Santa Messa nel secondo giorno della novena don Renzo del Vecchio, uno dei nostri formatori in Seminario.

Don Giovanni Logiudice presiede la Santa Messa nel giorno della presentazione al tempio; concelebrano don Francesco Maruca e don Marco Pellegrino, nostri ex-alunni.

Michele Ferrari

Diario 2016

GENNAIO

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Sursum Corda MERCOLEDÌ 3

Nel VII giorno della Novena presiede la Santa Messa in comunità don Simone Caleffi, ricordando il 10° anniversario di ordinazione presbiterale insieme con don Damiano Fiume e don Rafael Starnitsky.

GIOVEDÌ 4 Nell’VIII giorno della Novena presiede la Santa Messa don Cristiano Patrassi, nostro formatore. (Sulla Novena, articolo alle pp. 24-25).

VENERDÌ 5

10

S.E.R. il Card. Agostino Vallini, presiede la Santa Messa nella Basilica di San Giovanni in Laterano per il 10° anniversario dalla scomparsa di don Andrea Santoro, alla quale partecipa la Comunità del Seminario.

SABATO 6

Festa della Madonna della Fiducia. Le Lodi mattutine sono presiedute da S.E.R. Mons. Paolo Lojudice Vescovo ausiliare della Diocesi di Roma. S.E.R. il Card. Vicario Agostino Vallini, presiede la Santa Messa solenne. Segue il pranzo, in cui diversi ex-alunni hanno modo di incontrarsi e condividere un clima di gioia e di fraternità.


Diario MARTEDÌ 23

La festa si conclude con la celebrazione dei secondi Vespri, che vengono presieduti da S.E.R. Fernando Filograna, vescovo della Diocesi di Nardò-Gallipoli (sulla Festa articolo alle pp. 26-27).

LUNEDÌ 8 Terminata la sessione di esami, riprendono le lezioni alla PUL.

MERCOLEDÌ 10 Il Rettore presiede la Santa Messa comunitaria con l’imposizione delle ceneri.

VENERDÌ 12 – DOMENICA 14 Le classi partono per le consuete “gite” dopo la sessione invernale degli esami. Il primo anno si reca in Puglia ad Erchie (BR) ed Avetrana (TA), il secondo anno a Padova, il terzo a Napoli ed il quarto anno ad Alife (CE), il quinto ha visitato Bologna, il sesto e il settimo hanno vissuto una giornata di fraternità a Napoli.

In mattinata i parroci dei seminaristi si incontrano con i formatori del seminario per una giornata di riflessione circa la formazione dei seminaristi e per un tempo di fraternità.

MERCOLEDÌ 24 Abbiamo la gioia di condividere la celebrazione eucaristica con i membri del “Serra Club”, il cui fondatore - Junipero Serra - è stato proclamato santo da Papa Francesco il 23 settembre scorso.

SABATO 27

SABATO 20

La Comunità vive il ritiro di Quaresima guidato da Padre Emilio Martinez Gonzales O. Carm..

DOMENICA 21 In serata ci sono i Vespri della Fiducia.

Partecipiamo al Giubileo diocesano dei seminaristi, per il quale il Cardinale Vicario Agostino Vallini presiede la Santa Messa in Cattedrale (articolo a p. 29).

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Sursum Corda LUNEDÌ 29

DOMENICA 6

Inizio del corso in Penitenzeria Apostolica al quale partecipa la classe del V anno.

In serata la Comunità del Seminario si ritrova a San Pietro per pregare il santo Rosario.

MARZO

LUNEDÌ 7

MARTEDI 1

Partecipiamo alla Statio quaresimale presso la Basilica dei SS. Quattro Coronati.

DOMENICA 13

Nella serata don Mauro Cozzoli, nostro padre spirituale e professore di teologia morale, presenta alla comunità l’Enciclica Laudato Sı’ (articolo a p. 17).

In serata ci sono i Vespri della Fiducia, durante i quali i seminaristi del terzo hanno presentato la lettera per l’Ammissione tra i candidati agli Ordini sacri.

GIOVEDÌ 17 GIOVEDÌ 3 Dopo la lectio inizia il tempo di adorazione notturna per chiedere il dono delle vocazioni sacerdotali.

SABATO 5 Si svolge una giornata dedicata alle nostre famiglie: la mattina il passaggio della Porta Santa della Basilica papale di San Paolo fuori le mura, a seguire la Messa nella Cappella maggiore e infine la condivisione del pranzo in Seminario.

Ritiro delle classi in preparazione alla Pasqua. Al primo anno tiene il ritiro mons. Mauro Cozzoli; al secondo anno don Giuseppe Forlai. Padre Gianfranco Ghirlanda sj predica il ritiro alla classe del terzo anno; mons. Pietro Strappa e padre Rossano Zas Friz De Col sj rispettivamente al quarto e al quinto anno.

SABATO 19 Terminato il tempo di ritiro, con una cena festosa ci scambiamo gli auguri per una Santa Pasqua.

MARTEDÌ 22 -MERCOLEDÌ 23 I seminaristi romani insieme con i formatori vivono due giorni di fraternità e conoscenza della comunità di Caresto in Sant’Angelo in Vado, dedita da oltre 30 anni al servizio della famiglia (articolo alle pp. 30-31).

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Diario MERCOLEDÌ 30

APRILE SABATO 2 Don Giovanni Nigro viene ordinato sacerdote della diocesi di Taranto, da Sua Ecc.za Mons. Filippo Santoro. Sua Ecc.za Mons. Luigi Marrucci ordina sacerdote don Dario Errico, della diocesi di Civitavecchia.

Nella Chiesa Madre di san Martino di Tours, in Taviano, Sua Ecc.za Mons. Fernando Filograna, vescovo della Diocesi di Nardò – Gallipoli ordina diacono Luigi Previtero.

GIOVEDÌ 31

GIOVEDÌ 7 Adorazione Eucaristica in preparazione alle Ammissioni tra i candidati agli Ordini Sacri ed ai Ministeri.

SABATO 9 La classe del III anno chiede l’Ammissione tra i candidati agli Ordini sacri in una celebrazione presieduta da Sua Ecc.za Mons. Angelo de Donatis, alla quale partecipiamo tutti con grande gioia. Gli ammessi agli Ordini sono: Juan Pablo Aroztegui, Simone Bellato, George Bogdan, Francesco Botta, Andrea D’Oria, Diego Del Fa, Benedict Dezil, Eliterne Jean, Guenson Jean Baptiste, Daniele Lisi, Francesco Palazzo.

Don Angelo Casarano viene ordinato sacerdote nella chiesa di Maria SS. Annunziata, per l’imposizione delle mani di Sua Ecc.za Mons. Fernando Filograna, vescovo della Diocesi di Nardò – Gallipoli.

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Sursum Corda DOMENICA 10

LUNEDÌ 11

Presiede per la prima volta la Santa Messa in comunità don Dario Errico, nostro ex alunno, novello sacerdote della diocesi di Civitavecchia - Tarquinia.

VENERDÌ 15 S.E.R. Mons. Vito Angiuli, vescovo di Ugento – Santa Maria di Leuca, celebra la Santa Messa nella Cappella Maggiore del Seminario, durante la quale conferisce il ministero di Accolito a: Emilio Cenani, Salvatore Corvino, Massimo Cunsolo, Francesco Deffenu, Michele De Santis, Michele Ferrari, Nicolò Gaggia, Cosimo Marullo, Enrico Murgia;

La Comunità partecipa alla Veglia di preghiera per le vocazioni nella Cattedrale di san Giovanni, organizzata dall’Ufficio della pastorale vocazionale della Diocesi di Roma e presieduta dal Cardinale Vicario Agostino Vallini.

DOMENICA 17

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conferisce altresì il ministero di Lettore a: Alessandro Caserio, Michele Ciardo, Simone Pietro De Lorenzis, Johnny Joseph, Luigi Lavia, Renato Tarantelli Baccari e Francesco Vangeli.

Per l’imposizione delle mani del Santo Padre Francesco, vengono ordinati sacerdoti don Andrea Calamita, don Simone Galletti e don Eugenio Giorno (articolo alle pp. 32-33).


Diario LUNEDÌ 18

MAGGIO GIOVEDÌ 5 Don Graziano Greco viene ordinato sacerdote per la Diocesi di Nardò- Gallipoli da Sua Ecc.za Mons. Fernando Filograna presso la Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù in Copertino.

I novelli sacerdoti romani presiedono per la prima volta la Santa Messa nella nostra Comunità.

SABATO 7 In occasione dell’Anno Santo la Comunità del Seminario con le famiglie vive un pellegrinaggio a Manoppello, dove è custodito un Velo su cui è riconoscibile il Volto Santo (articolo a p. 21).

DOMENICA 8 In serata ci sono i Vespri della Fiducia.

GIOVEDÌ 12 Il Rettore presiede la Santa Messa nella Cappella della Fiducia in occasione dell’anniversario del Voto.

VENERDÌ 13 Terminano le lezioni alla PUL.

MERCOLEDÌ 27 Celebra la sua prima Messa in Seminario don Michele Saddi, della Diocesi di Cagliari.

SABATO 14 Veglia di Pentecoste presso la Basilica dei S.S. Quattro Coronati.

LUNEDÌ 16 Alcuni giovani provenienti dalle parrocchie romane iniziano una settimana residenziale in Seminario per una prima conoscenza della nostra realtà. Presiede per la prima volta la Santa Messa comunitaria don Angelo Casarano.

SABATO 30 Mons. Pietro Strappa, confessore straordinario, tiene una meditazione in Seminario su “Maria nella vita spirituale” per introdurci nel mese di maggio. Sua Ecc.za Mons. Paolo Lojudice, nella Cappella maggiore del Seminario, ordina sacerdote don Giuseppe Kongru Huang, nostro ex-alunno (articolo a p. 20).

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Sursum Corda MARTEDÌ 17

GIOVEDÌ 26

In serata sono a cena con la Comunità alcuni Vescovi nostri ex-alunni che in questi giorni partecipano ai lavori della LXVII Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana.

La Comunità partecipa alla celebrazione della Santa Messa e alla processione del “Corpus Domini” presieduta dal Santo Padre Francesco.

VENERDÌ 27 MERCOLEDÌ 18 Durante la Santa Messa comunitaria don Giuseppe Forlai presenta il tema del ritiro di classe.

GIOVEDÌ 19 Si svolge un incontro con il Prof. Franco Miano sul tema della famiglia nell’Esortazione Apostolica “Amoris Laetitia” (articolo a p. 22).

Terminano le lezioni alla PUG.

DOMENICA 29 Mons. Gianrico Ruzza, nostro ex alunno e vescovo ausiliare eletto per la diocesi di Roma, presiede i Vespri comunitari.

LUNEDÌ 30

SABATO 21

Le classi vivono un tempo di ritiro spirituale. In serata la Comunità, assieme a numerosi amici ospiti provenienti per la maggior parte dalle realtà parrocchiali di tirocinio pastorale, assiste allo spettacolo teatrale “Il Piccolo Principe” organizzato da un gruppo di seminaristi.

Don Giuseppe Kongru Huang presiede per la prima volta la Santa Messa in Comunità.

MARTEDÌ 31

DOMENICA 22 Vespri comunitari in occasione del Decennale di don Andrea Santoro.

LUNEDÌ 23 Inizio della sessione estiva di esami alla PUL. Presiede per la prima volta la Santa Messa nella nostra comunità don Giovanni Nigro.

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Il Rettore presiede la Santa Messa comunitaria, a conclusione del mese di Maggio, durante la quale salutiamo e ringraziamo le Suore Missionarie dello Spirito Santo e della Santa Famiglia, che concludono quest’anno il loro servizio in Seminario.


In comunità LA MORALE ECOLOGICA: UNA LETTURA DELL’ENCICLICA “LAUDATO SI’”

“L’

ecologia è una questione etica, essa si interessa non già di fenomeni naturali, ma parte da azioni umane”. Questa premessa ha dato l’avvio alla conferenza svoltasi in Seminario il 1° marzo 2016 sulla Lettera Enciclica di Papa Francesco Laudato sı’. Tenuto da mons. Mauro Cozzoli, l’incontro formativo ha sottolineato come l’Enciclica si possa inscrivere entro la Dottrina Sociale della Chiesa. Infatti il documento sottolinea quello che sta accadendo alla nostra casa comune: inquinamenti, dissesti e perdite delle biodi-

della terra e la povera terra sono vittime dello stesso impoverimento e i loro gemiti riecheggiano insieme, così come ricorda il Papa. Il binomio tecnico-economico esercita il suo dominio anche sulla politica e la corrompe allontanandola dal bene comune e piegandola ad interessi di parte. Papa Francesco ricorda che il cibo che gettiamo è come se fosse rubato dalla mensa del povero. E’ stato anche sottolineato come senza cambiamento interiore non si possa dare rinnovamento esteriore; è necessaria quindi una conversione tanto

versità. Tutto ciò richiede all’uomo e al cristiano d’oggi di interrogarsi non solo sul degrado ambientale in sé, ma anche sul degrado ambientale in quanto manifestazione di un degrado sociale. Papa Francesco ricorda che l’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme. I dissesti ecologici sono manifestazioni della crisi attuale; infatti la perdita d’identità nella quale l’uomo si trova lo porta all’inequità, ossia a forme di disparità che non tengono in considerazione i deboli. Si è passati così a considerare la denuncia del “dominio della tecnica” e dell’interesse economico e le evidenti conseguenze negative portate all’ essere umano. I poveri

personale quanto comunitaria, vivendo la propria fedeltà a Cristo e permettendo così la fioritura dei valori umani. La crisi ecologica riguarda la giustizia tra le generazioni. È necessario aver cura del creato partendo dai gesti d’ogni giorno: si apre davanti a noi la strada delle virtù (sobrietà, semplicità e umiltà), che don Mauro ha definito “ecologiche”. Il mondo, mistero gaudioso di bellezza, ci mette a contatto con il Mistero trinitario di Dio e ci spinge a camminare verso la casa comune del cielo. A conclusione dell’incontro è seguito un vivace dibattito tra i seminaristi, che hanno espresso un forte interessamento ai temi trattati.

Salvatore Marco Montone

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Sursum Corda

LE GITE DELLE CLASSI Primo anno a Erchie (BR) e Avetrana (TA)

Secondo anno a Padova

Terzo anno a Napoli

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In comunitĂ

Quarto anno ad Alife (CA)

Quinto anno a Bologna

Sesto e Settimo anno a Napoli

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Sursum Corda Angelo Casarano

TESTIMONE DI CRISTO IN TERRA D’ORIENTE

on grande gioia, nel pomeriggio di sabato 30 aprile, abbiamo celebrato nella nostra Cappella Maggiore un momento carico di commozione, arricchito da un’atmosfera di semplicità intima e familiare: l’ordinazione presbiterale di don Giuseppe Kongru Huang, della diocesi di Mindong (Cina), presieduta da Sua Ecc.za Mons. Paolo Lojudice. Presenti la Comunità del Seminario, e tanti amici di don Giuseppe Kongru, molti dei quali provenienti dalle comunità in cui ha vissuto il suo tirocinio pastorale. Erano presenti inoltre un gruppo di condiocesani e i familiari. L’affetto con cui tutti si sono stretti intorno a lui è stata la chiara testimonianza di quanto la presenza del neo ordinato in questi anni sia stata importante e significativa per la nostra Comunità. Come ha ricordato il Rettore, presentando il candidato al vescovo, don Giuseppe Kongru sin dall’inizio, con la sua semplicità, si è saputo conquistare l’amicizia dei compagni,

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affrontando al contempo con tenacia l’enorme peso delle difficoltà, inerenti all’inserimento in un contesto culturale e linguistico totalmente nuovo per lui e alla lontananza dagli affetti familiari. Tenacia, umiltà, serenità nelle difficoltà: segni luminosi, che ci hanno mostrato come il Signore sappia operare nei cuori di chi Lo cerca e vuole fare la Sua Volontà, e dia la forza necessaria per affrontare i momenti di prova, presente e futura. Anche Mons. Lojudice, nella sua omelia, ha rivolto parole di stima e di incoraggiamento a don Kongru, spronandolo a continuare ad essere testimone di Cristo nella sua terra, nella consapevolez-

za che le tribolazioni non mancheranno, ma neanche la grazia di Dio, la quale sempre viene in aiuto alla nostra debolezza. Mons. Lojudice ha poi consegnato a don Giuseppe Kongru e a tutta l’assemblea alcune parole dei Beati Pino Puglisi e Oscar Romero, testimoni coraggiosi del Vangelo, che nonostante le avversità, non hanno avuto paura di affermare con for-

za i principi cristiani della verità, della giustizia e del bene comune. Don Giuseppe Kongru, nel discorso di ringraziamento che ha rivolto alla comunità al termine della celebrazione, ha espresso con commozione tutta la sua gratitudine per la vicinanza e il sostegno che ha ricevuto in questi anni di formazione. La spontaneità, la schiettezza e la profondità delle sue parole hanno rinnovato il nostro affetto per lui, facendo sorgere in noi il desiderio di continuare a sostenerlo con la preghiera quando, non potendolo più fare con la vicinanza fisica, egli dovrà fare ritorno nella sua diocesi di Mindong. Ritorno che don Giuseppe Kongru desidera profondamente, ardentemente... tante volte, nelle chiacchierate con lui, abbiamo potuto apprezzare questo desiderio che, sin dall’arrivo a Roma, alberga nel suo cuore: tornare ad annunciare il Vangelo nella sua terra, essere lì un segno della presenza di Cristo, essere presenza viva e tenace della Chiesa. È questo dunque l’augurio che formuliamo al nostro caro don Giuseppe Kongru: che la sua vita possa essere sempre un riflesso dell’amore con cui il Signore lo ha amato, e che con la tenacia e l’umiltà che lo contraddistinguono possa essere autentico testimone di Cristo in terra d’Oriente.


In comunità

“IL TUO VOLTO, SIGNORE, IO CERCO. NON NASCONDERMI IL TUO VOLTO”

Andrea D’Oria

Il Pellegrinaggio della Comunità a Manoppello n occasione del Giubileo della Misericordia, Sabato 7 maggio la nostra Comunità, insieme ad alcuni rappresentanti del gruppo di coniugi “Priscilla e Aquila” e ad alcuni genitori dei seminaristi, si è recata in pellegrinaggio nella località abruzzese di Manoppello (Pe), dove è custodito il velo su cui è impresso il Volto Santo di Gesù. Con la guida di Padre Paolo Maria Palombarini, sacerdote francescano del Santuario, siamo stati accompagnati in un’illustrazione a livello storico e in una riflessione a carattere spirituale sulla reliquia lì conservata, che dagli studi effettuati è stata riconosciuta come il sudario adagiato sul volto di Cristo dopo essere stato posto nel sepolcro.

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Il momento centrale dell’esperienza è stata la Celebrazione Eucaristica presieduta dal nostro Rettore, che nell’omelia ha ricordato come il Papa nella bolla di indizione del Giubileo, la Misericordiae Vultus, abbia voluto richiamare l’attenzione sul Volto di Cristo, che svela a noi uomini la misericordia del Padre. Probabilmente non ci sarebbe stato contesto migliore per aiutarci a riflettere su questo aspetto fondamentale della nostra fede, la misericordia di Dio, della quale noi seminaristi un giorno vogliamo essere an-

nunciatori nel ministero presbiterale. Dopo aver sostato in preghiera davanti alla reliquia, custodita da più di cinque secoli con grande devozione dagli abitanti del posto, ci siamo recati nella vicina città di Sulmona (Aq), dove abbiamo pranzato presso il Centro Pastorale della medesima Diocesi di Sulmona-Valva. Passeggiando per le strade del Centro di Sulmona, siamo stati guidati nella visita della Cattedrale di San Panfilo; abbiamo poi degustato i confetti, tipici della città, che vanta la produzione di più antica tradizione in Italia. Il Signore ci ha dato l’opportunità di fare una ricca esperienza di comunione, caratterizzata da un clima di distensione e di fraternità, in cui ci siamo messi nei panni del pellegrino, come segno del cammino di sequela e di continua conversione. “Di te ha detto il mio cuore: «Cercate il suo volto»; il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto” (Sal 26, 8-9a). Facendo nostri i sentimenti del salmista, abbiamo sentito anche noi il desiderio di fare esperienza del “volto” amorevole del Signore che, prima ancora dei nostri personali progetti, ha deciso di posare il suo sguardo misericordioso sulle nostre vite, per fare di noi testimoni credibili.

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Sursum Corda Alessandro Occhibove

L’“AMORIS LAETITIA” NELLA FORMAZIONE DEI SEMINARISTI

n occasione della pubblicazione dell’Esortazione post sinodale Amoris Laetitia di Papa Francesco, i seminaristi hanno avuto l’opportunità di un confronto sul tema con il prof. Franco Miano, il quale, con la moglie Pina De Simone, ha partecipato, in qualità di esperto, sia al Sinodo del 2014 che a quello del 2015. Il tema dell’incontro ruotava intorno alla domanda: “Che cosa l’Esortazione chiede ai presbiteri del nostro tempo e a coloro che si preparano ad esserlo per il futuro?”. Il Relatore ha condiviso prima di tutto la gioia che, sia lui che la moglie, hanno avuto nel partecipare al Sinodo, precisando più volte che il percorso sinodale è stato un grande segno dell’amore della Chiesa per la vita delle famiglie. La famiglia e la Chiesa, cercando di dare un primo abbozzo di risposta alla domanda, si richiamano l’una con l’altra: la famiglia è chiesa domestica e la Chiesa è famiglia di famiglie. Una prima risposta dunque al tema del-

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l’incontro è: trarre l’annuncio dell’amore della chiesa per la famiglia perché è l’annuncio dell’amore del Signore per la vita di ogni famiglia.. Riprendendo le parole e la posizione del Cardinale Schönborn sull’avvenimento linguistico dell’esortazione, il Relatore ha detto che questo testo prova a ridire la grandezza, la bellezza del vangelo della famiglia cercando di usare il più possibile un linguaggio fresco, immediato. Si deve dunque annunciare l’amore della Chiesa per la famiglia parlando non da operatori della pastorale, ma far si che si parli della vita e con la vita e far sentire il senso vivo dell’amore di Dio alle famiglie. Il Re-

latore, poi, ha riportato alla nostra attenzione il tema della responsabilizzazione delle comunità, che è un grande atto di fiducia e di speranza nell’idea che si possa riuscire a tradurre i grandi insegnamenti del Vangelo mettendoli insieme con i bisogni e le situazioni che derivano dalla vita della comunità. Ha sottolineato l’importanza della formazione di tutti coloro che si impegnano nella pastorale, grazie alla crescita delle attitudini al reciproco scambio di doni; della grande speranza che le famiglie non siano più oggetto della pastorale ma soggetto dell’evangelizzazione.

L’Amoris Laetitia chiede ai presbiteri uno sguardo nuovo, uno sguardo di stima verso la famiglia, che non vuol dire non chiamare per nome i problemi, ma vuol dire cercare il bene prima di tutto, ripartire dal bene che la vita delle famiglie già rappresenta. Un altro aspetto che il Relatore ha richiamato è quello di imparare dalle famiglie: cercare di cogliere alcuni punti della vita delle famiglie che possono essere fondamentali anche nella vita del presbitero. Riprendendo e commentando il n. 203 dell’Esortazione, ha proposto due punti fondamentali: l’esigenza che la formazione al sacerdozio sia una formazione viva, multidisciplinare e un adeguato profilo relazione, cioè una capacità di sapersi relazionare con tutte le generazioni della vita. Il compito principale che ci attende, dunque, è quello di annunciare la bellezza del Vangelo nella famiglia.


ome vive un seminarista di primo anno la festa della Madonna della Fiducia? Quali attese prima della festa – quest’anno il 6 febbraio – e quali ricordi, sensazioni, impressioni posso dire di aver vissuto? La Novena in preparazione alla festa mi ha aiutato a dispormi bene all’evento. Ogni sera della Novena abbiamo infatti recitato comunitariamente una preghiera particolare e il S. Rosario. Tutta la Comunità si è organizzata per i preparativi: un gruppo di seminaristi ha provato i canti, molti di noi hanno spostato le sedie, apparecchiato i tavoli, allestito spazi per la segreteria e l’accoglienza, disposto le suppellettili liturgiche, curato le celebrazioni previste. Penso ancora a tutti gli inviti che sono stati mandati, alle piante decorative collocate per l’evento. E’ stato un lavo-

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ro di squadra che ha reso l’ambiente più bello e accogliente e mi ha aiutato ad entrare nel clima della festa: la Festa della Madonna e dei suoi figli, ex-alunni che tornano al seminario per rivivere un clima familiare. La Festa della Fiducia inizia con la celebrazione delle lodi mattutine nella cappella che custodisce la venerata immagine. Presiede il Vescovo Mons. Paolo Lojudice e durante una densa meditazione ci dona qualche impressione, ci ricorda la fiducia che Maria ripone in noi e l’importanza di essere

uomini pronti a rispondere all’amore di Dio. Segue la Santa Messa presieduta dal Cardinale Vicario Agostino Vallini e concelebrata dagli ex-alunni del seminario, che occupano i posti ai lati dell’altare. La Santa Messa termina con il canto, che ha già compiuto cento anni, “Oh Maria, quant’è felice” mentre il Cardinale e gli ex-alunni escono

lungo la navata centrale dalla cappella. E’ bello poter scegliere Maria come Signora e Regina! Terminata la Santa Messa, ci spostiamo in refettorio per il pranzo. La tavola è ben apparecchiata e il menu semplice. Alcuni compagni fanno servizio ai tavoli: chi il pane, chi l’acqua e il vino, chi distribuisce le varie portate. La giornata si conclude con il riordino generale e la celebrazione dei Vespri. “Ho sempre cercato di prepararmi bene alla Festa della Fiducia” ci confida durante l’omelia il Vescovo Mons. Fernando Filograna mentre ricorda la sua esperienza passata da seminarista. Sulle spalle c’è un po’ di stanchezza ma la soddisfazione di una giornata vissuta alla grande. Penso che la Festa della Fiducia sia importante per noi seminaristi e per gli ex-alunni. Che la nostra fiducia verso Maria SS.ma possa crescere di giorno in giorno, lungo il nostro cammino e per tutta la nostra vita!

Fabio Boltri

Speciale Fiducia 2016

SCEGLIERE MARIA COME SIGNORA E REGINA

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Speciale Fiducia 2016 Raffaele Fiorellino

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DIVENTARE UMILI SERVI

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al 28 gennaio al 5 febbraio 2016 abbiamo vissuto, la Novena in preparazione alla Festa di Maria SS.ma Madre della Fiducia. Anche quest’anno è stata per noi un’occasione d’incontro e di dialogo con diversi ex-alunni, che ci hanno parlato a cuore aperto, condividendo con generosità le loro esperienze di vita e tutto quello che la Parola di Dio ispirava loro. Ad iniziare la Novena è stato don Antonio D’Errico, parroco della parrocchia di “S. Maria Addolorata” nel suo XXV anniversario di ordinazione. Commentando il Vangelo, don Antonio ha sottolineato la delicatezza del ministero presbiterale a cui siamo chiamati, usando l’immagine del candelabro: il prete, pur non essendo egli stesso luce, porta la Luce che illumina ogni uomo.

cia il punto d’incontro di diverse generazioni di seminaristi. Nel quinto giorno della novena ha presieduto la Celebrazione Eucaristica don Franco Proietto, direttore spirituale del seminario maggiore di Anagni e parroco in Palestrina della Parrocchia “Sacra Famiglia”, che ci ha arricchito parlando di quelli che sono stati i vari ambiti in cui ha vissuto i suoi cinquant’anni di ministero presbiterale: l’insegnamento, l’impegno missionario in Africa, la direzione spirituale e l’apostolato presso un carcere di massima sicurezza. Don Franco, inoltre, ci ha esortato a vivere la nostra vocazione come risposta d’amore totale: una vocazione contraddistinta dall’entusiasmo per tutto ciò che il Signore ci chiederà di fare.

Durante la S. Messa del giorno successivo, don Renzo Del Vecchio, uno dei nostri educatori, ci ha ricordato che nella sequela di Cristo non bisogna desiderare una “carriera ecclesiastica ben riuscita”, bensì diventare umili servi. Sabato 30 Gennaio abbiamo avuto la possibilità di ascoltare la commossa testimonianza di don Sergio Mangiavacchi, cappellano dell’ospedale oftalmico di Roma, che quest’anno ricorda il suo LX anniversario d’ordinazione presbiterale. Don Sergio ha voluto ripercorrere insieme a noi quelli che riteneva i momenti più significativi del suo presbiterato; parlando della sua formazione, ha indicato nella cappella della Fidu-

Martedì 2 Febbraio hanno celebrato la S. Messa con noi don Giovanni Logiudice, don Francesco Maruca e don Marco Pellegrino nel loro primo anniversario d’ordinazione. Nell’omelia, don Giovanni ha paragonato il lavoro di formazione del seminario alla lavorazione del ferro da parte di un fabbro paziente e meticoloso, perciò ha evidenziato la necessità di fidarci di Dio, sull’esempio di Maria, anche quando il Suo agire ci lascia perplessi. Nel giorno seguente sono stati presenti in mezzo a noi don Simone Caleffi, don Rafael Vladimir Starnitzky, don Viktor Nyul, ex-alunni che ricordavano il loro decimo anno d’ordinazione.


Speciale Fiducia 2016

Don Rafael Starnitzky, prendendo spunto dal termine “fiducia”, ha voluto specificare come la fiducia in Dio non sia generica, ma nasca dall’esperienza della Sua misericordia, dal Suo perdono. Inoltre, egli ha chiesto - per noi ed insieme a noi - alla Beata Vergine Maria di poter sperimentare il bisogno di salvezza che abbiamo per poter trovare la nostra salvezza nel Signore Gesù. La Celebrazione Eucaristica del 4 Febbraio è stata presieduta da don Cristiano Patrassi, nostro educatore. Don Cristiano ha messo in luce come il Signore non ci chieda né l’efficienza, né l’immediatezza dei risultati, ma ci chiede, invece, di vivere il Vangelo in comunione di vita, come testimonianza accessibile agli altri. Il 5 Febbraio abbiamo partecipato nella Basilica di S. Giovanni alla Santa Messa presieduta dal Cardinale Vicario Agostino Vallini, in ricordo di don Andrea Santoro. Si è trattato di una conclusione della Novena di particolare

bellezza, che ci ha dato la possibilità di conoscere più da vicino la figura di don Andrea, amato ex-alunno del nostro seminario, che animato da un grande spirito missionario, ha dato la vita per annunciare Cristo. La novena, come sempre, si è rivelata uno dei momenti più belli e coinvolgenti dell’anno formativo. Negli occhi di tutti gli ex-alunni è stato facile leggere la gioia e l’emozione di poter tornare nel luogo in cui si sono preparati alla vita presbiterale; nelle loro parole appariva chiara ed evidente la gratitudine al Signore per la grazia della chiamata alla sequela e la gratitudine a Maria Madre della Fiducia per il sostegno ricevuto durante gli anni di formazione e durante quelli di ministero. La loro testimonianza ci ha aiutato a riflettere sulla grandezza della fedeltà di Dio, sullo sguardo pieno di compassione e di amore che ha rivolto ad ognuno di noi e su quella che è la risposta più bella che possiamo dargli: diventare umili servi.

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Speciale Fiducia 2016 Nicolò Gaggia

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FIDUCIA IN DIO, FONTE DEL NOSTRO SACERDOZIO O

gni anno la Festa della Madonna della Fiducia ha inizio con il canto dei Primi Vespri in Comunità; quest’anno, invece, seminaristi e superiori, siamo stati invitati dal Cardinal Vicario a partecipare alla Messa che si è tenuta nella Basilica Lateranense per il decimo anniversario della morte di don Andrea Santoro, nostro ex-alunno. Del

conoscenza emergeva chiaramente dalle parole del Cardinale nella decisione di don Andrea di andare “fidei donum” in Turchia, “lì dove tutto era cominciato”, perché quella era la patria nella quale per la prima volta il cristianesimo si era innestato fuori da Israele con l’apostolo Paolo: una chiesa non di mattoni ma di cuori. Nell’omelia, vol-

suo sacerdozio è emersa fortemente una spiritualità incentrata nell’amore della Parola, nella riconoscenza, nel servizio che egli ha svolto nelle parrocchie romane come viceparroco e come parroco, e poi in Turchia. L’affetto e la commozione con cui i suoi ex parrocchiani presenti lo hanno ricordato trasudava quella conoscenza che un popolo ha della dedizione con cui un pastore si prende cura delle persone donando serenamente tutto se stesso. La ri-

gendo al termine, con un po’ di commozione il Cardinale raccontava di aver avuto la possibilità di sfogliare la Bibbia di don Andrea e di aver visto come essa fosse “vissuta”, piena di appunti e sottolineature, con delle pagine perfino ingiallite per le tante volte che erano state toccate. Il servizio, la riconoscenza e l’amore alla Scrittura avevano la loro origine da quella Madre della Fiducia che per prima era stata Serva riconoscente ed amante della Parola. Alle Lodi


Speciale Fiducia 2016

mattutine S.E.R. mons. Paolo Lojudice, già uno dei nostri padri spirituali, ci ha offerto spunti per la preghiera e la riflessione, che lasciavano intravedere il cuore di padre che conosce e parla ai suoi figli. Citando Is 61,10 ci ha mostrato come la gioia sia un tratto tipico della vita della Santa Vergine e come anche la gioia che caratterizza questi giorni, nonostante il tanto lavoro da fare per la festa, sia il frutto della riconoscenza per ciò che Lei presso Dio fa per noi. Ci ha anche ricordato che il ritorno in seminario segna per ogni sacerdote un momento in cui ci si tuffa alle radici del proprio “sì” detto al Signore, che permette di fare memoria di quella consapevolezza del sentirci chiamati da Lui per una così grande missione, ma che spesso ci fa sentire indegni pensando alla nostra povertà. Ci ha esortato a riconoscerci nella figura di S. Matteo, chiamato ad una speciale amicizia con Gesù, perché Dio usa solitamente scegliere proprio ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, manifestando così la Sua forza. Lo sguardo del Vescovo si è poi posato sulla misericordia che deve caratterizzare il tratto di un pastore per poter uscire continuamente da se stesso ed accogliere l’altro con compassione nelle sue gioie e sofferenze e nella sua diversità di pensiero o di giudizio, in modo che in lui si possa vedere il volto di Dio ricco di misericordia. Ci ha fatto comprendere che il titolo di Madre della Fiducia deriva dal suo “fiat” alla proposta dell’Angelo e che questa fiducia, a sua volta, è fondata sulla sua limpidezza d’animo, motivo per noi per purificare le intenzioni che

spingono il nostro agire e la nostra scelta vocazionale. Concludendo, ci ha proposto la figura di chi, secondo ciò che chiedeva don Primo Mazzolari, si affaccia a ricevere l’Ordine Sacro, come un uomo che abbia una forte maturità umana e non troppi complessi, che sappia stare con gli altri e superare qualche crisi, un uomo che sappia amare la Chiesa come una sposa e che sappia essere vero profeta di Cristo nel nostro tempo. Nell’omelia della Messa della Festa il Cardinale Agostino Vallini ha aperto a noi tutti il suo cuore, interpretando anche quello degli altri concelebranti, condividendo con noi i suoi sentimenti. Anch’egli è tornato a dirci come sia importante per ogni sacerdote il ritorno nel seminario in cui si è formato, sia per l’incontro con gli altri suoi confratelli, che magari non rivede da tempo, sia anche per quel tornare alle radici del proprio “si” detto al Signore. Ci ricordava anche che la sofferenza e la croce nella vita del prete non sono un incidente, ma un ingrediente che contribuisce a conformare la sua vita al Mistero della Croce di Cristo

Signore. Durante i Secondi Vespri, S.E.R. mons. Fernando Filograna, vescovo di Nardò-Gallipoli, nostro ex alunno, ci ha parlato della sua devozione alla Madonna della Fiducia e, basandosi sugli scritti dei Santi, soprattutto del Curato d’Ars, ha provocato in noi una profonda riflessione e un grande raccoglimento, facendoci meditare sulla grandezza del sacerdozio, paragonandolo anche a Maria: infatti, similmente a Maria, il sacerdote dona Gesù agli uomini rendendolo presente sugli altari del mondo.

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Speciale Fiducia 2016 Emilio Cenani

PIENI DI FIDUCIA E DI MISERICORDIA

Al Pranzo della Festa della Madonna della Fiducia il seminarista Emilio Cenani, della diocesi di Roma, ha salutato i presenti con il seguente discorso minenze, Eccellenze, carissima famiglia del Seminario Romano, buona Festa! Mi chiamo Emilio Cenani, sono al quinto anno di formazione e appartengo alla Diocesi di Roma. La Festa della Madonna della Fiducia ci fa ritrovare insieme. E in questo Anno Santo della Misericordia, ci dice ancora una volta il motivo profondo per il quale siamo qui: “andate a imparare cosa vuol dire misericordia io voglio e non sacrifici” (Mt 9,13). Queste parole di Gesù ci accompagnano nel cammino formativo e raccontano la nostra vita di ogni giorno: siamo

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qui per imparare, e il primo insegnamento è la fiducia che la Chiesa ripone i noi. Siamo qui per imparare, quindi non ci spaventiamo se non sempre le cose vanno secondo le nostre aspettative o le aspettative degli altri su di noi; perché proprio in questi momenti, personali o comunitari, sperimentiamo la pazienza con la quale il Signore aspetta che la sua Parola porti frutto in noi, che ci arriviamo, che la facciamo nostra. Siamo qui per imparare: e se a volte passiamo

dall’entusiasmo alla paura, pensando alla vita che ci aspetta, proprio allora capiamo cosa vuol dire mettere la vita nella mani di Gesù, e camminargli a fianco. La fiducia, la pazienza, la presenza di Gesù sono i tratti della misericordia che impariamo ogni giorno, in modo particolare nei banchi della nostra Cappella Maggiore, di cui ricorre il 50° anniversario dalla Dedicazione, 1° Dicembre del 1965. Su questi banchi si sono formati tanti preti di Roma e del mondo, anche il mio parroco e il parroco del mio parroco che sono come un padre e un nonno nella fede. Il 1° Dicembre è anche l’anniversario di matrimonio dei miei genitori. Questo mi ricorda che ogni vocazione è frutto di altre vocazioni, di una storia, di un popolo ... e che – come ha detto Papa Francesco, anche il prete ha una storia, non spunta come un fungo il giorno dell’ordinazione in cattedrale. È per questo che don Andrea Santoro si sentiva attratto dalla Turchia: perché là rannodava la sua storia alla grande storia della salvezza. Ieri sera lo abbiamo ricordato, nel 10° anniversario della sua morte, ma la sua testimonianza è più viva che mai. Pochi giorni prima di morire, durante la Messa nella mia parrocchia di s. Ippolito ha detto: “se ci fossero i marziani, dovremmo andare su Marte ad annunciare il Vangelo”. Siamo qui per imparare questo slancio! Don Andrea diceva che Nazareth è “Gesù che passeggia con me sulla terrazza, parlando, come amici”. E così è un po’ il nostro seminario: Gesù che ci parla di cosa ha nel cuore e ci fa vedere il mondo come lo vede Lui. E se ancora non riusciamo a seguire fino in fondo questo sguardo sappiamo di ritrovarlo sempre negli occhi di Maria, pieni di fiducia e di misericordia.


In diocesi

UOMINI DI COMUNIONE, MISERICORDIOSI COME IL PADRE abato 27 febbraio i seminaristi della Diocesi di Roma, del Seminario Romano Maggiore e Minore, del Seminario “Redemptoris Mater” e “Divino Amore” hanno festeggiato il Giubileo della Misericordia. Questo appuntamento, è nato da un’intuizione del Cardinal Vicario durante l’incontro dei seminaristi romani a Sacrofano nel settembre 2015. Ci siamo ritrovati nel Battistero della Cattedrale e abbiamo rinnovato tutti insieme le promesse battesimali. In seguito siamo passati attraverso la Porta Santa con una processione accompagnata dal canto e da un particolare raccoglimento, che ha attirato lo sguardo di tanti pellegrini e turisti curiosi. Il Cardinal Vallini ha presieduto la Celebrazione eucaristica nell’abside della Basilica Lateranense. La Parola del giorno ci proponeva la lettura di Luca 15, 11-32, la parabola del Padre misericordioso. Mi sembra che l’Omelia del Cardinale abbia toccato tre punti che riassumo così: la misericordia verso se stessi è speranza, verso gli altri è compassione, verso la comunità è desiderio di comunione. In primo luogo il Vicario ha affermato l’importanza di non abbattersi davanti ai propri peccati. Non dobbiamo mai ripeterci “per me è finita”, altrimenti che senso avrebbe la Misericordia del Pa-

Luca Santacroce

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dre? La speranza perciò mi fa alzare lo sguardo quando cado e mi permette di tornare dal Padre come il figlio minore. Darsi una nuova chance vuol dire concederla anche all’altro, magari proprio al fratello con cui ho difficoltà. Dunque essere misericordiosi verso se stessi vuol dire lasciarsi abbracciare dal Padre, esserlo nei confronti dell’altro vuol dire avere quella audacia che sa fare il primo passo, correggendo l’altro con tenerezza. Ciò che più mi ha colpito dell’Omelia è stato il terzo punto. Nella parabola il padre ristabilisce le relazioni tra i fratelli. Il fratello maggiore disconosce il fratello minore e il padre si pone tra i due come uomo di riconciliazione. Questa specificità della chiamata sacerdotale è stata sottolineata con un’espressione: costruire ponti. Quanto è faticoso cercare una riconciliazione in Comunità, nel gruppo di ragazzi che si segue, nel Consiglio pastorale! Eppure è questo che il Signore ci chiede fin da ora come seminaristi e come preti. Il Cardinale ci ha invitato ad essere uomini di comunione per dare a tutti, nessuno escluso, la possibilità di accostarsi al Cuore di Dio. È certo uno dei punti più difficili da attuare nel ministero presbiterale, ma appare l’azione più indispensabile e più semplice, perché occorre solo la fragile e piccola umanità del singolo che nelle mani di Dio può fare tanto.

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Sursum Corda George Bogdan

PROMETTETE DI AMARVI E ONORARVI? ei primi giorni della Settimana Santa i seminaristi romani si sono ritrovati, come di consueto da alcuni anni, per un tempo di riflessione e di fraternità. In conseguenza del Sinodo della Famiglia, ed in attesa dell’Esortazione “Amoris Laetitia” di Papa Francesco, quest’anno si è ritenuto opportuno vivere due giorni di formazione legati al tema della famiglia; tema di grande attualità e rilevanza dal punto di vista formativo in vista di una sempre maggiore possibilità di incontro e relazione con le persone che hanno questa vocazione. I seminaristi si sono recati presso l’Associazione Volontari di Caresto, a Sant’Angelo in Vado, un paese dell’Arcidiocesi di Urbino, guidata da S. Ecc.za Mons. Giovanni Tani, ex Rettore del Seminario Romano. Caresto è un centro di Spiritualità Matrimoniale nato da un gruppo di giovani e famiglie che si ritrovavano periodicamente fin dal 1972. Attualmente vi fanno parte Daniela, in qualità di presidente, cinque famiglie e don Piero Pasquini. Noi siamo stati accolti il

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primo giorno da Daniela, da don Piero, il fondatore, e dal diacono Gianluca, che fa parte di una delle cinque famiglie. Già la loro presenza ci ha mostrato in modo particolare l’importanza delle coppie nella pastorale familiare. La prima cosa che ci hanno riferito è stata che Caresto non fa pastorale, ma offre semplicemente degli strumenti affinché le famiglie riscoprano la spiritualità della propria vocazione, per poi tornare nelle loro parrocchie di origine e continuare il loro cammino. Questi strumenti vengono offerti principalmente nei weekend, in cui le famiglie sono invitate a “ritirarsi e nutrirsi”. Noi seminaristi abbiamo vissuto lo stesso stile, gustando del cibo delizioso tra l’incontro guidato il primo giorno da Daniela e da Gianluca, ed il secondo giorno guidato da don Piero. Le coppie arrivano il venerdì sera, momento in cui si sistemano nelle stanze, e ritornano a casa la domenica dopo pranzo. Il ritiro è scandito da un momento di catechesi, dal lavoro di coppia e dalle condivisioni,


In diocesi

chiamate semplicemente “perle”. Tutto questo fa riscoprire alle coppie il centro della loro chiamata, fondata sulla loro personale relazione. La relazione ha bisogno di regole, che sono degli strumenti e dei suggerimenti necessari per la vita di coppia. Il carisma proprio dei volontari di Caresto è quello di far vivere agli sposi la quotidianità come cammino di santità. I temi proposti durante i ritiri, come il dialogo nella coppia, il lavoro, le promesse matrimoniali, il rapporto tra i parenti e la nuova coppia, il perdono, ecc., nel tempo ha portato negli anni alla pubblicazione di alcuni libri, editi da Gribaudi. Guardando al nostro futuro, è stata significativa la prospettiva che don Piero ha mostrato riguardo l’importanza che i sacerdoti hanno nella pastorale familiare. Una coppia felice è una potenza. Infatti, una prima attenzione che un sacerdote può avere si esprime attraverso la ricerca e la scelta di coppie che hanno già compiuto un cammino, e che a loro volta possono aiutare altre coppie. In questo modo c’è anche l’opportunità di avviare un percorso che formi non solo durante il fidanzamento, ma anche durante i primi anni di matrimonio, e poi anche durante le diverse tappe della vita della famiglia. Oltre a questo, prendendo spunto dal suo libro, “Vita da ex”, don Piero ci ha mo-

strato come il sacerdote può avviare dei percorsi verso un autentico cammino per le coppie in crisi. Ad esempio, riguardo la prevenzione nella pastorale ordinaria abbiamo visto quanto è importante che la coppia sappia litigare bene. Per l’accompagnamento verso le persone separate, bisogna prima distinguere tra chi si è risposato e chi no: chi non si è risposato ha bisogno di iniziare un percorso di guarigione, che passi attraverso il perdono. Le nuove coppie risposate, invece, hanno bisogno di iniziare un cammino in cui si possa vedere la fedeltà di Dio. In questo modo, senza essere preoccupati esclusivamente dell’amministrazione dei sacramenti, si può aiutare la coppia a cambiare mentalità, mostrando che Dio è presente nella loro storia e cammina con loro. Prima di tornare in diocesi per vivere il Triduo Pasquale, siamo passati nella parrocchia di don Andrea Righi, ex-alunno del Seminario Romano, diventato sacerdote nel 2014, dove i seminaristi hanno avuto l’opportunità di salutare e vivere un momento di fraternità con Sua Ecc.za Mons. Giovanni Tani. Grazie a questo si è potuto sperimentare lo strettissimo legame che si crea fra la diocesi ed il suo pastore, i sacerdoti e le famiglie, in vista della crescita del Regno di Dio.

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Sursum Corda Gabriele Nasca

L’Ordinazione sacerdotale dei diaconi romani a San Pietro

“CONFORMA LA TUA VITA AL MISTERO DELLA CROCE DI CRISTO SIGNORE” enditi conto di ciò che farai, imita ciò che celebrerai, conforma la tua vita al mistero della croce di Cristo Signore”. Queste sono le solenni e affascinanti parole con le quali ogni neo ordinato viene esortato dal proprio Vescovo durante uno dei riti esplicativi. Queste sono le parole che i nostri cari don Simone Galletti, don Eugenio Giorno e don Andrea Calamita, nuovi presbiteri per la diocesi di Roma, hanno accolto con emozione e trepidazione il giorno della loro Ordinazione avvenuta in San Pietro il 17 aprile di quest’anno e presieduta da Papa Francesco insieme a quattro candidati del seminario diocesano “Redemptoris Mater”, uno del Seminario della Madonna del Divino Amore, uno del Collegio Capranica, uno dei Padri Rogazionisti ed uno degli Oratoriani. Il mistero della croce di Cristo è stato anche un passag-

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gio chiave dell’omelia che il Santo Padre ha tenuto durante la Celebrazione Eucaristica, quasi parafrasando le parole del Rito: «Riconoscete dunque ciò che fate. Imitate ciò che celebrate perché partecipando al mistero della morte e risurrezione del Signore, portiate la morte di Cristo nelle vostre membra e camminiate con Lui in novità di vita». La croce dunque è colonna portante del sacerdozio ministeriale e porta d’accesso alla verità su Cristo: «Senza croce non troverete mai il vero Gesù». Tuttavia, continua il Papa, «una croce senza Cristo non ha senso». Nei sette anni di formazione al presbiterato, attraverso la partecipazione alla Messa quotidiana, l’Adorazione Eucaristica, la meditazione della Scrittura, lo studio filosofico e teologico e attraverso quella palestra di vita e di servizio che sono la vita comunitaria e il tiroci-


In diocesi rola della Croce, che è perfetta letizia per chiunque in essa si appoggia, a maggior ragione per chi, come loro, ha ricevuto la grazia del sacramento dell’Ordine. Non siano i successi o gli insuccessi pastorali a motivare o scoraggiare le loro giornate; non cerchino nel consenso umano la linfa vitale per la loro esistenza cristiana e presbiterale; non disprezzino le inevitabili difficoltà

nio pastorale, i nostri nuovi presbiteri hanno potuto imparare che solo dalla croce sgorga quella vera fecondità che assume il limite, la debolezza e il fallimento umano e li trasforma dal di dentro rendendoli canali di Grazia. L’insistenza sul mistero della croce nella vita del sacerdote ordinato non incupisce la festa che la comunità del Seminario e le comunità di origine e di servizio pastorale dei nuovi ordinati hanno gustato e stanno ancora oggi sperimentando. Nel clima di famiglia e di semplicità che caratterizza il nostro seminario e le parrocchie, soprattutto in questi momenti di festa, personalmente cercavo di carpire uno sguardo, un sorriso, una parola dei nostri amici presbiteri, per poter entrare nel loro animo, nel loro cuore, e comprendere cosa stessero vivendo; considero una grazia immensa da custodire gelosamente l’aver potuto ricevere le confidenze di qualcuno di loro sui primi passi nel loro ministero, segnato principalmente dall’esperienza della consolazione nei confronti delle persone che vivono il dolore, la disperazione, il dramma del non senso. La grazia di Dio continui a far risuonare nel loro cuore la pa-

che incontreranno, le debolezze che sperimenteranno in loro stessi, nei confratelli e nelle persone a loro affidate, ma accolgano tutto ciò con quella docilità spirituale e quella misteriosa letizia che caratterizza i figli di Dio e ogni vero pastore. Auguriamo di tutto cuore ai nostri amici don Simone, don Eugenio e don Andrea un ministero fecondo e ricco delle meraviglie che Dio sempre compie. Buon cammino!

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Sursum Corda Andrea Francia

LA “PRIMAVERA” DELLA FEDE La testimonianza sulla Chiesa in Cina di un nostro ex-alunno

n’autentica fioritura di conversioni, di fede, di interesse verso il Cristianesimo: questa è l’esperienza più incoraggiante e meravigliosa che sto vivendo nel grande continente cinese a servizio del Papa. Come la primavera riesce ogni anno ad innestare una linfa nuova anche nelle pieghe più nascoste della natura, così, analogamente, la “primavera” della fede cinese è un’esplosione di vita e di dinamismo missionario nelle vene delle comunità cattoliche. È stupendo toccare con mano che la luce di questa Pasqua ha spinto migliaia di adulti a ricevere il Battesimo e tantissimi altri stanno varcando le porte della misericordia, pieni di speranza. Nuovi cattolici per una nuova pagina della vita della Chiesa. Questo dono impreziosisce molto la comunità cristiana, che testimonia con fervore la fedeltà al Signore Gesù Cristo, nel rispetto della cultura del proprio Paese. La chiesa cinese, pur nella diversità storica delle varie comunità, è dunque avvolta da un’intensa luce di speranza. Lo Spirito Santo dona a queste comunità una vitalità straordinaria, illuminando il volto della chiesa in Cina, un volto che, laddove il clero non può arrivare, a cau-

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sa del numero ancora insufficiente di sacerdoti, trova laici impegnati per coordinare la catechesi, la preghiera ed il culto, facendo giungere il sorriso di Dio alle folle che ancora non conoscono Gesù. La chiesa cinese sta crescendo nella carità, che aiuta a portare avanti la missione dell’evangelizzazione con gioia e con perseveranza; ora, in questo Anno giubilare, viviamo in modo speciale l’impegno di testimoniare la speranza e la misericordia, quasi come in una nuova primavera per le 146 Diocesi cinesi. Per i cristiani la felicità non consiste nel progresso “orizzontale” e nel denaro, perché queste cose non sono in grado di colmare la fame e la sete di valori che è nel cuore di ogni uomo e che si esprime nell’anelito alla trascendenza. La Chiesa offre il calore dell’Amore di Dio, Padre misericordioso, che si è manifestato pienamente in Cristo, Suo Figlio, e la Sua Grazia, che ci libera e che lo Spirito effonde in ogni uomo che si apre alla Sua azione illuminante. Preghiamo il Signore perché mandi “operai” nella sua messe, suscitando belle vocazioni sacerdotali, pronte a servire i cattolici cinesi con piena dedizione e con grande amore.

SCRITTI DI NOSTRI EX-ALUNNI FRAGNELLI P. (ed.), Tabernacolo della memoria. La chiesa locale tra storia e teologia, Il pozzo di Giacobbe, Trapani, 2015. SALVOLDI V., Uno di noi è Dio. Il Vangelo per la famiglia, Edizioni Messaggero, Padova, 2010. ID., Uno di noi è Dio. Il Vangelo del terzo millennio, LDC, Editrice Velar, Gorle (BG), 2015. ID., Dio è più grande del tuo cuore. La festa della riconciliazione, Edizioni Messaggero Padova, Editrice Velar, Gorle (BG), 2015. ID., Opere di misericordia. Sapienza di Madre M. Agostina e di Papa Francesco, Edizioni Messaggero, Padova, 2015. VIDE V. - VILLAR J., El Concilio Vaticano II. Una perspectiva teológica, San Pablo, Madrid, 2013.

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VIDE V., Comunicar la fe en la ciudad secular, Sal Terrae, Santander, 2013.


In viaggio

“SONO VENUTO A PORTARE IL FUOCO SULLA TERRA E COME VORREI CHE FOSSE GIÀ ACCESO!” (LC 12,49)

Paolo Ricciardi

abato 11 giugno nella Cattedrale di S. Giovanni viene ordinato Vescovo Ausiliare della Diocesi di Roma Mons. Gianrico Ruzza, finora Parroco di S. Roberto Bellarmino, ex-alunno, già Educatore e Vicerettore del nostro Seminario. Pubblichiamo un suo bel profilo tracciato da don Paolo Ricciardi, parroco della parrocchia di San Carlo da Sezze

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Questo versetto del Vangelo si trova nel retro dell’immaginetta di don Gianrico Ruzza, in occasione della sua ordinazione sacerdotale, il 16 maggio 1987. Credo che possa riassumere il ministero sacerdotale del nuovo Vescovo ausiliare di Roma, consacrato l’11 giugno. Un ministero sempre in movimento, nel desiderio di “accendere un fuoco”nei cuori delle persone e delle comunità, in questi quasi trent’anni di servizio alla chiesa di Roma. Il cardinale Vallini, nel giorno della nomina, lo ha definito “prete romano doc”. In effetti, oltre alla sua origine romana, don Gianrico è un profondo conoscitore della realtà cittadina. In queste pagine del Sursum lo ricordiamo certamente come ex alunno ed ex superiore (è stato vicerettore dal 1990 al 1997) – sempre presente, in grande movimento, attento a tutto e a tutti – con il quale ci sono stati confronti e forse anche delle tensioni, come capita nella vita di seminario; ma durante gli anni in cui è stato educatore, don Gianrico ha anche sempre avuto uno sguardo“fuori”, alla realtà diocesana, consapevole che la vita del Seminario Romano non poteva non muoversi in sintonia con la vita della Diocesi di Roma. Quando il mercoledì di ogni quindici giorni il seminario apriva le porte a centinaia di

giovani di Roma per la Scuola di preghiera, don Gianrico era sempre pronto, nel seguire costantemente tanti di questi giovani, nella confessione e nella direzione

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Sursum Corda spirituale; con molti di loro ha mantenuto un contatto costante, segno di un’attenzione sacerdotale alla persona e alla sua crescita umana e spirituale; in modo particolare con lui è nato il “gruppo coppie del seminario”, un’esperienza originale, che par-

tendo dagli incontri di preghiera del mercoledì si è sviluppata come un accompagnamento e un discernimento degli sposi, in un luogo – il seminario – in cui tutto parla di vocazione. Ricordiamo anche che sono stati suoi i primi contatti con la realtà del “Cottolengo” di Torino, per l’esperienza di servizio che ha caratterizzato per tanti anni la classe dei “nuovi” prima di entrare in Seminario. Ma un ricordo particolare va alla preparazione accurata delle “Missioni Popolari”, che impegnavano tutto il Seminario all’ini-

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zio dell’anno pastorale. Le “Missioni” nelle parrocchie romane (in particolare nel decennio 1987-1996), che hanno suscitato tante vocazioni in quegli anni, erano anche frutto del lavoro “dietro le quinte” di don Gianrico, che – già quasi un anno prima – iniziava ad incontrare i sacerdoti delle parrocchie, i consigli pastorali, le religiose coinvolte, le famiglie, affinché la Missione non risultasse un evento “caduto dall’alto”, ma un frutto della preparazione della comunità interessata; e, allo stesso tempo, un servizio prezioso per noi seminaristi, per cui queste erano esperienze uniche, sempre forti e formative. È anche per questo motivo che, nella preparazione del Grande Giubileo del 2000, si è pensato proprio a don Gianrico per coordinare, insieme a suor Lorenzina Colosi, l’esperienza della Missione Cittadina, un evento che ha coinvolto tutte le parrocchie romane, dando alla Chiesa di Roma una forte identità “in uscita”, nello spirito del Concilio Vaticano II, su cui tanto insiste oggi Papa Francesco. Anche in questo contesto, il costante e fedele lavoro di don Gianrico non era uno “stare dietro la scrivania”, ma un interesse concreto alle diverse realtà di Roma, sia delle comunità parrocchiali come degli ambienti di vita e di lavoro. E quando nel 2006 è arrivata la nomina a parroco di san Roberto Bellarmino, pur essendo la prima esperienza parrocchiale in diciannove anni di sacerdozio, don Gianrico ha mostrato subito competenza, nell’attenzione a tutti, piccoli e grandi. Intelligente e sensibile, pronto all’ascolto e al dialogo, la parrocchia lo ha reso sempre più pastore secondo il Cuore di Dio, con un’attenzione ai deboli e ai poveri, come anche alla formazione degli adulti e delle famiglie. Ora che don Gianrico è vescovo, siamo certi che la sua esperienza “cittadina” si declinerà in una pronta attenzione alle necessità di Roma e in particolare del suo centro storico, da valorizzare e rivitalizzare. Auguri dunque al nuovo vescovo, certo di essere custodito dallo sguardo materno della Madonna della Fiducia.


In pace Christi In data 31 Gennaio 2016 è deceduto Mons. Gianfranco Bella, già Vicario giudiziale del Tribunale ordinario della Diocesi di Roma. Nato a Torino il 2 giugno 1941, Mons. Bella è stato ordinato sacerdote il 24 giugno 1967; è stato nostro formatore, come assistente, dal 1° ottobre 1974 al 31 luglio 1976. Lo ricordiamo con affetto nella preghiera.

Abbiamo ricevuto notizia della morte di questi ex-alunni: In data 5 agosto 2015 è venuto a mancare don Mariano Desideri, della Diocesi di Roma, nato il 6 maggio 1934 ed ordinato prete il 6 dicembre 1986. E’ venuto a mancare il 7 ottobre 2015 mons. Gian Luigi Pazzi della Diocesi di Forlì – Bertinoro, nato il 30 marzo 1937 ed ordinato presbitero il 17 marzo 1962. Il 15 dicembre 2015 è morto mons. Giovanni Venturi della Diocesi di Roma, nato l’ 8 giugno 1924 ed ordinato sacerdote il 27 marzo 1948. In data 4 gennaio 2016 è morto mons. Anselmo Saluzzi della Diocesi di Acerenza, nato l’11 gennaio 1925 ed ordinato sacerdote l’8 aprile 1950. Il 22 gennaio 2016 è morto mons. Alfonso Porta della Diocesi di Roma, nato il 15 giugno 1916 ed ordinato prete il 3 giugno 1944. E’ venuto a mancare il 13 aprile 2016 don Giuseppe Maioli, della Diocesi di Rimini, nato il 19 febbraio 1947 ed ordinato presbitero il 19 marzo 1971. In data 25 aprile 2016 è deceduto mons. Antonio Zennaro della Diocesi di Chioggia, nato il 5 giugno 1919 e ordinato sacerdote il 4 marzo 1944.

Requiescant in Domino Si prega di comunicare alla Redazione del Sursum Corda la notizia della morte di ex-alunni di cui si venga a conoscenza.

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SE TU CONOSCESSI IL DONO... L’ANNO PROPEDEUTICO L'esperienza dell'Anno Propedeutico é rivolta a tutti quei giovani che, alla luce di un percorso di discernimento vocazionale, maturano l'esigenza di verificare più in profondità la vocazione al presbiterato. L'Anno Propedeutico si svolge dall'inizio del mese di novembre alla fine di maggio: per tutto questo tempo i giovani abitano dal martedì al venerdì in seminario, in un ambiente a loro riservato; nella restante parte della settimana vivono con il presbiterio di una parrocchia romana. Il percorso si articola e si sviluppa in sei ambiti: 1. Fermarsi per stare con il Signore: nella celebrazione dell'Eucaristia, nella preghiera personale e comunitaria, nell'adorazione eucaristica e nella lectio divina 2. Crescita umana nella consapevolezza e conoscenza di sé; elementi per il discernimento spirituale e introduzione alla vita di preghiera 3. Elementi di formazione intellettuale: studio base delle lingue antiche e corsi introduttivi di filosofia; spunti di riflessione a partire dalla lettura del Catechismo della Chiesa Cattolica 4. Esperienza di servizio caritativo 5. Vita comunitaria in seminario 6. Esperienza di vita con i sacerdoti di una comunità parrocchiale romana

APRI GLI OCCHI Il venerdì, ogni 15 giorni dalle 19.00 alle 21.30 Invitiamo i giovani (19-30 anni) delle parrocchie romane al percorso vocazionale di base "Apri gli occhi". Si tratta di un itinerario pensato al fine di aiutare i giovani a percepire la propria vita come dono e vocazione e a rispondervi. Siamo ormai giunti al VII anno di questa esperienza e ne abbiamo verificato tutta l'efficacia: alla fine del percorso i partecipanti avranno acqisito tutti gli aiuti per entrare in un discernimento serio del proprio stato di vita. L'itinerario è aperto ai gruppi parrocchiali o anche ai singoli (per ulteriori informazioni e per segnalare l'eventuale adesione scrivere a aprigliocchi@seminarioromano.it). Ecco le date del prossimao anno: • • • • • • •

21 ottobre - L'ascolto della Parola 4 novembre - I falsi miti 18 novembre - Interrompiamo i binari morti 2 dicembre - Mettere ordine nella propria vita 16 dicembre - Desideri e limiti 13 gennaio - L'accompagnamento spirituale 21-22 gennaio - (ritiro) - Come Abramo... provo a fidarmi


L’attività vocazionale del Seminario Romano IL MIO TESORO IN UN CAMPO Seminaristi in missione vocazionale Un gruppo di seminaristi diviso in piccole équipe vive il tirocinio pastorale secondo un nuovo progetto, che prevede incontri con bambini, ragazzi e giovani presso alcune parrocchie romane durante l’anno formativo. La proposta si articola in due giornate, una presso la parrocchia che aderisce all’iniziativa e una presso il seminario.

Per info: segreteria@seminarioromano.it



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