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GIULIO BORRELLI A ISOLA DEL GRANSASSO....



57 DIRETTORE RESPONSABILE: Direttore Editoriale

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free press - n. 57 anno 5 PrimaPagina - il mensile di E.C.S. Editori

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MAGGIO 2015

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22 Per usare una terminologia medica potremmo dire che il paziente è grave ma le condizioni sono stazionarie. Non peggiora e non migliora. Sta lì, sospeso, in attesa di quel guizzo che faccia ripartire il bip, il segno di vita su cui continuare a sperare. “Anche dopo l’uscita dalla crisi – si legge nella relazione di sintesi dello studio di Confindustria Abruzzo sulla salute della nostra economia- nulla sarà più come prima”

n. 605 del 14.07.09 - n. 20081 - 2281-5651

Chiuso il 18 MAGGIO 2015 La responsabilità delle opinioni espresse negli articoli pubblicati è dei singoli autori, da intendersi libera espressione degli stessi. Alcune collaborazioni sono gratuite.

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Gianfranco Puca

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SOMMARIO

Laura Di Paolantonio dottore commercialista lauradipao@libero.it

Martirio e guerre di Religione

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di Mafalda Bruno

Rimborso IVA sulla TIA

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Raffaele Raiola

di Antonella Lorenzi

architetto urbanista ambientale architetto.raiola@alice.it

Territorio

Nicola Paolo Rosetti

18 Il Contratto di Quartiere Cona

avvocato pres. giov. avvocati di Teramo avv.nicolapaolorossetti@gmail.com

di Domenico Bucciarelli

Scuola

Gennaro Cozzolino avvocato magistrato onorario avv.gennarocozzolino@libero.it

12 Diplomati Magistrali e possibili assunzioni di Rodrigo Verticelli

Jazz

36 Passione di Famiglia di Adele Di Feliciantonio

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Il “FairPlay” dei Pulcini... di Federico Centola

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Tutto torna in TV...

Pierluigi Troilo ingegnere coach & formatore info@pierluigitroilo.com

In Copertina: “Situazione Grave, ma non Seria” foto free royalty from internet Le immagini contenute nel magazine rispondono alla pratica del “FAIR USE” per la divulgazione scientifica e culturale

Alessio De Iuliis Avvocato Lavorista

di MikiMoz Capuano PrimaPagina 57 - Mag. 2015

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Lettere al Direttore

GIUSTIZIA FISCALE Una domanda al Sindaco di Teramo Riceviamo e pubblichiamo Sig. Sindaco, l’evasione fiscale è uno dei tanti mali atavici della società italiana. Essa ha raggiunto i 140 mld ed insieme alla corruzione (80 mld)costituisce il tema dominante della politica. Il legislatore nell’anno 2010 (L.122 del 30/07/2010), allo scopo di limitare il “fiume senza fine” dell’evasione fiscale e contributiva, fece obbligo ai Comuni di istituire i Consigli Tributari, così da permettere agli Enti Locali di partecipare all’attività di accertamento ed al contrasto dell’evasione. Quale premio agli stessi venne riconosciuto dapprima il 33% e successivamente il 100% delle maggiori somme riscosse a titolo definitivo, afferenti i controlli fiscali operati dall’Ufficio locale dell’Agenzia delle Entrate. Anche il Comune di Teramo fu “costretto” ad istituire questo importante organismo che non avrebbe comportato alcun onere a carico dell’Ente, in quanto la partecipazione dei componenti del Consiglio Tributario era a titolo

gratuito. Lo scrivente venne nominato nell’organismo insieme ad altri quattro componenti, compreso il Presidente. Si iniziò con entusiasmo a lavorare con la elaborazione di elenchi di contribuenti, residenti in Teramo, da segnalare all’A.F. per un eventuale controllo, in considerazione sopratutto della difformità tra il loro tenore di vita ed i redditi dichiarati negli anni (cd. Redditometro). Con il D.L.6/12/2012 n.201 venne meno l’obbligo da parte dei Comuni di istituire i Consigli Tributari, mentre si concesse ad essi la facoltà di tenere in vita quelli già istituiti. Il Comune di Teramo, diversamente da altri capoluoghi di provincia abruzzesi, decise di abolire il Consiglio Tributario, rinunciando così di fatto sia al contrasto dell’evasione dei tributi statali che alla automatica attribuzione di somme erariali, derivanti dalle rettifiche a carico di alcuni concittadini infedeli con il Fisco. Leggo dai giornali ripetute dichiarazioni del Sindaco di Teramo (Comune che ha applicato le più alte aliquote dei tributi locali) con le quali lo

stesso si lamenta della insufficienza dei trasferimenti erariali a vantaggio del Comune. Allora sorge spontanea una domanda: ammesso che le sue considerazioni siano oggettivamente riscontrabili, perchè mai con l’abolizione del Consiglio Tributario lei ha rinunciato ad acquisire importanti somme da un’attività di accertamento che, peraltro, sarebbe stata esperita dall’Agenzia delle Entrate? A mio giudizio anche da queste contraddizioni nasce il distacco tra la società civile e la classe politica la quale non vuole o non sa interpretare gli interessi generali che, nel caso di specie, consistono in un’azione di ridistribuzione del reddito con la predisposizione di servizi a vantaggio dei ceti meno abbienti.

Bucciarelli Domenico Consigliere comunale Assessore Giunta Sperandio

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L’Editoriale di Mira Carpineta

GIUDIZI E CRITERI e prove INVALSI sono state boicottate. La riforma della scuola mobilita eserciti di insegnanti, genitori e studenti in un’insurrezione immediata e trasversale che neanche la Gelmini era riuscita a provocare e incanalare con il famigerato “ tunnel dei neutrini”. Tutti contro la riforma che a detta del Governo dovrebbe rimettere il merito, la cultura e la responsabilità al centro dell’universo Scuola. Nonostante la promessa di assunzione di 160.000 precari, nonostante i bonus culturali per gli insegnanti, nonostante l’assunzione di responsabilità dei dirigenti scolastici nella scelta dei docenti e delle offerte didattiche. O forse proprio per tutto questo. Siamo talmente poco abituati alla meritocrazia da non saper neanche definire i criteri di valutazione e soprattutto da non volerli subire. Non vogliamo essere giudicati. Anche la parola “responsabilità” assume un significato ambiguo, in un paese dove tutti vogliono dirigere, ma nessuno è disposto a subirne le conseguenze quando si cade in errore. Perché c’è sempre un

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protocollo, una procedura, una consuetudine o un’interpretazione legislativa che impedisce di identificare un “responsabile”. Appunto. Siamo in Italia, merito vs raccomandazione, discrezionalità vs clientelismo, la doppia faccia della stessa medaglia. Si parte dal presupposto (peraltro comprensibile) che qualsiasi potere, dal più insulso al più elevato, porti all’espressione peggiore. Secondo un recente sondaggio, la percezione degli stranieri sul costume sociale e morale del nostro paese, ha posto l’Italia allo stesso livello della Colombia per “merito” o “colpa” della corruzione. In pratica nel mondo ci considerano corruttori e corruttibili come i trafficanti colombiani. Un primato di cui vorremmo proprio incominciare a fare a meno. E mentre aspettiamo un’evoluzione culturale che ci permetta di riconoscere in modo chiaro il significato della parola “merito” e con quali “criteri” viene definito, diamo per scontato che il “responsabile” della scelta di docenti e di piani formativi, sia alla fine il solito “signorotto” di turno che finalmente può coltivare ( a sua discrezione) il suo personale “orticello”.


arà capitato a molti, durante il periodo pasquale, di rivedere qualche film storico come I Dieci Comandamenti, Ben Hur, La Tunica: film che, si sia credenti o meno, riescono ancora oggi ad affascinare l’immaginario collettivo non foss’altro che per le magistrali interpretazioni di attori che, in seguito, sono diventati delle icone nel campo del cinema mondiale. E dei martirii di cristiani abbiamo rivisto le immagini e rivissute le storie: cruente, violente, il più delle volte senza una spiegazione razionale e oggettiva, con prove certe, (oggi diremmo per futili motivi) se non quella dello sterminare, sul nascere, possibili usurpatori di troni e di poteri dei grandi di allora. Pare assurdo che la storia si stia ripetendo dopo 2000 anni. Con connotati diversi sicuramente, al posto dei leoni oggi ci sono i kalashnikov, al posto di soldati che ubbidivano al potente di turno, oggi c’è una massa di assassini per i quali la vita umana vale zero spaccato. Cicli e ricicli storici. Di fronte alle notizie sempre più tragiche in Oriente, in Africa e nel Mediterraneo, in molti ci chiediamo se e come bisogna reagire a questa mattanza, motivata (?) dal fatto di essere di religione cristiana. Quale sia la tattica migliore per contrastare questi eccidi di vite umane, ree solo di avere una fede non musulmana.

ALLA BASE DI TUTTE QUESTE VIOLENZE, C’È LA TOTALE CARENZA DI DIALOGO

Dovremmo reagire militarmente e colpire duro davanti ai massacri di cristiani inermi, abbassandoci così al livello dei feroci aggressori? La morte orribile dei profughi buttati a mare da musulmani, ci porta giocoforza a riflettere sui princìpi della libertà di religione, sulla quale, non foss’altro che per buon senso, ci sentiamo di affermare che non può e non deve prevalere la logica bellica, la logica della sopraffazione. Nondimeno, girarsi dall’altra parte, come se non stesse accadendo nulla, è un atteggiamento che non possiamo permetterci. Siccome non sono ancora arrivati da noi, la cosa per ora non è una nostra grana: riposino in pace quelle povere vittime, ma noi, di guai, ne abbiamo già abbondanti in casa nostra! Ma è giusto fare questo ragiona-

mento qualunquista se da mesi l’orrore è ormai parte integrante del quadro internazionale, in cui Dio viene usato come arma per ripetute violenze efferate? D’altro canto, alla radice, alla base di tutte queste violenze, c’è la totale carenza di dialogo, con una controparte che, nella sua follìa ideologica, decreta: solo io sono nel giusto, tu sei un infedele, quindi ti uccido. Se non c’è alcuna possibilità di dialogo, rimane solo (nella logica terroristica) eliminare chi ha un credo diverso. Una scheggia impazzita del mondo musulmano

da osservatori pericolosamente miopi. Per cui, anche se la frittata ormai non solo è fatta, ma continua a cuocere pericolosamente nella padella, si può solo ribadire che la principale arma per combattere queste guerre di religioni, rimane il dialogo politico-internazionale tra i governi e le istituzioni multilaterali, forze sociali e maggiori leader religiosi; sono loro che debbono farsi portavoce attivi – ciascuno secondo il proprio ruolo – di azioni pacifiche che non sfocino nell’odio, nel muro contro muro: evitando la tentazione

Martirio e guerre di Religione

Quando

la Storia si ripete è diventata assassina, trasformando la fede in motivo di sterminio, e parole come solidarietà, dialogo, comprensione, in bocca a loro, fanno sorridere persino, talmente suonano assurde e surreali. Il germe dell’odio violento ormai ha attecchito dovunque, davanti alle reazioni spesso inermi e disinteressate di chi avrebbe dovuto avere sentore, in tempo, del pericolo terroristico ed eliminarlo sul nascere. Ci rifiutiamo di scrivere che ormai è troppo tardi, ma negare che la situazione stia degenerando paurosamente, sarebbe quantomeno ingenuo e

di cadere in una pseudo guerra santa (ma se è una guerra, quanto è giusto definirla “santa”?) ma sia capace di sancire, sulla base del diritto internazionale e degli ordinamenti nazionali, la sicurezza, il rispetto reciproco, la pacifica convivenza anche tra fedi diverse. Altrimenti, e forse ci siamo già dentro senza saperlo, la terza guerra mondiale, dagli esiti imprevedibili, è una possibilità concreta e catastrofica, anche per “noi” …. in tutt’altre faccende affaccendati.

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di Mafalda Bruno

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L’Aquila: processo d’Appello per il crollo della Casa dello Studente

CONDANNA PER I TECNICI E CITAZIONE PER REGIONE E ADSU L’Avvocato Wania della Vigna spiega che… n “castello di carta”: così era stata definita da alcuni periti la Casa dello Studente a L’Aquila, per la fragilità strutturale che ha causato, nel corso del sisma dell’aprile 2009, il decesso di 8 giovani studenti. L’edificio si è sbriciolato lasciando solo macerie: un vero e proprio “ground zero” abruzzese. Dai legali di parte civile era stata chiesta, a conferma della sentenza di primo grado, la condanna a 4 anni di reclusione, per omicidio colposo, disastro colposo e lesioni, nei confronti di Tancredi Rossicone, Berardino Pace e Pietro Centofani, i tre tecnici autori dei lavori di restauro effettuati nel corso del 2000

allo stabile. Ed era stata anche chiesta la conferma di condanna per Pietro Sebastiani, tecnico dell’Azienda per il diritto allo studio (Adsu) che gestiva la struttura, condannato in primo grado alla pena di anni due e sei mesi di reclusione. Il 28 Aprile u.s., i Giudici d’Appello hanno confermato le pene di primo grado per i quattro imputati; per i tecnici sono stati confermati 4 anni di reclusione, mentre per il tecnico Adsu, due anni e mezzo. Wania della Vigna in primo grado assisteva e difendeva 11 parti, tra le quali i familiari di Hussein “Michelone” Hamade e 4 ragazzi sopravvissuti nell’ala crollata. Una rappresentanza che si è allargata in seguito a 22 parti lese.

in foto particolare della “Casa dello Studente” in L’Aquila

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Dopo l’esito di questa “maratona” per la giustizia, l’avvocato Della Vigna racconta: le sue sensazioni a caldo dopo la sentenza? Ero in prima fila accanto al Sostituto Procuratore Generale, dott Sgambati, e con alcuni dei ragazzi sopravvissuti, portati in salvo dalla macerie dell’ala nord della Casa dello studente, la notte del 6 aprile 2009. Ho ascoltato la lettura del dispositivo, e in un attimo le parole del pre-

NON SI PUÒ CERTO GIOIRE DELLA CONDANNA DI UOMINI, DI PROFESSIONISTI OSSIA DI INGEGNERI ED ARCHITETTI IN COOPERAZIONE COLPOSA TRA LORO

sidente dott. Catelli, hanno assunto tutta la loro connotazione della Giustizia amministrata “nel nome del Popolo Italiano”. In quell’istante sono tornata indietro nel tempo alla notte del sisma (anche io abito in un paese del cratere sismico, Arsita) ma le prime immagini che ho visualizzato sono state quelle della Casa dello Studente, in data 28 maggio 2009, quando - su autorizzazione della Procura aquilana - mi ero recata per la prima volta nella zona rossa, quattro studenti, con Cinzia (teramana di Castelli di Teramo) Ana Paola, Stefania ed Hisham e con il giornalista di Rai 3, Romolo

Sticchi. Non dimenticherò mai quelle scene di una città devastata, case sventrate con le immagini di vita quotidiana; tutto si è fermato alle h.03.32. E poi lì in via XX settembre, la Casa dello Studente, in quel cimitero all’aperto che era testimone implacabile della presenza degli studenti con tutti i loro beni, i vestiti ridotti a brandelli, i peluches, gli appunti universitari, i libri, le foto. La polvere che ancora si alzava ed ingrigiva e quell’odore di morte! Hisham Shahin – ragazzo israeliano – che mi diceva: “Wania questa è stata la vera guerra”! E poi gli anni delle indagini preliminari, la determinazione del Sostituto Procuratore della Repubblica dott. Fabio Picuti, la presenza del compianto Procuratore dott Rossini, che fin dal 6 aprile sequestrano tutti gli edifici crollati, in primis la Casa dello Studente. E a seguire, le prove tecniche, i consulenti della Procura (Margherita Aledda, Benedettini, Salvatori, Decanini…), le udienze nei MAP ( moduli abitativi provvisori) di Bazzano, i carotaggi , le prove tecniche e la prova scientifica della prof. Maria Gabriella Mulas: tutto finalizzato alla ricostruzione delle cause del crollo dell’ala nord della Casa dello Studente. Premesso che una sentenza non può certo restituire le 8 vite agli studenti che non ci sono più, forse oggi un pò di giustizia potrà fungere da balsamo lenitivo ad un dolore comunque insanabile? Qual’è stata la reazione dei familiari delle vittime? Non si può certo gioire della condanna di uomini, di professionisti ossia di ingegneri ed architetti- in cooperazione colposa tra loro- per reati gravi dal disastro colposo, crollo di edificio, omicidio colposo plurimo alle lesioni colpose plurime ed alcuna condanna riporterà

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in vita le otto giovani vite, alcuna condanna lenirà le ferite dei ragazzi sopravvissuti. Ma viviamo in uno Stato diritto e la realtà è stata acclarata: non è stato il sisma che ha cagionato morte e lesioni, bensì la concausa determinante l’evento, è stata la mano dell’uomo! La vulnerabilità dell’edificio, nel corso degli anni che vanno dal 1965 al 6 aprile 2009, è stata causata da negligenza, imperizia, imprudenza, mancato rispetto di leggi e regolamenti; condotte colpose omissive e commissive. Ho chiamato per telefono i genitori di Michelone, di Hussein Hamade che vivono a Kabul di Israele, un villaggio della Galilea, il loro figlio era alla casa dello studente, sognava di fare il medico, le sue ultime parole all’amico Hisham

furono : “Non sono morto a Gerusalemme, non sarò venuto a morire qui a L’Aquila!” I genitori delle vittime e i ragazzi sopravvissuti non cercano- né hanno mai cercato nei processi

LA CONCAUSA DETERMINANTE L’EVENTO, È STATA LA MANO DELL’UOMO un capro espiatorio, un colpevole a tutti i costi per elaborare il loro lutto, ma hanno chiesto, in

tutti questi anni, solo la Verità dei fatti. Confidano pienamente nella Giustizia: la seconda condanna conferma la validità di tutto il lavoro svolto dalla Procura della Repubblica di L’Aquila e dai magistrati del Tribunale. Sono molto commossi, e hanno partecipato a questo processo con il desiderio espresso che da queste condanne possa derivare un monito a costruire meglio e a ristrutturare gli edifici, seguendo tutte le leggi a tutela della pubblica incolumità, a valutare meglio il rischio sismico. La sua arringa ha convinto i giudici. Ha avuto difficoltà nel prepararla e poi esporla? Non ho avuto difficoltà a preparare la mia arringa: dopo sei anni di partecipazione diretta alla fase delle indagini coordinate dal dott. Picuti, dopo sei anni di studio degli atti e documenti, delle consulenze peritali, dei resoconti dettagliati delle 22 parti civili che assisto, nulla è stato difficoltoso, nulla è difficoltoso se viene fatto con passione. Prossimi sviluppi della vicenda? Ci saranno altre mosse?Credo che una volta che saranno depositate le motivazioni, gli imputati avranno diritto ad impugnare la sentenza con ricorso per Cassazione: quindi, attendiamo sereni questo ulteriore grado di giudizio, vertente non più nel merito, ma solo sulla legittimità della sentenza. Per quanto riguarda gli aspetti civilistici, voglio ricordare che la Casa dello studente venne edificata nel 1965 dalla famosa azienda farmaceutica Angelini: successivamente venne acquistata dall’Opera Universitaria e poi acquisita definitivamente dalla Regione Abruzzo. Quindi, trattasi di un edificio pubblico di proprietà della Regione Abruzzo, destinato a residenza per gli studenti fuori sede, gestito con contratto di comodato d’uso dall’ADSU (Azienda per il Diritto agli Studi Universitari). In definitiva- al di là di quelle che sono le responsabilità a carico dei committenti per le opere affidate ai professionisti ritenuti colpevoli dei reati sopra richiamati- gli enti pubblici Regione Abruzzo e ADSU hanno precise responsabilità civili nei confronti dei ragazzi che alloggiavano nella Casa dello Studente, in virtù di regolare contratto di locazione. Quindi, nelle prossime settimane, consegnerò gli atti di citazione presso gli ufficiali giudiziari di L’Aquila per la notifica nei confronti della Regione Abruzzo e dell’ADSU alle quali tutti i miei assistiti -sia quelli già costituiti parte civile in sede penale che altre parti offese, non costituite parte civile- chiederanno il giusto risarcimento del danno. di Mafalda Bruno

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Info e chiarimenti:

Rivolgersi a questa Redazione PrimaPagina 57 - Mag. 2015

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Che cos’è il Green Marketing?

Ecologia e mercato:

alla ricerca della relazione perfetta l termine Green Marketing ha assunto rilevanza sul finire del 1980 e agli inizi degli anni ‘90 negli Stati Uniti. Già nel 1975 l’American Marketing Association (AMA) tenne il primo workshop sul Marketing Ecologico. Gli atti del workshop furono pubblicati in uno dei primi libri sul Green marketing intitolato “Ecological Marketing” (Henion and Kinnear 1976). Lo storico workshop ebbe il merito di chiamare a raccolta accademici, professionisti e policy makers per valutare, per la prima volta, gli impatti del marketing sull’ ambiente naturale. La prima definizione data fu infatti questa: “the study of the positive and negative aspects of marketing activities on pollution, energy depletion and nonenergy resource depletion.” (ibidem, 1976). Questa prima definizione comportò che le aziende americane per migliorare l’immagine e accrescere i profitti mostrassero attenzione e rispetto per l’ambiente. La seconda definizione più completa fu formulata da Stanton e Futrell (1987): “Il Green Marketing o Environmental Marketing è costituito da tutte le attività destinate a generare e facilitare eventuali scambi volti a soddisfare i bisogni umani o desideri, in modo tale che la soddisfazione di questi biso-

gni e desideri si verifichi con il minimo impatto negativo sull’ambiente naturale”. Difatti verso la fine degli anni Ottanta è emerso e si è affermato il termine Green Marketing con l’intento di descrivere “le attività di marketing che tentano di ridurre gli impatti negativi sociali e ambientali dei prodotti e dei sistemi di produzione esistenti, e le attività volte a promuovere prodotti e servizi meno dannosi’”(Peattie, 2001). Nella letteratura sulla sostenibilità, il green marketing si riferisce a pratiche di marketing, politiche e procedure che rappresentano esplicitamente le preoccupazioni circa l’ambiente naturale nel perseguire l’obiettivo di creare ricavi e allo stesso tempo di fornire risultati che soddisfino gli obiettivi organizzativi e individuali per un prodotto o una linea. La terza definizione è di Ken Peattie (1995) che ha parlato di green marketing come “il processo di gestione olistica responsabile dell’identificazione, anticipazione e soddisfazione delle esigenze dei consumatori e della società in modo proficuo e sostenibile”. Lo studioso ha sostenuto che nella definizione di Environmental Marketing ci sono tre principi fondamentali: la responsabilità sociale, un approccio olistico e il perseguimento della soste-

nibilità. La responsabilità sociale è un principio che riguarda l’obbligo delle imprese verso il benessere della società, al di là della soddisfazione dei bisogni di questa. In questi obblighi è inclusa la responsabilità nel minimizzare gli impatti nocivi verso l’ambiente naturale. Per approccio olistico si vuole intendere l’idea che un business deve essere gestito come un sistema totale, piuttosto che un insieme di singole funzioni e unità. Ne consegue che un Marketing responsabile che va oltre il concetto di soddisfazione di un semplice bisogno individuale, ma cerca di soddisfare un nuovo bisogno dell’ambiente e dell’uomo: minimo impatto ambientale, salvaguardia del futuro e salute. Un marketing che non sia più finalizzato a se stesso, ma che rifletta in sé un sistema, ovvero il sistema uomo-natura. Per questo Chamorro e T.M. Banegil (2006) hanno sottolineato l‘importanza di un impegno concreto da parte delle aziende: la protezione dell‘ambiente, andando oltre la pura green communication. Questo implica che il green marketing dovrebbe essere concepito non solo come attività, ma anche come filosofia. L‘inclusione di una nuova variabile ecologica nelle attività di marketing ha portato gli studiosi a sviluppare un nuovo modo di vedere le relazioni tra le organizzazioni, chiamato green marketing o environmental marketing. È importante sottolineare che il green marketing non deve essere visto solamente come pura attività di comunicazione, volta ad incrementare le vendite, grazie al suo effetto commerciale. Il tema ambientale deve essere incorporato in tutte le attività di marketing e considerato una filosofia/cultura aziendale. Il Green Marketing cerca di soddisfare nuovi obiettivi, come il minore impatto ambientale e la soddisfazione di un cliente attraverso la Green Image e mediante una cultura aziendale, che è alla base della nuova filosofia di gestione, che deve pervadere tutte le attività dell’azienda.

di Giorgia Di Giannatale

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Dopo la sentenza della Cassazione

Come chiedere il rimborso IVA sulla TIA e insistenze delle associazioni dei consumatori riguardo ai rimborsi dell’IVA sulla tassa di igiene ambientale (TIA) hanno portato a casa il risultato: con la sentenza n. 238 nel 2009, La Corte Costituzionale aveva stabilito che la TIA (tariffa igiene ambientale) è un tributo e non una vera tariffa , pertanto su di essa non poteva essere caricata l’iva, intesa come imposta sul valore aggiunto. infatti si trattava di “tassa” e non di “valore” o servizio che si aggiungeva e quindi da tariffare e tale da divenire valore imponibile agli effetti iva. Così dopo la sentenza della Corte Costituzionale è arrivata la sentenza della Corte di Cassazione n.3756/2012 che ha aperto concretamente la strada dei rimborsi. L’importo della posta in gioco , circa un miliardo rimborsabile, fa prevedere tentativi di dilazionare l’avvio di tali rimborsi. Essi risultano complessi per le imprese e i soggetti che praticano il rimborso IVA. Per i cittadini consumatori e utenti la condizione è chiara e trasparente . Essi hanno diritto di chiedere ai soggetti che hanno emerso la bolletta per i rifiuti di rimborsare l’iva sulla TIA (tariffa igiene ambientale ).Poiché si tratta inequivocabilmente di un diritto la Lega Consumatori ha elaborato il seguente modulo di richiesta di rimborso e impegna ciascun sportello della rete della associazione a promuovere la raccolta di informazione, di consulenza pratica e di invio delle richieste documentate di rimborso Cosa fare se negano il rimborso della TIA Se l’Ente non riconosce la sentenza della Corte costituzionale e vi nega il rimborso, o non risponde, potete presentare un ricorso alla commissione tributaria provinciale. Potete farlo come singolo contribuente se il valore della causa risulti inferiore a 2.582,28 euro. Al di sopra di questa cifra è necessario farsi assistere da un avvocato. Per fare ricorso alla commissione avete 60 giorni di tempo dal momento in cui ricevete la risposta negativa dell’ente o dal termine dei 90 giorni dalla presentazione della richiesta di rimborso di Antonella Lorenzi

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ISOLA DEL GRAN SASSO

CRESCITA COMUNE CON ANDREA IANNI SINDACO ngegnere meccanico, 45 anni e tre figli, Andrea Ianni, ha ricevuto la comunicazione “in diretta” dell’avvenuta unanime votazione e dell’approvazione della sua candidatura a sindaco tramite un collegamento via Skype tra Isola del Gran Sasso e gli Stati Uniti. Andrea, infatti, lavora per la “ Princeton University”, New York , in collaborazione con il Laboratorio Nazionale del Gran Sasso. Già segretario e militante DS, Ianni è ora capolista della lista civica CRESCITA COMUNE. “Mi sono ritrovato - annuncia Ianni - con un gruppo di giovani e amici per cercare di fare qualcosa per il nostro paese e siamo diventati tantissimi. Il comitato civico ha visto l’immediato coin-

ma finora ho ricevuto solo rifiuti. Le parole più logorate in campagna elettorale sono: trasparenza, partecipazione, cultura del fare; per noi trasparenza ha un significato fondamentale che mostreremo con atti pratici, come rendere pubblici tutti i documenti, rendere i consigli aperti a tutti facendo partecipare tutti e quindi spostandoci nelle frazioni. Dietro ogni amministratore ci sarà un gruppo di lavoro di cittadini appartenenti al comitato e non, in forma gratuita. Valore al sociale: Il sindaco, i consiglieri e assessori devolveranno, - continua Ianni, - una parte consistente della propria retribuzione in un fondo di aiuto sociale”.

I punti programmatici fondamentali del progetto

CRESCITA COMUNE: Donazione di buona parte del compenso di sindaco e assessori da destinare a un fondo per il sociale. Trasparenza: attivare una rivoluzione politica in cui tutti i cittadini saranno coinvolti. Tutela dell’ambiente e di beni di uso civico (acqua, legnatico, etc.). Collaborazione con gli enti sul territorio e comuni limitrofi. Identità culturale da recuperare.

in foto il gruppo dei candidati della lista “CRESCITA COMUNE”

volgimento di 90 firmatari (senza parenti) del movimento. Vogliamo mettere da parte il partitismo locale, spogliarci di ideologie partitiche che, oramai, non funzionano più. I partiti spesso si muovono per logiche clientelari e non sui contenuti o senso di appartenenza. I cambiamenti da fare, - prosegue- sono tanti. Ho chiesto un dibattito pubblico ai 3 candidati

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Turismo, quale principale risorsa, per ripartire dal punto di vista produttivo e lavorativo.

“Sono così:

Semplice ma determinato!”

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Andrea Ianni


COMUNICAZIONE ELETTORALE

Intervista

ANDREA IANNI PrimaPagina 57 - Mag. 2015

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ABRUZZO CIVICO SI ORGANIZZA COME SOGGETTO POLITICO REGIONALE Grande partecipazione al Palaisola di Raffaele Raiola

unedì 18 maggio dalle ore 21 fino a notte inoltrata alcune centinaia di cittadini di Isola del Gran Sasso hanno partecipato attivamente alla iniziativa organizzata dalla lista civica “Crescita comune” che ha candidato a Sindaco della cittadina Andrea IANNI. Il Consigliere teramano Gianluca Pomante, ospite della manifestazione, si è congratulato con i sostenitori della lista per la scelta di una eccellenza professionale ed intellettuale come quella di Andrea IANNI. Le “mezze calzette” ha continuato Pomante sono pericolose perché possono arrecare enormi danni alla collettività e alle casse del Comune, per l’incapacità di gestire a livello manageriale la cosa pubblica. Non è stata una presentazione del programma, ma si è molto discusso di un metodo di lavoro, che consente ai cittadini di partecipare, di programmare e di gestire il bilancio dell’Ente, individuando insieme le priorità e le entrate per far fronte alle spese generali e agli investimenti. IANNI non ha voluto rubare tempo e spazio al dibattito. Gli ospiti l’hanno fatta da padrone ed i cittadini hanno potuto intervenire senza alcuna limitazione. Ha moderato il dibattito Sergio D’Ascenzo operatore della Croce Bianca di Isola del Gran Sasso. Gli invitati d’onore erano il giornalista della RAI Giulio BORRELLI, già candidato sindaco di una lista civica del Comune di Atessa e attualmente coordinatore regionale di Abruzzo Civico, Gianluca Pomante, consigliere comunale di Teramo, della lista del comune di Teramo “Finalmente Pomante”, Luigi Ragni della lista del Comune di Giulianova “Civicamente Giulianova”. Non ha potuto partecipare per impegni lavorativi assunti fuori regione Michele Cassone della lista civica

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Silvi Bellissima del Comune di Silvi. Borrelli ha fatto presente che di norma le liste civiche esauriscono il proprio ruolo con la chiusura della campagna elettorale, non avendo tra l’altro alcun riferimento nelle istituzione a livello superiore come ad esempio in Consiglio regionale. Di norma gli elettori che votano per le liste civiche appartengono a quella stragrande maggioranza di cittadini (circa il 52%) che, non riconoscendosi nei partiti tradizionali e nei movimenti nazionali, preferiscono di non andare a votare.

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Ecco perché si è voluto dar vita ad una federazione delle liste civiche – ha più volte ribadito Borrelli - per costruire un soggetto politico regionale che costruisca a partire dalla base un programma condiviso con i cittadini da riportare nell’assise regionale attraverso i due rappresentanti di Abruzzo civico. Borrelli ha fatto presente che l’obiettivo comune è quello di partire dalla rabbia dei cittadini e costruire insieme ad essi uno sbocco propositivo. Ecco perché nell’unico manifesto di Abruzzo civi-


co si legge: ”La rabbia costruttiva”. Da una chiacchierata dietro le quinte Borrelli, rigetta il ruolo della federazione di movimento di moderati e preferisce definirlo “radicale riformista”. Il candidato Sindaco Andrea IANNI ha chiarito che gli eletti della lista “Crescita comune” devolveranno a favore dei servizi sociali il 50% del compenso e non usufruiranno delle aspettative, continuando a svolgere il proprio lavoro, forti di una grande partecipazione e di volontariato che si prevede da parte dei cittadini e dei sostenitori del movimento civico. Se la federazione di Abruzzo civico è ancora ad un livello embrionale, bisogna riconoscere che “Crescita comune” è un vero esempio di democrazia partecipativa. L’associazione ha anche individuato quattro garanti per verificare costantemente che le attività dei soci e dell’associazione siano conformi allo statuto. Un’organizzazione dunque che parte con le regole ed il controllo delle stesse è certamente una garanzia di trasparenza operativa.

Borrelli ha fatto presente che l’obiettivo comune è quello di partire dalla rabbia dei cittadini e costruire insieme ad essi uno sbocco propositivo. Ecco perché nell’unico manifesto di Abruzzo civico si legge: ”La rabbia costruttiva”.

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Il Punto:

Il Contratto di Quartiere Cona di Teramo di Domenico Bucciarelli

l Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con decreti di attuazione del 27/12/2001 e del 30/12/2002, al fine di una riqualificazione urbana ed ambientale di aree degradate, istitutì un Contratto di Quartiere, riservato ai soli capoluoghi di Provincia. La Regione Abruzzo pubblicò l’apposito bando con bollettino ufficiale del 10/10/2003. Il Comitato di Quartiere Cona, soggetto proponente, individuò un partner privato (CCI Casa – De Juliis Corrado) ed insieme elaborarono una serie di idee progettuali per riqualificare sopratutto un ambito urbano altamente critico (area vecchia Fornace su cui insiste un vincolo archeologico- decreto 16/6/1995) per un importo complessivo di €5,5

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milioni circa, di cui € 3,5 mil.finanziabili ed € 2 mil. a carico della parte privata. Gli interventi consistevano massimamente in: ristrutturazione e conservazione della vecchia fornace, acquisizione di area antistante per spazi pubblici, realizzazione di un centro servizi, percorsi pedonali attrezzati a vantaggio di studenti della scuola Programmatori, costruzione di appartamenti per l’edilizia convenzionata, ecc. Con delibera di C.C. del 29/3/2004 il progetto veniva approvato con i relativi preliminari , inviato alla Regione Abruzzo e per essa al Ministero che finanziò l’intervento per € 5,5 milioni. Per l’attuazione del predetto contratto venivano stipulate nel 2006 apposite convenzioni tra il Comune di Teramo e l’attuatore CCI Casa.

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PER L’ATTUAZIONE DEL PREDETTO CONTRATTO VENIVANO STIPULATE NEL 2006 APPOSITE CONVENZIONI TRA IL COMUNE DI TERAMO E L’ATTUATORE CCI CASA Iniziarono le procedure di esproprio che sono state per la gran parte oggetto di opposizione. Successivamente il richiamato Ministero finanziò delle somme con prioritaria destinazione al completamento dei predetti contratti (Fondi Pisu); il Comune di Teramo intese invece destinare queste somme (circa €2 milioni) ad altre opere, diverse da quelle previste nel contratto in argomento.Nel frattempo le condizioni sia dell’area della vecchia fornace che di altri ambiti interessati progettualmente sono ulteriormente peggiorate sia sotto l’aspetto ambientale che dal punto di vista della sicurezza (ciminiera a rischio crollo). Nella zona insistono ratti e l’area è diventata un luogo in cui vengono depositati detriti anche cancerogeni. A tal proposito il Comitato di Quartiere ha più volte comunicato inutilmente alle autorità competenti i gravi rischi che derivano da tale precaria situazione. Le opere oggetto delle convenzioni ad oggi non risultano avviate. Con nota n.281806 del 27/10/2014 la Regione Abruzzo ha comunicato al Comune di Teramo di elencare le criticità che ritardano l’avvio del


progetto, chiedendo allo stesso di formulare proposte risolutive per la conclusione in tempi brevi degli interventi non attuati. A seguito del precisato intervento, il Comune ha incontrato il partner privato al fine di conoscere una proposta rimodulativa del progetto; sulla base di alcune riconsiderazioni l’Ente locale ha formulato una delibera di indirizzo (n.37 del 29/1/2015) al C.C. per una rivisitazione dell’intero intervento, senza neppure informare il Comitato di Quartiere, soggetto proponente il progetto originario. Alcuni interventi di interesse pubblico non verrebbero più realizzati, mentre l’area destinata ad edilizia residenziale convenzionata verrebbe trasformata in commerciale. Qualche giorno fa è stata convocata ed indetta una riunione del Comitato di Quartiere, a cui hanno partecipato anche i consiglieri comunali ed il partner privato. Nel corso della stessa il consorzio CCI Casa ha illustrato la proposta di modifica al progetto originario finanziato (sbilanciamento dell’intervento a favore di interessi privati). In considerazione della mancanza di atti propedeutici, l’Assemblea ha deciso di aggiornarsi, dopo aver meglio analizzato la proposta di rimodulazione.Vista la brevità dei tempi e le molte critiche che sono state avanzate in ordine alla proposta di modifica del progetto originario, il Comitato di Quartiere è fortemente preoccupato al che le somme finanziate possano essere ristornate. Il Comitato di Quartiere si farà promotore di una proposta che sia in linea con quella originaria. Va trovata una soluzione mediata tra il partner privato, l’Amministrazione comunale e il Comitato.

ALCUNI INTERVENTI DI INTERESSE PUBBLICO NON VERREBBERO PIÙ REALIZZATI, MENTRE L’AREA DESTINATA AD EDILIZIA RESIDENZIALE CONVENZIONATA VERREBBE TRASFORMATA IN COMMERCIALE. QUALCHE GIORNO FA...

BUONE PRATICHE DI DEMOCRAZIA PARTECIPATA L’ESEMPIO DI GROTTAMMARE esperienza più celebre di bilancio partecipativo è quella di Porto Alegre, capitale dello Stato di Rio Grande do Sul in Brasile con 1,3 milioni di abitanti. In Italia, nella vicina cittadina marchigiana di Grottammare (AP - 16.000 abitanti) attingendo appunto all’esperienza pionieristica della città brasiliana “la democrazia partecipativa ha, in misura virtuosa, <contaminato> la città di Grottammare dal 1994” - ci racconta l’arch. Stefano Novelli, Consigliere delegato del Comune di Grottammare (AP) alla Partecipazione e Innovazione Tecnologia. Il governo partecipato dei luoghi e della città di Grottammare, la cui esperienza risulta tra le prime d’Europa e tra le più longeve sul proscenio nazionale e internazionale, da un ventennio è arricchito e nutrito del contributo, del protagonismo civico della comunità e del confronto stabilito tra essa e l’esecutivo locale. “Ciò ha ispirato – racconta l’arch. Novelli - un interesse scientifico e di ricerca disciplinare crescente per l’esperienza promossa presso il nostro municipio, descritta come una best

practice europea, nonché la più antica esperienza di Bilancio Partecipativo del continente, e annoverata tra quelle citate dal prof. Giovanni Allegretti autore della pubblicazione dal titolo “I Bilanci Partecipativi in Europa. Nuove esperienze democratiche nel vecchio continente”, presentato presso la Camera dei Deputati della Repubblica nel 2009.” “L’amministrazione di Grottammare - ricorda il consigliere Novelli - ha concorso alla costituzione della “Rete del Nuovo Municipio” un contesto scientifico e amministrativo nel cui novero figuravano docenti di assoluto prestigio, quali il citato prof. Alberto Magnaghi, ricercatori, amministratori locali, della quale il Sindaco Luigi Merli, primo cittadino di Grottammare dal 2003 al 2013, è stato Presidente. Un metodo di governo municipale che Carlo Pertini, Il 2 Ottobre 2013, su La Repubblica ha descritto con le parole che così recitano: “Per la serie virtù italiane note all’estero più che da noi, va detto che il comune di Grottammare è monitorato quale modello di democrazia partecipativa: tra gli altri l’associazione dei Sociologi americani e la giornalista inglese Hilary Wainwright, studiosa di

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global governace, hanno dedicato alla cittadina marchigiana attenzione scientifica e plauso”. Ci dice architetto, come avviene la consultazione dei cittadini da parte dell’Amministrazione comunale? “La consultazione dei cittadini avviene attraverso il metodo assembleare; ciascun quartiere della città, è rappresentato in un assise pubblica, convocata presso luoghi d’incontro espressioni del territorio comunale. Il consueto ciclo assembleare promosso con i cittadini residenti presso ciascun brano di territorio di Grottammare, che ha costituito il costume e il metodo della città, da due anni a questa parte, da quando io sono stato investito dell’onore di rappresentare in seno all’amministrazione municipale tale prezioso patrimonio ideale, culturale e politico, si è arricchito di momenti di approfondimento teorico e scientifico circa lo spettro ampio di conoscenze che investono la democrazia partecipativa, in modo da promuovere ed estendere la consapevolezza circa tale rilevante dominio cognitivo e politico. Le assemblee di quartiere e gli incontri con per-

sonalità espressione del mondo accademico, della cultura, della conoscenza, del protagonismo civico, quali il Prof. Giovanni Allegretti, citato, il prof. Alberto Magnaghi, Michele Vianello, sono state annoverate nel calendario di iniziative che hanno costituito il “Mese della Partecipazione”. Inoltre son promosse assemblee partecipative tematiche e l’assemblea del Movimento “Solidarietà e Partecipazione”, che con cadenza settimanale vede la presenza degli amministratori, dei sostenitori della lista e di ogni cittadino interessato. Si praticano altre forme di partecipazione diverse da quelle finalizzate alla stesura del Bilancio. In caso affermativo in quali altri settori viene sollecitata la partecipazione dei cittadini da parte dell’Amministrazione comunale? L’esperienza di governo partecipato, ha subito un’evoluzione, dispiegando un disegno di innovazione che ha prefigurato, oltre alla pratica del bilancio partecipativo, il governo partecipato del territorio.

LA CONSULTAZIONE DEI CITTADINI AVVIENE ATTRAVERSO IL METODO ASSEMBLEARE; CIASCUN QUARTIERE DELLA CITTÀ, È RAPPRESENTATO IN UN ASSISE PUBBLICA, CONVOCATA PRESSO LUOGHI D’INCONTRO ESPRESSIONI DEL TERRITORIO COMUNALE

I NUMERI DI UN’ECCELLENZA

A GIULIANOVA È “BOOM” DI INTERVENTI IN ORTOPEDIA di Federico Centola

irca 500 interventi e 10mila prestazioni ambulatoriali ogni anno; aumento del ‘day surgery’ (chirurgia di un giorno) rispetto ai ricoveri ordinari. Sono i numeri del reparto di ortopedia dell’ospedale di Giulianova, che al di là della quantità si sta mettendo sempre più in evidenza sotto il profilo della qualità. A dirigerlo c’è Sergio Callipo, nato 58 anni fa a Salsomaggiore “ma da madre giuliese”, come tiene a sottolineare lo stesso medico. A sottolineare il livello elevato delle prestazioni, in particolare quelle chirurgiche,

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sono soprattutto i pazienti, i quali hanno messo in atto una sorta di tam-tam che si è tradotto con una netta diminuzione dell’esodo verso altre strutture sanitarie, la cosiddetta ‘mobilità passiva’, spesso anche fuori regione. “Dopo l’incidente in moto mi hanno trasportato all’ospedale di Giulianova dove mi hanno riscontrato delle bruttissime fratture” riferisce Valter Catarra, ex presidente della Provincia di Teramo “in molti, tra i miei amici, mi hanno telefonato sconsigliandomi di farmi operare a Giulianova, offrendomi anche varie alternative. Io non conoscevo il dottor Callipo, ma mi è bastato

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DOPO L’INCIDENTE IN MOTO MI HANNO TRASPORTATO ALL’OSPEDALE DI GIULIANOVA DOVE MI HANNO RISCONTRATO DELLE BRUTTISSIME FRATTURE...


“Ortopedia di Giulianova è un reparto di frontiera, soprattutto durante il periodo estivo, ma nonostante ciò le prestazioni mediche sono sempre di elevato livello così come quelle infermieristiche...”

parlarci per rendermi conto di essere di fronte a un medico assolutamente in grado di gestire la mia difficile situazione. E oggi, a distanza di sette mesi, devo dire di non essermi sbagliato in quanto l’intervento chirurgico è stato portato a termine in maniera eccellente, anche a detta di molti esperti”. “Ortopedia di Giulianova è un reparto di frontiera, soprattutto durante il periodo estivo- interviene Antonio Norante, anche lui operato da Callipo per una brutta frattura riportata a seguito di un incidente in autostrada - ma nonostante ciò le prestazioni mediche sono sempre di elevato livello così come quelle infermieristiche, fatte di sorrisi, gentilezza e disponibilità verso tutti i pazienti, senza alcuna distinzione”. “Il merito va condiviso con tutti i medici del reparto - dice il dottor Callipo - e anche con i vertici dell’azienda che hanno portato linfa vitale con l’inserimento di tre nuovi medici tramite concorso. Questo ci permette di lavorare in assoluta tranquillità, consentendo anche ad alcuni colleghi di specializzarsi in alcune patologie, effettuando interventi specifici, il che conferisce loro una manualità di elevato livello. Ormai siamo in grado di effettuare interventi di qualsiasi genere, comprese le protesi di anca e ginocchio, e con tecniche differenti in base alle necessità”. Massima attenzione per il paziente, seguito sempre con cura. “Questo aspetto è per me fondamentale - conclude Callipo - anche perché sono finito personalmente ben sei volte sotto i ferri, quindi so benissimo cosa si prova in certi momenti”.

IL MERITO VA CONDIVISO CON TUTTI I MEDICI DEL REPARTO E ANCHE CON I VERTICI DELL’AZIENDA CHE HANNO PORTATO LINFA VITALE CON L’INSERIMENTO DI TRE NUOVI MEDICI TRAMITE CONCORSO. QUESTO CI PERMETTE DI LAVORARE IN ASSOLUTA TRANQUILLITÀ... PrimaPagina 57 - Mag. 2015

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FOCUS ON SITUAZIONE GRAVE MA NON SERIA

A CURA DI Angela Fosco e Antonella Lorenzi

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FOCUS ON SITUAZIONE GRAVE MA NON SERIA

er usare una terminologia medica potremmo dire che il paziente è grave ma le condizioni sono stazionarie. Non peggiora e non migliora. Sta lì, sospeso, in attesa di quel guizzo che faccia ripartire il bip, il segno di vita su cui continuare a sperare. “Anche dopo l’uscita dalla crisi – si legge nella relazione di sintesi dello studio di Confindustria Abruzzo sulla salute della nostra economia- nulla sarà più come prima”. Troppe cose sono cambiate, diventate obsolete e non riproponibili, troppo diversi gli scenari politici, economici e sociali che la crisi ha fatto deflagrare. Ma per la nostra regione e la nostra città non è ancora tempo di “tirare il fiato”. L’immobilismo paralizza ogni campo. Dalla ricostruzione dell’Aquila, ferma a quel 6 aprile del 2009, alle centinaia ( se non migliaia) di aziende soffocate dalla mancanza di liquidità, alla disoccupazione che ha fatto del nostro paese un deserto da cui fuggire. Da diversi anni ormai viene dolorosamente ma inutilmente chiesto alle banche che tornino a fare le banche, che alle aziende sia concesso il credito necessario per ripartire, che alle nuove generazioni sia data l’opportunità di partecipare alla ricostruzione del futuro e che la politica si faccia portavoce di queste richieste. Non sembra tuttavia, dai dati forniti da Confindustria, che un qualche processo risolutivo sia stato ancora messo in atto. È vero che sulla politica sono ricadute tante responsabilità, ma è pur vero che la corruzione rimane il cancro della nostra società, e gli scandali e le indagini portano a galla miserie culturali (e non) grottesche e anacronistiche. Una società decadente e ignava, rassegnata al declino, quella che oggi stenta a cedere il passo, a fronte però di una generazione di giovani non ancora abbastanza arrabbiati da conquistarsi il posto che spetta loro. Teramo e l’Abruzzo sono lo specchio di questa condizione, se oggi questi concetti vengono chiaramente indicati, “nero su bianco” , da più attori: industriali, economisti e perfino politici. Tutti ormai stanchi di aspettare la ripresa che verrà. Alle domande che abbiamo posto qualcuno ha provato a dare risposte, in attesa delle necessarie, opportune decisioni… Mi.CA.

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FOCUS ON SITUAZIONE GRAVE MA NON SERIA nche nel secondo semestre del 2014 il sistema economico abruzzese ha risentito del perpetuarsi degli effetti della crisi economica e finanziaria che da anni attanaglia le principali economie occidentali, e quella italiana in partico-

lare. In questo scenario, l’Abruzzo si caratterizza per ulteriori due elementi che aggravano i già drammatici effetti della crisi: i segni di declino del sistema economico che già prima del 2008-09 caratterizzavano il nostro territorio, elementi che hanno finito con l’amplificare l’effetto della crisi globale; i tragici effetti del sisma del 6 Aprile che

CONFINDUSTRIA ABRUZZO:

INDAGINE SEMESTRALE

SULL’INDUSTRIA

ABRUZZESE ha colpito gravemente un territorio, quello del cratere aquilano, che era già in ritardo di sviluppo rispetto ad altre aree della regione. L’effetto combinato di questi tre elementi ha comportato, in questi anni, la riduzione delle imprese manifatturiere presenti sul territorio; la spaventosa contrazione,se non il totale annullamento degli investimenti; la contrazione degli organici ed il massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali. Confindustria Abruzzo ha negli ultimi anni più

volte indicato le priorità strategiche per la sopravvivenza e la rinascita del comparto manifatturiero in Abruzzo e in quest’ottica non possono essere più rinviate azioni incisive volte a favorire il “doing business”, ovvero a rendere meno difficile il fare impresa in questo territorio. Ciò specialmente in un momento in cui il contesto macro-economico globale e nazionale (si pensi alla discesa dei tassi, alla contrazione del prezzo del petrolio, all’apprezzamento del dollaro rispetto all’euro) sembra indicare come possibile una

prossima ripresa. Affinché ciò possa avvenire è però assolutamente necessario che a tutti i livelli, nazionale e locale, sia riscoperta la “politica industriale”, unico strumento oggi realmente utile per consentire la ripartenza degli investimenti e, con essa, la ripresa dell’occupazione. Confindustria Abruzzo torna quindi a ribadire la necessità di intervenire senza ulteriori indugi sui seguenti elementi: a) l’accesso al credito, senza il quale l’esistenza stessa delle imprese è resa impossibile, figurarsi la realizzazione degli investimenti; b) la semplificazione dei rapporti con la Pubblica amministrazione, eliminando inutili passaggi tra diverse istituzioni/organi/enti e concentrando l’attenzione non già sul controllo formale e burocratico dei documenti ma sulla reale comprensione della “sostanza” dell’agire d’impresa. In altri termini, vanno definite regole chiare e non suscettibili di interpretazioni soggettive in funzione del responsabile del procedimento. E’ pertanto necessario pervenire ad un modello di Governo del Territorio e dell’economia che sia più attento alle esigenze e ai tempi dell’economia e della società e che rifugga con decisione i tatticismi e gli interessi di parte. c) l’utilizzo accorto, rapido e completo dei fondi europei: a tal proposito Confindustria Abruzzo ed altre parti datoriali ed organizzazioni sindacali hanno fornito anche recentemente raccomandazioni volte ad un corretto e rapido utilizzo delle risorse europee a gestione regionale: spendere tutto e subito in una logica integrata di interventi concentrati sulle priorità strategiche ed economiche regionali. A questo va aggiunta la necessità di azioni volte a favorire l’utilizzo di tutte quelle risorse dirette europee –enormi- a cui il nostro sistema non riesce ad attingere; d) l’immediata implementazione di interventi diretti per le imprese che promuovano

Imprese che hanno effettuato assunzioni nel II semestre 2014, ripartite per inquadramento contrattuale e tipologia di contratto di lavoro Un tasso di disoccupazione che continua a crescere (0,9%), mentre il ricorso alla Cassa integrazione guadagni ordinaria ed in deroga diminuisce (rispettivamente, -48,3% e -7,8%) a fronte però di un significativo incremento (+19%) di quella straordinaria. A livello provinciale, Teramo si conferma la provincia che, su base semestrale, ha effettuato il maggior ricorso alla Cassa integrazione (5.293.160 ore), seguita da L’Aquila (4.967.773), Chieti (4.063.498 ore), e Pescara (2.462.304ore)., la maggiore causa di riduzione del personale, per la categoria degli operai, è rappresentata dai licenziamenti (18,2%, in crescita di circa quattro punti percentuale, e concentrati specialmente nel pescarese e nel teramano).

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FOCUS ON SITUAZIONE GRAVE MA NON SERIA in particolare l’innovazione (intesa in maniera amplia e relativa a prodotti, processi, organizzazione e modelli gestionali) anche attraverso la formazione professionale e la valorizzazione del capitale umano. Altrettanto fondamentale deve essere il supporto all’internazionalizzazione che non deve esplicitarsi nella mera partecipazione a fiere ma avere carattere di continuità, favorendo l’aggregazione delle imprese in reti per lo sviluppo alla scala internazionale, anche attraverso la gestione di offerte integrate nell’ottica dello one stop shop; e) la modernizzazione e l’ampliamento delle dotazioni infrastrutturali, intese sia in senso materiale che immateriale, che potrebbero rilanciare, anche nell’immediato, l’economia regionale. In questo senso particolare attenzione dovrà essere riservata ai fattori strategici per una economia competitiva orientata al mercato globale: Sistema Portuale e Piattaforme logistiche per lo scambio merci; Sistema Aeroportuale per la mobilità: Reti telematiche per lo scambio dati; reti energetiche per una maggiore disponibilità, diminuzione dei costi, autonomia e qualità del servizio.

LA “POLITICA INDUSTRIALE”, UNICO STRUMENTO OGGI REALMENTE UTILE PER CONSENTIRE LA RIPARTENZA DEGLI INVESTIMENTI

MODELLI NUOVI CERCANSI (PER VECCHI PROBLEMI) on il presidente di Confindustria Abruzzo, Agostino Ballone, analizziamo quanto emerge dallo studio pubblicato il 30 aprile 2015, che mostra uno scenario ancora negativo e poco rassicurante per l’economia della nostra regione e della nostra provincia. Presidente, siamo ancora in piena crisi nonostante gli annunci del Governo di una leggera ripresa? È una situazione che continua a registrare una flessione rispetto all’andamento economico generale, anche se in rallentamento nel semestre considerato. Pur nella negatività dei dati, possiamo interpretarlo come un cambio di tendenza verso il ritorno ad un’economia più effervescente. Si parla di migliori performances nel settore agro alimentare, ma di una situazione ancora drammatica relativamente agli investimenti, ancora scarsi. Questo significa che le imprese

stentano a reperire risorse per questo settore. A questo proposito, nelle proposte finali del documento, si rimanda “all’utilizzo accorto rapido e completo dei fondi europei” quale proposito di CONFINDUSTRIA per arginare questa situazione. Ma l’utilizzo di questi fondi è oggettivamente molto arduo. Perché è così difficile, per le imprese, accedervi? I fondi europei sono praticamente l’unica fonte di approvvigionamento di liquidità per le imprese, una contribuzione agli investimenti, ed è quindi logica l’attenzione a questo tema. Recentemente sono stato a Bruxelles dove ho avuto contatti con le autorità della Commissione Europea e abbiamo preso in considerazione tutti gli atti previsti dai fondi strutturali. Per quanto riguarda investimenti e finanziamenti diretti, le imprese d’ora in avanti potranno accedere direttamente alla contribuzione europea. Comunque sono temi di cui si parla da anni e

Imprese che hanno effettuato investimenti in tecnologie informatiche

Il protrarsi della situazione di incertezza economica ha continuato a limitare fortemente la propensione ad investire in macchinari. Da un punto di vista settoriale, le poche transazioni/registrazioni di brevetti hanno riguardato il settore Farmaceutico (+24). I dati consuntivi del II semestre 2014 mostrano il perdurare di una sostanziale stabilità degli indicatori produttivi a cui si accompagnano dati meno positivi per le vendite: il 40% di imprese hanno riscontrato una riduzione del fatturato. Infine, per quanto concerne la partecipazione a bandi di finanza agevolata per lo sviluppo di impresa, si rinviene una significativa contrazione del dato relativo alla partecipazione a bandi regionali (8,7% contro il 14,3%del semestre precedente). Continua ad essere sostanzialmente azzerata la partecipazione a bandi nazionali ed europei. PrimaPagina 57 - Mag. 2015

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Andamento degli indicatori di produzione e commerciali (II semestre 2014 rispetto al precedente)

L’analisi ripartita per area geografica mostra una sostanziale omogeneità tra le quattro province per quanto riguarda l’utilizzo della capacità produttiva e del fatturato mentre più discordanti sono i dati relativi alle esportazioni (con L’Aquila e Teramo maggiormente orientate all’aumento e le altre province variamente stabili).

Andamento degli indicatori di produzione e commerciali per provincia

L’analisi a livello settoriale evidenzia una diffusa stabilità del dato relativo all’utilizzo della capacità produttiva con le significative eccezioni di Prefabbricati e materiale per l’edilizia – come già nel precedente semestre - e Vetro e ceramica. Più contrastato, come già evidenziato, il dato relativo al fatturato con i comparti Prefabbricati e materiale per l’edilizia, Metalmeccanico, Carta, cartotecnica e tipografico e Vetro e ceramica con prestazioni caratterizzate da predominante diminuzione. Per quanto concerne l’export, le performance migliori sono appannaggio dei settori Alimentari e bevande, Legno e mobili e Farmaceutico, a fronte di una sostanziale stabilità a livello regionale. Assolutamente drammatica la situazione relativa agli investimenti, con la sola eccezione del comparto Farmaceutico.

Previsioni sui parametri produttivi e commerciali I semestre 2015

Scomponendo il dato con riferimento alla variabile territoriale, si evidenzia una totale omogeneità per tutte e tre le principali variabili produttive e commerciali considerate. Altrettanto drammatici – rispetto ai dati consuntivi del II semestre 2014 – risultano le previsioni circa gli investimenti.

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Previsioni sui parametri produttivi e commerciali I semestre 2015 per provincia

A livello di settore merceologico si evidenzia una sostanziale omogeneità per quanto riguarda le previsioni di stabilità nell’utilizzo della capacità produttiva, mentre per il fatturato si segnalano prospettive più orientate alla crescita nel Farmaceutico e nel Chimico gomma e plastica. Omogenea è, in generale, la propensione alla stabilità per le esportazioni e la quasi totale assenza di investimenti.

Andamento degli indicatori di produzione e commerciali per settore

Con riferimento alle previsioni sull’andamento dei principali indicatori produttivi nel semestre del 2015, si evidenzia una sostanziale tendenza alla stabilità per l’utilizzo della capacità produttiva, il fatturato e le esportazioni, come già avvenuto nel semestre precedente.

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FOCUS ON SITUAZIONE GRAVE MA NON SERIA

su cui la classe politica è stata, ed è ancora, fortemente sollecitata. Accesso al credito, burocrazia farraginosa e sofferenze amministrative, sono richieste di soluzione che vengono rivolte ormai da anni ai nostri decisori pubblici. C’è stata qualche mancanza finora? La crisi è reale e investe l’intero mondo produttivo. L’Italia ha recepito un po’ in ritardo i segnali e siamo oggettivamente in ritardo rispetto a chi ha già agganciato la ripresa. Se un richiamo si può fare alla classe politica è che sta attardandosi ancora sulle riforme strutturali, che pure sono necessarie per gestire il fare impresa e la competizione internazionale. Per quanto riguarda Teramo, sappiamo bene che il nostro territorio non ha grandi insediamenti industriali, ma è sempre stato caratterizzato da una micro economia, molto frammentata. Da questa analisi ne esce un quadro abbastanza desolante…

OGGI CI SONO DEI MODELLI DA PERSEGUIRE: LA PICCOLA IMPRESA NON PUÒ PIÙ PRESCINDERE DA COLLABORAZIONI E RETI PER POTER COMPETERE

In effetti Teramo sta soffrendo, economicamente, più delle altre province proprio perché sconta la mancanza della grande industria.

Dopo la propulsione data dall’area vibratiana e dal suo manifatturiero, che per anni è stato il motore della nostre economia, oggi presenta un tessuto molto frastagliato con imprese senza brand autonomi. Quando sono arrivati i protagonisti degli scenari internazionali, l’imprenditoria frammentata è franata. In altre province questo non è accaduto del tutto grazie alla presenza di grandi brand, come ad esempio a Chieti, con l’automotive o il farmaceutico nell’aquilano, che sono i pochi settori in crescita. Oggi Teramo deve reinventare un modello d’impresa utile. Pensa che nel nostro territorio sia stata recepita la cultura della coesione, della cooperazione, della visione di un’economia comune e globale, oppure sopravvive un modello di imprenditoria individualista poco propensa all’aggregazione? Oggi ci sono dei modelli da perseguire: la piccola impresa non può più prescindere da collaborazioni e reti per poter competere con il mercato extra territoriale, ma il retaggio di impresa individuale e individualista ahimè è presente. L’individualismo è stato un punto di forza in passato, frutto di una cultura vincente di cui siamo portatori, ma adesso qualcosa sta cambiando perché nascono iniziative collettive, come i poli di innovazione o le reti d’imprese, che stanno prendendo piede e diffondendo il nuovo modello basato sull’aggregazione. Secondo alcuni economisti locali, forse tra i punti deboli del nostro territorio c’è l’assenza o carenza di strategie di marketing. Questo è vero? Può essere vero per alcuni comparti, come il turismo e l’agro alimentare, che possono essere maggiormente valorizzati, ma per prodotti non legati strettamente al territorio questo è meno importante.

in foto Agostino Ballone e Antonella Ballone in azienda alla Baltour Group

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Prof. Stefano Cianc

UNA CITT E SENZA I

na città destinata a un tragico oblio. Una decadenza annunciata da un decennio di mancati investimenti nel quale si sono vanificati gli sforzi economici degli anni novanta e duemila quando la provincia ottenne ben 100 miliardi con il Patto territoriale”. Così l’economista e docente Stefano Cianciotta, dalle pagine del Messaggero , descrive la situazione della nostra città. Una visione lucida, basata su dati reali e drammaticamente visibile anche ai non esperti. Un’economia agonizzante, dove il terziario è rarefatto e dove l’edilizia, che ne rappresentava il principale traino, oggi ne è la vittima più illustre con il 50% di imprese fallite. Una città senza identità e senza una progettualità politica, in cui aumenta solo il carico fiscale. Secondo l’economista la miope gestione degli am-


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ciotta: economista

TÀ MIOPE IDENTITÀ

ministratori pubblici potrebbe fare di Teramo una città “di pensionati”, ma non solo. Sono diversi i punti di estrema criticità: la perdita di una Banca importante come la Tercas. Un dissesto comunale annunciato da un paventato buco di bilancio di circa 27 milioni di euro, denunciato dalle opposizioni consiliari e frutto di “un eccessivo ricorso all’anticipazione di cassa per 10 mln di euro- per fare fronte alle spese correnti e ai tagli dei trasferimenti imposti a livello nazionale- che inevitabilmente carica il Comune di oneri finanziari. Nel lungo periodo, l’accentuazione dello squilibrio contabile può sfociare in una situazione di dissesto - ha spiegato il professore in una recente intervista- e per quanto riguarda l’occupazione, nell’ultimo trimestre del 2014 in provincia è calata di un ulteriore 16%, ma è evidente che nessuno, in questi anni, ha pensato a come avrebbe potuto essere questa città tra 20 anni“.

Giorgio D’ignazio: Consigliere Regionale Ndc

FAVORIRE L’AGGREGAZIONE È COMPITO DELLA POLITICA

proposito della situazione economica abruzzese, quali sono le carenze che impediscono ancora la ripresa economica del nostro territorio? Ad esempio non abbiamo una ferrovia all’altezza, non c’è aeroporto. Tutto quello che fa muovere l’economia a livello logistico- strutturale manca. E a proposito di cooperazione tra forze imprenditoriali, sinergie, visione collettiva dell’economia, secondo lei a Teramo o in Abruzzo ci sono? In realtà credo sia compito della politica favorire una cultura di integrazione e collaborazione. Forse la colpa della politica è proprio di non aver saputo aggregare gli imprenditori, che molte volte pagano anche uno” scotto” culturale, perché le imprese teramane sono per la

maggior parte molto piccole, con imprenditori autodidatti, individualisti e senza una visione d’insieme. Marketing e promozione del prodotto territorio, secondo alcuni esperti sono il tallone di Achille della nostra regione e della nostra città. È d’accordo? In parte. La politica può fare molto per far conoscere le risorse territoriali. Ad esempio l’Expo è un forte veicolo commerciale e sicuramente la Regione, partecipando, ha dato una mano alle imprese. Anche perché la politica non ha più grandi disponibilità economiche per supportare le imprese. D’altro canto le aziende, dopo anni di crisi di liquidità, di rinuncia agli investimenti, di risorse ne hanno ancora meno. È necessario quindi trovare nuovi modelli per promuovere i prodotti e quindi la ripresa.

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erano un tempo il preside e il direttore didattico: il primo chiamato a dirigere le scuole secondarie di primo o di secondo grado, il secondo le scuole primarie e dell’ infanzia. Poi è sorta la dirigenza scolastica, che, prima distinta in settori formativi, dal 2004 è diventata unica. Un passo avanti è stato compiuto dal disegno di legge, contenente alcune

linee della cosiddetta “buona scuola”, che trasforma il dirigente scolastico, ancora ingessato nelle funzioni del vecchio preside, in una sorta di manager dotato di superpoteri, non essendo più subordinato agli attuali organi collegiali. Sarà un bene o un male? Sarà certamente un male per chi continua a vedere la scuola come una comunità in cui le decisioni didattiche e formative devono essere compartecipate e condivise. Sarà, viceversa, un bene per chi as-

simila la scuola al sistema aziendale e produttivo. Passiamo ad esaminare ora alcuni articoli del predetto disegno di legge, in cui emerge la nuova funzione che deve assolvere il futuro dirigente scolastico. Nell’ art. 2 sono enunciati gli ampi poteri, che ne fanno l’ unico decisore dei processi formativi, gestionali e amministrativi. Il dirigente scolastico, infatti, elabora la programmazione delle attività scolastiche per tre anni, il cosiddetto “piano triennale”, solo dopo aver

Controriforma scolastica

I superpoteri DEL DIRIGENTE SCOLASTICO di Giovanni Di Giannatale

SARÀ CERTAMENTE UN MALE PER CHI CONTINUA A VEDERE LA SCUOLA COME UNA COMUNITÀ IN CUI LE DECISIONI DIDATTICHE E FORMATIVE DEVONO ESSERE COMPARTECIPATE E CONDIVISE. SARÀ, VICEVERSA, UN BENE PER CHI ASSIMILA LA SCUOLA AL SISTEMA AZIENDALE E PRODUTTIVO “sentito” il collegio dei docenti e il consiglio di istituto, ai quali sono aggiunti fantomatici “attori economici, sociali e culturali del territorio”. Da questa decisione discende che i predetti

illustrazione di Andry Rajoelina

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illustrazione di Andry Rajoelina

due organi di autogoverno d’ un colpo, dopo quarantuno anni, dal 1974, quando furono istituiti, perderanno i poteri deliberativi in tutte le materie finora stabilite dal vigente T.U.(dovendo solo essere “sentiti”). Viene soppresso, di conseguenza, l’art. 25 bis del decreto legislativo n. 29 del 3 febbraio 1993, che attribuisce al dirigente scolastico sì “poteri di direzione”, ma “nel rispetto delle competenze degli organi collegiali”, come peraltro è ribadito dal D.P.R. n.275 dell’ 8 marzo 1999, che detta il regolamento dell’ au-

È NECESSARIO UN INTERVENTO IN SEDE REFERENTE CHE ELIMINI UN GRAVE CONFLITTO DI COMPETENZE...

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tonomia scolastica. Anche questa legislazione è debilitata. Si crea, di conseguenza, una gestione verticistica, monocratica, che attribuisce al dirigente la determinazione della politica scolastica, oggi prerogativa del consiglio di istituto, che fomula le “linee di indirizzo” e del collegio dei docenti, che le recepisce, deliberando in materia didattica e formativa. La disposizione dell’ art. 2 è, sul punto, anche contraddittoria. Se, infatti, è il dirigente scolastico ad elaborare il “piano triennale” delle attività formative, come potrà continuare a sussistere il POF, non potendosi avere due piani programmatici analoghi, scaturenti uno dal dirigente e l’ altro dagli organi collegiali ? E’ necessario un intervento in sede referente che elimini un grave conflitto di competenze, auspicando che sia conservata la potestà deliberativa degli organi collegiali, se si vogliono considerare le istituzioni scolastiche ancora come luoghi della partecipazione democratica ai processi di programmazione e progettazione. Altri aspetti, connessi al figura dirigenziale, che si espongo ad ulteriori osservazioni sono contenuti negli articoli 7 e 10. L’ art. 7 stabilisce che il dirigente scolastico, una volta approvato il “piano triennale”, attribuisca gli “incarichi di docenza per la copertura dei posti”, assegnati alle scuole dal Miur in base al detto piano. E’ completamente modificato l’ istituto dell’ assegnazione alle classi attualmente normato da T.U., che prevede criteri generali (come, ad esempio, la continuità didattica), formulati dai organi collegiali per destinare i docenti alle classi. Con l’ art. 7 puo’ cessare la stabilità pluriennale dei docenti nelle classi e nei corsi, perché il dirigente scolastico ogni tre anni affida gli incarichi sulla base di soggettive motivazioni, che ha l’ obbligo solo di pubblicizzare. La conseguenza immediata è il rischio dell’ arbitrio, non essendo il dirigente scolastico più vincolato dai criteri collegiali. L’ art. 10 prevede che il dirigente scolastico assegni ogni anno ai docenti meritevoli “premi” in denaro o “bonus” in ragione dei risultati raggiunti per la qualità del lavoro didattico, per il sucesso formativo degli studenti e per l ‘impegno professionale. Considerata la complessità della valutazione, nella quale entrano in gioco tante variabili indipendenti (come, ad esempio, la “situazione di partenza” o l’ impegno degli alunni), l’ atribuzione del “premio” ai docenti non puo’ essere rimessa ad una sola persona, che non riuscirà per tante ragioni a fuoriuscire dai limiti della soggettività, destinata invece a ridursi, se il compito valutativo è affidato ad un “comitato” presieduto dal dirigente scolastico, come era inizialmente previsto dalle “linee guida” della “buona scuola”.


DIPLOMATI MAGISTRALI

E POSSIBILI ASSUNZIONI di Rodrigo Verticelli

una sentenza storica, che può cambiare la vita visto che interessa oltre 50 mila diplomati, quella che ha depositato il Consiglio di Stato a Palazzo Spada lo scorso 17 aprile. Chi ha conseguito il diploma magistrale entro l’anno scolastico 2001/2002 ha il diritto di essere inserito nelle graduatorie ad esaurimento (GAE) e di conseguenza stabilizzato, ovvero assunto a tempo indeterminato, visto che la Buona Scuola di Renzi, prevede la chiusura delle Graduatorie ad esaurimento con contestuale immissione in ruolo di chi vi sarà alla data presumibile di settembre 2015. La sentenza è chiara e sancisce che i criteri fissati dal decreto ministeriale 235/14 (apertura GAE), nella parte in cui hanno precluso ai docenti muniti del diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002 l’inserimento nelle graduatorie provinciali permanenti ora ad esaurimento, sono illegittimi e vanno annullati. Una sentenza che non lascia dubbi in ordine alla ragionevolezza delle argomentazioni soprattutto nella parte in cui si afferma che non vi è dubbio alcuno che i diplomati magistrali con il titolo conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002, al momento della trasformazione delle graduatorie da permanenti ad esaurimento, fossero già in possesso del titolo abilitante e il fatto che tale abilitazione sia stata riconosciuta soltanto nel 2014, a seguito di altra pronuncia del Consiglio di Stato, non può impedire che tale riconoscimento abbia effetti ai fini dell’inserimento nelle citate graduatorie riservate ai docenti abilitati in quanto tali. Ergo fondata la pretesa d’inserimento nella terza fascia delle GAE … Ergo legittima l’aspirazione ad essere assunti a tempo indeterminato se la paventata riforma scolastica andrà in porto. Pertanto il titolo è di per se idoneo ad insegnare

LA SENTENZA È CHIARA E SANCISCE CHE IL DECRETO NELLA PARTE IN CUI HANNO PRECLUSO AI DOCENTI MUNITI DEL DIPLOMA MAGISTRALE CONSEGUITO ENTRO IL 2001/2002 L’INSERIMENTO NELLE GRADUATORIE PROVINCIALI PERMANENTI ORA AD ESAURIMENTO, SONO ILLEGITTIMI E VANNO ANNULLATI

nelle scuole elementari e nell’infanzia. In altre parole, prima dell’istituzione della laurea in Scienza della formazione, il titolo di studio attribuito dagli istituti magistrali al termine di corsi triennali e quinquennali sperimentali di scuola magistrale e dei corsi quadriennali e quinquennali sperimentali di istituto magistrale (per la scuola dell’infanzia) o al termine dei corsi quadriennali e quinquennali sperimentali dell’istituto magistrale (per la scuola primaria) dovevano considerarsi abilitanti, secondo la miriade norme di legge ignorate per quindici anni dallo stato italiano. La sentenza è storica in quanto fino ad oggi i diplomati magistrali potevano essere inseriti soltanto nelle graduatorie d’istituto per supplenze brevi e in alcun modo potevano ambire all’assunzione a tempo indeterminato. Alla luce del nuovo quadro pioveranno ricorsi in quanto si dubita un riconoscimento ex lege per tutti, preferendo solitamente il Miur (Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca) aspettare i ricorsi ai Tribunali meno dannosi di un’immissione di massa.

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A Teramo...

DISEGNI, EMOZIONI & Comix di Angela Fosco

calato il sipario sulla 23ma edizione di Teramo Comix, la Fiera del Fumetto che quest’anno ha fatto registrare un record di presenze sin dal primo giorno di programmazione, venerdì 8 maggio e sfidando coraggiosamente l’euforia collettiva della città che il successivo sabato pomeriggio è esplosa in una incontenibile festa per la promozione della squadra di calcio del Teramo in serie B. Migliaia di visitatori ( con una media di 2500 al giorno) hanno affollato il palazzetto di Scapriano, ascoltato conferenze, giocato e partecipato

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agli eventi collegati, ammirato i costumi dei partecipanti al cosplay, apprezzati soprattutto dai bambini. La manifestazione di quest’anno ha visto il debutto della società editrice di PrimaPagina come produttrice di un albo a fumetti a tiratura limitata, celebrativo dell’evento, con la presenza dell’autore che personalizzava con schizzi estemporanei, le copie ad ogni acquirente. Insomma un successo di pubblico nonostante la variazione della location e la concomitanza con i festeggiamenti calcistici che ha già proiettato gli organizzatori verso la prossima edizione,

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con nuovi impulsi e proposte. Per quanto riguarda invece la nostra esperienza, questa prima volta ci ha fatto scoprire una realtà, considerata di nicchia, che invece ha un forte richiamo artistico ed emozionale, che coinvolge giovanissimi e adulti in una dimensione di gioco e creatività dalle grandi potenzialità comunicative. Accomunando generazioni diverse in un sogno a colori o bianco e nero, ironico o gotico, ludico o psicologico, ma sempre coinvolgente, dove le matite danno vita a storie e personaggi creati dall’immaginazione .


A Nereto “vola”

la nuova Krisalide di Daniela Palantrani

a Krisalide ha ripreso il volo - annuncia Pasquale Sciarillo, - è bastato un “alito di vento” di circa 300 spettatori e la sala Allende di Nereto lo scorso sabato 9 maggio, e in un piccolo teatro la cultura è tornata a volare alta e a risplendere di mille colori. L’artista partenopeo Enzo CARRO - prosegue Sciarillo - ricercatore e noto musicologo, ha tenuto uno spettacolo in chiave comico-cantata, deliziando la platea e strappando applausi e risate per oltre due ore. Lo spettacolo era volutamente incentrato sull’esibizione e non sulla scenografia, povera ed essenziale ma ricca di animo contadino. La location suggestiva, sita nel centro di Nereto, ha contribuito al successo, ricco di partecipazione. Sarà certamente contento Michele Sciarillo, mio fratello - precisa Pasquale, - che ci guarda da lassù, dal suo teatro fatto ora di cielo e nuvole”. Michele, scomparso un anno fa è stato il fondatore, nel 2000, dell’Associazione culturale KRISALIDE promuovendo arte, spettacoli e cultura a Prato dove per più di mezzo secolo i due fratelli hanno portato in scena numerosi artisti. Al mitico “Caffè al Teatro”, sono passati nel corso degli anni tanti

in foto Michele Sciarillo ph Mauro Maurizi

in foto Pasquale Sciarillo e Fiorella Iachini ph Mauro Maurizi

nomi illustri della cultura contemporanea e produzioni prestigiose di elevato spessore artistico con registi ed attori del calibro di Luca Ronconi e Massimo Castri fino a Roberto Benigni e Dario Fo. Numerose anche le collaborazioni con altri noti teatri italiani e stranieri “ trai quali il teatro di S. Pietroburgo e Dresda” – aggiunge Pasquale. La Krisalide, ora con sede in Abruzzo, è presieduta da Fiorella Iachini, promotrice della rinascita dell’associazione, con Pasquale Sciarillo. Già in lavorazione un cartellone teatrale al quale hanno aderito artisti come Stefano Bollani, Peppe Servillo degli Avion Travel, Michele Zarrillo, Lello Arena, Claudio Bisio, Luigi Locascio ed altri. Gli spettacoli saranno realizzati in cornici prestigiose come ad esempio l’antico teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno. “Voglio ricordare - conclude il presidente - lo scopo sociale ricoperto dall’Ass. Krisalide che non dimentica chi è meno fortunato, dando vita al progetto ‘Teatri paralleli entro le sbarre’ con spettacoli portati in scena in collaborazione con la casa circondariale di Ascoli Piceno”. PrimaPagina 57 - Mag. 2015

LO SPETTACOLO ERA VOLUTAMENTE INCENTRATO SULL’ESIBIZIONE E NON SULLA SCENOGRAFIA, POVERA ED ESSENZIALE MA RICCA DI ANIMO CONTADINO. LA LOCATION SUGGESTIVA, SITA NEL CENTRO DI NERETO, HA CONTRIBUITO AL SUCCESSO RICCO DI PARTECIPAZIONE

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PASSIONE

di famiglia Gabriele Mascitti trombettista jazz di Montorio al Vomano

Ascoltarlo suonare proietta in una dimensione onirica. Vederlo esibirsi rende, poi, il tutto magico. Perché quel rapporto simbiotico tra lui e la sua amata tromba è degno delle righe di un romanzo d’amore, una storia di passione e passioni che solo il suo strumento riesce a suscitargli e a suscitare. E così Gabriele Mascitti, musicista laureato al conservatorio de l’Aquila, trombettista, concertista che

spazia da vari generi fino ad approdare al jazz, il suo preferito, partendo dalla banda di Montorio, può vantare collaborazioni con i grandi della musica, come i maestri, per citarne alcuni, Donato Renzetti, Jean Marc Burfin, Antonella De Angelis, R. Muratori, M. Applebaum, Fabrizio Bosso. Partecipazioni nei palcoscenici più importanti con orchestre sinfoniche e big band, senza mai perdere la sua umiltà e la voglia, appena può, “ di tornare a suonare nella banda del mio paese”.

in foto Gabriele Mascitti

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È UNO STRUMENTO CHE TI PERMETTE DI CREARE IL SUONO DA ZERO CHE NON PARTE DALLA BOCCA, MA DAL PROFONDO DELL’INTIMO SENTIRE Il suo ultimo progetto è il “Sabatino Matteucci e Gabriele Mascitti quintet” con il quale spera di incidere un disco. Da dove nasce la passione per la musica? E’ una passione di famiglia da varie generazioni, a livello bandistico. Mio nonno ci suonava, mio padre e mia sorella ci suonano e, per me, è stato il trampolino di lancio nel mondo della musica e della tromba. La passione per la banda non passa mai. Cos’è la tromba per te? La tromba è uno strumento che ha grande personalità e grande responsabilità nelle formazioni di big band. E’ un grande mezzo di comunicazione, ma soprattutto di espressone di se stessi. Dal momento in cui ci prendi confidenza diventa un qualcosa che ti appartiene, un prolungamento di te stesso e ogni giorno te ne innamori sempre di più. La paragonerei a una donna, che ti colpisce, ti ammalia e te ne innamori pazzamente senza poter più trascorrere un momento separati.


Cosa ti suscita suonarla? E’ uno strumento che ti permette di creare il suono da zero che non parte dalla bocca, ma dal profondo dell’intimo sentire. Mi suscita le farfalle nello stomaco. Quando hai deciso di dedicarti allo studio di questo strumento? Oltre alla passione di famiglia e all’esperienza bandistica, che è stata fondamentale, uno stimolo ulteriore sono stati i dischi di Perez Prado che mio padre mi faceva ascoltare da piccolo. Così ho deciso di iscrivermi al Conservatorio all’Aquila. Dalla musica classica al jazz; com’è avvenuto questo approdo? Dai dischi di Wynton Marsalis è iniziata la mia esplorazione nel mondo del jazz che mi ha colpito molto perché è un genere che va molto sull’improvvisazione, mi fa sentire libero, mi dà la posPh Luca Bracali sibilità di esprimermi. Naturalmente non ho mai abbandonato la musica classica. Il jazz rappresenta la tua personalità? Sicuramente. Il jazz è spontaneo perché c’è improvvisazione e quindi puoi esprimere ciò che senti in quel momento..ciò che non riusciresti mai a esprimere a parole, ma ci riesci perfettamente attraverso la musica. E’ la musica che influenza il tuo stato d’animo, o è lo stato d’animo che si riflette nella tua musica? E’ sicuramente il mio stato d’animo che influenza

la mia musica. E’ come se la mia anima uscisse dallo strumento e il jazz con la sua libertà di espressione mi aiuta. Cosa ti hanno dato i tuoi maestri? Tutto; l’insegnamento didattico, ma soprattutto le loro esperienze e quella spinta ad andare avanti…e ascoltarli è una sensazione unica! Al Conservatorio il mio maestro è stato Mauro

in foto Gabriele Mascitti

È SICURAMENTE IL MIO STATO D’ANIMO CHE INFLUENZA LA MIA MUSICA

Marcaccio, trombettista di Ennio Morricone e ho fatto esperienze jazz con Mika Applebaum, trombettista, che in conservatorio aveva formato una big band che ha segnato il mio primo incontro ufficiale con il jazz. Se avessi potuto suonare con un grande del jazz, chi avresti scelto? Tutti, ma in particolare Chet Baker. A che colore paragoneresti il suono della tromba? Al rosso brillante però preferisco più un suono scuro e caldo come quello del flicorno soprano. Cosa ci dici del “Sabatino Matteucci e Gabriele Mascitti Quintet”? È un progetto aperto con Sabatino Matteucci insieme ad Abramo Riti, Domingo Muzietti e Dario Di Giammartino. Il nostro obiettivo di comporre un repertorio originale tutto nostro. Inoltre abbiamo in mente di incidere, in futuro, un disco insieme. In Italia, che valore si dà alla cultura e alla musica? Ci gonfiamo troppo il petto del nostro glorioso passato. Ma poi chiudono i teatri e c’è una grande crisi culturale, che, a mio avviso, non dipende da quella economica, ma da una perdita di valori. Riguardo alla musica, c’è un vivaio grandissimo di artisti nel nostro paese, ma tutto è incentrato nelle grandi città e si investe per i grandi. di Adele Di Feliciantonio

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“La vita imita l’arte più di quanto l’arte non imiti la vita” Oscar Wilde

Lejo: primo simposio di scultura a Ortona ello scorso mese di aprile si è svolta a Ortona una interessante e nuova iniziativa Lejo, l’ Associazione Culturale Artisti abruzzesi, ovvero il Primo Simposio di Scultura presso la Biblioteca Diocesana di Ortona. L’evento ha riscontrato un notevole successo, confermando quelli che sono i valori e gli obiettivi dell’associazione, ossia affermare e diffondere l’espressione artistica nella regione abruzzese, superando i limiti di un momento storico particolare, rilanciando l’arte con comunione d’intenti, evoluzione e energia. Promuovendo con motivazione ogni diversità e talento, chiedendo e coinvolgendo anche le istituzioni. L’associazione conta più di cento iscritti, in prevalenza si occupa di arti visive e con questa occasione ha introdotto anche le arti plastiche. L’inaugurazione si è svolta il 17 aprile 2015, con l’intervento del Presidente dell’Associazione Roberto Di Giampaolo, del curatore del Simposio

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Massimo Pasqualone, del direttore della Biblioteca Diocesana Elio Giannetti ai quali abbiamo chiesto di illustrarci gli obiettivi dell’associazione e cosa distingue questa iniziativa dalle altre? “gli obiettivi sono la sensibilizzazione e promozione dell’Arte e delle bellezze del nostro territorio. Negli ultimi anni, tante sono state le iniziative e proposte di qualità, così da riscontrare l’approvazione, condivisione e supporto da parte di tanti artisti, enti e comuni. Si è trattato di una mostra d’Arte aperta agli artisti iscritti e non iscritti Lejo, con creazione a tema libero: da un lato, per confermare il forte spirito che anima l’associazione, di incentivare e promuovere l’Arte in generale, dall’altra per far conoscere vecchi e nuovi artisti, la propria creatività e nuovi linguaggi a confronto”. Come si è svolto l’evento? Quali gli artisti in mostra? “ La mostra è rimasta visitabile per sette giorni. Nei pressi dell’antico Castello Aragonese c’è la Biblioteca Diocesana “ San Domenico “ luogo affascinante

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perché contiene 38 000 volumi, i più antichi dei quali datati 1500, con all’interno anche la statua del santo, ultimo residuato della chiesa del vecchio convento. In questo contesto abbiamo avuto le opere di: Luigi D’Alimonte, Tonino Macrì, Paolo Tenaglia, Carla Cerbaso, Ettore Altieri, Laima Lukoseviciute, Francesca Panetta, Carmine Galiè, Rita D’Emilio, Bruno Paglialonga, Canziana Virtù, Valter Polleggioni, Antonio Parente, Concetta Palmitesta, Carino Cordone, Loreto Cicoria, Francesco Ciccolone, Roberto Di Giammatteo, Maria Luisa Falanga, Milli Salvalai, Antonio Di Campli, Miriam Salvalai, Ivo Galassi, Roberta Papponetti, Antonio Natale Di Maria, Stefano Pagliaccio. Gli artisti hanno utilizzato diversi materiali dalla pietra al legno fino al vetro. Organizzatori, critici e visitatori nonché gli stessi artisti hanno auspicato che l’evento diventi itinerante nel corso degli anni”. di Lisa Di Giovanni


ISOLA DEL GRAN SASSO

19 E 20 GIUGNO ISOLSTIZIO 2015 er il quinto anno consecutivo, ad aprire la bella stagione torna Isolstizio, la festa di inizio estate. Il 19 e 20 giugno prossimi, nella suggestiva cornice del centro storico di Isola del Gran Sasso, tanta buona musica, storie popolari e appuntamenti enogastronomici apriranno la stagione turistico-culturale del Borgo. Due serate di allegria e spensieratezza, di buon auspicio per l’estate che arriva. Tra piatti tipici, birre artigianali, giochi, mostre, concerti e installazioni artistiche, il divertimento è assicurato per ogni fascia d’età. Anche quest’anno si celebrerà l’amicizia con il rito del Compare a Fiori, e come da tradizione i rapporti più sinceri potranno essere suggellati con la speciale Birra dei Compari, prodotta con fiori e acqua del Gran Sasso. Folklore e gioco si fondono in ogni angolo della festa: ci sarà da catturare il folletto Folky per ottenere golosi premi e promozioni. Uno spettacolare gioco di ruolo dal vivo con ricerche e battaglie, organizzato da Interamnia Ludica, stupirà i più intraprendenti. Mostre personali di Fausto Cheng e altri artisti del territorio, e altri eventi, tra letteratura, cinema e storia, unite a una ricerca folk, completeranno il lato artistico della festa. L‘arrampicata sportiva lungo le mura del castello, a cura del CAI, è uno degli eventi più amati di Isolstizio da ormai diversi anni. L’estemporanea di pittura e una speciale animazione torneranno a divertire i più piccoli. Enogastronomia e musica vanno a braccetto negli scorci più incantevoli del centro storico: piatti dell’antica tradizione abruzzese e una selezione di birre artigianali allieteranno i più esigenti palati, mentre diversi spazi musicali regaleranno lo spettacolo per la cena e il dopocena. Non manca proprio nulla alla festa che segna l’arrivo dell’estate.

nche quest’anno torna a Torricella Sicura la spettacolare tradizione dell’Infiorata, dedicata alla festività del Corpus Domini. Ce la racconta colei che viene chiamata la “mamma” dell’Infiorata, Barbara Monaco. La incontro a casa sua, l’attuale sede dell’Associazione Truciolinarte di cui è bozzettista, direttore artistico e Presidente. Mi riceve in una stanza piena di bozzetti, riconoscimenti vari, disegni, appunti e tutto ciò che potreste trovare in uno studio di un’artista. Barbara, ci racconti come è cominciata quest’avventura 10 anni fa? Una nostra parrocchiana si trovava in gita di

piacere a Magliano dei Marsi (AQ), e aveva assistito all’Infiorata locale, che si tiene da 30 anni e che usa la tecnica del truciolo. Entusiasmata da ciò che aveva visto, propose

L’INFIORATA CI SARÀ LA NOTTE TRA IL 6 E IL 7 GIUGNO, CIOÈ LA NOTTE CHE PRECEDE LA SOLENNITÀ DEL CORPUS DOMINI.

Torricella Sicura

6-7 Giugno 2015 10 Edizione dell’Infiorata di Anna De Carolis

di MikiMoz Capuano PrimaPagina 57 - Mag. 2015

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l’iniziativa all’allora parroco. Venne fatto un consiglio pastorale e si presero contatti con una pittrice, dato che nessuno sapeva come fare e da che parte iniziare. Ma nemmeno lei ne sapeva granchè, così, essendo io diplomata alla Scuola d’arte ed avendo studiato architettura, mi contattò pensando che potessi aiutarli. Fu così che con l’aiuto e la passione di un amico imbianchino è iniziata quest’avventura. In dieci anni immagino siano cambiate molte cose... Beh sì tante. Dagli inizi per tentativi, mano a mano la tecnica si è perfezionata. Ancora

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oggi gli infioratori stessi, sviluppano idee per migliorare le tecniche di esecuzione. Nella stesura dei bozzetti e nella colorazione dei materiali la ricerca non si ferma mai. Io ho studiato le tecniche delle altre Infiorate, sono andata nei luoghi dove queste si tengono e ho allacciato contatti con i vari maestri infioratori e varie Associazioni. Ho conosciuto un maestro infioratore di Genzano, appartenente ad una delle più antiche famiglie di infioratori che mi ha incoraggiata a continuare con la tecnica del truciolo e dare quindi un’identità propria alla nostra Infiorata. Diceva che

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la tecnica è la cosa più importante. Poi mi ha invitata a realizzare un quadro con loro, e così ho potuto sperimentare anche la tecnica del fiore. É stato un grandissimo onore oltre che un’emozione davvero unica! All’inizio eravate un gruppo di persone accomunate dalla passione e dall’entusiasmo, come siete arrivati a formare l’Associazione Truciolinarte? Fino al 2010 l’Infiorata era realizzata da gruppi diversi. Durante i miei viaggi ho creato contatti con l’Associazione Infioritalia. Loro ci hanno invitati a partecipare al 10 Concorso Nazionale delle Infiorate, del Giugno 2010 a Poggio Moiano di Rieti (sede legale di Infioritalia). É stata la prima volta che ci veniva fatto un invito così importante, così abbiamo riunito i gruppi per decidere come partecipare e formato un gruppo misto con il quale abbiamo partecipato al Concorso, vincendo il premio per “la bravura e l’umiltà”. In seguito il gruppo si è consolidato per partecipare ad altre Infiorate. L’ Associazione si è concretizzata più tardi nel corso della partecipazione ad un evento speciale. Ecco, raccontaci Barbara.. Il 12 maggio del 2010 abbiamo partecipato al Concorso Nazionale a Capriati al Volturno (Caserta). É stata la prima volta che partecipavamo ad un concorso e ci siamo classificati 2°. Vi partecipavano 14 Infiorate da tutta Italia e tutte usavano la tecnica del fiore. Ma la vera svolta c’è stata quando Infioritalia ci ha invitato all’ Infiorata storica di Roma, per la festività dei SS. Pietro e Paolo il 28 e il 29 giugno 2013. L’invito ci è stato fatto proprio come infioratori specifici della tecnica del truciolo. Hanno partecipato solo 3 Infiorate: Infioritalia, con la tecnica dei fiori freschi e secchi, Noto, con la tecnica del sale colorato e noi, Torricella Sicura con la tecnica del truciolo. Abbiamo realizzato un’immagine di S.Pietro e Paolo di Guido Reni decorato da una cornice del ‘600 con maioliche di Castelli. Il successo è stato tale che ci hanno inivitato anche l’anno successivo. Da quest’esperienza nacque l’Associazione Trucioliarte, per motivi economici e legali, ma anche per portare avanti la ricerca e la tecnica, per costituire e tramandare un patrimonio artistico e culturale del territorio, per creare eventi e divulgare questa tecnica alle nuove generazioni. L’anno successivo abbiamo partecipato al 5 Concorso delle Arti effimere a Roma a cura della Pro Loco di Roma Capitale, Infioritalia e Associazione Nazionale Città dell’Infiorata. Abbiamo raffigurato il Mosè di Michelangelo e parteciperemo al prossimo Congresso che si terrà a Noto. A proposito della tecnica del


truciolo, perchè avete scelto questo materiale e non i fiori o altro? Intanto perchè ci siamo ispirati ad una Infiorata che la usava già, e poi perchè noi viviamo all’Interno del Parco Nazionale dove non si possono raccogliere fiori, poi il truciolo è economico, ecocompatibile, la colorazione è fatta con i colori ad acqua e perfino il suo smaltimento è ecologico. Passiamo a quest’anno. 10 anni dalla prima Infiorata. Quali iniziative ci saranno per celebrare questo traguardo e quando ci sarà l’Infiorata?L’Infiorata ci sarà la notte tra il 6 e il 7 Giugno, cioè la notte che precede la solennità del Corpus Domini. I quadri terminati saranno visibili fino alla Messa del Corpus Domini nel pomeriggio del 7 quando, dopo la celebrazione, il sacerdote ci camminerà sopra portando in processione Gesù Eucaristia. L’argomento sul quale abbiamo deciso di lavorare quest’anno è: “Il volto della Misericordia”. Parteciperanno e questa iniziativa 17 gruppi, tra cui due composti dai giovani migranti africani ospiti a aVilla Emmaus. Sarà allestita anche una mostra antologica, qui a

Torricella Sicura presso la Villa Capuani Celommi, dal 2 al 7 Giugno dove saranno esposti bozzetti e foto di questi 10 anni di attività.

HO CONOSCIUTO UN MAESTRO INFIORATORE DI GENZANO, APPARTENENTE AD UNA DELLE PIÙ ANTICHE FAMIGLIE DI INFIORATORI CHE MI HA INCORAGGIATA A CONTINUARE

Inoltre il 5 giugno, in Piazza Mario Capuani dalle 9:00 alle 13:00 ci sarà “L’Infiorata dei piccoli” ovvero Piccoli Infioratori Crescono

con la partecipazione delle scuole elementari dell’Istituto Comprensivo Giovanni XXIII di Torricella Sicura, l’Istituto Comprensivo Roseto 2, l’Istituto Comprensivo di Montorio al Vomano, l’Istituto Comprensivo di Colledara, e quello di Giulianova. Con i bambini abbiamo già fatto degli incontri e dei laboratori per insegnare loro a lavorare con i trucioli. A questa iniziativa tengo particolarmente, perchè è molto importante poter tramandare un patrimonio artistico e culturale alle nuove generazioni. Ci sono persone speciali a cui va il tuo pensiero e il tuo ringraziamento? Sì certo. La Parrocchia, e i suoi vari sacerdoti succedutisi negli anni, al vescovo Mons. Michele Seccia e al Comune di Torricella Sicur, ma soprattutto a tutti gli infioratori che hanno partecipato e poi a Gianni Tarli, uomo dall’umanità profonda ed infine al mio maestro Giampaolo Leuti di Genzano, che mi ha trasmesso tutto il suo sapere, Un grazie speciale va alla mia famiglia, che mi sempre incoraggiato e sostenuto, anche nei momenti più duri e difficili.

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alato il sipario sulla 19ÂŞ edizione di ‘Spiagge d’Abruzzo Cup’, il torneo internazionale di calcio giovanile riservato a societĂ non professionistiche, organizzato dalla ‘As Roseto’. Le premiazioni delle varie categorie si sono svolte nel suggestivo scenario offerto dallo stadio comunale Fonte dell’Olmo, sotto la sapiente direzione del maestro di cerimonie Ilario Lo Russo. I primi a salire sul podio sono state le formazioni della categoria ‘piccoli amici’, nati nel 2007, cioè l’Esperia di Monopoli e l’Accademia Naiadi di Pescara. Nei Pulcini 2005 si è imposta la formazione dello Joga Pepito di Torre del Greco, seguita da quella dei Red Devil (Orta di Atella, Caserta) e dalla Cynthia 1920 (Genzano, Roma). Sempre per i Pulcini, ma quelli nati nel 2004, sul gradino piĂš alto del podio sono saliti i piccoli della societĂ Ischia Isola verde, seguiti da quelli dell’Albalon-

ga, quindi i Red dell’Esperia. Molto equilibrate le ďŹ nali della categoria Esordienti (2003), tutte risolte ai rigori, nella quale hanno comunque avuto la meglio i Black della Lodigiani di Roma alle spalle dei quali si sono piazzati i polacchi di Jawor, cittĂ da poco gemellata con Roseto, quindi i ragazzi della Cynthia. Ancora la Lodigiani in mostra, questa volta tra gli esordienti 2002, che ha avuto la meglio sui torinesi del Cenisia, mentre al terzo posto si sono piazzati i ragazzi della societĂ Sportime di San Marco (Cs). Agonismo e spettacolo nella ďŹ nale della categoria Giovanissimi tra le formazioni dell’Ischia e quella del Navacchio Zambra (Cascina, Pisa), vinta dai pisani al termine di una gara molto combattuta davanti a un pubblico numeroso e attento. Bronzo per i guatemaltechi del Deportivo J.L.Inter, ospiti affezionati della manifestazione rosetana. Spazio anche per le tre formazioni femminili (Real Bellante, Cori Roma

Concluso il torneo calcistico giovanile

Il “FAIR PLAY� dei PULCINI CONQUISTA ROSETO

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e Giulianova, giunte sul podio in questo ordine) le quali hanno festeggiato tutte assieme la partecipazione al torneo. L’organizzazione ha comunque voluto lanciare un segnale di apertura verso il cosiddetto sesso debole, premiando anche le quote rosa del gruppo arbitrale. La targa ‘fair play’ è stata assegnata al gruppo dei Pulcini della società Cynthia 1920, i cui dirigenti non hanno esitato a denunciare un errore a loro vantaggio che li avrebbe mandati in finale nonostante avessero perso la gara valida per la qualificazione. Un gesto che ha tolto d’impaccio tutta la macchina organizzativa, in quanto molto probabilmente l’errore non sarebbe stato notato subito visto che non c’era stato alcun ricorso. “Ci è sembrato doveroso attribuire il riconoscimenti a questa società” commenta il presidente della As Roseto, Camillo Cerasi “soprattutto perché sono stati gli stessi ragazzi ad accorgersi subito dell’errore avvertendo prima i propri dirigenti, i quali a loro volta e senza esitare si sono rivolti ai nostri addetti”. Quattro giorni intensi di sport e non solo, in cui si sono disputate circa 220 partite suddivise in quattro impianti sotto lo sguardo attento degli oltre 60 addetti dell’organizzazione. “Come sempre è stata una fatica notevole” conclude il presidente Cerasi “ma siamo pronti domani stesso a ricominciare a lavorare per l’edizione n°20, che sarà sicuramente un evento da ricordare”. di Federico Centola

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Ăˆ nato A TERAMO il primo Club del Torino Calcio

FEDE E‌ ANIMA GRANATA fede. Ăˆ passione. Ma anche entusiasmo, sofferenza, felicitĂ che a volte si trasformano in eccitazione, gioia, ma anche tristezza e dolore. Il calcio non è solo pay tv o scegliere i piĂš forti. Il calcio è anche scoprire, chi da bambino, chi crescendo, che il colore granata ti si appiccica alla pelle, diventa la tua pelle. CosĂŹ capita che anche in provincia di Teramo tifosi del Torino, che ďŹ no al giorno prima vivevano in semi solitudine la propria passione, e che in molti casi neanche si conoscevano, si sono trovati insieme con la voglia di condividere, di crescere, esultare e soffrire insieme. In nome di una squadra di calcio che non rappresenta solo una cittĂ , che non racchiude il desiderio di chi la domenica ha la possibilitĂ di andare allo stadio. Una comunanza che va oltre, che racchiude uno spirito dal sapore italiano, che trascende i conďŹ ni calcistici e sportivi. Il club del Torino calcio “Anima granata – Teramoâ€? è nato cosĂŹ, senza l’ambizione di primeggiare, con il desiderio di esserci, in ciascuno che vi partecipa, e di vivere emozioni insieme. E insieme esultare tutte le volte che la squadra ne offrirĂ le possibilitĂ , di confortarsi a vicenda laddove si dovesse soffrire. In fondo essere del Toro è questo, è imparare a gioire del poco, a dispetto di chi non sa cosa farsene del tanto. E quando il poco diventa tanto per un tifoso granata la festa diventa ancora piĂš grande, ancora piĂš personale, ancora piĂš da condividere. Presidente del Toro club Teramo Anima Granata è Angelo Falone, Dante Catini è il vicepresidente e Mario Zoila il tesoriere. Completano il direttivo Massimo Albanese, Fabio Capolla,

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Maurizio Carpineta, Valentino Di Agostino, Marcello Mellozzi e Danilo Torzolini. Da alcuni giorni è cominciata l’attivitĂ di tesseramento, per contare la presenza sul territorio dei tifosi del Torino e, tutti insieme, cominciare a pensare le attivitĂ da mettere in atto. “Sport e cultura rappresentano un connubio importante – ha commentato il presidente del club Angelo Falone – siamo felici di esserci ritrovati insieme. Sicuramente organizzeremo viaggi verso Torino per assistere alle partite del Toro, ma non dimenticheremo la ricca storia di questa squadra che passa attraverso la tragedia di Super-

ga, dove in un incidente aereo morĂŹ la squadra piĂš forte del mondo, basti pensare che dieci di loro erano anche i titolari della nazionale italiana. Una squaddra che giocava nel vecchio campo del FiladelďŹ a, uno stadio che fa parte del patrimonio culturale granataâ€?. Tanto l’entusiasmo che circonda il club, che ha saputo racchiudere l’intero territorio provinciale. La sede sociale è a Castelnuovo Vomano, al bar FiladelďŹ a. Tutte le informazioni possono essere chieste a Mario Zoila (3477853421). di Angela Fosco

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TUTTO TORNA…

In Televisione a quando la televisione si è fatta estremamente popolare abbiamo visto nascere programmi divenuti veri e propri cult. Storie e personaggi entrati (e rimasti) nel cuore dei telespettatori, a livello globale come anche più circoscritto. Se è già successo che prodotti della paleotelevisione venissero spesso riproposti in qualità di remake, adesso sembra essere il periodo dei sequel e dei “ritorni” veri e propri, lì dove avevamo lasciato. Ovvio che a beneficiare di questo siano titoli saliti al successo principalmente negli anni ’80 e ’90 o anche nel decennio successivo. Perché è più facile, ovviamente, avere gli stessi protagonisti. Se la notizia del ritorno a Twin Peaks ha scaldato il cuore di molti fan (salvo ulteriori complicanze, le riprese dovrebbero essere in procinto di partire) anche un’altra serie mystery sta per tornare sui teleschermi: presto infatti dovremmo assistere a nuovi casi paranormali seguiti dagli agenti Molder e Scully di X-Files. Nemmeno l’Italia se ne sta a guardare, e ha già prodotto uno spin-off di uno dei serial più famosi e di successo tutto tricolore: Distretto di Polizia. Proprio in questi giorni, infatti, noi italiani possiamo appassionarci alle storie di Squadra Mobile, un gruppo di agenti

SE È GIÀ SUCCESSO CHE PRODOTTI DELLA PALEOTELEVISIONE VENISSERO SPESSO RIPROPOSTI IN QUALITÀ DI REMAKE, ADESSO SEMBRA ESSERE IL PERIODO DEI SEQUEL E DEI “RITORNI” VERI E PROPRI

Nemmeno l’Italia se ne sta a guardare...

capitanati dal commissario Ardenzi alle prese coi casi più scottanti della nostra realtà quotidiana. Nel campo dell’animazione, la notizia del ritorno dei paperi Disney con nuovi episodi di Duck Tales è già stata salutata con entusiasmo: prepariamoci ad altre entusiasmanti avventure in giro per il mondo con Paperon De’ Paperoni e la sua scalmanata banda. Mentre possiamo rimanere in Italia per ammirare le inedite sfide di Lupin III, in una nuova tranche delle sue famose imprese criminali: sì, perché i nuovi episodi saranno tutti ambientati nel no-

stro Bel Paese, e inoltre l’Italia avrà la serie in anteprima esclusiva. Insomma, in televisione è proprio vero che tutto torna, specie i programmi commerciali più forti e amati dal pubblico: non è mancanza di idee, ma sicurezza di avere a che fare con volti e situazioni familiari, che sappiano ricondurci idealmente a un periodo felice della nostra vita. In fondo, è tornato anche il Maurizio Costanzo Show…

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di MikiMoz Capuano

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VISIONI &

LETTURE Tomorrowland Il mondo di domani scoprire i segreti di un luogo enigmatico, situato da qualche parte nel tempo e nello spazio e che esiste nella loro collettiva memoria come “Tomorrowland”, la terra di domani. Nelle sale dal 21 Maggio di Brad Bird Fantascienza prod USA2015 durata 105 min egati da un destino comune, una brillante e ottimista adolescente, mossa da molta curiosità scientifica, e un ex inventore bambino prodigio ormai disilluso uniscono le loro forze per imbarcarsi in una pericolosa missione per

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con George Clooney, Britt Robertson, Hugh Laurie, Raffey Cassidy, KeeganMichael Key, Kathryn Hahn, Tim McGraw, Thomas Robinson

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Valentina Di Romano Tabula Fati Edizioni

Youth “La giovinezza” rimavera. Fred e Mick, due vecchi amici alle soglie degli ottant’anni, sono in vacanza insieme in un elegante albergo ai piedi delle Alpi. Fred, compositore e direttore d’orchestra, è ormai in pensione mentre Mick, regista, è ancora in


attività. I due amici, consapevoli che il tempo a loro disposizione sta lentamente scadendo, decidono di affrontare il futuro insieme e guardano con curiosità e tenerezza alla vita dei lloro figli, dei giovani scrittori entusiasti di Mick e degli altri ospiti dell’albergo, tutta gente che sembra avere davanti a sé ancora l’intera esistenza. E mentre Mick si sforza di finire la esiste sceneggiatura di quello che sarà il suo ultimo sceneg importante film, Fred non ha alcuna intenzione import di rimettersi al lavoro, anche se qualcuno vuole a tutti i costi ascoltare nuovamente le sue

composizioni e rivederlo di nuovo all’opera. era. zioni Aned, Aido e Associazione Cistinosi, chee pone l’attenzione sulla donazione degli organi e sulla scarsa informazione a riguardo. Un libro che è il primo passo verso una campagna di sensibilizzazione verso questo “gesto d’amore che restituisce la vita”. Nelle sale dal 2o Maggio Regia di Paolo Sorrentino Con Michael Caine, Rachel Weisz, Paul Dano, Harvey Keitel, Jane Fonda, Madalina Ghenea

Desiderio di… Conoscenza a maestra che mi bocciò in seconda elementare non sapeva come si accende un vero fuoco. Tu sì. Lo sapevi bene, ma non lo spiegavi. Ti chinavi sulle parole, prendevi in mano i tuoi libri con una cura che li faceva diventare esseri viventi e da loro sapevi estrarre mondi. Lo facevi con una grazia femminile rara che si confondeva con la tua bellezza. […] Amavi le parole e noi eravamo trasportati verso le parole da quell’amore.” Emana un’emozione profonda il pensiero che lo psicoanalista Massimo Recalcati rivolge, tra le ultime pagine del saggio “L’ora di lezione. Per un’erotica dell’insegnamento” (Einaudi, Torino, 2014), alla docente che ha rivoluzionato la sua vita. Alla periferia di Milano, negli anni Settanta, il nostro autore non era affatto uno studente

LE FAMIGLIE HANNO SMARRITO IL SIGNIFICATO VIRTUOSO E PAZIENTE DELLA FORMAZIONE E LO HANNO RIMPIAZZATO CON L’ILLUSIONE DI CARRIERE PRIVE DI SACRIFICIO, RAPIDE E INDOLORI...

modello: arrancava, non capiva, restava indietro rispetto ai suoi compagni deludendo le aspettative dei genitori; molti maestri non erano stati capaci di suscitare in lui alcun reale interesse, lo avevano umiliato e convinto della sua inettitudine allo

studio. E il giovane si era calato nella condizione dell’asino, anno dopo anno, ineluttabilmente, convinto che nulla lo avrebbe salvato da una realtà grigia e senza speranze. Ma un giorno, “come un fiore tra arbusti rovinati dal tempo”, era arrivata in classe una giovane professoressa, Giulia. Giulia che parlava di Letteratura con una passione sconosciuta. Giulia che leggeva i poeti in classe. Giulia che non imponeva nulla, ma che aveva tra le mani le chiavi del desiderio di conoscere, che portava via con sé i suoi ragazzi pur restandone a debita

distanza, educandoli alla fatica, all’impegno e alla disciplina nel lavoro. Giulia, senza la quale Massimo Recalcati non sarebbe diventato l’intellettuale di cui apprezziamo oggi le vaste conoscenze. Un libro sulla pratica dell’insegnamento nell’attualità era quanto mai necessario: assistiamo negli ultimi anni ad una crisi senza precedenti del discorso educativo; le famiglie hanno smarrito il significato virtuoso e paziente della formazione e lo hanno rimpiazzato con l’illusione di carriere prive di sacrificio, rapide e indolori, ma economicamente gratificanti; i loro figli si sono adeguati ad uno studio semplificato, informatizzato e avanguardista, che fa emergere le competenze, il “saper fare” nel mondo nuovo e competitivo: uno studio sterile, che non concede spazio a ciò che Recalcati definisce la dimensione erotica del sapere. E chi è il testimone di questo spazio fisico, concreto della conoscenza, se non un bravo insegnante? Egli, quando c’è, è tutto ciò che resta alla scuola: è innamorato della sua disciplina e vuole che la passione che lo anima coinvolga i suoi alunni: sa come raggiungere lo scopo, si rende amabile, stimabile, esempio vivente; mette in moto giovani esistenze e ne allarga gli orizzonti attraverso una miriade di universi. Gli allievi non lo dimenticano facilmente. Il saggio di Recalcati, illuminante nella sua complessità, ci mostra il miracolo che può avvenire in un’ora di lezione: l’oggetto della conoscenza si trasforma in oggetto desiderabile grazie all’insegnante che per primo lo ama, e lo trasmette attraverso se stesso, senza bisogno di tecniche e dei media tanto in voga nella scuola italiana, che allontanano i nostri allievi dal senso profondo del sapere.

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di Simona Cascetti

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EDING GROUP nasce da anni di esperienza e da una concreta conoscenza delle esigenze di servizio richiesto dalle aziende, dalle piccole e medie imprese, dagli enti pubblici. In virtù dei sempre più complessi, costantemente mutevoli ed incalzanti adempimenti richiesti dalla legge, MEDING GROUP da vita ad una nuova realtà imprenditoriale in grado di affi ancare le imprese nel labirinto delle disposizioni di legge nella totale certezza e sicurezza delle procedure. MEDING GROUP è il tuo INTERLOCUTORE UNICO che ordina e coordina l’offerta in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, avvalendosi di consulenti leader L’esperienza maturata e specialisti ognuno dal nostro gruppo, nel proprio settore di intervento. ha permesso la MEDING GROUP creazione di un pool si prende cura dei di medici specialisti clienti creando a disposizione della una relazione di clientela con l’ausilio fiducia. Grazie alla efficace di unità sanitarie mobili nostra gestione garantiamo reperibilità “full time”. La Direzione Sanitaria é a disposizione del cliente, assicurando tempestività ed assistenza anche rispetto agli Organi di Controllo. L’esperienza maturata dal nostro gruppo, ha permesso la creazione di un pool di medici specialisti anch’essi a disposizione della clientela con l’ausilio di unità sanitarie mobili peraltro autorizzate a punto prelievo ematico esterno. La prevenzione e protezione dai rischi nei luoghi di lavoro

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Tutte le rubriche

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Voglia di cambiare!

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Ambiente bello e sano

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Le nostre ricette

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Licenziamenti inviduali e collettivi

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Il Diritto a nascere

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Assegno divorzile

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Percorsi Numerologici Benessere - Salute - Cucina - Consumatori- Legale -Animali Piccoli consigli utili per tutta la famiglia dai migliori esperti


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Salute & Benessere

ppare ormai chiaro che, negli ultimi anni, sono sempre di più le persone che si stanno aprendo a cambiamenti profondi e sostanziali. Quasi che i cambiamenti del mondo e la crisi finanziaria trovino, in fondo, ragion d’essere in una crisi personale o spirituale. Una crisi dei valori che sottendono alla cultura contemporanea. Di certo, la situazione economica del nostro Paese è traballante e ci coinvolge tutti, ognuno a suo modo. Molto probabilmente abbiamo anche assistito al verificarsi della perdita del lavoro

LA VOGLIA DI CAMBIARE VITA PUÒ ESSERE MOTIVATA DA UN REALE DESIDERIO, MA ANCHE DALLA DELUSIONE, DALLA RABBIA, DA UN IMPETO, DA UN AVVENIMENTO ESTERNO...

Le ragioni e i sentimenti per prendere una decisione

Voglia di cambiare! di qualche amico, conoscente o parente oppure fai parte anche tu di quella parte di popolazione che ha perso il lavoro, o non l’ho ha trovato. In ogni caso, di fronte a questa situazione, semplicemente potresti essere insoddisfatto, se non preoccupato, di come stanno andando le cose ovvero di come stanno andando le nostre vite. Insomma, per circostanze diverse, sono in molti coloro che devono o vogliono cambiare vita. Ora, la voglia di cambiare vita può essere motivata da un reale desiderio, ma anche dalla delusione, dalla rabbia, da un impeto, da un

avvenimento esterno, dalla vicinanza di una o più persone che non ci fanno star bene, da un ricordo lontano che, però, influisce ancora sui nostri pensieri, stati d’animo e comportamenti. Possono essere ragioni che ci spingono “via da” una situazione indesiderata, oppure che ci spingono “verso” un obiettivo, una visione, una situazione desiderata. In ogni caso, se a spingerci a prendere in considerazione un cambiamento non è una ragione valida, quest’ultima può rivelarsi un’altra delle cause della nostra insoddisfazione. Cosa voglio esattamente? Si tratta di

trovare una risposta a questa domanda. Spesso, infatti, tendiamo a dire a noi stessi e agli altri ciò che non vogliamo, piuttosto che ciò che vogliamo. Ma se facciamo così, difficilmente riusciamo a identificare le caratteristiche di ciò che desideriamo, perché la nostra attenzione continua a essere rivolta a quello che vogliamo evitare. Naturalmente, anche il desiderio di allontanarci da un problema che ci disturba o da una situazione che non ci soddisfa è assolutamente lecito e naturale. In questo numero, allora, voglio presentarvi una serie di passi e domande, che possono aiutarci a capire quali sono le ragioni e i sentimenti funzionali o disfunzionali al nostro miglioramento, tanto per valutarle meglio, prima di passare all’azione in modo impulsivo e gravido di conseguenze. Passo 1. Scrivi in poche parole quello che vorresti cambiare nella tua vita. Passo 2. Elenca almeno 5 ragioni che motivano la tua voglia di cambiare. Passo 3. Rileggi le 5 ragioni, prendine atto, osserva ciò che provi. E rispondi con sincerità alle prossime domande. Domanda 1. Ti fanno sentire motivato, felice, fiero? Domanda 2. Le sensazioni, nella pancia, sottopelle, la tua fisiologia, il tuo respiro, sono simili a quelle dei momenti felici? Domanda 3. Quelle ragioni ti “portano via da”, cioè ti liberano, piuttosto che ti “spingono verso”, ti regalano qualcosa? Domanda 4. Quelle ragioni, ti appartengono o sono motivazioni dei tuoi cari, della tua famiglia, dei valori che ti sono stati trasmessi da altri? Domanda 5. Sono motivazioni incentrate sul futuro? Se le risposte a queste domande, o alcune di queste, sono negative, fermati un istante a riflettere sia sul peso delle emozioni che caratterizzano questa voglia di cambiamento, sia sulle ragioni pratiche conseguenti. Di certo, sperimentare un confronto, una discussione o un esercizio di self-help come questo, che aumentano la consapevolezza di come sei fatto, non può che giovare alla realizzazione di te stesso. In ogni caso, l’unica certezza è il presente e, a un certo punto, possiamo prendere le cose con più leggerezza e con le parole di Charles De Gaulle “Io prendo delle decisioni. Forse non sono perfette, ma è meglio prendere decisioni imperfette che essere alla continua ricerca di decisioni perfette che non si troveranno mai”. Buon cambiamento!

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di Pierluigi Troilo

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Salute & Benessere

Avvocati e Psicologi

insieme per il benessere

l benessere mentale nell’epoca contemporanea è stato il tema oggetto di un convegno tenutosi venerdì 10 aprile 2015 presso l’Università degli Studi di Teramo, e organizzato dall’Associazione “PERSONA e TUTELA – studi giuridici e psicologici” e il centro “NAOS”. All’evento hanno partecipato, quali relatori, diverse figure professionali tra psicologi, psicoterapeuti, psichiatri, neuropsichiatri infantili e avvocati, al fine di esaminare la problematica del benessere mentale sotto diverse prospettive teoriche e scientifiche, per riflettere sulla necessità di spazi per interventi solidali e

IL CONVEGNO È STATA L’OCCASIONE PER PRESENTARE SUL TERRITORIO LO SPAZIO SOLIDALE NAOS multidisciplinari in relazione alle patologie in mutamento dell’epoca contemporanea. I lavori sono stati coordinati e introdotti dalla Dott.ssa Emanuela Torbidone, Coordinatore di “NAOS-

TecnoJolly di Alessandro De Santi Via Don Primo Mazzolari - snc - Teramo - 64100 - cell. 329 83 77 731

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Spazio Solidale per la Salute ed il Benessere Mentale”, e dall’Avv. Gianfranco Puca, Presidente dell’Associazione Persona e Tutela – studi giuridici e psicologici. Gli interventi hanno avuto come relatori il Dott. Mario Caltabiano (Le nuove famiglie: tra continuità e cambiamento), il Dott. Domenico De Berardis (Le nuove dipendenze: promuovere la conoscenza per migliorare l’intervento), la Dott.ssa Gabriella Gentile (Nuove malattie dell’anima: una lettura psicoanalitica), la Dott.ssa Maria Pia Legge (Le patologie psichiche emergenti nell’età evolutiva: segni precoci, diagnosi ed intervento) e l’Avv. Stefania De Nicolais (La tutela legale nella relazione di aiuto), dai quali è scaturito sia il contesto di analisi del tema trattato, sia le possibili strade da percorrere, attraverso una continuazione della ricerca e proposte di aiuti già attuabili o da sviluppare. Il tema del benessere sociale, che passa attraverso il benessere mentale, nasce dall’osservazione delle mutate condizioni della società, determinate soprattutto dalla crisi economica degli ultimi anni che L’Associazione “PERSONA e TUTELA” ha fatto proprio sin dalla sua costituzione, nel 2011. L’associazione ha infatti, come scopo statutario, il benessere e la tutela della persona sotto l’aspetto psicologico e giuridico; in questi quattro anni di vita ha organizzato diversi convegni e attività formative, tra le quali è possibile ricordare il corso per gli insegnanti di scuola elementare sui disturbi dell’apprendimento e il corso rivolto ai genitori della scuola materna per riflettere sugli stili educativi, il seminario sulla tutela del minore e infine il convegno di studi sul danno da lutto e l’elaborazione dell’evento luttuoso a seguito di incidenti stradali, organizzato con il Tribunale di Teramo e numerose altre attività rivolte alla classe forense. Il Convegno è stata l’occasione per presentare sul territorio lo spazio solidale NAOS, un luogo solidale dove un’equipe di professionisti, altamente qualificati, offre le proprie prestazioni alle fasce di popolazione economicamente in difficoltà. NAOS è un luogo di valutazione, diagnosi e cura delle problematiche di natura psicologica, psichiatrica e legale. Si rivolge all’adulto, al bambino, alla terza età e alla coppia, attraverso una gamma variegata di interventi di natura psicologica , psichiatrica e di tutela legale. Questo Spazio cerca di aprire la possibilità di cura a tutte le persone che ne hanno bisogno, a prescindere dalle loro possibilità reddituali. Tra i professionisti dell’area legale vi è l’Avv. Gianfranco Puca; tra i professionisti dell’area psicologica vi sono la dott.ssa Laura Corona, la dott.ssa Angela Di Donato, la dott.ssa Valentina Di Re, il dott. Giacomo Ventura e la dott.ssa Emanuela Torbidone; nell’area medica opera la dott.ssa Alessandra Graziani.


Salute & Benessere ellezza, salute e ambiente” è il tema discusso al convegno internazionale organizzato da Cosmetica Italia, associazione nazionale delle imprese cosmetiche (Cosmoprof 23 marzo u.s.). Il dibattito sulla sostenibilità inizia a coinvolgere le imprese nazionali della cosmetica che attivano sistemi di produzione a ridotto consumo energetico, ingredienti più biodegradabili e confezioni che facilitano la raccolta differenziata. “A fronte di un 17% di italiani che si dichiara perfino ostile all’ecologismo e alla sostenibilità dei prodotti e ad un 21% di cittadini che invece si dichiara indifferente, aumenta il numero delle persone che invece si preoccupa per l’ambiente” - ha spiegato Enrico Finzi, sociologo, intervenuto al meeting. “ Dai nostri sondaggi risulta infatti che il 62% degli italiani oggi è attento alla sostenibilità, adottando stili di vita che includono comportamenti ecologici in modo debole nel 18% dei casi, intenso nel 30% e maniacale nel 14% dei casi”. “Anche in previsione dell’imminente Expo 2015 e al concetto cardine di nutrire il pianeta abbiamo deciso di discutere del tema della sostenibilità in modo fattivo con i nostri soci organizzando questo convegno come momento di confronto e apertura” - ha sottolineato Fabio Rossello, presidente di Cosmetica Italia “Continuando ad offrire prodotti innovativi ed efficaci in grado di garantire la sicurezza e la salute del consumatore, ci sono molte imprese già virtuose sulla penisola e lo sviluppo sostenibile è oggi un’opportunità e una sfida da cui

ANCHE L’AMBIENTE

DIVENTA BELLO E SANO non si può più prescindere, sia a livello europeo che a livello nazionale”. “La sostenibilità include anche il ruolo sociale che hanno le imprese nei confronti dei loro lavoratori e delle iniziative di supporto che si svolgono sul territorio , coinvolgendo le comunità di cittadini. Si tratta di sinergie che contribuiscono ad aumentare il loro livello di credibilità e reputazione in modo solido” - ha spiegato Luca Nava, vicedirettore dell’associazione - “Sui prodotti sono stati invece avviati diversi processi di produzione

LE AZIENDE DUNQUE SONO PRONTE AL CAMBIAMENTO MA... più ecologici, con minor consumo di acqua ed energia elettrica, con l’uso di fonti energetiche alternative e col recupero ed il riciclo delle acque usate per la fabbricazione, con la progettazione di packaging ridotti e con meno spreco di ma-

teriale inutile, con materiali come cartoncino, vetro o plastica riciclata o riciclabile in modo più semplice, senza dover troppo separare tappi da flaconi e capsule e quant’altro”. Le aziende dunque sono pronte al cambiamento ma al meeting sono stati anche analizzati i comportamenti degli italiani che, pur preferendo sempre di più prodotti di bellezza rispettosi dell’ambiente, dentro le mura domestiche si scoprono spreconi di shampoo, detergenti, creme e acqua. “L’attenzione per l’ambiente sale ed è legato principalmente alla propria salute e al benessere psico-fisico perché si cercano prodotti che ci facciano sentire meglio “ - ha precisato Finzi - “Ma i comportamenti ecologici concreti dei consumatori sono pochi e sotto la doccia o per lavare i denti o le mani si consuma ancora troppa acqua, nonostante scarseggi, oltre che troppo sapone, shampoo o bagno schiuma senza pensare né all’ambientale né al risparmio”.

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Salute & Benessere

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TECNICA DELLA NOBEL BIOCARE:

Implantologia Minimamente invasiva Dott. Paolo Rasicci Medico Chirurgo Specialista in Odontostomatologia e Ortognatodonzia Perfezionato in Implantologia Orale

COME FUNZIONA TUTTO?

a tecnica Nobel Clinician rappresenta una vera e propria rivoluzione in implantologia orale, l’ultimo ritrovato per il posizionamento degli impianti nella bocca dei nostri pazienti. La metodica non prevede il taglio della gengiva e la scopertura dell’osso né punti di sutura. Gli impianti vengono posizionati attraverso piccoli fori praticati sulla gengiva. Il bello di ciò è che dopo l’intervento potrete riprendere subito la vostra vita di tutti i giorni. Dolore, sanguinamento e gonfiore tipici della implantologia tradizionale saranno praticamente assenti. Con la tecnica denti in giornata entrerete in studio con la dentiera e dopo qualche ora uscirete con la vostra protesi fissa. La chirurgia minimamente invasiva può essere fatta sia che manchi un solo dente sia che manchino tutti. Anche se l’osso residuo è poco con questa metodica computerizzata riusciamo a massimizzare il suo possibile utilizzo e a trattare dei casi che altrimenti dovrebbero essere sottoposti a importanti interventi di rigenerazione ossea.

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na prima visita è sempre necessaria. Non è possibile visitarvi per telefono o per e-mail, né tantomeno farvi un preventivo: ogni caso è a sé e necessita di un suo peculiare piano di trattamento. Durante il nostro incontro valuterò le sue condizioni della bocca, della eventuale protesi e le sue condizioni generali. Secondo passaggio verrà inviato a fare una tac specifica per il sistema nobelclinician. I dati della tac saranno processati in un computer dal nostro sofisticato programma informatico. Sulle ricostruzioni tridimensionali della sua mascella verranno posizionati virtualmente gli impianti nel modo più appropriato (pianificazione computerizzata). Naturalmente si vanno ad evitare in maniera precisa tutte quelle strutture che non devono essere danneggiate nel corso dell’intervento. Alla fine il progetto viene inviato tramite internet ad un centro di produzione industriale robotizzato in Svezia che ci confeziona una dima chirurgica attraverso la quale verranno collocati gli impianti. La protesi può essere fabbricata prima di fare l’intervento in accordo con la pianificazione impiantare e cio’ permette al paziente di uscire dallo studio con i denti fissi in bocca e iniziare a mangiarci immediatamente .

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empi di trattamento estremamente ridotti: solo poche sedute. L’intervento è più rapido, preciso, predicabile e meno rischioso grazie alla progettazione computerizzata e alla guida chirurgica. I possibili disconforts postoperatori si riducono in pratica a zero. ( No gonfiore, no sanguinamento, no dolore) Inserzione immediata della protesi per un soddisfacente ripristino immediato della estetica dento-facciale e della funzione masticatoria. Si possono mettere subito gli impianti anche in casi in cui l’osso è scarso, in quantità minima; casi che, con la implantologia tradizionale necessiterebbero di importanti interventi di chirurgia rigenerativa dell’osso prima ancora di poter mettere gli impianti. Pianificazione computerizzata in ambiente tridimensionale da una precisione incredibilmente migliore rispetto ad una tac tradizionale: più precisione, minor possibilità di errore.

CONTATTI Studio Medico Pescara Corso Umberto I° n. 55 Giulianova Lido (TE) Via N. Sauro 132

tel. 0858000011 cell. 348.0452031 www.paolorasicci.com



Le nostre Ricette

Arista a

INGREDIENTI

Zucchine ripiene La carne macinata (se piace aggiungere un pò di carne sempre macinata di tacchino – max 100 gr) viene impastata con le uova battute, il pane grattugiato, il parmigiano, il prezzemolo. Si “cavano” le zucchine – usando idoneo coltellino – e, con la dovuta attenzione, si procede a riempire bene le zucchine. Terminata

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questa “operazione”, si mettono a soffriggere le zucchine, girandole delicatamente per farle rosolare in modo uniforme. Si aggiunge il vino e – se necessario – un pò d’acqua. Poi, con l’aiuto del coperchio rovesciate la focaccia e cuocete altri 10 minuti dall’altro lato sempre coprendola. Si mangia calda.

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(per 5-6 persone): 10-12 zucchine (possibilmente di dimensioni simili tra loro), ½ bicchieri di olio, 250 gr di carne tritata (misto di manzo e maiale), 7-8 cucchiai colmi di pane grattugiato, 50 gr di parmigiano grattugiato, 2 uova, prezzemolo tritato, ½ bicchiere di vino bianco secco.

Sciogliete il burro nella vostra pentola a pressione, quando sarà liquefatto mettetevi l’arista e rosolatela a fuoco medio su tutti i lati. Copritela con il latte e regolate di sale, chiudete la pentola e cuocete per 20 minuti a partire dal fischio (ricordatevi naturalmente di abbassare al minimo la fiamma durante la cottura!). Passato il tempo necessario alla cottura, aprite la


Le nostre Ricette

al Latte

FARFALLE NOCI E RICOTTA

INGREDIENTI

INGREDIENTI

400 g di farfalle 100 g di gherigli di noce 200 g di ricotta 2 spicchi di aglio 50 g di pecorino di media stagionatura 3 cucchiai di olio extravergine 2 cucchiaini di paprica 1 rametto di salvia - sale

(per 5-6 persone): 850 gr. di arista di maiale legata in unico pezzo 50 gr. di burro 3/4 di lt. di latte Sale marino q.b.

pentola dopo aver fatto scaricare il vapore dalla valvola, senza scottarvi! Togliete la carne dalla pentola e, se necessita, fate ridurre ulteriormente il sugo tenendolo sul fuoco per qualche minuto. Tagliate l’arista a fettine sottili e copritela con il sughino al latte. Se volete potete colorare il piatto con una spolverata di prezzemolo e servirla con un buon puré di patate.

Pelate perfettamente i gherigli di noce, poi passateli al mixer. Fate imbiondire gli spicchi di aglio nell’olio a fuoco lento, eliminateli quando iniziano a scurire e versate nell’olio il trito di noci. Unite 2-3 foglie di salvia tritate. Alzate la fiamma e fate insaporire per 3 minuti. Aggiungete la ricotta, amalgamate delicatamente a PrimaPagina 57 - Mag. 2015

fuoco basso, quindi condite con il sale e la paprica. Lessate al dente le farfalle; prima di scolarle, prelevate 2 cucchiai dell’acqua di cottura e diluite la salsa alla ricotta. Scolate la pasta e fatela saltare per 1 minuto nella padella con la salsa alla ricotta; quindi servitela, spolverizzata con pecorino grattugiato e guarnita con le foglie di salvia rimaste.

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Consumatori bbiamo visto negli articoli precedenti molti degli elementi che occorre conoscere quando si procede all’acquisto di uno strumento finanziario, e nello specifico, una obbligazione, cioè quando decidiamo di ‘prestare’ soldi a una società o a uno Stato che quindi si impegna a pagarci un interesse sotto forma di cedola. Un aspetto che rimaneva da approfondire è quello della liquidità. Un investimento su un certo strumento infatti, aumenta di rischio se lo stesso è poco ‘liquido’. Cosa significa? Vuol dire che giornalmente non vi è un alto numero di contratti, cioè non c’è un numero elevato di persone che è interessato a comprare o vendere quello strumento. Per quale motivo aumenta il rischio? Perché i ‘pochi’ che comprano o vendono quello strumento hanno un maggior potere decisionale sul prezzo. Facciamo un esempio: il prezzo di uno strumento, nel nostro caso una obbligazione, è determinato dall’incontro tra domanda (nel gergo tecnico ‘denaro’) e offerta (‘lettera’). Quando uno strumento è molto liquido, denaro e lettera sono molto vicini tra loro, ad

MA SE L’OBBLIGAZIONE È POCO SCAMBIATA, ECCO LA BRUTTA SORPRESA: IN DENARO POTREBBE ESSERCI SOLO UNA RICHIESTA DI ACQUISTO A PREZZI MOLTO PIÙ BASSI esempio potremmo avere 100 in denaro (cioè quelli che comprano sono disposti a pagare 100) e 100,10 in lettera (quelli che vendono sono disposti a farlo a 100,10). La differenza (detta ‘spread’) è solo dello 0,10% e il continuo mutare delle richieste di acquisto e vendita, porta all’incontro dei prezzi, e si determina un contratto. Ad esempio un soggetto che aveva inserito 100 come prezzo che era disposto a pagare per l’acquisto, potrebbe mutarlo in 100,10, e così soddisfa chi si era messo in vendita a 100,10. Una volta che si è realizzato il contratto, si può leggere sul terminale, il cosiddetto ‘ultimo prezzo’, nel nostro caso 100,10, e quindi in quel momento l’obbligazione ‘vale’ 100,10.

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Cultura finanziaria

Il “rischio liquidità” negli investimenti Il prezzo oscilla e come acquirenti siamo soggetti ai rischi e benefici già visti negli articoli precedenti, cioè per vari motivi l’obbligazione potrebbe nei mesi successivi salire a 103, ma anche scendere per esempio a 97. Ma supponiamo che ‘preoccupati’ da alcune notizie negative sulla società o lo Stato che ha emesso l’obbligazione decidiamo di uscire dalla nostra posizione e venderla a 97, cioè decidiamo che il 3% circa di perdita (se avevamo comprato a 100,10) per noi è eccessivo, in quanto temiamo di perdere ancora di più, oppure potremmo avere improvvisamente bisogno di quei soldi che avevamo investito per altri motivi. Ecco che entra in gioco il rischio liquidità: se l’obbligazione è molto scambiata, riusciremo a venderla intorno a 97, perché magari in denaro troveremo acquirenti a quel prezzo e noi mettendoci in vendita (cioè in lettera) a 97 riusciremo a stipulare il contratto. Ma se l’obbligazione è poco scambiata, ecco la brutta sorpresa: in denaro potrebbe esserci solo una richiesta di acquisto a prezzi molto più bassi, come ad esempio 92, e quindi la nostra perdita, che ipotizzavamo essere ‘solo’ del 3% diventa subito dell’8% perché saremo costretti a vendere a 92! In pratica quando la

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liquidità è bassa e ci sono poche persone che contrattano, i potenziali acquirenti e venditori possono decidere i prezzi come preferiscono e quindi la differenza tra denaro e lettera si allarga. Tornando all’inizio del nostro caso, invece che un denaro-lettera pari a 100-100,10, con un solo 0,10% di differenza, potremmo averne uno 95-100, cioè con un 5% di differenza o anche di più(!). In casi estremi potrebbe anche non esserci nessuno in acquisto(!), e potremmo essere costretti ad attendere anche molti giorni sperando che qualcuno inserisca una richiesta di acquisto del titolo che noi possediamo. Pertanto quando scegliamo una obbligazione (o in generale uno strumento finanziario) verifichiamo che sia liquido: purtroppo non esiste un indicatore preciso del grado di liquidità, ma si tenga conto che generalmente le obbligazioni quotate su mercati molto conosciuti (MOT o EuroTLX per esempio) e emesse da Stati o società importanti sono molto liquide, e in ogni caso osservate sempre la differenza tra denaro e lettera, se è molto ridotta, perlomeno inferiore all’1% la liquidità dovrebbe essere sufficiente. di Bruno Feroci Analista finanziario


Consumatori a legge di Stabilità 2015 riapre i termini per la rivalutazione dei terreni agricoli ed edificabili e per la rideterminazione delle partecipazioni in società. Si sperava da più parti in una stabilizzazione della norma, ma nel paese dai mille rinvii, dalle mille proroghe, è un sogno ambito e solo sperato. Il 1° Gennaio 2015 è la nuova data di riferimento per il possesso di tali beni non si rilevano novità circa i termini e le modalità applicative della norma. La rivalutazione riguarda terreni, agricoli ed edificabili posseduti da persone fisiche, società semplici ed enti non commerciali. La rivalutazione delle partecipazioni in società non quotate, sia qualificate che non qualificate, riguarda quelle possedute alla data del 01/01/2015 da persone fisiche. Rivalutare il valore di acquisto di terreni e partecipazioni è un’opportunità da cogliere per ridurre il carico fiscale in caso di cessione dei terreni e/o delle partecipazioni.

Rivalutazione dei terreni e partecipazioni 2015

LA PERIZIA GIURATA DI STIMA DOVRÀ ESSERE CONSERVATA DAL CONTRIBUENTE E SARÀ UTILE IN CASO DI ACCESSI E RISCONTRI DA PARTE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE Possono avvantaggiarsi dell’opzione: Le persone fisiche che detengono terreni e partecipazioni fuori del regime d’impresa; Le società semplici e soggetti assimilati; Gli enti non commerciali per i beni fuori dall’esercizio dell’attività commerciale; I soggetti non residenti con plusvalenze imponibili in Italia. La rivalutazione, ma forse è corretto parlare di rideterminazione, perché la stima potrà anche essere al ribasso, per l’adeguamento ai valori di mercato, può riguardare anche beni già affrancati tramite altre agevolazioni. In tale caso si dovrà procedere a scomputare quanto già versato. Entro il 30/06/2015 i contribuenti che alla data del 1° gennaio 2015 possiedono partecipazioni e terreni possono decidere di avvalersi della facoltà di rivalutare gli stessi facendo redigere una

perizia giurata di stima che attesti e giustifichi il valore degli stessi beni, tale perizia dovrà essere asseverata entro la stessa data e dovrà essere versata un’imposta sostitutiva pari al: 4% del valore risultante dalla perizia, per le partecipazioni non qualificate; 8% del valore risultante dalla perizia, per le partecipazioni qualificate ed i terreni. È possibile effettuare un pagamento rateizzato alle seguenti date: 30/06/201530/06/2016-30/06/2017. In questo caso all’imposta sostitutiva dovuta saranno aggiunti gli interessi nella misura del 3% annuo. La perizia giurata di stima dovrà

essere conservata dal contribuente e sarà utile in caso di accessi e riscontri da parte dell’agenzia delle entrate, dovrà infatti essere esibita previa richiesta dell’Amministrazione finanziaria. I valori così determinati dovranno essere indicati nella successiva dichiarazione dei redditi 2015, seppur l’omissione di tale adempimento non pregiudica gli effetti dell’operazione ma ne comporta una sanzione per violazione formale da 258 a 2.065 euro, in base all’articolo 8, comma 1, Dlgs 471/1997.

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di Laura Di Paolantonio

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Consumatori

RIFORMA DEL LAVORO:

LICENZIAMENTI INDIVIDUALI E COLLETTIVI a riforma del lavoro, contenuta nel c.d. “Jobs Act”, nell’andare ad inserire nel nostro ordinamento lavoristico la fattispecie del contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato e a tutele crescenti, va ovviamente ad incidere sulla disciplina risarcitoria dettata in materia di licenziamenti illegittimi individuali e collettivi. L’aspetto che certamente balza maggiormente ictu oculi all’evidenza è che la tutela reintegratoria classica, così come era concepita dall’art. 18 della legge n. 300 del 1970 (prima delle modifiche apportate dalla legge n. 92 del 2012) per i datori di lavoro che occupano più di quindici dipendenti, è ormai divenuta un’eccezione rispetto alle più diffuse forme di risarcimento economico forfettizzato in relazione all’anzianità di servizio. Il lavoratore, infatti, avrà diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro precedentemente occupato con condanna del datore di lavoro ad un risarcimento commisurato a tutte le retribuzioni globali di fatto che il lavoratore avrebbe percepito dalla data dell’illegittimo licenziamento sino alla reintegra (con facoltà in capo al lavoratore di optare per l’indennità sostitutiva della reintegra

pari ad ulteriori 15 mensilità) in caso di licenziamenti discriminatori, ritorsivi e nulli. Invece la reintegra viene eliminata nell’ipotesi di illegittimo licenziamento intimato per giustificato motivo oggettivo. In tale ipotesi, infatti, il lavoratore avrà diritto ad un risarcimento di natura esclusivamente economica il cui ammontare varierà in base all’anzianità di servizio. Il decreto n. 23 del 2015, infatti, in tali casi prevede un’indennità da commisurarsi in base ai seguenti criteri: due mensilità per ogni anno di servizio con un minimo di quattro e un massimo di ventiquattro mensilità avuto riguardo ai criteri previsti dall’art. 2120 c.c.

IN QUESTO CASO IL GIUDICE DEL LAVORO PROVVEDE ALL’ANNULLAMENTO DEL LICENZIAMENTO CONDANNANDO IL DATORE DI LAVORO A REINTEGRARE IL LAVORATORE

Il medesimo regime risarcitorio dovrà trovare applicazione in caso di licenziamenti illegittimi intimati per giusta causa ovvero per giustificato motivo soggettivo. La riforma stabilisce che la tutela reintegratoria permane “esclusivamente nelle ipotesi di licenziamento per giustificato motivo soggettivo o per giusta causa in cui sia direttamente dimostrata in giudizio l’insussistenza del fatto materiale contestato al lavoratore, rispetto al quale resta estranea ogni valutazione circa la sproporzione del licenziamento”. In questo caso il giudice del lavoro provvede all’annullamento del licenziamento condannando il datore di lavoro a reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro precedentemente occupato oltre che al pagamento di un’indennità risarcitoria dal giorno del licenziamento sino a quello dell’effettiva reintegra dedotto quanto il lavoratore avrebbe percepito per lo svolgimento di altre attività lavorative. La riforma ha altresì apportato delle rilevanti modifiche al regime risarcitorio introdotto dalla Legge Fornero per il licenziamenti afflitti da vizi formali (carenza di motivazione) o procedurali (intimazione di un licenziamento disciplinare in assenza delle garanzie procedimentali di cui all’art. 7 della legge n. 300 del 1970). In queste ipotesi il decreto n. 23 del 2015 prevede la condanna del datore di lavoro al pagamento di una indennità crescente di importo pari ad una mensilità per ogni anno di servizio, con un minimo di due e un massimo di dodici mensilità. La riforma peraltro, - oltre che a cercare di incentivare la bonaria composizione delle controversie di lavoro prevedendo l’esenzione fiscale e contributiva per l’indennità risarcitoria corrisposta in sede sindacale o presso le Commissioni di Conciliazione istituite presso le Direzioni Territoriali del Lavoro ovvero presso le Commissioni di certificazione dei contratti di lavoro istituite presso gli Enti Bilaterali - prevede i medesimi principi risarcitori sopra illustrati anche in caso di licenziamenti collettivi illegittimi. Infatti nel caso in cui vengano illegittimamente licenziati attraverso una procedura di mobilità dei lavoratori subordinati assunti con contratto a tutele crescenti con violazione della procedura o dei criteri di scelta ai medesimi spetterà un trattamento risarcitorio che va da un minimo di quattro a un massimo di 24 mensilità. La disciplina che ho succintamente delineato trova applicazione unicamente per i lavoratori assunti a far data dal 7 marzo 2015. di Alessio De Iuliis

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Il Legale a moglie cita in giudizio il marito chiedendone la condanna al risarcimento dei danni (biologico ed esistenziale) causati dalla violazione dei doveri nascenti dal matrimonio; in particolare la donna lamenta il mancato rispetto dell’obbligo alla di fedeltà, avvenuto con modalità particolarmente dolorose e frustranti, a causa della notorietà della relazione extra coniugale, peraltro con una donna sposata. Il tribunale adito istruisce la causa, utilizzando anche una consulenza d’ufficio per accertare le condizioni di salute della donna, ma rigetta la domanda di condanna al risarcimento danni a carico del marito. La donna propone appello alla sentenza di primo grado, ma anche la Corte d’Appello rigetta la sua domanda. La donna, per niente scoraggiata da due sentenze civili a lei contrarie, ricorre in Cassazione, che le darà ragione, affermando l’ammissibilità della sua richiesta di risarcimento dei danni non patrimoniali subiti a causa della infedeltà del marito. La Suprema Corte, in primo luogo, ribadisce come l’unica differenza tra il danno non patrimoniale e quello patrimoniale consiste nel fatto che quest’ultimo è risarcibile in tutti i casi in cui ricorrano gli elementi di un fatto illecito, mentre il primo lo è nei soli casi previsti dalla legge; il danno non patrimoniale, quindi, sarà risarcibile a condizione che si avveri una di queste circostanze: a) il fatto compiuto sia astrattamente configurabile quale reato; b) la legge stessa prevede il risarcimento del danno al di fuori delle fattispecie di reato; c) non ricorrendo nessuna delle due ipotesi A o B, il fatto illecito abbia violato in modo grave diritti inviolabili della persona, come tali oggetto di tutela costituzionale; in questo ultimo caso la vittima avrà diritto al risarcimento del danno non patrimoniale scaturente dalla lesione di tali interessi, che, al contrario delle prime due ipotesi, non sono individuati “ex ante” dalla legge, ma dovranno essere selezionati caso per caso dal Giudice. In altri termini, al di fuori del reato e dei casi specifici in cui la legge prevedere il risarcimento dei danni non patrimoniali, il Giudice potrà, caso per caso, decidere la risarcibilità dei danni non patrimoniali. La Corte di Cassazione, comunque, stabilisce che, in tale ultima ipotesi il danno non patrimoniale sarà risarcibile ove ricorrano contestualmente queste condizioni: a) che l’interesse leso abbia rilevanza costituzionale; b) che la lesione dell’interesse sia grave, nel senso che l’offesa superi una soglia minima di tollerabilità ; c) che il danno non sia futile, ma abbia una consistenza che possa considerarsi giuridicamente rilevante. Nel nostro ordinamento, quindi, ciascun coniuge può scegliere di separarsi e divorziare, e la violazione dell’obbligo di fedeltà può comportare per legge solo l’addebito della separazione; in altri termini la violazione del dovere

Il risarcimento dei danni

“DA CORNA” secondo la Corte di Cassazione

di fedeltà non comporta automaticamente alcun risarcimento danni a favore del coniuge tradito. Sulla parte richiedente il risarcimento, quindi, grava la prova del nesso di causalità fra la violazione dell’obbligo di fedeltà ed il danno lamentato; è necessario, quindi, dimostrare che l’infedeltà, per le modalità con le quali è stata eseguita, sia stato un atto lesivo della personalità dell’altro coniuge, produttivo, quindi, di danni non patrimoniali risarcibili. La Corte di Cassazione, con la sentenza 18853/2011, ha quindi elaborato il seguente principio di diritto : “I doveri che derivano ai coniugi dal matrimonio hanno natura giuridica e la loro violazione non trova necessariamente sanzione unicamente nelle misure tipiche previste dal diritto di famiglia, quale l’addebito della

separazione, discendendo dalla natura giuridica degli obblighi suddetti che la relativa violazione, ove cagioni la lesione di diritti costituzionalmente protetti, possa integrare gli estremi dell’illecito civile e dare luogo al risarcimento dei danni non patrimoniali ai sensi dell’art. 2059 codice civile”. Essere infedeli, quindi, non solo può comportare l’addebito della separazione, ma può anche comportare il risarcimento dai danni non patrimoniali, che devono essere rigorosamente provati nel corso del giudizio. Per la Cassazione, quindi, chi tradisce non solo è causa della separazione, ma può essere anche condannato a pagare i danni … da corna.

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di Gianfranco Puca

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Il Legale l diritto alla vita, si può affermare con certezza, è il principio cardine su cui si fonda l’intero ordinamento giuridico, essendo il presupposto fondamentale di tutte le situazioni giuridiche legate alla persona. Ogni soggetto che viene al mondo è titolare esclusivo di questo diritto sacro e inviolabile e non esistono norme disciplinanti eccezioni. Eppure i confini interpretativi della legge sono praticamente infiniti, talmente infiniti che dibattito attualissimo tra gli operatori del diritto è quello sulla riconoscibilità giuridica del diritto a non nascere! Più precisamente ci si interroga sulla legittimazione del nato a richiedere il risarcimento del danno nelle ipotesi in cui, a causa del mancato rilievo dell’esistenza di malformazioni congenite del feto, la gestante non ha più possibilità di interrompere la gravidanza. Il caso è quello di due genitori di una bimba affetta da sindrome di Down che avviavano un’azione di risarcimento danni per “nascita non desiderata” nei confronti della Asl, del medico ginecologo e del direttore del laboratorio analisi, per non essere stati messi nella possibilità di scegliere consapevolmente di interrompere la gravidanza in tempo utile, a causa di omissioni diagnostiche. La particolarità della vicenda è legata al fatto che i genitori, a fondamento della propria istanza, sostenevano che, “se… al momento della mancata informazione erano presenti le condizioni previste dalla legge per far ricorso all’aborto…, allora il nato è legittimato ad agire in giudizio in quanto la richiesta è volta non a richiedere i danni per una nascita non voluta, bensì per un’esistenza difficile da portarsi dietro tutta la vita e da vivere in ragione delle proprie limitazioni psicofisiche”. La questione posta al vaglio dei giudici, dunque, non è tanto quella tesa ad ammettere il diritto dei genitori a non portare avanti la gravidanza, ma quella diretta a verificare se il nato ha diritto o meno ad agire in giudizio, in proprio, per vedersi riconosciuto il ristoro dei danni per essere stato generato! L’orientamento giurisprudenziale maturato negli anni è nel senso di non riconoscere tale tutela, proprio sul presupposto dell’inviolabilità del diritto alla vita: “l’ordinamento positivo tutela il concepito e l’evoluzione della gravidanza esclusivamente verso la nascita… l’orientamento prevalente esclude che sia configurabile anche un “diritto a non nascere” o a “non nascere se non sano” (che sarebbe un diritto “adespota” in quanto “non avrebbe alcun titolare appunto fino al momento della nascita, in costanza della quale proprio esso risulterebbe peraltro non esistere più”), con la conseguenza che, “verificatasi la nascita, non può dal minore essere fatto valere come proprio danno da inadempimento contrattuale l’essere egli affetto da malformazioni congenite per non essere stata la madre, per difetto

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Il diritto a non nascere ideale o verità?

di informazione, messa nella condizione di tutelare il di lei diritto alla salute facendo ricorso all’aborto”. Tuttavia sul punto si registra una recente decisione di segno opposto secondo cui il nascituro “ancorché privo di soggettività giuridica fino al momento della nascita, una volta venuto ad esistenza, ha diritto ad essere risarcito da parte del sanitario con riguardo al danno consistente nell’essere nato non sano, e rappresentato dell’interesse ad alleviare la propria condizione di vita impeditiva di una libera estrinsecazione della personalità, a nulla rilevando né che la sua patologia fosse congenita, né che la madre, ove fosse stata informata della malformazione, avrebbe verosimilmente scelto di abortire”. L’esistenza di tale contrasto ha indotto i giudici della

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Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria del 23 febbraio 2015, n. 3569, a rimettere gli atti al Primo Presidente per l’eventuale assegnazione del ricorso alle Sezioni Unite (cioè la sezione più autorevole della Corte di Cassazione, quella chiamata a pronunciarsi quando occorre risolvere le divergenze interpretative insorte per effetto di decisioni dissimili assunte dalle singole sezioni). Per un chiarimento definitivo su un argomento che resta uno dei più interessanti nel panorama giuridico attuale non rimane, dunque, che attendere gli sviluppi della vicenda.

di Nicola Paolo Rosetti


Il Legale on un’innovativa e recentissima sentenza del 3 aprile 2015, n. 6855, la Cassazione, mutando il precedente orientamento, ha affermato il principio in base al quale ove il coniuge divorziato instauri una famiglia di fatto, viene meno ogni presupposto per la riconoscibilità in suo favore dell’assegno divorzile. A tale conclusione la Corte di Cassazione è pervenuta interpretando l’istituto di elaborazione giurisprudenziale della “famiglia di fatto”, da intendersi non più solo come mera convivenza more uxorio, ma come vera e propria “famiglia”, portatrice di valori di stretta solidarietà, di arricchimento e sviluppo della personalità di ogni componente e di educazione de istruzione dei figli, che trova un riconoscimento nell’art. 2 Cost. Ciò premesso, i Giudici di legittimità hanno affermato che, ove l’ex coniuge concorra alla formazione di una “famiglia di fatto” con il nuovo partner, si rescinde ogni connessione con il tenore ed il modello di vita caratterizzanti la pregressa fase di convivenza matrimoniale e viene veno, perciò, ogni presupposto per la riconoscibilità di un assegno divorzile. Tale orientamento a dir poco rivoluzionario si pone in consapevole contrasto con il prevalente indirizzo giurisprudenziale, in base al quale la “famiglia di fatto” dà luogo ad una sorta di “quiescenza” del diritto all’assegno, destinato a rivivere in caso di rottura della convivenza more uxorio. L’estinzione del diritto all’assegno divorzile è spiegata dalla Suprema Corte, da un lato, con la necessità dell’assunzione piena del rischio da parte dell’ex coniuge, che, quando dà vita ad una “famiglia di fatto”, deve mettere in conto la possibilità di una cessazione del rapporto tra i conviventi; dall’altro, con la tutela dell’affidamento dell’altro ex coniuge che confida nell’esonero definitivo da ogni obbligo di assegno divorzile nei confronti di chi, costituendo una “famiglia di fatto” con il nuovo partner, intende ulte-

ha accolto il ricorso proposto dall’ex marito, essendo insussistenti i presupposti per il riconoscimento di un assegno divorzile in favore della donna. Deve, tuttavia, registrarsi come la stessa Corte ha tenuto a precisare che non vi è identità né analogia tra il nuovo matrimonio del coniuge divorziato, che fa

Quando l’assegno divorzile non è dovuto riormente recidere ogni legame con la pregressa esperienza di vita matrimoniale. In conclusione, la Corte di legittimità, ritenuta pacifica la sussistenza nella fattispecie sottoposta al suo esame di una “famiglia di fatto” formata dall’ex moglie con il nuovo compagno e dai figli avuti da quest’ultimo,

automaticamente cessare il suo diritto all’assegno, e la convivenza di fatto, che necessita invece di un accertamento e di una pronuncia giurisdizionale. Sebbene i primi commentatori abbiano accolto con favore il nuovo orientamento giurisprudenziale, vi sono almeno due aspetti che suscitano per-

plessità. Il primo attiene al profilo della tutela economica dell’ex coniuge privo di “mezzi adeguati”. Se si accede alla tesi fatta propria dai Giudici di legittimità nella sentenza in rassegna, l’ex coniuge più debole rischierebbe di rimanere sfornito di ogni forma di assistenza in caso di cessazione della convivenza more uxorio, salvo che i conviventi abbiano stipulato specifici accordi al riguardo. Il secondo punto riguarda, invece, le difficoltà connesse all’accertamento, in sede giurisdizionale, di una fattispecie – quella della “famiglia di fatto” – dai contorni non sempre facilmente individuabili, specialmente quando non vi sono figli; fattispecie alla quale l’ordinamento riconnette conseguenze giuridiche sempre più rilevanti. Ad ogni modo, la sentenza, che ha avuto ampia eco anche nelle cronache nazionali, costituisce un ulteriore tassello verso una progressivo avvicinamento della “famiglia di fatto” al modello tradizionale della famiglia fondata sul matrimonio.

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di Gennaro Cozzolino

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Curiosità

Numerologia

I Percorsi di Vita ‘8’ e ‘9’

a funzionare tutti gli altri tipi di coppie. Tra i lati positivi dell’8 da segnalare la volontà di approfondimento culturale: la mente dell’8 è come un grande magazzino che accumula informazioni e conoscenza nel corso della propria vita. Il Percorso di Vita 9: il 9 è il numero del sentimento umanitario. Coloro che nascono sotto questo Percorso vogliono fare qualcosa per aiutare il prossimo e rendere il mondo migliore di quello che è. Non a caso Gandhi e Madre Teresa di Calcutta erano 9 di Percorso di Vita. Spesso i 9 sono impegnati in associazioni umanitarie. La loro sensibilità tuttavia li porta a soffrire molto per la malvagità presente nella società: non è raro che la loro buona fede venga sfruttata da persone senza scrupoli, che li ‘usano’ per favori o altro. Ne conseguono crisi depressive, volontà di isolamento dagli altri e

COLORO CHE NASCONO SOTTO QUESTO PERCORSO VOGLIONO FARE QUALCOSA PER AIUTARE IL PROSSIMO E RENDERE IL MONDO MIGLIORE DI QUELLO CHE È. NON A CASO GANDHI E MADRE TERESA DI CALCUTTA ERANO 9 DI PERCORSO DI VITA el nostro viaggio dedicato ai Percorsi di Vita Numerologici, vediamo oggi i Percorsi 8 e 9. Come sempre ricordo che il Percorso di Vita è un ‘ritratto’ delle nostre caratteristiche morali e mentali , e che si ottiene riducendo a una sola cifra l’intera data di nascita. Ad esempio: 12/03/1975 = 12=1+2= 3 , 03= 3 , 1975= 1+9+7+5=22=2+2= 4, sommando i 3 numeri 3+3+4=10=1 scopriamo che la persona in questione ha un Percorso 1. Se i tre numeri di giorno, mese e anno sommati danno 11 o 22 non si riducono ulteriormente. Il percorso di Vita 8: coloro che nascono con questo numero sono generalmente dotati di una forte personalità e posseggono una ‘naturale’ au-

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torità percepibile non appena li si incontra. Sono di base predisposti a dirigere gruppi di altre persone, e quindi sono adatti per mansioni dirigenziali o comunque imprenditoriali. E’ una loro caratteristica di base quella di voler ‘comandare’ e pertanto chi si si trova ad interagire con loro o si piega alla loro volontà o rischia di andare a uno scontro verbale inevitabile. Questo è anche il motivo per il quale gli 8, dopo i 40 anni di età, mediamente nel 75% dei casi si ritrovano single o separati: non è facile per loro trovare un partner che accetti incondizionatamente il loro modo di essere. Per questo gli 8 riescono a rimanere sposati per tutta la vita solamente con Percorsi di Vita 2-11,4 e 6. Difficile, invece, che riescano

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periodi complicati per il 9. Tuttavia una amicizia o una relazione con persone di Percorso di Vita 1 , 4 o 11(che sono i partner ideali) può essere utile per il 9 al fine di risollevarsi. Il 9 solitamente è anche predisposto per l’umorismo e la recitazione: una carriera da ‘comico’ o attore può essere adatta per chi nasce in questo Percorso di Vita. Il 9 , raramente, ma in seguito a infanzie difficili, può sviluppare il suo lato malvagio e pertanto possono incontrarsi 9 arrivisti, senza scrupoli, o anche perversi. Ma fortunatamente sono una minoranza: questo Percorso di Vita nel 90% dei casi individua persone ammirevoli, corrette e affidabili. di Bruno Feroci


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