Sursum corda 1 2016

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Sursum Corda Grazie, amici benefattori! Eleonora Barbagallo; S. E. Mons. Giacinto Berloco; don Gian Gabriele Bruscagin; S. E. Mons. Francesco Canalini; S. E. Mons. Michele Castoro; S. E. Mons. Domenico Cornacchia; don Andrea Francia; don Giuseppe Francone; Emanuele La Mantia; Mons. Richard Malone; don Alberto Papotti; don Paolo Rudelli; don Fabio Salerno; don Paolo Tammi; don Carlo Troise; Mons. Vinicio Zambri. PARROCCHIE ROMANE: Parrocchia Beata Teresa di Calcutta; Parrocchia Natività di Nostro Signore Gesù Cristo; Parrocchia Nostra Signora di Coromoto; Parrocchia San Cirillo Alessandrino; Parrocchia San Gregorio Magno-Casa della Carità; Parrocchia Santi Cirillo e Metodio. OFFERTE PER BORSE DI STUDIO: Mons. Giovanni Rossi.

SURSUM CORDA

CONTO CORRENTE POSTALE SEMINARIO n. 38198008 Intestato a Seminario Romano Maggiore 00184 Roma - Piazza S. Giovanni in Laterano, 4 IBAN IT70 JO76 0103 2000 0003 8198 008 BIC – SWIFY BPPIITRRXXX

Anno C n. 1-2016 www.seminarioromano.it Direttore Editoriale: Concetto Occhipinti

Redazione: Michele Ferrari, Daniele Lisi, Mario Pangallo, Cristiano Patrassi

Direttore Responsabile: Davide Martini

Hanno collaborato a questo numero: Argese Francesco, Aroztegui Juan Pablo, Bellato Simone, Biancucci Andreas, Caserio Alessandro, Corvino Salvatore, Ferrari Michele, Fiorentino Ottavio, Lavatori Renzo, Lavia Luigi, Loi Dario, Murgia Enrico, Occhipinti Concetto, Panfili Tonino, Pica Mattia, Secci Manuel, Tani Giovanni, Vecchione Gabriele, Zema Angelo. In copertina: dipinto raffigurante la vocazione di san Matteo. Caravaggio, chiesa di san Luigi dei francesi, 1599-1600

Rivista semestrale del Pontificio Seminario Romano Maggiore Piazza San Giovanni in Laterano, 4 - 00184 Roma Tel. 06.698621 - Fax. 06.69886159 E-mail: sursum@seminarioromano.it Spedizione in Abbonamento Postale - c/c p. 30360002 Registrazione del Tribunale di Roma - N. 11581 del 22.V.1967 Progetto grafico e impaginazione: Bruno Apostoli - info@brunoapostoli.it

Finito di stampare nel mese di Dicembre 2015 TRULLO COMUNICAZIONE srl - Servizi di STAMPA • GRAFICA • WEB - Via Domenico Fontana, 32 - 00185 Roma - Tel. +39 06.70.49.62.64 - Cell. 335 5762727 - 335 7166301


«ANDATE A IMPARARE CHE COSA VUOL DIRE:

“MISERICORDIA IO VOGLIO E NON SACRIFICI”» l 1° dicembre 2015 ricorreva il 50° Anniversario della Dedicazione della Cappella Maggiore del nostro Seminario. Nella celebrazione eucaristica della vigilia il Cardinal Vicario Agostino Vallini, commentando il brano evangelico nel quale Gesù pone ai discepoli la domanda: ma voi, chi dite che io sia? (Mt 16,15), ci ha condotto verso un’altra domanda: e noi chi siamo per il Signore? Abbiamo potuto così far memoria e contemplare le opere di grazia che il Signore ha compiuto e continua a compiere in tante generazioni di seminaristi, che in questi 50 anni hanno vissuto la Cappella Maggiore del Seminario come il cuore pulsante e il centro vitale della formazione. Il Beato Papa Paolo VI, in occasione della sua visita al Seminario del giorno seguente la Dedicazione della Cappella, nei giorni conclusivi del Concilio Ecumenico Vaticano II, rivolgeva ai seminaristi le seguenti parole: Specialmente un punto, Ci sembra focale in tutta la visione conciliare: quello sulla Chiesa, che mostra il suo volto stupendo e misterioso di sacramento di Cristo; così che voi, che al servizio della Chiesa vi preparate e delle sue sembianze umane e concrete dovete essere studiosi, abbiate come faro affascinante la faccia di Cristo trasparente nel volto della Chiesa, ed abbiate di Cristo l’appassionato amore, che di Lui vi faccia discepoli, imitatori, seguaci, amici, testimoni, apostoli, servitori, come lo può e lo deve essere chi, col Sacerdozio, più d’ogni altro cristiano, alter Christus sarà chiamato e diventerà. Il pensiero che queste parole si siano realizzate nella vita di tanti presbiteri che, portando nel cuore l’opera della grazia accolta negli anni di seminario, hanno edificato la Chiesa di pietre vive nelle comunità loro affidate è motivo di grande gioia e consolazione. Papa Francesco nella Misericordiae Vultus ci invita a volgere lo sguardo sulla “faccia di Cristo come faro affascinante”, che troviamo presente nella vita del Popolo di Dio. Gesù trovandosi a tavola con Matteo e altri pubblicani e peccatori, dice ai farisei che lo contestavano: «Andate e imparate che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori» (Mt 9,13). ...Il richiamo che Gesù fa al testo del profeta Osea – «voglio l’amore e non il sacrificio» (6,6) – è molto significativo in proposito. Gesù afferma che d’ora in avanti la regola di vita dei suoi discepoli dovrà essere quella che prevede il primato della misericordia, come Lui stesso testimonia, condividendo il pasto con i peccatori. La misericordia, ancora una volta, viene rivelata come dimensione fondamentale della missione di Gesù (MV 20). Sollecitati dalle parole di Papa Francesco, abbiamo voluto scegliere come tema dell’anno formativo proprio il versetto di Mt 9,13. Vogliamo imparare e gustare la bellezza della scelta di Gesù che, come per Matteo, ci chiama al discepolato e al ministero apostolico, mentre siamo peccatori. Il percorso vocazionale di ciascuno è anzitutto esperienza della grazia e della misericordia che tocca la vita personale, colmando la povertà, la miseria, la piccolezza, e offrendo la libertà per rispondere con un “sì“ fecondo. Papa Francesco incontrando i nostri seminaristi il 9 novembre scorso, li invitava a ricordare che come presbiteri si rimane peccatori e a ricorrere con umiltà al sacramento del perdono, che permette di rialzarsi subito per un servizio sempre più generoso. Il primato della misericordia nella regola di vita personale possa essere per i nostri giovani che si formano al ministero presbiterale il frutto buono dell‘Anno straordinario della Misericordia. Concetto Occhipinti

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Sursum Corda

IN QUESTO NUMERO 8

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Sursum Corda 3

Editoriale Concetto Occhipinti

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In questo numero La Redazione

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Sentirsi figli amati Salvatore Corvino

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Presbiteri uomini e ministri di misericordia Giovanni Tani

In diocesi 24 25

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Il Sinodo sulla Famiglia: «una profonda esperienza di Ecclesia» Francesco Argese, Gabriele Vecchione

Diario 10

Diario Giugno - Dicembre 2015 Michele Ferrari

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Scritti di nostri ex alunni La Redazione

In comunità

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Chi serve con il sorriso Mattia Pica

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“Gender theory” – Fra mito e realtà Alessandro Caserio

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«Chi sono io per te?» Una domanda a cui trovare risposta nel “cuore del Seminario” Michele Ferrari

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Presbiterio e Classi La Redazione

Vacanze Croate Manuel Secci Il Seminario da Santiago al Brasile Juan Pablo Aroztegui, Dario Loi

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Le Note della Misericordia Simone Bellato

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Missionari a Roma Ottavio Fiorentino

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Esperienze caritative “gruppo 2 A” Luigi Lavia

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“La Santità è per tutti” Andreas Biancucci

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Incarichi pastorali 2015-2016 La Redazione

In viaggio 33

“Nihil Caritate Dulcius” Tonino Panfili

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Anniversari La Redazione

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Nel cuore di un sacerdote… la Carità Enrico Murgia

In Pace Christi 37

In ricordo del Vescovo Giovanni De Vivo Renzo Lavatori

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“Nell’attesa della festa” Angelo Zema

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In Pace Christi La Redazione


SENTIRSI FIGLI AMATI

Salvatore Corvino

L’incontro di Papa Francesco con i seminaristi del Seminario Romano ratello carissimo […] rifletti che sei stato scelto fra gli uomini […]. Nella Chiesa a te affidata […] vorrei affidarti i presbiteri, i seminaristi: tu hai quel carisma! […] ama con amore di padre e di fratello tutti coloro che Dio ti affida […]. Tu insegni ai presbiteri, ai seminaristi, la strada della misericordia. Con parole sì, ma soprattutto con il tuo atteggiamento». Sono queste le parole belle e forti che Papa Francesco ha rivolto a Mons. Angelo De Donatis, nell’omelia della sua consacrazione episcopale. L’eco di queste frasi è stata forte nel nostro cuore e nella nostra mente. Il Signore ha guardato con predilezione i seminaristi e i sacerdoti della Chiesa di Roma, della quale tutti noi, del Seminario Romano, ci sentiamo parte integrante. Tuttavia l’eco è stata maggiore pensando a ciò che sarebbe accaduto poco dopo la celebrazione. Un paio di giorni prima, infatti, tra lo stupore dei più, abbiamo ricevuto la notizia che il Papa ci avrebbe incontrato. “Come ci incontrerà? Cosa ci dirà? Che tipo d’incontro vivremo?”tante le domande. Una sola la risposta, ripensando al momento: grande gratitudine per qualcosa di bello, unico, informale, fatto di sguardi pronti e disponibili ad accogliere quanto il Papa custodiva nel suo cuore per noi. Quell’eco è diventata, così, voce scandita, netta, personale, attenta per ciascuno di noi che, in questo seminario, si forma al sacerdozio. L’informalità, dunque, è stata il primo tratto im-

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portante di questo momento: il Papa ha voluto incontrare i suoi seminaristi come un padre fa con i figli. Il clima era proprio questo: ci siamo sentiti figli di un padre semplicemente desideroso di dialogare. È stato bello riascoltare, adattate a noi, alcune parole preziose - vicine a quelle su citate, dell’omelia. Le incastoniamo nella mente e nel cuore, perché decisive nel percorso di seminario, oggi, e nella vita sacerdotale, domani. Esortati ad essere uomini di preghiera, vicini alla gente, per essere padri misericordiosi, il nostro cuore si è riempito di gioia, sentendo, al contempo, tutta la responsabilità di ciò che il Signore pian piano ci sta affidando. Lo sguardo misericordioso, al quale siamo stati invitati, il Signore lo volge prima di tutto a noi; il Papa stesso ci ha chiesto di fidarci di sacerdoti e padri che, come ha domandato a don Angelo, ci insegnino la strada della misericordia, per rialzarci dalle cadute e andare avanti, restituendo, con generosità, il perdono che il Signore usa nei nostri confronti. Abbiamo avuto la possibilità di affidare al Santo Padre le nostre richieste di preghiera, di esprimere il nostro ringraziamento per la sua presenza e per il suo amore alla Chiesa. Sentire, infine, la prossimità di un Papa che, chiedendo di pregare per lui,assicura la sua benedizione e vicinanza personale per le diverse situazioni che ciascuno porta nel cuore, è stato il coronamento di un bel pomeriggio … da figli.

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Sursum Corda Giovanni Tani

PRESBITERI UOMINI E MINISTRI DI MISERICORDIA l Giubileo Straordinario della Misericordia chiede di riflettere in modo nuovo e profondo su questa virtù per capirne la vera essenza. Possiamo parlare di una certa riscoperta della misericordia a partire dalle parole di Papa Francesco, che dice: “Misericordia: è la parola che rivela il Mistero della SS. Trinità” (Misericordiae Vultus, 2); il che significa che essa fa parte dell’essere stesso di Dio e quindi dell’uomo, fatto a immagine di Dio. L’uomo è vero quando corrisponde a questo “marchio di fabbrica”; parlare di misericordia è parlare della fondazione stessa della vita umana e cristiana e non solo degli aspetti etici dell’esistenza. In sostanza la legge dell’amore nella Trinità è il fondamento di tutto. Nella redenzione questo amore prende il nome di misericordia, perché è un amore che salva l’uomo caduto nell’abisso del peccato; l‘abbassarsi di Dio nell’incarnazione riapre all’umanità la possibilità di ritrovare la sua verità creaturale e di vincere la non-verità dell’individualismo, della contrapposizione e della violenza. Gesù è la rivelazione dell’amore che ha la sua sorgente nella Trinità; “Cristo è il volto della misericordia del Padre” (Misericordiae Vultus, 1); chi incontra Lui viene rinnovato e diventa a sua volta testimone della misericordia che ha ricevuto. Qui c’è tutta la dinamica di ogni vocazione cristiana e di ogni apostolato, e dunque di ogni autentica vita presbiterale. Rag-

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giunto dalla misericordia di Dio, il presbitero è portato sulla strada che rende vera la sua esistenza, facendolo uscire da ogni individualismo e chiusura, per entrare nella verità della relazione, del rendersi prossimo, del dono di sé. Ciò che è importante sottolineare è che questo modo di essere, che corrisponde a quello della Trinità, è semplicemente il modo vero di essere e quindi di esistere: solo nella forma della Trinità l’uomo è veramente se stesso. Da parte sua la Trinità è tutta protesa a riportare l’uomo nella sua comunione. Consideriamo per esempio la vicenda di Pietro. È bello considerare che lo sguardo di Gesù rivolto a Pietro in riva al mare di Galilea ha la sua origine nel cuore stesso della Trinità. Quel momento è già il primo passo della guarigione esistenziale di Pietro, perché gli dona un senso di vita piena. Una guarigione che diventerà definitiva quando Pietro, dopo aver rinnegato Gesù, sarà colpito da quello stesso sguardo misericordioso e scoppierà in un pianto liberatorio (cf Lc 22,61). Pietro, il giorno di Pentecoste, superate tutte le paure e profondamente guarito, potrà dire, con la forza dello Spirito, alla gente presente a Gerusalemme: “Pentitevi“ (At 2,38), comunicando così la sua esperienza di uomo raggiunto dalla misericordia di Dio. Così per Paolo: la luce che lo abbaglia sulla strada di Damasco è emanazione


della luce divina che lo raggiunge attraverso il Risorto. Pensando a quel momento lo descriverà come una ri-creazione della sua esistenza e userà le parole della Genesi: “Rifulga la luce dalle tenebre” (2Cor 4,6). Quella luce originaria sprigionerà in lui l’urgenza della carità che lo spingerà per vocazione a essere apostolo di Gesù Cristo. Paolo ha sempre vissuto il suo apostolato nella chiara coscienza di portare l’annuncio di salvezza che lo aveva salvato. La vocazione dell’apostolo è fare il bene, ma è chiaro che questo bene non nasce da lui; è un bene che lo raggiunge, lo attraversa e lo cambia continuamente. L’aver ricevuto misericordia lo rende misericordioso. Tutto questo è un dinamismo vero per ogni battezzato, ma a titolo speciale è vero per colui che è chiamato a essere “una ripresentazione sacramentale di Gesù Cristo Capo e Pastore” (Pastores dabo vobis 15), che “dà la propria vita per le pecore” (Gv 10,11). Il presbitero è allo stesso tempo la pecorella ritrovata e il segno del Buon Pastore che va alla ricerca della pecora perduta. Non è padrone della misericordia di Dio, ma ne è amministratore con cuore umile e grato: “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8). È vero che nel momento più alto del suo ministero, cioè nella celebrazione dei sacramenti, egli agisce “in persona Christi”, e ciò che fa avviene “ex opere operato”; tuttavia in questa massima “spersonalizzazione” è proprio lui che presta voce, mani, volto e tutta la sua persona al Mistero che avviene; e in questo sarà un segno più evidente se si lascerà trasformare dal Mistero stesso: “imita ciò che celebrerai, conforma la tua vita al mistero della croce di Cristo Signore” (Rito dell’Ordinazione presbiterale). Se riflettiamo sul sacramento della penitenza vediamo che la persona del sacerdote è tutta messa in gioco per manifestare l’accoglienza, l’ascolto, la benevolenza, la misericordia; atteggiamenti che sono frutto di un duraturo lasciarsi trasformare dall’amore di Cristo e dalla sua Verità. Il confessore vero testimone della misericordia di Dio non si improvvisa; è necessario che si mantenga

in un continuo cammino di conversione, ricorrendo per primo al sacramento del perdono; e mantenga l’umile consapevolezza che solo il Signore sa perché proprio di lui ha voluto servirsi, delle sue capacità accompagnate da tanti limiti. Questo impedirà che nel suo ministero egli scada ad essere un funzionario del sacro. Gli sarà molto utile fare memoria di essere solo l’ultimo segmento di un movimento di amore mi-

sericordioso che parte dal cuore della Trinità e che raggiunge il penitente attraverso innumerevoli percorsi di vita. Il Papa nella preghiera per il Giubileo prega per i presbiteri con queste parole: “Signore Gesù Cristo… Hai voluto che i tuoi ministri fossero anch’essi rivestiti di debolezza per sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore: fa’ che chiunque si accosti a uno di loro, si senta atteso, amato, e perdonato da Dio”. Il presbitero nella sua umanità è sempre più consapevole di quanto la misericordia di Dio è profonda nel rinnovarlo e nel suo ministero è strumento efficace affinché la misericordia di Dio raggiunga gli uomini, li renda veri e li liberi.

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Sursum Corda Francesco Argese Gabriele Vecchione

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IL SINODO SULLA FAMIGLIA: «UNA PROFONDA ESPERIENZA DI “ECCLESIA”» Q

ueste le parole con cui ci è stato introdotto e presentato il senso della nostra partecipazione al Sinodo dei Vescovi, celebrato in Vaticano dal 4 al 25 ottobre scorso e avente come tema: «La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo». Al termine delle tre settimane di lavori con gioia e ricono-

cesco ha ringraziato a conclusione del Sinodo; ma ha significato soprattutto vivere un’esperienza di piena appartenenza alla Chiesa universale che – secondo l’etimo greco del termine “sinodo” – “cammina insieme” cum Petro et sub Petro. In occasione della Commemorazione per il cinquantesimo dell’istituzione del Sinodo dei

scenza possiamo dire che così realmente è stato. Partecipare a un evento sinodale in qualità di assistenti della Segreteria generale del Sinodo non ha significato soltanto essere tra quelle «persone che hanno lavorato in silenzio contribuendo generosamente ai lavori» e che il Santo Padre Fran-

Vescovi, Francesco ha affermato con forza che «il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio». Queste parole dicono profeticamente la necessità e il desiderio grande di essere Chiesa «parlando con parresia e ascoltando con umiltà».


In questa cornice i lavori hanno visto la partecipazione di 270 Padri sinodali provenienti da tutti i cinque continenti e rappresentanti le Conferenze episcopali locali, la Curia romana, l’Unione dei Superiori generali e alcune delle chiese cattoliche sui iuris, nonché il coinvolgimento di 14 delegati fraterni delle chiese cristiane separate, 23 teologi in qualità di esperti, 17 famiglie e 17 tra giuristi, medici e accademici in qualità di uditori. La discussione in ognuna delle tre settimane ha riguardato nell’ordine le tre parti in cui era suddiviso l’Instrumentum laboris, che fungeva da documento di base dei lavori sia delle congregazioni generali (sessioni plenarie) sia dei 13 circuli minores costituiti su base linguistica. Così, la prima settimana ha avuto a tema «l’ascolto delle sfide sulla famiglia», quali l’influenza dei diversi contesti socioculturali, le politiche favorevoli e contrarie alla famiglia messe in atto dai governi nazionali, la precarietà, la povertà, la terza età, la vedovanza, il lutto, il ruolo delle donne e dei bambini nella società e nella comunità cristiana, nonché una questione di cocente attualità quali i flussi migratori. La seconda settimana ha visto la discussione vertere sul «discernimento della vocazione familiare» alla luce della Rivelazione, della Tradizione della Chiesa e del Magistero. La terza settimana è stata la più complessa per la consapevolezza di quanto sia delicata e centrale nella vita della Chiesa la questione della «missione della famiglia nel mondo attuale». Numerosissimi sono stati in merito gli interventi tanto dei Padri sinodali quanto di altri partecipanti, che hanno riguardato i temi della preparazione al matrimonio, della cura pastorale di chi è sposato solo civilmente e di chi convive more uxorio, dell’integrazione ecclesiale di separati, divorziati e divorziati risposati, dei matrimoni misti, della riforma delle procedure delle cause di nullità matrimoniale, della responsabilità procreativa e della denatalità. Di fronte alle difficoltà del mondo odierno, al pastore si chiede certamente di predicare con fedeltà e perseveranza il Vangelo di Cristo e di custodire puro e integro il

deposito della fede, ma anche e, forse, anzitutto di prendersi cura con amore di padre del popolo santo di Dio con un cuore sempre accogliente e misericordioso, nel nome del Signore. La misericordia di Dio è uno dei tratti peculiari del pontificato di Francesco, ma è soprattutto il cuore del Vangelo.

A conclusione, vorremmo far nostro un passaggio del discorso del Santo Padre a chiusura dei lavori: «L’esperienza del Sinodo ci ha fatto anche capire meglio che i veri difensori della dottrina non sono quelli che difendono la lettera ma lo spirito; non le idee ma l’uomo; non le formule ma la gratuità dell’amore di Dio e del suo perdono. Ciò non significa in alcun modo diminuire l’importanza delle formule: sono necessarie; l’importanza delle leggi e dei comandamenti divini, ma esaltare la grandezza del vero Dio, che non ci tratta secondo i nostri meriti e nemmeno secondo le nostre opere, ma unicamente secondo la generosità illimitata della sua Misericordia. Significa superare le costanti tentazioni del fratello maggiore e degli operai gelosi. Anzi significa valorizzare di più le leggi e i comandamenti creati per l’uomo e non viceversa». Queste parole esprimono tutto il senso della nostra partecipazione al Sinodo come “una profonda esperienza di ecclesia”.

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Sursum Corda Michele Ferrari

Diario 2015

GIUGNO

DOMENICA 14 - MARTEDÌ 16

LUNEDÌ 1

Don Francesco Filannino presiede la Santa Messa comunitaria.

GIOVEDÌ 4

La Comunità del Seminario ha partecipato al convegno della Diocesi di Roma, dal tema: “Noi genitori testimoni della bellezza della vita”.

GIOVEDÌ 18

La Comunità del Seminario partecipa alla Messa del Corpus Domini presieduta dal Santo Padre.

LUNEDÌ 8

Don Matteo Rubechini celebra la sua prima Messa in Seminario.

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Con una cena festosa, si conclude l’anno formativo.

LUGLIO SABATO 4 - SABATO 11 I seminaristi romani trascorrono una settimana di fraternità e di riposo a Venezia e in Croazia (articolo a p. 24).


Diario LUNEDÌ 13 - LUNEDÌ 27

VENERDÌ 14

S.E.R. Mons. Eugene Martin Nugent, nunzio apostolico ad Haiti, ordina sacerdote don Romuald Frejuste.

DOMENICA 30

I seminaristi del secondo anno, guidati dal loro assistente don Cristiano Patrassi, si recano in pellegrinaggio a Santiago de Compostela (articolo alle pp. 25-26).

AGOSTO SABATO 1 - LUNEDÌ 31 Alcuni seminaristi vivono l’esperienza del mese ignaziano guidato dai Padri Gianfranco Ghirlanda SJ e Damian Astigueta SJ, presso la Casa delle Ancelle del Sacro Cuore in Torricella in Sabina.

LUNEDÌ 10 Nella Cattedrale di Maria Santissima Achiropita S.E.R. Mons. Giuseppe Satriano, Vescovo di Rossano - Cariati, ordina diacono Agostino Stasi.

S.E.R. Mons. Vincenzo Pisanello, Vescovo di Oria, conferisce il ministero del lettorato a Michele De Santis.

SETTEMBRE LUNEDÌ 7 - GIOVEDÌ 10 Si tiene a Sacrofano l’incontro dei seminaristi romani col Cardinale Vicario sul tema: “Il Presbitero: uomo di Misericordia a servizio dei poveri” (articolo a p. 27).

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Sursum Corda SABATO 12

LUNEDÌ 14 - SABATO 19

La comunità vive l’annuale tempo di esercizi spirituali: il biennio filosofico è guidato da padre Salvatore Zanda SJ a Montefiolo (RI); il triennio teologico è guidato da don Antonio Pitta a Fara in Sabina (RI). Il Rettore saluta la Comunità e introduce al nuovo anno formativo.

DOMENICA 13

23 SETTEMBRE - 4 OTTOBRE Anche quest’anno si parte per le Missioni nelle parrocchie romane di Nostra Signora di Coromoto, Santi Cirillo e Metodio, Santa Bernadette e Natività di Nostro Signore Gesù Cristo (articolo alle pp. 28-29).

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S.E.R. Mons. Giuseppe Marciante, Vescovo Ausiliare di Roma per il Settore Est, presiede la Santa Messa nella parrocchia di Nostra Signora di Loreto per la presa di possesso del nuovo Parroco don Andrea Carlevale, già nostro assistente per sei anni. La Comunità del Seminario lo saluta con gratitudine e affetto (articolo a p. 19).


Diario OTTOBRE

SABATO 10

GIOVEDÌ 1 Iniziano le lezioni alla Pontificia Università Lateranense.

LUNEDÌ 5 Iniziano le lezioni alla Pontifica Università Gregoriana.

MARTEDÌ 6

Il Cardinale Vicario Agostino Vallini presiede la Santa Messa in Comunità.

LUNEDÌ 12 Gli ordinandi diaconi romani prestano giuramento nella Cappella della Madonna della Fiducia.

S.E.R. mons. Paolo Lojudice presiede la Santa Messa comunitaria.

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Sursum Corda MERCOLEDÌ 14

LUNEDÌ 19

S.E.R. mons. Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata, nostro ex alunno, presiede la Celebrazione Eucaristica in Comunità.

P. Emanuele Marigliano, cistercense, presiede la Santa Messa comunitaria.

DOMENICA 18

MERCOLEDÌ 21 In serata si svolge lo spettacolo di inizio anno, nel quale tramite il coinvolgimento di tutta la comunità vengono presentati i nuovi seminaristi.

VENERDÌ 30

14

Il Cardinale Christoph Schönborn, Arcivescovo di Vienna, in occasione della sua partecipazione in Vaticano al Sinodo sulla Famiglia, ha presieduto il primo appuntamento dei “Vespri della fiducia”.

Nella nostra Cappella maggiore si tiene la veglia di preghiera per i nostri ordinandi diaconi. La presiede mons. Angelo De Donatis, già nostro padre spirituale e vescovo ausiliare eletto per la Diocesi di Roma.


Diario SABATO 31

Nella Basilica di San Giovanni in Laterano S.E.R. il Cardinale Vicario Agostino Vallini ordina diaconi 10 seminaristi, tra cui i nostri alunni don Andrea Calamita, don Simone Galletti, don Eugenio Giorno, don Huang Kongru (articolo a p. 31).

NOVEMBRE

LUNEDI 23

Don Romual Frejuste presiede per la prima volta la Santa Messa in seminario.

SABATO 28 Si tiene in seminario una giornata di riflessione sulla teoria “gender” (articolo a p. 20).

LUNEDÌ 9 Il Santo Padre ordina vescovo S.E.R. mons. Angelo de Donatis nella Basilica Papale di San Giovanni in Laterano. Al termine della Messa di ordinazione il Papa si è intrattenuto con noi seminaristi nella “Sala Rossa” del Vicariato per un saluto (articolo a p.5).

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Sursum Corda

In serata S.E.R. ma mons. Angelo De Donatis presiede la Santa Messa in comunità.

DICEMBRE

LUNEDÌ 30

SABATO 5

Ricorre il 50° di dedicazione della Cappella Maggiore del nostro Seminario (1° dicembre 1965); per l’occasione il cardinale vicario Agostino Vallini presiede l’Eucarestia (articolo a p. 21).

Si svolge il ritiro di Avvento, guidato dalla prof.ssa Michelina Tenace, docente all’Università Gregoriana.

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Diario LUNEDÌ 7

MERCOLEDÌ 9 - GIOVEDÌ 10

Il Rettore presiede la Santa Messa vigiliare della Solennità dell’Immacolata Concezione.

MARTEDÌ 8

Padre Ariel Tosoni, Missionario della Consolata, incontra la Comunità.

DOMENICA 13 Papa Francesco presiede la Santa Messa nella Basilica di San Giovanni per l’apertura della Porta Santa.

Partecipiamo alla celebrazione di apertura dell’anno giubilare della Misericordia, presieduta dal Santo Padre Francesco a San Pietro.

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Sursum Corda GIOVEDÌ 17 Serata di festa e fraternità prima delle vacanze natalizie.

VENERDÌ 18 Fine delle lezioni nelle Università Lateranense e Gregoriana.

A tutti Auguri di buon Natale e felice anno nuovo!

SCRITTI DI NOSTRI EX ALUNNI COZZOLI M., La Vita in Cristo. Catechismo della morale cristiana, Edizioni Dehoniane Bologna, Bologna, 2014. DE VIRGILIO G., Bibbia e teologia morale, EDUSC, Roma, 2011. DE VIRGILIO G., La Preghiera nei Vangeli, Editrice Rogate, Roma, 2013. MARCIANÒ S., Il Magistero di Mons. Santo Marcianò. Arcivescovo di Rossano-Cariati 2006-2013, Ferrari Editore, Rossano, 2014. PALAMARA F., Se potessi ritornerei indietro per riviverla. Gli scritti di Denise Cascasi, Edizioni Thoth, San Nicolò di Ricadi, 2015. ZANNONI G., Evento coniugale e certezza morale del giudice. L’interpretazione ‹‹vitale›› della norma, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2015.

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In comunità

CHI SERVE COL SORRISO

Mattia Pica

Don Andrea Carlevale nuovo parroco della comunità di Santa Maria di Loreto a Castelverde - Lunghezza l termine dello scorso anno formativo, il Cardinale Vicario Agostino Vallini ha nominato don Andrea Carlevale, educatore del nostro seminario, parroco della parrocchia Santa Maria di Loreto a Lunghezza, nella periferia Est della nostra diocesi di Roma. A don Andrea è stato affidato questo nuovo incarico dopo sei anni di presenza nella nostra comunità, anni in cui ha saputo comunicare a tutti, e non solo ai seminaristi a lui affidati, la gioia di essere presbitero, invitandoci a conoscere i nostri limiti, senza esserne intimoriti, ma cercando di trovare anche in essi la “via a Dio”. La frase che più sento di ricordare di don Andrea e quella che, credo, lo rappresenti meglio, è: “Ricordate di dare cose buone a coloro che il Signore vi affiderà, non date la parte in eccesso di voi, ma quella migliore, quella che c’è dentro”. Ritengo profondamente vere queste parole, profondamente sagge, e Don Andrea è ben rappresentato da esse. Negli anni del suo ministero svolti come educatore in seminario, ha cercato di dare cose buone a coloro che incontrava, cercando di fornire l’aiuto di cui si aveva bisogno, dando il maggior numero possibile di strumenti per vivere il ministero che il Signore ci andava affidando, ma soprattutto, guidando ognuno di noi ad una più profonda conoscenza di noi stessi e ad una maggiore consapevolezza della chiamata che il Signore ci aveva rivolto, invitandoci a valorizzare le nostre capacità e a vivere in modo sano le difficoltà e i limiti. Un altro tratto di Don Andrea, che credo

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sia da sottolineare e che lo rappresenta in modo “evidente”, è il suo sorriso. Se qualcuno chiedesse ad una qualsiasi persona della comunità del seminario cosa ricorda di più di don Andrea credo che la prima risposta che riceverebbe sarebbe proprio: “Il sorriso!”; un sacerdote capace di sorridere, ecco don Andrea. Un sacerdote capace di scherzare e di trasmettere la gioia che porta dentro: anche nei momenti di maggiore stanchezza, di maggior lavoro qui in comunità, don Andrea ha sempre avuto la battuta pronta, ha sempre avuto una parola di incoraggiamento.

A don Andrea va il nostro augurio per la nuova missione che il Signore gli ha affidato, assicurandogli il ricordo nella preghiera: lui, che ha saputo dare cose buone alla nostra comunità, sarà capace di dare cose buone alla comunità parrocchiale di Santa Maria di Loreto.

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Sursum Corda Alessandro Caserio

“GENDER THEORY” FRA MITO E REALTÀ abato 28 novembre 2015 non è stata una giornata come le altre in seminario: abbiamo vissuto un importante momento di formazione e di studio sulla teoria del Gender, di cui si parla molto negli ultimi tempi e su cui siamo e saremo impegnati a dare delle risposte nelle nostre esperienze pastorali, presenti e future. Siamo stati accompagnati in questo viaggio da due persone che conoscono molto bene l’argomento: il prof. Paolo Benanti, del Terz’Ordine Regolare, docente all’Università Gregoriana, e don Filippo Morlacchi, direttore dell’Ufficio Scuola del Vicariato di Roma. Nella mattinata, con il prof. Benanti, abbiamo percorso lo sviluppo di questa teoria, e ci è stato detto in maniera chiara che non ci troviamo davanti ad un mito o ad una leggenda, ma ad una fenomenologia

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problematizzante, la quale viene diffusa attraverso un approccio di tipo narrativo ed emotivo. Questa teoria del genere è stata descritta come un incrocio fra una dottrina pseudo-scientifica e un bisogno politico, che ha finito col tramutarla in ideologia. Il bisogno politico è incentrato, apparentemente, sulla parità di genere, che ovviamente è un argomento condivisibile,

ma che, in sostanza, ha come obiettivo quello di azzerare le differenze di genere, realizzando la dissociazione tra due categorie centrali nella persona: una prima categoria, relativa alla dimensione fisica del corpo, che è quella del sesso biologico; ed una seconda categoria, riferibile alla di-

mensione psicologica, che è quella di “identità di genere” relativa alla percezione di sé, in accordo o meno con il proprio sesso biologico. In tale prospettiva, quello che conta veramente è ciò che la persona decide di essere. Nel pomeriggio abbiamo proseguito il nostro viaggio con don Filippo Morlacchi, il quale ci ha mostrato come questa teoria agisce nell’ombra, visto che ad oggi sembra essere negata ed osteggiata da tutti. In primo luogo agisce attraverso le pubblicità, che non di rado sono impostate con l’intento di azzerare le differenze di genere; e in secondo luogo attraverso le pubblicazioni per bambini, che sempre in maggior numero sono orientate verso questa teoria. Infine ci è stata fornita una chiara ed esaustiva panoramica circa l’attuale situazione scolastica in Italia, di fronte alla teoria del Gender. Alla fine di questo breve ma intenso percorso siamo consapevoli che la teoria del Gender, come ogni ideologia, deve essere ben conosciuta e affrontata criticamente, alla luce del messaggio del Vangelo.


In comunità

‹‹CHI SONO IO PER TE?››

Michele Ferrari

Una domanda a cui trovare risposta nel “cuore del Seminario” …‹‹Cinquant’anni di fede e di preghiera...››: così il Cardinale Vicario Agostino Vallini ha iniziato la sua omelia durante la Santa Messa, da lui presieduta, della Dedicazione della Cappella Maggiore del Seminario, avvenuta il 1° dicembre 1965, invitandoci a pensare a quanti in questo tempio si sono docilmente resi disponibili all’azione formativa dello Spirito Santo. ‹‹La Cappella in un seminario non è un elemento, come dire, decorativo, ne è il cuore!››. Il Cardinale ha sottolineato l’attualità per noi della domanda di Gesù ai discepoli: ‹‹Io chi sono per voi?››. Non è questa una domanda secondaria, perché

‹‹Non parte da noi la nostra vocazione, parte da Lui, parte dal Signore […] La nostra storia comincia lì, comincia da sempre in Dio, nel Padre, nel Figlio, nello Spirito …. Il Signore quando ha pensato a me ed ha pensato a ciascuno di voi, ci ha pensati per Lui, ci ha pensati preti, ci ha pensati apostoli, ci ha pensati annunciatori della salvezza››. Commentando alcuni passaggi della I Lettera di Pietro, il Cardinale ha rimarcato come la possibilità di “avvicinarsi al Signore”, raggiunge il suo

Il cardinale vicario Luigi Traglia durante la cerimonia di dedicazione della Cappella il 1° dicembre 1965

momento più forte nell’Eucarestia; e, proseguendo, ha evidenziato la centralità della Croce nella vita di quanti si mettono alla sequela di Cristo: ‹‹Dunque la nostra risposta, cari giovani, è una risposta nella quale entra il mistero della Croce; non mettetelo fuori, non è un incidente, non è una difficoltà che arriva e che sarebbe meglio non arrivasse: il mistero della Croce è dentro la chiamata e dentro la risposta››. Più volte nel corso dell’omelia il Cardinale Vicario si è soffermato sulla bellezza della missione per la quale ci ha pensato e chiamato il Maestro: ‹‹ Non è bello questo? Non è affascinante? Non è una vita che attrae? Cosa c’è di più bello della nostra vocazione?››. Con passione ci è stato detto che il mondo ha bisogno di giovani preti ardimentosi e gioiosi, che con slancio annuncino il Vangelo: ‹‹Io vi auguro di tutto cuore che la vostra risposta sia una risposta giovanile, generosa, una risposta senza calcoli. […] Un punto nodale per la storia della salvezza del mondo: la forza del sacerdozio di Gesù inviato, che continua perennemente il suo ministero per la salvezza del mondo. Preghiamo questa sera con tanta riconoscenza perché qui dentro avvengono i miracoli ed il Signore continua a compierli anche oggi››.

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Sursum Corda I L

P R E S B I T E R I O

SUPERIORI

INCARICHI

DIOCESI

Don Concetto OCCHIPINTI

Rettore

Roma

Mons. Mauro COZZOLI

Direttore Spirituale

Trani-Barletta-Bisceglie

Don Giuseppe FORLAI

Direttore Spirituale

Roma

Don Daniele SALERA

Vicerettore

Roma

Don Franco MASSARA

Economo

Mileto-Nicotera-Tropea

Mons. Mario PANGALLO

Assistente agli studi

Roma

Don Renzo DEL VECCHIO

Educatore

Roma

Don Cristiano PATRASSI

Educatore

Roma

Mons. Mario SCALA

Economo diocesano

Roma

DiscernimentoDiscernimento PRIMO ANNO

SECONDO ANNO

Don Cristiano PATRASSI

Don Cristiano PATRASSI

Diocesi

BAM Jude-Mary Ternder BIANCHI Lorenzo BOLTRI Fabio DANKYANG Joseph Zilii FRANI Ermir GARGIULO Emanuele

Abuja - Nigeria Roma

Diocesi

ARGESE Francesco DE IURI Giorgio

Roma

Civitavecchia- Tarquinia

FIORENTINO Ottavio

Trani-Barletta-Bisceglie

Abuja - Nigeria

FORELLINO Raffaele

Rossano-Cariati

Bari- Bitonto Roma

MADEUS Reginald MONTONE Salvatore Marco

Hinche - Haiti Rossano-Cariati

LOPPO Antonio

Oria

SANTACROCE Luca

Roma

MASILLA Salvatore Simone

Oria

SECCI Manuel

Roma

WOLINSKI Victor

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Brindisi-Ostuni

Hinche - Haiti


In comunità

Formazione Formazione TERZO ANNO

QUARTO ANNO

Don Daniele SALERA

Don Renzo DEL VECCHIO Diocesi

Diocesi

AROZTEGI Juan Pablo BELLATO Simone BOGDAN Giorgio BOTTA Francesco DEL FA Diego DEZIL Benedict D’ORIA Andrea ELITERNE Jean GUENSON Jean Baptiste LISI Daniele MESOLELLA Mario PALAZZO Francesco ZULLO Michele

San Sebastian - Spagna Roma Roma Civita Castellana Roma Ansè-à-Veau et Miragoane - Haiti Ugento-Santa Maria di Leuca Ansè-à-Veau et Miragoane - Haiti Hinche - Haiti Oria Roma Roma Alife-Caiazzo

CASERIO Alessandro CIARDO Michele DE LORENZIS Simone Pietro JOSEPH Johnny LAVIA Luigi NASCA Gabriele OCCHIBOVE Alessandro TARANTELLI BACCARI Renato VANGELI Francesco

Roma Ugento-Santa Maria di Leuca Nardò-Gallipoli Hinche - Haiti Rossano-Cariati Roma Alife-Caiazzo Roma Nardò-Gallipoli

SESTO ANNO Don Concetto OCCHIPINTI Diocesi

Formazione QUINTO ANNO

BIANCUCCI Andreas LOI Dario PICA Mattia PREVITERO Luigi VECCHIONE Gabriele

Roma Roma Roma Nardò-Gallipoli Roma

Don Daniele SALERA Diocesi

SETTIMO ANNO CENANI Emilio CORVINO Salvatore CUNSOLO Massimo DEFFENU Francesco DE SANTIS Michele FERRARI Michele GAGGIA Nicolò MARULLO Cosimo MURGIA Enrico

Roma Lecce Roma Cagliari Oria Roma Perugia Lecce Cagliari

Don Concetto OCCHIPINTI Diocesi

CALAMITA Don Andrea CASARANO Don Angelo GIORNO Don Eugenio GALLETTI Don Simone NIGRO Don Giovanni

Roma Nardò-Gallipoli Roma Roma Taranto

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Sursum Corda Manuel Secci

VACANZE CROATE enezia - Baska - Venezia. Questo l’itinerario delle vacanze del gruppo dei seminaristi romani, partiti il 4 Luglio di buon mattino da san Giovanni alla volta di Venezia prima e dell’isola di Krk dopo. Tra loro, oltre ai superiori, un’ospite d’eccezione, mons. Enrico Feroci, direttore della Caritas diocesana, esempio grande di prete al servizio costante della città e delle persone per tutti i suoi 50 anni di presbiterato; in una serata di comunità ci ha regalato uno spaccato storico relativo alla nostra Chiesa di Roma: oltre alle note positive, ci ha lasciato una testimonianza delle sofferenze che si possono vivere, anche all’interno dell’ambiente ecclesiale, per un annuncio vero del Vangelo, che spesso suona come un messaggio nuovo, quasi da ostacolare ed oscurare. Prima tappa: Venezia. Nell’umidissima città dei dogi siamo stati ospitati nella casa delle Suore del Caburlotto, con le quali abbiamo avuto la gioia di celebrare l’Eucaristia domenicale. Il sabato pomeriggio ci siamo concessi una visita della città in diversi gruppi, occasione per stare insieme in amicizia. Dopo la Messa nella Chiesa del Caburlotto siamo ripartiti alla volta dell’Isola di Krk, meta principale delle nostre va-

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canze: passaggio veloce dal Friuli, fugace visita della Slovenia, approdo in Croazia, dove viaggiando abbiamo visto la famosa Fiume, Rijeka in croato. Seconda tappa: finalmente arrivati a Baska, situata all’estremo sud di Krk, siamo stati accolti al santuario di Nostra Signora di Goricka da don Marinko, rettore del san-

tuario, che insieme ai suoi collaboratori, ha preparato per noi un’ospitalità piena di attenzioni (soprattutto in campo culinario!). Da Baska diverse sono state le possibilità: il mare, molto vicino al santuario, dove spesso abbiamo goduto di un po’ di relax e passato del tempo insieme; alcuni luoghi di importanza archeologica, come la Chiesa di Santa Lucia, dove è custodita la famosa «Lapide di Baska», prima testimonianza scritta dell’alfabeto glacolitico, utilizzato dai Croati prima del cirillico. C’è stato tempo anche per visitare il vescovo di Krk, unica diocesi croata composta solamente da isole, che ci ha mostrato la Cattedrale con l’aiuto di un funzionario dell’Episcopio e poi ci ha offerto dei dolci. Quello delle vacanze è stato un tempo di fraternità, vissuto in una situazione straordinaria rispetto al seminario, che ci ha fatto anche entrare in contatto con una bella realtà ecclesiale. Alcuni sacerdoti ex alunni, da noi incontrati, ci hanno comunicato la loro gioia di dedicarsi in profondità alle persone e alla loro vita spirituale. Siamo tornati certamente arricchiti interiormente e ancor più motivati nel nostro cammino di formazione.


In diocesi

IL SEMINARIO DA SANTIAGO AL BRASILE “G

ot Sanctiagu, ¡e ultreia e suseia! Deus adiuva nos”. I pellegrini del Cammino di Santiago, al culmine del pellegrinaggio scorgevano dal Monte do Gozo la destinazione, la città dell’Apostolo e cantavano così: “Buon Santiago, ancora più avanti, più in alto! Dio, aiutaci”. La

minciando da Oviedo, iniziò il re Alfonso II di Asturias nel secolo IX con il fine di venerare i resti dell’Apostolo Giacomo, i quali erano stati scoperti pochi anni prima a Compostela. 270 km di cammino divisi in undici tappe che portano alla Galizia attraverso le montagne di Asturias e Lugo. Un

gioia di aver raggiunto la meta non superava la convinzione di sapere che l’essere umano deve continuare il cammino verso Dio. Questa è l’esperienza che ha vissuto questa estate un gruppo di tredici seminaristi insieme al loro educatore, una proposta che si pone al termine dei primi due anni di discernimento vocazionale in seminario. Il Cammino è iniziato a Cornellana, paese vicino a Oviedo e prima tappa del così detto “Cammino primitivo”. Percorso che, co-

percorso dove i seminaristi si sono trovati davanti a paesaggi solitari e silenziosi, radicati in una profonda tradizione rurale e cristiana. La giornata tipica cominciava con la colazione alle 6:00, seguita dalla lettura del Vangelo. Una volta iniziata la camminata, la prima parte si svolgeva in silenzio, per poi ritrovarsi a camminare in gruppi. Dopo pranzo si camminava ancora un paio d’ore per arrivare all’albergo dei pellegrini. Lì iniziava il momento di riposo, di fraternità e di

Juan Pablo Aroztegui Dario Loi

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Sursum Corda preghiera, concludendo la giornata con la celebrazione della Eucaristia. Così i seminaristi attraversando Asturias sono passati per Salas, Tineo, Campiello, Berducedo e Grandas de Salime. Dopo avere superato l’Alto di Acebo, il Cammino entra nelle terre della Galizia passando per Fonsagrada, e inizia così una soave discesa che conduce alla storica città di Lugo. A Palas de Rei, a tre giorni dall’arrivo a Santiago, il Cammino primitivo si unisce con il “Cammino francese”. Il pellegrinaggio ha raggiunto il

Alcuni seminaristi con don Paolo Boumis e con Mons. Matteo Zuppi, Vescovo Ausiliare di Roma (a destra nella foto)

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suo culmine con l’arrivo alla Cattedrale di Santiago e la professione di fede davanti al sepolcro dell’Apostolo Giacomo. Il Cammino di Santiago, metafora della vita, è una chiamata alla conversione. Così lo hanno vissuto i seminaristi attraverso la fatica, il silenzio, la bellezza della natura, la preghiera, i momenti di fraternità e l’incontro con altri pellegrini. È, infine, una chiamata all’essenziale del Vangelo. Nel mese di Agosto un gruppo di seminaristi ha vissuto l’esperienza del mese di esercizi spirituali ignaziani. Si tratta di un mese di silenzio, riflessione e preghiera, un mese in cui concentrarsi unicamente sul proprio rapporto con Dio. Nonostante l’apparente staticità di un mese di preghiera, il mese ignaziano è molto intenso, pieno e a tratti faticoso. È un mese in cui il Signore fa sentire chiaramente il suo immenso amore e la sua fedeltà nei nostri

confronti. Trenta giorni in cui si viene accompagnati da un sacerdote gesuita, particolarmente dal Padre Gianfranco Ghirlanda, che da più di un ventennio si spende nel far vivere ai seminaristi nel modo migliore quest’esperienza di grande vicinanza con il Signore. Questo mese aiuta a fare luce su molti aspetti della propria vita, aiuta a comprendere il fine della propria esistenza: «Sei creato per lodare, riverire e servire Dio nostro Signore e, mediante questo, salvare la tua anima; le altre cose sono create perché ti aiutino a conseguire il fine per cui sei creato […] per cui devi usare di esse tanto quanto ti aiutano per il fine e liberartene quanto te lo impediscono» (Esercizi Spirituali, 23). Ad Agosto alcuni seminaristi romani hanno preso parte al viaggio missionario organizzato dalla Diocesi di Roma presso il sacerdote Don Paolo Boumis, prete romano che sta svolgendo il suo servizio nella parrocchia di Itacuruba, una cittadina della Diocesi di Floresta in Brasile. I giorni trascorsi in questa terra di missione sono stati caratterizzati da una calorosa accoglienza, tipica del popolo brasiliano, che ha permesso di fare un’esperienza di Chiesa stupenda. I giorni in Brasile sono stati segnati dalla grande povertà che si è potuta toccare nella visita alla “favela” di Salvador De Bahia e dalla visita al nostro ex alunno Mons. Giovanni Cara, che svolge il suo servizio tra i più poveri di quelle terre. Sempre grazie al Centro Missionario Diocesano di Roma alcuni seminaristi hanno fatto un’esperienza missionaria in Nepal, dove si sono spesi per portare soccorsi ai terremotati di quella regione. La loro attività di ricostruzione delle abitazioni dei più poveri è stata un segno di vicinanza della Chiesa che va incontro a chi soffre ed un segno di rottura della separazione tra classi sociali, molto forte nella regione; è stata inoltre una bella occasione di incontro e di dialogo con persone di altre religioni. Tante esperienze, un obiettivo comune: sentirsi inviati dal Signore e dalla Chiesa a servire i fratelli.


In diocesi

LE NOTE DELLA MISERICORDIA

Simone Bellato

Il presbitero uomo di misericordia a servizio dei poveri al 7 al 10 settembre i seminaristi romani si sono trovati a Sacrofano per vivere insieme al Cardinale Vicario, Agostino Vallini, quattro giorni di riflessione sul rapporto del presbitero con le opere di misericordia. Dopo la Messa di benvenuto presieduta da Mons. Marciante, le note iniziali sono state suonate, la mattina dell’otto settembre, da Mons. Enrico Feroci, responsabile della Caritas di Roma, che nella sua relazione ci ha fatto riflettere sul fatto che il prete è chiamato a “presiedere la carità”, riconoscendo la centralità dei poveri nella Chiesa. Nel pomeriggio, sulla stessa tonalità, ha continuato Paola Aversa, parlando della realtà del centro di ascolto della Caritas per i rifugiati, dove agli “immigrati” viene dato un nome ed un cognome, viene “tesa loro la mano”, gesti che per don Secundo Tahed (Pontificio Consiglio “Cor Unum”) aiutano ad “aprire gli occhi e il cuore per vedere più a fondo”, a vivere realmente una “Carità che va incontro” alle molteplici situazioni di bisogno. Le note finali di questa analisi sono state suonate da Suor Gemma, delle Suore di Madre Teresa: “per vivere la carità abbiamo bisogno di Maria, perché lei è stata la prima ad accudire Gesù, a

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vestirlo, a nutrirlo e a prendersi cura di lui, Maria è la prima a ricevere Gesù e a portarlo agli altri”. Nel secondo giorno, dedicato ancora alle opere di misericordia corporali, abbiamo ascoltato alcune note brevi ma incisive: per P. Giovanni La Manna sj (ex Centro Astalli): “l’accoglienza è qualcosa di sacro, che si gioca nella nostra vita quotidiana”, come ben sanno P. Graziano Greco (carcere minorile di Casal del Marmo), per il quale “il vero carcere ognuno di noi se lo porta dentro, ed è quello di non sentirsi liberi”, e P. Carmelo Vitrugno (Cappellano all’Ospedale Pertini), che cerca di “fare dell’ospedale non un luogo di piagnistei e morte ma un momento di vita”. Nell’ultimo giorno, dedicato alle opere di misericordia spirituali, le note si sono fatte più acute, suonate in maniera ordinata da due parroci romani: Don Paolo Salvini (San Fulgenzio) e Don Renzo Chiesa (San Gregorio Magno); ha concluso il Card. Vallini. Possiamo dire di aver ascoltato tante note che assieme compongono quell’unica melodia della Misericordia, che dopo duemila anni continua a essere eseguita da tanti uomini e donne in risposta all’Unico Amore che ci unisce.

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Sursum Corda Ottavio Fiorentino

MISSIONARI A ROMA e missioni parrocchiali, all’inizio del nostro anno formativo, sono state per noi un momento privilegiato per essere annunciatori della bontà e della misericordia di Dio, in prossimità del Giubileo, indetto da Papa Francesco. Dal 23 settembre al 4 ottobre siamo stati impegnati a Roma, di-

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visi per gruppi e coordinati dai nostri educatori, in quattro esperienze di missione al popolo: presso le parrocchie “Natività di Nostro Signore Gesù Cristo”, “Santa Bernadette”, “Nostra Signora di Coromoto” e “Santi Cirillo e Metodio”. La missione popolare svoltasi alla Natività ha visto la presenza di un gruppo di quindici seminaristi, coordinato da Don Cristiano Patrassi, nostro formatore, che ha bussato alle porte di circa mille case, per incontrare le famiglie del quartiere nelle loro più diverse situazioni di vita, nelle loro gioie come nelle loro difficoltà. I seminaristi missionari, all’inizio dell’anno pastorale, si sono dedicati all’animazione della vita parrocchiale,

svolgendo le attività del catechismo e dell’oratorio e incontrando la gente, coppie, anziani, giovani, famiglie, bambini. La seconda comunità, quella di Santa Bernadette, è stata raggiunta da un gruppo di cinque seminaristi, aiutati e sostenuti dal parroco Don Paolo Iacovelli, dal collaboratore Don Marco Pellegrino, nostro ex alunno, e dalla generosa ospitalità delle suore Ancelle del Sacro Cuore, che hanno messo a nostra disposizione il centro sportivo e culturale “Sacro Cuore”. Qui ci siamo dedicati esclusivamente al “Punto giovane”, esperienza nella quale un gruppo di quindici giovani, che svolgono attività di servizio in parrocchia, ha scelto di vivere fraternamente la vita di tutti i giorni, lasciando anche le loro famiglie e la loro casa per tutto il periodo dell’esperienza, scandita da un tempo forte di riflessione e di vicinanza al Signore, favorito dalla quotidiana preghiera comunitaria, dall’Eucaristia e da una serie di istruzioni sulla vita spirituale; tutti strumenti che hanno aiuta-

to i giovani a entrare in profondità in alcuni dinamismi della loro vita interiore. Nella terza comunità, Nostra Signora di Coromoto, sono state molto intense le esperienze vissute nei tanti ambiti che la missione popolare ha toccato, dall’oratorio quotidiano, al “punto giovane”, alla pastorale di strada, dalla comunione agli ammalati ai centri di ascolto nelle case.


In diocesi

Momenti forti sono stati le varie celebrazioni liturgiche, le lodi insieme alla comunità parrocchiale ogni mattina, la celebrazione della Santa Messa, l’adorazione eucaristica e il quotidiano rosario meditato. Il gruppo dei seminaristi che ha animato la missione, coordinato da don Daniele Salera, nostro vicerettore, ha vissuto con intensità e dedizione le diverse attività svolte; in modo particolare è da segnalare l’esperienza dei centri di ascolto nelle case: si è passati da un numero iniziale di ventiquattro centri di ascolto, di per sé già abbastanza alto, a quarantacinque a fine missione. L’aspetto maggiormente positivo da sottolineare non è solamente il numero elevato di centri di ascolto ma la qualità: in essi abbiamo avuto la possibilità di toccare con mano le molteplici esperienze di vita delle persone, soprattutto la loro fede e ricerca di Dio. La quarta comunità è stata la parrocchia dei Santi Cirillo e Metodio, nel quartiere Dragoncello ad Acilia. Qui quattordici seminaristi, coordinati da Don Renzo Del Vecchio, nostro formatore, si sono dati da fare animando l’oratorio parrocchiale e gli incontri di catechismo per le comunioni e per le cresime. Grazie a queste attività hanno incontrato i giovani del quartiere, che si ritrovavano in parrocchia e, intrattenendosi ed entrando in relazione con loro, hanno testimoniato il Vangelo; con loro hanno fatto un “mura-

les” con su scritto: “Voi siete il sale della terra e la luce del mondo”. Anche questa missione è stata caratterizzata dalla proposta dell’esperienza del “punto giovane”, durato una settimana, a cui hanno partecipato dodici giovani della parrocchia. Non sono mancate le visite agli ammalati e i momenti di preghiera con la comunità, in modo particolare l’adorazione mattuti-

na, animata, a turno, dai seminaristi. Al termine della missione è stato preparato uno spettacolo di chiusura, nel quale, con il canto e con il ballo, sono stati coinvolti i parrocchiani, per una serata di allegria e di fraternità. In ogni parrocchia si sono vissuti momenti di grazia, di fraternità e di comunione, abbiamo sperimentato la bellezza e la gioia del donarsi a Dio nell’annuncio e nella testimonianza del Vangelo ai nostri fratelli.

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Sursum Corda Luigi Lavia

ESPERIENZE CARITATIVE “GRUPPO 2 A” E

ra nel cuore di noi seminaristi poter portare già negli anni di formazione il nostro aiuto, la nostra gioia, portare Gesù Cristo ai più bisognosi. E’ così che è nato il gruppo “2A” (Andiamo Altrove), espressione usata da Gesù in Mc1,36-38: Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene

conto che quello che facciamo noi è molto poco: sono loro, piuttosto, che ci fanno sentire figli amati da Dio. Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Ecco, cerchiamo di vivere questa esperienza col desiderio di incontrare in queste persone più bisognose il Signore Gesù.

altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». L’annuncio del Vangelo deve raggiungere tutti gli uomini, di ogni luogo e generazione, soprattutto gli emarginati; nessuno deve ritenersi escluso dalla potenza travolgente di Cristo. Così il mercoledì sera ci vede coinvolti su due fronti e quindi divisi in due gruppi, di cui uno presta il suo servizio alla “Stazione Termini”, portando da mangiare e da bere ai senza tetto, e parlando con loro. Semplicemente diamo il nostro tempo e cerchiamo di far sentire loro che sono persone amate. Come spesso accade in ogni esperienza forte di questo genere, ci rendiamo

Un altro gruppo, appoggiato alla parrocchia di S. Frumenzio, si reca sulla Salaria dalle ragazze che sono sulla strada, portando qualcosa di caldo da bere. Parlando con queste persone ci si rende subito conto che hanno una semplicità di cuore impressionante, tale da farci capire perché Gesù ha detto: I pubblicani e le prostitute vi passeranno davanti. Questa esperienza ci ha molto cambiati, perché prima, vedendo una ragazza di strada la consideravamo una fra le tante; ora, invece, ogni donna di strada è una sorella da non disprezzare, da non giudicare, ma da accogliere e aiutare come si fa con una persona amica.

Alcuni dei seminaristi e suor Claudia coinvolti nel servizio caritativo alla Stazione Termini

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In diocesi

“LA SANTITÀ È PER TUTTI” a santità è per tutti, è un dono del Padre che va accolto con gioia”. Così il Cardinale Vicario Agostino Vallini ha esordito nella sua omelia durante la celebrazione delle ordinazioni diaconali di dieci seminaristi, avvenuta la vigilia della solennità di Ognissanti. Tra loro vi erano anche per la diocesi di Roma i nostri Andrea Calamita, Eugenio Giorno, Simone Galletti e Giuseppe Kongru Huang per la diocesi di Mindong in Cina. “A questo ideale di santità”, ha continuato il Cardinale, “tutti dobbiamo tendere. Questa sera, questo ideale risuona ancora di più nel cuore di questi dieci ragazzi”. Santi, servitori della Parola e della gente, sono queste le caratteristiche del sacerdote diocesano, caratteristiche che sono strumento di grazia solamente se si ha la consapevolezza di essere uomini e non supereroi, portatori di misericordia e non accusatori, vicini ai problemi della gente e non rinchiusi nei nostri problemi. Con l’ordinazione diaconale i nostri Andrea, Eugenio, Simone e Giuseppe hanno detto il loro sì definitivo al servizio del prossimo, un “sì” che va detto e coltivato ogni giorno davanti a Dio. “Abbiamo bisogno di preti santi”, ha continuato il Cardinale, “e questa santità deve essere visibile nel vostro stile di vita. Solo se il Vangelo diventa per voi la parola pe-

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Andreas Biancucci

netrante e la accoglierete nel vostro cuore, solo allora sarete autentici messaggeri del Vangelo”. Quello che mi sento di augurare ai nostri fratelli Andrea, Eugenio, Simone e Giuseppe è di essere sempre uomini che si fanno prossimi, non perdendo mai la fiducia in un Padre che ci ha amati e pensati fin dall’origine del mondo e ogni volta che posa lo sguardo su di noi ci dice: “tu sei mio figlio io oggi ti ho generato”. E desidererei concludere con un pensiero di Papa Francesco tratto dal discorso ai sacerdoti di Roma, che racchiude in poche amorevoli parole la missione a cui è chiamato un autentico ministro di Dio: “Il prete è chiamato a imparare questo, ad avere un cuore che si commuove. I preti - mi permetto la parola - asettici, quelli di laboratorio, tutto pulito, tutto bello, non aiutano la Chiesa. La Chiesa oggi possiamo pensarla come un ospedale da campo. Questo scusatemi lo ripeto, perché lo vedo così, lo sento così: un ospedale da campo. C’è bisogno di curare le ferite, tante ferite! Tante ferite! C’è tanta gente ferita, dai problemi materiali, dagli scandali, anche nella Chiesa... Gente ferita dalle illusioni del mondo… Noi preti dobbiamo essere lì, vicino a questa gente. Misericordia significa prima di tutto curare le ferite”.

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Sursum Corda

INCARICHI PASTORALI 2015-2016 SETTORE NORD

Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo Francesco Argese, Reginald Madeus

Sacro Cuore di Gesù Antonio Loppo, Emanuele Gargiulo

N. S. di Coromoto Alessandro Caserio

S. Basilio Luca Santacroce, Raffaele Forellino

S. Giulio Eliterne Jean

San Tarcisio Gabriele Nasca

S. Bernadette Mattia Pica

S. Gregorio Magno Mario Mesolella

Beata Teresa di Calcutta Nicolò Gaggia, Michele Ferrari

S. Domenico di Guzman Luigi Previtero S. Enrico Andreas Biancucci

S. Lucia Giovanni Nigro

SETTORE EST

S.S. Elisabetta e Zaccaria Massimo Cunsolo

Natività di Nostro Signore Gesù Cristo Juan Pablo Aroztegui

S. Gemma Galgani Benedict Dezil

N.S. del Suffragio e S. Agostino di Canterbury Diego Del Fa

S. Giovanni Crisostomo Luigi Lavia S. Ippolito Francesco Palazzo S. Roberto Bellarmino Michele Ciardo S. Ugo Angelo Casarano, Joseph Dankyang, Ermir Frani, Simone Masilla

SETTORE SUD N.S. di Lourdes Giorgio De Iuri S. Carlo da Sezze Gabriele Vecchione S. Galla Francesco Vangeli S. Melania Renato Tarantelli Baccari

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SETTORE OVEST

S. Agapito Andrea D’Oria S. Cirillo Alessandrino Ottavio Fiorentino, Salvatore Marco Montone, Manuel Secci, Wolinski Victor S. Gabriele dell’Addolorata Simone Galletti S. Giulia Billiart Eugenio Giorno S. Giustino Fabio Boltri, Lorenzo Bianchi, Jude- Mary Bam S. Maria di Loreto Simone Bellato S. Maria Causa Nostræ Laetitiæ Guenson Jean Baptiste

S. Pio da Pietralcina Andrea Calamita

S. Maria Madre del Redentore Alessandro Occhibove, Simone De Lorenzis

SS.ma Annunziata Dario Loi

S. Massimiliano Kolbe Michele Zullo

SETTORE CENTRO Santa Croce in Gerusalemme Johnny Joseph

PASTORALE D’AMBIENTE Clinica Ematologica Francesco Deffenu, Salvatore Corvino Ospedale Addolorata Francesco Argese, Michele Ferrari Ospedale Vannini Andrea D’Oria Carcere Minorile Emilio Cenani, Enrico Murgia Carcere Rebibbia Cosimo Marullo, Michele De Santis

SERVIZI IN AMBITO DIOCESANO Pastorale vocazionale e Pastorale Universitaria Daniele Lisi, Francesco Botta, Giorgio Bogdan Santa Giacinta/Settore pace e mondialità - Caritas Giorgio Bogdan


In viaggio

“NIHIL CARITATE DULCIUS”

Tonino Panfili

9 novembre nella Basilica di San GioIscolvanni in Laterano il Santo Padre Franceha ordinato Vescovo Mons. Angelo De Donatis, nostro ex alunno e per tanti anni Direttore Spirituale in seminario Papa Francesco nella bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia scrive come l’espressione di S.Beda il Venerabile “miserando atque eligendo”- riferendosi a Gesù che chiama Matteo il pubblicano - lo abbia impressionato tanto da farla diventare il suo motto: “era uno sguardo carico di misericordia che perdonava i peccati di quell’uomo… e scelse lui il peccatore e il pubblicano per diventare uno dei Dodici”. Ogni vescovo, da sempre, sceglie il proprio “Motto” episcopale, volendo sintetizzare in una frase tutta l’esperienza e il vissuto della sua vicenda personale e sacerdotale, dando anche un’indicazione di quella che sarà la sua vita di pastore chiamato a guidare il gregge di Dio: in qualche modo tale motto indica la sua “spiritualità”. Don Angelo ha scelto Nihil Caritate Dulcius, espressione di S. Ambrogio che davvero lo fotografa, lo interpreta e lo proietta nel nuovo ministero di Ausiliare della Diocesi di Roma con il compito che Papa Francesco gli ha affidato nel giorno dell’ordinazione Episcopale avvenuta nella Solennità della Dedicazione della Basilica Lateranense davanti a tutto il Presbiterio Ro-

mano: “Ti affido la formazione spirituale dei Sacerdoti e dei Seminaristi della mia Diocesi”. Non ho avuto confidenze particolari da don Angelo né ho carpito segreti personali, ma da amico di vecchia data posso dire che con questo motto don Angelo ci fa entrare proprio nel suo cuore e nella sua vita personale e ministeriale. D’altra parte di quella classe di ordinati siamo solo noi due in Diocesi e come nella mia vita il Signore mi ha donato di essere gemello, così nel ministero sacerdotale mi considero “il gemello nel Sacerdozio” di don Angelo. “Dono e Mistero” ci confidava S. Giovanni Paolo II nel raccontarci la sua vita sacerdotale e don Angelo ci dice: Nulla è più dolce di sentirsi amati dall’Amore, di scoprirsi desiderati da una tenerezza pre-veniente e voluti da Lui in un disegno di gratuita dilezione; ciò lo si sperimenta concretamente attraverso la chiamata all’esistenza ricevuta da quella famiglia che ti ha desiderato, concepito, donato la vita e la fede e testimoniato un vangelo incarnato! Non c’è una bella vocazione al sacer-

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Sursum Corda dozio senza una famiglia che vive con gioia la vocazione coniugale e la santità di essere chiesa domestica… davvero il primo seminario è la famiglia cristiana! Nulla è più dolce di fiorire in una bella famiglia che ti “equipaggia” di quell’umanità autentica e serena, di quell’equilibrio vestito di “normalità” e sapienza, corredato di quelle virtù che sono la base umana di un prete realizzato e felice! Papa Francesco all’ordinazione, nel dargli l’anello episcopale ha sottolineato come tale segno specifico del Pastore si aggiungeva alla fede del papà, che don Angelo portava sempre all’anulare con affetto e riconoscenza. Seminario minore in Puglia, Seminario Romano Maggiore, gli studi all’Università Pon-

Mons. De Donatis celebra la sua prima messa in Seminario da Vescovo

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tificia, quanta ricchezza ha fatto irruzione nella vita del giovane seminarista prima e nel candidato agli Ordini poi, tutto è un dono squisito, tutto è pienezza di Grazia che plasmano ad immagine del Buon Pastore. Quanto ci ha amati il Signore! In quei superiori, in quelle esperienze di ritiri e di pellegrinaggi con il Rettore, che ci amava come un padre, con il Padre Spirituale che ci faceva sentire protagonisti della nostra formazione e costruttori di un seminario nuovo e giovane, un seminario che proponeva esperienze forti e monastiche insieme alla scuola di preghiera per giovani della Diocesi, che ti faceva sentire piccolo pastore tra i coetanei, facendoti pre-gustare la gioia di essere ministro e strumento della presenza di Dio nella vita

dei tuoi amici. Quante volte abbiamo benedetto con don Angelino, così lo chiamiamo in amicizia, il nostro Seminario, i nostri educatori e formatori, le nostre esperienze spirituali e pastorali, i nostri vescovi e cardinali! Tutto ciò ha ispirato, sostenuto e orientato il nostro ministero da sacerdoti, come pastori innamorati di Cristo in mezzo alle nostre comunità parrocchiali, maestri di preghiera e di spiritualità, servi dei nostri fratelli, ministri desiderosi di vivere “in persona Christi” nelle chiese locali, consolatori di sofferenti ed emarginati, compagni di viaggio delle nostre famiglie e soprattutto guide per i nostri giovani. E per don Angelo il ministero più delicato, quello di formare i futuri sacerdoti di Roma e di altre Diocesi, l’opera più importante, decisiva e fondamentale in una comunità cristiana; quanti ragazzi diventati preti, accompagnati al sacerdozio, e quel che è più importante, seguiti nei primi anni del ministero e del servizio pastorale, mai abbandonati, sempre cercati, inseguiti, illuminati, confortati, perfezionati da una Direzione Spirituale che vuol essere “paterna” e “materna” insieme, per essere la più simile a quella del Signore Misericordioso… In seminario, nel breviario, in confessionale ci siamo portati sempre questo scritto che ha definito la nostra formazione, ha tenuto alta la nostra “temperatura” pastorale, ha segnato tutti i “nostri alti e bassi”, ci ha pungolato alla santità anche nei momenti più difficili: “Se rallenti, si fermano; / se ti scoraggi, si spaventano; / se ti siedi, si addormentano; / se dubiti, si disperano; / se critichi, demoliscono, / ma se cammini avanti, ti sorpassano, / se dai una mano, / danno la vita / e se preghi, allora saranno santi”. È il distintivo e la carta d’identità della nostra fraternità sacerdotale, insieme alla preghiera di abbandono di Charles de Foucauld, che recitiamo sempre insieme da più di trent’anni, e ogni volta che ci incontriamo con don Angelo e tutti gli amici sacerdoti ora non possiamo dire altro che: Nihil Fraternitate Dulcius. Mater mea Fiducia mea.


In viaggio

2016

ANNIVERSARI DI ORDINAZIONE SACERDOTALE 1946 LXX ANNIVERSARIO FORESTI BRUNO FANANO EUTIZIO BOGETIC ANTUN

7 aprile 15 giugno 29 giugno

1956 LX ANNIVERSARIO CURTI VINCENZO MANCINI ROMEO MANGIAVACCHI SERGIO PADOIN GIACINTO LIONETTI DONATO LIZZI ERMANNO

17 marzo 17 marzo 17 marzo 17 marzo 24 marzo 26 maggio

1966 L ANNIVERSARIO AZZOLLINI NICOLA CORBO FRANCESCO MORLACCHETTI MARCELLO MULLINGAN JAMES JOSEPH BERLOCO GIACINTO CALITRI CANIO GHETTI DOMENICO LIPORI SAVERIO NOLÈ PEPPINO PLASMATI BIAGIO PROIETTO FRANCO SCARABATTOLI SAURO STELLA BENIAMINO TONUCCI GIOVANNI VANNINI MARIO VOLPE ADOLFO BURATTINI BRUNO LIVIERO MARIO

20 aprile 20 aprile 20 aprile 20 aprile 20 aprile 20 aprile 20 aprile 04 maggio 26 maggio 26 maggio 08 giugno 29 giugno 29 giugno 07 settembre 14 settembre 23 novembre 23 novembre

2006 X ANNIVERSARIO 13 marzo 13 marzo 13 marzo 13 marzo 19 marzo 19 marzo 19 marzo 19 marzo 19 marzo 19 marzo 19 marzo 19 marzo 19 marzo 19 marzo 19 marzo 19 marzo 03 luglio 03 luglio

1991 XXV ANNIVERSARIO PALUMBO MICHELE D’ERRICO ANTONIO

DI PALMA VALERIO MANZULLI MICHELE PANDOLFI LUCA PIETRANGELI RAFFAELE ROCCHI FILIPPO TANZILLO SALVATORE TURI CARLO RICCIARDI GIOVANNI CHMIELECKI TYMAN TYTUS DUMAS PIERRE ANDRÈ BOLIS GIUSEPPE DOMENICO D’AMBROSIO PAOLO DE PAULIS STEFANO GIOMBANCO GUGLIELMO GENTILE VITO CALDARI OSVALDO FOSCHI MARCO

06 aprile 20 aprile

PUCCIO VINCENZO SAMSONOV OLEKSIY MASSA COSIMO BORELLI ORESTE PAOLOCCI GIANPIERO CALEFFI SIMONE FIUME DAMIANO LAURENTI FABIO MARTORIELLO FILIPPO STARNITZKY RAFAEL VLADIMIR NYUL VIKTOR GIUSTO GIOVANNI

01 gennaio 01 gennaio 02 febbraio 22 aprile 25 aprile 07 maggio 07 maggio 07 maggio 07 maggio 07 maggio 15 agosto 02 settembre

2015 I ANNIVERSARIO D’ARGENIO PAOLO FERRETTI MICHELE FILANNINO FRANCESO FREJUSTE ROMUALD LO GIUDICE GIOVANNI MARUCA FRANCESCO PELLEGRINO MARCO

26 aprile 26 aprile 23 maggio 14 agosto 26 aprile 11 aprile 11 aprile

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Sursum Corda Enrico Murgia

NEL CUORE DI UN SACERDOTE… LA CARITÀ A Venezia, la beatificazione del sacerdote Luigi Caburlotto n una suggestiva piazza San Marco, lo scorso 16 maggio a Venezia, è stato beatificato il venerabile Servo di Dio Mons. Luigi Caburlotto. La sua beatificazione, avvenuta dopo la guarigione, riconosciuta come miracolo, della signorina Maria Grazia

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Suor Stella, Suor Magda e Suor Teomira, che per tanti anni sono state presenti nel nostro Seminario

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Veltraino di Roma, ha permesso di conoscere e apprezzare le virtù e i carismi di un grande pastore d’anime. Il beato Caburlotto è caro al nostro Seminario, poiché per 64 anni, dal 1948 al 2012, il seminario ha beneficiato della presenza, della preghiera

e del lavoro intrepido e generoso delle Suore Figlie di S. Giuseppe da lui fondate. Così, anche la nostra comunità, unitamente al personale collaboratore, ha voluto

prendere parte all’evento con una piccola rappresentanza guidata dal rettore, don Concetto Occhipinti, dal vice rettore, don Daniele Salera. Il cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, che ha presieduto la celebrazione, delineando i tratti del nuovo beato, nella sua omelia ha più volte ricordato che al cuore della sua attività sacerdotale e apostolica c’era la carità. Un auspicio dunque, perché anche oggi la Chiesa si arricchisca di sacerdoti santi, autentici testimoni del Vangelo.


In Pace Christi

IN RICORDO DEL VESCOVO GIOVANNI DE VIVO ipensando agli anni in cui abbiamo condiviso la formazione nel Seminario Romano Maggiore e il corso di teologia all’Università Lateranense, mi ritornano alla mente e nel cuore la sua figura e in particolare la sua personalità vivace e dinamica. Dotato di un carattere cordiale e sorridente, con l’inconfondibile accento toscano, sapeva intervenire nelle discussioni che caratterizzavano i nostri rapporti sia nelle aule scolastiche sia a tavola durante il desinare sia in passeggiata o nei momenti di ricreazione. La nostra classe si distingueva proprio in ragione di un tenore teologico piuttosto acceso in cui si approfondivano gli argomenti trattati nelle lezioni o aspetti vari della vita della Chiesa. Da notare che erano gli anni dello svolgimento del Concilio Vaticano II, quando si ripercuotevano tra di noi le questioni dibattute nell’aula conciliare, intorno alle quali ci aggiornava il prof. Carlo Molari o potevamo apprendere qualche notizia da “L’Osservatore Romano”. Gli animi si accendevano ma nel sereno confronto. De Vivo era sempre propenso a trovare una via di conciliazione e di armonia tra i sostenitori delle novità teologiche e quelli contrari, ma tutti in fedeltà alla dottrina della Chiesa. Dopo gli anni felici del seminario, le strade si sono diversificate sia a livello geografico sia per mansioni e ministeri diversi. Gli incontri pertanto si sono diradati e ci siamo ritrovati negli anniversari dell’ordinazione sacerdotale. Ma, col passar degli anni, anche questi momenti di comunione fraterna si sono resi più difficili. Ho avuto la gioia di rivederlo e passare qualche momento assieme, quando, ormai vescovo della diocesi di Pescia, mi ha invitato gentilmente a tenere alcune conferenze ai sacerdoti o ai laici e alle suore. Allora ho potuto constatare la sua vitalità,

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Renzo Lavatori

i suoi impegni e le attività che svolgeva con grande lena senza badare ad affaticamenti o alle difficoltà fisiche e pastorali, nelle quali sapeva usare saggezza e insieme disponibilità d’animo.

La sua malattia si faceva sentire, in quanto negli ultimi tempi non poteva impegnarsi come avrebbe voluto, sebbene fino all’ultimo abbia mostrato la propria forza psicologica e spirituale. Per questa ragione, all’appuntamento nella cappella di Santa Marta per la concelebrazione con Papa Francesco in occasione del cinquantesimo di sacerdozio, lui non è potuto venire a causa delle forti cure mediche. Ho provato un senso di vuoto, mancando la sua piacevole presenza, quasi un preavviso della scomparsa terrena. Resta comunque sempre vivo nella preghiera e nell’affetto che ci unisce, nell’attesa di ritrovarci ancora assieme nella beatitudine eterna.

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In Pace Christi Angelo Zema

“NELL’ATTESA DELLA FESTA”

l 29 giugno si è spento Mons. Francesco Peracchi, Idiamo per trent’anni economo del nostro seminario. Ricoril nostro don Franco riproducendo una parte dell’articolo commemorativo pubblicato su “Roma Sette”. Con grande affetto raccomandiamo don Franco alla Madonna della Fiducia. Requiescat in Pace Domini. Una liturgia di ringraziamento. Voluta così da don Franco e preparata con cura, prima della morte. […] Sulla bara, posta ai piedi dell’altare, la berretta dei membri del Capitolo, il Vangelo e la stola. Le vesti bianche per i sacerdoti e le letture – il capitolo 25 di Isaia, il salmo 22, la prima lettera di san Giovanni e la preghiera sacerdotale di Gesù per il Vangelo – scelte da don Franco, come ha sottolineato nell’omelia il cardinale Agostino Vallini, vicario di Roma e arciprete della basilica. «Ha sempre curato il dettaglio – amava dire egli stesso – perché potesse essere un segno per la formazione dei sacerdoti alla cura, alla bellezza: questo l’ha fatto servendo la Chiesa con umiltà. Ha formato generazioni di sacerdoti». A concelebrare con il cardinale, gli arcivescovi Giuseppe Mani e Giovanni Tani – rettori del Seminario Romano Maggiore rispettivamente dal 1978 al 1988 e dal 2003 al 2011 -, il vescovo Pietro Meloni, eme-

rito di Nuoro, i vescovi ausiliari Paolo Selvadagi e Paolo Lojudice e l’ausiliare emerito Paolo Schiavon. Insieme a loro, decine di sacerdoti, tra cui il rettore del Seminario Maggiore, don Concetto Occhipinti, e il delegato diocesano per il diaconato permanente, mons. Nicola Filippi. Presenti numerosi diaconi permanenti della diocesi. «Sono presenti confratelli vescovi – ha detto il cardinale – che hanno apprezzato la rettitudine, l’impegno, la generosità di don Franco. Io l’ho conosciuto più di quarant’anni fa quando era economo al Seminario, uno dei suoi grandi amori, accanto a quello per il diaconato permanente. La sua idea centrale era: la vita non finisce, il passaggio della morte è verso una festa. Traspariva in lui l’idea che il Paradiso è festa, beatitudine, luogo dove la morte è vinta. Viveva la vita nell’attesa della festa: un messaggio anche per noi».

Abbiamo ricevuto notizia della morte di questi ex-alunni: Il 4 agosto 2015 è deceduto S.E.R. mons. Salvatore Cassisa, arcivescovo emerito di Monreale, nato a Trapani il 12 dicembre 1921, ordinato sacerdote il 3 settembre 1944, consacrato vescovo dal cardinale Salvatore Pappalardo il 24 gennaio 1974. L’11 marzo 1978 è stato nominato arcivescovo di Monreale, diocesi che ha guidato fino al maggio del 1997. Si è spento a Palermo all’età di 94 anni; ne ha ricordato la figura ed il ministero il cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo, che ha presieduto le esequie nella cattedrale di Monreale. In data 4 giugno 2015 è venuto a mancare mons. Mario Gorini, della Diocesi di Bergamo, nato il 9 settembre 1924 ed ordinato prete il 5 aprile 1947. È venuto a mancare il 20 settembre 2015 S.E.R. mons. Giovanni de Vivo, Vescovo della Diocesi di Pescia, nato il 24 marzo 1940, ordinato sacerdote il 15 marzo 1944 e consacrato vescovo il 23 gennaio 1994. Il 9 ottobre 2015 è morto don Rinaldo Fabris, della Diocesi di Udine, nato il 1° gennaio 1936 ed ordinato sacerdote il 13 marzo 1960.

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Si prega di comunicare alla Redazione del Sursum Corda la notizia della morte di ex-alunni di cui si venga a conoscenza.




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