PrimaPagina ago. 2014

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50 Settembre 2014

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Hanno collaborato:

Tercas, ultimo atto? La data che segna la fine della saga Tercas è il 29 luglio 2014. Nell’Aula magna dell’Università di Teramo si compie (forse) l’ultimo atto di una vicenda che ha profondamente segnato la nostra città...

Politica

LA SENATRICE ENZA BLUNDO (M5S) SULLA RIFORMA DEL SENATO

Una riforma “prostituzionale”

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di Daniela Palantrani

Territorio

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Venti piccoli Comuni e... di Daniele Leone

Sociale

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LA SFIDA DEL TURISMO SOSTENIBILE

URBANIZZAZIONE E QUESTIONE CULTURALE

Reg. Trib. TE R.O.C ISSN

n. 605 del 14.07.09 n. 20081 2281-5651

DISTRIBUZIONE

Pegaso distribuzini

La periferia tra emergenza e sviluppo Iscritto a:

di Raffaele Raiola

In cerca di “selfie”

24 Contribuenti e New Austerity

La “ragazza degli anni ‘60” è cresciuta

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L’istante non è banalità

Difendersi dai rumori molesti di Nicola Paolo Rosetti

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Non solo colpa dello zaino

IMPRESA ASSOCIATA

Chiuso il 25 AGOSTO 2014 La responsabilità delle opinioni espresse negli articoli pubblicati è dei singoli autori, da intendersi libera espressione degli stessi. Alcune collaborazioni sono gratuite. L’editore ha compiuto ogni sforzo per contattare gli autori delle immagini. Qualora non fosse riuscito, rimane a disposizione per rimediare alle eventuali omissioni Le informazioni, testi, fotografie non possono essere riprodotte, pubblicate o ridistribuite senza il consenso dei titolari dei diritti.

di Maria Croce

di Clementina Berardocco

Contatti: redazione@primapaginaweb.it tel/fax 0861. 221974

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

Omnibus

di Daniele La Licata

di Adele Di Feliciantonio

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Clementina Berardocco Mafalda Bruno Maria Croce Alessandra D’Andrea Antonio Del Latte Arturo Di Cera Adele Di Feliciantonio Giovanni Di Giannatale Laura Di Paolantonio Anna Di Tullio Alessandro Frattaroli Angela Fosco Daniele La Licata Daniele Leone Antonella Lorenzi Grazia Maria MIccichè Maurizio Orsini Daniela Palantrani Oreste Petricola Anna Piersanti Gianfranco Puca Raffaele Raiola Micaela Ridolfi Nicola Paolo Rossetti Vincenzo Rosetti Gianluca Torrieri

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In forma e tonici con.. di Anna Piersanti

“Prospettive”

n. 50 anno 5 - Settembre 2014

Il citello... di Alessandra D'Andrea PrimaPagina 48 - Sett. 2014

In copertina: (foto: photo from internet)

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Lettere al Direttore

Caro direttore, i giorni del mese di Agosto sono stati occasione di trascorrere le ferie e godersi qualche giorno di riposo. Le finanze quest’anno non hanno concesso alla mia famiglia, contrariamente agli anni passati, di trascorrere qualche giorno in località turistiche ma abbiamo comunque approfittato delle bellezze autoctone. Ci siamo recati in diverse località di montagna godendoci delle belle passeggiate tra i boschi, in relax, natura ed economia! L’occasione è stata anche quella di ospitare amici della Valcamonica in vacanza da noi. Ai complimenti per i bei posti visitati (Prati di Tivo, Ceppo, Campo Imperatore, etc) si sono affiancate note di biasimo, dovute al

dissesto di strade e carenza di strutture. La riflessione è appunto questa: abbiamo dei posti bellissimi che se ben valorizzati potrebbero far rifiorire o quantomeno aiutare l’economia. Questa è la ricchezza dell’Abruzzo: parchi e agricoltura. Ma se a questo non si affianca la politica che fa il proprio mestiere restano risorse sprecate. Questi miei amici facevano notare fra le altre cose le condizioni pessime delle strade, che si devono percorrere per visitare i vari luoghi oltre ad una semplice passeggiata in centro storico a Teramo. Mi chiedo dov’è la nostra Amministrazione? Perché non riflette su questi temi semplici e attuabili? Fiorindo S.

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Gentile lettore, dalle montagne al mare, sono pochi i luoghi della nostra regione adeguatamente valorizzati a scopo turistico. Basti pensare alla stagione balneare, gravemente compromessa dal maltempo è vero, ma le cui carenze strutturali non sono mai state affrontate e risolte. Quando siamo in campagna elettorale tutti i candidati tirano fuori la carta delle potenzialità turistiche, della “regione verde”, dal Gran Sasso ai Trabocchi in pochi minuti, ma poi sulla costa mancano i depuratori e l’acqua è gialla e sulle montagne mancano le strade. Siamo sempre lì: tra il dire e il fare…


di Mira Carpineta Editoriale

50 VOLTE PrimaPagina uando iniziò questa avventura, 5 anni fa, sapevamo che l’impresa sarebbe stata dura, anche se la crisi non aveva ancora deflagrato e invaso il nostro vivere quotidiano. Forse con un pizzico di incoscienza ma con l’entusiasmo che accompagna un nuovo progetto, in questi 5 anni abbiamo sperimentato, esplorato, cercato nuove vie e reinventato le vecchie, sempre tesi a superare i limiti che abbiamo incontrato sul cammino. Basti pensare anche solo al miracolo di essere riusciti ad autoprodurci, attraverso la raccolta pubblicitaria, in cui tantissimi inserzionisti hanno creduto, permettendoci di continuare a stampare, mese per mese, 50 edizioni di PrimaPagina. Nessuno sponsor politico, palese o occulto, nessuno schieramento. PrimaPagina voleva essere, ed è, una voce indipendente, equidistante, pronta ad accogliere tutte le voci, le domande e le risposte dei cittadini che poi sono i nostri lettori e quindi i nostri “datori di lavoro”. Gli unici a cui dobbiamo e vogliamo far riferimento e a cui non ci stanchiamo di chiedere suggerimenti e consigli per continuare a cambiare e crescere insieme. Grazie a tutti voi

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di Mira Carpineta e Mafalda Bruno

Come i nostri lettori avranno modo di constatare, l’intervista che segue è quantomeno singolare. Il nostro incontro con il Senatore Antonio Razzi è stato, invero, unico nel suo genere. Con PrimaPagina il Senatore è stato semplicemente sè stesso.Verace, forte e gentile come nella migliore, atavica tradizione del carattere abruzzese, non dimentica le sue origini umili di cui, anzi, va fierissimo; genuino nelle sue lacune in italiano, così come nelle sue idee politiche. Parlare in abruzzese non era programmato, ma poi è venuto tutto così spontaneo e naturale (e divertente!) che abbiamo deciso di trascrivere le sue dichiarazioni così come sono state dette cercando di adattare il parlato ad una forma scritta comprensibile (si spera) pur se in dialetto. Ad una persona così squisitamente “nature”, siamo del parere che vadano concesse tutte le attenuanti del caso, inclusa una permissiva benevolenza per alcuni strafalcioni linguistici che sono emersi nell’intervista regalandoci attimi di pura ilarità. Una doverosa precisazione per chi non è abruzzese: noi non usiamo il “lei” nel nostro dialetto: al massimo il “voi” ma con qualche (anzi, parecchie) difficoltà, adoperiamo sempre il “tu” ma con un distinguo quando ci si rivolge ad una persona di prestigio. Come i nostri antenati, facciamo precedere o seguire il “tu” da “Assignerè” che tradotto significa “vostra signorìa”, come segno di rispetto, anche se poi si continua a dare del tu con la massima naturalezza. Naturalmente l’uso di “Assignerè” non è condiviso dalle nuove generazioni, più disinvolte nell’uso del “tu” o del “lei”. In ogni caso, leggendo le parole che seguono o precedono quelle in stretto dialetto, si dovrebbe afferrare facilmente il senso delle domande e delle risposte del Senatore. Quanto poi a condividerle o meno, beh, quella è tutta un’altra storia. E dunque.... buona lettura

DEVONO

SCEGLIERE Dalle Riforme a Berlusconi, passando per L’Aquila, il Senatore Antonio Razzi racconta, in dialetto abruzzese, la sua vita, le sue scelte, le sue idee…

di Mafalda Bruno

“Parlare in abruzzese non era programmato, naturale (e divertente!) che abbiamo deciso di trascrivere le sue dichiarazioni così come sono state dette cercando di adattare il parlato ad una forma scritta comprensibile (si spera) pur se in dialetto.”

In ogni caso, leggendo le parole che seguono o precedono quelle in stretto dialetto, si dovrebbe afferrare facilmente il senso delle domande e delle risposte del Senatore.

intervista a Razzi di Mafalda Bruno foto/audio di Mira Carpineta

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enatò buongiorne, come sti Assignerè? I sting ‘bbune, arngraziann lu Signore che c’aiute tutte li jurni. L’abruzzese è molto più facile da parlare, per me che l’italiano Vuleme fa l’intervista in abruzzese? Ma dapù ne li capisce nisciune, capème solo nu. Però fusse na bella idea farla in abruzzese. Io parlo lu “razziano” (razzi+italiano, ndr) poi lu tedesco e lu spagnolo, mò rimane l’abruzzese... Allor Senatò: parlèm come


O

E I CITTADINI magnèm..... Si vu magnà s’ha da parlà de tutt. Anzi, s’arscèm a mettere qualche parola in dialetto, diamo lustro al nostro Gabriele D’Annunzio, sennò de chiste se ne scorde tutte quinde. Io anche su La Zanzara o Un giorno da pecora, le risposte gliele schiaffo in dialetto apposta, cuscì nen capisce nind. Ai giornalisti qualche volta gli rispondo o in dialetto o in tedesco perché “scuse, tu ‘nghe la Merkel che lingua pirle”? Vabbon: parlèm de la riforma de lu Senate Che vu sapè? La riforma del Senato è na cazzata.. Perché questo (Renzi) è

nu poche spaccone, s’ha muntate la coccia. Vò levare 2000 anni di storia che tè lu Senato. I Senatori vengono dall’antica Roma. Anche se io 2000 anni fa non ci viveva qua, però me ricordo che la storia ci indica che a

lu Senato sono i veri saggi della politica. Volente o nolente. Qualcuno m’ha dette: - ma tu si pure sagge?- beh su alcune cose si! Che so ‘cchiù ciucce de te? Là ssopr, a la Camere, mò ci sta tutte guagliungille che minime tè 25 anni. N’haje viste de tutte li colori, Questi devono che va ‘nghe li zaini. Io gli ho detto: essere vutati e scelti “va bene che la è Montecitorio, ma dai cittadini che li miche ij dà scalà li muntagne! Allora, rappresenta, perché se ci stann tanti ragazzotti, per l’amor uno mi d’ha rompe li… di Dio, intelligenti, ma molti stanno cosiddetti..a me, quelle a fare ancora l’università. Non puoi deve sapé che m’ha dare in mano a loro una legge che scelto va per 60 milioni di Italiani o oltre, forse 100, -che ci stanno anche quelli PrimaPagina 48 - Sett. 2014

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all’estero, ci stà un’Italia fuori dall’Italia-. Fare una legge costituzionale, non è, come si dice in tedesco: ist nicht so einfach, non è così facile. Allora perché dice “i saggi si trovano al senato”? Perché té minime minime 40 anni! E quindi? E quind a 40 anni o si fatte lu schiave o lu schiappine, o si fatte lu cuntadine -che si fatte, fatte- sicuramente tieni 20 anni d’esperienza sulli spall, qualsiasi lavoro che fai. Il Senato non deve essere abrogato e poi, come lo vedo io, deve essere scelto dai cittadini, sennò i cittadini paghe solo le tasse e nen cummanne ‘cchiù ninde. Sia l’elezione de lu Presidente della Repubblica, dove io condivido quello che sostiene il presidente Berlusconi e non solo lo condivido, ma lo appoggio tranquillamente, perché allora lu cittadin che ci sta a ffà? Solo a pagà le tasse e isse se dividono tutte e cose…. Assignerè è per l’elezione diretta del Presidente della Repubblica e dei Senatori? Questi devono essere vutati e scelti dai cittadini che li rappresenta, perché se uno mi d’ha rompe li… cosiddetti..a me, quelle deve sapé che

m’ha scelto. Io abito a Pescara. Se tutti i pescaresi o gli gli abruzzesi mi scelgono e si appoggiano a me, io

Tenevo 62 anni quando ho fatto quel cambio. In Svizzera si va in penzione a 65 e basta. A 3 anni alla pensione, nen tinghe na lire, che me magne?

mi devo appoggiare a loro, in qualsiasi circostanza e a disposizione, per tutti, sia qua che all’estero. Però uno può dire: “capperi, l’haj vutate io, quelle è nu ciuccio”, oppure: “l’ho votato io, ho scelto bene. Mi vanto di aver scelto questo qui, perché non pensa solo a li cazz si, ma pure a li cazz… nustre”. Per questo la battuta che ho detto: “te lo dico da amico, qua pensano tutti ai cazzi loro, pensiamo ai cazzi nostri, perché qui è tutt nu magna magna”. Però se ti scelgono i cittadini, i responsabili sono i cittadini e non più i segretari di partito.. E se nin fi quello che s’aspett

chi t’ha vutate, t’armanne à la casa Esatto: tante cinqu’ anne, è cinqu’anne, passe subbete e pù te n’arvì a zappà la terre, capito? Purtroppo quando scelgono i segretari di partito o chi li gestisce… Oggi, il mio cartellino, in gergo sportivo, lu tiene Berlusconi perché lui mi ha fatto eleggere, mi ha messo in lista e a me chi mi cummanne, è quello. Prima sono stato eletto due volte all’estero con le preferenze, quando stavo con l’ex IDV, che per me ha finite. Certo che Di Pietr ha fatt nà fine....n’era meglio che se ne stav a fà lu Magistrate? Io non mi pronuncio, tanto i cittadini sanno, vedono e stravedono bene. Molte volte i cittadini li prendono per culo, ma i cittadini sono intelligenti e

Quando che so’stato eletto, ho lavorato ancora in fabbrica per alcune settimane per istruì chell che mi sostituiva.Se ero n’atre cittadine, avesse mannate affancule tutte quande

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capiscono e io per questo difendo gli italiani perché gli italiani capiscono chi fa bene e chi fa male, chi penz a li cazz si e chi penz a li cazz di tutti, capito? Scusa l’espressione, detto alla paisana. E’ chiaro che io sono responsabile di quelli che mi hanno eletto, non del mio presidente di partito, che all’epoca era Antonio Di Pietro. Io prima che ho cambiato (uscita dall’Idv) ho fatto un giro di telefonate a tutti quelli che mi hanno votato e ho detto: guarda che mi succede cuscì e cuscì…siete voi che mi avete aiutato.. e vi informo che… Mi hanno detto” vattene subito” , loro con me non se la sono pijate. Infatti, se l’hann pijate cu Scilipoti, ma con Assignerè ‘nze l’ha pijate nisciune.. No, c’è stato qualcosa, ma tra quelli che non m’hanno votato. Per esempio c’era una dalla Svizzera che m’ha detto qualcosa, ma gli ho detto: “sinde paisà, ma tu si cumuniste, hai sempre votato comunista, come cazz fi a vutà a me? Mò mi sti a rompe li cujune, ma vaffancule.. io devo difendere anche le mie cose. Tenevo 62 anni quando ho fatto quel cambio. In Svizzera si va in penzione a 65 e basta.

A 3 anni alla pensione, nen tinghe na lire, che me magne? Li matune de la casa? Ma scusate, pozze, je , na vota tande, penzà pure che tinghe na famije e che teneme pure da cambà? A 62 anni dove vi a fatijà? A la Svizzere nen ci pu arjì.. E infatt: come a jete co lù lavoro in Svizzera quando sì state eletto? Quando che so’ stato eletto, ho lavorato ancora in fabbrica per alcune settimane per istruì chell che mi sostituiva. Se ero n’atre cittadine, avesse mannate affancule tutte quande. Invece io so rimaste ancora a lavorare; e poi al mio direttore Nick Klause e Majer il mio soprachef, je sò dett: “Es tut mir leid” (in tedesco, ndr)…mi dispiace, ma io vado a Roma, sono stato eletto. Ma torno ogni fine settimana a controllare che lu sostitute ha ‘mbarato bene e controllo”. E le sò fatte. Mi ricordo che la prima volte, dalla Camera dei Deputati, chiamavano a casa mia e a mia moglie gli chiedevano: “Signora, ma dove sta suo marito? “ e lei gli rispondeva: “Sta a lavorare, sta in fabbrica..” – “Ma deve venire a

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Roma..” Inzomm sulla Riforma del Senato a part che è na cazzata… che atre mi dice? Io appoggio la proposta di Minzolini. É giusto ca lu numere de li senator si abbassi, ma è giusto che si abbassi pure alla Camera. Allora lasciamo 200 qua e 400 di la e fanno 600, al posto di 630… ma sempre su base elettiva. Berlusconi, l’amore d’Assignerè. Lu prime penzijere c’ha tenute quand è stato assolto pe lu caso Ruby, lu primissime penzijre… perchè quella è stata addavèr nà sentenza a sorpresa, tutta l’Italia s’aspettava la cundanna Nù genio, quello è nù genio. Mò gli rode lu fegato a tanda gente. Perché

Io appoggio la proposta di Minzolini. É giusto ca lu numere de li senator si abbassi, ma è giusto che si abbassi pure alla Camera


lo volevano incastrare a tutti i costi. Quando è successo il terremoto a L’Aquila, io stavo con l’altro partito, ma sò penzate: l’Archimede della politica è Berlusconi. Nù genio! Chi mai poteva mettere il G8, portarlo all’Aquila, tra le macerie, dalla Maddalena. Tutto il mondo, diciamo, ha cunusciute l’Aquila, finalmente s’è parlato ai livelli mondiali, apperfine con Obama. A lù G8 a L’Aquila, ci jete Assignerè? No, je c’avè state ai funerali delle vittime. Durante lu G8 io stavo a Addis Abeba. Poi stavo ancora con l’IDV, però ero contento che lo faceva in Abruzzo e che l’Abruzzo era all’attenzione del mondo. Facendogli vedere le macerie Berlusconi ha fatte fa le sottoscrizioni per gli aiuti economici a tutti. Quest aè lu genio di Berlusconi. La gente sono invidiosi, molto invidiosi. Se ogni parlamentare facesse na piccola parte di quello c’ha fatto Berlusconi, l’Italia sarebbe la prima nazione al mondo come industria, come lavoro. Non ci sarebbe fino al 40% di disoccupati giovani che siamo arrivati, e che abbiamo superato i 2000 miliardi di deficit. Da

quande se n’ha jite Berlusconi ha aumentate 200 miliardi in più. Inzomm, dop Berlusconi c’ha state lu disastre? Ma che stem a dice? Tre presidenti de lu Consiglio non eletti dai cittadini. L’ultimo eletto è stato Berlusconi. Questi aè tre presidenti eletti da Napolitano.

Questi aè tre presidenti eletti da Napolitano. Sono li guverni di Napolitano Sono li guverni di Napolitano. Li cittadini non hanno scelto niente. Pè come lo vedo io, pure lu Presidente della Repubblica, lo devono eleggere i cittadini, perché la responsabilità se la devono prendere i cittadini. Ma glieli hai fatti i complimenti a lu Cavaliere? E come no? Subbete subbete, sia via sms sia al telefono Senatò, n’atra dumann: Franceschini se n’ha scite che tra 5 anni l’Aquila è ricostruita. Allor, c’aveme da crède completamend, nu poche o pe nind?

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A lu paese mi se dice: chi va che lu zoppe se ‘mbare a zuppecà. Che voglio dire con questo? Stando con le chiacchiere che fa Renzi si ‘mbara pure isse (Franceschini, ndr) a fa li chiacchiere. Io ci spero, per l’amore di Dio. Anche in 6 o in 7anni, fusse la Madonna… Però come dice Crozza:“ma....io questo non creto”. Quindi Franceschini è pruprie nu ministro come lu presidente del Consiglio.. Quisse s’ha ‘mbarate a fa li chiacchiere come Renzi. Quando era ministro della cultura Bondi, Franceschini alla Camera disse che si doveva dimettere quando crollò la casa a Pompei, e per 32 ore di seguito ha detto peste e corna…mò che sta a crullà tutte cose e non solo a Pompei, mò nze po’ dice ninde. Anche a Venezia, siccome il sindaco era del PD non si po’ dice ninde. Allore, nel bene e nel male, si deve parlare di tutti. È vero che Assignerè ha presendat nu progetto di legge per ridurre gli stipendi de li parlamentari già tre ann fa? L’aje fatte ma nisciune c’ha sentite da quella recchia. Era na bella proposta. Se tutti (i parlamentari, ndr) pagavano 1000 euro a testa, all’incirca avevamo 12/13 milioni all’anno, ma in una Cassa, no che ritornano al Ministero del Tesoro, sennò chi s’è visto, s’è visto. Una Cassa che riguarda solo Senato e Camera. Un fondo di solidarietà da usà solo in caso di catastrofi come l’Aquila, o famiglie che gli succede qualcosa, alluvioni… quand nin ci stanne li soldi pe la cassa integrazione... per queste cose qua, perché ora che arrivano i soldi dallo Stato, quelli s’ha murti tutte quinde, perché ci vuole la firma di quello e di quell’altro. Invece una commissione tra Camera e Senato, che c’è quel fondo là… Nin l’ha volut firmare nisciune!.


Solo se provi, capirai! PrimaPagina 48 - Sett. 2014

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UNA RIFORMA

“PROSTITUZION La Senatrice 5 Stelle Enza Blundo sulle modifiche alle funzioni e alla composizione del Senato

di Daniela Palantrani

a riforma del Senato della Repubblica è passata al vaglio delle Camere. I lavori riprenderanno a settembre inoltrato per la tanto attesa definizione. Matteo Renzi preme per il celere cambiamento del Senato in una camera non legislativa e non per la soppressione, come molti erroneamente pensano. Il risparmio è oramai nella mente degli italiani, attanagliati dalla crisi economica e dall’incubo di non riuscire a far quadrare bilanci famigliari per arrivare a fine mese. Enza Blundo, Senatrice eletta come capolista, alle scorse elezioni politiche, con il Movimento 5 Stelle della regione Abruzzo ci spiega le ragioni di un’opposizione che a volte risulta poco comprensibile. La riforma del Senato appare come una questione molto controversa. Vuole provare a spiegarcene i passaggi? “In un primo passaggio la riforma ha avuto, in Senato, una maggioranza davvero minima. Non abbiamo potuto far altro che uscire dall’aula. Purtroppo è una riforma che andrà a minare profondamente gli equilibri tra le due camere e la possibilità che vi sia un’applicazione reale della democrazia. Come già noto trattasi di una riforma che sostituisce i

CHI È Nata a Castel di Sangro (AQ), ma risiede all’Aquila, città in cui ha esercitato la professione di maestra elementare. Dopo il terremoto del 2009 si è avvicinata al mondo dell’attivismo politico prendendo parte al comitato “Cittadini per i cittadini”. Alle elezioni comunali del 2012 è stata candidata a sindaco dell’Aquila dal Movimento 5 Stelle raccogliendo 750 voti pari all’1,74% delle preferenze. Alle elezioni politiche italiane del 2013 è stata candidata ed eletta al Senato della Repubblica Italiana come capolista dello stesso Movimento 5 Stelle nella regione Abruzzo.

foto di repertorio: la Senatrice Enza Blundo

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NALE” Senatori, non li elimina, con 100 nominati nelle Regioni e tra i Sindaci, che quindi si vedranno assicurata l’immunità. Ma anche tralasciando questo aspetto l’impostazione democratica del bicameralismo perfetto, studiato dai nostri costituzionalisti, in maniera da garantire il rispetto di tutte le minoranze e assicurare la democrazia, sarà deteriorato. Nel decidere di attuare le suddette modifiche, la maggioranza ha portato avanti il passaggio di lavoro al Senato con assoluta leggerezza rispetto al regolamento: non sono stati concessi i tempi previsti per l’esame; hanno applicato le regole senza rispetto,

con sopraffazione”. E l’applicazione del “canguro”? “L’applicazione di questa norma consente, giustamente, che alcuni emendamenti possano essere accorpati. E’ stato fatto anche con altri Decreti Legge. Solo che in questo caso è stata fatta una prima aggregazione di 1400 emendamenti, mai argomentata, e a seguito di ciò è stata poi formulata un’aggiunta al regolamento dove si è riscritta la regola. Questo è gravissimo. Cambiare il regolamento con un aggiunta ad hoc al medesimo, senza mai dare spiegazioni dell’accorpamento di 1400 emendamenti. Proseguendo la discussione in Senato, le norme sono state spesso disattese. In riferimento agli emendamenti di Candiani, ad esempio, dopo il rifiuto da parte del Presidente Grasso ad utilizzare il voto segreto, non è stata data la possibilità al sen. Candiani di decidere liberamente se ritirare o meno gli emendamenti. Altro esempio di poca trasparenza è avvenuto a seguito dell’espulsione (tirato fuori a forza) di un senatore 5 Stelle che aveva come unica colpa di aver messo un bavaglio sulla bocca disegnato bianco rosso e verde. Sono state poste in essere delle azioni che la stessa maggioranza ha dovuto contestare al Presidente Grasso, con evidente abuso e stravolgimento del regolamento della camera. Infine, ci hanno tolto anche la possibilità di fare le dichiarazioni di voto adducendo come motivazione l’ostruzionismo. L’ostruzionismo semmai era da parte di SEL, il M5S ha presentato 200 emendamenti nel merito, che non ci è stato consentito di illustrare. Uno dei miei emendamenti è stato dichiarato inammissibile perché andava a modificare l’artico 50 e non il 55 / 56 che si chiedeva di riformare. Ma nel riformare la Costituzione è giusto che si vada a decidere, in maniera esclusiva, cosa modificare e cosa no senza considerare il complesso delle riforme? Gli emendamenti da me proposti erano stati estrapolati da una proposta di disegno di legge popolare depositato con 150.000 firme, quindi rispondente e rispettoso della volontà dei cittadini. Viceversa quello che viene proposto dalla maggioranza non ha alcun riferimento alla cittadinanza. Si dovrà poi fare un referendum ma assistiamo a boicottaggi da parte della stampa nazionale”. Questa riforma produrrà risparmio? “Risparmio di cosa? 48 milioni di euro quando se ne risparmierebbero molti di più se tutti i parlamentari riducessero, come noi, le indennità. Risparmiano nell’aridità. Ho proposto un emendamento, ad altro D.L. che verrà discusso a settembre, in cui si chiede di mettere una tassa del 10% su pensioni PrimaPagina 48 - Sett. 2014

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superiori ai 195.000 euro. Ci sarebbe un gettito enorme con un piccolo sforzo da parte di chi ha molto. Bisognerebbe spiegare agli italiani che il Governo sta cercando di risparmiare sulla democrazia non sul denaro. Resta, poi, problematico e urgente il fatto che i futuri senatori nominati avranno un ruolo di eleggere gli organi di controllo. Quindi: un senato che non ha più potere legislativo trattiene il potere di eleggere gli organi di controllo dello Stato. E’ una contraddizione in essere, che non condivido e che nel mio intervento ho definito ‘prostituzionale’. Senza dimenticare il ‘patto del Nazareno’ ancora segreto nonostante in aula più volte si sia richiesto da parte di varie forze politiche di renderlo noto”. Abolire il Senato snellirebbe il lavoro parlamentare? “Non è vero. E’ dimostrato che quando Camera e Senato lavorano seriamente i tempi sono brevi e costruttivi. Il problema è che non si lavora bene. In definitiva si sta cercando di distruggere un bicameralismo perfetto che non è stato mai utilizzato a dovere se non in rare occasioni in anni pregressi. La verità è che non conoscono le potenzialità di questo sistema che stanno disgregando”. Meglio sarebbe sopprimerlo totalmente? “Sopprimerlo piuttosto che mantenerlo, vergognosamente, solo come organo di controllo, SI! L’ideale per noi non è sopprimerlo. Ma ridurre il numero dei parlamentari in proporzione tra Camera e Senato per il numero di soli Senatori che il Governo vuole attualmente sopprimere. Quello che poteva essere utile, a limite, era la diversificazione degli argomenti da trattare rispetto alle due Camere ma, su riforme costituzionali, trattati europei e internazionali dovrebbero esserci due passaggi in parlamento(Camera e Senato). Quanto detto lascia presagire solo che sanno perfettamente che presto l’Italia verrà commissariata a causa del dissesto economico che sta emergendo e hanno necessità di perseguire celermente le manovre ‘lacrime e sangue’ che ritengono necessarie”. L’Italia è rimasta una delle poche democrazie a conservare il sistema bicamerale perfetto. Non potrebbe essere una buona alternativa avere una sola Camera? “ Si, ma almeno una sola camera. In altri paesi c’è anche una maggiore collaborazione con la popolazione stessa: una democrazia partecipata più viva. Non dimentichiamo però che la maggioranza ha votato contro l’emendamento per l’abolizione totale del Senato”.


QUANDO LAVORAVO

PER LORO… di Roberto Dellatte

Droga, armi, estorsioni. La testimonianza di chi sa come funziona un’ organizzazione criminale

n ogni grande città e in ogni piccolo paese, anche se invisibile( ma rintracciabile), la micro-criminalità “guadagna” migliaia di euro al giorno. Ma si sà che ogni attività “imprenditoriale” lecita o illecita che sia, per funzionare correttamente ha bisogno di “organizzazione”. A raccontarci la sua storia e di come si lavora in una organizzazione di questo tipo, un ragazzo che del micro-crimine ha avuto esperienza diretta e che per ovvie ragioni preferisce rimanere anonimo. Alle 4 di pomeriggio, in un bar di provincia, davanti a un caffè, avviene il nostro colloquio. Per quanto tempo hai lavorato con il crimine e come sei stato trattato? Per circa cinque anni. Avevo 15 anni quando ho cominciato. La mia mansione era lo spaccio. Loro (così si riferisce ai suoi referenti nell’or-

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Mi hanno sempre trattato molto bene, al di fuori del lavoro mi pagavano da mangiare nei ristoranti e potevo rivolgermi a loro nel caso avessi avuto qualsiasi tipo di problema...


immagine tratta da: il film “Gomorra”, regia di Matteo Garrone, 2008

ganizzazione) mi hanno sempre trattato molto bene, al di fuori del lavoro mi pagavano da mangiare nei ristoranti e potevo rivolgermi a loro nel caso avessi avuto qualsiasi tipo di problema. Quando qualcuno finisce in carcere, loro

Nell’equipaggiamento del pusher spesso c’è uno scooter in comodato d’uso dal datore di lavoro e un cellulare per mettersi in contatto con i clienti

si accollano le spese giudiziarie. Hanno anche un avvocato che cura la causa e fa in modo che tu possa uscire in fretta, inoltre ti portano da mangiare in cella e sostengono la tua famiglia. Come guadagna un’organizzazione criminale locale? Le sue entrate sono: lo spaccio di droga, il traffico d’armi e le estorsioni. Per quanto riguarda lo spaccio la droga proviene spesso da regioni come: Campania, Sicilia, Lombardia e Toscana; è acquistata dai “grossisti” che la rivendono ai “pusher” , i quali a loro volta scelgono se mettersi in proprio o lavorare per l’organizzazione stessa (ma in ogni caso devono fornirsi da loro per evitare problemi). Nell’equipaggiamento del pusher spesso c’è uno scooter in comodato d’uso dal datore

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di lavoro e un cellulare per mettersi in contatto con i clienti. Le Simcard non sono intestate a nessuno dell’organizzazione ma a cittadini est-europei che fanno da prestanome e in alcuni casi sono addirittura senza intestatario e diventando più difficili da rintracciare. In una giornata normale uno spacciatore, se è conosciuto, solamente con lo spaccio di marijuana, hashish e cocaina riesce a fare circa 1800€ a serata. Il traffico d’armi invece vende e acquista armi illegali e macchiate di altri omicidi; vengono acquistate da altri luoghi d’Italia o d’Europa e spesso vengono vendute a squadriglie che organizzano gli assalti ai portavalori. Le estorsioni invece riguardano il famoso “pizzo” chiesto alle attività commerciali che hanno grandi entrate evidenti. I soldi che guadagnano che fine fanno? I guadagni vengono riciclati impegnandoli nell’acquisto di beni immobili, quindi appartamenti, locali commerciali; e poi nella gestione di attività commerciali come autosaloni e ristoranti. Anche se non hanno clienti per loro non è un problema perché si possono “far risultare”. Cosa succederebbe se lo stato legalizzasse le droghe leggere? E in che modo si possono sconfiggere queste organizzazioni criminali? Premetto che queste organizzazioni sono imbattibili, ma anche se non potranno essere sconfitti facilmente per loro sarebbe comunque un duro colpo subire la legalizzazione delle droghe leggere, molti soldi traghetterebbero verso le casse dello stato e molto probabilmente sarebbero costretti a inventarsi qualcos’altro; per sconfiggerla del tutto non so come si potrebbe fare, ma sicuramente investire nell’istruzione e nella cultura della legalità potrebbe essere un grande passo.


CRISI E MALTEMPO

STAGION LIETA (NON) E’ COTESTA... di Adele Di Feliciantonio

iacomo Leopardi, nel suo “ Il Sabato del Villagio” era riuscito a descrivere benissimo la trepidazione e l’aspettativa che genera l’attesa per qualcosa di bello, trascorso il quale torna in noi la tristezza . Sicuramente ogni primavera, soprattutto nella sua parte finale, può essere paragonata ai preparativi e all’entusiasmo “della donzelletta che vien dalla campagna “… l’estate è alle porte e ognuno di noi inizia a far viaggiare il pensiero alle vacanze vicine. Quest’anno, però, è subito arrivata la domenica con la sua consapevolezza e… con la sua pioggia. Crisi economica e soprattutto maltempo ad aggravare il tutto, sono stati i protagonisti di un’estate

strana, iniziata con la sconfitta dell’Italia ai mondiali e trascorsa con l’ossessione delle previsioni del tempo, alla ricerca spasmodica e disperata di un po’di sole. E sì quel sole -che tanto ci rallegra gli animi, che aumenta la serotonina, ci fa da antidepressivo naturale e ci abbellisce con la tintarella, ma soprattutto, l’unica speranza di una piccola ripresa in un’economia ormai al tracollo - si è divertito a fare apparizioni repentine e a starsene per conto suo ben nascosto dietro alle nuvole, che, invece, vittoriose e cariche di pioggia, si sono divertite a “farci pagare” il nostro odio nei loro confronti. E così a discapito della “città vuota” cantata Mina, abbiamo avuto la “spiaggia vuota” e per restare in tema musicale, “il mare d’inverno”… a

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luglio però. Il conto, amaro, è ben presto arrivato. Calo notevole dei vacanzieri e dei consumi. Federalberghi, già allarmata per la congiuntura negativa, lamenta una Waterloo nelle presenze e il Sindacato italiano balneatori, un “profondo rosso” con addirittura il 40% di prenotazioni in meno. Le promozioni non battono il maltempo e la filiera del turismo ne esce duramente provata: meno clienti, ristoranti semi – deserti, alberghi con camere libere, negozi con merce invenduta e poca necessità di personale giornaliero a chiamata. Quest’estate la ricorderemo come quella del cielo grigio, della vacanza breve e contando sulla buona ospitalità di parenti e amici; sull’arte dell’arrangiarsi con pranzo al sacco e borse termiche di ogni tipo, sulla gita giornaliera e la sera si torna a dormire a casa perché gli affitti sono alle

“stelle”; del mangio a casa e poi vado a ballare oppure degli aperitivi a prezzi convenienti, ma soprattutto quella dell’ombrello, del maglioncino, della desolazione delle strade vuote, dei lungomari, soprattutto durante la settimana , con poco movimento e movida, dei visi spenti, provati, di gente che perde lavoro, che non lo ha, che fa sacrifici e che ormai non ce la fa più a credere alle promesse dei politici. Alla fine della fiera qualche giornata di sole e qualche piccolo aumento in busta paga non possono farci uscire da un’ empasse che ci sta portando sempre più giù. Non possiamo permetterci di accontentarci di sporadici raggi di sole, in cielo e nello stipendio, ma abbiamo bisogno di una luce piena che ci illumini e ci dia quella forza di reagire e ricominciare, o cominciare per i giovani, a sperare e a vivere.

PILLOLE D’ESTATE Tristi e ironiche verità su questa strana stagione Il sito più visitato Meteo.it : una vera ossessione delle previsioni del tempo considerata la pioggia, protagonista indiscussa della stagione. Il cartello più esposto AFFITTASI … con frasi di convincimento vario: “a prezzi modici, a settimana, in qualsiasi valuta” e cose simili, esempio calzante di come si preferisce restare a casa visti i prezzi e le esigue disponibilità La canzone dell’estate “ il mare d’inverno”… a luglio , però! La casalinga disperata “ preparare pranzo al sacco, borse termiche , acqua fresca e frutta a pezzetti, non ci possiamo permettere il pranzo per tutta la famiglia”. PrimaPagina 48 - Sett. 2014

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Al gioco del rilancio in negozio “signora anche al 50% non acquisto quel pantalone, volevo spenderci di meno.” “signora le posso fare il 60%” “ è ancora troppo, sa non lavoro. Volevo spendere massimo trenta euro” “aggiudicato” Il deserto “la sera piove e fa fresco. Già negli anni scorsi c’era stato un calo di clienti nel mio locale, quest’anno è stato uno sfacelo” Rivisitazioni di abitudini “Trasferirsi al mare, a casa in affitto o in hotel è un’abitudine di quando ero bambina. Quest’anno si cambia tutto: mare solo nel weekend con pranzo al sacco”


Il venditore ambulante di ombrelli Mai fatti affari come quest’anno! Il lavoratore stagionale “ un’altra estate così e sarò il disoccupato stagionale, oltre che disilluso e preoccupato a tempo indeterminato”

Spending rewiew “ disoccupate, ma con la voglia di divertirsi. Abbiamo pensato a un piano di spesa: niente cene, massimo aperitivi cenati, che sono più economici, se il tempo non è pienamente con il sole non si spreca la benzina e recupero di tutti gli abiti nel guardaroba” Il menù rivalutabile “ partito da 25 euro a inizio stagione, arrivato a 15 euro ad agosto: adeguamenti di mercato”

Sanità pubbl

Insieme contr

La serotonina va in vacanza Il sole, si sa è un antidepressivo naturale, ma chi contava su di esso si è dovuto arrendere “ già sono depressa di mio essendo precaria, con questo cielo grigio sono proprio disperata” La tintarella di luna “ quindici giorni di mare, pioggia e fresco e sono tornata più bianca di quando ero partita” I mondiali in Brasile “ L’Italia andò con l’Alitalia ed entrambe tornarono a piedi …le salvi chi può”. Fonte: Asl Teramo

La maledizione del weekend “ durante la settimana non c’è mai stato tantissimo movimento , soprattutto a giugno e luglio, ma ricordarsi di piovere nel weekend è catastrofico per chi come me possiede uno stabilimento!” La vacanza breve Non si rinuncia a cambiare “aria” ma a patto che non ci si abitui troppo a quella nuova, quindi soggiorno breve ed economico…

Selfie –mania o selfie- malattia? Ogni momento si immortala e si condivide in rete… anche quelli più insignificanti e esasperatamente normali. Il senso dell’ospitalità Molto rispolverato in questi ultimi tempi, molto graditi inviti da parte di parenti e amici, ma non superate il terzo giorno, perché le conseguenze sono ben note…

Camera con vista Ebbene sì! è possibile prenotare una stanza d’albergo con pochissimo anticipo e scegliersi quella che più è affine alle nostre necessità, in alcuni casi anche l’intero hotel. Invito – bis, ter, quater, quinquies…. Facebook, twitter, whatsup e sms, la memoria corta non è ammessa, ogni evento è segnalato… come dire repetita juvant Promozioni da supermarket Prendi tre bottiglie al tavolo , hai diritto a una detrazione, organizzi una cena tra amici, sconto comitiva, sei donna entri gratis, sei uomo…anche , di questi tempi! Le ultime parole famose “ Sai mica che tempo fa domani ?”

W i saldi “ ne approfitto in questo periodo, tanto tutte le cose che mi piacevano a inizio stagione le ho ritrovate, contrariamente al passato, a metà del prezzo. Se non è affare questo in tempi di magra”

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on il termine Hub&Spoke è stato definito il progetto della Asl di Teramo che ha lo scopo di creare una rete di riferimento per il paziente affetto da demenza e per la sua famiglia. Il progressivo invecchiamento della popolazione ha portato ad un incremento delle persone che presentano patologie degenerative del cervello, spesso denominate “Alzheimer”. L’Alzheimer, e tutte le forme di demenza ad esso accomunate, rappresentano una sofferenza oltre che per il malato anche per le famiglie che si trovano a dover stravolgere le loro abitudini in risposta al progressivo peggioramento della patologia, fino al punto di dover sacrificare, in casi estremi, il lavoro e gli equilibri familiari. Da alcuni anni nella ASL di Teramo è attiva, all’interno del Dipartimento di Salute Mentale attualmente diretto dalla Dott.ssa Gabriella Rapini, l’Unità Operativa Semplice a valenza dipartimentale “Centro per lo studio dell’Alzheimer” gestito dal Dott. Nicola Serroni, dove si è riscontrato l’enorme peso che l’Alzheimer ha sulle famiglie oltre che sui malati, e per far fronte a questa difficoltà nel Novembre 2011 è sorto il progetto “HUB&SPOKE come rete di riferimento per il paziente affetto da demenza e per la sua famiglia” coordinato dal Dottor Valerio


ica e famiglie

ro l’Alzheimer

BEST PRACTICES

VENTI PICCOLI COMUNI E LA SFIDA DEL TURISMO SOSTENIBILE di Daniele Leone

Profeta coadiuvato dalla Dott.ssa Anna Ceci, le cui finalità sono fornire assistenza e sostegno domiciliare, oltre che ambulatoriale, alle famiglie e ai malati. Ad oggi l’équipe ha preso in carico 680 famiglie con un supporto quasi esclusivamente domiciliare. L’attività del progetto HUB&SPOKE si svolge in quattro ambulatori all’interno dei quattro presidi ospedalieri della nostra provincia e al domicilio del malato. I professionisti del progetto sono Psichiatri, Neurologi, Geriatri, Psicologi, Infermieri, Assistenti Sociali e Fisioterapista che si prendono cura del malato da un punto di vista farmacologico, infermieristico, motorio ed offrono alle famiglie un supporto psicologico e una assistenza sociale, oltre che fornire alle famiglie informazioni su come gestire al meglio il malato. Inoltre l’équipe del progetto svolge dei corsi di formazione rivolti sia al personale medico infermieristico che alle persone che si occupano dell’assistenza di questi soggetti, anche per l’aumento della terapia non farmacologica. Obiettivo del gruppo è quello di incrementare i servizi offerti ai malati e alle loro famiglie incrementando il personale coinvolto e i centri esistenti sul territorio. Nell’ambito del progetto è prevista, infine, l’attivazione di una Residenza Sanitaria Assistita a Colleranesco destinata ai malati di Alzheimer, di circa 45 posti letto.

er troppi anni, le piccole comunità dell’interno, della nostra regione, hanno sofferto l’assenza di una Governance che pensasse allo sviluppo del territorio nel suo insieme, sia dal punto di vista sociale che economico. Con urgenza e senza tentennamenti, oggi, finalmente si è deciso di cambiare rotta, smettendo di rivolgere lo sguardo alle vecchie politiche industriali, ma cercando di ricavare dal territorio quel patrimonio di memoria e identità che possa permettere ai piccoli comuni di programmare un futuro basato

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su un nuovo modello il “Turismo”, che rivaluta il territorio, l’agricoltura, la cultura e la creatività. Investendo in questi settori è possibile far ripartire nuove dinamiche di crescita occupazionale per le aree interne, ma soprattutto porre un argine allo spopolamento. Parlare di Turismo oggi significa affrontare tantissime tematiche con sfaccettature molteplici. Il prodotto turistico del nostro territorio si scompone sulla base delle sue componenti: il patrimonio, inteso come l’insieme dei beni naturali, culturali ed artistici, frutto della storia del nostro paese e principale motivazione del turismo stesso.


Esso è costituito dalla sua posizione geografica e dal suo paesaggio umanizzato, che comprende le bellissime colline, i pregiati uliveti, i boschi, parchi, le mirabili antiche vie della transumanza, le splendide Chiese e i meravigliosi borghi antichi. Poi vi sono le tradizioni che fanno riferimento alla vita quotidiana delle piccole comunità, agli aspetti tipici come le attività artigianali, con i loro prodotti enogastronomici tipici d’eccellenza come l’olio, il vino, le conserve, la ventricina, i formaggi e i piatti tipici. Per ciò che riguarda la categoria delle attrazioni, i piccoli comuni delle aree interne ormai da sempre organizzano, manifestazioni di notevole fascino e importanza storica, e penso alla rievocazione della “Transumanza” etc.. Finalmente, venti comuni della Valle del Trigno, abruzzesi e molisani, hanno deciso che il turismo si deve fare assieme e hanno sottoscritto un protocollo d’intesa denominato “Trigno, Terre Sostenibili”, finalizzato all’attivazione di un processo di Governance e sviluppo turistico sostenibile di queste terre. Il progetto di marketing territoriale porterà alla concretizzazione di un sistema turistico di sviluppo collettivo basato sulla formazione degli operatori, abbinata alla promozione, all’orientamento e all’assistenza dei turisti. E’ previsto il lancio del brand del sistema, un marchio di denominazione d’origine su tutti i prodotti e l’artigianato della vallata. Il “marchio di qualità turistico- territoriale” arricchirà le strutture architettoniche, storiche e archeologiche. Il “sistema “borgo-albergo” promuoverà la ricettività attraverso il recupero di strutture dismesse e restaurate. I pacchetti turistici “Box Val Trigno”, apriranno le porte ad una nuova nicchia di mercato. Finalmente, le aree interne hanno compreso che il turismo è una delle industrie più

grandi del mondo, che genera più del 10.4% del PIL mondiale, ed è destinato a crescere del 4,1% entro il 2020. Inoltre, l’agenda 21 della Conferenza sull’Ambiente e lo Sviluppo di Rio de Janeiro asserisce che il turismo è una delle poche attività economiche capaci di produrre incentivi economici per la preservazione dell’ambiente, rappresentando una potenziale risorsa per l’impiego continuativo di donne e giovani. Questo progetto, dunque, nasce dalla volontà dei Comuni e si basa sulla promozione di un dialogo sociale, un patto di alleanza tra i diversi campanili, finalizzato alla presentazione di un’immagine unica sul mercato turistico, che valorizzi il patrimonio di tutto il territorio e le tipicità ed unicità culturali di ogni campanile, consapevoli che il turismo è una delle possibilità che possa aiutare lo sviluppo economico e culturale di questo territorio, da tempo dimenticato dalla politica.

E’previsto il lancio del brand del sistema, un marchio di denominazione d’origine su tutti i prodotti e l’artigianato della vallata. Il“marchio di qualità turisticoterritoriale” arricchirà le strutture architettoniche, storiche e archeologiche

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LA CEN IDROELE DI VILLA V di Adele Di Feliciantonio

opo un’attesa lunga ben ventotto anni, la Centrale idroelettrica sfruttante le acque del fiumeVomano inaugura la sua attività di approvvigionamento di energia pulita e pone l’attenzione sull’importanza dell’utilizzo di fonti alternative che salvaguardano la salute dei cittadini. L’opera, realizzata dal Consorzio di Bonifica Nord Bacino del Tronto, Tordino e Vomano, attraverso finanziamenti pubblici , è ubicata sulla sponda destra del fiume Vomano nel Comune di Penna S. Andrea ed è stata fortemente voluta dall’ente in quanto genera un elevato valore aggiunto al sistema socioeconomico del territorio. “ Questo progetto risale al 1986 e la mia amministrazione del Consorzio – spiega il Presidente Remo Di Vittorio – la prima eletta democraticamente dopo i vari commissariamenti, l’ha ereditato già appaltato. Con un’unione congiunta di forze l’abbiamo reso possibile e oggi è una realtà, una risorsa che durerà almeno cinquanta anni e porterà una rendita annua stimata in circa 350.000 euro tutto a vantaggio dei consorziati”. Il Consorzio, infatti, grazie ai contributi riscossi, offre una serie di servizi con benefici in termini idraulici, infrastrutturali e di irrigamento e questa nuova opera, non impattante per il territorio, “rappresenta un reddito che va a diminuire l’onere gravante sui consorziati aumentandone però le prestazioni” sottolinea il Presidente. Ma come funzionerà l’impianto? L’ing. Sabatino Falasca, direttore tecnico e progettista dell’opera, spiega che “ la centrale, definita ad acqua fluente, deriva l’acqua dal fiume Vomano per mezzo di un opera di presa sita sullo sbarramento situato all’altezza di Villa Vomano; per mezzo di una condotta questa


NTRALE ETTRICA VOMANO Con un’unione congiunta di forze l’abbiamo reso possibile e oggi è una realtà, una risorsa che durerà... viene portata in centrale per essere turbinata e poi rilasciata sul fiume Vomano. La produzione di energia stimata dalla centrale verrà riutilizzata in parte per il funzionamento delle stazioni di sollevamento delle acque sul sistema irriguo sito a Villa Vomano e in parte ceduta al gestore di rete elettrica nazionale.” L’energia prodotta da questo impianto e dagli altri idroelettrici situati sul fiume Vomano è energia rinnovabile perché “non utilizza combustibili fossili, non inquina, non altera il territorio, non genera immissioni nell’atmosfera di residui come gas o carbone” ed è parte integrante di un grande progetto europeo di spinta all’utilizzo del rinnovabile. Ma perché in Italia che è il paese dell’acqua, del vento e del sole si parla ancora di nucleare e di turbogas? L’ing. Falasca ci chiarisce questo dubbio. Molto favorevole alle energie rinnovabili e all’uso efficiente dell’energia sostiene che “ la sola risorsa del rinnovabile al momento non garantisce con continuità il fabbisogno energetico del nostro sistema socioeconomico, in quanto dette fonti spesso non sono risorse programmabili perché condizionate da variabili indipendenti dal fattore umano, per cui la garanzia della continuità energetica al momento può essere data dall’ uso di fonti tradizionali a combustibili fossili.

passato più di un anno e mezzo da quando i 60 lavoratori del Consorzio di Cooperative Sociali PEGASO di Bisenti (il consorzio che ha in appalto la gestione dei servizi sociali dell’Unione dei Comuni del Medio Vomano) avevano segnalato la situazione drammatica che stavano vivendo. All’epoca esprimevamo tutto il loro disgusto e la loro rabbia per le sei mensilità arretrate che dovevamo ancora percepire, ebbene ad oggi le mensilità sono diventate otto. “È una situazione al limite dell’inverosimile che 60 famiglie continuano a vivere nell’indifferenza di chi ci amministra. Il Consorzio di cui siamo dipendenti ha in appalto la gestione dei servizi sociali dell’Ente, in particolare ci occupiamo di trasporto anziani e disabili, servizio di accompagnamento e trasporto disabili nelle scuole, segretariato sociale, sostegno psico-sociale per minori, assistenza nelle scuole dell’obbligo, servizio domiciliare di assistenza agli anziani. Le nostre Cooperative non vengono pagate, perché l’Unione dei Comuni non le paga e la Regione Abruzzo ha drasticamente tagliato le risorse per il sociale. I trasferimenti dei fondi dalla regione non arrivano, e i pochi che vengono erogati non sono sufficienti per adempiere i pagamenti dovuti, almeno è quello che ci viene riferito. Noi lavoratori non sappiamo la causa di tutto ciò, sappiamo solo che tutti fanno a scaricabarile rimandando la colpa all’organo superiore. Noi lavoratori ci siamo stufati delle continue promesse di questi politicanti locali, la verità è una sola: dobbiamo prendere ancora otto mensilità” così i lavoratori, che (per ovvi motivi anonimi) polemicamente si rivolgono ai politici : “vorremmo solo ricordare le faraoniche promesse elettorali fatte durante la campagna per le Regionali, dove gli amministratori locali andavano per mercati, piazze e qualsiasi altro luogo pubblico con il loro carico di “santini“ o nei comizi elettorali dove si

presentavano come maggiore sostenitore del candidato regionale a promettere questo e quello. Ssarebbe l’ora di richiedere in cambio qualcosa, solo il giusto dovuto a degli onesti lavoratori, che ogni mattina si occupano dei più deboli, indifesi e bisognosi. A tutto ciò si aggiunge che i nostri titolari non sono in grado e/o non vogliono sollecitare l’Ente debitore, non si adoperano nelle sede dovute per richiedere quello che gli spetta per legge, forse per timore chissà che qualche rapporto si possa inclinare. Aggiungiamo anche che il tipo di lavoro che facciamo non ci consente di scioperare poiché sarebbe un’interruzione di pubblico servizio e perseguibile penalmente, inoltre molti di noi hanno l’aggravio di dover anticipare il costo del carburante per raggiungere gli anziani nelle proprie case. A parecchi sono state ridotte le ore settimanali di servizio con l’aggravio della Cassa Integrazione ad ore, che arriva a singhiozzo dopo mesi. I sindacati sono completamente latitanti. Allora noi ci chiediamo, ma se è vero che non ci sono i finanziamenti dalla Regione perché questo servizio continua ad esserci? Come si fanno a far quadrare i conti in bilancio se mancano le entrate? A che titolo l’Unione dei Comuni continua ad appaltare il servizio senza copertura finanziaria?” Ma al di là di tutto ciò, ai lavoratori interessa soprattutto essere pagati per il lavoro che continuano a fare: “come succede nelle aziende private che non si possono permettere assolutamente di avere un arretrato di otto mensilità con i propri dipendenti, perché sarebbero già perseguite dai tribunali”. I lavoratori concludono con un appello:”Non vogliamo nessuna promessa di tipo politico, basta, siamo stufi di chiacchiere dovete pagarci come è nostro diritto sacrosanto. Speriamo solo che questo nostro appello venga preso a cuore da qualcuno che riesca a risolvere la situazione”.

Teramo e il lavoro che non c’è

COOPERATIVA PEGASO: OTTO MESI SENZA STIPENDIO di Gianluca Torrieri

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LA PERIFERIA

TRA EMARGINAZIO di Raffaele Raiola architetto

a “Questione periferia” non si può semplicisticamente associarla alla condizione di “degrado” piuttosto occorre riferirsi ai tanti aspetti della vita sociale che interessano le popolazioni residenti. D’altra parte, sebbene in alcune realtà, come quella teramana, non si può associare il concetto di periferia ad una condizione di degrado, di certo non si può sottacere sulla condizione di “emarginazione” che caratterizza la diversità tra il centro cittadino e le zone periferiche della città. Colleatterrato è certamente uno dei quartieri periferici

di recente insediamento di Edilizia Residenziale Pubblica che rientra in questa ultima categoria, sebbene la stragrande maggioranza delle costruzioni abbia le caratteristiche proprie degli edifici di civile abitazione, di ville e di villette a schiera: una realtà urbana dunque che, nonostante sia indicata come “zona residenziale”, versa in condizione di “emarginazione” se si pensa ad esempio alla quasi totale assenza di attrezzature e di servizi che si registra nel nuovissimo quartiere di Colleatterrato Alto. I ragazzi, sin da quando frequentano le scuole elementari sono costretti tutti i giorni a raggiungere il centro, dove sono concentrate

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ONE E SVILUPPO

le scuole di ogni ordine e grado e una volta cresciuti, incominciano a scoprire che nel centro della città c’è dell’altro, che nel proprio quartiere di residenza non esiste, come pure sanno che da tutto ciò che si trova in centro ti separano i soldi per la benzina o per il biglietto del pullman, che passa ogni mezz’ora. Man mano che si va avanti con gli anni si avverte l’esigenza di aver nel proprio quartiere tutto ciò che si trova in città come ad esempio il cinema, il teatro, i negozi, i bar, i ristoranti, la banche, gli uffici postali e perchè no anche la chiesa parrocchiale, la scuola, l’università, la ferrovia, ecc. L’arch. Renzo PIANO nel corso dell’insediamento al Senato ha individuato nelle periferie una grande potenzialità attribuendo ad esse il ruolo di “città del futuro, quella dove si concentra l’energia umana e quella che lasceremo in eredità ai nostri figli” e per questo ha auspicato una gigantesca opera di rammendo. Renzo PIANO suggerisce di non distruggere ma di trasformare le attuali periferie in quanto “la città giusta è quella in cui si dorme, si lavora, si studia, ci si diverte,

si fa la spesa”. “Se si devono costruire nuovi ospedali, meglio farli in periferia, e così per le sale da concerto, i teatri, i musei o le università.” Suggerisce inoltre di ” Costruire dei luoghi per la gente, dei punti d’incontro, dove si condividono i valori, dove si celebra un rito che si chiama urbanità.” Una politica a favore dello sviluppo della periferia

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consentirebbe inoltre di non distruggere i Centri storici. In tal senso va il monito del Sen. PIANO quando sostiene: “Dobbiamo smetterla di scavare parcheggi. Penso che le città del futuro debbano liberarsi dai giganteschi silos e dai tunnel che portano auto, e sforzarsi di puntare sul trasporto pubblico.“


CONTRIBUENTI E NEW AUSTERITY

“Diamoci la mano” opo una serie infinita di difficoltà, costellata, neanche tanto sporadicamente da gesti estremi di contribuenti disperati, Equitalia, già Matrigna, devota solo al recupero dei crediti e alle rigide regole, prova a rivestire un ruolo più a misura di contribuente. Un contribuente asfissiato non solo dalle tasse ma dal sopravvivere quotidiano in tempi di austerity. Dopo l’accordo di Equitalia appunto, con varie associazioni di con-

LA CARTELLA NON DEVE ESSERE PAGATA?

a cura di Daniela Palantrani

OMNIBUS

ADICONSUM & EQUITALIA:

sumatori del nord, anche in Abruzzo viene siglato un protocollo di intesa volto a semplificare i rapporti tra contribuente e società di recupero crediti. Facilitata anche la compensazione nel caso di crediti vantati nei confronti con la pubblica amministrazione, oggi compensabili. Illustriamo alcuni passi fondamentali dei nuovi servizi messi a disposizione ma nessuno si illuda: sarà più semplice comunicare, compensare o chiedere rateizzazioni , ma si dovrà comunque pagare!

QUANDO

COME

Puoi chiedere direttamente ai nostri uffici la sospensione della riscossione degli importi contenuti in una cartella o in ogni altro documento notificato da Equitalia quando, ad esempio, hai già pagato l’importo richiesto o sei in possesso di una sentenza che ti ha dato ragione o di uno sgravio dell’ente creditore. La sospensione può essere richiesta in presenza di qualsiasi causa che rende non esigibile il credito da parte dell’ente pubblico creditore. La domanda va presentata entro 90 giorni da quando Equitalia ti ha notificato la cartella o il primo atto di riscossione.

È sufficiente presentare un semplice modulo, che trovi allo sportello o sul sito www.gruppoequitalia.it, e spiegare i motivi per cui non devi pagare. Alla richiesta vanno allegati un documento di riconoscimento e tutta la documentazione in tuo possesso, ad esempio la ricevuta che attesta il pagamento già avvenuto, il provvedimento di sgravio o la sentenza a te favorevole.

DOVE

STOP ALLA RISCOSSIONE

Se non puoi andare allo sportello di Equitalia per presentare la domanda, non ti devi preoccupare. Puoi fare tutto online con il servizio “Sospendere la riscossione” sul sito internet di Equitalia. In alternativa puoi inviare la richiesta con raccomandata a/r ai recapiti che trovi indicati nella cartella oppure inviando un fax o una email ai recapiti che trovi nel modulo.

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Ricevuta la domanda completa di tutta la documentazione, Equitalia sospende immediatamente l’attività di riscossione e chiede una verifica all’ente creditore. Se la documentazione che hai presentato è incompleta, Equitalia ti chiederà le integrazioni necessarie. Se entro 220 giorni non riceverai alcuna risposta dall’ente creditore, le somme richieste non saranno più dovute.


Un canale diretto per migliorare l’assistenza ai cittadini di Vincenzo Zangardi Presidente Adiconsum Abruzzo

direzione regionale Abruzzo di Equitalia, , prevede l’attivazione di un canale dedicato a cui si potrà accedere dal sito www.gruppoequitalia.it. Uno sportello che consentirà ai contribuenti di richiedere estratti o copie di notifiche, maggiori informazioni su ipoteche o fermo amministrativo, con la possibilità di presentare anche la loro cancellazione. Inoltre i cittadini potranno, attraverso esperti messi a disposizione dall’Ente e dall’Associazione, effettuare richieste di sospensione di pagamenti di cartelle o avvisi, come previsto dalla Legge di Stabilità 2013, secondo cui Equitalia dispone la sospensione immediata dell’attività di riscossione qualora il cittadino presenti una specifica dichiarazione. Per coloro che non hanno la possibilità di accedere al sito di Equitalia o hanno situazioni complesse, possono recarsi presso le sedi Adiconsum Territoriali di L’Aquila, Pescara,Teramo e Chieti, per ricevere assistenza nella gestione delle pratiche fiscali. L’accordo inaugura una fase nuova che mira a consolidare la collaborazione e il dialogo con i cittadini e garantisce chiarezza, trasparenza e più efficienza nei rapporti che fino ad ora sono stati impostati sul sospetto e sulla mancata fiducia nell’Ente di riscossione.

OMNIBUS

li italiani devono versare 475 miliardi di tasse. Una riscossione che avviene tramite Equitalia, l’unico ente a cui è stato affidato il compito di recuperare 334 mld da accertamenti e 132 mld dalla liquidazione delle dichiarazioni fiscali. Il numero di persone che non riescono a sostenere o a effettuare, nei termini previsti, i versamenti delle imposte dovute è in continuo aumento, anche a causa delle forti difficoltà economiche ed occupazionali. La crisi ha messo in ginocchio moltissime famiglie, riducendo il loro reddito disponibile e la loro capacità di far fronte ai pagamenti. Ma Equitalia Centro, il concessionario dello Stato in Abruzzo, smette il ruolo di esattore e cambia rotta avvicinandosi di più ai cittadini, grazie alla collaborazione con l’Associazione Adiconsum. Dal mese di luglio pensionati e lavoratori di tutto l’Abruzzo potranno rivolgersi all’Associazione a difesa dei consumatori per ricevere informazioni e assistenza mirata su problemi fiscali. L’obiettivo di Equitalia è quello di migliorare e semplificare il rapporto con i contribuenti mettendo a disposizione referenti territoriali e uno sportello telematico. L’intesa, siglata da Adiconsum Abruzzo e dalla

CONTRIBUENTI E NEW AUSTERITY

INTESA TRA EQUITALIA CENTRO E ADICONSUM ABRUZZO

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FocusON TERCAS, ULTIMO ATTO?

a data che segna la fine della saga Tercas è il 29 luglio 2014. Nell’Aula magna dell’Università di Teramo si compie (forse) l’ultimo atto di una vicenda che ha profondamente segnato la nostra città. Nata nel 1939 dalla fusione delle Casse di Nereto e Atri, in 40 anni la Tercas diventa il decimo istituto italiano tra le banche di media grandezza, “la più grande tra le piccole”, citava uno spot. La storia della Cassa di Risparmio di Teramo, poi BancaTercas, è la storia di un’attrice indiscussa dell’economia del territorio: la “banca che cresce con te” è stato uno slogan di riferimento per anni e per tutti gli operatori economici e non della città e non solo, riuscendo perfino ad oltrepassarne i confini con le innumerevoli sedi sparse in tutto il centro-nord. Il declino inizia già prima della Crisi, la “madre di tutte le sciagure” che affliggono i settori finanziari ed economici. Vengono a galla una serie di incongruenze derivate soprattutto dalle politiche di gestione di super- managers le cui posizioni non sono ancora state ben definite dalla magistratura. L’intervento della Banca d’Italia e il commissariamento dell’Istituto sollevano il velo su una situazione deficitaria disastrosa: la grave esposizione, nei confronti della Banca Centrale Europea è di 665 milioni di euro ed ha alimentato il rischio di liquidazione per ben due volte, a ottobre 2013 e a fine giugno 2014.

a cura di Mira Carpineta & Daniela Palantrani le immagini usate all’interno del Focus sono tratte dalla serie televisiva “Breaking Bad”, di Vince Gilligan, 2008

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L’ASSEMBLEA l 29 luglio 2014 l’assemblea degli azionisti si apre in un’atmosfera molto tesa. L’Aula magna dell’Università è letteralmente blindata dalla presenza di numerosi poliziotti e agenti Digos nonché vigilanti privati. Così pure gli interventi, fissati in una rigida scaletta: un solo intervento al termine delle relazioni e per tre minuti di tempo, cronometrati. La relazione di Riccardo Sora si sofferma sulla gravità della situazione che si è trovato a gestire, soprattutto sulle prospettive di liquidazione, peraltro sfiorate in un paio di occasioni, che avrebbero lasciato sul campo un numero di vittime maggiore: oltre agli azionisti anche i dipendenti. L’assemblea rumoreggia, più volte viene ripetuto a gran voce “vergogna, vergogna”, è

la rabbia dei piccoli azionisti che a fatica si cerca di contenere con l’imponenza della vigilanza. Una rabbia che sfocia nell’amarezza di chi sa di aver perso i risparmi di una vita, le liquidazioni di pensionamento, i progetti per i figli.

un solo intervento al termine delle relazioni e per tre minuti di tempo, cronometrati

«L’assemblea rumoreggia, più volte viene ripetuto a gran voce “vergogna, vergogna”, è la rabbia dei piccoli azionisti che a fatica si cerca di contenere con l’imponenza della vigilanza»

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IL COMM iccardo Sora apre l’assemblea degli azionisti con una frase inquietante e tristemente veritiera: “io faccio autopsie”. E trattandosi di un epilogo non può essere, ahinoi, più calzante. La relazione del Commissario nominato dalla Banca d’Italia è molto cruda. L’Istituto ha sfiorato pericolosamente la liquidazione coatta in un paio di occasioni, a ottobre 2013 e giugno 2014, prima della tanto sospirata ricapitalizzazione a cui partecipa il Fondo interbancario di garanzia senza il quale la Banca Popolare di Bari era pronta a tirarsi indietro. Per il commissario quindi o si approva la sottoscrizione del capitale sociale da parte di Bpop Bari


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MISSARIO o si fallisce e così alle ore 13,30 del 29 luglio 2014 dichiara “approvata la delibera proposta con la maggioranza dei voti presenti rappresentati soprattutto dalla Fondazione Tercas che ne detiene le quote”.

Per il commissario quindi o si approva la sottoscrizione del capitale sociale da parte di Bpop Bari o si fallisce e così alle ore 13,30 del 29 luglio 2014 ...

LA FONDAZIONE on il primo degli interventi, quello del presidente della Fondazione Tercas, Mario Nuzzo arriva la “doccia gelata”. Nuzzo parla della chiusura di una “fase molto critica, con momenti di eccezionale pericolo” scongiurata grazie alla paziente opera del commissario Sora che in 27 mesi ha portato a termine un’operazione estremamente complicata. “Deve prevalere il buonsenso e lasciare da parte le emozioni, nonostante l’amarezza. – dichiara Nuzzo consapevole di aver votato anche la fine del ruolo della Fondazione nella nuova banca - ma era assolutamente necessario contenere il danno per assicurare alla banca la possibilità di una ripresa

sul territorio. La Fondazione farà la Fondazione anche senza partecipare alla vita della nuova banca”.

Deve prevalere il buonsenso e lasciare da parte le emozioni, nonostante l’amarezza, ma era assolutamente necessario contenere il danno...

«Fase molto critica, con momenti di eccezionale pericolo” scongiurata grazie alla paziente opera del commissario Sora che in 27 mesi ha portato a termine un’operazione estremamente complicata»

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GLI AZIONISTI «Dov’erano il Cda, i revisori e i sindaci, quando dovevano controllare i bilanci della banca? Una mucca da mungere, questa è stata la Tercas negli ultimi anni e molti si sono girati dall’altra parte»

ergogna! Vergogna! Oggi muore anche la politica teramana che non è riuscita a salvaguardare il patrimonio economico della nostra provincia, né la finanza teramana!” Così alcuni rappresentanti degli azionisti che hanno avuto l’opportunità di intervenire, come l’ing. Berardino Ciampana, che ha stigmatizzato la mancanza di vigilanza degli organi di controllo, responsabili di “non aver vigilato per evitare ciò che poi è successo. Dov’erano il Cda, i revisori e i sindaci – insiste Ciampana - quando dovevano controllare i bilanci della banca? Una mucca da mungere, questa è stata la Tercas negli ultimi anni e molti si sono girati dall’altra parte. “ Sullo stesso accorato tono l’intervento dell’ex direttore generale Berardo Vallarola “Eravamo una banca florida, tra le prime in Italia, e certo il fallimento sarebbe stato peggio, ma se toglieranno anche la nostra insegna per metterci quella della popolare di Bari saremmo alla follia”. Alta tensione

anche per il durissimo intervento di Ugo Colombo del Credito Valtellinese, socio Tercas all’8,11% che ha ricordato come il suo Istituto “abbia perso 50 milioni di euro”, alimentando anche dei dubbi sull’ipotizzato rientro della Fondazione nel nuovo capitale azionario che “ fa pensare all’esistenza di un patto parasociale”. Ipotesi però categoricamente smentita dal commissario Sora.

Eravamo una banca florida, tra le prime in Italia, e certo il fallimento sarebbe stato peggio, ma se toglieranno anche la nostra insegna per metterci quella della popolare di Bari saremmo alla follia

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FEDERCONSUMATORI «Un delitto (in termini sostanziali e non formali) nei confronti di centinaia e centinaia di risparmiatori che avevano investito i propri risparmi nelle azioni dell’Istituto»

risparmiatori e piccoli azionisti Tercas si ritrovano così ad essere i soli ad aver perso tutti i loro investimenti senza neanche la possibilità di intervenire sull’accordo approvato in assemblea. Il piano del commissario Riccardo Sora ha di fatto azzerato il valore dei titoli che possiedono e loro hanno reagito alzando la voce. La forte presenza delle forze di Polizia e della vigilanza privata ha garantito che la loro rabbia, sebbene espressa, non trascendesse. Federconsumatori intanto chiede fin da subito alla Banca Popolare di Bari “l’opportunità di un tavolo negoziale con le associazioni dei consumatori per la ricerca di soluzioni ai contenziosi che stanno partendo a tutela di 260 piccoli azionisti Tercas associati. Federconsumatori Abruzzo – si legge in una nota- prende atto dell’esito scontato dell’odierna assemblea dei soci. Un delitto (in termini sostanziali e non formali) nei confronti di centinaia e centinaia di risparmiatori che avevano investito i propri risparmi nelle azioni dell’Istituto”. Federconsumatori sebbene presente, non

ha potuto prendere la parola all’assemblea, ma torna a denunciare “ la mancata trasparenza sulle modalità con le quali, nel periodo 2006-2011, è stato effettuato il collocamento dei titoli azionari ritenendo non sufficientemente rigorosa l’indagine commissariale sui casi oggetto del procedimento sanzionatorio attivato dalla Consob nel 2013”. L’associazione porterà così, avanti le azioni di tutela già avviate : “nei primi 76 casi esaminati dai nostri consulenti, in ben 68 casi (oltre 89 %) si registrano irregolarità e criticità che suggeriscono l’attivazione di azioni giudiziarie, basate sulle norme che tutelano i risparmiatori nei mercati azionari. Nessuno dimentichi che quelle centinaia di piccoli azionisti sono la migliore clientela storica della Banca – si legge a conclusione della nota di Federconsumatori -e che un lungo conflitto potrebbe produrre danni notevoli ad un istituto che, invece, speriamo possa tornare ad essere un punto di riferimento essenziale per le famiglie, le imprese, l’intero territorio abruzzese”.

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UN PO’ DI NUMERI

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665 milioni di euro il deficit emerso dalla relazione di commissariamento

230 milioni il valore delle azioni acquistate (al prezzo simbolico di un euro) dalla Banca Popolare di Bari per sottoscrivere per intero l’aumento di capitale sociale.

32,5 milioni equivalente al 65% delle azioni, detenute dalla Fondazione Tercas 88 soci con diritto di voto presenti in assemblea

30 favorevoli (oltre la Fondazione) 31 astenuti 26 contrari (per un controvalore di 4,5 milioni di euro)

260 i piccoli azionisti Tercas associati che hanno perduto i loro titoli e che attiveranno una classaction


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I SINDACAT a vicenda TERCAS reclama chiarezza, ma soprattutto come dichiara Claudio Bellini, segretario e portavoce del sindacato Fiba Cisl Abruzzo, “si è fatto molto rumore su questa vicenda.” L’Assemblea convocata dal Commissario aveva all’ ordine del giorno la ricapitalizzazione con passaggio di quote da Fondazione Tercas a B.Pop. di Bari, come poi è stato deliberato. Parlare di esuberi è decisamente prematuro e alcuni organi di informazione ne hanno parlato a sproposito, Ritengo invece che la BP Bari sarà molto più attenta al territorio rispetto a banche più grandi, perché non vi è sovrapposizione di sportelli dal momento che la banca in argomento non era presente sul territorio. Contrattualmente e dal punto di vista

sindacale ci sono tutti gli strumenti per gestire eventuali esuberi. Sicuramente ci sarà un riposizionamento del personale dalla sede Centrale e Direzione Generale verso la rete territoriale”. Quindi sembra di capire che l’approccio è positivo? “Era l’unico approccio possibile. L’alternativa era la messa in liquidazione della Banca Tercas. – continua Bellini- Infatti, presumo incautamente, la ex candidata sindaco di Teramo avv. Manola Di Pasquale

«Era l’unico approccio possibile. L’alternativa era la messa in liquidazione della Banca Tercas. Infatti, presumo incautamente, la ex candidata sindaco di Teramo avv. Manola Di Pasquale avrebbe dichiarato che meglio sarebbe stata la liquidazione coatta.»

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avrebbe dichiarato che meglio sarebbe stata la liquidazione coatta. Probabilmente senza rendersi conto della portata dell’argomento. In caso di liquidazione si sarebbero dovuti ‘mandare a casa’ circa 1.200 dipendenti, di contro con il passaggio alla Popolare di Bari ci saranno solo un centinaio di ricollocazioni. E’ vero che si perde la proprietà della banca che passa a Bari, ma resterà comunque sul territorio, o almeno si spera, ma ripeto abbiamo motivo


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I: FIBA CISL di pensare che la B.P. Bari abbia interesse a rimanere sul territorio, non essendoci sovrapposizioni. Eventuali esuberi potranno essere gestiti perché esistono gli strumenti contrattuali, ma è tutto rimandato e demandato ad un piano industriale che dovrà essere elaborato e proposto dalla nuova proprietà. Considerando però le criticità del momento e che tutte le maggiori banche hanno chiuso i bilanci in perdita e con poca disponibilità di liquidità, l’ipotesi attuata era

la migliore. Parlando con schiettezza non c’era la fila di banche pronte a rilevare la Tercas! ”. Rimane la questione dei piccoli azionisti che si apprestano a chiedere assistenza alle associazioni dei consumatori. “Diciamo che ci sono posizioni che meritano attenzione, ci sono state delle denunce in merito a investimenti azionari e obbligazionari che sono al vaglio della magistratura, con azioni di rivalsa nei confronti dei responsabili e che

seguiranno la propria strada. E’ un’altra questione. Sul problema dei consumatori è chiaro che a nessuno piace veder sparire i propri risparmi ma anche qui bisognerà distinguere tra chi fa investimento e chi fa risparmio. Il risparmiatore di solito opta per prodotti certi, BOT, CCT e pronti contro termine. Gli investitori comprano anche azioni, ma sanno i rischi che corrono acquistando titoli che per loro natura non hanno valore certo. Quando sento dire che tutti i risparmi sono stati investiti in azioni mi chiedo se si sa cosa si sta facendo. E’ comprensibile lo stato d’animo di chi ha perso i soldi ma abbiamo, anche a livello nazionale, esempi quali PARMALAT che non necessitano di ulteriori parole. Poi per ogni caso specifico – conclude Bellini - si pronuncerà la magistratura e verificherà se ci sono stati illeciti”.

«Diciamo che ci sono posizioni che meritano attenzione, ci sono state delle denunce in merito a investimenti azionari e obbligazionari che sono al vaglio della magistratura, con azioni di rivalsa nei confronti dei responsabili e che seguiranno la propria strada»

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IL DUBBIO osì è se vi pare, potremmo dire parafrasando il titolo di un’opera di Shakespeare, ma la conclusione del commissariamento se da un lato definisce una, seppur dolorosa, soluzione, dall’altra non spegne i dubbi e le domande che soprattutto tra chi ha perso tutto, rimangono a sostenere la rabbia dell’impotenza. Come hanno fatto a sparire più di 600 milioni di euro? La politica poteva fare di più? Questo si chiedono le centinaia di famiglie che hanno

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visto azzerati i propri risparmi. Perché chi doveva vigilare non lo ha fatto? Qualcuno pagherà per questo? La politica poi, ancora una volta ha mostrato la debolezza e l’incapacità di gestire il dramma collettivo, la mancanza di idee e di proposte conciliative. Un’assenza che molti hanno constatato e contestato anche se la sola risposta è venuta dal sindaco di Teramo che non ha potuto che prendere atto, con rammarico, della complessità ed estrema difficoltà dell’affair Tercas.

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IN CERCA

di “selfie” di Daniele La Licata psicologo-psicoterapeuta

iorni fa, con un po’ di ritardo, ho fatto una scoperta: la parola dell’anno 2013 secondo l’autorevole Oxford dictionary risulta essere il termine “selfie”. La definizione che il dizionario ci offre risulta essere: “una fotografia che si scatta a sé stessi, in genere con uno smartphone o una webcam e che viene caricata su un social media”. Non sono un linguista, ma da psicoanalista ritengo che, tornare alle origini di qualcosa può portare ad interessanti significati, per

questo ho deciso di cimentarmi in una ricerca etimologica di questo termine. Ho così eletto internet come fonte più attendibile trovando che “selfie” sembra essere composto dal prefisso inglese self (se stesso) e un poco precisato suffisso “ie”. Non soddisfatto ho consultato il Wiktionary (il dizionario dell’enciclopedia libera Wikipedia) giungendo a sapere che “ie” può essere usato come diminutivo affettuoso di “y”, suffisso che gli inglesi utilizzano per specificare “la qualità di”. Per fare un esempio: aggiungendo a “mess” (pasticcio, disordine)

il famoso “selfie” della Notte degli Oscar 2014

Cos’è l’Emotusologia e cosa fa l’Emotusologo

LEGGERE (E INTERPRETARE) LE EMOZIONI di Arturo Di Cera

a vita di ognuno di noi è pervasa da episodi emozionali e le emozioni che ci accompagnano in ogni momento della nostra vita sono un modo per interfacciarci al prossimo e a noi stessi. Le emozioni sono, infatti, risposte adattive a particolari contesti ed eventi rilevanti e possono essere indotte o autoindotte influenzando le attività del nostro organismo indipendentemente dal controllo della nostra volontà. Le sei emozioni primarie: rabbia, paura, felicità, tristezza, sorpresa, disgusto, posseggono funzioni di comunicazione. Attraverso esse possiamo segnalare all’esterno le nostre intenzioni, sia volontariamente

che involontariamente. Esiste, quindi, un lessico emotivo che permette di dare un nome alle esperienze emotive e che permette di comunicarle all’esterno facendo in modo che siano riconosciute. Una emozione letta sul volto di un amico ci invia un messaggio in una lingua che conosciamo e condividiamo. Un segnale di tristezza sul suo volto ci induce a pensare che abbia bisogno di un aiuto; la felicità a qualcosa che vorrebbe condividere con noi (A. Di Cera 2011). Asserito definitivamente che comunichiamo anche attraverso le emozioni, comprendiamo come necessariamente i segnali emotivi indichino una via breve nel nascere delle transazioni tra membri della stessa specie.

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Un colpo d’occhio diventa sufficiente a valutare chi esibisce una determinata emozione e se sarà il caso di relazionarsi in un modo piuttosto che in un altro. Possiamo essere influenzati dalla lettura delle emozioni sui tratti del volto dei nostri interlocutori e di conseguenza possiamo affermare che la loro manifestazione possa servire a influenzare il comportamento nell’altro. Ma la decodifica non sempre è così semplice. L’emotusologia è quella disciplina che permette l’analisi, codifica e decodifica delle espressioni delle emozioni sui tratti del volto, del corpo, dello sguardo, e degli aspetti non verbali del parlato, cioè gli elementi paraverbali e paralinguistici che costituiscono il completamento


tale suffisso otteniamo “messy” che significa pasticcione, disordinato. Approdo così ad una mia prima importante riflessione: “ie” rappresenterebbe un ulteriore rafforzativo di “se stesso” e della propria immagine, tradotto letteralmente “ciò che ha la qualità di se stesso”. Provo adesso ad abbozzare una mia definizione di “selfie”: immagine (rappresentazione) che abbia le qualità di se stessi

Queste riflessioni mi portano a pensare che“selfie”si inserisca in una azione narcisistica finalizzata alla “pubblicizzazione” allargata di sé al fine di condividerla con utenti della rete e provocare in loro commenti ed emozioni. Non dimentichiamoci che, all’autoscatto, fa seguito la immediata pubblicazione della foto sui vari social network. Queste riflessioni mi portano a pensare che

di ogni elemento verbale di una interazione o comunque di una espressione verbale o non verbale anche in assenza di interlocutori. L’emotusologo è quindi un analista del comportamento emozionale del volto che indaga il soggetto eseguendo questa analisi sia attraverso l’osservazione diretta durante una transazione interpersonale faccia a faccia, sia essa un interrogatorio o una intervista o una qualsiasi interazione comunicazionale anche non accompagnata da dialogo, sia osservando filmati oppure effettuando riprese e analizzandole in un secondo momento, sia esaminando materiale fotografico al fine di soddisfare richieste di tipo professionale o privato per orientare, sostenere e sviluppare le potenzialità dell’esaminato e per individuarne e promuovere atteggiamenti positivi. Il tutto senza alcun fattore di stress o di aggravamento delle situazioni di vulnerabilità che possono trovarsi spesso nell’analisi delle transazioni tra minori e famiglia o con il sistema sociale. Gli ambiti applicativi in cui può essere utile la consulenza di un Analista Emotusologo sono innumerevoli. I più richiesti: nel settore sicurezza (individuazione situazioni a rischio potenziale, interrogatori, antiterrorismo), consulenza investigativa, peritale, giuridica; consulenza aziendale (negoziazione, trattativa,

persuasione, relazioni con il pubblico), consulenza forense (perizie nelle cause penali), ambito comunitario (scolastico, religioso, interculturale, sportivo, assistenziale); ambito privato (individuale, di coppia, familiare, di gruppo). La sua attività comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito. Quella dell’Analista del

L’emotusologo è quindi un analista del comportamento emozionale del volto comportamento emozionale del volto – Emotusologo è una professione orientata all’analisi e al miglioramento delle relazioni interpersonali dell’individuo; in altri paesi, come gli Stati Uniti, è presente da molti anni ed è emergente in Italia. Consiste in una serie di conoscenze tecniche e abilità finalizzati all’analisi del comportamento emozionale e, in questo senso, permette un agire professionale e consapevole di attitudini implicite e connaturate nella natura umana. L’Analista del comportamenPrimaPagina 48 - Sett. 2014

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“selfie” si inserisca in una azione narcisistica finalizzata alla “pubblicizzazione” allargata di sé. Massimo Recalcati (2013) in un interessante, quanto critico, articolo (Repubblica 28-12-2013 “L’ansia di riempire il vuoto interiore”) ha sottolineato quanto “dietro questo fenomeno si nasconda un rischio: il sentimento di non avere una personalità vera” cercando “nell’apparire la forma della nostra esistenza”. L’autore sostiene che nel “selfie” possa nascondersi una personalità narcisistica tanto in cerca di una propria identità, quanto bisognosa di continue gratificazioni ed affermazioni. Non si fotografa più il mondo, ma questo diventa lo sfondo di se stessi. Credo che ogni situazione vada esaminata singolarmente; certamente il “selfie” non è da solo un “sintomo narcisistico”, tuttavia ritengo che il dilagare di questo comportamento potrebbe dare il segnale di una società in “cerca di se stessa” e per questo bisognosa di autoaffermazioni e riconoscimenti. Lascio al lettore successive ed ulteriori riflessioni su questo diffuso e giovane termine.

to emozionale è preparato per far ricorso in modo sistematico a diverse competenze tecniche. La peculiarità di tale professione è quella di essere efficace e rispondente alle necessità dell’analisi del comportamento emozionale nei vari contesti sociali. Diventa quindi una vera necessità quella di conoscere e controllare il linguaggio non verbale emozionale in una società attenta e preparata al fine di proporsi in modo migliore oppure per comprendere più profondamente chi abbiamo di fronte nelle più svariate occasioni: dai colloqui di lavoro alle relazioni amicali, dalle interviste agli interrogatori, da quelle relazioni che sono sul nascere a quelle che sono già consolidate. L’emotusologo permette di mettere in evidenza i gesti, la prossemica, il comportamento emozionale, spaziale e l’uso del tempo della comunicazione oltre al modo in cui diventano elementi dei quali si sente la necessità di possederli al fine di arricchire e perfezionare i nostri atteggiamenti e comportamenti e modificare quelli dei nostri interlocutori giungendo ad un perfezionamento del messaggio che si vuole interpretare o inviare, proprio in ragione della moltiplicazione degli ambienti comunicativi sempre più labirintici e discontinui e delle distorsioni che spesso timbrano l’area delle relazioni.


LA “RAGAZZA DEGLI ANNI ‘60”

è cresciuta Grazia Scuccimarra: il percorso di un’artista “sempre dalla parte sbagliata” e “ferocemente” innamorata della sua città

di Adele Di Feliciantonio

rtista eclettica, scrittrice, attrice e regista teatrale, ma soprattutto una persona straordinaria, schietta, diretta, affascinante, che conosce i giovani e sa comprendere i loro tormenti, che non si fa inghiottire dai luoghi comuni e dai meccanismi del politically correct Grazia Scuccimarra , ponendosi sempre “dalla parte sbagliata” in un mondo di schemi ed etichette, è dotata di una forza contagiosa che ti travolge con la sua intelligenza arguta e il suo modo di fare unico. Incontrarla e spaziare tra vari argomenti , dalla politica alla sua teramanità, passando per l’universo giovanile che tanto difende, è stata un’esperienza unica. Chi è l’artista Grazia Scuccimarra? Non mi ritengo un’ intrattenitrice, ma una monologante presuntuosa consapevole di ciò, che si sforza di non offendere l’intelligenza altrui. Sul palco parla a dei manichini… Nasco monologhista e quindi senza interlocutori sul palcoscenico, ma al manichino gli do sempre un ruolo di turno: amico, politico, studente e così via e gliela canto e suono e mi fa anche molto comodo perché resta ad ascoltarmi immobile. Lei rifiuta essere definita ironica, ma preferisce indignata. Cosa la fa veramente arrabbiare? Non è esattamente così; l’ironia è una delle

caratteristiche del mio modo di essere che uso preferibilmente. Tuttavia ironia e autoironia possono diventare, a lungo andare, strumenti che si ritorcono contro la società. Io ne rifiuto l’uso sbagliato che va a discapito dell’indignazione e reazione che dovrebbero esserci di fronte a certi fenomeni sociali. Purtroppo l’ironia, oggi, viene utilizzata male e per fini intellettuali disonesti. Ciò che invece maggiormente mi irrita è l’assecondare l’andazzo della vita nella nostra società, adagiandosi sul dejavù senza avere la forza di essere altro. Questo mi provoca una vera e propria ira metaforica. Nello spettacolo “ Noi ragazze degli anni ‘60” cita “ Il pastore errante “ di Leopardi che “si perdeva ogni sera”. La nostra società è come il pastore che nel buio dello smarrimento dei valori, ha perso la strada giusta? A differenza del pastore leopardiano imbocchiamo volontariamente la strada sbagliata. Oggi è molto più chiara la differenza tra ciò che è giusto e ciò che non lo è. Per questo, dinanzi a una classe politica allo sbando, la responsabilità dei cittadini che hanno deciso di errare e perseverare, negando l’evidenza, è doppia. Noi giovani siamo definiti una generazione di ignavi. Ma davvero non riusciamo a reagire o siamo prigionieri di una gabbia dalla quale non riusciamo a liberarci?

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l’attrice Grazia Scuccimarra


I giovani sono una materia prima da forgiare.Chi mette la mano su di loro lascia un segno. Sono oro vivo che noi grandi possiamo plasmare in un gioiello o in un sacco di rifiuti...

I giovani sono una materia prima da forgiare. Chi mette la mano su di loro lascia un segno. Sono oro vivo che noi grandi possiamo plasmare in un gioiello o in un sacco di rifiuti. Naturalmente non devono crogiolarsi su loro stessi e non devono usare la responsabilità altrui come paravento. “Bella dentro… fuori non ce l’ho fatta”; quanto conta, in un mondo di apparenze, essere belli dentro? Conta principalmente per sé stessi perché si vive con sé stessi e non si fugge da quel che si è. Se poi gli altri non vogliono accorgersi di quel che siamo, pazienza! Nella vita andiamo alla ricerca disperata di compagnia non accettando che siamo soli; solo questa consapevolezza ci porta a valorizzare la presenza altrui e vivere autonomamente e serenamente

invidie e ostacoli? Essere dirompente è dire quel che pensi, essere chiari, precisi, dare all’interlocutore l’impressione di avere davanti un vero antagonista. Questo crea molti ostacoli. Io sono stata sempre stimata e anche applaudita dai miei “nemici”, ma poi si guardano bene dal coinvolgermi in iniziative varie. Infatti ho cercato di raggiungere gli obiettivi con le mie forze coniugando la mia vita di insegnante, di mamma e di nonna. Quanto la città di Teramo merita un teatro adeguato? Sono aderente all’iniziativa “noi vogliamo il teatro Comunale risorto dov’ era”. Il mio sogno è che venga abbattuto l’orrore che c’è oggi e che venga ricostruito il teatro com’era in origine come è stato fatto in tante altre città.

Per sopravvivere in una società di “ gente che ce la fa e non che non ce la fa” bisogna essere o avere? Bisogna essere, anche se la società ci dice che bisogna avere. Fortunatamente stanno riaffiorando principi e valori del passato che mi auguro ci salveranno. Questo ciclo del “si può fare tutto” si sta chiudendo per tornare a una dimensione più umana, reale. Da oggi in poi credo in un’umanità migliore che riscopre i valori “buttati” trenta anni fa e li riscopre con la consapevolezza di ciò che si sta facendo. Lei non ha mai chiesto niente per educazione e non per presunzione. E’ sempre stata libera da tutto e tutti; esiste la libertà o è l’illusione di essa che ci rende schiavi? La libertà esiste nella misura in cui noi crediamo di essere liberi; non è qualcosa che qualcuno ci deve concedere, ma un modo di sentire, di essere e dovrebbe essere dilagante. Invece siamo in un mondo di schiavi, di cortigiani. Anche questa d’altronde è una scelta, ma decisamente negativa. Non si è disposti, ahimè, a pagare di persona per la propria libertà, a fare sacrifici e rinunce, a “metterci la faccia”. Essere dirompenti pone al centro di

Qual è il ricordo più bello che ha della sua città natale? Ho tanti, troppi ricordi di Teramo. Sono legata alla mia terra, la amo “ferocemente”, le sue vie, i suoi scorci, tutto. L’ho lasciata con dolore , ma è come se non ci fosse stata mai separazione perchè di essa non ho abbandonato niente… le vecchie abitudini, come le lunghe passeggiate, le vecchie relazioni. Sono orgogliosa di essere teramana.

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Nella vita andiamo alla ricerca disperata di compagnia non accettando che siamo soli; solo questa consapevolezza ci porta a valorizzare la presenza altrui e vivere autonomamente e serenamente


ituata ai piedi del Gran Sasso d’Italia, nel cuore della Valle Siciliana, la sua storia, antichissima e prestigiosa, ha visto il dominio di tre potenti famiglie feudali: dei Pagliara, degli Orsini e degli Alarçon-Mendoza. I Pagliara, della stirpe dei Conti dei Marsi (Comites Marsorum) pare discendessero da Berardo, primo re d’Italia, nipote di Carlo Magno; ne detennero il possesso per circa cinque secoli, fino a Tommasa, l’ultima della stirpe, la cui unica figlia, Maria, andò sposa intorno al 1340 a Napoleone Orsini, portandogli in dote titolo e feudo. Il dominio degli Orsini, durato per circa due secoli, è stato tra i più turbolenti della storia di Isola del Gran Sasso. Nel 1495 subì l’invasione di seicento fanti aquilani e fu annessa con vero atto di capitolazione al Contado dell’Aquila, sotto la cui dipendenza pare restasse fino al 1499. Nel 1419, anno della spogliazione

degli Orsini, vennero redatti gli Statuti dell’“Università dell’Isola” che, oltre ad essere tra i più antichi della provincia di Teramo, hanno anche il pregio di essere l’unico testo scritto nel volgare locale della Valle Siciliana e uno dei pochi testi antichi ascrivibili alla provincia di Teramo.

scorci del borgo di Isola del Gran Sasso

Venne riconsegnata a CarloV e nel 1526 donata agli Alarçon y Mendoza, nella persona di Ferdinando d’Alarçon, primo Marchese della Valle Siciliana.A lui seguirono altri nove Marchesi...

ISOLA DEL GRAN SASSO: ALL’OM L’ultimo degli Orsini a dominare su Isola del Gran Sasso, fu Camillo Pardo il quale, per la fedeltà espressa verso la casa di Francia, fu privato di tutti i beni, compresa la Valle Siciliana, che venne riconsegnata a Carlo V e nel 1526 donata agli Alarçon y Mendoza, nella persona di Ferdinando d’Alarçon, primo Marchese della Valle Siciliana. A lui seguirono altri nove Marchesi, sette maschi

e due femmine. I maschi, in omaggio al primo marchese, presero tutti il nome di Ferdinando o Ferrante. Le due femmine furono Isabella, seconda marchesa ed Emanuella, decima ed ultima marchesa, sotto il cui dominio ebbe termine la feudalità. Con l’eversione della feudalità, avvenuta nel 1806 per opera di Giuseppe Bonaparte,

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le antiche “Università Agricole” dell’Isola Pagliara, Casale, Cerchiara, Forca e Collalto, venivano abolite, e al loro posto sorgeva l’attuale Comune di Isola del Gran Sasso (prese il nome di Isola del Gran Sasso con regio decreto 28 giugno 1863), comprendente le frazioni di Casale S. Nicola, Fano a Corno, Cerchiara, Varano, Forca di Valle, Cesa di Francia, S. Gabriele,


LA BIFORA n fondo a Via Mezzanotte è visibile in uno degli ingressi privati al centro storico. La porta dell’abitazione è ad arco ogivale, e nella chiave d’arco è presente uno stemma datato 1471. Al di sopra della

porta è presente una bella bifora ad archi trilobi ed occhione centrale, dotata di colonnina ottagonale con elegante capitello e mensola del davanzale di chiara ispirazione veneta.

MBRA DEL GIGANTE DORMIENTE Pacciano, Frisoni, Collalto, Trignano, S. Giovanni, Tembrietta, Capsano, Colliberti, S. Massimo, Pretara, Ceriseto, S. Pietro, Villa Piano. Nel 1811 il nuovo Comune di Isola del Gran Sasso contava 1950 abitanti, nel 1861, 3510, nel 1901, 5009 e nel 1961, 6878 abitanti. Attualmente conta poco più di 5000 abitanti.

scorci del borgo di Isola del Gran Sasso

LE CASCATE DEL RUZZO ostituiscono il caput fluminis del torrente omonimo, sul versante adriatico del Gran Sasso d’Italia. E’ formato da tre grandi sorgenti: la Fossaceca (m.1497), le Piscine, formate da 13 sorgive, e il Peschio, formato da 6 sorgive. Il vallone è profondamente inciso nel massiccio calcareo ed ha sponde dirupate a picco o a strapiombo profonde in alcuni punti oltre 150 metri. L’alveo del torrente corre incassato fra grandi voragini ed ha in vari punti enormi salti, che formano cascate pittoresche come i Salti delle Coste Baroni, del Mescatore e di Vena Roscia. Per raggiungere e ammirare questo spettacolo della natura da Isola del Gran Sasso andare verso Pretara e, una volta arrivati, si prosegue fino al primo incrocio a destra, girando per una strada non asfaltata; PrimaPagina 48 - Sett. 2014

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Profonde in alcuni punti oltre 150 metri proseguendo si arriva ad un ponte sul fiume Ruzzo, alla cui sinistra vi è un piccolo sentiero che conduce alle maestose cascate. Dal ponte si può proseguire fino a “PIANO DEL FIUME”; dopo una fonte, sulla sinistra, si imbocca un sentiero che conduce all’ eremo di SANTA COLOMBA. Prima di arrivare alla Chiesa, sulla sinistra si incontra un piccolo sentiero che conduce ad uno splendido spettacolo panoramico: cascate nella roccia di un tipico colore rosso. Il posto viene denominato “FOSSACECA” ma la gente dei nostri posti lo chiama “VENA ROSSA” proprio per il suo caratteristico colore.


IL SANTUARIO l santuario di san Gabriele dell’Addolorata, ai piedi del Gran Sasso, in provincia di Teramo, è tra i più conosciuti in Italia e in Europa. Una recente classifica lo colloca tra i primi quindici santuari più frequentati del mondo. Due milioni di pellegrini vi arrivano ogni anno per pregare sulla tomba del giovane studente passionista San Gabriele dell’Addolorata. La sua fama non conosce confini. Sono almeno un migliaio le chiese a lui dedicate nei vari continenti. Un casello autostradale, ponti, viadotti, piazze, parcheggi, strade, scuole, ospedali portano il suo nome. Migliaia di persone nel mondo si chiamano Gabriele o Gabriella in suo onore. Un santo che attira ogni anno milioni di pellegrini, affascinati dalla sua vita e richiamati dai numerosi miracoli che Dio continua ad operare per sua intercessione.

foto: le cascate del ruzzo

IL MUSEO DELL’ACQUA a struttura si trova a San Pietro, borgo incastonato nello splendido scenario dei Monti Brancastello e Prena, dalle cui pendici si originano abbondanti acque sorgive. Il Centro, il primo in Italia, in forma diretta e stimolante illustra il ciclo dell’acqua, con la formazione delle montagne, la storia degli uomini, di esploratori e utilizzatori della preziosa risorsa. Il Centro offre alle scolaresche un particolare percorso didattico-esplorativo che, attraverso gli ambienti naturali ed umani del Parco, invita ad una riflessione sul valore della risorsa acqua insostituibile e esauribile.

Il ciclo dell’acqua, con la formazione delle montagne, la storia degli uomini, di esploratori e utilizzatori della preziosa risorsa

San Pietro di Isola del Gran Sasso (TE) - Gestore: C.E.A. Scuola Verde Tel. 335/1048318 - E-mail: info@scuolaverde.com - Web: www.scuolaverde.com

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L’aspetto che più colpisce chi arriva al santuario è la massiccia presenza dei giovani. San Gabriele è innanzitutto il santo dei giovani L’aspetto che più colpisce chi arriva al santuario è la massiccia presenza dei giovani. San Gabriele è innanzitutto il santo dei giovani. Sono centinaia di migliaia i giovani che vanno da lui ogni anno per una sosta di preghiera. Ogni anno, ai primi di marzo, migliaia di studenti delle scuole medie superiori dell’Abruzzo e delle Marche arrivano al santuario per una giornata di spiritualità a “cento giorni dagli esami di maturità”. Ogni anno, a fine agosto, migliaia di giovani da tutta Italia si accampano per cinque giorni al santuario per la Tendopoli-Festa dei giovani, dando vita ad un meeting religioso fatto di incontri, conferenze, preghiera, testimonianze. In particolare, la Tendopoli, arrivata alla 19° edizione, si è imposta a livello nazionale come una delle principali manifestazioni giovanili. Il raduno si conclude con la Festa dei giovani che vede circa 7 mila presenze.


DI SAN GABRIELE DELL’ADDOLORATA

scorcio del Santuria di San Gabriele

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SAN GABRIELE DELL’ADDOLORATA

LA BIBLIOTECA DEI PASSIONISTI

di Giovanni Di Giannatale

l patrimonio librario della biblioteca iniziò a formarsi dal 1847 con la costituzione del primo studentato. All’inizio era formata da un modesto scaffale che conteneva i libri donati al ritiro dal Preposito generale (tra i quali le opere del Billuart e del Roselli, stampate a spese della congregazione) e altri acquistati a Roma. A questa dotazione si aggiunsero attorno al 1850 altri libri offerti dal municipio di Isola del Gran Sasso appartenuti ai minori conventuali e sottratti al sequestro, quando il loro convento fu soppresso dalla legge del 7 agosto1809. Nel 1854, come attesta il capitolo della Provincia di Maria SS. della Pietà, la biblioteca, sistemata in “una stanza ordinaria, illuminata da una finestra che sporge a settentrione”, conteneva “tre-quattrocento volumi tra grossi e piccoli, in parte regalati e in parte comprati dai sacerdoti con le messe della settimana, concorrendo anche il Rettore”.

Si accrebbe via via anche con l’acquisizione dei testi da alti ritiri, per soddisfare i bisogni formativi degli studenti, che dal 1847 dimo-

Nel 1854, come attesta il capitolo della Provincia di Maria SS.della Pietà, la biblioteca, sistemata in“una stanza ordinaria, illuminata da una finestra che sporge a settentrione”, conteneva“trequattrocento volumi tra grossi e piccoli

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rarono nel ritiro isolano per frequentare i corsi di teologia. Il confr. Gabriele dell’ Addolorata, che vi arrivò il 10 luglio 1859, per continuare il corso di filosofia e compiere quello di teologia, dal 1860 al 1861 fu incaricato dal P. Norberto di S. Maria, suo <<lettore>> e direttore spirituale, di provvedere al riordino della biblioteca. Il Santo compì un accurato lavoro, scrivendo sul frontespizio dei libri censiti l’ espressione “ex libris recessus Immaculatae Conceptionis Congregationis Passionis” (che sta a significare l’appartenenza dei libri al ritiro dei Passionisti dell’Immacolata Concezione di Isola). Ventitré libri in ottime condizioni recano questa espressione, eccetto quelli appartenuti ai Minori Conventuali (nei quali figura la scritta “ex libris conventus S. Francisci”), che abitarono nel ritiro fino al 1806. Successivamente Domenico Ricciardone decise, a sue spese e col concorso di alcune famiglie benestanti di Isola, di farvi impiantare un ri-


tiro passionista nel 1847. Nel periodo successivo all’unità d’Italia la biblioteca, che figurava nella stanza originaria, arricchita da un tavolo e da “scaffali di legno colorato” contava ben 1.150 volumi, che subirono la dispersione, quando tra il 28 e il 29 maggio del 1866, i passionisti furono espulsi per l’applicazione della legge n.3036 del 7 luglio dello stesso anno, che sopprimeva le “corporazioni religiose”. Prevedendo l’approssimarsi della soppressione, i religiosi riuscirono a sottrarre alla requisizione governativa seicento volumi consegnandoli al sacerdote Nicola Tauri di Isola del Gran Sasso, che in futuro li avrebbe dovuti restituire ai religiosi stessi allorchè questi avessero avuto la facoltà con l’intervento di leggi diverse, di riprendere il possesso del ritiro. Altri cinquanta volumi furono consegnati alla famigli Recchia di Trignano, che ne promise la restituzione alle medesime condizioni sopra esposte. Gli altri volumi furono requisiti dall’Amministrazione demaniale che li consegnò per la custodia temporanea al sindaco di Isola Giovanni De Angelis per la successiva devoluzione degli stessi al Regio Liceo Ginnasiale “M. Delfico” di Teramo. Il De Angelis,però, non voleva cedere i libri al predetto Istituto, nell’ intento di creare ad Isola una “biblioteca pedagogica popolare”, raccomandandosi perfino a Settimio Costantini, sindaco di Teramo (poi deputato nelle file della Sinistra liberale, e Sottosegretario al Ministero della P.I.) per raggiungere lo scopo. L’intercessione del Costantini, che era il referente della sua parte politica, non riuscì a favorire il De Angelis, che si vide costretto a cedere i libri al Delegato scolastico del Mandamento di Tossicia, Giuseppe Rosa di Castelli, incaricato dal Prefetto di Teramo di consegnarli al Preside del R. Liceo Ginnasiale di Teramo. Questi ricevette 378 opere chiuse in otto cesti “sugellati” verso la fine di giugno del 1872.Tali opere, eccetto quelle perdute, si possono oggi consultare presso la Biblioteca provinciale “M. Delfico” di Teramo. I libri consegnati, del valore stimato di lire 91,13, erano di genere umanistico, scientifico, agiografico-spirituale e filosofico-teologico. La biblioteca tornò a ricostituirsi nel 1903, allorchè, con la ripresa dello Studentato nell’anno scolastico 1899-1900, si avvertì il bisogno di crearle un apposito spazio. Il Rettore, padre Anacleto Bianchi, riunì <<due stanze di quelle che guardano a settentrione, togliendo i tramezzi che le divide>>. Vi fece allocare <<una sufficiente quantità

di libri>> e costruire altresì <<scansie e scaffali con tavole d’abete>>. Si sviluppò progressivamente nel corso del successivo trentennio a cominciare dal 1947, quando il ritiro di San Gabriele dell’Addolorata fu sede dello Studio teologico provinciale, in cui per quattro anni si formavano i giovani studenti passionisti prima di essere ordinati sacerdoti. Nel 1967 si stabilì di acquistare un’opera monumentale, di cui disponevano solo le biblioteche delle Pontificie Università e la Biblioteca Apostolica Vaticana: la

altri conventi passionisti della Provincia di Maria SS. della Pietà, e di altri libri derivanti da donazioni di privati benefattori. Grazie al lavoro compiuto dai bibliotecari che si sono avvicendatati nel tempo, tra i quali padre dott. Roberto Facchinei, attualmente può vantare ben sessantamila volumi e quarantacinque periodici, otto incunaboli, centocinquanta cinquecentine e tremila volumi relativi ai “Processi dei Santi”, che, dopo la biblioteca di San Gabriele dell’Addolorata, sono posseduti solo dalla Biblioteca Apo-

“Patrologia latina e greca” di Jacques Paul Migne, in 161 volumi. Diventata “provinciale” nel 1969, si è arricchita con la confluenza nel suo fondo dei libri delle biblioteche di

stolica Vaticana, classificandosi come la più vasta e, sotto il profilo teologico-fiilosofico, come una delle più aggiornate e specializzate della Regione.

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Don Giussani

l’istante non è banalità di Clementina Berardocco

n uomo determinato, uno dei protagonisti della storia italiana del secondo Novecento con una capacità relazionale che contraddistingueva la sua esistenza. La sua vita è stata relazione all’interno di una condivisione e la realtà non era altro per lui un’opportunità di confronto, di apertura della ragione agli avvenimenti, fino a penetrare più a fondo il Mistero. Don Luigi Gius-

sani ha vissuto la normalità come evento, come qualcosa in cui l’istante non era una banalità. Anche la grave malattia che lo aveva colpito era un modo per interpretare la realtà. “Credo in quello che dico”, afferma Don Giussani in un’intervista degli anni Ottanta proiettata a inizio serata. Aggiungendo: “Auguro a me e a voi di non stare tranquilli, mai più tranquilli”. Egli si poneva come padre per i suoi affermando il valore dell’esperienza come criterio e metodo di verifica

IL TFA DELLA SPERANZA di Gloria Troiani

l MIUR(Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) periodicamente svolge dei corsi a numero chiuso, denominati TFA – Tirocinio Formativo attivo, necessari per l’abilitazione all’insegnamento. Anche quest’anno, come lo scorso anno, l’ombra dei possibili ricorsi arriva con puntualità sorprendente. I test di preselezioni si sono svolti lo scorso mese di luglio, e sono stati segnalati errori: domande grossolane, risposte imprecise e ambigue. Le segnalazioni si sollevano numerose. Molti dei partecipanti esternano perplessità: “provoca rabbia l’essere esclusi perché i test sono stati concepiti in maniera approssimativa e interpretabile. Il sistema può essere cambiato e migliorato, anziché trovarsi ogni anno a dover ‘combattere’ con imprecisioni e rispondere

affidando il proprio futuro alla fortuna, mettendo una ‘X’ alla risposta meno peggio. Siamo preparati e vogliamo dimostrarlo”. Purtroppo, spesso i partecipanti che vogliono promuovere le proprie rimostranze si trovano ad essere respinti da un ufficio all’altro con motivazioni di mancata competenza. Il ricorso può essere presentato tramite il sindacato ANIEF ma è a pagamento e gli effetti, nell’immediato, sono di ottenere l’accesso alle selezioni successive, con riserva, ma se al momento della discussione del ricorso lo stesso viene rigettato, si perderà tutto il ben fatto, anche le prove successive eventualmente superate. Il rischio è altissimo in termini di tempo, impegno e denaro. I Tieffini gridano allo scandalo “così non cambiamo nulla. Ci compriamo i titoli. Tutto sembra

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profondamente illegale immorale e ingiusto! Sono giovane, non ho mai insegnato. Ho un lavoro presso uno studio dentistico, ho 27 anni, sono laureata all’accademia di belle arti, massimo dei voti ,maestra affrescatrice in associazioni di rievocazione medievali e il mio sogno é fare l’insegnante, ma per due errori al test, non ho superato il corso TFA. Le segnalazioni di errore, documentate, inviate al MIUR restano inascoltate ed inevase. Potrei fare un costoso riscorso, invece, vorrei che mi venissero riconosciute corrette delle risposte a domande errate e ambigue i cui errori non sono imputabili alla mia mancata preparazione. Le situazioni simili alla mia sono molte e documentate e riunite anche sui social network. La speranza è di cambiare un sistema che non funziona”.


e la sua proposta educativa era portatrice di un unico scopo: favorire l’incontro con Gesù. Il 22 Luglio 2014, a Giulianova Lido, si è tenuta la presentazione del libro "Vita di don Giussani" di Alberto Savorana, edito da Rizzoli. L’evento è stato organizzato dall’Associazione L’infinito (Presidente Prof. Gianpaolo Massetti) che nasce dall’amicizia tra alcuni giovani che hanno raccolto l’eredità del Centro di Solidarietà Parsifal, rinnovandolo e riattualizzandone gli scopi. Alla presenza del moderatore Prof. Claudio Lo Sterzo, responsabile del Movimento di Comunione e Liberazione (CL) di Giulianova, sono intervenuti il Dott. Mario Nuzzo, Presidente della Fondazione Tercas, Don Ennio Lucantoni, Parroco della Chiesa della Natività di Maria Vergine e il Dott. Alberto Savorana, autore del libro e portavoce del movimento ecclesiale cattolico, attivo nella località costiera abruzzese sin dagli anni ’70. Quest’ultimo ha incontrato e conosciuto Don Giussani negli anni dei suoi studi universitari, ne ha poi ricostruito la figura tramite un’ac-

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curata operazione di raccolta e di ricerca documentaria tale da definire il suo libro un”incontro nuovo” tanto da scrivere la prima biografia del fondatore di CL. Scrive l’autore:”A lui i fatti della mia vita - interessi, professione, famiglia - sono strettamente legati. Nel rapporto di lavoro e di amicizia con don Giussani mi sono trovato dentro un flusso esistenziale e storico - “una febbre di vita”, come amava dire -, che non si è mai interrotto”. Il Prof. Mario Nuzzo si definisce “cattolico in cammino” e ha sempre avvertito come impegno della sua vita la formazione dei giovani nel ruolo di professore, nella ricerca della verità e nella sua trasmissione: questa è stata la sua chiave di lettura del libro. Don Ennio Lucantoni ha aggiunto di aver conosciuto personalmente il fondatore di Comunione e Liberazione e ha definito la lettura del libro di Savorana come una sorta di meditazione. Ogni lettore, quindi, grazie a questo libro si accosterà alla vita di don Giussani, lo conoscerà come se lo stesse ascoltando hic et nunc.


QUANTI PERSONAGGI SOTTO IL CAMPANILE! “All’ombra del campanile” che raccoglie, come in una mostra pittorica, i ritratti di personaggi accomunati dalla “teramanità” e persone che ne “indossano” appunto il personaggio. “Mi ha sempre affascinato osservare la gente ..."

ella sua lunga esperienza di cronista, Maurizio Di Biagio (giornalista de Il Messaggero, L’Araldo Abruzzese ecc.), ha raccontato fatti, notizie, persone. Su queste ultime però ha affinato la sua attenzione scavando “come un archeologo, alla ricerca di quello che è celato agli occhi”. Uno sguardo che oltre lo sguardo ha cercato di coglierne le essenze e i perché di tante straordinarie o (apparentemente) comuni esistenze teramane. In quella piazza sovrastata dal campanile, sotto la cui ombra tante vite sono passate, lente o di corsa, rumorose o silenziose, ma sempre interessanti per chi, come lui cerca di intuirne i significati. Così nasce il volume “All’ombra del campanile” che raccoglie, come in una mostra pittorica, i ritratti di personaggi accomunati dalla “teramanità” e persone che ne “indossano” appunto il personaggio. “Mi ha sempre affascinato osservare la gente –spiega Maurizio Di Biagio- e cercare di intuirne le storie, i sentimenti, amandone le debolezze e non le virtù”. Una lettura, quindi, anch’essa sentimentale per registrarne la memoria storica e umana dei vissuti. “Sono esempi che possono aiutarci a immaginare il futuro - continua l’Autore- vedendo come Teramo sia cambiata e come ancora potrebbe cambiare. Perché sotto il campanile, testimone muto dei tempi, la piazza si evolve, “nel bene e nel male”. Ma quale, tra i tanti raccontati, è il personaggio che più “ha sentito”? “Senza dubbio Tavernello, un clochard, anzi “il” clochard – conclude - perché la sua storia può essere la storia di tutti noi. Soprattutto nei tempi che stiamo vivendo, quando dall’oggi al domani ci si può ritrovare senza più certezze materiali, senza più una casa e affetti”. Gli occhi osservano quello che per il cuore è poesia. Mi.Ca.

Maurizio Di Biagio

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VISION

qualch

TUTTO LO “Z DI CH

l Campiello Giovani ( sezione del più ampio Premio Campiello) è un concorso letterario promosso dalla Fondazione il Campiello – Confindustria Veneto e rivolto a giovani di età compresa fra i 15 e i 22 anni, per la scrittura di un racconto a tema libero in lingua italiana. Da timido esperimento regionale delle prime edizioni, il Campiello Giovani, si è affermato a livello nazionale come premio dedicato ai “giovani scrittori” , in cui il vincitore assoluto si aggiudica una vacanza – studio in un Paese Europeo, mentre i cinque finalisti hanno diritto a una dotazione di libri e all’invito alla serata finale. Inoltre i cinque racconti finalisti vengono raccolti in una collana a uso istituzionale realizzata a cura della Fondazione Il Campiello. Quest’anno, tra i cinque selezionati per l’evento conclusivo, anche una presenza teramana. Si tratta di Chiara Di Sante, bergamasca, vive a Milano, ma con incursioni


NI & LETTERATURA e consiglio utile per la vostra biblioteca

ZUCCHERO” HIARA

Nell’ultima pubblicazione di Giovanni Di Giannatale

UN SECOLO DI STORIA DELLA SCUOLA TERAMANA Giovanni Di Giannatale

abruzzesi, a Teramo appunto, dove vivono i suoi parenti d’origine. Chiara ha collaborato magistralmente con il nostro mensile, firmando per PrimaPagina articoli e interviste di argomentazione sociale. Il suo racconto si intitola Zucchero: “un racconto cupo e sapiente, dal ritmo vertiginoso e incalzante, che lontano da visioni consolatorie, regala uno spaccato raggelante e disperato della realtà” . Questa la menzione che accompagna la scelta della giuria che a settembre decreterà il vincitore assoluto. A Chiara quindi va il nostro più affettuoso in bocca al lupo per una infinita serie di successi nel mondo della scrittura. E non solo.

nella foto di gruppo: Da sx: Daniele Comunale, la nostra Chiara Di Sante, Deborah Osto, Carmelita Noemi Zappalà, Maria Chiara Boldrini

n’opera enciclopedica, certosina e magistralmente documentata quella del prof. Giovanni Di Giannatale, preside del Liceo Statale “G. Milli” di Teramo, nonché valente storico e saggista. Una produzione letteraria notevole che racconta e custodisce la memoria storica della nostra città. Il suo ultimo libro STORIA DELLA SCUOLA TERAMANA DALLA SECONDA METÀ DEL XVIII AL XIX SECOLO (Giservice Editore, 2014) è un’imponente raccolta di notizie e memorie ottenute vagliando minuziosamente archivi e biblioteche pubbliche e private. Una ricostruzione che offre affreschi di un passato “sulle cui basi, solo, si può costruire il futuro”. Cosa lo ha spinto a cimentarsi in un lavoro di ricerca così articolato e complesso? “ Si è trattato di un lavoro che ha avuto una gestazione quasi trentennale, in effetti – spiega il professore – iniziato nel 1982, con le ricerche sulle origini del Real Collegio “San Matteo Apostolo” e sulla direzione dei P.P. Barnabiti, per arrivare al Regio Liceo Ginnasiale “M. Delfico”, ma un libro di storia, per quanto ricco PrimaPagina 48 - Sett. 2014

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e documentato non si può mai considerare concluso. Ci saranno sempre degli ambiti celati, di cui, senza documenti e testimonianze, si ignorerà sempre l’esistenza. È l’eterna sfida dei ricercatori”. La ricostruzione storica del professor Di Giannatale si è avvalsa della collaborazione – “un lavoro di rete”- di illustri colleghi, quali la professoressa Loredana Di Giampaolo, preside del Liceo Classico di Teramo e il professor Piero Natale, preside dell’Istituto Tecnico “B. Pascal” , sempre di Teramo, e spazia dalla documentazione degli atti istitutivi delle scuole, alla storia degli edifici stessi, delle attrezzature, della didattica. Inoltre una vasta serie di figure, eventi e ritratti offrono immagini di momenti storici in evoluzione, con i mutamenti dettati dalle leggi e dalle condizioni sociali.Ad ulteriore completezza storiografica, la notevole mole di note e rimandi che fanno dell’opera del professor Di Giannatale un compendio enciclopedico dettagliatissimo nonostante “la convinzione – conclude – che molto altro c’è da scoprire, perché la ricerca storica rimane un cantiere sempre aperto”. Mi.Ca.


150 anni la prima donna alpinista sul Monviso

DONNE IN VETTA l 16 agosto 1864 Alessandra Boarelli fu la prima donna a raggiungere i 3841 metri della vetta del Monviso. Il 16 agosto 2014, 12 alpiniste in due «cordate fucsia» sono salite sulla cima del «Re di Pietra» per celebrare il 150° anniversario della conquista «rosa». I due gruppi sono composti da Elena Richard, campionessa regionale di sci da fondo, da Luisa Dematteis del Soccorso alpino e da Tiziana Gallian, Manuela Fino, Sabrina Abbà e Angela Dupois, e da Paola Bonavia, presidente del Cai di Saluzzo, dalla scalatrice Anna Rudari, dalla giornalista del Corriere della Sera Nicoletta Pennati, dal maresciallo dei carabinieri Martina Cotti, da Eleonora Monge e da Teresa Fenoglio, di soli 12 anni, la più piccola delle due «cordate fucsia», figlia di due guide del Soccorso alpino. Il papà, Giancarlo Fenoglio, insieme ai colleghi guide, ha accompagnato le escursioniste durante tutta l’ascesa. «Le partecipanti – spiegano gli organizzatori, un

comitato composto da Cai e numerosi enti e associazioni - sono state selezionate da esperti e guide. Raggiunta la grande croce sulla sommità del Monviso, le alpiniste hanno lasciato un paio di scarpe rosse, simbolo dal 2009 della lotta contro le violenze di genere e i femminicidi.

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Alessandra Boarelli (Torino, 1838 – Verzuolo, 1908) È stata un’alpinista italiana. Figlia di Felice Re, si trasferì a Verzuolo (CN) dopo il matrimonio con Emilio-Giovanni Boarelli, uomo di nobile famiglia oltreché sindaco della cittadina cuneese. Ebbe tre figli: Isabella, Luisa e Clemente-Maria. Appassionata di alpinismo, tentò una prima salita al Monviso nel 1863 anticipando di qualche giorno Quintino Sella, ma a causa del maltempo dovette rinunciare. Sella gli dedicò l’impresa chiamando così il punto dove era stata costretta a fermarsi. Ritentò l’impresa l’anno successivo, ed il 16 agosto 1864 fu la prima donna a salire sulla vetta del Monviso. Insieme a lei, giunse in vetta anche, la sua damigella quattordicenne Cecilia Filia, figlia di un notaio di Casteldelfino. Facevano parte della spedizione anche il parroco di Casteldelfino, don Carlo Galliano, ed altri due alpinisti, i signori Mainardi e Richard. L’impresa della Boarelli suscitò clamore nel mondo alpinistico italiano, ma fu minimizzata dagli organi ufficiali.


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MATER SEMPER CERTA? No, se si scambiano gli embrioni di Gianfranco Puca avvocato - mediatore professionista presidente associazione "Persona e Tutela"

a vicenda di cronaca è notissima: lo scorso dicembre quattro coppie si recano al Pertini di Roma per sottoporsi alla fecondazione assistita, e per tre coppie il trattamento riesce, mentre per una no. Dopo un po’ di tempo dalla fecondazione una coppia, nel corso di un esame medico, ha la certezza che il DNA dei due gemelli che la donna porta in grembo non è compatibile con quello dei genitori: c’è stato uno scambio di embrioni, che appartengono alla coppia la

Il caso giuridico è veramente di carattere eccezionale, in quanto la Legge 40/2004 ... cui donna non è restata incinta. La vicenda pone, in un primo momento, alcune riflessioni di carattere umano ma, in tempi

Difendersi dai rumori molesti. di Nicola Paolo Rossetti Pres. Giovani Avv. Teramo

hi non si è mai trovato alle prese con il fastidio di dover sopportare i rumori provenienti dalle abitazioni dei propri vicini? Schiamazzi, grida, litigi frequenti, tacchi che picchiano sul pavimento, il latrare continuo dei cani e così via. Ovviamente il ripetersi abituale di queste situazioni genera spesso insofferenze difficilmente tollerabili. Cosa è possibile fare in questi casi? La legge garantisce il diritto alla quiete? Orbene, il nostro ordinamento, in casi simili, tenuto conto della portata del disturbo prevede una doppia tutela: quella civile e quella penale. L’articolo 844 del codice civile inibisce le c.d. immissioni, ivi comprese quelle sonore, laddove queste superino la normale tollerabilità intesa alla stregua della sensibilità media delle persone in un determi-

Si può?

nato ambiente. Ed infatti il criterio comparativo previsto dall’art. 844 c.c. per accertare il limite di tollerabilità delle immissioni rumorose non è mai assoluto, ma relativo alla situazione ambientale, variabile da luogo a luogo, secondo le caratteristiche della zona, e che quindi non può prescindere dalla rumorosità di fondo, ossia dalla fascia rumorosa costante sulla quale vengono ad innestarsi i rumori denunciati come immissioni abnormi, sicché la valutazione ex art. 844 c.c., diretta a stabilire se i rumori restino compresi o meno nei limiti della norma, deve essere riferita da un lato alla sensibilità dell’uomo medio e, dall’altro, alla specifica situazione locale. (Cassazione Civile, Sezione II, 17.2.2014 n. 3714). L’intervento del Giudice, chiaramente, oltre ad avere lo scopo di inibire la fonte della molestia ben può concretizzarsi anche in una condanna al ristoro dei danni sofferti. Quando, invece, il disturbo non è circoscritto alla sfera di un singolo individuo ma è tale da arrecare pregiudizio ad una cerchia plurima di persone (ad esempio a un condominio o alla maggior parte di esso) il comportamento vessatorio può essere sanziona-

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brevissimi, diventa un caso legale: la coppia in attesa si rivolge a un avvocato e dichiara di voler tenere i bambini, e allo stesso tempo la donna che non è riuscita a restare incinta si rivolge ad altro avvocato, e dichiara di “volere” i due nascituri (quasi fossero delle cose...). Il caso giuridico è veramente di carattere eccezionale, in quanto la Legge 40/2004 consente la fecondazione omologa (realizzata con ovuli o spermatozoi appartenenti biologicamente ai membri della coppia) e, dopo

to penalmente. L’articolo 659 del codice penale, infatti, punisce chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche, ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone. In questi casi non è necessario che la querela provenga da tutti gli interessati potendo questa essere sporta anche da un singolo condomino. Ciò che conta perché sia integrata la fattispecie di reato contemplata dalla norma è che i rumori abbiano determinato una situazione tale, dal punto di vista oggettivo, da poter recare disturbo a più soggetti. Detto ciò, sia nell’ipotesi in cui venga proposta un’azione civile, sia nel caso in cui ci si rivolga alla giustizia penale, l’onere di dimostrare l’esistenza del rumore e del suo potenziale lesivo incombe sul presunto danneggiato. Ovviamente, la dimostrazione non sempre è agevole e spesso è necessario ricorrere all’ausilio di specifiche indagini tecniche ad esempio installando un rilevatore sonoro che, oltre a misurare l’intensità del rumore può risultare utile per provarne la frequenza durante la giornata.


il Legale in “Prima “PrimaPagina Pagina”” l’intervento della Corte Costituzionale, anche fecondazione eseguita mediante utilizzo di materiale genetico di terzo donatore (uno dei due partner è sterile e vi è quindi necessità di ricorrere a spermatozoi o a ovociti ‘’esterni’’ alla coppia per concepire un bambino). Il caso concreto, però, è una eterologa eseguita su una coppia che aveva richiesto una fecondazione omologa. L’art. 9 della legge 40 prevede il divieto di disconoscimento della paternità e dell’anonimato della madre in caso di fecondazione eterologa, ma trattasi di norma dettata quando la eterologa era vietata (prima dell’intervento della Corte Costituzionale) e per tutelare il bambino in caso di una fecondazione “volontaria” eterologa mentre, in questo caso, la coppia voleva una fecondazione omologa che, per errore, è stata eterologa. Alcuni sostengono che trattasi di un caso simile ad una sostituzione di neonati -in questo caso di embrioni- che permetterebbe alla coppia dei genitori biologici di agire in giudizio per ottenere i bimbi, in quanto la norma sulla inseminazione eterologa (art. 9) non è applicabile: i fatti accaduti non sono in alcun modo riconducibili ad una eterologa con consenso della coppia, perchè la coppia

che porta avanti la gravidanza ha firmato un consenso informato per accedere ad una inseminazione omologa ma, a sua insaputa e contro la loro volontà, è stata realizzata una inseminazione eterologa. Un errore umano (scambio di embrioni) ha causato un problema di diritto che, in un modo o in un altro, dovrà essere risolto. Non potendo applicare il diritto di Salomone (in questo caso non sarebbe necessario neanche tagliare un figlio in due, ma dare ad ogni coppia un gemello) che, probabilmente, in molti hanno invocato, la legge (dura lex, sed lex: mai come in questo caso il brocardo latino, letto quasi svogliatamente nei libri dell’università, assume un valore concreto e reale) dovrà comunque trovare una soluzione, vale a dire la coppia dei genitori dei gemelli. Al di là del profilo risarcitorio della vicenda -in quanto la struttura ospedaliera certamente sarà chiamata a rispondere dei danni esistenziali delle due coppie- resta una questione giuridica delicata e, forse, unica: la sentenza di un tribunale indicherà quali genitori la coppia con un DNA diverso da quello dei nascituri, oppure indicherà come genitori la coppia genetica (stesso DNA) e l’altra coppia sarà

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quindi esclusa dalla vita dei bambini? Quale che sia la soluzione di diritto, i risvolti psicologici sono fortissimi: c’è una coppia che “vive” la gravidanza e sente come “suoi” due piccoli gemelli che hanno un patrimonio genetico differente dal loro, e c’è un’altra coppia -costituita dai genitori genetici- che non “vive” la gravidanza, ma è consapevole che il grembo di un’altra donna sta crescendo e farà nascere i gemelli che geneticamente sono propri. Paternità e maternità genetica e di diritto si incontrano o, meglio, si scontrano in una strana competizione che non avrà né vinti né vincitori; i concetti giuridici di vincitore di una causa e soccombente mal si addicono alla situazione, quando l’oggetto della pretesa non è un bene materiale, ovvero una somma di denaro, ma è una coppia di gemellini. Anche qui una frase (summum ius summa iniuria) letta spesso svogliatamente e con fretta nei libri di diritto dagli studenti - preoccupati più dell’esito dell’esame e dalla necessità di sapere più nozioni possibili, che dal significato profondo delle parole, che verrà scoperto solo dalla vita- sembra essere la migliore per sintetizzare una strana storia di “diritto di amore”.


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“PrimaPagina “Prima Pagina”” Consumatori

Gentile Contribuente…

è l’Agenzia delle Entrate di Laura Di Paolantonio commercialista, revisore Contabile

nizia così: Gentile Contribuente… è l’Agenzia delle Entrate che ci scrive, ma non per augurarci qualche giorno di sereno e meritato relax, bensì per comunicarci che hanno controllato alcune informazioni sulla nostra posizione personale, per la quale ritengono opportuno un approfondimento. Sono circa 75 mila i contribuenti che hanno ricevuto tale comunicazione: è l’ultimo strumento per la lotta all’evasione attivato dall’Agenzia delle Entrate. Oggetto di comunicazione è il risultato di incroci tra le informazioni ottenute dalle banche dati in possesso del fisco e le dichiarazione dei redditi presentate per il 2013. Tale comunicazione ha due funzioni, da un lato esortare i contribuenti ad essere attenti sulle

dichiarazioni 2014, redatte con la competenza 2013 e dall’altro evidenziare situazioni anomale del 2012. Se dovessimo essere i destinatari di questa lettera abbiamo due possibilità: se l’incongruenza è un errore di calcolo, possiamo contattare il numero verde 848.800.444 o in alternativa mandare una mail all’indirizzo dc.acc.commsint@ agenziaentrate.it. È opportuno utilizzare la mail se siamo di fronte a un semplice errore. Se effettivamente sussiste un errore nella dichiarazione dei redditi, o si è omesso di dichiarare qualcosa, si può procedere con l’istituto del ravvedimento operoso lungo, che permette di presentare entro il 30/09/2014 una dichiarazione integrativa per l’anno 2012,

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pagando sanzioni ridotte.Tutti possono accedere all’istituto del ravvedimento a condizione che la violazioni non sia stata constata e/o notificata e che non ci siano accertamenti in corso. È opportuno altresì raccogliere l’invito dell’Agenzia delle Entrate di valutare alla luce di questa comunicazione anche l’anno 2013. Ultima alternativa è quella di ignorare la lettera, non accadrà nulla, fintanto che l’ufficio non provvederà a richiedere nuovamente chiarimenti, attraverso la notifica di accertamento da redditometro, al quale sarà poi obbligatorio rispondere. E allora si che si dovrà andare…alla ricerca di prove delle spese sostenute per abbigliamento, per le assicurazioni, per le vacanze, per il recupero abitativo. Incrociamo le dita!!!


Consumatori in “Prima “PrimaPagina Pagina””

Come costituire

un’Associazione Sportiva Dilettantistica di Alessandro Frattaroli Dott. Commercialista

i avvicina l’inizio delle nuove stagioni sportive, ed è utile illustrare brevemente la disciplina delle Associazioni Sportive Dilettantistiche, ossia enti associativi che hanno lo scopo di promuovere attività sportive riconosciute dal CONI. Per costituire un’Associazione Sportiva Dilettantistica è necessario: . stabilire gli scopi dell’associazione e le attività sportive praticate, prevedendo almeno 3 soci fondatori, che formeranno il primo Consiglio Direttivo;

. preparare atto costitutivo e statuto, in duplice copia originale, inserendo tutti i requisiti previsti dalla Codice Civile, dalla legge fiscale (TUIR) e dall’art 90 della legge 289/2002; . recarsi all’Agenzia delle Entrate per la registrazione dell’associazione, richiedendo l’attribuzione del Codice Fiscale, pagare l’imposta di registro, acquistare i bolli da applicare agli atti, ed infine presentare l’atto costitutivo e lo statuto in duplice copia. . iscriversi ad un Ente di Promozione Sportiva e/o alla Federazione Sportiva di riferimento e conseguentemente all’albo del CONI.

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Quindi, per costituire un’Associazione Sportiva Dilettantistica non è necessario l’intervento di un notaio, o il riconoscimento governativo, che implicherebbe una procedura lunga e costosa. La procedura, sebbene a prima vista possa apparire semplice, è invece piena di insidie; vi sono infatti requisiti minimi che lo statuto deve avere ed adempimenti da svolgere entro termini prefissati. Il consiglio per evitare errori e brutte sorprese è sempre quello di farsi assistere da un esperto del settore come un Dottore Commercialista o un Ente di Promozione Sportiva.


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Salute in “Prima “PrimaPagina Pagina”” a perdita di un dente comporta problematiche sia estetiche che funzionali, in quanto l’osso della mascella circostante si atrofizza o si restringe, causando una mancanza di funzione e stress fisiologico, compromettendo così la qualità della vita. Milioni di persone in tutto il mondo hanno problemi di edentulia e milioni sono quelle in pericolo di perdere i denti restanti in un futuro molto prossimo a causa di incidenti, malattie gengivali, carie etc. Prendere provvedimenti per sostituire i denti persi e prevenire l’atrofia ossea nelle mascelle è

Dott. Paolo Rasicci Medico Chirurgo Specialista in Odontostomatologia e Ortognatodonzia Perfezionato in Implantologia Orale

edentuli (totalmente privi di denti ) o con denti residui in condizioni precarie. Essa permette , in un’unica seduta, di posizionare gli impianti dentali e, con un carico immediato, avvitare una protesi fissa.

All-on-4 ™ – Il concetto di trattamento efficiente con carico immediato fondamentale per la salute a lungo termine e per la qualità di vita. Per coloro che desiderano vivere una vita piena e attiva, tradizionali dentiere e ponti rimovibili non costituiscono più opzioni soddisfacenti. Oggi la rivoluzionaria tecnica All-on-4 ™ consente l’inserimento di quattro impianti con protesi fissa (non rimovibile) in una sola seduta! Questa tecnica innovativa il cui nome “all on four “ significa ( tutto su quattro ) consente con solo 4 impianti dentali di riabilitare pazienti

Per coloro che desiderano vivere una vita piena e attiva, tradizionali dentiere e ponti rimovibili non costituiscono più opzioni soddisfacenti

Gli impianti rappresentano un importante progresso nella cura dentale e vengono inseriti direttamente nell’osso mascellare con una procedura chirurgica minimamente invasiva: sono in titanio ,un materiale biocompatibile (cioè, non respinto dal corpo umano) , che si fonde con l’osso, fornendo una soluzione che dura per decenni o per tutta la vita. Un singolo impianto può sostenere una corona e sostituire un dente perso. Con la tecnica All-on-4 ™ , metodica utilizzata dal Dott. Paolo Rasicci già da diversi anni, si inseriscono quattro impianti nell’ arcata edentula proprio per sostituire tutti i denti superiori o inferiori che sono caduti per diverse problematiche. Il risultato è un ponte fisso (non rimovibile) praticamente indistinguibile dai denti naturali. Altrettanto importante è che gli impianti stabilizzino i livelli di osso nella mandibola. Non solo essi sono esteticamente gradevoli e più naturali, ma aiutano anche a preservare la salute orale e un aspetto giovanile. Con la tecnica All-on-4 ™, praticamente chiunque può avere bellissimi denti nuovi in una sola visita con innumerevoli vantaggi . Vantaggi – Riabilitazione di mascella e mandibola totalmente edentule con solo 4 impianti per ciascun mascellare – Non sono necessari innesti ossei – Periodo di chirurgia breve (a seconda della complessità di ogni caso) – Posizionamento dei denti fissi con funzione immediata nella stessa giornata; – Ottenimento di funzionalità e di estetica il giorno dell’intervento chirurgico; – Procedura meno dolorosa per il paziente; – Risparmio di costi e di tempo; – Tassi di successo elevati ; – Permette il trattamento di casi complessi in passato non trattabili. Al momento della visita il Dott. Paolo Rasicci effettuerà una valutazione completa della vostra salute dentale , consigliandovi le migliori opzioni di trattamento per soddisfare le vostre esigenze e rispondere alle vostre domande. Per facilitare la procedura e garantire qualità, la protesi per il carico immediato viene inserita il giorno stesso dell’intervento, il paziente così uscirà con i nuovi denti e subito sarà in grado di mangiare, parlare e sorridere con fiducia.

Studio Medico Pescara Corso Umberto I° n. 55 - Giulianova Lido (TE) Via N. Sauro 132 tel. 0858000011 - cell. 348.0452031 - www.paolorasicci.com PrimaPagina 48 - Sett. 2014

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“PrimaPagina “Prima Pagina”” Salute

Abruzzo culla

dell’omeopatia di Michela Ridolfi e Gaetano Maria Miccichè

a nascita della Medicina Omeopatica in Italia andrebbe riscritta. Vincenzo Comi e Melchiorre Delfico, tra la fine del Settecento e i primi dell’Ottocento, furono i primi attenti osservatori delle nuove scoperte in campo medico, condotte dal tedesco Samuel Friedrich Christian Hahnemann, fondatore della scienza omeopatica. Dalle loro biografie, con stupore, affiora un lato poco noto della loro attività speculativa, l’interesse per una medicina che si stava appena affermando in Europa, quella che abbandonava salassi e veleni per affermare

una nuova concezione terapeutica. E’ quanto emerge dallo studio presentato a Parigi, in occasione della 69 esima edizione del Congresso mondiale della Liga Medicorum Homoeopathica Internationalis, lo scorso luglio. A sostegno della ricerca storica, gli articoli pubblicati nel 1792, sul bimestrale abruzzese “Commercio Scientifico d’Europa col Regno delle Due Sicilie” edito da Vincenzo Comi, medico e chimico di Teramo. La raccolta, si pregia di un articolo a firma autografa di Samuel Hahnemann (scritto l’anno precedente il 4 giugno 1791 a Lipsia), dal titolo “Per scoprire nel vino i metalli nocivi alla salute”. Lo

Non è solo

colpa dello zaino! di Maria Croce pediatra ortopedico

on l’avvicinarsi dell’inizio del nuovo anno scolastico è inevitabile riproporre l’attenzione sul problema degli zaini pesanti, comunemente ritenuti i principali responsabili dei molteplici difetti posturali del rachide di bambini e adolescenti. In realtà i dati di letteratura

degli ultimi decenni hanno dimostrato che l’incremento dei difetti posturali in tali fasce di età , e quindi l’ aumento dei casi diagnosticati, è solo apparente e attribuibile soprattutto a una maggiore attenzione verso di essi. Al contempo hanno evidenziato un preoccupante incremento del “ mal di schiena” nella fascia di età tra i 6 e i 15 anni.

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Salute in “Prima “PrimaPagina Pagina”” stesso Comi, farmacologo, produceva nei suoi stabilimenti di Giulianova, il primo “cremor tartaro” sostanza richiesta da Hahnemann per determinare la reazione chimica utilizzata per rilevare le sostanze tossiche presenti nel vino. Interessi commerciali, inizialmente, sono alla base di una conoscenza che poi si tramuta in brevissimo tempo in venerazione da parte del Comi per il medico sassone e le sue scoperte, e di tutti gli scienziati e letterati facenti parte del suo colto circolo abruzzese. Il Comi poi ne pubblica altri due articoli, questa volta di squisito stampo omeopatico, sull’utilizzo del mercurio solubile (che è e sarà il farmaco omeopatico più utilizzato anche ai nostri giorni) e del fiele bovino. Siamo quindi di fronte alle primissime sperimentazioni del medico tedesco, che con il contributo poco palese di personalità abruzzesi, si avvia verso la completezza della dottrina omeopatica, che raggiungerà di lì a poco. Non solo il Comi collaborava con Samuel Hahnemann e s’interessava di lui.Anche un altro grande uomo di cultura e scienza di Teramo, Melchiorre Delfico, seguiva la nascita dell’Omeopatia, la nuova Medicina. Esaminando, infatti, i testi presenti presso il fondo Delfico dell’omonima biblioteca provinciale di Teramo, si rinvengono numerosi

manoscritti pieni di appunti e considerazioni sul medico di Meissen, databili intorno al 1818. Con netto anticipo, quindi, rispetto alla prima edizione dell’Organon di Hahnemann (Bernardo Quaranta, 1824 pag. 316) e rispetto all’uscita del libro curato da Alberto de Schoemberg, Il sistema medico del dottor Hahnemann che veniva edito nel 1822 dalla

Tra le cause di quest’ultimo fenomeno riveste un’importanza indiscutibile l’utilizzo di zaini troppo pesanti e mal portati poiché è innegabile che un carico eccessivo portato sulle spalle può provocare un’accentuazione delle curve fisiologiche del rachide (cifosi dorsale e lordosi lombare), provocando contemporaneamente contratture secondarie e spesso dolorose della muscolatura del collo, spalle e schiena. Per ridurre al minimo gli effetti negativi di tali carichi bisogna adottare alcuni accorgimenti semplici utili ed efficaci. Dando per scontato che si è fatto il possibile per ridurre al minimo i carichi da trasportare, bisogna fare attenzione che le dimensioni dello zaino siano adeguate al trasportatore (mai troppo grande), che già da vuoto sia il più leggero possibile, che abbia lo schienale rigido ed imbottito, bretelle ampie e imbottite da portare sempre e solo su ambedue le spalle, cintura per allacciarlo in vita. Lo zaino va riempito mettendo i carichi più pesanti vicino allo schienale e così via in modo decrescente verso l’esterno, le bre-

telle devono avere lunghezza uguale e adeguata affinchè lo schienale sia ben aderente alla schiena e la parte inferiore dello zaino non scenda al di sotto della vita. Nell’indossare lo zaino occorre prenderlo per la maniglia, posizionarlo su un ripiano e infilare le bretelle senza flettere e strattonare la schiena ma, eventualmente, piegando le ginocchia; lo zaino riempito non dovrebbe superare il 10-15% del peso corporeo del bambino, se non si riesce a rientrare entro tali limiti è preferibile utilizzare un carrellino o un trolley. Bisogna abituarsi, inoltre, a togliere lo zaino dalle spalle appena possibile (in macchina, autobus…) e a trasportarlo per brevi periodi, possibilmente non più di 15 minuti. In conclusione, comunque, è doveroso affermare che non bisogna colpevolizzare in modo eccessivo l’utilizzo degli zaini poiché è certo che un’equivalente e forse superiore importanza, nelle genesi delle problematiche suddette, rivestono sia la vita sedentaria che le posture scorrette, spesso mantenute per molte ore durante la giornata da bambini e ragazzi….ne parleremo!

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A sostegno della ricerca storica, gli articoli pubblicati nel 1792...

Reale Accademia delle Scienze di Napoli. La nascita dell’Omeopatia in Italia che da sempre troviamo datata in tutti i libri di testo intorno al 1820, a Napoli - per merito di due medici militari austriaci a seguito dell’esercito chiamato da Ferdinando I° di Borbone per contrastare i Francesi - andrebbe riscritta. Sin dal 1792, infatti, uomini colti d’Abruzzo, preparavano il terreno alla “nuova Medicina”, tanto che quando essa arrivò, applicarla fu la sua naturale conseguenza.


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“PrimaPagina “Prima Pagina”” Benessere

Ultima puntata sulle virtù dell’orzo

In forma e tonici con energia Dott. Anna Piersanti dietista

rzo e diete ipocaloriche: Per le persone in sovrappeso che necessitano di seguire un regime alimentare a basso tenore calorico l’orzo è un alleato in più. Ha, infatti, la capacità di offrire un senso di sazietà che aiuta a resistere alle tentazioni. Il marito va alle fibre che contiene, inattaccabili dai succhi digestivi, in particolare al betaglucano. Questo, essendo idrosolubile, si gonfia formando gel stabili e resistenti che creano volume

a livello dello stomaco e tolgono perciò un po’ di appetito. Non solo, i carboidrati presenti nell’orzo, determinano nel cervello un aumento del triptofano, un aminoacido aromatico che, a sua volta, stimola l’aumento di serotonina, un neurotrasmettitore modulatore della sazietà. Stanchezza e ipertensione: Tra i Sali minerali contenuti nell’orzo, abbiamo già accennato alla presenza di fosforo e di potassio, quest’ultimo in buon equilibrio con il sodio. Anche se non è stato dimostrato che il fo-

BENESSERE EMOZIONALE

la rivoluzione della mente di Oreste Petricola passione coaching

ensare al benessere o al fitness e abbinarlo ad attività fisiche è alquanto scontato, mentre raramente si abbina ad attività della “mente”, eppure allenare la mente non e’ diverso dall’allenare il corpo, con la differenza che lo si può fare in qualunque momento durante lo svolgimento delle normalissime attività

quotidiane. È da qui che inizia l’affascinante viaggio che riguarda lo “sviluppo personale”, imparando a comprendersi meglio e capire quali sono i meccanismi che portano a pensare, parlare, agire in un certo modo ottenendo di conseguenza determinati risultati. Per far ciò occorre innanzitutto mettersi in gioco partendo dal senso di responsabilità, cioè dalla consapevolezza che tutto dipende

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Benessere in “Prima “PrimaPagina Pagina””

sforo svolga un ruolo specifico nel migliorare le prestazioni intellettuali, è vero che è un minerale fondamentale per il buon funzionamento di cellule e tessuti del sistema nervoso. Ma le sue funzioni non si esauriscono qui: concorre alla mineralizzazione di ossa e denti, e fa parte della struttura delle membrane cellulari ed è componente importante di diverse molecole enzimatiche e coenzimatiche. Il potassio, invece, è coinvolto in importanti processi fisiologici quali la trasmissione degli impulsi nervosi, il controllo della contrattilità muscolare e quello della pressione sanguigna. L’apporto di potassio, infatti, riduce i valori pressori nei soggetti a rischio perché aumenta l’escrezione del sodio, contrastandone gli effetti ipertensivi. Il potassio, inoltre, concorre a mantenere la neutralità nell’equilibrio acido-basico dell’organismo evitando la comparsa di stati acidosi. La mancanza di una sufficiente quantità di questo minerale, infine, può causare debolezza muscolare, confusione mentale e aritmie cardiache anche gravi. Intestino pigro: Grazie alle sue fibre, l’orzo è di aiuto anche nei casi di stitichezza. La loro azione è nota: sia il betaglucano sia la

cellulosa sia i pentosani assorbono acqua a contatto con i liquidi aumentando di volume, facilitando così il transito intestinale. L’orzo da bere: oltre ad essere un ingrediente per la preparazione di gustose e salutari pietanze, l’orzo viene da tempo utilizzato anche come bevanda. Il processo che trasforma l’orzo alimento in orzo da bere è molto simile a quello utilizzato per il caffè: il chicco d’orzo viene tostato in forni di torrefazione e macinato per ottenere la versione denominata, appunto, orzo macinato, che si utilizza in casa con la normale moka oppure al bar con la macchina da espresso. Per la versione solubile invece si estrae un liquido con acqua calda dall’orzo torrefatto, che viene poi concentrato ed essiccato con aria calda. Un processo estremamente naturale che permette di ottenere una finissima polvere d’orzo solubile all’istante in acqua o latte. L’orzo bevanda può essere consumato in ogni momento della giornata, anche prima di coricarsi, poiché non contiene sostanze che potrebbero togliere il sonno come caffeina, teobromina e teofillina. Per questo motivo rappresenta una valida alternativa a tè e caffè.

da noi e quindi siamo noi stessi gli artefici del nostro destino. Il cervello ha una complessità di funzioni inimmaginabili e inimitabili, ma nonostante ciò agisce in maniera abbastanza semplice e, come per un computer, può essere riprogrammato ogni volta che lo si desideri perché ,grazie ad uno stimolo ben preciso, è sempre disposto al cambiamento (grande nemico della routine). Noi abbiamo una mente razionale, con la quale svolgiamo la maggior parte delle nostre attività quotidiane, e una mente inconscia, che prevale sulle nostre tendenze. Maestri di questo esempio sono i bimbi, che nella prima infanzia assimilano tante di quelle informazione da delineare il carattere e la personalità future e ciò accade in quanto non hanno alcun filtro tra la mente razionale e l’inconscio, a differenza degli adulti. È pur vero che consapevoli di ciò possiamo agire sia sulla mente razionale sia sull’inconscio divertendoci. Come vedete la sfera dello sviluppo personale è molto ampio e le aree di azione lo sono altrettanto, quindi se si ha voglia di esplorarsi o di migliorarsi ulteriormente non bisogna esitare

a cercare e provare.Tra i testi consigliati per approfondire l’argomento , PSICOCIBERNETICA di Maltz Maxwell, e naturalmente non stancarsi mai di porsi e porre domande, anche alla nostra redazione. Buona “rivoluzione”.

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“PrimaPagina “Prima Pagina”” Moda & Costume

Fascino Retro’

EVVIVA GLI ANNI ‘50 di Adele Di Feliciantonio

a moda, si sa, è fatta di corsi e ricorsi storici. Ogni nuova tendenza attinge a quella di un passato glorioso e di epoche che hanno fatto la storia. Gli stili più caratteristici, che per le generazioni passate hanno rappresentato un momento di conquiste, vengono ripresi dagli stilisti, ma soprattutto dalla gente comune, che ne adotta anche i principi ispiratori. È il fascino del retrò, quello stile culturale che dà rilievo a ciò che richiama la moda passata e incentiva tutto ciò che è attualmente d’epoca (diverso dal vintage, anche se l’uno è legato all’altro), conquistando proprio tutti. I meravigliosi e carismatici anni’50, gli anni di Gre-

ase e di Happy Days sono rimasti nel cuore non solo di chi li ha vissuti , ma anche alle nuove generazioni. E così vengono celebrati con feste a tema, come il Summer Jamboree di Senigallia , il primo festival in Europa che muove masse di partecipanti dalla nostra provincia e nella quotidianità, con capi e look che li rievocano e ricordano. Così alla donna bon ton di Chanel e Dior, elegante e senza tempo, viene preferita la Pin up che rimane un’icona di femminilità. Abiti a vita alta con gonnellone o classica gonna a ruota con cintura colorata in vita, camicia o maglie aderenti, spesso a pois, foulard leggermente legati al collo, ballerine o Superga e calzino rigorosamente in vista. O se si pre-

Symphysodon Discus

Il re degli acquari di Maurizio Orsini

l pesce disco appartiene alla famiglia dei ciclidi ed è originario dell’amazzonia Sudamericana. Pesce molto amato per le diverse varianti cromatiche, raggiunge la misura di 21 cm e può vivere fino a 15 anni. Per chi vuole cimentarsi nell’allevamento è bene partire con Discus di allevamento tedesco molto più facili e

meno esigenti di quelli selvatici, con valori dell’acqua molto singolari, per i Discus tedeschi ( i migliori sono gli “ STENDKER” ) i valori dell’acqua sono: GH 15 – KH 8 – PH 7- conduttività 800 microsiemens temperatura 30°c. L’acquario consigliato minimo è di 100x50x50h in modo da poter ospitare almeno una decina di esemplari da 5 cm per

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Moda & Costume in “Prima “PrimaPagina Pagina”” ferisce la Candy girl: shorts o jeans strettissimi sempre a vita alta, il tutto arricchito da bandane come fascia sui capelli, la classica coda di cavallo o acconciature gonfie e vistose, grazie all’ausilio dei bigodini che fanno la loro apparizione nel mondo femminile, trucco con eyeliner spesso e rossetto rosso. E gli immancabili occhialoni da sole cat-eye. Magari accompagnate da un Teddy boy alla John Travolta con jeans, chiodo e brillantina sui capelli.

Ciò che più ci meraviglia è il fermento e la passione attorno a questo stile che muove non solo gli animi, ma anche l’economia Ma perché gli anni ’50 piacciono così tanto? Indubbiamente c’è una forte contaminazione nel modo di vestirsi odierno e quest’ estate poi, ne è stata un esempio calzante.

poter far formare alcune coppie spontaneamente. Le piante consigliate sono del genere anubias ed echinodorus. Come arredamento posizionare alcuni pezzi di radice di torbiera che ambrano l’acqua ( ed è molto gradita dai Discus ) e stabilizza il ph. Filtraggio con cilindretti di torba in grani e lana di perlon, è raccomandabile un cambio di acqua pari al 25% della vasca ogni 20 giorni con acqua di osmosi. Per quando riguarda la convivenza i compagni migliori sono: ancistrus, corydoras, cardinali, neon e ramirezi. La formazione delle coppie avviene spontaneamente e da lì a poco si vedranno i riproduttori intenti alla pulitura di una foglia o di una superficie liscia dove verranno in seguito deposte le uova ( prima della deposizione cambiare un 50% di acqua con acqua di osmosi). La schiusa delle uova avviene dopo circa 60 ore dalla deposizione. I piccoli alla nascita sono provvisti di una ghiandola adesiva con cui si attaccano sul substrato per i 4-5 giorni necessari per il riassorbimento del sacco vitellino. Una volta riassorbito, i piccoli incominciano a nuotare e i genitori li attireranno PrimaPagina 48 - Sett. 2014

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Bastava guardarsi in giro per vedere ragazze totalmente, o in alcuni particolari, ispirati a essi, con shorts a vita alta, scarpe di pezza, magliette alla vita e make-up tipico. E’tornato in auge il pois, gli occhiali vistosi che vengono riproposti anche per gli stili più sobri e i volumi nei capelli. Tuttavia, ciò che più ci meraviglia è il fermento e la passione attorno a questo stile che muove non solo gli animi, ma anche l’economia. Ogni anno, infatti, gente di ogni età ed estrazione culturale si fa contagiare, nei preparativi di questo look, per partecipare a eventi per le quali vengono organizzate gite con adesioni numerosissime e vengono acquistati accessori e abiti di ogni tipo. Maria è in fermento e ogni giorno è attenta a trovare qualcosa per rendere il suo stile unico “ perché io impazzisco per lo stile delle pin up”, mentre Giorgia e le sue amiche non si perdono mai il festival anconetano: “ lì riusciamo a condividere la nostra passione con chi la ama come noi e ci rende felicissime”. Infine Luca e la sua compagna si concedono dei giorni in allegria lontano dai problemi quotidiani e dalla routine “ buttarci in quell’atmosfera e quella musica , sentirsi di essere davvero negli Usa di Grease, ci fa stare bene”. Perché gli anni’50 prima di essere uno stile sono un sogno!

a loro facendo vibrare le pinne e i fianchi, in modo tale che i piccoli incominciano a brucare il muco sulla pelle dei riproduttori, questo per almeno 15-20 giorni, dopo di che si incomincia a somministrare naupli di artemia salina viva appena schiusa per 4 volte al giorno; dopo altri 15 giorni si integrano con mangimi secchi liofilizzati e polverizzati.

L’acquario consigliato minimo è di 100x50x50h in modo da poter ospitare almeno una decina di esemplari da 5 cm per poter far formare alcune coppie spontaneamente


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“PrimaPagina “Prima Pagina”” Animali

Un citello… ”teramano doc” di Alessandra D’Andrea veterinaria

ra assurto agli onori della cronaca locale qualche tempo fa , per aver deciso di uscire dalla sua tana scavata sotto un lampione in pieno centro cittadino. Dopo aver richiamato un nutrito gruppo di curiosi ha però deciso di tornare nel sottosuolo, tra i suoi cunicoli da dove è partito per un’altra destinazione. Ma cos’è un citello? Detto anche scoiattolo di terra europeo, il citello è un roditore della famiglia degli Sciuridi (scoiattoli); originario dell’est Europa fino alla Turchia europea. Possiede denti incisivi lunghi e affilati, a crescita continua, che mantiene della corretta lunghezza con il consumo continuo. Gli arti sono corti, il dorso è di colore marrone grigio mentre il ventre è giallo, mento e gola sono bianchi. Con orecchie piccole e coda corta, raggiungono una lunghezza di circa 20 cm e un peso di 200-400 gr. La vita media è di 5-6 anni.

Il citello raggiunge la maturità sessuale a un anno di età, la primavera è la stagione riproduttiva, l’accoppiamento che avviene una sola volta all’anno in questa stagione. Il periodo di gestazione è di 25-26 giorni, dopo del quale nascono

Tendenzialmente, scavano due tane: una permanente, utilizzata per il riposo notturno e per il letargo invernale; l’altra tana per i brevi riposi giornalieri, essendo animali diurni

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mediamente da 2-9 piccoli privi di pelo, con occhi e orecchie ancora chiuse. I piccoli sono svezzati a 30 giorni. I citelli sono animali selvatici, anche se possono essere addomesticati a patto che vengano maneggiati spesso durante le prime settimane di vita. Vanno alloggiati in gabbie grandi dalle pareti lisce, eventualmente ricoperte di plexiglas, al fine di evitare traumi ai denti incisivi, data la loro abitudine di rosicchiare incessantemente le sbarre, nel tentativo di trovare una via di fuga. Il fondo della gabbia va ricoperto da uno strato abbondante di fieno su cui i citelli ricavano un nido. Tendenzialmente, scavano due tane: una permanente, utilizzata per il riposo notturno e per il letargo invernale; l’altra tana per i brevi riposi giornalieri, essendo animali diurni. I maschi adulti iniziano a ibernare nella prima metà di agosto, mentre le femmine adulte restano all’esterno fino alla prima metà di settembre. Raramente si vedono all’esterno oltre ottobre. Il cibo portato nelle tane viene utilizzato solo per i piccoli e non immagazzinato per l’inverno. Sono animali solitari, anche se più individui possono costruire nidi molto vicini in modo tale che possano difendersi meglio da eventuali predatori. All’interno delle gabbie è possibile mettere rametti di legno o giochi in legno non tossici per permettere agli animali di rosicchiarli. La gabbia non va tenuta in un ambiente eccessivamente caldo e non ventilato, dal momento che questi roditori sopportano meglio le temperature basse che alte. Quanto più spesso possibile il citello deve essere fatto uscire dalla gabbia in un ambiente reso sicuro per la sua incolumità e in cui non possa causare danni; facendo particolare attenzione ai fili elettrici, piante e tutto ciò che possa essere nocivo se ingerito accidentalmente (es. medicinali). Il citello, è un animale solitario, tuttavia è possibile tenere insieme una coppia anche di sesso differente (poiché raramente si riproducono in cattività), ma evitando assolutamente tenere insieme due maschi in presenza di una femmina perché questi lotterebbero tra loro. I citelli sono prevalentemente vegetariani, in cattività la dieta deve essere ricca di fieno, fresco e sempre disponibile, e verdure (es. carote, sedano, radicchio, coste) e piccole quantità di frutta fresca come premio occasionale. L’acqua deve essere sempre a disposizione in contenitori sospesi a sifone, in modo tale che rimanga pulita e non sia rovesciata. Evitare di dar da mangiare mangimi e snack commerciali per roditori, frutta secca, pane e dolciumi, carni, alimenti per cani e gatti ma anche pomodoro, melanzane e patate, pericolosi alimenti per i vostri piccoli amici.




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