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il mensile Nr. 36 maggio 2013

Reg. Trib. TE n. 605 del 14.07.09 R.O.C. n. 20081 ISSN 2281-5651

NO N O - SMOKE SMOKE NO - E-CIG

QUESTIONE DI INTERESSI

TRASPORTI TERAMO:

COME SI CAMBIA Giulio Andreotti UNA VITA AL POTERE

«senza logorio»

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DIRETTORE RESPONSABILE: Direttore Editoriale

Mira Carpineta direzione@primapaginaweb.it Enrico Santarelli direzionemkt@primapaginaweb.it

Editore: Amministrazione: Amministratore delegato: Graphic designer:

36 Maggio 2013

Supporto grafico:

Via Costantini, 6 - Teramo Tel & Fax . 0861. 250336 redazione@primapaginaweb.it Daniela Palantrani Nicola Arletti di Carlo Di Patrizio

Supporto web: STAMPA: Hanno collaborato:

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Questione di interessi Da quando è iniziata questa crisi non facciamo altro che contare. Una infinita serie di numeri, colonne, percentuali e proiezioni che inquietano i nostri sonni e quelli di tutti gli amministratori e i governanti.

Territorio

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(consulente scientifico veterinaria “rubrica animali”)

Angela Fosco Mirko Gigli Stefano Giovagnoni Antonella Lorenzi Paolo Pagliaro Barbara Paoletti Anna Piersanti Giuseppina Michini Daniela Palantrani Gianfranco Puca Mariangela Sansone Piero Serroni Camilo Enrique Spelorzi

Motodromo Gran Sasso: la parola ai protagonisti di Adele Di Feliciantonio

Sociale

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IL PROGETTO DIVIDE MONTORIO, FRA FAVOREVOLI E CONTRARI

Chiara Santarelli Clementina Berardocco Arianna Braca Luigi Bettoni Angela Cacciatore Lucio Cancellieri Antonio Centi Ottavio Caporali Ilenia Ciaffoni Luca Cialini Michele Ciliberti Alberto D’Alberto Claudio D’Archivio Luca De Angelis Simone Delle Grazie Antonio De Masi Francesco Di Donato Adele Di Feliciantonio Laura Di Paolantonio Vittoria Dragani Elisabetta Fiore

LA SOLITUDINE E LE DIFFICOLTÀ DI CHI CONVIVE CON LA DISABILITÀ

Quando il volontariato colma il vuoto istituzionale Area Vendite

di Angela Cacciatore

Tania Centinaro (senior account)

DISTRIBUZIONE

Scuola

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Iscritto a: UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

I PIANI DIDATTICI PER ALUNNI CON BISOGNI EDUATIVI SPECIALI

A ciascuno il suo di Clementina Berardocco IMPRESA ASSOCIATA

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Duro e tenero rock

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Alla ricerca delle reliquie perdute

di Mariangela Sansone

NO SMOKE - NO E-CIG

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Comunione o separazione dei beni di Gianfranco Puca

di Giuseppina Michini

Per i vostri quesiti ai nostri esperti redazione@primapaginaweb.it tel/fax 0861. 250336

Esclusivo

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Chiuso il 7 MAGGIO 2013 La responsabilità delle opinioni espresse negli articoli pubblicati è dei singoli autori, da intendersi libera espressione degli stessi. Alcune collaborazioni sono gratuite. L’editore ha compiuto ogni sforzo per contattare gli autori delle immagini. Qualora non fosse riuscito, rimane a disposizione per rimediare alle eventuali omissioni Le informazioni, testi, fotografie non possono essere riprodotte, pubblicate o ridistribuite senza il consenso dei titolari dei diritti.

L’importanza della colazione

In copertina: “Il Banchiere Gentiluomo” (foto:Giandomenico Di Sante)

n. 36 anno 4 - maggio 2013

di Anna Piersanti

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Il coniglio... di Piero Serroni e Arianna Braca PrimaPagina 36 - mag. 2013

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Editoriale di Mira Carpineta

iciamocelo. Siamo stanchi e depressi. Stanchi di fare sacrifici che non producono risultati. Depressi da una cronica mancanza di prospettive per il futuro. Con la disperazione muoiono i sogni. E senza sogni non ci sono azioni. Bisogna ritrovare la voglia di sognare, come insegnava Martin Luther King, con un esercizio che in questo momento, paradossalmente , costa l’ennesima fatica. Proviamo allora a fare una lista (come fanno i bambini a Natale per i giochi) e vediamo cosa ne viene fuori. Sogno una città in cui all’ospedale, il Pronto Soccorso è davvero pronto e veloce, e c’è un medico attento e competente a fare la prima diagnosi, non un operatore al computer. Sogno una città a misura di anziano, dove i servizi di assistenza siano adeguati ai tempi che si stanno preparando, e che vedranno, tra qualche anno, una vera e propria emergenza anziani; persone sole, senza figli e senza redditi sufficienti a vivere dignitosamente l’ultima fase della vita. Sogno un Paese a misura di bambino, dove avere un figlio è si una scelta, ma non è un lusso per pochi o una discriminazione di genere.

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Sogno un Paese in cui pagare le tasse è un diritto/dovere perché quella ricchezza si trasforma in servizi per tutti, indicando il grado di civiltà del paese. Sogno una politica, un’economia e una società che hanno al centro delle loro azioni, l’uomo e non viceversa. Sogno una scuola e una sanità che esprimano le eccellenze delle menti più dotate che arricchiscono l’intera comunità. Sogno un paese che elimina gli sprechi tagliando il superfluo, non il necessario. Sogno un paese in cui il lavoro è un mezzo non un fine. Sogno un paese dove gli amministratori decidano con il buon senso del “buon padre di famiglia” e non per convenienze di parte. Sogno un paese che rispetta l’ambiente ma rifugge i fondamentalismi. Sogno un paese che offra a tutti le stesse opportunità di partenza e che lasci al merito fare la differenza. Sogno un paese da lasciare ai miei figli in condizioni migliori di quelle che ho trovato. Mio padre negli anni cinquanta fu costretto ad emigrare per darci un futuro. Non vorrei, per i suoi nipoti, la stessa soluzione come l’unica possibile.


Niente di nuovo sotto il cielo di Teramo

bbene, checchè se ne dica, i Maja avevano ragione: il 2013 un anno dai grandi ed epocali cambiamenti. Dopo le meteoriti, due papi e 56 giorni di latitanza politicogovernativa, con il giuramento e la conseguente fiducia espressa da Parlamento e Senato, il nuovo governo impone il voltapagina alla seconda repubblica. Il pensiero vola veloce al Renzi-rottamatore. E chissà, alla luce dei fatti e con la grande capacità di auto rottamazione dei politici stessi probabilmente qualche energia se la sarebbe risparmiata. Insomma da est a ovest un arco costituzionale tutto all’insegna del rinnovamento (anagrafico, solo ed esclusivamente anagrafico). Il vero nuovo, quello lo hanno posto in panchina, vuoi per inesperienza, vuoi per disorganizzazione, vuoi anche per quella ereditata vocazione all’autolesionismo che tutte le sinistre conservano nel loro dna. E a Teramo? Dobbiamo aspettare ancora tra gli otto e i dodici mesi, quelli che mancano all’appuntamento nevralgico con il consenso dei cittadini a quanti si proporranno alla gestione della res-pubblica locale. E fin qui, normale amministrazione o quasi, (insomma nulla di nuovo sotto il sole). Ma noi popolo

locale, siamo pronti al cambiamento? Siamo pronti a sconfessare il potere delle casate? Sembra proprio di no. Cambia lo scenario, ma resta sempre la storia di vassalli e valvassori, feudi e feudatari. Ipocriti e ipocritizzati. Eh già! Perché la nostra è una piccola società borbonica, dove il coraggio fa difetto a molti, mentre politicamente si corre alla fondazione di circoli e movimenti, con lo scopo di carpire consensi in tutte le aree della “beneamata società civile”. Quest’ultima è pronta a prodigarsi per (carpire a sua volta) una (infondata) promessa di aiuto. Quindi? Parliamo ancora di cambiamento? Si, quello che precede la conclamazione e riconferma di un sistema che vede affollate le anticamere di politicanti e vuoti i locali delle agenzie per il lavoro, private o pubbliche che siano. Il cambiamento che porta all’affermazione di una politica che entra ed esce da raggruppamenti, secondo convenienza e resa del momento, che superando il sano confronto di idee e dialettiche diverse, coalizza delfini rampanti di famiglie alla ricerca della blasonatura passpartout, spingendoli alla esplorazione e conquista di una società unita solo dalla qualifica espressa dal proprio lavoro (sistema India). Per concludere, quale cambiamento può esserci in un agglomerato che ancora cerca un amico per accelerare una visita medica, o farsi togliere una multa? Una società che, sorniona e sonnacchiosa, ha quale primo sogno nel cassetto “il che nulla cambi”, perché sennò troppa fatica. L’importante è avere un politico da poter salutare per il corso. Anche questo serve, fa tendenza e soprattutto fa parlare. Perché Teramo la sua valvola di sfogo ce l’ha, è “la vernecchia”. Enrico Santarelli

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Breve riflessione filosofica sui risultati elettorali

LA RESPONSABILITÀ DELL’ELETTORE di Michele Ciliberti

on si può fare a meno della “Filosofia Politica” dei diversi autori o di quella classica: un invito alla riflessione in tal senso proviene proprio dai risultati elettorali. Senza sconfinare nella demagogia e senza fare alchimie statistiche per dimostrare di aver vinto anche quando si è inesorabilmente perso, i risultati elettorali dicono semplicemente che gli Italiani non posseggono il senso di appartenenza né quello della identità delle differenze. Se si amasse di più il proprio paese, ognuno dovrebbe imputare a se stesso la colpa del degrado in cui esso è

Un’egofagia imperante distrugge il diritto di darsi un governo e ciò, in una situazione di crisi totale, è ancora più intollerabile e masochistico precipitato, mentre si tende ad addossare tutto alla classe politica: “inetta”, “inefficace” e “arraffona”. Si privilegia il rapporto con le cose e non il rapporto con l’altro (il berlusconismo è maestro in questo); l’altro, cioè il prossimo, è stato asservito al sé,

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privato della propria identità e inglobato in una esistenza dipendente e differente (G. Deleuze, Differenza e ripetizione). Vedere il “volto dell’altro” è la massima espressione dell’Etica contemporanea (E. Lèvinas), anche se ciò sembra essere valido solo ai fini teorici, ossia, teoreticamente. L’essere, il non-senso, prevale sull’esistente, su ciò che ha senso: l’uomo, individuo unico e irriducibile, come sosteneva S. Kierkegaard. La presenza (etimologicamente = essere davanti) dell’io-soggetto è data dal “tu” nell’atto allocutorio per cui il primo prende coscienza di sé come complemento oggetto (= “me”) e non come soggetto (= “ego”). A questa nuova dimensione del soggetto si giunge mediante la sostituzione del “cogito” cartesiano, puramente autoreferenziale, con il “loquor” che, riferendosi all’ego, si apre all’interlocutore (M. M. Olivetti, Analogia del soggetto). Il “loquor” è umano, troppo umano si potrebbe dire, poiché è deponente così come “nascor” e “morior”. Tale apertura dialogica manca oggi e l’esito elettorale lo evidenzia nella maniera più sostanziale: tre fronti di pari estensione ermeticamente contrapposti e narcisisticamente velleitari; ognuno dei quali è espressione di interessi di parte e non della collettività. Un’egofagia imperante distrugge il diritto di darsi un governo e ciò, in una situazione di crisi totale, è ancora più intollerabile e masochistico. Era prevedibile questo risultato? Attribuirsi a posteriori doti profetiche è quanto meno puerile. Sicuramente era lecito supporre che una situazione d’incertezza e di stallo

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avrebbe gravemente nociuto alla nazione, ma non tutti gli elettori sanno riflettere prima di mettere nell’urna la scheda vergata del segno che qualcuno ha loro suggerito. Espropriati dell’autodeterminazione attraverso canali comunicativi di informazioni preconfezionate, i cittadini passivamente subiscono l’orgia del potere di leader riconosciuti soltanto da frazioni e consorterie che li sostengono per il mantenimento del proprio status quo. Chi intendeva proporre il cambiamento, non pensava fosse veramente difficile sottoporre a liscivia il gattopardo: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”! Altri, invece, aspirano a declama-

una situazione d’incertezza e di stallo avrebbe gravemente nociuto alla Nazione re il de profundis alla politica attraverso la dittatura globalizzata di internet. Infine, l’ingordigia animalesca dell’uomo, simile a quella del caimano, induce a sbranare i propri supporter fornendo loro “premium et circenses”. La Filosofia Politica di Eric Weil, in sintesi, sosteneva questo: “l’uomo giusto al posto giusto”, sia nelle istituzioni sia nella società civile. È forse un sogno sperare ciò?


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Giulio Andreotti

UNA VITA AL POTERE

«senza logorio» di Chiara Santarelli

iulio Andreotti è morto alle 12 e 25 del 6 maggio scorso nella sua abitazione romana. Aveva compiuto 94 anni il 14 gennaio. In precedenza era stato ricoverato, il 3 maggio dell’anno scorso, al Policlinico Gemelli di Roma per una crisi respiratoria. Da allora, le sue condizioni seppur migliorate non si erano mai completamente ristabilite. Fine modulo NNessuna camera ardente al Senato e niente funerali di Stato ma privati presso la Chiesa di san Giovanni dei Fiorentini a Roma, dove ogni mattina era solito sentir messa, a pochi passi dall’amatissima abitazione di Corso Vittorio Emanuele . Nato a Roma il 14 gennaio 1919, sposato con la signora Livia, padre di 4 figli, Andreotti è stato tra gli uomini più importanti della storia della nostra Repubblica e del suo partito, la Democrazia Cristiana. Presidente del Consiglio per 7 volte, senatore a vita, ha ricoperto numerosi incarichi di governo: 8 volte ministro della Difesa, 5 volte ministro degli Esteri, 3 volte ministro delle Partecipazioni statali, 2 volte ministro delle Finanze, ministro del Bilancio e ministro dell’Industria, una volta ministro del Tesoro, ministro dell’Interno (il più giovane della storia repubblicana), ministro dei Beni culturali e ministro delle Politiche comunitarie. La sua figura politica, che ha attraversato un ampio arco temporale della nostra storia recente è stata anche estremamente controversa. Sottoposto a giudizio a Palermo per associazione per delinquere e assolto in primo grado (perché il fatto non sussiste), la sentenza di appello, stabilì che Andreotti aveva «commesso» il «reato di partecipazione all’associazione per delinquere» (Cosa Nostra), «concretamente ravvisabile fino

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SOPRANNOMI Tra i soprannomi più famosi che gli sono stati attribuiti ci sono: “Divo Giulio” del giornalista Mino Pecorelli, per la personalità carismatica e pragmatica ispirata a Giulio Cesare. “Zio Giulio”, epiteto con il quale sarebbe stato conosciuto dai clan mafiosi secondo l’accusa rivoltagli al processo palermitano “Zù Giulio”, secondo i pentiti. “Belzebù” , usato in ambiente socialista, quando lo si volle distinguere da Belfagor, denominazione applicata a Licio Gelli. E inoltre: “Molok”, “la Sfinge”, “il Gobbo” e “il Papa Nero”; “La Volpe” o “vecchia volpe”. Un ultimo appellativo usato più di frequente è anche “Indecifrabile”

alla primavera 1980», reato però «estinto per prescrizione». Si legge infatti in una delle sentenze: «ha avuto piena consapevolezza che suoi sodali siciliani intrattenevano amichevoli rapporti con alcuni boss mafiosi; ha, quindi, a sua volta, coltivato amichevoli relazioni con gli stessi boss; ha palesato agli stessi una disponibilità non meramente fittizia, ancorché non necessariamente seguita da concreti, consistenti interventi agevolativi; ha loro chiesto favori; li ha incontrati; ha interagito con essi». Una sentenza confermata dalla Corte di cassazione, che ha messo l’ultimo sigillo su una vicenda durata dieci anni (concludeva la corte: «il senatore Andreotti risponderà dinanzi alla Storia»). Processi che hanno fatto discutere e diviso il Paese, ricchi di colpi di scena, ai quali l’imputato più illustre della storia giudiziaria d’Italia non s’è mai sottratto, rivendicando in ogni occasione la propria innocenza. Nomi famosi e famigerati quelli che hanno circondato lo statista negli anni

“Tutti a pensare che la verità sia una cosa giusta e invece è la fine del mondo. Noi non possiamo consentire la fine del mondo in nome di una cosa giusta. Abbiamo un mandato noi. Un mandato divino. Bisogna amare così tanto dio per capire quanto sia necessario il male per avere il bene. Questo Dio lo sa e lo so anch’io.” dal film “Il Divo”, regia di Paolo Sorrentino anno di uscita 2008

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in cui era ai vertici delle cariche dello Stato: Salvo Lima e Stefano Bontate, Totò Riina e i pentiti Francesco Marino Mannoia, Baldassare Di Maggio e Tommaso Buscetta che raccontavano di incontri, connivenze e “baci” e che stendevano ombre inquietanti sui più efferati delitti di mafia: come quello del presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella o del giornalista Pecorelli. Così come la vicenda che lo vede associare il suo nome a quelli di Michele Sindona e Licio Gelli, e alla famigerata loggia massonica P2, con altre vittime come Calvi e Ambrosoli. Ma il «processo alla storia d’Italia», non riesce a trovare prove certe di coinvolgimenti e responsabilità anzi soprattutto riguardo alla mafia, la legislazione antimafia che contribuì a varare segna una sorta di riscatto dell’uomo politico. Nella sua lunga vita politica molte sono state anche le presenze di personalità carismatiche . Da De Gasperi a Moro. Di quest’ultimo ha detto: « Con Moro ci conoscevamo fin dai tempi della Fuci, lui era presidente, io dirigevo l’Azione fucina, e quando lui lasciò la carica presi il suo posto. [...] ho sempre avuto con lui una relazione molto facile,

proprio perché c’era questo legame universitario. Bersaglio frequente della satira e di prese in giro sul suo difetto fisico (la famosa “gobba”), ha sempre ostentato una pro-

Non sono pronto. Spero di morire il più tardi possibile. Ma se dovessi morire tra un minuto so che nell’aldilà non sarei chiamato a rispondere né di Pecorelli né della mafia. Di altre cose sì. Ma su questo ho le carte in regola

verbiale quanto cinica ironia, famosi i suoi aforismi. Pochi sanno, tuttavia, che a dispetto della fama di gobbo non era affatto basso, anzi, in una carta d’identità (molto datata), risulta alto 1,78, sicuramente una statura non elevatissima ma certo non bassa e di sicuro superiore alla media della sua generazione. Si legge in un commento di Indro Montanelli che: «in chiesa, De Gasperi parlava con Dio; Andreotti col prete» , ma lette queste parole, Andreotti ribatté: «sì, ma a me il prete rispondeva» , e lo definiva: “distaccato, freddo, guardingo, ha sangue di ghiaccio. È autenticamente colto, cioè di quelli che non credono che la cultura sia cominciata con la sociologia e finisca lì» A lui si ispira Francis Ford Coppola nel film Il padrino - Parte III nel definire la figura del potente politico italiano Licio Lucchesi al quale, tra l’altro, viene pronunciata all’orecchio la celebre frase “Il potere logora chi non ce l’ha”. Anche la Disney lo cita in una storia di Topolino del 1988, Paperino portaborse, in cui il personaggio dell’onorevole Papeotti è la sua chiara parodia.

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Giandomenico Di Sante: IL È il “Presidente” con la P maiuscola. Sette volte alla guida di altrettante banche, che hanno fatto la storia dell’economia (non solo) teramana di Mira Carpineta

agli inizi teramani, nel lontano 1977, con la Banca Popolare di Teramo e Città Sant’Angelo, il Cavalier Giandomenico Di Sante si trova oggi a presiedere una Superbanca, quella scaturita dalla fusione di Banca dell’Adriatico e Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno. Entrambi gli istituti fanno parte del gruppo Intesa San

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Paolo, ma la concentrazione degli sportelli, nelle tre regioni costiere orientali, ne fa un organismo destinato a incidere considerevolmente nell’economia di questi territori, soprattutto in questi tempi di crisi. Come si è giunti a questa fusione? Entrambe le banche fanno già parte del gruppo Intesa san Paolo, in particolare Carisap era una controllata al 70% circa. Una trattativa

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in corso da qualche tempo ha portato all’acquisizione dell’intero pacchetto di Carisap. In questo modo le due banche sono diventate così “due gocce dello stesso mare. Qual è oggi il ruolo che ha o dovrebbe avere una banca? Oggi la banca è chiamata a un grande cambiamento, a una innovazione forse maggiore di altre attività imprenditoriali: è un impresa


A PRIMAPAGINA IL RACCONTO DI UNA VITA DI SFIDE. VINTE

BANCHIERE GENTILUOMO come tutte le altre, ma svolge una funzione estremamente delicata soprattutto in questo periodo. È necessario che sia efficiente ed efficace. Deve adeguarsi sempre più e sempre meglio ai tempi che viviamo, a cominciare dagli uomini, dalle risorse umane. Investiamo grandi risorse in aggiornamenti e formazione costanti, lo dobbiamo alle tantissime piccole aziende che sono cresciute insieme a noi, che abbiamo accompagnato con successo, almeno fino ad alcuni anni fa. Ora la crisi ha cambiato molte cose e molte aziende hanno avuto difficoltà a sostenere lo scenario economico che si è creato. Il sistema bancario deve trovare una intelligente gestione, ma con senso di responsabilità.

Lei conosce a fondo la situazione dell’economia teramana e non solo… Direi per fortuna, e per una responsabilità etica e morale, conosco molto bene quello che accade da Gabicce alla Puglia. Avevamo circa 200 sportelli ora 268 , ma dopo questa fusione, le due banche, che fino a ieri avevano un’operatività autonoma e degli spazi da gestire ora più ampi e articolati sul territorio, adesso si trovano a seguire una quantità enorme di clienti. I problemi di carattere generale, l’Italia, l’Europa, la globalizzazione, hanno dato un volto nuovo all’economia. Una volta non c’era una interconnessione così forte. Rispetto al passato la crisi è enormemente più grande delle precedenti perché più complessa,

più interconnessa e soprattutto più veloce. La differenza è proprio nell’enormità, nella complessità, nella velocità e interconnessione degli scenari: quello teramano con l’Abruzzo, quello dell’Abruzzo con l’Italia, l’Italia con l’Europa, l’Europa con il mondo. Il rischio è di considerare questa crisi simile alle precedenti ma non è cosi. Oggi non si tratta di difendere solo il “tozzo di pane”. Oggi il disagio, la sperequazione, la disuguaglianza sociale stanno arrivando a livelli non più sostenibili. Cresce il numero delle famiglie in difficoltà. La classe media scende di livello e chi sta ai margini va protetto. Non solo con sostegni finanziari, ma con una modificazione nella gestione politica di questa crisi. Purtroppo la politica si è rivelata inadeguata.

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Non solo perché non è riuscita a fronteggiare il momento attuale, ma perché per 10 anni vi è stata una valutazione inadeguata di quello che accadeva, e nella capacità di competere che scemava e nella valutazione dell’Europa e del mondo. La responsabilità, va detto, non è solo italiana, anche l’Europa ha i suoi limiti, ma noi siamo chiamati a fare la nostra parte, che non può fare nessun altro. In questo senso abbiamo pieno diritto a promuovere una gestione delle difficoltà dell’economia a livello europeo. Promuovere questa partecipazione corale, nella diversità dei ruoli e dei pesi, nell’interesse di tutti. Il nostro interesse in questo caso è anche maggiore, ma in prospettiva è interesse di tutti. La Germania che domina è una “vittoria di Pirro”, il suo vantaggio è transitorio. Un fenomeno di riflessione che già si avverte. L’Italia deve , sempre meglio, conquistare una capacità contrattuale. Si è in grado di sollecitare, coinvolgere, condizionare e promuovere nella misura in cui si è credibili, nei programmi, nella stabilità e capacità di competere e riguadagnare gli spazi da gestire. Tornando alla nuova “superbanca”, quali possono essere le ricadute vantaggiose per questo territorio? La provincia di Teramo, che aveva nella Vibrata la “Milano del sud” con la sua quantità di “formiche che portavano chicchi di grano al granaio” e producevano ricchezza, una miriade di piccole aziende molto vivaci e dinamiche, in questo processo di cambiamento hanno visto molte di loro uscire fuori dalla capacità di competere, molte altre in sofferenza, molte sono proprio scomparse. Questa nuova realtà potrà dare una presenza più capillare, una “potenza di fuoco” maggiore, con la capacità di saper coniugare il localismo con l’efficienza e l’efficacia che il cambiamento persegue. Abbiamo alle spalle questo gigante (il gruppo Intesa-San Paolo. Ndr) che ci fa essere una banca molto particolare. E’ una grande fortuna avere radici profonde e diffuse nel territorio. Tantissime aziende sono cresciute con noi e con la Tercas, altra protagonista importante, che ci ha visti alternativamente prevalere. Lei ha affermato di recente che , a fronte dei limiti dettati dalle disposizioni europee, ai direttori resta pur sempre un ambito discrezionale importante. Secondo lei, le banche torneranno a fare credito alle imprese e alle famiglie? I parametri europei, le linee guida vanno rispettate, poi le regole di attuazione vanno seguite “cum grano salis”, con razionalità. Noi abbiamo l’onore e l’onere di svolgere un ruo-

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LA STORIA Tutto ha inizio nel lontano 1910, dalla falegnameria del nonno Giandomenico e del papà Attilio, ebanista. La svolta arriva negli anni 60, quando “poco più che ventenne” si lancia in una sfida rischiosa, indebitandosi “oltre misura. Ma mio padre si fidò di me – racconta il Cavaliere – e l’investimento, enorme per l’epoca, 200 milioni di lire, ci portò dalla bottega all’azienda”. La famiglia ha rappresentato da sempre la struttura e la forza dell’impresa, il cui nucleo pulsante è concentrato in due complessi immobiliari: lo storico Mobilificio Di Sante di San Nicolò, che ha celebrato i 100 anni di attività, e l’Expo 2000 di Silvi Marina che occupa un’area di oltre 20mila metri quadrati ed è diretto dal fratello, il Cav. Tito. Oggi, le nuove generazioni, seguendo le orme dei genitori, partecipano attivamente alla gestione dei due complessi e alle molteplici attività scaturite dall’indotto. Il curriculum del Cavaliere, impressionante per il numero di attività e incarichi ricoperti, comprende anche la presidenza della Confcommercio di Teramo e la presenza in numerosi organismi economici, nonché aziende facenti parte del Gruppo Di Sante Mobili.

LA BANCA Il primo incarico bancario risale al 1974 come Consigliere di Amministrazione nella Banca Popolare di Teramo e Città Sant’Angelo. 3 anni dopo (1/10/ 1977) viene nominato Presidente. Dall’aggregazione con alcune banche popolari abruzzesi e marchigiane ( 24/12/1983San Benedetto del Tronto, 10 sportelli. 1984 - L’Aquila, 12 sportelli-) e 5 concentrazioni bancarie ( con Cassa di Risparmio di Bologna e Gorizia e le holding CAER e CARDINE – 9/6/1994 ) si arriva all’operazione Banca Popolare del’Adriatico, con sede a Pesaro. Dal 12/6/2006 l’ingresso nel Gruppo Intesa San Paolo, l’istituto conta già 1729 dipendenti e 213 filiali. Oggi , dopo la fusione con Carisap (18/3/2013), gli sportelli sono diventati 268 e i dipendenti 1800, suddivisi in tre regioni.

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lo. In questo momento posso affermare che noi impieghiamo più di quanto raccogliamo e non è un problema proprio perché il gruppo è estremamente solido e con liquidità abbondante. Una carriera ricca di passaggi importanti la sua, che l’hanno vista sempre al timone, sia di aziende che di banche… Nelle mie scelte, molte volte ho avuto successo, qualche volta ho sbagliato, oggi sono soddisfatto. Ho sempre ritenuto che fosse utile avere alle spalle qualcuno di più grande, che fosse in grado di fare qualcosa di diverso dalla piccola banca locale, con le logiche e le strategie di un grande gruppo. Questa è la settima banca che presiedo. In questa nuova articolazione siamo un insieme unico. Sono stato nominato prima presidente di Carisap e poi della nuova Banca dell’Adriatico, che ha iniziato a pieno titolo le sue attività il 15 aprile. La prima importante acquisizione, tuttavia, risale all’83, con un istituto marchigiano, di San Benedetto del Tronto che aveva 10 sportelli. L’anno dopo fu la volta dell’Aquila con altri 12 sportelli Poi il “matrimonio” Pesaro- Teramo, l’operazione più bella che potessi sognare e che si è rivelata di grande difficoltà. Per un paio di anni ho fatto l’acrobata, perché il processo di amalgama era diventato estremamente impegnativo, la banca non progrediva nei giusti modi e giusta direzione Seguì un apparentamento con la Cassa di Bologna e con una holding: CAER, che comprendeva BDA, Cassa di Bologna e Cassa di Gorizia. Poi le banche diventarono 7 e nacque l’ altra holding, CARDINE ( di cui sono sempre stato presidente e amministratore). Avevano un free capital di 12.000 miliardi di lire, una potenza. Però, come dicevano alcuni soci, eravamo “ 7 signorotti di campagna” perché si avvertiva già l’esigenza di essere accompagnati verso l’internazionalizzazione e sentivamo di non avere né l’esperienza né gli uomini sufficienti. Da questo pensiero nacque il progetto di inserimento nel gruppo Intesa San Paolo che oggi è realtà. L’internazionalizzazione in realtà non è un’esigenza solo attuale, è cominciata 20 anni fa e a mio avviso l’Italia possiede già i fondamentali per uscire da questa crisi. Lei ha ricevuto anche un impressionante numero di onorificenze… (sorridendo) Ho avuto diverse “patacche”, è vero, forse molte più di quelle che meritassi, ma due sono molto importanti e mi hanno fatto molto piacere perché sono riconoscimenti che il Presidente della Repubblica dona ai cittadini che hanno fatto cose eccellenti.


«Nelle mie scelte, molte volte ho avuto successo, qualche volta ho sbagliato, oggi sono soddisfatto»

I NUMERI: 99 filiali in Abruzzo di cui 42 a Teramo e provincia, 22 a Pescara, 19 a Chieti e 16 all’Aquila. 144 sportelli nelle marche di cui 38 a Pesaro Urbino, 24 ad Ancona, 23 a Macerata, 14 a Fermo, 45 a Ascoli Piceno 24 in Molise di cui 18 in Provincia di Campobasso 6 a Isernia 375.000 clienti 7 miliardi di crediti in corso alle famiglie e alle imprese 9 miliardi di attività finanziarie gestite per un totale di 15,7 miliardi di euro di masse intermediate realizzano di fatto la “macroregione adriatica” Ad Ascoli va la direzione generale della superbanca, a Teramo la Presidenza e lo storico nome dell’istituto.

ONORIFICENZE: Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica 2002 Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme Cavaliere del Lavoro al Merito della Repubblica 2008 PrimaPagina 36 - mag. 2013

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MOTODROMO DEL GRAN Il progetto che divide Montorio tra favorevoli e contrari a cura di Adele Di Feliciantonio

autodromo del Gran Sasso, che dovrebbe nascere nella frazione di San Mauro, nel Comune di Montorio al Vomano, è l’argomento “caldo” e onnipresente nelle discussioni politiche e di piazza del paese teramano. L’autodromo che fa parlare di sé, che unisce, che divide, che crea polemica, ma anche consensi. L’autodromo che tormenta il sonno degli abitanti del luogo dove andrebbe a sorgere , quello che per la società e il suo presidente è, invece, il sogno di una vita; il circuito che

ha il compito e il fine arduo di risollevare are l’economia e i livelli occupazionali del nostro territorio, ma anche quello che genera il timore di devastare evastare t una zona ad alta caratura paesaggistica e naturalistica; l’autodromo che viene descritto come l’opera faraonica alle porte del parco, ma che per molti rischierebbe di diventare l’ennesima cattedrale nel deserto. E così il paese si anima; c’è chi “tira acqua al proprio mulino” anzi più propriamente al proprio “box”, come la società promotrice che crede nel suo progetto avveniristico e pieno di aspettative; chi come il comitato

Anima Verde, non tollererebbe mai le Anim invece, corse a pochi chi km k da casa e chi, invec nvece, come l’amministrazione zio ione comunale le io l vede come l’unica soluzione di sviluppo onnne attuale d zona.; chi esprime dubbi sulla per la nostra zona. fattibilità e su una pubblica utilità tu tutta da dimostrare, come uno dei consiglieri glieri di minoranza e chi, come i grillini montoriesi, pensano che a decidere non debba essere la politica, ma la cittadinanza. E quest’ultima cosa ne pensa? Abbiamo cercato, attraverso la raccolta di informazioni, di dare un quadro il più possibile completo della situazione lasciando la parola ai protagonisti

Un sogno, una missione, un investimento, per Montorio e per l’Abruzzo n autodromo per promuovere il nostro paesaggio e per rilanciare il nostro territorio” . Questo è il motivo che spinge il dott. Mario Petrarca e i suoi soci a portare avanti il loro progetto e spiega, rassicurando gli scettici, la politica aziendale e gli obiettivi che la sua società persegue, nella speranza che il sogno si materializzi a breve. Dott. Petrarca da anni si sente parlare di Autodromo del Gran Sasso, è vero che tra breve inizieranno i lavori? Se tutto va bene e siamo ottimisti, pensiamo che entro 20 mesi da oggi inizieranno i lavori di costruzione del circuito. Quest’opera faraonica per lei rappresenta un sogno; per Montorio cosa po-

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Noi siamo persone serie, non speculatori e abbiamo verificato che la domanda delle utenze per usufruire dell’autodromo è elevata e il successo dell’opera è assicurato

trebbe significare? Per me è un sogno realizzare qualcosa per il nostro paese e vorrei che noi montoriesi fossimo i primi a fare qualcosa di buono per il nostro territorio. Il nostro progetto è una missione più che un investimento e riuscirebbe a dare all’Abruzzo quella valenza internazionale di cui tanto necessita. Per realizzarla occorrono molte risorse economiche; non c’è il rischio che rimanga l’ennesima opera incompiuta? Un’opera rimane incompiuta quando dietro di essa ci sono falsi investitori o investitori immorali oppure perché non c’è la possibilità di raggiungere il risultato. Noi siamo persone serie, non speculatori e abbiamo verificato che la domanda delle utenze per usufruire dell’autodromo è elevata e il successo dell’opera è assicura-


SASSO: la parola ai protagonisti “Opera di valenza pubblica, unica per rilanciare Montorio” Fiorenzo Catalini, Assessore all’urbanistica del Comune di Montorio ome amministrazione abbiamo vagliato varie soluzioni che potrebbero dare impulso al nostro paese e alla zona circostante e ci siamo resi conto che quest’opera ha un’assoluta valenza pubblica ed è l’unica che, a oggi, possiamo rilevare come strumento di rilancio per Montorio. Non nascondo che anch’io ho dubbi e perplessità, come è naturale che un’opera così imponente possa sollevare, ma credo fermamente che essa potrebbe essere una forma di sviluppo reale e concreta. In un recente convegno è stato annunciato

che il circuito si farà; ma per essere approvato in via definitiva stiamo seguendo un iter preciso e puntuale: innanzitutto è in fase di chiusura la procedura VAS (Valutazione Ambientale Strategica) legata alla variante urbanistica del PRG per la trasformazione dei terreni da uso agricolo a sportivo – ricreativo. Il rapporto preliminare è stato inviato alle ACA (Autorità con competenza Ambientale)) che ci hanno già dato risposta e, tra queste, all’ARTA che ci ha dato disposizioni in merito all’adozione di un piano acustico. Sulla base di queste indicazioni la società ha rimesso il Rapporto Ambientale che ha tenuto conto di tutti i pareri delle

to. Pensiamo di lavorare molto con il Nord Est Europa, e dare così un forte impulso al turismo in Abruzzo. La nostra Regione ha un patrimonio paesaggistico e naturalistico splendido, ma deve trovare dei modi efficaci per valorizzarlo e farlo conoscere. Con l’autodromo pensiamo e speriamo di dare in grande contributo alla nostra terra in questo senso e confidiamo molto nell’Aeroporto di Pescara che verrebbe potenziato nel numero dei voli e degli scali tutto a vantaggio della collettività. Ci aspettiamo, ovviamente, che le istituzioni comprendano l’importanza di appoggiare la nostra iniziativa La sua società vede, quindi, l’autodromo come un mezzo efficace per il rilancio economico della nostra zona? Certamente. Oltre ai vantaggi che ho già citato non dobbiamo dimenticare che l’autodromo occupa un numero rilevante di lavoratori che possono variare in base alle politiche aziendali, ma pensiamo di poter assorbire circa 250 / 300 unità di dipendenti. Dopo otto anni di lavoro, ostacoli vari, cosa vi ha spinto a non desistere? Nel corso della mia vita ho fatto studi e verifiche a tutto campo sull’argomento in questione. Alla luce dei risultati mi sono convinto sulla bontà e validità dell’idea. Mi sono reso conto, come anche molti mi hanno suggerito, che per

un’opera faraonica come questa occorreva forza, coraggio, tenacia, perseveranza, qualità che fortunatamente mi sono proprie. Devo ringraziare i miei soci che insieme a me non hanno mai abbassato la guardia e non ci siamo mai arresi a perseguire il nostro obiettivo. Quando otto anni fa ebbi l’idea del motodromo incontrai molte delle autorità a tutti i livelli di governabilità territoriale per illustrare il mio progetto ed ebbi il consenso da vari colori politici. Questo mi diede l’input per intraprendere il percorso, altrimenti avrei subito desistito. L’interessamento del sindaco e dell’amministrazione comunale mi hanno rassicurato da subito, non hanno avuto mai dubbi riguardo alla validità del nostro progetto. Fin quando avrò energie le dedicherò tutte all’autodromo ricordando che come società rispettiamo tutte le normative in materia urbanistica, sociale e amministrativa. Cosa si sente di dire a chi non è favorevole al circuito? A chi si oppone con onestà e in buona fede metto mi metto a disposizione per spiegare il mio progetto e far comprendere che ci preoccupiamo di tutelare i diritti e gli interessi di ogni cittadino e non ci tireremo mai indietro nel risolvere gli eventuali disagi. A chi ci si oppone con manifesta malafede non mi sento di dire e spiegare nulla.

autorità competenti preposte e, basandosi su questi dati, ci ha presentato il progetto finale. Questo dovrà essere vagliato e approvato dal Consiglio comunale per la variante al PRG con i tempi e gli adempimenti necessari non tralasciando altri incontri pubblici con la cittadinanza. Infine la Regione Abruzzo valuterà la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale). Ci sono quindi buone possibilità che il progetto si realizzi. La società ha già acquistato più del 50% dei terreni necessari. È bene precisare che non esiste nessuna possibilità che i terreni possano avere una destinazione urbanistica diversa da quella prevista. Il Dimensiona-

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mento residenziale previsto dal P.T.P (Piano Territoriale Provinciale) per Montorio, stante la previsione demografica attuale, non prevede la possibilità di destinare ulteriori aree a zone edificabili di tipo residenziale. Solo se ci fossero, in futuro, novità in senso demografico potremmo chiedere una deroga a questa previsione urbanistica. La nostra amministrazione è in dirittura di arrivo. Per riuscire ad adempiere gli impegni assunti e “posare la prima pietra” la nostra azione maggiore sarà la seduta in consiglio comunale per la variante al PRG; se si arriva a quella, metà dell’opera è compiuta. Vorremmo evitare che diventi un’illusione come le terme di Piane di Collevecchio delle quali si parla da oltre venti anni. Ma qui è diverso, la progettazione è in uno stato avanzato e poi c’è una società che si è impegnata economicamente, che esprime la volontà di impegnare ulteriori risorse economiche con la possibilità del coinvolgimento di altri investitori. La società Autodromo del Gran Sasso afferma di aver già versato circa 2 milioni di capitale e altrettanti dice di esser pronta a versarne; ha ottenuto parere positivo dall’Istituto per il credito sportivo, per un finanziamento di 18 milioni di euro e si dice certa di poter reperire altre somme. Sempre la società ci ha presentato un Piano dell’Opera dove si prevede che entro un anno completeranno l’impianto. Se ciò non avvenisse e l’opera non sarà terminata

entro due anni o se ci si trovasse in colpevole ritardo, la clausola prevede che dovrà obbligatoriamente rivendere i terreni non utilizzati ai precedenti legittimi proprietari e allo stesso prezzo. I motivi di maggiore dissenso sono il rischio ambientale, l’opera incompiuta e l’utilizzo dei soldi dei contribuenti; a tranquillizza-

Movimento 5stelle :

iteniamo opportuno, in questa fase, intervenire sul metodo decisionale utilizzato dall’amministrazione nel portare avanti la questione autodromo e non circa l’opportunità o meno di dotare il nostro paese di tale infrastruttura. Il M5S è convinto che la scelta su una questione così importante per il nostro paese spetti ai cittadini e il referendum, strumento di democrazia diretta, ci sembra il modo migliore affinchè si evitino scelte autoritarie. In questo siamo in perfetta

“NE’ A FAVORE NE’ CONTRO: AL POPOLO l’ardua sentenza” I portavoce per Montorio al Vomano, Vincenzo Di Feliciantonio e Riccardo Panzone

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I motivi di maggiore dissenso sono il rischio ambientale, l’opera incompiuta e l’utilizzo dei soldi dei contribuenti re la cittadinanza la legge prevede che l’esproprio venga predisposto dall’amministrazione comunale, ma gli indennizzi vengono pagati dalla società quindi niente risorse pubbliche. E con le garanzie che chiederemo sarà disincentivata la non realizzazione o la parziale realizzazione dei lavori. Il comitato Anima Verde ha sollevato molti quesiti e ha avuto risposte. I cittadini sono stati informati. Ci sono documenti ufficiali consultabili da chiunque e sono stati presentati anche nella

un’amministrazione seria non può prescindere dal volere della cittadinanza linea con la nostra azione nazionale. A oggi non crediamo che gli elettori siano informati nè sullo strumento del referendum, né sull’effettiva valenza dell’opera da realizzarsi.

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conferenza stampa. Voglio specificare che la dolina carsica è stata presa in considerazione nel progetto, addirittura è stata rivalutata. che i reperti storici saranno tutelati dalla Sovrintendenza e dalla presenza di un archeologo nel luogo dei lavori. Che per la salvaguardia ambientale non esistono interferenze con flora e fauna del luogo. Che, per il problema acustico, l’ARTA ci ha imposto un piano acustico nel quale sono previsti scenari diversi: in condizione di quiete e rumore massimo. Che si è tenuto conto del piano per le scarpate, della condotta dell’acquedotto del Ruzzo. Che ci sarà la sistemazione del terreno con la piantumazione di alberi adatti a contenere le emissioni sonore, cercando di mantenere il più possibile la zona verde. Più volte abbiamo espresso ai rappresentanti del Comitato la volontà dell’Amministrazione di non porre in atto nessuna forma di ritorsione verso di loro e la volontà sempre di trovare soluzioni condivisibili, nei limiti del possibile, alle loro necessità. Il referendum promosso dal Movimento5Stelle è un loro diritto. Noi in campagna elettorale avevamo detto che avremmo fatto l’autodromo e se abbiamo vinto vuol dire che il consenso ad esso è stato già ottenuto attraverso la vittoria alle elezioni amministrative. La prova referendum l’abbiamo già superata. Crediamo in questo progetto, per il rilancio della nostra economia e del nostro turismo.

È necessario quindi, coinvolgere la cittadinanza nelle fasi decisionali di approvazione del progetto, rendendola consapevole dei presunti vantaggi o svantaggi che l’opera può apportare al territorio. Questo può essere fatto rendendo accessibili al pubblico, tramite riprese televisive, i consigli comunali; attraverso incontri con la cittadinanza durante i vari passaggi dell’iter approvativo; indizione di conferenze stampa e attraverso l’ausilio della rete e quindi del sito del Comune, per avere la possibilità di reperire le informazioni necessarie. Infine attraverso il coinvolgimento delle varie associazioni. Anche se il referendum è solo consultivo riteniamo che un’amministrazione seria non può prescindere dal volere della cittadinanza nel prendere decisioni così incisive nella vita futura del paese. Ci preme specificare che il M5S di Montorio in questo momento non è nè a favore né contro la costruzione del circuito, ma si sta battendo per istituire il referendum. Se quest’ultimo verrà approvato, solo allora in seno al nostro gruppo decideremo, democraticamente, la linea da seguire.


“Tanti, troppi dubbi” Gersan Persia , consigliere di minoranza ul piano politico – amministrativo, censuro la posizione del sindaco e dell’amministrazione comunale che stanno sponsorizzando ( senza una approfondita valutazione di tutti gli interessi in gioco ) la costruzione. Il progetto, oltre a postulare una variante al PRG e l’avvio di costose procedure di espropriazione di terreni privati, appare di dubbia fattibilità. Francamente non riesco a individuare un pubblico interesse in questa scelta. Manca un piano economico diretto a garantire la copertura monetaria di un investimento di circa 27 milioni di euro, come indicato dalla società promotrice; non è stato effettuato, uno studio sull’impatto economico che l’opera avrebbe sulla realtà montoriese in termini occupazionali e di incremento di ricchezza; infine, non si tiene minimamente conto della grave crisi che, ormai, da anni, ha investito il settore motoristico e che sta provvocando oca cando la chiusura chi ura di molti impianti simili. Il dubbio è chee un investimento investimen stimento dii soli 27 miliomilio m nni di euro eur uro non possa essere e er sufficiente per la realizzazione compl completa r e del progettato ge a motomo moto dromo. I 27 27 milioni milio i non ci ci sono e anche se ci

fossero non basterebbero con il rischio, quindi, di un’opera destinata a rimanere incompiuta. Il redattore del “ Programma “ ipotizza un investimento di 27- 30 milioni di euro, ma si astiene dall’indicare gli investitori e non precisa se la società promotrice abbia la disponibilità di questi capitali; precisa che impianto è un motodromo ( come, peraltro, risulta da una nota del Coni del 18/5/2012, pure rinvenibile in seno alla documentazione custodita presso il nominato l’Ufficio Area – Urbanistica ), sul quale comunque non potranno svolgersi né le gare di Formula Uno, né quelle relative al moto Gp; prevede che le presenze annuali saranno 25.000, mentre, in precedenza, si parlava di 500.000 e che l’opera, garantirebbe una trentina di assunzioni lavorative, quando in passato, aveva stimato la creazione di 500 nuovi posti di lavoro. A tutto questo, si aggiunga il costo degli espropri, ri, che su ssupera p di molto il milione di euro. Quindi né u Quind Q di nessuna naa certezza c presupposti il procedimento resupposti per promuovere prom rocedimento e e preordinato alla a variante al PRG. G. Ma M l’aspetto maggiormente preoccupa che maggior ormente mente preo occupa è la mancanza mancan di capitali capit li a proposito dei quali il Sindaco ha h chiarito che, e, se la società nonn presenterà le

fideiussioni a garanzia della spesa occorrente, l’Amministrazione non darà ulteriore corso all’iter. Spero che alle dichiarazioni facciano seguito i dovuti e conformi comportamenti. Nell’interesse di Montorio, naturalmente.

OPERA TROPPO IMPATTANTE incenzo Fortunato Rifondazione Comunista: “È un’opera troppo impattante e invasiva per il territorio, specialmente se parliamo di un fantastico borgo come S.Mauro, bisognava individuare un sito diverso dove costruirlo e comunque per un opera di queste dimensioni i cittadini hanno il diritto di esprimersi con un referendum consultivo senza sbarramenti”

Comitato ANIMA VERDE di SAN MAURO:

NON ABBASSEREMO MAI LA GUARDIA motivi del nostro parere contrario a questa’opera sono tre: ambientale, in quanto non riteniamo che il sito individuato sia libero da ogni vincolo o rischio faunistico, idrogeologico e storico – culturale.Economico, in quanto crediamo che l’investimento non sia così utile; la società promette dati che, a nostro avviso, saranno irrealizzabili; non dimentichiamo che questa zona non è disabitata e si andranno a far morire 60 ettari di produzione agricola, allevamenti, e aziende agricole e che saranno espropriati terreni. Infine il problema di ordine pratico: le piste a 30/40metri dalle nostre case, il rumore sarebbe assordante e crescerebbe l’inquinamento acustico, che non potrebbe essere fermato con dei pannelli fotoassorbenti; si creerebbe un problema di

viabilità in un paese così piccolo e con arterie stradali limitate e scarse e infine ci sarebbe un problema per i parcheggi. I risultati ottenuti finora con la nostra protesta sono il cambio del progetto e della direzione di alcune parti di pista. La nostra protesta è basata sugli studi che abbiamo commissionato a professionisti competenti, e non abbiamo avuto risposte positive e incoraggianti. Oggi siamo ancora più preoccupati perché la mancanza dei fondi ci fa dubitare che l’opera venga iniziata e non finita o addirittura che dietro di essa ci siano finalità di speculazione edilizia. Non vogliamo fare protesta a tutti i costi e accetteremmo un’altra destinazione del nostro territorio, ma non crediamo al progetto dell’autodromo anche perché

molte di queste strutture oggi sono in crisi. Molta la solidarietà delle persone comuni e delle associazioni ambientaliste come il WWF. Un autodromo alla porte del parco sembra una contraddizione. L’amministrazione ci ha convocati prima della presentazione del progetto, ma si nascondono molto dietro alle decisioni dei “tecnici” e le domande che abbiamo posto sono molte: i lavori avranno un inizio e una fine? Devasteranno la zona interessata? E poi cos’accadrà? La nostra preoccupazione maggiore è che l’autodromo non sia altro che lo stratagemma per raggiungere altre finalità. La zona interessata non è assolutamente in degrado come qualcuno ha affermato; un panorama bellissimo, ulivi secolari, tanto verde, Per questi motivi non abbasseremo la guardia, mai.

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IL MONDO DEI TATUAGGI TRA RISCHI E PASSIONE

Per un pugno d’inchiostro di Chiara Santarelli

ncora una volta sotto i riflettori della cronaca nazionale, il mondo dei tatuaggi fa spesso parlare di se, nel bene o nel male. Il 21 aprile scorso a Milano, una giovane di 24 anni, Federica Iammatteo, si è spenta al Policlinico dopo una violenta emorragia apparentemente dovuta a cause sconosciute. Ripercorrendo gli ultimi giorni della ragazza, si scopre che 48 ore prima Federica si era sottoposta a una seduta per la realizzazione di un tatuaggio, in un centro specializzato, già frequentato in precedenza. Le prime domande sorte in merito, sono state molteplici e disparate, si ipotizzava un’allergia all’inchiostro sviluppata a posteriori, una poca accortezza igienica da

parte del tatuatore o il probabile utilizzo di sostanze non certificate. In proposito, il presidente dell’associazione tatuatori italiani riuniti (ATIR) , Giuseppe Serra, oltre a dimostrare il proprio sgomento sull’accaduto, ha chiarito che è probabile l’insorgere di reazioni allergiche date dalla sensibilizzazione del corpo alle sostanze utilizzate (dopo molte sedute e con un numero considerevole di tatuaggi), ma il lasso di tempo intercorso tra l’evento e la manifestazione del malessere fa decadere questa ipotesi, poiché una reazione allergica sarebbe stata quasi immediata. L’autopsia ha fatto luce su questa storia che ha preoccupato ragazzi e genitori di tutta Italia: Federica è morta a causa della Neisseria meningitidis, meglio conosciuta come meningococco, batterio che le ha causato una

meningite fulminante. Sembrerebbe si possa porre pace al mondo dei tatuaggi, che spesso vien preso come “cattivo esempio” di vita, eppure non è così. Ancora oggi serpeggiano il dubbio e l’incertezza, considerando (a volte a ragione) il tatuaggio una pratica pericolosa. Incontriamo così due ragazzi teramani, Daniel Anido Lamas, 26 anni, e Stefano Ioannoni, 27 che hanno reso la passione per l’arte e i tatuaggi, il loro mestiere, aprendo uno studio specializzato a San Nicolò; con loro è subito chiara la motivazione che anima la loro mano nei disegni, sia su carta che su pelle. Entrambi di formazione artistica, hanno conseguito un attestato di abilitazione a seguito del corso tenutosi a Roma alla “fashion look academy” : “E’ come se mi fossi sposato” confessa Stefano. Daniel invece aggiunge: “una

LA SOLITUDINE E LE DIFFICOLTÀ DI CHI CONV

Quando il volontariato colma il vuoto istituzionale di Angela Cacciatore

a storia di Anna è la storia di una donna che ha dovuto affrontare la terribile sofferenza di vedere le persone che più ama, il marito e la figlia, colpiti da malattie degenerative che ne hanno stravolto le esistenze. Anna ha cercato aiuto nella città e in quelle istituzioni che lei si auspicava fossero al servizio dei cittadini, ma la realtà le ha mostrato un volto diverso. “Mio marito è stato il primo ad ammalarsi – esordisce - È stato colpito da un ictus che ne ha fortemente invalidato le capacità cognitive, in particolare la memoria. Io però avevo notato che il contatto con le persone lo aiutava molto, così mi sono rivolta al Consultorio della Asl in contrada Casalena, con la speranza di trovare un

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posto dove mio marito potesse passare qualche ora in compagni, a magari di altre persone. Speravo che offrissero un servizio di questo tipo. Ma non ho trovato nulla”. Che servizi offre il Comune alle persone nelle condizioni di tuo marito? Nel mio caso praticamente nulla, perchè per avere diritto a qualche servizio devi avere un reddito al di sotto della sussistenza e poi le risorse sono talmente limitate che anche fra coloro che non hanno praticamente reddito bisogna sottostare ad un’ulteriore cernita. E per quanto riguarda tua figlia? hai trovato una concreta possibilità di aiuto? Mia figlia è stata colpita da una malattia rara e di conseguenza in fase sperimentale di studio che pian piano ha limitato la sua

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formazione professionale è necessaria, ma la vera formazione te la impartisce la passione per quello che fai. Prima di essere tatuatore sono un appassionato di tatuaggi, e per me, il rapporto con il cliente è importante. Dovrò in un certo senso provocare , probabilmente, dolore a quella persona, quindi è necessario che sia rilassato e che si fidi di me e del mio lavoro affinchè possa concluderlo nel miglior modo possibile, sia per me, realizzando la richiesta della persona al meglio, sia per la controparte, che deve vivere la realizzazione del tatuaggio come un momento piacevole, come l’aveva immaginato, e non come un trauma”. Da subito chiariscono quanto siano importanti serietà e sensibilità del tatuatore che deve essere attento al lavoro manuale che va a realizzare, ma anche allo stato d’animo del cliente: “ogni persona vive il tatuaggio in modo diverso; c’è chi è ansioso e tenta di nasconderlo e noi dobbiamo comprendere l’individuo oltre il linguaggio verbale, e saper agire di conseguenza, sia con coetanei che con persone più grandi. Bisogna sempre sapere

cosa prova l’altra persona” Ci tengono a sottolineare più volte questo particolare, aggiungendo che in caso di malessere del cliente, la prima cosa, seppur ovvia, da fare è fermarsi e concordare con il cliente se è necessario continuare o concludere la seduta. Chiediamo spiegazioni sulla possibilità di un rischio di sensibilizzazione: “c’è sempre un rischio. La sensibilizzazione può avvenire, ma è difficile esserne sicuri. Inoltre tutti gli inchiostri usati sono a norma di legge e approvati dall’UE. E’ più facile , forse, che diventare allergici ai metalli contenuti nel colori, come il rosso che contiene rame e nichel”. E quali sono le domande più frequenti di chi ha già preso la decisione di farsi tatuare, come scelgono il tatuatore più adatto? La risposta dei ragazzi, seppur ovvia, può stupire: “ la serietà del tatuatore bisogna conoscerla di persona, frequentando lo studio , confrontandosi con altri clienti. Nell’epoca della tecnologia, almeno in questo mondo, i mass media più forti sono il passaparola e la sensazione “a pelle”.

VIVE CON LE DISABILITÀ capacità di movimento. Mi hanno offerto per un periodo una persona che l’ha aiutata negli spostamenti. In quel momento c’era un progetto che riguardava il recupero degli ex detenuti. Mi hanno mandato un ragazzo dotato di grande umanità che ha permesso a mia figlia di ritrovare una relativa autonomia. E dopo cosa è successo? Il progetto è finito e non ne è partito nessuno di nuovo. In seguito ho saputo che è stato protratto fino al trenta giugno e ho chiesto alle assistenti sociali che mi mandassero una persona che potesse nuovamente aiutare mia figlia ad avere una sua libertà di movimento. Ma non ho avuto nessun riscontro. Mi sono sentita abbandonata. Ma c’è stato qualcuno che ti ha teso una mano? In primo luogo la mia famiglia. E veramente mi chiedo come fanno quelle persone nelle mie condizioni che non possono contare neppure su una buona rete parentale ed amicale! Queste vicende come hanno cambiato la tua vita? Io sono una donna che lavora e amo molto il mio lavoro. Inizialmente è stato proprio grazie a questo che ho trovato la forza di andare

avanti. Ma ho dovuto mettermi in permesso sempre più spesso per seguire i miei cari. La mia vita, le mie relazioni sociali, tutto è stato rimesso in discussione. Mi sono dovuta sostituire a mia figlia nella cura dei suoi figli. Ed è stato un dolore straziante anche e soprattutto per i miei nipoti. Questa vicenda ti ha messo in contatto col mondo del volontariato. Sì è stato in questa circostanza che ho conosciuto l’Auser. Mi hanno offerto assistenza e compagnia per quattro ore la settimana. Io mi potevo allontanare da casa perchè i miei cari erano in compagnia di ragazze dolcissime che si prendevano cura di loro in mia assenza. Mi hanno permesso di ritrovare un po’ di serenità. Cosa hai tratto da questa vicenda? Mi sono avvicinata a un mondo che non conoscevo, che è quello del volontariato. Ho conosciuto persone dotate di grande umanità che veramente mi hanno dato una mano ma non posso fare a meno di chiedermi quanto può valere il mio essere cittadina se poi i miei bisogni e soprattutto quelli dei miei cari rimangono inascoltati e ancora quanto sia giusto che al mondo del volontariato spetti di riempire il vuoto assordante lasciato dalle istituzioni.

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TRASPORTI A TERAMO

COME SI CAMBIA a cura di Camilo Enrique Spelorzi

l Comune di Teramo ha avviato dal lunedì 8 aprile il processo di razionalizzazione del sistema di trasporto dovuto a ad un taglio di spesa del 10% :“questi cambiamenti, necessari dal punto di vista economico, permetteranno di risparmiare 150mila euro l’anno – dichiara l’assessore ai trasporti Giorgio Di Giovangiacomo – il budget della regione copre 1.100mila kilometri e Teramo superava questa cifra di 300mila kilometri”. Tolto il superfluo è iniziata una rivoluzione dei servizi di trasporto perché “oggi non ci possiamo permettere i bus vuoti” aggiunge l’assessore. E’ appena entrato in vigore, quindi, il nuovo piano trasporti del Comune ma già è pronto a subire delle modifiche, in parte a causa di lamentele da

uesti i cambiamenti arrivati dopo un periodo di studio e approfondimento che hanno fatto da prologo a un’ottimizzazione degli orari e degli itinerari di tutte le linee. La razionalizzazione del Piano è stata affidata ad un esperto, l’ingegnere Cera, che ha provveduto a effettuare una verifica dei percorsi e dell’utilizzo del servizio, potendo così stabilire ore di “punta” e ore di “morbida”. Ecco il nuovo programma: Linee 1 e 1/. Invariate. Linea 2. Il nuovo Piano sancisce l’addio al bus navetta gratuito, che verrà sostituito dalla linea numero 2, che effettuerà lo stesso percorso, con l’aggiunta del collegamento fino all’Ospedale Mazzini. Per gli ultra 65enni è previsto un abbonamento di 12 euro l’anno. Il nuovo percorso è P.zza Garibaldi, Circ. Ragusa, P.S.Francesco, Via S. Marino, Ospedale Civile, Via S. Marino, P.S.Francesco, Circ. Ragusa, P.ta Madonna, Via Savini,Via Delfico, P.zza Garibaldi. Linea 3. Poche le modifiche per Putignano Villa-Mosca, che negli orari di punta effet-

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L’importante è tutelare le persone anziane che rispetto a prima ora possono raggiungere anche l’ospedale con l’abbonamento di 1 euro al mese

tuerà corse ogni 20 minuti anziché ogni mezz’ora. Linea 4 e 5. Novità per la Gammarana, dove la frequenza delle corse sarà ridotta: invece di ogni mezz’ora il bus passerà ogni ora. In compenso i bus 4 e 5 faranno fermata fino a Via Arno. Aumentate le corse per Piano Solare, che da 4 al giorno, passano a 21. Il nuovo percorso è Piazza Garibaldi, Viale Cavour, San Venanzio, Viale Cavour, Piazza Garibaldi, Viale Crucioli, Fonte Baiano, Piano Solare, Viale Crucioli, Piazza Garibaldi, Circonvallazione Ragusa, Piazza San Francesco, Via dell’Aeroporto, Via Gammarana, Viale Crispi, Via Firenze, Via Arno, Via Flaiani, Via Fonte Regina, Piazza San Francesco, Via Irelli. Linea 6 e 7. Nessuna modifica, invece, ai bus 6 e 7 che collegano il centro con l’Università: resta gratuito il tratto tra l’Ateneo e la mensa. Teramo è l’unica città in Abruzzo che ha una convenzione con l’ADSU, per cui l’abbonamento per tutte le linee ha un costo ridotto per gli universitari. Nove le corse che saranno istituite per Scapriano.


parte degli utenti (tra le più sentite quella che riguarda “la navetta”, l’unico servizio gratuito della città) “tutti i cambiamenti portano all’inizio qualche disagio, non vogliamo avere dei disservizi, ma si trattava soltanto di un percorso nel centro storico, un servizio gratuito che oggi non è più possibile dare. L’importante è tutelare le persone anziane che rispetto a prima ora possono raggiungere anche l’ospedale con l’abbonamento di 1 euro al mese, i restanti 21 euro, costo dell’ abbonamento mensile di Baltour, è a carico del comune” commenta Di Giovangiacomo. Per quanto riguarda la rete delle corse scolastiche “l’importante è che siano pieni, a Colleparco abbiamo risolto con la corsa delle 13:20, cosi i ragazzi delle medie e superiori escono da scuola e possono prendere il bus, abbiamo anche fatto una riunione con gli studenti universitari per trovare una soluzione più vantaggiosa per l’università, rimodulando la corsa delle 15:17, abbiamo trovato l’accordo perchè anche la corsa possa coincidere con gli orari dei treni” continua l’assessore. Altre proteste riguardano Via De Albentiis e Campo della Fiera che è rimasto senza

servizio “il problema è la larghezza dei bus che per il territorio diventa una difficoltà, sono proteste legittime e si pensa ad un ripristino delle corse col bus piccolo, un paio di volte la mattina e altrettanto il pomeriggio”conclude l’assessore. Un’altra modifica, che però verrà concretizzato a lungo termine, riguarderà piazza Garibaldi, che non sarà più capolinea per i bus e i pullman. In pratica i mezzi non sosteranno più per diversi minuti ma transiteranno solo. Il nuovo capolinea sarà Piazza San Francesco.

COSA NE PENSANO I TERAMANI

Si, no, parliamone… al lunedì 8 aprile il servizio di trasporto pubblico è cambiato, un nuovo piano tutto da verificare per apportare eventuali correzioni. Una delle novità più significativa è la sospensione del bus navetta gratuito per tutti, al suo posto il bus numero 2. Ma cosa ne pensano i teramani? Lillino, 77 anni I cambiamenti vanno bene, è migliorata la corsa per Piano Solare mentre la linea 1 non cambia e secondo me sono modifiche positive. Prima era tutto storto, non si poteva arrivare in tempo. Per la navetta penso che anche se il giro è più lungo si può usufruire lo stesso. L’unica cosa negativa è il servizio feriale che non funziona come dovrebbe. Stefania, 56 anni I cambiamenti ci volevano, hanno fatto bene a Piano Solare e anche a Putignano, cosi ti risparmi la fatica di guidare nel traffico e non devi trovare parcheggio. E a volte incontri persone interessanti. Antonello, 61 anni A Piano Solare è stato un grande cambiamento

e anche a Piano della Lenta è utile per chi deve raggiungere il centro storico in poco tempo. Sono rimasto contentissimo. Franco, 42 anni Buona idea quella dei cambiamenti. Io utilizzo solo i mezzi pubblici per rispetto dell’ambiente, ma secondo me si deve migliorare nella puntualità degli orari perché sono sempre in ritardo. Marcela, 62 anni Ci sono dei pro e dei contro in questi cambiamenti: la linea 2 a me sta bene, ma so che c’è chi non fa in tempo a prendere i tram quando escono dal lavoro o i ragazzi della scuola, devono aspettare mezz’ora prima che arrivi. Lucia, 57 anni Ma quali cambiamenti? è un’odissea! il servizio deve migliorare ancora, è inoltre sospeso nei giorni festivi e poi non capisco perché hanno tolto la navetta, l’unico trasporto gratuito che esisteva e poi il bus numero 2 sostituirà la navetta con un percorso diverso. Giorgio, 46 anni Per me cambia solo una cosa, che mi toccherà prendere il bus delle 8.00 per andare a lavorare alle 9.00, il tempo è aumentato e passo anche un’ora sul tram la sera per tornare a casa, e vi

posso dire che se ne vedono di tutti i colori in tutti i sensi. E già abbiamo ottimizzato le corse? V, 36 anni I mezzi pubblici non mi permettono di raggiungere il posto di lavoro in ospedale, gli orari impediscono in modo vergognoso e irresponsabile di giungere in orario a chi come me inizia la sua giornata lavorativa alle 6 del mattino e a volte la termina alle 22 e non credo di essere l’unica. Una società di trasporti dovrebbe spronare il cittadino a usufruire dei mezzi pubblici migliorando il servizio e non impedendone l’utilizzo. Angelo, 27 anni Sono esattamente 12 anni che prendo i mezzi pubblici, prima per andare a scuola, e ora per venire a lavorare. Con i mezzi pubblici ci impiego 40 minuti e dovrei impiegarci 15, poi pago 27 euro al mese di abbonamento, e non mi sembra che siano pochi, a volte fanno saltare la corsa, non è il miglior servizio, i cambiamenti non li vedo. Matteo, 64 anni La corsa numero 2 fa un giro turistico e non serve a niente, tutto è una pazzia, sempre più complicato, io mi chiedo il perché di questi cambiamenti?

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LE PROTESTE DEI COMMERCIANTI CHE CI LAVORANO

Incuria e scarsa igiene nel sottopasso di Piazza Martiri di Camilo Enrique Spelorzi

apita in centro, a Piazza Martiri della Libertà, nel sottopassaggio dove si trovano i bagni pubblici e alcune attività commerciali. Le scale e un tunnel dov’è possibile “ammirare” una inaudita sporcizia. Un sottopassaggio trasformato dall’utilizzo come toilette e i passanti che si lamentano per i cattivi odori: “c’è puzza di urina - dicono in tanti - perchè ci sono delle persone che compiono atti di una maleducazione indefinibile. E queste diventano le condizioni in cui versa il sottopassaggio di Piazza Martiri della libertà, nel cuore della città”. Su questo si lamentano i commer-

cianti del posto “il sottopasso è un vero e proprio orinatoio, così maleodorante, sembra essere fruizione di sporcaccioni, riceviamo continue lamentele da parte dei clienti” dicono in coro. In effetti, basta farsi oggi un giro in quel luogo, preferibilmente muniti di mascherine, per rendersi conto di persona dello stato pietoso in cui versa: odori sgradevoli, scale, pareti e pavimenti sporchi. Una situazione davvero disgustosa. Da un lato l’inciviltà cronica, dall’altro la mancanza di manutenzione e soprattutto l’assenza di una sorveglianza e un’attenzione seria da parte dei responsabili della sua manutenzione. I commercianti si lamentano che la pulizia viene effettuata di sera:

TERAMO CENTRO

Riaperto il ponticello del Lungofiume Tordino

Riapre dopo alcuni giorni, il ponticello del Parco Fluviale del Tordino situato nella zona che sta tra il Ponte a Catena e la Madonna delle Grazie, oggetto di un intervento di riparazione. Da poco, sono terminati i lavori di ripristino della pavimentazione in legno che compone la struttura; il sito è agibile e pertanto è possibile tornare a transitare in tale area

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del Parco. Per quanto riguarda l’altro ponticello da riparare, l’amministrazione rende noto che tra una decina di giorni sarà espletato il bando di gara. Infine si ricorda che l’ANAS, come da intesa col Comune, sta predisponendo gli atti relativi alla realizzazione del ponte sul Lungofiume sottostante il cavalcavia del Lotto Zero, all’altezza della rotonda di uscita della stessa bretella viaria, distrutto durante l’effettuazione dei lavori.

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Da un lato l’inciviltà cronica, dall’altro la mancanza di manutenzione e soprattutto l’assenza di una sorveglianza e un’attenzione seria da parte dei responsabili della sua manutenzione

topassaggio, e soprattutto che venga effettuata di mattina, risolvendo un problema che rischia di aumentare in estate, con le gite scolastiche. “Ma è anche la cultura che deve cambiare, la mentalità di ognuno di noi, il rispetto per noi stessi, per gli altri e per il posto in cui viviamo. Deve cambiare la consapevolezza che si ha sulle cose pubbliche. Si deve pensare che quella cosa lì è di tutti, quindi anche tua; e tu devi preservarla, vigilare, migliorarla” – conclude amareggiato uno dei commercianti.

“chi apre i cancelli la mattina non pulisce, il sottopassaggio viene pulito verso le 19 e poi chiudono ai passanti” ma è soprattutto di notte che si verificano questi atti sudici, perciò prima di aprire i negozi, i commercianti si trovano a pulire di tasca propria le sporcizie che trovano e chiedono alla TeAm S.p.A di migliorare la pulizia del sot-

“MEGLIO DI NIENTE” Parco fluviale, altissime potenzialità ancora inutilizzate di Luca De Angelis

na delle zone verdi di cui la città di Teramo può essere fiera è senza dubbio il parco fluviale che costeggia le rive dei torrenti Tordino e Vezzola. Per capire com’è la situazione abbiamo ascoltato diverse persone che frequentano abitualmente questo luogo. Una signora con un cane al guinzaglio ha lamentato che “ nonostante la recente bonifica, il laghetto artificiale risulta ancora troppo sporco, poiché l’acqua ristagna. L’erba dovrebbe essere tagliata più spesso sopratutto in primavera e in estate, quando cresce a vista d’occhio. I cestini

per i rifiuti sono troppo pochi, mentre l’illuminazione notturna scarseggia”. Tuttavia, sarebbe sufficiente solo un po’ più di manutenzione affinché il parco fosse “perfetto”, nonostante nelle condizioni attuali sia “meglio di niente”. Nei pressi di Ponte San Ferdinando, a ridosso dell’asilo nido, un signore, a passeggio, ha sottolineato come “la zona accanto al campo di bocce sia poco curata con la vegetazione molto alta e piena di escrementi di animali”. Infatti, l’uomo, che abita proprio nelle vicinanze, ci ha spiegato che “molti giovani vengono qui per far fare i bisogni ai propri cani e almeno la metà delle volte gli escrementi

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non vengono raccolti. Non a caso l’odore forte si comincia a sentire e per questo sono necessari maggiori controlli dei Vigili Urbani che dovrebbero sanzionare chi non rispetta le regole. Inoltre, spesso si vedono razze canine pericolose e di grossa taglia che vanno in giro sguinzagliate rendendo pericolosa l’area per i passanti. La Teramo Ambiente dovrebbe vuotare con più frequenza i cestini dell’immondizia e intensificare la pulizia lungo i prati, considerando che con il bel tempo la gente si reca spesso al parco per prendere il sole e organizzare pic-nic. Gli operatori ecologici dovrebbero effettuare un servizio con maggiore coscienza al fine di preservare un patrimonio della cittadinanza” . Inoltre, ci è stato ricordato che dal 16 al 19 maggio si organizzano delle giornate di fitness lungo il parco fluviale, nell’ambito della seconda edizione di una manifestazione culturale in cui si susseguono rappresentazioni artistiche e mostre di pittura. Lungo la zona dell’Acquaviva , un gruppo di studentesse di Medicina Veterinaria hanno definito il parco “con potenzialità altissime, ma poco sfrut-

tate. Tra l’altro sarebbero utili delle panchine con dei tavolini per studiare all’aria aperta, ovvero di un chiosco come quello presente nell’area verde della Gammarana, che rappresenta un luogo di ritrovo. Non sarebbe una cattiva idea la presenza di un bar o comunque di un distributore automatico per godersi al meglio qualche breve momento di relax” . Tutti concordano sulla necessità della presenza di più cestini, indispensabili per gli escrementi dei

propri animale domestici e l’installazione dei distributori di sacchetti, mentre sotto il Ponte San Gabriele delle reti rendono il percorso fluviale alquanto complesso, al limite di un labirinto. Infine, nell’area per tener i cani in libertà sono state ritrovate delle polpette avvelenate, segnalazione già pervenuta alle autorità competenti, e per questo motivo adesso è quasi sempre inutilizzata, al di là degli orari già ristretti di apertura.

In Piazza Garibaldi

“un campo di patate senza senso” di Luca De Angelis

n vero e proprio “obbrobrio senza senso”, uno “spreco di soldi”. Queste alcune opinioni dei teramani sull’Ipogeo, la struttura incompiuta che ha invaso piazza Garibaldi, prima con il suo cantiere ora con un lavoro lasciato a metà. I pensieri dei teramani, a riguardo, non sono proprio confortanti. Innanzitutto tante persone non hanno la minima idea di cosa significhi Ipogeo, ovvero la struttura sotterranea adibita a mostre e manifestazioni culturali, che ha sostituito la storica fontana della rotonda. Alcune persone anziane ferme ad aspettare l’autobus hanno lamentato che “i la-

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vori sono durati anni e il complesso non è ancora operativo come promesso”. Una signora di mezza età ha affermato che “si tratta di una struttura che non ha ancora modificato, in meglio e dato alla zona, l’importanza promessa all’inizio dei lavori”. Insomma, l’Ipogeo non sembra affatto la soluzione migliore, dopo aver rimosso per sempre la vecchia fontana e aver spostato sulla rotonda dello svincolo del Lotto Zero, a Porta Romana, la cosiddetta “palla” dell’artista cerquetano Silvio Mastrodascio, ovvero la scultura in bronzo patinato con dodici figure, dal titolo “La reincarnazione dello spirito”, realizzata per la città di Teramo nel 2004.

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Ma l’opera non è capita nemmeno dalle generazioni più giovani, dato che diversi ragazzi già rimpiangono la fontana delle cartoline, soppiantata dal “campo di patate senza senso” che adesso allieta il panorama della piazza. Il progetto dell’Ipogeo ha interessato anche parte della Villa Comunale, che ha risentito fortemente dei lavori e i giovani si chiedono come mai questo spazio verde sia stato “violentato” per lasciar spazio al cemento. In particolar modo è stato criticato l’”inutile” sottopasso che collega la villa al sottopassaggio dov’è ubicata l’immensa sala ancora da completare e arredare.


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Francesco Lo Sterzo, al CERN di Ginevra. Il ricercatore di origini giuliesi che ha partecipato alla scoperta del Bosone di Higgs, la “particella di Dio”

Investire in Ricerca, investire sull’Uomo di Adele Di Feliciantonio

l 4 luglio 2012 il mondo scientifico si è fermato davanti all’annuncio della scoperta, da parte del Cern di Ginevra, di una particella molto importante: il Bosone di Higgs. Presente alla conferenza, Peter Higgs, che nel 1964, teorizzò l’esistenza di quella che venne definita “particella di Dio” , elemento essenziale costitutivo di tutta la materia di cui è fatto l’universo. Al progetto hanno partecipato 10.000 scienziati provenienti da tutto il mondo, tra i quali un giovane ricercatore italiano, il dott. Francesco Lo Sterzo, che ha lavorato nell’ambito di Atlas, uno dei maggiori esperimenti lungo l’ LHC, l’acceleratore di particelle più grande del mondo.

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Un orgoglio italiano, ma soprattutto abruzzese. Originario di Giulianova, per la precisione, il dott. Lo Sterzo, dopo una laurea in fisica alla Sapienza di Roma e un periodo di specializzazione negli Usa, grazie alla sua genialità è approdato all’importante centro di studi scientifici d’oltralpe e ha dimostrato a se stesso e al mondo intero come l’Italia e l’Abruzzo possano vantare giovani promesse in tutti i campi. Dott. Lo Sterzo, il 4 luglio 2012 è una giornata indimenticabile per la scienza e per lei. Cos’è esattamente il bosone di Higgs? Più precisamente dobbiamo dire che cercando il bosone di Higgs abbiamo trovato una particella che , per ora, possiamo dire gli assomigli

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È stato un equivoco: nel 1993 un importante fisico americano, il Premio Nobel Lederman, scrisse un libro in cui parlava della fisica delle particelle elementari e del bosone di Higgs


molto.Tutti gli studi in corso sembrano indicare che si tratti del bosone di Higgs vero e proprio, ma è ancora un po’ presto per dirlo. Lo sapremo in estate. Cosa significa e rappresenta questa scoperta? Questa scoperta conferma definitivamente la teoria che usiamo per descrivere il mondo microscopico delle particelle elementari, il Modello Standard. Quindi di fatto è come se ci dicesse che stiamo comprendendo nella maniera giusta il mondo che ci circonda. Questo è il primo passo per ogni possibile ricerca futura E’ vero che essa è molto utile anche in medicina? Il bosone di Higgs in sé non ha applicazioni di nessun genere. Ma tutta la conoscenza che ci deriva dal Modello Standard e dalla Fisica delle particelle elementari ha molte applicazioni, anche in campo medico. Ad esempio la PET è un metodo per diagnosticare e localizzare tumori che si basa su processi di interazione tra particelle elementari, oppure l’Adroterapia in cui particolari tumori vengono curati con particelle accelerate.

... non arrendersi, perché tutte le difficoltà sono un’occasione di crescita... Il bosone di Higgs viene anche definita la “particella di Dio”, perché? E’ stato un equivoco : nel 1993 un importante fisico americano, il Premio Nobel Lederman, scrisse un libro in cui parlava della fisica delle particelle elementari e del bosone di Higgs. In origine il libro si chiamava “The Goddam Particle” (la particella maledetta), ma il suo editore non era d’accordo e fece cambiare il titolo in “The God Particle” che in italiano è stato tradotto con “la particella di Dio”. Cosa significa per un giovane ricercatore come lei l’esperienza in un centro così importante come il Cern di Ginevra e soprattutto aver partecipato a questa scoperta? E’ un’esperienza molto bella e importante. Al Cern si entra in contatto con studenti e scienziati di altissima caratura, di tutto il mondo, si incontrano diverse culture, diversi approcci al lavoro. Insomma, un’esperienza molto stimolante! Quanto è importante investire nella ricerca per il progresso scientifico e culturale dell’umanità? Tanto! La scienza e la cultura in generale derivano dagli impeti che sono più propri dell’uomo, cioè il desiderio di conoscere quello che lo circonda, di capirne il funzionamento e soprat-

tutto il nesso con sé. Quindi non investire in questa direzione significherebbe innanzitutto non investire sull’uomo. E poi ci sono anche risultati tangibili e quantificabili, come quello sulle applicazioni mediche.

Questo potrebbe fermare o almeno limitare il crescente e triste fenomeno dei “cervelli in fuga” dal nostro Paese? Bisogna capire bene cosa si intende per “cervelli in fuga”: proprio per la dimensione globale che oggi la scienza ha assunto, andare all’estero è una esperienza assolutamente positiva, nel senso che allo scienziato fa bene lavorare per dei periodi, anche lunghi, fuori dal proprio paese. Il punto su cui bisogna riflettere e interrogarsi è perché a un flusso di giovani scienziati italiani verso l’estero non corrisponde un flusso di scienziati stranieri verso l’Italia. Cosa si sente di dire a tutti i ragazzi che hanno un sogno nel cassetto ma sono scoraggiati da una situazione economica precaria, carenza di sostegno istituzionale e dalla paura di fallire? Di non arrendersi, perché tutte le difficoltà sono un’occasione di crescita. Prima ancora della crisi o della precarietà la cosa che ci può fermare è il non guardare quello che ci capita come l’occasione di un cammino da percorrere un passo alla volta, anche attraverso tutte le difficoltà. In Italia si crede ancora nella forza delle giovani menti? Per la mia esperienza personale direi di sì.

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Da quando è iniziata questa crisi non facciamo altro che contare. Una infinita serie di numeri, colonne, percentuali e proiezioni che inquietano i nostri sonni e quelli di tutti gli amministratori e i governanti. Tavole rotonde, dibattiti, studi e chi più ne ha più ne metta. Ma la matassa non accenna a sbrogliarsi. Decreti “salva-patria”, elezioni, proteste e per non farci mancare niente, anche gli spari a Palazzo Chigi. “Volevo colpire i politici” – ha dichiarato l’attentatore, Preiti, al momento della cattura, ma ha finito per colpire, e in modo estremamente grave, un altro padre di famiglia già provato da tragedie personali. Tutti concordi però nel ripetere che per uscire dalla crisi bisogna che il denaro torni a circolare, che le imprese tornino a lavorare e i consumatori a consumare. Ma le “borse” rimangono chiuse. Le banche continuano ad essere avare perfino quando i crediti da riscuotere sono certi, perché sono crediti che le aziende vantano verso lo Stato. Intanto le tasse esigono di essere pagate e la morsa si stringe sempre più intorno a imprese e famiglie ormai allo stremo. In questo nostro breve viaggio nella situazione creditizia e debitoria della nostra provincia, i “duellanti” che si fronteggiano in realtà sono immobili. Da una parte chi è paralizzato dalla mancanza di risorse, dall’altra chi non vuole rischiare (neanche quando il rischio non c’è) di rimanerne senza. Uno stallo pericoloso e terribile che rischia di appesantire il bilancio, già grave, delle vittime. Eppure qualcosa incomincia a muoversi. E anche in questo caso si può parlare di numeri. Sono quelli delle voci, non più solo locali, solitarie degli individui, ma quelle numerose delle nazioni. Il “villaggio globale” comincia a chiedere le stesse cose, anche se in lingue diverse. L’austerità non paga più, non sembra aver dato i risultati sperati. Occorre ripensare la cultura economica e sociale da altri punti di vista, come spiega in modo esauriente il sociologo Domenico De Masi. Il malato è grave, e la terapia va ripensata in modalità multidisciplinare. “La sfida è grande come Golia – per citare il neo presidente del Consiglio Enrico Letta – e con la fionda occorrono anche tante, tante pietre”.

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POLITICA E IMPRESE:

È tempo di fare “cordata” di Daniela Palantrani

uicidi a causa di sfratti esecutivi perché non si riesce a pagare l’affitto e dare una casa alla propria famiglia; suicidi perché la pensione non permette di vivere dignitosamente e le richieste di aiuto restano inascoltate; suicidi perché Equitalia “strozza” e non si riesce più a pagare gli stipendi ai propri dipendenti. Gli italiani stanno morendo di crisi economica mentre i nostri politici non riescono neanche a formare un governo. “Purtroppo si muore ed è cronaca di quasi tutti i giorni. L’anno scorso 89 persone si sono tolte la vita. Purtroppo quest’anno siamo già sopra i quindici e la tendenza è all’aumento- così esordisce Vincenzo Zangardi responsabile regionale Abruzzo dell’Adiconsum – il consumatore da questa

Vorrei mettere in evidenza l’assenza totale della politica. E’ importante, anzi fondamentale creare una sinergia costruttiva crisi non riesce a difendersi. Il consumatore ha difficoltà di liquidità non dipendente da sua volontà , ma subisce continuamente riduzioni attraverso le tasse. Qualche anno fa è stato cambiato il sistema degli scaglioni dell’Irpef ed è stato spostato il primo limite di 15.000 euro, da un aliquota del 18% al 23%. Per esigenze a tutti note la politica ha cercato di intro-

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durre sistemi per acquisire più entrate e purtroppo sono stati colpiti i redditi più bassi e le persone che vivono di quello che percepiscono. Poi la congiuntura economica che tutti conosciamo, con aziende che chiudono e che formavano il reticolo portante della struttura imprenditoriale italiana, di cui il 70% formato da piccole e medie imprese che oggi soffrono maggiormente”. Quale la responsabilità delle banche? “Anche le banche hanno avuto dei comportamenti non proprio corretti in quanto hanno lasciato questo sistema diversificato di gestione del credito tagliando però i finanziamenti alle imprese. Neanche le banche hanno liquidità”. La soluzione nella politica? “Vorrei mettere in evidenza l’assenza totale della politica. E’ importante, anzi fondamentale creare una sinergia costruttiva, se non si affrontano i problemi con un confronto comune non se ne può uscire. Non si può ragionare solo con due soggetti: banche e imprenditori. E’ necessario un intervento della politica. I consumatori seguono a ruota. E’ forte l’esigenza di ridurre le tasse onde poter permettere ai consumatori di svolgere quel ruolo importante di circolazione del denaro. Se non c’è flusso di denaro le imprese possono produrre il massimo della qualità ma il risultato è che i prodotti restano invenduti. Tengo a ribadire che l’azione deve essere comune. Occorrono progetti innovativi e la politica deve intervenire correggendo i comportamenti precedenti e permettendo all’economia di ripartire attraverso interventi fattivi. Le imprese non possono continuare a rimanere in sofferenza. Infine non dimentichiamo che i crediti delle imprese nei confronti delle PA sono certi, liquidi e non possono essere inesigibili.”

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BANKITALIA: AUMENTANO LE SOFFERENZE BANCARIE

Per le famiglie consumatrici + 184% - Per le società non finanziarie +190% Fonte: Relazione Adusbef 2013 I Bollettini statistici di Bankitalia forniscono, tra gli altri dati, l’andamento delle sofferenze bancarie. Abbiamo analizzato il loro trend negli anni della crisi (2006-2012), disaggregando i dati (nella tabella che segue) per imputarne i livelli alle aziende (non finanziarie), alle Famiglie produttrici, alle Famiglie consumatrici. Oltre al valore in euro, sono riportati anche il numero di aziende e famiglie con posizione in sofferenza. In valore assoluto, l’ammontare delle sofferenze è passato dai 47 miliardi di euro del 2006, ai quasi 125 miliardi del 2012, con un incremento di oltre il 165 per cento, passato ad oltre il 171 percento se consideriamo l’ultimo dato relativo al febbraio 2013. L’andamento non è stato costantemente in crescita: nel 2008 si è assistito infatti ad un decremento rispetto al 2007 ( da 47,2 a 41,3 miliardi del 2008). E’ noto che in molti casi l’andamento

delle sofferenze è lievitato per azioni intempestive da parte delle banche, con l’imposizione di rientro dagli affidamenti in termini temporali strettissimi, anche a posizioni il cui andamento economico e finanziario non avrebbe giustificato quel tirare i remi in barca. Aziende: Il numero delle aziende con posizioni in sofferenza a dicembre 2012 è aumentato, rispetto al 2006, del 70 %, passando da 113.591 a 193.058 unità. L’importo delle sofferenze è aumentato di oltre il 177 percento, passate da 29,458 miliardi a 81,693. A febbraio 2013 l’importo, passato per le aziende a 85,415 miliardi, genera una crescita rispetto al 2006 del +190 percento. Famiglie produttrici: Il numero delle posizioni in sofferenza a dicembre 2012 è aumentato, rispetto al

2006, di oltre il 67 percento (da 98.085 a 163.898 unità del 2012).L’importo delle sofferenze relative è aumentato di oltre il l’87 percento, passate da 6,280 miliardi a 11,754 del 2012. A febbraio 2013 l’importo, passato per le famiglie produttrici a 11,765 miliardi, genera una crescita rispetto al 2006 del +87,3 percento. Famiglie consumatrici: Il numero delle posizioni in sofferenza a dicembre 2012 è, rispetto al 2006, praticamente raddoppiato, aumentato di oltre il 96 percento (da 382.975 a 752.935 unità del 2012). L’importo delle sofferenze relative è cresciuto di oltre 2,5 volte, aumentato del 159 percento (da 10,139 miliardi a 26,249 del 2012). A febbraio 2013 l’importo, passato per le famiglie consumatrici a 28,804 miliardi, genera una crescita rispetto al 2006 del + 184,1 per cento

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ammontare delle unità locali registrate presso il R.I. della CCIAA di Teramo al 31 dicembre 2012, risulta pari a 42.883, dato pressochè stabile rispetto ai 42.895 del 31 dicembre 2011. Per quanto riguarda le sedi di impresa registrate si è riscontrata una flessione del tasso annuale di crescita composto pari allo 0,4%. Riguardo alle forme giuridiche, nel confronto tra il 2011 e il 2012, si denota un sensibile aumento delle società di capitali (+3,7%) a discapito delle società di persone (-1,8%) e delle imprese individuali (-1,5%). Aumentano anche in misura notevole le cosiddette altre forme (+11,9%). L’incidenza delle società di capitali in provincia mostra una decisa tendenza all’aumento, passando dal 13,2% del 2002 al 17,3% del 2007 ed arrivando al 20,8% del 2012. In calo costante invece le società di persone e le imprese individuali, le quali passano rispettivamente dal 20,5% del 2002 al 17,6% del 2012 e dal 63,8% (2002) al 59,4% (2012). Tale tendenza si conferma sia in ambito regionale che nazionale. Nell’analisi dettagliata delle imprese registrate per settore di attività, troviamo conferma di quelle che sono state le criticità degli ultimi anni, con un calo delle costruzioni del 3,6%. Scendono anche i trasporti e spedizioni (-2,6%), assicurazioni e credito (-2%), l’ agricoltura (-1,3%), e le attività manifatturiere (-1,2%). Il settore del commercio perde lo 0,6% rispetto all’anno precedente. Riportano un trend positivo invece i servizi alle imprese (+2,5%), ed il turismo (+1,8%). Relativamente all’incidenza sul totale delle imprese registrate nei vari settori economici, la fetta principale è sempre ad appannaggio del commercio (23,6%),seguito dall’agricoltura (19%) e dalle costruzioni (16%). Le attività manifatturiere si attestano 14,1%, dato questo decisamente superiore sia al dato regionale (10,9%) che nazionale (11,0%). Le imprese giovanili (l’insieme delle

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Cambiano le tipologie di socie

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RESISTON SERVIZI E


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età: meno persone, più capitali

NO SOLO TURISMO fonte: Camera di Commercio di Teramo - Relazione 2013

imprese in cui la partecipazione di persone ‘under 35’ risulta complessivamente superiore al 50% mediando le composizioni di quote di partecipazione e cariche attribuite), distinte per settore economico di appartenenza, sono principalmente collocate nel turismo (15,6%), nelle assicurazioni e credito (15%), nelle costruzioni (14,2%) e nel commercio (13,5%). Le imprese femminili, oltre che nel turismo (35,1%), si segnalano nell’agricoltura (35%), nel commercio (28,1%), nelle assicurazioni e credito (26,1%), nelle attività manifatturiere (24,6%) e nei servizi alle imprese (23,9%). Le imprese straniere (l’insieme delle imprese la cui partecipazione di persone non nate in Italia risulta complessivamente superiore al 50% mediando le composizioni di quote di partecipazione e cariche attribuite), notiamo che la maggiore incidenza si verifica nel settore delle attività manifatturiere (16,1%), nelle costruzioni (15,5%) e nel commercio (15,3%). Interessante il raffronto territoriale con i dati nazionali, dove, per il settore manifatturiero, si ravvisa una sensibile differenza tra il 6,5% dell’Italia e il 16,1% della provincia di Teramo. Il dato complessivo dell’incidenza delle imprese straniere sul totale imprese registrate si attesta all’11,4%, ben al di sopra del dato regionale (8,3%) e di quello nazionale (8,0%). Nel confronto tra le imprese e i relativi addetti nei periodi 30 settembre 2011 – 30 settembre 2012, emerge un notevole calo (-28,5%) nel settore dell’Agricoltura e attività connesse. Calo pesante (-6,9%) per quanto riguarda le costruzioni, mentre l’unico dato positivo di una certa consistenza si ravvisa nel comparto del turismo (+6,9%). Un dato interessante riguarda la localizzazione delle sedi delle imprese della provincia. Si registra infatti un calo del 7,7% delle unità locali con sede all’estero, a fronte di un generale incremento di quelle aventi sede in provincia (+1,8%), regione (+5,2%), Italia (+3,0%).

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Le Banche devono finanziare i crediti esigibili delle PA e risorse dei comuni e degli enti locali in relazione al famigerato patto di stabilità impedisce l’erogazione di somme regolarmente impegnate. La liquidazione non è possibile in virtù del vincolo di stabilità. Di recente, tuttavia, si è allentato, e alcuni comuni potrebbero recuperare liquidità, ma Bruxelles ha dettato dei tetti. Ma ci su trova spesso di fronte al paradosso di comuni che non riescono a pagare

Dr Antonio Centi Presidente dell’Anci Abruzzo

LE BANCHE SI TENGONO I SOLDI INVECE DI PRESTARLI CODACONS: Mutui in caduta libera e tassi usurari. Il governo deve intervenire

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per impedimenti burocratici (i limiti di spesa imposti), in questo caso, per rendere esigibili quei crediti certi , proprio perché vengono dai comuni, perché le banche non erogano? Il credito esigibile dagli enti locali, perché non viene evaso dalle banche? Le banche devono essere più coinvolte e responsabilizzate. Per non far morire di credito le imprese. Non si può continuare a morire per eccesso di credito.

dati Istat sono impressionanti: i mutui sono letteralmente precipitati: le concessioni di ipoteche immobiliari a garanzia di mutui, finanziamenti ed altre obbligazioni verso banche e soggetti diversi dalle banche registrano una perdita annua del 39,5%. Per il Codacons è una vergogna. Le banche hanno smesso di fare il loro mestiere, che è quello di far circolare la moneta e hanno deciso di tenersi i soldi invece di prestarli. A calare, infatti, non sono tanto le richieste di


QUESTIONE DI INTERESSI FocusON

mutui da parte delle famiglie o delle imprese, ma l’erogazione da parte degli istituti di credito che, nel valutare il grado di affidabilità del potenziale cliente, hanno deciso di porre condizioni troppo restrittive per premunirsi dal rischio di insolvenze, specie considerando che le banche italiane in passato erano state, per fortuna, sufficientemente prudenti e che, quindi, il giro di vite nel valutare il rating non era necessario. Quando i soldi li danno, lo fanno talmente a caro prezzo che le famiglie forse farebbero meglio a non prenderli nemmeno, visto che, con gli spread attualmente applicati, superiori al 3%, rischiano in futuro, con il rialzo dei tassi, di avere stan-

gate al limite dell’usura, salvo portabilità. Se prima della crisi bastava che il mutuo fosse pari all’80% al valore dell’immobile, oggi le banche erogano con il 60%. Se prima della crisi bastava che il rapporto rata reddito famigliare non superasse il 30 %, oggi ti chiedono un reddito di quattro volte la rata. Condizioni capestro! Per questo il Codacons invita il Governo ad intervenire per abbassare lo spread che le famiglie e le imprese italiane pagano rispetto a quelle tedesche ogni volta che devono accedere ad un finanziamento. L’associazione chiede di rivedere la normativa sui tassi usurai, modificata da Tremonti a vantaggio delle banche.

nel valutare il grado di affidabilità del potenziale cliente, hanno deciso di porre condizioni troppo restrittive per premunirsi dal rischio di insolvenze

La “prima pietra” Dr Paolo Pagliaro Presidente ADUC- Funzione Sociale

servizio consulenza legale e tributaria su appuntamento

ADUC Funzione Sociale sede Pescara,Viale Gabriele D’Annunzio n.69 tel. 0854219242 fax 08562941

a favore di un gruppo imprenditoriale calabrese , associato e assistito dall’Aduc Funzione Sociale, con una doppia vittoria, sia civile che penale, il primo provvedimento adottato dalla Magistratura per il reato di USURA sui rapporti di conto corrente. La Procura della Repubblica di Palmi, nel procedimento penale nr 4534/04 r.g.n.r., per le violazioni ex legge 7 Marzo 1996 n. 108, di cui il Dott. Alberto Cianfarini è Pubblico Ministero, ha notificato 39 avvisi di Garanzia, per il reato di “USURA” , nei confronti di altrettante persone

responsabili a vario titolo (dal preposto al vertice della banca) di sei Istituti di Credito: Banca Antonveneta - BNL - MPS - Banca di Roma - Carical e/o Carime – Banca regionale calabrese. Sintomo di un sistema creditizio malato, il fatto assolutamente nuovo e raro, è l’iniziativa di una Procura della Repubblica che, per l’importanza intrinseca e per l’innovatività, individuando profili di rilevanza penale in un illecito e reiterato comportamento degli Istituti di credito (finora oggetto solo di contenziosi civili) introduce una crepa di notevole profondità nella normativa vigente secondo il quale ai fini dell’applicazione dell’articolo

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FocusON QUESTIONE DI INTERESSI 644 del codice penale e dell’articolo 1815, secondo comma, del codice civile, si intendono usurari gli interessi che superano il limite stabilito dalla legge e cioè tutti quegli “interessi ultralegali, provvigioni di massimo scoperto, giorni di valuta, capitalizzazione trimestrale, spese e commissioni che costituiscono un insieme di elementi di costo che determinano ed incidono sul costo del denaro”. Di conseguenza, in generale, se le competenze della banca determinano un costo del denaro superiore alla tollerabilità, ne deriva l’invalidità delle clausole contrattuali e “la non trasparente manipolazione dei numeri effettuata dalla banca, che capitalizza così i suoi illegittimi lucri, contribuisce in

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* il Testo del decreto-legge 29/12/2000, n. 394

misura decisiva nella determinazione di una somma, che non costituisce affatto un Interpretazione autentica della legge 7 marzo semplice capitale da restituire, ma il prezzo 1996, n. 108, recante da pagare per il mantenimento in vita disposizioni in materia di usura- coordinato del rapporto, alterato a proprio libito dalla con la legge di conversione banca che ne rappresenta il soggetto forte; 28/02/2001, n. 24 -”Conversione in legge, il costo del denaro, quindi, nel senso proprio con modificazioni, del ed autentico del termine.” Va ribadito che decreto-legge 29 dicembre 2000, n. 394, tutte queste voci costituiscono il costo concernente interpretazione effettivo sopportato dal cliente per il autentica della legge 7 marzo 1996, n. 108, credito, costo che viene espresso in una recante disposizioni in materia percentuale annua media, riferita all’intera di usura”- pubblicato nella Gazzetta Ufficiale durata del rapporto. Nella rilevazione del n. 49 del 28 febbraio 2001. tasso di usura applicato al caso concreto si dovrà, dunque, tenere conto di tutte le commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e spese.

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USURA: OCCORRONO NUOVE LEGGI E PROFESSIONALITÀ MIRATE Dr Stefano Giovagnoni Sostituto Procuratore della Repubblica di Teramo

a crescente diffusione dell’usura e il suo radicarsi fra piccoli imprenditori e commercianti, ha determinato, nel recente passato, una sempre più acuta sensibilità verso il fenomeno, soprattutto con l’irruzione sul mercato delle cosiddette “mafie” che del credito illegale hanno fatto, unitamente al racket delle estorsioni, un aggressivo e potente mezzo di controllo di interi territori in varie regioni italiane. In tale contesto, la legge 108 del 1996 ha rappresentato, senza dubbio, un’azione di contrasto di tipo strutturale, poiché, con l’introduzione di una soglia legale, il delitto di usura è stato collocato in una dimensione totalmente oggettiva e svincolato il sistema economico e della correttezza del mercato del credito. Inoltre, l’inasprimento sanzionatorio e l’introduzione della confisca per equivalente hanno consentito alle forze dell’ordine e magistratura di adottare strumenti di indagine e di repressione di grande efficacia, la cui applicazione ha permesso di raggiungere, in alcuni casi, significativi risultati investigativi. Infine, la previsione di una serie di istituti a favore delle vittime di usura (fondo di solidarietà, sospensione dei termini di pagamento ecc.) ha aperto un varco per incoraggiare ogni usurato ad uscire allo scoperto per affidarsi alle istituzioni e tornare a vivere nella normalità del circuito economico ordinario.

Ciononostante, ancora oggi, si parla di usura in termini di fenomeno “sommerso”, di cui nessuno è in grado di rilevare la reale entità, anzi, secondo alcuni, il numero di denunce sarebbe sensibilmente diminuito negli ultimi anni, a fronte di un allarmante e crescente espansione del fenomeno, che ha ormai assunto dimensioni transnazionali. E’ necessario allora interrogarsi se occorra un nuovo intervento legislativo, o se sia il caso di introdurre nuove metodologie di indagine, magari più idonee a far emergere il “sottobosco” in cui l’usura si annida. In questo caso sembra quanto mai opportuno formare gruppi di inquirenti specializzati, che consentano di sviluppare una professionalità mirata, in grado di riconoscere il fenomeno dell’usura in tutte le sue molteplici manifestazioni.

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È necessario allora interrogarsi se occorra un nuovo intervento legislativo, o se sia il caso di introdurre nuove metodologie di indagine

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MASSIMI SISTEMI MASSIMI PROBLEMI Prof. Domenico De Masi Sociologo

l vero nodo di questa crisi è che tutte le letture sono di tipo economico. Come se, davanti a un malato, il medico lo curasse solo in base alle analisi del sangue, per esempio e non anche delle urine ecc. Ma questa crisi non è solo economica. E’ un’evoluzione globale del mondo, che sta passando dalla fase industriale ad una fase post industriale. L’ errore, gravissimo, sta proprio nel rilevarlo solo dal punto di vista economico, con una presa di potere interpretativo degli economisti che non corrisponde agli strumenti concettuali che l’economia da sola fornisce. I correttivi non possono essere solo economici. Non si può uscire da questa situazione con un ottica di sola economia, occorre anche un’ottica sociologica, psicologica, antropologica, religiosa ecc. I “dieci saggi” chiamati da Napolitano a indicare delle linee guida per superare lo stallo politico, erano più o meno una copia gli uni degli altri; una serie di economisti che vedevano l’economia da punti di vista diversi, con uno spruzzo di costituzionalismo. In realtà siamo di fronte a un passaggio cruciale per l’intera società occidentale, che cambia tutti i parametri a cui eravamo abituati. La società industriale è basata sulla produzione di beni materiali: auto , frigo, vestiti ecc. La società post industriale, mentre continua a produrre beni materiali, va sempre più verso la produzione di beni immateriali, servizi, informazioni, simboli, estetica. La società industriale andava avanti per economia di scala, cercando di ingrandire sempre più i sistemi: grandi fabbriche , grandi magazzini, grandi trasporti. Le moderne tecnologie del sistema post industriale, come l’informatica, consentono di interconnettere, invece, anche piccole unità, pensiamo a facebook, a twitter e senza andare troppo nel cyberspazio, il “semplice” telefono. Alcuni valori cominciano a cambiare e a dettare parametri diversi: meno esecutività, maggiore creatività; non solo pratica, ma anche l’estetica, non solo l’uomo, ma anche

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la donna, non solo il qui e ora, ma anche il destrutturato e il decentrato, non solo la qualità del lavoro ma anche la qualità della vita. Sono trasformazioni epocali che vanno affrontate in modo epocale e così i problemi, che consistono non tanto nel produrre quanto nel distribuire o (meglio ancora) ridistribuire e ristabilire equilibrio. Adesso le cose non stanno proprio così. A cominciare dal lavoro: chi ne ha troppo e chi ne ha poco. E così pure la ricchezza, il potere, il sapere, le opportunità, le tutele: tutte cose che vedono una parte di umanità averne in quantità e una parte

non averne affatto. Tornando all’esempio del malato che ha molti tipi di malattie e come tale, va curato da molti lati, questa malattia ha molte cause e quindi necessita di molti rimedi. A cominciare, inderogabilmente, dalla scuola. La scuola è fondamentale. La conoscenza, la ricerca, lo sviluppo della cultura sono strumenti essenziali per capire i cambiamenti e attuare nuove azioni. Non tutte le aziende falliscono perché non vengono pagate dagli enti pubblici, molte falliscono perché le loro strategie sono sbagliate o non più adatte.

PER COMBATTERE I “CARTELLI” OCCORRONO BANCHIERI ATTENTI E CORAGGIOSI Dr Luigi Bettoni Direttore della filiale aquilana di Banca d’Italia

a Banca d’Italia ha tra le sue attività la trattazione degli esposti, i dati della centrale rischi. Non possiamo entrare nel merito di una questione che può riguardare la magistratura quindi le nostre sono risposte anonime. Tuttavia invitiamo gli esponenti a rivolgersi all’arbitro bancario-finanziario, che c’è in alcune filiali della Banca d’Italia, che non ha i costi della giustizia ed è una procedura che può risolvere diversi problemi. Gli esposti vengono trattati anche nei confronti del sistema bancario e nel caso ci siano prassi non corrette interveniamo e facciamo apportare correttivi. Il controllo sul sistema bancario c’è , e in

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alcuni casi approda poi alla magistratura, dove peraltro siamo presenti anche come consulenti. Non sono il difensore d’ ufficio del sistema bancario di cui conosco i limiti, ma anche i suoi punti di forza, ma va detto che i banchieri devono essere attenti e coraggiosi nell’utilizzo delle risorse a disposizione. Anche secondo le indicazioni di Draghi e Visco. Le banche devono e possono fare il possibile, ma l’Italia è il paese dei “cartelli” e la Banca d’Italia ha fatto anche delle inchieste sui “cartelli bancari”. D’altra parte la concorrenza di banche straniere non è stata significativa questo può voler dire che il sistema bancario italiano non è così fuori mercato.


informazione commerciale

Re - Design: restituisci l’anima al cuore del mobile uciana Cerquoni dedica anima e corpo a questo progetto, insolito per un negozio di arredamento. “La mia prima motivazione - esordisce Luciana - è stata dettata dalla volontà di riscoprire la nostra storia di atelier di design, prendendo i pezzi storici che ci distinguevano. Si tratta di arredi venduti da mio padre Giovanni, negli anni ’60, ’70, e ’80, ma poi ritirati dal mercato, realizzati con legni pregiati come il noce nazionale, l’ebano il castagno e palissandro ed altri, alcuni prodotti anche nella nostra antica falegnameria. La moda li ha resi poco attuali, ma certamente non ha scalfito il loro pregio. Il nostro motto è: rammodernare anziché buttare. Rendere unico ogni pezzo di arredo. L’invito è quello di guardare con occhio nuovo i vostri mobili. Vi stupirete

due volte: prima ricordando la loro immagine, dopo riscoprendoli attraverso il nostro re-design. Rimarà si il ricordo affettivo, ma avrete la consapevolezza di avere un pezzo unico che vi accompagnerà per molto tempo ancora. Il nostro staff – continua Luciana - è composto da architetti ed artigiani che sapranno interpretare le vostre nuove esigenze. È possibile arredare ogni spazio con gusto personalizzato, leggero ma con stile, con uno sguardo al passato ma che si proietta nel futuro”.

Cerquoni Mobili Snc di Antonio e Luciana Cerquoni Via Nazionale 86 - Bellante Stazione (TE) tel . 0861/610149 - fax . 0861/611060

LA PAROLA all’Interior Designer:

Arch. Imeria Centinaro

Mobili da salvare e recuperare, riportati a nuova vita con Restyling a colori e gusto un pò Vintage ma contemporaneo. Nasce così una nuova collezione, una sorta di Performance-Design su complementi del passato. Una ricercata simbiosi di elementi volta ad esaltare l’unicità della materia-forma, aggiungendo, integrando e correggendo i limiti conservati dal tempo.


NO SMOKE – NO E-CIG

“Non tutto ciò che viene affrontato si può cambiare, ma niente si può cambiare finché non lo si affronta”. James Bolwin

“Chi decide di smettere di fumare si trova ad affrontare un vero e proprio momento di cambiamento. Con l’aiuto di questa guida lei potrà superare le difficoltà che incontrerà e riconoscere le sue risorse. Le proponiamo un percorso da seguire diviso in più punti, ricordandole che sostanzialmente si troverà ad attraversare due fasi: una di preparazione e l’altra di azione”. Fase di preparazione Nei primi tre giorni l’invito è all’auto-osservarsi riflettendo sulle ragioni per le quali si fuma e per le quali si vuole smettere di fumare, sulla propria storia di fumatore, sulle caratteristiche del fumare. Fase d’azione Dal quarto giorno si sarà pronti per iniziare ad eliminare le sigarette e quindi a non fumare più.

Fumare o “svapare”?

questo è il problema La sigaretta elettronica: sconsigliata per vincere la dipendenza dal fumo. Potrebbe sviluppare ulteriori dipendenze. umo, nicotina e dipendenza, un mondo di cui si parla da anni, travolto di recente dalle “sigarette elettroniche” , delle quali però si conosce poco. La dr.ssa Carmela De Iuliis, responsabile del Centro Antifumo di Teramo, ci aiuta a capire meglio il fenomeno. Sentiamo spesso parlare di “sigarette elettroniche”, tanti modelli ,tanti aromi, ma poco si conosce, aldilà di quello che ci viene illustrato da chi le vende. Cosa può dirci di più? “In realtà, di validato in modo scientifico, non abbiamo ancora molto. Solo pochi lavori che non riescono a fare sufficiente chiarezza, né in positivo né in negativo. La cosa più atipica è che le sigarette elettroniche, che in definitiva sono un presidio medico, non sono vendute in farmacia o da personale medico preparato. E’ sufficiente aprire un negozio e non è necessaria la preparazione medica, proprio perché ancora non esiste la normativa di riferimento”. Quindi potrebbero essere nocive? “Tra i vari pareri c’è chi la esalta e chi invece mette in evidenza come non siano così innocue, sia perché non esiste ancora una

a cura di Daniela Palantrani

ESCLUSIVO

ul Sito del Ministero della Salute è possibile scaricare una guida pratica che puo’ essere di aiuto per chi decide di smettere di fumare. E’ uno strumento che fornisce indicazioni, consigli e strategie, basate su ricerche scientifiche. L’incipit è costituito dall’invito ad affrontare il cambiamento. Ne riportiamo un breve estratto che riassume le due fasi di “lavoro” per chi decida di tutelare la propria salute smettendo di fumare.

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normativa esatta sulle sostanze che dovrebbe contenere sia perché esistono molte contraffazioni. Ricordiamo che sono state sequestrate quantità enormi di sigarette elettroniche cinesi che di positivo avevano ben poco, anzi erano proprio nocive alla salute”. Ma quali sarebbero i vantaggi o gli svantaggi? “La sigaretta elettronica nasce perché doveva avere il vantaggio dell’assenza della combustione e quindi assenza di monossido di carbonio, che come sappiamo, dà problemi soprattutto a carico dell’apparato cardio-circolatorio: infarto, vasculopatie . In realtà, si

Chi vuole smettere utilizzando solo questo metodo tende a esagerare in nicotina senza rendersene conto


NO SMOKE – NO E-CIG

sono eliminati i cataboliti della combustione, però in alcuni tipi di sigaretta vengono usate delle sostanze che potrebbero non essere così innocue per l’apparato respiratorio, in quanto capaci di indurre broncospasmo nei soggetti predisposti e provocare delle crisi asmatiche, e negli anni portare ad una bronco ostruzione cronica come le sigarette tradizionali”. Molte persone stanno usando la sigaretta elettronica per cercare di smettere di fumare, ma come si smette di fumare? “Per la disassuefazione da fumo di sigaretta è indispensabile la forza di volontà affiancata ad altri supporti ,come la terapia psico-comportamentale e la terapia farmacologica sotto le diverse forme. Non esiste nulla che possa sostituire la forza di volontà per il raggiungimento dello stato di ex fumatore. La sigaretta

tutti i fumatori, che non provochi danni alla salute e che controlli la gestualità, che per un fumatore è essenziale ed è di difficile gestione. I farmaci a disposizione infatti, controllano la dipendenza da nicotina ma non la gestualità”.

Per la disassuefazione da fumo di sigaretta è indispensabile la forza di volontà affiancata ad altri supporti ,come la terapia psicocomportamentale e la terapia farmacologica sotto le diverse forme

ESCLUSIVO

elettronica è a doppio taglio. Non ho mai incontrato nessuno, nel mio centro, che abbia smesso solo con la sigaretta elettronica, paradossalmente si potrebbe diventare dipendenti anche di quella. Come noto infatti, in esse può la quantità di nicotina essere gestita dal fumatore. Esistono quelle senza nicotina e quelle dove la concentrazione è decisa dal paziente senza regole stabilite. Chi vuole smettere utilizzando solo questo metodo tende a esagerare in nicotina senza rendersene conto, perché è passato il messaggio che la e-cig non fa male e si “svapa” sempre e in ogni luogo, anche se oggi già iniziano i divieti. Questo può portare alla comparsa di effetti collaterali, uno per tutti la tachicardia. Attualmente, con queste conoscenze, sconsiglio di usare questo metodo per smettere di fumare, il rischio è sviluppare due dipendenze”. Potrebbe esserci anche qualcosa di positivo? “Lo speriamo molto, aspettiamo con ansia i risultati delle ricerche e di tutti i lavori. Saremmo contenti di avere un’alternativa per PrimaPagina 36 - mag. 2013

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NO SMOKE – NO E-CIG

Studi scientifici dimostrano che riconos Le ricadute non devono scoraggiare ma esser l Ministero della Salute come sappiamo, incentiva a smettere di fumare e divulga guide e consigli su come riuscire. E’ possibile smettere di fumare anche da soli e recenti dati ISTAT lo dimostrano, infatti, evidenziano che il 90% degli ex fumatori ha smesso senza bisogno di aiuto. Chi decide di provare è bene che sappia che le ore più difficili sono le prime 24 ore dall’ultima sigaretta. Nei primi quattro giorni i sintomi di astinenza sono più acuti per poi attenuarsi gradualmente dalla prima settimana al primo mese. Possono permanere, invece per alcuni mesi, le sensazioni di malessere quali irritabilità, difficoltà di concentrazione, affaticabilità e

aumento dell’appetito. La nota positiva è che il desiderio impellente della sigaretta dura solo alcuni minuti quindi non è troppo complicato riuscire a resistere ed attuare delle vere e proprie strategie per distrarsi come ad esempio masticare una gomma o bere un bicchier d’acqua. Il fatto che chi smette di fumare aumenti di peso non è leggenda, infatti la nicotina è un anoressizzante: quindi, smettendo di fumare, è possibile un leggero aumento di peso, due o tre chili. bisogna precisare che non tutti però ingrassano. Per non rischiare può essere sufficiente cambiare con gradualità le proprie abitudini alimentari: ridurre la quantità di cibo

Benzene nelle ricariche delle sigarette elettroniche Sostanza altamente nociva per la salute a domanda che spesso ci ripetiamo è se le sigarette elettroniche siano davvero sicure per la nostra salute. Ci vengono raccontate come risolutive contro la dipendenza da fumo e sul fatto che si possa “svapare” ovunque in quanto non si produce fumo. Purtroppo una recente inchiesta partita dal Pm Raffaele Guariniello ha rivelato che nelle ricariche è presente benzene, sostanza altamente nociva nonché cancerogena. Un gruppo di esperti dell’Università di Torino sono stati impegnati nell’analisi di alcuni campioni prelevati da fiale utilizzate per le ricariche dell’e-cig, dalle quali è emerso che “mediamente il livello di nicotina presente è inferiore alla quantità dichiarata”; che è impropria la dicitura apposta “nicotina zero” che invece è presente. Infine, la perizia ha rilevato “significativi e preoccupanti” livelli di benzene nelle fialette, addirittura al pari di quelli contenuti nelle classiche sigarette. Il magistrato ha informato il Ministero della Salute dei risultati del lavoro scientifico. Le fiale prodotte in Cina

a cura di Daniela Palantrani

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Smettere di fu

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e commercializzate in Italia da una ditta torinese, sono state sequestrate dai Nas.

A CHI RIVOLGERSI Sul territorio nazionale sono presenti 380 ambulatori per la cessazione dal fumo di tabacco. Istituto Superiore di sanità - OssFAD il Telefono Verde contro il Fumo 800-554088. ASL 106 TERAMO c/o Presidio Pneumotisiologico Centro Antifumo Viale Crucioli, 171 - 64100 Teramo Tel: 0861/250685 Fax: 0861/244315


NO SMOKE – NO E-CIG

umare, si puo!

scere i momenti critici aiuta a superarli. re affrontate per consolidare il cambiamento per singolo pasto, preferire 3-5 pasti leggeri piuttosto che due abbondanti, bere molti liquidi, ridurre il consumo di alcolici, scegliere frutta e verdura quando si sente la necessità di mangiare e infine ma molto importante, aumentare l’attività fisica. Potrebbero verificarsi delle ricadute e ricominciare a fumare. Ciò può servire per riconoscere i momenti critici per affrontarli meglio; le ricadute fanno parte di ogni normale percorso di cambiamento che per essere efficace e duraturo dovrà per sua natura essere anche faticoso. Se da soli non si riesce a smettere, ci si può rivolgere al proprio medico di famiglia per decidere insieme un percorso. Degli

studi hanno dimostrato che maggiore è il supporto che si riceve, più è alta la probabilità di smettere di fumare in modo definitivo. Le strategie per smettere di fumare oggi comprendono: Terapie farmacologiche La terapia con i sostitutivi della Nicotina (NRT) e il Bupropione aiuta i fumatori ad astenersi e ad alleviare i sintomi di astinenza; Sostegno psicologico di operatori specializzati che semplifica la decisione al cambiamento e aiuta a rafforzare le motivazioni; le terapie di gruppo aggiungono alle strategie cognitive e comportamentali la condivisione dei problemi e delle motivazioni con altri fumatori.

Vietata la sigaretta elettronica ai minori di 18 anni nicotina dalle diverse cartucce disponibili, considerando il ricorso alla sigaretta elettronica da parte di “fumatori” a moderata, media e forte intensità di utilizzo. Lo studio condotto dall’Istituto superiore di sanità ha evidenziato come, anche per i prodotti a bassa concentrazione, la dose quotidiana accettabile di nicotina – come determinata dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) – è superata anche solo con un uso moderato delle sigarette elettroniche. Tale evidenza è ancora più significativa negli adolescenti. Quindi non si possono escludere effetti dannosi per la salute. Il ministro Balduzzi ha chiesto in seguito un ulteriore parere al Consiglio Superiore di sanità. In particolare, il Consiglio superiore di sanità dovrà valutare lo studio condotto dall’Istituto superiore di sanità in merito alla pericolosità delle sigarette elettroniche nonché stabilire se le sigarette elettroniche, e le ricariche contenenti nicotina o altre sostanze, possano ricadere nella definizione di “medicinale per funzione”, pur in assenza di un’esplicita destinazione d’uso in tal senso da parte del responsabile dell’immissione in commercio. Il Consiglio superiore di sanità ha iniziato l’esame della questione in 19 marzo scorso. PrimaPagina 36 - mag. 2013

ESCLUSIVO

on un’ordinanza del 2 aprile 2013 il ministro della Salute Renato Balduzzi ha innalzato il divieto di vendita delle sigarette elettroniche con presenza di nicotina da 16 a 18 anni. Viene così modificata l’ordinanza dello scorso settembre, che è in vigore fino al 23 aprile 2013. Dopo quella data e fino al 31 ottobre 2013 il divieto di vendita vale per i minori di anni 18. La nuova ordinanza si è resa necessaria in coerenza con la norma del “Decreto Balduzzi”, che dal 1 gennaio 2013 eleva a 18 anni il limite di età per la vendita dei prodotti del tabacco. Le sanzioni per l’inosservanza dell’ordinanza sono le stesse previste dal “Decreto Balduzzi” per la vendita di prodotti del tabacco a minori di anni 18. Il ministro Balduzzi aveva chiesto all’Istituto Superiore di Sanità un parere in merito alla valutazione del rischio connesso all’utilizzo delle sigarette elettroniche, in particolare sui minori, sulla base degli ultimi aggiornamenti scientifici. L’Istituto superiore di sanità ha fornito le proprie valutazioni il 20 dicembre 2012, proponendo una metodologia per la valutazione della pericolosità che prevede l’applicazione di un modello che misura l’assorbimento di

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I piani didattici personalizzati per alunni con bisogni educativi speciali

A CIASCUNO IL SUO La dottoressa Marta Prosperi illustra il decreto ministeriale che li disciplina di Clementina Berardocco

ggi più che mai, la complessità nelle classi della scuola italiana è sempre più evidente: ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione e molte sono le ragioni, come lo svantaggio sociale e culturale, i disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, le difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse. La dottoressa Marta Prosperi , psicologa e specialista in Valutazione Psicologica presso l’Ambulatorio di Psicologia Distrettuale della A.S.L. 1 - Area L’Aquila, svolge attività di ricerca nell’ambito della cattedra di Didattica Speciale presso il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli Studi di L’Aquila. A lei chiediamo quali sono le novità racchiuse nel Decreto Ministeriale del 27/12/2012, riguardante gli ABES (Alunni con Bisogni Educativi Speciali) e la recente Circolare Ministeriale del 6 Marzo 2013. “Il Decreto e la relativa circolare, di fatto definiscono le strategie inclusive per poter realizzare il diritto allo studio di tutti gli alunni in condizione di difficoltà- esordisce la dottoressa - L’estensione del campo è notevole, poiché amplia il settore di intervento e di responsabilità della scuola italiana ad un’area che viene definita BES, ovvero Bisogni Educativi Speciali. All’interno di questa categoria si possono annoverare soggetti in condizione di svantaggio sociale e culturale, i disturbi dell’ap-

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prendimento scolastico, i disturbi evolutivi specifici e le difficoltà derivanti da una non conoscenza della cultura e della lingua italiana. Questo comporta per tutte queste categorie il diritto alla personalizzazione dell’apprendimento, attraverso la redazione di un Piano Didattico Personalizzato (PDP), che ha lo scopo di definire le strategie e le metodologie più adatte al caso singolo. L’aspetto che mi preme sottolineare è quello della condivisione di questo Piano, che deve attuarsi quale sinergia tra la scuola, le famiglie ed i servizi sanitari curanti. Il Decreto cita i centri territoriali di supporto: quanti sono nella nostra Regione? E quale il loro compito? Attualmente in Abruzzo esistono due Centri: la Scuola Secondaria di Primo Grado “D. Alighieri” di L’Aquila e la Scuola Secondaria di Secondo Grado “D. U. Di Marzio” di Pescara. Il primo di questi centri funge da riferimento per le province di L’Aquila e Teramo, il secondo per le province di Pescara e Chieti. Il compito dei Centri Territoriali di Supporto è quello di informare e formare i docenti, gli alunni e le loro famiglie rispetto alle risorse tecnologiche disponibili. Chiaramente questa formazione non, e non deve essere avulsa dal contesto, poiché

prevede la ricerca e l’applicazione delle modalità didattiche da attuare, affinché queste tecnologie siano inserite adeguatamente nell’ambiente scuola e soprattutto in classe. Per fare un esempio, rispetto al termine “tecnologie”: la scelta del software o del programma computerizzato più adatto alle esigenze di un alunno ipovedente, oppure il reperimento di testi digitali per l’alunno DSA. In quest’ottica è evidente come sia pregnante quanto appena detto: la conoscenza degli ausili deve coinvolgere l’alunno, i docenti e la famiglia che di fatto si trova a gestire queste nuove modalità di lavoro nelle ore pomeridiane. I servizi territoriali delle Asl locali operano in sinergia con le famiglie e con la scuola? Questa collaborazione e questa sinergia chiaramente è presente;è certamente vero che i servizi territoriali delle ASL nascono nell’ottica dell’assistenza al diversamente abile. Pertanto, è attuale il dibattito circa la nuova organizzazione e la relativa assistenza da fornire ai soggetti di cui abbiamo parlato in precedenza. La mia esperienza professionale presso l’Ambulatorio di Psicologia, coordinato dal dott. Emanuele Legge, è rivolta al supporto dei DSA. Con gli Istituti Scolastici collaboriamo direttamente alla stesura e alla condivisione con insegnanti e famiglie del PDP. Presso l’ambulatorio invece, effettuiamo attività di abilitazione – riabilitazione, counselling ai minori e alle loro famiglie. Si parla anche di “presa in carico”: in cosa consiste? Con questo termine si può identificare la riflessione, la definizione e l’attuazione circa il progetto di sviluppo del singolo alunno. Esso concerne gli apprendimenti ma non solo, poiché deve essere strutturato tenendo in debita considerazione la crescita personologica, l’inte-

grazione educativa e l’utilizzazione delle competenze acquisite di ogni alunno. Tutto questo deve prevedere una collaborazione attiva tra tutti i membri del corpo docente e naturalmente delle famiglie. Secondo la sua esperienza, quanti sono gli insegnanti che conoscono il tema DSA e ne riconoscono i segnali? È difficile fare una statistica. La mia personale esperienza mi suggerisce che circa una metà delle richieste arrivino tramite input forniti dalla scuola e quindi dai docenti e l’altra metà invece dall’iniziativa delle famiglie. Sicuramente la Legge 170/2010 ha posto l’accento sull’individuazione precoce di questi disturbi e ha così incentivato la necessità di ulteriore formazione rispetto ad essa. Sono piuttosto fiduciosa rispetto alla possibilità che nel corso dei prossimi anni si possa davvero diffondere ad ampio raggio una “cultura dei DSA”. Nello specifico,il 24 Gennaio 2013 c’è stata un’ Intesa tra Stato e Regioni sullo schema di decreto del Ministro del MIUR con il Ministro della Salute, concernente le Linee Guida per la predisposizione di protocolli regionali per le attività di individuazione precoce dei casi sospetti DSA in ambito scolastico. Nella nostra Regione è stato definito un “Protocollo di Intesa” per la realizzazione di individuazione precoce? Attualmente, non credo si possa parlare di vero e proprio “Protocollo” quanto piuttosto di attività di screening effettuate dai pediatri di base, di iniziative messe in atto da istituti scolastici e da singoli servizi sanitari; nel caso dell’Ambulatorio tale attività viene realizzata già a partire dai 5 anni di età, poiché crediamo fermamente nel ruolo della prevenzione e nell’importanza dell’individuazione precoce.

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DURO E TENERO ROCK Sonorità in bilico tra il grunge e il punk nelle melodie generose e potenti degli Afterhours di Mariangela Sansone

nsieme a Marlene Kuntz e pochi altri, gli Afterhours hanno segnato in maniera indelebile la recente storia del rock indipendente in Italia. Un percorso lungo e denso di avvenimenti che ha portato la band di Manuel Agnelli ad essere una delle principali formazioni del cosiddetto panorama alternativo e che ha permesso ad un certo tipo di musica, spesso sottovalutata nel nostro paese, di uscire allo scoperto e di rivelarsi come una importante realtà, non solo in termini di dischi venduti, ma anche, e forse soprattutto, per il grandissimo successo riscosso dalle loro esibizioni live. Gli ultimi quattro anni del gruppo sono stati caratterizzati da un’apparizione sanremese (affrontata senza snaturarsi), dal progetto “Il paese è reale” (che ha confermato Manuel come sensibile mecenate della scena alternativa nazionale), da importanti esordi solisti (Dell’Era) e da side projects assortiti (in particolare Iriondo), da fitte collaborazioni (Twilight Singers, Damo Suzuki, Mina) e nu-

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merosi concerti, sia in Italia che all’estero. Ad un anno dall’uscita di “Padania”, ultimo lavoro della band, un concept album sul disorientamento moderno, filtrato dallo sguardo di chi non è più tanto giovane, ha preso il via il Club Tour 2013; partiti il 2 marzo dall’Estragon di Bologna, lo scorso 6 Aprile, Manuel Agnelli e soci sono tornati in Abruzzo, al Pin Up Music & Beer di Mosciano Sant’Angelo, provincia di Teramo. Gli Afterhours si sono presentati pronti per conquistare il pubblico, mostrandosi carichi di entusiasmo, forse rinvigorito dai numerosi premi ricevuti nel 2012 proprio grazie alla loro ultima creatura, l’album “Padania”. Solo per citarne alcuni, ricordiamo la Targa Tenco come “Album dell’Anno”, il Premio della Critica di Musica & Dischi, il Premio P.I.M.I. come “Gruppo dell’anno”, la Targa Indie Music Like. La carica esplosiva del gruppo ha acceso una notte di inizio primavera a Mosciano; il locale, totalmente sold out, era gremito dai fans degli Afterhours che cantavano a squarciagola i

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pezzi proposti sul palco. Sonorità in bilico tra il grunge e il punk, tipici dei loro primi lavori, seguiti dai ritmi più cupi, dalla ricerca e dalle sperimentazioni che caratterizzano i loro ultimi progetti, sempre accompagnati da testi toccanti ed attuali. Il concerto si è aperto con “Veleno”, tratto da “Hai paura del buio”, album che rappresenta uno dei picchi assoluti del rock italiano anni 90, seguito poi dall’intensa “Sangue di Giuda”, fino a “Ballata per la mia piccola iena”. La forte sensibilità artistica ed umana del gruppo si palesa nell’omaggio dedicato alle vittime del terremoto de L’Aquila, che in una data come il 6 Aprile giunge come uno dei momenti più suggestivi della serata; sulle note di Padania, il locale si è unito in un canto che suscitava emozioni vibranti e profonde. Due ore dense di musica e di brividi a fior di pelle, elargiti abbondantemente dal gruppo milanese; gli Afterhours sono stati, come sempre, generosi e potenti, duri quanto serve, ma senza nascondere la loro tenerezza interiore.


Associazione Arbitri:

la forza della passione

Assegnati dalla sezione teramana il “VI Premio Carmine e Archimede Rodomonti” e il “III Premio Giuseppe Basile” di Alberto D’Alberto

na serata straordinaria quella del 10 Aprile scorso, che ha visto riunire attorno alla Sez. AIA di Teramo e soprattutto a tre persone indimenticabili, il ghota dell’AIA, con il presidente nazionale Marcello Nicchi, il vice Pisacreta, il Componente Nazionale Gialluisi, il presidente regionale della FIGC Ortolano e il presidente del CRA Pasquale Rodomonti, nonché numerosi rappresentanti delle varie istituzioni. L’occasione è stata la consegna dei Premi che ricordano tre uomini, tre arbitri che hanno ideato e costruito il mondo dell’AIA e non solo a Teramo e in Abruzzo: Carmine e Archimede Rodomonti e Giuseppe Basile. Una cerimonia e una messa organizzate dal presidente sezionale Simone Di Francesco e da tutto il Consiglio Direttivo. Di Francesco, nell’aprire l’importantissimo evento e nel ringraziare tutti i presenti, ha concentrato l’attenzione sul ricordo di persone che

hanno dato tanto per la crescita dell’intero movimento arbitrale. Nei loro interventi hanno sottolineato le qualità indiscusse, la loro grande generosità, lo spirito d’iniziativa e la professionalità, nel perseguire gli obiettivi della loro vita. I premi sono andati al presidente CRA Pasquale Rodomonti, allo storico presidente della Sezione di Pescara, Marcello Coletta e all’assistente della CAN B Christian Bagnoli. La serata è stata anche l’occasione per consegnare all’ospedale di Teramo un importante strumento tecnico per la cura dei neonati, offerto dagli associati della Sezione di Teramo. Nel corso della serata il presidente ha sottolineato “l’importanza dell’evento, i valori che hanno contraddistinto la vita di questi indimenticabili amici, e infine, nella piena condivisione del messaggio espresso, ha sottolineato come la vera forza di questi uomini sia stata indubbiamente la passione e il senso assoluto di rispetto e di sentita appartenenza nei confronti di questa centenaria associazione”.

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ALLA RICERCA DELLE RELIQUIE PERDUTE Il culto dimenticato di S.Attone, monaco benedettino, da cui deriva il nome della frazione di S.Atto. di Giuseppina Michini

ttilio, di San Nicolò a Tordino (TE), ma di origine marchigiana, si è trasferito qui da qualche tempo e si è legato alla storia più ignorata della media Valle del Tordino. Attilio ha scoperto da poco la frazione S. Atto e si è innamorato. Di cosa? - interrogativo inevitabile dato che la cementificazione è diventata la sola parte che rappresenta il tutto -. Lo stupore è dolcissimo quando cogliamo che gli interessi di Attilio e della gente, ricercano il significato del toponimo S. Atto e vogliono approfondire l’intima relazione con quella terra irrorata dal grande fiume e segnata dai percorsi della fede. Attilio si aggrappa alle redini della storia, si aggrega

ai sannicolesi e a tanti forestieri che desiderano il recupero del culto di Sant’Attone. Secondo le note storiche, il monaco Attone giunse presso l’Abbazia di San Nicolò a Tordino e fu il priore del cenobio benedettino, (dopo la sua morte il monastero fu dedicato anche a S. Attone). Fu uno dei monasteri più ricchi e potenti della provincia di Teramo. La struttura sorse su un preesistente insediamento antico che doveva essere posizionato nei pressi del nucleo industriale di S. Nicolò a Tordino. Secondo recenti studi, il monastero si collegava alla Interamna-Castrum Novum (attuale strada statale) per mezzo di un diverticolo. L’edificio fu posto alle dipendenze di Montecassino nel 1004 da parte di due coniugi longobardi Trasmondo e Armelda.

LA ’MMIDJE del Prof. Lucio Cancellieri Se ’ngundre pe’ la strate sapute e sapiendune, te n’addune, nghe lu parla’, chi li prime crate de sapa’ e nen za ninde… chille chi invice sa è angore cchiù ’gnurinde.

Diceve li andiche: “Nen tande lu fuche coce pe’ quande la mmidje noce”, pirciò, qualle che fi’, è mmije che lu fi’ fini’, peccà la mmidje… ahè ndè ’na ggelusije che parte da lu core, patrone

Sapisse lu tembe che fa perde lu sapute! Sole asse sa… ha viste… ha cunusciute; a te’ parla’, peccà sinza parla’… ngi sa sta’.

de lu male e de l’amore, che salle maligne fine a lu cirvelle e se t’accoje, ci pu’ rmatte a vvodde pure la pelle!

Ma se po’ da’ che la nave che cale, cale rosce? Manghe se une nn’ha viste maje o nna cunosce! Lu sapu’, te pozze da’ ’nu cunzije? Statte zitte, peccà l’asene ch’arraje… è cchiù mmije!

Me nzegnò ’nu jurne cacchedune che, pe’ vvange la ’mmidje, sa te’ tucca’ li cujune, ma chille dure ndè lu ferre pe’ nin fini’ de muse a faccia ’n derre,

Avate maje sindite li sapiendune che dapù di isce nen vate cchiù nisciune? Sole isce sa parla’, sa scrive, sa rcunda’, ma nn’ahè che te’ ’mmidje e qualle che fa n’andre je dà fastidje!?

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e, se vu’ camba’filice, dice a li sapute e ’gnurinde ’stu cunzije a mode mi’: Ma jate affangule tutte quinde!

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La floridezza del luogo viene confermata dalle bolle papali e dai diplomi imperiali. Fra XI e il XII secolo, il monastero dominava vaste proprietà nella media Valle del Tordino, dirigeva lo sfruttamento agricolo della zona oltre a controllare le altre presenze monastiche collocate nel territorio. Un tempo, nei giorni della pentecoste, i fedeli si recavano in pellegrinaggio alla tomba del Santo Attone e bevevano l’acqua che stillava dal soffitto sopra il sarcofago. Oggi sono scomparsi sia del sepolcro, sia delle reliquie di Attone di cui si celebra la festa il 19 novembre nella cattedrale di Teramo e nella chiesa parrocchiale di Sant’Atto. “S. Attone chiede giustizia” - segnala Attilio -. “Egli deve poter esercitare la sua santità e i fedeli hanno bisogno di identificare le sue spoglie e di recarsi a pregarlo. Il Santo chiede di essere riesumato”, - dice- “così raccontano alcune persone a cui è apparso in sogno”- dichiara -. Il ripetersi di questa particolare richiesta da parte di S.Attone viene narrata anche nei racconti popolari. Non a caso Nicola Palma ricorda che: “S. Attone ci appartiene totalmente. Prima e dopo la sua morte impartì delle grazie e operò miracoli”. “Siamo in tanti a volere riportare alla luce questo Santo, un motivo ci sarà”- continua Attilio -. “Mi sono recato al monastero delle benedettine di Clausura in contrada Piane Tordino per verificare che cosa resta della storia di Attone nella memoria attuale, così ho parlato con Suor Angelica ma anche lei non sa dove stia l’urna del Santo. La religiosa mi ha riferito alcuni aneddoti e mi ha confermato che Sant’Attone ha manifestato a diverse persone di voler essere riportato alla luce. Mi chiedo perché questo Santo sia stato dismesso. Penso che il Vescovo della Diocesi di Teramo sia al corrente della storia di Sant’Attone e vorrei chiedere proprio a Mons. Michele Seccia se si potesse fare qualcosa per capire dove il Santo sia stato sepolto o dove sia stato trasportato”.


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“PrimaPagina “Prima Pagina”” Motori

Mondo Smart

CAREVER:

il “trattamento di bellezza” per le Smart di Ottavio Caporali

enerdì 19/4/2013 MercedesBenz After-Sales ha presentato “CarEver, per un’auto sempre nuova”, un programma che fino al prossimo 31 maggio si prendeva cura della carrozzeria di tutte le smart immatricolate tra il 1998 ed il 2007. L’iniziativa è stata dedicata alla prima generazione smart che, a 15 anni dal lancio, rappresenta ancora oggi una significativa parte del parco circolante in Italia. Con CarEver, Mercedes-Benz ha offerto ai clienti SMART un’occasione

per mantenere in forma la vettura esattamente come il primo giorno. Il programma CarEver ha compreso i principali interventi di manutenzione della carrozzeria. Sostituzione del parafango anteriore (229 euro) e posteriore (218 euro) e dello spoiler anteriore (90 euro). La riparazione del parabrezza scheggiato (69 euro) e la sostituzione del parabrezza (369 euro), del vetro (24 euro) e della calotta (118 euro) dello specchio retrovisore. I prezzi dell’offerta CarEver sono stati comprensivi di ricambi originali, manodopera, verniciatura e Iva.

Usato sicuro

Comprare un’auto usata è cosa facile? Non lo è affatto! di Ennio Salvatori

omprare un’auto usata è cosa facile?, non lo è affatto. Alcuni non ne vogliono sentir parlare perché personalmente, oppure qualche amico o parente, ha avuto esperienze negative. E’ pur vero però che anche acquistando autovetture nuove, dal costo di qualche decina di migliaia di euro, le amare sorprese possono verificarsi.

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La nuova legge, entrata in vigore il 23 marzo 2002, obbliga concessionari, autosaloni e commercianti d’auto a garantire le vetture per almeno un anno dalla consegna. In caso di guasto, dovranno provvedere alle riparazioni (senza alcun onere per il cliente) e, nei casi più gravi, alla sostituzione della stessa vettura. In ogni caso, la cosa migliore è non avere fretta. Così come per l’auto nuova è

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Motori in “Prima “PrimaPagina Pagina””

Pneumatici: occhio alla pressione econdo alcuni recenti dati europei, rielaborati da Federpneus , se i pneumatici sono gonfiati all’80% della pressione consigliata, la loro vita utile si riduce di un quarto. “Assicurarsi che la pressione dei pneumatici sia corretta non costa nulla e può avere un impatto sensibile nella riduzione dei costi di gestione di un veicolo” dichiara il portavoce dell’associazione. I dati infatti evidenziano che nel 2012, quasi un quarto delle sostituzioni è stato a causa di comportamenti scorretti dei guidatori e mancati controlli, che determinano danni ai fianchi dei pneumatici, un consumo irregolare del battistrada, un allineamento scor-

determinante avere le idee chiare sulla tipologia di vettura che si vuole acquistare, ad esempio una monovolume, piuttosto che una station wagon o una due volumi, e ovviamente del budget disponibile. In ogni caso siamo di fronte ad una prima scelta: acquistare da concessionari e/o autosaloni oppure da privati? Dato che le vetture usate possono nascondere sempre qualche insidia che poi si traduce in scarsa affidabilità e scarsa sicurezza abbiamo cercato di mettere nel dovuto risalto il concetto di sicurezza E’ ovvio che sul mercato dell’usato non esistono solo auto vecchie ma anzi “circolano” moltissime auto più o meno nuove o comunque con pochi mesi di vita ed è su quelle che vi consigliamo di orientarvi. Allora, abbiamo realizzato una check list da stampare e portare sempre con voi (scaricabile dal sito PrimaPaginaweb.it – sezione l’esperto informa)

retto e altri tipi di danni. Questo produce due conseguenze molto importanti: da un lato un maggiore esborso economico dovuto alla sostituzione di pneumatici che avrebbero potuto ancora essere utilizzati, dall’altro una minore sicurezza dei veicoli , che hanno viaggiato, prima che i pneumatici fossero sostituiti, con pneumatici in ogni caso deteriorati e quindi con standard di sicurezza minori rispetto a quelli dei pneumatici sottoposti a regolare manutenzione. Controlli periodici nei rivenditori specialisti di pneumatici sono quindi di fondamentale importanza sia per la sicurezza della circolazione sia per prolungare la vita utile dei pneumatici e per massimizzare la resa economica di un set di gomme.

In ogni caso, la cosa migliore è non avere fretta. Così come per l’auto nuova è determinante avere le idee chiare...

nel momento in cui andrete a vedere l’auto che vi interessa. Riassunte tutte le parti che dovete controllare potrete dare un punteggio da 1 a 10. Nel caso in cui doveste vedere più auto (cosa che Vi consigliamo) potrete ricordare le condizioni di ognuna. In fondo alla lista trovate anche uno spazio da utilizzare per appuntarvi le generalità dell’auto e del potenziale venditore.

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“PrimaPagina “Prima Pagina”” il Legale

Comunione o separazione dei beni?

Come scegliere il regime patrimoniale

migliore per la famiglia di Gianfranco Puca avvocato e mediatore professionista

a famiglia rappresenta l’istituzione sociale più importante dello stato e necessita di mezzi patrimoniali per operare, amministrati dai coniugi dopo il matrimonio. Il codice civile indica come regime patrimoniale l’insieme delle norme che disciplinano i poteri dei coniugi sul patrimonio della famiglia; tali norme sono costituite dagli articoli dal 159 al 230 bis del codice civile. Il regime patrimoniale della famiglia, in mancanza di diversa scelta dei coniugi, è costituito dalla comunione dei beni; la disposizione contenuta nell’articolo 159 del codice civile, quindi, indica la comunione dei beni, regolata dagli articoli 177 e seguenti, come il regime ordinario che vige tra i coniugi al momento del matrimonio. Attribuisce ai coniugi uguali poteri di cogestione e uguali diritti sugli acquisti. I beni, oggetto della comunione, sono, ai sensi dell’art. 177 del codice civile: gli acquisti compiuti insieme o separatamente durante il matrimonio; i frutti dei beni propri di ciascuno dei coniugi, percepiti e non consumati allo scioglimento della comunione; i proventi dell’attività separata di ciascuno se, allo scioglimento della comunione, non siano stati consumati; le aziende gestite da entrambi e costituite dopo il matrimonio; qualora si tratti di aziende appartenenti ad uno dei coniugi anteriormente al matrimonio, ma gestite da entrambi, la comunione concerne solo gli utili e gli incrementi. Statisticamente i beni che più di frequente costituiscono la quasi totalità del patrimonio in comunione legale sono tutti gli acquisti compiuti, da un solo coniuge o da entrambi, dopo il matrimonio; tali acquisti entreranno a far parte automaticamente della comunione patrimoniale dei coniugi. La comunione, comunque, non comprende tutti i beni, alcuni (detti personali) restano esclusi: i beni acquistati singolarmente e prima del

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matrimonio; i beni acquistati per effetto di donazione o di successione; i beni ad uso strettamente personale; i beni che servono alla professione individuale; le somme ottenute a titolo di risarcimento del danno; i beni acquistati con il prezzo del trasferimento dei beni personali, purché, rispetto a quest’ultima ipotesi, ciò sia espressamente dichiarato nell’atto di acquisto (art. 179 codice civile). Gli articoli da 180 a 185 del codice civile si occupano dell’amministrazione dei beni della comunione che, in linea generale, compresa la rappresentanza in giudizio,

La comunione, comunque, non comprende tutti i beni, alcuni (detti personali) restano esclusi: i beni acquistati singolarmente e prima del matrimonio; i beni acquistati per effetto di donazione o di successione... spetta ad entrambi i coniugi in applicazione del principio di uguaglianza (art. 29 della Costituzione). Il regime di comunione legale termina se si verifica una delle cause di scioglimento ex art. 191 codice civile, vale a dire: la dichiarazione di assenza o di morte presunta, di uno dei coniugi; l’annullamento, lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del

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matrimonio; la separazione personale; la separazione giudiziale dei beni; il mutamento convenzionale del regime patrimoniale; il fallimento di uno dei coniugi. Al verificarsi di una di queste cause, tutti gli acquisti successivi costituiscono patrimonio personale dei coniugi. La disposizione, contenuta nell’articolo 191, trova la sua prevalente applicazione nel caso di separazione personale dei coniugi; la mera separazione di fatto non comporta lo scioglimento della comunione (Cass. 4235/87). Secondo le recenti disposizioni del D.P.R. 396 del 2000, tutte le pronunce di separazione giudiziali o consensuali, debbono essere annotate a margine dell’atto di matrimonio, proprio al fine di rendere conoscibile ai terzi l’eventuale cessazione del regime di comunione legale. La riconciliazione tra i coniugi, secondo la Cassazione (11418/98), ricostituirebbe la comunione con effetto ex tunc, ma è ancora controverso il regime dei beni acquistati nella vigenza della separazione legale, prima della riconciliazione, che, secondo la decisione richiamata, rimarrebbero acquisiti al patrimonio personale del coniuge acquirente. Con il regime della separazione dei beni invece,


il Legale

Con il regime della separazione dei beni invece, ogni coniuge conserva la titolarità esclusiva dei beni acquistati durante il matrimonio

ogni coniuge cons conserva la titolarità esclusiva dei beni acquistat acquistati durante il matrimonio (art. 251 codice civile); c i beni di cui nessun coniuge può provare, pro con ogni mezzo, esclusiva, si presumono di la proprietà esc proprietà comune in pari quota (art. 219). Quale dei due regimi patrimoniali è una coppia in procinto di preferibile da un sposarsi ? Non è possibile dare un’unica

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“PrimaPagina “Prima Pagina””

risposta per tutti i casi. Solitamente si consiglia la separazione dei beni nei casi in cui uno dei coniugi, per ragioni legate alla sua attività commerciale o professionale, può essere esposto a rischi di natura patrimoniale; in tali ipotesi è opportuno che i beni di maggiore importanza per la famiglia siano intestati al coniuge non esposto a tali rischi, in via esclusiva o per una quota maggioritaria. Inoltre gli effetti della scelta tra un regime e l’altro si riflettono anche sulla sorte successoria dei beni acquistati in vita. Se un soggetto muore dopo essere stato coniugato in regime di comunione legale dei beni, nel suo asse ereditario sarà compresa solo la metà della proprietà dei beni acquistati in costanza di matrimonio; se il soggetto che muore è invece coniugato in separazione dei beni, la devoluzione ereditaria sarà pari alla quota di proprietà intestata al soggetto defunto. Ad evitare futuri e molto probabili problemi, è consigliabile un parere legale per ogni singolo caso, previo esame delle situazioni personali e patrimoniali dei futuri coniugi.

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“PrimaPagina “Prima Pagina”” Consumatori

Il sapore è sapere

La riscoperta della sana e gustosa gastronomia locale di Simone Delle Grazie

dati parlano chiaro. Rispetto al 2011 l’incremento del consumo di pasta ammonta a circa il 25% (sazia e costa poco); solo il 19% degli intervistati dichiara di fare un pasto completo composto di primo, secondo, contorno, frutta e dolce; il 9% dichiara addirittura di pranzare puntualmente con un semplice panino o yogurt. Come possiamo leggere i dati Istat

e che cosa sta producendo in questo senso la crisi? Eide Spedicato, docente di sociologia generale all’università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, spiega: “Sicuramente possiamo notare , in primo luogo , l’aumento del tasso di obesità, problema assai diffuso nel nostro Paese (soprattutto nella fascia adolescenziale) che rispecchia le abitudini alimentari dell’Occidente contemporaneo. Una pessima tradizione culinaria –

Tutto quello che riesci a mangiare di Mariangela Sansone

Con la crisi si diffonde sempre più la formula “all you can eat”

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alla Cina con furore per combattere la crisi. Ma non siamo in Cina e nemmeno in un film di Bruce Lee. Non ci sono combattimenti, ma cibo in abbondanza e a prezzi contenuti, un’idea per fronteggiare la crisi economica, senza rinunciare alla cena fuori casa. In provincia di Teramo, e su tutto il territorio nazionale, è un continuo fiorire di ristoranti che offrono menù con la formula “All You Can Eat”, ovvero la possibilità di mangiare tutto quello che si riesce ad un prezzo fisso, che di solito non supera i 15 euro (bevande a parte), attingendo ad un buffet comune oppure consumando razioni a volontà delle portate preferite di un menù fisso. PrimaPagina 36 - mag. 2013


Consumatori

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“PrimaPagina “Prima Pagina””

continua la sociologa – di derivazione principalmente statunitense, ha investito anche l’Italia, emblema per eccellenza della buona cucina mediterranea: patatine fritte, panini grassi e ricchi di salse, dolciumi d’ogni tipo, sempre più spesso affollano i nostri piatti ritenuti storicamente sani. Una dieta mista dunque, che alterna vecchio e nuovo, riflesso di un’Italia contesa tra passato e presente. La crisi – continua la nostra intervistata – ha drasticamente ridotto l’apporto di carne e pesce. Ne consegue una dieta caotica e un ritmo alimentare inevitabilmente sfasato, dovuti anche allo squilibrio che vede i giorni lavorativi, in cui si è costretti ad una rapida e inconsistente pausa pranzo, contro i giorni festivi, in cui si predilige un pasto più sostanzioso.” E allora, in virtù di queste considerazioni, come si potrebbe evolvere la situazione dal punto di vista dei consumi familiari e da un’ottica più meramente imprenditoriale?

“Sarebbe auspicabile un cambio di rotta – dichiara la sociologa. Non solo nel sistema economico, ma anche nel modo di ragionare. L’assunzione di cibo non consiste nel puro atto di fagocitosi, ma rappresenta noi stessi, la natura più intima e primordiale dell’essere umano: il sapore è sapere. Proprio per questo il pessimo modo di mangiare che abbiamo assunto trova riscontro nel disordine individuale e sociale accentuatosi nell’ultimo secolo. Inoltre – aggiunge la Spedicato – sarebbe meglio eliminare tutti quei prodotti che compromettono una dieta sana ( i cosiddetti ‘fuori pasto’ come merendine, snack, ecc.), colmi di coloranti e conservanti. Bisognerebbe invece incentivare la produzione locale dei prodotti tipici, nel nostro caso abruzzesi. Quindi qualità, naturalezza e riscoperta di antiche tradizioni. Infine – conclude con un sorriso la docente – speriamo tutti in una ripresa, perché ne vale la nostra alimentazione e quindi, la nostra vita.” In fondo, la quiete segue sempre la tempesta.

Il fenomeno gastronomico è da tempo consolidato negli Stati Uniti e nel nostro Paese i primi a sperimentare la formula AYCE sono stati i ristoranti giapponesi e cinesi, poi si sono aggiunti quelli brasiliani (ed etnici in generale) e, in questo periodo di congiuntura economica, la tipologia sta prendendo piede anche tra i locali tipicamente italiani, a cominciare dalle classiche pizzerie. Sarà la voglia di riempirsi, come forma di riscatto da una crisi che svuota tutto, ma mentre in alcuni tradizionali e costosi ristoranti le prenotazioni languono, in questi nuovi locali è doveroso prenotare per tempo, tanto che molti ristoratori, per tornare agli antichi splendori, stanno pensando di abbracciare la filosofia AYCE. Parole dal suono magico sia per gli operatori del settore (uno dei principali traini della nostra economia), che vedono allontanarsi il fantasma delle sale semi vuote, sia per i clienti, che escono di casa tranquillizzati dall’idea di potersi saziare senza brutte sorprese per il portafogli, sfuggendo ai sensi di colpa da peccato di gola. Il meccanismo è simile in tutti i ristoranti: non ci sono menù, il personale è ridotto al minimo indispensabile, si paga una som-

ma fissa e si accede liberamente al buffet o si ottengono a volontà piatti prestabiliti. Se si riesce ad evitare di esagerare con le quantità, si può apprezzare il lato più interessante del meccanismo: assaggiare tutto, tutto (ma davvero proprio tutto) ciò che offre il locale, e realizzare così il desiderio proibito di ogni avventore, alla faccia della crisi!

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l fenomeno gastronomico è da tempo consolidato negli Stati Uniti e nel nostro Paese i primi a sperimentare la formula AYCE sono stati i ristoranti giapponesi e cinesi

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“PrimaPagina “Prima Pagina”” Consumatori

Maggio: tempo di dichiarazioni

Tra le prime scadenze

il Modello 730 di Laura Di Paolantonio commercialista, revisore Contabile

enuti all’obbligo di tale adempimento sono i lavoratori dipendenti, i pensionati e i lavoratori a tempo determinato. I contribuenti sono tenuti a dichiarare: redditi da lavoro o da pensione percepiti nel 2012, eventuali altri redditi derivanti da terreni e fabbricati, da capitali investiti, da lavori svolti in forma autonoma per i quali non è richiesta

la partita Iva e altri redditi assoggettabili a tassazione separata. Due le scadenze da tenere presenti per la consegna del modello 730: il prossimo 30 aprile per coloro che presentano il modello 730/2013 attraverso il sostituto d’imposta, rappresentato nella maggior parte dei casi dal proprio datore di lavoro. Bisognerà consegnare in busta chiusa il Modello 730 già compilato, pilato, completo in tutte le sue parti; il 31 mag-

Tasse & dintorni... TARES IN AUMENTO PER IL 2013 Fonte: Federconsumatori

alla consueta indagine annuale realizzata dal C.R.E.E.F. Centro Ricerche Economiche Educazione e Formazione Federconsumatori sul costo dei rifiuti, si è evidenziato che nel corso del 2012 le tariffe hanno subito consistenti aumenti in svariate città. Suddividendo le rilevazione effettuate in due categorie, ovvero raggruppando in una i comuni che adottano la TIA - Tariffa di Igiene Ambientale - e nell’altra i comuni che applicano la TARSU -Tassa sui Rifiuti Solidi Urbani- è emerso che per quanto concerne i primi l’importo medio annuo per una famiglia composta da 3 persone,

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appartamento di 100 mq, l’imposta ammonta a circa 245,52 euro. Per i comuni della seconda macrocategoria, invece, la tassa annuale ammonta a circa 252,23 euro. Non sono previsti miglioramenti per il 2013. L’entrata in vigore della TARES, infatti, avrà come conseguenza l’innesco di un aumento medio di 45,75 euro. “Il pagamento del nuovo tributo è stato fatto slittare a fine anno ma – sostiene Federconsimatori – un rinvio di qualche mese non aiuterà le famiglie, anzi farà coincidere il pagamento della TARES con altre pesanti scadenze fiscali, come l’IMU

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e il conguaglio IRPEF. Fissare le scadenze di imposte gravose a dicembre inciderà negativamente sui consumi del prossimo anno, poiché i cittadini dovranno compiere grandi sacrifici per pagare queste tasse e non avranno la possibilità di spendere altro denaro”. Urgono interventi che consentano di superare ritardi ed aumentare dove già attuata la raccolta differenziata, incrementando il riciclo e il riutilizzo dei materiali per rilanciare il relativo settore industriale oltre che creare il conseguente risparmio da reinvestire magari per rendere più equa la TARES tutelando le fasce sociali più deboli.


Consumatori

gio per coloro che consegneranno il Modello 730 ad un Caf o a un professionista abilitato. È opportuno precisare che se il modello risulta già compilato non saranno addebitate spese, in caso si richieda assistenza per la redazione della dichiarazione bisognerà sostenere costi aggiuntivi. Nel modello 730/2013 che riguarda i redditi 2012 ci sono alcune novità, da tener presente soprattutto per coloro che compileranno in automia il modello. È opportuno precisare che a differenza degli anni precedenti, l’Inps non invierà più a casa dei contribuenti il Modello Cud, necessario per la compilazione del Modello 730. Il Cud sarà infatti disponibile solo in formato digitale, potete recuperarlo attraverso caf e professionisti abilitati. Per gli immobili ci sono due novità. La detrazione delle spese di ristrutturazione edilizia passa dal 36% al 50% per le spese effettuate dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2012, con un limite massimo di spesa fissato a 96mila euro contro i 48mila precedenti. Una buona notizia in riferimento all’Imu, non sarà dovuta addizionale Irpef sui redditi derivanti da abitazioni non affittate e per quelle concesse in comodato d’uso gratuito. In merito alla deduzione del Servizio sanitario nazionale pagato sulle polizze auto, si precisa che i tributi sanita-

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ri obbligatori pagati sull’Rc auto potranno infatti essere detratti solo per la parte che oltrepassa 40 euro. Coloro che pagano la propria polizza meno di 402 euro l’anno non hanno più diritto ad alcuna deduzione. Infine per i lavoratori frontalieri, ossia coloro che prestano attività professionale all’estero, ma comunque in zone limitrofe ai confini nazionali, ed avendo la residenza in Italia, è stato previsto un abbattimento ulteriore di 6.700 euro del reddito imponibile. Buon 730 a tutti.

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È opportuno precisare che a differenza degli anni precedenti, l’Inps non invierà più a casa dei contribuenti il Modello Cud, necessario per la compilazione del Modello 730

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“PrimaPagina “Prima Pagina”” Benessere

Epilazione permanente Finalmente...

NO MAS VELLO anche a Teramo epilazione progressiva a luce pulsata ad un prezzo competitivo da oggi anche a Teramo. Creato nel 2007 in Spagna, il marchio No mas Vello, ha conquistato 16 Paesi, ha aperto 833 centri nel mondo, per un totale di 350mila clienti. Approdato in Italia nel dicembre 2011, è diffuso in quasi tutte le regioni con ben 61 centri dotati di macchinari ad alte prestazioni ed un team giovane e competente. L’estesa diffusione ha permesso a questa azienda di fornire alla

propria clientela un servizio professionale, efficace ed economicamente accessibile. Il segreto risiede in una politica aziendale che stabilisce tariffe “democratiche” e fisse: uguali per ogni parte del corpo da trattare. Nei centri No mas Vello (nomasvello.it), leader nella foto depilazione, viene applicata una tecnica denominata IPL (Luce Pulsata Intensa) che sfrutta la termolisi, ovvero la luce pulsata che attraverso appositi macchinari rileva la melanina presente nei peli, la seleziona e la colpisce trasforman-

Trattamenti

La luce della bellezza Dr. Vittoria Dragani

Specialista in Igiene e Medicina Preventiva esperta in Medicina Estetica

a Luce pulsata intensa (IPL), o terapia flashlamp, è un trattamento non invasivo che utilizza impulsi di luce ad alta intensità per migliorare l’aspetto in aluni problemi della pelle come: lesioni vascolari, ragno-angiomi, macchie caffelatte della pelle, vene del viso rotte, guance rosee, rosacea e filo rosso delle vene delle gambe, Lentiggini e segni dell’età, linee del viso

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e rughe, oppure la rimozione di peli scuri (epilazione). I sistemi IPL (Intense Pulsed Light) lavorano sugli stessi principi di energia luminosa dei laser: la luce viene assorbita all’interno di cellule bersaglio di un determinato colore (cromofori) presenti nella pelle. L’energia luminosa viene convertita in energia termica, che provoca danni in una specifica area bersaglio. I sistemi a luce pulsata sono diversi dai laser,

PrimaPagina 36 - mag. 2013

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Benessere

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dosi in calore. Vengono così distrutte in maniera indolore e progressiva le cellule germinative, responsabili della crescita dei peli. La tecnologia IPL nella foto depilazione offre un trattamento non invasivo per l’eliminazione dei peli superflui. La velocità ed efficacia dei risultati può variare leggermente in base al proprio fototipo. E’ fondamentale, per una corretta valutazione e personalizzazione del trattamento da effettuare, recarsi al centro senza avere effettuato cerette o altri tipi di depilazioni, in quanto il pelo farà da conduttore fino alla radice producendo la morte del bulbo stesso. I macchinari, tecnologicamente molto avanzati, sono capaci di adattare la lunghezza d’onda in base al colore della pelle, al colore e spessore dei peli nonché alla profondità dei peli di ogni paziente. Nei centri di fotodepilazione No mas Vello viene effettuata una prima prova, GRATUITA, su un’area del corpo, scelta dal cliente, al fine di tarare la macchina in modo da rendere il trattamento specifico ed assolutamente personale.

rubrica sponsorizzata da: Centro di Medicina Estetica Diomira

poichè offrono molte lunghezze d’onda (o colori) in ogni impulso di luce. La maggior parte dei sistemi IPL usa filtri per affinare la produzione di energia nel trattamento di alcune aree, ciò aumenta la penetrazione senza eccessivi livelli di energia e con maggiore efficacia. Se l’obiettivo è l’epilazione, la luce pulsata va ad abbattere e distruggere la melanina nei peli, questo ha lo scopo di causare danni termici e meccanici a un follicolo pilifero risparmiando i tessuti circostanti. In questo modo i peli superflui non vengono rimossi per sempre, ma dopo il trattamento (dalle 4 alle 6 sedute) , i ritmi di crescita si riducono mediamente del 70% -80%. La regola è che il pelo deve essere più scuro rispetto alla pelle circostante. Qualsiasi zona del corpo è adatta alla epilazione a Luce Pulsata, tranne che vicino agli occhi e sui genitali. L’epilazione a Luce Pulsata è un trattamento veloce. Ad esempio per le ascelle sono sufficienti dai 5 ai 10 minuti di trattamento. PrimaPagina 36 - mag. 2013

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“PrimaPagina “Prima Pagina”” Benessere

La cellulite è il tuo incubo?

L’estate sta arrivando … cosa aspetti? Con noi potrai vincerla e prepararti assistita da medici ed in completo relax a cellulite, indica una condizione alterata del tessuto sottocutaneo che è ricco di cellule adipose. Localizzata sotto la pelle è caratterizzata da ipertrofia delle cellule adipose, dove, negli spazi intracellulari si accumulano liquidi in eccesso. Diversi sono i fattori che aiutano ad aggravare il problema della cellulite, dalla vita sedentaria ad un’alimentazione sbagliata; dalla postura errata e con gambe

accavallate alle scarpe troppo strette o con tacco troppo alto che ostacolano il ritorno venoso e linfatico. Infine, anche stress e fumo sono fattori che aggravano lo stato della cellulite: lo stress aumenta il livello degli ormoni, il fumo invece, ha un’azione vasocostrittrice e aumenta i radicali liberi che peggiorano il microcircolo e aiutano ad accelerare l’invecchiamento cutaneo. Un’attività fisica costante ed attenzione nell’alimentazione possono aiutare a

Psoriasi

Valutazione del metabolismo con il nostro dietista

Falla sparire con l’Haloterapia!

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Haloterapia offre vantaggi anche sulla Psoriasi affezione cutanea cronica molto diffusa e conosciuta. La psoriasi è una malattia ed in quanto tale va trattata da personale medico, che lavora e vi assiste all’interno della struttura Halos. La patologia in argomento ha un decorso acuto o cronico, il processo infiammatorio puo’ dipendere dalla causa specifica o aspecifica, dalla capacità di reazione dell’organismo su cui influiscono diverse variabili quali, ad esempio, l’età fino ad eventuali malattie in-

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tercorrenti, oltre allo stabilirsi o meno di un equilibrio tra l’organismo e il microrganismo che ha scatenato l’infiammazione. Dalla letteratura esistente, l’Haloterapia è una cura da prendere in considerazione nel caso di dermopatia cronica come la Psoriasi, che si manifesta con alterazioni visibili della superficie cutanea. Già nell’Antico Testamento si parla degli effetti benefici dei sali. Studi compiuti in diverse epoche concordano che il livello di miglioramento della patologia giunge fino all’85% dopo appena poche settimane di cura a base di bagni ad alta concentrazione di sali. I dati noti

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Benessere

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prevenire la cellulite. Ma se la cellulite già è nostra sgradita compagna come possiamo liberarcene? Halos ti fornisce le risposte di cui hai bisogno e ti aiuta a combattere la cellulite. La soluzione risiede nella Microvibrazione compressiva, Endosphères Therapy, messa a punto dopo svariati anni di collaborazione con prestigiosi poli universitari. Potrai ottenere un corpo perfetto con la Microvibrazione Compressiva, metodica brevettata che rappresenta uno dei più avanzati sistemi per il trattamento di alcune patologie muscolari e degli inestetismi della pelle, con particolare riferimento alla cellulite e linfoedemi. Si sfruttano le vibrazioni e la compressione esercitate tramite un manipolo in cui sono disposte, a cella d’ape, 55 microsfere di silicone che ruotano ad una frequenza variabile tra i 40 e 310 Hz. La rotazione del rullo su se stesso permette alle sfere di lavorare sulla cute anche in una particolare sequenza pulsata che determina un effetto di “pompa linfatica” che elimina le tossine e liquidi in

eccesso. Il trattamento favorisce, inoltre, l’attivazione delle endorfine che riducono il dolore tipico della cellulite edematosa e del linfoedema. Il metodo scientifico e ampiamente sperimentato è attuato da medici competenti che vi assisteranno per tutta la durata del trattamento fino al recupero della tonicità cutanea, sottocutanea e tono muscolare. Molto efficace è anche l’HydroBike. Studiata per coniugare in un unico prodotto i vantaggi dell’allenamento in acqua con i benefici dell’idromassaggio professionale localizzato. L’HydroBike coniuga la possibilità di attività individuale e personalizzata con la semplicità d’uso. Halos assicura massima flessibilità degli orari e risultati sorprendenti. L’HydroBike può essere usato indistintamente da uomini e donne. Oltre al vantaggio estetico risulta efficace anche per chi cerca un’attività delicata ed efficace. Non trascurabile il particolare che i getti d’acqua sono ottimi da utilizzare per tutti gli uomini che vogliano ottenere un addome piatto.

Dolori alla schiena?

dott. Mirko Gigli podologo dello sport

fanno ritenere che una miscela ipertonica al 4% nebulizzata in un ambiente chiuso, com’è una Stanza del Sale, può determinare vantaggi sia per gli effetti battericidi, in grado di normalizzare la flora microbica cutanea, che per la proprietà osmotica dei sali, capaci di attirare verso le lesioni cutanee liquidi dalle zone circostanti contribuendo così al riequilibrio e al recupero della funzionalità della barriera idrolipidica di superficie.

Il livello di miglioramento della patologia giunge fino all’85% dopo appena poche settimane di cura a base di bagni ad alta concentrazione di sali

na figura professionale molto importante, presente all’interno del centro Halos è appunto quella del podologo, laureato in podologia, inserita nella classe delle lauree della riabilitazione. Il podologo si “prende cura” dei vostri piedi trattando problemi e patologie dai nomi improbabili ma, purtroppo, note ai più che ne soffrono. Parliamo di tutti gli stati algici del piede in età adulta, pediatrica e geriatrica, le ipercheratosi, o più comunemente chiamate callosità, le patologie dell’unghia, le deformazioni e le malformazioni del piede. Competenze del professionista sono le asportazioni di tessuti cheratinici ipertrofici o callosità, la cura delle patologie ungueali (onicocriptosi, onicogrifosi, onicomicosi), la riabilitazione del passo con tecniche riabilitative attive e passive e con l’utilizzo di presidi ortesici plantari di derivazione ortopedica o posturologica. Il podologo, attua una importante valutazione

Potrebbe dipendere dalla postura e dai piedi. dell’anatomia del piede e della sua funzionalità (fisiopatologia della postura statica e dinamica). Su indicazione medica cura le verruche plantari, esegue lo screening del piede diabetico oltre a medicare ulcere del piede diabetico. Inoltre, il podologo trova campo di applicazione delle proprie conoscenze in posturologia: il piede è un importante recettore del Sistema Tonico Posturale (STP). Un assetto non corretto del piede, spesso derivante da ipertono-ipotono di catene muscolari, crea uno squilibrio del STP che purtroppo puo’ causare dolori cronici recidivanti. L’applicazione di stimoli propriocettivi che modulano il segnale degli organi recettoriali del muscolo possono riequilibrare lo squilibrio ed eliminare le tensioni ed il dolore. Non esitate oltre! Chiedete un appuntamento con il podologo presente nel centro Halos, per avere una consulenza chiara ed esaustiva, in tempi molto brevi.

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“PrimaPagina “Prima Pagina”” Salute

L’importanza della colazione

Più sani e più belli

senza digiuno di Anna Piersanti dietista

a maggior parte delle persone, ma soprattutto bambini e ragazzi passano dall’essere addormentati, periodo in cui il corpo è stato a digiuno per diverse ore, all’essere molto attivi. La richiesta di glucosio nei muscoli e nel cervello aumenta ed è necessario il carburante. La colazione rompe il digiuno notturno e fornisce energia per far partire il corpo e svegliare la mente. Eppure circa il

circa il 10-30% delle persone salta la colazione 10-30% delle persone salta la colazione. Un’abitudine da non imitare o incoraggiare per una lunga serie di motivi: perché il nostro organismo e il nostro

Diagnosi

La risonanza magnetica Dr. Claudio D’Archivio

Specialista in Radiodiagnostica e Scienze delle Immagini

un esame diagnostico che permette di visualizzare l’interno del nostro corpo senza effettuare operazioni chirurgiche o somministrare pericolose radiazioni ionizzanti.Ideata e messa a punto intorno al 1980, la risonanza magnetica ha subìto nel corso degli anni un costante processo di evoluzione tecnologica. Oggi, grazie alla sua estrema precisione diagno-

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stica e all’assenza quasi totale di effetti collaterali, si è conquistata un ruolo di primaria importanza nella diagnosi di numerosissime malattie. Particolarmente utile nell’ottenere immagini dettagliate del cervello e della colonna vertebrale, riesce a fornire ottime informazioni anche in campo traumatologico, oncologico, ortopedico, cardiologico e gastroenterologico. Il principio di funzionamento della risonanza

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Salute

Una colazione equilibrata contribuisce a migliorare le prestazioni intellettuali e fisiche durante l’intera giornata, specialmente al mattino, a scuola o in ufficio metabolismo non sono adatti a sostenere un digiuno prolungato: le 16 ore che separano la cena dal pranzo del giorno successivo costringono il nostro corpo “in riserva energetica di emergenza”, che, invece, è meglio evitare.

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“PrimaPagina “Prima Pagina””

Chi fa colazione riduce decisamente le probabilità di diventare sovrappeso od obeso, sia tra i bambini che tra gli adulti, rispetto a chi invece non la fa regolarmente Una colazione equilibrata contribuisce a migliorare le prestazioni intellettuali e fisiche durante l’intera giornata, specialmente al mattino, a scuola o in ufficio. Inoltre chi dichiara di fare regolarmente colazione raggiunge più facilmente l’apporto giornaliero suggerito di vitamine e minerali rispetto a chi, al mattino, non mangia a sufficienza. I ragazzi che fanno regolarmente colazione hanno un indice di massa corporea, una circonferenza addominale, una pressione arteriosa, un tasso di colesterolo, sensibilmente inferiori rispetto ai ragazzi che non la fanno. Infine l’abitudine alla prima colazione, specie nei bambini, facilita l’acquisizione di comportamenti alimentari corretti e scoraggia l’acquisizione di abitudini sfavorevoli come il fumo, il consumo precoce di alcol, l’inattività fisica.

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magnetica è estremamente complesso, ma semplificando al massimo il concetto, possiamo paragonare i nuclei atomici a tanti piccoli magneti. Un po’ come succede per l’ago di una bussola, in presenza di un campo magnetico esterno queste minuscole particelle tendono a disporsi lungo una direzione preferenziale. Se a questo punto vengono emesse delle onde radio i nuclei subiscono delle temporanee variazioni di posizione. Durante questa fase transitoria gli atomi emettono dei segnali captabili da un rilevatore elettronico, che li trasmette ad un potente computer dove verranno analizzati ed elaborati. La risonanza magnetica viene impiegata con successo per ottenere immagini dettagliate di molti tessuti. La qualità dei risultati consente di apprezzare particolari non rilevabili con altre tecniche diagnostiche. Tanto per citare qualche esempio, è possibile studiare la vascolarizzazione dei tessuti, lo stato di idratazione dei dischi intervertebrali, valutare la salute delle articolazioni e diagnosticare con estrema precisione malattie neurologiche ed alcune forme tumorali. La risonanza magnetica è un’indagine sicura e

del tutto innocua per l’organismo umano. L’assenza di radiazioni ionizzanti la rende particolarmente adatta anche per la ripetizione di esami a breve distanza di tempo. Grazie ai progressi della tecnologia ormai da diversi anni gran parte dei metalli utilizzati per uso medico è compatibile con la risonanza magnetica.

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Oggi, grazie alla sua estrema precisione diagnostica e all’assenza quasi totale di effetti collaterali, si è conquistata un ruolo di primaria importanza nella diagnosi di numerosissime malattie

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“PrimaPagina “Prima Pagina”” Animali

Cuccioli & cuccioli Il coniglio, pet sottovalutato di Piero Serroni e Arianna Braca veterinari

ra gli animali da compagnia, il coniglio è stato, e forse lo è ancora oggi, sottovalutato, per quanto riguarda il suo rapporto con l’uomo/proprietario. Opinione forse rafforzata dal fatto che questa specie animale, nella storia, ha sempre rivestito importanza per lo più economica nel settore alimentare o delle pellicce. Contrariamente a ciò, invece, negli ultimi tempi si assiste sempre più spesso alla tendenza di scegliere come pet, ovvero come animale da compagnia, proprio il coniglio, un

animale molto socievole, che si adatta molto bene alla convivenza con le persone e con cui può stabilire forti legami affettivi. Esistono numerose razze (quelle riconosciute sono più di 60), che variano notevolmente per taglia, portamento dimensioni delle orecchie, tipo di mantello e forma del cranio. Le razze giganti possono superare gli 8 kg, mentre quelle nane pesano poco più di un chilo. La maggior parte dei conigli venduti come pet è rappresentata da incroci (principalmente nani, ariete, angora, hotot e olandese), ed hanno un peso medio di 1,5-2 Kg. In natura i conigli formano delle

Cuccioli e malattie

La giardiosi del cane e del gatto Barbara Paoletti Veterinario

a giardiosi è una parassitosi determinata da un protozoo flagellato, Giardia duodenalis (sin. Giardia intestinalis, Giardia lamblia), a diffusione cosmopolita che infetta numerose specie di mammiferi, compreso l’uomo. Questo protozoo è importante poiché numerosi focolai di tossinfezione dovuti alla contaminazione delle acque sono stati segnalati nell’uomo. Giardia si presenta sotto due forme distinte: una forma vegetativa, il trofozoita, e una forma di resistenza, la cisti. Il ciclo vitale è semplice e diretto. Dopo l’ingestione da parte dell’ospite, dalle cisti si liberano due trofozoiti che si dividono subito per scissione binaria e in modo intermittente formano delle cisti resistenti che sono espulse con le feci dell’ospite. Il trofozoita aderisce per mezzo di un disco adesivo di cui è provvisto alla superficie delle cellule dell’epitelio intestinale dove esercita la sua azione parassitaria. Gli studi molecolari

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hanno evidenziato una sostanziale diversità genetica negli isolati di G.duodenalis. L’attuale classificazione riconosce G.duodenalis come un complesso costituito da diversi genotipi o assemblaggi genetici, gli assemblaggi A e B possono essere condivisi dall’uomo e dagli animali. Gli altri assemblaggi sembrano essere confinati esclusivamente ad ospiti animali. Gli studi epidemiologici fino ad oggi condotti sulla giardiosi, suggeriscono che la trasmissione dell’infezione avviene per contatto diretto con soggetti infetti e che la contaminazione del suolo con feci parassitate è la via di trasmissione più frequente. Anche la contaminazione delle acque può essere considerata quale potenziale via di trasmissione dell’infezione. Il ruolo degli animali quali veicolo e serbatoio dell’infezione per l’uomo non è stato ancora del tutto chiarito. Per quanto concerne i cani e i gatti, sono generalmente infettati con i genotipi D, C ed F, che sono ospite-specifici. La possibilità

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Animali in “Prima “PrimaPagina Pagina””

di trasmissione zoonotica del parassita tra i cani e i loro padroni (e viceversa) è stata evidenziata per esempio in studi condotti in Australia, dove nelle aree urbane e in ambiente domestico i cani risultano infettati dai genotipi zoonotici A e B, e anche in una comunità agricola del nord dell’India. I segni clinici includono diarrea cronica e pastosa, dimagramento, letargia e ritardo della crescita. Sebbene cisti di Giardia siano rilevate frequentemente nelle feci di cani e gatti, non esiste una chiara associazione tra l’infezione e la comparsa della diarrea o di altre manifestazioni gastrointestinali. Si possono osservare atrofia dei microvilli intestinali, ipertrofia delle cripte e aumento di linfociti intraepiteliali. Le cisti di Giardia sono rilevabili nelle feci attraverso l’esame di strisci di feci fresche o in seguito alla concentrazioneflottazione con diverse soluzioni. Si consiglia di ripetere l’esame copro microscopico su almeno tre campioni prelevati in momenti diversi in quanto le cisti sono rilasciate in modo intermittente. Diversi nitroimidazoli e benzimidazoli sono efficaci contro Giardia. Le misure preventive rappresentano il miglior sistema per il controllo di questa infezione ed il controllo primario consiste nel limitare le opportunità della trasmissione oro-fecale, sia diretta sia indiretta.

piccole colonie, i cui componenti stabiliscono una gerarchia con alcuni individui dominanti che comandano sul resto del gruppo. Proprio per queste sue caratteristiche di socialità, è un animale che sopporta male la solitudine ed è bene quindi non tenerlo costantemente rinchiuso in gabbia perchè ha bisogno di stimolazione mentale e fisica, esplorare, giocare e interagire con le persone per almeno alcune ore al giorno. L’ambiente domestico in cui viene lasciato libero deve essere adattato in modo che l’animale non possa fare danni rodendo, scavando o marcando con feci e urine, ma soprattutto in modo che non vada incontro a pericoli. Si consiglia di rimuovere tutti gli oggetti fragili e di valore ed eventualmente i tappeti, ricoprire e mettere fuori portata fili elettrici, piante in vaso. Fornire dei giochi li aiuta a fargli fare attività fisica e prevenire la noia: possiamo utilizzare scatoloni, anche ripieni di fieno, collegati ad aperture e tunnel. Non dimentichiamo infatti che in natura i conigli scavano le proprie tane, e avere in casa cunicoli può simulare mentalmente proprio il sentirsi in una tana. L’accesso ad una zona esterna è sicuramente benefico per la salute fisica e la stimolazione mentale, purchè sicura e recintata per impedirne la fuga o prevenirne l’aggressione da parte di predatori. Soprattutto nella stagione calda, è indispensabile un accesso a una zona ombreggiata e fresca: essi infatti sopportano bene le basse temperature, ma in presenza di temperature elevate non sono in grado di sudare e riducono l’assunzione di acqua; sono pertanto facilmente soggetti a colpi di calore! Un coniglio acclimatato al freddo e con un rifugio isolato non teme invece le basse temperature e si può trovare a suo agio anche nella neve. La gabbia deve essere quanto più spaziosa: l’animale deve essere in grado di

alzarsi sugli arti posteriori e compiere tre balzi in lunghezza. Si dovrebbero preferire gabbie a grate per favorire la ventilazione e prevenire alti livelli di ammoniaca, con un fondo che abbia spazi non più grandi dei piedi per evitare che ci si incastrino. Le gabbie con fondo metallico dovrebbero avere una piattaforma di legno, cartone o fieno per la protezione delle zampe dalla costante pressione sul metallo. Come lettiera si possono usare prodotti a base di carta riciclata (fibre o pellet), tovaglioli frammentati, paglia o fieno. Attenzione a utilizzare segatura di legno o lettiere a base di argilla: possono causare problemi respiratori, dermatologici o gastrointestinali. Altro fondamentale argomento è l’alimentazione. Questo animale è un erbivoro stretto, con un apparato digerente e una dentatura molto specializzati, l’alimento deve essere ricco di fibra, per permettere un adeguato consumo dei denti e un buon funzionamento dell’apparato digerente. E’ importante consultarsi con un veterinario per una dieta equilibrata. Il solo pellet commerciale può causare sovralimentazione, diarrea ed obesità. L’aggiunta di fibre meno digeribili, come fieno e vegetali ricchi di foglie verdi, può migliorare significativamente la salute in generale e quella gastrointestinale e dentale. Altrettanto importanti sono i controlli medici, l’eventuale sterilizzazione ed il piano vaccinale: a tal proposito, con l’arrivo della stagione calda, vogliamo ricordare l’importanza della profilassi vaccinale per la mixomatosi, una malattia mortale che i conigli contraggono con la puntura di una zanzara! Per finire, il coniglio può risultare un ottimo animale da compagnia, se sappiamo come trattarlo e come curarlo, è una specie completamente diversa, per dieta ed abitudini, da un cane o un gatto, ma può ugualmente dare tante soddisfazioni emotive al proprietario!

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