COLORE IN MOVIMENTO
Omaggio a Beny Giansiracusa
Di Monica Nucera Mantelli
Testo di presentazione critica sull'operato artistico di Beny Giansiracusa, redatto in occasione della stesura del catalogo by AttiniArte per l'esposizione in suo omaggio a cura e presso Spazio ADA di Torre Pellice, (TO) a un anno dalla scomparsa del capostipite della Decima Arte.

Lo stendardo della vittoria contro il Male deve essere sempre pieno di tutti i colori delle bandiere del pianeta. Questo, Beny Giansiracusa lo aveva capito bene, sin da giovane. E di insegne e bandiere ne aveva riprodotte tante.
Ma è anche vero che la Pace del mondo, nasce innanzi tutto dalla piena prevalsa sulla guerra che portiamo ogni giorno dentro di noi. Tale guerra può essere attenuata un poco alla volta, magari tornando a giocare, ad essere bambini, a ritrovare quella purezza d'intenti e di inventiva.
Così ha fatto per oltre cinquant'anni questo maker torinese di origini siciliane, inventando quotidianamente occasioni d'incontro tra celebrità di ogni Tempo: da Goldrake e Marylin Monroe.
Il suo perenne gioco di scambio sul senso della vita attraverso il suo lavoro, gli ha offerto sin dai primi anni Settanta una copula mundi a spettro cromatico infinito. Il suo stigma di Resistenza è stata la sua attività in laboratorio e l'uso costante del colore in movimento.
Certo, essere nato agli inizi degli anni Cinquanta gli è servito. L'immaginifico dell'epoca era pieno di rimandi ai modelli di vita americana, e ciò gli ha permesso un rafforzativo del suo sentire creativo - sia come individuo che come artista - in un tempo storico in cui la pubblicità non si chiamava ancora "advertising", ma, piuttosto "réclame" e coloro che vi lavoravano erano artisti, non "copywriter" o "art director".

Le rappresentazioni grafiche del serigrafo Beny Giansiracusa, classe 1951, ad oggi esprimono vividamente le peculiari esigenze dell'animo umano, capace di essere al centro dell'universo, mediatore tra spiritualità e corporeità, e pur tuttavia bisognoso di giocare e di ritrovare nel suo percorso di adulto i simboli rassicuranti dell'infanzia.
Grazie alla sua ricchissima produzione vicina al tema dei miti (iconografici, artistici, storici, etc), Giansiracusa è presto diventato una figura strategica nel panorama internazionale della decima arte, non solo per ciò che riguarda il mondo della serigrafia, ma anche per la sua innata capacità di ripensare ai modelli archetipali che hanno fatto parte della nostra storia del costume e dell'arte. Lo ha fatto con un certo pepe, e a volte anche una buona dose di sarcasmo.
Un suo lavoro alquanto straordinario è quello che è stato esposto, postumo, a Torino, in Collettiva presso la Società Promotrice delle Belle Arti, e poi presso la Galleria SpazioBianco, sempre nel 2022, grazie alla futura associazione ADA. Un omaggio ad una alta icona mondiale: la Fiat "Cinquecento", realizzata con una tecnica che possiamo definire mosaico piuttosto che collage. Un'opera surreale, unica, che esalta i canoni del modello capostipite – detto "Cinquino" - disegnato da Dante Giacosa nel 1957 e poi vincitore del Compasso d'Oro nel '59, passando per l'amatissima "Topolino", sino all'ultimo restyling attuato grazie ai contributi di Roberto Giolito, Sergio Marchionne e persino il gruppo Kartell.

Con un balzo avveniristico, la sua opera in tributo alla storica vettura, ha saputo superare gli originali disegni progettati dai prestigiosi autori sopracitati, proponendo invece un incrocio fantastico tra le tre fasi del suo design. Tutto ciò ha conferito al quadro un fascino indescrivibile, creando quello che in Retorica si chiama "chiasmo", ovvero un mix apparentemente improbabile. Eppure, nel suo insieme, l'opera è stata l'occasione perfetta per restituire al pubblico - in zero secondi - quasi settant'anni di biografia cult.
Beny, lo si è capito, amava l'ironia ed era desideroso di "provocare sentimenti" in coloro che osservavano e/o commissionavano i suoi lavori. Il suo raffinato uso di infinite sfumature di colori, primari e complementari, con cui si divertiva a generare felici contrasti - in particolare tra il rosso e il verde, il giallo e il viola, il blu e l'arancione - ci raccontano in realtà di quanto lui amasse fare più l'alchimista che il tecnico. E qualcosa ci fa intuire che per Lui le cromie erano già forme di espressione terapeutica: un modo per ristabilire, nel flusso infinito dell'universo, le energie rubate all'Uomo sin dai tempi antichi.

A riguardo, rimando i Lettori al piccolo trattato dell'artista Vasilij Kandinsky su "Lo Spirituale nell'Arte", in cui ogni colore è associato a uno stato d'animo e a un suono, così come nelle filosofie olistiche e spirituali i colori vengono associati agli stati vibrazionali dell'Esistente.
Sovente, mentre stratificava le sue creazioni, Beny si prendeva la licenza di aggiungere dei settori cromatici nuovi, anche solo per aggiungere al progetto dei punti luce che non erano strettamente richiesti dalla fedeltà iconografica della tiratura, ma che invece aggiungevano tridimensionalità e valore emozionale all'opera.
Si guardi, una per tutte, la realizzazione del suo "Super Mario" (a cui è dedicata la copertina di questo catalogo, n.d.r.): il personaggio cartoon che ha fatto parte dell'immaginario collettivo, soprattutto in coloro che hanno iniziato a giocare con i primi videogames nel secolo scorso. Una esecuzione di forza straordinaria, molto dinamica, di grande impatto, che ci ricorda la potenza sintetica della pop art e la sua altrettanta facile fruizione.
Ma perché, al di là del suo gusto estetico, Beny Giansiracusa si è dedicato anima e corpo - (lo possiamo proprio dire, vista la sua esposizione costante ad acidi ed esalazioni durante la lavorazione dei suoi cliché) - a recuperare temi già abbondantemente trattati da Terzi?
Io credo che, come gran parte di coloro che sono cresciuti all'epoca dei Telefoni Bianchi e con il mantra del Made in Italy, egli abbia voluto esaltare e ammantare con stile tipicamente italiano gli emblemi universali, e tra questi, i tratti e i protagonisti di leggende, miti e fiabe di sempre, riproponendo tracce e codici del suo personalissimo stile cognitivo.

Ecco quindi che, nella vasta produzione a firma di BiGi, ritroviamo gli elementi chiave della sua scacchiera
ideale: "ingredienti" ricorrenti, di cui l'Uomo necessita per evolversi, e che l'antropologo
Vladimir Propp ha teorizzato nella sua "Morfologia della Fiaba". Nel tempo, il nostro Serigrafo ha rincorso graficamente di tutto e di più: dagli individui carismatici dai quali partirebbe qualsiasi storia intrigante – vedasi ad esempio, personaggi controversi come Frida Khalo o Andy Wharol - ma anche i nemici da sconfiggere (come il temutissimo Lupo Mannaro o l'indomito Pack Man). Di seguito, Beny ha tracciato nei suoi lavori molte ambientazioni utili al progredire del "plot" narrativo dei paesaggi da sogno (come i monumenti di vari Paesi e le icone simbolo come la Venere di Botticelli o il David di Michelangelo). Oltre a ciò, nel suo produrre contenuti, spesso Egli ha dato spazio agli "aiutanti/ispiratori" del personaggio principale: coloro che per antonomasia sostengono il protagonista nel raggiungere il suo obiettivo – come i saggi mentori Topolino o il Gufo Parlante, oppure ancora, ricercando i mezzi magici, alias oggetti o esseri dai poteri straordinari, che permettono al protagonista di risolvere i nodi della sua storia. E qui - tra tanti - scelgo ancora il suo "Kiss Me", il bacio che trasforma e che risveglia dagli incantesimi.
Per concludere Beny ha saputo raccontare i tesori compensativi della vita: come le promesse di ricchezza indotte delle Slot Machines. Questo creativo non ha trascurato di narrare neppure i traguardi finali a cui aspirano tutti i protagonisti delle favole: il successo, l'appagamento, l'armonia e la bellezza, perfettamente riassunti nella sua rosacrociana Rosa dai mille petali.
Scrivevo prima, che nell’ultimo periodo del suo percorso di vita, Giansiracusa ha lavorato sulla stratificazione del rosso vermiglio delle labbra ispirate a Mae West: tratti estetici inconfondibili che hanno galvanizzato prima di lui grandissimi Esteti come Salvador Dali. Eppure, quasi facendo un sacrilegio, e inchiodando ad un cupo viola le carnose labbra della sua "Kiss Me", Beny pare aver voluto dare un ultimo e sensuale bacio alla Morte. E con esso, noi oggi molto affettuosamente lo salutiamo e brindiamo alla sua memoria.

