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Giugno 2014

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Hanno collaborato:

“Perchè le donne non votano le donne?” A parole, non sembrano esservi pregiudizi contro le donne in politica. Nei fatti non è così

Politica

L'ITALIA, I GRILLINI ED IL FUTURO

M5S TUTTO DA RIFARE?

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di Mafalda Bruno

Sociale

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EMIGRARE PER CURARSI di Daniele Leone

Territorio

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CONSEGUENZE DEI TAGLI AI SERVIZI SANITARI NEI PICCOLI CENTRI

IL SUCCESSO DEL PROGETTO RACCONTIAMOTERAMO.IT

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n. 605 del 14.07.09 n. 20081 2281-5651

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di Clementina Berardocco

Dylan Dog,Vittima degli eventi

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Omnibus

Cultura d'impresa

di Chiara Santarelli

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Clementina Berardocco Stefania Boleso Mafalda Bruno Luciano Cipolletti Gennaro Cozzolino Maria Croce Alessandra D’Andrea Roberto Del Latte Arturo Di Cera Adele Di Feliciantonio Laura Di Paolantonio Anna Di Tullio Alessandro Frattaroli Angela Fosco Daniele Leone Antonella Lorenzi Letizia Marinelli Milena Milone Maurizio Orsini Daniela Palantrani Anna Piersanti Gianfranco Puca Laura Romani Nicola Paolo Rossetti Silvia Salvatici Chiara Santarelli Eugenia Tognotti

Federico Fellini, l'enigma di un genio

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di Gennaro Cozzolino

di Roberto Del Latte

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Genitori a tutti i costi

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Colori e geometrie per osare

In copertina: “Mondiali di calcio 2014”

di Chiara Santarelli PrimaPagina 48 - Giugno 2014

(foto free royalty from internet 2014)

n. 48 anno 5 - giugno 2014

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di Mira Carpineta Editoriale

VINCITORI & PERDENTI ala il sipario sulle elezioni 2014 Qualche riflessione è d’obbligo. Candidati, eletti e non eletti, elettori e votanti. L’Europa è ancora lontana, ma il comune e la regione sono realtà vicine, toccabili con mano, anzi con le mani. Tese dai candidati, nuovi e uscenti, per sollecitare consensi più o meno (sempre meno) motivati da programmi scarni o progetti quasi inesistenti. Il momento richiede sobrietà e così anche i festeggiamenti hanno toni bassi. D’altra parte questa è una resistenza, la guerra è lontana dall’essere vinta. Un pugno di voti può decretare una vittoria o un’ inesorabile scomparsa dalla scena politica. Niente di nuovo sotto il sole, insomma. Certo qualcuno ci ha creduto, sull’onda degli entusiasmi della cavalcata renziana, che la città fosse pronta a quel “cambiamento” tanto richiesto nelle piazze, reali e virtuali dove più o meno tutti, si sono spesi con metodi comunicativi di nuova concezione ma (ahimè!), di vecchi contenuti. La parola “cambiamento” ( che a forza di usarla ha perso il significato) è difficile da riconoscere in un contesto piccolo, locale, dove anche l’antagonista di turno ha un vissuto storico ben conosciuto. E gli elettori? Quelli che a gran voce hanno sempre chiesto ascolto, servizi, lavoro (si, noi insomma), cosa vogliamo? E per averlo come votiamo? Ascoltando i commenti a urne chiuse e risultati conclamati c’è di che rimanere senza parole. Gli addetti ai vari seggi elettorali possono raccontare di umanità varia: c’è stato

chi guardando gli elenchi delle varie liste e simboli ha consigliato a chi aveva accanto “se non sai quale scegliere, scegli quello (il simbolo) più carino”. Oppure i voti disgiunti, che hanno fatto impazzire gli scrutatori quando non chiari. Perché il voto disgiunto è un altro di quegli strumenti che nasce per un alto principio di democrazia e si trasforma in un delirio quando usato senza considerate l’effetto che produce. Così sono state davvero tante le schede in cui si è scelto un sindaco di uno schieramento e consiglieri dell’opposto. Con risultati senza risultato, vincitori senza lode e perdenti senza biasimo. Anche tra i votanti che salomonicamente hanno distribuito i loro consensi. Cose che capitano a Teramo, dove in ogni famiglia c’era un candidato e quindi un voto era destinato alla politica e l’altro al parente. La battaglia è conclusa, i vincitori hanno dato libero sfogo alla tensione degli ultimi giorni di campagna elettorale, peraltro in perfetto stile”finale di champions”, i vinti hanno tirato un sospiro (di sollievo?). Ma non è stata una partita. C’era in ballo il nostro futuro prossimo. Cinque anni in cui ci aspettano una crisi ancora lontana da superare, lavoro che diminuisce ( in barba ai grafici di previsione), giovani che dovranno scegliere se restare o partire, imprese sempre in difficoltà e tasse che non accennano a diminuire. Teramo rispecchia la condizione dell’Italia, solo che qui, tra guelfi e ghibellini, anatre e papere, il Feudo borbonico resiste. Alla faccia degli spagnoli che invece vogliono disfarsene.

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Solo se provi, capirai! 6

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L’Italia, i Grillini e il Futuro

M5S E IL DOPO VOTO:

tutto da rifare? di Mafalda Bruno

orse avevano ragione le voci sagge della gente comune che, davan a chi prevedeva una vittoria schiacciante del MoVimento 5 Stelle alle ul me elezioni europee, ripeteva il prudente adagio popolare: “piazze piene, urne vuote”. Tant’è. Una cosa è sicura: ci si aspe ava quantomeno un risultato alla pari o quasi con Renzi, ma è andata diversamente: molto diversamente. L’amaro in bocca che ne è seguito nei pentastella è comprensibile: del resto è quello che hanno incamerato anche altri par che hanno o enuto risulta modes rispe o a quello che prevedevano e speravano; di certo, stando appunto agli spe acoli di piazza delle sere anteceden le elezioni, il distacco creatosi tra Renzi e il MoVimento non può che essere considerato sorprendente: facts are facts. Dove e se hanno sbagliato ta ca Grillo e Casaleggio lo lasciamo volen eri commentare a chi ne

ha voglia: basta e avanza il cicaleccio quo diano. Ora l’argomento all’ordine del giorno è cosa faranno i tanƟ militanƟ che hanno creduto nel MoVimento, con passione e sincera dedizione, dedicandosi alla causa senza risparmiare risorse ed energie. Di gente in gamba il MoVimento 5Stelle non dife a. Magari alcuni stanno ancora “studiando” la poli ca e come comportarsi di conseguenza non essendo poli ci di professione, ma è indubbio che persone di valore, preparate, abbiamo imparato a conoscerne, e anche tante. Tu o fa supporre che si divideranno in due schieramenƟ: il primo che con nuerà a credere nella giustezza delle intuizioni del leader storico e dell’ideologo del MoVimento, sostenendo che tu o sommato non è che le elezioni europee siano state poi questa gran dèbacle, distribuendo le colpe della disfa a ai soli no : al popolo italiano masochista, ai giornalis , al governo ladro ecc. Il secondo, farà autoanalisi non necessariamente per

transfugare verso altri par , ma per riesaminare coscienziosamente l’essenza stessa del MoVimento e porre i rimedi del caso. Se Grillo e Casaleggio hanno avuto l’intuizione geniale di creare e ges re questo gruppo, chapeau, onore al merito. Ma se le loro dire ve, le loro strategie di azione hanno causato una sconfi a che il MoVimento non pensava di meritare, forse è il caso di ripensare il tu o: ricompa are la base u lizzando la parte sana, preparata poli camente, che vuole seriamente un’Italia diversa. La rabbia c’è e tanta: in tu gli italiani. Sarebbe una leggerezza pensare che chi ha votato Renzi, Tsipras, la Lega, Scelta Civica, Forza Italia, Ncd siano persone senza pensieri, degli irresponsabili beo che vogliono lasciare l’Italia andare a ramengo. Siamo TUTTI preoccupa per il futuro che ci aspe a, posto che alla vi oria di Renzi si a ende che seguano le riforme per lo più sinora solo annunciate. Ma è di tu a evidenza che sono state le reazioni diverse ai mori per il futuro ad aver decretato la differenza nel voto. Reimpostare il MoVimento, ripensarlo con altri presuppos , pianificare diverse strategie di azione è il dilemma con cui sarà alle prese il nocciolo duro del MoVimento stesso nei prossimi giorni. Ci perme amo solo di osservare che forse, con toni più civili e meno esaspera le 5 Stelle possono davvero ba ersela più che dignitosamente in futuro, con il giusto riconoscimento, anche ele orale, che i tan bravi militan , impegna e appassiona , meritano appieno.

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MISERICORDIA E…

AZIONE di Chiara Santarelli

La Misericordia è un’associazione di volontariato che abbraccia confratelli specialisti nel settore sanitario e confratelli impegnati in altre categorie lavorative. Mossi dall’unico desiderio di aiutare il prossimo come individuo e come fratello di una comunità distinta dalla fede e dall’amore.

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l 9 Giugno è stata una data importante per il mondo del volontariato italiano; ricorreva infatti la festività di San Pietro martire, fondatore dell’associazione dei volontari della Misericordia. Nel 1244 il celebre predicatore Pietro da Verona costituì la Società della Fede, dedita ad opere di carità; in seguito da quest’ultima nacquero tre compagnie di solidarietà e preghiera: la Società Maggiore di Santa Maria, che si dedicò alla cura degli orfani; la Società dei Laudi di Santa Maria Nuova che si prodigò in opere di pietà e la Società Nuova di Santa Maria, detta poi della Misericordia, che assunse l’impegno caritatevole dell’assistenza ai carcerati e agli infermi. In concomitanza della festività nazionale, la Misericordia di Teramo, con sede a San Nicolò a Tordino, nel mese di giugno compie 11 anni di servizio di volontariato. Nata nel 2003, la Misericordia è di supporto al sistema sanitario con contatti diretti da parte degli utenti, si occupa di servizi legati alla mobilità del paziente e/o del diversamente abile, non solo sul territorio teramano, ma in tutt’Italia; esempio del loro lavoro è stato dimostrato durante le scorse votazioni amministrative, quando come partner attiva del comune, l’associazione ha accompagnato persone anziane e a mobilità limitata ai rispettivi seggi di PrimaPagina 48 - Giugno 2014

voto. In generale, la Misericordia sostiene l’azienda sanitaria locale occupandosi del trasporto di farmaci o di sangue all’ospedale, o ancora di trasferimenti di pazienti a codice bianco e verde. I trasferimenti e gli interventi vengono eseguiti da infermieri, personale competente che sa come effettuare determinati trasporti, talvolta delicati, e sa come intervenire in caso di incidente o emergenza. Nonostante l’alta professionalità del personale volontario, per la maggior parte medici e infermieri, la Misericordia di Teramo non si occupa di emergenze di livello più alto, poiché, come specificato dal Governatore della sede il dott. Cerino, è opportuno che codici rossi o gialli siano soccorsi da personale che sappia agire in una situazione difficile, come può essere quella “in strada”; inoltre il paziente in codice rosso ha diritto a tutta la tranquillità e l’affidabilità di cui necessita e questo può trasmetterlo solo una persona che conosce bene il lavoro di pronto intervento. La Misericordia è un’associazione di volontariato che abbraccia confratelli specialisti nel settore sanitario e confratelli impegnati in altre categorie lavorative. Mossi dall’unico desiderio di aiutare il prossimo come individuo e come fratello di una comunità distinta dalla fede e dall’amore. Racconta il Governatore che anticamente


la veste dei volontari era completamente coprente, l’unica cosa che si lasciava intravedere erano gli occhi, per preservare l’anonimato del soccorritore, che in quel momento diveniva uno qualunque, senza nome e senza stendardo. Nel corso di 10 anni molte persone sono entrate in questa famiglia; altre l’hanno purtroppo lasciata, tra le quali la dottoressa Baiocco, o l’industriale Alfiero Barnabei, che è stato il primo governatore della Misericordia di Teramo. Oggi i volontari dell’associazione sono 60 e tutti seguono corsi di aggiornamento di primo soccorso e sono presenti in qualsiasi situazione, dagli eventi pubblici, al soccorso di utenti privati, talvolta prestano servizio nei villaggi turistici per assistere i vacanzieri piĂš anziani o con difficoltĂ motorie. “Desideriamo che il paziente si senta accolto, non trattato come un numeroâ€? tengono a precisare, “lo facciamo con il cuoreâ€? e questo permette a circa 150 utenti al mese di essere assistiti con amore e professionalitĂ . Attualmente la Misericordia di Teramo è impegnata in un progetto d’assistenza, che realizzerĂ un complesso di quattro palazzine destinate a divenire una casa di riposo.

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Emergency : 20 anni di cure, aiuti e solidarietà:

SEMPLICEMENTE PERCHÉ

È GIUSTO di Antonella Lorenzi

ata nel 1994 per offrire cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà, Emergency promuove da 20 anni, una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani. L’impegno umanitario di Emergency è possibile grazie al contributo di migliaia di volontari e di sostenitori. Cecilia Strada, figlia di Gino e di Teresa Sarti, è l'attuale presidente di Emergency. Un incarico importante “ereditato” dalla madre, scomparsa nel 2009. Due genitori fuori dai comuni canoni, Gino e Teresa, che hanno determinato la formazione e le scelte di vita di Cecilia: “Avevo 8 anni – racconta – quando ho visto per la prima volta gli effetti della guerra. Non capivo perché i miei genitori andassero sempre via, non capivo dove. Allora me lo mostrarono, portandomi in Pakinstan, in un ospedale di guerra, dove vidi un ragazzino della mia età ferito,da un proiettile, in testa. Gino e Teresa mi hanno insegnato il senso del giusto e dell’ingiusto. La guerra è ingiusta”. Gli intenti di Emergency sono tanti, ma sempre fedeli ai principi sanciti dall’articolo 32 della Costituzione italiana, che recita: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti». L’organizzazione non governativa nata per supportare le vittime di guerra, oggi trova nuove vittime anche nei paesi

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dove la guerra è scomparsa dalla cultura, ma dove la crisi ha fatto nascere nuove miserie umane. Così parte la campagna di raccolta fondi, Programma Italia, per aprire nuovi ambulatori di assistenza sanitaria gratuita nel nostro paese. Sulle scelte dei governi Cecilia sostiene che il sistema sanitario italiano, per molti anni uno dei migliori al mondo, sia stato attaccato da interessi che nulla avevano a che fare con l’interesse primario dei cittadini: “Per anni abbiamo visto le risorse pubbliche “deviare” a favore delle strutture private, abbiamo visto i politici spartirsi le direzioni degli ospedali, abbiamo visto

Peranniabbiamo visto le risorse pubbliche“deviare” a favore delle strutture private,abbiamo visto ipoliticispartirsi le direzionidegli ospedali,abbiamo visto la corruzione dilagare la corruzione dilagare, e abbiamo visto gli interessi del sistema allinearsi sempre più con la malattia, anziché con la salute. Con questi risultati: tanti cittadini che non riescono, soprattutto oggi, a vedere garantito il loro diritto a essere curati, bene

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e tempestivamente”. Quando le chiedono cosa spinga lei e i volontari di Emergency a rischiare la vita in mezzo a conflitti interminabili e devastanti risponde che “semplicemente è giusto farlo. Assistere chi ha bisogno e non avrebbe altra possibilità di ricevere aiuto: che cosa c’è di più semplice? Come quando vedi un bambino che casca dalla bici, anche se non è tuo figlio ti avvicini, controlli se si è fatto male, gli dai una mano a rialzarsi. I nostri medici fanno questo: aiutano chi ha bisogno. Più naturale di così…” . Fino a oggi Emergency ha curato oltre 6 milioni di persone in 16 Paesi, costruito ospedali, centri chirurgici, centri di riabilitazione, centri pediatrici, posti di primo soccorso, centri sanitari, un centro di maternità e un centro cardiochirurgico, contribuendo anche alla ristrutturazione e all’equipaggiamento di strutture sanitarie già esistenti. Emergency compie 20 anni e nell’instancabile lavoro di sensibilizzazione e di raccolta fondi, Cecilia arriva a Teramo. Una mattinata trascorsa tra i ragazzi dell’Università, dove i racconti della sue esperienze offrono scenari per scelte diverse. Così quando parla del lavoro dei volontari, che oltre alle cure mediche portano soprattutto istruzione, conoscenze, strutture, da trasmettere alle popolazioni assistite per renderle di nuovo autonome e in grado di autogestirsi. Il ruolo fondamentale dei volontari che “…ogni giorno si inventano una qualcosa di nuovo per raccontare il nostro lavoro, diffondere una cultura di pace, e raccogliere fondi per le strutture


sanitarie nel mondo. I volontari sono la spina dorsale della nostra presenza in Italia e nel mondo”. Ostinata come Gino, conciliante come Teresa, Cecilia Strada ne segue le orme portando con sé una punta di lancia raccolta nella prima missione, in Ruanda, 1994 i disegni (tanti) dei bambini, unico “mezzo di pagamento “ consentito e una maglietta bianca con un logo rosso, inconfondibile.

Emergency è un'associazione umanitaria italiana, fondata il 15 maggio 1994 a Milano da Gino Strada e dalla moglie Teresa Sarti, insieme a Carlo Garbagnati. Ha ottenuto il riconoscimento giuridico di organizzazione non lucrativa di utilità sociale (ONLUS) nel 1998 e di organizzazione non governativa (ONG) nel 1999. Dal 2006, Emergency è partner ufficiale del Dipartimento della Pubblica Informazione dell'ONU. Obiettivi di Emergency sono offrire cure mediche e chirurgiche gratuite e di alta qualità alle vittime della guerra e della povertà e promuovere una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani estendendo il raggio delle sue attività alla cura delle vittime della povertà. Dal 2005 Emergency opera anche in Italia, per garantire a tutti il rispetto del diritto a essere curati sancito dalla Costituzione, mentre nel mondo si sono costituiti gruppi di volontari riconosciuti: Emergency Usa; 2007 - Emergency UK; 2010 – 2011 - Emergency Japan e Emergency Svizzera, (successivamente diventata Fondazione Emergency Svizzera). 2013 - Emergency Belgium e Emergency Hong Kong.

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l termine femminicidio, che è un neologismo per la lingua italiana, era già in uso in Inghilterra nel 1801 (femicide) con il significato di “uccisione di una donna”, senza ulteriori specificazioni. Nel nostro

dell’uccisione, una relazione sentimentale o parentale. A mio avviso, in Italia, si dà del fenomeno indicato da tale termine un’interpretazione limitata e settoriale poiché non si considera, a tutto tondo, la complessità delle cause che

mezzo di norme coercitive, politiche di sfruttamento e modi alienanti di condurre la convivenza, situazioni che, insieme, costituiscono l’oppressione di genere, e la loro realizzazione radicale porta all’eliminazione simbolica e

LA “CACCIA ALLE STREGHE”

NON È MAI FINITA di Milena Milone psicologa

Paese invece questo vocabolo si riferisce a quei casi in cui la femmina soccombe fino alla morte per mano di un maschio con il quale ha avuto o ha, al momento

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concorrono alla soppressione della vita delle donne. L’antropologa messicana Marcela Lagarde scrive nel 1997: “Il femminicidio diventa realizzabile per

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concreta delle donne e al controllo di ciò che le riguarda. Il femminicidio (…) richiede una complicità che accetti vari principi concatenati: l’interpretazione


del danno subito dalle donne come se non fosse tale, il tergiversare su cause e motivazioni a ciò correlate e a negarne le conseguenze. Tutto questo viene attuato per far sì che la dannosa violenza contro le donne sfugga alle sanzioni etiche, giuridiche e giudiziarie il ché implica un’ulteriore forma di violenza (…) e lasciare le donne prive della libertà di agire e di opporsi con la parola e senza mezzi per annientare tale violenza.” Nel femminicidio dunque è implicita la coesistenza di molti fattori, di matrice violenta, tesi all’eliminazione fisica e psichica delle donne e ciò dimostra, a mio avviso, che non di un neologismo si dovrebbe parlare nel considerare questo termine, ma di un modus operandi tipico del maschio nei confronti della femmina risalente agli inizi dell’epopea umana, il cui reale significato risulta, perciò, fin troppo obsoleto. Nel dizionario DevotoOli alla voce femminicidio si legge: “Qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuarne la

subordinazione e di annientarne l’identità attraverso l’assoggettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitù o alla morte.” Dunque anche l’infanticidio ai danni della neonatalità femminile, rientra nello sterminio di genere. Questa pratica in uso da sempre, e ancora presente nelle zone di maggior densità demografica del mondo, nasce in ossequio al fatto che le donne sarebbero di peso alla società maschile poiché considerate minori, incapaci, rispetto ai maschi, di esercitare un qualunque mestiere che non sia quello di madre e moglie. Resta inteso, tra l’altro, che un tempo per le femmine, ancorché sottomesse a tutte le esigenze del consorte, dal soddisfacimento dei suoi desideri sessuali, alla cura della casa e all’accudimento dei figli, trovar marito non era cosa facile; la bellezza e una dote consistente potevano agevolare la collocazione di chi apparteneva al genere minore, da qui l’idea dell’eliminazione delle femmine come rimedio per riequilibrare la forza lavoro nella società. E’ difficile fare una comparazione tra l’incidenza delle uccisioni di donne

nel passato, - tenendo anche conto di fenomeni transitori come fu quello della Caccia alle Streghe -, e il numero di donne uccise oggi, tuttavia salta agli occhi quale sia la ragione per cui, pur tenendo conto del considerevole mutamento della struttura sociale e delle sue regole, non vi è soluzione di continuità nel bisogno che il maschio dimostra nel voler eliminare fisicamente le femmine. Un tempo esse rappresentavano un peso per la loro presunta inutilità, oggi rappresentano per il maschio la figura da sconfiggere, da superare, da sottomettere proprio sul piano delle capacità tout court, della loro perizia nel mondo del lavoro, dell’autonomia personale, dell’iniziativa tipica di chi non ha bisogno dell’alter ego maschile per vivere e autogovernarsi. Sigmund Freud soleva dire che “Per la Donna l’anatomia è destino”. Noi sappiamo che anche il padre della psicoanalisi aveva preso un bell’abbaglio e ciò è dimostrato proprio dall’accanimento nel volerci ancora eliminare, pur nel tempo della nostra riscossa.

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A Teramo 2° weekend di studi

Verso una città a MISURA DI FAMIGLIA di Clementina Berardocco

l 10 e l’11 Maggio c.a. la città di Teramo ha aderito al Network Italiano Città per la Famiglia che si pone come obiettivo lo sviluppo di politiche a favore della famiglia, a livello nazionale e locale. La nostra città, prendendo spunto da “buone pratiche “attivate in altre città italiane, ha inteso predisporre un “Progetto per una città a misura di Famiglia” e l’amministrazione comunale di Teramo, insieme al Forum Regionale delle Associazioni Familiari e alle tante associazioni e realtà cittadine che si occupano di famiglie, hanno proposto due giorni di riflessione e svago dedicati proprio alla famiglia. Tra le varie iniziative, degno di rilievo è stato il Convegno dal titolo “Verso una città a misura di famiglia”, svoltosi nel pomeriggio del 10 maggio, presso la Sala Polifunzionale della Provincia. Un segnale di allarme è giunto dal responsabile del Centro documentazione del Centro Internazionale Studi Famiglia (CISF), Pietro Boffi, il quale attraverso dati oggettivi ha evidenziato come la Germania, l’Italia e il Giappone siano Stati dove non vi è un equilibrio demografico. La situazione è complessa e articolata e denatalità ed invecchiamento della popolazione hanno inciso principalmente sul cambiamento. La prima è il fenomeno più rilevante che caratterizza le nostre famiglie. Le nascite in Italia sono cadute a picco. Nel 1964 (anni del boom economico) l’Italia era prima in Europa (insieme all’Irlanda) con un indice di fecondità di 2,70 (figli per donna in età feconda, da 15 a 44 anni). Appena trent’anni dopo, nel 1994, l’Italia ha battuto il record mondiale di denatalità con 1,19 figli per donna. In 30 anni (lo spazio di una generazione) la

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popolazione si è dimezzata. La seconda è l’invecchiamento della popolazione: è conseguenza della denatalità ed ha generato uno squilibrio della piramide della popolazione. È certamente un fenomeno destinato a cambiare il volto della nostra società, che si presenta precocemente e clamorosamente invecchiata, con conseguenti problemi sanitari, pensionistici e sociali che andranno a gravare sui conti pubblici e sui conti delle famiglie stesse: basti solo pensare all’aumento di richieste di servizi sociali. Ma come è possibile dare delle risposte ad una situazione così seria? Risponde l’ingegnere Maurizio Bernardi, sindaco di Castelnuovo del Garda che attraverso un Piano locale di Politiche Familiari sta ottenendo una sensibile diminuzione della denatalità nel suo comune. Con il Piano Integrato delle Politiche Familiari (P.I.Pol.Fam.), egli vuole porre al centro dell’azione amministrativa la persona e la famiglia. Il P.I.Pol.Fam., è un piano multisettoriale, composto da oltre 100 progetti il cui diretto o indiretto destinatario è la famiglia e consiste in un insieme di interventi multidisciplinari che coinvolgono tutti

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i settori in cui è organizzata l’attività amministrativa comunale ed implica un impegno diretto e concreto da parte di tutti gli assessorati che compongono l’organo esecutivo del Comune. I principi ispiratori sono: principio di partecipazione democratica, principio di sussidiarietà verticale ed orizzontale e sempre in un’ottica solidaristica di attenzione ai più deboli. È previsto il coinvolgimento di altri enti ed istituzioni, delle realtà sociali presenti sul territorio, quali le Associazioni, le reti formali ed informali delle famiglie, nonché le famiglie stesse. Proprio questo l’obiettivo primario che dovrebbe sempre guidare ogni singola azione politica ed amministrativa, affinché l’ente locale sia al servizio della famiglia, dando concreta attuazione ai principi costituzionali contenuti negli artt. 29, 30, 31 dedicati alla famiglia. L’incontro si è concluso con la testimonianza di Antonella e Roberto Marinucci, genitori di sette figli che non si definiscono come la famiglia edulcorata di una nota marca di biscotti ma come una famiglia che ha superato e continua a superare le difficoltà che si presentano, grazie ad una profonda fede cristiana.


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di Anna Di Tullio psicologa-psicoterapeuta

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E’ nata a Teramo la prima Società di Psicanalisi italiana

ramo, assume un significato storico e una funzione in quello specifico contesto culturale e questo é il suo indiscutibile ruolo nella storia della psicoanalisi in Italia. Da quel momento in poi, diverse sono state le fasi del suo sviluppo sul territorio nazionale e, seppur la vita della Società abruzzese sia stata ridotta, è importante non perdere la sua collocazione nel “tempo” e nello “spazio”. E partendo da ciò, cercare di ritornare nel clima dell’epoca, per tentare di respirare quell’atmosfera, che ci è molto più vicina di quanto pensiamo, e poi sta a noi cogliere le sfumature e dar loro una “vita”, metterle in movimento come in una rappresentazione animata, soprattutto per dare un valore al lavoro fatto, alle iniziative intraprese, grazie alle quali, questa volta, è stato possibile “fare”, sulla base dell’interesse e della passione di alcuni uomini. Quali tracce di questi importanti movimenti rimangono oggi nel nostro territorio? Meritevole di particolare considerazione è il convegno nazionale che si svolse a Teramo nel 1995, “Marco Levi Bianchini e le origini della psicoanalisi in Italia”, che ha riunito professionisti e intellettuali locali e di tutto il paese. E altrettanto degno di nota è l’Istituto di Psicoterapia Psicoanalitica intitolato a “Marco Levi Bianchini-Sergio De Risio”, che nel campo della formazione in psicoterapia costituisce un organismo valido e autorevole.

QUANDO FREUD ARRIVÒ IN ABRUZZO

forse ignoto ai più che la prima Società di Psicoanalisi italiana è nata in Abruzzo e, più precisamente, a Teramo. Il 7 Giugno 1925 Marco Levi Bianchini, illustre psichiatra, ne fondò nominalmente il primo nucleo presso l’Ospedale Psichiatrico “Sant’Antonio Abate”, di cui è stato direttore dal 1924 al 1931. Fu Edoardo Weiss, noto psicoanalista triestino e allievo di Sigmund Freud, a spostarla poi a Roma e a costituirla effettivamente, insieme ad alcuni suoi allievi, nel 1932. Qualche anno dopo essa fu riconosciuta dalla Associazione Psicoanalitica Internazionale (I.P.A.), fondata dallo stesso Freud nel 1910 e che raccoglie moltissimi paesi dell’Europa, del Nord-America, del Sud-America, dell’Oceania e alcuni paesi dell’Asia. Tuttora la Società Psicoanalitica Italiana (S.P.I.) è presente in quasi tutto il territorio nazionale, come “un’Associazione Scientifico-Professionale che si propone lo sviluppo e l’applicazione della teoria e del metodo psicoanalitico nella cura dei disturbi psichici degli adulti, dei bambini e degli adolescenti”.Da professionista con una formazione di tipo psicoanalitico, non posso negare di provare una certa emozione nel tentare di ricostruire sommariamente i primi passi di quelli che furono i primordiali tentativi di raccogliere e riunire gli entusiasmi di quegli anni nei confronti della dottrina freudiana in Italia. E nel constatare che tutto ciò avvenne “tra le mura” di casa nostra... Levi Bianchini, nella seduta di fondazione della società presso la direzione dell’O.P., ricorda “l’importanza rinnovatrice della psicoanalisi in tutta la psichiatria e psicologia moderne” e sottolinea l’opportunità di “organizzare in una società i cultori italiani” dell’orientamento in modo che essi possano far capo ad “un unico centro di studi il quale, pur mantenendo l’indirizzo della psicoanalisi freudiana, intenda farsi ragione, con assoluta indipendenza di idee, di tutte le correnti da essa derivate, anche se dissidenti”. Discorso originale e audace se si considera, da un lato, la capacità di accogliere un nuovo modo di comprendere le dinamiche della malattia mentale e, dall’altro, l’esigenza di dare così un impulso alla gestione della struttura manicomiale in quegli anni. Il registrare che un bisogno stava emergendo, da parte della Società Psicoanalitica a Te-


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SPECIALE LISTA DEI 23 AZZURRI CONVOCATI Portieri: BUFFON, PERIN, SIRIGU

Difensori: ABATE, BARZAGLI, BONUCCI, CHIELLINI, DARMIAN, DE SCIGLIO, PALETTA

CURIOSITÀ... ttorino Barassi presidente della FIGC custodì la Coppa Rimet nel 1943 in una scatola di scarpe infilata sotto il letto, evitando così di farsela requisire dalle truppe tedesche inviate appositamente alla sua abitazione di Piazza Adriana a Roma per confiscarla e fonderne il contenuto. La coppa fu rubata a Londra nel 1966 durante una mostra alla vigilia dei mondiali e dopo l’arresto del maldestro ladro ritrovata casualmente dal cagnolino Pickles avvolta in un giornale sotto una siepe di un giardino in un sobborgo meridionale di Londra. La Rimet subì un secondo furto in Brasile nel 1983 e fusa dai malviventi in lingotti d’oro. Dopo Messico 1970 il Brasile si aggiudicò la Coppa Jules Rimet

definitivamente come da regolamento per aver ottenuto 3 vittorie. La FIFA ebbe quindi la necessità di creare un altro trofeo. Il nuovo Trofeo Coppa del mondo FIFA, ideato e disegnato dall'orafo e scultore ore italiano Silvio Gazzaniga, niga, prodotta dall'oreficeria GDE Bertoni di Paderno Dugnano in n provincia di Milano, è diventataa il simbolo della massimaa manifestazione calcisticaa internazionale. Rappresenta laa gioia e la grandezza dell'atletaa nel momento della vittoria; duee atleti stilizzati, che esultando Coppa Jules Rimet sorreggono l'intero mondo.

Il Brasile è l’unica squadra ad aver partecipato a tutte le 20 edizioni. È la seconda volta che il Brasile è il Paese organizzatore dei Mondiali, la prima volta fu nel 1950.

L’Italia senza social network: La selezione italiana di Cesare Prandelli è stata la prima ad annunciare che è stato vietato l’uso di social network ai giocatori durante i giorni dei Mondiali.

Centrocampisti: AQUILANI, CANDREVA, DE ROSSI, MARCHISIO, THIAGO MOTTA, PAROLO, PIRLO, VERRATTI

Italia 1932: Fù il primo campionato mondiale di calcio organizzato in europa.

Attaccanti: BALOTELLI, CASSANO, CERCI, IMMOBILE, INSIGNE

Riserve: RANOCCHIA, MIRANTE

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Spagna 1982: durante Francia-Kuwait lo sceicco Fahad entra in campo per protestare contro il gol del 4-1 transalpino (un fischio arrivato dalle tribune aveva fatto bloccare i difensori del Kuwait) e l'arbitro annulla clamorosamente la rete. Stati Uniti 1994: Roger Milla segna il gol della bandiera per il Camerun contro la Russia e, a 42 anni suonati, diventa il marcatore del mondiale più anziano di sempre. PrimaPagina 48 - Giugno 2014

Copertura Wifi: Un altro desiderio della Fifa, che tutti i 12 stadi che saranno sede dei Mondiali di calcio siano provvisti di tecnologia 4G per i collegamenti internet. Il Brasile ha investito circa 3,6 miliardi di dollari per questo. La copertura wifi ci sarà in tutte le città. La valuta dei Mondiali: Saranno 14mila le copie delle due banconote europee dedicate ai Mondiali di calcio Brasile 2014 da 10 e da 100 €. Su tutte e due ci saranno il volto del re Juan Carlos (ormai ex re) e la Coppa del Mondo.


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Il calcio d'inizio del mondiale brasiliano è fissato al 12 giugno 2014. Ăˆ bene e prepararsi evitando di prendere impegni negli orari, non sempre e comodi e non sempre di prima a serata, di cerimonie di apertura e chiusura oltre che delle partite. e. Ad aprire le danze è il Brasile padrone di casa, per l'Italia bisogna na aspettare la mezzanotte, italiana, iana, fra sabato 14 e 5 giugno. Attenzione domenica 15 soprattutto al fuso orario: non ci e prima delle cinque sono partite del pomeriggio ggio e si finisce sempre a notte fonda.

Fuleco, l'armadillo mascotte del Mondiale

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lla posizione numero dieci troviamo l'attuale presidente dell'Uefa ed ex giocatore della Juventus, Michel Platini, vincitore di tre palloni d'oro e campione d'Europa con la Francia nel 1984. Al nono posto, il primo giocatore brasiliano, l'ala Garrincha, campione del mondo con la nazionale carioca nel 1958 e nel 62 e scomparso prematuramente a soli 49 anni per cirrosi epatica. In ottava posizione, l'indimenticabile centravanti della Germania, campione del mondo nel 1974, Gerd Müller (fu anche

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capocannoniere del torneo). In settima piazza, l'ex campione dell'Inter, il centrocampista Lothar Mättheus,campione del mondo nel 1990 con la Germania nell'edizione svoltasi in Italia. Al sesto posto, un grande campione olandese che non ha raccolto quanto la sua classe avrebbe meritato, ovvero Johan Cruijff. Entriamo nella top five: quinto Zinedine Zidane, campione del mondo con la Francia nel 1998; quarto posto per il brasiliano Ronaldo, due volte iridato con la Selecao nel 1994 e nel 2002.

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Al terzo posto, un altro campione del Mondo 1974, il grande libero della nazionale tedesca, Franz Beckenbauer. Ai primi due posti troviamo i due campioni che si contendono la palma di miglior giocatore della storia del calcio: secondo Diego Armando Maradona “El Pibe de Oro”, che segnava anche con l'aiuto de “La Mano de Dios” e al primo posto non poteva che esserci lui, “O Rei do Futebol”, il brasiliano Pelé. La classifica, secondo voi, rispecchia i reali valori espressi in campo, secondo le diverse epoche in cui hanno giocato?


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LE "WAGs" ITALIANE Wikipedia: WAGs o Wags (pronuncia ɯæg) è l'acronimo delle parole inglesi "Wives And Girlfriends". Il termine fu usato dalla stampa britannica per indicare le mogli e le fidanzate dei calciatori di alto profilo, in origine la nazionale di calcio dell'Inghilterra. È entrato in uso comune durante la Coppa del Mondo FIFA 2006.

Ilaria D'Amico non è una vera e propria wag, ma grazie alla recente e particolare amicizia che la lega al portiere della nazionale Gigi Buffon, è destinata ed essere la coppia più chiacchierata dell'estate.

L’attrice Michela Quattrociocche, nota al grande pubblico soprattutto per i film di Federico Moccia, è sposata con Aquilani ed hanno una bambina Aurora.

Fanny Neguesha la fidanzata Super Mario, è una modella belga. Notizia di questi giorni il suo "Sì" alla proposta di Balotelli sulla spiaggia di Rio de Janeiro.

Novella Benini è la compagna del ct della Nazionale Cesare Prandelli. Dopo aver perso la moglie nel 2007, l'allenatore ha ritrovato la serenità accanto all'ex di Chicco Testa.

Sarah Felberbaum è un'attrice inglese stabilitasi in Italia, È fidanzata dal 2011 De Rossi, dal quale ha avuto una figlia di pochi mesi chiamata Olivia.

La sexy bionda che ha fatto perdere la testa ad Andrea Pirlo è Valentina Baldini, pierre immobiliare torinese.

Fonte: www.iodonna.it

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Redazionale a cura di Italvie

NON È VERO CHE PRENOTARE IN AGENZIA COSTA DI PIÙ! on è la prima volta che sentiamo dire “prenota su internet che così risparmi” … ma questa falsa “realtà” comporta grandi rischi che possono compromettere i vostri sogni e costare tempo e soprattutto denaro. In questi ultimi anni gravemente segnati dalla crisi, sono in particolare i seguenti, gli effetti che i professionisti del settore turistico, dai propri punti di osservazione, hanno potuto rilevare: • L’esigenza, sempre più marcata, che tutti noi abbiamo di ritagliarci un periodo di vacanza per alleviare lo stress ulteriormente accentuatosi della vita quotidiana • Programmare un viaggio per cambiare scenario, paesaggio, personaggi, … ovvero “aria” • Condividere con amici e parenti “tempo di qualità”

Necessità imperante di ottimizzare la spesa, qualunque sia il budget disponibile, per spendere al meglio il proprio denaro. Proprio per questi, ed altri motivi, i viaggiatori che prenotano in agenzia di viaggi non sono diminuiti, come tante Cassandre prevedevano negli anni passati. L’attenzione alla programmazione ottimale delle vacanze continua a portare i viaggiatori ad affidarsi ai consigli di un agente di viaggio, anche chi in passato ha sperimentato il fai da te, magari con dubbi risultati. A maggior ragione, se il budget è limitato, è opportuno farsi consigliare per non sbagliare. L’agente di viaggio si prende la responsabilità di darvi non solo una descrizione ma anche un consiglio, e non solo in base alle conoscenze del prodotto ma, soprattutto, in relazione alle conoscenze specifiche delle vostre esi-

genze e dei vostri desideri. Ancora nessun programma informatico è in grado di interpretare e assemblare le idee e i desideri che emergono negli incontri fra i clienti e l’agente, cosa che servirà per definire insieme il viaggio su misura. L’offerta turistica è grandissima, c’è da perdersi tra proposte e offerte, e pochi hanno a disposizione il tempo necessario da dedicare a queste ricerche infinite. Il lavoro di un agente di viaggio consiste nel portarvi per mano e farvi raggiungere l’obbiettivo anelato. Se un viaggio deve essere divertimento, relax e opportunità di nuove conoscenze, dovrà essere costruito bene e scelto con perizia. La differenza la fa avere sempre qualcuno al vostro fianco che, in qualità di esperto, può intervenire in ogni momento per dare un consiglio o per risolvere un problema di qualsiasi tipo.

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Tra moderne tecnologie, giurisprudenza e psicologia

INCIDENTI STRADALI E NUOVI METODI DI INDAGINE

In una situazione di traffico le variabili sono molteplici, come il processo attentivo, la percezione del rischio, le emozioni, la capacità di gestire lo spazio interno ed esterno all’auto, la percezione della realtà, la presa di decisione, la memoria. di Angela Fosco

Università degli Studi di Teramo, ha ospitato lo scorso 29 aprile, il Convegno sulla tematica della ricostruzione della dinamica dei sinistri stradali grazie alle nuove tecnologie in cui i relatori hanno esaminato le diverse implicazioni di carattere giuridico e psicologico negli incidente stradali. L’evento formativo è stato organizzato dalla Associazione Persona e Tutela, con la collaborazione della CEEGIS - Camera Europea Esperti Giudiziari Indagini Scientifiche, e con il patrocinio dell’Ordine degli Avvocati di Teramo, che ha riconosciuto crediti formativi per gli avvocati; vi è stata anche una buona partecipazione di psicologi. L’Avv. Gianfranco Puca, presidente dell’Associazione Persona e Tutela, ha coordinato e introdotto i lavori, ai quali, tra gli altri, ha partecipato come relatore d’eccezione l’Ing. Mauro Balestra, tecnico conosciuto a livello internazionale anche per aver partecipato alla ricostruzione dell’incidente nel quale ha perso la vita Lady Diana. L’intervento dell’ing. Balestra ha evidenziato come sia necessario andare ben oltre alla semplice bindella metrica, unico mezzo di rilievo contemplato dalla norma UNI 11472, e utilizzare la ta-

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cheometria (ottica-onde-laser) che, grazie alla aerofotogrammetria applicata al rilievo dell’ incidente stradale, permette di ottenere risultati precisi e celeri nella ricostruzione della dinamica del sinistro. La psicologa dott. ssa Federica Confalonieri ha esposto l’importanza della psicologia del traffico, che

ilPresidente del Consiglio,nel suo discorso di insediamento,ha ricordato la morte di ungiovane fiorentino, e siè impegnato ad introdurre la figura dell’omicidio stradale

si occupa di comprendere il comportamento individuale e collettivo mentre ci si trova in una situazione di traffico; in tale contesto le variabili sono molteplici, come il processo attentivo, la percezione del rischio, le emozioni, la capacità di gestire lo spazio interno

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ed esterno all'auto, la percezione della realtà, la presa di decisione, la memoria. L'Unità di Ricerca in Psicologia del Traffico dell'Università Cattolica di Milano si occupa ormai da anni di ricerca in tale ambito, utilizzando metodologie e strumenti che permettono di quantificare in ordine di tempo gli elementi sopra indicati; i risultati sono stati raccolti nel volume "Ti guida la testa. Teoria e training in psicologia del traffico", rivolto a consentire una formazione più consapevole dei giovani guidatori. La dott.sa Emanuela Torbidone, psicologa, esperta in psicologia giuridica e delle assicurazioni, ha affrontato il tema della valutazione del danno psicologico conseguente a un sinistro stradale, spiegando inizialmente quali sono i disturbi che possono insorgere sia nelle vittime primarie (le persone che rimangono coinvolte direttamente nel sinistro) sia nelle vittime secondarie (le persone che indirettamente sono coinvolte in tali eventi come ad esempio i familiari); successivamente il suo intervento si è soffermato sulla procedura psicologico-giuridica che permette di


rendere "misurabile", tramite una idonea consulenza psicologica, il danno psicologico da sinistro stradale ai fini risarcitori. L’Avv. Gianluca Reitano, consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Teramo, ha esposto gli aspetti penalistici della circolazione stradale, soffermandosi sul reato di guida in stato di ebbrezza e sull’omicidio

colposo. Per il reato di guida in stato di ebbrezza, in caso di condanna, la legge permette sostituire l’ammenda e l’arresto con il lavoro di pubblica utilità; il Comune di Teramo ha sottoscritto una convenzione con il Tribunale, che permette al condannato di svolgere l’attività presso tale ente. La responsabilità penale di chi provoca un sinistro può giungere anche alla formulazione dell’imputazione di omicidio colposo; a fronte del costante aumento delle morti sulle strade, il Presidente del Consiglio, nel suo discorso di insediamento, ha ricordato la morte di un giovane fiorentino, e si è impegnato ad introdurre la figura dell’omicidio stradale. Le relazioni, illustrate con numerose slides e filmati audio visivi, hanno fortemente interessato la platea, che ha posto domande e osservazioni al termine dei lavori. Un ringraziamento particolare è stato formulato per Alfredo Aramondi, vice presidente della CEEGIS, per la preziosa collaborazione nella organizzazione del convegno.

l terremoto del 2009 lo aveva gravemente danneggiato, poi la riforma Gelmini ne aveva paventato l’accorpamento con l’INAF di Roma e di conseguenza la riduzione della struttura che rappresenta un’eccellenza nel campo della ricerca astrofisica. “Ma il pericolo non è scongiurato – dichiara il direttore, il prof. Roberto Buonanno - nello statuto dell’INAF infatti c’è ancora scritto che l’osservatorio di Teramo deve essere accorpato con quello di Roma. La decisione del CDA di sospendere l’attuazione del provvedimento, non ne ha cancellato gli effetti che tuttora incombono sull’istituto”. La sospensione nasce dalla valutazione dell’attività scientifica del centro, che rappresenta una un’eccellenza in campo internazionale e che porta l’Osservatorio a far parte di importanti progetti di ricerca, come il progetto SKA, che prevede la realizzazione del più grande telescopio del pianeta, delle dimensioni di 1 kilometro. “ Se si pensa che gli strumento più grandi oggi in uso non superano i 4 metri di dimensione, il progetto SKA (Square Kilometer Array) e che vedrà la collaborazione di 20 paesi, se ne può comprendere l’importanza. Noi siamo pronti a difendere e ampliare le nostre eccellenze, ma ci sono altri attori che devono far sentire la loro voce – con-

tinua il prof Buonanno - le autorità locali avevano preso degli impegni, per un anno, ma l’anno è scaduto, i politici sono cambiati e ora sono i nuovi a dover fare la loro parte, mantenendo gli impegni presi”. Questo il quadro della situazione, che sarà illustrata nel corso della riapertura dell’edificio storico e delle parti danneggiate dal sisma, prevista per il 28 giugno prossimo e a cui sono chiamate a partecipare le istituzioni territoriali, dal Comune alla Provincia alla Regione. “ Noi stiamo facendo e continueremo a fare la nostra parte – assicura il direttore Buonanno – perché abbiamo ricercatori eccellenti, giovani e già con autorevoli successi in campo scientifico, come ad es. il dottor Gaetano D’Achille con le sue ricerche su Marte, ma anche tanti altri giovani la cui passione per la scienza, anche se a volte può essere faticosa, confermano un messaggio positivo per tutti, ovvero che < studiare con impegno e passione paga>, perché si fanno cose belle e si capiscono cose interessanti. Tuttavia questo non basta – conclude il professore – se il territorio, poi , non difende e valorizza i suoi tesori e le sue eccellenze”. Messaggio chiaro quello del direttore, che il 28 giugno solleciterà tutti i partners a fare la loro parte, se vogliamo continuare a… ”riveder le stelle”. Mi.Ca.

Riapre l’edificio storico dell’Osservatorio di Collurania

…”E TORNAMMO A RIVEDER LE STELLE” PrimaPagina 48 - Giugno 2014

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Insidie e potenzialità del web per

:I NATIVI DIGITALI: di Clementina Berardocco

l Consumo Dei Media Nei Minori: Rischi E Possibilità. Questo è il titolo del Convegno di studio tenutosi il 22 Maggio 2014, nella nostra città, organizzato dall’ Istituto Comprensivo Savini - San Giuseppe - San Giorgio, in collaborazione con la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Teramo, la Fondazione Cassa di Risparmio e la Provincia di Teramo. Sono intervenuti il Dirigente Scolastico Dott. Umberto La Rosa, la prof.ssa Cinzia Di Giannatale, il Presidente CO.RE.COM Italia Dott. Filippo Lucci, il prof. Andrea Sangiovanni della Facoltà di Scienze della Comunicazione UNITE, la psicologa e psicoterapeuta Dott.ssa Moira Di Luigi e il giornalista Mediaset Dott. Antonio Pascotto. Moderatrice, la scrittrice Laura De Berardinis. I “nativi digitali” sono i nostri figli che nascono già immersi in un mondo

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informatizzato dove i media, sia mediante i canali tradizionali che la rete, costituiscono una grande possibilità di crescita ma possono anche rivelarsi fonte di rischio. Oggi si parla di “Media Education” intesa come un’attività, educativa e didattica, finalizzata a sviluppare nei giovani un’informazione e comprensione critica circa la natura e le categorie dei media, le tecniche da loro impiegate per costruire messaggi e produrre senso, i generi e i linguaggi specifici. Nell’I.C. promotore dell’evento, grazie al giornalino “L’Astuccio” (di cui la docente Cinzia Di Giannatale è referente ormai da più di dieci anni), diverse generazioni di alunni hanno avuto e hanno ancora oggi la possibilità di “dar voce” al loro mondo, donando spunti di riflessione al lettore. Il Dott. Filippo Lucci ha ricordato come il Comitato Regionale per le Comunicazioni (CO. RE. COM) ha realizzato e realizza progetti, al fine di proteggere bambini e adolescenti dai rischi insiti nell’utilizzo dei differenti media. A tal proposito, il progetto sui minori e il sistema dei media locali “C’era una volta un bosco di antenne” (docenti referenti della Facoltà di Scienze della Comunicazione UNITE Proff. Gabriele D’Autilia e Andrea Sangiovanni) è stato utile per approfondire l’uso che i più giovani fanno dei mezzi di comunicazione, da Internet ai social

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network, dai videogiochi al cellulare. La Dott. ssa Moira Di Luigi ha sottolineato come le nuove generazioni e non solo, possano andare incontro a dei rischi utilizzando sia i media tradizionali che la rete. I rischi riguardano la sfera dell’emotività. La dipendenza da Internet, Internet Addiction Disorder (IAD), è un disturbo nel controllo degli impulsi: l’uso eccessivo di Internet porta progressivamente a delle difficoltà soprattutto nell’area relazionale dell’individuo, il quale viene assorbito dalla sua esperienza virtuale, rimanendo “agganciato” alla Rete. Ad esempio, ci possono essere cinque tipi di dipendenza online: dipendenza cibersessuale, ossia l’utilizzo , il commercio e lo scaricamento di materiale pornografico online; la dipendenza cyberrelazionale con un elevato coinvolgimento in relazioni virtuali che prendono il posto di quelle reali; il net gaming cioè la dipendenza dai giochi in rete (gioco d’azzardo patologico; videogame; shopping compulsivo...); il sovraccarico cognitivo che si manifesta con un comportamento compulsivo diretto alla ricerca e organizzazione di dati sul web; il gioco al computer ovvero giochi non in rete, che coinvolgono il solo individuo e vi è il rischio di tralasciare il proprio lavoro. Il Dott. Antonio Pascotto, pur ribadendo la presenza di altri rischi come l’uso improprio dei dati o gli abusi sessuali, ritiene che sia necessario che i giovani sviluppino il senso critico per valutare i contenuti dei siti, riconoscere i possibili pericoli e sapere come proteggersi da essi. Il ruolo dell’adulto può essere sintetizzato con una parola: condividere. Esplorare con loro scoperte e potenzialità della rete, “fare insieme” in modo tale che anche di fronte ad informazioni, immagini, filmati non adatti alla loro età, l’adulto possa fungere da filtro interpretativo. La scuola, infine, può individuare le strategie educativo-didattiche più idonee a sensibilizzare minori e adulti sulle opportunità e le problematiche legate al consumo mediatico.


Professione “Youtuber”

ED IO CI METTO

LA FACCIA!

di Chiara Santarelli

ei primi anni 2000 è dilagata la web-mania, con la nascita dei primi forum, blog e social network ma fin da quel momento il mondo di internet è sembrato spesso lontanissimo da molte persone. Un giovane teramano, Domenico Delli Compagni, che non si è fatto intimorire, in punta di piedi si è affacciato su una delle piazze web più famose al mondo, se non la più famosa: Youtube. Con l’alias di DelliMellow, a distanza di quasi 3 anni, Domenico è entrato nella rosa degli youtuber esordienti più famosi d’Italia, vantando il numero di 12.600 followers solo su Youtube, senza contare il seguito delle pagine Facebook e Twitter. Con le idee molto chiare su cosa sia Youtube e il mondo di internet, e come dovrebbe essere usato, ci svela la sua visione del web: Come sei arrivato su Youtube e cosa puoi dirci di quel mondo? “Il canale è nato due anni e mezzo fa; con l’avvento dei forum e dei social network, le discussioni si sono spostate su quel genere di piattaforma, rendendo gli scambi di idee più dinamici e diretti. Ho provato a creare un forum, cercando quella libertà che spesso i social negano, ma non ci sono riuscito, così nasce il canale

Youtube chiamato “DelliMellow Forum Channel”. All’inizio gli argomenti trattati sono stati di critica verso i fondamentalismi, contro chi, nascondendosi dietro l’anonimato, spara a zero su tutto e tutti. Io ho preferito metterci

All’inizio gli argomenti trattati sono stati di critica verso i fondamentalismi, contro chi, nascondendosi dietro l’anonimato, spara a zero su tutto e tutti.Io ho preferito metterci la faccia, letteralmente

la faccia, letteralmente; in seguito il canale è evoluto permettendomi di trattare argomenti diversi come politica, problematiche sociali etc. Su Youtube le persone possono entrare in contatto tra loro in qualsiasi parte del mondo, ed

è una cosa bella, sia per i creatori di contenuti che per gli utenti dei nostri video. Purtroppo vedo che a Teramo molti non conoscono bene la piattaforma, o non la sfruttano appieno. La maggior parte degli utenti la usa per sentire musica o vedere parti di film, senza andare nel “ sottofondo” fatto di utenti che fanno divulgazione informativa o che dimostrano i propri talenti, o che realizzano contenuti d’insegnamento, chiamati in gergo “Tutorial”, di ogni genere. Per questo invito chiunque a “spulciare” meglio la community di Youtube e interagire con essa per renderla più efficace e alla portata di tutti! Youtube sta diventando un media importantissimo nel mondo. Mentre in Italia è conosciuto più dalla nuova generazione, in America è vissuto come uno strumento interattivo a tutto tondo da adulti e ragazzi, con la responsabilità di sostenere i creatori di contenuti del sito; e pian piano si sta affiancando alla televisione, con la differenza che su Youtube c’è piena interazione tra lo spettatore e il prodotto proposto.” Questa forma di Forum si discosta dagli altri social network anche per l’impatto sociale: permette un’unione tra persone, mentre altri format tendono a rendere l’utente solo e distaccato dalla realtà; voi youtuber come approccia-

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te questo pensiero? “Spesso mi trovo a guardare video della “Youtube underground”, cioè un po’ più sconosciuta e mi sono trovato a visionare video di persone adulte, quaranta, cinquant’anni, che discutono in diretta dei propri interessi, del loro quotidiano. È un modo per non stare da soli; del resto penso che noi saremo la nuova generazione di anziani, che troverà come punto di incontro sociale i videogiochi on line o proprio Youtube, Skype e piattaforme simili, e per questo credo che sia doverosa per tutti un’educazione cibernetica, dei corsi che insegnino a genitori, nonni, o adulti in generale, cosa hanno di fronte, che tipo di mondo i loro figli esplorano tutti i giorni. E’ la prima volta nella storia in cui sono i figli a insegnare ai propri genitori, e questi ultimi devono saper guidare, consigliare e controllare talvolta, e devono sapere come farlo, perché non lasciano il figlio davanti ad un pc, bensì davanti ad una piazza! Noi Vlogger (cre-

atori di video) spesso parliamo e facciamo video finalizzati a sensibilizzare sull’argomento. Ora con l’avvento delle smart tv speriamo che molti più genitori possano trovarsi la sera, magari sul divano con la famiglia, a seguire questi video di educazione cibernetica e non solo: come contenitore di informazione Youtube raccoglie anche campagne contro la violenza domestica, contro lo spreco del cibo e dell’acqua, contro la strumentalizzazione della donna.”Che approccio dovrebbero avere i ragazzi che si avvicinano a questo mondo con i propri video? “ Io sono arrivato su Youtube quando ancora non c’era una prospettiva di guadagno (che poi tutto è , fuorché guadagno facile), quando c’erano solo persone che sentivano di voler dare un contributo diffondendo le proprie idee; oggi vedendo il successo di alcuni, molti vogliono ricalcarne le orme e anche se hanno poco da dire, si espongono a prescindere, spesso

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creando contenuti poco appropriati e ridicolizzandosi in pubblica piazza. Non funziona così, Youtube non è un pozzo dei desideri e ancora meno di soldi (ride), bisogna avere coscienza di ciò che si divulga. Consiglio vivamente a chiunque abbia meno di 16 anni di NON fare video su Youtube, senza aver prima imparato a conoscere la piattaforma”. E’ stato reattivo il territorio teramano alla tua visibilità su internet? “Sono seguito da molte persone, ma mi piacerebbe vedere più collaborazione tra youtuber abruzzesi, poter condividere progetti con i miei colleghi regionali. Alla fiera del fumetto del mese scorso, durante il mio intervento, ho avuto un’ottima risposta del pubblico, ma credo che a Teramo la visione del Vlogger sia ancora legata a un’immagine stereotipata, che impedisce a chi ha buone idee di mettersi in gioco e realizzare un progetto comunitario interessante.”


a guardia medica non c’è, il medico di famiglia in alcuni comuni è part time, il pediatra per i bambini che vivono in questi luoghi è un lusso, solo poche ore alla settimana. E’ questa la drammatica condizione in cui versa la sanità in tanti paesini dell’entroterra abruzzese . Per piccole comunità come Celenza sul Trigno, San Giovanni Lipioni, Torrebruna, Dogliola, Tufillo, ecc., il diritto alla salute non è garantito, e non dalla Carta Costituzionale, ma dai “ tagli”. Altro che riforma. Per tantissimi cittadini, donne, bambini e anziani l’assistenza sanitaria in questi lembi di terra abruzzese è da quinto mondo. I sindaci dei

piccoli comuni, sono lasciati soli, forse “perché contano pochi voti”. A ciò si aggiunge una nuova forma di “cinismo” politico che privilegia nell’erogazione delle risorse disponibili, prevalentemente le grandi aree metropolitane e le zone costiere, mentre per le aree interne solo tagli dei servizi. Una condizione questa ai limiti della sopportazione per migliaia di famiglie che vivono nei piccoli paesini e che, in assenza dei più elementari servizi, sono costrette loro malgrado ad una forzata emigrazione verso i comuni costieri e i comuni metropolitani, il che ha un sapore amaro: emigrare per garantire ai propri figli i servizi minimi essenziali, come la scuola, la sanità e i trasporti. E per tutti

Conseguenze dei tagli ai servizi sanitari nei piccoli centri

EMIGRARE PER CURARSI

di Daniele Leone

coloro che decidono di rimanere non resta che percorrere km e km per raggiungere i servizi sanitari e scolastici più vicini, in condizioni anche di totale disagio: “ Non si possono lasciare bambini, anziani, e non solo, senza che possano ricevere le cure adeguate – dichiarano insieme utenti e paramedici dei presidi sanitari dell’area vastese – non ci possono costringere a una deportazione sanitaria e a dover percorrere 90 Km ogni volta che abbiamo bisogno di una vista pediatrica, sì perché nel nostro territorio il pediatra è presente un’ora alla settimana per comune e per fare una consulenza medica nelle ore notturne, siamo costretti, in assenza del servizio di 118 e Servizio di Continuità Assistenziale, a raggiungere l’ospedale di Vasto”. Un quadro drammatico che sembra sfuggire all’attenzione della politica, sempre più incartata e lontana dai problemi dei cittadini e che porta i sindaci di questi piccoli centri a chiedere al neo presidente della Regione, D’Alfonso “Che fine faranno i nostri sacrifici, i nostri progetti, sogni e speranze e le tante risorse e investimenti?”. La carenza di questi servizi provoca come conseguenza lo “spopolamento” del territorio. Un problema sociale di grande rilievo per tutti i piccoli comuni della nostra regione, forse troppo trascurato dai politici.

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Il successo del progetto Raccontiamoteramo.it

PICCOLE GUIDE TURISTICHE…

CRESCONO di Clementina Berardocco

i certo avrete notato, il 13 e il 14 maggio scorsi, a Teramo dei “ piccoli ciceroni”, identificabili da una maglietta rossa, che hanno accompagnato i visitatori nei luoghi della cultura e della storia della nostra città: le domus di Torre Bruciata e di Madonna delle Grazie, il teatro e l’anfiteatro romano, Largo S. Matteo, Corso S. Giorgio, Piazza Martiri, Castello Della Monica, Villa Comunale, Chiesa Madonna delle Grazie, Biblioteca Provinciale “M. Delfico”. Hanno narrato la Teramo medievale attraverso la visita della nostra splendida Cattedrale e delle antiche chiese di San Domenico, Sant’Antonio, Sant’Anna , Santa Maria delle Grazie, e di Palazzo Melatino, oppure hanno mostrato i luoghi della cultura e le opere d’arte in essi contenuti come la Pinacoteca Civica, la nuova sala Ipogeo, l’Arca, il Museo Archeologico

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“F. Savini”, la Biblioteca Provinciale “M. Delfico” e hanno guidato alla conoscenza delle sculture del maestro Venanzo Crocetti situate nel cortile della Banca di Teramo, il Monumento ai Caduti, lungo il viale dei

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Tigli e in piazza Martiri. Si è trattato della manifestazione finale del progetto “Raccontiamoteramo.it” realizzato dagli alunni dell’I.C. “ Savini – S. Giuseppe – S. Giorgio”, in collaborazione con il Servizio Educativo dei Civici Musei di Teramo.Tale iniziativa ha inteso coniugare la conoscenza dei beni culturali presenti nel territorio e l’uso di forme di comunicazione multimediale. Lo spazio vissuto dai ragazzi è ricco di testimonianze del passato che sovente non vengono “ riconosciute ” e quindi tutelate e valorizzate come dovrebbero. E davanti alla telecamere di tv locali, alcuni degli studenti “mini guide” hanno rilasciato anche delle interviste. Denominatori comuni l’entusiasmo, l’emozione, l’impegno per essere stati protagonisti di un evento che di certo non si è concluso ma che rimarrà esperienza arricchente ed indelebile in ciascuno di loro. Oggi più che mai abbiamo bisogno di cittadini dotati di abilità di osservazione e di analisi dei segni del passato, di abilità cognitive adatte a connettere il presente e il passato dello spazio vissuto. I docenti che hanno curato il progetto ritengono che includere in modo organico i Beni Culturali e l’Educazione al patrimonio nei rapporti di insegnamento-apprendimento significa non solo far maturare il senso estetico negli alunni e contribuire alla loro formazione storica, ma anche promuovere la conoscenza del territorio e favorire l’integrazione interculturale. La conoscenza e la comunicazione dei Beni Culturali, oltre che rispondere ad indicazioni a livello europeo, rientrano così a pieno titolo nel processo educativo perché permettono agli alunni di oggi, cittadini di domani, di aprire gli occhi, la mente e l’immaginazione.


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FocusON PERCHÉ LE DONNE NON VOTANO LE DONNE?

PERCHÉ LE DONNE NON

VOTANO LE DONNE? parole, non sembrano esservi pregiudizi contro le donne in politica. Nei fatti non è così. Cresciute con stereotipi culturali e modelli maschili in certi ruoli, faticano a liberarsene. Una situazione riconducibile a un retaggio storico-culturale che sembra legittimare lo sbilanciamento nella distribuzione del potere tra uomini e donne. In quasi tutti i Paesi dove esistono democrazie a suffragio universale, il numero delle elettrici supera quello degli elettori. Teoricamente, dunque, se le donne votassero per le donne l'equilibrio della rappresentanza sarebbe assicurato. Invece, pressoché in ogni elezione - che si tratti di elezioni politiche, regionali, provinciali e comunali, fino al presidente dell'assemblea condominiale - la maggioranza delle donne sceglie di far confluire i propri suffragi su un uomo, cui riconoscono capacità e attitudini nell'esercizio del potere. La barriera

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con cui le donne si scontrano quando cercano di avvicinarsi alla politica attiva, è forte, fortissima. E quando si tratta di donne le aspettative si amplificano a dismisura, mentre, si sa, il credito dato a un uomo, sembra non richiedere troppe garanzie. Per abbattere quella barriera, non servono tanto delle leggi riparatrici, pur necessarie. Quello che davvero occorrerebbe fare, per un nuovo ordine ed equilibrio nella ripartizione degli spazi deputati all'esercizio del potere e nella partecipazione politica, è di innescare, dal basso, processi culturali capaci di cambiare le donne stesse, "le quali accettando o adattandosi a un modello di vita scelto per loro da altri - sostiene Noemi Sanna (autrice del libro Dieci motivi per cui le donne accettano di essere dominate dagli uomini) contribuiscono, di fatto, a mantenere saldi, più o meno consapevolmente, alcuni tra i più potenti meccanismi discriminatori". (Eugenia Tognotti)


PERCHÉ LE DONNE NON VOTANO LE DONNE? FocusON

“C'è un posto speciale, all’inferno, per le donne che non aiutano le altre donne” Madeleine Albright, ex Segretario di Stato americano

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FocusON PERCHÉ LE DONNE NON VOTANO LE DONNE?

Candidate di comodo e candidate scomode di Letizia Marinelli Consigliera di Parità regionale

l 28 maggio 2014 scrivevo una lettera aperta al neoeletto Presidente della Regione Abruzzo anticipando i problemi che il Consiglio regionale a dieci giorni dal voto, vive e vivrà nei prossimi giorni. Ho letto poi che il Presidente D’Alfonso nel predisporre le nomine per la nuova giunta da sottoporre ai partiti ha dichiarato di voler mettere mano alla legge elettorale Abruzzese. Forse questa volta si potrà affrontare efficacemente la questione della doppia preferenza di genere. Del resto anche la disponibilità manifestata dall’On. Giovanni Lolli a fare un passo indietro per consentire l’ingresso di una donna nella futura Giunta va nel senso di dimostrare attenzione a questa importante tematica.

Se i Partiti Politici ancora oggi utilizzano le donne nelle liste elettorali solo per colmare vuoti a perdere oppure per rispondere a imposizioni di legge, è il sistema politico che non funziona

Una cosa è certa: non è concepibile che prosegua la differente impostazione dei sistema elettorale per l’elezione del Sindaco con quella del Presidente della Giunta Regionale. Il primo sistema ha dimostrato nel tempo di funzionare, almeno garantendo la doppia preferenza di genere, il secondo fa acqua da tutte le parti come è avvenuto in Sardegna, avviene in Abruzzo e probabilmente accadrà nelle future prossime elezioni in altre Regioni. Se poi si vuole davvero porre l’accento sulla questione della parità nelle opportunità che uomini e donne DEVONO avere per fare politica, è il sistema nel suo complesso che va rivisto. La legge elettorale regionale dell’Abruzzo ha dimostrato quanto vale la presenza in lista garantita in percentuale tra uomini e donne! Praticamente nulla. La nostra Costituzione vede nei Partiti Politici lo strumento attraverso il quale i cittadini veicolano il loro agire in Politica e se i Partiti Politici ancora oggi utilizzano le donne nelle liste elettorali solo per colmare vuoti a perdere oppure per rispondere a imposizioni di legge, è il sistema politico che non funziona. Ed è per questo, proprio perché dal basso non si garantisce nulla e dall’alto i candidati

Per le elezioni regionali in Piemonte, si sono candidate alle liste regionali e circoscrizionali complessivamente 240 donne e sono risultate elette 13. Per le elezioni regionali in Abruzzo dai dati pubblicati sul sito della Regione stessa risultano complessivamente n. 169 candidate Consigliere Regionali + 1 candidata Presidente Regionale.

Liste

Eletti Maschi

Non Eletti

Femmine

Totale

Maschi

Femmine

In Complesso Totale

Maschi

Femmine

Totale

FORZA ITALIA

9

4

13

34

26

60

43

30

73

FRATELLI D'ITALIA - ALLEANZA NAZIONALE

--

--

--

--

--

--

49

24

73

IO CAMBIO - MAIE

--

--

--

--

--

--

45

28

73

ITALIA DEI VALORI

--

--

--

--

--

--

52

21

73

L'ALTRA EUROPA CON TSIPRAS

1

2

3

28

20

48

39

34

73

LEGA NORD-DIE FREIHEITLICHEN-BASTA €URO

5

--

5

26

17

43

45

28

73

MOVIMENTO 5 STELLE BEPPEGRILLO.IT

8

9

17

31

25

56

39

34

73

NUOVO CENTRO DESTRA - UDC

3

--

3

35

7

42

60

13

73

17

14

31

25

17

42

42

31

73

SCELTA EUROPEA

--

--

--

--

--

--

50

23

73

SVP

1

--

1

1

3

4

2

3

5

VERDI EUROPEI-GREEN ITALIA

--

--

--

--

--

--

35

37

72

44

29

73

180

115

295

501

306

807

PARTITO DEMOCRATICO

TOTALI

Fonte:Viminale

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PERCHÉ LE DONNE NON VOTANO LE DONNE? FocusON uscenti, in ogni poltrona che occupano, si guardano bene dal risolvere il problema delle pari opportunità nella rappresentanza in politica, che occorre una legge; ma occorre anche e soprattutto che le donne acquistino consapevolezza che votare le donne ormai è una priorità, non più rinviabile. Mi sono chiesta, visti i risultati elettorali nelle elezioni regionali Abruzzesi, come si potrà assicurare il rispetto delle norme Costituzionali, Nazionali e dello stesso Statuto della Regione Abruzzo sul rispetto della parità di genere. Questa situazione, che vede una sola donna sicuramente eletta nel prossimo Consiglio Regionale, palesemente rimarca la necessità che venga urgentemente modificata la L.R. 02-04-13 n° 9 (Norme per l'elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale) e che le donne consapevolmente VOTINO le donne. Su questo punto apprezzo la sensibilità espressa dal neo Presidente, e capisco la sua intenzione di legare questo processo di riforma regionale alla doverosa attività di programmazione anche delle risorse che arriveranno dall’Europa, per il rilancio dell’economia regionale; mi preme però ricordare al Sig. Presidente che la “questione femminile” è intrinsecamente legata a tutti e due questi momenti, visto che in Abruzzo non si è riusciti a contrastare efficacemente la segregazione verticale, ossia la difficoltà delle donne di fare carriera, cosa che se nel Privato è da anni un fenomeno conosciuto, stupisce che ciò avvenga anche nella Pubblica Amministrazione e da questo problema non è esente il Personale della Regione Abruzzo. Le donne, anche da noi, risultano retribuite nel loro lavoro, a parità di mansioni , meno degli uomini; il 25% mediamente in meno rispetto ai colleghi maschi, cosa che è emersa dalle rilevazioni condotte nello studio dei dati del Rapporto Biennale sulla condizione del personale maschile e femminile nelle Aziende Pubbliche e Private con più di 100 dipendenti nel biennio 2010/2011. Le donne abruzzesi continuano a vivere questa condizione di difficoltà , in Politica, nella Società, nel mondo del lavoro e dell’economia regionale e la differenza persiste nonostante la Costituzione Italiana, trattati europei, numerose leggi vigenti che prevedono la pari dignità nel lavoro e nella retribuzione.

onostante una legislazione a favore di pari opportunità o voto di genere, le donne non votano le donne. Perché? Per riflettere su questo interrogativo – dare una vera e propria risposta mi pare impossibile – credo sia utile fare diversi passi indietro e affrontare la questione da una prospettiva storica. Com’è noto, in tutte le democrazie occidentali le donne hanno ottenuto il diritto di voto molto dopo rispetto agli uomini; non si è trattato semplicemente di una questione di “ritardo”, ma di una costruzione della

La costruzione delle democrazie si è fondata sull’esclusione delle donne e la loro acquisizione del diritto di voto attivo e passivo non ha portato a rimettere in discussione le regole di funzionamento dei sistemi rappresentativi

cittadinanza esclusivamente al maschile. In altre parole, la costruzione delle democrazie si è fondata sull’esclusione delle donne e la loro acquisizione del diritto di voto attivo e passivo non ha portato a rimettere in discussione le regole di funzionamento dei sistemi rappresentativi, basati sulla loro assenza. Tutto questo ha coinciso alla solida affermazione di modelli politici declinati al maschile: se pensiamo alla storia istituzionale della Repubblica italiana, quanti volti femminili ci vengono in mente? Nella percezione collettiva i politici sembrano essere uomini per definizione, perché storicamente il mondo politico-istituzionale ha avuto gli uomini per protagonisti. Questi modelli hanno un peso su tutti i cittadini e le cittadine, quindi anche le donne possono essere più inclini, quando si recano alle urne, a scegliere un rappresentante maschio. Naturalmente non possiamo dimenticare che le donne sono adesso più presenti all’interno delle istituzioni, anche se resta il problema della sottorappresentanza femminile. È anche vero, però, che in molti casi le donne hanno dovuto adattarsi a un modo di fare politica pensato e costruito al maschile, comprimendo all’interno di spazi troppo angusti le capacità e le istanze femminili. Anche questo credo possa aver creato una sorta di sfiducia tra le elettrici che non sempre riscontrano, fra le elette, delle modalità di gestione del potere e dei comportamenti diversi da quelli maschili.

Ancora troppi modelli DECLINATI AL MASCHILE di Silvia Salvatici *

* Professoressa associata di Storia contemporanea e membro del collegio di dottorato in Storia d'Europa dell'Università di Teramo e del Presidio di qualità di Ateneo

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FocusON PERCHÉ LE DONNE NON VOTANO LE DONNE?

Il mistero delle donne abruzzesi al voto

QUOTE ROSA…

shocking Le consultazioni elettorali in Abruzzo sono giunte al termine, siano lodati Dio, Allàh, Buddha, Geova e tutte le divinità Induiste.

di Laura Romani Blogger

o visto cose, durante questa campagna elettorale, che mi hanno fatta svegliare di soprassalto in piena notte per paura dei candidati, non dei ladri (che invece hanno una loro dignità): ho visto persone perseguitate su whatsapp per un voto; ho visto bisnonne trascinate ai seggi in barella; ho visto candidarsi tombini, pali della luce e cespugli; ho visto santini che facevano sembrare il pagliaccio IT di Stephen King una simpatica canaglia; ho visto santini al cimitero (e non riesco a smettere di pensarci); ho visto risse, dibattiti, voti congiunti, disgiunti e schede elettorali segnate con l’UniPosca. Ho visto e ho taciuto. Solo una specifica polemica post elettorale mi ha fatta uscire dal limbo delle idee in cui mi ero barricata con orgoglio, una polemica che in Abruzzo ha coinvolto media, opinionisti, politologi di elevatissimo rango, esperte di pari opportunità, cani, gatti e criceti. Il problema è: il Consiglio Regionale Abruzzese rischia di annoverare tra le proprie fila una sola presenza femminile. Cerchiamo di capire meglio: queste candidate che non sono state elette, da chi non sono state elette? Se è cosa nota che nel mondo siamo più donne che uomini e che dunque

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l’elettorato anche in Abruzzo sarà più folto di estrogeni che di pecore, come mai le donne non hanno votato le donne? Dove stavano le donne abruzzesi il 25 Maggio? Tutte a Ovindoli? Allo Stadio a vedere Pescara-Modena? No: le donne abruzzesi il 25 Maggio stavano a votare gli uomini, ecco dove stavano; sicuramente non tutte, ma i risultati sono abbastanza chiari. Allora di cosa parlate? Con chi ve la prendete? Che quote rosa shocking andate predicando, adesso, se siete le prime a non fidarvi?. Di cosa siete gelose: di dover pagare voi le borse firmate delle neo elette, quando le avete pagate per una vita alle amanti dei campioni che avete votato fino a oggi? Io non capisco, come pure non capisco perché debbano esistere le commissioni per la parità di genere: secondo me creare tali organismi e farne parte significa automaticamente ammettere di essere inferiori e di voler provare a sistemare le cose. Secondo me la parità di genere non si predica: si fa. Si fa svegliandosi la mattina e andando a lavorare; si fa cercando di diventare donne migliori di quelle che non ci piacciono; si fa cercando di far capire a un’amica perseguitata dal proprio ragazzo che quello non è amore e neanche un calesse: è un tram in fronte. So che il mio

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erché non è ancora consolidata la tendenza femminile a votare le donne? Non si corre il rischio che, senza avere un retroterra sociale vivo, si finisca per creare una sorta di notabilato rosa, capace di saltare dai CDA alle aule parlamentari come niente fosse? Le donne comuni, penso ad esempio a quelle che si barcamenano tra il lavoro (quando ce l’hanno) e la famiglia, alle precarie che non possono permettersi neppure di pensare a mettere al mondo un figlio, o alle donne estromesse dal mercato del lavoro a seguito della maternità, non credo si sentano coinvolte dal tema delle quote rosa nei CDA e neppure dalla doppia preferenza di genere. Si tratta di temi troppo distanti da loro e dalla loro quotidianità. Perché pensare alla stanza dei bottoni, quando magari si fa fatica persino ad arrivare a fine mese? Questa a mio avviso la ragione per cui l’elettorato femminile oggi non

Meno é

PIÙ SER di Stefania Boleso


PERCHÉ LE DONNE NON VOTANO LE DONNE? FocusON è ancora convinto che portare più donne in Parlamento significhi per loro maggiori benefici. Per sperare che ci sia davvero un “torrente rosa” che parte dal basso, cioè un maggior coinvolgimento attivo dell’elettorato femminile, le élite dovranno impegnarsi, una volta raggiunta la stanza dei bottoni, a migliorare la condizione femminile in maniera tangibile e a tutti i livelli. Sto parlando di far funzionare meglio la macchina dello Stato, con onestà e trasparenza (e questo lo sappiamo fare molto bene!), rispondendo alle richieste che vengono dal basso in termini di servizi o di welfare a supporto delle famiglie, non solo delle donne. Solo così potranno acquisire credibilità e popolarità nel medio/lungo periodo. Fermo restando che oggi le donne italiane avrebbero probabilmente bisogno di avere alla loro guida un’avanguardia, piuttosto che un élite. Avanguardia che in questo momento a mio avviso si trova (e ritrova) molto più spesso sul web che nei CDA.

o élites

ERVIZI

punto di vista può essere assolutamente non condivisibile, ma io conosco tante donne veramente in gamba, che non hanno bisogno di far parte di nessun organismo né di dimostrare di essere uguali a uomini di successo per vivere, donne che ogni giorno fanno i conti con la vita e non mollano, se i conti non tornano. Allora questa riflessione la dedico a loro, alle donne speciali che conosco: A Valeria, donna meravigliosa che ha imparato a respirare di nuovo, una boccata d’aria alla volta, un sorriso alla volta; A Giorgia, amica vera; A Vincenzina, che sa entrare nella testa dei bambini meglio di Peppa Pig e in quella dei grandi peggio di un martello pneumatico; A quelle che pensano davvero, prima di parlare, ed emettono sentenza solo al terzo grado di giudizio;

A tutte le neo e future mamme: state generando un’onda anomala di fertilità che fa bene al cuore…e all’Istat; Ad Angela, prima donna a portare i pantaloni nel suo paese, qualche anno fa; A tutte le candidate (ma proprio a tutte tutte) che hanno deciso di metterci la faccia: brave! A me stessa, perché ieri mia nipote ha deciso che la vecchia altalena doveva essere rossa e allora ho preso carta vetrata e vernice e dopo cinque ore l’altalena era rossa. Ho provato a cercare un Consigliere Regionale che lo facesse per me ma niente: quando servono non li trovi mai. Ultima riflessione sul post-ballottaggio teramano che ha finalmente emesso il proprio verdetto: con estremo gaudio e smisurato stupore posso finalmente affermare che a Teramo…no, non è cambiato nulla. (Fonte: www.ilfattoteramano.com)

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FocusON PERCHÉ LE DONNE NON VOTANO LE DONNE?

L’11 giugno 2014 L'ufficio centrale regionale della Corte d'appello dell'Aquila ha proclamato eletto il presidente della Giunta regionale d'Abruzzo e in quota proporzionale, i consiglieri tra i quali sono solo 2 le donne elette: Sara Marcozzi (M5S)e Marinella Sclocco (PD)

Le [im]pari OPPORTUNITÀ di Arturo Di Cera*

gni categoria è una costruzione culturale inquadrata in stereotipi ed è un impianto culturale stereotipato percepire la donna succube dell’uomo. Le donne non costituiscono comunità perchè sono sempre state socializzate dall’uomo come antagoniste, ciò è dovuto al fatto che l’amicizia femminile è molto difficile da precisarsi e da manifestarsi, mentre l’amicizia tra maschi si traduce anche in cameratismo, con la disponibilità ad aiutare l’altro; basti a pensare alle coppie di maschi che la storia e la mitologia ci presentano: Eurialo e Niso, Achille e Patroclo, Diomede e Ulisse, ma non vi sono egualmente delle coppie di donne, delle coppie di amicizia femminile, perché le donne sono state abituate e socializzate all’individualismo e comunque a temere il confronto con un’altra persona dello stesso genere. L’unica volta in cui si è parlato di comunità di donne si è parlato di realtà mitologiche come le Amazzoni oppure si andava alla ricerca di rapporti amicali che scivolavano poi nella sessualità, come Saffo e le donne della sua comunità. Non è mai stata intesa come una forma di fiducia e reciproca, di voglia di aiuto reciproco, di solidarietà reale. C’è sempre stato un elemento che in qualche maniera ha inquinato il rapporto. Prendiamo ad esempio l’invidia partendo da una generalizzazione: l’invidia è più femminile che maschile. Il successo di una donna è difficile che sia accettato con la stessa amabilità con cui per esempio un uomo accetta il successo di un suo amico. Questo è dovuto ad una eredità culturale basata sul piano della disuguaglianza e di una opportunità che non ha nessuna parità. La donna è stata abituata ad essere una persona disuguale, ma l’amicizia

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presuppone un rapporto simmetrico, paritetico, non un rapporto asimmetrico. Siccome la donna si è sempre ritenuta diseguale, la diseguaglianza, una volta interiorizzata, non dà luogo all’amicizia che invece, necessariamente, poggia sulla simmetria e sulla pariteticità. L’uomo presenta delle forme di solidarietà; c’è uguaglianza con gli altri. Tra maschi, anche se c’è il leader, questo non viene guardato con sospetto. Tra le donne quando avviene l’incontro comincia una ricerca di punti in comune per tentare un avvicinamento o diversamente, rimane una forma di definizione dell’altra come diversa e avversa. Possono venir fuori delle forme di invidia, di piccoli asti, di malintesi e di battute. Poi sicuramente ci sono eccezioni che dicono altro, ma appunto si tratta di eccezioni. Anche se la donna proviene da una classe sociale diversa, o sia in grado di esprimersi con disinvoltura e professionalità, o che sia graziosa, sono elementi, questi che non hanno molta importanza nel mondo maschile, ma ne hanno invece molta in quello femminile. Basta anche il solo successo per rendere una donna invisa ad altre e il proprio successo viene oltretutto metabolizzato male perché crea distonia e diffidenza. Inoltre la donna stessa non vede altre donne come una risorsa sulla quale investire in quanto si sentono ancora subalterne al mondo maschile ed è da poco tempo che esiste una lettura critica di questo tipo di comportamento. Questi sono alcuni dei motivi per cui nelle campagne elettorali le donne non sono supportate da altre donne e, se elette, non hanno un accesso semplice ai ruoli maggiori tanto che proprio recentemente si è resa necessaria l’attivazione di procedure che favoriscono e sostengono il piano dell’uguaglianza e delle pari opportunità.

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* Sociologo della comunicazione interpersonale. Emotusologo - Analista del comportamento emozionale nel volto e nel corpo. Ultima pubblicazione: “Dinamiche interpersonali. Come il linguaggio del corpo genera le relazioni”. Ed. G. Laterza, Bari 2011


PERCHÉ LE DONNE NON VOTANO LE DONNE? FocusON

SENZA RETE I dati dicono che quando una donna arriva al potere, raramente promuove figure dello stesso sesso. Perché? Ecco alcune risposte:

“Scelgo in base al merito, ci mancherebbe, e a parità preferisco una donna. Però nella politica italiana la questione è diversa: siamo noi che continuiamo a farci cooptare dai maschi invece di puntare i piedi, e provare a conquistare la vetta” Emma Bonino

Sul teorema dell’Eva contro Eva: “La solidarietà al femminile nel privato esiste, eccome. Nel lavoro, invece, le donne tendono a non fare rete perché sono poche e dunque restano vittime di un meccanismo numerico: se fossero tante, il fenomeno del confronto invidioso verrebbe meno, e non si avrebbe paura di un sorpasso”

“Il cattivo rapporto con i meccanismi di potere è uno dei limiti delle donne, sono spesso escluse dai gruppi e dai luoghi dove si svolgono i giochi di potere maschili. Insomma, come bighellonare per aperitivi mentre i bambini a casa aspettano la cena?”

Bianca Beccalli - sociologa

Luisa Pogliana - consulente di ricerca sui mercati internazionali

“Nel ’98 ha provato a creare una lobby. Si chiamava "Emily", e riuniva donne di Centrosinistra. All’inizio funzionò. Poi ciascuna si è persa dietro le correnti, e la sorellanza è andata a farsi benedire” Franca Chiaromonte

“Le donne possono essere molto violente con le altre donne” Phillys Chesler - autrice del libro "Donna contro donna"

Luigi Crespi, analista: “Le donne che vanno in lista vengono elette raramente in quanto sono estranee al potere reale capace di generare consenso. E soprattutto va detto senza ipocrisia: quelle che vengono elette non aprono la strada ad altre donne perché il loro comportamento non è differente da quello degli uomini: si eliminano tra loro, si annientano a vicenda” Antonio Noto direttore di IPR Marketing: “In Italia donna non vota donna: è un dato di fatto che abbiamo già riscontrato. Non c’entra solo la legge elettorale, generalmente le elettrici ritengono che le altre donne, le future elette, non possano avere i tempi necessari per poter partecipare attivamente alla politica. La politica generalmente si fa di notte, di sabato e domenica, nei congressi che non finiscono mai: i tempi delle donne sono diversi e, malgrado tutto il coraggio che ci mettono, e’ difficile che si possa alimentare la loro partecipazione. Molto spesso c’è anche una bassa credibilità delle donne che vengono elette, cosa che accade quando queste sono le mogli ufficiali, le amanti non ufficiali dei politici maschi” PrimaPagina 48 - Giugno 2014

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Redazionale

Anche a Teramo è arrivata la Bottega di

UNA FILIERA AGRICO Agricoltura italiana rappresenta oltre il 15% del PIL e il fatturato agroalimentare nazionale (che comprende agricoltura, industria, distribuzione e servizi) vale oltre 240 milioni di € di cui oltre 47 provengono dal solo settore agricolo. “Sono numeri importanti che meritano riflessione – dichiara Umberto Marcozzi, dell' Azienda Agricola "ITALIA FOOD&MARKET" socio della Coldiretti Teramo, gestore del punto vendita Campagna Amica – e richiedono azioni altrettanto importanti”. Come vive la crisi questo settore? “Il periodo attuale, con previsioni al ribasso del PIL e la fiducia dei consumatori che tende ad affievolirsi, rende necessario rispondere in modo fermo e vigoroso – spiega Marcozzi – rifiutando pessimismi. L’agricoltura, in quanto espressione più alta dell’economia reale ed elemento chiave per la sopravvivenza di tutti, può svolgere un ruolo strategico nel rilancio dello sviluppo del nostro Paese. La crisi ha messo in evidenza, anche drammaticamente, le insufficienze di un mercatismo spinto agli eccessi, soprattutto in assenza di regole anti speculative, ma può rappresentare un’occasione unica per dare nuovo ordine alle cose. Verità, concretezza questi sono i principi da tornare a perseguire, l’opportunità da non perdere”. Perché hai aderito al proget-

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to nazionale denominato “Campagna Amica”? “La Coldiretti – prosegue Marcozzi – interpreta la situazione attuale proponendo un progetto che ha lo scopo di favorire sia le imprese che i consumatori: una filiera agricola tutta italiana. Perché il vero grande problema di questo settore è il basso potere contrattuale che non riesce a far valere la ricchezza della produzione. Basti pensare che per ogni euro speso dal consumatore, solo 17 centesimi vanno nelle tasche degli agricoltori, il resto va all’industria, ai servizi e alla grande distribuzione che schiaccia il resto della filiera. Inoltre una notevole frammentazione dell’offerta o l’eccessivo numero di intermediari, la scarsa trasparenza nella formazione dei prezzi, una logistica spesso inadeguata e obsoleta e il grande mercato della contraffazione appesantiscono la situazione. Per porre un argine a tutto ciò Coldiretti propone la creazione di una filiera agricola tutta italiana, in un grande sistema agroalimentare che premi i produttori e offra ai consumatori prodotti di qualità e a un prezzo giusto, una filiera “firmata”che renda, cioè, visibile e riconoscibile l’italianità dei prodotti”. Cos’è la Fondazione Campagna Amica? “Si tratta di uno strumento molto importante, per rinsaldare l’amicizia e la fiducia tra i produttori e i consumatori perché si fa garante degli impegni, sulla trasparenza e il controllo dei prezzi, presi dagli agricoltori. In questo progetto gli attori coinvolti sono diversi: oltre alle imprese agricole, le cooperative , i consorzi agrari e non ultimi i mercati di Campagna Amica dove questi principi devono trovare attuazione. Ed è anche un modo per creare concorrenza, più trasparenza, più potere contrattuale per gli agricoltori, più vantaggi per i cittadini, ma soprattutto – conclude Marcozzi – per valorizzare e distinguere il vero made in Italy fatto di agricoltura italiana”.

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Redazionale

ga di Campagna Amica

OLA TUTTA ITALIANA

I PRODOTTI DELLA NOSTRA BOTTEGA

LA NOSTRA MISSION

Carne, vino, birra artigianale, conserve, latte, yogurt, miele, pasta, confetture, biscotti, prosciutti, formaggi di capra, di latte vaccino e biologici, pecorini, freschi e stagionati, salumi tradizionali e salumi senza glutine (per chi soffre di celiachia), succhi di frutta, tisane, grappe, farine, riso, polenta, salsa di pomodoro, olio di oliva extra vergine, piatti e ricette "pronti a cuocere", gastronomia e tanto altro ancora.

Noi crediamo che la relazione tra il mondo della campagna e quello della città rappresenti un riscatto sociale della crisi etica, finanaziaria, economica e morale in cui ci troviamo. La giusta agricoltura è paesaggio, è buon cibo, salute, socialità, occupazione, tradizione, cultura, bellezza. E quindi, semplicemente, ci aiuta a sentirci bene.

In Bottega, pur non essendoci la presenza fisica costante dei produttori, permangono tutti i vantaggi della vendita diretta in agricoltura: prodotto tracciabile, sicuro, di origine certificata.

Obiettivo principale della nostra mission è quindi la diffusione della filiera corta italiana, cioè del rapporto tra produttore e consumatoresia sui luoghi di produzione che nelle zone urbane.

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Dalla strategia all'azione...anticrisi

i parla spesso di cultura d’impresa ma cosa vuol dire nel nostro Paese? Quale la percezione e la considerazione? In un mondo globalizzato come quello odierno per il rilancio economico del mercato si punta, o si dovrebbe, puntare su strategie mirate ed efficaci. Oltre all’auspicato aiuto dello Stato e/o dell’Europa. Purtroppo, però sono ancora pochi a conoscerne il significato. Seppur non esista un’esatta definizione valida per tutte le realtà, ogni imprenditore deve interpretare e

Trattasi di una metodica e scelta che non paga nel breve termine e che comporta il dover uscire dalle logiche meramente di profitto. Fare cultura d’impresa è, un principio dissimile da quello del fare impresa. Chi fa impresa guarda principalmente al lucro da ottenere nell’immediato, l’imprenditore che fa cultura d’impresa è proiettato verso il futuro e la sua attenzione è fortemente incentrata su aspetti quali la creatività, l’innovazione, il rispetto e la valorizzazione delle risorse, soprattutto di quelle umane con lungimiranza e tanta dedizione e sa-

CULTURA D’IMPRESA,

creare il suo modello per fare “cultura d’impresa” e renderlo unico in innovazione, comunicazione e interpretazione del mercato secondo i propri valori, vocazioni, obiettivi e passione. In sintesi crearsi una propria identità e fare la differenza. La comunicazione è punto nevralgico ed essenziale, il modello va condiviso ai veri livelli interni, a prescindere dalle dimensioni dell’azienda, la motivazione e la partecipazione emotiva del personale è fondamentale per poter trasmettere un’immagine positiva anche all’esterno ma anche e soprattutto comunicato all’esterno con il mercato con il quale necessita interagire.

a cura di Daniela Palantrani

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FONTE DI CRESCITA E PROGRESSO

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crificio. Infine, cultura d’impresa vuol dire anche e soprattutto attenzione ai bisogni e alle esigenze dei consumatori che, sempre più informati, consapevoli ed esigenti, prediligono le aziende che sanno dialogare e interpretare le esigenze dei partners, considerati dei “compagni di viaggio” e non meri clienti da cui trarre profitti. Comunicare è fondamentale per diffondere in maniera chiara ed efficace il proprio brand e stabilire un rapporto di fiducia con partners e consumatori, garantendo risposte, presenza e pronta e piena disposizione alla risoluzione di eventuali problemi.


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Perdere competitività: il modello italiano di Luciano Cipolletti consulente aziendale

risorse da dedicare alla formazione, alla ricerca e all’innovazione. Studi recenti indicano che in Italia la spesa per ricerca e sviluppo incide l’1,3% in rapporto al PIL, in Germania questo dato è pari al 2,8%, mentre l’Eurozona mostra un valore dell’1,9%. Se non costruiamo il futuro oggi, ma pensiamo solo al presente, difficilmente potremo competere. Dal momento in cui, per carenza di risorse finanziarie, molte PMI non innovano più da diversi anni, tale ritardo accumulato sta costando molto caro. Chi gira per le aziende percepisce bene queste cose: da una parte l’imprenditore, sempre più preso dagli eventi quotidiani (pagamenti, incassi…), dall’altra parte i commercialisti, che non riescono più a tenere il passo alle continue novità in materia fiscale. Quando il commercialista incontra l’imprenditore si parla quasi esclusivamente di bilancio e di conti in rosso o delle novità in materia legislativa. Ma chi pensa all’azienda in termini di competitività ? Le imprese sono PrimaPagina 48 - Giugno 2014

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i si chiede, sempre più spesso, cosa fare per rendere le nostre imprese più competitive. Attualmente il dito è puntato sul cuneo fiscale legato al costo del lavoro e sulla elevata pressione fiscale, ma questi due aspetti non possono aver determinato il declino delle imprese italiane avuto nel tempo e acuitosi con la recessione. Così guardiamo alle riforme dello Stato come la soluzione a tutti i mali delle imprese, dimenticandoci invece di cosa dovremmo iniziare a fare immediatamente, al fine di invertire questa rotta che sta sgretolando inesorabilmente il nostro tessuto imprenditoriale,. L’intervento sul cuneo fiscale apporterà vantaggi ai lavoratori, ma non renderà più competitiva l’impresa, mentre la riduzione di qualche punto percentuale di IRES e/o IRAP non potrà fare miracoli sul fronte della competitività. In realtà il vero e grosso punto debole delle piccole e medie imprese è da sempre stato costituito dalle scarse

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a cura di Daniela Palantrani

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fatte di presente ma soprattutto sono il frutto di decisioni prese in passato. Se non facciamo più ricerca su nuovi potenziali mercati di sbocco o non abbiamo mai considerato l’idea di diversificare il business al fine di incrementare il fatturato, se non abbiamo mai vagliato le potenziali opportunità offerte da alleanze strategiche o reti d’impresa, o l’idea di introdurre un sistema CRM per meglio gestire le esigenze sempre più complesse dei clienti, se non facciamo formazione puntando alla qualità delle prestazioni, se non pianifichiamo una corretta gestione del portafoglio prodotti in base agli specifici cicli di vita, se non monitoriamo costantemente le nostre performance al fine di migliorarci, attuando magari modelli di core activities o non abbiamo mai preso in considerazione un piano di turnaround (ovvero se non siamo in grado di pianificare e monitorare le attività strategiche necessarie per essere competitivi al mondo d’oggi), difficilmente avremo un futuro. Lavoreremo barcamenandoci in espedienti che ci illudono di trovare le corrette soluzioni, ma solo temporanee e facilmente sgretolabili. Il vecchio adagio caro a noi italiani “tira oggi che viene domani” non funziona più già da tempo, in una arena ipercompetitiva dove è difficile sopravvivere con soluzioni tampone e

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diventa necessario costruirsi consolidati plus munendosi di adeguati strumenti di controllo. Le risorse finanziarie per portare avanti queste attività possono essere attinte da svariati fondi gratuiti esistenti (Fondimpresa in primis) che permettono di avere formazione qualificata ed affiancamento manageriale a costo zero per l’impresa. Quando utilizzati, tali fondi vengono però veicolati per “corso per squadre antincendio” o “pronto soccorso”, carrellisti, oppure ISO9001, ISO14001 trascurando il fatto che, molto probabilmente, con le imprese che chiudono, ai carrellisti non servirà nessun attestato e non servirà dimostrare a nessuno che si stava lavorando a tutela dell’ambiente. Probabilmente quello che oggi sta mancando davvero alle nostre piccole e medie imprese è una sana e corretta cultura d’impresa che ne permetta la crescita e nel contempo ne incrementi la competitività in modo da sopravvivere in un mercato globalizzato. Ma essa deve essere introdotta in maniera pratica, apportando soluzioni concrete ai problemi imminenti, altrimenti resta uno sterile scambio di vedute. Forse la fonte del problema consiste proprio nel dare agli imprenditori quelle leve, quegli strumenti che diano la possibilità di rivedere la propria impresa in ottica strategica, oltre che operativa.


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LE RISPOSTE STRATEGICHE

ALLA CRISI

• La ricerca di una produzione a costi più contenuti ha accomunato soprattutto le imprese dei settori autoveicoli, coke e raffinazione, e altri mezzi di trasporto; alla duplice strategia di differenziazione verticale e orizzontale dei prodotti hanno fatto ricorso in prevalenza le imprese dei comparti dell’elettronica. • Il rafforzamento delle pratiche di commercializzazione in Italia e all’estero ha riguardato circa i due terzi delle imprese delle bevande e dell’elettronica-elettromedicale, le aziende della metallurgia e dei macchinari hanno rivolto questo tipo di strategia principalmente all’estero. • All’attivazione di nuove relazioni produttive ( Joint ventures , consorzi, reti eccetera) hanno invece fatto ricorso in prevalenza imprese appartenenti a settori a elevata intensità di capitale o caratterizzati da gradi molto diversi di integrazione verticale. • L’86,6% del campione, infine, ha dichiarato di poter far fronte rapidamente e in misura adeguata a un significativo aumento di domanda nazionale attraverso l’utilizzo della capacità esistente, con valori settoriali che variano dal 71% del coke al 92,6% delle bevande.

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risultati di un’indagine su un campione rappresentativo di imprese manifatturiere evidenziano elementi di resilienza agli effetti della crisi del biennio 2011-2013. Nel complesso le imprese dichiarano i avere mantenuto sostanzialmente invariati i livelli occupazionali, i prezzi di vendita e lo stock di capitale fisico e umano. • Tra le imprese sopravvissute alla fase recessiva, la difesa del potenziale produttivo non si è limitata alle sole risorse fisiche ma ha interessato anche il capitale umano, definito come dotazione di risorse umane qualificate. La riduzione di occupazione dovrebbe aver riguardato soprattutto la forza lavoro meno qualificata. • Per contrastare la recessione, le aziende manifatturiere hanno fatto ricorso soprattutto a strategie “interne”, legate all’aumento di qualità e gamma dei prodotti e al contenimento dei costi. • Tra le strategie “esterne”, meno utilizzate delle “interne”, prevale il rafforzamento delle politiche di commercializzazione (in Italia e all’estero). Assai meno frequenti sono il ricorso a strategie di insourcing , la partecipazione alle catene globali del valore e l’attivazione di nuove relazioni produttive con altre imprese.

Fonte: Rapporto sulla competitività dei settori produttivi - Edizione 2014 – www.istat.it

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Presentato a Teramo il film evento realizzato in "crowdfunding"

DYLAN DOG: Vittima degli eventi di Chiara Santarelli

n finanziamento collettivo (in inglese crowdfunding) ha permesso al regista e Youtuber Claudio Di Biagio la realizzazione del film “Dylan Dog: Vittima degli eventi”. Presentato a Teramo nel corso della manifestazione dedicata ai fumetti (lo scorso mese di maggio), il progetto, a cui ha collaborato Luca Vecchi, si è avvalso di questo innovativo metodo di finanziamento. Il crowdfunding (dall’inglese, finanziamento collettivo) è un processo collaborativo di persone che donano una somma di denaro, ad offerta libera, per sostenere lo sviluppo di progetti misti di persone od organizzazioni; è un micro-finanziamento dal basso, utilizzato per iniziative di qualsiasi genere; dall’aiuto per emergenze umanitarie, al sostegno dell’arte e i beni culturali, all’imprenditoria innovativa, fino alla ricerca scientifica. Utilizzato sempre più spesso come molla di cambiamento sociale, abbatte le tradizionali barriere d’investimento finanziario; oggi la piattaforma più efficace è il web, veicolo con cui Claudio Di Biagio è riuscito a trovare un budget adeguato per la realizzazione del suo film, tramite il sito “Indiegogo.com”. E’ proprio da questo primo passo che Claudio Di Biagio e Valerio Di Benedetto, attore interprete dell’indagatore dell’incubo Dylan, ci raccontano a due voci il percorso fatto.

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Come nasce il progetto di Dylan Dog: vittima degli eventi? (Valerio): Nasce da un’idea di Claudio Di Biagio e Luca Vecchi, sceneggiatore e interprete di Groucho. Un giorno, dopo le riprese di “Freaks!” (Serie tv diretta e prodotta da Di Biagio) Claudio mi dice: “Ma lo sai che assomigli a Dylan Dog?” e da lì, tra una battuta e un “facciamo, facciamo, FACCIAMO”, abbiamo cominciato a rendere reale questa idea! (Claudio): Ho sempre letto Dylan Dog e ho sempre desiderato costruirci un progetto sopra. Il Crowdfunding mi ha dato una spinta importante e la possibilità di mettermi in gioco appieno. Quali sono le novità apportate al personaggio? (Valerio): lo abbiamo reinventato, dall’abbigliamento più “slim”, più attuale alla scelta di girarlo a Roma, anche se molti ci hanno criticato la location, ma abbiamo mantenuto il taglio “British”, gotico e grottesco, proprio dell’opera originale e alcune zone di Roma sono un ottimo compromesso per le suggestioni degli ambienti del fumetto. Tornando a parlare del finanziamento: (Valerio): il Crowdfunding è un metodo di raccolta fondi per progetti artistici, che rende ogni persona un “mini-produttore” di quel progetto e sviluppa una coscienza artistica nella società. Chi si impegna nella donazione, infatti, aiuta sensibilmente le possibilità dell’arte italiana incentivando progetti validi. È un modo per far muovere un meccanismo culturale che in Italia

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purtroppo risulta statico. Un veicolo che spesso viene ignorato, in precedenza ci sono stati progetti teatrali che hanno preso il via tramite il crowdfunding, ma richiedendo dei budget modici. Nello specifico noi ci siamo appoggiati al sito “Indiegogo.com”; in altri paesi molti hanno addirittura la homepage settata su siti di questo genere. In Italia la strada è ancora lunga, un po’ per la burocrazia, quindi il - “se dono anche un euro a questo sito, chissà che fine fa” – e un po’ per l’attitudine generale a non prestare attenzione alle potenzialità artistiche giovanili che hanno bisogno di emergere; eppure ne sono convinto, noi possiamo davvero cambiare il mondo e sicuramente “Dylan Dog:Vittima degli eventi” può aprire uno spiraglio e fare la differenza.E’ un film innovativo sotto questo punto di vista. Cosa c’è di te nel personaggio di Dylan? (Valerio): Quando ho cominciato a leggere il fumetto, cosa in realtà avvenuta in tempo recente, ho scoperto delle aderenze fortissime con il personaggio, ad esempio: come Dylan io preferisco il thè, soffro il mal di mare, non mi piace volare in aereo. Poi, per Il personaggio che abbiamo portato sullo schermo, a livello tecnico, abbiamo lavorato su un concetto di perdita, di smarrimento: il nostro Dylan Dog non lavora da 8 mesi, si sente totalmente arrugginito, pensa di aver perso il suo quinto senso e mezzo, di non avere più appigli sia dal punto di vista sentimentale che lavorativo. Il film sarà disponibile su Youtube, ma state provando a portarlo nelle sale cinematografiche italiane: (Claudio): Si, il nostro desiderio sarebbe poterlo proiettare nei cinema, considerando la natura no profit del progetto. In questo possono darci una mano le persone, che vogliono vedere il film, che credono in questo progetto; per noi sarebbe un aiuto per sensibilizzare le persone ai progetti sviluppati in crowdfunding, dimostrare che l’arte non è lontana anni luce, ma alla portata di chi ci crede, e noi siamo la testimonianza che il canale crowdfunding può davvero essere una chiave di volta, e vogliamo dimostrarlo a più persone possibile! Questo film non è un modello da seguire, nel senso che deve, e vogliamo che sia, un incentivo ad investire sull’arte, ad essere curiosi, ad iniziare una nuova ondata rivoluzionaria di investimento vero e proprio delle proprie capacità e della propria sensibilità verso i progetti artistici. Ora il film è in postproduzione, a settembre gireremo un corto con scene un po’ più movimentate rispetto al taglio da thriller psicologico che dà corpo al film. Per il momento i cinema che ci ospiteranno sono a Roma, Milano, Brescia, L’Aquila, Napoli, in Sardegna, Sicilia e Piemonte. PrimaPagina 48 - Giugno 2014

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...DIRETTAMENTE DAL T

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L TERAMO COMICS 2014

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L’opera prima letteraria del dottor Ashough

FEDERICO FELLINI: L’ENIGMA DI UN GENIO dall’Iran a Teramo, passando per …il cinema di Roberto Del Latte

l dottor Jamshid Ashough, un medico di origine iraniana dal 1980 vive in Italia a Montesilvano. È qui perché nel 1979 a causa della rivolta, lo Stato chiuse tutte le università, e per terminare gli studi decise di emigrare in Italia. È un medico specialista in Ematologia e lavora presso l’Emergenza territoriale ASL Teramo con la sede a Giulianova, ma anche un grande appassionato di cinema. Una passione che lo ha portato a scrivere il libro “Enigma Di Un Genio”, indagine profonda e affascinante su Federico Fellini di cui ama in particolar modo i “pensieri difficili”. Ne ha indagato tutti i segreti analizzandolo nei minimi dettagli. Questo per sostituire l’appellativo di “uomo misterioso” con “IL GENIO”. Da quanto tempo “studia” Federico Fellini? Da molto tempo. Ho trovato cose in lui che nessuno aveva ancora scoperto. C’è da precisare che agli esordi era un vignettista non un regista, ho infatti studiato la sua vita dal primo disegno all’ultimo film. Come nasce questa passione per il cinema e in particolare per Fellini? Quando vivevo in Iran, da ragazzo avevo degli amici universitari e frequentavo dei “Club Intellettuali”. Loro studiavano poesia, leggevano, facevano teatro; e dato che la cultura italiana è molto importante in Iran, tutti si ispiravano all’Italia. In questi circoli vidi “Amarcord” di Fellini e non ci capii nulla. Da lì incominciai a leggere: Pirandello, Silone, e vedevo i film di Pasolini. Ma nessuno raggiungeva l’eleganza di Fellini proprio perché inventò un suo linguaggio. Nel film Satyricon per esempio, c’è Encolpio, un ragazzo che in una scena guarda le stelle.

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Quelle stelle raffigurano la costellazione “Cammella”, formata dalla stella Arturo, Fellini perciò inserisce le sculture di Arturo Martini e dato che quella stella tende all’arancione pone un quadro gigante di colore arancione sullo sfondo. Da questo si intuisce che Fellini fa delle arti un suo linguaggio. Tra le tante opere di Fellini qual è , a suo avviso, la più bella? Si tratta di una scelta difficile, mi piacciono tutti i suoi film, fotogramma per fotogramma, però forse la migliore è: Roma. Anche “Prova d’orchestra” però, perché è il più difficile da capire ed è il più armonico con il pensiero felliniano. In tutto il film si fa riferimento ad un aborto anche se nessuno ci ha fatto caso, perché Fellini si ispirò a “Lettera ad un bambino mai nato” di Orianna Fallaci. Quando realizzava un film da un romanzo Federico non si atteneva all’originale, come accade per “Casanova”, lui realizzava il film a modo suo. Il suo soprannome di “grande bugiardo” non è un caso, infatti quello che amava fare di più era deviare e ingannare il pensiero dello spettatore. In questo modo libera il sentimento dello spettatore per poi legarlo al sentimento del film. Questo mi è stato confermato anche da Sergio Rubini e Sandra Milo, loro raccontano che il gior-

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no delle riprese non avendo mai avuto un copione da Fellini non sapevano mai cosa li aspettasse, l’unico copione erano le sue indicazioni. Conclude poi con un aneddoto: Una volta durante una conversazione con Marco Ferreri, Fellini chiese chi tra loro due fosse il più famoso. Ferreri rispose che non sapeva chi fosse il più famoso ma sapeva chi era il più bravo”. Fellini nonostante avesse sempre la risposta pronta quella volta rimase in silenzio e secondo me quella fu la migliore delle risposte.


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Alina Esposito, da Teramo a Chieti …pattinando

“SEMINATRICE”

DI CAMPIONI Ho indossato i pattini a sei anni ed è stato un colpo di fulmine. Ho imparato sulle piste della Gammarana... Io e le mie cugine siamo state le prime atlete di pattinaggio artistico di Teramo.

Dir.Tec. Alina Esposito di Adele Di Feliciantonio

l pattinaggio come trait d’union della sua famiglia, scoperto grazie allo zio, condiviso come atleta con le cugine e trasmesso ai figli. Pattinaggio come passione, lavoro e soprattutto grande amore che condivide con i suoi allievi, la prof.ssa Alina Esposito, teramana doc, ma teatina di adozione, è riuscita a portare questa disciplina, attraverso le sue scuole (Pattinaggio artistico teatino e Accademia pattinaggio Francavilla) in quella parte dell’Abruzzo che non la conosceva. Allenatore federale, direttore tecnico, Presidente della Lega regionale UISP Abruzzo , ha conquistato numerosi titoli e medaglie nei Campionati italiani nelle specialità spettacolo, artistico e sincronizzato e il suo entusiasmo contagioso, il suo sorriso, ma

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soprattutto i suoi occhi trasmettono tutto l’ardore di chi sa unire gioco e sport, regole tecniche e aspetto umano, sacrifici e traguardi, sogni ed emozioni. Dott.ssa Esposito, come le è nata la passione per il pattinaggio? Ho indossato i pattini a sei anni ed è stato un colpo di fulmine. Ho imparato sulle piste della Gammarana, ma solo assistendo a uno spettacolo di pattinaggio artistico sono rimasta letteralmente conquistata, folgorata da questa disciplina che poi è diventata una parte importante della mia vita. Io e le mie cugine siamo state le prime atlete di pattinaggio artistico di Teramo. Per lei cosa rappresenta? Benessere e sensazione di piacere; riesce a unire le grandi passioni della mia vita: la mu-

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sica, il ballo e ovviamente i pattini. Il pattinaggio su rotelle, nonostante sia molto praticato, è ancora uno sport che agisce “in silenzio”; perché? Viene definito, infatti, uno sport “minore”. Pur essendo costoso da praticare e necessita di impianti specifici che spesso non ci sono o vengono concessi “a tempo”, non è popolare e non è una disciplina olimpionica e quindi muove un volume di affari esiguo rispetto ad altri sport. Questo lo fa rimanere genuino e animato ancora, anziché da pubblicità e interessi, da passione e soprattutto sacrifici? Certamente; vive di sacrifici da parte di allenatore, atleti e famiglie. C’è uno sforzo congiunto, per supplire alle carenze strutturali e organizzative, che viene incorag-


giato dalla voglia di fare sempre meglio. Lei è direttore tecnico di due scuole e ha conquistato numerosi successi; quanta passione mette in quel che fa? Tantissima e ho l’onore e il piacere di trasmetterla e di condividerla. Attraverso i miei allievi vivo questo amore e mi esprimo trovando sempre un equilibrio tra la mia creatività e i desideri degli atleti, facendo convivere aspirazioni, piacere, sogni. Nel mio ruolo sono un punto di riferimento per i miei allievi e fondamentale è la trasmissione dei valori, spirito di squadra in primis. E’ mio compito prestare attenzione a ogni esigenza e soprattutto segnale. Il pattinaggio, oltre a essere tecnica e agonismo è arte, musica, costume; ogni coreografia può partire da un’idea, da un film, ha una sua storia, un percorso progettuale, un messaggio da comunicare che trae ispirazione nei ricordi, nelle esperienze, in una canzone; molteplici sono i canali della creatività. Ha portato l’Abruzzo alle luci della ribalta in questo sport; quanto è stata dura? Tengo a precisare che, ai tempi, Teramo è stato il primo avamposto del pattinaggio artistico abruzzese, che poi abbiamo esportato in altre città e io personalmente a Chieti, ma pionieristica, lo sono stata nell’istituire la scuola di sincronizzato che è unica nel centro – sud Italia, non tralasciando mai le altre specialità.Tutto questo mi richiede continuo sacrificio, studio, impegno, aggiornamento, ma la partecipazione ripetuta ai Campionati italiani dei miei allievi mi remunera di

tutto. Grazie a lei, quindi, esiste anche il pattinaggio teatino. In realtà quando mi trasferii a Chieti pensai, da amante dei pattini, che i miei figli sarebbero cresciuti senza la possibilità di poterlo praticare e come loro tanti altri bambini. Allora mi sono “buttata” in quest’avventura e dal nulla, con tanto lavoro, ma soprattutto grazie ai miei concittadini che mi seguono e stimano, ho fondato più scuole. Cosa significa per un direttore tecnico vedere i suoi allievi sul podio?

Pattinaggio è... avere coraggio di osare, perché imparare è cadere e cadere è imparare

E’ una soddisfazione enorme. Ciò che più mi emoziona è vedere i loro occhi brillare. In fondo non è tanto il mio risultato, ma il loro e dei loro sacrifici.Vederli felici e gratificati è una sensazione unica. Il suo successo più emozionante? Il titolo di campione italiano di esercizi obbligatori di mio figlio Alex. E’ stata la nostra conquista. Quali sono gli “ingredienti” per diventare un buon pattinatore? Bisogna avere il senso del ritmo, del tempo perché la musica è la compa-

gna di viaggio e questa è una peculiarità tipica delle discipline coreografiche. Il Presidente della F.I.H.P. federazione regionale,Volpe, l’ha omaggiata di parole di grande elogio per “un direttore tecnico che sa compiere il sacrificio dello sport quasi nella più piacevole delle sensazioni” e l’ha insignita del “Seminatore d’oro”. Cosa le suscitano queste parole? Credo che, proprio perché ho seminato, con umiltà, il seme del pattinaggio nella provincia di Chieti e l’ho fatto fiorire dandole linfa e animandolo con tanta passione, che mi hanno riconosciuto questo merito e titolo che, insieme a quello di Presidente della lega pattinaggio UISP d’Abruzzo, mi donano una gratificazione enorme. Luci, ma anche ombre nel mondo sportivo? Lo sport è qualcosa che ti fa crescere e ti accompagna nella vita. E’ fondamentale nel processo educativo, sociale, cognitivo, ma non deve essere una “fabbrica” di campioni e non si deve diventare campioni a tutti i costi. Esso deve essere per tutti e deve essere prima di tutto ricreativo. Mai andare oltre le capacità, nonostante il limite di un ridotto potere selettivo, per un tecnico di provincia. Cosa occorre per realizzare un sogno e qual è il sogno di Alina Esposito? Sono necessari impegno, passione, sacrifici e tante rinunce. Il mio sogno è quello di continuare a divertirmi e a gratificarmi con questo lavoro sperando che arrivino altri risultati importanti per i miei allievi.

Gruppo Sincro Abruzzo (CH) PrimaPagina 48 - Giugno 2014

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“PrimaPagina “Prima Pagina”” il Legale

I social networks e i reati di diffamazione

Le offese ai tempi di

FACEBOOK di Gianfranco Puca avvocato e mediatore professionista

e offese su Facebook contro persone individuabili integrano il reato di diffamazione. La Cassazione, con la recente sentenza del 24.3.14, ha stabilito che pubblicare frasi denigratorie su un social network nei confronti di persone agevolmente identificabili dagli utenti costituisce offesa all’altrui reputazione e, quindi, integra il reato di diffamazione. La Cassazione ha affrontato il problema, molto diffuso nella realtà dei social network, relativa alla lesione dell’onore e reputazione di soggetti non identificati direttamente, ma comunque agevolmente identificabili all’interno di

un contesto sociale ove opera il soggetto diffamato. L’imputato, in primo grado, era stato condannato per aver pubblicato nel proprio profilo Facebook frasi denigratorie nei confronti della onorabilità di alcuni colleghi di lavoro, esprimendo anche giudizi negativi sulla loro correttezza personale e sul posto di lavoro; si trattava di affermazioni relative alla percezione di straordinari e alla vittoria di un concorso da parte di un collega. I giudici di merito avevano escluso la configurabilità del diritto di critica, per mancanza del requisito della continenza, poichè nei testi pubblicati vi erano palesi aspetti di irrisione che travalicano la mera critica ai fatti evocati;

Risarcimento del danno da insidia stradale

ATTENTI alle buche di Nicola Paolo Rossetti Presidente giovani avvocati Teramo

mbattersi in una buca o in un altro dissesto del manto stradale mentre si è a bordo del proprio mezzo di trasporto o si è a piedi è un’esperienza davvero frequente. Il problema, ovviamente, assume rilevanza nel momento in cui l’insidia è causa di danni al veicolo o alla persona. Cosa fare in questi casi? Quando e come si

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ha diritto al risarcimento dei danni patiti? Le pronunce giurisprudenziali sul tema sono molteplici stante la variabilità dei singoli casi in relazione alle caratteristiche del pericolo, alle condizioni ambientali, all’esistenza o meno di segnalazioni del dissesto ed al comportamento della vittima. Di difficile risoluzione, inoltre, è stabilire su

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il Legale in “Prima “PrimaPagina Pagina””

ugualmente i medesimi giudici avevano confermato che il reato di diffamazione, consistente nell’immissione nella rete internet di frasi offensive e/o immagini denigratorie, deve ritenersi commesso nel luogo in cui le offese e le denigrazioni sono percepite da più fruitori della rete, pur quando il sito web sia registrato all’estero (confermando altre sentenze come Cass. Pen. 21 febbraio 2008). L’imputato, titolare del profilo facebook, aveva costruito la propria strategia difensiva affermando, da un lato, la impossibilità di identificare con sufficiente certezza la persona offesa e, da altro lato, che le frasi diffamatorie erano state indebitamente pubblicate da ignoti intrusori che avevano commesso un accesso abusivo nel proprio profilo. La Cassazione ha ribadito che per la sussistenza del delitto di diffamazione non è necessario indicare nominativamente la persona, ma è sufficiente solo che la persona sia indicata o descritta in modo tale da poter essere agevolmente, e con certezza, individuata. Secondo la giurisprudenza, l’individuazione del soggetto passivo del reato di diffamazione, in mancanza di indicazione e/o riferimenti

specifici, deve essere deducibile dalla stessa rappresentazione oggettiva dell’offesa, che si desume anche dal contesto in cui è inserita (ved. Cass. Pen. 2135/99); nel caso di specie, per il tenore della frasi utilizzate, per la categoria di utenti di facebook, e per la circolazione delle frasi nell’ambiente di lavoro, era possibile senza alcuna difficoltà risalire alla persone offesa. I giudici di legittimità, inoltre, non hanno dato credito alla tesi difensiva che la pubblicazione delle notizie diffamatorie fosse imputabile a terze persone , impossessatesi delle credenziali di accesso del domicilio informatico, in quanto tale costruzione difensiva era una mera possibilità teorica senza alcun riscontro di prova, mentre il contenuto delle frasi denigratorie consentivano tranquillamente di escludere che una persona rimasta ignota potesse essere a conoscenza di fatti così dettagliati della vita lavorativa della parte offesa. Di conseguenza, essendo identificabile la persona offesa e potendosi escludere l’abusiva intrusione di un terzo nel profilo facebook dell’imputato, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la sentenza di condanna.

chi incombe il c.d. “onere della prova”: sul danneggiato, con l’esigenza per il medesimo di dimostrare il comportamento illecito della pubblica amministrazione secondo i dettami dell’articolo 2043 c.c. o su quest’ultima che, ai sensi dell’articolo 2051 c.c., per evitare una condanna al ristoro dei danni, deve provare lei stessa di aver adottato tutte le misure necessarie ad evitarli. Senza dubbio, nella maggior parte dei casi, un ruolo decisivo nel giudizio definitivo sulla responsabilità gioca la verifica dell’oggettiva impossibilità di evitare l’ostacolo. Per chiarire è sufficiente confrontare due recenti sentenze della Corte di Cassazione: la n. 11946 del 16 maggio 2013 e la n. 3793 del 18 febbraio 2014. Con la prima la Suprema Corte ha ritenuto che il danno subito dal ciclista per la ruota incastrata in una grata deputata al deflusso delle acque meteoriche, considerando che in quel caso l’incidente si è verificato di mattina, in piena estate e quindi quando la visibilità è massima, sia da attribuire al comportamento colposo dello stesso che, con l’ordinaria diligenza, avrebbe potuto

evitare l’incidente o quantomeno rendere meno dannoso l’impatto. Al contrario, con la seconda, i Giudici hanno condannato un Comune a risarcire l’automobilista che, a causa di una buca ricolma d’acqua, perdeva il controllo del veicolo finendo fuori strada. In quell’occasione la Corte di Cassazione ha stabilito che la responsabilità dell’ente gestore della strada ex art. 2051 c.c. sui beni di sua proprietà, ivi comprese le strade aperte al pubblico transito in relazione ai sinistri causati dalla particolare conformazione della strada o delle sue pertinenze, è esclusa solo dal caso fortuito, che può consistere, sia in una alterazione dello stato dei luoghi imprevista, imprevedibile e non tempestivamente eliminabile o segnalabile agli utenti nemmeno con l’uso dell’ordinaria diligenza, sia nella condotta della stessa vittima, consistita nell’omissione delle normali cautele esigibili in situazioni analoghe e che, attraverso l’impropria utilizzazione del bene pubblico, abbia determinato l’interruzione del rapporto causale tra lo stesso bene in custodia ed il danno.

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“PrimaPagina “Prima Pagina”” Consumatori

Genitori a tutti i COSTI di Gennaro Cozzolino magistrato onorario – avvocato - mediatore civile e commerciale

olte coppie hanno il desiderio, più che comprensibile di diventare genitori e il nostro codice civile già prevedeva l’adozione come mezzo per garantire una discendenza a coloro che ne erano privi, disciplinando all’art. 291 l’adozione di persone maggiori d’età. Naturalmente, con gli anni, la situazione si è evoluta; infatti, la progressiva attenzione per i problemi del minore e il conseguente interesse non più patrimoniale ma di vera e propria tutela del minore stesso, hanno determinato una autentica riforma dell’istituto dell’adozione. Pertanto, adesso,

accanto all’adozione di maggiorenni, la legge 4 maggio 1983 n. 184 ha disciplinato anche l’adozione di minori d’età, l’adozione internazionale e l’adozione in casi particolari, segno che il legislatore si è mosso nel senso di garantire il diritto del minore ad una famiglia. Mentre l’adozione di minori vede contrapporsi più coppie per l’adozione di minori dichiarati in stato di adottabilità e, praticamente, va a prediligere la coppia culturalmente ed economicamente più avvantaggiata, l’adozione internazionale non incontra questi limiti. La procedura è la seguente. Le persone residenti in Italia che intendono adottare un minore straniero devono presentare dichiarazione di

FONDO DI GARANZIA PER LE PMI con difficoltà di accesso al credito di Laura Di Paolantonio commercialista, revisore Contabile

on il Fondo di garanzia l’Unione europea e lo Stato Italiano affiancano e sostengono le imprese (PMI) che hanno difficoltà ad accedere al credito bancario in quanto non dispongono di sufficienti garanzie. La garanzia pubblica sostituisce le garanzie normalmente richieste per ottenere un finanziamento. La garanzia del Fondo è una agevolazione del Ministero dello sviluppo economico, finanziata anche con le risorse europee dei Programmi operativi

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nazionale e interregionale 2007-2013. La garanzia può essere attivata solo a fronte di finanziamenti concessi da banche, società di leasing e altri intermediari finanziari a favore delle PMI. Si precisa che il Fondo non interviene nel rapporto tra banca e impresa. Le condizioni sono lasciate alla contrattazione tra le parti. Sulla parte garantita dal Fondo non possono essere acquisite garanzie reali, assicurative o bancarie. L’impresa, per potere accedere al fondo, deve essere capace di rimborsare il finanzia-

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Consumatori in “Prima “PrimaPagina Pagina””

mento garantito, dev’essere considerata economicamente e finanziariamente sana, pertanto deve rispondere ad appositi modelli di valutazione che utilizzano i dati di bilancio o delle dichiarazioni fiscali degli ultimi due esercizi. Per le start-up sono richiesti piani previsionali. Possono accedere al fondo le imprese che rispettano i parametri dimensionali PMI: avere meno di 250 occupati, fatturato in-

L’impresa, per potere accedere al fondo, deve essere capace di rimborsare il finanziamento garantito, dev’essere considerata economicamente e finanziariamente sana

disponibilità al Tribunale per i minorenni del distretto in cui hanno la residenza chiedendo che si dichiari la loro idoneità all’adozione. Il decreto di idoneità viene emesso in presenza degli stessi requisiti previsti dall’art. 6 della legge. A questo punto, le coppie che hanno ottenuto il decreto di idoneità devono conferire incarico ad un ente autorizzato affinché curi la procedura di adozione, svolgendo le pratiche presso le competenti autorità del paese estero. L’adozione può essere disposta dalla competente autorità del paese estero; in questo caso, la Commissione per le adozioni internazionali, valutate le conclusioni dell’ente incaricato, dichiara che l’adozione risponde al superiore interesse del minore e ne autorizza l’ingresso e la permanenza in Italia. Il minore adottato acquista la cittadinanza italiana per effetto della trascrizione del provvedimento di adozione nei registri dello stato civile. Se l’adozione deve perfezionarsi in Italia, il Tribunale per i minorenni riconosce il provvedimento dell’autorità straniera come affidamento preadottivo; decorso il periodo di affidamento, il Tribunale, sussistendone i presupposti, pronuncia l’adozione e ne dispone la trascrizione nei registri dello stato civile. Per completezza, occorre evidenziare che dallo scorso luglio

una proposta di riforma in materia di adozione internazionale è depositata presso la Commissione Giustizia del Senato e della Camera. Naturalmente, l’iter per l’adozione è lungo e impervio e può gettare nello sconforto e, di fatto, scoraggiare gli aspiranti all’adozione. Per questo ritengo di dare un utile consiglio a tutti coloro che vogliono intraprendere questo percorso: affidatevi ai servizi socio-assistenziali del nostro Comune, i quali sapranno informarvi sull’adozione internazionale e sulle relative procedure, sugli enti autorizzati e sulle altre forme di solidarietà nei confronti dei minori in difficoltà.A tali strutture è, infatti, affidato il compito di preparare gli aspiranti all’adozione e di acquisire tutti gli elementi necessari sulla situazione personale, familiare, sanitaria, sull’ambiente sociale, sulle motivazioni che spingono gli aspiranti genitori ad adottare il minore, sulla loro attitudine a farsi carico di un’adozione internazionale, sulla loro capacità di rispondere in modo adeguato alle esigenze di più bambini o di uno solo, sulle eventuali caratteristiche del minore in modo tale da poterlo accogliere nel miglior modo possibile. Una scelta tanto importante e responsabile deve essere sorretta dall’intento di garantire una famiglia al bambino: è questa la strada giusta per diventare genitori.

feriore ai 50 milioni di euro o in alternativa, il totale di bilancio deve essere inferiore a 43 milioni di euro. L’impresa non deve inoltrare la domanda direttamente al Fondo, ma dovrà rivolgersi a una banca per richiedere il finanziamento e la garanzia diretta. La banca si occuperà della domanda. In alternativa, l’impresa potrà rivolgersi ad un Confidi che garantisce l’operazione in prima istanza e richiede la controgaranzia al Fondo. Tutte le banche sono abilitate a presentare le domande mentre solo alcuni confidi sono accreditati. Il Fondo copre fino ad un massimo dell’80% del finanziamento, su tutti i tipi di operazioni sia a breve sia a medio-lungo termine, tanto per liquidità che per investimenti. Il Fondo garantisce a ciascuna impresa un importo massimo di 2,5 milioni di euro, un plafond utilizzabile attraverso una o più operazioni, fino a concorrenza del tetto stabilito, senza un limite al numero di operazioni effettuabili. Il limite si riferisce all’ importo garantito, mentre per il finanziamento

nel suo complesso non è previsto un tetto massimo. Possono essere garantite le PMI appartenenti a qualsiasi settore con l’eccezione dell’industria automobilistica, della costruzione navale, delle fibre sintetiche, dell’industria carboniera, della siderurgia e delle attività finanziarie. Le imprese agricole possono utilizzare soltanto la controgaranzia rivolgendosi ad un confidi che opera nei settori agricolo, agroalimentare e della pesca. Le procedure sono snelle e veloci: sono state snellite grazie a quanto previsto dal Decreto del 27/12/2013 a firma congiunta del MiSe e Ministero dell’Economia, in tempi rapidi vengono verificati i requisiti di accesso e adottata la delibera. L’impresa viene informata vie e-mail. Le nuove regole introdotte dal Decreto del Fare, sono applicabili dal 10 marzo 2014 attraverso l’utilizzo di una nuova piattaforma telematica che consente la dematerializzazione dei documenti e un monitoraggio in tempo reale dello stato della pratica.

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“PrimaPagina “Prima Pagina”” Salute

LE VIRTÙ DELL’ORZO contro colesterolo & Co. ZA TER TE PAR

Dott. Anna Piersanti dietista

umerosi studi hanno ormai dimostrato che l’orzo è in grado di ridurre il livello di colesterolo totale e di quello LDL in particolare e, di conseguenza, di allontanare la possibilità di insorgenza di malattie cardiovascolari. Responsabili di questo effetto ipocolesterolemico, sono principalmente la fibra solubile e l’alfatocotrienolo presenti nel cereale. La prima,il betaglucano,deve la sua attività alla viscosa che crea nel tratto gastrointestinale,

capace di inibire l’assorbimento del colesterolo e accellerarne il catabolismo. Non solo: i batteri della microflora intestinale, provocando la fermentazione del betaglucano, favoriscono lo sviluppo dai acidi grassi a corta catena quali gli acidi butirrico e propionico, che ostacolano la sintesi epatica del colesterolo. La seconda sostanza dalla proprietà ipocolesterolemica si trova nella frazione lipidica dell’orzo: l’alfatocotrienolo, un composto ad attività vitaminica E, che contrasta la sintesi del colesterolo

Con il girello “NON SI FA PRIMA”! Dott. Maria Croce specialista in Ortopedia

acquisizione della deambulazione autonoma è una delle principali conquiste del bambino; i genitori spesso la vivono in modo competitivo, come se il raggiungimento precoce di tale competenza sia segnale di maggiori capacità psico-fisiche. Non vi è nulla di più falso; ogni bambino ha i propri tempi e le proprie modalità. Tali caratteristiche individuali

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vanno rispettate e supportate ma non condizionate o influenzate da eccessive e precoci aspettative o dall’utilizzo di particolari strumenti od ausili, solo apparentemente finalizzati alla facilitazione dello sviluppo motorio. L’ausilio più utilizzato tra i 5 ed i 15 mesi è senz’altro il girello, un oggetto molto amato sia dai genitori che dai bambini: con questo supporto, infatti, i genitori riescono a liberarsi per un po’ dall’incombenza

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Salute

COSA VI OCCORRE PER 4 PERSONE: gr 120 di orzo perlato, 2 porri, 2 carote, 2 melanzane lunghe, 2/3 zucchine 10 pomodorini ciliegino, 2 barattoli di tonno in olio da gr 160, basilico o menta, olio extra vergine di oliva, sale e pepe. PROCEDIMENTO: Mondare e ridurre a cubetti le carote, le melanzane e le zucchine, tagliare il porro a rondelle sottili, eliminando le foglie più esterne; versare il tutto in una capiente padella con un filo di olio extra vergine di oliva. Regolare sale e pepe, lasciar roso-

“PrimaPagina “Prima Pagina””

lare le verdure a fiamma alta per 5 minuti al massimo; le verdure dovranno risultare croccanti. Spegnere il fuoco e lasciare riposare le verdure; intanto lavare i pomodorini, e dividere in quattro parti. Aggiungeteli alla dadolata di verdure. Unire la dadolata di verdure all’orzo cucinato precedentemente in acqua bollente. Aggiungere infine i due barattolini di tonno sgocciolati. Mescolare per amalgamare tutti gli ingredienti, aromatizzare con qualche fogliolina di basilico o menta e condire il tutto con un giro di olio extra vergine di oliva a crudo. Per rendere questo piatto ancora più salutare ed ipocalorico, si possono usare verdure grigliate (peperoni, zucchine, melanzane, cipolla, ecc.) e tonno al naturale, aggiungendo alla fine aceto balsamico o succo di limone in sostituzione dell’olio. Squisito!

attraverso l’inibizione dell’enzima che catalizza la sua biosintesi. Il consumo dell’orzo sembra avere effetti preventivi anche nei confronti di malattie degenerative come il diabete e nei processi cancerogenetici del colon. Nel primo caso diversi esperimenti imputano ai polisaccaridi del cereale la capacità di influenzare positivamente la glicemia postprandiale. È probabile che a questo effetto concorra il betaglucano il quale, determinando un aumento di viscosità nel tratto gastrointestinale rallenta l’assorbimento dei carboidrati abbassando così il tasso glicemico. Per quanto riguarda la seconda malattia degenerativa, è probabile che le fibre solubili agiscano in sinergia con quelle insolubili nel proteggere il colon dalla formazione di tumori. Infatti, mentre quelle insolubili (cellulosa e pentosani) aumentano la massa fecale e ne accelerano il transito nel colon, quelle solubili (betaglucano) grazie alla viscosità di cui abbiamo parlato e alla capacità di sviluppare acidi grassi per fermentazione da parte della microflora batterica, svolgono una funzione protettiva sulle mucose intestinali.

del bambino che, in questa fascia di età, richiede innumerevoli energie e i bambini possono raggiungere un’autonomia che li rende capaci di conquistare spazi altrimenti preclusi. L’utilizzo di tale strumento richiede, comunque, molta cautela poiché è stato dimostrato che esso causa più incidenti di tutti gli altri prodotti destinati all’infanzia e la constatazione di tale pericolosità ha fatto si che in alcuni paesi ne venisse vietato l’uso (primo tra tutti il Canada). Nel momento dell’acquisto bisogna accertarsi che il prodotto sia omologato alla normativa europea che ne stabilisce i requisiti di sicurezza e nel momento dell’utilizzo bisogna fare attenzione a non perdere mai di vista il bambino. Tale strumento, inoltre, deve essere utilizzato con moderazione e per tempi brevi poiché, contrariamente a quanto si crede, può addirittura ritardare l’apprendimento dell’equilibrio e la coordinazione dei movimenti;

nel girello il bambino tende a spingersi portando il corpo in avanti e camminando spesso sulla “punta dei piedi”; viene evitata, inoltre, la sperimentazione di tante “sane” cadute che stimolano il corretto senso dell’equilibrio e un po’ di sana prudenza. Nel momento in cui il bambino si trova a sperimentare le proprie competenze motorie senza supporto, in mancanza di ottimali reazioni di equilibrio e coordinazione motoria, rischia di farsi male non riuscendo a gestire le normali cadute, proprie delle fasi iniziali della deambulazione. Un uso più cosciente del girello è la soluzione più auspicabile per rendere questo strumento meno pericoloso e più funzionale alle esigenze dei genitori; questi potranno, quindi, concedersi brevi periodi di riposo e i bambini a loro volta potranno poi godersi le coccole e le attenzioni di genitori più rilassati.

INSALATA DI ORZO CON TONNO E VERDURE Ecco una ricettina ideale per la stagione calda da gustare in vacanza, sotto l’ombrellone o, perché no, in ufficio come valida alternativa all’insalata di riso.

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“PrimaPagina “Prima Pagina”” Salute rubrica sponsorizzata da: Poliambulatorio “I Portici”

POSTURA e SPORT on il concetto di Postura s’intende la posizione del corpo nello spazio e la relativa relazione tra i suoi segmenti corporei. La postura di un soggetto è frutto del suo vissuto nell’ambiente in cui vive, determinato anche da traumi fisici ed emotivi, stress, posture lavorative scorrette ripetute e mantenute nel tempo, respirazione scorretta, squilibri biochimici conseguenti a una errata alimentazione, ecc. L’individuo, con la postura corretta, assume col corpo la posizione più idonea nello spazio, per attuare le funzioni antigravitarie con il minor dispendio energetico. Di conseguenza una delle funzioni prioritarie cui il corpo deve far fronte è quella dell’equilibrio, funzione complessa che consente l’interazione dinamica del soggetto con l’ambiente circostante, in armonia con la forza di gravità. Lo sport ormai è diventato parte integrante della nostra società. L’attività sportiva è finalizzata al miglioramento del corpo in tutta la sua complessità (muscolare, articolare, organico, funzionale, neurologico…), ma spesso le persone sportive (atleti e non) accusano dolori che li vincolano nella pratica della loro disciplina. Qualunque sia la pratica sportiva, non deve causare dolori, deformazioni, impotenze funzionali o comportare danni alle

Dott. Francesca Marà Fisioterapista Specialista in riabilitazione clinica e posturale linfodrenaggio e psicomotricità, operatrice shiatsu

Dott. Alessandra Neri Medico chirurgo Specializzato in agopuntura, medicina fisiologica di regolazione Medicina estetica e posturologia

Dott. Francesca Di Francesco Fisioterapista

strutture, perché perde la valenza prioritaria del raggiungimento del benessere fisico. A livelli più elevati, come nell’agonismo, i problemi sono più accentuati. Nella pratica sportiva, sia agonistica che non, l’organismo viene maggiormente sollecitato rispetto alla quotidianità e questo facilita l’insorgenza di alterazioni posturali. In caso di squilibrio del Sistema Posturale il corpo assume una serie di adattamenti di compenso con un nuovo assetto del sistema stesso che

come effetto collaterale comporteranno una riduzione della resa sportiva ma questo comporterà, a lungo andare, una maggior facilità a instaurare danni a muscoli, legamenti e articolazioni con una conseguente riduzione delle stesse performance sportive. Dunque la postura del soggetto sportivo è molto importante, sia per realizzare un gesto atletico ottimale, sia per la prevenzione degli infortuni. Un’attenta valutazione posturale, seguita da riprogrammazione dei recettori alterati e da una rieducazione posturale, permettono all’atleta di raggiungere un maggiore equilibrio globale sia nella statica che nella dinamica, con conseguente miglioramento delle performance sportive e riduzione degli infortuni. La cosa ottimale sarebbe quella di proporre a tutti quelli che praticano attività sportiva, sia agonistica che non, a scopo preventivo, una valutazione posturale globale, rilevando i disequilibri muscolari adottati, gli eventuali compensi strutturati, ripristinando un corretto equilibrio delle diverse catene muscolari, riprogrammando i recettori causativi di tali disequilibri; il tutto per ottimizzare la postura dell’atleta, permettendogli di ottimizzare le sue prestazioni sportive, ma soprattutto per prevenire infortuni.

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tel. 085. 80 06 811 Dott. Francesca Marà cell. 339 7627134 - maraf72@libero.it

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Salute in “Prima “PrimaPagina Pagina”” rubrica sponsorizzata da: Dott. Paolo Rasicci

IMPLANTOLOGIA

tologia computer assistita e dell’All-on-4™. Grazie all’ausilio dei software il medico può pianificare preventivamente tutto l’iter dell’intervento, individuando con estrema precisione la posizione più efficace per l’inserimento degli impianti all’interno dell’osso. Per i pazienti completamente edentuli invece, la tecnica specifica di cura è l’All on four. Si basa sugli studi del Dottor Malò, che è riuscito a individuare all’interno del cavo orale quattro punti di ancoraggio che garantiscono una stabilità pressoché perfetta delle future protesi e un rispetto completo della distribuzione delle forze masticatorie.

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edentulismo dentale è uno dei problemi più delicati che possono insorgere all’interno del cavo orale. Le cause scatenanti, molte e di diversa natura, vanno dai traumi all’azione degenerativa di carie e infezioni, che possono portare, se non dovutamente seguite e curate, alla distruzione dell’osso mascellare o mandibolare. La sostituzione degli elementi perduti diventa allora necessaria per il ripristino delle normali funzioni masticatorie, fonative e respiratorie. I cibi non adeguatamente masticati possono infatti portare a problemi all’apparato digestivo e la posizione errata della lingua non permette una fonazione corretta. Infine è l’estetica del volto a risultare danneggiata, a causa del sorriso “sdentato”. Solo la consulenza con un medico odontoiatra può portare a qualche tipo di giovamento. Eppure l’edentulismo non è una malattia vera e propria, ma la conseguenza irrimediabile di altre malattie, che non possono essere sempre curate. La scienza odontoiatrica si avvale, allora, dell’Implantologia, ovvero la tecnica di impianto di corpi estranei chiamati a sostituire gli elementi dentali ormai perduti. Questi corpi estranei sono dei perni in titanio inseriti direttamente nell’osso, su cui in seguito verranno montate delle protesi. La scelta del titanio è la conseguenza di molti studi sull’ osteointegrazione, perchè grazie alle sue notevoli qualità biocompatibili, è in grado di ridurre al minimo il fenomeno del rigetto, molto temuto da chirurghi e pazienti. La moderna Implantologia utilizza due tipi di interventi, in base alla tempestività con cui vengono applicate le protesi sui perni in titanio: si parla così di carico immediato quando l’applicazione è subitanea all’inserimento del perno; e di carico differito quando la protesi viene montata dopo 3-6 mesi dall’inserimento dello stesso. Recentemente altre forme di chirurgia implantologica si sono imposte all’attenzione dei medici di tutto il mondo. Si tratta della Implan-

Dott. Paolo Rasicci Medico Chirurgo Specialista in Odontostomatologia e Ortognatodonzia Perfezionato in Implantologia Orale

FASI DELL’ ALL-ON-4™ Il Dott. Paolo Rasicci è in grado di pianificare in anticipo l’intervento attraverso una particolare scansione laser dell’impronta delle arcate dentali del paziente. Tale impronta virtuale viene poi allineata in piano, così da rendere più visibile l’entità del problema. In questo modo sarà più facile costruire la protesi più adatta per la risoluzione dei problemi di edentulismo riscontrati. Inoltre aumenta il livello di precisione nel posizionamento degli impianti stessi all’interno dell’osso mascellare e mandibolare, rende più stabile e duratura la protesi successivamente applicata, garantisce una notevole riduzione dei tempi di intervento, un minor numero complessivo di visite e una più rapida risoluzione dei problemi riscontrati. La tecnica implantologica dell’ Allon-4™ consente il ripristino di tutte le corrette funzioni organiche (masticazione, fonazione, respirazione e digestione) nei pazienti che soffrono di edentulismo totale, e si concretizza nell’individuazione all’interno del cavo orale di quattro precisi punti strategici dove inserire i perni in titanio e su cui applicare successivamente le protesi. Questi quattro “punti

di ancoraggio” garantiscono una stabilità perfetta delle protesi e una distribuzione corretta delle forze masticatorie, poiché si trovano in aree non soggette al riassorbimento osseo, che non necessitano dunque di successivi interventi di aumento o innesto delle ossa mascellari o mandibolari. Le moderne conoscenze sull’osteointegrazione dei materiali come il titanio, consentono l’applicazione subitanea delle protesi scelte e riducono fenomeni di rigetto. Grazie alla tecnica dell’ All-on-4™. nell’arco di una sola giornata il paziente può risolvere tutti i suoi problemi, senza particolari fastidi o dolori. Sono infatti necessari all’intervento solo i quattro fori fatti nelle zone specifiche con successivo carico immediato della protesi ed il ripristino subitaneo della forza masticatoria. Prima dell’intervento è necessario creare un modello virtuale della bocca del paziente, attraverso una scannerizzazione laser delle arcate dentali. Poi sarà possibile simulare preventivamente tutte le fasi dell’operazione. L’intervento risulta davvero poco invasivo e la sofferenza fisica ridotta al minimo.

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“PrimaPagina “Prima Pagina”” Moda&Bellezza

Moda Estate 2014

COLORI E GEOMETRIE

PER “OSARE” di Adele Di Feliciantonio

alla spiaggia all’aperitivo, dalle feste all’aperto alle nottate di ballo, dall’ufficio al tempo libero, dalle vacanze alle cerimonie, mondanità e quotidianità non possono rinunciare allo stile e alla moda. E per l’estate 2014 dalle passerelle ecco i suggerimenti per essere sempre al top. Vintage e futurismo, arte e tradizione, geometria, astrattismo ed esotismo, la parola d’ordine è “osare”.

Al classico e intramontabile bianco candido, un must per ogni stagione che “non passa mai”, si affianca il tripudio di colori soprattutto fluo e pastello, vivaci e allegri e il trionfo delle stampe. Gli stilisti hanno giocato a “fare gli artisti”. I capi couture sembrano delle vere e proprie opere d’arte. Vengono celebrati architetti e pittori come Gauguin e le sue ambientazioni tahitiane, la tradizione della cultura mediterranea con la Magna Grecia, la sfarzosità dello

rubrica sponsorizzata da:Trandy Fashion Studio

Fantasia di colore e ventaglio

PER “RISVEGLIARE” L’ESTATE! Recatevi da Trendy Fashion Studio di Gabriele Paoletti, per “accendere la luce estiva” con fantasie di colore personalizzate. Fantastici colori ad olio senza ammoniaca di Z.ONE, con cui donare nuova vita al Vostro colore oltre all’innovativo sistema a ventaglio con cui sarà possibile realizzare un nuovo taglio in pochi minuti. innovare look in pochi minuti cambiando taglio senza essere costrette a rinunciare alla lunghezza dei capelli aggiungendo magari una fantasia di colore è stato il sogno di molte. Oggi il desiderio può diventare realtà. Da Trendy Fashion Studio di Gabriele Paoletti, trovi la soluzione personalizzata. I capelli possono ritrovare volume e lucentezza senza ricorrere a tagli drastici: mediante il rivoluzionario sistema a

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ventaglio, è possibile ottenere con una sola seduta capelli sani e perfetti, senza effetto crespo e senza tagliare le lunghezze. “Un innovativo trattamento di ringiovanimento specifica il parrucchiere Gabriele – permette, attraverso il sistema ventaglio di rimuovere soltanto la parte rovinata del capello. Con una particolare forbice verranno eliminati gli inestetismi senza intaccare la lunghezza. Inoltre, utilizzando la tecnica ventaglio, sarà possibile realizzare tagli moda in pochi minuti. Ogni cliente potrà avvalersi di

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Moda&Bellezza stile bizantino. L’ispirazione orientale resiste, ma forte è l’ Exotic Glam, l’unione tra il selvaggio e inesplorato delle spiagge bianche e paradisiache dei Tropici e il luccichio di strass, swarowsky e paillettes. Le forme geometriche e optical stile anni ’60 insieme ai grafismi e agli arabeschi multicolor rallegrano ogni abito e accessorio mentre i fiori sbocciano ovunque… pennellati, applicati, ricamati, stile hippie, in quella che si può definire una vera e propria “flower explosion”. Le righe si reinventano; la camicia resta un evergreen da indossare in ogni occasione anche in spiaggia, e il black & white mantiene il primato dell’eleganza. La vera novità di ispirazione retrò del fashion summer 2014 è lo Short cut, l’esaltazione del corto da abbinare a un capo classico e casto. La massima espressione è il Crop top, la magliettina corta, larga o aderente, rigorosamente fino al punto vita che si indossa solo con pantaloni o longuette a vita alta tale da lasciare scoperto un piccolo lembo di pelle che permette di essere sexi, ma senza esagerare. E la moda mare? Grande ritorno del bikini con gli slip che si rimpiccioliscono; oltre alle varie forme per la parte superiore come la coppa e il triangolo, la fascia riscuote sempre più

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successo e fa la sua apparizione anche il bustier da spiaggia e la maglietta corta. Il costume intero, dopo il boom degli anni precedenti quando è stato riscoperto e reinventato, resta un capo assolutamente da sfoggiare purchè sia Cut Out, tagliato in modo da rivelare più pelle rispetto a quelli tradizionali. Kaftani ethnic-chic, borse di paglia, parei en pendant con il costume e il tutto senza limite: colori fluorescenti, fantasie di ogni tipo, fiori, frange, lavorazioni in macramè. E per chi vuole onorare le epoche passate, nessun problema: per ogni tendenza c’è una controtendenza e il bikini con slip alto fino all’ombelico stile anni ’50 viene riproposto e attualizzato. Senza dimenticare il tocco finale dato da accessori vistosi e coloratissimi, si può esagerare con cappelli, borse, fiori, borchie, glitter, ma soprattutto con gioielli e bigiotteria di ispirazione etnica, mistica, floreale. C’è il ritorno dell’oro giallo che guarda al passato, ai monili appariscenti e importanti e collane e orecchini vistosi ad impreziosire anche il più semplice degli abiti. Perché ognuna di noi possa giocare a inventare e cambiare look ogni giorno e per ogni occasione e sentirsi, al tempo stesso, unica, elegante, affascinante e femminile.

consulenza qualificata e ad hoc per ogni esigenza anche per fantasie di colore con cui stupire nella stagione calda e più estroversa TIME REVERSE dell'anno. Necessita ricordare, inoltre, gli Rituale rivitalizzante, efficaci rituali simply zen di OXYZEN ricostituente, tonificante haircare di z.one concept, mediante i quali si possono risolvere problemi di caduta, capelli EQUILIBRIUM sfibrati o grassi avvalendosi dei benefici Rituale salute & benessere dell’ossigeno puro. La ricerca ha dimostrato DENSIFYING che l’impiego localizzato di ossigeno attivo Rituale densificante & anti-caduta favorisce la microcircolazione, donando CALMING salute e lucentezza ai capelli. I benefici sono sorprendenti ed immediatamente visibili! Rituale lenitivo per cuti irritate & L’invecchiamento cutaneo e l’opacizzazione sensibili dei capelli, provocato da svariati fattori NORMALIZING quali cattiva circolazione sanguigna, stress e Rituale normalizzante per cute & raggi UVB, oggi puo’ essere combattuto in capelli grassi maniera efficace con la tecnologia Oxyzen, in combinazione con trattamenti specifici DANDRUFF simply zen, aiuta a trattare i diversi inestetismi Rituale purificante per cuti con forfora dei capelli. Tutti i rituali vengono effettuati & desquamazione direttamente su cute e stelo del capello STIMULATING grazie ad un apposito aerografo che eroga Rituale stimolante energizzante antiossigeno puro permettendo di massimizzare caduta l’efficacia dei principi attivi contenuti nei prodotti simply zen.

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“PrimaPagina “Prima Pagina”” Animali

Il nostro “pesce angelo” di Maurizio Orsini

ella sua forma selvatica può raggiungere i 15 cm di lunghezza ed i 30 cm di altezza, mentre quelli di allevamento, in particolare i “pinna a velo”, raggiungono i 20 cm di lunghezza ed i 35 cm di altezza. Stiamo parlando dello “scalare” (pterophyllum scalare) o “pesce angelo”. La specie più grande, il pterophillum altum, arriva ai 65/70 cm di altezza ed i 25 cm di lunghezza. La vasca, per il suo allevamento, deve avere una misura minima di 100x40x50, che possa contenere almeno 10 esemplari di scalari da 34 cm, così che crescendo si formino alcune coppie per poi tenere insieme gruppi di 4

individui al massimo. Requisito fondamentale è l’acqua, che deve essere limpida e ben ossigenata, filtrata con un po’ di torba nel filtro. La sabbia di fondo non deve essere troppo chiara e cosparsa di radici di torbiera. Le piante preferite sono quelle a foglia larga ( vengono scelte per la deposizione delle uova) del tipo echinodorus, anubias, sagittaria, criptocoryne e forme di vallisneria gigante. I valori dell’acqua dovranno essere i seguenti: temperatura 28°c, ph 67, kh 24, gh 812 . Nitrati e nitriti assenti e cosa importante la conducibilità, che non deve superare i 150200 microsiemens. Cosa facilmente ottenibile riempiendo la vasca con ¾ di acqua osmotica ed ¼ di rubinetto. Per mantenere

Il criceto DORATO di Alessandra D’Andrea veterinaria

un piccolo e simpatico animale proveniente dalla steppa. Esistono numerose varietà che si distinguono in base al tipo di pelo e al colore. La specie più frequentemente tenuta in cattività come animale da compagnia è quella siriana. È lungo circa 15-18 cm, con netto dimorfismo sessuale. Il criceto dorato è un animale solitario e non sempre pacifico, soprattutto

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se di sesso maschile. In natura vive all’interno di tane costituite da numerose gallerie e da una zona di accumulo di cibo detta “dispensa”. Le grandi tasche guanciali permettono al criceto di raccogliere e trasportare grandi quantità di cibo, cominciando ad alimentarsi quando la dispensa è colma. Nel criceto che vive in gabbia l’estro dura tutto l’anno. Dopo una gestazione di quindici giorni e mezzo la femmina partorisce 3-14

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Animali

tale conducibilità fare cambi regolari ogni 25 giorni con acqua di osmosi. I coinquilini ideali sono tutti i pesci del genere tetra: neon, cardinali, rasbore, tanyctys e puntius titteya, mentre i pulitori vanno evitati per non compromette le uova. Per quando riguarda l’alimentazione è bene una dieta ricca e varia che alterni mangime in fiocchi, larve di zanzara, tubiflex, artemia liofilizzata e daphnie. La distinzione dei sessi è evidente, in fase riproduttiva, dalla conformazione della papilla genitale che è conica nei maschi e a

I coinquilini ideali sono tutti i pesci del genere tetra: neon, cardinali, rasbore, tanyctys e puntius titteya, mentre i pulitori vanno evitati per non compromettere le uova

piccoli nudi e ciechi; essi hanno orecchie e arti non completamente sviluppati, sebbene possiedano già i denti. La crescita del pelo ha inizio al 9° giorno di vita e fra il 7° e il 10° giorno i piccoli iniziano ad assumere il cibo solido. Gli occhi si aprono intorno al 15° giorno. Non è consigliabile disturbare le femmine, soprattutto se primipare, nelle settimane successive al parto, evitando di afferrare i piccoli prima dei 10 giorni di vita. L’addomesticamento può avvenire senza problemi; essendo però un animale notturno, prima di stabilire un contatto fisico o tirarlo fuori dalla gabbia, è necessario dargli il tempo di svegliarsi completamente. Il criceto domestico va tenuto in una gabbia di almeno 50x30x35cm con sbarre orizzontali che forniscono all’animale la possibilità di arrampicarsi. Inoltre, è consigliabile una gabbia con il fondo di plastica, semplice da pulire, provvista di una casetta dove rifugiarsi (15x15x10 cm) con un foro d’ingresso 5x5cm e una ruota che consenta all’animale di mantenersi in attività. La

lettiera può essere composta da trucioli, tutolo di mais o cellulosa, evitando torba o segatura che possono causare granulomi da corpo estraneo in seguito all’inalazione delle loro polveri. E’ consigliabile somministrare quotidianamente cibo pellettato bilanciato e acqua fresca, cereali, pane secco,

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conotronco nelle femmine. I due patners, una volta che si sono scelti e accettati, tendono a fare vita a sé appartandosi dal resto del gruppo e mal tollerando la vicinanza dei loro simili che scacciano prontamente. Quando la femmina “sente” che le uova stanno arrivando a maturazione, avverte il suo compagno della disponibilità all’accoppiamento, emettendo dei ferormoni. A quel punto la coppia sceglie una foglia o una parete della vasca per deporre le uova e cominciano a pulirla. Li verranno deposte dalle 300 alle 500 uova che saranno ben ventilate con le pinne pettorali dei genitori. Dopo circa 3048 ore nascono le larve, subito raccolte e fissate con un filamento adesivo, su un substrato dove rimarranno fino al riassorbimento del sacco vitellino. Quando incominciano a nuotare liberamente devono essere nutriti per 45 volte al giorno con rosso d’uovo sodo sbriciolato e artemia salina viva appena schiusa. Dopo circa 2025 giorni possiamo somministrare mangime secco in polvere. In questo modo avrete la soddisfazione di veder crescere velocemente i vostri bellissimi pesci angelo.

semi di girasole, biscotti per cani. Tra i cibi umidi: mele, carote, pere, tarasacco e altri vegetali. Le patologie osservate nel criceto sono relativamente poche: in caso di necessità fate visitare il vostro animaletto dal veterinario trasportandolo, possibilmente, con tutta la gabbia.

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“PrimaPagina “Prima Pagina”” Sicurezza

I temporali estivi aumentano il rischio folgorazione

Il vademecum "SCACCIA FULMINI" a cura dell' Ing. Mauro Rossato VEGA ENGENEERING

rriva l’estate e il tempo delle vacanze. Ma con la bella stagione e, soprattutto subito dopo le ondate di grande caldo come quella di questi ultimi giorni, giungono purtroppo puntuali anche i violenti temporali ritmati da temibili fulmini. In media l’Italia è colpita da un milione e mezzo di fulmini all’anno e i decessi per fulminazione sono una ventina da gennaio a dicembre. Circa 1000 in tutto il mondo. E per un Paese come il nostro fortemente votato al turismo estivo, il rischio fulminazione diventa un pericolo ancora più concreto e diffuso. Dal mare alle montagne, dalle colline ai laghi, ai campeggi presenti in tutto il territorio, innanzi ad un fenomeno temporalesco è indispensabile conoscere alcune regole di comportamento fondamentali. E a fornirle è Vega Engineering da oltre 20 anni impegnata sul fronte della sicurezza, specie quando si parla di elettricità.

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Il vademecum "Scaccia Fulmini" contiene i suggerimenti per affrontare i temporali senza rischiare di rimanere folgorati: al mare: uscire immediatamente dall’acqua durante il temporale ed allontanarsi anche dalla spiaggia; in piscina: evitarla in caso di temporale perché, come il mare, è un ottimo conduttore elettrico, con il rischio di rimanere fulminati anche a seguito della caduta di un fulmine nelle immediate vicinanze; in montagna: verificare le condizioni meteorologiche prima di uscire per un’escursione. In caso di temporale imprevisto, scendere a quote meno elevate e trovare un rifugio chiuso. Senza possibilità di riparo rimanere lontani il più possibile da alberi o tralicci; al parco: come in montagna, e senza possibilità di riparo, è necessario rimanere distanti da oggetti alti e lontani il più possibile da alberi o tralicci; in campeggio: uscire dalle tende e optare per un altro rifugio chiuso come l’auto o il camper o la roulotte.

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Come a casa, restare distanti da condutture e impianti elettrici; nello sport: evitare le discipline sportive all’aperto per le quali sia necessario utilizzare attrezzi che fanno aumentare la nostra altezza totale - corpo più attrezzo – come ad esempio la mazza da golf o la canna da pesca; in casa: attenzione all’antenna del televisore, ai cavi del telefono, ai cavi elettrici e all’impianto idraulico. Spegnere quindi il televisore, staccare la spina e l'antenna. Evitare il contatto con rubinetti e tubi dell’acqua, evitare di fare il bagno o la doccia. Non utilizzare phon, ferro da stiro e neppure il telefono. Il soccorso alla vittima di un fulmine: le conseguenze di un fulmine possono essere le ustioni e l’arresto cardiaco. E’ quindi indispensabile chiamare subito un’ambulanza e nel frattempo cercare di prestare soccorso se si è in grado di farlo. Poiché la persona colpita da un fulmine non è più carica elettricamente.


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