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STOP S TOP A ALLE LLE TELEFONATE

Medjugorje:

UN’ESPERIENZA...

TERAMO: L’ESTATE DELLE POLEMICHE IN CENTRO

“NON BASTA INDOSSARE LA CASACCA DEI RENZIANI”



DIRETTORE RESPONSABILE: Direttore Editoriale

Mira Carpineta direzione@primapaginaweb.it Enrico Santarelli direzionemkt@primapaginaweb.it

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40 Ottobre 2013

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Via Costantini, 6 - Teramo Tel & Fax . 0861. 250336 redazione@primapaginaweb.it Daniela Palantrani Nicola Arletti di Carlo Di Patrizio cell. 333.7401404 - cell. 328.9727441

STAMPA:

Hanno collaborato:

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Clementina Berardocco Arianna Braca Ottavio Caporali Stefano Ciaffoni Michele Ciliberti Alessandra D’Andrea Antonio Del Furbo Simone Delle Grazie Adele Di Feliciantonio Laura Di Paolantonio Chiara Di Sante Maria Paola Iannella Antonella Lorenzi Daniela Palantrani Annamaria Ponziani Gianfranco Puca Nicola Paolo Rossetti Chiara Santatrelli Piero Serroni Camilo Enrique Spelorzi

The BIG D Debito e Default, due parole che hanno in comune, oltre l’iniziale, anche le bibliche proporzioni di cui sono composte. Sintesi drammatiche (ancora un’altra d ) di una situazione senza apparente via d’uscita...

Territorio

NERETO, STEFANO MINORA RACCONTA LA VAL VIBRATA

Evitiamo di ricorrere alle tasche dei cittadini...

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di Daniela Palantrani

Economia

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n. 605 del 14.07.09 n. 20081 2281-5651

Un Polo di credito a medio e lungo termine di Maria Paola Iannella

Sociale

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Reg. Trib. TE R.O.C ISSN

AIUTI PER LE PICCOLE IMPRESE

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L’ETÀ DELLE SCELTE DIFFICILI Iscritto a:

Anziani e nuovi quesiti

Pegaso distribuzioni

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

di Simone Delle Grazie IMPRESA ASSOCIATA

Turismo e cultura di Michele Ciliberti

Il Gigante racconta di Adele Di Feliciantonio

Omnibus

44 Stop alle telefonate (moleste) 38

Piccoli arbitri crescono

L’editore ha compiuto ogni sforzo per contattare gli autori delle immagini. Qualora non fosse riuscito, rimane a disposizione per rimediare alle eventuali omissioni Le informazioni, testi, fotografie non possono essere riprodotte, pubblicate o ridistribuite senza il consenso dei titolari dei diritti.

di Stefano Ciaffoni

Contatti: redazione@primapaginaweb.it tel/fax 0861. 250336

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Chiuso il 30 settembre 2013 La responsabilità delle opinioni espresse negli articoli pubblicati è dei singoli autori, da intendersi libera espressione degli stessi. Alcune collaborazioni sono gratuite.

Redditometro, come difendersi

In copertina: “THE BIG D” (Francesco Matromauro, Sindaco di Giulianova foto di repertorio)

n. 40 anno 4 - ottobre 2013

di Laura Di Paolantonio

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Gli amici inseparabili di Alessandra D’Andrea PrimaPagina 40 - Ottobre 2013

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Editoriale di Mira Carpineta

MEGLIO? SI PUÒ

ome ogni autunno, da quando è iniziata la nostra avventura giornalistica, PrimaPagina presenta la prima delle novità che ci accompagneranno nel corso dei prossimi mesi. Da questo numero infatti, nelle pagine dedicate alle rubriche, troverete l’inserto medicosanitario“Ippocrate e dintorni” che arricchirà ulteriormente le informazioni per la salute. Nella programmazione editoriale è previsto anche un aumento della foliazione per dare spazio ad altre voci e altri argomenti, nell’intento, sempre perseguito, di informare nel modo più ampio e completo possibile il nostro territorio, e non solo quello circoscritto alle “mura” teramane. Lo sforzo è considerevole, se si pensa al momento non proprio sereno che tutti stiamo vivendo. E non solo in città. Quello che stiamo vivendo è davvero paradossale. Un Paese apparentemente immobile (o sarebbe meglio dire immobilizzato), ma in realtà in repentino movimento. Negli ultimi giorni un “dado è stato tratto” e non sarà più possibile tornare indietro. Per forza o per fortuna, chissà, si dovranno prendere delle decisioni e probabilmente molti equilibri si modificheranno. Ma mentre a Roma si

decidono le sorti di un Governo, ognuno di noi deve prepararsi a decidere cosa fare “da grande” nell’ipotesi di un ritorno alle urne. Trovare un “colpevole” non basta più. Occorre uno sforzo di maturità e chiedersi quale sia la nostra personale responsabilità nell’aver contribuito a creare una situazione così difficile e complessa.Abbandonare i personalismi e gli individualismi e sentirsi parte di un “corpo unico”, pensante, senziente, consapevole di avere ancora un’opportunità per creare un futuro alternativo a quello che si paventa. Se nel mondo l’espressione “all’italiana” ha assunto un significato negativo, pure sono ancora tante le storie che riportano quell’espressione alla bellezza che le compete. Come le parole di Chiara, la vedova del carabiniere di Notaresco, che ha perdonato l’uccisore del marito perché “lasciarsi consumare dalla vendetta e dal risentimento mi avrebbe perduta”, ha dichiarato o come la madre della dottoressa uccisa mentre prestava soccorso ad un indiano aggredito e lasciato a morire, che ha deciso di devolvere alla famiglia dell’indiano le offerte che le sono giunte: “non provo rabbia, ma penso a un povero disgraziato e a quattro bambini orfani”. Questa è “l’italiana maniera” che ci mostra la nostra parte migliore.


INTERVISTA A FRANCESCO MASTROMAURO

“NON BASTA INDOSSARE LA CASACCA DEI RENZIANI” Per il sindaco di Giulianova una classe politica riciclata non è sinonimo di cambiamento di Mira Carpineta

egli ultimi 5 anni, Francesco Mastromauro, ha governato per il PD in un territorio, sia provinciale che regionale, egemonizzato dal PDL. Atipico, carismatico, instancabile, sono gli aggettivi che lo definiscono, sia tra i suoi colleghi di partito che tra i suoi avversari politici. Così come è diretto nelle risposte in cui davvero “non le manda a dire”. “Veniamo fuori dallo tsunami dell’arresto

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di Del Turco, con tutta la questione morale che ne conseguì e spazzò via un’intera classe dirigente del PD , decretando la fine di quella esperienza e poi a seguire l’avvento della destra nella maggior parte del territorio abruzzese, in cui Giulianova rappresentò un’eccezione. Con un programma e una squadra completamente rinnovata. Oggi penso che per rianimare e far riamare la mia parte politica ci sia bisogno di coraggio. Che in questi anni purtroppo

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non c’è stato. Quello che accadde a Giulianova doveva essere un “cambio di passo” in qualche realtà c’è stato, ma non sufficiente. Bisogna ripartire da questa esperienza”. Siamo alla vigilia di una importante competizione elettorale per la nostra regione e nonostante lo scenario non sia più lo stesso di 5 anni fa, non è scontata questa vittoria … “Non lo è infatti. Vedo ancora troppe persone attaccate alla poltrona che impediscono il


reale rinnovamento. Non basta mettersi la casacca dei renziani e camaleonticamente riciclarsi. Ci vuole una classe dirigente a quella altezza. Invece troppi riposizionamenti di chi pensa di essere nuovo e invece ha solo cambiato giacca. Ci vuole una nuova classe dirigente. E’ il momento della svolta, questa scadenza regionale e deve servire al PD per avere lo scatto che è mancato la volta scorsa alle primarie. Di errori ne sono stati fatti tanti, ma nelle riunioni ufficiali io ribadisco sempre di far tesoro dell’esperienza delle politiche”. Ma questo nuovo verrà ancora dal “porcellum” se non si cambia la legge elettorale… “Questi territori hanno bisogno di una rappresentanza forte e autorevole e con il porcellum è impossibile. Le primarie possono essere di aiuto, ma non ho digerito le larghe intese. Ero per superare lo stallo con un accordo a tempo, solo per affrontare la riforma elettorale , alcuni punti urgenti e poi di nuovo al voto. Altro strumento per selezionare le classi dirigenti attualmente non c’è. I cittadini si allontanano dalla politica perché non risolve i problemi. Chi sta nelle stanze e non conosce i problemi seri del territorio non comprende

«Le primarie possono essere di aiuto, ma non ho digerito le larghe intese. Ero per superare lo stallo con un accordo a tempo, solo per affrontare la riforma elettorale , alcuni punti urgenti e poi di nuovo al voto»

Ci vuole una nuova classe dirigente. E’ il momento della svolta, questa scadenza regionale e deve servire al PD per avere lo scatto che è mancato la volta scorsa alle primarie che bisogna dare un segnale forte.” Eppure di segnali ne sono stati dati tanti: “Io ricevo tutti i giorni decine e decine di cittadini. Persone che fino a qualche anno fa vivevano dignitosamente e oggi non hanno più lavoro, non sanno più come mangiare, allevare e far studiare i figli. A fronte di questa situazione drammatica , che solo chi la vive giornalmente conosce, c’è solo la riproposizione di vecchi schemi.Certo nessuno ha la bacchetta magica, ma si può investire su una nuova classe dirigente e dargli la possibilità di cimentarsi con questi problemi. Il front office è il comune. Noi siamo in prima linea e non abbiamo più risorse. Nessun comune ne ha, anche chi tecnicamente non ha problemi di bilancio. E’ stato tagliato tutto. Ho dovuto “inventarmi “ delle soluzioni per evitare tagli ai servizi essenziali. Come i due asili nido che erano destinati alla chiusura e invece ho implementato. Aggiungendo posti e personale. Ho tagliato altrove. Per aiutare le famiglie in seria difficoltà ho chiesto alla ditta che rifornisce le mense scolastiche di fornire 100 pasti gratuiti al giorno. E molte famiglie li ricevono a casa, per evitare il disagio di recarsi alla mense sociali. C’è una nuova povertà davvero spaventosa. E d’altra parte leggo tutti i giorni dichiarazioni del governatore Chiodi e dell’assessore Gatti che ogni giorno annunciano milioni di euro in arrivo per la regione Abruzzo. Dovremmo essere tutti miliardari ormai. Invece le risorse per il sociali sono state tagliate del 60%, non abbiamo più i contributi per le famiglie indigenti, per gli affitti. non c’è più il rimborso dei libri per le famiglie a basso reddito. Forse il governatore e l’assessore parlano di cose che non conoscono.” A proposito di PDL, parliamo del Ruzzo? “In questi anni ho avuto il privilegio di essere il coordinatore dei sindaci. La gestione

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del Ruzzo si trova in un momento di grave criticità economica come ho denunciato più volte e sono convinto che debba rimanere pubblica, anche se l’On.le Tancredi propende per la privatizzazione. I beni primari, come l’acqua, la sanità, devono essere pubblici e di proprietà del territorio. Ci sono tanti problemi ancora irrisolti. Come si fa a vivere ogni anno in emergenza idrica? Negli ultimi due anni la gestione BrucchiTancredi- Gatti è stata fallimentare. I problemi sono rimasti e si sono anzi incancreniti. Un anno e mezzo fa lanciai una proposta, per selezionare i componenti dei CDA, finora decisi dai partiti, di fare un avviso pubblico. Questo ci ha permesso di avere 47 candidati, professionisti, di cui 7 interni ai comuni, che hanno dato la propria disponibilità. Mi sembra un buon inizio. Uno strumento che tende alla meritocrazia e non più all’appartenenza politica, alla trasparenza.

«Per aiutare le famiglie in seria difficoltà ho chiesto alla ditta che rifornisce le mense scolastiche di fornire 100 pasti gratuiti al giorno. E molte famiglie li ricevono a casa, per evitare il disagio di recarsi alla mense sociali. C’è una nuova povertà davvero spaventosa» 8

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La gestione del Ruzzo si trova in un momento di grave criticità economica... I problemi sono rimasti e si sono anzi incancreniti. Un anno e mezzo fa lanciai una proposta, per selezionare i componenti dei CDA, finora decisi dai partiti, di fare un avviso pubblico...

Mi auguro che sia adottato in tutte le scelte che si faranno nella regione Abruzzo e sarà uno dei punti programmatici del PD per le prossime elezioni regionali. Dovrà diventare sistematico.” Sempre in tema di nodi da sciogliere, c’è la questione rifiuti: “Nei rifiuti c’è stato il fallimento totale nella gestione . 5 anni fa abbiamo avuto un’occasione irripetibile. La regione verde d’Europa doveva essere la punta avanzata nella raccolta differenziata, strategia rifiuti zero, nell’abbattimento della frazione indiferenziata e tendere a eleminare completamente le discariche o quanto meno solo per i residuali. Finalmente il rifiuto come risorsa e non più come un peso. Ci sono state anche belle esperienze. Ma bisognava fare sistema, non accontentarsi di risultati parziali. Non basta che Giulianova venga premiata come il primo comune della


provincia o il secondo della regione, se poi nel comune vicino non si fa niente. Ho chiesto più volte che al protocollo rifiuti zero aderissero tutti i comuni. Un assessore regionale avrebbe dovuto cogliere l’importanza del progetto e favorirlo. Invece nessuno si è fatto vivo”. Altro argomento. I trasporti: “Stendiamo un velo pietoso. Vi risulta che siano state date risposte ai problemi di 5 anni fa, nelle infrastrutture? la Teramo-mare, il lotto zero? Non né stato completato niente. Se avessimo avuto bisogno solo di un ragioniere bastava prenderne uno. Ma la politica deve andare oltre i numeri. Le risorse ottimizzate dovevano generare più qualità. Invece abbiamo quattro ospedali che sono quattro doppioni, per seguire la clientela” Queste affermazioni non le sembrano dei luoghi comuni? “No, tutti i primariati sono stati attribuiti ad

assessori pdl. La qualità non la fa la tessera di partito. Atri, Sant’Omero, scelte illogiche. La sanità la gestisce la regione. Con scelte personali e clientelari anche in ordine agli atti aziendali che sono dei duplicati inutili. Scelte politiche che non hanno nulla a che fare con la qualità del servizio.”

La Teramo-mare, il lotto zero? Non né stato completato niente. Se avessimo avuto bisogno solo di un ragioniere bastava prenderne uno...

«Ma bisognava fare sistema, non accontentarsi di risultati parziali. Non basta che Giulianova venga premiata come il primo comune della provincia o il secondo della regione, se poi nel comune vicino non si fa niente»

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di Daniela Palantrani

pesso accusato di non comunicare con la cittadinanza il sindaco di Nereto, Stefano Minora ci apre le porte del Municipio e ci parla della realtà che quotidianamente vive come Sindaco. “Problematica principale di molti comuni, soprattutto quelli piccoli, - esordisce– è proprio il problema occupazionale. Nereto fino ad oggi ha vissuto di attività artigianali e in minima parte industrial, che come tutte le piccole realtà risentono pesantemente della crisi e chiudono sempre più di frequente. Con la nuova normativa i comuni devono avvalersi dell’apporto di tributi locali ed è evidente che se le attività chiudono non riescono più a versare i tributi dovuti, di conseguenza le entrate dei comuni(IMU o Tassa rifiuti) si fanno sempre più esigue; il problema sociale d’altro canto è sempre maggiore. Ogni giorno vengono persone in comune a chiedere sostegno e lavoro a cui purtroppo l’Amministrazione non riesce a dare soluzione, sia in termini di lavoro che di sostegno economico”. I soldi non ci sono. “I soldi son finiti. C’è ancora qualcuno che non se ne è accorto ma purtroppo è così. Purtroppo il

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non poter dare riscontro concreto alle persone che vengono a chiedere sostegno è una delle cose che mi mettono in grande difficoltà rispetto alla popolazione. Nessun sindaco vorrebbe mettere tasse ai propri cittadini, ma è una scelta imprescindibile. I trasferimenti statali diminuiscono drasticamente ogni anno; per continuare ad erogare servizi occorre trovare i fondi. Abbiamo avuto un aumento importante delle tariffe per lo smaltimento rifiuti, legato all’ applicazione di leggi da cui non possiamo prescindere oltre a non poter più spostare partite di bilancio. Ciò comporta che tutte le somme sono a carico dai cittadini con i quali i rapporti diventano, alla fine, difficili”. In particolare quali risorse sono venute a mancare? “Ad esempio avevamo il Giudice di Pace, che ora hanno tolto. Era una risorsa per il paese in quanto produceva movimento e transito di persone, importanti per l’economia giornaliera delle piccole attività. Un dato positivo invece concerne l’aumenta degli iscritti soprattutto per l’Istituto Tecnico. L’offerta scolastica è cresciuta e si è dimostrata un’idea vincente. Chi fa il sindaco spera sempre di poter fare delle opere pubbliche, e anche in questo abbiamo

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EVITIAMO RICORRER ALLE TASC CITTADINI (SE POSSI

Il Sindaco di Nereto, S racconta di progetti rea da superare e della cris neanche la Vibrata.


DI RE CHE DEI

IBILE)

tefano Minora alizzati, difficoltà si che non risparmia

cercato di fare il possibile impegnandoci in modo particolare nella ristrutturazione e messa in sicurezza degli edifici scolastici e dell’asilo nido; per quest’ ultimo abbiamo ottenuto anche l’accreditamento regionale”. I soldi spesi sono stati prelevati dalle tasche dei cittadini? “Nulla è stato prelevato dalle tasche dei cittadini. Sono fondi pervenuti dalla regione o da altri fondi statali. Per le manutenzioni e ammodernamenti fatti alla scuola materna abbiamo ottenuto dei finanziamenti da altri Enti, così anche per la riqualificazione sul risparmio di CO2. Abbiamo dei problemi ed è in essere una querelle per la riqualificazione dell’area “Romeo Menti” in quanto sembrerebbe che l’ufficio tecnico non abbia effettuato tutto a norma. E’ un problema di tipo gestionale e come giunta non abbiamo potere su questo”. Molte aziende private lamentano improponibili ritardi nei pagamenti da parte delle PA. Voi, avete pagato i lavori che avete fatto eseguire? “Come tutte le PA stiamo soffrendo per i debiti pregressi lasciati in eredità dalle precedenti amministrazioni però siamo riusciti a pagare la maggior parte dei lavori quando sono stati sbloccati i fondi che erano vincolati dal patto di stabilità. Non abbiamo ancora grandi somme da pagare, qualche residuo da saldare per i

lavori di ristrutturazione della caserma dei vigili del Fuoco, ma dovremmo chiudere la posizione a breve”. Un difetto della sua Amministrazione? “Il difetto maggiore che soffro è il distacco della popolazione dalle Istituzioni. Mi spiace perché io con la mia professione di medico sono quotidianamente a contatto con le persone e mi piacerebbe un rapporto più diretto anche con i miei concittadini. Forse è anche il periodo di crisi che contribuisce a rendere le persone distanti e poco fiduciose nelle Istituzioni.”

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L’estate delle

polemiche in centro di Camilo Enrique Spelorzi

artiamo in ordine, il primo evento a generare un certo malcontento tra i commercianti del centro è stata la coppa Interamnia. Per alcuni solo un evento che riguarda esclusivamente un pubblico giovanile. Poi la volta della sfilata delle modelle in bikini di fronte al Duomo per il concorco Miss Italia: Il dibattito era diviso tra coloro che erano a sostegno della posizione del Vescovo di creare una zona di rispetto intorno alla cattedrale e quelli che non volevano per l’evento un

altra piazza. In questo caso i commercianti, che vedevano nel concorso di bellezza la possibilità attirare più persone e quindi una ottima vetrina per le vendite. L’ultimo caso, in ordine di tempo, riguarda la fiera agricola. l’evento ha suscitato le vivaci proteste dei commercianti del centro scontenti e preoccupati dalla disposizione dei gazebo lungo il Corso San Giorgo, per la manifestazione enogastronomica promossa dalla Cia e per l’apparente esclusione degli operatori locali in un evento di portata nazionale. Motivo di discussione anche l’area

SUMMER BY NIGHT L’emozionante esperienza, per alcuni ragazzi con sindrome di Down, di andare in vacanza senza la famiglia. di Annamaria Ponziani

estate è tempo di vacanze, montagna o mare, ma soprattutto mare. I bambini e i ragazzini raggiungono con i loro genitori le località balneari vicine o lontane, gli adolescenti si organizzano con i loro amici, i giovani adulti scelgono autonomamente le loro mete. Ma dove vanno in vacanza le persone Down e con chi? La meta non conta, il problema è con chi. Uomini e donne Down vanno in vacanza con i genitori. Quante volte si vedono in spiaggia mamme e papà, ormai

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avanti con gli anni, con i loro figli Down, anch’essi non più giovanissimi e soli! Non posso non provare una certa tristezza, una specie di insoddisfazione, una sensazione di irrisolto. Cosa è sbagliato? Cosa è venuto meno nella relazione genitori-figli Down? E’ mancato un percorso di affrancamento della persona Down dalla propria famiglia che, per troppo amore, ha fagocitato e deresponsabilizzato, le mamme e i papà non sono riusciti a liberarsi di quell’egoismo proprio di molti genitori che vorrebbero avere i figli sempre vicini e pianificare la loro vita, rendendoli spesso insicuri, fragili

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Scatti d’autore per combattere la sindrome di down, foto da una mostra organizzata da da Davide Coppi e Filippo Grandulli - Cagliari 2013

ristorazione allestita in piazza Martiti che ha però escluso i ristoratori teramani (che in tempi di sagre hanno visto una vera e propia fuga dei clienti). La polemicha è proseguita anche sull’organizzazione , la logistica e gli operatori coinvolti, perchè gli allestimenti non sono teramani( così come la ristorazione9. Qualcuno ha perfino urlato un “avete assasinato la città” e Antonio Topitti titolare di una attività in pieno centro ha amaramente dichiarato: “Dispiace che a causa nostra ci sia stata una cattiva pubblicità per la manifestazione, ma noi contestiamo il metodo dell’amministrazione, che di fatto ci esclude e ci penalizza” D’altra parte l’amministrazione comunale aveva invitato i commercianti alla pazienza in vista delle possibili ricadute in termini di attrattività dell’iniziativa. Nelllo scontento generale i negozi fuori dalle mura lamentano che le manifestazioni si concentrino tutte in centro storico, mente i commercianti del corso sono sempre meno disponibili ad accettare ostacoli a ridosso delle attività. Per un maggior controllo e per evitare future polemiche di questo tipo, prima

della Notte dello Sport, l’amministrazione comunale ha provveduto a stabile che tutte le autorizzazioni per le pubbliche manifestazioni faranno capo al Suap, uno sportello specificatamente predisposto.

e prigionieri. L’Associazione sostiene i genitori sulla via della consapevolezza che concedere la libertà è il dono più grande e responsabile per il raggiungimento dell’autonomia e dell’indipendenza da parte dei giovani Down. E allora se è vacanza che vacanza sia! Andrea, Francesca, Noemi e Mattia, con la supervisione di un’operatrice, hanno trascorso 15 giorni al mare, dal 29 giugno al 13 luglio, presso il villaggio Welcome di Tortoreto Lido, lontano dalla famiglia. I genitori li hanno accompagnati certo, ma se al momento dei saluti hanno avvertito un senso di perdita, di distacco, questi sentimenti sono stati subito sostituiti vedendo la gioia, la spensieratezza e la frenesia dell’aspettativa che trasparivano dai volti dei loro figli, che non vedevano l’ora di “sbarazzarsi” di quelle presenze affettivamente ingombranti. Hanno preso possesso dell’accogliente bungalow in via dei Sogni e poi … alla pazza gioia. Giorni che sono volati tra animazione

in spiaggia, dove tra un “Pulcino Pio” e una “Marta la matta” ci si sgranchiva le gambe, tra bagni in mare o in piscina, tra abbuffate mangerecce, e le notti? … magiche. Ogni sera uno stabilimento diverso, una notte balli sfrenati, un’altra musica e canzoni, drink fantasiosi o birra fresca o estrose coppe di gelato ma sempre tanta gioia, tanta consapevolezza di essere adulti. Le ore piccole venivano assorbite con facilità senza mai sacrificare le ore del mattino al sonno ma sempre pronti e scattanti per affrontare un nuovo giorno. Amici nuovi, nuove conoscenze. Il tutto condito da amori che lentamente si smorzavano e amori che, altrettanto lentamente, nascevano. Che tristezza quella mattina del 13 luglio quando, trainando i loro trolley, si allontanavano dal villaggio! In mano il CD del pulcino pio e di Marta la matta a ricordare, durante il lungo autunno e inverno, i momenti spensierati di quella splendida Summer by night.

L’ultimo caso, in ordine di tempo, riguarda la fiera agricola. l’evento ha suscitato le vivaci proteste dei commercianti del centro scontenti e preoccupati dalla disposizione dei gazebo lungo il Corso San Giorgo

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E LU C

Cirsu scandalo abruzzese di Antonio Del Furbo

ttraversando la Strada Statale 80, più comunemente chiamata Teramo - Mare, ho scoperto che, in bella mostra e in un territorio che non ha nulla da invidiare ad altri parchi verdi d’Europa, esiste un monumento alla ‘monnezza’. Proprio così. L’argomento appare scottante al punto che nel corso degli ultimi anni, sulla vicenda ci sono stati molti lati oscuri. L’area in questione è una discarica del CIRSU, Consorzio Intercomunale Rifiuti Solidi Urbani, che, si legge dal sito, oggi:«è una società per azioni a capitale interamente pubblico che fu costituita con decreto pre-

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fettizio n° 10779 del 23/7/85 e successivamente con deliberazione del Consiglio regionale n° 33/21 del 5/11/86. Si sviluppa come consorzio di comuni ai sensi delle LL.RR. 26/93 e 7/94. Il consorzio nasce con lo scopo di dare una risposta completa e corretta al problema della gestione unitaria dei rifiuti, nel rispetto delle disposizioni di legge che regolano la materia. Ne sono soci in quote paritarie i Comuni di Bellante, Giulianova, Morro D’oro, Mosciano Sant’Angelo Notaresco e Roseto Degli Abruzzi». Certo è che al primo impatto non sembra che il CIRSU, con i componenti del Cda e i con i sindaci dell’intero Con-

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sorzio, abbiano dato una efficiente risposta alla gestione ‘unitaria dei rifiuti’. Nell’area appare evidente lo stato d’abbandono dell’intera discarica. I rifiuti che insistono sul terreno sono stati depositati lì da anni e tutta l’area circostante è avvolta da un odore putrido. Al momento appare tutto fermo. Nel corso degli anni ci sono state battaglie legali tra Consorzio e società. Da “inutile carrozzone a patrimonio pubblico strategico”, come è stato più volte definito, il futuro del Cirsu si gioca tutto sulle decisioni dei comuni soci, che ad oggi non sembrano però avere una visione univoca su cosa fare del consorzio per la gestione dei rifiuti.


C E FU di Chiara Santatrelli

inalmente terminati i lavori di ristrutturazione della Chiesa del Sacro Cuore, in via Pannella a Teramo. Dopo diversi mesi i parrocchiani di uno dei quartieri più popolosi della città, sono tornati a fruire appieno degli ambienti di culto. I lavori hanno restituito ai vetri, nei decori superiori, il compito di invitare al raccoglimento e alla preghiera, attraverso le suggestive luminosità che si riflettono sugli arredi sacri. Particolarmente curati i paramenti esposti, le pitture e i mosaici che completano le pareti.

Se... si viene toccati dal lutto

Cosa fare: LA CREMAZIONE er la cremazione non è più necessario disporre testamenti presso i professionisti di qualsivoglia natura. Basta soltanto produrre un atto notorio presso il Comune dove è avvenuto il decesso. Se vi sono più congiunti di pari grado (ad esempio i figli), quest’ultimi devono essere tutti d’accordo, ma c’è anche la possibilità di iscriversi preventivamente ad una delle società che diffondono la cremazione (ad esempio Socrem) che curerà l’esecuzione della volontà dell’iscritto e la farà valere anche in caso di familiari eventualmente dissenzienti.

495,00 euro IVA compresa per cremazione di salma (dati forno crematorio di San Benedetto Del Tronto) Le salme nelle 24 ore successive alla

morte non possono essere soggette a trattamenti che ne ostacolino la constatazione della morte.

CARLO: 393.9419525 - 329.1270876

I costi della cremazione vengono stabiliti di anno in anno dal Ministero della Salute, per l’anno in corso sono i seguenti: PrimaPagina 40 - Ottobre 2013

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CREDITO A MEDIO E LUNGO TERMINE

PER LE PICCOLE IMPRESE UN POLO BANCARIO PUBBLICO.

A COMINCIARE DALL’ABRUZZO? di Maria Paola Iannella Direttore resp. Agenzia Giornalistica Economica d’Abruzzo

ssunto ormai come dato ufficiale (Banca d’Italia) che dalla recessione in corso non si esce a causa del razionamento del credito, oltre che per le misure di austerity depressiva, vale la pena riflettere su quali possano essere le strade percorribili per concedere nuovo credito alle imprese a costi accettabili. La questione riguarda essenzialmente i crediti a medio e lungo termine, perché questi,

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certamente più di quelli a breve, ricadono sugli investimenti produttivi (impianti, tecnologia…) e cioè su qualsiasi possibilità di crescita futura. Come sempre, copiare è più facile che inventare e, allora, dare un’occhiata agli altri Paesi per monitorarne le scelte può essere di sicura utilità. L’osannata Germania ha una grande banca pubblica che non ha mai cessato di erogare credito alle imprese (la KFW) e il Regno Unito ha cominciato a pretenderne una

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per le sue Pmi. In Italia, nonostante le grandi manovre fallimentari degli ultimi anni, nessuno ci pensa neanche da lontano: l’eccitamento della grande privatizzazione delle banche che ha impazzato negli anni Novanta ci tiene al riparo da qualsiasi tipo di riflessione sul credito quale bene pubblico. Pensare infatti alle banche come public utilities sovvertirebbe i grandi schemi sovraordinati in vent’anni di duro lavoro mediatico: convincere tutti che


le banche debbano essere e restare solo private consente di conservare gli assetti proprietari con tutto ciò che ne consegue. Eppure nel nostro Paese non sarebbe poi così difficile. La Banca del Mezzogiorno-Mediocredito Centrale (Bdm – Mcc) non ha ancora una sua missione chiara, visto che nessun Governo fino ad ora gliene ha assegnata una: il vecchio Mediocredito centrale fu privatizzato ai tempi di D’Alema, poi comprato da Unicredit che mai lo ha messo a frutto tenendolo sottoutilizzato, alla fine ceduto a Poste Italiane. Ora, un’operazione che si prospetta fattibile, è la seguente: passaggio della Banca al Ministero dell’Economia e delle finanze (o affidamento al controllo diretto di Cassa Depositi e Prestiti), ricapitalizzazione (abbiamo visto che i soldi da dare alle banche non mancano…), cooperazione e integrazione con Simest e Sace specializzate nel credito agevolato e nell’assicurazione alle esportazioni. Una nuova figura così disegnata potrebbe ben svolgere le funzioni di: credito a medio e lungo termine su tutta Italia, credito agevolato, istruttoria e cofinanziamento a Stato e Regioni per l’accesso ai Fondi Europei che oggi vediamo con il lanternino. Tutto qui, non è poi così futuribile creare un Polo creditizio e assicurativo di natura pubblica destinato allo sviluppo delle imprese sia sul mercato “locale” che su quello dell’internazionalizzazione. La mezza convenzione ad oggi esistente tra Simest e Sace è una coperta corta e stracciata a fronte dell’attesa export bank italiana sulla quale si fanno solo chiacchiere, a bella posta e da anni… Ma v’è di più. Nulla impedisce di creare una banca ex novo specializzata nel credito a lungo e medio termine, oppure di allargare le competenze della Cassa Depositi e Prestiti dando vita autonoma ad un suo comparto creditizio per le imprese (soluzione più perniciosa, che richiederebbe un cambio di statuto, stante oggi la sua missione nel finanziamento agli enti locali). Le soluzioni testé proposte, e da più parti nella letteratura di settore, richiedono però un’inversione totale della rotta italiana: riqualificare il settore creditizio con una presenza pubblica e sottrarlo al bello e cattivo tempo degli operatori privati.

Una sfida non da poco: acquisire che il credito è un bene pubblico significa fare scelte diverse da quelle che farebbero i banchieri privati, concentrati sul profitto a breve anziché su quello del lungo periodo (alias, crescita economica del Paese). Non c’è guadagno alcuno per la collettività nel prestare denaro alle banche se lo Stato, con quello stesso investimento, non entra come azionista di riferimento di lungo termine anziché come socio finanziario interessato al profitto immediato (e per l’eventuale non restituzione ci sarebbe solo l’emissione di azioni della banca: ancora…)

Il caso di Monte dei Paschi è emblematico per tutti: ha dimostrato che spostare gli investimenti dal credito imprenditoriale ai Titoli di Stato non è precisamente un affare, e che porterà il territorio a perdere una banca di riferimento: dietro l’angolo, infatti, c’è l’acquisizione straniera che quasi certamente comprerà a quattro soldi depauperando di un altro pezzo il nostro sistema finanziario. Se il credito è uno degli snodi strategici della ripresa, insieme all’energia, alla mobilità urbana e all’ambiente, non può

essere abbandonato, o meglio svenduto, perché da esso dipende il nostro futuro di Paese. Allora, dobbiamo familiarizzare con il concetto che se lo Stato salva una banca deve entrare nel suo capitale per tutelare un investimento che ha fatto con i soldi dei suoi contribuenti (noi italiani), e che deve essere perseguito per malaffare qualora la risani e la rivenda al miglior offerente: un danno con dolo al quale abbiamo già assistito silenti in diverse occasioni. Con il prestito non ci sono misure per controllare che i nostri soldi siano spesi bene, anzi, abbiamo visto che alcune banche usano i soldi pubblici non per fare pulizia nel proprio portafogli ma per sostenere l’impalcatura costosissima di azionisti, obbligazionisti e manager. E’ chiaro che banca pubblica non significa nazionalizzare (che è la sostituzione di burocrati a manager privati) ma spostare l’obiettivo dagli interessi privati e individuali a quelli sociali e collettivi. Le iniezioni da parte delle banche centrali, fatte di denaro pubblico, hanno tamponato la crisi del 2008 per restituircela decuplicata e con un debito che da privato è diventato pubblico. Facile è stato spostare il discorso sulla necessità di ridimensionare il welfare e contrastare il debito pubblico con le tasse. Siamo in Truman Show: spettatori del più grande fenomeno di socializzazione delle perdite di tutta la storia, abbiamo salvato banche e società finanziarie con 14 miliardi di dollari!! (Financial Stability Report, giugno 2009), la metà del Pil di Usa e Europa messi insieme. Insomma, trasformare, anche con accorpamenti, le banche commerciali private in banche pubbliche restituirebbe il credito alle piccole e medie imprese - che non possono ricorrere, come fanno le grandi, ai mercati obbligazionari - e al credito sociale per lavoratori e famiglie (casa, scuola eccetera) ricollocando gli istituti nei Territori come “persone” affidabili e credibili, con tutte le conseguenze che da questo discendono. Concludo con un interrogativo che vuole solo aprire alla osservazione di un possibile orizzonte futuribile. Perché non provare a rendere l’Abruzzo portatore di un grande cambiamento - la rimozione del tabu nei confronti della proprietà pubblica delle banche - e magari ragionare cominciando proprio da qualche grande gruppo presente sul nostro Territorio?

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Debito e Default, due parole che hanno in comune, oltre l’iniziale, anche le bibliche proporzioni di cui sono composte. Sintesi drammatiche (ancora un’altra d ) di una situazione senza apparente via d’uscita e che si contrappongono nei dibattiti di cui sono protagoniste. Il rapporto tra il debito pubblico e il Prodotto interno lordo, in Italia, ha superato il 130% nel corso del primo trimestre dell’anno 2013. Lo ha certificato Eurostat, l’Istituto di statistica dell’Unione europea, secondo il quale il debito pubblico italiano è stato da record nel periodo compreso tra gennaio e marzo scorsi: ha raggiunto quota 130,3%, contro il 127% dell’ultimo trimestre del 2012 ed il 123,8% del primo trimestre dello scorso anno. In termini assoluti, il debito pubblico italiano nei primi tre mesi del 2013 è stato di 2.034.763 miliardi. E non ci consola sapere che la poco invidiabile classifica dei Paesi più indebitati è guidata dalla Grecia, con un livello del 160,5%, Nel complesso della zona euro, prosegue la crescita del debito pubblico in rapporto al Pil dell’area. Alla fine del primo trimestre dell’anno il rapporto tra i due indicatori è salito al 92,2%, dal 90,6% segnalato alla fine del 2012 per i Paesi della moneta unica. Nella Ue a 27, invece, il debito/Pil alla fine di marzo ammontava all’85,9% in crescita rispetto a fine dicembre (85,2%). Siamo all’inizio di una stagione che vedrà un ampio dibattito politico e non solo sui temi economici. Il decreto del FARE continua a subire attacchi e aggiustamenti subordinati alle necessità di reperire risorse e tenere a bada il ricorso ad ulteriori tassazioni. Su questo si giocherà la sopravvivenza del governo e la battaglia elettorale che ci vede, da abruzzesi, direttamente coinvolti nella scelta della prossima amministrazione regionale. Già, e noi come “siamo messi” ? Da regione canaglia a regione virtuosa, qualche passo è stato sicuramente fatto, ma la strada sembra essere ancora lunga e in salita. E nonostante qualche oggettivo successo, i problemi rimasti sul tavolo richiedono un rivoluzionario cambiamento culturale che non può più essere disatteso. Si affacciano proposte estreme, si parla di “shock fiscale” per ridurre le distanze dall’uscita dal tunnel. Mentre in Germania la Merkel si conferma alla guida del suo paese e, di fatto, dell’Europa, con quel che ne consegue.

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DECRETO DEL FARE O DA RIFARE? Luci e ombre di un provvedimento controverso di Chiara di Sante

IL PARERE DEL

TRIBUTARISTA a cura di Chiara di Sante

l professor Gianluigi Bizioli, docente di diritto tributario presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Bergamo, spiega cosa ci aspetta, in termini pratici, all’attuazione del Decreto che delega agli Enti Locali la riscossione di alcuni tributi. Sarà più pratico e conveniente, o tutto ciò contiene un’ulteriore insidia per le tasche dei contribuenti? “Attualmente Equitalia costa ai contribuenti l’8% del valore del debito tributario. Il costo della riscossione centralizzata è, dunque, certamente significativo. Le insidie del trasferimento della riscossione a livello locale sono la moltiplicazione delle società a controllo comunale destinate a tale scopo e, quindi, la moltiplicazione delle “poltrone” da affidare in ragione di procedure “poco trasparenti”. Sul piano di politica fiscale, noto che al decentramento della riscossione fa da contraltare l’abolizione dell’ IMU sulla

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prima casa, ovvero la centralizzazione delle scelte di finanziamento locale”. Le piccole imprese potranno trarre effettivamente giovamento dalle misure adottate dal Decreto?. “A mio avviso l’Italia avrebbe bisogno di ben altro rispetto alle misure introdotte dal decreto. Il decreto è certamente da valutare positivamente, ma è difficile far ripartire l’economia a saldo zero. L’Italia avrebbe bisogno di un vero e proprio shock fiscale, ovvero di un abbattimento netto dell’imposizione sulle imprese e sul costo del lavoro. Ciò sarebbe decisamente più efficace di qualunque politica di incentivo al credito, perché permetterebbe alle imprese di reinvestire una parte degli utili oggi pagati al fisco. Un intervento di questo tipo, tuttavia, richiederebbe l’approvazione dell’Unione europea, perché sarebbe da finanziare per larga parte in deficit. Diversamente, le misure del decreto sono

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erché gli Italiani che vogliono fare possano rilanciare il nostro Paese», così il Presidente del Consiglio Enrico Letta aveva presentato il maxi-decreto (D.L. 69 del 21 giugno 2013) rinominato Decreto del fare. Convertito in legge lo scorso 9 agosto, approvato alla Camera con 319 si’, 110 no e 2 astenuti, è entrato in vigore il 21 agosto. Si tratta di misure urgenti volte alla crescita e al rilancio dell’economia del Paese, con importanti novità per il cittadino in tema di semplificazione amministrativa e di riscossione delle imposte. In primis l’attenzione rivolta alle PMI, con l’obiettivo di semplificare il quadro fiscale, amministrativo e normativo, sostenere l’accesso al credito per le attività produttive, liberalizzare i servizi e migliorare le infrastrutture. Il decreto prevede il potenziamento del Fondo Centrale di Garanzia per consentire l’accesso a una platea molto più ampia di piccole e me-


The BIG D FocusON die imprese che potranno anche usufruire di finanziamenti a tasso agevolato per l’acquisto di macchinari. Importanti anche le novità in termini tributari, con la proposta di un Fisco amico per aiutare i contribuenti in difficoltà economica o con momentanea carenza di liquidità. Al debitore viene concessa una dilazione dei pagamenti per l’estinzione del debito, fino a 120 rate mensili, ampliando a otto il numero di rate non pagate, anche non consecutive.Viene stabilità l’impignorabilità sulla prima ed unica casa di abitazione. Nuovi anche i limiti di pignorabilità dei beni strumentali: i beni di dimostrata necessità all’attività produttiva non possono essere pignorati da Equitalia. Per recuperare lo svantaggio competitivo dell’Italia e liberare risorse per la crescita e lo sviluppo del paese, la natura onnicomprensiva del Decreto spazia dalle numerose misure di semplificazione burocratica, alla Nautica, alla ricerca, alla spinta al digitale, fino ai bonus per gli studenti meritevoli. Mentre il Governo si appresta a varare un Decreto del fare-bis,

l’opposizione si è sbizzarrita rinominando il Decreto nei modi più svariati e ironici: secondo il deputato di Fratelli d’Italia, Corsaro, questo è il Decreto del far finta, una norma di propaganda, priva di contenuti veri. SEL avvalora questa tesi lamentando la mancanza di una strategia organica, e parla di provvedimenti onnicomprensivi ma frammentari, all’insegna del rinvio. .Maroni su Twitter attacca duramente il Governo, salvando solo il non-pignoramento della prima casa e il finanziamento di risorse per le infrastrutture; mentre molto dura è stata la dichiarazione di Matteo Bragantini :- decreto del fare vorrebbe dire “fare marchette”- . Più radicale è la posizione del M5S. Grillo parla di Decreto del Dolce Far Nulla e di contenitore vuoto,lamentando carenze e inadempienze del decreto, quale, ad esempio, il sostegno ai cittadini in stato di povertà. Il leader dei Cinque Stelle amplia però la prospettiva criticando alla base il metodo del Governo, affermando che il rifiuto degli emendamenti proposti e la mancata discus-

sione parlamentare rappresentano una vera e propria uccisione della democrazia. La premura di Letta nel varare il Decreto sarebbe quindi dettata dall’esigenza di far approvare al più presto il riesame dell’articolo 138 della Costituzione, riguardante la possibilità di modifiche alla Costituzione stessa.

palliativi, che spostano il problema (es. l’allungamento dei termini per il pagamento al fisco) senza tuttavia affrontare direttamente la crisi di liquidità e competitività delle imprese italiane”. E’ possibile evitare le condotte abusive tramite la revisione del concordato in bianco o c’è la possibilità che venga dato adito ad altri abusi fiscali? “Questo domanda è una delle più attese

favorevole a quegli imprenditori privi di etica che hanno addossato ai propri fornitori le scelte economiche e finanziarie sbagliate. Il decreto cerca di porre rimedio introducendo presupposti più stringenti per poter accedere alla procedura concorsuale”. Il Governo Letta ha come obiettivo la realizzazione di un “Fisco amico”del cittadino. Nonostante le nuove disposizioni rimane un’utopia, vista l’attuale situazione economica del Paese? “Molti passi sono stati fatti nel corso degli ultimi 20 anni per avvicinare il fisco al contribuente. Si tratta di interventi di tipo culturale, legati alla formazione dei funzionari pubblici, e interventi normativi, volti a incentivare il rapporto diretto fra contribuente e fisco. Il decreto del fare si pone lungo questa direttrice, senza evidenti novità. Il problema resta quello dell’elevata pressione fiscale resa insostenibile da una competizione economica che si fa ogni giorno sempre più intensa. Il problema non è dunque (o non è principalmente) il rapporto contribuente-fisco, bensì la legislazione fiscale”.

Il decreto cerca di porre rimedio introducendo presupposti più stringenti per poter accedere alla procedura concorsuale dell’intero provvedimento. Il c.d. concordato in bianco ha offerto una pessima prova,

Importanti anche le novità in termini tributari, con la proposta di un Fisco amico per aiutare i contribuenti in difficoltà economica o con momentanea carenza di liquidità

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IL PARERE

DELL’ECONOMISTA a cura di Chiara di Sante

l professor Stefano Lucarelli, docente di economia politica, presso il Dipartimento di studi economici dell’Università degli studi di Bergamo, analizza gli aspetti che appaiono più controversi e i principali punti di forza del Decreto legge del Fare. Ma quali sono? “Viene estesa la legge Sabatini che riguarda gli investimenti in hardware, software e tecnologie digitali, che saranno inserite tra i beni per i quali le PMI potranno usufruire del credito agevolato. Un problema che affligge l’economia italiana è il fatto di essere specializzata su settori che hanno la caratteristica di essere dipendenti dalle tecnologie su cui lavorano i paesi esteri. Sarebbe auspicabile che la politica industriale italiana incentivasse la produzione di nuove tecnologie e non l’acquisto.Un intervento intelligente è

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la norma che riguarda l’agricoltura in quanto il settore agricolo è l’unico in cui c’è un significativo aumento.Bisogna intervenire per dare chance alle aziende agricole più giovani, è importante perciò semplificare la vendita diretta al pubblico, agevolando uno stile di consumo legato alla cosiddetta filiera corta.Vi è una norma che ripristina la quota riservata agli interventi non superiori ai 500000 euro riguardo al fondo di garanzia per le PMI. Il problema maggiore relativo alla possibilità di avere liquidità da parte delle imprese è legato al pagamento della PA che ha gravi ritardi molto maggiori a quelli del settore privato. Un altro elemento importante è il rapporto fra il settore del credito e il settore delle imprese. Il settore del credito finanzia le imprese con dei tassi di interesse altissimi, superiori al 7% per le PMI e soprattutto molto più alto rispetto al tasso di interesse con cui si sono rifinanziate le

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Il governo dovrebbe intervenire sulle norme che caratterizzano il credito, creando ad esempio fondi di garanzia... banche presso la BCE. Significa perciò che c’è qualcosa che non va nel comportamento delle banche. Il governo dovrebbe intervenire sulle norme che caratterizzano il credito, creando ad esempio fondi di garanzia che producano l’effetto di ridurre il tasso di interesse delle banche commerciali alle imprese. La norma riguardante la cessione degli immobili segnala la debolezza macro-economica dell’Italia che


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QUADRO MACROECONOMICO 2010-2012: VARIAZIONI PERCENTUALI La situazione della finanza pubblica ha segnato già a fine 2011 un miglioramento rispetto all’anno precedente. L’indebitamento netto è diminuito di circa 9,1 miliardi, attestandosi a 62,4 miliardi, che costituiscono il 3,9% del PIL.

è costretta a prendere atto che deve cedere parte del patrimonio pubblico per far fronte al suo debito pubblico. Ci sono stati errori nella spending review, soprattutto nel metodo: tagli lineari. Per decidere dove tagliare io mi lascerei guidare dagli effetti dei moltiplicatori e si scoprirebbe che alcuni ambiti come la ricerca e l’università necessiterebbero di incrementi delle risorse a loro destinate”. Secondo lei le nuove disposizioni porteranno ad un reale rilancio dell’economia? “Il problema è molto più ampio quantomeno su scala europea. La vera scelta da prendere è quella di rimettere in discussione il contesto istituzionale, i vincoli europei. Non si può uscire dalla crisi se la Germania

continua ad essere il paese che esporta di più, l’unico che può rilanciare le altre economie, ma vuole sfruttare la situazione in cui il patrimonio pubblico dei paesi in difficoltà viene messo sul mercato. Nel 2014 ci sarà una crescita positiva del PIL per alcune economie. L’Italia non potrà sfruttare questa situazione poichè non ha una specializzazione produttiva adeguata. Il problema è nei tassi di interesse, nei tassi di crescita in un economia la cui specializzazione produttiva è in ritardo. Bisogna creare delle condizioni per fare una politica industriale reale, per ripensare il contesto istituzionale che facilita la speculazione sui titoli di debito pubblico dei paesi in difficoltà. “

EVOLUZIONE DELLE COMPONENTI DELL’INDEBITAMENTO REGIONALE Il miglioramento dei conti regionali è stato ottenuto con rigide politiche finanziarie e di risanamento. Le politiche di gestione del bilancio hanno determinato un apparente incremento del disavanzo di amministrazione. Si tratta di incrementi che costituiscono la mera contabilizzazione di tutte le perdite, altrimenti non evidenti: la perenzione, infatti, consente di eliminare temporaneamente i residui riducendo apparentemente il disavanzo, ma la necessità di reiscrivere le spese per obbligazioni da pagare determina la successiva evidenziazione in bilancio, con evidente accumulo di disavanzo PrimaPagina 40 - Ottobre 2013

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Il cappio e il “perdono” del debito pubblico Il parere di Enza Blundo, senatrice abruzzese del M5S di Daniela Palantrani

l M5S esprime poca convinzione in merito al fatto che un default programmato, da solo possa essere risolutivo. Enza Blundo, eletta per l’Abruzzo, nelle fila dei ‘penta stellati’ precisa: “La questione del debito pubblico è molto complessa. Oltre al debito pregresso si aggiungono una serie di dipendenze derivanti dall’Europa che ora determinano la situazione di attuale soffocamento. Nell’attuale condizione italiana di assenza di sovranità monetaria, in considerazione del fatto che il parametro fondamentale in base al quale la BCE valuta se concedere finanziamenti è proprio il debito pubblico, si comprende quanto la situazione sia di grave dipendenza. In più la concessione di ulteriori prestiti, dietro corresponsione di interessi generano ulteriore debito, aggravando la crisi economica. Sicuramente la situazione del debito pubblico va risolta perché genera un cappio tale da soffocare l’economia e la possibilità di ripresa degli Stati. In un incontro a L’Aquila, - prosegue la senatrice - in occasione della “Perdonanza” alcuni economisti hanno parlato di ‘perdono del debito’. Una provocazione che però va riflettuta attentamente. Andrebbe creata una condizione di taglio netto con il pregresso onde permettere la ripresa dell’economia. Non sarebbe da escludere neanche l’ipotesi di altri esperti che invece, auspicano l’uscita dall’Euro come soluzione. Dovrebbe essere analizzato a fondo il discorso di quanto ci convenga stare nell’Euro e quanto ci convenga essere

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solo degli importatori e non esportatori; a questo proposito la politica italiana dovrebbe cambiare profondamente, possiamo esportare ben altro rispetto a quello che facciamo ora. Dobbiamo imparare a saper valutare ciò che abbiamo, come il settore agroalimentare. Il M5S aveva prospettato uno studio ampio di confronto tra tutti gli economisti – conclude la Blundo, - per fornire delle proiezioni e visioni delle possibilità future per ciascuna scelta. La decisione va ponderata. L’azzeramento del debito è la soluzione più semplice, ma da sola non sarebbe risolutiva. Il default andrebbe accompagnato da un cambiamento radicale della politica che valorizzi concretamente, ad esempio, la realizzazione di inceneritori e risparmio energetico serio e vero”.

Andrebbe creata una condizione di taglio netto con il pregresso ... Non sarebbe da escludere neanche l’ipotesi di altri esperti che invece, auspicano l’uscita dall’Euro come soluzione

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MA NONOSTANTE TUTTO, LAVORARE …. SI PUÒ? di Daniela Palantrani

l rientro dalle ferie molte piccole attività non hanno neanche riaperto i battenti. “Il periodo economico è difficile, c’è la crisi, non c’è lavoro”. Queste sono solo alcune delle frasi che ormai siamo abituati a sentire. Il lavoro come una chimera, anche se tra i giovani insofferenti, affranti e disoccupati, anche tanti che si rimboccano le maniche per creare il loro futuro. Ma non è solo la crisi a creare ostacoli. In centro a Teramo (e purtroppo non solo in centro), un’attività aperta da poco più di un anno forse sarà “costretta” a spostarsi. Perché? Non basta il rispetto delle regole e la buona volontà “vogliamo solo lavorare sereni” . Cosa ci può essere di strano in questo? Forse che il rispetto delle regole dovrebbe essere reciproco. Le attività giovani andrebbero incentivate …o dissuase da sollecitazioni continue o incessanti e assillanti controlli? Matteo e Danilo, rispettivamente 26 e 28 anni il lavoro se lo sono inventato e tutto quello che chiedono è di poter lavorare tranquilli. Incontrano però non poche difficoltà. Il 29 giugno dello scorso anno hanno aperto un innovativo beer shop a Teramo, ma gli ostacoli anche per chi ha voglia di reinventarsi, esistono. “Un beer shop diverso con un idea differente. Non c’è mescita – ci spiega Matteo – e se l’attività funziona bene vorremmo replicare il modello anche il altre località. Il riscontro positivo tra

gli avventori ci entusiasma e incoraggia. Siamo attenti al rispetto degli altri e delle regole, non abbiamo mai fatto spettacoli di musica dal vivo e dopo le 20 non facciamo portare fuori del locale le bottiglie di vetro. La Legge lo impone solo nei mesi estivi, ma noi abbiamo deciso di caratterizzarci anche in questo e ci siamo autoregolamentati estendendo il provvedimento a tutto l’anno, così come pur potendo restare aperti fino alle due di notte chiudiamo all’una”. “Abbiamo creato una bella realtà – prosegue Danilo e intorno al locale gravita un contesto sociale libero e tranquillo, ad esempio non c’è mai stata una rissa davanti al nostro beer shop. Tuttavia, nonostante il nostro impegno e buona volontà non riusciamo a lavorare sereni. Ed è tutto quello che chiediamo. I primi ostacoli li abbiamo incontrati già in fase di apertura, quando nessuno, Pubblica Amministrazione compresa, credeva o non ne conosceva la possibilità, di poter comprare la birra e potersela versare autonomamente per consumarla. Questa idea sfrutta la legge sul “consumo immediato”, inserita del Decreto liberalizzazioni Bersani. Noi ci abbiamo creduto e siamo partiti per questa avventura , ma veniamo ostacolati da continue lamentele ed anche da controlli poco accurati effettuati dagli organi competenti – concludono i titolari - Tutto questo potrebbe portare a decidere di spostare la nostra attività altrove”.

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Dal Convegno Federmoda Abruzzo le prospettive costruite, come cambiare senza snaturarsi, opportunità e scenari.

TUTTI I NUMERI DEL PRESIDENTE a moda, e tutto quello che ne scaturisce, rappresenta un’importassimo settore dell’economia Italiana, abruzzese e teramana in particolare. Lo ha illustrato ampiamente, nel corso del convegno tenutosi il 25 settembre scorso, il presidente di Unione Federmoda Abruzzo, Giovanni Di Michele. Nella relazione introduttiva, il presidente, pur consapevole del periodo particolarmente difficile che si è trovato ad affrontare, ha analizzato con chiarezza i numeri di un settore che in Abruzzo (dati relativi al secondo trimestre 2013) conta 2398 imprese attive che occupano in totale 23.680 addetti. In questi totali, solo Teramo conta 1.394 imprese attive per un totale di 12.342 addetti arrivando ad una incidenza percentuale del 58% di imprese attive e del 52% di addetti sul totale regionale. Numeri importanti quindi, che raccontano storie importanti ora in pericolo. “Il comparto Moda – ha esordito – Di Michele - è stato

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tra i più danneggiati, ma è importante evidenziare che ciò deriva anche e forse soprattutto da carenze strutturali del sistema Italia. Continuiamo giustamente ad essere orgogliosi del nostro made in Italy, ma è da decenni che non si lavora ad un nuovo modello di sviluppo: la crisi finanziaria sommata alla concorrenza del resto del mondo, vede in forte affanno le nostre imprese”. Un duro rimprovero è stato sollevato nei confronti dei decisori

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politici che avrebbero mancato di senso di responsabilità nei confronti di un ambito economico rilevante per il nostro territorio in particolare, ma non senza evidenziare anche in modo propositivo, “ciò che si può comunque fare nonostante le tante difficoltà che individualmente le imprese vivono nella loro quotidianità lavorativa”. L’Unione Federmoda Abruzzo, costituita a luglio 2009 si è data sin dall’inizio la missione di valorizzare le


CNA - informa

produzioni degli artigiani locali, la lotta alle importazioni illegali, alle frodi, alle contraffazioni, garantire la tracciabilità dei prodotti e sposando la visione del sistema CNA che è di supportare le imprese in iniziative di aggregazione. Giovanni Di Michele ha proseguito nel riportare “con tutti i limiti e gli errori che nuove esperienze implicano” , come siano stati avviati i progetti dei Poli di innovazione; in tal senso è nato il Polo ModaInn

Nel corso del convegno sono emersi numerosi i punti programmatici su cui lavorare, a cominciare dalla valorizzazione del Made in Italy che costituisce ancora un forte valore aggiunto

Di Michele- La Regione poteva incidere, o quanto meno tentare di allentare la morsa dei finanziamenti alle imprese. Denunce avvenute pubblicamente, ma

La visione del sistema CNA che è di supportare le imprese in iniziative di aggregazione... ... Ecco perché continueremo a sponsorizzare progetti di aggregazione... che racchiude il tessile – abbigliamento – pelletteria con oltre 60 aziende partecipanti. “Ecco perché continueremo a sponsorizzare progetti di aggregazione. L’ultima iniziativa in ordine di tempo è stata l’organizzazione per la costituzione di reti di impresa. Una è già stata costituita e sta già operando attivamente ad un bando europeo sull’innovazione e sulla internazionalizzazione e mi risulta che altre reti di impresa sono in fase di avvio”. Non sono mancate critiche all’amministrazione pubblica regionale “ quando in più occasioni ne ho denunciato l’inerzia soprattutto sul fronte del credito alle imprese.- ha insistito

soprattutto con i singoli assessori, con uno spirito di piena collaborazione e in termini assolutamente costruttivi. Ho chiesto e ottenuto, non senza difficoltà, alcuni incontri (ne ho avuti 3) con il vicepresidente della Regione Abruzzo nonché assessore alle attività produttive il dott. Castiglione ed un incontro con il governatore Chiodi. Devo confessare che non ho ottenuto purtroppo grandi risultati tangibili”. E qualche autocritica: “Alcuni associati ci rimproverano di non esserci fatti sentire con maggior forza, probabilmente hanno ragione. L’approccio, però, in buona fede, è stato quello di porsi

in maniera propositiva, non pregiudizievole ed evitare clamori, in un momento storico, in cui la sobrietà è richiesta da più parti; ma se ci sarà una maggiore partecipazione delle imprese, dovremo impegnarci a

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più flessibili e l’opportunità di costituire anche Gruppi di Acquisto tra imprese, per abbattere i costi di gestione. Infine i ringraziamenti: “a Renato Giancaterino che si è speso molto per la riuscita di questo progetto, a Federmoda nazionale e al Responsabile Franceschini che ha illustrato alcuni servizi e alla dottoressa Stefania Silvestri referente regionale per il settore (che sostituisce dottoressa Rosaria Valentini) e a cui gli associati possono fare riferimento per esporre difficoltà o proposte, e che si occuperà di portare le varie questioni sui tavoli opportuni” , ha concluso il presidente Di Michele.

portare avanti con ancora maggiore tenacia gli interessi delle nostre aziende”. Nel corso del convegno sono emersi numerosi i punti programmatici su cui lavorare, a cominciare dalla valorizzazione del Made in Italy che costituisce ancora un forte valore aggiunto, e avorire un sistema di tracciabilità a tutela del made in Italy. Il discorso sull’internazionalizzazione, dando supporto soprattutto alle aziende che vogliono cominciare ad entrare sui mercati esteri e soprattutto creare un ponte strategico fra scuola e imprese, incentivando stage e laboratori moda, in sinergia con le scuole. Ad oggi hanno già aderito gli Istituti di Sant’Egidio e Pescara. Continuare con la battaglia per ottenere una riduzione della tassazione regionale sul costo del lavoro, magari mirato alle aziende manifatturiere che lavorano a

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façon e non ultimo favorire lo sviluppo di nuovi canali di vendita in particolare favorendo la nascita di piattaforme per la vendita on line. Sul fronte aggregativo, importante anche il dibattito riguardante i poli e le reti di imprese, dove necessitano modalità

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La moda, e tutto quello che ne scaturisce, rappresenta un’importassimo settore dell’economia Italiana


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Medjugorje:

UN FENOMENO, U

di Clementina Berardocco

orse il termine “fenomeno” è riduttivo, forse Medjugorje potrebbe essere anche definita un’esperienza e non necessariamente legata alla fede. Medjugorje, una storia che provoca polemiche tra avversari e sostenitori. Anche la stessa Chiesa, con la prudenza che la contraddistingue, ancora dopo oltre 30 anni, non ha ancora emesso il giudizio finale. Medjugorje (che significa “fra i monti”) è un paese dello Stato della Bosnia – Erzegovina i cui abitanti sono prevalentemente di etnia croata e professano la religione cattolica. Siamo nella Jugoslavia di Tito, solo un anno dopo la sua morte, quando il 24 Giugno 1981, alcuni ragazzi Ivanka Ivankovic - Elez, Marija Pavlovic, Vicka Ivankovic - Mijatovic, Ivan Dragicevic, Mirjana Dragicevic e Jakov Colo videro, in una zona chiamata Podbrdo, una giovane donna di straordinaria bellezza e con un bimbo tra le braccia. Ella non pronunciò parole ma fece loro solo un segno con la mano di avvicinarsi. Loro fuggirono, spaventati, sconcertati e riferirono dell’accaduto ai familiari ma non furono creduti.

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UNA STORIA, UN’ESPERIENZA...

Questa prima fase di incredulità fu sostituita dalla consapevolezza che stava accadendo qualcosa di particolare. Il secondo giorno la Donna si presentò come Madre di Dio dicendo: “Io sono la Beata Vergine Maria”. Nei giorni successivi, i ragazzi riferirono messaggi sulla preghiera, sulla conversione e sulla pace. In seguito essi parlarono di digiuno e sacramento della penitenza. La “Gospa” non è sempre apparsa nello stesso luogo, alle stesse persone o agli stessi gruppi e le sue apparizioni non hanno sempre avuto la medesima durata: tutto dipende dalla volontà di Colei che appare. Dal primo Marzo 1984 e per tre anni consecutivi, tramite la veggente Marija Pavlovic, la Vergine Maria indirizzava messaggi principalmente alla parrocchia, ogni giovedì: erano brevi profezie ed incitazioni materne ad una salda vita cristiana. Dal 25 Gennaio 1987 i messaggi erano proclamati il 25 di ogni mese. E così continuano ancora oggi. Ma i “ragazzi di Maria” ora sono cresciuti: hanno sopportato le prime persecuzioni del regime comunista, la detenzione, le estenuanti valutazioni medico - psichiatriche, hanno parlato senza sosta ai

pellegrini che invadevano la loro privacy. Essi sono ancora lì, a riferire il loro incontro con la “Gospa” che ha chiesto loro di testimoniare con generosità: Ivanka Ivankovic – Elez ha solo un’apparizione all’anno, il 25 Giugno. Ha ricevuto il compito di sostenere le famiglie con la preghiera. È sposata ha tre bambini e vive con la sua famiglia a Medjugorje; Marija Pavlovic continua ad avere le apparizioni tutti i giorni e grazie a lei la Madonna invia il suo messaggio alla parrocchia e al mondo. La Vergine le ha affidato nove segreti e le ha chiesto di pregare in particolare per i religiosi, per i consacrati e per le anime del Purgatorio. Sposata, madre di quattro figli, vive in Italia a Monza; Vicka Ivankovic – Mijatovic continua ad avere apparizioni quotidiane e anche a lei sono stati rivelati nove segreti. Il suo compito è la preghiera per i malati e lei stessa è stata colpita da mali inspiegabili che ha sopportato con serenità. Coniugata con due figli, vive in un villaggio vicino a Medjugorje; anche ad Ivan Dragicevic la Madonna appare tutti i giorni, gli ha confidato nove segreti e gli ha raccomandato di pregare per i giovani e i sacerdoti. Egli ha

quattro bambini e vive negli Stati Uniti ma viaggia molto per offrire la sua testimonianza; a Mirjana Dragicevic la “Gospa” dal 25 Dicembre 1982 le appare una volta all’anno ed esattamente il 18 marzo, giorno del suo compleanno. A lei ha rivelato il decimo segreto e le ha chiesto di intercedere per i non credenti. Vive a Medjugorje con due bambine e il marito; Jakov Colo è il più piccolo dei veggenti. Il 12 Settembre 1998 gli fu affidato l’ultimo segreto ed ha un’apparizione all’anno il giorno di Natale. Con Viscka, egli è stato trasportato con il corpo dalla Madonna nell’aldilà. Ha avuto l’incarico di pregare per i malati e i giovani. Vive a Medjugorje, sposato con tre bambini. Numerosi sono gli scettici che ritengono che Medjiugorie sia “tutto falso”, “un grande inganno”, una “messinscena”i cui protagonisti assoluti sono i veggenti stessi. Ma migliaia sono le conversioni, numerose le confessioni: Medjugorje è stata definita “il confessionale del mondo” e la presenza della Vergine è viva. Il pellegrino, credente o no, sperimenta un incontro speciale.

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L’ETÀ DELLE SCELTE DIFFICILI l progressivo invecchiamento della popolazione è un fatto ben noto, ma è anche uno dei temi più dibattuti del presente e che attira più preoccupazioni per il futuro. Nonostante i dati recenti attestino una crescita della speranza di vita (che per i maschi raggiunge i 79,2 anni e per le femmine gli 84,9 anni), la popolazione, quella abruzzese in particolare, tende sempre più a invecchiare e molti anziani ricorrono alle residenze assistite. Ma si sa, gli ospizi non sono posti per poveri. La retta media di questi istituti, infatti, si aggira tra i 1300 e i 1700 euro al mese, ai quali vengono aggiunti i costi di servizi extra come la lavanderia, il barbiere e altre spese voluttuarie. Inoltre con le pensioni correnti (oltre il 50% dei pensionati ha un assegno inferiore a mille euro al mese) e le rispettive famiglie in obiettiva difficoltà, sono pochi gli anziani che possono permettersi un posto in una casa di riposo (i Comuni dovrebbero intervenire in caso di anziani incapienti, ma sono spesso ostacolati da mancanza di risorse). Oggi però sono poche le case di riposo che possono concedersi di ospitare solamente pazienti autosufficienti. Molte strutture si sono trasformate nel tempo (funzionalmente ma non amministrativamente) in Ra (residenze assistite dedicate a ospiti non autosufficienti ma non gravi) o Rsa (residenze assistite per pazienti con autosufficienza conclamata e con ricovero in genere temporaneo ma rinnovabile) fornendo assistenza medica o infermieristica specializzata. In questo modo le case di riposo salvano i propri bilanci, ma allo stesso tempo alleviano la situazione delle Ra e Rsa, in gran parte private, che non hanno un numero sufficiente di posti letto capaci a soddisfare la richiesta e quindi il fabbisogno. Secondo l’ultimo studio dell’Agenzia sanitaria regionale, l’offerta di posti letto in regime di Rsa nelle provincie di Teramo e Chieti risulta nettamente inferiore alla densità di popolazione anziana residente e quindi potenzialmente bisognosa.Viceversa i posti letto in regime Ra risultano insufficienti nelle provincie di L’Aquila e Pescara. La Regione si sta muovendo per migliorare la qualità dei servizi e ampliare l’offerta delle prestazioni, mirando innanzitutto allo sviluppo dell’assistenza domicilia-

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ANZIANI E NUOVI QUESITI di Simone Delle Grazie

re (oggi poco sviluppata), una tipologia di servizio che ha il vantaggio di essere molto utile agli anziani accasati e al contempo di essere a basso costo per il servizio sanitario

L’anziano deve poter scegliere, ma ciò è possibile solo se ha mente critica.

regionale. “Gli anziani devono continuare a condurre una vita attiva, l’apprendimento deve essere costante e la mente continuamente allenata” - così commenta Silvana Di Meco, presidente dell’Auser di Pescara, associazione impegnata nella promozione sociale e nel volontariato. L’obiettivo dei 22 circoli che compongono l’associazione è dunque quello di rendere gli anziani protagonisti delle diverse attività, che vanno dai corsi di ginnastica, danza e yoga, agli incontri

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sulla prevenzione, tenendoli occupati sia fisicamente che mentalmente. “ Gli anziani”, continua Di Meco, “non possono essere allontanati dagli affetti familiari e dai luoghi in

cui hanno sempre vissuto.Abbandonare una persona in un ospizio significa farla morire lentamente. L’anziano deve poter scegliere, ma ciò è possibile solo se ha mente critica.” Dello stesso parere è Marco Pozone, geriatra all’ospedale San Salvatore dell’Aquila, il quale prospetta una soluzione simile: “Per assistere un anziano meglio una badante della casa di riposo, in modo che il bisognoso possa muoversi in luoghi a lui abituali, conservando le sicurezze legate all’ambiente circostante. Ovviamente sarebbe da valutare situazione per situazione; ma vorrei ricordare che la famiglia è sempre la famiglia. Il punto è che se un anziano ha la sensazione di essere allontanato dalla sua famiglia, dove ha una relazione affettivamente buona, si sente abbandonato e c’è il rischio che si lasci morire. Fondamentali dunque, l’accoglienza e l’affetto dei propri cari.”


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A Civitella del Tronto il binomio inscindibile tra

TURISMO E CULTURA di Michele Ciliberti

l piccolo borgo del teramano è realmente al centro dell’attenzione culturale del momento: non solo le solite manifestazioni, ma qualcosa di molto più alto per fruitori di ogni sensibilità. Piazzette, vicoli, fortezza, sala consiliare, hall d’albergo fungono ancora da palcoscenico per i tanti eventi: musica (classica, leggera, jezz, folk), teatro, poesia, dibattito sulla cultura, presentazione di libri, storia, pittura, arte con autori di altissimo livello e, soprattutto, ottima cucina e vini pregiati. Al bando le trimalchioniche abbuffate delle sagre che appiattiscono tutto; solo l’insostenibile desiderio di esserci e di sopraffine prelibatezze! Parecchi sono stati gli eventi di straordinaria importanza, ma al di sopra di tutti spiccano: il gemellaggio di arte con Castelbasso e le relative esposizioni e incontri con gli autori nei locali della Fortezza; il XV Premio Nazionale di Poesia “Oreste Pelagatti”, presentato da Lorenzo degl’Innocenti, con Paola Gassman che ha letto le composizioni dei vincitori delle diverse sezioni, accompagnata dalla chitarra solista di Giulio Nenna, commuovendo tutti quando ha recitato una poesia del padre a lei dedicata e il “Pianto della Madonna” di Jacopone da Todi; incontro con la poetessa Anna Ventura, a cura di Leandro Di Donato, presso Hotel Zunica 1880; nella splendida cornice della Fortezza, “I luoghi dell’anima” con i Solisti Aquilani e

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Ugo Pagliai che ha prestato la voce a diversi autori: Marziale, Dante, Lorenzo il Magnifico, Baudelaire, D’Annunzio, Neruda, Garcia Lorca; presentazione del libro di Christian Caliandro “Italia revolution” e dibattito sulla cultura e sulla sociologia con docenti universitari e artisti di spessore internazionale.

Al di là delle singole manifestazioni, occorre porre l’accento sulla vocazione naturale al turismo e alla cultura di Civitella del Tronto Più volte ospite d’onore, il direttore Paolo Mieli ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Civitella del Tronto, conferita all’unanimità dall’Amministrazione Comunale. L’ex direttore del Corriere della Sera ha tenuto una lectio magistralis su “Il mestiere dello storico” Veramente interessante e attuale il suo intervento: non sono mancati momenti di riflessione sulla presente situazione politica italiana. L’oratore ha messo, soprattutto, in evidenza lo spirito di resistenza dei civitellesi nel corso della storia a cominciare

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dal ‘500 e lo ha additato come esempio, da tenere in massima considerazione, per tutta la penisolaidenza lo spirito di resistenza dei civitellesi nel corso della storia e lo ha additato come esempio, da tenere in massima considerazione, per tutta la penisola. Un pubblico molto attento e autoselezionato, locale o proveniente da molte regioni non solo limitrofe, ha partecipato estasiato e composto, fruendo di questi indimenticabili momenti. Altri eventi si sono succeduti nella piazza Filippi Pepe: in particolare, teatro dialettale e spettacoli canoro-musicali come “Varie età”. Al di là delle singole manifestazioni, occorre porre l’accento sulla vocazione naturale al turismo e alla cultura di Civitella del Tronto. Per progredire su questo cammino, la nuova Amministrazione Comunale, pur nella ristrettezza dei tempi dal proprio insediamento, si è prodigata molto nel reperire le risorse necessarie, specialmente in periodi di crisi come l’attuale. Investire sulla cultura significa creare un futuro per i giovani non solo locali e tracciare un percorso atto a valorizzare oltre al passato del territorio anche il presente, facendo leva sui prodotti locali e sull’arte culinaria. Sotto questo aspetto Civitella, come “Il giardino d’Europa” e “Il bel paese là dove il sì suona”, sembra essere stata creata apposta per essere di godimento al mondo intero.


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IL GIGANTE

di Adele Di Feliciantonio

ono stati da poco presentati i risultati della ricerca scientifica sulla “Qualità ambientale della criosfera e dell’alta quota del versante teramano del Gran Sasso d’Italia”, uno studio importante, finanziato dalla fondazione Tercas, portato avanti dall’associazione onlus Ultra Montes ad Altum, rappresentata dal suo presidente il Prof. Paolo Trentini dell’Università di Chieti, odontoiatra e medico del soccorso alpino, con la collaborazione del Prof. David Cappelletti del Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale dell’Università di Perugia, il Prof. Massimo Pecci dell’Università Roma 3, geologo specializzato in nivologia e ghiacciai, componente dell’Associazione Neve e Valanghe e il geologo Dottor Pino Dall’Aquila. L’equipe di esperti ha

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monitorato e valutato, attraverso il campionamento sterile e successive analisi di laboratorio, la qualità ambientale della neve, del ghiacciaio del Calderone, del permafrost e del sistema periglaciale, al fine di raccogliere i dati necessari allo studio di una possibile correlazione tra la presenza degli inquinanti e la loro concentrazione, il loro relativo andamento nella criosfera e le patologie della popolazione locale. Dott. Trentini, la vostra ricerca mira a verificare il controllo dello “stato di salute” del nostro territorio. Cosa significa precisamente? I più noti inquinanti presenti nell’aria, quali benzene, biossido di zolfo, composti organici volatili, monossido di carbonio, ossidi di azoto, polveri fini, piombo e amianto, sono variamente classificati con effetti cancerogeni, tossici e infettivi e originati dall’attività antropica (uma-

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na), nelle aree industriali o a elevata urbanizzazione, dove si riscontrano le più alte percentuali di patologie derivate. Con questo studio abbiamo cercato di monitorare la concentrazione dei medesimi inquinanti anche nei posti più remoti e “puliti”quali appunto le nevi e il ghiaccio delle montagne. L’indagine è stata svolta sul Gran Sasso, definito “antenna ambientale sensibile”; perché? Perché il Gran Sasso è la più alta sommità dell’Italia peninsulare e presenta marcate caratteristiche di alta quota, sia per la posizione (intermedia tra due mari, Adriatico e Tirreno), sia per le condizioni climatico – ambientali ( venti e correnti). La metodologia utilizzata è stata l’analisi dei campioni; quali elementi avete catalogato? Sono state valutate le concentrazioni di diversi


RACCONTA I risultati della ricerca sulla “ qualità ambientale del versante teramano del Gran Sasso d’Italia” tipi di inquinanti, come idrocarburi aromatici policiclici (IPA), metalli pesanti e altri elementi, contenuti in campione del permafrost; deposito di polvere su neve (ghiacciaio); neve dei nevai e che ricopre il ghiacciaio rilevata fino a 2700 m e con diverse tempistiche; ghiaccio; acqua di fusione e scorrimento del ghiacciaio. Quali sono state le conclusioni? Riferire i dati in modo sintetico potrebbe essere forviante; possiamo affermare che anche la nostra montagna è inevitabilmente soggetta agli influssi degli inquinanti ambientali e che ci restituisce quello che gli offriamo! Ulteriori e approfonditi studi potranno definire meglio quanto le caratteristiche chimiche riscontrate siano effettivamente una costante dei luoghi, e quanto queste ultime possano provocare effetti sull’ambiente e quindi sull’uomo, a breve e lungo termine. La sensibilità delle analisi hanno evidenziato anche banale spry marino (innocua acqua di mare) e inoltre polvere di sabbie del deserto portata dai venti di scirocco. Tuttavia la presenza di sostanze inquinanti nei suoli, con una non trascurabile presenza nelle acque sorgive utilizzate per il consumo umano, suscitano un forte interesse all’argomento. Quanto potrebbero essere pericolosi gli inquinanti ambientali per la salute della popolazione? Allo stato attuale mi riservo di esprimere giudizi, sia per escludere i rischi potenziali ma anche per evitare un ingiustificato ed inutile allarmismo. Con certezza posso invece affermare che tutto quello che si deposita sulle nevi e viene inglobato nei ghiacci, prima o poi, lo berremo come acqua potabile, comoda-

I risultati analitici costituiscono un interessante e indispensabile base di dati da cui partire per successivi controlli...

mente nelle nostre città. La vostra ricerca continuerà? I risultati analitici costituiscono un interessante e indispensabile base di dati da cui partire per successivi controlli, tenendo anche presente che in quest’area studi non sono mai stati effettuati se non in maniera occasionale o superficiale, con l’obiettivo di mantenere fede all’impegno statutario della onlus Ultra Montes ad Altum, nel settore ricerca scientifica e cioè di monitorare le condizioni di “ salute” ambientale, non solo per chi vive e frequenta la montagna, ma per tutto il territorio di pertinenza.

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di Stefano Ciaffoni

ra gli ultimi eventi della stagione estiva , merita attenzione il Raduno Precampionato O.T.S. degli arbitri della sezione di Teramo , che si è svolto a Prati di Tivo e ideato soprattutto per i ragazzi appena entrati nel settore. Quella dell’arbitro è una figura spesso posta in secondo piano nel mondo del calcio, ma prima di diventare ufficialmente “arbitri” bisogna partecipare ad un corso, alla fine del quale va sostenuto un esame scritto e orale su argomenti di carattere disciplinare e tecnico. Inoltre un arbitro è tenuto a mantenere per tutto l’arco della stagione agonistica una preparazione fisica adeguata e sostenere test fisici di resistenza di solito due volte a stagione ( all’inizio dei vari campionati, e a metà stagione). Questo al fine di affrontare al meglio gli impegni sportivi. In caso di non superamento del test, l’arbitro può addirittura ricevere una sospensione dalle designazioni fino ad un mese. Neanche le nozioni teoriche e tecniche apprese vengono lasciate arrugginire dopo l’esame iniziale, infatti, ogni direttore di gara è tenuto a costanti e periodici aggiornamenti e verifiche, il cui

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mancato superamento può significare la temporanea sospensione dall’attività. Il raduno che li ha visti protagonisti è stato anche mirato alla diffusione della cultura del calcio a cinque, o futsal, sport più recente e certamente meno conosciuto, nell’arbitraggio del quale si sono distinti una decina di ufficiali di gara che hanno raggiunto la categoria regionale e tre quella nazionale trai quali, Massimo Tiberio e Paolo Di Luigi, tutti provenienti dalla sezione arbitrale teramana. Questo sport, nato in Uruguay nel 1933, prevede la partecipazione di soli cinque giocatori e l’utilizzo di un campo le cui dimensioni oscillano tra i 684 mq (38×18 m) e i 924 mq (42×22 m). Le ristrette dimensioni accentuano la rapidità del gioco, richiedendo un maggiore impegno e una maggiore attenzione dell’arbitro. Nell’arco di questi cinque giorni i ragazzi, dei quali abbiamo raccolto impressioni tutte positive nei confronti della manifestazione, si sono trovati immersi in una realtà diversa dal consueto, ma che li ha portati a chiarire dubbi e situazioni del mondo verso cui li spinge la loro passione, sono stati rassicurati dalla presenza e dai preziosi consigli dei big del settore appositamente richiesti come ospiti dai tre organizzatori Simone

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Di Francesco, presidente della sezione arbitrale di Teramo, Lucio Armaroli, designatore degli arbitri, e Martino Di Luigi, coordinatore degli osservatori. Tra i chiamati a raccontare le loro esperienze e a presiedere alle riunioni ricordiamo Gianpaolo Calvarese, arbitro di serie A, Christian Bagnoli, assistente di serie A e B, Carlo Di Marco, ex arbitro internazionale di calcio a cinque e Osvaldo Lolli, che si occupa della formazione dei ragazzi delle categorie giovanili. Tuttavia il vero successo dell’evento risiede nella coesione e nell’unità che si son venute a creare tra tutti i partecipanti: “unione” è la parola chiave del raduno stesso. Unione negli allenamenti tenuti ben due volte al giorno nelle otto riunioni , nelle prove atletiche, nelle serate organizzate e durante i pasti. In poco tempo, sono nate infatti le prime radici di rapporti duraturi e forti che gli organizzatori sono stati ben felici di catalizzare. “Da quando siamo diventati arbitri” dicono questi ultimi, “abbiamo avuto modo di conoscere molta altra gente e in particolare quelli che adesso sono i nostri amici più cari. E’ un bene che questi cinquanta ragazzi si incontrino e si frequentino, siamo certi che nasceranno delle forti amicizie”.


Piccoli arbitri

CRESCONO Ai Prati di Tivo il raduno precampionato per selezionare le giovani leve

SENIOR & JUNIOR: ESPERIENZE E ASPIRAZIONI a cura di Stefano Ciaffoni

*Massimo Tiberio e Paolo Di Luigi, arbitri di calcio a 5 in serie B

Da quanti anni arbitrate? Massimo: E’ il secondo anno che sono in serie B, ma ho iniziato ad arbitrare il 19 dicembre 1995. Paolo: Per me invece è il primo anno in serie B, ma ho iniziato nel 2000. Cosa vi ha spinto a cominciare? Massimo: Mio padre era molto amico di Simone Di Francesco, l’attuale presidente della sezione arbitrale di Teramo, per cui io e quest’ultimo eravamo, e siamo tuttora, molto amici. Mio padre, anche facendo leva su quest’amicizia, mi fece notare che diventare arbitro era un ottimo modo di fare sport, coltivare i rapporti e comunque restare immerso nel mondo del calcio, che mi affascinava molto, ma nel quale non potevo entrare in qualità di calciatore. Paolo: Prima ero un calciatore, ma la squadra del mio paese aveva fallito, per cui mio cugino Martino Di Luigi mi propose di fare il corso. Iniziai specialmente perché contribuiva al credito scolastico, poi mi è piaciuto così tanto

che ho continuato. Come mai la scelta del calcio a 5? Massimo: Il calcio a 5 è uno sport molto particolare, va compreso fino in fondo e all’inizio non c’ ero riuscito: per questo parlo di “amore a seconda vista”. Tuttavia, è molto gratificante, è molto più emozionale del calcio tradizionale, più vivo e vivace dato che le ridotte dimensioni del campo fanno sì che non ci siano tempi morti. Inoltre nel calcio a 5 il contatto con il pubblico è quasi diretto, ciononostante le partite non richiedono tutte quelle misure di sicurezza adottate nel calcio a undici. Fate gli arbitri per lavoro? Assolutamente no. Purtroppo gli arbitri di calcio a 5 non vengono pagati così tanto da potersi permettere di non fare altri lavori. Faccio l’arbitro perché penso sia una misurazione continua con se stessi, con gli altri, con il regolamento, con la spettacolarità di gioco... Sei un ingranaggio che fa funzionare bene un sistema che è la partita. Com’è il rapporto con i colleghi? Con i colleghi sia dell’Abruzzo, sia di fuori, abbiamo costruito ottimi rapporti e siamo PrimaPagina 40 - Ottobre 2013

sempre ben felici di rivederci, uscire e stare insieme. Queste amicizie sono quasi inevitabili ancor più nel calcio a 5 poiché le dinamiche del gioco richiedono proprio che tra gli arbitri ci siano empatia e complicità di sguardi. *Michele Paesani, partecipante al

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anni, raduno

Michele, cosa ti ha portato a decidere di fare il corso per diventare arbitro? Non ho potuto giocare a calcio, quindi ho deciso di diventare arbitro per far parte lo stesso di questo mondo per il quale nutro forti interessi personali e una grande passione. Quali sono state le tue impressioni su questo raduno? E’ stato un ottimo modo per conoscere gli altri arbitri e ho già stretto amicizia con molti di essi. Inoltre l’ho trovato molto utile perché abbiamo tenuto delle lezioni con arbitri e assistenti di prima fascia. Fisicamente è stato un po’ impegnativo, poiché erano previsti ben due allenamenti al giorno, ma in compenso la sera sono sempre state organizzate divertenti attività ricreative.

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Da Brescia a Colleatterrato

ALLA SCOPERTA DI TALENTI CALCISTICI di Antonella Lorenzi

stato annunciato nel corso del mese di settembre, una importante affiliazione/gemellaggio del settore giovanile della Polisportiva del Colleatterrato, con il Brescia Calcio. L’accordo siglato a Teramo alla presenza dei rappresentanti del Brescia Calcio: il Coordinatore eventi Alvaro Riva e l’Osservatore Armando Ciarrocchi, che ribadiscono con grande soddisfazione che tra le fila del Brescia hanno militato e sono “cresciuti” calciatori di caratura nazionale come Baggio e Pirlo. “Da diverso tempo eravamo alla ri-

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cerca di un contatto serio con un club di prestigio - spiega il Presidente Marinelli per valorizzare al meglio la nostra scuola calcio attraverso la formazione continua dei nostri tecnici e dirigenti. Siamo venuti a conoscenza - prosegue - dello splendido e completo progetto “Punti Brescia”, fondamentalmente improntato su metodiche d’avanguardia nella formazione dei tecnici e su un capillare e sinergico lavoro di scouting finalizzato alla valorizzazione e promozione dei vivai delle societa’ affiliate. Il tutto senza costi per le affiliate”. I dirigenti del Colleatterrato ribadiscono “Siamo

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particolarmente soddisfatti dell’accordo raggiunto con il Brescia Calcio che ci proietta verso una sempre maggiore visibilità e soprattutto ci guiderà tecnicamente nella valorizzazione del nostro sempre fiorente vivaio. Ogni atleta tesserato alle società affiliate verrà inserito in un data base con schede di valutazione trimestrale redatte dagli osservatori del Brescia Calcio, tendendo

conto di numerosi parametri: coordinazione, forza, velocità, resistenza, abilità tecniche, valutazione caratteriale. Un momento che potrebbe portare alla scoperta di nuovi “campioncini” che animano ogni domenica le partite dei campionati regionali e provinciali, talenti anche di motivazione”. Nella fattiva speranza che tornei, amichevoli e raduni possano portare alla “scoperta” di talenti nostrani.

STASAMENTO FOGNATURE SPURGO POZZI NERI CIVILI E INDUSTRIALI ASPIRAZIONE LOCALI ALLAGATI PRONTO INTERVENTO 24h/24h

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Montorio – Barcellona

in bicicletta di Adele Di Feliciantonio

i sono svegliato una mattina qualunque, una delle tante con un pensiero che mi girava e rigirava nella testa: quello di fare un viaggio alternativo, magari in bicicletta” – così inizia il racconto di uno dei protagonisti, Fabio Veroni, dell’avventura Montorio - Barcellona su due ruote, vissuta tra traguardi e difficoltà, sfida e coraggio, voglia di superare i propri limiti e felicità per averli oltrepassati insieme ai suoi due amici d’infanzia Walter Pacini e Matteo Salvi. La proposta, considerata audace per tre ragazzi che non hanno mai praticato ciclismo e soprattutto privi di allenamento idoneo, è stata subito accolta con entusiasmo perché considerata stimolante dagli stessi. E così, armati di biciclette acquistate per l’occasione e carico di 30 kg per la sopravvivenza, questi tre giovani ragazzi sono partiti alla volta della Catalogna. “La scelta della meta è stata d’impeto; abbiamo abbozzato un percorso, ma effettivamente giorno per giorno ci predisponevamo una destinazione da raggiungere, che poi rappresentava una sfida con noi stessi – afferma Walter con grande soddisfazione – la nostra è stata una gita on the road nel vero senso della parola. Durante il giorno pedalava-

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mo, sotto il sole e le intemperie e di notte ci rifugiavamo dove capitava; niente alberghi, ma in tenda o in alloggi di fortuna. La disponibilità della gente, in ogni posto che abbiamo visitato è stata meravigliosa; ci hanno offerto cibo, riparo, ospitalità e sostegno”. E’ proprio lo spirito di gruppo tra i ragazzi che ha costituito quel valore aggiunto al tutto. “ Abbiamo affrontato quest’avventura con incoscienza – confida Matteo - ma la

Quando si è in sella a una bicicletta, soprattutto se si sta affrontando una sfida come questa c’è qualcosa di autentico e profondo che va oltre... nostra complicità ci ha resi forti e imbattibili; il problema di uno era il problema di tutti”. Sicuramente gli imprevisti e le avversità non sono mancati, soprattutto quando i nostri amici, come hanno ricordato con un pizzico di paura ancora nei loro occhi, hanno dovuto oltrepassare il confine francese e le catene montuose, territori austeri e

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ripidi, ma il sapere che c’era un intero paese, il loro paese a seguirli e tanta gente sconosciuta incontrata nel percorso che li sostenevano, li ha indotti a non mollare. “Andare in bici – confida Matteo- ti dona un senso di libertà; in questo modo vivi il percorso, i posti, le persone.” E cosa hanno visto i loro occhi? Tutti e tre, con un tono di nostalgia raccontano che “ hanno visto posti bellissimi, ma in modo diverso; solitamente si è abituati a guardare attraverso il finestrino di un’automobile e non ci si riesce a soffermare sui particolari perché sfuggono. Quando si è in sella a una bicicletta, soprattutto se si sta affrontando una sfida come questa c’è qualcosa di autentico e profondo che va oltre l’aspetto esteriore dei luoghi, delle cose, dei visi e delle persone. L’inusuale prospettiva che si genera permette di captare il cuore di tutto ciò che ti circonda, l’essenza, il perché. Anche la stessa strada, dritta, alberata, in salita, si percepisce in modo diverso e ci si sofferma su ogni cosa.” Questa lunga pedalata di 20 giorni ha lasciato un ricordo indelebile nei protagonisti. “Rifaremmo questo viaggio altre mille volte perché ci ha arricchiti dentro di esperienza, autostima, conoscenza e ha costituito una sfida personale” conclude Walter e subito Fabio aggiunge “ abbiamo capito che nella vita volere è potere; se si vuole una cosa, con determinazione e coraggio, si riesce a ottenerla.”


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a cura di Daniela Palantrani

OMNIBUS STOP ALLE TELEFONATE

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STOP ALLE TELEFONATE

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Fino a qualche anno fa molti non sapevano neanche cosa fosse il telemarketing, oggi invece, il fenomeno ha assunto una forma talmente aggressiva ed invadente per cui anche le nostre nonne hanno capito che quando squilla il telefono sempre alla stessa ora dall’altro capo del filo ci sarà “la signorina delle vendite” o “che parla strano”. Quotidianamente, e più volte nel corso della giornata, veniamo contattati da imprese che voglio promuovere i loro prodotti e servizi (spesso sono le stesse compagnie telefoniche che cercano di dissuaderci a cambiare operatore) senza che ci risulti di aver mai dato l’autorizzazione. Già da diversi anni è in vigore uno strumento per “difendersi” da quella che appare come una vera e propria violazione della privacy: il Registro delle opposizioni (www.registrodelleopposizioni.it). Sistema efficace ma sconosciuto ai più. Tramite un’iscrizione gratuita, è possibile dichiarare espressamente il proprio diniego a ricevere chiamate promozionali da teleoperatori al fine di salvaguardare la propria privacy e tranquillità.


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STOP ALLE TELEFONATE

Cos’è e come funziona il Registro delle opposizioni

a cura di Daniela Palantrani

OMNIBUS

os’è e come funziona il Registro delle opposizioni. Il Registro pubblico delle opposizioni è uno strumento in cui vengono raccolte le utenze degli abbonati presenti negli elenchi telefonici pubblici, ma che non desiderano essere contattati telefonicamente per informazioni commerciali o ricerche di mercato. Altresì è idoneo a rendere competitivo e trasparente il mercato tra gli operatori di telemarketing. Corre l’obbligo di precisare che la Legge consente la legittimità delle telefonate da parte degli operatori economici se hanno ottenuto esplicito consenso, indipendentemente dall’iscrizione nel Registro. Il consenso potrebbe essere stato raccolto anche solo sottoscrivendo una semplice

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raccolta punti o tessere di fidelizzazione, come quelle rilasciate da vari supermarket. L’innovazione consiste in un sostanziale cambiamento della metodica finora utilizzata. In definitiva si passa da un sistema nel quale chi fa telemarketing deve chiedere prima il consenso ai destinatari delle telefonate(opt-in) ad un sistema nel quale sarà possibile contattare tutti tranne coloro che hanno espressamente chiesto di non essere contattati(opt-out ). Prima di avviare una campagna promozionale telefonica, l’impresa dovrà presentare istanza di accesso al Registro e sarà tenuta a depennare dalla sua lista gli utenti iscritti al Registro e che hanno quindi manifestato la volontà di non essere chiamati. E’ stato inoltre abolito il numero riservato, ovvero le imprese dovranno chiamare utilizzando un’utenza in chiaro.


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STOP ALLE TELEFONATE

Postale 7211 - 00162 Roma” 5) oppure per fax al numero 06.54224822. L’iscrizione è a tempo indeterminato ed è possibile revocarla con le stesse modalità previste per l’iscrizione. Se cambia l’intestatario dell’utenza o la stessa viene cessata l’iscrizione decade ed eventualmente deve essere ripetuta. Nei casi in cui vengano violate le disposizioni che riguardano il Registro, ovvero quando nonostante l’iscrizione al Registro si ricevono chiamate da società che hanno rilevato i nostri dati dall’elenco telefonico, è possibile tutelarsi segnalando tale violazione al Garante della Privacy, che può comminare sanzioni. La tutela posta in essere dall’istituzione del registro non riguarda comunque le chiamate promozionali effettuate mediante risponditori automatici, ma solo quelle effettuate tramite operatore.

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5 modi per iscriversi

L’iscrizione, gratuita, al Registro delle opposizioni, è dedicata in via esclusiva agli utenti il cui numero di telefono è presente all’interno di elenchi. L’iscrizione puo’ avvenire nei seguenti modi: 1) compilando un modulo elettronico via web dal sitohttp://abbonati. registrodelleopposizioni.it/abbonati/ home-abbonato; 2) chiamando dal numero che si vuole inserire nell’elenco il numero verde 800.265.265. Sarà necessario fornire i dati richiesti ad un risponditore automatico; 3) compilando il modulo elettronico predisposto dal gestore del Registro reperibile sul sito: www. registrodelleopposizioni.it 4) inviando raccomandata r/r all’indirizzo “Gestore del registro pubblico delle opposizioni - Abbonati - Ufficio Roma Nomentano - Casella


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e intolleranze rappresentano l’incapacità di digerire appropriatamente o trasformare completamente alcuni cibi, condizione che può produrre sintomi cronici tossici, fino all’insorgenza di gravi malattie, tra cui anemia, asma, affaticamento cronico, depressione, dermatite, ipertiroidismo, impotenza, infertilità, obesità, osteoporosi, artrite reumatoide, sinusite, infezioni

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dell’apparato respiratorio e genitourinario, vasculiti. Il test evidenzia le variazioni morfo funzionali di preparazioni leucocitarie (principalmente neutrofili) separate per centrifugazione (buffy coat) di campioni ematici del paziente e messe a contato con estratti alimentari. Il metodo, pur non identificando la presenza di reazioni allergiche immunitarie (presenza di IgE contro allergeni), può non di meno facilitare la diagnosi di reazioni di sensibilizzazione a particolari alimenti ed indicare idonee procedure di restrizione ed eliminazione dietetica, allo scopo di attenuare o eliminare le sintomatologie di intolleranza. Dopo un opportuno periodo di contatto con l’alimento, si può rilevare al microscopio ottico una modificazione, progressivamente rilevante, dell’aspetto morfologico dei leucociti, che permette di indicare se un determinato alimento non è tollerato dal paziente. Secondo il minore o maggiore grado di reazione (1 a 3) si consiglia un regime dietetico per l’eliminazione temporanea dell’alimento o del gruppo di alimenti intollerogeni. Insieme ai test su base immunitaria (determinazione delle IgG e dosaggio delle IgE e dosaggio delle IgE alimentari) il test citotossico permette una più chiara individuazione delle prescrizioni dietetiche necessarie.

La Fisioterapia, oggi Dott. Danilo Palantrani Fisioterapista

ttualmente sono svariati i metodi e le tecniche a disposizione di un Terapista, e vanno tutte nella stessa direzione: il Benessere e la Salute. L’Osteopatia, il massaggio, la rieducazione posturale individuale, la manipolazione fasciale, le terapie fisiche come la Tecar Terapia, ma soprattutto il Ragionamento Clinico possono aiutare se non del tutto guarire l’individuo in diversi tipi di “problemi” come ad esempio: Cervicalgia: a causa della quale spesso si hanno forti mal di testa o formicolii o perdita di forza alle braccia. Lombalgia: causata nella maggior parte delle volte da atteggiamenti viziati o essa stessa può esser causa/effetto di una difficoltà digestiva.

I perchè di una scelta... Sciatalgia e Cruralgia: spesso associata erroneamente a protrusioni o ernie. Recupero post-operatorio: troppe volte trascurato, ma necessario per tornare presto alla vita quotidiana. Dolori Acuti e Cronici: possono essere gestiti e spesso risolti senza l’utilizzo di farmaci . Questi sono solo alcuni esempi su cui si può agire attraverso un percorso terapeutico guidato da un professionista del settore. L’importante in tutto ciò è considerare che un dolore non deve essere sottovalutato, e che se è comparso può esser un campanello d’allarme che il nostro corpo usa per farci capire qualcosa. È evidente che un dolore acuto ha una funzione difensiva ma aspettare che questo si sommi ad un altro dolore non è la via giusta da percorrere. PrimaPagina 40 - Ottobre 2013

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IL NUOVO REDDITOMETRO

COME DIFENDERSI di Laura Di Paolantonio commercialista, revisore Contabile

controlli da redditometro colpiranno parte dei contribuenti che nel 2010 hanno presentato una dichiarazione dei redditi (anno d’imposta 2009) che presenti incongruenze con le spese tracciate e conosciute all’amministrazione finanziaria. Obiettivo è colpire i casi più clamorosi di presunta evasione. Saranno elaborate liste selettive formulate sulla base delle informazioni censite nell’anagrafe tributaria. Come difendersi? Per chi

dovesse finire nell’elenco dei sospetti, sarà fondamentale non sbagliare le mosse ed essere nelle condizioni di spiegare le ragioni dello scostamento, attraverso la documentazione bancaria e i conti correnti. Le richieste di chiarimenti del Fisco, dovrebbero riguardare situazioni che presentano una percentuale di differenza fra spese e reddito ben superiore al 20% (la normale soglia di tolleranza fissata dal Dl 78/2010 per il nuovo redditometro) e comunque oltre 12mila euro annui. Nel

Una riforma… bestiale!

di Nicola Paolo Rossetti Presidente giovani avvocati Teramo

ome noto il 18 giugno 2013 è entrata in vigore la Legge 11 dicembre 2012, n. 220 recante “Modifiche alla disciplina del condominio negli edifici” che rinfresca la normativa degli immobili in condominio regolata dal codice civile del 1942.Tante le novità di quella che per molti “addetti ai lavori” è una riforma storica, non solo perché attesa da almeno 70 anni, ma soprattutto perché ha l’ambizioso obiettivo di adattare la legislazione alle esigenze imposte dai cambiamenti sociali e di costume: dalla scomparsa delle famiglie numerose al moltiplicarsi dei single in appartamento, dalle necessità legate all’avvento della tecnologia al rapporto dei condomini con le parti comuni. L’innova-

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zione più interessante e curiosa è senz’altro quella apportata dall’articolo 16 della legge che integra l’articolo 1138 del Codice Civile con la disposizione: ‘’Le norme del regolamento condominiale non possono vietare di possedere o detenere animali da compagnia’’. Si aprono così le porte delle nostre case agli amici a quattro zampe con il confinamento delle clausole negoziali che ne limitano la presenza negli edifici condominiali. La novella, come spesso accade, trae spunto da vicende realmente accadute, sfociate in controversie risolte da un giudice. Tra le varie pronunce che hanno ispirato la riforma vanno senz’altro annoverate la sentenza 15 febbraio 2011, n.3705 della Corte di Cassazione che ha stabilito che

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I pagament er difendersi dai controlli che l’agenzia delle Entrate eseguirà con il nuovo redditometro, il consiglio è : finanziare le spese con mezzi di pagamento tracciabili e conservare la documentazione di riferimento per quelle spese. Solo così il contribuente sarà in grado di dimostrare al fisco la fonte della provvista della singola spesa, l’effettivo destinatario della spesa e la coerenza della stessa con la propria personale capacità contributiva. Sono regole d’oro che dovranno essere applicate dal contribuente con diligenza per il futuro, per il passato, sia per diverse abitudini degli italiani sia per le regole normative in vigore sarà più difficile dimostrare la realtà, in molti casi impossibile. Il primo periodo d’imposta che l’agenzia delle Entrate accerterà è


Consumatori

ti tracciabili il 2009, anno in cui il quadro normativo di riferimento era del tutto diverso sia per quanto riguarda le modalità e i limiti di utilizzo del contante sia per quanto riguarda le regole dell’accertamento sintetico (ovvero del redditometro). In merito all’uso del contante nelle transazioni tra privati proprio tra il 2008 e il 2011 la soglia è repentinamente cambiata per diverse volte: fino al 29 aprile 2008 erano 12.500 euro; dal 30 aprile 2008 al 24 giugno 2008 5.000 euro; dal 25 giugno 2008 al 30 maggio 12.500 euro; dal 31 maggio 2010 al 12 agosto 2011 5.000 euro; dal 13 agosto 2011 al 5 dicembre 2011 2.500 euro; e dal 6 dicembre 2011 1000.00 euro. Con riferimento al periodo d’imposta 2009, la soglia che ammetteva il pagamento in contanti tra privati era di ben 12.500 euro. Per il passato incrociamo le dita, per il futuro tracciamo tutto.

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questionario si evincerà che gli uffici hanno ricostruito il reddito complessivo delle persone fisiche prevalentemente secondo spese certe, d’importo oggettivamente riscontrabile, e a spese collegate al possesso di beni noti, tenendo conto anche della composizione del nucleo familiare e del luogo di residenza (alla luce del decreto del ministero dell’Economia del 24 dicembre 2012). Queste spese, presenti appunto nell’anagrafe tributaria, risultano apparentemente non compatibili con il reddito dichiarato. Per questo il contribuente sarà invitato a presentarsi entro quindici giorni presso l’ufficio e a collaborare per chiarire la situazione ed evitare ulteriori fasi del controllo. Durante l’incontro, il destinatario dell’avviso potrà documentare l’esistenza di redditi che non era obbligato a dichiarare (redditi esenti o soggetti a ritenuta secca, Bot, CCT, redditi agricoli) ovvero dimostrare che le spese sostenute per investimenti sono state finanziate con fonti diverse dal reddito (disinvestimenti e risparmi accumulati negli anni precedenti). In sostanza, sarà recapitato un prospetto, che riepiloga le spese certe presenti in anagrafe tributaria e le spese basate su

dati certi (come il possesso di abitazioni e mezzi di trasporto). Spese per le quali il contribuente potrà integrare o cambiare gli importi indicati dall’Agenzia. In una sezione successiva il contribuente dovrebbe poter indicare i saldi iniziali e finali dei suoi conti correnti bancari e postali e dei conti titoli relativi all’anno 2009, come rilevabili dagli estratti conto. Queste ultime indicazioni saranno cruciali. Se i chiarimenti saranno esaustivi, l’attività di controllo si chiuderà in questa fase. In alternativa si aprirà una fase di contraddittorio, per dar luogo a un accertamento con adesione. L’amministrazione chiederà conto anche delle spese “ correnti” (alimentari, abbigliamento) quantificate sulla base dei dati Istat. Se le informazioni rese spontaneamente saranno considerate insufficienti, si potrebbe dar luogo a vere e proprie indagini finanziarie. Dai controlli sull’anno d’imposta per l’anno 2011, il Fisco grazie all’anagrafe dei conti che banche, fiduciarie, Sim, Sgr e gli altri intermediari dovranno alimentare dal prossimo 31 ottobre, potrà conoscere direttamente tutti gli asset finanziari dei singoli contribuenti.

per vietare la presenza di animali all’interno di una abitazione privata in un condominio e nelle parti comuni dello stesso occorre l’unanimità nelle decisioni dei condomini e il decreto 13 marzo 2013 della IX Sezione Civile del Tribunale di Milano che, nel riconoscere gli animali come “esseri senzienti” e non “cose”, ha considerato legittima la facoltà dei coniugi in sede di separazione di stabilire la permanenza presso l’una o l’altra abitazione del cane o del gatto e di prevedere le spese necessarie per il relativo mantenimento. Libertà assolute, dunque, per i nuovi “inquilini” ed i loro padroni? La norma sicuramente amplia in maniera apprezzabile il diritto di esistenza degli animali domestici nei nostri spazi se si considera, ad esempio, che non sarà possibile catturare e allontanare le colonie feline dalle aree condominiali, a meno che non si tratti di interventi sanitari o di soccorso motivati. Tuttavia ciò senza disconoscere le regole di buona educazione e rispetto reciproco. La legge impone, infatti, che il diritto a tenere con sé l’animale di compagnia sia

coniugato al dovere di conformarsi alle regole della buona convivenza prevedendo sanzioni per tutte le condotte che provocano il danneggiamento di cose mobili o immobili altrui o in comune con altri condomini. Ed allora l’uso delle zone condominiali comuni, come il cortile, potranno essere utilizzate solo se l’animale è educato all’ordine e se il padrone è accorto al suo igiene e alla sua pulizia. Inoltre, resta ferma la facoltà del proprietario dell’immobile di inserire nel contratto di locazione il divieto a detenere un animale domestico. Insomma, in fin dei conti, la legge propone la solita ricetta: maggiori libertà e diritti a scapito di una piccola dose in più di tolleranza, nel tentativo di accontentare tutti (animali compresi) con il minor sacrificio possibile. Sarà la volta buona? Chissà … fatto sta che è notizia di qualche giorno fa che in provincia di Reggio Emilia ai padroni di un labrador è stato richiesto il pagamento di 15 euro mensili in più per le spese di gestione del condominio. Motivazione? Anche il cane, come gli altri inquilini, utilizza l’ascensore e consuma l’acqua!

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Maltrattamento animali:

quando la mancanza di coscienza civile diventa reato di Piero Serroni e Arianna Braca veterinari

essuno causerà inutilmente dolori, sofferenze o angosce ad un animale da compagnia. Nessuno deve abbandonare un animale da compagnia.” E’ ciò che si legge nella Convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia ed è indicativo dell’importanza sempre maggiore che ha il

benessere dei nostri Pet in Italia e in Europa. La legge n° 189 del 20 luglio 2004 contiene disposizioni sul divieto di maltrattamento degli animali e del loro impiego in combattimenti clandestini o in competizioni non autorizzate e la stessa Legge inserisce un nuovo Titolo nel Codice Penale: “Dei delitti contro il sentimento per gli animali”. L’articolo 544-ter. recita: “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone

PAPPAGALLI DAL COLLO ROSA:

gli amici inseparabili di Alessandra D’Andrea Veterinario

er tutta la vita” non è un’espressione che definisce solo le relazioni umane. Una specie di pappagalli, scientificamente chiamati Agapornis, sono comunemente definiti “gli inseparabili”. La specie più diffusa in cattività è “l’inseparabile dal collo rosa” ma dal piumaggio verde intenso, più scuro nelle parti superiori che sfuma sino al giallognolo nelle parti inferiori. La fronte rossa che sfuma in rosa vivace fino alla gola e alla parte superiore del petto. Le ali sono verdi e le remiganti nere con riflessi blu. I giovani mostrano colori meno intensi, verde più pallido e un rosa della testa particolarmente

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sfumato. Gli inseparabili raggiungono la maturità sessuale intorno ai 6 mesi di età, ma è preferibile farli riprodurre intorno ai 15/18 mesi. A tale scopo è bene fornire ogni gabbia, nella quale è consigliabile ospitare una sola coppia, un nido del tipo a cassetta orizzontale provvisto di foro d’entrata e sportello per l’ispezione (dimensione 25/15/20h), imbottita con rametti di salice, erbe prative e pezzetti di legno in grado di creare il giusto tasso di umidità essenziale per la schiusa delle uova. Il nido va collocato nelle parti più alte e riparate della gabbia o esternamente a essa agganciandolo a uno degli sportellini. Mediamente gli Agapornis depongono 4/5 uova covate dalla femmina per 22 giorni, dopo la schiusa lo svezzamento dei piccoli viene completato nel giro di 6/7 settimane.

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Animali

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a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro”. Questo significa che non soltanto chi compie maltrattamenti “fisici” sugli animali dev’essere perseguito, ma anche chi li detiene in condizioni tali da causarne danni emotivi con gravi ripercussioni poi sul carattere dell’animale. Un cane non nasce aggressivo o “pericoloso”, nè esistono razze che “impazziscono”, come alcune credenze popolari ritenevano; è l’uomo la causa di comportamenti così aggressivi. Ma cosa si può fare quando si vuol segnalare un caso di maltrattamento? Chiunque può rivolgersi (a titolo di privato cittadino o di un’associazione) ad un qualsiasi organo di Polizia Giudiziaria (Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Corpo Forestale, Vigili Urbani, etc...) segnalando uno dei casi di illeciti previsti dalla nuova legge e richiedendo un intervento per accertare il reato ed impedire che questi venga portato ad ulteriori conseguenze.

E’ anche possibile contattare la LAV al numero telefonico 06 4461325, per avere informazioni e sostegno alle segnalazioni di maltrattamenti. E non solo il maltrattamento, ma anche l’abbandono di un animale domestico è un reato punito dal Codice penale: “chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro”. Ogni estate in Italia circa 100mila cani e 50mila gatti vengono abbandonati . E’paradossale quindi lamentarsi del randagismo , se ne siamo noi la causa. Si dovrebbe riflettere a lungo prima di decidere se avere o no un animale in casa perchè sarà una convivenza di parecchi anni. Rendersi conto di non poterlo più accudire potrebbe costringere alla scelta dolorosa di doversene separare e in questo caso esistono delle strutture (canili e rifugi) che, seppure tra mille difficoltà, ospitano il cane per poi renderlo adottabile. Convenzioni e leggi ci sono, tocca a noi seguirle e rispettarle.

Questi uccelli possono essere alloggiati sia in gabbie (dimensioni minime 55/35/35h) che in voliere (minime 120/40/42h), preferibilmente di forma rettangolare per il benessere nel movimento dei soggetti, provviste di almeno due posatori (meglio se ricavati da rami naturali) disposti parallelamente e alla stessa altezza per favorire la scelta del posto in cui dormire, altri in prossimità dei beverini e delle mangiatoie. Per l’esercizio fisico è bene inserire all’interno delle gabbie dei giocattoli: pezzi di legno, altalene o campanelle etc. Una buona alimentazione consiste nel somministrare un’apposita miscela per piccoli parrocchetti/inseparabili (mix di miglio, avena,

panico, scagliola, frumento, semi di girasole, canapa e lino); l’osso di seppia è essenziale per l’apporto di sali minerali. È utile integrare giornalmente frutta e verdura (in particolar modo carote e tarasacco) e settimanalmente una spiga di panico, del pastoncino all’uovo e semi germinati. L’acqua va rinnovata giornalmente. Ogni qualvolta i pappagalli mostrino segni diversi dalla normale routine: rimanere sul fondo della gabbia senza segni di socialità, piumaggio gonfio, respirare a bocca aperta con piccoli rantoli etc., bisogna rivolgersi al veterinario senza intraprendere delle cure “fai da te” con medicinali.

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Gomme termiche:

la scelta giusta per l’inverno... er rendere più chiare ed uniformi le diverse normative sul territorio nazionale circa l’obbligo di circolazione con pneumatici invernali o con ausili idonei alla marcia su neve e ghiaccio, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha emesso una nuova direttiva unica per tutta l’Italia. Avendo valutato le ordinanze 2010/11 e 2011/12 sulla base del decreto legislativo n. 285/1992 è emerso che non sempre i risultati sono stati coordinati ed uniformi, causando situazioni di disagio per gli utenti delle strade. Per questo si è reso necessario impartire istruzioni agli Uffici territoriali di Governo ed ai Sindaci dei comuni, al fine di regolamentare le modalità di attuazione dei provvedimenti, chiarendo cosi che: Fuori dai centri abitati, lungo le strade frequentemente interessate da precipitazioni

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nevose e fenomeni di pioggia ghiacciata nel periodo invernale, gli enti proprietari o concessionari di strade possono, prescrivere che i veicoli a motore, esclusi i ciclomotori a due ruote e i motocicli, siano muniti di pneumatici invernali ovvero abbiano a bordo mezzi antisdrucciolevoli idonei alla marcia su neve e ghiaccio. Ai fini della uniformità si dispone che l’obbligo sia ricompreso tra il 15 novembre e il 15 aprile. Nel periodo di vigenza dell’obbligo i ciclomotori a due ruote e i motocicli, possono circolare solo in assenza di neve o ghiaccio sulla strada e di fenomeni nevosi in atto. Se ne dovessero ricorrere le condizioni i comuni possono adottare gli stessi provvedimenti anche all’interno dei centri abitati. Gli pneumatici invernali che possono essere impiegati sono quelli omologati secondo la Direttiva 92/23/CEE del Consiglio delle Comunità Europee.

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