Primapagina nov. 2013

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UTOPIA U TOPIA STABILITÀ

TERAMO: PER AGIRE BENE È NECESSARIO ASCOLTARE

SOLI all’improvviso



DIRETTORE RESPONSABILE: Direttore Editoriale

Mira Carpineta direzione@primapaginaweb.it Enrico Santarelli direzionemkt@primapaginaweb.it

Editore: Amministrazione: Amministratore delegato: Graphic designer:

41 Novembre 2013

Supporto grafico: Ufficio vendite:

Via Costantini, 6 - Teramo Tel & Fax . 0861. 250336 redazione@primapaginaweb.it Daniela Palantrani Nicola Arletti di Carlo Di Patrizio cell. 328.9727441

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Hanno collaborato:

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Mare Nostrum Bar[che] Nostrae Immagini terribili quelle che abbiamo visto per giorni arrivare da un piccolo lembo di terra siciliana, immerso nel “mare nostrum”, punta estrema di un’Europa ( non solo di una Italia) che continua a guardare dall’altra parte...

Teramo

BERARDO RABBUFFO TRACCIA LE LINEE DI UN NUOVO CORSO

“Teramo cambia rotta” nè destra nè sinistra...

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di Mira Carpineta

Territorio

Reg. Trib. TE R.O.C ISSN

UN’AMMINISTRAZIONE CHE NON VUOLE PESARE SULLE TASCHE DEI CITTADINI

Clementina Berardocco Arianna Braca Ottavio Caporali Michele Ciliberti Simone Delle Grazie Stefania De Nicolais Simonetta Di Carlo Adele Di Feliciantonio Giuseppe Di Giannandrea Laura Di Paolantonio Chiara Di Sante Angela Fosco Daniele La Licata Antonella Lorenzi Riccardo Nori Daniela Palantrani Alberto Piccinini Anna Piersanti Annamaria Ponziani Gianfranco Puca Nicola Paolo Rossetti Chiara Santarelli Piero Serroni

n. 605 del 14.07.09 n. 20081 2281-5651

Pregi e difetti di Torano...

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di Daniela Palantrani

Sociale

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DISTRIBUZIONE

STORIE DI SENTIMENTI & UNICITÀ Iscritto a:

Lui e Lei, una storia d’amore

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

di Annamaria Ponziani IMPRESA ASSOCIATA

Per una scuola davvero sicura

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di Clementina Berardocco

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Pegaso distribuzioni

Teramo svegliati!

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Omnibus

UTOPIA - STABILITÀ

Digerire il latte di Anna Piersanti

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L’editore ha compiuto ogni sforzo per contattare gli autori delle immagini. Qualora non fosse riuscito, rimane a disposizione per rimediare alle eventuali omissioni Le informazioni, testi, fotografie non possono essere riprodotte, pubblicate o ridistribuite senza il consenso dei titolari dei diritti.

di Riccardo Nori

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L’omicidio da sinistro stradale

“mare nostrum BAR[CH]E NOSTRAE” (foto free royalty from internet 2013)

di Nicola Paolo Rosetti

n. 41 anno 4 - novembre 2013

In copertina:

Dottore posso lavare Fido? di Piero Serroni, Arianna Braca PrimaPagina 41 - Novembre 2013

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IMMERGITI

NEL GIALLO

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È FINIRE [E APPARIRE]

L’IMPORTANTE

Editoriale di Mira Carpineta

lla fine ce l’abbiamo fatta! Dopo 30 anni il Lotto Zero è stato inaugurato. Si è compiuta finalmente un’opera che rischia di essere invecchiata nel frattempo, tra le vicissitudini e le lungaggini che hanno caratterizzato la politica amministrativa della nostra città. E’ praticamente un’opera nata adulta, che doveva servire allo sviluppo della città. Uno sviluppo bloccato negli anni in cui poteva davvero rappresentare un’opportunità e che oggi continua ad essere bloccato dalla crisi. A consolazione e uso dei politici teramani, in preparazione delle campagne elettorali prossime venture, in cui tutti, più o meno, se ne approprieranno, a favore o contro, a seconda delle “barricate”. In compenso abbiamo una nuova farmacia

comunale, a Colleatterrato, anch’essa lungamente attesa, anche se da meno tempo. Ci servirà per curare i mal di testa (o di stomaco) mentre faremo la coda alle Poste per pagare la Trise, l’ennesima tassa travestita da soluzione. Ma cerchiamo di vedere il lato buono, qualche buona notizia c’è: finalmente avremo una busta paga più pesante di 12 euro, dal prossimo anno. Servirà per rilanciare i consumi e l’economia. Cosa potremmo farci con tutta questa improvvisa liquidità? una vacanza? Un divertimento? Un vestito nuovo? Magari bianco e per andare a un ballo. Il debutto delle “debuttanti” è l’ultima novità per risvegliare gli animi depressi dei teramani. D’altra parte, se la Rai rinuncia a Miss Italia e La7 ricicla lo show della “vetrina della bellezza”, alla fine quello che conta è apparire.

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“Teramo cambia rotta” né destra né sinistra

SOLO CENTRO di Mira Carpineta

entre la legge di stabilità prosegue il suo cammino, nel travaglio della politica romana che non risparmia colpi al governo delle “larghe (ma instabili) intese”, la nostra città vive il suo travaglio politico in vista dei prossimi appuntamenti elettorali di primavera. Partiti in dissoluzione, tentativi di intese, liste civiche e movimenti di riscossa e chi più ne ha più ne metta, la stabilità sembra piuttosto in là da venire. Tra le nuove formazioni politiche nate a Teramo, quella radunatasi intorno al consigliere regionale Berardo Rabbuffo, che si presenta come “l’anti-Brucchi, anti-Chiodi, anti-Pdl e anti-tanto-altro-ancora” e che molto probabilmente porterà a casa anche il beneplacito del Pd. L’architetto, è riuscito a riunire diverse forze della vita civile e non solo “per costruire una grande coalizione, già molto ampia, che parta dal centro e inglobi le forze fresche e dirompenti delle liste civiche e di uomini pronti alla bisogna”- dichiarava in occasione della presentazione del progetto. E queste forze centriste sono rappresentate dall’Udc Rodolfo De Laurentiis, dal montiano Giulio Sottanelli, dal sindaco di Campli Gabriele Giovannini, dal compagno

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di partito Andrea Fantauzzi e dell’ex sindaco di Alba Adriatica Valerio Caserta. Tra gli invitati all’assise progettuale, che hanno accolto favorevolmente la proposta, anche Manola Di Pasquale e Paolo Albi, diversi amministratori della provincia di Teramo, Christian Francia e Giancarlo Tacchetti a rappresentare i movimenti civici di nuova istituzione, di “Teramo 3.0” e del “Popolo di Teramo”, nonché Gianmarco Giovannelli di Federalberghi. L’unica voce fuori dal coro, ma solo per una scelta momentanea di “osservazione”, è quella di Valdo Di Bonaventura (città di virtù). Quindi se gli auspici sembrano favorire la riuscita dell’intento, non resta che illustrare il programma: “Basta con il vecchio modo di fare politica – esordisce Rabbuffo – basta con le clientele, la persona deve tornare al centro della politica. La formazione che sta nascendo non sta né a destra né a sinistra: queste sono categorie dell’Ottocento che non esistono più. Difatti il programma e simbolo della lista è “Teramo cambia rotta”.La coalizione sarà molto ampia - conclude Rabbuffo con grande energia, ma senza dichiarare (ancora) chi sarà il candidato sindaco della nuova formazione. Solo un indizio nell’arrivederci: “Lo so ma non lo posso dire”.

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PER AGIRE BENE

È NECESSARIO ASCOLTARE di Mira Carpineta

ssicuratore, già vice sindaco di Roseto degli Abruzzo e vice presidente della Provincia di Teramo, Eletto nella circoscrizione XVII (ABRUZZO) alle ultime elezioni, nella Lista di SCELTA CIVICA CON MONTI PER L’ITALIA, attualmente l’On.le Giulio Cesare Sottanelli ricopre l’incarico di Capogruppo nella VI Commissione Finanze. Consapevole delle responsabilità della politica a cui “tutti adducono i problemi attuali legati alla crisi economica”, sostiene tuttavia che “anche i componenti della società civile hanno quota parte della responsabilità se le cose sono allo stato in cui sono. Per quanto mi riguarda, come unico rappresentante abruzzese di Scelta Civica, mi piacerebbe presentare un bilancio positivo alla fine del mio mandato, lungo o breve che sia. Per questo mi chiedo, cosa posso fare per la mia regione? “E cosa si risponde?” Più che rispondere preferisco ascoltare, le voci delle persone, degli imprenditori, degli operatori economici. Dall’ascolto e dalle necessità che emergono, sempre più urgenti e ineludibili, possono nascere azioni mirate.

Azioni che siano appunto risposte”. Le necessità si focalizzano in tre domande: lavoro, credito, ritardi delle pubbliche amministrazioni a cui l’On.le Sottanelli non si sottrae. “il decreto FARE ha previsto 40 milioni di euro per i pagamenti delle PA, insieme al monitoraggio dei pagamenti degli enti locali cioè la quantificazione, la tempistica e le sanzioni per gli enti inadempienti, perché i tempi sono determinanti per le imprese che rischiano di perdere mercato e commesse per questi ritardi- spiega- così come è necessario monitorare i comportamenti bancari, ad esempio, per evitare il rischio di usura, dal momento che è variata la modalità di calcolo del tasso soglia. E la giungla delle competenze accessorie, che fanno lievitare i costi bancari alle imprese che già lamentano difficoltà di accesso al credito. La questione lavoro invece, racchiude in sé anche tutte le altre problematiche. Nella legge di stabilità si dovrà abbassare il cuneo fiscale piuttosto che insistere sui contributi per le nuove assunzioni. Per far ripartire l’economia il costo del lavoro deve diminuire- ha concluso Sottanelli – ciò porta due vantaggi: l’azienda può aumentare il fatturato e il dipendente ha più soldi in busta paga e può far ripartire i consumi”

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Pregi e difetti di Torano il paese con il “gusto del bello” Dalla gastronomia al fotovoltaico le risorse di un’amministrazione che non vuole pesare sulle tasche dei suoi cittadini di Daniela Palantrani

l sindaco di Torano, Dino Pepe, racconta i suoi dieci anni di mandato in cui ha perseguito l’ottimizzazione della qualità della vita dei propri concittadini. Un modello da prendere ad esempio? Ottimizzazione dei servizi ed invidiabili risultati anche in materia di differenziazione dei rifiuti che purtroppo però , non si possono tradurre in risparmio a causa “della cattiva gestione politica a livello regionale”. Torano è uno dei più piccoli comuni della Val Vibrata, solo 1700 abitanti e dal 2004 ne è sindaco Dino Pepe che esordisce: “ci siamo messi subito all’opera per mettere a punto delle strategie per il nostro comune, che vive essenzialmente nell’enogastronomia e nel settore agricolo. Abbiamo , ad esempio, otto cantine vinicole e cinque ristoranti oltre

alla famosa Sagra, che per noi è l’azienda più grande del paese. Un paese che vive attorno al gusto ed abbiamo fatto in modo che tutto, sia dal punto di vista amministrativo e persino il piano regolatore, ruotassero intorno a questo, ottenendo un paese che diventasse ‘del Gusto’, inteso in senso ampio. Non solo gusto e sapori ma anche del bello. E’ stato notevole, infatti, lo sforzo di recupero del centro storico, con erogazione di fondi per il restauro e previsione all’interno del piano regolatore di un “Piano Colore” con determinate linee di indirizzo per quanto concerne colori, materiali da utilizzare, etc.. Torano era l’ultimo paese del regno dei Borboni, che ci hanno lasciato questo centro-sud abbastanza trasandato. - precisa Pepe, - Qui

C’È COUPON E COUPON: Serietà e trasparenza ci “mettono la faccia” Imprenditori del nostro territorio che reggono il confronto con antagonisti di livello nazionale di Antonella Lorenzi

mprenditori del nostro territorio che reggono il confronto con antagonisti di livello nazionale. La strategia vincente, sbalorditiva nella sua semplicità, sta nel rispetto degli altri. Un gruppo di imprenditori e consorzio di imprese che decidono di non subire la crisi. Studiano sistemi, inventano attività e creano aziende facendo impresa, senza farsi attanagliare dalla “paura” della crisi, anzi reagendo con innovazione e programmazione. Arriva anche a Teramo un portale degno di nota, contraddistinto dal rispetto per partner e clienti. Al motto di “noi ci mettiamo la faccia” si

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lavora e si crea se non ricchezza , movimento e soddisfazione tra gli operatori e utenti coinvolti. L’amministratore del portale ScontiSubito , ci spiega che nascono da un consorzio di Imprese che, storicamente, si occupano di informatica. “Tra le attività portate avanti in questi anni c’è stata la realizzazione di un sistema integrato per la gestione di annunci economici aderenti a network nazionali. Questo sistema consente, per quanto concerne la produzione integrata di giornali e internet, l’impaginazione automatica, con sistemi evoluti: testo, immagini e quant’altro necessiti. Da questa esperienza è nata l’idea

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c’era la frontiera con guardie e quant’altro. Siamo, anche, il primo comune della provincia di Teramo in merito a raccolta differenziata. Abbiamo attivato la raccolta dei rifiuti con il sistema “porta a porta”già nel 2005”. Altri investimenti? “Notevoli quelli in ambito fotovoltaico, addirittura su un campo di proprietà comunale abbiamo installato pannelli che producono fino a 1000 Kw e ci siamo generati una rendita annua di quasi 40.000 euro. Oltre a questo abbiamo inserito delle royalty sui campi privati. Con questo sistema tra Imu, royalty e affitto del terreno abbiamo una rendita dal 2008, per 25 anni, di 60.000 euro l’anno. Rendita che ci ha consentito di fare una serie di mutui e opere pubbliche: impianti sportivi e messa a


norma delle scuole, senza pesare sulle tasche dei cittadini. Le tariffe dei nostri servizi a richiesta individuale(mensa e pulmini) ferme al 2004. Mai sono state aumentate. Crediamo molto, e in questa direzione ci siamo mossi, che una comunità così piccola se non ha la scuola non ha l’anima. Seppur con difficoltà abbiamo classi dall’Asilo nido alle medie e gli investimenti sono stati fatti sia sulle strutture che sulla qualità. Ad esempio la mensa dell’asilo utilizza solo prodotti biologici. L’asilo nido, sorto 3 anni fa, ospita anche i bambini dei comuni limitrofi, che non hanno servizi analoghi per la prima infanzia. Il comune contribuisce in maniera sostanziosa nel pagamento della retta”. Parlava di alta percentuale ottenuta nella raccolta differenziata. L’ottimo risultato si traduce in risparmio per i contribuenti? “Nel 2005 quando abbiamo istituito il servizio il risparmio è stato notevole. Successivamente, come noto, in Abruzzo c’è il monopolio delle discariche e questo ha comportato uno strozzamento dei Comuni che sono costretti a conferire a quei determinati prezzi. I vantaggi della differenziata, non si sono potuti tradurre in riduzione della tariffe. Qui purtroppo entra in gioco la Politica Regionale. Un Comune piccolo come il nostro, seppur all’interno dell’Unione dei Comuni della Val Vi-

brata, sulla riduzione delle tariffe non riesce ad intervenire. Gi investimenti regionali, in tal senso sono pochi, infatti, abbiamo ad oggi, la sola discarica di Chieti”. I lavori pubblici effettuati hanno pesato sulle tasche dei cittadini? “Le opere e le infrastrutture migliorate negli ultimi dieci anni sono state tante. Abbiamo investito più di quattro milioni per migliorare le infrastrutture. Le ultime opere pubbliche, una rotatoria di ingresso al centro storico e un’area verde attrezzata sono state ottenute convertendo le royalty in cambio dei lavori. In modo da non chiedere contributi o tasse ai contribuenti”. Abbiamo parlato di pregi e vantaggi. Un difetto della Sua Amministrazione? “Tutto è perfettibile, ma di tempo oramai per migliorare, essendo alla fine del secondo mandato, ne ho poco. Il rovescio della medaglia nell’investire in energie rinnovabili e nel fotovoltaico è che, purtroppo, le collocazioni di questi impianti appaiono come dei ‘laghi ghiacciati’ che dal punto di vista visivo e di impatto ambientale non sono belli da vedere. Uno in modo particolare impatta con il territorio, gli altri per fortuna, sono un po’ più nascosti ed assolutamente meno visibili. E’ stata positiva - conclude Pepe, - che lo Stato da un paio d’anni abbia vietato le nuove installazione di campi fotovoltaici”.

di fare un portale di coupon che da subito ha avuto come prerogativa principale di avere dei punti vendita sul territorio. “Siamo l’unico portale che opera a livello nazionale - prosegue

il nostro sforzo su quelle città in cui c’è meno concorrenza. Ad esempio su Milano ci saranno dieci portali e sarà difficile entrare sul mercato. Su città come Teramo ci siamo solo noi e stiamo cercando di valorizzare e creare movimento e lavoro. A livello nazionale esistono competitors che sono dei colossi rispetto a noi ma promettevano delle cose, attraverso i coupon, che poi non si realizzavano. A tal proposito ci sono stati anche diversi servizi televisivi. Noi abbiamo voluto dare un valore aggiunto al nostro coupon mettendoci la faccia, cioè chi acquista coupon tramite il nostro portale ottiene il medesimo servizio che otterrebbe andando dal nostro partner direttamente. Alla base della relazione che instauriamo con partner e potenziali utenti ci sono serietà onestà e trasparenza, che sono la nostra forza. Ad oggi questa linea di condotta ci ha portato risultati e fanno la differenza con i grandi competitors dove le ”persone” diventano solo cifre ed incassi. Ad un certo punto ci siamo chiesti quale poteva essere l’evoluzione del portale dei coupon” …to be continued

Da questa esperienza è nata l’idea di fare un portale di coupon che da subito ha avuto come prerogativa principale di avere dei punti vendita sul territorio

l’amministratore, - dove i coupon si possono acquistare sul web oppure presso dei punti vendita fisici. Stiamo cercando di concentrare

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Teramo capofila di un progetto interregionale

DAL “CODICE ROSA” AL REGISTRO NAZIONALE DELLA VIOLENZA SULLE PERSONE FRAGILI di Angela Fosco

l Pronto Soccorso dell’ospedale di Teramo, diretto dalla dottoressa Rita Rossi, si fa promotore di un progetto interregionale per la creazione di una banca dati sulle violenze di genere, attraverso l’istituzione di un “codice rosa” che permetta di individuare e trattare, in modo diversamente strutturato, i casi di violenze o maltrattamenti su donne, bambini o anziani, quest’ultimo fenomeno in particolare sorprendente crescita. Il protocollo d’intesa, in fase sperimentale, prevede la realizzazione di un “Registro nazionale della violenza verso le persone fragili” con

cui monitorare il fenomeno e organizzare le sinergie socio sanitarie. Nella relazione allo studio, si legge che “sono numerose le esperienze in cui i Pronto Soccorso italiani hanno affrontato il fenomeno; tutte le esperienze mancano tuttavia di coordinamento ed ognuna quindi si autoalimenta di informazioni acquisite unicamente a livello locale mancando di fatto un confronto trasversale”. I Pronto Soccorso infatti, sono le strutture che ricevono quotidianamente i soggetti che hanno subito violenza, sia essa riconosciuta e dichiarata apertamente o volutamente nascosta. Attraverso il

UN AMORE MALATO “Questo è il paradosso dell’amore tra un uomo ed una donna: due infiniti si incontrano con due limiti”.

Rainer Maria Rilke in Elegie duinesi. Dott. Daniele La Licata Psicologo-psicoterapeuta

a citazione suggerisce che la estrema complessità di ogni individuo deve limitarsi quando si trova in un rapporto di amore: ogni persona, all’interno di una relazione sentimentale, entra in contatto, necessariamente, con i propri limiti e con quelli dell’altro. Nel suo libro “L’arte di amare” lo psicoanalista Erich Fromm descrive l’amore come un sentimento nobile che, per essere vissuto serenamente, necessita di saggezza, umiltà, coraggio, rispetto dell’altro, qualità che si apprendono e si modificano nel tempo. E’ proprio “nei nostri tempi” che ci troviamo ad

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ascoltare atroci epiloghi, tanto da dover coniare il termine “femminicidio” e costringere lo Stato ad intervenire con la sua funzione legislativa. La violenza in un rapporto sentimentale spesso riguarda quell’amore che travalica i limiti e offende il rispetto dell’altro; a volte la violenza diventa così distruttiva da spingere un uomo ad aggredire (o anche ad uccidere) la propria partner. Quando parliamo di limiti e di regole troviamo nella nostra società pallidi modelli a cui ispirarci: obiettivi personali di status economico, sociale e lavorativo mettono in ombra valori molto più importanti, come la solidarietà, la collaborazione e, perché no,

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anche l’amore. In questo “gioco sociale” un individuo può rimanere “bloccato” mostrando debolezza di fronte a profonde realtà come l’amare. In questo l’uomo, più della donna, si trova a sorreggere la propria “identità sociale” su realtà prestazionali di tipo lavorativo - economico e molto meno su valori relazionali ed emotivi. La violenza di genere affonda profonde radici nella storia di vita del soggetto ma, in questa società dove tutto si può comprare e quindi possedere, un rifiuto della partner, per esempio, può rompere l’illusione di proprietà che l’uomo coltivava nei confronti della donna così da provocare un’angoscia agìta come


Triage, momento fondamentale di accoglienza e riconoscimento dei pazienti, e successivamente insieme a tutti gli attori che prendono in carico il paziente, si può definire un percorso clinico e successivamente sociale. “Nonostante l’esperienza sviluppata nel tempo dal personale sanitario, ancora manca un riferimento chiaro di confronto sulle corrette modalità di approccio e non esistono strumenti di rilevazione di dati, non solo sanitari, che possano essere elaborati e studiati dall’ epidemiologia e che permettano valutazioni scientifiche suggerendo successivi interventi sociali – ha spiegato la dottoressa Rita Rossi, ideatrice del progetto - L’istituzione di un Registro Nazionale consentirebbe di superare le individualità diventando così strumento omogeneo applicabile da tutte le strutture di emergenza italiane. Attraverso la propria esperienza ed il proprio operato pluridisciplinare ogni struttura raccoglie informazioni fondamentali per elaborare il fenomeno, utili non solo agli Enti sanitari interessati ma anche agli Uffici che si trovano già adesso coinvolti nel difficile percorso di chi subisce la violenza ( Forze dell’Ordine – Procure – centri di accoglienza – Ministero)”

violenza distruttiva. La frase “siccome mi hai lasciato, io ti odio e quindi ti uccido!!!” a mio avviso non è adeguata a descrivere questa problematica perché il sentimento di odio è comunque un legame che il femminicida non arriva a percepire. Credo sarebbe più adatto questo pensiero: “siccome tu mi appartieni, non puoi lasciarmi ed allora io ti uccido”; questa seconda accezione non contempla legami, non esiste rapporto, ma un possesso egemone nei confronti di un oggetto. Ma perché la vittima non sempre si ribella? non fugge? In alcuni casi può accadere che, le donne maltrattate dal partner, scambino l’essere trattate come “proprietà” per quella forma di amore che hanno tanto sognato: unico e irraggiungibile e che, proprio per la sua grandezza, ha delle tinte fosche. Alla base, di questo passaggio, potrebbe esserci una forma di idealizzazione. Quando si idealizza qualcosa, si sta anche affermando la sua non realizzabilità. Un amore ideale spesso nasconde un bisogno infantile rimasto nella mente e mai appagato, che non può entrare a patti con i limiti della realtà per-

Dall’Abruzzo e da Teramo, quindi, parte il progetto interregionale di collaborazione che al momento coinvolgerebbe Lazio, Piemonte e Sicilia. Attraverso un approccio multidisciplinare ed interistituzionale, si cercherà di conoscere meglio il fenomeno della violenza verso i soggetti fragili per individuare i percorsi più adeguati ai singoli casi, con l’intento di produrre una reportistica scientifica continua che aiuti a definire le linee guida nazionali per gli operatori dell’emergenza e di tutti gli altri soggetti interessati.

L’istituzione di un Registro Nazionale consentirebbe di superare le individualità diventando così strumento omogeneo applicabile da tutte le strutture di emergenza italiane.

ché si tratta di una fantasia inconscia (buona o cattiva) che si ri-attualizza in un rapporto dannoso e in alcuni casi letale. Ci troviamo così di fronte a due diverse “impossibilità del limite” che entrano in contatto tra loro: l’incapacità del carnefice di mettere da parte la sua onnipotenza e l’impossibilità della vittima di prendere contatto con la realtà dei fatti. In un “amore malato”, esiste spesso questa “collusione” fra i due partner: l’accordo inconsapevole per cui ognuno soddisfa i bisogni malati dell’altro. Parole come “questo amore mi salverà !! ”, rischiano di mistificare la realtà di un legame d’amore. Per “salvarsi” bisognerebbe fermarsi e cercare di capire cosa sta accadendo, comprendere quanto un desiderio di amore non sorretto dalla realtà possa creare le basi per un futuro infelice. E’ necessario invece vincere le difficoltà e “denunciare” il proprio partner alla autorità competenti. Farsi aiutare in questo travagliato percorso può servire, ma senza pensare di “essere salvati” perché alla fine è sempre con le proprie forze, che ci si può salvare. PrimaPagina 41 - Novembre 2013

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LUI e LEI una storia d’amore di Annamaria Ponziani

i conoscono da sempre, sono cresciuti insieme, hanno trascorso anni, fianco a fianco, impegnati nelle esperienze più diverse, hanno calcato il palcoscenico di molte rappresentazioni teatrali in ruoli che non si “incontravano” mai, ma il loro rapporto non era andato mai oltre un’amicizia pacata e serena, niente di particolare, non oltre il “ciao”. Non si sono cercati, nessuno dei due aveva un pensiero speciale per l’altro. Poi, all’improvviso, si sono trovati. Uno stare vicini, il loro, fatto di silenzi, un cercarsi con lo sguardo e un raggiungersi subito dopo, lasciare il posto a fianco per l’altro e poi LUI “Ti voglio bene” e LEI “Anch’io ti voglio bene”, parole semplici, naturali ed antiche per suggellare il loro “stare insieme”. Sono una coppia affiatata e un po’ esclusiva con il loro amore fatto di piccole tenerezze, il braccio di LUI sulle spalle di LEI, il braccio di LEI che circonda la vita di LUI, un bacio sulle guance, un abbraccio tenero e caldo. Io li guardo e avverto una profonda emozione e nella sfera magica che li circonda io non posso e non voglio entrare, anzi, mi sento di troppo e a

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disagio perché avverto che sono momenti privati, unici e soltanto per loro. LUI l’aiuta a togliersi la giacca e gliel’appende, LEI gli passa una mano leggera come un soffio

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sulla fronte sussurrando “Come stai?”. LUI le dedica una canzone ma la ammonisce “Adesso non ti commuovere però” perché non vuole vederla piangere. LUI è geloso, anche del suo passato e se gli capita tra le mani una foto di LEI vicina ad un altro, gliela mostra con una frase lapidaria “Cos’è sta storia?”. LUI è così, un po’ all’antica, ma molto fedele e se una ragazza gli si accosta per dargli un bacio, si scosta bruscamente con un “Ma io sono fidanzato!!”. Anche LEI reclama il possesso dell’altro e non fa mai nulla che possa contrariarlo e se durante una rappresentazione teatrale le capita di dover abbracciare un altro protagonista, si mostra un po’ riluttante e rivolta a LUI dietro le quinte lo tranquillizza “E’ per finta!”. La loro spontaneità, la loro semplicità e

La loro spontaneità, la loro semplicità e genuinità sono al di sopra di ogni perbenismo, di ogni falsa riservatezza al punto che una calda sera d’estate...

genuinità sono al di sopra di ogni perbenismo, di ogni falsa riservatezza al punto che una calda sera d’estate, di fronte a parenti ed amici, LUI le fa una proposta “Mi vuoi sposare?” e LEI dopo qualche secondo di esitazione (d’altra parte che donna sarebbe se non facesse un po’ la ritrosa?) “La mia risposta è SI”. La felicità sprizza dai loro occhi e tutto di loro sorride. Che poi, dopo neppure un’ora, si stava già facendo la lista degli invitati … beh! … teniamocelo per noi … altrimenti roba da far venire un colpo ai consuoceri! LUI è felice, LEI è felice, questo conta. Ah, dimenticavo, ma è una sottigliezza, un nulla … LUI e LEI sono persone Down che hanno affermato e continuano ad affermare il loro amore, il loro diritto all’amore, che non è un amore diverso, ma sempre lo stesso, quell’amore universale che colpisce quando meno te l’aspetti e senza tener conto dell’età, del sesso e di ogni possibile sindrome.


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FocusON mare nostrum BAR(CH)E NOSTRAE

Immagini terribili quelle che abbiamo visto per giorni arrivare da un piccolo lembo di terra siciliana, immerso nel “mare nostrum”, punta estrema di un’Europa ( non solo di una Italia) che continua a guardare dall’altra parte. Storie di persone, uomini, donne e tanti bambini, in fuga da un presente così insopportabile da sfidare l’incognita di un viaggio che per molti è anche l’ultimo. Ogni aggettivo, anche il più terribile, sembra riduttivo a descrivere la tragedia di un fenomeno che non conosce fine. E mentre si continua a discutere su chi debba farsi carico dell’accoglienza e della soluzione del problema, se l’Italia o l’Europa intera, la sparuta popolazione di Lampedusa si trova a gestire un’emergenza perenne con la stessa disperazione dei naufraghi. Ma nonostante le sensazioni di impotenza e di abbandono, i mezzi insufficienti o inesistenti, sono ancora l’unica mano tesa a raccogliere i migranti o quello che a volte ne rimane.

mare nostrum BA Un approdo da cui ripartire per quell’Europa che rappresenta il “sogno di una vita migliore” per chi vuole entrare e da cui invece, oggi, tanti europei vogliono allontanarsi per le conseguenze della crisi economica. Un flusso costante di migranti in entrata e in uscita a cui i governanti non riescono a dare risposte adeguate. In Abruzzo il primato dell’accoglienza spetta a Teramo, con le sue 26.000 presenze di immigrati residenti e dove aumenta la presenza dei minori, delle famiglie e degli imprenditori stranieri, che prediligono il territorio costiero e la Vibrata, nonostante la crisi e la diminuzione dell’offerta lavorativa. Un’umanità che si muove, diversa nelle culture, ma accomunata dalla ricerca di un futuro.

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mare nostrum BAR(CH)E NOSTRAE FocusON

AR[CH]E NOSTRAE

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FocusON mare nostrum BAR(CH)E NOSTRAE

Lampedusa: i perchè di una tragedia...

UNA PROPOSTA PER EVITARLA Avv. Stefania De Nicolais membro dell’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione

ampedusa non è altro che una piccola isola, con la caratteristica di essere la porta d’Europa; il punto nel Mediterraneo più vicino al sogno di salvezza europeo. I migranti fuggono dai loro Paesi per diverse ragioni, chi si lascia alle spalle l’orrore di una guerra, chi fugge da una persecuzione, chi dalla povertà... ognuno dalla propria condizione, ognuno con il proprio dolore e tutti con la speranza di raggiungere la costa e quindi l’Europa. Il sogno europeo è spesso l’illusione di un mondo migliore, la realtà di una società democratica, alcune volte difficile da affrontare. Durante la mia attività di consulente legale/operatore umanitario direttamente

in frontiera -coinvolta nelle operazioni di accoglienza dei migranti sbarcati a Lampedusa e in Sicilia dal 2008 al 2010- ho avuto la possibilità di offrire la mano alla disperazione, senza pormi domande; quelle facevano parte della seconda fase, quella burocratica. Al momento dello sbarco, esiste solo l’essere umano che hai di fronte a te. Non puoi permetterti una domanda, benché legittima, sulle ragioni del suo arrivo. Il processo di analisi avviene successivamente, quando la mente e il corpo del migrante sono pronti a raccontare la propria storia. A Lampedusa la parola accoglienza racchiude l’emergenza, il bisogno, il sostegno e l’aiuto immediato e incondizionato. Le aspettative di chi arriva sono altissime

CHIEDERE (AIUTO) NON SEMPRE VUOL DIRE OTTENERE (ASILO) Avv. Stefania De Nicolais membro dell’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione

a risposta al migrante che giunge in Europa è rappresentata dalla legge, quella che spesso viene violata nel suo Paese d’origine. L’arrivo a Lampedusa è il primo passo di un processo amministrativo e il centro di accoglienza è il momento in cui si verifica la prima identificazione; il migrante privo di documenti e di visto d’ingresso dichiara le proprie generalità e ad esse sono legate le sue impronte. Il motivo d’ingresso dichiarato e il Paese di provenienza rappresentano la seconda fase dell’accoglienza, quella che fa del migrante un richiedente asilo. La procedura di riconoscimento della protezione internazionale prevede

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l’audizione del richiedente che espone i motivi della richiesta; una Commissione ministeriale valuta gli elementi rappresentati e decide se riconoscere lo status di rifugiato o un’altra forma di protezione. Nel caso di diniego della richiesta, al richiedente viene concesso un termine per presentare il ricorso giurisdizionale. Se non presenta il ricorso, nello stesso termine è tenuto a lasciare il territorio nazionale, ma questo spesso diventa impossibile perché il richiedente è privo di documenti e non può acquistare il biglietto di ritorno e inevitabilmente inizia quel percorso fatto di irregolarità che diventa bacino dello sfruttamento lavorativo e dell’illegalità,

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nella speranza di una futura sanatoria amministrativa. La procedura di riconoscimento dovrebbe essere accompagnata da un percorso di accoglienza e integrazione, necessario al fine di non limitare il riconoscimento dello status ad un mero documento e ricondurlo in un sistema di assistenza sociale integrata, in cui il sostegno si trasforma in azione sociale e non mero assistenzialismo. Spesso, però, le risorse non sono sufficienti e l’accoglienza si limita ad un alloggio in un qualunque centro la cui uscita è segnata dall’intraprendere un percorso di autonomia troppo difficile (www.asgi.it – manifesto per riformare la legislazione sull’immigrazione).


mare nostrum BAR(CH)E NOSTRAE FocusON e tutti i racconti hanno in comune la speranza. Alcune volte è solo la speranza di una vita migliore, ma nella maggior parte dei casi è l’unica alternativa ad una vita in pericolo. Il percorso è sempre lo stesso: la famiglia raccoglie il denaro per permettere a qualche membro della stessa di salvarsi, così la persona parte e affronta il viaggio, di cui l’approdo a Lampedusa non è che una tappa, la prima in Europa della storia del rifugiato.Durante il viaggio, prima di arrivare sull’isola, il passaggio alle varie frontiere è accompagnato dal trasferimento di denaro: il pedaggio ai trafficanti di esseri umani che si avvicendano ai confini, i cosidetti “passeurs” che conoscono la via, il modo e impongono il prezzo; sempre alto, e spesso si paga con la vita perchè il viaggio è senza biglietto e nessuno controlla il documento; la persona non esiste, come merce attraversa i confini e il prezzo aumenta man mano che ci si avvicina all’Europa. Il viaggio può essere breve, ma spesso costringe i migranti a fermarsi, lavorare e guadagnarsi un altro tratto del lungo percorso. Qualche volta, forse troppe, sono costretti a stazionare in una prigione in attesa che il denaro arrivi da qualche parte dell’Europa dove i parenti si fanno carico del prezzo di quella corruzione che non conosce giudizio, perché pagare per salvare la vita di un fratello, di un figlio, di una madre non

è biasimabile da chi conosce la possibilità di scelta.Chi parte non ha mai una scelta, può scegliere solo di vivere. La scelta è rimessa a chi accoglie, a chi nel tempo analizza i viaggi, la ragioni della partenza e le conseguenze; a chi conta i morti e, spesso solo di fronte alle tante bare allineate, prova a dare delle risposte che non siano solo pietà e una giornata di lutto nazionale. Le tragedie della traversata potrebbero essere evitate disponendo un sistema di immigrazione regolamentato secondo il principio dell’ingresso con visto per ricerca lavoro, senza le inutili lotterie del decreto flussi o della sanatoria, che non è altro che mercificazione della regolarizzazione. Una parte della politica ottusa si ostina a paventare un’invasione, puntando il dito sul possibile conflitto sociale che deriverebbe dall’afflusso indiscriminato dei migranti, senza comprendere che chi arriva col passaporto non invade un territorio, ma chiede ospitalità ad un Paese, offrendo il proprio inserimento. Concedere l’ospitalità in un sistema che già tutela i propri cittadini, costituisce uno strumento di garanzia nella gestione del fenomeno immigrazione per tutti i residenti, cittadini e stranieri; un sistema carente riflette necessariamente un conflitto sociale, e un sistema è carente quando manca di concedere al fenomeno sociale un ruolo attivo.

NUMERO COMUNITARI RESIDENTI ANNO 2012

NUMERO EXTRACOMUNITARI RESIDENTI ANNO 2012

9390

16680

MASCHI 3736 FEMMINE 5654 MINORI 1298

MASCHI 8443 FEMMINE 8237 MINORI 4233

(comunitari dal 1/1/2007) * dati inerenti alla Provincia di Teramo

TOTALE COMPLESSIVO ANNO 2012

26070 PrimaPagina 41 - Novembre 2013

Anche per l’anno 2012 la Provincia di Teramo si conferma la prima, fra tutte quelle abruzzesi, per numero di immigrati residenti sia in valore assoluto che in rapporto con la popolazione residente. Dai dati che provengono dai Comuni, circa il 21% degli immigrati residenti è costituito da minori. Si registrano più donne che uomini. L’Ambito Sociale 2 (Val Vibrata) registra sempre il più alto numero di immigrati della provincia. La presenza straniera non può dirsi equamente distribuita, data la stragrande maggioranza di extra comunitari residenti nei comuni costieri dove il fenomeno dell’immigrazione transitoria o di passaggio è consistente, mentre i comuni montani, per le caratteristiche geofisiche, hanno una presenza inferiore ma con caratteristiche più stanziale.

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FocusON mare nostrum BAR(CH)E NOSTRAE

IN MIGRAZIONE NESSUN UOMO È CLANDESTINO di Chiara Di Sante

abrizio Coresi, vicepresidente dell’Associazione “In Migrazione “ Onlus, illustra le problematiche legate all’ integrazione dei migranti in Italia. In che modo la vostra associazione entra in contatto con i migranti una volta entrati in Italia? Noi lavoriamo primariamente nel contesto di Roma e nella pianura pontina, in particolare nella provincia di Latina, dove siamo in supporto alla comunità Sikh che proviene dalle zone del Punjab indiano, in gran parte braccianti soggetti purtroppo a dinamiche malavitose di sfruttamento della forza lavoro. A Roma invece lavoriamo con i richiedenti asilo e rifugiati. Abbiamo una scuola di Italiano (funzionante quattro giorni a settimana) sperimentale e interdisciplinare , ABeCeDario(in zona Casalotti), che lo scorso anno ha contato circa cinquanta studenti richiedenti asilo e

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rifugiati, provenienti da diversi paesi. L’insegnamento dell’italiano è fondamentale per poter accedere ai diritti, inserirsi nel nuovo contesto e realizzare un effettivo percorso di autonomia e inclusione sociale. Il centro è nato a settembre nell’ambito dell’ampliamento posti straordinari previsto nel contesto emergenziale di quest’anno. Contrariamente al passato (quando si prediligevano mega centri anche da più di mille posti) quest’anno si è deciso di ampliare il numero delle strutture SPRAR, normalmente destinate a una seconda accoglienza. Si tratta di centri più piccoli, più “umani”, in cui sono previsti diversi servizi per gli ospiti con percorsi di accompagnamento all’autonomia di qualità ed efficaci. Volontari della vostra associazione sono presenti a Lampedusa? Periodicamente organizziamo dei campi di formazione e volontariato a Lampedusa. Il nostro approccio è quello di affiancare i lampedusani,

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i volontari isolani, in un percorso di formazione e informazione, incontri con realtà locali, istituzionali e non: dal sindaco Giusi Nicolini alle associazioni o semplici cittadini. Si tratta di un approccio non limitato all’attenzione al migrante, le problematiche se pur vissute con animo, posizione e possibilità diverse, sono spesso le stesse per migranti e lampedusani. La nostra vuole essere una proposta inedita per conoscere meglio una realtà complessa legata storicamente alla migrazione, che ci fa comprendere come i destini di stranieri e cittadini italiani siano indistricabilmente connessi e come il fenomeno migratorio ci riguarda tutti e non possa essere circoscritto semplicisticamente all’ordine pubblico. La possibilità di integrazione nel corso degli anni è migliorata o la situazione è più complicata rispetto al passato? Probabilmente il quadro attuale è in peggioramento, stando anche alle testimonianze degli


mare nostrum BAR(CH)E NOSTRAE FocusON stessi migranti che, oltre a noi italiani, stanno lasciando o vorrebbero lasciare il nostro paese. I richiedenti asilo e rifugiati, con i quali In Migrazione Onlus lavora principalmente, una volta usciti dal circuito dell’accoglienza, che purtroppo non riesce a garantire loro la necessaria autonomia lavorativa e abitativa, si trovano a dover affrontare infiniti problemi, soprattutto nell’accedere ai propri diritti. In primo luogo è necessario fare uscire gli irregolari dall’invisibilità, e quindi dall’illegalità. I mega centri d’accoglienza non hanno portato alcuna positività. Speriamo in un’inversione di tendenza con la presente amministrazione che ha deciso di ampliare il sistema d’accoglienza, rinunciando all’ennesimo mega-CARA (Centro Accoglienza Richiedenti Asilo) da più di mille posti. Percorsi di aiuto efficaci sono quelli personalizzati, che forniscono gli strumenti necessari per il riconoscimento delle proprie risorse e per comprendere come spenderle per raggiungere l’autonomia nel nostro paese. L’integrazione e le politiche procedono di pari passo. E’ necessario realizzare percorsi di inclusione sociale efficaci e iniziative di carattere interculturale, abbandonando atteggiamenti discriminatori e repressivi, al fine di far incontrare le due anime della popolazione italiana: quella nata qui e quella migrante. Cosa ne pensa dell’abolizione del reato di clandestinità? La recente tragedia di Lampedusa e l’iscrizione al registro degli indagati dei sopravvissuti ha riportato all’attenzione dell’opinione pubblica il reato di ingresso e soggiorno illegale. E’ positivo riaccendere il dibattito su un reato inutile e razzista perché certo non si può risolvere un fenomeno complesso e inarrestabile come la migrazione attraverso norme penali. Personalmente ritengo che l’abrogazione del reato di clandestinità sia giusta e necessaria. Nessun uomo è clandestino, nessun uomo è illegale, si può al massimo parlare di irregolarità nella posizione giuridica di una persona sul nostro territorio. E’ inammissibile che ciò venga punito con una forma detentiva e quindi con la limitazione della libertà, senza peraltro che la persona abbia subito un processo di fronte ad un giudice. Questo reato ha reso precaria, limitata e compromesso la vita di migliaia di individui. Inoltre è un reato che costa troppo al nostro Stato, sia in termini economici che di rallentamento della già compassata burocrazia italiana. Lo stesso Ministero di Giustizia ne ha proposto l’abrogazione nel maggio di quest’anno presentando il lavoro della “Commissione Fio-

rella”. Il reato prevede per il trasgressore una multa da 5000 a 10000 euro, praticamente mai riscossa vista l’invisibilità degli irregolari. La detenzione nei CIE poi, illegittima, non fa che assimilare il migrante a chi delinque e produce solo “effetti collaterali” per migranti

Bisogna prendere una posizione chiara per una ristrutturazione del sistema d’asilo e del controllo delle frontiere. Occorre avviare un ragionamento che porti a delle soluzioni puntuali per evitare nuovamente tragedie...

e Stato “senza curare nulla”. I CIE sono costosi e inutili e mirano a reprimere la violazione di norme amministrative degli stranieri con la detenzione. Le condizioni in cui vivono spesso gli stranieri nei C.I.E. violano l’art. 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che vieta trattamenti inumani e degradanti In Migrazione Onlus ha firmato l’ap-

pello per l’apertura di un canale umanitario per il diritto d’asilo europeo. Spesso non ci sono governi con i quali interfacciarsi. Come dovrebbero comportarsi le istituzioni Europee? Bisogna prendere una posizione chiara per una ristrutturazione del sistema d’asilo e del controllo delle frontiere. Occorre avviare un ragionamento che porti a delle soluzioni puntuali per evitare nuovamente tragedie come quelle che continuano a fare del Mediterraneo una fossa comune. Il sistema d’asilo in Europa va cambiato. Non deve essere cioè una scusante per limitare il diritto d’accesso alle procedure d’asilo e l’esame delle richieste di protezione internazionale da parte dei paesi europei. Le soluzioni pratiche devono passare attraverso una volontà politica diversa da quella che ha caratterizzato gli ultimi anni, con la quale gli stati transfrontalieri sono diventati sostanzialmente il gendarme d’Europa e che ha fatto sì che la Fortezza Europa si chiudesse davanti agli arrivi. Il canale umanitario è un inizio per cominciare a parlare di una questione che non è solo italiana ma europea. Dall’ 88 ad oggi il Mediterraneo è diventato una fossa comune con circa ventimila morti. Questo fenomeno non potrà fermarsi con misure restrittive; si avranno sempre tentativi di uscire dal primo paese d’approdo per raggiungere familiari o amici in altri Stati UE in cui si desidera ricostruire la propria vita dopo un viaggio terribile e una condizione nel paese d’origine che obbliga alla fuga. Il cambiamento è possibile ma deve partire da noi.

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È ora di dire basta alle stragi di bambini, donne e uomini innocenti Le proteste e le proposte di CISL ABRUZZO E MOLISE di Angela Fosco

ll’indomani dell’ultima immane tragedia di Lampedusa che è costata la vita a 300 migranti, tra cui 4 bambini, molte sono state le manifestazioni di protesta verso la politica di accoglienza e gestione del fenomeno degli sbarchi clandestini. La CISL AbruzzoMolise organizzava una giornata di mobilitazione nazionale, venerdì 11 ottobre 2013, insieme alle altre sigle sindacali, CGIL-CIS-UIL, con varie iniziative nei territori della regio-

ne. “Fermiamo le stragi nel Mediterraneo” è stato lo slogan della giornata. “È ora di dire basta alle stragi di persone innocenti, - dichiarava il Segretario della CISL AbruzzoMolise, Maurizio Spina - È impensabile che bambini, donne e uomini, che lasciano le loro case per sfuggire a guerre e persecuzioni, e raggiungere un lido di speranza di una vita migliore, muoiano in maniera così tragica. Quella di Lampedusa è una strage senza precedenti che deve sensibilizzare i nostri politici alla ricerca di soluzioni concrete”. Un mare, il Mediter-

PERMESSI DI SOGG LAVORO SUBORDINATO 2908 LAVORO AUTONOMO 567 LAVORO STAGIONALE 30 MOTIVI DI FAMIGLIA 2704 MOTIVI DI STUDIO 87 MOTIVI UMANITARI ART. 18 D.L.VO 286/98 (VEDI ANCHE D0.2.9.D) 25 PER ALTRI MOTIVI 249

ODISSEA NELLO SBARCO

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mare nostrum BAR(CH)E NOSTRAE FocusON

GIORNO NEL 2012 In base ai dati forniti dalla Questura di Teramo, al 31.12.2012, il totale dei permessi di soggiorno rilasciati è di: n. 6725 di cui n. 4186 ad uomini e n. 2539 rilasciati a donne. I permessi di soggiorno per lavoro subordinato, lavoro autonomo e stagionale sono in diminuzione rispetto agli anni scorsi, in media con la crisi economica che il territorio registra. Le nazionalità prevalenti di provenienza sono: Repubblica Popolare Cinese, Albania, Marocco, Macedonia, Ucraina. * dati inerenti alla Provincia di Teramo

TOTALE 6725

raneo, che ha visto tanti innocenti morire nelle sue acque portando via con sé sogni e speranze di una vita futura. “E’ il momento di agire per il rispetto dei diritti umani e della vita. Sono necessari atti concreti da parte della Comunità internazionale e europea, per questo, in tutte le sedi della Cisl

AbruzzoMolise, in segno di lutto , sono state esposte le bandiere a mezz’asta, per esprimere cordoglio e vicinanza per l’ennesima tragedia del mare”. Le richieste delle organizzazioni sindacali dell’Abruzzo e il Molise alla politica, sono di intraprendere azioni concrete al problema dell’immigrazione clandestina. “Il mondo del lavoro, attraverso CGIL – CISL – UIL, vuole fare la sua parte presentando propo-

ste- dichiarava Spina – che sono le seguenti: realizzare un piano per la costruzione di un efficace sistema di accoglienza, anche attraverso l’impegno dell’Unione europea; istituire corridoi umanitari per i profughi che fuggono dalle guerre, rendendo esigibili, in condizioni di sicurezza, l’accesso all’asilo e alle misure di protezione internazionale; riformare la legislazione sull’immigrazione e dotare l’Italia di una legge organica in materia di asilo; contrastare la tratta degli esseri umani, anche attraverso forme efficaci di collaborazione con i Paesi di origine e di transito di migranti e profughi e colpendo duramente i trafficanti” . Le manifestazioni si sono svolte in diverse città abruzzesi e molisane: a Pescara CGIL, CISL e UIL hanno organizzato un presidio in Piazza 1° Maggio presso la Nave di Cascella; nella provincia di Chieti, in tutti i comuni più grandi, si sono organizzati sit-in e nelle aziende i rappresentanti sindacali hanno svolto volantinaggio. Infine fiaccolate sono state organizzate nelle città de L’Aquila e a Martinsicuro, in provincia di Teramo.

di morte, le immagini raccapriccianti, gli occhi bassi dei politici e le grida di contestazione dei manifestanti, l’indignazione di Papa Francesco che non riesce a trattenere la parola”vergogna” per definire la situazione. “Spero che questa strage ci possa far riflettere sulla nostra posizione, sulle nostre frontiere, il nostro mare e soprattutto chiedere che questo dramma non sia affrontato da soli ma insieme all’Europa- ha dichiarato il Ministro Kyenge , affrontando anche la questione della riforma della legge Bossi-Fini: -Ora metteremo sul tavolo di lavoro strumenti per rivedere le norme sull’immigrazione e il reato di clandestinità”. Una volta entrati in Italia i migranti si trovano a dover affrontare una serie di problematiche che vanno dalla loro condizione di irregolarità giuridica fino a giungere alle difficoltà di integrazione. Le attività di primo soccorso sono affidate a organizzazioni come Save the Children, OIM, UNHCR e CRI, che partecipano al Progetto Praesidium, coordinato dal Ministero dell’Interno-Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione e finalizzato al potenziamento delle capacità delle autorità italiane nella gestione dei flussi migratori misti che

interessano l’Italia meridionale. Esistono invece altre associazioni, senza scopo di lucro, che aiutano i migranti e i richiedenti asilo anche nella loro integrazione attraverso progetti di alfabetizzazione, counseling multiculturale, assistenza psicologica, formazione, campi di volontariato e altre azioni tese a contrastare l’esclusione sociale e favorire lo sviluppo di una cittadinanza attiva. Una di queste associazioni è ad esempio In Migrazione Onlus, nata nel 2012 dalla volontà di un gruppo di professionisti impegnati nell’accoglienza e nel supporto agli adulti stranieri, offrendo percorsi d’aiuto efficaci ai migranti che vivono nel nostro paese situazioni di disagio e difficoltà, con particolare attenzione ai richiedenti asilo e ai rifugiati politici. Migliaia sono le vittime che hanno perso la vita in mare, in un viaggio disperato e inumano, ed ora riposano nei fondali del Mediterraneo: un cimitero indegno; i sopravvissuti hanno avuto la forza di raccontare il loro triste destino. Arrivare sani e salvi è il più grande dei miracoli ma a volte per queste persone attraversare il mare rappresenta l’unica via per tentare la salvezza

È il momento di agire per il rispetto dei diritti umani e della vita

di Chiara Di Sante

e coste del Mediterraneo si dividono in due, di partenza e di arrivo, però senza pareggio: più spiagge e notti d’imbarco, di quelle di sbarco, toccano Italia meno vite, di quante salirono a bordo. A sparigliare il conto la sventura, e noi, parte di essa. Eppure Italia è una parola aperta, piena d’aria- questo scriveva Erri De Luca, nel 2005 in “Sola andata”. Alle porte del 2014 la situazione non è cambiata. Le statistiche di Fortress Europe del 2013 (aggiornate al 12 ottobre) riportano che dal 1988 sono morti lungo le frontiere dell’Europa almeno 19.372 migranti, di cui 2.352 soltanto nel corso del 2011, almeno 590 nel 2012 e già 695 nel 2013. Nel solo Canale di Sicilia, dal 1994 all’aprile 2012, sono decedute almeno 6.226 persone e più della metà sono rimaste disperse. Senza tenere conto dei naufraghi di cui non si ha notizia, questi sono i numeri agghiaccianti del bilancio di quella che si potrebbe definire “una guerra sommersa”. Continuano in questi giorni gli sbarchi sulle coste di Lampedusa, continuano le tragiche cronache

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DOV’È SCRITTO CHE A CAUSA DELLA BOSSI-FINI NON SI POSSONO SOCCORRERE UOMINI IN MARE?

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di Alberto Piccinini

l soccorso in mare a seguito di s.o.s., oppure in caso di avvistamento di naufraghi o natanti in difficoltà è obbligatorio per tutti i natanti in Italia e nel resto del mondo civile . Non risponde a verità, dunque, l’affermazione che “dei pescatori si sarebbero allontanati con le loro barche dal barcone in fiamme al largo di Lampedusa perchè sarebbero stati arrestati in quanto equiparabili agli scafisti secondo le prescrizioni della legge Bossi-Fini”. Questa notizia, è stata ripresa dalle parole del Sindaco di Lampedusa, secondo il quale i proprietari di pescherecci sarebbero finiti sotto processo se avessero soccorso i naufraghi. Si tratta di una bufala! Sarebbero finiti sotto processo se non avessero soccorso i clandestini. Il motivo per il quale l’Italia non può attuare respingimenti in mare, è dovuto al fatto che molti clandestini possono usufruire dello status di rifugiato politico- in base a convenzioni internazionali. Lo status di rifugiato da diritto a : vitto, alloggio, teoricamente lavoro e diaria di circa 40 euro giornaliere (per rispondere a chi sostiene che questo trattamento spetti a tutti gli stranieri n.d.a.). I centri di identificazione servono per “scremare” tra chi ha diritto a tale status e chi, invece, è semplicemente un clandestino, dal momento che molti arrivano senza documenti. Le identificazioni durano mesi, perchè in molti stati africani l’anagrafe neppure esiste. Inoltre la maggior parte dei migranti aspirano ad andare in Germania o Francia, l’Italia è soltanto il punto di ingresso. Ma secondo la normativa UE, un clandestino trovato su territorio nazionale va rimandato nello Stato dal quale è entrato, cioè (90 su 100) l’Italia.

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“Il sogno di una vita migliore” George dalla Nigeria a Teramo di Adele Di Feliciantonio

quello che accomuna, e che spinge a sfidare mille avversità, la maggior parte degli immigrati che arrivano nel nostro paese. In questi giorni è in atto una vera a propria emergenza per limitare questo traffico di esseri umani che non solo è sempre più numeroso, ma che genera vere e proprie stragi di innocenti, partiti proprio per inseguire quel sogno di una vita libera, senza povertà e senza guerra, senza dittature e senza terrore. Ma davvero nel nostro paese si trova una vita migliore, o l’illusione si trasforma in una delusione? Certamente l’Italia, data la posizione geografica, è considerata la “porta d’Europa”, ma molti migranti si fermano qui. E com’ è la loro nuova vita? George, 38 anni, è arrivato dalla Nigeria: “ Sono arrivato nel vostro paese un po’ di anni fa dopo aver vissuto un viaggio che è stata un’odissea. I mezzi rudimentali di trasporto dove eravamo ammassati sono stati il comune denominatore dei miei tanti spostamenti per arrivare dal mio paese fin qui e i pericoli erano sempre in agguato. Abbandonare la mia terra non è stato facile, ma doveroso.” Negli occhi di questo giovane uomo si legge tanta nostalgia, ma anche un pizzico di amarezza per aver trovato una vita migliore per tanti versi, ma sicuramente deludente rispetto alle aspettative. “ Sono scappato dalla mia terra natia perché è un paese di conflitti, rancori, attentati e stragi. Io sono cattolico e il problema religioso è davvero grave in un paese dove numerosi sono gli attentati contro i cristiani, soprattutto nel Nord, dove è forte il sentimento islamico tale da creare gruppi estremisti violenti, al fine di istituire uno stato governato dalla Sharia. Avevo

molta paura e poi soprattutto c’era povertà, angoscia e non avevo lavoro; il vostro paese lo vedevo come l’unica soluzione ai miei problemi e alle mie preoccupazioni. Ma il paradiso sperato non è stato proprio così”. George ricorda come la Nigeria, stato cenerentola ricco, non è mai riuscito a spiccare il volo. La sua storia è costellata di dittatori, massacri, atroci guerre civili , terribili carestie, abusi e violazioni di diritti umani, e dove la cellula estremista del Boko Haram compie veri e propri eccidi di innocenti al fine si eliminare i cristiani dal nord del paese e persino rappresaglie a onesti islamici che

Avevo molta paura e poi soprattutto c’era povertà, angoscia e non avevo lavoro; il vostro paese lo vedevo come l’unica soluzione ai miei problemi e alle mie preoccupazioni. Ma il paradiso sperato non è stato proprio così aiutano l’esercito a combattere questo fanatismo. Inoltre la crescente povertà ha prodotto un immenso fiume migratorio soprattutto verso l’Europa. “ Al mio arrivo mi sono trasferito in Abruzzo con mia moglie; i nostri figli sono nati qui, ho trovato lavoro come operaio, ma la

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FocusON mare nostrum BAR(CH)E NOSTRAE crisi ha toccato anche me e da allora vivo di lavoretti e vendite da ambulante con tutte le conseguenze che ne derivano. Ho un affitto da pagare e dei figli da mantenere, non posso

L’Italia è il loro paese e la Nigeria, per loro, il mio. È un peccato che non abbiano la cittadinanza italiana in quanto si sentono completamente italiani mandare qualche aiuto ai miei genitori lontani e subisco molte discriminazioni soprattutto da quando giro vendendo la mia scarna mercanzia. In Italia c’è tanta brava gente, ospitale e solidale, ma purtroppo il razzismo c’è ed essere considerato, spesse volte, un delinquente in modo gratuito o un parassita, mi fa male perché non si può mai generalizzare per il colore della pelle o l’appartenenza a un’etnia. La delinquenza esiste ovunque, come

le persone oneste e quelle che vivono di espedienti. Sono, però, felice che i miei figli si siano ben integrati nel tessuto sociale, a scuola, con i loro compagni e mai vorrebbero andare via da qui. L’Italia è il loro paese e la Nigeria, per loro, il mio. E’ un peccato che non abbiano la cittadinanza italiana in quanto si sentono completamente italiani.” Questo è un altro tema delicato e attuale, ovvero il diritto di cittadinanza per la cosiddetta “generazione 2”, per i figli di immigrati nati nel nostro paese e senza tanti giri di parole si parla anche delle morti nel mare Mediterraneo. “In questi giorni - aggiunge George con gli occhi pieni di lacrime - è come se avessi perso un mio caro perché ognuno di quegli immigrati scomparsi mi ricordano me, la mia avventura e il mio sogno di una vita migliore. Credo che si dovrebbe fare davvero qualcosa di concreto e soprattutto il vostro paese dovrebbe, al pari di altre nazioni europee regolarizzarci e aiutarci. Vivere qua, oggi, mi fa paura perché non si ha certezza se domani ce la farò “.Considerate le critiche, che non ha risparmiato, sul suo paese ospitante, allora perché è ancora in Italia? E ci tornerebbe? La risposta, senza esitazioni, è un sì deciso e forte; “perché in Italia c’è la cosa più importante che un essere umano possa avere: la LIBERTÀ!”.

Migra

Produzioni e co nei processi di i in provincia di T di Clementina Berardocco

TESTIMONIANZE DA LAMPEDUSA

VOCI - VOLTI - PERSONE *Testimonianze raccolte da In migrazione nel dossier” 0021 TRAPPOLA LIBICA: indagine sulle condizioni detentive dei migranti in Libia e il viaggio in mare” (consultabile integralmente sul sito www.inmigrazione.it a cura di Chiara Di Sante

*Teklemariam: “Non c’è differenza...lì sulla terra ferma, là nell’acqua ...morire sulla terra o morire nell’acqua è la stessa cosa. Quando vai in viaggio se non ce l’hai fatta si dice è morto nell’acqua invece sulla terra ferma nessuno sa chi ti ha ucciso...se tu anche non sei morto e volevi uscire fuori da casa ti chiedono soldi e minacciano. Questa non è una vita, non posso tornare ..non c’era alcuna scelta, per forza dovevo rischiare, per questo il viaggio non ti fa paura, nessuno ha paura di provare il mare, tutti hanno il desiderio di uscire dalla Libia, nessuno ha paura del mare, la cosa peggiore è vivere in Libia, perché vivere con i libici vuol dire vivere in un

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incubo[...] 80 persone in piedi. Avevamo perso lucidità. Nel pomeriggio non ce la facevamo più...non avevamo proprio posto, ma siamo andati avanti... Alla sera è cambiato anche il tempo e il mare si è ingrossato, le persone urlavano e tutti erano disperati perché il gommone era quasi sgonfio, era piatto. Allora abbiamo deciso di tornare indietro a una luce che avevamo lasciato circa 5 ore alle spalle...le persone non ce la facevano più, alcuni oltre alla consapevolezza avevano perso coscienza. Dall’una di notte abbiamo viaggiato fino alle 7 di mattina per arrivare a quella luce.. era sgonfio, non avevamo forze, c’erano le onde...

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noi abbiamo tenuto la parte sgonfia in mano perchè se l’avessimo lasciata saremmo affondati e con tanta fatica siamo arrivati alle navi vicino alla piattaforma e abbiamo chiesto aiuto.. nessuno ci ha dato aiuto per circa due ore, non volevano”. *John: “Ho deciso di partire via mare perché ogni giorno senti gli spari...non vivono tranquilli neanche gli stessi libici. Ho deciso perché non sai chi ti ucciderà, non capisci neanche da dove vengano gli spari..meglio provare..se arrivo meglio, se non arrivo meglio rimanere nell’acqua che stare in Libia”.


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arTE

onsumi culturali integrazione Teramo

l 17 e 18 Ottobre c.a. si sono tenuti due incontri dal titolo MigrarTE, dedicati a “produzioni e consumi culturali nei processi di integrazione in provincia di Teramo”. La giornata di studi è stata articolata in due momenti distinti, come conclusione del progetto biennale di ricerca dal titolo “Pratiche per l’integrazione interculturale: il ruolo delle arti e della comunicazione”, concentrato sulla provincia teramana, a cui la nostra rivista ha già dato spazio. Ricordiamo che tale studio faceva parte del Progetto Speciale “Ricerca di Eccellenza – Ricercatori” finanziato dalla Fondazione Tercas, e ha ricevuto l’adesione del Corecom Abruzzo e dell’Associazione Cineforum. Il gruppo di ricerca interdisciplinare, composto da ricercatori della Facoltà di Scienze della Comunicazione – Deriu Fabrizio, Lucia Esposito, Alessandra Ruggiero, Andrea Sangiovanni, Angela Zocchi Del Trecco – è stato coordinato da Gabriele D’Autilia. Il pomeriggio di giovedì 17 Ottobre,presso la Sala

Le migrazioni sono da sempre onde di persone che viaggiano...

*Goytom: “Alla fine quando uno arriva in Europa... non l’aspettavo così, io ho rinunciato a un visto per gli Emirati Arabi da Sudan e sono venuto qui. L’Europa è diversa da come la si immagina. Avevo già concluso tutta la procedura per gli Emirati Arabi, adesso io inizio a fare una campagna a tutte le persone familiari per non farli venire. Veramente mi sono pentito e alcune volte domando a me stesso.. perché ho rischiato la mia vita? Per avere questo? Non dovete provare pensando che siamo arrivati qui, non provate questo viaggio, non pensate che l’Europa sia meglio dei Paesi arabi. Siamo qui in un campo e non stiamo mangiando, stiamo senza tetto, in mezzo a una strada, scrivo così per scoraggiarli...gli sto dicendo a tutti quelli che stanno in Sudan di non provare questa strada, di non venire in Libia. Consiglio a tutti di imparare da noi, siamo in Italia, abbiamo fatto foto-segnalamento e stiamo in mezzo a una strada... Adesso abbiamo paura per ciò che succederà dopo il documento”.

Polifunzionale della Provincia di Teramo, è stato dedicato alla produzione audiovisiva e alle arti performative: un primo atto costituito da una tavola rotonda con Roland Sejko, regista del documentario Anija,che in albanese vuol dire “la nave” (vincitore del David di Donatello,premio miglior documentario italiano 2013) e il critico cinematografico Leonardo Persia, intorno al tema della rappresentazione dei migranti. Nel suo ambito sono stati proiettati materiali audiovisivi, incluse le interviste agli alunni stranieri della Scuola Secondaria di primo grado “F. Savini” nel video “IO + LORO = NOI”, nonché la testimonianza di una famiglia (madre, padre e figlia) di musicisti ucraini, immigrati in Italia. Un secondo atto è stato dedicato ad un “dialogo” fra attori italiani dei Teatri de le Rùe e Oumar Cheik Gaye poeta, attore e regista senegalese, intorno al tema delle partenze e dei ritorni. Un intreccio di brani tratti dallo spettacolo “È partita una nave da Roma” e di “poesie” (di Oumar Cheik Gaye). Il titolo dello spettacolo deriva da un antico canto popolare, un tempo molto conosciuto in tutto l’Abruzzo e racconta – per frammenti di vita vissuta – storie di emigrazione del secondo dopoguerra, quando la gente

delle valli partiva verso paesi d’oltreoceano, meta di sogni e di speranze di vita migliore. Mariannina, personaggio simbolo di È partita una nave da Roma, è in viaggio, forse di ritorno, forse per partire di nuovo, nella visita al paese di origine incontra chi non è potuto partire, chi non ha potuto cambiare la propria condizione. Oumar, accompagnato dalla sua giovane figlia, afferma che in ogni luogo è la diversità dei colori che fa la bellezza del quadro. La mattina del giorno successivo, presso la sala delle lauree della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Teramo, si è tenuta la tavola rotonda con docenti afferenti a diverse discipline: la Prof. ssa Roberta Gandolfi dell’Università di Parma (in videoconferenza), il Prof. Everardo Minardi dell’Università di Teramo, il Prof. Gianluca Gatta dell’Università di Napoli e segretario dell’AAM (Archivio delle memorie migranti), il Prof. Pierfranco Malizia della LUMSA di Roma hanno analizzato i molteplici percorsi dell’integrazione culturale, a partire da alcune storie di vita di immigrati che vivono nella provincia di Teramo. Diversi gli spunti per un’interessante discussione sul tema: migrazione o mobilità? Integrazione o interazione? Quali le relazioni culturali? Quali politiche per la valorizzazione delle identità culturali? Le migrazioni sono da sempre onde di persone che viaggiano, per terra e per mare; in questo movimento si spostano sogni, corpi e valigie, sempre accompagnati dall’irrequietezza della ricerca e dell’attesa del giorno migliore. Anche oggi ci domandiamo se partire o rimanere. Ma qual è nel mondo quel luogo migliore dove è ancora possibile portare il proprio essere uomini e donne, il proprio mestiere, la propria identità culturale? Se c’è, è quel luogo dove posso dirti :«Ieri ero in difficoltà ma sei stato capace di aiutarmi». Quello dell’immigrazione (e dei suoi aspetti culturali) è un fenomeno attuale e vitale (vedi i recenti episodi di Lampedusa) che condiziona e condizionerà il nostro modo di essere e quello delle generazioni future; la sua analisi quindi non può certo esaurirsi in una ricerca di pochi anni. E a tal proposito, il Professor D’Autilia ha sottolineato che sarà realizzato un sito web (presentato in una veste non definitiva ed attivo da Gennaio 2014), concepito come un luogo aperto, un luogo di accoglienza, che permetterà di proseguire, nei prossimi anni e con il contributo di tutti (anche e soprattutto delle scuole che vorranno aderire con la condivisione di buone pratiche), un lavoro di ricerca e di testimonianza che si spera possa essere utile e positivo sia per i “vecchi” che per i “nuovi” cittadini dell’area teramana.

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CNA NELLE PIAZZE ABRUZZESI PER L’IMU DAY Per chiedere agli amministratori la riduzione di un’imposta “ingiusta ed elevata” l 1° ottobre la CNA Abruzzo ha organizzato “L’IMU DAY” in 15 piazze della Regione per manifestare la rabbia delle imprese contro una tassa iniqua come l’Imu e chiedere alle amministrazioni comunali di contenere l’aliquota sulle attività produttive al minimo livello possibile, ovvero il 4,6 per mille. Nelle piazze di Pescara, L’Aquila, Chieti, Montesilvano, Spoltore, Penne, Ortona, Vasto, Lanciano, San Salvo, Avezzano, Sulmona, e naturalmente Teramo, Giulianova e Roseto, le sedi CNA hanno installato un gazebo della confederazione artigiana davanti agli uffici comunali per illustrare ai cittadini quanto elevata ed ingiusta sia l’imposizione fiscale a carico delle imprese e quali i rischi per i conti delle piccole imprese: «Nulla impedisce ai Comuni abruzzesi di alleggerire l’Imu sugli immobili destinati ad attività produttive, che sono poi capannoni artigianali, negozi, depositi, per i quali chiediamo di applicare in modo generalizzato l’aliquota più bassa, il 4,60 per mille». Tale richiesta matura dal forte danno che

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CNA - informa le imprese hanno subito dal passaggio dalla vecchia tassazione (Ici) alla nuova (Imu), con una aliquota media nazionale, applicata dagli enti locali agli immobili destinati ad attività produttive, del 9,4 per mille, a fronte di un valore base del 7,6 per mille. E se è vero (secondo una ricerca realizzata dal Centro studi nazionale della Cna), che l’incremento percentuale tra i due sistemi di tassazione - con la sola eccezione dell’Aquilano, attestato al +77,52% di aumento Imu/Ici - ha generato crescite tutte largamente superiori al 100%. Dal minimo teramano (+101,07%) al massimo del chietino (+121,09%), passando per la provincia pescarese (+112,05%). In particolare a Teramo, i sindaci interpellati, durante la staffetta del Direttore provinciale Gloriano Lanciotti e da una delegazione di imprenditori, hanno assunto l’impegno di verificare i bilanci e di considerare la possibilità di adottare l’ aliquota più bassa o quanto meno di ridurre di un punto l’attuale tassazione. Richiesta rivolta soprattutto al Sindaco di Teramo Maurizio Brucchi e al Sindaco di Giulianova Francesco Mastromauro. Il Sindaco di Roseto Enio Pavone, invece, si è impegnato a mantenere l’aliquota al 7,60: la più bassa tra i principali comuni della Provincia di Teramo. Comunque, la CNA Abruzzo ha inviato una

richiesta di riduzione delle aliquote IMU a tutti i comune della Regione. L’iniziativa del primo ottobre voleva avere soprattutto un significato simbolico. A fine mese l’Associazione tornerà a chiedere risposte a tutti gli interlocutori politici.

«Nulla impedisce ai Comuni abruzzesi di alleggerire l’Imu sugli immobili destinati ad attività produttive, che sono poi capannoni artigianali, negozi, depositi, per i quali chiediamo di applicare in modo generalizzato l’aliquota più bassa, il 4,60 per mille».

ACCESSO AL CREDITO AGEVOLATO CON I FONDI PAR- FASR REGIONE ABRUZZO Nuove Opportunità per le Imprese La CNA di Teramo informa le imprese che la Regione Abruzzo, attraverso i Fondi PARFASR, ha destinato delle risorse economiche per ottenere agevolazioni sui finanziamenti creditizi, garantiti dal Confidi della CNA, Fidimpresa e Commercredito, con un versamento ridotto quasi a zero delle quote sociali. Il provvedimento della Regione rappresenta un’importantissima opportunità per sostenere le Imprese nell’accesso al credito bancario in un momento di grande difficoltà economica e finanziaria.

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Un nuovo libro di Sandro Galantini sulla Giulianova tra Ottocento e Novecento

Settant’anni di storia

attraverso le immagini

di Mira Carpineta

rogetti. Cartografie. Mappe. E foto. Soprattutto foto sinora mai viste perché attinte in gran parte da archivi familiari. Sandro Galantini, storico giuliese noto in Abruzzo ma apprezzato anche a livello nazionale e internazionale, tanto da essere stato insignito di recente dal presidente Napolitano del titolo di cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica per benemerenze culturali, è come un segugio: ha contattatto famiglie, visitato archivi e biblioteche, si è spostato per mezza Italia. Il risultato è una mole immensa di documenti e soprattutto di immagini con i quali sta prenden-

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do corpo il suo nuovo volume dedicato a Giulianova che uscirà per l’editore pescarese Paolo de Siena con tutta probabilità agli inizi di dicembre. “Ho ancora qualche dubbio sul titolo, che potrebbe essere “Giulianova Otto/Novecento. Luoghi, personaggi, avvenimenti dall’età umbertina al ventennio fascista”. Questo titolo – ci dice Galantini – in effetti riassume il periodo storico preso in considerazione, che è quello compreso tra gli anni settanta dell’Ottocento e il 1940. Davvero un settantennio pieno zeppo di avvenimenti positivi o tragici, connotato da permanenze o forti accelerazioni verso la modernità che, come specifica il sottotitolo, percorro con l’ausilio delle immagini e il supporto della documentazione d’archivio e di una folta bibliografia. L’obiettivo è naturalmente far conoscere come cambiò, e con quanta intensità, la mia Giulianova. E si tratta di modificazioni che intervennero senz’altro sui luoghi fisici, ma anche nella mentalità e negli stili di vita”. Il libro è articolato in capitoli, ciascuno dei quali diviso a sua volta in sezioni. C’è quello dedicato ai nodi urbanistici di Giulianova, come l’area della stazione e le piazze Vittorio Emanuele, oggi della Libertà, e Buozzi, che però allora si chiamava piazza della Rotonda e, durante il fascismo, venne ridenominata piazza del Littorio. C’è il capitolo sulle due strutture talassoterapiche, rispettivamente la Rosa Maltoni Mussolini e l’Ospizio Marino, insieme con lo stabilimento balneare, il lungomare monumentale realizzato a tempo di record nel 1936 e il Circolo nautico. Si parla dell’ospedale, negli anni ‘30 tra le strutture sanitarie all’avanguardia della provincia di Teramo, e dell’Ippodromo che rese Giulianova, tra la fine dell’Ottocento e il 1911, una delle più importanti piazze ippiche italiane. Non poteva mancare, ovviamente, la più antica festa giuliese, quella dedicata alla Madonna dello Splendore, ma c’è anche la festa dell’Uva celebrata nel 1930, o la venuta di Badoglio, accolto con entusiasmo dai giuliesi il 12 giugno del ‘38. E c’è il capitolo dedicato agli sport: dal ciclismo, che a Giulianova attecchì molto precocemente ed ebbe in Costanzo Trifoni un vero idolo, al calcio, con la prima squadra ufficiale tenuta a battesimo da Italo Foschi, papà anche della Roma. Persino alla musica ed ai musicisti, non esclusi quelli emigrati, viene dedicato un capitolo specifico: si illustrano la vicenda biografica e la produzione di solisti, com-

positori e cantanti i cui nomi sono stati in gran parte dimenticati, e si ripercorre la storia, ultrasecolare, della banda cittadina. Né mancano immagini e notizie sulla Corale, “che nell’agosto del 1932”, ci ragguaglia Sandro Galantini, “fu scelta tra tutti gli analoghi gruppi delle province abruzzesi per sfilare lungo il fiume Pescara alla presenza dei principi di Piemonte, entusiasti dei canti e dell’esibizione delle donne e degli uomini, in costume tradizionale, diretti magistralmente da Raffaele Marziale”. Spazio anche per le scuole e l’istruzione,

Accanto ai volti più noti, le fotografie restituiscono quelli di persone comuni, che la storia molto spesso trascura per alcune attività economiche che resero celebre Giulianova, come i confetti e i liquori degli Orsini, su tutti il mitico Doppio Arancio, o gli organetti del cavalier Ianni, come pure per il porto e per le architet-

ture pubbliche e civili, cioè palazzi e ville. Tra i tanti documenti ce n’è uno, datato 8 maggio 1879, che allo storico giuliese sta particolarmente a cuore perché riguarda il suo avo Nicola Galantini, ricco proprietario terriero ed imprenditore edile tra i più attivi, scomparso nel 1889, cui si deve la realizzazione del Portico de’ Bartolomei che ancora troneggia su piazza della Libertà. “Ci vorrebbe un volume di mille pagine – dice Galantini - per ospitare tutto quello che ho reperito su ogni aspetto, piccolo e grande, di quei settant’anni di vita giuliese. Ho dovuto per forza di cose fare una cernita però in questo libro, che comunque è assai denso, c’è un po’ di tutto: urbanistica, vita sociale e religiosa, cultura ed economia. E accanto ai volti più noti, le fotografie restituiscono quelli di persone comuni, che la storia molto spesso trascura. Insomma, il mio sguardo è stato, diciamo così, onnivoro. Per questo credo che la mia ultima fatica sarà apprezzata da chi vuole, sia con il testo che attraverso le immagini, davvero tante, salire su una ideale macchina del tempo e ripercorrere un vissuto che percepiamo come lontanissimo, confinato solamente nella storia. E sarebbe un errore pensare questo perché, come diceva Émile-Auguste Chartier, la storia è un grande presente, e mai solamente un passato”.

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PER UNA SCUOLA

DAVVERO SICURA di Clementina Berardocco

a salute e la sicurezza sono diritti fondamentali e inalienabili di ogni persona, sanciti dalla Costituzione. Promossa dal settore Scuola di Cittadinanzattiva, Impararesicuri è la campagna nazionale di informazione e sensibilizzazione sulla sicurezza nelle scuole. Diversi gli obiettivi: contribuire alla messa in sicurezza delle scuole italiane, lavorare per il radicamento della cultura della sicurezza e della salute tra i più giovani, creare collegamenti stabili tra le scuole e il territorio per la gestione comune dei rischi legati allo specifico territorio di appartenenza. Il 25 Novembre è la giornata nazionale della sicurezza nelle scuole: un tema molto sentito, soprattutto alla luce

dei fatti accaduti di recente nella nostra città (esplosione nella Scuola dell’Infanzia di Piano d’Accio che fortunatamente, ha provocato danni solo materiali). È necessario diffondere e promuovere una “cultura della sicurezza” proprio a scuola, ambiente in cui sono formati i lavoratori del futuro. Nella scuola è il Dirigente Scolastico, in collaborazione con il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione e con il Medico competente, a predisporre il documento di valutazione dei rischi, come prevede il Decreto Legislativo 81/2008 (Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro). In esso è contenuto il piano di emergenza che è uno strumento operativo predisposto sempre dal Dirigente Scolastico.

QUALE LINGUA PARLIAMO OGGI?

Alla ricerca della lingua perfetta di Michele Ciliberti

el 1993 Umberto Eco ha pubblicato un volume di notevole valore culturale e scientifico-linguistico dal titolo: “La ricerca della lingua perfetta nella cultura europea”. L’opera fa parte della collana “Fare l’Europa”, diretta da Jacques Le Goff, e tratta dell’utopia che il testo rappresenta da Adamo fino al XX secolo, soffermandosi particolarmente sul Medioevo. La disamina naturalmente porta alla conclusione che non esiste una lingua perfetta. Allora, quale lingua parliamo noi oggi? Sicuramente parliamo la lingua madre appresa in famiglia, successivamente arricchita con le relazioni interpersonali e, infine, tecnicamente strutturata a scuola e

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rinsaldata da letture e comunicazione proprie. La lingua si evolve con il tempo e raffigura, per dirla con Wittgenstein, tutta la realtà. Essa ubbidisce a un codice che non è artificioso o convenzionale, ma, come vuole Chomsky, dipende esclusivamente da una facoltà tipica del cervello umano e che non appartiene ad altri animali. In tale facoltà è insita una struttura sintattica che genera costruzioni grammaticali. Ogni lingua ha una sua dimensione storica che determina la propria grammatica, diversa da quella universale che è comune a tutte le lingue. La grammatica storica può essere appresa, mentre quella universale e/o mentale è innata, cioè, è data da quel meccanismo che rende

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È obbligatorio (D.M. 26/8/92) e ha lo scopo di informare tutto il personale docente e non docente e gli studenti, sul comportamento da assumere nel caso di un allontanamento rapido dall’edificio scolastico. In questo documento occorre indicare le procedure da seguire per evitare l’insorgere di un’emergenza, le modalità per affrontare l’emergenza fin dal primo insorgere per contenerne gli effetti e riportare la situazione in condizione di normalità, per prevenire situazioni di confusione e di panico, per pianificare le azioni necessarie a proteggere le persone sia all’interno che all’esterno dell’edificio, per assicurare un’evacuazione facile, rapida e sicura. Nel piano di emergenza si definiscono i compiti da svolgere in caso di terremoto o di


incendio. Nel corso delle prove di evacuazione, “da effettuare almeno due volte durante l’anno scolastico” (D.L.577/82), deve essere verificata la “funzionalità del piano al fine di apportare gli eventuali correttivi per far aderire il piano alla specifica realtà alla quale si applica”. È di fondamentale importanza effettuare con cadenza periodica le prove di evacuazione al fine di verificare l’apprendimento dei comportamenti in caso di emergenza. I principali obblighi del Dirigente scolastico, definito anche come “datore di lavoro”, che discendono dal Decreto Legislativo 81/2008 (ex D.lgs. 626/94) sono: valutare gli specifici rischi dell’attività svolta nell’istituzione scolastica; elaborare il documento di valutazione dei rischi; nominare il responsabile del servizio di prevenzione e protezione; nominare gli addetti al servizio di prevenzione e protezione; nominare il medico competente, ove ce ne sia la necessità; nominare i lavoratori addetti alle misure di prevenzione incendi, evacuazione e di pronto soccorso (“figure sensibili”), nonché la figura del preposto, ove necessaria (es. laboratori, officine, ecc.); fornire ai lavoratori ed agli studenti equiparati, ove necessario, dispositivi di protezione individuale e collettiva; adottare, con comportamenti e provvedimenti adeguati, ogni altra forma di protezione eventualmente necessaria; assicurare un’adeguata attività di formazione ed informazione degli interessa-

ti – personale docente e non, studenti - sulla base delle attività svolte da ciascuno e delle relative responsabilità; consultare il responsabile dei lavoratori per la sicurezza (RLS). Inoltre, la normativa sottolinea l’importanza di una stretta collaborazione tra Ente Locale ed Istituti Scolastici, fondamentale per promuovere una cultura della sicurezza e per attuare un miglioramento delle condizioni di lavoro. È opportuno ricordare che la competenza degli interventi di manutenzione straordinaria ed ordinaria in

materia di edilizia scolastica è dell’Ente Locale, proprietario degli immobili (il Comune, per le scuole d’Infanzia, Primarie e Secondarie di Primo grado mentre la Provincia per le Scuole Secondarie di Secondo grado ed Artistici). Grazie al diritto di accesso ai documenti amministrativi (Legge n. 241/90 e successive modifiche) genitori, insegnanti, studenti maggiorenni, personale non docente possono fare richiesta e prendere visione di tutta la documentazione relativa alla sicurezza dell’edificio scolastico.

possibile l’apprendimento del linguaggio. L’uso corretto del linguaggio si manifesta sia nel parlato sia nella comprensione di un testo scritto (messaggio). L’acquisizione dipende molto dall’esposizione alla lingua parlata in un determinato ambiente e/o periodo storico. Considerati il villaggio globale e la trasmissione del messaggio in tempo reale, oggi, si rende quanto mai opportuna la padronanza degli strumenti di espressione e di comprensione del linguaggio, i quali, se usati in modo corretto, facilitano la stessa comunicazione, anzi ne sono la condizione. In questi giorni i mezzi d’informazione hanno riportato i risultati dell’indagine PIAAC (Programme for the International sessment of Adult Competencies), svolta nei paesi OCSE e altri, tra gli adulti dai 16 ai 65 anni. Sorpresa? Nessuna: l’Italia risulta all’ultimo posto per le competenze alfabetiche (al penultimo per quelle matematiche). Di chi è la colpa? Anzitutto della scuola che dovrebbe essere la prima agenzia d’istruzione e di formazione dei cittadini, poi dei singoli che in cultura proprio non spendono.

Sicuramente, dopo un periodo in cui la scuola mostrava segni di ripresa, le ultime riforme l’hanno completamente distrutta, mentre i tagli effettuati dalla politica (“Con la cultura non si mangia”) le hanno dato il colpo di grazia. Chi ha provocato questo sfascio meriterebbe il castigo eterno. Facebook è lo specchio di questa situazione: si veda, ad es., come scrivono alcuni laureati! A chi scrive è capitato di correggere alcune tesi di laurea, ebbene qualcuna è apparsa come campionario da “Io speriamo che me la cavo”! Ecco i risultati: il trionfo assoluto dell’ignoranza. C’è un rimedio a questo degrado? Certamente, basterebbero più serietà a scuola e maggiore predisposizione alla lettura di buoni libri da parte di tutti. Solo così Maurizio Dardano potrebbe togliere definitivamente dal titolo di un suo datato testo una “S” in più, il quale passerebbe da “Sparliamo Italiano?” a “Parliamo Italiano?”. Umberto Eco non ci indicherà mai la lingua perfetta, ma quella che rende perfettibili gli uomini sì, come insegna pure papa Francesco.

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SOLI

ALL’IMPROVVISO La storia e l’impegno dell’avv. Roberto Mastalia, legale e padre di un bimbo divenuto autistico dopo la vaccinazione anti MMR di Clementina Berardocco

l 28 Settembre scorso, a Perugia l’Associazione di Volontariato “Comitato Montinari Umbria Onlus” ha organizzato un convegno dal titolo “Perché proprio a noi?”. Domanda che potrebbero porsi quei bambini che, a seguito delle vaccinazioni, sono classificati nel quadro clinico di sindrome autistica. Hanno apportato il loro contributo i docenti dell’Università di Perugia Francesco Galli e Claudio Santi, gli avvocati Roberto Mastalia e Giuseppe Romeo, il dottor Massimo Montinari, autore di un protocollo di cura, la dottoressa Gabriella Lesmo, il pediatra Maurizio Conte. Tra i presenti, dicevamo, anche l’avvocato Mastalia nel duplice ruolo di legale che si occupa da anni dell’argomento (patrocina in tutto il territorio nazionale cause di indennizzi da vaccinazione - ex legge 210/92 - e di risarcimento danni da vaccino) e di padre di un bimbo al quale hanno diagnosticato “encefalopatia post vaccinale con quadro clinico della sindrome autistica”, proprio in seguito alla vaccinazione anti MMR (Morbillo, Parotite, Rosolia) “Morupar”. Lei ha dichiarato che i genitori di questi bambini si sentono abbandonati sia dalle ASL che dall’istituzione scolastica. Le chiediamo: perché questo senso

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d’abbandono? I genitori, oltre a dover improvvisamente prendere atto da un giorno all’altro, dopo aver convissuto per mesi o per anni con un bambino perfettamente sano, dell’insorgenza di una grave disabilità come l’autismo si trovano costretti ad affrontare una serie di complica-

Ritengo che l’approccio psicologico e neuropsichiatrico è assolutamente inutile per i bambini autistici zioni dovute all’inefficienza ed al disinteresse delle istituzioni come in una sorta di corsa ad ostacoli. Si inizia con le inspiegabili lungaggini a vedere riconosciuta la patologia del bambino che possono durare mesi, talvolta anni, per proseguire con lo sconforto conseguente all’apprendere che, secondo il SSN, non sarebbe possibile indicare le cause della patologia

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e conseguentemente, ritenendola irreversibile, predisporre alcuna terapia medica ma solo alcuni “palliativi” come la psicomotricità e – solo raramente – logopedia; unica soluzione agli eventuali problemi di irrequietezza, lesionismo ed autolesionismo dei bambini, l’eventuale somministrazione di psicofarmaci. In questo quadro già di per sé sconfortante, si inseriscono quindi le difficoltà per il riconoscimento dell’invalidità in condizione di gravità, della legge 104/92 e del conseguente diritto all’indennità di accompagnamento (talvolta non concesso affatto, altre volte nella misura minore dell’indennità di frequenza), difficoltà nel vedere riconosciuto il risarcimento del danno e l’indennizzo ex legge 210/92. Quali sono invece le difficoltà dal punto di vista terapeutico? Dal punto di vista terapeutico, difficoltà nel sottoporre i bambini agli esami prescritti dagli specialisti a causa dell’ostracismo di medici e pediatri di famiglia, nel vedere riconosciuta la necessità di sottoporre i bambini a diete alimentari assolutamente necessarie, in base a decine di studi e ad altri percorsi terapeutici “complementari”o“alternativi” come forme di terapie mediche, cognitivo-comportamentali, logopediche, ecc. rispetto al nulla offerto dal


SSN. A ciò si aggiungono altre tipologie di problemi legati alla quotidianità come quello di poter aver libero accesso al diritto allo studio: carenza di insegnanti di sostegno, qualificati, in rapporto 1:1 e di assistenti sia scolastici che domiciliari; problemi legati ai trasporti scolastici ed ad ottenere gli ausili necessari, come previsto dalla normativa. È opinione diffusa che l’autismo sia senza speranze e che non può essere curato, o che non è realistico aspettarsi miglioramenti significativi. Non ritiene che sia fondamentale supportare psicologicamente i familiari di questi bambini? Ritengo che l’approccio psicologico e neuropsichiatrico è assolutamente inutile per i bambini autistici, così come confermato nel marzo 2012 dall’Haute Authorité de Santè francese, mentre sarebbe assolutamente necessario un percorso di aiuto psicologico – purtroppo talvolta psichiatrico – nei confronti dei familiari. La recente vicenda della madre, in forte depressione, che in questi giorni a Città di Castello (PG) ha accoltellato il proprio figlio di undici anni, così come purtroppo accaduto altre volte in passato. In questa vicenda non c’è una sola vittima – il bambino – ma ce ne sono altre come la madre ed il resto degli stretti congiunti, mentre i veri “carnefici” vanno ricercati altrove ovvero in quelle istituzioni le quali, non solo continuano a non fornire gli ausili necessari, ma osteggiano in tutti i modi l’approccio delle famiglie alle predette terapie “complementari”. Ma quali sono le conseguenze per quei genitori che si rifiutano di far somministrare le vaccinazioni obbligatorie per la legge italiana: poliomelite, difterite, tetano ed epatite B? In passato, il rischio era quello di veder limitata la “patria potestà” oggi “potestà genitoriale”. In realtà, in mancanza di altri motivi ben più seri, non si trattava del fatto che il bambino fosse portato via ai genitori ma solo di una fictio juris che permetteva di procedere coattivamente alla vaccinazione. Negli ultimi anni però i Tribunali per i Minorenni – sempre in assenza di altre motivazioni - hanno assunto una posizione ben diversa archiviando le segnalazioni o dichiarandosi addirittura “incompetenti”. Attualmente, l’unico vero rischio, in quelle regioni che non hanno abolito l’obbligo vaccinale (Veneto) o non hanno disciplinato il dissenso (Piemonte, Lombardia,Toscana etc.) è quello di vedersi irrogata una sanzione amministrativa di circa € 200,00: se uno Stato

è disposto a “barattare”la presunta “salute pubblica” o il falso mito della “immunità di gregge” con il pagamento di una sanzione amministrativa, è evidente che si tratta di un falso problema. Ci sono test di laboratorio da fare prima della somministrazione del vaccino? Sempre di più oggi studi dimostrano come l’autismo sia provocato da una serie di problematiche neurologico-immunitarie. L’effettuazione di un esame come la tipizzazione tessutale HLA, che ha lo scopo di verificare la predisposizione del bambino a sviluppare malattie autoimmuni ovvero le stesse scatenate dalle vaccinazioni, potrebbe dare importanti indicazioni in ordine ai rischi specifici di quel bambino ed all’opportunità o meno di effettuare le vaccinazioni. Recentemente è stato firmato un Protocollo di Intesa con il Dipartimento di Pediatria dell’Umberto I di Roma per poter prestare le cure, previste dal Dott. Montinari, in una struttura pubblica convenzionata. Medesima iniziativa è in atto con la Regione Toscana. Qual è la situazione in Umbria, Marche e in Abruzzo? In Umbria si sta avviando una costituzione di un gruppo di lavoro scientifico sull’autismo, con lo scopo di indagare le reali cause della patologia, le varie ripercussioni e conseguentemente di ricercarne le cure e di cui faranno parte

professori universitari e ricercatori, medici e pediatri, ma anche le famiglie e le associazioni legate all’autismo. Il progetto coinvolgerà la Regione dell’Umbria e, speriamo, altre regioni come le Marche, l’Abruzzo, la Toscana ecc... in modo tale da intraprendere le azioni opportune per reperire i fondi necessari. Nelle Marche hanno recentemente costituito un gruppo di studio sull’autismo, di cui sono membro, e grazie al suo intervento i bambini autistici sono stati parificati ai celiaci per quanto riguarda la possibilità di accedere ad appositi contributi per l’acquisto di prodotti alimentari, privi di glutine e caseina. In Abruzzo, grazie anche al contributo del presidente del Tribunale del Malato di Teramo, Vincenzo Di Benedetto, si è giunti al riconoscimento di contributi per alcune terapie cognitivo comportamentali quali l’ABA. In Italia ci sono situazioni a macchia di leopardo non solo tra una regione e l’altra ma spesso anche nell’ambito di ASL della stessa regione. Conosco madri che hanno rinunciato al lavoro per assistere i propri figli ed altre che addirittura non li mandano a scuola preferendo fungere loro sia da insegnanti di sostegno che da assistenti e famiglie che hanno deciso di trasferirsi da una regione all’altra per poter avere quegli ausili che sarebbero necessari per tutti ed ovunque. Nella sfortuna di aver avuto un figlio danneggiato non si può, anzi non si deve, “sperare” di aver avuto la “fortuna” di abitare in una città piuttosto che in un’altra.

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TERAMO SVEGLIATI! È TEMPO DI MUSICA di Riccardo Nori

n altro felicissimo appuntamento con i Pomeriggi Musicali dell’Associazione Culturale Kymbala del M° Giuseppe Scorzelli (su www. kymbala.it le attività dell’associazione) è giunto al termine lo scorso venerdì 18 ottobre Dopo un delizioso 2011 con “Maratona Liszt” , nel 2012 con “Claude Debussy ed il suo tempo”, ed aver portato a Teramo nomi del calibro di Michele Campanella, Roberto Plano, Gloria Campaner ed Enrico Pierannunzi (solo per citarne alcuni), l’Ass.ne Kymbala ha confermato in questo 2013 la sua proficua collaborazione con i principali Conservatori italiani. Quest’anno i concerti sono stati cinque, come sempre totalmente gratuiti, cominciando con l’esibizione dell’Orchestra dell’Istituto “G. Braga”, per finire con quella applauditissima offerta dal Conservatorio aquilano “A. Casella”, passando per le apprezzate esibizioni di Salvatore Sclafani, di Gabriele Levi, e dei rappresentanti del Conservatorio “L. Cherubino” di Firenze. I concerti si sono tenuti presso l’ Auditorium di Santa Maria a Bitetto e presso il Duomo di Teramo con una discreta presenza di pubblico, soprattutto in quest’ultima esibizione, a confermare la voglia dei

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teramani di assistere a spettacoli di tale genere, una voglia che andrebbe assecondata. Si tratta di un argomento molto caro al M° Scorzelli, a cui viene naturale chiedere un commento. La risposta è un misto di orgoglio e amarezza, un contrasto tra ciò che è stato e ciò che poteva essere “poiché Teramo appare come una città dalle grandi potenzialità ma che risulta, culturalmente, abbastanza…assonnata – commenta il maestro - Alla fame di cultura dei teramani si contrappone troppo spesso l’inadeguatezza della politica locale, sempre invitata e mai intervenuta, che di certo non favorisce tali attività se si pensa che questa è anche una città il cui sindaco trattiene, tra le altre, la delega alla Cultura. Forse la mancanza di tempo e competenze per utilizzarla al meglio, dimostra la scarsa importanza attribuita alla cultura… e all’umiltà. Altro elemento sconcertante – conclude il maestro - è la totale assenza a questi appuntamenti di studenti e docenti dell’Istituto “G.Braga”. E a proposito di umiltà, il M° Scorzelli ricorda l’accoglienza riservatagli, al suo arrivo a Teramo, dai responsabili del suddetto Istituto:“ tu organizzi eventi, ma non dimenticare che a Teramo la musica siamo noi!”…e allora sveglia Teramo, se non è troppo tardi.

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Alla fame di cultura dei teramani si contrappone troppo spesso l’inadeguatezza della politica locale, sempre invitata e mai intervenuta, che di certo non favorisce tali attività se si pensa che questa è anche una città il cui sindaco trattiene, tra le altre, la delega alla Cultura


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UTOPIA STABILITÀ a cura di Daniela Palantrani

OMNIBUS

Nel corso del mese di Ottobre il Consiglio dei Ministri, come prescritto per Legge, ha approvato la legge di stabilità e il bilancio di previsione 2014-2016, che al momento di andare in stampa sono ancora al vaglio delle Camere. L’ormai famoso Governo del “FARE” ha in effetti raggiunto qualche obiettivo: innalzato di un punto percentuale l’aliquota IVA, bloccato l’aumento delle pensioni e applicato ulteriori tagli alla spesa per servizi sociali; La riduzione del cuneo fiscale, abolizione dell’Imu e abolizione del finanziamento pubblico ai partiti sono solo un abbozzo di riforma. In effetti la prima rata dell’IMU sulla prima casa non è stata pagata, in quanto sospesa e poi sostituita. Di fatto però l’aumento dell’iva colpisce indistinta-

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mente tutti, anche chi la casa non può permettersela. Oramai quello che una volta era un bene rifugio, quello su cui i nostri genitori hanno fondato la loro esistenza (la casa) è diventato un lusso. In compenso dell’abolizione delle province e di riforma elettorale ancora non se ne parla. E dire che un Governo così precario, dove il partito che ha vinto le elezioni non può governare senza allearsi con gli avversari storici, (che dovrebbero ESSERE reciprocamente l’alternativa) ormai, di fatto, è ridotto a “non essere”. Possiamo consolarci con la busta paga più pesante. Ben 14 euro mensili che, molti hanno percepito come l’ennesima presa in giro. Più che legge di stabilità, la stabilità comincia a sembrare un’utopia.


LA LEGGE DI STABILITÀ

cambiano i nomi ma rimangono sempre TASSE di Laura Di Paolantonio commercialista, revisore Contabile

La nuova fiscalità locale è ancora in fase gestazionale. In merito all’abitazione principale per questo anno sembra che l’imu non si pagherà (ad eccezione delle case di lusso). L’anno prossimo la Tasi arriverà presso le nostre abitazioni.

parte dal proprietario e in parte dall’inquilino, spetterà il compito di superare l’Imu. Di superamento, infatti, si tratta e non di cancellazione. La cancellazione si avrà solo sulle abitazioni principali non di pregio Sulle seconde case e su quelle di lusso l’imposta municipale si continuerà a pagare.Tetto al prelievo non potrà superare L’Imu. In sintesi arriva un nuovo tributo immobiliare, il Trise che sarà formato dalla Tari sui rifiuti e dalla Tasi sui servizi indivisibili. La prima sarà calcolata sui metri quadri e poi si trasformerà in tariffa “ puntuale”; la seconda partirà da un’ aliquota dell’uno per mille. Spariscono la Tares e L’Imu sulle prime case non di lusso. La nuova fiscalità locale è ancora in fase gestazionale. In merito all’abitazione principale per questo anno sembra che l’imu non si pagherà (ad eccezione delle case di lusso). L’anno prossimo la Tasi arriverà presso le nostre abitazioni. La base di riferimento è lo stesso valore catastale imu, con l’applicazione dell’aliquota dell’uno per mille fino al 2,5 per mille a discrezione dei Comuni. L’imu scontava 200 euro a tutti e 50 euro per figlio convivente fino a 26 anni, per la Tasi sembra ad oggi che non sarà così. Se le regole della Tasi rimarranno queste, in fase di studio, la prospettiva futura vedrà il pagamento della stessa per molti immobili oggi esenti dall’imposta imu. Arriveremo a rimpiangere l’imu?

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in arrivo la riforma della tassazione immobiliare (l’ennesima direi) contenuta nella legge di stabilità approvata negli scorsi giorni dal Governo. Esce la Tares ed entra il Trise. . Dal 2014 arriverà un nuovo tributo sui servizi dei Comuni, il Trise, formato dalla Tasi, sulle prestazioni indivisibili e dalla Tari sui rifiuti. A regime, dovrà trasformarsi in Tarip: tariffa puntuale commisurata su quantità e qualità dei rifiuti prodotti. La nascita della Tarip se confermata, andrà incontro alle richieste del ministero dell’ Ambiente, il quale ha sempre individuato nel principio europeo “ chi inquina paga” la bussola da seguire nella messa a punto della nuova tariffa sui rifiuti. Prima dell’entrata in vigore della Tarip, la Tari verrà calcolata sulla base della superficie calpestabile dell’immobile e sarà dovuta da chi lo occupa (proprietario o inquilino). La Tari sostituirà la Tares. Alla Tasi, pari all’uno per mille da pagare in

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Trise, Tasi e Tarip :

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UTOPIA STABILITÀ a cura di Daniela Palantrani

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ccorre ricordare che la Legge di Stabilità, per sua natura è un insieme di intenti del Governo che poi dovranno essere discussi ed approvati, probabilmente dopo essere stati modificati, in Parlamento. Ecco i punti principali: La legge di stabilità prevede interventi per 11,6 miliardi di euro nel 2014, complessivamente per 27,3 miliardi di euro nel triennio fino al 2016; I tagli per 2,5 miliardi di euro sul cuneo fiscale: tassazione del lavoro. Un miliardo e mezzo va ad abbassare l’Irpef per le fasce medio-basse, 40milioni andranno a ridurre l’Irap sulla quota lavoro e 1 miliardo a ridurre i contributi sociali sulle imprese. Nel corso del triennio si prevede che le tasse per le imprese scenderanno di 5,6 miliardi e per i lavoratori di 5 miliardi. Aumentano le detrazioni Irpef sui lavoratori dipendenti fino a 1.510 euro con sgravi, per i redditi più bassi. Le imprese che aumentano il numero di lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato, invece, potranno dedurre ogni anno 15 mila euro dal costo del personale. Verrà poi restituita la contribuzione aggiuntiva dell’1,4% a tutti i datori di lavoro che trasformeranno contratti a termine in assunzioni. È previsto, inoltre, il recupero di circa 8,6 miliardi di euro attraverso tagli alla spesa e nuovi interventi fiscali; TARES (Tassa Rifiuti e Servizi) e IMU (Imposta Municipale Unica) sulle prime case non di lusso sono sostituite con la TRISE (Tributo sui Servizi).; Aumenta l’imposta di bollo per le comunicazioni relative ai prodotti finanziari. Passerà

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dall’attuale 1,5 per mille al 2 per mille nel il 2014. Il bollo non si paga per le comunicazioni legate ai fondi sanitari e a quelli pensionistici; Sono prorogati di un anno gli incentivi per le ristrutturazioni che prevedono un bonus del 65% sulle spese per il risparmio energetico e del 50% per quelle semplici. Dal 2015 le aliquote verranno diminuite; Non sono previsti tagli alla sanità; Entro fine anno saranno venduti a Cassa Depositi e Prestiti Spa, la società finanziaria partecipata al 70 % dal ministero dell’Economia, immobili per circa 500 milioni di euro. L’operazione servirà per ridurre in parte il debito pubblico. L’operazione sarà ripetuta nei due anni successivi e le dismissioni dovrebbero apportare nelle casse dello Stato circa 1,5 miliardi di euro; Verranno destinati 20,75 milioni di euro al Piano nazionale per la banda larga; Viene incrementato il fondo social card di 250 milioni di euro. La carta acquisti potrà essere usata anche da “cittadini italiani o comunitari ovvero familiari di cittadini italiani o comunitari non aventi la cittadinanza di uno Stato membro che siano titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero cittadini stranieri in possesso di permesso di soggiorno ce per soggiornanti di lungo periodo”; Blocco della contrattazione per gli impiegati pubblici per tutto il prossimo anno. Viene progressivamente modificato il turn over: nel 2015 ci saranno assunzioni per il 40% dei ritiri fino a giungere all’80% nel terzo anno; Oltre 200 milioni daranno destinati alle università; Nuove risorse per circa 220 milioni saranno, invece, destinati alle scuole paritarie.


Al fine di rendere più immediato e trasparente il raccordo tra gli effetti della legge di stabilità sul bilancio dello Stato e sul conto economico delle amministrazioni pubbliche, è prevista, a corredo del disegno di legge di stabilità, la predisposizione di una apposita nota tecnica illustrativa. Tale nota espone i contenuti della manovra, gli effetti sui saldi di finanza pubblica articolati nei vari settori di intervento e i criteri utilizzati per la quantificazione degli stessi, assorbendo parte del contenuto della soppressa Relazione Previsionale e Programmatica. Essa contiene, altresì, le previsioni del conto economico delle amministrazioni pubbliche e del relativo conto di cassa, integrate con gli effetti della manovra per il triennio di riferimento. La legge di stabilità, per la parte relativa alle spese sarà, di norma, articolata per missione e indicherà il programma cui le disposizioni si riferiscono. Ciò faciliterà l’individuazione degli effetti delle norme sulle diverse missioni che compongono il bilancio rendendo più immediata la percezione della variazione delle risorse disposta con la legge di stabilità rispetto al valore complessivo della spesa riferita ad una certa missione o ad un programma. PrimaPagina 41 - Novembre 2013

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UTOPIA STABILITÀ

a legge di stabilità, insieme alla legge di bilancio, costituisce la manovra di finanza pubblica per il triennio di riferimento e rappresenta lo strumento principale di attuazione degli obiettivi programmatici definiti con la Decisione di finanza pubblica. Essa sostituisce la legge finanziaria e rispetto a quest’ultima prevede novità sia in ordine ai tempi di presentazione sia in merito ai contenuti. Il disegno di legge di stabilità viene presentato in Parlamento entro il 15 ottobre (in passato era il 30 settembre), un mese dopo la data di presentazione della Decisione di finanza pubblica. La legge di stabilità presenta poi un contenuto più snello rispetto a quello della precedente legge finanziaria. Restano escluse dal suo contenuto le norme a carattere ordinamentale o organizzatorio, anche qualora esse si caratterizzino per un rilevante miglioramento dei saldi; le norme di delega nonché quelle relative ad interventi di natura localistica o micro settoriale. Gli interventi di sostegno e sviluppo dell’economia dovranno trovare collocazione in appositi disegni di legge collegati, e pertanto al di fuori della legge di stabilità.

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COS’È LA LEGGE DI STABILITÀ

fonte: Ragioneria Generale dello Stato


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Perché non tutti “digeriscono” il latte Dott. Anna Piersanti dietista

l latte vaccino è un alimento gradevole e completo, contenente i tre gruppi di alimenti che forniscono calorie e sostanze nutrienti all’organismo come i carboidrati, le proteine ed i grassi, oltre ad un equilibrato contenuto di minerali, oligoelementi e vitamine. L’acqua nella quale sono disciolti i nutrienti è anch’essa importante per assicurare l’ottimale idratazione del corpo. Il latte e i suoi derivati sono ampiamente consigliati nella moderna alimentazione per tutte le età per l’apporto di queste preziose

sostanze.Età evolutiva: il latte e i suoi derivati contribuiscono allo sviluppo scheletrico e di altre strutture dell’organismo. Gravidanza: il latte garantisce al nascituro un adeguato apporto di proteine, calcio e vitamine B2 e D ed un peso alla nascita lievemente superiore rispetto a quello dei piccoli nati da mamme che bevevano meno di una tazza di latte al giorno. Giovani adulti e anziani: il latte è un alimento completo e gradevole, che in giuste quantità si inserisce bene in un corretto regime nutrizionale.

rubrica sponsorizzata da: Laboaratorio Analisi IGEA

ULCERA

GASTRODUODENALE i ulcera oggi si può guarire per sempre in una settimana. Si è infatti scoperto che in 9 casi su 10 a provocar e l’ulcera è un batterio, l’Helicobacter pilori, che può essere debellato dalla terapia antibiotica. Fino a pochi anni fa l’ulcera poteva solo essere curata con un aterapia a base di farmaci antisecretori i quali, non agendo sulla causa della malattia, dovevano essere assunti per periodi di tempo molto lunghi, senza

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peraltro condurre alla guarigione dell’ulcera. Appena si interrompeva la cura, ricomparivano puntualmente i sintomi. La terapia antibiotica mirata, è ora in grado di debellare l’infezione e l’ulcera scompare per sempre. La sconfitta dell’Helicobacter pilori è anche considerata una pietra miliare contro il cancro dello stomaco, poiché la gastrite cronica atrofica, provocata dal batterio, favorisce la comparsa di questo tumore. Debellando l’infezione si elimina anche questo rischio.

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Benessere

Esistono però soggetti, grandi e piccoli, che quando assumono una certa quantità di lattosio (contenuta nel latte, nei latticini e altri cibi), sviluppano disturbi dell’apparato dige-

In molti soggetti la carenza di lattasi può essere temporanea e provocata da particolari malattie intestinali che alterano la delicata mucosa interna intestinale

rente, come ad esempio: nausea, diarrea, formazione di abbondante gas intestinale (meteorismo) o dolorosi crampi provocati dal

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gonfiore intestinale. La mancanza parziale o (più raramente) completa dell’enzima lattasi è all’origine di questi disturbi di diversa importanza. In molti soggetti la carenza di lattasi può essere temporanea e provocata da particolari malattie intestinali che alterano la delicata mucosa interna intestinale. Il rimedio più semplice, in questi casi, è l’eliminazione dalla dieta del latte e dei latticini, che comporta purtroppo anche la riduzione dell’apporto di altre importanti sostanze nutritive, principalmente del calcio. Esiste attualmente un’alternativa al latte normale: il latte delattosato. Questo tipo di latte viene trattato con l’enzima “ lattasi” che ha la funzione di scindere il lattosio in glucosio e galattosio. Contiene meno dello 0,5% di lattosio e risulta digeribile anche da parte di soggetti che non sono in grado di produrre naturalmente la lattasi e che, di conseguenza, vanno incontro ai disturbi precedentemente elencati. Il latte delattosato mantiene invariate le preziose e fondamentali proprietà nutrizionali del latte e la sua naturale bontà e permette quindi a molte persone, grazie alla sua elevata digeribilità, di non rinunciare al consumo di questo alimento.

HELICOBACTER PYLORI Cos’è?

Cosa fa

L’Helicobacter pilori è un germe patogeno a forma di spirale cge vive tenacemente annidato nella mucosa gastrica, sotto il muco che riveste la parete dello stomaco. Grazie ad estesi studi istopatologici, il mondo scientifico ha definitivamente riconosciuto che l’infezione gastrica da helicobacter pilori rappresenta la più comune causa dell’ulcera, sia gastrica che duodenale. Questo batterio è caratterizzato da singolari proprietà, che gli permettono di sopravvive in un ambiente tanto ostile quale l’elevata acidità dello stomaco e di rimanere saldamente ancorato alle cellule della mucosa gastrica.

L’infezione gastrica da helicobacter pilori è sempre associata alla gastrite cronica e all’ulcera peptica, in una elevata percentuale di casi. Il batterio può essere presente anche in soggetti asintomatici. Infatti, non tutte le perso-

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“PrimaPagina “Prima Pagina”” Benessere

rubrica sponsorizzata da: Laboaratorio Analisi IGEA

ne infette accusano i sintomi, ma tutti mostrano modificazioni a carico della mucosa gastrica (Gastrite Cronica Superficiale). L’infezione cronica da Helicobacter pylori è stata anche chiamata in causa nella patogenesi del carcinoma e del linfoma gastrico. Nel 1994, l’Agenzia Internazionale di Ricerca sul cancro ha stabilito una relazione causale tra infezione da helicobacter pylori e cancro gastrico, tanto da far pensare che prevenzione e trattamento dell’infezione potessero ridurre la frequenza di cancro gastrico. Attendibili indagini epidemiologiche, documentate da qualificate pubblicazioni sull’argomento, indicano che l’infezione gastrica da helicobacter pilori si riscontra nel 40% della popolazione: praticamente in due persone su cinque, e colpisce ogni classe di età. Il batterio si trasmette facilmente per via oro-orale e oro-fecale, quindi, molto spesso, si trovano soggetti infetti tra membri dello stesso gruppo familiare, bambini inclusi. L’eradicazione di que-

sta seria infezione assume pertanto una indiscutibile rilevanza clinica e profilattica, sia nei soggetti sintomatici sia in quelli asintomatici. Il medico curante stabilirà quale misura prendere per l’eradicazione del batterio, che consiste generalmente in un trattamento per via orale a base di antibiotici, antibatterici e farmaci antisecretori, della durata di una o due settimane.

COME A sistono differenti opzioni per diagnosticare l’infezione gastrica da Heliocobacter pulori. Ognuna di esse ha la sua validità ad una precisa indicazione. Tutte presentano comunque una buona sensibilità e specificità. ESAME ISTOLOGICO L’esame istologico, mediante particolari colorazioni, viene eseguito su biopsia gastrica prelevata in corso di gastroscopia. ESAME MEDIANTE CLO TEST Viene eseguito su biopsia gastrica prelevata in corso di esame gastroscopio per testare l’attività ureasica propria del batterio (l’Heliocobacter pylori produce l’enzima ureasi, che trasforma l’urea in ammoniaca e anidride carbonica).Tale test permette, mediante il viraggio di colore del substrato, di identificare rapidamente una infezione elicobatterica

Torna l’ora solare CHI HA PAURA DEL BUIO? on il ritorno all’ora solare, guadagneremo un’ora di luce in più al mattino. Di contro, naturalmente, una diminuzione delle ore di luce pomeridiane. Da qualche anno si è osservato che, nel periodo in cui si vive con l’ora solare, alcune persone manifestano sintomi depressivi o pseudo tali legati appunto ad una ridotta esposizione alla luce solare. Si tratta del cosiddetto Disturbo Affettivo Stagionale (SAD, seasonal affective disorder) e come con altri tipi di depressione, i due principali sintomi sono il calo di morale e la mancanza di interesse per la vita. Altri sintomi possono essere una ridotta attività o dormire di più. Si

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è osservato che i sintomi del SAD si aggravano nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio e che nella maggior parte dei casi cominciano a migliorare in primavera, prima di scomparire. Ma quali sono le cause di SAD? La causa non è del tutto chiara, ma si pensa possa essere collegata ad una ridotta esposizione alla luce solare durante i giorni più corti dell’anno. Una teoria sostiene che la luce solare può influenzare alcune sostanze chimiche o ormonali poiché stimola una parte del cervello chiamata ipotalamo, che controlla l’umore, l’appetito e il sonno. Si pensa che la mancanza di luce possa interessare: la produzione dell’ormone me-

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latonina, della serotonina e il ritmo circadiano (l’orologio interno del corpo, che regola diversi processi biologici nel corso di un periodo di 24 ore). Naturalmente la diagnosi di SAD viene effettuata dal medico, dopo aver verificato le effettive variazioni nello stile di vita, di alimentazione, di riposo o comportamentali. Come con qualsiasi tipo di depressione, il SAD può accompagnarsi a stanchezza, stress, insoddisfazione , ma generalmente ci si può curare. Uno dei trattamenti più usati è la terapia della luce anche con strumenti artificiali, fino alle terapie cognitivo-comportamentali o ai farmaci antidepressivi, a seconda della gravità dei casi e solo sotto stretto controllo medico.


Benessere

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“PrimaPagina “Prima Pagina””

ACCERTARE L’INFEZIONE GASTRICA in atto. ESAME SIEROLOGICO Permette di testare la presenza di anticorpi (IgG) circolanti diretti contro batterio. Richiede un prelievo di sangue e diagnostica l’avvenuta esposizione del soggetto al batterio. ESAME SULLE FECI Consente di individuare la presenza sull’anti8gine del batterio sulle feci del paziente. Se l’esame viene effettuato entro 48 ore le feci vanno mantenute in frigorifero tra 2°-8°C. Anche per il trasporto vale questa norma. Se si prevede di effettuare l’esame dopo le 48 ore le feci devono essere immediatamente congelate a -20°C. ESAME MEDIANTE 13 C UREA BREATH TEST Il test sull’espirato (Breath test) è considerate il mezzo più semplice e innocuo per accertare l’infezione gastric da Helicobacter

pylori. Questo test garantisce inoltre, tra quelli attualmente disponibili, la più elevata accuratezza diagnostica. Il Breath test si basa sulla capacità del batterio di metabolizzare rapidamente l’urea in ammoniaca e CO2 (anidride carbonica). L’Urea marcata con l’isotopo 13 del carbonio (non radioattivo e presente in natura) viene somministrata per bocca e, attraverso l’espirato, si può misurare la eliminazione di CO2 marcata, mediante spettrometria di massa. Il paziente deve soffiare in una provetta prima di ingerire l’urea marcata e soffiare in una seconda provetta, mezz’ora dopo l’assunzione della sostanza. La spettrometria di massa misura la differenza esistente tra la CO2 marcata, espirata prima dell’ingestione della 13C urea, e la CO2 marcata espirata dopo mezz’ora dalla ingestione della 13C urea. Se non vi è differenza tra le due misure significa che non c’è infezione. Se lo strumento

riscontra una differenza superiore al 3,5 per mille tra le due misure, significa che c’è infezione. L’esame è quindi di una elementare semplicità e senza alcun disagio per il paziente. Inoltre l’espirato può essere conservato nella provetta per 90 gg a temperatura ambiente e non richiede specifiche particolari per il trasporto.

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“PrimaPagina “Prima Pagina”” Benessere rubrica sposorizzata da: Alessio hair stylist

Il parrucchiere con…

Ago & Filo Hair Stylist Alessio Andreone prosegue nello spiegarci la tecnica Ago & Filo, mostrandoci in questo appuntamento, l’esito finale di una lavorazione raffinata ed efficace. “Utilizzando una tecnica intrecciata, grazie a strumenti quali Ago & Filo, vi mostro nella foto, il risultato finale. La moda attuale, - prosegue lo stilista Alessio - impone leggerezza, effetti sottili e movimentati sulle colorazioni. Con questa tecnica si riesce a raggiungere il massimo risultato! Le ciocche sono ben visibili e con diverse tonalità di colore. Utilizzando Ago e Filo riesco ad ottenere massima versatilità e a rispondere anche alle esigenze di clienti che, fino ad oggi, hanno utilizzato ciocche più grandi”.

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Motori

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Pneumatici invernali per sempre? n autunno ogni automobilista si trova ad affrontare i classici dilemmi delle gomme termiche: quali acquistare? Ttenere soltanto le catene? Tenere le termiche per un anno intero? Molte persone, tengono le gomme invernali montate tutto l’anno, per risparmiare sui costi del cambio. Ma è sicuro farlo? Prima di considerare pro e contro della scelta, vediamo quali sono gli obblighi di legge per questo inverno. TERMICHE D’ESTATE: ALCUNI PRO Vi sono vantaggi per chi abita nelle zone montane oppure in paesi di campagna. Questi automobilisti si trovano ad affrontare anche d’estate strade bagnate, umide, fangose e sterrate. Su tutti questi terreni, le

gomme termiche si comportano meglio di quelle estive. In particolare, pneumatici più stretti esercitano una minore pressione specifica sul terreno, migliorando la trazione del veicolo anche in condizioni di scarsa aderenza. Occhio all’usura e alle temperature, però. TERMICHE D’ESTATE: I CONTRO Le gomme termiche hanno una mescola per la guida a basse temperature (anche sotto lo 0° C), oltre a scanalature più profonde per il passaggio dell’acqua e della neve. Questo tipo di caratteristiche porta il pneumatico a deteriorarsi di più con l’asfalto caldo dell’estate, che può arrivare anche fino a 50° C. Le termiche tutto l’anno si consumano di più a parità di chilometri effettuati. Con il caldo estivo inoltre,

aumenta il volume dell’aria all’interno del pneumatico, con conseguente perdita di stabilità e aderenza della macchina. COSA CONSIGLIAMO Dato che l’imperativo è sempre quello della sicurezza, consigliamo a tutti un doppio treno di pneumatici estivi-invernali: il risparmio vero va cercato andando dal gommista più onesto, quello che unisce qualità del servizio a prezzi accettabili. La nostra indicazione, inoltre è quella di affrettarsi a fare il cambio: con pioggia e precipitazioni intense la tenuta di strada si abbassa anche prima dell’obbligo di legge. Inoltre, cambiando prima si troveranno gommisti meno affollati e magari anche più occasioni in caso di acquisto di un nuovo treno.

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“PrimaPagina “Prima Pagina”” il Legale

LA RESPONSABILITÀ DEL DATORE DI LAVORO anche se l’infortunio è causato da stato di ebbrezza del lavoratore di Gianfranco Puca avvocato e mediatore professionista

a Corte di Cassazione (sentenza n. 36272/12) esamina il problema dell’ individuazione della responsabilità del datore di lavoro nel caso in cui vittima di un infortunio sia un lavoratore in stato di ebbrezza alcoolica; il Decreto legislativo 81/2008, ha posto a carico del datore di lavoro di verificare, mediante una

apposita visita medica, l’assenza di condizioni di alcol dipendenza e di assunzione di stupefacenti. Secondo la Corte di Cassazione una condotta “maldestra, inavvertita, scoordinata e confusionale da parte del lavoratore, dovuta a stato di ebbrezza alcolica equivale, ai fini dell’individuazione delle responsabilità nel caso di infortunio sul lavoro, ad un

L’omicidio da sinistro stradale (e il nostro sistema penale)

di Nicola Paolo Rossetti Presidente giovani avvocati Teramo

hi ritiene il sistema giudiziario italiano iniquo e inefficiente, spesso, riconosce nella disciplina del reato di omicidio derivante dalla circolazione stradale, (ancor più se aggravato dall’alterazione causata da abuso di alcol o stupefacenti), la fondatezza del proprio convincimento. Secondo l’opinione popolare, infatti, per chi provoca la morte di una persona a causa di una guida imprudente o condizionata da ubriachezza o droghe, il nostro ordinamento non prevede una pena commisurata al danno provocato. Ma come è possibile che di fronte al forte allarme collettivo che genera un evento criminoso di tale gravità il legislatore sia

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incapace di provvedere con efficacia, riformando la disciplina con l’introduzione di una sanzione equa e che costituisca valido deterrente al succe-

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dersi di condotte di questa specie? Cerchiamo di scoprire perché i giudici applicano spesso delle pene da molti ritenute non proporzionate e


il Legale in “Prima “PrimaPagina Pagina””

giuste. Nel nostro complesso sistema normativo gerarchico, ad interrogativi simili risponde la legge cardine del sistema: la Carta Costituzionale; in particolare il primo comma dell’articolo 27 secondo cui “La responsabilità penale è personale”. La disposizione citata ha un carattere centrale perché, a garanzia della legalità, è quella che giustifica l’applicazione della sanzione più severa contemplata dal nostro ordinamento, ossia la sanzione penale che, nei casi più estremi, con la reclusione, sacrifica la libertà prima dell’uomo: quella personale. Con la norma citata il legislatore cristallizza un principio essenziale: l’applicazione della sanzione penale è giustificata nella sua importanza solo ove è possibile individuare nel soggetto la volontà di compiere il reato. Questo dogma, su cui si fonda l’intero sistema del diritto penale, fa comprendere perché il legislatore non può equiparare, sul piano punitivo, l’omicidio stradale a quello volontario, senza stravolgere i principi fondamentali del nostro diritto. L’inerzia del legislatore e la clemenza dei giudici (nell’immaginario collettivo), sono le conseguenze di una inesorabile realtà e cioè che l’applicazione della pena, nel reato di omicidio da circolazione stradale, corre sulla sottile linea di confine tra le

comportamento imprudente del lavoratore stesso, per fronteggiare il quale l’obbligo di prevenzione è posto comunque a carico del datore di lavoro”. Questo il fatto: un datore di lavoro è stato ritenuto responsabile del decesso di un suo dipendente che, mentre svolgeva la sua attività, precipitava da un vano finestra posto a cinque metri di altezza dal suolo, riportando lesioni personali che ne cagionavano la morte; è stato accertato che per eseguire tale lavoro all’esterno del vano, sul lato prospiciente il vuoto, non erano state apprestate opere provvisionali anti infortunistiche. Gli accertamenti non hanno potuto stabilire con assoluta certezza quale specifica operazione il lavoratore stesse eseguendo al momento della caduta, ma è stato acclarato il suo stato di ebbrezza alcolica al momento dell’incidente (il tasso alcolemico era pari a 2,40 grammi al litro), implicante una rilevante alterazione delle performance psicofisiche, con disturbi di equilibrio e sensazione di instabilità. Il lavoratore è precipitato nel vuoto anche perché non erano state allestite le necessarie opere

provvisionali antinfortunistiche. Lo stato di ebbrezza è stato ritenuto condizione tale da rendere il lavoratore imprudente e causa concorrente con il fatto ascrivibile al datore di lavoro, in quanto l’osservanza della normativa antinfortunistica è prescritta anche allo scopo di evitare danni, al lavoratore, da propri comportamenti imprudenti o negligenti, con l’esclusione del solo comportamento assolutamente abnorme. La Cassazione ha sostenuto che il vano finestra entro il quale doveva operare il lavoratore infortunato doveva in ogni caso essere provvisto di protezioni sul vuoto e quindi “ ritenuto che l’essersi posto all’opera in stato di ebbrezza rappresenta una condotta colposa del lavoratore (comportamento non considerato abnorme), avente valore di concausa dell’evento prodottosi e come tale non idoneo ad escludere l’efficienza causale dell’inosservanza ascritta al datore di lavoro” ed ha infine concluso per la sussistenza della responsabilità risarcitoria del datore di lavoro per non aver provveduto al meglio all’adozione di misure antinfortunistiche.

esigenze di difesa sociale e le necessità di attuazione di quel principio costituzionale sopra delineato, arma irrinunciabile per scongiurare il rischio di un abuso dell’irrogazione della pena. Apprezzabile è stato quindi il tentativo (attualmente fermo allo status di disegno di legge) di introdurre, il reato specifico di omicidio stradale svincolato dai confini attuali dell’omicidio colposo, che attraverso la previsione di un innalzamento

della pena base e di uno schema di sanzioni accessorie più severo, tenta di spostare l’ago della bilancia a favore delle richieste di tutela avanzate con forza dai cittadini. Con le dovute riserve legate alla volontà di prevedere delle differenziazioni in ragione dei singoli casi, nel rispetto del principio sopra enunciato, ad evitare di risolvere la questione creando un nuovo e differente problema.

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“PrimaPagina “Prima Pagina”” il Legale

Annullamento del matrimonio:

ANCHE L’ANORESSIA TRA LE POSSIBILI CAUSE di Simonetta Di Carlo avvocato ecclesiastico

l Codice di Diritto Canonico definisce la natura delle cause che possono essere ritenute valide per l’annullamento del matrimonio. Partendo dal presupposto che il matrimonio cristiano è fondato su principi di unità, indissolubilità, condivisione del progetto familiare e procreazione, i futuri coniugi devono essere perfettamente in grado di capire questi aspetti essenziali e quindi avere la necessaria maturità per assumersene le responsabilità. Ma questa consapevolezza può essere incrinata o falsata da incapacità di comprenderne il significato, a causa (per esempio) di psicopatologie incompatibili con una piena vita matrimoniale oppure da altre anomalie psichiche, quali le dipendenze da droghe o alcool, che possono dare origine, se presenti al momento del consenso, a situazioni che rendono incapa-

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ce il soggetto ad emettere un consenso valido. La norma 1095, c. 3 del Codice Canonico si è trovata negli anni ad essere applicata a situazioni sconosciute all’epoca della sua promulgazione perché tra le cause che possono rendere nullo un matrimonio è stata inserita anche l’anoressia. Una malattia che colpisce in prevalenza donne giovani, culturalmente e intellettualmente elevate, inquadrata scientificamente tra i disturbi alimentari, ma che in alcuni casi si può accompagnare ad altri disturbi di natura psichica, che possono influire sul consenso coniugale, in modo da viziare sostanzialmente la capacità di comprendere e di scegliere il matrimonio. Non è quindi il disturbo alimentare in sé che può determinare la nullità del matrimonio, ma le conseguenze di natura psichica che tale disturbo può comportare.

“PrimaPagina “Prima Pagina”” Consumatori

“Di Bot conosco solo le botte che mi rifila la banca ogni mese” di Chiara Santarelli

d oggi la maggior parte degli abruzzesi potrebbe inserire sulla propria pagina Facebook, come relazione sentimentale, una relazione complicata… si, ma con le banche. Da un sondaggio condotto da Monitor, nel settembre del 2010, sono trapelati dati inquietanti che dimostrano che solo il 36% degli intervistati (su un campione di 200

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soggetti) ha fiducia nell’investimento degli istituti di credito, dichiarando d’esser certi che i soldi gestiti dalle banche vadano a rivelarsi prestiti per imprese e famiglie; il restante 34% definisce il lavoro degli istituti di credito come “strozzinaggio legalizzato” ed il 25% non azzarda una risposta in merito. Prestiti,mutui e consolazioni a parte, gli abruzzesi investono poco i loro guadagni; solo il 23% del campione dichiara di aver acquistato azioni o titoli di Stato, e

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Consumatori in “Prima “PrimaPagina Pagina””

di Giuseppe Di Giannandrea ingegnere Consulente CasaClima

on si intravedono belle notizie per il patrimonio edilizio italiano particolarmente energivoro. I prezzi dei carburanti di origine fossile sono destinati ad aumentare. Si pensi che il prezzo del barile di petrolio è aumentato dagli 11 dollari del 1998 agli attuali 80, ben il 700%. Questo è causato dall’aumento dei costi di estrazione dato che il cosiddetto “petrolio facile” è finito. Il petrolio disponibile è caro da estrarre perché o è in fondo al mare, o vicino al Polo Nord, o è denso come colla e deve essere sciolto. Se il costo del petrolio aumenta, aumenta il costo di altri combustibili fossili. Così anche per il gas naturale, visto che viene usato petrolio per le perforazioni, e di conseguenza il costo dell’energia elettrica. Dobbiamo ridurre il nostro consumo al fine di assicurare uno sviluppo sostenibile. Si potrebbe pensare che il maggior responsabile del consumo sia lo sviluppo industriale, ma ben il 34,4% del consumo finale di energia in Italia

Risparmio Energetico: iniziamo dalla nostra casa è dovuto agli Usi Civili ossia al consumo del residenziale e degli edifici pubblici (Fonte ENEA Rapporto Annuale Efficienza Energetica 2012 ndr). Quindi riducendo il nostro consumo per energia elettrica, riscaldamento e condizionamento estivo potremmo incidere tanto sul bilancio energetico. Questo ci dice l’Europa con la direttiva EPBD (Direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia) che promuove il miglioramento della prestazione energetica degli edifici. Le normative di recepimento, anche il Italia, prevedono che gli edifici di nuova costruzione, dal 31 dicembre 2020, siano “edifici a energia quasi zero”, cioè ad altissima prestazione energetica. Per gli edifici pubblici di nuova costruzione tale termine è anticipato di due anni. Ma per gli edifici esistenti? Conviene pensarci dato che sopportiamo e sopporteremo alti costi per la climatizzazione invernale ed estiva. I meccanismi della “detrazioni fiscale del 65%” e del “Conto Termico” (incentivi in conto capitale) possono aiutarci, in

termini economici, ad attuare interventi per migliorare la prestazione energetica facendo felice il nostro portafoglio e, soprattutto, aumentando il comfort interno alle nostre abitazioni. Altri meccanismi per finanziare la riqualificazione energetica sono i “fondi rotativi” come il Fondo Rotativo Kyoto che viene attivato periodicamente e consiste nella concessione di finanziamenti agevolati per interventi nel settore delle rinnovabili, dell’efficienza energetica a cittadini, imprese ed enti pubblici o il meccanismo dei Certificati Bianchi. Un certificato equivale al risparmio di una tonnellata equivalente di petrolio (TEP), esso può essere venduto ai distributori di energia elettrica e di gas naturale che devono raggiungere annualmente determinati obiettivi quantitativi di risparmio di energia primaria. I primi due meccanismi, detrazione fiscale 65% e Conto Termico sono in essere e forse più facili da ottenere dal privato cittadino. Il loro meccanismo, non sempre è banale. Tenteremo di spiegarlo nel prossimo appuntamento.

la provincia con il maggior numero di investitori è Chieti, con una percentuale di investimenti del 40%, seguita da Teramo che registra il 32% ed infine Pescara e L’Aquila, la quale registra solo il 16% degli investimenti a seguito del sisma subito nel’ aprile del 2009.

campanello d’allarme di molti pensionati che come lei (16%) preferiscono il vecchio “rimedio della nonna” di tenere i propri risparmi in casa piuttosto che affidarli alle banche; nonostante questo la maggior parte delle persone (56%) usufruisce delle banche come deposito dei propri risparmi, alcuni per abitudine, altri per fidata cessione della burocrazia famigliare ad amici o parenti. A questo dato si aggiunge una percentuale pari al 10% di persone, per la maggior parte giovani, che indirizzano le proprie scelte sui servizi postali ritenendoli più economici ed efficienti. A conclusione di questa corsa al risparmio però si registra un 63% di persone che riescono a risparmiare molto poco, se non quasi nulla: ancora in testa alle classifiche è Chieti dove il 60% degli intervistati dichiara di riuscire a risparmiare i propri soldi con facilità, mentre Teramo, Pescara e L’Aquila, sono a seguito con rispettivamente il 46,5%, il 32% ed infine il 18%.

“Sono invalida e vivo con 500€ al mese, tra affitto e bollette, cosa potrei metter da parte?”

“Sono invalida e vivo con 500€ al mese, tra affitto e bollette, cosa potrei metter da parte?”, è lo sfogo di un’anziana signora,

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“PrimaPagina “Prima Pagina”” Animali

“Dottore, posso lavare Fido?” di Piero Serroni e Arianna Braca veterinari

uesta è una delle domande più frequenti a cui il medico veterinario si trova a rispondere. Non esiste una regola precisa sulla frequenza con cui lavare l’animale: naturalmente è buona norma farlo ogni volta sia sporco, al ritorno da un tuffo nel fango, al mare o dopo aver esplorato il terreno sotto le automobili parcheggiate. Se poi si vive in una città dove c’è molto smog, il cane va lavato periodicamente. Il nostro amico infatti è a contatto giornaliero con aria inquinata e polveri sottili, che alla sua altezza sono maggiormente concentrate, lo smog si lega al pelo e

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le polveri ne restano praticamente intrappolate. Tuttavia è bene non esagerare con i bagnetti per non privare il mantello e la cute della loro naturale resistenza alle malattie: la pelle del cane infatti è protetta non solo dal pelo, ma anche da una sottile pellicola costituita da grassi secreti dalla pelle, ed è molto importante non alterare questo strato protettivo, soprattutto in animali predisposti a patologie dermatologiche. Ad ogni shampoo, infatti, questa barriera viene distrutta, lasciando la cute in una condizione innaturale. Un buono shampoo per cani deve rispettare questa protezione, e non essere troppo aggres-

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sivo verso la pelle. Per questo motivo i prodotti che utilizziamo per la nostra cura non sono assolutamente adatti per il diverso grado di acidità della pelle. In caso di particolari problemi cutanei il veterinario vi prescriverà degli shampoo medicati, specifici per la patologia da trattare, o al contrario vi vieterà di lavare il cane prescrivendo dei farmaci specifici. Importanti accortezze per chi lava Fido in casa: durante il bagno evitate che l’acqua entri nelle orecchie e negli occhi e al risciacquo asciugate per bene pelo e sottopelo soprattutto durante la stagione fredda. Se li laviamo sin da cuccioli, si abitueranno allo scroscio dell’acqua, ad essere manipolati e al rumore del phon, ma ovviamente dopo che tutte le vaccinazioni e i relativi richiami siano stati effettuati! Se non si può attendere il vaccino, ma il cagnolino è molto sporco, è preferibile pulirlo utilizzando soltanto un panno umido o chiedere un consiglio al veterinario. Un altro grande problema spesso lamentato dai proprietari è la perdita di pelo su divani, letti e pavimento. La muta è un fenomeno fisiologico e in natura si verifica un paio di volte l’anno, ma nei cani che vivono in appartamento, a causa del calore costante dato dal riscaldamento anche durante l’inverno e della luce artificiale, la muta può prolungarsi oltre la stagione normale o diventare continua. Allora può bastare spazzolarlo. La frequenza della spazzolatura dipende dal tipo di pelo: se è corto è sufficiente una volta alla settimana, ma nelle razze a pelo lungo può essere necessario tutti i giorni. E i GATTI? Tendenzialmente il gatto non va lavato, a meno che non ci siano particolari problemi o esigenze. E’ facile notare che questi animali passino molto tempo a pulirsi da soli ogni angolo del corpo. Nei gatti a pelo lungo, come i Persiani, la spazzolatura quotidiana è fondamentale, serve ad evitare che si formino nodi che possono risultare anche dolorosi. Quando ciò accade è necessario consultare un veterinario e un toilettatore professionista.






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