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LA TRISTE (E INEVITABILE) FINE DEI TRATTATI E DELL’AUSTERITY



55 DIRETTORE RESPONSABILE: Direttore Editoriale

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FEBBRAIO 2015

24 I NOSTRI ESPERTI in questo numero

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SOMMARIO

Raffaele Raiola

Expo 2015: Quasi pronti al nastro di partenza

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architetto urbanista ambientale architetto.raiola@alice.it

di Mafalda Bruno

Piano Tsipras: un problema o un’opportunità?

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Nicola Paolo Rosetti avvocato pres. giov. avvocati di Teramo avv.nicolapaolorossetti@gmail.com

di Laura Di Paolantonio

Gennaro Cozzolino

Territorio

avvocato magistrato onorario avv.gennarocozzolino@libero.it

18 Nessun Dorma... di Raffaele Raiola

Giorgia Di Sabatino foodblogger web content editor giorgia_ds@hotmail.com

Sociale

20 Quando lo Sport fa rima con Sociale

Valeria Di Ubaldo

di Federico Centola

psicologo cognitivo comportamentale valeriadiubaldo@yahoo.it

Arte

36 Tra Caos e Creato

Pierluigi Troilo

di Lisa Di Giovanni

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A 200 all’ora... verso il mondiale di Daniela Palantrani

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Il Re degli strumenti di Adele Di Feliciantonio

ingegnere civile coach & formatore info@pierluigitroilo.com In Copertina: “7 Days of Garbage” progetto fotografico di Gregg Segal - 2014 Le immagini contenute nel magazine rispondono alla pratica del “FAIR USE” per la divulgazione scientifica e culturale

Alessio De Iuliis Avvocato Lavorista

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L’Editoriale di Mira Carpineta

IL GUADO FANTASMA

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iò che stupisce, più degli imprevedibili eventi meteorologici è la sorpresa degli Amministratori locali nell’apprendere quali conseguenze comporta una mancata manutenzione, una carente attenzione, un’inadeguata soluzione tampone. Dalla nevicata d’inizio anno, che ha bloccato la città per mancanza di sale e mezzi sulle strade, prima del verificarsi dell’evento abbondantemente preannunciato; alle piogge di febbraio che puntualmente riducono le strade a brandelli, con interi paesi isolati e mettendo a rischio l’incolumità delle persone che con mezzi propri o pubblici devono necessariamente spostarsi (scuolabus per esempio); al guado di contrada Caracollo, già impraticabile lo scorso anno e oggi nuovamente in pericolo nonostante un intervento costato 185.000 euro. Un guado che ad ogni pioggia rischia di scomparire. Ma cosa si deve ancora aspettare prima che qualcuno di buon senso cominci a pensare alle soluzioni invece che alle eterne scuse?


EXPO MILANO 2015 La colonna sonora dell’evento sarà “Nutrire il pianeta – energia per la vita”. Un’apoteosi analitica del cibo, inteso come bisogno primario ma anche piacere, cultura, innovazione e...

i siamo. Quasi. Tutto pare procedere nel senso auspicato per Expo 2015. Vietati gli scioperi o assenteismi il 1^ Maggio, ha ammonito Renzi, una mossa per giocare d’anticipo su possibili colpi di scena ad opera di sindacati che non aspettano occasione migliore per “buttarla in caciara”. L’evento infatti si annuncia stratosferico, gli occhi del mondo saranno puntati su Milano e sulle eccellenze italiane, e qualche facinoroso fuori campo potrebbe mandare un messaggio negativo, se non pessimo, agli investitori stranieri che, si spera per il nostro Paese, accorrano molteplici. Qualche cifra: sei mesi di esposizione, un milione di metri quadri, migliaia di eventi. 144 paesi partecipanti, 3 organizzazioni internazionali, la società civile, il mondo delle imprese. Previsti ben venti milioni di visitatori da tutto il mondo. Due miliardi e cinquecento milioni di euro sarà il totale degli investimenti. Expo è una occasione ghiotta per la città di Milano e per le imprese italiane più all’avanguardia, un palco d’onore per il nostro settore agroalimentare, una fionda potente per rimettere in moto le realtà economiche del nostro Paese. La colonna sonora dell’evento sarà “Nutrire il pianeta – energia per la vita”. Un’apoteosi analitica del cibo, inteso come bisogno primario ma anche piacere, cultura, innovazione e carta di identità di ogni popolo della terra. E se il luogo scelto è Milano questo, tradotto, significa che l’Italia sul cibo fa scuola e non è seconda a nessuno. Ermanno Olmi, Ambasciatore di Expo 2015, ha di-

(QUASI) PRONTI AL NASTRO DI PARTENZA chiarato che l’unica speranza per il futuro è il ritorno alla terra. Ai contadini. “Alla zapp” diremmo in abruzzese. Il cibo, l’acqua, il rispetto della natura, la corretta filiera tra chi produce e chi consuma, sono l’occasione unica per un cambio di rotta, forse l’inizio di un nuovo modus operandi (e mangiandi): non ultima la capacità di fare punto e a capo sulla scala valori della vita, puntando in primis a dare senso a ciò che conta veramente scindendolo dal superfluo.

L CIBO, L’ACQUA, IL RISPETTO DELLA NATURA, LA CORRETTA FILIERA TRA CHI PRODUCE E CHI CONSUMA, SONO L’OCCASIONE UNICA PER UN CAMBIO DI ROTTA...

Se vogliamo dare retta alla teoria precisa del Maestro Olmi (ed è un piacere farlo) bisogna rivalutare la cultura contadina dei nostri antenati, quella sana anche se pesante, che a causa di un mondo che corre verso le innovazioni continue, abbiamo smarrito per strada. Ritornare, in pratica,

alla salvaguardia del rapporto natura-uomo-terra, proteggendo le piante, dosando l’uso dell’acqua, evitando sprechi: questa è la migliore delle eredità che possiamo lasciare ai nostri figli. Certo, le leggi e regole di mercato sono basilari per lo sviluppo economico di un paese, ma questo non deve essere fonte di speculazioni che vadano poi a favorire chi specula anche e sopratutto sulla fame e la malnutrizione. Olmi ha anche dichiarato al Corriere della Sera: «... Se potessi ricominciare da capo/cercherei di capire meglio gli animali/gli alberi/le stagioni/il giorno e la notte/perché gli uomini resteranno sempre un enigma...». Una posizione antica, forse demodè, su cui i Nativi d’America potrebbero darci lezioni e lezioni. Ma forse non è necessario andare poi così lontano per ricordare (se non altro dai racconti dei nostri Nonni) quando sulle nostre tavole c’era la pagnotta che allora bastava per sfamare famiglie intere. Sulla stessa scia del ragionamento di Olmi, un altro grande protagonista: Papa Francesco. Anche per lui lo sviluppo è quando tutti ricevono il necessario, lo spreco è quello che nasce dall’interesse di qualcuno a lucrare e quindi smerciare sempre di più a discapito della qualità. In conclusione, sarà la terra la nostra salvezza, ma anche la creatività, il vivere solidale, un buon uso delle risorse, tenendo viva e vegeta la creazione intera rispettando la natura. “Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a fare sempre le stesse cose”. (Albert Einstein)

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di Mafalda Bruno

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LA TRISTE (E INEVITA IL PROF. LUCIANO GALLINO SPIEGA… a crisi che da anni ormai ci sta mettendo a dura prova è l’argomento principe di ogni discorso e di certo questo vocabolo non è “in crisi”. Ma quali sono le cause reali di questa situazione al collasso? Davvero è il debito pubblico, come i governi sostengono, la principale causa della stagnazione economica, o il discorso è molto più complesso? L’Unione europea e le sue politiche di austerità quanto contribuiscono a risanare o ad affondare le economie in difficoltà e soprattutto la moneta unica riuscirà a salvarsi più che a salvarci? Il

IL LEGAME TRA DEBITO PUBBLICO E CRISI È UN’AFFERMAZIONE DEL TUTTO CAMPATA IN ARIA ED È UN MODO DI DIRE FORTEMENTE IDEOLOGICO

attribuita all’eccessivo debito pubblico degli Stati, lei però non è d’accordo, perché? Perché sono i dati che affermano il contrario e per due motivi: l’aumento del debito italiano è iniziato negli anni’80, più di trent’anni or sono, a causa dei tassi di interesse eccessivi, che sono il vero problema dal quale deriva il debito pubblico e in secondo luogo perché la spesa sociale si è mantenuta stabile intorno al 25% del Pil. Il legame tra debito pubblico e crisi è un’affermazione del tutto campata in aria ed è un modo di dire fortemente ideologico. Di chi è quindi la responsabilità? Solitamente con il termine crisi ci si riferisce alla situazione critica, a partire dal 2010, di molti Stati della UE. Nessuno, però, ha posto l’attenzione sul fatto che prima di questa data c’è stata una grande recessione bancaria e finanziaria costata molto cara ai paesi dell’Ue. E così’ quella delle banche private è stata trasformata in una crisi del debito pubblico, utilizzando una storia creata dai governi. La soluzione del cosiddetto autoritarismo emergenziale non è quella giusta e, anzi, indebolisce la democrazia? Troppe volte abbiamo ascoltato dai maggiori esponenti e leaders europei frasi che sono por-

Prof. Luciano Gallino, docente universitario, socio corrispondente dei Lincei, sociologo tra i più autorevoli e rappresentativi del nostro tempo, scrittore di innumerevoli saggi e opere importanti come il Dizionario di sociologia e l’Atlante del Novecento, ci fornisce la sua interessante e dirompente visione a riguardo. Nel suo libro “ Il colpo di Stato di banche e governi” egli fa un “atto di accusa contro il sistema finanziario che ha annientato l’economia reale distruggendo diritti e destrutturando democrazie” in quella che è stata “una risposta sbagliata che la politica ha dato al rallentamento dell’economia attribuendo alla finanza un potere smisurato”. Comunemente l’attuale crisi economica viene

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BASTA GUARDARE LA SITUAZIONE IN ITALIA. LA SANITÀ, LA PREVIDENZA, LA SCUOLA PUBBLICA, L’UNIVERSITÀ E MOLTO ALTRO SONO IN SITUAZIONI DISASTROSE

IL PROBLEMA È CHE I TRATTATI DI MAASTRICHT HANNO UNA DIMENSIONE PRETTAMENTE ECONOMICA E NON POLITICA. IL CITTADINO È TAGLIATO FUORI DA OGNI DECISIONE tatrici di uno spirito antidemocratico. La stessa Merkel affermando che “ la democrazia va bene se si adegua al mercato” ribadisce un concetto, inaccettabile, a mio parere, ma che è ben radicato nelle stanze del potere: la democrazia dovrebbe dipendere dal mercato, essere conforme a esso. E questo è inconcepibile. L’austerità, che altro non è che “il mezzo per avvantaggiare la redistribuzione del reddito/ ricchezza e del potere politico dal basso verso l’alto”, metterà in serio pericolo lo Stato sociale? Certamente. Basta guardare la situazione in Italia. La sanità, la previdenza, la scuola pubblica, l’università e molto altro sono in situazioni disastrose; ci sono stati tagli feroci che hanno colpito le classi più basse, i salari e i giovani sono in una condizione di disoccupazione e precarietà dilagante. Questi sono tutti sintomi che mettono in serio pericolo lo Stato sociale. Lei crede ancora nell’Europa, ma non nella democrazia autoritaria dei tecnocrati? Io credo che un’Europa federale, un’Europa unita sia una grande utopia. Il problema è che i trattati di Maastricht hanno una dimensione prettamente economica e non politica. Il cittadino è tagliato fuori da ogni decisione e questo rende l’Unione europea anti – democratica. Per di più


BILE) FINE DEI TRATTATI E DELL’AUSTERITY IL POPOLO GRECO SI È LETTERALMENTE STUFATO E HA VOTATO A TSPIRAS. A MIO AVVISO HA FATTO UNA BUONA SCELTA l’euro impedisce di attuare politiche economiche in base alla reali esigenza del momento. E che soluzioni prospetta a proposito? E’ necessario apportare cambiamenti significativi al sistema Unione Europea. Innanzitutto i trattati devono essere modificati. Uscire dalla zona euro sarebbe un disastro, ma anche questo sistema monetario deve essere cambiato perché è un’autentica “camicia di forza”. Le correzioni devono essere effettuate con urgenza perché l’Europa unita così concepita non può più andare avanti. Della situazione greca cosa pensa? Che è una situazione al tracollo, peggiore della nostra. Un terzo della popolazione è senza assistenza sanitaria; salari e pensioni sono state tagliati; molte famiglie del ceto medio/basso non possono dar da mangiare ai figli; molti beni comuni sono stati privatizzati. Il popolo greco si è letteralmente stufato e ha votato a Tspiras. A mio avviso ha fatto una buona scelta. Le decisioni anti-troika e quindi anti-austerity del nuovo governo greco metteranno in discussione il “sistema Europa”? Le elezioni greche avranno di certo un peso in Europa. Il popolo non ha votato come i potenti volevano e questo genera preoccupazione. Se le politiche di austerità non verranno riviste e cambiate si arriverà alla miseria per molti, se non a moti sociali e politici imprevedibili. di Adele Di Feliciantonio

SONDAGGIO

A CURA DI ADELE DI FELICIANTONIO

PENSI CHE IL RISULTATO DELLE ELEZIONI GRECHE POSSA CAMBIARE QUALCOSA NELLE SCELTE IN EUROPA?

CREDI ANCORA NELL’UNIONE EUROPEA? 49% 31%

46 % 34%

PENSI CHE LE POLITICHE DI AUSTERITÀ SIANO EFFICACI PER RISOLVERE LA CRISI?

Analisi del campione intervistato

79% 9%

VORRESTI CHE L’ITALIA USCISSE DALLA ZONA EURO? 47% 33%

legenda colori SI

NO PrimaPagina 55 - Feb. 2015

Campione di 80 persone di 37 donne e 43 uomini. L’età varia dai 18 ai over 80, distinti nelle seguenti fasce di età: 18-25 - 25-35 - 35-50 50-70 - OVER 80 7


PIANO TSIPRAS:

UN PROBLEMA O U er la prima volta in Grecia un nuovo Governo segna la fine del bipolarismo dinastico greco, la prima volta di un Parlamento ellenico senza Papandreu e senza un Premier del Partito socialista o del partito Nuova Democrazia, il 25 gennaio 2015 è stato eletto Tsipras, uomo di sinistra anticapitalistica. Parlare di Grecia significa parlare di Troika. La Troika è l’organismo di controllo informale composto da tecnici dell’Unione Europea, della Banca Centrale Europea e del Fondo Monetario Internazionale che nel settembre 2011 ha permesso l’attivazione del salva-stati e l’utilizzazione dello stesso fondo per garantire alla Grecia ossigeno economico e scongiurare il rischio di insolvenza. A fronte di tale aiuto la Troika ha chiesto l’istituzione di politiche di austerità mediante diversi tagli della spesa pubblica e l’attuazione di politiche volte a ridurre l’evasione fiscale. Il nuovo governante ha auspicato una revisione della strategia europea di politica economica in Grecia, in termini di meno austerità e più crescita con un abbuono del debito pubblico. Tsipras rinnega la strategia finora portata avanti, anche se per avere nuovi aiuti, dovranno essere messe in atto nuove riforme. Il nuovo governo ha bisogno di denaro fresco, ma contemporaneamente ha bloccato le privatizzazioni (strategia della Troika e in particolare del FMI) utili a ridurre il debito pubblico. L’obiettivo che il nuovo governo si pone è quello di far saltare gli interessi di chi ha finora tenuto in mano le fila del paese. Tra gli interventi proposti l’au-

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mento del salario minimo interprofessionale, il rispristino della tredicesima mensilità per le pensioni più basse, il reintegro dei dipendenti pubblici il cui licenziamento è stato riscontrato incostituzionale, il riallaccio dei rapporti tra sindacati e imprenditori. Dopo pochi giorni dalla sua elezione, e tenuto conto dell’incertezza sui mercati finanziari causata dalla presa di posizione del nuovo governo greco, Tsipras si è mostrato prudente in merito alla rinegoziazione del debito pubblico, non auspicando una rottura, ma aprendo alla negoziazione per una soluzione giusta e duratura per il taglio del debito. Non è chiaro se esiste uno spazio di accordo tra la Grecia e i creditori internazionali. La Grecia ha sicuramente bisogno di fondi, ma allo stesso modo non ha intenzione di sottostare, come i suoi predecessori alle richieste di austerity. La strategia di Tsipras prevede un piano quadriennale di riforme meno incentrate sul risanamento del debito e dei conti, ma volto a incentivare i creditori internazionali a prestare denaro fresco ad una Grecia con una gravissima crisi finanziaria, ma con un’importanza di fondo: mantenere l’unitarietà dell’Unione Europea. Le grandi linee politiche del nuovo esecutivo vorrebbero che l’attuale programma finanziario scadesse a fine febbraio come previsto e che fosse concesso un prestito ponte utile e negoziare un nuovo programma segnato da impegni più leggeri. Un piano di circa quattro anni, 2015-2018, basato su riforme economiche meno onerose, associate ad una alleggerimento degli impegni di bilancio, combattendo la corruzione, la frode

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UN’OPPORTUNITÀ? fiscale e l’inefficienza della pubblica amministrazione. L’obiettivo è l‘attuazione di misure apprezzabili sia da Atene che da Bruxelles, ma tale proposta non è molto gradita alla Banca centrale e alla commissione europea, le quali confidano in una proroga del programma in atto per evitare incertezze politiche giuridiche ed economiche. Per il nuovo governo greco l’obiettivo sembra essere personale: dimostrare con la scadenza a fine mese del piano, un concreto cambio di rotta del nuovo esecutivo. Ad oggi la situazione politica Greca comporta solo incertezza, nei mercati finanziari e nel mondo europeo. Il vento dell’economia europea sta cambiando: crollo del prezzo del petrolio, svalutazione dell’euro, quantitative easing. In Italia aggiungiamo l’evento Expo di Milano e la rivalutazione del franco svizzero che aiuterà le esportazioni. Di fronte a questi segnali incoraggianti non possiamo non tener conto dell’influenza della crisi greca anche sul nostro Paese. Il successo di Tsipras e il tentativo di scaricare sui partner europei il debito greco sta influenzando tutta la politica europea generando tensioni e instabilità. Se l’Europa non permetterà al governo greco di allentare le austerità, o comunque se saranno concessi solo parte dei benefici richiesti, la crisi greca potrebbe precipitare, generando fughe di capitali, in parte già in atto, crollo della borsa, mancanza di liquidità sui mercati finanziari, disordini sociali fino a un’uscita dall’euro. Situazione grave per la Grecia e la sua economia ma che coinvolgerebbe anche altri paesi

dell’eurozona tra cui l’Italia (solo se pensiamo al credito che l’Italia vanta verso la Grecia). La domanda: È opportuno cedere alla Grecia? La risposta sembra altrettanto spontanea: no, ma osserviamo meglio. Se l’Europa concedesse alla Grecia dei benefici significativi si violerebbero i trattati, tra cui il divieto di mutualizzare i debiti degli Stati, che in parte hanno già interessato la Grecia. Infatti, in un’analisi dei conti della Grecia si evince che lo stesso stato è fallito da tempo, e che l’Europa si è già fatta carico di parte del debito (allungamento delle scadenze) e che di conseguenza molti dei creditori delle Grecia non avranno indietro i loro denari. Un cedimento da parte di Bruxelles innescherebbe tensioni in tutta Europa, ma maggiormente in Spagna, Portogallo, Irlanda e in parte in Italia, Paesi che da anni ( L’Italia per meno tempo), hanno adottato politiche di austerità per raddrizzare i conti pubblici e la bilancia dei pagamenti. Anche l’Italia, che ad oggi ha evitato l’intromissione della troika, avrebbe difficoltà a chiarire le ristrettezze e le obbligatorietà dettate dal mantenimento del rapporto deficit/pil imposto, e l’ incessante lavoro volto a guadagnarsi la fiducia sui mercati, mentre alla Grecia sarebbe riconosciuta la possibilità di finanziarsi a tassi tedeschi. Ora se l’Europa cederà anche a parte delle richieste della Grecia, l’Italia dal suo canto, ma anche la Spagna e la Francia e forse altre nazioni saranno tentate di far come la Grecia.

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di Laura Di Paolantonio

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Il prof. Daniele Ungaro, docente di Sociologia Dei Fenomeni Politici UniversitĂ degli Studi di Teramo spiega il significato e i possibili sviluppi della scelta del popolo ellenico

L’EFFETTO SAN MATTEO tra merito e bisogno 10

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I FATTI

a coalizione Syriza che ha vinto le ultime elezioni greche, guidata dal suo Presidente Tsipras, è un cartello elettorale che mette assieme vari partiti. Per utilizzare uno schema italiano, i partiti che la compongono possono essere riconducibili all’ala sinistra del PD (la forza più rilevante dentro Syriza) + le componenti di Sel e organizzazioni di estrema sinistra riconducibili nel modello italiano a Rifondazione Comunista. In Grecia vige un sistema elettorale proporzionale “rinforzato” con soglia di sbarramento (al 3%) e rinforzato da un premio di maggioranza che scatta quando un partito raggiunge il 40,5% dei voti (attraverso un calcolo complicato); si tratta quindi in pratica di un Italicum (che dovremmo chiamare Ellenicum). Nelle elezioni del 25 gennaio Syriza ha ottenuto il 36,5% dei voti, quindi il premio di maggioranza non è scattato, questo spiega il ricorso a una coalizione per poter governare.

I PRECEDENTI xploit elettorale di partiti eccentrici rispetto al centro politico del paese di riferimento, in situazioni di crisi, sono accaduti svariate svolte. Due esempi. Il boom elettorale del partito nazionalsocialista tedesco dopo la crisi del 1929 e il boom elettorale del movimento 5 stelle in Italia nel corso della Grande Recessione che stiamo ancora vivendo.

NELLE ELEZIONI DEL 25 GENNAIO SYRIZA HA OTTENUTO IL 36,5%

LA RAPPRESENTAZIONE SOCIOLOGICA DEL FENOMENO a quando esiste il suffragio universale (il voto è garantito a tutti i cittadini), la competizione politica tra i vari partiti si è svolta attraverso 3 fasi. Nella prima fase i partiti si dividono sulla base di fratture politiche determinate dalla differenza tra capitale (partiti borghesi) e lavoro (partiti socialisti), tra città (partiti rappresentativi del mondo industriale) e campagna (partiti contadini), tra laicismo (partiti laici) e religione (partiti confessionali). Ciò naturalmente non impediva tentativi anche riusciti di superare queste fratture in un unico partito (il fascismo per esempio esprime una formula politica interclassista). Nella seconda fase (a partire dal secondo dopoguerra) l’estensione quantitativa e culturale dei ceti borghesi fa sì che le fratture della prima fase si scompongano e ricompongano. Un partito politico se aspira a diventare maggioranza deve orientarsi a diventare un partito “prenditutti” quindi post-ideologico. Nella terza fase (dopo il 1989), la globalizzazione rende il modello europeo di welfare state insostenibile. Di conseguenza la nuova fondamentale frattura sociale, che influenza i sistemi politici europei, è quella tra MERITO e BISOGNO. Estremizzando le posizioni. Le forze politiche concentrate sulla rappresentazione del merito ritengono che soli i “meritevoli” possano avere accesso a determinate opportunità, mentre gli altri sono condannati a una “vita minore”, una condanna beninteso che appare definitiva perché - secondo questa rappresentazione - non si basa su storture sociali, ma su fallimenti individuali, di conseguenza la responsabilità è del singolo. Le forze politiche concentrate sulla rappresentazione dei bisogni sostengono, invece, che i bisogni collegati al tenore di vita europeo post-bellico vadano soddisfatti a prescindere dalla situazione interna e internazionale. Il problema è che la “meritocrazia” (la cui accezione originaria del termine è usata in senso negativo) produce una spersonalizzazione dei meccanismi sociali e un impietoso sovraccarico della responsabilità individuale. Mentre la “bisognocrazia” all’inverso, responsabilizza la società, ma non l’individuo. In Italia il PD di Renzi tenta di conciliare meriti e bisogni. In Grecia è

successo che l’estremismo meritocratico ha fatto vedere con chiarezza le conseguenze (già note agli esperti) della meritocrazia applicata: cioè un incremento della disuguaglianza, la progressiva affermazione di una società duale con la relativa distruzione o ridimensionamento dei ceti medi e l’identificazione dei meriti con le opportunità ascritte (ereditarie o derivanti dall’ambiente sociale di riferimento), per cui in una società meritocratica la mobilità sociale è molto bassa e si verifica l’EFFETTO SAN MATTEO (da un versetto

L’IMPOSIZIONE DA PARTE DI POTERI ESTERNI DI UNA SOCIETÀ MERITOCRATICA NON PUÒ FUNZIONARE SE...

del Vangelo secondo Matteo, a chi ha, sarà dato e a chi non ha sarà tolto anche quel poco che ha). In Grecia è successo questo. L’imposizione da parte di poteri esterni di una società meritocratica non può funzionare se esiste ancora uno stato nazionale (sia pure ridimensionato) ed elezioni politiche nazionali democratiche. Per funzionare, il modello meritocratico ha bisogno di sottomettere definitivamente i poteri nazionali - e di ricondurre quindi le decisioni ad aree sovranazionali e spersonalizzate - o di indurre un astensionismo elettorale di massa tale per cui solo i meritevoli vadano a votare, mentre i bisognosi si tolgono anche quest’ultima opportunità. La prima strada (disarticolazione definitiva dello stato nazionale) è quella che si sta perseguendo, la seconda è stata tentata, ma è fallita, perché proprio il caso greco dimostra che imprenditori politici dei bisogni in democrazia ci saranno sempre e con ottime possibilità di successo elettorale.

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di Adele Di Feliciantonio

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na sferzata positiva per tutti, si mette i discussione il sistema Europa. - un risultato utile per loro; rappresenta comunque una rottura della continuità politica filo-europea fallimentare e sintomo di malessere generale. Gli stati uniti d’Europa possono esistere solamente a un livello di regolamenti amministrativo-logistici, non economico, giammai politico. Tsipras offre una logica più coerente con la sopravvivenza dell’identità e istituzione Stato, non dell’insieme “Europa”. - Discorso lungo e complicato. I greci hanno votato per chi vuole porre fine al dogma assoluto dell’austerità e del rigore dei conti per andare incontro ai cittadini bisognosi e in difficoltà. E’ forse il sintomo di un nuovo orientamento dell’elettorato europeo, vedi anche PODEMOS in Spagna; - Sintomo di malessere, ma loro sono poco importanti in Europa, non avranno grande potere di cambiare le cose. - E’ un ottimo risultato per la vera sinistra, sintomo di un paese in grossa difficoltà che ha voglia di reagire. - Le elezioni greche cambiano la consapevolezza degli stati membri di non essere meri studenti che devono rispettare i compiti, ma protagonisti di un unione vera. Il risultato greco è esattamente il simbolo di questo cambiamento, una piccola rivolta verso canoni e vincoli di austerità esagerata e una speranza di diventare parte di un Europa unita e non semplici membri di una Finta Europa Unita. - il voto a Tspiras è un voto di protesta per una situazione insostenibile. E’ come dire: perso per perso ci giochiamo questa carta, che dalle premesse e promesse, sembra riportare un po’ di speranza in una Grecia, ormai, al collasso. Forse Tspiras non riuscirà a imporsi alla Troika, ma la sua elezione è sintomo di un cambiamento delle e nelle coscienze. - è un sintomo del fallimento dei governi

moderati che non sono in grado di riformare incisivamente un paese, soprattutto in grande crisi. Il risultato greco può spostare l’attenzione europea sul rilancio delle economie mediterranee e far cambiare tendenza alle priorità delle politiche socio economiche dell’Europa. - è il sintomo di una generale diffidenza verso tutto ciò che viene imposto dall’UE e che comincia ad affiorare in ciascun cittadino europeo. La Grecia è stata la prima a sottolineare tale sentimento e tale risultato farà di sicuro da volano per altri paesi, dove le politiche di austerità limitano di gran lunga le possibilità di manovra dei governi, come nel caso Italia. L’unica soluzione che si intravede è la volontà congiun-

ta dei membri dell’UE di concludere il prima possibile il processo di unificazione (come era stato voluto sin dagli inizi) con l’istituzione di un insieme di stati sul modello USA. Questo modello Europa che adotta un’unica moneta in un insieme eterogeneo di sistemi fiscali, salariali, di politiche sociali e così via non può reggere a lungo: in una realtà di questo tipo i nazionalismi trovano terreno fertile e ciò, se non arginato in tempo, porterà a un totale sfaldamento dell’UE e dell’Unione Monetaria. Ce lo dice la storia e le leggi che regolano l’economia reale. a cura di Adele Di Feliciantonio

Abbiamo chiesto ad alcuni nostri concittadini il loro pensiero su Syriza e Tsipras e sulle recenti elezioni greche

TERAMO E LA GRECIA 12

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QUESTIONE DI NUMERI?

“NEBBIE” SU VIA LONGO di Angela Fosco

datato 23 aprile 2014 l’ accordo di investimento tra il Comune di Teramo e la Società SGR SPA per l’attuazione del progetto di edilizia privata sociale previsto nel piano nazionale di Edilizia Abitativa (DPCM del 16/07/09) che andrebbe a riqualificare l’area di risulta di Via Longo e via G.B.Campano con la realizzazione di alloggi sociali (DM. 22/04/08) al posto delle fatiscenti palazzine attualmente esistenti. Il Comune affida la realizzazione di un concorso di idee per la selezione dei progettisti che se ne occuperanno alla società SGR, soggetto privato, fornendo le perizie giurate a firma dell’ing Michele Ciutti, del 12/06/2012 che contengono i dati relativi alle volumetrie rilevate. E si stabilisce in una percentuale del 15% l’incremento delle stesse. La società bandisce il concorso da cui emerge un progetto vincitore ed è a questo punto che emergono con chiarezza delle macroscopiche incongruenze di cui due consiglieri di opposizione, Paola Cardelli e Fabio Berardini chiedono conto al sindaco e al Consiglio comunale. Il progetto vincitore presenta delle volumetrie (cioè le misure dell’area interessata) che non corrispondono a quelle reali, cioè agli spazi realmente disponibili e presentano due interrogazioni per accedere alla visione degli atti:

le perizie giurate sulle superfici utili, le delibere consigliari, il piano regolatore e gli accordi con la società SGR. Apriti cielo! Le richieste dei consiglieri innescano una “guerra” interna al Consiglio Comunale tra chi “chiede spiegazioni” e chi evita risposte dirette. Tuttavia la tenacia dei due riesce a portare alla luce una serie di atti pubblici gestiti con evidente leggerezza e si scopre che….

LE PERIZIE GIURATE

LA SOCIETÀ BANDISCE IL CONCORSO DA CUI EMERGE UN PROGETTO VINCITORE ED È A QUESTO PUNTO CHE EMERGONO CON CHIAREZZA DELLE MACROSCOPICHE INCONGRUENZE

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ono due documenti a firma dell’ing Michele Ciutti, e depositate in Tribunale il 12.06.2012 e del 27.07.2012 in cui vengono rilevate delle misurazioni definite in modo generico e “con buona approssi-

mazione” , in pratica usando una definizione ambigua che non lascia capire se si tratti di superfici nette o lorde, ma quantificate in circa 6.330 mq e che possono sviluppare un incremento del 15%

LE INTERROGAZIONI nella prima del 05/11/2014 la consigliera Cardelli chiede: 1-Se è stato redatto lo studio di impatto ambientale e a quali conclusioni si è pervenuto in merito alle evidenti problematiche che l’intervento prospettato sembra sia destinato a sollevare nelle aree circostanti e non solo; 2-Quale sia l’esatta quantità di Superficie Utile prevista per l’area, da quale calcolo discenda il suo ammontare e a quale percentuale di incremento rispetto all’esistente questa corrisponda;


3-Se gli standard urbanistici previsti siano interni all’area; 4-se non si ritenga di aver contravvenuto la Direttiva Europea ed il Codice appalti, introducendo nel bando, la limitazione di partecipazione a gruppi di progettisti che avessero al loro interno tre professionisti teramani; nella seconda del 11/12/2014 I consiglieri Cardelli e Berardini chiedono: di precisare quale sia effettivamente la quantità massima di Superficie Utile che il Comune di Teramo ritiene ammissibile per l’intervento, ovvero se i dati del bando di concorso siano corretti e compatibili con la stima commissionata dal Comune stesso.

IL COMUNE DI TERAMO RITIENE AMMISSIBILE PER L’INTERVENTO

LE RISPOSTE DEL COMUNE (E DELL’ASSESSORE)

el frattempo la società che si appresta a rilevare e sviluppare il progetto presenta 3 proposte da cui escono dei dati volumetrici diversi. L’incremento delle superfici utili arriva a sfiorare il 60% e non più il 15% previsto per un totale di circa , 12.376, ma l’accordo viene comunque stipulato e le delibere votate senza che, apparentemente,

MA COSÌ NON È PERCHÉ NONOSTANTE IL COMUNE E LA SOCIETÀ CONTINUINO A PERSEGUIRE UN OBIETTIVO nessuno si sia accorto di queste incongruenze. Ma così non è perché nonostante il Comune e la società continuino a perseguire un obiettivo il cui risultato sarebbe macroscopicamente falsato dalle premesse, la Consigliera Cardelli prosegue la sua battaglia per avere delle risposte chiare: “nonostante le nebulose e sconcertanti dichiarazioni dell’Assessore competente e e la surreale puntualizzazione del Sindaco resa a correzione delle stesse, una certezza è stata raggiunta: grazie alla denuncia pubblica relativa all’Housing di via Longo, nulla sarà realizzato o tentato di realizzare in

quell’area che non sia strettamente conforme a quanto dispone il PRG . Un traguardo importante che non farà però abbassare la guardia, viste le anomale reazioni dei nostri amministratori”.

E NON FINISCE QUI… ià perché il Sindaco ha affermato che il bando di concorso ha avuto, come oggetto, uno Studio di Fattibilità e che non solo “non poggia su parametri urbanistici”, ma che “i veri dati saranno quelli del successivo progetto preliminare”. Secondo la Cardelli tali asserzioni vanno confutate perché “uno di Studio di Fattibilità (SdF), come ben si evince dal nome, deve, per legge, indicare la sostenibilità dell’intervento da un punto di vista tecnico, economico, sociale ed ambientale, e dunque non può prescindere

CI SI PROPONE DUNQUE DI PROCEDERE CON GLI SFRATTI E DI CONSEGUENZA, CEDERE LA PROPRIETÀ DELL’AREA...

dai vincoli urbanistici. Nel Bando promulgato dalla SGR i presupposti tecnici per lo sviluppo di un SdF sono infondati poiché derivanti da dati non veritieri, e di conseguenza le valutazioni economiche, sociali ed ambientali che ne discendono risultano del tutto aleatorie ed immaginarie. Ci si propone dunque di procedere con gli sfratti e di conseguenza, cedere la proprietà dell’area (patrimonio pubblico) alla SGR, sulla sola scorta di una proposta di investimento basata su elementi, così evidentemente precari? Il Comune di Teramo mette in moto un intervento di questa portata senza “poggiare” su dati urbanistici? E allora su cosa poggia? Su chimere, bolle gonfiate, trascendenze? O piuttosto su di una difficile contabilità (il progetto preliminare, con il suo inattendibile “business plan”, presente nella proposta che sta alla base dell’accordo fra Comune ed SGR) che, per fare tornare i conti di un’operazione a tutti gli effetti speculativa, ha bisogno di quantità che in un’area come quella non ci stanno e non ci possono stare? Ma il Sindaco era al corrente che i numeri fossero così lontani dalla realtà?” PrimaPagina 55 - Feb. 2015

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COME STANNO LE COSE

LA MATEMATICA E LE OPINIONI di Andrea Cavarocchi Architetto

accordo relativo all’area di via Longo fra il Comune di Teramo e la società SGR S.p.A. (24/04/2014) si basa su di un documento nel quale, per quanto attiene alla consistenza dei fabbricati esistenti, è riportata una SUL (superficie utile lorda? –definizione non esistente nel Piano Regolatore di Teramo) di 9.300 mq, della quale si prevede un incremento del 15% (come da indicazioni del PRG) per arrivare a 10.600 mq circa. La consistenza degli immobili è stata certificata per conto del Comune dall’ing. Michele Ciutti in data 12 giugno 2012. “Sulla base della configurazione planimetrica, riportata dalla cartografia catastale”, il tecnico stima una “superficie” (non meglio specificata) di 7.920 mq e un “volume” di 26.730 mc (ottenuto moltiplicando le superfici di ogni piano per una ”altezza media del fabbricato” della quale non si riportano misurazioni). La società SGR S.p.A., autorizzata dal Comune di Teramo, (nel luglio 2014) ha indetto un concorso di progettazione relativo alle palazzine di via Longo. Nel bando si parla di una Superficie Utile di 7.920 mq e di un volume complessivo di 26.730 mq(sic!), dunque si assumono erroneamente (colpevolmente?) i numeri suddetti come valori dimensionali netti secondo le definizioni del PRG. Tutto questo per arrivare, applicando l’aumento ammesso dal PRG, ad un volume massimo di 30.740 mc, “ai sensi delle NTA del PRG vigente”. Ipotizzando un’altezza media di 3,1 ml si estrapola dunque una superficie utile di progetto di 9.916 mq, “comprensiva dell’incremento del 15%”. Tutto questo in un lotto che, come am-

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messo dallo stesso assessore all’Urbanistica Mario Cozzi (e come peraltro risulta evidente a chiunque) è “già densamente edificato”. Da misurazioni effettuate, oggi sappiamo che la Superficie Utile esistente dei fabbricati è molto inferiore a quanto sopra riportato. A seguito di due interrogazioni presentate dalla consigliera Paola Cardelli nei mesi di novembre 2014 e gennaio 2015, l’assessore Cozzi ha chiesto una verifica al tecnico incaricato, che “con buona approssimazione ha individuato una superficie netta pari a circa 6.330 mq”. Assumendo per buono questo valore (che pure risulta maggiore di quello che da parte nostra abbiamo rilevato analiticamente, secondo i criteri stabiliti dalla normativa vigente), essendo che l’altezza interpiano è pari a 3,1 mt, il Volume esistente risulta pari a 19.623 mc. Applicando a tali numeri l’aumento del 15% ammesso dal PRG si ottiene una superficie utile di 7.279 mq ed un volume di 22.566 mc. Sulla base dei dati forniti dall’assessore, l’aumento ipotizzato da SGR S.p.A. è pari invece al 56,7% dell’esistente.

CALCOLI SBAGLIATI, VOLUMI SBAGLIATI… E I BANDI?

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n sostanza, bisogna immaginare che al posto delle sei palazzine esistenti ne vengano realizzate dieci, con l’aggiunta dei garages pertinenziali e delle altre superfici accessorie. Peraltro, tutto il calcolo che sta alla base di tale valore (riportato nel bando del concorso, e che ne costituisce il presupposto per la progettazione) risulta completamente inficiato dal fatto che i numeri utilizzati sono sbagliati. Di fronte a questi rilievi, l’assessore, nella risposta all’interrogazione succitata, non ha ritenuto doveroso riconsiderare l’opportunità di un incremento (nel suddetto lotto già densamente edificato) che si credeva (?) pari al 15% e che viceversa risulterebbe pari al 56,7%. La sua prima preoccupazione è stata viceversa quella di dire che il dato “appare marginale” (sic!) perché la Legge Regionale 49 del 2012 prevede la possibilità di incrementi volumetrici fino al

L’OBBLIGATORIA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE PREVISTA DAL PIANO REGOLATORE DOVREBBE FARE I CONTI CON UN AUMENTO CERTIFICATO DI QUASI IL 60% DELLA VOLUMETRIA ESISTENTE E CON LE RICADUTE

50% dell’esistente. (il recepimento di tale legge è avvenuto nel marzo 2013, dunque è precedente al bando). Nel momento in cui si scopre (?) che il bando di concorso, sulla base di un errore nei dati assunti come stato di fatto degli immobili, ipotizza un intervento molto più consistente della previsione di Piano Regolatore (per un’area, lo ribadiamo, già edificata con una densità significativa) non si avverte da parte del Comune la preoccupazione di puntualizzare quali siano le effettive condizioni da rispettare sulla base di obbiettive opportunità urbanistiche, ma piuttosto ci si affretta a mettere in campo ipotesi di percorsi normativi attraverso i quali salvaguardare la consistenza sovradimensionata dell’operazione.


Come se preoccupazione della Pubblica Amministrazione non fosse quella di garantire uno sviluppo armonioso e sostenibile dell’ambito urbano, ma piuttosto la buona riuscita di un’operazione economica gestita da privati. E’ importante sottolineare che anche l’obbligatoria valutazione di impatto ambientale prevista

dal Piano Regolatore dovrebbe fare i conti con un aumento certificato di quasi il 60% della volumetria esistente e con le ricadute che questo avrebbe sul sistema della mobilità e sulla vita dei residenti delle aree vicine. Per inciso, dai calcoli evidenziati l’incremento di cui parliamo sarebbe superiore persino al 50% consentito

dalla suddetta legge. Ricordiamo che in fase di recepimento della stessa da parte del Comune di Teramo, l’allora assessore Massimo Tassoni dichiarava “Diamo la possibilità di ampliare i fabbricati esistenti. Quali fabbricati? Certamente non andiamo ad incrementare la palazzina dove ci sono dieci appartamenti, ma

sono le case unifamiliari”. E poi: “Non andiamo ad incrementare la speculazione sul territorio, andiamo ad aiutare le piccole famiglie, i piccoli possidenti che vogliono realizzare quel qualcosa in più che può sistemare il proprio figlio che sta aspettando per sposarsi perché non ha nemmeno le possibilità”.

È DAVVERO NECESSARIO AUMENTARE LA VOLUMETRIA ESISTENTE? ibadiamo l’enormità urbanistica che sta dietro a questi numeri: tutti abbiamo presente l’area di via Longo ed il suo intorno: davvero si ritiene opportuno aumentare la volumetria esistente del 56,7%? E che dire del conseguente carico urbanistico e sociale? parcheggi, traffico, inquinamento? Le case di via Longo devono essere ristrutturate applicando al massimo un aumento di superficie pari al 15%, come previsto dal Piano Regolatore di Teramo. Perché l’area sulla quale insistono è già satura di edifici, persone, traffico. L’aumento previsto dal bando di concorso corrisponde al 56,7%, diversamente da quanto si afferma nello stesso. E’ importante che sia la SGR che il Comune rendano esplicito questo dato, e che si assumano eventualmente la responsabilità delle dimensioni reali dell’operazione, senza nascondersi dietro a dati palesemente errati. Il concorso del quale si stanno per conoscere gli esiti si basa su numeri errati e dunque non è legittimo. Non esiste nessuna sensata considerazione di tipo urbanistico che possa motivare un simile incremento volumetrico dell’edificato in quell’area. L’unica ragione di questi numeri sta nella necessità di tenere in piedi un’operazione economica, mossa da un interesse che non è pubblico. Che cosa pensano di questi dati obiettivi la società SGR e la Fondazione Tercas (con particolare riferimento ai fini etici che dichiarano essere alla base del loro operare)? E l’Ordine degli Architetti di Teramo? E le forze politiche? E i residenti dell’area? E tutti i cittadini ai quali stanno a cuore il rispetto delle regole, la trasparenza e la possibilità di una convivenza civile in ambito cittadino sia dal punto di vista politico che urbanistico?

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Nessun dorma…. “È ora che la commissione comunale predisponga i regolamenti attuativi dello Statuto per la democrazia partecipativa”

l dibattito sulla democrazia partecipativa inizia a Teramo durante le due giunte Sperandio (1994-2004). Dopo l’approvazione dello Statuto comunale, diversi comitati si costituirono sotto forma di associazione. Nel 1996 nel quartiere di Colleatterrato si diede vita addirittura ad un comitato, il cui consiglio direttivo viene eletto direttamente dai cittadini e che prevede la partecipazione diretta dei cittadini nell’approvazione di alcuni atti deliberativi, come ad esempio il bilancio di previsione. Per rendere esecutivi gli istituti di democrazia partecipativa previsti nello statuto occorre che la commissione consiliare “Organizzazione - affari generali – personale“ predisponga appositi regolamenti attuativi. Presidente della commissione è il consigliere Luca Corona, proprio uno dei presidenti che si sono succeduti nel comitato di quartiere di “villa pavone-colleatterrato”, uno dunque che dovrebbe conoscere bene l’importanza della partecipazione dei cittadini nella programmazione e nella gestione della cosa pubblica. Molti consiglieri comunali hanno sostenuto in questi ultimi tempi la necessità di

attuare gli istituti di democrazia partecipativa previsti dallo statuto comunale. Gianluca Pomante ad esempio ha presentato al Sindaco una bozza di “regolamento per l’individuazione e la disciplina dei Beni Comuni”. Maria Cristina Marrone ha sollecitato, subito dopo l’insediamento, la discussione sugli “Istituti di partecipazione” contenuti nel Titolo IV del vigente Statuto comunale, ricordando che il comitato Nuovo Teatro Teramo aveva protocollato in Comune per ben quattro volte, senza successo, una proposta di “Regolamento per la disciplina delle forme di consultazione popolare”. Gianguido D’Alberto ha curato personalmente la parte del programma elettorale di Manola Di Pasquale sindaco che riguardava la democrazia partecipativa. Francesca Chiara Di Timoteo in campagna elettorale ha preso parte, insieme ad altri candidati consiglieri e sindaci, ai corsi di formazione per facilitatori della democrazia partecipativa, organizzati dall’associazione “DEMOS”. I consiglieri Flavio Bartolini e Alberto Melarangelo nella passata consigliatura diedero vita al “laboratorio di programma per Teramo”

rivolto all’ascolto dei cittadini nei quartieri e nelle frazioni. I Consiglieri Paola Cardelli e Fabio Berardini, eletti nella lista del M5S sono sempre stati forti sostenitori della democrazia partecipativa. L’assessore Rudy Di Stefano con delega per i rapporti con i quartiere e le frazione ha avviato un confronto con i presidenti dei comitati teramani sulla possibilità di costituire la “conferenza dei comitati di quartiere e di frazione”. Ha predisposto la bozza di un regolamento per l’istituzione dei comitati di quartiere e di frazione da eleggere a suffragio universale e per evitare che si possano verificare casi di compresenza di più associazioni sullo stesso ambito territoriale. La stessa giunta comunale incontra i comitati di quartiere e di frazione attraverso la “giunta itinerante” Altri consiglieri hanno in più occasioni dimostrato particolare attenzione alle attività dei comitati di quartiere e di frazione, ce n’è almeno uno che farebbe addirittura parte di un comitato di frazione. Possiamo quindi sostenere che sia dai banchi dell’opposizione che della stessa maggioranza viene prestata particolare attenzione alle questioni che riguardano il coinvolgimento dei cittadini nella programmazione degli interventi e nelle iniziative che riguardano direttamente i quartieri e le frazioni, ma spesso con opinioni diverse e con finalità diverse. Ecco perché occorre regolamentare la materia: il luogo deputato a questo è proprio la commissione consiliare “Organizzazione - affari generali – personale“ e fino a quando questo dibattito non si avvia concretamente, rimarranno solo dichiarazioni di buone intenzioni senza che il cittadino possa esercitare un suo diritto sancito dalla Costituzione della Repubblica italiana, attraverso quegli istituti previsti dallo Statuto comunale. Per superare dunque l’immobilismo della commissione comunale “Organizzazione affari generali – personale“ occorre chiaramente che NESSUN DORMA. di Raffaele Raiola

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SCUOLE IN Vetrina L’ESPRESSIONE OPEN DAY, CHE STA A SIGNIFICARE “GIORNO DELL’APERTURA”, SI È AFFERMATO IN AMBITO COMMERCIALE, FINALIZZATO A CATTURARE L’ATTENZIONE E L’INTERESSE DEL PUBBLICO PER PROMUOVERE LA VENDITA DEI PRODOTTI. on c’è stata scuola superiore, che in vista delle iscrizioni, non abbia organizzato l’open day, con iniziative interessanti, spesso piacevoli e simpatiche, perfino condite da spettacoli teatrali e da intrattenimenti vari. Docenti, non docenti ed ex alunni si sono adoperati per rendere il più possibile attraenti e accoglienti le proprie scuole, ponendo in mostra, come in una sorta di “vetrina”, le attività indicate e “promesse” nei piani dell’offerta formativa. Queste iniziative, in essere da qualche anno, sono senza dubbio significative e valide, perché consentono alle famiglie di visitare i “luoghi” dell’apprendimento, di verificare le strutture tecnico-didattiche in dotazione e, quel che più conta, di percepire il “clima” della scuola, disponendo di ulteriori utili elementi di valutazione prima di compiere le scelte per i propri figli. Tuttavia, sono inevitabili alcune osservazioni critiche, se si riflette sulla “logica” entro cui queste iniziative sorgono e trovano la ragion d’essere. L’espressione open day, che sta a significare “giorno dell’apertura”, si è affermato in ambito commerciale, finalizzato a catturare l’attenzione e l’interesse del pubblico per promuovere la vendita dei prodotti. L’open day scolastico finisce in gran parte per essere inglobato in questa logica. In una con-

giuntura storica dominata dalla mercificazione dei valori, anche la scuola, come le altre istituzioni culturali e formative, sembra essere diventata un “prodotto” da scegliere e da “consumare”. Capita spesso che una scuola è scelta non tanto in base ai suoi programmi educativi e didattici, ma perché più comoda, presenta meno difficoltà, ha un regolamento più elastico ed è magari più indulgente nella valutazione. Un tempo la scuola superiore era scelta quasi esclusivamente – salvo rare eccezioni – sulla base di motivazioni formative, che tenevano conto della valenza culturale di questo o quell’istituto, senza badare ad altri interessi. Non esisteva l’open day. Gli alunni delle scuole medie non visitavano le scuole superiori

né i docenti di queste ultime si recavano nelle scuole medie. L’open day, a lungo andare, rischia di diventare un’operazione di marketing, alimentata da una concorrenza tale, da indurre le scuole, per avere il maggior numero possibile di iscritti, a studiare ogni mezzo ritenuto più efficace ed eclatante per “reclamizzare” la propria offerta, con la conseguenza che le azioni di orientamento spesso si trasformano in propaganda, con manifesti, spots, comunicati stampa, servizi televisivi e quant’altro sia funzionale all’obiettivo da perseguire.

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di Giovanni Di Giannatale

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a società rosetana compie 20 anni, durante i quali è sempre stata impegnata nell’ambito del calcio giovanile nella Città delle Rose. Grazie allo sport, i ragazzi che sono transitati nelle varie formazioni del gruppo hanno avuto modo di condurre una vita sana, all’aria aperta e, soprattutto lontano dalle tentazioni. L’avventura della società sportiva iniziò infatti nel 1995, con il settore giovanile della Sp Rosetana, poi nel 1997 la scelta di separare le attività e fondare l’As Roseto con l’idea di concentrare tutte le risorse

‘As Roseto Calcio’

Quando lo Sport fa rima con Sociale sui giovani. Camillo Cerasi è stato presidente dall’inizio, prima nel settore giovanile della Rosetana poi massimo dirigente dell’attuale società, ed è proprio lui che riesce a dosare l’impegno del gruppo tra sport e sociale. “Abbiamo dato e continuiamo a dare, per quanto possibile, il nostro impegno sul sociale” sottolinea infatti il presidente Cerasi “abbiamo collaborato con l’Admo, l’associazione per la donazione del midollo osseo, con le cooperative sociali presenti nel territorio offrendo i nostri servizi sempre in forma gratuita. In passato abbiamo adottato una squadra giovanile in Uganda, fornendo ai ragazzi del posto il materiale sportivo necessario per le loro attività. Inoltre abbiamo dato la possibilità ai ragazzi africani del Bulani di effettuare trasferte agevoli donando alla loro società un pulmino che a tutt’oggi viaggia fra le isole della Guinea Bissau”. Massima l’attenzione per i propri ragazzi, in particolare per quanto riguarda la tutela della salute. “Siamo stati i primi nella

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provincia di Teramo” dice infatti con una punta d’orgoglio il presidente “e tra le prime società in Abruzzo a dotarci di un defibrillatore semi-

MASSIMA L’ATTENZIONE PER I PROPRI RAGAZZI, IN PARTICOLARE PER QUANTO RIGUARDA LA TUTELA DELLA SALUTE automatico, formando i nostri tecnici all’uso in modo da essere pronti ad affrontare ogni evenienza direttamente sui campi di calcio, anche durante gli allenamenti”. Ma l’attività della As Roseto è rivolta anche verso il turismo. “Il nostro principale impegno resta l’organizzazione

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del torneo internazionale giovanile ‘Spiagge d’Abruzzo Cup’ che quest’anno raggiungerà il prestigioso traguardo della 19ª edizione” continua Cerasi “e che ha fatto conoscere la nostra città e nostra organizzazione in Italia e in Europa. Pensate che dalla prima edizione a oggi il torneo ha visto la partecipazione di 1.421 squadre da tutte le regioni d’Italia e 123 squadre straniere per un totale 27.960 giovani calciatori che hanno partecipato alla kermesse ma che soprattutto che, insieme ai loro genitori hanno potuto visitare e apprezzare le nostre meravigliose zone balneari. Davvero una grande promozione turistica che ha distribuito tra gli operatori turistici della costa teramana 119.820 presenze con più di 4 milioni di euro oltre all’indotto”. Da 14 anni la manifestazione viene legittimata con un premio speciale da parte del Presidente della Repubblica e dal 2013 è stata cofinanziata con fondi europei Fas. In vent’anni generazioni di giovani sono stati avviati al calcio sotto la guida di allenatori


capaci ma anche molto attenti alla formazione morale dei giovani atleti. “Oggi possiamo dire con soddisfazione che è stato fatto un buon lavoro” continua il presidente Cerasi “tanti hanno raggiunto traguardi importanti nello sport ma la maggior parte ha fatto altrettanto nella cosiddetta vita normale e questo è un motivo di orgoglio per tutti: in fondo lo spirito che dovrebbe animare tutti quelli che operano nello sport giovanile è quello di formare degli uomini ancor prima di giocatori di calcio”. Molti giocatori ‘veri’ hanno iniziato a muovere i primi passi nel calcio proprio nel club rosetano a partire da Daniele Croce, attualmente in serie A con l’Empoli, il quale iniziò a giocare nei Giovanissimi della Rosetana all’epoca allenata da Angelo Stama. Croce oggi è il terzo giocatore di tutta la storia del calcio rosetano ad approdare nelle massima serie dopo Mino Bizzarri e Daniele Di Donato. Anche Jacopo Dezi ha iniziato con l’As Roseto prima di passare al Giulianova e poi al Napoli per essere poi dato in prestito al Crotone. Jacopo è l’unico giocatore del calcio rosetano che ha vestito e segnato con la maglia della nazionale U21. Poi tanti altri giocatori diventati professionisti professionisti: il portiere Remo Amadio, ora nella serie A in Romania; Daniele Ferretti che quest’anno indossa la maglia della Lucchese in Legapro così come Luca Lulli, centrocampista del Teramo, che sta dimostrando di essere uno dei migliori centrocampisti del torneo. “Una curiosità” aggiunge Cerasi “anche Gianluca Ginoble, l’ex tenorino rosetano che sta riscuotendo successi internazionali col Volo e vincitore del festival di San Remo, ha militato nei giovani calciatori del Roseto Calcio”. di Federico Centola

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FOCUS ON TEAM: QUANTO CI COSTI?

A cura di Mira Carpineta e Daniela Palantrani

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quanto


FOCUS ON TEAM: QUANTO CI COSTI?

o ci costi? PrimaPagina 55 - Feb. 2015

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FOCUS ON TEAM: QUANTO CI COSTI? embra in procinto di essere sollevato il velo di nebbie che avvolge la gestione della più importante azienda teramana. Ma non sempre la “trasparenza” ha risvolti sexi. Anzi in questo caso non ha, purtroppo, niente di eccitante, se a venire a nudo sono situazioni dai costi elevati per le nostre tasche di vilipesi contribuenti. La battaglia che si sta consumando in Consiglio comunale tra alcuni consiglieri di opposizione e la Giunta in carica va assumendo toni sempre più alti e a colpi di documenti. Richiesti e rifiutati. Ogni richiesta di accesso agli atti amministrativi della società partecipata è stata infatti ignorata e rigettata anche con insulti verso i consiglieri richiedenti. Così I Consiglieri Cristina Marroni e Fabio Berardini hanno tenuto qualche settimana un convegno dove, atti alla mano, hanno informato i cittadini della grave situazione di confusione, reticenza, nebbia in cui versa l’amministrazione della Te.Am. Ed è venuto fuori che non sono finora state recepite, dal nostro Comune, né una lettera dell’allora ministro Catricalà in cui si “evidenziavano le distorsioni concorrenziali ricollegabili alla delibera con cui codesto Comune ha confermato alla TEAM, senza l’esperimento di alcuna procedura competitiva ad evidenza pubblica l’affidamento fino al 2015 dei servizi pubblici comunali relativi all’igiene ambientale… e che l’affidamento in questione è palesemente in contrasto con quanto previsto dal D.L. 112/08”. Sono proprio i contratti di affidamento dei servizi alla base della domanda principale che i consiglieri hanno posto e cioè: dove sono questi contratti? Cosa stabiliscono? Non è dato saperlo perché “questi contratti non esistono – dichiarano Marroni e Berardini- dal momento che nonostante le nostre insistenti richiesti non ci mai stato possibile visionarli perché non ci sono mai stati esibiti”. E se non è possibile conoscere i contenuti e i termini dei contratti, come è possibile eseguire dei controlli, per valutare le corrispondenze (o meno) tra i costi preventivati e quelli consuntivati? Che la situazione economica dell’azienda

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non sia florida lo si sa da tempo, nonostante le tariffe Tari applicate siano sostanzialmente cresciute negli anni e nonostante la raccolta differenziata che avrebbe invece dovuto abbassarne i costi per la collettività. Lo scontro interno si è fatto palese quando dopo soli due mesi dall’incarico, il Presidente Mattucci si è dimesso ufficialmente perché in disaccordo sul rinnovo della pianta organica, sulla quale si è astenuto, ma ugualmente approvata dagli altri componenti il CDA. Cerchiamo allora di fare un po’ d’ordine…

LO SCONTRO INTERNO SI È FATTO PALESE QUANDO DOPO SOLI DUE MESI DALL’INCARICO, IL PRESIDENTE MATTUCCI SI È DIMESSO UFFICIALMENTE

LE INTERROGAZIONI

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FOCUS ON TEAM: QUANTO CI COSTI? n Consiglio comunale si sollevano da parte delle opposizioni diversi quesiti. 1- Così la consigliera MARRONI:” Basandosi sulle tabelle del ministero (JPEG OPENCIVITAS) che stabiliscono i bisogni standard dei comuni, a TERAMO sono previsti 7 MILIONI ANNUI, mentre la spesa reale annua si attesta sui 12 milioni. Questo significa che in 5 anni sono stati spesi 25 milioni in più. È come se tutti i teramani (50.000) avessero pagato 100 euro l’anno per 5 anni senza sapere dove siano finiti. La cosa grave è che nessuno ha smentito queste cifre. Quando ho chiesto spiegazioni all’allora presidente Cantagalli mi ha risposte che faccio “domande imbecilli e che non so fare il consigliere”. Ho chiesto le tabelle di quanto ottenuto dal riciclo del materiale raccolto, il costo del personale ( la raccolta differenziata doveva produrre ricavi), ma ancora una volta niente di fatto. Così pure per la richiesta dei contratti di affidamento dei servizi che sembrano svaniti nel nulla semmai esistano. Oppure le richieste riguardanti le rappresentanze di genere in CDA, sempre ignorate, salvo poi

nominare una donna come garante dopo l’uscita precipitosa dell’ultimo presidente designato Mattucci. E poi le regole per le assunzioni che avrebbero dovuto essere per concorso pubblico secondo la legge regionale Costantini-Pagano e che invece sono a chiamata diretta. Per finire con i compensi ai dirigenti. Sul sito non c’è traccia di trasparenza, nessuno di questi è presente o almeno non in modo chiaro. Se ci fosse trasparenza i dati sarebbero esibiti” 2- Dalla lettura della “Nota integrativa”al bilancio 2013 della Teramo Ambiente spa, a pag.15, tra i debiti Vs banche è appostato un finanziamento chirografario di €3.639.000 di durata settennale, concesso dalla Banca Tercas nel maggio 2011, per far fronte al pagamento delle cartelle esattoriali emesse a seguito del recupero di imposte erariali dovute per gli anni dal 1996 al 1999. Alla chiusura dell’esercizio 2013 il debito residuo ammontava ad €2.484.701. Sull’importante argomento occorre sottolineare che: -la ripresa fiscale operata dall’Agenzia delle Entrate ha riguardato la tassazione del reddito d’impresa della Team dal 1996 al 1999 a seguito della decisione della Corte di Giustizia Europea che ha ritenuto che l’esenzione fiscale di quei redditi delle aziende municipalizzate italiane nei primi cinque anni dallo loro costituzione fosse “concorrenza sleale” e costituisse quindi un “aiuto di Stato”; -a seguito di un provvedimento legislativo del Parlamento Italiano l’Agenzia delle Entrate di Teramo emise nel 2007 (durante l’Amministrazione del sindaco Chiodi – centro destra) n.4 avvisi di accertamento comportanti recuperi d’imposta e interessi passivi come di seguito: 1) lo stesso Ufficio impositore successivamente invitò la Team spa a produrre appositi nuovi qua-

LA TE. AM. asce agli inizi degli anno 90 come società mista pubblica e privata con lo scopo di gestire la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani con la prospettiva di allargare il servizio all’intero bacino provinciale. Fin da subito assume un ruolo predominante nella gestione politico-economica della città. Alterne vicende giudiziarie che coinvolgono i vertici delle parti private insinuano sospetti sulla trasparenza degli atti amministrativi, sulle assunzioni (dirette e non sottoposte a concorsi pubblici), sui costi eccessivi dei servizi, sulle nomine e i compensi dei dirigenti. Ma è soprattutto dall’inizio della crisi economica e le conseguenti politiche di spending review che emergono incongruenze palesi a cominciare dalla ventilata ipotesi di trasformazione dell’azienda in totalmente pubblica. Iniziano così le interrogazioni consiliari che non trovano ancora risposta. dri dichiarativi del reddito d’impresa ove poter far emergere eventuali componenti positivi non imponibili (perchè gia tassati) ovvero oneri e spese in diminuzione dal reddito fiscale. La richiesta, che avrebbe potuto comportare minor imponibile fiscale e quindi minore tassazione, non venne fatta propria dalla Team spa; -contrariamente alle altre aziende municipalizzate operanti sul territorio italiano, la Team spa

anno 1996 € 220.531 per imposte € 248.359 per interessi “ 1997 “ 204.015 “ 1998 “ 871.839 “ 1999 “ 331.918

“ “ “

€1.229.589 per interessi per un totale di € 2.858.792

Totale

€1.629.203

“186.319 “ “ 612.791 “ “ 182.120 “

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FOCUS ON TEAM: QUANTO CI COSTI? intese proporre ricorso avverso l’operato dell’Ufficio e, a seguito della decisione sfavorevole della Corte di Cassazione (questione di legittimità), vennero emesse cartelle esattoriali comportanti un onere complessivo di € 3.639.000 circa. Le maggiori spese tributarie sopportate al termine del contenzioso sono state di €800.000 circa . Al pagamento delle cartelle esattoriali, come detto, si è fatto fronte con il ricorso ad un prestito bancario settennale di pari importo che ha comportato e comporterà interessi passivi bancari rilevanti. Per tutto quanto sopra si chiede all’Amministrazione Comunale di Teramo, nella persona del sindaco pro tempore, quale azionista di maggioranza in Team spa, di conoscere: A) perchè, diversamente da altre aziende municipalizzate, la Team spa ha inteso esperire i ricorsi pur nella considerazione che vi erano scarse possibilità di accoglimento delle motivazioni di diritto proposte? Una decisione di tale specie ha comportato, insieme ad altre spese che di seguito si diranno, un maggior onere da interessi passivi di mora pari ad € 800.000 circa; B) perchè in considerazione del significativo importo da pagare, non si è attuata una politica di bilancio razionale comportante un accantonamento annuo, evitando così un indebitamento bancario di €3.639.000, che ha significato e significherà ulteriori interessi passivi bancari che hanno interessato ed interesseranno le tariffe d’igiene ambientale? C) perchè nell’anno 2011 l’accantonamento al fondo di €3.396.895 per il rischio connesso alla procedura di recupero degli aiuti di Stato è stato integralmente utilizzato e non si è ritenuto di effettuare ulteriori accantonamenti? C) qual è stato l’importo delle spese e degli oneri legati all’assistenza e consulenza fiscale esercitate da liberi professionisti (studio Del Federico di Pescara) con la formulazione e trattazione dei ricorsi incidentali e appelli nei tre gradi di giudizio del contenzioso tributario?

AL PAGAMENTO DELLE CARTELLE ESATTORIALI, COME DETTO, SI È FATTO FRONTE CON IL RICORSO AD UN PRESTITO BANCARIO SETTENNALE

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LA SITUAZIONE econdo l’ex consigliere TEAM Vittorio Crocetti sono diversi i punti da analizzare: nel 2010 inizia il porta a porta e la differenziata nell’ottica della successiva riduzione dei costi a carico della comunità, ma l’obiettivo del 65% a Teramo non è stato mai raggiunto. La titolarità del servizio è sempre del comune che deve esercitare un’azione di controllo. I punti critici riguardano la composizione della Tari, costituita da una parte definita COSTI FISSI e una parte COSTI VARIABILI (determinata dall’effettivo volume della raccolta). La Tari presuppone un Piano Economico finanziario, PEF, che determina dei costi presunti, che poi a fine esercizio vanno

verificati e quindi consuntivati. Ma la seconda fase sembra non essere mai stata realizzata e la gestione amministrativa e quindi l’entità della Tari è stabilita solo dal piano preventivo, tra l’altro approvato nel mese di settembre dell’anno in corso. L’atra criticità riguarda i costi ancora attivi della discarica La Torre, che è stata chiusa ma non ancora dismessa e le domande che ci poniamo sono: quando è tornata nella disponibilità del Comune la discarica ”La Torre”? - ad oggi la discarica è chiusa? NO! -Siamo nella fase di post-mortem così come definito dal d.lgs. 36/2003? - i lavori di chiusura e di messa in sicurezza del manufatto quando inizieranno? - la somma necessaria è stata inserita almeno nel piano delle opere?

Gestione Rifiuti Urbani (d.lgs. 22/97 e s.m.i.)

SMALTIMENTO e RECUPERO

PREVENZIONE e RIDUZIONE

I Comuni adottano tariffa per soddisfare costi servizio

TA. RI.

RACCOLTA, RIUSO e RICICLO dal 2012, obbligo del 65% di raccolta differenziata

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compost differenziata pericolosi


FOCUS ON TEAM: QUANTO CI COSTI?

spazzamento

TA. RI.

IL CAOS NORMATIVO e l’AGIR

raccolta COMUNE

smaltimento

trasporto “Parametri” che determinano la parte fissa e variabile della TIA

TAFIFFA PARTE FISSA - PARTE VARIABILE costi spazzamento e lavaggio costi amministrativi costi generali di gestione costi comuni diversi altri costi costi d’uso del capitale

costi raccolta e trasporto costi trattamento e smaltimento costi raccolta differenziata costi trattamento e riciclo

FRANCO GERARDINI dir. uscente sett. Rifiuti regione Abruzzo illustra nella sua relazione il caos normativo nel quale si snoda la questione nella nostra regione, che pure ha provveduto, in attuazione delle disposizioni di cui all’art. 2, comma 186 - bis, della legge n. 191/09 e s.m..i., a riformare la governance dei servizi di gestione integrata dei rifiuti urbani. L’iter legislativo, conclusosi con l’approvazione della L.R. 21.10.2013, n. 36 (BURA n. 40 Ordinario del 06.11.2013) è intervenuto sulla ridefinizione territoriale degli Ambiti Territoriali Ottimali attualmente individuati dall’art. 14 della L.R. 45/07 e s.m.i., che ha modificato una prima impostazione che era stata ipotizzata con n. 4 ATO, coincidenti ciascuno con l’ambito territoriale delle Province di Chieti, L’Aquila, Pescara e Teramo, sostituendolo con un unico Ambito Territoriale Ottimale coincidente con l’intero territorio regionale denominato: ATO Abruzzo e prevedendo l’istituzione di un’unica “Autorità per la gestione integrata dei rifiuti urbani”, denominata: AGIR. La mancata attuazione di questa autorità, prevede, nella relazione Cottarelli, addirittura il commissariamento della regione. Tale riforma si è tuttora rivelata quasi inapplicabile per le difficoltà oggettive e le avversioni politiche. Una serie di norme, anche regionali hanno reso il quadro normativo una vera giungla di disposizioni contraddittorie. Il Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti e le Autorità Territoriali Ottimali sono stati istituiti con le leggi L.R. 19.12.2007, n. 45 «Norme per la gestione integrata dei rifiuti» (BURAT n. 10 Straordinario del 21.12.2007), e con L.R. 21.10.2013, n. 36 «Attribuzione delle funzioni relative al servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani e modifiche alla legge regionale 19 dicembre 2007, n. 45 (Norme per la gestione integrata dei rifiuti)» (BURAT n. 40 Ordinario del 06.11.2013). Nel tempo e in modo non sempre coerente diverse discipline legislative si sono stratificate causando la

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mancata attuazione di quanto stabilito dal QUADRO NORMATIVO REGIONALE DI RIFERIMENTO ovvero dalle leggi regionali del 19.12.2007, n. 45 «Norme per la gestione integrata dei rifiuti» che definisce: il Piano Regionale Gestione Rifiuti e n. 4 ATO; le Azioni per la prevenzione, riduzione, riuso, recupero e riciclo; l’ Informazione, educazione, partecipazione; le Bonifiche de siti contaminati. E la L.R. 21.10.2013, n. 36 che definisce l’ «Attribuzione delle funzioni relative al servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani e modifiche alla legge regionale 19 dicembre 2007, n. 45 (Norme per la gestione integrata dei rifiuti)» all’ ATO Abruzzo (ATO unico regionale) e all’ Autorità per la Gestione Integrata dei Rifiuti Urbani (AGIR), nel Piano d’Ambito (PdA – Programmazione sistema impiantistico e Bacini ottimali per l’affidamento dei servizi). Che fare allora? Quale percorso compiere per realizzare un sistema gestionale più economico, efficace ed efficiente? non essendo stati istituiti gli ATO l’Abruzzo è attualmente in una situazione di estrema Complessità con 3 Consorzi, 1 Unione dei comuni, 1 ex Comunità Montana, . 8 SpA e altre Soc. partecipate, operatori privati, in economia, .. etc.; dovrebbe quindi provvedere alla nomina del CUS (attualmente non operativa) al fine di istituire l’AGIR (art. 3, co.1 L.R. 36/2013); applicare dei poteri sostitutivi da parte del CUS nei confronti degli Enti inadempienti (art. 3, co. 2 L.R. 36/2013); Completare il rilevamento dello stato attuale delle realtà in esercizio; Conoscere lo stato attuale dell’assetto e dell’applicazione delle norme in materia di servizi pubblici locali (co. 611- 612 D.L. 190/2014 – Piani operativi di razionalizzazione entro 31.03.2015); Verificare

Il MO.TE. a Societa’ Montagne Teramane e Ambiente S.p.A. è una società multiservizi costituita per trasformazione dell’Azienda Speciale Consortile denominata «Consorzio comprensoriale per la costruzione e gestione associata degli impianti di smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani - comprensorio di Teramo», in acronimo “CO.R.S.U.” di cui fanno parte in qualità di soci 21 comuni della nostra provincia, nel comprensorio montano. Il Mo.Te. ha acquisito il 2% delle quote societarie della TE.AM

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le possibili operazioni di aggregazione societaria degli enti comprensoriali esistenti, secondo ambiti operativi almeno provinciali (art. 3, co. 1, lett. c) L.R. 36/2013);Attivare e spendere le risorse FAS FSC 2007/2013 (ca. 40 Mil/Eu).

Audizione del Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato Prof. Giovanni Pitruzzella sul tema deiprofili concorrenziali nell’ambito della gestione dei rifiuti solidi urbani,anche con riferimento alle attività dei consorzi per la raccolta Roma, 6 novembre 2014

l mercato della raccolta dei rifiuti solidi urbani. Il settore dei rifiuti solidi urbani (RSU) rappresenta uno dei principali comparti dei servizi pubblici a rilevanza economica in Italia1. Fino ad una dimensione di 30160mila abitanti, la raccolta di RSU è caratterizzata da forti economie di densità e di scala, ovvero da una struttura dei costi di fornitura del servizio che si riduce a fronte dell’aumento dei soggetti serviti. In tale contesto, avere più di un operatore in concorrenza sul mercato potrebbe impedire di sfruttare tali economie e creare assetti di mercato inefficienti. Nella maggioranza dei casi, dunque, l’attività di raccolta degli RSU richiede la presenza di un solo operatore; essa è dunque caratterizzabile come un monopolio naturale. L’Autorità, lo scorso 1° agosto, ha avviato una indagine conoscitiva finalizzata ad approfondire le criticità concorrenziali connesse a questo assetto monopolistico della fase della raccolta di RSU. Emergono, in particolare, tre criticità di

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tipo concorrenziale. La prima criticità attiene ai modelli di affidamento del servizio di raccolta, svolto in regime di monopolio legale a seguito di concessione da parte dell’Ente locale responsabile. La seconda criticità riguarda i rischi di una estensione del monopolio legale dalla fase a monte della raccolta a quelle a valle del recupero e dello smaltimento. Una terza criticità concorrenziale che l’AGCM individua nel sistema di gestione degli RSU attiene alla definizione “orizzontale” del perimetro del monopolio della raccolta. Il settore della gestione ambientale dei rifiuti presenta notevoli complessità, da ogni punto di vista lo si voglia affrontare. il superamento delle principali criticità che impediscono uno sviluppo di una filiera concorrenziale dei rifiuti potrebbe arrecare vantaggi non solo di tipo ambientale ma anche di tipo economico (concreazione di nuove imprese e posti di lavoro), oltre che avere positive ricadute in termini di costi di riciclo/smaltimento più bassi pagati dalla collettività.


FOCUS ON TEAM: QUANTO CI COSTI? rebbero dalla dismissione delle partecipate). L’applicazione di sanzioni, con responsabilità personali per gli amministratori dell’ente controllante e di quelli della partecipata, in caso di inadempienza rispetto agli obblighi fissati dalla normativa.

Occorre quindi agire in due direzioni: a) sottoporre a un vaglio le decisioni delle amministrazioni. Questo vaglio non deve avere la stessa intensità per tutti i settori: c’è differenza tra, per esempio, produrre servizi di assistenza per disabili e produrre gelati;

RELAZIONE COTTARELLI (stralcio) IL PROGRAMMA INCLUDE MISURE DIRETTE A CONTENERE I COSTI DI AMMINISTRAZIONE, CON UNA ULTERIORE RIDUZIONE DEL NUMERO E DELLA REMUNERAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI

a strategia ( di revisione) proposta è basata su quattro cardini: circoscrivere il campo di azione delle partecipate entro lo stretto perimetro dei compiti istituzionali dell’ente partecipante, rafforzando quanto previsto in proposito dalla legge finanziaria del 2008. Introdurre vincoli diretti su varie forme di partecipazioni. Fare ampio ricorso alla trasparenza e alla pressione dell’opinione pubblica adeguatamente informata come strumento di controllo. Promuovere l’efficienza delle partecipate che rimarranno operative, incluso attraverso l’uso diffuso dei costi standard, e l’aggregazione tra partecipate che offrono servizi simili per sfruttare al meglio le economie di scala. Il programma include anche misure dirette a contenere i costi di amministrazione, con una ulteriore riduzione del numero e della remunerazione degli amministratori (naturalmente i principali risparmi per questa voce si otter-

b) rimuovere gli incentivi alla proliferazione delle partecipate. L’autorizzazione all’ apertura o mantenimento di una partecipata dovrebbe essere confermata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), al fine di assicurare che effettivamente la partecipata in questione svolga un ruolo che non possa essere svolto da aziende private In assenza di una certificazione da parte della amministrazione competente (ente partecipante più, nei casi indicati, AGCM) la partecipata dovrebbe essere dismessa (cioè venduta o liquidata) entro un termine tassativo. Si dovrebbe eliminare la possibilità di affidamento in house o la sua ulteriore limitazione, anche al di là della disciplina comunitaria In sostanza, se si vuole avere una (nuova) municipalizzata (o mantenerne una esistente), questo deve passare attraverso una sorta di referendum “confermativo” che renda trasparente l’operazione del Comune e il consenso della popolazione interessata. Vincoli di rendimento. Il D.L. 78/2010, art. 6 statuisce che, in caso di perdite per tre anni consecutivi o di utilizzo di tutte le riserve per il ripianamento delle perdite, ’amministrazione partecipante debba effettuare aumenti di capitale, trasferimenti straordinari, aperture di credito e rilasciare garanzie mentre il comma 555 della legge di stabilità del 2014 prevede che, a decorrere dal 2017, le imprese in cui più dell’80 percento del valore della produzione derivi da affidamenti diretti e che presentino un risultato economico negativo - con eccezione di quelle che svolgono SPL debbano - in quattro dei cinque esercizi precedenti - essere messe in liquidazione entro 6 mesi dall’approvazione del bilancio o del rendiconto dell’ultimo esercizio: la Legge 138 del 2011, ha previsto che i servizi pubblici a rete a rilevanza economica siano ge-

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FOCUS ON TEAM: QUANTO CI COSTI? stiti per Ambiti Territoriali Ottimali (ATO), “tali da consentire economie di scala e di differenziazione idonee a massimizzare l’efficienza del servizio”, di dimensione almeno provinciale, istituiti dalle Regioni (art. 3-bis). Successivamente è stato definito il ruolo degli enti di governo degli ATO, ai quali sono affidate “Le funzioni di organizzazione dei servizi pubblici locali a rete di rilevanza economica, compresi quelli appartenenti al settore dei rifiuti urbani, di scelta della forma di gestione, di determinazione delle tariffe all’utenza per quanto di competenza, di affidamento della gestione e relativo controllo ….” (art. 34, comma 23 legge 221/2012). La fase di transizione verso questo assetto dovrebbe durare fino al 31 dicembre del 2014 – data entro la quale dovranno essere completati i nuovi affidamenti dei servizi. Per regolarizzare le situazioni non conformi nei tempi previsti è attribuito un ruolo di intervento ai Prefetti.

Come ridurre i costi di amministrazione delle partecipate locali Almeno due temi sono rilevanti in quest’area: (i) il numero e la remunerazione dei componenti deiconsigli di amministrazione e degli altri organi di controllo delle partecipate; e (ii) lo stipendio dei dirigenti apicali. I membri del Cda non possono, infatti, essere più di tre - ovvero più di cinque se il capitale sociale è superiore a 2 milioni o nei casi di partecipazione mista pubblicaprivata; i loro compensi sono fissati in proporzione alle indennità che spettano agli organi di vertice degli enti territoriali partecipanti con la possibilità, comunque, di avere una quota di remunerazione parametrata ai risultati raggiunti. Nella legge di stabilità 2014, inoltre, sono state introdotte limitazioni ai compensi per gli amministratori di imprese che sono in perdita sistematica e derivano gran parte del valore della loro produzione da affidamenti diretti.

nde i e t l n tà i enzia o i r uto ncorr odest A ’ l co ic o, ess sioni on cu tà m pre distor era c Socie senza o t an e le elib o alla .p.A. T d ] r . a “[.. enzia ili all ermat nte S edura , e f d evi llegab a con Ambi a proc bblica izi rico une h ramo alcun za pu i serv e e i e n Com M - T nto d evide 015 d ’igien l A e TE. erim va ad o al 2 tivi al o, alla gli p t n e l’es petiti nto fi li rela ubblic izia d egli a l e com idam omun rde p lla pu ifica d e f r l’af blici c e, al v ale, a lla ve d l pub ienta a stra ali e a o, è b c n r i t t u l m e a a nal ili com ici. per anto g , e e s u ob term tion con q s s e imm ianti qu asto 23-bi 4. n p i r e im nto cont ll’art. i 2,3 e m n ida ente i nto de comm f f a u 8 m L’ ese o sul p 2/200 l a p to vist . n. 11 rca e r Me p l L e . D ed za del ren r o ” onc [...] la C TE del

Come aumentare la trasparenza delle partecipate? Esistono tre obiettivi in quest’area. Semplificare la normativa sulle partecipate Migliorare la qualità/quantità delle informazioni disponibili e ridurre il costo di alimentazione e gestione delle banche dati Fornire informazioni facilmente interpretabili in modo che la pubblica opinione possa esercitare pressioni per l’efficientamento del settore

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e obr ott 0 1 ndo ali ge Leg o seco ci loc a l i l t l de en bb . 22 ffidam izi pu t r l’a all’a rv del i se nsi lativa to de o e s re men ram ai e 87, ere da Par 0, n. 2 i affi e di T n d 9 u à 19 alit Com d mo ata al i inv

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N nte IDE RES à Gara calà P i IL orit r at Aut onio C Ant

Stralcio del Parere ai sensi dell’art. 22 della Legge 10 ottobre 1990, n. 287, relativa all’affidamento secondo modalità di affidamento dei servizi pubblici locali. Inviata al Comune di Teramo


FOCUS ON TEAM: QUANTO CI COSTI?

PROPOSTE M5S l Movimento 5 Stelle ha portato ad un ordine del giorno tutte le indicazioni che sono emerse a seguito del confronto con i cittadini teramani, come di seguito: 1. Promozione di una consultazione popolare odun concorso pubblico mediante curricula per la selezione dei vertici aziendali, i quali dovranno avere esperienze in materia di rifiuti e nell’amministrazione di una S.p.a. 2. Abbassamento dei costi: adozione, in futuro, di P.E.F. non superiori a 8.5 mln di euro relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti (Taglio superiore al 20% rispetto agli anni passati) e comunque parametrati ai fabbisogni standard calcolati dal Ministero delle Finanze. 3. Un business plan ed una contabilità di tipo analitico-gestionale che consenta di attuare il controllo della gestione nell’aspetto economico, attraverso la misurazione, la rilevazione, la destinazione e l’analisi dei costi e dei ricavi. 4. La pubblicazione, sul sito web della Teramo Ambiente, di tutti i dati obbligatori ex leg per garantire la massima trasparenza in modo da poter controllare come vengono spesi i nostri soldi.

CONCLUSIONI

Copia del Parere ai sensi dell’art. 22 della Legge 10 ottobre 1990, n. 287, relativa all’affidamento secondo modalità di affidamento dei servizi pubblici locali. Inviata al Comune di Teramo

fronte di quanto emerso da queste considerazioni e visto l’acceso dibattito in Consiglio, a suon di ricorsi al Tar per poter accedere alla visione di documenti che dovrebbero essere pubblici, l’ultima domanda che ci poniamo è: perché le istituzioni governative di vigilanza e controllo quali ad es. la Finanza, la Magistratura, gli stessi Ministeri preposti, non avvertono alcuna curiosità sulla legalità o meno di queste vicende? PrimaPagina 55 - Feb. 2015

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uel viaggio di domenica 28 dicembre 2014 da Ancona a Patrasso sembrava uno dei tanti; sulla nave Cruise Europa tutto scorreva in tranquillità finchè l’arrivo di un segnale di SOS ha messo tutti in stato di allerta.” Queste le parole del Commissario di bordo, Pinto, dell’equipaggio della nave Grimaldi che si è trovato coinvolto, insieme ai suoi colleghi, nelle operazioni di soccorso alla Norman Atlantic, il traghetto andato a fuoco a largo delle coste albanesi con feriti e purtroppo morti e dispersi. “La mattina del 28 eravamo ancora nelle acque territoriali italiane. Un segnale di emergenza veniva raccolto dalla postazione di comando: una nave in avaria richiedeva il soccorso immediato da parte di tutte le navi

LA NORMAN ATLANTIC ERA IN PIENO INCENDIO; LE FIAMME, ALTISSIME, ROSSE, MINACCIOSE E INGESTIBILI, DIVAMPAVANO E LA RICOPRIVANO QUASI TUTTA E IL MARE, CON LE SUE IMMENSE ONDE CHE...

Un testimone racconta:

IL NAUFRAGIO DELLA NORMAN ATLANTIC nei pressi della zona interessata. Con leggero cambio di rotta abbiamo raggiunto il punto dell’incidente e davanti ai nostri occhi si è mostrata una scena raccapricciante. La Norman Atlantic era in pieno incendio; le fiamme, altissime, rosse, minacciose e ingestibili, divampavano e la ricoprivano quasi tutta e il mare, con le sue immense onde che però non riuscivano a sedare la forza del fuoco, era spaventoso e proibitivo con forza 8/9. L’abbandono era già stato ordinato e sul ponte all’aperto c’erano i passeggeri che cercavano disperatamente aiuto e invocavano il cielo affinchè fossero tratti in salvo.” Il Commissario Pinto si emoziona quando racconta e pensa a quella scena apocalittica e alla situazione difficile che si era creata. “La prima operazione è stata quella di appronta-

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re i primi soccorsi, ma le condizioni meteorologiche non ci hanno permesso di calare le scialuppe. A quel punto ci siamo sentiti quasi

OGNUNO DI NOI HA DATO IL MASSIMO PER AIUTARE QUELLA POVERA GENTE, MA NE È VALSA LA PENA impotenti, ma non arresi. Al nostro Comandante Aversa è stato ordinato dalle autorità marittime preposte di assumere il comando delle operazioni di salvataggio in quanto Ca-

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pitano Superiore di Lungo Corso nell’ attesa che arrivasse la nave San Giorgio della Marina Militare. Essendo l’unica nave passeggeri presente abbiamo dato piena disponibilità di cabine e servizi aperti per accogliere i naufraghi e così, grazie al recupero da parte degli elicotteri, abbiamo accolto 69 persone.” Per l’equipaggio della Grimaldi sono state ore di intensa attività e di corsa contro il tempo: “Ci siamo prodigati per 40 ore senza mangiare né dormire; esemplare è stato l’aiuto e il sostegno di alcuni dei nostri passeggeri che hanno dimostrato vicinanza e solidarietà nei confronti dei naufraghi spaesati e traumatizzati dall’incidente, ma anche dal trasporto, a gruppi da tre, a bordo dell’elicottero. Alla fine della prima estenuante giornata il fortu-


nato coordinamento dei soccorsi ha acceso un barlume di speranza; il fuoco non era più minaccioso e il fumo da nero e denso è diventato bianco di vapore e quindi non letale. La possibilità di salvare chi era, ancora, rimasto a bordo dello sfortunato traghetto diventava sempre più una realtà. Ognuno di noi ha dato il massimo per aiutare quella povera gente, ma ne è valsa la pena. Sentire l’abbraccio e il calore di quelle braccia infreddolite e tremanti, un po’ per la paura, un po’ per il freddo, segno di riconoscenza per essere vivi, dopo aver visto la morte aleggiare e fagocitare i meno fortunati di essi è stato commovente, il regalo più bello che potessimo ricevere.” Il Commissario ricorda quegli occhi spauriti, quei bambini che piangevano in cerca dei genitori, quegli sguardi assenti, il loro incubo che sarà sempre presente nella loro memoria e si commuove. “Effettivamente il mare è tanto immenso quanto ingovernabile e queste tragedie ci ricordano il pericolo del nostro lavoro. Sapere, però, che siamo riusciti a salvare delle vite umane ci remunera di tutti sacrifici e le ansie. L’unico rammarico è per i deceduti. A questi eroi morti mentre erano al lavoro va il mio e il nostro pensiero.” di Adele Di Feliciantonio

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u espresso desiderio ed iniziativa promossa dall’indimenticato Sindaco di Isola del Gran Sasso,Alfredo Di Varano, si è svolto, sabato 11 dicembre 2014, nella Sala Consiliare del Comune, il primo di una serie di incontri culturali che avranno luogo per ricordare le personalità locali che hanno dato, nel tempo, con il loro operato, lustro e prestigio a questo angolo di terra d’Abruzzo. Il primo incontro/omaggio culturale è stato dedi-

UN ABBRACCIO DI AFFETTO E DI RICONOSCENZA QUELLO CHE ISOLA DEL GRAN SASSO HA TRIBUTATO AD UNO DEI SUOI FIGLI PIÙ ILLUSTRI

sionato; molteplici sono state le scoperte a lui attribuite, che gli hanno valso la nomina a Ispettore Onorario d’antichità e delle Belle Arti, ma la più significativa è senza dubbio il ritrovamento della roccia dei Balari, popolo che visse nel Monte Acuto all’epoca dell’Impero Romano. Ciò avveniva nel 1965: una scoperta straordinaria di un cippo romano che attestava, al confine tra Olbia, Monti e Telti, proprio la presenza nell’antichità di questi abitanti. Dai molteplici documenti di Silvio Mattioli e un’ac-

Omaggio a Silvio Mattioli

Figlio illustre d’Abruzzo cato a Silvio Mattioli: un poeta, uno scrittore, un nostro concittadino, uno Studioso con la S maiuscola, nato qui, ma che poi le vicissitudini della vita hanno trapiantato in Sardegna, precisamente a Monti, una cittadina in provincia di Sassari. Si è trattato di un omaggio postumo, ma soprattutto un abbraccio di affetto e di riconoscenza quello che Isola del Gran Sasso ha tributato ad uno dei suoi figli più illustri. All’evento commemorativo era presente il figlio dello scrittore, Giuseppe Mattioli, giornalista e insegnante, visibilmente commosso dal riconoscimento che la

stessa terra d’origine ha tributato a suo Padre. Nel corso della conferenza, Giuseppe – detto Pinillo – ha ripercorso le tappe sia di vita che culturali percorse da suo Padre, molte delle quali decisamente avventurose, corredando le varie fasi con foto d’epoca e documenti preziosamente conservati. Lo scrittore Prof. Silvio Mattioli, ha lasciato un immenso patrimonio di pagine e di ricerche, con il suo stile di scrittura melodioso, armonico e luminoso. Un insigne uomo di penna, dalla vena lirica indiscussa. Tra le sue passioni spicca certamente l’archeologia di cui era studioso e non solo appas-

curata serie di contributi di oltre 60 studiosi, il figlio Giuseppe ha pubblicato, nell’aprile del 2013, il volume “I Balari”, firmandolo insieme al padre. Amato e stimato in tutta la Sardegna, definito dalla stampa locale “l’uomo dal multiforme ingegno”, riconosciuto dalla cittadina di Monti come suo cittadino emerito, Silvio Mattioli ha ora ricevuto il giusto omaggio e rispettoso ossequio anche dalla sua terra d’origine, l’Abruzzo, che lo ha annoverato, più che meritatamente, tra i suoi figli più prestigiosi ed illustri.

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di Mafalda Bruno

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Francesca Panetta

TRA CAOS E CREATO galeotto un nudo di Modì artista abruzzese Francesca Panetta rimane incantata in età adolescenziale da una delle opere più importanti di Amedeo Modigliani, il nudo sdraiato, il resto lo racconterà lei in questa intensa intervista. Nata a Pescara, cresciuta a Silvi, attualmente vive a Chieti. Parallelamente al lavoro con l’azienda di famiglia come designer, sviluppa negli anni l’interesse per l’arte e il design. Gran parte delle giornate sono dedite alle sue creazioni, mostre, esposizioni, congressi nazionali e internazionali e manifestazioni. Decisivo per la sua carriera, nel 2014, il riconoscimento al XXII Concorso Internazionale di Pittura e Scultura “Premio G. D’Annunzio “svoltosi al MUMI (museo Michetti) provincia Chieti. Background di studi tecnici, come da copione famigliare, successivamente lavora nell’azienda di famiglia settore dell’arredo. Come per Picasso il periodo rosa e l’azzurro hanno segnato

parte del suo excursus artistico, anche il percorso di Francesca è stato piuttosto colorato: - Nel periodo grigio, scelte influenzate da una forte figura paterna, è di sofferente produzione artistica. - Periodo ocra: il risveglio. La resurrezione della creatività. Entrambi i periodi riflettono la mia arte. Quando hai iniziato a creare e dipingere opere d’arte? Avevo 10 anni ‘e vidi un quadro bellissimo, una donna nuda sdraiata, non sapevo chi fosse l’artista, ne rimasi affascinata a tal punto che mi ispirò e così realizzai il mio primo quadro. Anni dopo ho scoperto che era la mia prima copia d’autore, era un Modigliani. Cosa ha fatto scattare e direi esplodere il tuo estro creativo, tanto da portarti in brevissimo tempo a realizzare innumerevoli opere d’arte e vincere un premio prestigioso? Alcune vicende famigliari mi hanno portato ad assecondare le mie passioni e grazie a una serie d’incontri ed eventi, esse diventano in me più

«Sono affascinata dai materiali. Mi faccio trascinare da loro, lavorandoli, unendoli, come se cercassi di tirare fuori la loro anima. Mi piace fondere la scultura, la pittura e il disegno, cercando di trasmettere un’emozione, un messaggio, toccando tematiche diverse»

forti e chiare. Trovare la propria strada non è sempre facile, non c’è né un limite di tempo, né un tempo preimposto per perseguirla. Riesci a conciliare la tua vita privata con quella artistica e creativa e quali (se ci sono stati) cambiamenti hai dovuto apportare? Certamente, vivo a Chieti, bellissima cittadina storica, con un compagno che condivide, aiuta, ispira, incita e sostiene la mia passione. Infine grazie all’incontro con l’associazione Lejo e la Galleria Serafini Fabrizio che hanno aperto le porte a tutti senza preconcetti, ho potuto mettermi in gioco. Parlaci di questa tecnica mista che prediligi nelle tue opere. Avendo un passato nel settore del design d’interni, sono affascinata dai materiali. Mi faccio trascinare da loro, lavorandoli, unendoli, come se cercassi di tirare fuori la loro anima. Mi piace fondere la scultura, la pittura e il disegno, cercando di trasmettere un’emozione, un messaggio, toccando tematiche diverse. Hai un’artista che ti ispira o ti rappresenta particolarmente del passato o contemporaneo? Si, Bill Viola (video ad), Matteo Pugliese (scultore), Borondo (street art), sono curiosissima, traggo ispirazione da diversi settori artistici. Amo il bello, il brutto, il vecchio, il nuovo e l’innovazione. Ci sono altre mostre in programma per il futuro oltre a quella appena conclusa? Le mostre saranno diverse durante l’anno, vi posso anticipo quella del 17/02/2015 Palazzo Farnese, Ortona Chieti e quella del 30 maggio 6 giugno Pinacoteca, Comunale Assisi. Definisciti in una frase: ”Mi incuriosisce dove la vita e l’ispirazione mi porterà” di Lisa Di Giovanni

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A 200 ALL’ORA VERSO…

Il Mondiale

SONO SEMPRE STATO UN APPASSIONATO DI MOTO, ANCHE SE NON HO MAI CORSO. CON FLAVIO ABBIAMO INIZIATO A VEDERE IN TV LE GARE E QUALCHE VOLTA ANCHE IN PISTA DA QUANDO AVEVA 3 ANNI...

a solo 15 anni, ma nella stagione 2015 comporrà, in sella a una Kawasaki, la griglia del National Trophy 600 che si correrà in concomitanza al prestigioso Campionato Italiano Velocità. Flavio Ferroni, giovanissimo pilota di Alba Adriatica , approderà a questa

125 nella stagione 2013 con i colori di Honda Italia. L’esperienza motociclistica di Flavio inizia ad appena quattro anni quando sale sulla sua prima minimoto e sboccia nel 2012, alla fine del Trofeo/ Scuola Honda NSF 100, quando viene selezionato per indossare i colori di Honda Italia nel Campionato PreGp 125. Flavio, fino ad oggi sei stato

delle esperienze bellissime, purtroppo non sono mai riuscito ad assaporare il gusto della vittoria di un campionato. In ogni stagione, la mia statura, sono in effetti alto 1,84, ha penalizzato le prestazioni delle piccole moto che mi trovavo a guidare, nonostante staccassi tardi e facessi scorrere la moto in percorrenza di curva, nelle uscite di curva e nei rettilinei la moto si trovava in difficoltà e per me oltre ad essere difficile da accettare era anche molto faticoso”. E quindi? “A fine stagione 2014, in preparazione della stagione 2015, il mio papà con il team Renzi Corse, hanno deciso di fare una serie di test con la 600 e vederne l’esito. Abbiamo fatto un primo test al Mugello e un secondo a San Martino del Lago e

categoria dopo aver chiuso la stagione 2014 al terzo posto del Trofeo Honda NSF 250 R (Moto 3) ed al sesto del Campionato Italiano Velocità PreGp

spesso protagonista nei campionati a cui hai partecipato, ma non hai ancora vinto nessun titolo. Puoi dirci come mai? “Pur essendo state

in entrambi mi sono trovato molto bene e il team manager Stefano Renzi è stato molto soddisfatto. A questo punto, abbiamo deciso di fare una prova

Flavio Ferroni giovanissima promessa di Alba Adriatica

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più impegnativa, partecipando al Trofeo di Natale che si correva il 29-30 Novembre nell’Autodromo di Vallelunga”. Come è andata? “E’ stata un’ esperienza bellissima. La prima volta con una 600, in gara con tanti piloti che hanno tanta più esperienza e anni di me, io ero il più giovane. E’ stato un fine settimana in cui il meteo ha fatto dei capricci, obbligandoci a fare le qualifiche sul bagnato, la prima gara sull’umido

e la seconda gara sull’asciutto. Le qualifiche sono andate molto bene e sono riuscito a guadagnarmi la nona posizione (terza fila), su trentasette partecipanti. Le due gare, con qualche problema alle partenze (difficile domare tanti cavalli) si sono chiuse all’undicesimo e nono posto assoluto e la graduatoria finale mi ha visto chiudere al settimo posto di categoria.” Bene, allora il 2015? “Prima di tutto tengo i piedi

per terra e penso al 2015 con prudenza. Ho solo 15 anni e la strada è ancora lunga e difficile. Da Moto 3 a 600 cc., il passaggio non è dei più semplici, ma sto lavorando molto per essere in ottima forma ad avvio campionato: il 27-29 Marzo a Misano test ufficiali e 25-26 Aprile sempre a Misano ci sarà la prima gara di campionato”. Cosa provi quando corri? “Quando si va in moto si provano delle emozioni indescrivibili, l’adrenalina aumenta e la voglia di andare al massimo e superare i limiti rende tutto unico e magnifico”. C’è un campione a cui ti ispiri e che vorresti emulare? I”l mio idolo è sicuramente Valentino Rossi, anche se Marc Marquez sta a mano a mano conquistando spazio”. I sacrifici per un ragazzo di 15 anni sono molti, come concili la scuola con gli allenamenti? “La scuola viene prima di tutto, visto che è un accordo con la famiglia, ma le moto sono la mia vita, tutto ruota attorno a quello. Faticoso sì, ma io non li definirei sacrifici, piuttosto divertimento. Tempo libero non ne ho molto, scuola, palestra e allenamenti già si portano via la gran parte del tempo, con quello che resta un po’ con amici e poi a casa, da poco sono diventato zio e sai le responsabilità aumentano e poi se fai una cosa per la tua passione ….”. Qual è il tuo sogno nel cassetto? “Vincere un titolo italiano, europeo per poi arrivare al mondiale con tanta esperienza e portarsi a casa almeno un titolo. Ho esagerato?” No, bisogna puntare sempre al massimo, in bocca al lupo Flavio.

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di Daniela Palantrani

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Flavio in famiglia...

ssendo così giovane, naturalmente Flavio è seguitissimo dalla famiglia, soprattutto dal papà Andrea che ne cura l’agenda delle gare e degli allenamenti. A lui abbiamo chiesto come è nata la passione di Flavio per questo sport e quanto ha influito, se ha influito, la passione di papà Andrea per le moto? “ Sono sempre stato un appassionato di moto, anche se non ho mai corso. Con Flavio abbiamo iniziato a vedere in tv le gare e qualche volta anche in pista da quando aveva 3 anni. Poi ad un compleanno gli ho rega-

lato una minimoto e da quel giorno la passione è cresciuta sempre di più. Pensavamo fosse un fuoco di paglia, ma ci stiamo accorgendo che ha una focalizzazione e voglia di riuscire straordinari. Anche gli allenamenti, sia in palestra, dove segue un programma dedicato con un suo preparatore atletico, sia con le sue due moto (motard e flat track) sono sempre impegni da vivere con attenzione e concentrazione. Allenamenti e scuola non gli lasciano tempo per altre cose, quindi niente o poche passeggiate in piazza o a bighellonare con gli amici, se si è studiato e gli allenamenti sono stati fatti ci sono sempre

Chi è Flavio Ferrone nato a San Benedetto del Tronto il 02/06/99, ha 15 anni, è alto 1,84 e pesa 70 kg. Vive normalmente ad Alba Adriatica, ma ora anche a Teramo per impegni famigliari. Frequenta il secondo anno dell’ITI Alessandrini di Teramo.

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le moto da curare. Vedremo con i primi amori cosa succederà. Come vivete in famiglia l’impegno per questo sport? Per noi genitori e le sue sorelle non è facile, il rischio che si trascina questo sport, il tempo che assorbe, ci porterebbero a cercare di frenarlo, ma la sua passione è troppo grande e non possiamo soffocarla, quindi cerchiamo di stargli vicino e aiutarlo il più possibile; ha solo 15 anni e quando va ad oltre 200 km/h deve poter avere la sua mente libera da ogni pensiero e focalizzata su quello che sta facendo, basterebbe una frazione di secondo per…


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IL RE DEGLI STRUMENTI

IL PROF. ROBERTO MARINI È UNO DEI PIÙ VALIDI ORGANISTI DELLA NUOVA GENERAZIONE

il ministro della bellezza

mbasciatore del genio italiano nel mondo, il Prof. Roberto Marini è uno dei più validi organisti della nuova generazione e tra i maggiori interpreti regeriani ( a Reger è dedicata l’Opera Omnia che lui ha registrato in 17 cd) attivi sulla scena concertistica internazionale. La sua presenza nei più

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prestigiosi festivals , oltre ai numerosi riconoscimenti come il Premio Virtuosità d’organo al Conservatorio di Ginevra, lo hanno consacrato come un orgoglio della nostra nazione, ma soprattutto della nostra terra. Docente al Conservatorio di Pescara, organista titolare del Duomo di Teramo e musicista per il mondo, il Prof. Marini trova nella sua musica la più grande forma di comunicazione

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e di ispirazione, oltre che di appagamento di una passione grande che gli riempie la vita. Professore, lei è uno dei più importanti organisti italiani; com’è nata questa passione? Da piccolo suonavo la tastiera elettrica; poi, un giorno, mi portarono in cattedrale a Teramo e mi appassionai a quello strumento imponente e maestoso e al suono che emetteva nei splendidi brani


del repertorio liturgico. E in quel momento decisi di diventare organista. L’organo viene definito da Mozart “ Re degli strumenti” in quanto investito di un compito alto: servire e lodare le cose divine. Perché? Messiaen, importante compositore francese del 900, affermava che fosse il “Papa degli strumenti”. E’ l’unico che da solo può avere diverse varietà sonore come un’orchestra sinfonica ed è capace in chiesa di elevare gli spiriti a Dio e al trascendente. Oggigiorno c’è sempre più interesse di un pubblico di affezionati e di giovani organisti promettenti. Inoltre, c’è una ripresa dell’attività organistica in Italia. Lei ha suonato in Vaticano; che sensazione suscita esibirsi davanti ad un Papa? Suonare nella Basilica di San Pietro è estremamente emozionante. Si figuri, poi, dinanzi al Papa. E’ il coronamento del mio percorso di studi, lavoro, sacrifici. Reger è la sua principale fonte di ispirazione? Nel mondo dell’organo Reger è il compositore più conosciuto dopo Bach. E’ molto difficile suonare i suoi brani e io gli ho dedicato 17 cd, registrando tutti i suoi pezzi, anche inediti, con organi della sua epoca situati in vari paesi europei, in una straordinaria Opera Omnia mai realizzata prima. Reger,

NEL MONDO DELL’ORGANO REGER È IL COMPOSITORE PIÙ CONOSCIUTO DOPO BACH. È MOLTO DIFFICILE SUONARE I SUOI BRANI E IO GLI HO DEDICATO 17 CD, REGISTRANDO TUTTI I SUOI PEZZI... per me, rappresenta il vertice di tutto quello che è stato il mio percorso musicale, di studi e di vita. E rappresenta l’eredità spirituale del mio grande maestro Fernando Giordani, il più grande organista del ‘900. Cosa si prova a essere definito il “Perfetto erede della visione di Reger”? Mi ha fatto immenso piacere perché questo appellativo è stato scritto da un critico inglese di una autorevole e tra le più importanti riviste di musica. Questo significa che la mia sensibilità musicale è stata recepita e compresa. Inoltre, l’aver sottoli-

neato il mio essere italiano, lodando me e il mio paese mi rende orgoglioso. Organo e liturgia: binomio perfetto; ma può sposarsi bene anche con stili e generi moderni? Oltre alla funzione liturgica ha un importante funzione concertistica con un repertorio vastissimo che va dal 1300 ai giorni nostri. In entrambi i casi si celebra la grandezza e la bellezza. Cosa ha significato tornare a suonare in cattedrale a Teramo, dove tutto è iniziato? Una grandissima emozione. Innanzitutto per aver ottenuto dal Vescovo Monsignor Seccia il titolo di Organista titolare e poi perché il Duomo per me è stato fondamentale per la mia carriera come lo è stato e lo è per lo sviluppo della tradizione della musica d’organo e classica nella nostra città. Con il festival di giungo, ogni anno, i più grandi organisti si esibiscono in Cattedrale. Cos’è suonare per il Prof. Marini? Suonare, per me, è una forma di grande comunicazione con il pubblico, di recitazione con le note, di un’idea musicale da trasmettere. È uno spettacolo dove il pensiero musicale che viene recepito dal pubblico suscita in ognuno sensazioni diverse e forti. Qual è l’esperienza e l’emozione che più le sono rimaste nel cuore? L’emozione più grande è sicuramente la consegna da parte del nostro Vescovo dei miei cd della mia Opera Omnia di Reger al Papa emerito Benedetto XVI. Sapere che Papa Ratzinger li ascolta mi riempie di immensa gioia e soddisfazione. Inoltre l’esperienza più entusiasmante sono stati i 16 concerti nel 2002 dove ho suonato tutti i brani di Reger in concerto e questo non era mai accaduto prima.

L’EMOZIONE PIÙ GRANDE È SICURAMENTE LA CONSEGNA DA PARTE DEL NOSTRO VESCOVO DEI MIEI CD DELLA MIA OPERA OMNIA DI REGER AL PAPA EMERITO BENEDETTO XVI. SAPERE CHE PAPA RATZINGER LI ASCOLTA MI RIEMPIE DI IMMENSA GIOIA E SODDISFAZIONE E il riconoscimento a cui tiene di più? Nella settimana della cultura tedesca a Roma hanno chiamato me, un italiano, a suonare al concerto dedicato a Reger. Essere considerato un ambasciatore per la Germania, patria della musica strumentale ,ricca di contenuto e di scienza della composizione, è un riconoscimento che non ha eguali. Solluce definisce l’organista come “autentico operatore culturale, Ministro della Bellezza”. Il prof. Marini, come si sente? Mi piacerebbe molto essere un Ministro della Bellezza. La musica è qualcosa di bello che porta bellezza nell’animo di chi la suona e di chi la ascolta.

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di Adele Di Feliciantonio

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CI UNISCE LA MUSICA E… LA BUONA TAVOLA! a band si chiama Dixie Hogs ed è composta da 4 elementi: Remo (chitarra e voce), Alessandro (tromba e cori), Fabrizio (clarinetto, clarinetto basso e cori) e Michele (batteria, washboard e cori). Una formazione atipica per questo genere musicale che di solito coinvolge anche strumenti come il trombone, il banjo e la tuba. Nonostante ciò sono riusciti a trovare un giusto equilibrio tra gli strumenti senza stravolgere troppo le sonorità del genere, anzi, questa caratteristica ha donato un tocco in più di originalità rispetto alle altre formazioni dixieland. Un nome insolito. “Il nome che abbiamo scelto è un sim-

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OGNUNO DI NOI HA UN PASSATO MUSICALE ORMAI CON DIVERSI ANNI DI ATTIVITÀ ALLE SPALLE NEI GENERI PIÙ SVARIATI. ABBIAMO SUONATO INSIEME IN PASSATO

patico accostamento di due parole che ci rappresentano perfettamente. La parola “Hog” infatti in inglese delinea svariati animali appartenenti alla categoria dei suini. Questa parte del nostro nome è palesemente giustificata da 3/4 della band e da una smodata passione per la tavola che ci lega da sempre. L’altra parte del nostro nome, Dixie, fa riferimento alla musica dixieland: lo stile musicale suonato dai bianchi di New Orleans all’inizio del secolo scorso”. Come nasce la vostra passione per la musica? “Ognuno di noi ha un passato musicale ormai con diversi anni di attività alle spalle nei generi più svariati. Abbiamo suonato insieme in passato, in formazioni musicali diverse, sia come


L’UNICA COSA CHE AVEVAMO BEN CHIARA ERA CHE VOLEVAMO SUONARE INSIEME NOI QUATTRO

organico che come genere ma questa è la prima volta che suoniamo in un progetto dove siamo solo noi quattro. La genesi del gruppo è un po’ atipica: quando ci siamo visti la prima volta, non avevamo in mente un genere musicale preciso o un progetto definito. L’unica cosa che avevamo ben chiara era che volevamo suonare insieme noi quattro, perché a livello umano stiamo molto bene insieme, siamo amici legati da una stima reciproca, e soprattutto insieme, ci facciamo un mare di risate. Queste le premesse con cui si

AD UNA FORMAZIONE GIÀ ATIPICA PER IL GENERE, ABBIAMO AGGIUNTO STRUMENTI INUSUALI COME IL CLARINETTO BASSO, LO SLIDE WHISTLE, IL GLOCKENSPIEL, IL SIREN WHISTLE, UN CLARINETTOCAROTA, CAMPANELLI DA RECEPTIONIST, TROMBETTE DI VECCHIE AUTOMOBILI, E POI UN MARE DI GAG, SKETCH, CANZONI DIVERTENTI... siamo incontrati la prima volta nel garage di Alessandro, il nostro trombettista, abbiamo guardato gli strumenti musicali a disposizione (chitarra, clarinetto, tromba e batteria) e, complice la comune passione di tutti per la musica di New Or-

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leans, la decisione era presa: avremmo messo su un quartetto dixieland!”. Componete i vostri pezzi o proponete cover? “Al momento durante i concerti presentiamo degli arrangiamenti da noi elaborati di brani che hanno fatto la storia del dixieland. Grandi classici portati al successo da artisti del calibro di Luis Armstrong e Jelly Roll Morton, ma anche brani meno conosciuti su cui ci siamo divertiti a

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UN QUARTETTO DIXIELAND COME IL NOSTRO SEMPLICEMENTE NON C’È!

costruire il nostro spettacolo cercando spesso anche l’interazione con il pubblico. Alcuni di questi brani si trovano sul CD che abbiamo appena realizzato e che è possibile avere durante i nostri concerti. L’idea è comunque di comporre brani interamente originali, scritti ed arrangiati da noi che andranno a far parte del nostro prossimo lavoro discografico”. Perchè ascoltarVi? Cosa offrite di diverso? “Un quartetto dixieland come il nostro semplicemente non c’è! Ad una formazione già atipica per il genere, abbiamo aggiunto strumenti inusuali come il clarinetto basso, lo slide whistle, il glockenspiel, il siren whistle, un clarinetto-carota, campanelli da receptionist, trombette di vecchie automobili, e poi un mare di gag, sketch, canzoni divertenti per le storie che hanno alle spalle o dai testi buffi, da cantare solo noi o in collaborazione con il pubblico. Insomma alla fine quello che è venuto fuori non è un concerto e basta, è più uno show che racconta certamente la nostra passione per il dixieland, ma più di tutto racconta noi”. Quali i progetti per il futuro? “Al momento stiamo lavorando alla promozione del nostro primo lavoro discografico, quindi abbiamo un’intensa attività di concerti ed eventi. Siamo proiettati verso la stesura di brani composti ed arrangiati da noi che costituiranno materiale per il nostro prossimo disco”. di Daniela Palantrani


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VISIONI &

LETTURE Senza Lucio

Lucio Dalla visto da Marco Alemanno ucio Dalla visto attraverso gli occhi della persona che gli è stata più vicina negli ultimi vent’anni, Marco Alemanno: il loro incontro, la sua crescita umana, professionale e artistica a fianco del celebre cantante. E poi altri aspetti, più quotidiani e profondi, dall’amore per il Meridione alla passione per il cinema, dal rapporto con la musica alla bulimica curiosità di gettarsi in nuove avventure artistiche, dalla frenesia mercuriale all’inesauribile umorismo. Regia di Mario Sesti. Con Marco Alemanno,Lucio Dalla, Charles Aznavour, Paolo Nutini, John Turturro. GenereDocumentario, produzione Italia, 2014. Durata 86 minuti circa. Da domenica 1marzo 2015

Cenerentola

Branagh fornisce i suoi personaggi di una psicologia sfumata ed evoluta 48

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a favola può essere raccontata in modo diverso. Anche se l’inizio può sembrare scontato, il nuovo film Disney, Cenerentola, racconta le vicende di una giovane ragazza (Lily James) figlia di un mercante. Dopo la morte di sua madre, suo padre si risposa e lei, per dimostrargli il suo affetto, accoglie in casa la matrigna (Cate Blanchett) e le sue figlie, Anastasia (Holliday Grainger) e Genoveffa (Sophie McShera). Ma quando improvvisamente suo padre muore, Cenerentola si ritrova alla mercé di tre donne gelose e malvage. Relegata alla stregua di una serva coperta di cenere e stracci, Cenerentola potrebbe facilmente perdere ogni speranza. Invece, nonostante le crudeltà di cui è vittima, desidera solo onorare le parole pronunciate da sua madre sul letto di morte, che le raccomandava di “avere coraggio ed essere gentile”. La giovane fanciulla non intende disperarsi né disprezzare chi la maltratta. Regia di Kenneth Branagh. Con Cate Blanchett, Richard Madden, Lily James,Sophie McShera, Helena Bonham Carter. Genere Fiabesco, produzione USA, 2015. Da giovedì 12 marzo 2015


La solita commedia

Inferno

Da Sanremo al cinema, la nuova avventura dei “soliti idioti”, Biggio e Mandelli. 2015: l’Inferno è nel caos. Una schiera di nuovi peccatori arriva ogni giorno ad affollare gli uffici di Minosse. Ma l’Inferno è una struttura vecchia, antiquata: i nuovi peccatori, non trovando una giusta collocazione, si disperdono tra i gironi. Lucifero viene ricevuto direttamente da

Dio, che cerca una soluzione. L’idea vincente è una catalogazione dei nuovi peccati sulla Terra. E a chi affidare quest’incarico se non a Dante Alighieri, che già una volta, a suo tempo, svolse questo compito con eccellenti risultati? Regia di Fabrizio Biggio, Francesco Mandelli. Con Fabrizio Biggio, Francesco Mandelli, Tea Falco, Marco Foschi, Paolo Pierobon. Genere Commedia, produzione Italia, 2015. Da giovedì 19 marzo 2015

L’ALBERO DEL RICCIO torie delicate e avventurose insieme che parlano di briganti e di animali, di ricci, di volpi, di cavalli, di passeri, di struzzi e di pappagalli. L’autore, Antonio Gramsci, le scrisse per i propri figli mentre si trovava in carcere dove era stato rinchiuso dal regime fascista: non si voleva - fu detto - che una mente tanto fervida come quella di Gramsci potesse comunicare al popolo i propri pensieri. Sono storie narrate non direttamente, ma lette-

re, inviate ai figli o alla moglie o alla cognata. Sono in pratica affascinanti racconti che narrano episodi di vita, molti veri, adatti ai ragazzi e ai giovani lettori. Con il linguaggio semplice della fiaba, con la sua istintiva e recondita anima pedagogica, con il suo insegnamento per la “brava gente”, alternando lettere ai figli a storie della sua infanzia sarda e a racconti di grandi autori, Gramsci parla. anche se qualcuno sentenziò che fosse meglio farlo tacere mandandolo prima al confino e poi in carcere, salvo scarcerarlo, malato, poco prima della morte. Nel libro sono raccolte molte lettere scritte ai figli Delio e Giuliano, alcune alla cognata e alla moglie, altre alla sorella e alla madre. Le lettere sono intervallate da preziose letture: racconti di Puskin, Kipling, Tolstoj e altri. Nonostante sia lui in carcere, è palpabile in ogni riga la preoccupazione per i suoi cari: la famiglia in Russia e quella originaria a Ghilarza, in Sardegna. È una preoccupazione che non è mai autocommiserazione ma sempre, seppur velata da dispiacere e disappunto, la preoccupazione di un babbo. Si firma per lo più Antonio: il primogenito lo ha conosciuto per brevi periodi , il secondogenito non lo ha neanche mai visto di persona. Ma lui è il babbo, a lui spetta la loro educazione e le lettere testimoniano oltre alla difficoltà a mantenere una reale corrispondenza, la volontà ferma di essere la loro guida. Ricordando se stesso bambino e gli insegnamenti di sua madre, donna capace di instillare in lui un credo pedagogico valido e universale che lui ha cercato di trasmettere ai suoi figli. “...ogni nostra azione si trasmette negli altri secondo il suo valore di bene o di male, passa di padre in figlio, da una generazione all’altra in un movimento perpetuo...”

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Tutte le rubriche

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Anche crescere può far male!

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Come farsi apprezzare...

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SENTENZE con finale a sorpresa

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False identità su Facebook QUANDO SI COMPRA UN’OBBLIGAZIONE

CERTIFICAZIONE UNICA 2015 Percorsi Numerologici Benessere - Salute - Cucina - Consumatori- Legale -Animali Piccoli consigli utili per tutta la famiglia dai migliori esperti


Salute & Benessere

una pomata e del calore locale, in alcuni casi può essere utile somministrare un blando antidolorifico od antinfiammatorio. Nei casi in cui la frequenza e la durata di tali episodi non tende ad attenuarsi ed a scomparire, può essere opportuno rivolgersi ad uno specialista; ciò diventa necessario quando al dolore si associano sintomi come tumefazione, arrossamento o rigidità articolare, ed eventualmente febbre o febbricola, malessere generale, inappetenza ed, in assenza di questi, anche semplicemente la riduzione o limitazione dell’attività motoria del bambino anche nelle ore diurne con eventuale comparsa di zoppia. In conclusione, se il vostro bambino a volte si sveglia di notte piangendo e lamentando dolore alle gambe ma durante la giornata sembra non ricordarsene e non manifesta alcun segno di sofferenza, potete stare tranquilli perché ciò significa che sta semplicemente ”crescendo” oppure che ha solo bisogno di coccole e carezze. Dott.ssa Maria Croce Pediatra

na delle cause più frequenti di preoccupazione dei genitori è la comparsa, nelle ore serali e notturne di aspecifici dolori agli arti inferiori in bambini di età solitamente compresa tra i 3 e i 12 anni. Tali sintomi vengono comunemente definitivi “dolori della crescita” o, forse più appropriatamente, “dolori benigni notturni dell’infanzia”. I dolori suddetti interessano comunemente gli arti inferiori in modo aspecifico, diffuso e spesso simmetrico, raramente possono essere localizzati agli arti superiori ed al

torace; il bambino solitamente non riesce a collocarli in una sede precisa e spesso manifesta uno stato di notevole sofferenza, tanto da portarlo al risveglio notturno a volte accompagnato al pianto; non si associano ad ulteriori rilievi obiettivi quali rigidità articolare, tumefazione o arrossamento. Tali disturbi possono durare da pochi minuti a qualche ora e, al mattino, non lasciano alcuna traccia, il bambino non manifesta alcuna limitazione della propria attività motoria e della solita vivacità. Le cause sono sconosciute anche se sono state avanzate molteplici ipotesi; in passato se ne attribu-

ANCHE CRESCERE

PUÒ FAR MALE! LE CAUSE SONO SCONOSCIUTE ANCHE SE SONO STATE AVANZATE MOLTEPLICI IPOTESI; IN PASSATO SE NE ATTRIBUIVA COMUNEMENTE LA CAUSA ALLA CRESCITA PIÙ RAPIDA...

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iva comunemente la causa alla crescita più rapida, in determinati periodi, delle ossa lunghe con conseguente stiramento delle terminazioni nervose; in alternativa si ricerca la causa in un eccesso di attività motoria nelle ore diurne, in microtraumatismi, in recenti infezioni virali, turbe gastroenterite e, più comunemente in stress di tipo psico-emotivo. Quello descritto è un quadro sicuramente benigno che non deve destare assolutamente alcun tipo di preoccupazione; a livello terapeutico è sufficiente rassicurare e consolare il bambino, effettuare un massaggio sulla parte riferita dolente, applicare

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EMO Hammam è il cosiddetto bagno turco. Ultimamente gli hammam stanno diventando sempre più comuni e si trovano spesso all’interno dei vari centri benessere che offrono servizi perfetti per chi sente la necessità di rilassarsi. Nell’hammam si segue solitamente un percorso. Il primo passo è prepararsi con calma all’interno dello spogliatoio. Si accede poi ad una stanza con la temperatura che si aggira intorno ai 30-35°C che serve per adattarsi al clima, così che non si senta lo sbalzo tra il bagno turco e l’ambiente esterno. Ci si sposta poi nella stanza dell’hammam vero e proprio dove la temperatura è tra i 40 e i 45°C e dove l’umidità è vicina al 100%. Qui ci si rilassa, si fa un bagno nel vapore, a volte anche con l’utilizzo di alcuni saponi particolari. Una volta finito il bagno spesso si possono fare anche dei massaggi rilassanti e/o tonificanti. L’hammam non è solo un luogo di relax. Esso procura dei benefici in caso di dolori muscolari, e aiuta in caso di problemi alle vie respiratorie. È un trattamento rilassante che si può fare sia in inverno che in estate.


Salute & Benessere

Primavera: tempo di scrub o scrub per il corpo è un trattamento di bellezza molto semplice e amato da tutte le donne perché si può fare anche in casa. Questo trattamento aiuta a rimuovere lo strato più superficiale della pelle, costituito prevalentemente da cellule morte e restituisce alla pelle elasticità e freschezza. L’esfoliazione è un trattamento fondamentale per la cura della propria pelle, sia del viso, che del corpo, contrasta il processo naturale di invecchiamento e favorisce la formazione di cellule giovani e sane, che vanno a costituire lo strato più superficiale della pelle. Lo scrub per il corpo oltre a rimuovere le cellule morte, contribuisce ad eliminare le

diverse impurità, quali la polvere e gli oli che si accumulano all’interno dei pori. Gli scrub per il corpo, nella maggior parte dei casi, non possono essere applicati sulla pelle del viso, in quanto l’agente esfoliante può essere eccessivamente aggressivo e irritare la pelle del viso, più delicata rispetto alla pelle del corpo; al contrario, gli scrub per il viso, in genere, possono essere applicati anche sul corpo. Il prodotto utilizzato è costituito prevalentemente da due ingredienti: un agente esfoliante e un’altra sostanza da cui dipende la consistenza più o meno fluida dello scrub. L’agente esfoliante è una sostanza costituita da granuli più o meno sottili, quale il sale marino, lo zuc-

chero, la farina d’avena e così via, mentre l’altro ingrediente è, in genere, una sostanza liquida o fluida, come, ad esempio, l’olio o il burro. L’applicazione va fatta sulla pelle già umida, massaggiare seguendo piccoli movimenti circolari e infine, risciacquare; al termine applicare una crema idratante. In commercio, sono disponibili diversi tipi di scrub per il corpo, contenenti ingredienti naturali, quali il sale marino, lo zucchero, le mandorle, i mirtilli, le fragole, la farina d’avena, le noci, il caffè, il cioccolato, le albicocche ed altri ancora; si può, comunque, preparare in casa uno scrub esfoliante, utilizzando prodotti del tutto naturali, disponibili nella propria dispensa.

OZIONE Hammam

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Salute & Benessere cco 10 consigli utili per ottenere questo risultato. Siamo creature sociali e il raggiungimento di ciò che desideriamo spesso prevede la collaborazione delle altre persone, l’intesa, la loro stima. Ma, soprattutto, i nostri stati d’animo e il nostro sentirci amati e riconosciuti possono dipendere da come ci “connettiamo” con gli altri. E il più importante sistema di connessione agli altri è la comunicazione. Dalla nostra capacità di comunicare efficacemente possono dipendere legami sentimentali, amicali, di lavoro, eccetera. Ecco alcuni suggerimenti per mantenere e, soprattutto, iniziare buone relazioni. E si sa: la prima impressione conta tantissimo! 1. Sii te stesso. Cerca di essere sempre te stesso, non prendere atteggiamenti che non ti appartengono. 2. Non interrompere mai. Fare così rischia di far sentire l’altro poco importante. Quando tu interrompi quello che lui sta dicendo, tu releghi tanto lui quanto i suoi commenti ad una posizione subordinata a quello che tu senti che devi dire. Bisogna tener presente che noi possiamo interagire in maniera attiva con il nostro interlocutore anche solo ascoltandolo. Troppo spesso, la gente dimentica l’effetto che le interruzioni hanno su coloro che sono brutalmente impediti di esprimere quello che stanno dicendo. Nessuno ama ciò. E’ rude. Parecchie persone pensano che quello che hanno da dire sia così importante che non importa quello che l’altro sta dicendo al riguardo. Insomma, aspetta il tuo turno! 3. Sonda il terreno.

COME FARSI APPREZZARE fin dal primo incontro Guadagna fiducia parlando prima di argomenti neutri e solo dopo entrando sull’argomento. Fai parlare gli altri. Alla maggior parte delle persone piace parlare di loro stesse. Amano chi le ascolta. Sfortunatamente, ci sono persone che aspettano

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solo di poter intervenire con qualcosa per guidare la conversazione. Sfrutta questa cosa facendole parlare! Chiedi di loro stesse e lasciale andare a ruota libera. 4. Incoraggia l’altro a parlare. n che modo? Facendogli delle domande su di lui

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(non facendogli l’interrogatorio eh!). Pensaci un po’: esiste un argomento di conversazione più interessante che parlare di se stessi? No di certo, soprattutto per l’essere umano di sesso maschile . Oppure mentre l’altro parla, lo incoraggi a continuare con, ad esempio, dei cenni di assenso, movimenti del capo, dei <<si…>>, <<mmm… mmm…>>, <<e poi…>>. Nel senso: continua pure, io ci sono e ti sto seguendo. 5. Tocchiamolo se anche lui ci ha toccati. Non lasciamo cadere le occasioni di contatto, ma stiamo attenti a non diventare inopportuni. Rispettiamo le distanze convenzionali nelle interazioni faccia a faccia. Evitiamo che l’altra persona si senta invasa. Rispetta lo spazio personale. Le persone hanno sempre un certo spazio che non vogliono che venga invaso. Devi prima guadagnare la fiducia se ti vuoi avvicinare. 6. Evita di lamentarti e accusare. Ok le cose non vanno, la crisi perdura, i soldi non bastano, eccetera eccetera. Ma se proprio è tutto


Salute & Benessere già pesante così (e non è detto che lo sia anche per il tuo interlocutore), non appesantire anche tu gli altri e il loro umore. Oltretutto, a lamentare e accusare son bravi tutti. 7. Sorridi e mantieni il contatto visivo. Puoi dire le cose più carine e interessanti della terra ma se ti incupisci e fissi qualcosa per terra nessuno ti darà retta. Quindi sorridi! Fa sapere che ti si può avvicinare. E quando le persone iniziano a parlarti, guardale. Questo dimostrerà che stai ascoltando e ti preoccupi di quello che hanno da dire. A volte, quando sei nervoso, la tentazione è evitare di guardare le persone negli occhi. Se è un tuo problema, devi impegnarti a risolverlo. Altrimenti potresti risultare un po’ offensivo, specie se stai parlando. Le persone appena conosciute potrebbero non conoscere questo tuo aspetto e pensare che non fai attenzione. 8. Segui il suo tono di voce. Il tono della voce è infatti uno dei fattori più importanti ai quali rispondiamo perché strettamente connesso con lo stato emotivo (triste, arrabbiato, felice).Il ritmo del parlare rappresenta la velocità dell’eloquio ed è un altro parametro importante da variare per entrare in sintonia. Anche il volume è un elemento utile da ricalcare, mentre il timbro è più legato ad aspetti della personalità e più difficili da riprodurre. Insomma, se il tuo interlocutore è un bisbigliatore … non gridare! 9. Non ti distrarre! Fingi di ascoltare? Stai pensando ad altro? Magari hai fretta e sei già col pensiero in stazione a prendere il treno. O peggio – attenzione questa è bella – sei preoccupato e impegnato a pensare, fra te e te, a ciò che dirai o domanderai alla prima pausa del tuo interlocutore! Non succede mai, vero?! Ti incanti?A volte per stanchezza, per particolari condizioni fisiche o ambientali, è più forte di noi, ci incantiamo e la messa a fuoco dei nostri occhi si perde in un’immagine indistinta! Allora ci riprendiamo. Ma solo per un po’, perché subito ci incantiamo di nuovo e, allora, a fatica, cerchiamo quanto mento di tenere gli occhi puntati su almeno uno dell’interlocutore oppure nel mezzo delle sopracciglia! E in tutto questo esercizio, dov’è la tua attenzione? Sulle parole dell’altro? No. 10. A un certo punto … dacci un taglio! Impara quando mettere fine alla conversazione. Nessuna infatti è infinita. Nessuna. E alcune dovrebbero essere più brevi di altre. Quando ti rendi conto che anche la tua sta languendo, dacci un taglio. Dì alla persona quanto è stato interessante parlare (a meno che fosse davvero una cosa terribile, nel qual caso perché ci stai ancora perdendo tempo?) e che vi risentirete presto. di Pierluigi Troilo

Meglio mangiare cibi di stagione ual è la stagione delle mele? E dei pomodori? E delle fragole? È facile avere dei dubbi in proposito poiché adesso molti tipi di frutta e verdura si possono consumare per dodici mesi all’anno, grazie alla coltivazione in serre e alle importazioni dai paesi esotici. Così è importante sapere che consumare secondo la stagionalità del territorio consente di nutrirci con alimenti che possiedono il massimo livello di nutrienti. Gli alimenti coltivati fuori stagione invece hanno scarse qualità nutritive, costi molto più elevati, sono fortemente inquinanti per il lungo trasporto che devono subire, ancor più se sono prodotti in serra. Le serre infatti inquinano sia a causa del riscaldamento che a causa dell’impatto ambientale, che comporta lo smaltimento dei teli di copertura che devono essere cambiati ciclicamente. Un’altra ragione per preferire i prodotti stagionali è che le nostre esigenze nutrizionali non sono identiche in estate o in inverno, e la Natura molto saggiamente sa cosa fare, si adegua a noi, rifornendoci dei nutrienti più giusti a seconda del periodo. Durante l’inverno il nostro corpo brucia molte calorie per mantenersi alla giusta temperatura, il brivido è il movimento muscolare che consuma più calorie! Sudiamo poco e siamo poco esposti ai raggi solari, mentre siamo molto esposti alle malattie delle alte vie respiratorie come raffreddore, tosse, mal di gola, bronchite. In questa stagione la natura ci viene incontro mettendoci a disposizione frutta e verdura adeguata alle nostre esigenze. troviamo gli agrumi ricchi di vitamina C, importantissimi per lo sviluppo delle difese immunitarie; le verdure invernali: cavoli cappucci, verze e porri, le quali dopo la cottura emanano un forte odore, a volte spiacevole, dovuto allo zolfo: elemento principe di tali ortaggi che in questa stagione grazie al

suo potere disinfettante, aiuta il nostro corpo a tenere alla larga virus e batteri. E poi c’è la zucca, un ortaggio molto ricco di vitamina A, che rinforza le mucose delle alte vie respiratorie e aiuta a fluidificare il catarro così da espellere virus e batteri. La primavera è la stagione del risveglio, le giornate si allungano, è il momento di uscire all’aperto. Dopo aver accumulato le tossine invernali con un’alimentazione troppo ricca di grassi e zuccheri e a uno stile di vita prevalentemente sedentario, la voglia di muoversi si concretizza in attività di qualsiasi tipo, per depurarsi, smaltire il grasso, ossigenare e fare le pulizie primaverili anche nel nostro corpo.. Ma come aiutare fegato e reni , gli organi addetti alla detossificazione? Ci vengono in soccorso tutte le piante spontanee depurative, dall’ortica (Urtica Dioica) al tarassaco (Taraxacum Officinale) ai germogli di pungitopo (Ruscus Aculeatus) agli asparagi (asparagus Officinalis); e da marzo in poi sulle nostre tavole, troviamo verdure quali carciofi e tutte le insalate con retrogusto amaro che stimolano la produzione ma anche l’eliminazione della bile da parte del fegato, con effetto disintossicante. Inoltre sono diuretiche e di conseguenza contrastano la ritenzione idrica. Il carciofo in particolare aiuta a smaltire gli acidi urici derivati dalle proteine animali il cui accumulo può favorire la comparsa di dolori articolari. Anche le fragole, che arrivano nel periodo di maggio-giugno, svolgono un’azione antiurica e decisamente diuretica, così come le ciliegie e le amarene che associano la proprietà diuretica a quella lassativa. Mangiare frutta di stagione è, più sano, più buono, ed eco-sostenibile. La Natura è una madre Sapiente, sa ciò di cui abbiamo bisogno in ogni periodo dell’anno e in ogni luogo in cui ci troviamo, se creiamo le condizioni affinché tutto ciò avvenga!

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di Anna Piersanti

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Cucina con Me

INGREDIENTI 250 g di farina 00 3 uova 250 g di zucchero 250 ml di panna liquida fresca 1 cucchiaino di estratto di vaniglia ½ bustina di lievito Cioccolatini colorati e zucchero a velo

Torta di Carnevale Preriscaldate il forno a 170°. Montate molto bene le uova con lo zucchero finchè non raddoppiano di volume (almeno 5 minuti con una frusta elettrica). Aggiungete la panna liquida e la vaniglia e mescolate con un cucchiaio di legno. Aggiungete poco per volta la farina e il lievito ben setacciati e mescolate ancora. Foderate una tortiera con carta forno. Cuocete in forno a 170° per 40 minuti. Decorate con zucchero a velo e cioccolatini colorati

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io figlio non mangia le chiacchiere e sinceramente nemmeno io le amo molto, perciò lo scorso anno a Carnevale per una festa in maschera con tanti bambini mi sono inventata questa torta colorata e divertente. È decorata con i confetti di cioccolato e lo zucchero a velo. Se siete molto bravi potete anche utilizzare la pasta di zucchero o la panna montata. Io non ho tutta questa pazienza. La base della torta è molto semplice e quindi potete arricchirla come volete. Io vi propongo una crema vegana. La cosa più divertente è che nessun bambino resisterà alla tentazione di rubare i cioccolatini, ma a Carnevale, si sa, ogni scherzo vale!

Semplicemente Buono Questo mese ho voglia di festeggiare, un po’ perché è Carnevale un po’ perché il mio libro di ricette è finalmente in vendita in tutte le librerie d’Italia. Si intitola Semplicemente buono ed è edito da De Agostini Libri. Se avete voglia di idee facili, veloci e low cost per cucinare con poca spesa e tanta resa cercatemi in libreria!

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Cucina con Me

Idea veg

Portate quasi a bollore il latte con la scorza di limone e lo zucchero. Eliminate la scorza, spegnete il fuoco e versate l’amido setacciandolo e mescolando velocemente con una frusta perché non si formino grumi. Colorate la crema con la curcuma sciolta in pochissima acqua sempre mescolando.

Crema pasticcera e volete farcire la torta di Carnevale in maniera insolita e con una crema che non contiene né latte, né uova, provate questa ricetta vegana. La crema veg non ha nulla da invidiare alla vera crema pasticciera, ve lo garantisco. È l’ideale per chi è intollerante alle uova e al latte e, avendo poche calorie, potete concedervela anche se siete a dieta.

INGREDIENTI 70 gr di amido di mais 100 gr di zucchero scorza grattugiata di un limone 500 ml di latte di soia un cucchiaino scarso di curcuma (per dare colore alla crema)

Idea furba

BOCCONCINI DI AVOCADO mo l’avocado e lo cucino spesso. Mi piace nelle insalate, nei panini con pomodoro e mozzarella e anche al naturale con olio, sale e limone. Tempo fa ho sperimentato

questa ricetta che ho trovato sul web e me ne sono innamorata. Si tratta di un finger food molto goloso perfetto per un aperitivo in piedi con tante persone. Se vi va, trovate la video-ricetta sul canale Youtube Cookthelook.

Tagliate l’avocado a metà nel senso della lunghezza e sbucciatelo. Ricordate sempre di scegliere un avocado con il picciolo e non troppo maturo. Tagliatelo a spicchi e avvolgete ogni spicchio con una fetta di pancetta. Sistemate i bocconcini su una teglia rivestita con carta forno e cuocete a 200° per circa 10 minuti. Si mangiano caldi. PrimaPagina 55 - Feb. 2015

INGREDIENTI 1 avocado 150 gr di fette sottili di pancetta

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Il Legale

…quando una storia d’amore finisce in Tribunale per colpa del cellulare

LA PORNO VENDETTA

ai tempi di internet successo a Torino. Una giovane coppia si lascia (capita) ma il ragazzo non si rassegna, non accetta la fine del rapporto sentimentale, e si vendica. Come ? Utilizzando la tecnologia e quel dispositivo che utilizziamo (o del quale abusiamo) tutti i santi giorni, cioè il telefonino. Un video girato con il telefonino quando i due si amavano - con quell’amore che nulla ha di platonico ma tutto ha di fisico e sessuale - viene condiviso e, grazie a internet e a WhatsApp, migliaia di persone vedono scene che, invece, dovevano restare intime e riservate. Nel video si vede e si riconosce la ragazza, si sentono le voci dei due. La ex storia d’amore diventa storia giudiziaria, perché la ragazza querela l’ex ragazzo. Una prima e doverosa osservazione: le conseguenze di una diffusione di un filmino hard girato con il consenso di entrambi può avere effetti devastanti, non solo perché potenzialmente

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può essere visionato da un numero altissimo di utenti, ma perché il sentimento di vergogna per la diffusione di un comportamento che doveva restare riservato può portare a

È PUR VERO CHE È POSSIBILE PROPORRE UNA AZIONE CIVILE PER OTTENERE UN ADEGUATO RISARCIMENTO DEI DANNI, TUTTAVIA L’EFFETTO DIROMPENTE CHE LA DIFFUSIONE DI MATERIALE VIDEO INTIMO PROVOCA NEL SOGGETTO LESO È TALE...

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gesti estremi, come il suicidio (ricordiamo la ragazza di Adria che, in un caso simile, decise di suicidarsi). Già solo questa riflessione dovrebbe portare a più “miti consigli” chi possiede nel proprio cellulare foto o filmati girati con il consenso della ragazza e pensa di utilizzarli come strumento di vendetta per un tradimento o per la fine della loro storia. Ma la diffusione ha delle conseguenze penali non trascurabili. Nel codice penale l’onorabilità e la reputazione sono beni protetti dall’art. 595, che punisce la diffamazione, cioè l’offesa alla altrui reputazione mediante l’utilizzo di qualsiasi mezzo di pubblicità (ved., tra le tante, Cass. Penale 2299/2015). Il terzo comma dell’art. 595, c.p. prevede una pena detentiva da sei mesi a tre anni se l’offesa è veicolata attraverso qualsiasi altro mezzo di pubblicità diverso dalla stampa e, quindi, anche tramite internet; in aggiunta il responsabile può essere anche condannato a pagare un cospicuo risar-


Il Legale cimento danni alla vittima del reato. La sanzione penale e civile potrebbero considerarsi adeguate, ma l’effetto e le ripercussioni causati dalla diffusione di video relativi a comportamenti intimi possono essere anche molto gravi, e portare la vittima a gesti estremi come il suicidio, per cui le sanzioni dell’ordinamento giuridico appaiono, al contrario, del tutto inadeguate per contenere, o limitare, i potenziali danni alla reputazione della parte offesa. E’ pur vero che è possibile proporre una azione civile per ottenere un adeguato risarcimento dei danni, tuttavia l’effetto dirompente che la diffusione di materiale video intimo provoca

nel soggetto leso è tale e comporta conseguenze così rilevanti anche sul piano personale e familiare, da far ritenere modesta la sanzione rispetto al pregiudizio che può essere provocato. Si pensi, infatti, all’effetto virale della diffusione e del filmino con WhatsApp oppure su un social network, oppure su siti porno: in pochissimo tempo anche migliaia di utenti possono vedere e scaricare il video. Se, poi, pensiamo che spesso sono gli adolescenti ad utilizzare in maniera impropria la telecamera del cellulare, e se pensiamo anche alla loro fragilità psicologica perché si

FALSE IDENTITÀ: Quando l’utilizzo di facebook è reato

trovano in un momento fondamentale della loro crescita, è facile ipotizzare le devastanti conseguenze della diffusione di tale materiale video. Cosa fare? Forse è sufficiente far comprendere che internet e simili sono strumenti molto potenti per lo scambio di informazioni e, come tali, possono essere utilizzati in maniera positiva o, purtroppo, possono essere utilizzati in modo negativo e lesivo dei diritti altrui, come nella ex storia d’amore dei ragazzi torinesi. È successo a Torino. Può succedere dovunque. di Gianfranco Puca

na delle principali conseguenze dell’enorme diffusione dell’utilizzo di facebook è, ovviamente, l’immissione in rete di una smisurata quantità di dati personali come immagini, notizie sulla propria famiglia, sul proprio lavoro, sul proprio stile di vita ecc. E infatti, stringendo amicizia con una persona, si condividono con la stessa tutte le informazioni che intendiamo rivelarle. Tuttavia il sistema non permette di avere la garanzia che quel profilo appartiene realmente alla persona con cui si è stretto il rapporto virtuale, ben potendo lo stesso celare un “fake”, ossia una falsa identità. È evidente come i profili falsi di facebook possono essere lo strumento per il compimento di una svariata quantità di reati come, ad esempio, il furto di identità, la diffamazione, la minaccia, l’estorsione, le molestie e così via. Recentemente la Corte di Cassazione, con sentenza n. 9391 del 26 febbraio 2014, ha stabilito che la creazione di un falso profilo su facebook attraverso cui molestare una persona sfruttando l’anonimato

COME SPESSO ACCADE LA GIURISPRUDENZA COLMA UN VUOTO LEGISLATIVO, MANCANDO NEL NOSTRO ORDINAMENTO NORME SPECIFICHE CHE SANZIONINO IL CATTIVO COMPORTAMENTO PERPETRATO ATTRAVERSO I SOCIAL NETWORK PrimaPagina 55 - Feb. 2015

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Il Legale integra il reato di cui all’articolo 494 del codice penale, “sostituzione di persona”, secondo cui “Chiunque, al fine di procurare a sé o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno, induce taluno in errore, sostituendo illegittimamente la propria all’altrui persona, o attribuendo a sé o ad altri un falso nome, o un falso stato, ovvero una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici, è punito, se il fatto non costituisce un altro delitto contro la fede pubblica con la reclusione fino a un anno”. Come spesso accade la giurisprudenza colma un vuoto legislativo, mancando nel nostro ordinamento norme

Pignoramenti

IL FENOMENO DEI “FAKE” SU FACEBOOK È TUTT’ALTRO CHE CIRCOSCRITTO specifiche che sanzionino il cattivo comportamento perpetrato attraverso i social network. Nel caso di specie, la sentenza definisce con una condanna il procedimento penale aperto nei confronti di una donna che aveva creato un profilo facebook fasullo per molestare i vicini di casa. La Suprema Corte con l’occasione, ha affermato che, pur prevedendo le regole di facebook il divieto di creare account falsi, non è reato sanzionabile penalmente la mera creazione di falsi profili. In quel caso si tratterebbe esclusivamente di un illecito civile, per violazione delle regole contrattuali, che verrebbe ad esistenza solo su iniziativa della società ideatrice del programma, ma non di un illecito penale. La condotta di chi realizza un falso profilo, invece, assumerebbe rilevanza penale quando l’account falso viene utilizzato, ad esempio, per molestare attraverso la messaggistica istantanea (la chat) altri utenti. Il fenomeno dei “fake” su facebook è tutt’altro che circoscritto. E infatti, da molteplici indagini è emerso che un account su tre sarebbe falso. Ciò non significa che la realizzazione di ogni profilo fasullo sia finalizzato ad un comportamento criminoso in quanto la scelta di mantenere l’anonimato, a volte, è dettata semplicemente dalla volontà di mantenere segreti alcuni aspetti della propria vita privata. Quando, invece, la creazione del falso profilo è offensivo nei confronti di terzi, il comportamento può avere rilevanza penale e l’individuazione del responsabile, spesso, è molto più agevole di quanto si possa immaginare. di Nicola Paolo Rosetti

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La ricerca delle informazioni diventa telematica

ra le innovazioni apportate dal D.L. 132/2014 convertito in Legge n. 162/2014 particolare rilievo assume quella di cui all’art. 492 bis c.p.c., disposizione che istituisce la “Ricerca con modalità telematiche dei beni da pignorare”, strumento che potrebbe rivelarsi particolarmente utile per soddisfare le pretese, molto spesso deluse, dei creditori. Dall’11 dicembre 2014 - data di entrata in vigore della nuova norma - il creditore che intende procedere ad esecuzione forzata può proporre istanza al Presidente del Tribunale nella cui circoscrizione il debitore ha la propria residenza, domicilio, dimora o sede, affinché autorizzi l’ufficiale giu-

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diziario alla ricerca con modalità telematiche dei beni da pignorare. L’autorizzazione presidenziale consentirà all’ufficiale giudiziario l’accesso telematico diretto e gratuito alle banche dati pubbliche amministrazioni, all’anagrafe tributaria (dove sono confluiti tutti i rapporti degli istituti di credito e degli altri intermediari finanziari con i clienti, vale a dire tutti i conti corrente dei contribuenti), al pubblico registro automobilistico ed agli enti previdenziali. L’ufficiale giudiziario, al termine delle operazioni di ricerca, nel caso in cui non venga rinvenuto alcun bene o credito del debitore o se questi, pur individuati, risultino occultati, è tenuto ad intimare al debitore di indicare, entro 15 giorni, il luogo in cui potrebbe-


Il Legale ro trovarsi cose di sua pertinenza da sottoporre a pignoramento, ammonendolo che l’omessa o falsa comunicazione lo esporrebbe al reato di “Mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice” ex art. 388 c. VI c.p.p. In tale ipotesi comunque il processo esecutivo si chiude anticipatamente. Nel caso invece in cui l’accesso dell’ufficiale giudiziario consenta di individuare cose e/o crediti del debitore potrebbero aprirsi tre possibili scenari. 1) Qualora vengano individuate cose appartenenti e nella disponibilità del debitore ubicate nel territorio di competenza dell’ufficiale giudiziario, compiuto l’accesso, questi dovrà pignorare le cose che ritiene di più facile e pronto realizzo, preferendo in ogni caso il denaro contante, gli oggetti preziosi e i titoli di credito ed inizierà la fase dell’esecuzione; 2) Se vengono individuati crediti o cose del debitore nella disponibilità di terzi soggetti, l’ufficiale giudiziario notificherà il verbale al debitore e al terzo, renderà edotto il debitore degli “inviti e degli avvertimenti” di

LADDOVE, POI, VENGANO RINVENUTI PIÙ BENI O CREDITI... cui all’art. 492 c.p.c. e, conseguentemente, intimerà al terzo di non disporre e non sottrarre alla garanzia del credito le cose o le somme di pertinenza del debitore che si trovano nella sua disponibilità. Il verbale dovrà essere notificato per estratto al debitore e consegnato unitamente al titolo esecutivo al difensore del creditore il quale provvederà alle formalità di cui all’art. 518 c.p.c. indispensabili per la formazione del fascicolo dell’esecuzione. 3) Infine, se l’accesso ha consentito di individuare cose in luoghi non compresi nella circoscrizione di competenza dell’ufficiale giudiziario procedente, questi rilascerà copia autentica del verbale al creditore che, entro 15 giorni, a pena di inefficacia, dovrà essere presentato all’ufficiale giudiziario territorialmente competente, unitamente ad apposita istanza, per consentire l’espletamento degli adempimenti necessari per procedere all’esecuzione. Laddove, poi, vengano rinvenuti più beni o crediti, l’ufficiale giudiziario sottoporrà a pignoramento quelli scelti dal creditore, il quale dovrà esercitare tale diritto di preferenza entro 10 giorni dalla comunicazione del verbale da parte dell’ufficiale giudiziario. In mancanza, la richiesta di pignoramento perde efficacia. di Gennaro Cozzolino

RIFORMA DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI:

L’Assicurazione sociale per l’impiego (NASPI) el momento di crisi economica e occupazionale qual’è quello che stiamo vivendo è di grande interesse la disciplina degli ammortizzatori sociali prevista per i lavoratori rimasti privi di occupazione. La legge n. 92/2012 ha riformato la disciplina degli ammortizzatori sociali introducendo, a far data dal 1 gennaio 2013, l’Assicurazione Sociale per l’Impiego (ASPI). La legge prevede l’erogazione di un’indennità mensile ai lavoratori del settore privato rimasti privi di occupazione, ivi compresi gli apprendisti e i soci di cooperative di lavoro. Si tratta di un’indennità mensile che sostituirà dal 1 gennaio 2017 l’indennità di mobilità ex lege n. 223/1991, l’indennità per disoccupazione non agricola a requisiti normali e ridotti e l’indennità di disoccupazione speciale edile. Dell’ASPI possono beneficiare due categorie di lavoratori: in primo luogo quelli che hanno perduto involontariamente la propria occupazione e che si trovano in stato di disoccupazione ai sensi dell’art. 1, comma 2, lett. c) del D.lgs. n. 181/2000. Si tratta cioè di lavoratori che sono immediatamente disponibili alla svolgimento e alla ricerca di una nuova occupazione. In secondo luogo beneficiano dell’ASPI i lavoratori che vantano almeno due anni di assicurazione e un anno di contribuzione nel biennio precedente l’inizio del periodo di disoccupazione. Restano esclusi dal beneficio i lavoratori il cui rapporto di lavoro è cessato per dimissioni ovvero per risoluzione consensuale in quanto, come detto, la cessazione del rapporto di lavoro deve avvenire per cause non imputabili né riconducibili alla volontà del prestatore di lavoro. L’ammontare di questa indennità è rapportata alla retribuzione mensile che il lavoratore percepiva ed è pari al 75% nei casi in cui la retribuzione mensile lorda è pari o inferiore nell’ultimo anno ad € 1.180,00 mensili. Se invece la retribuzione mensile lorda era superiore ad € 1.180,00 l’indennità registrerà un ulteriore incremento pari al 25% della differenza tra la retribuzione mensile e il predetto importo.

L’importo erogato a titolo di ASPI subirà una riduzione pari al 15% dopo i primi sei mesi di fruizione nonché una ulteriore riduzione, sempre del 15%, dopo il dodicesimo mese di fruizione. Il lavoratore potrà beneficiare dell’ASPI a decorrere dall’ottavo giorno successivo alla data di cessazione del rapporto di lavoro ovvero dall’ottavo giorno successivo alla presentazione della domanda da inviarsi telematicamente entro e non oltre due mesi dalla data di spettanza del trattamento. E’ altresì opportuno ricordare che l’art. 2, comma 20, della precitata legge ha introdotto, a favore di tutti i lavoratori subordinati (ivi compresi gli apprendisti e i soci lavoratori di cooperativa), il diritto ad una specifica indennità denominata “mini ASPI” di importo pari a quello dell’ASPI. Beneficerà dell’indennità il lavoratore al quale siano stati versati almeno 13 settimane di contribuzione di attività lavorativa negli ultimi dodici mesi, attività lavorativa per la quale siano stati versati o siano dovuti i contributi per l’assicurazione obbligatoria. L’indennità ha cadenza mensile per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione nell’ultimo anno. La legge n. 92/2012, da ultimo, prevede espressamente delle ipotesi di decadenza dalla fruizione di entrambe le indennità. Le ipotesi di decadenza sono quattro e cioè: perdita dello stato di disoccupazione; inizio di un’attività lavorativa di natura autonoma con omissione, all’INPS competente, della comunicazione del reddito presuntivo derivante da detta attività; raggiungimento dei requisiti per il pensionamento di vecchiaia o per il pensionamento anticipato e, infine, l’acquisizione del diritto all’assegno ordinario di invalidità. La fattispecie della decadenza dalla fruizione delle indennità in commento si integra al momento in cui si verifica uno dei quattro eventi sopra individuati e determina, in capo al lavoratore, l’obbligo di restituzione dell’indennità che eventualmente abbia continuato a percepire indebitamente.

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di Alessio De Iuliis

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Consumatori

PERCHÈ CONVIENE NOLEGGIARE UN VEICOLO? apita spesso, soprattutto d’estate o in vista di un viaggio o per altri svariati motivi di chiedersi se e quanto convenga noleggiare un auto, un furgone o un qualsiasi altro veicolo. Ma qualunque sia la ragione, cerchiamo di valutare i vantaggi di questa opzione come utilizzo di un servizio che può generare un profitto. Infatti , se l’acquisto del veicolo è un investimento che si svaluta nel tempo e comporta una serie di costi elevati, con il noleggio si può usare la propria liquidità per investimenti che nel tempo si rivalutano. Facciamo degli esempi: il noleggio a breve medio termine consente una disponibilità immediata del bene, l’assicurazione inclusa nel prezzo, l’assistenza stradale h24 inclusa, il Bollo incluso nel prezzo, la gestione delle pratiche burocratiche, la manutenzione ordinaria e straordinaria inclusa, i rabbocchi dei liquidi inclusi. Teniamo conto inoltre che in questo modo si eliminano le immobilizzazioni finanziarie che potrebbero servire al proprio business, i costi certi sono tutto incluso, in caso di sinistro o problemi meccanici è previsto un veicolo sostitutivo incluso, non si deve pensare alla svalutazione del bene e non c’è bisogno di utilizzare le proprie risorse umane per la gestione del parco. I vantaggi economici e di tempo insomma sono davvero molteplici se comparati a quelli di un acquisto che, al contrario , prevede una serie di costi superiori sia economici che di tempistiche e soprattutto di svalutazione del bene acquistato.

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Cultura finanziaria

QUANDO SI COMPRA UNA OBBLIGAZIONE a propensione al rischio personale è il primo elemento da definire, come abbiamo visto la volta scorsa. Una volta che si è capito quanto si è disposti a rischiare, in cambio di un guadagno proporzionale(perchè non si dimentichi che a un possibile maggiore guadagno si collega strettamente un rischio maggiore) è giunto il momento di scegliere gli strumenti nei quali investire i propri soldi. La prima regola è ‘semplificare’, cioè scegliere strumenti non troppo complessi. Le due grandi categorie alle quali rivolgere il proprio sguardo come già detto sono le Azioni(comprando una azione si diventa ‘soci’ di una azienda quotata) o le Obbligazioni(comprando Obbligazioni si prestano soldi a una azienda o a uno Stato, e si diventa creditori). Le Azioni promettono guadagni potenzialmente illimitati, ma allo stesso tempo contengono rischi molto elevati. Discorso diverso per le Obbligazioni che invece hanno rendimenti teoricamente inferiori, ma anche rischi inferiori. Con una metafora possiamo descrivere questi due strumenti: pensiamo di voler vivere vicino al mare in una isola tropicale. Se scegliamo di vivere in una bellissima capanna, molto areata, godremo appieno della brezza, del sole, del

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clima. Tuttavia se arriva una forte tempesta, un uragano, la nostra capanna potrebbe essere spazzata via. Questa metafora ci descrive “l’Azione”. Se invece scegliamo di vivere in una casa dalle mura robuste, sempre vicino al mare, ci godremo in maniera inferiore i benefici del clima. Però se arrivasse una forte tempesta, la casa dalle mura robuste, resisterebbe a differenza della capanna. Questa è “l’Obbligazione”. Ovviamente possono esserci uragani talmente forti da distruggere anche le case robuste(sono quelle che in gergo vengono dette ‘tempeste finanziarie’), ma ricordiamo che l’Obbligazione sarà sempre un luogo più ‘sicuro’ rispetto all’Azione. Se in base al nostro profilo di rischio abbiamo scelto l’Obbligazione, vi sono alcuni elementi che dobbiamo comunque controllare prima di acquistarla. Oggi vediamo il primo. Occorre sapere che esistono due grandi categorie di Obbligazioni: le Obbligazioni Ordinarie (Senior) e quelle Subordinate. Nel caso di fallimento della Azienda che ha emesso le Obbligazioni, si ricordi che le Ordinarie vengono rimborsate per prime (se il capitale derivante dalla vendita degli attivi lo consente), mentre le Subordinate vengono rimborsate successiva-


Consumatori

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Consumatori mente, solo se è rimasto capitale dopo il rimborso delle obbligazioni Ordinarie. Quindi, con le Obbligazioni Subordinate, si rischia di perdere anche tutto il capitale, quasi come con le azioni in caso di fallimento dell’emittente (cioè della società che ha emesso l’obbligazione e alla quale abbiamo prestato i nostri soldi). Ci si potrà chiedere: ma come, io ho comprato una Obbligazione per stare tranquillo, e mi ritrovo a perdere tutti i miei soldi? Sì, se è una Obbligazione Subordinata. E allora che van-

taggio c’è a comprare una obbligazione Subordinata rispetto a una Ordinaria Senior? Una maggiore possibilità di guadagno. Ricordate quanto detto prima? Se aumenta il rendimento possibile, aumenta anche il rischio. E così è nelle Obbligazioni Subordinate, che ci proporranno rendimenti nettamente migliori di quelle Ordinarie. Ma in cambio di maggiori rischi! Sono pertanto una “via di mezzo” tra l’investimento in Azioni e quello in Obbligazioni Ordinarie. Dopo aver capito la differenza tra Azioni e Ob-

bligazioni, quindi , il concetto da memorizzare dell’articolo di questo mese è: fare attenzione , quando si compra una Obbligazione a scegliere possibilmente una Ordinaria Senior, a meno che volutamente non si voglia provare a rischiare di più per puntare a un rendimento maggiore. Ma si dovrà essere ben coscienti del rischio che si corre. E’ per questo che è necessario costruirsi una cultura finanziaria personale. di Bruno Feroci Analista finanziario

Sebbene l’allentamento monetario ha diversi riflessi è una operazione attraverso la quale la banca centrale si pone come investitore della propria economia

Quantitative easing:

fine della recessione?

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uno strumento non convenzionale di politica monetaria con cui le banche centrali, non potendosi più servire del livello dei tassi di interessi, già prossimi allo zero, puntano a rilanciare l’economia, in questo caso dell’eurozona, attraverso l’acquisto di bond , riducendo il costo del denaro e incoraggiando investimenti e prestiti. Viene detto anche allentamento monetario e/o alleggerimento. La Bce immette nel sistema una consistente dose di liquidità ampliando la quantità di moneta in circolazione per destinarla all’economia reale. In concreto è creazione di moneta al fine di acquistare beni con denaro ex novo ed incentivare la crescita economica. Non si tratta obbligatoriamente di stampa di nuova moneta, la stessa può essere anche elettronica ma gli effetti che crea finiscono sui bilanci delle banche e sull’economia. Due effetti: l’aumento di moneta in circolazione, e l’abbassamento del costo dei prestiti. Teoricamente l’allentamento monetario dovrebbe avere l’effetto di facilitare l’accesso al credito e stimolare la ripresa dell’economia. Sebbene l’allentamento monetario ha diversi riflessi è una operazione attraverso la quale la banca centrale si pone come investitore della propria economia, infatti il QE è un programma di acquisto di titoli di stato volto a contrastare la deflazione (diminuzione del livello generale dei prezzi) nell’eurozona, attraverso l’acquisto da parte della Bce di titoli di stato e attività finanziarie. Gli acquisti verranno effettuati in proporzione della quota dei paesi nel capitale della Bce. Per


Consumatori andare incontro ai timori della Germania in caso di insolvenza di uno dei Paesi più deboli dell’eurozona, la Bce ha stabilito che solo il 20% del rischio sia condiviso tra tutti i Paesi, mentre l’80% sarà attribuito alle banche nazionali. La mancata condivisione del rischio è l’elemento più controverso del QE europeo, alimentando la frammentazione finanziaria europea. Il Qe è già stato applicato presso la FEDERAL RESERVE, banca centrale degli stati uniti, la quale ha disposto l’acquisto di titoli per un totale di 40 miliardi di dollari al mese fino a data da destinarsi e comunque fino a quando l’economia statunitense non possa dirsi sostenibile, è il terzo programma lanciato in questo senso dagli Usa; BANK OF ENGLAND , la banca del Regno Unito ha disposto un programma di acquisti di 375 miliardi di sterline; BANK OF JAPAN, banca centrale del Giappone ha ampliato i proprio programma di riacquisto titoli. In sostanza la QE ha fatto uscire dalla recessione gli na delle prime novità fiscali del 2015 è costituita dal nuovo CUD, che diventa “Certificazione Unica 2015” e permette di raccogliere più dati per il Modello 730 precompilato con più oneri per aziende e sostituti di imposta. La nuova CU2015 contiene maggiori informazioni su carichi di famiglia e dati fiscali dei lavoratori dipendenti (integrando una nuova sezione dedicata al lavoro non dipendente), diventa più complessa lacompilazione del modello, ed obbliga alla trasmissione telematica all’Agenzia delle Entrate una settimana dopo la data di consegna al contribuente. Il modello per la Certificazione Unica 2015 richiede al sostituto d’imposta di inserire nuovi dati: per i familiari a carico bisogna segnare tutti i codici fiscali e dettagliare relazione di parentela, periodo e detrazioni spettanti; tra i dati fiscali bisogna specificare la tipologia di redditi (da lavoro dipendente e assimilati o da pensione; a tempo determinato o indeterminato) e indicare assegni periodici corrisposti al coniuge, acconti 2014 del coniuge, oneri detraibili, redditi prodotti all’estero, bonus di 80 euro, contributi di previdenza complementare per familiari a carico, redditi soggetti a ritenute, conguagli in caso di redditi erogati da altri soggetti, somme erogate come premi di produttività. Una volta compilato e consegnato entro il 28 febbraio il CUD al lavoratore (dipendente o collaboratore), entro 7 giorni il sostituto d’imposta dovrà trasmetterne copia telematica all’Agenzia delle Entrate, che a sua volta avrà tempo fino al 15 aprile per trasmettere al contribuente il 730 precompilato comprensivo dei dati dichiarati dal sostituto d’imposta. E’

Stati Uniti e la Gran Bretagna , ma non è riuscito a portar fuori dalla deflazione il Giappone. Gli analisti e gli opinionisti si dividono riguardo all’efficacia del Qe. Il maxi programma di acquisto di titoli di Stato basterà per far ripartire il motore economico dell’Eurozona? alcuni dei canali di trasmissione della politica monetaria alla vita reale delle persone, delle aziende e degli Stati potrebbero rivelarsi “ostruiti”. “In Europa, e in Italia in particolare, il sistema economico basato sul potere bancario, in un’economia dove è maggiore il ricorso a capitale bancario di rischio rispetto all’emissione da parte delle aziende di obbligazioni e azioni, gran parte dipenderà dagli istituti di credito, che troveranno nel QE la loro ulteriore ancora di salvataggio. Anche l’aumento dei consumi e degli investimenti privati avrà i suoi ostacoli, dettati dalla cultura del risparmio che caratterizza le famiglie europee, rispetto a quelle americane.

Fondamentale sarà l’andamento del mercato del lavoro e le aspettative future. Questo programma non è da solo sufficiente, alla politica monetaria, vanno correlate politiche fiscali, e riforme in genere tali da portare semplificazioni ed equilibri, gli effetti non saranno comunque immediati. L’auspicio è che il sistema non si fermi ai piani alti, ma arrivi e coinvolga l’economia reale, quella che crea lavoro aggiunto, che crea posti di lavoro nel medio lungo termine, quella che immette nel sistema nuovi bisogni, e quindi nuova offerta e di conseguenza nuova domanda, innescando un meccanismo virtuoso che duri nel tempo. Orgogliosi di poter tonare a dire di essere italiani, mostrando le nostre unicità: alta moda, alimentare e… qualcosa di veramente grande che ci faccia credere nel futuro!

inoltre prevista una sanzione di 100 euro per ogni comunicazione tardiva, omessa o errata. Nel caso in cui, però, si tratti di un errore, il sostituto (quindi l’impresa), ha cinque giorni di tempo per sanarlo, inviando una nuova comunicazione corretta, senza pagare alcuna sanzione.La nuova Comunicazione Unica 2015, con gli ulteriori oneri che pone a carico di aziende, consulenti e sostituti d’imposta non sembra, quindi, orientata alla tanto auspicata semplificazione.

di Laura Di Paolantonio

DIVENTA PIÙ COMPLESSA LACOMPILAZIONE DEL MODELLO, ED OBBLIGA ALLA TRASMISSIONE TELEMATICA ALL’AGENZIA DELLE ENTRATE

di Alessandro Frattaroli dottore commercialista

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Curiosità

Numerologia

I Percorsi di Vita ‘4’ e ‘5’

ture di ogni cosa, può farli apparire a volte leggermente cupi o comunque ‘pessimisti’. Una caratteristica che il 4 deve provare a migliorare è la sua mancanza di flessibilità, perché spesso i 4 sono troppo rigidi nel loro modo di vedere e ostinati nelle loro convinzioni. Il 4 si sposa generalmente con Persone nate in cicli 1,7,8,9. Non positivo il rapporto con i 5, neutri i rapporti con gli altri numeri. Molto differente è il percorso di Vita 5. Il 5 è il numero della libertà e pertanto chi nasce in questo ciclo ha una estrema necessità di essere ‘libero’ e non ama assolutamente sentirsi dire cosa deve fare. Le persone 5 non amano la routine e hanno bisogno fisiologico di cambiamenti e novità. Possiedono la curiosità di un gatto e pertanto sono spesso grandi avventurieri, molto predisposti a viaggi, a scoperte dell’ignoto e a compiere

LA LORO TENDENZA A CERCARE DI CAPIRE TUTTE LE SFACCETTATURE DI OGNI COSA, PUÒ FARLI APPARIRE A VOLTE LEGGERMENTE CUPI O COMUNQUE ‘PESSIMISTI’

Il nostro viaggio all’interno dei Percorsi di Vita Numerologici prosegue con la descrizione dei ‘4’ e dei ‘5’. Ricordo che il Percorso di Vita rappresenta le caratteristiche di base di ciascuna persona, che variano a seconda del ‘ciclo’ numerologico nel quale si nasce. Per calcolare il proprio è sufficiente ridurre a un singolo numero la propria data di nascita. Esempio: 15/02/1985 . Si riduce a una sola cifra giorno, mese e anno, così: 15=1+5=6, poi 02=2, poi 1985=1+9+8+5=23=2+3=5 e poi si sommano i numeri ottenuti. In questo caso 6+2+5=13= da cui 1+3=4. La persona in questione ha un Percorso di Vita 4. Nel caso in cui la somma dei 3 numeri dia un risultato 11 o 22, questo non va ulteriormente

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ridotto a una singola cifra, perchè in quel caso saremo in presenza di due numeri maestri, che vedremo in seguito. Il Percorso di Vita 4: il 4 è il numero della praticità e rappresenta i 4 lati del quadrato, e in effetti la persona che nasce in questo ciclo è generalmente ‘quadrata’ ,molto pratica, del tipo ‘pochi discorsi, molti fatti’. I 4 sono di base molto corretti, e hanno un profondo senso di giustizia: non sono dei ‘leader’ e quindi non sono adatti a dirigere gruppi di persone, mentre sono maggiormente predisposti a eseguire compiti che vengono loro assegnati che portano a termine con precisione. I 4 sono quindi degli ottimi ‘esecutori’ di ordini, con una grande mania per i dettagli. La loro tendenza a cercare di capire tutte le sfaccetta-

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ricerche apparentemente difficili per gli altri.Il numero 5 rappresenta i 5 sensi, e pertanto per queste persone tutti i piaceri sensoriali sono fondamentali: il 5 deve stare attento a non eccedere in cibo, alcol, o sesso perchè l’istinto di ‘sperimentare’ tutto ciò che si presente nella vita è molto forte in queste persone e la cosa può creare problemi nei nati in questo ciclo. In generale il 5, con il suo spirito avventuriero ha una grande adattabilità ed è in grado di fronteggiare anche le situazioni più difficili che la vita gli mette davanti. Non semplice per il 5 rimanere in coppia tutta la vita con lo stesso partner, proprio per l’indipendenza di cui ha bisogno. Comunque: attrazioni forti e relazioni durature possono verificarsi con Percorsi di Vita 2, 3 e 11. Da evitare relazioni con 4,6,8 che finirebbero per risolversi in sofferenze per entrambi i partner. Neutri i rapporti con gli altri Percorsi.

di Bruno Feroci




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