PrimaPagina febb. 2013

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il mensile Nr. 33 febbraio 2013

Reg. Trib. TE n. 605 del 14.07.09 R.O.C. n. 20081 ISSN 2281-5651

«Lavoratori e imprenditori, disoccupati e falliti, giovani e esodati, tutti sulla stessa barca. Per la prima volta, invece dei candidati sono gli elettori, a farsi sentire»

LO SCANDALO

MONTEPASCHI DI SIENA Energia da fonti rinnovabili,

SONO DAVVERO PULITE?

Ruzzo:

bollette pazze e...

ILLEGITTIMI E NON NECESSARI

I licenziamenti dei 110 dipendenti della Teramo Lavoro


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DIRETTORE RESPONSABILE:

Mira Carpineta direzione@primapaginaweb.it

Direttore Editoriale

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33 Febbraio 2013

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di Carlo Di Patrizio

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Hanno collaborato:

30

Michele Amorena Clementina Berardocco Arianna Braca Lilly Bottiglione Lucio Cancellieri Ottavio Caporali Mira Carpineta Ilenia Ceci Michele Ciliberti Claudio D’Archivio Adele Di Feliciantonio Laura Di Paolantonio Vittoria Dragani Angela Fosco Federica Gnoli Antonella Lorenzi Giuseppina Michini Daniela Palantrani Jessica Pavone Gianfranco Puca Francesca Russo Ennio Salvatori Mariangela Sansone Piero Serroni Camilo Enrique Spelorzi Pierluigi Spiezi Massimiliano Tassoni

Parlano gli elettori La crisi e la recessione sembrano aver “svegliato” una società che appariva rassegnata a subire il decadimento dei valori

Economia

TUTTE LE SPESE ALL’OCCHIO INDISCRETO DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE

Il nuovo redditometro

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di Ennio Salvatori

Territorio

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Poveri Teramani!

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DISTRIBUZIONE

di Camillo Enrique Spelorzi

Cronaca

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SEMPRE PIÙ FAMIGLIE SI RIVOLGONO ALLA CARITAS

Pegaso Distribuzioni

Iscritto a: UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

IL RICORDO DI UNA FAMIGLIA TERAMANA SOPRAVVISSUTA AL NAUFRAGIO

Chiuso il 31 gennaio 2013 La responsabilità delle opinioni espresse negli articoli pubblicati è dei singoli autori, da intendersi libera espressione degli stessi. Alcune collaborazioni sono gratuite.

Un anno fa la tragedia della Concordia di Massimiliano Tassoni

Con le mani e con il cuore di Mariangela Sansone

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Esclusivo

Elezioni politiche 2013

L’editore ha compiuto ogni sforzo per contattare gli autori delle immagini. Qualora non fosse riuscito, rimane a disposizione per rimediare alle eventuali omissioni Le informazioni, testi, fotografie non possono essere riprodotte, pubblicate o ridistribuite senza il consenso dei titolari dei diritti.

il mensile

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Un torrone per San Pietro Celestino

Nr. 33 febbraio 2013

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di Federica Gnoli, Lilly Bottiglione

Il mio “Grido di Pietra”

Reg. Trib. TE n. 605 del 14.07.09 R.O.C. n. 20081 ISSN 2281-5651

«Lavoratori e imprenditori, disoccupati e falliti, giovani e esodati, tutti sulla stessa barca. Per la prima volta, invece dei candidati sono gli elettori, a farsi sentire»

LO SCANDALO

MONTEPASCHI DI SIENA Energia da fonti rinnovabili,

SONO DAVVERO PULITE?

Ruzzo:

bollette pazze e...

di Daniela Palantrani ILLEGITTIMI E NON NECESSARI I licenziamenti dei 110 dipendenti della Teramo Lavoro

Per i vostri quesiti ai nostri esperti redazione@primapaginaweb.it tel/fax 0861. 250336

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In copertina:

Disturbi del linguaggio

“Parlano gli elettori” (foto free royalty from internet)

n. 33 anno 4 - febbraio 2013

di Francesca Russo

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Azienda Informa

Bollino caldaie?! Obbligo annuale! a TecnoControl Srl assicura l’esecuzione dell’intervento entro 12/24 ore dalla chiamata. Effettua il controllo periodico della caldaia in maniera accurata in modo Secondo norma di Legge il controllo ed il “bollino” da garantirne un immediato risparmio energetico possono essere rilasciati solo da aziende con specifici requisiti professionali, a prescindere dalla marca della ed una più lunga durata della caldaia stessa. caldaia. Il personale della TecnoControl srl, adeguatamente formato e professionale (azienda certificata RINA), La disinformazione dell’opinione a Vostra disposizione nei nostri uffici; è in grado pubblica circa i controlli da effettuare di fornire risposte ed indicazioni ad ogni Vostra sulle caldaie, il cosiddetto “Bollino”, che possibile esigenza: l’azienda si avvale di avanzato sarebbe biennale è del tutto infondata. sistema informatico idoneo allo smistamento di chiamate e programmazione rapida ed efficiente La Legge Regionale 25 giugno 2007, n. degli interventi.

17 recante “Disposizioni in materia di esercizio, manutenzione e ispezione degli impianti termici”, impone, invece, dei controlli annuali. In assenza dei controlli prescritti per Legge, le responsabilità a cui si è chiamati a rispondere, in caso di incidenti e/o danni a terzi, sono sanzionate con multe pecuniarie.

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Botta &... Risposta

Gentile direttore, mi decido a scrivere e segnalare per iscritto quello che oramai è argomento costante in famiglia, tra conoscenti, insomma tra “noi gente comune”. La crisi, le tasse i sacrifici, i nostri figli che non trovano lavoro e che forse, a causa nostra che li abbiamo cresciuti, sono choosy, insomma gli argomenti che sono sulla bocca di tutti.Tutti ne parlano, tutti ne scrivono. Si scrive e si chiacchiera anche che il comune di Teramo avrebbe dipendenti in esubero ma nonostante questo assume, solo sulla base di curriculum. È SCANDALOSO. E adesso mi chiedo, ma vorrei chiedere ai nostri amministratori se mio figlio laureato, che ha conseguito master, che sta facendo praticantato presso uno studio abbia più diritto delle moglie dei portaborse del nostro illustre concittadino Gianni Chiodi? Insomma, il paese è piccolo, ci si conosce tutti e tutti sappiamo cosa potrebbe essere scritto in quei curriculum vitae di quei 4 nuovi assunti parttime. Una laurea conseguita in età matura? Quali specializzazioni? Quali esperienze lavorative? Cosa possono dare queste per-

sone alla nostra comunità? Caro direttore, siamo davvero stanchi dell’italico modello di politica. F.C. Gentile lettore, mi sembra di capire che nonostante i curricula, queste persone assunte dal Comune abbiano anche delle parentele eccellenti. E che quest’ultimo dato sia quello che lei ritiene scandaloso. Che si assuma qualcuno in base al curriculum mi sembra di per sé positivo, un cambiamento culturale, se vogliamo, mentre il fatto che i prescelti siano “gli amici degli amici” ha il sapore antico “dell’italico modello”, come lei lo definisce. Mi viene da pensare che tra qualche giorno, tutti noi, avremo l’opportunità di cambiarlo questo modello di politica. Staremo a vedere. Gent. Direttore, Le scrivo con un velo di malinconia. Sono mamma e proprio oggi mentre attendevo i miei figli, all’uscita della scuola, un gruppo di ragazzi ha attraversato la strada parlando tra loro e sbagliando i congiuntivi. Ho pensato alla mia maestra delle elementari , della quale conservo un tenero ricordo, a

quando capita ai miei figli di sbagliare e io li correggo, così come fa la loro splendida maestra. Poi ho pensato agli ormai inflazionati sms, chat, face book, e all’uso di parole storpiate, contorte dal dover abbreviare tempi e costi. I nostri ragazzi non sanno più comunicare, per “parlare”con il loro vicino di casa mandano una mail. Nell’era della comunicazione vivono in estrema solitudine. Conoscono i social network ma non sanno stare insieme, non sanno cosa significhi socializzare, tollerare e crescere insieme, e neanche ( lo dico con tristezza) coniugare i verbi. La mia lettera non contempla una risposta, spero di non essere stata retorica, la mia è solo una malinconica riflessione di mamma… Che pero’ farà di tutto per insegnere i congiuntivi ai propri figli! Paola V. Gentile lettrice, la sua malinconica riflessione è comprensibile e condivisibile. Tuttavia in ogni epoca, in fondo, i pregi e i difetti dei mezzi di comunicazione hanno dato “carattere” ai tempi. Dai “figli dei fiori” ai “cybernauti” , essere soli o in compagnia, parlare o tacere non sempre dipendono dalla…grammatica.

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di Tiziana Mattia

cominciare da questo numero, che non porta la mia firma, lascio la direzione di “Prima Pagina”. E’ stata una collaborazione che, numero dopo l’altro, ha visto aumentare l’interesse e l’attenzione di quanti hanno seguito il nostro lavoro. Nonostante la ristrettezza dei mezzi e le difficoltà d’ogni genere che attraversano il mondo dell’editoria, il giornale è cresciuto e migliorato nella veste editoriale e nei contenuti. Un risultato lusinghiero e soddisfacente, come gli apprezzamenti di un numero crescente di lettori hanno ripetutamente sottolineato lungo il tratto della mia direzione. Impegno e buona volontà riescono a fare miracoli. “Prima Pagina” ne è una conferma e posso perciò concludere con soddisfazione questa mia esperienza professionale. Vi ringrazio calorosamente, insieme a quanti, in diversa misura, hanno dato il loro contributo di collaborazione. A tutti il mio saluto cordialissimo. Con l’augurio, per quanti restano, di buon lavoro e buona fortuna.

L’Editore di “PrimaPagina” nel salutare la dott.ssa Tiziana Mattia, che lascia la direzione del nostro periodico, la ringrazia per la preziosa collaborazione prestata, e per i risultati raggiunti con apprezzata professionalità e una guida intelligente. L’Editore di “PrimaPagina”

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Editoriale

di Mira Carpineta

accolgo il testimone della direzione di PrimaPagina, con sentimenti profondi di rispetto e gratitudine. Rispetto per una professionalità indiscutibile e gratitudine per gli insegnamenti ricevuti. Il nostro cammino prosegue, sulle basi tracciate, ma pronti a sperimentare nuove strade, nella consapevolezza delle difficoltà, ma anche delle opportunità che un periodo di crisi comporta. A cominciare da quella che ci vedrà scegliere, a fine mese, i nostri nuovi (?) governanti. Che dovranno affrontare un Paese allo stremo, dove circa 1000 aziende al giorno,cessano di vivere. Dove la disoccupazione e, fenomeno ancora più triste, l’inoccupazione, di tanti giovani e non, ci hanno portato ad una recessione economica senza precedenti . Scegliere comporta delle responsabilità. Da parte di chi assume l’incarico e da parte di chi lo concede, perché quando si è consapevoli, le critiche diventano delle positive occasioni di miglioramento, mentre le lamentele rimangono chiacchiere sterili e fini a se stesse. Facciamo tesoro dell’esperienza per modificare il futuro. Il risultato cambia solo se cambiano gli addendi.

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Tutte le spese alla scansione indiscreta dell’Agenzia delle Entrate

Il nuovo redditometro in caso d’incongruità?... a noi l’onere della prova di Ennio Salvatori

l nuovo sistema per combattere l’evasione fiscale mette sotto la lente d’ingrandimento tutte le nostre spese, per capire se in effetti siano sostenibili in riferimento a quanto abbiamo guadagnato nell’anno di competenza. Per la verifica, controllo e accertamento della capacità reddituale rispetto a quanto consumiamo (dall’art. 53 Cost.” tutti sono tenuti concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacita` di contribuzione. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività” ) verranno passate al setaccio tutte le spese più significative di ogni famiglia: dagli alimenti all’abbigliamento, dai mobili agli elettrodomestici, e ancora dai trasporti all’abitazione, passando per l’istruzione e il tempo libero. La prima novità si estrinseca, contrariamente a quanto accadeva in passato, nella possibilità di detrarre dal reddito gli oneri sostenuti per legge, ad esempio: contributi previdenziali e assistenziali obbligatori e , dalla maggiore imposta lorda, le detrazioni spettanti per spese mediche o per ristrutturazioni edilizie. La seconda novità riguarda l’applicazione che prevede retro-applicabilità al periodo di imposta 2009 con aggiornamento dei parametri per biennio. Vale a dire dalle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2010. Pertanto, ai periodi precedenti e accertabili (in

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pratica dal 2006 al 2008) si applicheranno ancora i vecchi coefficienti previsti dal decreto del settembre 1992. Quindi, Tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo l’Agenzia delle Entrate definirà le liste dei contribuenti considerati a rischio e che saranno quindi sottoposti ad ispezione fiscale a partire proprio dal mese di marzo stesso. I criteri preliminari prevedono che il nuovo Redditometro prenderà di mira innanzitutto i cittadini per i quali si rilevano scostamenti tra spese per consumi e redditi dichiarati superiori al 20%. La terza novità

l’Agenzia delle Entrate definirà le liste dei contribuenti considerati a rischio e che saranno quindi sottoposti ad ispezione fiscale...

è che il contribuente, in odore di accertamento, sarà invitato a comparire di persona o per il tramite di preposti a fornire chiarimenti e avviare il procedimento di accertamento con

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adesione. Nel caso in cui non vi siano riscontri all’invito, scatterà l’accertamento forzoso. Insomma, in ogni circostanza, c’è una chiamata alla corresponsabilità, si potrebbe dire una ammissione di colpa implicita, che esclude ogni possibilità di ricorso. A noi l’onere della prova. Sarà possibile difendersi, manco a dirlo, prima del contenzioso o successivamente davanti al giudice tributario. Toccherà a noi cittadini dimostrare che il livello dei consumi contestato è in un qualche modo spiegabile. Si dovrà dimostrare che i proventi delle spese contestate siano provenienti da redditi diversi da quelli posseduti, nel periodo di imposta considerato, o considerati redditi esenti, e quindi non dichiarabili, o ancora perché c’è stato il contributo di una terza persona, ad esempio di un genitore che ha elargito al proprio figlio una certa somma per sostenere appunto determinate spese. Successivamente al confronto e antecedente l’emissione dell’avviso di accertamento, il fisco invierà una segnalazione al Comune di domicilio fiscale del soggetto contribuente sotto “osservazione” in modo che gli uffici municipali possano comunicare, entro 60 giorni, ogni ulteriore indicazione utile alla determinazione del maggior reddito.


100 ragioni per ogni famiglia di essere annessa alla black list degli evasori fiscali suddivisi in 55 categorie (11 tipologie per aree territoriali) organizzate in sette categorie: Abbigliamento e alimentari: alimentari e bevande; abbigliamento e calzature; Mobili ed elettrodomestici: elettrodomestici e arredi; beni e servizi per la casa; collaboratori domestici; Faranno fede i dati Istat incrociati con la quota di unità abitative di proprietà. Combustibili ed energia: Energia elettrica; gas; riscaldamento centralizzato; Sempre l’Istat a determinare quale la spesa sostenibile da ciascuna classificazione di famiglie. Trasporti: Assicurazione, RC Auto, furto e incendio su auto, camper, moto e altri mezzi; Bollo; Pezzi di ricambio, olio e lubrificanti, carburanti, manutenzione e riparazione per mezzi a ruote o, distintamente, imbarcazioni o, ancora, aeromobili; Tram, autobus, taxi; Noleggio o leasing mezzi di trasporto. Oltre ai valori Istat, saranno tenuti in considerazione i Kilowatt medi riferiti al singolo mezzo di spostamento. Comunicazioni: apparecchi telefonici anche mobili; spese telefoniche. Abitazione: Mutuo; Canone di locazione; Fitto figurativo di abitazione di proprietà in locazione o a uso gratuito; Canone di leasing immobiliare; Acqua e condominio; Manutenzione ordinaria; Intermediazioni immobiliari. A dare le coordinate, Istat per tipologia di famiglia, affiancati dai metri quadrati dell’abitazione sotto esame. Istruzione: Libri scolastici, tasse, rette per tutti i livelli scolastici, asili, tutoraggio, master, specializzazioni e corsi specifici; Soggiorni di studio all’estero; canoni di locazione per studenti universitari. Confermati i parametri Istat per valutare la corrispondenza tra spese e reddito. Altri beni e servizi:Assicurazioni danni, infortuni e malattia; Contributi previdenziali obbligatori; barbiere, parrucchiere, istituti estetici; Prodotti per la cura della persona; Centri benessere; Argenteria, gioielleria, bigiotteria, orologi; Borse valigie e simili; Onorari dei liberi professionisti; Alberghi, pensioni e viaggi organizzati; Pasti e consumazioni fuori casa; Assegni periodici corrisposti al coniuge. Sempre le tabelle Istat a dare il responso finale. Tempo libero, cultura e giochi: Giochi e giocattoli, radio, televisione, hi-fi, computer, libri non scolastici, giornali, riviste, dischi, cancelleria, abbonamenti radio, tv e web, lotterie, lotto, piante e fiori, riparazioni elettrodomestici; Abbonamenti pay-tv; Attività sportive, circoli culturali, ricreativi, abbonamenti eventi sportivi e culturali; Giochi online; Cavalli; Animali domestici. Confermata la centralità dei valori Istat per categoria di famiglia. Sanità: Medicinali e visite mediche. Anche nel caso della salute, la spesa è indicata dai valori raccolti dall’istituto statistico nazionale. Sulle auto, a seconda delle famiglie e delle zone di residenza, sono previsti precisi kw

medi, dai 60,8 per persona singola al Centro, fino ai 171,3 per coppia con tre figli o più. Arriviamo agli investimenti: spese a lungo termine per immobili, beni mobili registrati, polizze assicurative, contributi previdenziali volontari, azioni, obbligazioni, conferimenti e finanziamenti, capitalizzazioni, quote di partecipazione, fondi d’investimento, derivati, certificati di deposito, pronti contro termine, buoni postali, conti di deposito vincolati, altri titoli di credito, prodotti finanziari, più valute estere, oro, numismatica, filatelia, oggetti d’arte o di antiquariato, manutenzione straordinaria delle abitazioni, donazioni e altro. Per tutte queste voci, sarà esaminato l’incremento patrimoniale, stornando mutui o finanziamenti ricevuti.

Toccherà a noi cittadini dimostrare che il livello dei consumi contestato è in un qualche modo spiegabile

Sotto la lente del Fisco Come funzionerà il nuovo strumento antievasione di Laura Di Paolantonio commercialista – revisore contabile

l redditometro è uno strumento di accertamento sintetico del reddito. Ha l’obiettivo di consentire al fisco italiano una determinazione indiretta del reddito complessivo del contribuente, basata sulla capacità di spesa dello stesso. Lo strumento riguarda qualsiasi contribuente singolo, calato però all’interno di un determinato contesto familiare (11 tipologie) e inquadrato in una determinata area geografica (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e Isole). Il nuovo redditometro serve al Fisco per identificare eventuali redditi non dichiarati. Il ragionamento che lo guida è: se un contribuente spende una data cifra dovrà avere un reddito adeguato. Saranno proprio le grosse incongruenze a finire nel mirino del Fisco. Il Fisco cercherà di capire se quello che spendiamo è coerente con il reddito che dichiariamo. L’Agenzia delle Entrate prende come riferimento il possesso o la disponibilità di beni che sono indicatori di capacità contributiva, associando agli stessi un certo reddito, (relazionando ad appositi coefficienti stabiliti in un Decreto ministeriale del Ministero dell’Economia e delle Finanze). Ha scelto cento voci da mettere sotto controllo: spese, risparmi e investimenti. Si determina un reddito considerabile “congruo” in relazione al mantenimento di ogni bene. La somma di tali redditi, con opportune decurtazioni determinano il reddito sintetico complessivamente accertato in capo al contribuente.

Il confronto tra il reddito individuato e quello dichiarato, determina lo scostamento. Se questo è superiore a 1/5, l’amministrazione finanziaria sarà legittimata a emettere un avviso di accertamento. La norma afferma che se il contribuente ha potuto permettersi certe spese, avrà dovuto pur finanziarle in un certo modo, che il fisco presume essere la percezione di redditi in nero. Spetterà a questo punto al contribuente dimostrare che il mantenimento dei beni che risultano in suo possesso è finanziato da redditi esenti (e come tali non suscettibili di dichiarazione), da smobilizzi patrimoniali, da elargizioni del coniuge o genitore o, in generale, offrire qualunque giustificazione che escluda la percezione di redditi non dichiarati al fisco. Chi finirà sotto la lente del redditometro? Lo strumento in mano al Fisco parla di tipologie di famiglie ma non di “mestieri” Possono star tranquilli coloro che non spendono più di quanto loro consenta lo stipendio o le altre entrate dichiarate, si salveranno i pensionati “titolari della sola pensione” , i dipendenti, che non abbiano però un secondo lavoro in nero. Si analizzeranno i casi estremi: quelli in cui “alcuni contribuenti, pur evidenziando un’elevata capacità di spesa, dichiarano redditi esigui, magari usufruendo di agevolazioni dello Stato sociale negate ad altri che magari hanno un tenore di vita più modesto”. Il dubbio, quindi, è che i primi ad essere osservati, saranno i liberi professionisti, gli imprenditori e i commercianti.

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Anche i contabili piangono

LAMENTO DI UN COMMERCIALISTA di Angela Fosco

nche tra coloro che per professione traducono la vita in numeri, lo stato d’animo è scoraggiato. I commercialisti, i ragionieri, i consulenti, che hanno dovuto calcolare quote, rate e riduzioni e che hanno sotto gli occhi la reale situazione di tutti i cittadini contribuenti descrivono un anno difficile per tutti e per qualcun altro davvero terribile.Vittoria L. esercita la professione di commercialista da moltissimi anni e condivide con i suoi clienti lo stesso disagio per una tassazione considerata da tutti eccessiva e nel caso dell’IMU, ad esempio, anche “profondamente ingiusta” perché grava su di un bisogno primario, la casa: “Se dobbiamo tirare su questa nostra Italia, ben poco possiamo fare se non affondare le mani nei nostri risparmi e donarli a questo nostro stato che ormai non sa far altro che chiedere”. Ma c’era una soluzione alternativa alle tasse sempre più gravose? “Sicuramente qualcos’altro si poteva e si può ancora fare – spiega Vitto-

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ria - molte sono le persone che pensano che i compensi dei parlamentari non hanno avuto queste grandi riduzioni e sono molti gli indecisi che non sanno dire come si comporteranno alle prossime elezio-

Senza liquidità a breve non possono esserci neanche le disponibilità per pagare le tasse... ni”. Stanchi di ascoltare sempre le stesse “chiacchiere” e di vedere poi applicare i fatti solo nei confronti della gente comune. Questo è il maggior sentire dei cittadini secondo Vittoria che, come molti suoi clienti, pensa che i famigerati “rigore ed equità” non sono in realtà equanimemente applicati. La ricchezza sembra rimanere concentrata nelle mani di pochi e “sia la destra che la sinistra o il centro non hanno avuto il coraggio di fare quello che andava fatto, scaricando il peso delle azioni impo-

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polari sul governo dei tecnici “ sostiene Vittoria. Come si può giustificare un simile comportamento? “ho i miei dubbi che sia stato fatto esclusivamente ciò che andava fatto – continua – perché non poteva sfuggire ai tecnici che l’apparato economico del paese andava protetto e salvaguardato, proprio per alimentare le risorse necessarie. Ma con il tracollo dell’economia va da sé che ci saranno meno entrate dal gettito fiscale e quindi un conseguente aumento del debito pubblico, che invece era il punto cardine da risanare. Il terribile giro di vite a cui siamo stati sottoposti ha costretto la gente a centellinare le risorse di cui disponeva, limitandosi a sostenere spese per il soddisfacimento dei soli bisogni primari – insiste Vittoria – e questo meccanismo ovviamente ha fermato tutto il circuito economico a partire da quello delle famiglie fino alle imprese, dalle più grandi alle più piccole. Senza liquidità a breve non possono esserci neanche le disponibilità per pagare le tasse e le tanto attese entrate previste dal governo non potranno realizzarsi, a mio avviso. E senza soldi chi pagherà le tasse? Posso anzi affermare che questo si sta già verificando quando vedo famiglie che non riescono più ad assolvere gli obblighi fiscali. Tra i miei clienti sono molti quelli frastornati per la differenza tra la rata Imu di giugno e quella di dicembre , che è quasi il doppio , sia per l’aumento delle aliquote che per i vari ricalcoli che abbiamo dovuto elaborare. La gente è ,al tempo stesso, rassegnata, perché vede comunque in questi sacrifici un modo necessario per uscire dalle crisi – conclude Vittoria – ma anche indispettita per l’eliminazione del beneficio della detassazione della prima casa. Sappiamo bene quanto sia importante per noi italiani e quanti sacrifici si fanno e si faranno sempre per realizzare il sogno di una casa. Che rimane sempre, purtroppo il bene più tartassato”.


C’è controllo e controllo

Lo scandalo MPS Dai contribuenti sempre più scrutati e vessati da un fisco invasivo e invadente alle speculazioni miliardarie completamente ignorate di Mira Carpineta

entre il fisco rovista sempre più nelle nostre tasche, passando al setaccio ogni piccola voce di spesa di un normale bilancio familiare, in altri ambienti, dove il denaro ha la sua collocazione naturale si scopre che i controlli, indispensabili e imprescindibili sembrano essere mancati del tutto. A sottolinearlo è proprio il ministro Grilli e la stessa Banca d’Italia che dichiara di “non

L’operazione “fatale” riguarda l’acquisto della Banca Antonveneta, da parte del Monte dei Paschi aver visto documenti importanti” E’ lo scandalo che ha travolto il gruppo bancario Montepaschi di Siena e che è costata la

poltrona di presidente dell’ABI a Giuseppe Mussari, già presidente dello stesso gruppo bancario prima di Alessandro Profumo. L’operazione “fatale” riguarda l’acquisto della Banca Antonveneta, da parte del Monte dei Paschi di Siena, per 9 miliardi, rivelatasi “un bagno di sangue”, e un buco di bilancio di 500 milioni in prodotti derivati. Un’operazione rischiosa, occultata ma svelata da Il Fatto Quotidiano che ha alzato il velo su uno scandalo che rischia di trasformarsi in tragedia.

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Anche dal Quirinale si è levata la voce preoccupata del Presidente Napolitano che ha chiesto conto della situazione ai vertici sia dal Governo che della Banca d’Italia per capire l’accaduto. E’ iniziato il balletto di accuse tra i vari politici che si rimbalzano responsabilità e coinvolgimenti e che rendono questo clima pre-elettorale

Appare infatti inaccettabile che l’istituto non abbia svolto la propria opera di controllo su Mps, e che si difenda affermando di essere stato ingannato, quando in realtà...

ancora più caotico di quanto già non sia. Un intreccio che, piaccia o meno, è storicamente stato coperto dall’ex Pci, poi Ds, oggi Pd. Il partito che ha da sempre vinto le elezioni del Comune e della Provincia senese, gli enti che controllano la Fondazione Mps, che a sua volta nomina i vertici della banca.

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Questo corto circuito si alimentava attraverso i dividendi che la banca pagava alla Fondazione, la quale rimetteva in circolo sottoforma di erogazioni sul territorio. Nel frattempo il Codacons ha presentato un esposto contro Bankitalia “per omessa vigilanza e concorso - spiega l’associazione – Appare infatti inaccettabile che l’istituto non abbia svolto la propria opera di controllo su Mps, e che si difenda affermando di essere stato ingannato, quando in realtà dispone di tutti gli strumenti per svolgere al meglio l’attività di vigilanza ed evitare simili scandali. Non solo. Il mancato controllo esercitato da Bankitalia potrebbe configurare il concorso dell’ente in eventuali reati che verranno contestati dalla magistratura, sulla base dell’art. 40 del codice penale che afferma: “Non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo”. Alla luce dei gravi fatti che vedono coinvolta Mps e delle responsabilità di chi doveva vigilare e non l’ha fatto, i vertici della Banca d’Italia devono dimettersi – prosegue il Codacons – e contestualmente deve essere nominato un amministratore di sostegno, ai sensi della legge n. 6 del 9 gennaio 2004, che si occupi di svolgere le funzioni proprie dell’istituto”.

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Cosa sono i derivati ? di Ennio Salvatori

i tratta di prodotti finanziari il cui valore “deriva” dall’andamento del valore di un altro bene (azioni, obbligazioni, valute ecc.) oppure dal verificarsi di un preciso evento. I derivati sono dei contratti, in origine nati come una forma di contratti assicurativi. In altre parole sono una sorta di “scommessa” su un avvenimento futuro: ad esempio, le quotazioni di quel titolo saliranno o quell’ente locale non sarà in grado di pagare il suo debito. L’attività o l’evento, che possono essere di qualsiasi natura, costituiscono il

cosiddetto “sottostante” del prodotto derivato. I prodotti derivati sono utilizzati per tre scopi principalmente: 1) ridurre il rischio finanziario di un portafoglio (finalità di copertura): acquisto un titolo nella ovvia speranza che salga, ma al tempo stesso acquisto un derivato sullo stesso titolo che prevede il calo delle sue quotazioni. Comunque vada non ci perdo; 2) ottenere un profitto assumendo esposizioni di rischio (finalità speculativa); 3) ottenere un profitto privo di rischio attraverso transazioni combinate sul derivato e sul sottostante per cogliere eventuali differenze di valorizzazione

(finalità di arbitraggio). Vi sono due tipologie di derivati, distinte sulla base all’attività sottostante di riferimento: A) derivati sulle merci – economia reale sono legati ad attività reali come il petrolio, l’oro, il grano, il caffè… B) derivati su attività finanziarie – economia virtuale legati ad attività finanziarie come tassi di interesse, valute, azioni ed indici azionari. Un future è un contratto a termine con il quale si assume l’impegno di acquistare o vendere una certa quantità di una merce o attività finanziaria ad un prezzo e ad una scadenza futura predeterminati, e rappresenta un valore mobile, suscettibile ad essere trasferito in modo immediato, ed è scambiato soltanto all’interno dei mercati borsistici ufficiali. I future vengono generalmente utilizzati per operazioni di: Speculazione: quando viene acquistato o venduto al fine di guadagnare dai rialzi o ribassi del mercato,beneficiando dell’effetto leva e i ridotti costi di transazione. Circa l’85-90% delle operazioni sui contratti future vengono svolte a tale fine ed hanno in genere un orizzonte temporale molto breve, con gli operatori che aprono e chiudono le proprie posizioni più volte all’interno della giornata. Copertura o hedging: Un’operazione di copertura o hedging permette di eliminare il rischio di fluttuazione del valore di un bene sul mercato. Per esempio in caso di aspettative negative è possibile difendersi, vendendo futures sull’indice di Borsa di riferimento. In caso di un forte calo dell’indice, la perdita teorica del proprio portafoglio sarebbe compensata dal guadagno realizzato sui contratti futures Arbitraggio: E’ l’attività che permette di ottenere dei profitti dalle differenze di prezzo presenti su mercati diversi. Per esempio se il future fosse scambiato ad un prezzo più alto del proprio valore teorico, l’arbitraggista potrebbe vendere il future ed acquistare titoli dell’indice e lucrare sulla differenza; in definitiva, l’attività dell’arbitraggista permette quindi di correggere gli scostamenti dei prezzi tra future e sottostante; In Italia è possibile trattare i future sull’IDEM (Mercato Italiano dei Derivati Azionari). L’IDEM nasce ufficialmente il 28 novembre 1994, con l’introduzione del contratto future sull’indice MIB 30 (FIB 30 o più semplicemente FIB). Nel novembre 1995, ha avuto inizio la contrattazione delle opzioni sull’indice MIB 30 (MIBO 30), Il 22 marzo 2004 hanno avuto inizio le contrattazioni i nuovi derivati sull’indice S&P/MIB, che dal settembre 2004 hanno sostituito il Fib30 e le opzioni sul mib30.

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Vediamoci in

“centro!”

* foto di Antonella Lorenzi

iacerebbe poter fotografare panorami o pregevoli opere d’arte che potrebbero rappresentare un piacere per gli occhi e per l’anima delle persone, ma a Teramo abbiamo ben altro. Buche che nei giorni di pioggia diventano pozzi, avvallamenti e toppe di asfalto che rendono improbabile una semplice passeggiata. Le foto che abbiamo scattato , non riguardano una sperduta via di una frazione sconosciuta e poco frequentata, sono in pieno centro, Via Vezzola è a quattro passi da Corso San Giorgio. Ma forse per i nostri amministratori il “centro” è solo il Corso!

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“POVERI TERAMANI!” Sono sempre di più le famiglie che si rivolgono alla Caritas per pagare le bollette o fare la spesa di Camilo Enrique Spelorzi

n un ambiente economico dove la disoccupazione aumenta ed il pagamento delle tasse diviene insostenibile, si evidenziano le grandi difficoltà che le famiglie vivono per arrivare a fine mese. Oggi anche per chi ha un lavoro, a volte il reddito è insufficiente rispetto alle normali esigenze e la situazione è comunque difficile da gestire. Come è avvenuto in moltissime altre città italiane, anche a Teramo le difficili condizioni economiche spingono le famiglie a chiedere aiuto. “E’ aumentato il numero delle famiglie italiane in condizione di povertà relativa – afferma Don Igor Di Diomede, direttore della Caritas Diocesana di Teramo-Atri - Sono sempre di più le persone che si rivolgono a noi”, e sono soprattutto le donne a rivolgersi alla Caritas “2 su 3 sono donne, sono sempre più loro a farsi carico delle problematiche famigliari”. La nuova utenza è formata da famiglie con

situazione di bisogno temporaneo: “non abbiamo ancora analizzato i dati del 2012 ma con la crisi è aumentato il numero di lavoratori poveri – afferma Don Igor hanno difficoltà a portare avanti la famiglia,

Come è avvenuto in moltissime altre città italiane, anche a Teramo le difficili condizioni economiche spingono le famiglie a chiedere aiuto... non avendo più la possibilita di fare fronte a tutte le spese”. In attesa del nuovo rapporto, è evidente un quadro sempre più desolante: Nel 2011

sono state 274 persone, 238 italiani e 36 stranieri a rivolgersi al Centro d’ascolto, a fronte di 216 persone, 141 italiani e 75 stranieri del 2008, che si sono rivolte agli sportelli della diocesi. A conferma della tendenza in aumento delle persone che hanno chiesto aiuto per pagare le bollette. “Dopo l’ ascolto si valuta, caso per caso, la situazione economica di ogni famiglia, e cerchiamo di trovare la soluzione integrando le spese”. Per far fronte all’ aumento delle richieste la Caritas ha lanciato una proposta “Emporio della Solidarietà” che ha l’obbietivo di dare alla famiglia un sostegno concreto per superare la situazione di crisi “per passare ad una situazione di riscatto, è un progetto sulla dignità della persona, un discorso di responsabilità della famiglia per combattere il consumismo – spiega Don Igor - abbiamo inaugurato un supermercato a dicembre e le famiglie possono richiedere la tessera, riservata a coloro che hanno un reddito insufficiente”.

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Mancherebbero del tutto i presupposti che giustifichino le decisioni della Provincia

ILLEGITTIMI E NON NECESSARI I licenziamenti dei 110 dipendenti della Teramo Lavoro di Adele Di Feliciantonio

ontinua la protesta dei 110 lavoratori della Teramo Lavoro srl, società “in house” della Provincia di Teramo, per la gestione di una serie di servizi strumentali alle competenze dell’ente, che dal primo gennaio 2013, sono rimasti senza lavoro o meglio non sono stati prorogati i loro contratti perché, secondo le dichiarazioni di Catarra, “non sussistono le condizioni finanziarie e giuridiche che consentono di proseguire i contratti”. Si è venuta così a creare una situazione di disagio innanzitutto per i lavoratori stessi ma anche per il servizio pubblico offerto, che ha subito una serie di difficoltà, soprattutto nei Centri per l’impiego dove si inoltrano pratiche importanti come quelle di disoccupazione e di mobilità. Varie azioni dimostrative sono state messe in atto dagli interessati, come il sit-in nella sede del consiglio regionale di Pescara. Si chiede di garantire livelli occupazionali e continuità dei

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servizi ai cittadini. L’avvocato Orlando Coco, rappresentante e difensore di parte, (peraltro impegnato anche in altre cause già pendenti alla Sezione Lavoro del Tribunale di Teramo e sempre a proposito di rapporti di lavoro con

I licenziamenti sono annullabili in quanto la società Teramo lavoro srl sussiste in tutte le sue componenti essenziali, non è in fase di liquidazione Provincia di Teramo e con Teramo Lavoro srl) spiega i perché della battaglia legale intrapresa: “I licenziamenti sono annullabili in quanto la società Teramo lavoro srl sussiste in tutte le sue componenti

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essenziali, non è in fase di liquidazione e non ci troviamo assolutamente di fronte all’esistenza di una causa che non consenta la prosecuzione neppure in via temporanea dei rapporti di lavoro dei 110 dipendenti. Il datore di lavoro, la S.r.l. a capitale interamente pubblico, quindi la Provincia di Teramo, è obbligato a fornire le motivazioni ai lavoratori e queste devono essere immutabili; inoltre non vi dovranno essere nuove assunzioni nei mesi successivi (6-8 mesi) neanche a termine o interinali con la Provincia. I licenziamenti dei 110 dipendenti non sono motivati da necessità di cessazione dell’attività aziendale e sono senza il rispetto della procedura sindacale prevista. Non è stato fatto nulla, neppure al fine di poter richiedere la Cassa Integrazione. C’è stata un’illegittimità di tutti i contratti a termine scaduti, con Provincia di Teramo e poi con Teramo Lavoro s.r.l.; l’illegittimità, la nullità dell’apposizione del termine e l’abuso della successione dei contratti a termine stipulati non per far fronte a esigenze temporanee ed eccezionali. Nel precedente trasferimento dei lavoratori dalla Provincia di Teramo a Teramo Lavoro s.r.l. non c’è stata alcuna novazione oggettiva del rapporto originario, ma da dipendenti pubblici sono stati fatti diventare dipendenti privati ovvero con contratto del terziario-commercio. Eppure sono sempre stati adibiti a funzioni relative ai servizi propri, essenziali, dell’Ente Provincia di Teramo: non vi è stato mantenimento economico e normativo. Insomma la maggior parte di questi 110 lavoratori erano prima dipendenti pubblici della Provincia di Teramo, poi dipendenti privati della S.r.l. a capitale interamente pubblico della Provincia di Teramo, ora licenziati. A chiunque, anche aldilà delle disquisizioni giuslavoriste, deve apparire evidente l’emblematicità della gestione dei rapporti di lavoro e dell’intera vicenda.”


il settimanale Panorama parla di “miracolo”

Abruzzo: meno tasse in busta paga di Angela Fosco

iracolo in Abruzzo’’, così titola il settimanale Panorama, riferendosi al taglio di Irpef e Irap nelle buste paga degli abruzzesi, a partire da questo mese. Una manovra da 40 milioni di euro che restituisce ai cittadini ed alle imprese il risultato economico- finanziario del risanamento sanitario. Nell’articolo del giornalista Gianluca Ferraris, il Governatore Chiodi spiega come l’Abruzzo ‘’che era 4 anni fa sull’orlo del fallimento’’ sia riuscito nel ‘’miracolo’’ di ridurre il cuneo fiscale, senza aver messo in atto alcune ricetta straordinaria, ma soltanto anticipato i tempi di quella revisione della spesa di cui parlano tutti’’. Dal taglio

delle auto blu, ai vitalizi, alle indennita’ e numero dei consiglieri che passeranno da 45 a 31,come pure accorpamento delle Comunita’ montane, soppressione degli enti strumentali per un taglio di 250 poltrone. Dentro il ‘’miracolo’’ il ruolo principe va al riordino dei conti sanitari, con le Asl in pareggio dal 2011. ‘’Nel 2011, al risanamento del bilancio si abbinera’ la scadenza delle cartolarizzazioni piu’ onerose –conclude il Governatore- percio’ entro il 2016 saremo in grado di ridurre le addizionali fino al 60 per cento rispetto a quelle attualmente applicate’’. Una buona notizia questa, anche per i pazienti del reparto di Oncologia dell’Ospedale di Teramo che finora, a proposito di tagli, hanno sperimentato un’esperienza tutt’altro che positiva.

...ma troppi pazienti per un solo medico

UNO PER TUTTI

di Daniela Palantrani

utto inizia dalle sollecitazioni dei pazienti. Situazioni di persone già provate fisicamente ed emotivamente esasperate da lunghe ore di attesa. Il Day Hospital oncologico, già carente di una unità, va in tilt a causa della mancata sostituzione di una dottoressa in maternità. Un solo medico a seguire tutti i pazienti, con evidente formazione di interminabili code di attesa e notevoli disagi per i malati. Molti non possono fare a meno di pensare al risanamento della sanità abruzzese sbandierata da Chiodi e di chiedersi chi ne paga il prezzo. Ticket sui medicinali che aumentano, analisi sempre più costose ed un servizio non adeguato anzi, insufficiente. L’On. Anna Paola Concia si espri-

me molto duramente parlando della situazione esplosa nel nosocomio Teramano “una situazione indegna per un paese civile, che va contro i principi fondanti della nostra repubblica. Tra tutti i problemi - prosegue Concia - sicuramente spicca la scarsità di personale e l’inefficienza organizzativa che ha un grande impatto sulla qualità dei servizi e delle cure e dimostra una scarsa attenzione nei confronti dei malati e delle loro esigenze. Mi chiedo perché l’Asl della provincia di Teramo sia l’unica dell’Abruzzo in cui ancora non è stato formalizzato il polo oncologico?”. ll portavoce del NURSIND, sindacato delle professioni infermieristiche di Teramo, spiega “Abbiamo deciso di attuare questa protesta per il bene dei malati oncologici ottenendo quello che ci

si era prefissato, infatti – prosegue Giuseppe De Zolt –inizialmente è stato assegnato al DH di Oncologia un medico del Dipartimento di Medicina, quindi è aumentato di un’unità il numero di medici a disposizione del DH oncologico ed è in via di pubblicazione il bando per la copertura di questo posto vacante. Grazie a questo provvedimento di urgenza da parte della dirigenza , siamo riusciti a tamponare la carenza. Lo sciopero della fame che abbiamo portato avanti per 40 ore ha sicuramente avuto dei risultati”. E per quanto concerne il reparto? “In reparto non c’è carenza di medici e a dire il vero è uno dei pochi reparti in cui non c’è carenza neanche di personale infermieristico”. Evoluzioni? “Il piano sanitario Regionale prevede la costituzione del Polo Oncologico. Teramo, a differenza di Chieti e Pescara, che già hanno iniziato l’iter per il suddetto Polo, è molto indietro. Ci auguriamo di poter recuperare in tempi più brevi. Non possiamo sapere quali saranno le scelte che opererà l’Azienda, ma saremo lì a vigilare che il paziente possa avere meno disagi possibili. Il paziente oncologico è un paziente delicato. Siamo infermieri, ma la nostra protesta è stata solo ed esclusivamente per dimostrare con i fatti che lavoriamo quotidianamente a fianco e per il paziente. Non vogliamo essere strumentalizzati o fare battaglie politiche, siamo lieti dell’appoggio di tutti e ringraziamo coloro che ci hanno sostenuto, ma, soprattutto in campagna elettorale, ci teniamo a chiarire che la nostra non è un’azione politica”. Il Nursind si impegna semplicemente e coraggiosamente ad esserci. “L’Ospedale di Teramo spesso è carente di personale medico, più spesso di personale infermieristico ed ausiliario, in tutto questo a rimetterci è il paziente. Ci teniamo a ricordare che per noi il malato è sempre al primo posto ”.

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La giunta comunale blocca l’apertura di un centro spirituale perché “è un progetto buddista estraneo alla cultura, alle radici e agli abitanti del Comune”

CASTELLI DICE NO AL CENTRO BUDDISTA di Camilo Enrique Spelorzi

l sindaco di Castelli, Enzo De Rosa, ha recentemente respinto il permesso edilizio di costruire nuovi edifici e una sala di meditazione chiesta da una comunità di fedeli buddisti nella frazione Villa Rossi in provincia di Teramo. “Semplicemente non ravvisiamo l’interesse pubblico”, ha precisato il sindaco in una lettera ufficiale protocollata al n° 3078, “perché si inseriscono in un progetto sociale e religioso collegato alla spiritualità buddista, completamente estraneo alla cultura, alle radici e agli abitanti del Comune di Castelli”. Il sindaco De Rosa, ha annunciato anche la revoca della variante urbanistica in base alla quale l’area era diventata edificabile per attività culturali e di conseguenza l’approvazione concessa alla fondazione Avalokita il 30 luglio 2010 dal sindaco dell’epoca Concezio Di Flavio, annunciando esposti

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alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica contro le licenze concesse dalla precedente amministrazione. Il comune di Castelli sembra ignorare quanto previsto dall’art. 8 della Costituzione, dove il primo comma applica, in ambito religioso, il principio d’eguaglianza, garantisce pari diritti di libertà e di organizzazione a tutte le religioni. Inoltre l’11 dicembre 2012 è stata definitivamente approvata dal parlamento l’Intesa tra lo Stato e l’Unione buddhista Italiana, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 17 gennaio che rende effettiva la sua applicazione, riconoscendo ufficialmente in Italia questa fede. Le motivazioni del provvedimento contro l’apertura di un centro buddista sembrerebbero quindi fuori tempo perché la garanzia di un effettivo pluralismo confessionale è, peraltro, assicurata dal principio di

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neutralità e laicità dello Stato, che tutela la libertà di religione, non determina situazioni di privilegio né ostacola in alcun modo qualsiasi altro culto diverso da quello cattolico. Questa comunità, fedele all’insegnamento del maestro vietnamita Thic Nhat Hanh, attivista per la pace e la non-violenza conosciuto in tutto il mondo, è frequentata soprattutto da italiani e perseguono da sempre la pace e il dialogo interreligioso. La comunità buddista non ha mai dato problemi di ordine pubblico o assunto comportamenti fastidiosi per le comunità in cui si trovano. La fondazione Avalokita di Villa Rossi ha dichiarato che “sono attrezzature private, d’uso collettivo, per attività culturali, di incontro e di scambio, noi siamo laici, italiani e abbiamo incontrato i residenti prima di insediarci”.


Ruzzo: bollette pazze e controlli assenti Inviate numerose raccomandate di sollecito per i pagamenti, ma nessun tecnico a verificare l’integrità degli impianti.

di Daniela Palantrani

n diversi condomìni della provincia di Teramo si segnalano forti anomalie sui contatori dell’acqua. In pratica in ogni condominio c’ è un contatore principale, o contatore Generale condominiale, e poi i contatori secondari: uno per ogni utenza, appartamento o comunque più banalmente, uno per ogni famiglia. L’anomalia riguarda gli altissimi consumi fatturati sul contatore Generale, spesso dell’ordine di diverse centinaia di Euro. Secondo quanto dichiarato dalla Ruzzo Reti, in risposta a ad alcune segnalazioni “Il contatore principale è fatturato per differenza tra il consumo dello stesso e la somma dei contatori secondari, la differenza di solito è prossima allo 0, quindi, resta fatturata solo la sola quota fissa; detto conguaglio avviene quando si verifica l’allineamento dei tempi di lettura con quelli di fatturazione. Tutti i contatori risultano regolarmente letti dai nostri operatori ogni sei mesi. – prosegue la nota - I residui registrati sul contatore principale possono essere dovuti: - alla taratura dei contatori che sono certificati al + / - 5%; - contatori mancanti all’interno della palazzina; - contatore fermo”. Gli amministratori di condominio oltre ad aver verificato con idraulici di propria fiducia, che non vi siano perdite d’acqua interne, possono soltanto contestare le fatture e segnalare l’anomalia. E chiedere con forza, spesso anche con intervento di legali, controlli

e sostituzione dei contatori da parte di Ruzzo Reti. Infatti, dal sito della Ruzzo Reti Spa rileviamo quali sono le indicazioni in caso di guasto di contatore e richiesta di sostituzione dei contatori stessi. “Nel caso di guasti o rotture del contatore, è necessario che l’utente dia pronta comunicazione alla Ruzzo RETI

SpA, affinché questa possa provvedere ai necessari interventi di riparazione o sostituzione. I tecnici dell’Azienda valuteranno sul posto la necessità di sostituire il contatore per cui è stata fatta richiesta d’intervento. I contatori non possono essere rimossi o spostati se non per decisione dell’Azienda

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ed esclusivamente a mezzo dei suoi dipendenti o incaricati. Quando si rilevano dei malfunzionamenti o dei guasti sul proprio contatore, o non può rilevare la lettura perché lo stesso è sporco e illeggibile, si può richiedere l’intervento dell’incaricato della Ruzzo RETI”. Tutto lineare e corretto se non fosse per il fatto che la Ruzzo Reti SpA da più di un anno non sostituisce i contatori, come segnalato dall’Associazione consumatori Robin Hood. La situazione di consumi eccessivi per i contatori condominiali si protrae da diversi anni, la Ruzzo Reti non procede né a verifiche dei contatori né, come abbiamo già detto, alla loro sostituzione, in compenso vengono inoltrate raccomandate quasi “ minatorie” dove si intima di “pagare entro 20 giorni. in mancanza l’Azienda si riserva di interrompere la fornitura d’acqua”. In pratica si chiude il contatore generale e tutte le famiglie del condominio in oggetto resterebbero senza acqua, pur avendo pagato regolarmente i loro consumi personali. Purtroppo i consumi dei contatori generali avvengono a tariffa aziendale(molto maggiore rispetto a quella per uso abitazione) e quindi risulta impossibile anche una ripartizione tra i condomini. Insomma la Ruzzo Reti invia missive per interrompere termini di prescrizione e sollecitare pagamenti ma non invia tecnici per i controlli del caso. D’altronde è risaputo che alla Ruzzo Reti ci sono più impiegati che fontanieri.

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LI VUTAZZJUNE del Prof. Lucio Cancellieri

Quand’ahè ore de vutazzjune, chille che prime nd’ahuardeve, oh, te salute nghi li ‘nghine spalanghenne pure cirte ucchiune!! Te da ’lla ‘mburtanze da sembra’ asse lu ‘nvendore de la bbona crijanze. Mure arcupirte di manifiste, li cascitte pjne de futugrafije nghe la scritte “vute a mma se vu’ bbene a la famije”, e ’nvite tutte a riciviminde e ciane… inzomme chiste ci ‘nvite a magna’, arcurdennese de noje sole quande sa te’ arji’ a vuta’! “Vota questo, vota quello”, ma dapù ci attaccame a ’nu maneche de ‘mbrelle, e, ’na vodde ch’ha rscite, faciame la fine de lu celle padule, e cioè, che same simbre noje a pijiccele jò ‘n gule; e se te fa veda’ ’lla ci’ che se ne ‘mborte… lu capisce da ta… che si’ tu, la luddema rote de scorte.

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E allore, care puliteca mi’ pjane de virtù, me sa tande che la fine de lu celle padule, stavodde, la fi’ sole tu, peccà te lu dinghe ji’ ’nu pjatte de tache, arvicce, che te vote lu cazze che te frache!


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Un anno fa la tragedia della Concordia

Il ricordo di una famiglia teramana sopravvissuta al naufragio di Massimiliano Tassoni

passato un anno da quel giorno terribile in cui la nave da crociera Costa Concordia naufragò su quello scoglio, davanti all’isola del Giglio, sulla costiera toscana, dove tuttora giace riversa. E sarà ancora così per qualche mese, dal momento che la definitiva rimozione del relitto è prevista per il prossimo autunno. Inchieste, udienze, indagini si sono succedute in questo anno per dare risposte ai familiari delle 32 vittime, due delle quali mai ritrovate. Le responsabilità sono ancora tutte da definire e coloro che vissero la paura e il dolore di quelle ore si sono ritrovati in quel luogo a commemorare

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chi non riuscì a salvarsi da un incidente che , per quanto potrà essere spiegato e addebitato, rimane comunque assurdo nella sua tragicità. Una famiglia teramana,

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Sono stati momenti drammatici, la nave virava verso destra, una grande paura alimentata maggiormente da un black-out di circa 3 minuti


tra i superstiti del naufragio, ricorda quei momenti e le sensazioni che pur a distanza di un anno sono vive nella mente. Si tratta della famiglia Di Domenico, Marco e Maria e le loro figlie, Camilla, Francesca e Michela, che risiedono a Sant’Onofrio, una frazione di Campli rispondono a più voci, ricordando. Era la vostra prima vacanza su una nave da crociera? “Si – esordisce il capofamiglia Marco - era la nostra prima esperienza in mare, avevamo organizzato questa vacanza con la speranza di trascorrere una settimana in pieno relax, visitando posti stupendi. Siamo partiti da Savona con una nave molto confortevole, il personale era molto gentile e disponibile e le giornate splendide di sole allietavano

maggiormente la nostra crociera. Tutto sembrava procedere bene senza problemi, tutto fino a quel terribile urto”. Ricorda cosa facevate al momento dello schianto?”Eravamo al ristorante, quando all’improvviso abbiamo sentito uno scossone, delle vibrazioni, qualcosa non andava. Ricordo che inizialmente sono cadute solamente delle bottiglie- prosegue Marco nel racconto - ma da li a poco si è scatenato un vero e proprio inferno: piatti e oggetti che volavano, la gente che urlava, nessuno sapeva cosa stesse succedendo. Sono stati momenti drammatici, la nave virava verso destra, una grande paura alimentata maggiormente da un blackout di circa 3 minuti. I passeggeri presi

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dal panico cercavano invano un posto sicuro dove rifugiarsi, 3 di loro presi dalla disperazione si sono buttati in mare dalla Concordia con la speranza di potersi salvare” . Interviene Camilla: “Non mi rendevo conto della gravità della situazione - vedevo delle luci, ma non pensavo fosse l’isola del Giglio, quei bagliori mi facevano pensare ad un’altra nave, ad una collisione con essa. Ero sotto shock, ho sentito bambini, donne e uomini piangere, tra i passeggeri c’erano anche persone con gravi patologie o con organi trapiantati che hanno avvertito da subito i primi malesseri “. Maria si aggiunge sottolineando: “inizialmente, non ci siamo resi conto del testa coda della nave, i camerieri di sala cercavano di tranquillizzarci in ogni maniera ma io avevo una gran paura in particolare per mia figlia più piccola che si è sentita male”. Cosa vi hanno comunicato subito dopo l’incidente? “Le comunicazioni erano tutte a nome del comandante - spiega Marco - non si è sentito mai lui in prima persona. Dopo circa 20 minuti dall’impatto ci hanno avvertito che c’era un guasto al generatore elettrico della nave, di mantenere la calma perché era tutto sotto controllo. Subito dopo, in un’altra comunicazione, hanno fornito dei codici con numeri e lettere, probabilmente dei messaggi segreti per l’equipaggio. Infine mi ricordo i 7 squilli corti e 1 lungo che avvisavano l’evacuazione della nave”. E Camilla: “si vociferava tra la genteche l’imbarcazione si stesse arenando, ma pochi parlavano l’italiano quindi era difficile anche capirsi tra di noi. Tra l’equipaggio c’erano molti filippini che cercavano di tranquillizzarci ma ormai ognuno era in preda al panico, in balia del

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proprio destino”. Come vi siete salvati? “Dal ponte 3 -ricorda Marco - dovevamo raggiungere il ponte 4 per arrivare alle 26 scialuppe di salvataggio, prima però bisognava tornare nella nostra cabina al nono piano per prendere i giubbotti di salvataggio e i salvagenti. Bisognava arrivarci attraverso le scale, ovviamente non si poteva usare l’ascensore. Nel frattempo

Tenevo ben stretta la mia bambina , che si era sentita male diverse volte e avevo paura che quella folla “impazzita” potesse farle del male... la nave ha cominciato a imbarcare acqua e a inclinarsi sul fianco destro a causa di una falla che si sarebbe aperta nella zona di

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poppa”. Racconta Maria: “io non avrei mai avuto il coraggio di tornare nella cabina, , tanto che io e i miei figli siamo rimasti sul ponte con la speranza di rivedere Marco il prima possibile”. E Marco prosegue: “con i giubbotti di salvataggio, il nostro obiettivo era quello di arrivare ad una scialuppa, ma da li a poco, purtroppo, si è verificato un altro spiacevole episodio. Le scialuppe erano bloccate. Si è cercato in ogni modo di adoperarle, con forza abbiamo utilizzato dei remi con la speranza di liberarli, abbiamo provato con così tanta forza che i remi si sono spezzati , si sentiva il rumore della scialuppa che rigava lo smalto della Concordia, ma senza successo”. Maria incalza: “esausti e terrorizzati, siamo scesi nella parte più bassa della nave, li abbiamo trovato molti passeggeri. Tenevo ben stretta la mia bambina , che si era sentita male diverse volte e avevo paura che quella folla “impazzita” potesse farle del male ulteriore. Finalmente abbiamo visto una scialuppa in mare, il problema era la distanza di quasi due metri che ci separava. Con estrema difficoltà ho allungato le braccia per passare la bambina ai soccorritori e con grande gioia ci sono riuscita”. Camilla aggiunge i suoi ricordi: “ho visto che la distanza tra la Concordia inclinata e l’acqua, non era molta, tanto che, facendomi coraggio da sola, ho deciso di buttarmi. Questa scelta, fortunatamente, si è rilevata un grande successo sia per la mia famiglia che per i molti passeggeri a bordo”. A che ora siete arrivati sull’Isola del Giglio? “A mezzanotte – è ancora Marco che racconta - ci hanno dato delle coperte. Il sindaco, Sergio Ortelli, ha messo a disposizione scuole, asili, alberghi, la protezione civile si è mobilitata. Qui sull’isola ho avuto modo di incrociare anche il comandante Schettino profondamente scosso”. E ancora Maria: “la prima cosa che ho fatto sull’isola, è stato chiamare mia madre. Le ho detto-mamma mi sono salvata ma non so come ho fatto, non ho più nulla- La mattina alle 7.30, dopo una lunga notte di angoscia, siamo ripartiti dal porto di Santo Stefano”. Avete soccorso a qualche passeggero? “Si - risponde Camilla abbiamo assistito un cameriere che non aveva più nulla, gli abbiamo dato la nostra coperta”. Maria invece ricorda una donna sarda che aveva perso il suocero: “ cercavo di darle conforto ma era terribilmente scossa, non ricordava nemmeno il numero di casa”. Invece Mario parla della disperazione di un tedesco in cerca di sua moglie. Si poteva fare di meglio per salvare alcune vittime? È stata ben gestita la situazione di crisi? “Sicuramente si poteva fare di meglio, voglio capire la paura però - conclude Marco – da un comandante ci aspettavamo maggiore sangue freddo. Sono mancate le decisioni autorevoli degli ufficiali, del comandante Schettino. C’era sempre una persona che parlava a suo nome e personalmente credo che invece di rimanere per molto tempo a telefono con la società Costa Crociere avrebbe dovuto trovare maggiori soluzioni per mettere a sicuro i passeggeri”.


Cinque gli aerei scomparsi in quella zona dal ‘97 in uno i coniugi Michelangelo originari di Sulmona

Misteri di Los Roques, un dolore anche abruzzese di Pierluigi Spiezia

l triangolo misterioso dalle Bermudas si è trasferito all’arcipelago venezuelano di Los Roques, un paradiso molto ricercato dai turisti di tutto il mondo, raggiungibile in soli 45 minuti di volo da Caracas. Dal ‘97 a oggi, con l’ultimo caso del volo su cui viaggiavano Vittorio Missoni e altre tre persone più pilota, sono ben 5 i piccoli aerei scomparsi nel nulla, a partire dai radar delle torri di controllo. Se poi consideriamo tutto il Venezuela, in 16 anni sono 57 gli aerei di cui non si sa più nulla. A bordo di tutti gli aerei scomparsi da o per Los Roques c’erano passeggeri italiani, o in vacanza come il gruppo Missoni e quella precedente del 2008 (fatalmente nello stesso 4 gennaio) o residenti in Venezuela come in altri casi fra cui uno molto a cuore alla comunità abruzzese: quello del 2004, quando si persero le tracce del volo su cui viaggiavano Franco Michelangelo Rasetta, sua moglie Betty (29 enni) e il suocero Antonio Buzzi (72 anni) pilota dell’aereo che da Los Roques stava facendo rientro a Maracay, dove vivono i Michelangelo Rasetta. Il papà di Franco è Francesco, originario di Prezza, vicino a Sulmona. La mamma Franca Rasetta è originaria di Nocciano. Francesco è un costruttore emigrato in Venezuela noto per essere stato anche presidente della Federazione associazioni abruzzesi oltre che dirigente della Camera di commercio italo-venezuelana. Sua figlia Ana Maria, avvocato, è stata vicepresidente del Cram–Regione Abruzzo durante la presidenze dell’ex assessore Donato Di Matteo. La cosa più terribile di tutte queste avionetas desaparecidas è che non sono stati mai ritrovati nemmeno i pezzi e tantomeno i cadaveri, né in mare né nelle foreste, come potrebbe essere accaduto al volo di Mi-

chelangelo. Misteri che lasciano pensare di voli dirottati dai narcotrafficanti colombiani che, con la scusa del passaggio all’ultimo istante, salgono a bordo senza nemmeno

essere registrati. Nel caso del volo scomparso nel 2008, infatti, i passeggeri registrati erano 14 ma il pilota segnalò via radio che aveva 18 persone a bordo.

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A raccontare la disavventura dei Michelangelo è un altro fratello di Franco, Pierluigi: “Lo salutai dimenticandomi di chiedergli delle condizioni dell’aereo e di salute del suocero pilota – ricorda Pierluigi – Il signor Buzzi, infatti, aveva già avuto in passato due problemi seri in volo. Alle 12 dell’11 febbraio mi chiamo Betty da Los Roques per chiedermi di una spiaggia particolare che avevo visitato in una mia vacanza. Proseguii la giornata in ufficio e a fine giornata, non avendo avuto più notizie, iniziai a preoccuparmi. Verso le 20 mi chiamò Carlo, fratello di mia cognata, per dirmi che l’aereo non era ancora at-

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terrato a Boca de Rio, dov’era atteso. Da quel giorno iniziò un’odissea non ancora terminata. Il 12 fu un giorno perso per le

Verso le 20 mi chiamò Carlo, fratello di mia cognata... Da quel giorno iniziò un’odissea non ancora terminata... ricerche in quanto in Venezuela era Festa della Gioventù e il governo aveva proibito

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qualsiasi tipo di volo sul paese per ostacolare la registrazione di immagini delle manifestazioni dell’opposizione. La ricerca iniziò il 13: affittai un elicottero e con me si unirono anche le unità militari e governative. Esiste una registrazione di voce del pilota che parla con l’aeroporto e dice di trovarsi a 20 miglia del destino. Dato che fece concentrare le ricerca a terra e non in mare, soprattutto nei boschi vicini alla Colonia Tovar. Non esistono registrazioni radar sia dell’aeroporto internazionale Simon Bolivar sia di Palo Negro perché non avevano attivi i registratori. Quindi, non abbiamo mai saputo dove di preciso si sono perse le tracce del volo”.


Energia da fonti rinnovabili, sono davvero pulite? di Ilenia Ceci

Le centrali a biomasse e la sostenibilità ambientale Il progetto di Colonnella e le domande dei cittadini

ultimo contributo dato al dibattito scaturito dalla decisione di impiantare una centrale a biomasse a Colonnella è arrivato dall’Arta Abruzzo. L’Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente dà atto alla Provincia di aver applicato tutte le prescrizioni previste e cerca di rassicurare i cittadini rispetto alle questioni poste dal Comitato Aria Nostra. In una lettera aperta all’assessore provinciale all’Ambiente, Francesco Marconi, il comitato aveva chiesto spiegazioni su vari temi e nella relazione tecnica fornita dall’Arta Abruzzo si parla in particolare dei limiti delle emissioni

in atmosfera. Le preoccupazioni sollevate dal Comitato sono scaturite da “parametri relativi a motori a combustione interna alimentati da biogas; mentre nel caso specifico l’alimentazione è con syngas(*) derivante da pirogassificazione di biomasse vegetali vergini, non classificabili come rifiuti”. Il syngas, si legge nel parere tecnico Arta, è infatti molto più “pulito” del biogas e “i limiti approvati dal competente Ente Regione Abruzzo risultano molto inferiori a quelli consentiti (ossidi di azoto circa il 25% del massimo) e comunque riferiti ad “impianto unico” di 6 Mw”. Nel caso di Colonnella si parla invece di 6 impianti da 1 Mw ciascuno.

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La relazione tecnica evidenzia inoltre come il parametro utile per valutare la situazione emissiva di questi impianti non sia quello sulla formaldeide, ma quello del Toc, Carbonio Organico Totale. In regione Abruzzo e in provincia sono state rilasciate già autorizzazioni per tipologie impiantistiche simili e il suggerimento di eliminare il dato sulle quantità di formaldeide dalle relazioni di progetto è arrivata proprio dall’Arta, in quanto non rappresentativo. Anche i dubbi circa il possibile uso di “rifiuti di vario tipo” per alimentare l’impianto di Colonnella non hanno motivo di esistere, secondo la Provincia perché “l’autorizzazione rilasciata dalla Regione è esclusivamente per un impianto alimentato da cippato di legna e diversamente è evidente che sarebbe necessario avviare un iter autorizzativo ex novo e con un’altra procedura”. Il Comitato Aria Nostra assolutamente non soddisfatto dal documento della provincia , poneva la questione della reperibilità delle biomasse effetivamente disponibili su territorio, a cui però non è stata data alcuna risposta. Un’ aspra critica è indirizzata al funzionario Arta che ha suggerito l’eliminazione del paramentro formaldeide dai documenti, instillando forti dubbi sull’efficacia del rapporto controllato/controllore. Va inoltre evidenziata la questione della proprietà , al limite del controverso: l’assessore Marconi è effetivamente estraneo alla Sagitta Immobiliare srl ma è socio della Sagitta Bio srl società nata nel 2011 e che si occupa di costruzione, manutenzione, gestione e vendita di impianti alimentati a biomasse solide, che nel comune di Colonnella prevedono 6 siti. A Controguerra, intanto, si appresta a diventare operativo l’impianto a biomassa da

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1 Mw alimentato con olio di semi, collocato nello stabilimento dell’ex Metalstampa. Lo sviluppo delle fonti di energie rinnovabili è necessario e inevitabile, ma quello che chiedono i cittadini, attraverso i vari comitati, è che a sovrintendere le scelte siano sempre criteri di opportunità, sostenibilità ambientale e miglioramento della qualità della vita. Alle reciproche accuse di “fare strumentalizzazioni e speculazioni politiche, gettando fumo negli occhi dei cittadini” dovrà necessariamente seguire una versione definitiva dell’argomento il più possibile oggettiva, estranea alla protezione di interessi che hanno poco a che fare con quelli dei cittadini.

COS’È LA CENTRALE A BIOMASSE E COME FUNZIONA fonte Wikipedia

na Centrale a biomasse è una centrale elettrica che utilizza il calore prodotto dalla combustione degli scarti dell’agricoltura, dell’allevamento e dell’industria: legname da ardere, residui agricoli e forestali, scarti dell’industria agroalimentare , reflui degli allevamenti, rifiuti urbani e specie vegetali coltivate per lo scopo Il vantaggio che si trae da questa modalità di produzione dell’energia elettrica è che si basa sull’utilizzo di scarti agricoli, industriali e urbani anziché l’uso di derivati del petrolio. Questa tipologia di produzione ha un effetto a lungo termine sull’ambiente

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poiché il carbonio contenuto nella biomassa fa parte del ciclo naturale del carbonio, a differenza del combustibile carbone o gas naturale normalmente impiegato nelle centrali termoelettriche. Su larga scala, l’uso di terreni agricoli per coltivazioni estese e dedicate alla produzione di BIOMASSA, toglie terreno all’agricoltura e quindi alla produzione di cibo. Gli svantaggi, nell’eventuale uso massiccio di biomasse (per es. alberi) riguardano la riduzione della capacità delle foreste di sequestrare la CO2 (il carbonio) che è l’alimento principale del mondo vegetale. La combustione delle biomasse legnose (qualora si abbattessero massicciamente alberi di alto fusto) crea inquinamento dell’aria e aggiunge quantità significative di carbonio (CO2) nell’atmosfera e ci vorranno poi almeno altri 2030-40 anni perché lo stesso albero possa riprodursi, riassorbendo la CO2 dall’atmosfera. Dalla combustione delle biomasse, vengono emessi nell’aria monossido di carbonio, NOx, COV (Composti organici volatili), particolati e altri inquinanti, qualora i relativi impianti di combustione non siano dotati delle necessarie tecnologie idonee a prevenire e sostanzialmente ridurre tali emissioni in atmosfera. In caso contrario, le emissioni di tali inquinanti in atmosfera sarebbero a livelli superiori rispetto alla produzione di energia elettrica con l’utilizzo dei combustibili fossili: carbone, gas naturale o petrolio.


Il parere dell’esperto

di Mi.Ca.

l fabbisogno di energia, ma anche il contenimento della spesa oltre che la questione ecologica collegata, sta portando i paesi e i governi ad interrogarsi su quali tecnologie possano essere più utili a conciliare esigenze economiche e salute pubblica. Qualche anno fa , a Teramo si parlava di turbogas, un impianto per la produzione di energia basato sull’utilizzo del gas metano. Il progetto, velocemente accantonato, sviluppò un ampio e vivace dibattito, civico e politico, soprattutto per l’impatto ambientale e salutistico. Ma cos’è la co-generazione? Per cogenerazione di energia si intende la generazione di energia elettrica e termica, nella stesso processo di generazione: si recupera il calore a valle del processo di produzione di energia elettrica. I sistemi di cogenerazione sono ottimi mezzi di recupero e risparmio energetico: dal 60% al 100% di risparmio di combustibili fossili a seconda delle tipologie di impianto e necessità energetiche. Dai sistemi di cogenerazione derivano i più recenti sistemi di trigenerazione dove, nel periodo estivo o qualora sia richiesta energia frigorifera, il calore recuperato può essere trasformato in energia frigorifera grazie all’impiego del ciclo frigorifero ad assorbimento il cui funzionamento si basa su trasformazioni di stato del fluido refrigerante (acqua) in combinazione con la sostanza (bromuro di litio) utilizzata quale assorbente Il biogas deriva dalla trasformazione anaerobica delle sostanze organiche contenute nei rifiuti, è costituito, mediamente, dal 50-60% di metano, da anidride carbonica, composti solforati ed acqua. Dopo la captazione e la depurazione può essere utilizzato come energia primaria per alimentare i motori endotermici di un sistema di cogenerazione. Oltre a grandi impianti per il recupero del biogas dalle

…CHE FINE HA FATTO LA TURBOGAS? discariche per alimentare cogeneratori collegati a reti di teleriscaldamento e raffrescamento, oggi esiste la possibilità di avere sistemi di piccola/media taglia, con diverse varianti funzionali, ad hoc per utenti privati e consorzi che dispongono di rifiuti organici dai quali è possibile ricavare biogas. La trigenerazione ,inoltre, oltre ad autoprodurre energia elettrica, consente di utilizzare l’energia termica recuperata dalla trasformazione anche per produrre energia frigorifera, ovvero acqua refrigerata per il condizionamento o per i processi industriali

LA TURBINA A GAS O TURBOGAS a turbina a gas, detta anche turboespansore o turbogas,è un motore a combustione interna utilizzato per trasformare mediante turbomacchine l’energia chimica del combustibile. L’energia estratta viene resa disponibile sotto forma di potenza all’albero, aria compressa, spinta o una loro combinazione ed è utilizzata per muovere aerei, treni, navi,generatori. Come per qualunque macchina termica, un’alta temperatura di combustione produce un alto rendimento, e il rendimento è tanto più elevato quanto più è alta la differenza tra temperatura massima e minima del ciclo

In Italia stanno proliferando centrali elettriche alimentate con oli vegetali, contrabbandate come un toccasana ecologico per combattere l’effetto serra. Il 5 novembre scorso a Vasto, il Prof. Federico Valerio, dell’Istituto Tumori di Genova, ha informato i cittadini di quanto siano poco ecologiche queste centrali che “ per produrre elettricità usano grandi motori dieselmarini, ovvero motori in uso sulle navi moderne per far girare le eliche e per fornire tutti i servizi elettrici di bordo. Il combustibile sarà anche bio, ma quello che esce dai tubi di scappamento di questi grandi motori non è per niente “naturale” e non molto diverso da quello che esce dai motori diesel che nelle nostre autovetture. I fumi, anche se opportunamente depurati, prodotti dall’olio di colza bruciata nei motori, ogni ora immetteranno nell’atmosfera ossidi di azoto”. Studi recenti (2009), fatti sulla tossicità di motori diesel alimentati con oli vegetali grezzi (colza) hanno evidenziato che questi fumi, a parità di volume, hanno un’attività cancerogena e mutagena (inducono cioè malformazioni genetiche) fino a 17 volte maggiore di quella, già preoccupante, di un motore diesel. Essi inoltre emettono polveri fini, ultrafini, nanopolveri e idrocarburi policiclici aromatici, che si accumuleranno sui campi e sulle coltivazioni. Sono molto rumorosi: 65 decibel a 7 metri di distanza. Infine, senza il recupero del calore con il teleriscaldamento , il 65% del calore prodotto da tali impianti si disperde nell’atmosfera. Il proliferare di detti impianti (diesel marini alimentati con biodiesel) è dovuto ai generosi contributi di denaro, concessi a chi produce elettricità da fonti rinnovabili.

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Mille imprese al giorno cessano di vivere, secondo Unioncamere, mentre i movimenti civili, da Grillo a Ingroia a Giannino, riempiono le piazze italiane da nord a sud. La crisi e la recessione sembrano aver “svegliato” una società che appariva rassegnata a subire il decadimento dei valori. Sempre più stanca di sprechi e di promesse vuote e (apparentemente) non più disposta a “mantenere” privilegi di stato e non, per pochi eletti, mentre il resto del paese “stringe la cinghia”. Lavoratori e imprenditori, disoccupati e falliti, giovani e esodati, tutti sulla stessa barca. Per la prima volta, invece dei candidati nei comizi, sono gli elettori, i cittadini italiani a farsi sentire chiedendo a gran voce, a chi ci ha governato, come e perché siamo arrivati a questo punto. E dal dibattito politico, economico e sociale di questi ultimi anni di crisi, qualcosa sembra stia davvero cambiando. Forse i maya non avevano poi tutti i torti. Mira Carpineta

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Minimo storico per le aperture, in crescita le chiusure, artigiani in forte calo (-1,4%)

Nel 2012 mille chiusure al giorno Dardanello: “Le imprese da sole non possono più fare miracoli, dal nuovo Governo misure concrete o il 2013 sarà un anno sprecato” Rapporto Unioncamere – Movimprese 2013

ono 383.883 le imprese nate nel 2012 (il valore più basso degli ultimi otto anni e 7.427 in meno rispetto al 2011), a fronte delle quali 364.972 - mille ogni giorno - sono quelle che hanno chiuso i battenti (+24mila unità rispetto all’anno precedente). Come conseguenza, il saldo tra entrate e uscite si è attestato sul valore di 18.911 imprese, il secondo peggior risultato del periodo considerato e vicino - dopo due anni consecutivi di recupero - a quello del 2009, l’anno peggiore dall’inizio della crisi. Considerando anche le cancellazioni delle imprese ormai non operative da più di tre anni, al 31 dicembre dello scorso anno lo stock complessivo delle imprese esistenti ammontava a 6.093.158 unità. Si restringe ulteriormente (-6.515 imprese) il tessuto imprenditoriale dell’industria manifatturiera, che chiude l’anno con 20.319 imprese in meno , quello delle costruzioni (-7.427) e dell’agricoltura (-16.791). Il conto più salato del 2012 lo paga il Nord che – Lombardia esclusa – perde complessivamente circa 6.600 imprese, i tre quarti delle quali (poco meno di 5mila unità) nel solo Nord-Est. Giovani under 35, immigrati e donne, attività del turismo, del commercio e dei servizi alle imprese e alle persone sono le tipologie di imprenditori e i settori di attività che, nel 2012, hanno consentito a mantenere in lieve attivo il bilancio anagrafico delle imprese italiane (+0,3% contro il +0,5 del 2011). Il Centro, ha fatto registrare nel 2012 un tasso di crescita superiore a quello medio nazionale. Il Centro da solo, determina oltre la metà (il 55,5%) di tutto il saldo nazionale dello scorso anno. Decisamente positivo anche il contributo al saldo nazionale che viene dal Mezzogiorno

(49,5%). Mentre il declino delle Ditte individuali è un fenomeno emerso da più di tre decenni e procede lentamente contrastato unicamente dalla crescente rilevanza delle imprese di stranieri. I macrosettori che hanno chiuso il 2012 con un saldo negativo sono solamente quattro che, sommati insieme, rappresentano il 38,1% delle imprese esistenti: Agricoltura (-16.791 pari ad una riduzione dello stock del 2%), Costruzioni (-7.427, corrispondente ad una contrazione del numero di imprese dello 0,82%), Attività manifatturiere (-6.515, pari al -1,05% in termini relativi) ed Estrazione di minerali da cave e miniere (-112, che equivale ad una riduzione dello stock di questo settore, fortemente connesso con l’edilizia, del 2,3%). Nell’industria manifatturiera, solo tre comparti – Alimentare, Bevande e Riparazione, manutenzione e installazione di macchine ed apparecchiature – fanno segnalare saldi positivi nel 2012. I primi due hanno totalizzato insieme un saldo di 445 imprese in più rispetto all’anno precedente, la metà delle quali al Sud; il terzo ha visto aumentare il suo stock di 1.490 imprese (+5,71%), con tassi superiori al 5% in tutte le circoscrizioni territoriali. Tra gli altri settori, quelli che mostrano i saldi in valore assoluto più positivi sono, nell’ordine: le Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+11.438 imprese, pari ad un tasso di crescita annua del 2,92%), il Commercio (+8.005 unità, +0,52% in termini relativi), Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (+5.505 unità il saldo, +3,51% il tasso di crescita), le Attività professionali, scientifiche e tecniche (+4.576, ovvero +2,37% sull’anno precedente). Discorso a parte merita l’universo delle imprese artigiane. A causa della maggiore

concentrazione di queste imprese nel settore manifatturiero – il più esposto in questi anni alle trasformazioni imposte dalla globalizzazione dei mercati - la crisi sembra aver prodotto una contrazione strutturale e non ancora stabilizzata del tessuto imprenditoriale artigiano che, per il quarto anno consecutivo, chiude con un bilancio anagrafico in rosso: -20.319 unità (-1,39%), il calo più rilevante degli ultimi otto anni. A determinarlo sono stati, da un lato, l’ulteriore riduzione delle iscrizioni (-4mila unità rispetto al 2011 che, a sua volta, aveva già registrato una riduzione di oltre 5mila entrate rispetto al 2010), ed un aumento di quasi 10mila cessazioni (dopo il breve rallentamento registrato nel biennio 2010-2011). “In questi anni – ha detto il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - le imprese italiane hanno fatto letteralmente dei miracoli per restare sul mercato. In tante, anche in assenza di vere politiche di sostegno, sono addirittura riuscite a migliorare le proprie posizioni e a rafforzarsi. Ma molte di più non ce l’hanno fatta e, con loro, si sono persi migliaia di posti di lavoro, per non parlare di competenze e tradizioni importanti. Ora però il tempo è scaduto, tra poco la politica avrà di nuovo in mano le sorti del Paese e deve sapere che l’obiettivo primo e urgente della sua agenda deve essere quello di rimettere al centro dell’azione politica l’impresa, da cui dipende il lavoro, riducendo su entrambi i fronti la pressione fiscale in linea con le più competitive economie europee. La ripresa può venire solo dal mercato e dunque serve favorire la nascita di nuove imprese ad elevato contenuto occupazionale e tecnologico, dando priorità al Mezzogiorno, ai giovani, alle donne e all’imprenditoria sociale”.

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L’Italia e lo spreco dei fondi per l’energia di Ennio Salvatori

a Corte dei Conti Europea ha definito “uso improprio di 874 milioni per gli edifici pubblici” l’utilizzo dei fondi concessi come incentivo per migliorare l’efficienza energetica dei servizi pubblici. I fondi comunitari a disposizione per il nostro Paese restano quasi sempre inutilizzati per mancanza di procedure, richieste o progetti , ma quando li chiediamo e li utilizziamo si rischia di passare per degli imbroglioni. Accade per i fondi Europei destinati all’efficienza energetica degli edifici pubblici. Negli ultimi cinque anni abbiamo chiesto e ottenuto 874 milioni di euro. Quasi 200milioni per anno, ma sono stati usati in maniera del tutto impropria: non per

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migliorare l’efficienza energetica degli edifici pubblici che, secondo i centri di ricerca del settore, sono la principale fonte di spreco ma, per finanziare semplici ristrutturazioni o manutenzioni che comunque era d’obbligo fare. Dunque una palese violazione delle regole comunitarie che probabilmente produrrà delle sanzioni. Pare che i nostri “compagni di merende” siano solo la Repubblica Ceca e la Lituania.


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Siamo al 72esimo posto per la corruzione politica

SEMPRE PIÙ IN BASSO Nell’eurozona solo Bulgaria e Grecia peggio di noi. Fenomeno che colpisce i Paesi che risentono di più della crisi economica di Camilo Enrique Spelorzi

econdo Transparency International, che dal 1995 classifica più di 170 paesi del mondo in base al livello di corruzione nel settore pubblico e politico, l’Italia è scivolata dal 69esimo al 72esimo posto nel 2012 con 42 punti su una scala da 0 a 100. Il bel Paese resta quasi in coda per quanto riguarda la trasparenza nella pubblica amministrazione, seguita solo da Bulgaria (75) e Grecia (94), ma sopratutto ben lontana dai più morali stati della Danimarca, Finlandia e Nuova Zelanda, primi 3 della classifica. Se si osserva la posizione di Germania (13), Francia (22) e Spagna (30), ci si rende conto della gravità della situazione , peraltro complessa. La Commissione dell’Unione

Europea in una relazione presentata al Parlamento europeo, stima che la corruzione costi all’economia dell’UE 120 miliardi di euro l’anno, e che L’Italia deterrebbe il 50%

I politici sono tutti ladri” è un luogo comune condiviso da molte persone... dell’intero giro economico della corruzione, ossia 60 miliardi ogni anno.Transparency International definisce la corruzione come “l’abuso di potere affidato per guadagno

privato”, e anche “ una mancanza di moralità ed eticità dei politici che governano il Paese, che alla fine porta ad un impatto negativo sull’economia e la credibilità dell’intero sistema”, e sempre secondo l’organizzazione, le difficoltà economiche della zona euro sono “in parte legate alla incapacità delle autorità a combattere la corruzione e l’evasione fiscale, che sono tra le cause principali della crisi”. “I politici sono tutti ladri” è un luogo comune condiviso da molte persone che considerano politici e amministratori pubblici come coloro che “si mettono in tasca i soldi pubblici”. E i fatti di cronaca che continuano a riempire giornali e televisioni, fanno apparire la fine della storia ancora ben lontana.

Per non “ morire di crediti” Artigiani e piccole imprese nella morsa della recessione di Mira Carpineta

a manifestazione del 28 gennaio, organizzata dalle associazioni degli artigiani e piccole imprese, ha ribadito il disagio e le richieste di un comparto sociale importante e che rappresenta la vera struttura della nostra economia. Il Direttore Provinciale di CNA Teramo, Gloriano Lanciotti si fa portavoce delle richieste che si vogliono veder accolte dai futuri amministratori, a qualsiasi schieramento appartengano. “E’ imprescindibile per qualsiasi governo, avviare azioni che possano aiutare le imprese, soprattutto le piccole, a superare la fase recessiva che stiamo vivendo – dichiara Lanciotti – e si deve iniziare proprio da quelle azioni rimaste a metà, come l’erogazione degli stanziamenti per i Confidi, previsti dalla riforma di 3 anni fa e mai arrivati. Fondi

che potrebbero aiutare centinaia di aziende e sbloccare l’economia. Oggi le imprese muoiono di crediti, non di debiti. Anche quelle che lavorano, soprattutto per la Pubblica Amministrazione che non riesce, nonostante le normative, a rispettare i termini di pagamento, senza un adeguato

C’è bisogno di politiche concrete e soprattutto sane... supporto di credito non possono resistere per molto”. Secondo Lanciotti i nodi che strangolano l’artigianato e le piccole imprese risiedono appunto nella stretta creditizia delle banche e nella difficoltà di riscossione

dei crediti, mentre a fare da contraltare si continuano a perpetrare sprechi milionari, come le “cattedrali nel deserto” , costate milioni di euro e mai entrate in funzione: “ lo scempio degli autoporti abruzzesi – continua Lanciotti – ne è un esempio. 4 strutture, di cui 2 praticamente pronte che non si riesce ad attivare per mancanza di un bando o di un affidamento della gestione. In una regione in cui c’è una città da ricostruire, che potrebbe essere il volano della ripresa, abbiamo aziende che preferiscono non partecipare alle aste per timore di non essere pagate e di conseguenza di fallire. Per questi motivi – conclude - è necessario adesso, nel momento in cui dalle elezioni uscirà la nuova classe politica, far sentire la nostra voce e le nostre richieste. C’è bisogno di politiche concrete e soprattutto sane”.

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Senza programmi concreti quale sviluppo? Previsioni impossibili per l’associazione di imprese teramana di Angela Fosco

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nche l’Aimpa fa sentire la sua voce sulla situazione che i nuovi governanti dovranno affrontare dopo le elezioni. Per chiunque le vinca. “Il ritorno ad un governo di espressione politica deve significare poter riportare l’economia al servizio dei cittadini e non viceversa – sostiene il presidente Antonio Persano – e questo attraverso misure che consentano alle imprese, tutte, dalle più piccole alle più grandi, di poter tornare a far parte del mercato. Un mercato però che va ristrutturato in virtù delle mutate situazioni. La crisi deve essere l’opportunità di un cambiamento, anche culturale, sia nelle relazioni intra-aziendali , con un mutato atteggiamento tra le parti coinvolte, lavoratori e imprenditori, sia tra i partners economici.

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Le banche devono tornare a fare il loro lavoro e cioè supportare le aziende e aiutarle a crescere. È davvero deprimente apprendere che ogni giorno muoiono 1000 imprese e poi scoprire che anche i più famosi istituti bancari hanno preferito “bruciare” milioni di euro in speculazioni azzardate piuttosto che sostenere l’economia reale, quella che nonostante le difficoltà continua a “tirare la carretta” del Paese”. Le associazioni di categoria,pur nelle diverse compagini sembrano equanimemente concordi nell’elencare i punti fondamentali su cui lavorare, tassazione, costi del lavoro, competitività e accesso al credito: “ senza una politica concreta di sviluppo, non vedo come si possa parlare di ripresa a 3, 6 o 12 mesi. Come si fa a fare previsioni se non si impostano le linee di azione?” conclude Persano.


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… E le banche stanno a guardare di Daniela Palantrani

n talia chiudono più di 1000 aziende al giorno. Il Veneto per esempio, risente della crisi molto più dell’Abruzzo, i cui dati non sono comunque confortanti. Il vice presidente del gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Teramo,Giammaria De Paulis, commenta: “In Abruzzo risentiamo un po’ meno perché il tessuto imprenditoriale locale è diverso rispetto a quello veneto. E’ evidente che un danno economico si risente maggiormente in una regione in cui il mercato è molto ampio, rispetto a una regione come l’Abruzzo , il cui tessuto industriale è più piccolo. In generale le aziende chiudono perché in Italia abbiamo problematiche non da poco, ad iniziare

La situazione è alquanto particolare, se si pensa che anche un’azienda con il portafoglio ordini pieno può trovarsi a corto di liquidità per difficoltà di incasso; le banche non le finanziano, aggravando la situazione...

dalla poca liquidità delle imprese, dovuta sia a ritardi nei pagamenti, da parte dei clienti, sia alle banche che hanno fermato i finanziamenti alle imprese”. Quale la responsabilità delle banche in questa crisi? “Le banche hanno una parte fondamentale. Posso condividere che c’è stata una ristrutturazione del sistema bancario voluta dal Governo Monti, ma notizie recenti parlano del fatto che i soldi recuperati con l’IMU andranno a finire in qualche maniera nelle casse del Monte Paschi di Siena. Non dimentichiamo che in Italia per poter fare impresa occorrono i finanziamenti bancari e quindi il ruolo delle stesse, soprattutto in merito alla liquidità, è vincolante. In quest’ultimo periodo vi

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FocusON PARLANO GLI ELETTORI sono tantissime imprese che cercano di ricorrere al finanziamento, anche per pagare le tasse e gli stipendi. La situazione è alquanto particolare, se si pensa che anche un’azienda con il portafoglio ordini pieno può trovarsi a corto di liquidità per difficoltà di incasso; le banche non le finanziano, aggravando la situazione, e allo stesso tempo devono acquistare materie prime per produrre e pagare i dipendenti. Il rischio è che pur avendo gli ordini, non si riesca a produrre perché mancano liquidi. E’ Gravissimo. Si crea un teatrino che può far scattare una reazione a catena drammatica e che può mettere in difficoltà grossi indotti: mobiliare, immobiliare e così via”. Non pensa che si sia già innescata questa reazione a catena? “Si, la catena è partita già da qualche anno. Nonostante questo, l’imprenditore italiano fino a qualche tempo fa è riuscito a tamponare intervenendo con le liquidità personali. Dando valore aggiunto e respiro alla propria azienda. E’ pur vero che oggi , anche queste risorse personali ,si sono esaurite e la crisi sembra non avere risoluzione immediata. Oggi le imprese si trovano nel loro punto più basso. Necessita aggiungere che in Italia, a mettere in difficoltà le aziende , è anche l’elevatissimo costo del lavoro. Questo ci rende poco competitivi anche sui mercati internazionali. A parità di costo di materie

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prime, in altre nazioni la manodopera costa molto meno e le aziende italiane vengono escluse dai mercati. Sull’internazionalizzazione delle imprese, invece, bisogna insistere, soprattutto a livello di Istituzioni. E’ il Governo, in primis, che deve promuovere all’estero il nostro paese e fare in modo che le aziende possano competere. Si parlava qualche tempo fa di ripresa nel secondo semestre 2013, non so se crederci, quante imprese non riusciranno? Secondo me, superare il primo semestre 2013 sarà davvero difficile, anche per fattori politici: siamo sotto elezioni e non abbiamo ancora un Governo che sia in condizioni di agire e la vicenda MPS , che grava sul mercato nazionale e internazionale. Speriamo di vedere segnali positivi nei primi mesi del 2014, ma ora bisogna resistere. “

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È il Governo, in primis, che deve promuovere all’estero il nostro paese e fare in modo che le aziende possano competere

di Adele Di Feliciantonio

n un clima di ribellione generale , sfiducia, confusione e uno stato di malessere nei confronti dei politici, i partiti si preparano ad affrontare il pericolo che più li preoccupa: il distacco e la disistima nei loro confronti. Se i caratteri fondamentali delle elezioni democratiche sono la competizione, la libertà di scelta da parte degli elettori e la rilevanza dei risultati, e se il voto è stato finora di appartenenza, di opinione e di scambio, oggi si aggiungono il voto di protesta e soprattutto un marcato astensionismo. Dal dopoguerra l’Italia ha sempre visto una partecipazione quasi plebiscitaria alle urne, era l’epoca dei partiti di massa, con uno stretto rapporto tra cittadini e rappresentanti, ma col tempo avanza sempre più il “partito”del nonvoto o ancora di più il voto di dissenso e ribellione. Fenomeni nuovi per il nostro paese? Sicuramente questa disaffezione deriva dalla dissoluzione dei vecchi partiti e la fine dell’ideologia, ma il disinteresse verso la politica è un fenomeno in crescita e sta creando una seria minaccia alla democrazia e alle compagini consolidate. La situazione generale è conosciuta a tutti: pressione fiscale da record, imprese


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LA CLASSE POLITICA SECONDO I PIÙ GIOVANI

“Anacronistica e incapace di rinnovarsi” Le scelte di protesta per vincere la disillusione schiacciate dalla tassazione e dipendenti sottopagati, precari, esodati e licenziati; altissimo livello di disoccupazione, soprattutto giovanile, scuola, sanità, giustizia e altre istituzioni pubbliche allo sfascio, imu, tarsu, canone rai e via dicendo e come se non bastasse, nuovi inquietanti scenari: corruzione, amoralità, sperpero delle risorse pubbliche. Alla vigilia delle elezioni è tantl’ indecisione, ma soprattutto la perplessità, se optare per i partiti tradizionali, astenersi o preferire forze antitetiche come il Movimento 5 Stelle di Grillo. E si inizia a parlare di anti – politica. La scelta del non – voto o dei movimenti di protesta, potrebbe essere la manifestazione di una ribellione, di un rifiuto di una politica o richiesta di un’altra politica? Nei comizi di Beppe Grillo la partecipazione popolare, è stata imponente, anche a Teramo e nonostante la pioggia. Sicuramente i

movimenti di protesta, spesso tacciati di demagogia, devono ancora dimostrare di saper realizzare un vero e proprio progetto politico, ma nonostante queste riserve, molti, soprattutto tra i giovani, se ne sentono attratti. In un recente sondaggio la politica italiana, viene vista dai giovani come “anacronistica e incapace di rinnovarsi, piena di raccomandati e in mano a una massa di incompetenti”. E così alcuni, tanti, tra i nostri concittadini, poco inclini verso il non voto perché definito “inutile, sbagliato, finalizzato a far venir meno i nostri doveri da cittadini, o violazione di un diritto conquistato con dure lotte”, sono invece più propensi al voto di protesta, dividendosi tra Grillo e Ingroia. “Sul voto di protesta sarei d’accordo, ma si dovrebbe aderire in tanti - sostiene A., 40anni - non credo, però che verrà espresso massicciamente; purtroppo tutti si lamentano ma nessuno poi agisce.

Per me rimane un’ottima occasione per farci sentire”. C’è chi sostiene che: “il voto di protesta è ottimo, basta che i protestanti votino una persona che può portarci alla buona politica” e chi invece è convinto che “il Movimento 5 Stelle è l’unica novità in questo panorama sconfortante. Se dovesse vincere avremmo finalmente la possibilità di cambiare l’Italia, e cosa al momento più importante rinegoziare gli interessi sul debito con l’Europa, o decidere di uscirne con un referendum”. L’astensionismo è complementare al voto anti– sistema e denuncia una presa di distanza da una politica considerata inquinata, dedita a interessi personali e non al bene comune, certo è che l’anti – politica, intesa sia nel senso di protesta che di defezione comporta dei grossi rischi per la democrazia. Quello che si dovrebbe evitare è la guerra di tutti contro tutti.

NOI DICIAMO… La parola agli elettori a cura di Adele Di Feliciantonio

Giulia, precaria, 43 anni. Sono precaria da ben18 anni . Il mio sogno è quello di ottenere, finalmente, il ruolo, dopo tanti anni di sacrifici e concorsi. Ultimamente, però, la nostra situazione è peggiorata perché le immissioni in ruolo sono diminuite e le istituzioni pubbliche sono penalizzate. Cosa mi aspetto dalle elezioni e dal nuovo governo? Tante cose o qualcosa di positivo per noi precari, ma sicuramente le mie speranze e aspettative saranno deluse perché non riesco più a fidarmi dei nostri governanti a prescindere dal colore politico. Alessandra, contratto a tempo determinato, 47 anni Sono delusa, disillusa e arrabbiata. Per un disguido degli uffici amministrativi, nel balletto

delle competenze, sono due mesi che non percepisco lo stipendio. Il tesoro assicura che verrà versato, ma non prima di marzo; e come faccio a pagare l’affitto e a contribuire alla famiglia? Già ho un lavoro a tempo determinato che oggi c’è, domani chissà, ora anche senza entrate regolari. Non mi aspetto proprio nulla da queste elezioni; i politici parlano, ma loro lo stipendio lo percepiscono ogni mese e che stipendio! Giuseppe, artigiano E’ dura ottenere una commessa; solo richieste di preventivo, spesso senza risposta e qualche lavoretto che mi permette di tirare avanti. Inoltre ho le spese dell’attività, le imposte irragionevoli da pagare e una famiglia da sostenere con dei bambini che hanno bisogni ed esigen-

ze. Ciò che più mi spaventa è che nessuno pensa alle piccole imprese che sono l’anima dell’economia italiana. I pagamenti sono insostenibili e non credo che la situazione migliorerà anche dopo le elezioni. Patrizia, 30 anni, laureata, inoccupata La mia giornata trascorre tra lo sconforto e il tedio; a casa, senza un lavoro, migliaia di curricula inviati senza ottenere nemmeno un No, solo silenzio e la mia vita senza futuro. Vorrei sposarmi e avere una famiglia mia, ma come vivere? Se non ci fossero i miei genitori davvero non so come farei. Cerco di aiutarmi con dei piccoli e sporadici lavoretti, sotto-pagati e non regolari, ma ciò che guadagno non mi permette di avere una mia indipendenza, che tanto sogno. Già non ne posso più di elezioni e poli-

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FocusON PARLANO GLI ELETTORI tica; tutti promettono, ma poi nessuno pensa a noi giovani che siamo il futuro di questo paese. Non credo a nessuno e se andrò a votare è solo perché è un mio diritto!

rendo conto che è già difficile andare avanti per me che vivo da sola, immagino quanto sia dura per chi percepisce i miei stessi soldi, ma ha una famiglia sulle spalle.

Stefano, 35anni, disoccupato Di lavori ne ho sperimentati più di uno, e ultimamente mi arrangio facendo il cameriere e lavoretti del genere per mettere da parte l’indispensabile per scappare. L’Italia è un paese per vecchi e non vedo nessuna prospettiva per me. Elezioni?? Solita solfa, non cambierà nulla, anzi andremo sempre peggio.

A. Imprenditore L’attività risente della congiuntura sfavorevole. Il lavoro è poco, ma il problema più grande è l’eccessiva tassazione, da strangolarci. E’ dura continuare, ancor di più licenziare un dipendente che ha famiglia, ma non c’è una politica per noi imprese e soprattutto una imposizione fiscale adeguata che ci faccia respirare. Dalle elezioni mi aspetto tutto e niente: politiche a nostro vantaggio e speriamo niente inasprimento delle imposte o addirittura delle nuove, altrimenti sarei costretto a chiudere bottega.

Maria, 74 anni, pensionata Per rimettere l’Italia dobbiamo fare i sacrifici; ma come si possono chiedere a una pensionata minima come me? Dal nuovo governo mi aspetto che aumentino le pensioni minime e anche che aiutino le famiglie in difficoltà. Mi

L., 50anni, prima cassa integrato, dopo licenziato Quando guardavo la tv speravo che non mi accadesse mai e invece, è arrivato anche per me il tanto temuto licenziamento. Non è stata una doccia fredda perché il fantasma nero già aleggiava da tempo nel luogo di lavoro. Ora mi arrangio ad aiutare al ristorante di mia cognata; trovare un nuovo lavoro a 50 anni è una vera impresa. L’unica cosa che mi ferisce è che mia moglie e i miei figli devono contribuire al mantenimento della casa. Non mi fa sentire un bravo capo-famiglia, ma purtroppo non so cosa fare. Sono nervoso e in questo momento le promesse dei politici mi mettono ancor di più ansia. Mi auguro solo che al governo ci sarà una persona che prenda a cuore le storie delle famiglie normali, quelle che non navigano nell’oro, ma che vanno avanti con tanti sacrifici.

E per i giovani...

NON BASTA “METTERE UNA CROCE” di Michele Ciliberti

n campagna elettorale è facile annunciare provvedimenti e soluzioni ai problemi che attanagliano i giovani oppure enunciarli come spettro contro avversari politici. Chi è veramente consapevole delle difficoltà che s’incontrano e della ormai impossibilità a trovare lavoro o sistemazione sono i giovani stessi. Un programma politico serio dovrebbe

Il territorio spesso offre poco e molti ragazzi preferiscono il disimpegno e la libertà della strada alle “torture” della formazione. La precarietà “esistenziale” è determinata soprattutto da ciò

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avere come protagonisti i diretti interessati: la corretta diagnosi la può fare solo l’ammalato! Occorre che i giovani abbiano maggiore spazio tra le forze politiche, ma ciò non significa che bisogna “rottamare” chi ha una certa età. Il programma di Matteo Renzi è stato molto frainteso, forse era l’unico che andava nella PrimaPagina 33 - feb. 2013

giusta direzione. D’altra parte, però, bisogna pure ben istruire ed educare i giovani alla politica. Ricordo benissimo una mia studentessa diciottenne che doveva votare per la prima volta, era felicissima ed emozionata, ma anche spaventata, tanto che un giorno mi disse: “Io non so votare”.


PPARLANO GLI ELETTORI FocusON Il vero spread è dato dalla differenza di opportunità che un giovane italiano incontra rispetto ai coetanei di altri paesi europei ed extra... Un suo compagno rispose: “E’ facile: basta mettere una croce!”. Capii che dovevo fare molto per loro, senza manipolare le coscienze. La solita ora di Educazione Civica o di Cittadinanza e Costituzione non basta: tutto l’insegnamento e l’istruzione devono mirare alla formazione del cittadino. In tale processo sono coinvolte tutte le agenzie educative: famiglia, scuola, società, chiesa, istituzioni e associazioni varie pubbliche e private. Ecco un altro grave handicap: una volta circoli politici, oratorio e parrocchia erano fonte di formazione dei giovani, oggi sono poco frequentati, forse più per pregiudizio che per vera convinzione di laicità e di lotta alla ideologia. Il territorio spesso offre poco e molti ragazzi preferiscono il disimpegno e la libertà della strada alle “torture” della formazione. La precarietà “esistenziale” è determinata soprattutto da ciò. Fortunatamente, però, la stragrande maggioranza di chi studia e di chi cerca lavoro ha

progetti ben precisi, anche se saranno pochi a realizzarli. Spesso la politica sprona i giovani a inventarsi un lavoro e molti lo fanno superando mille ostacoli, dalla burocrazia ai costi eccessivi: così molte start up sono costrette a non andare avanti, evidenziando soprattutto il fallimento della stessa politica. Il vero spread è dato dalla differenza di opportunità che un giovane italiano incontra rispetto ai coetanei di altri paesi europei ed extra. Ad esaminare altri dati statici, quasi tutti negativi sui giovani, si correrebbe il rischio di cadere nella più profonda depressione proprio in un momento in

Spesso la politica sprona i giovani a inventarsi un lavoro e molti lo fanno superando mille ostacoli, dalla burocrazia ai costi eccessivi: così molte start up sono costrette a non andare avanti, evidenziando soprattutto il fallimento della stessa politica...

cui si avrebbe bisogno di forza per reagire e di ottimismo. Ebbene, i giovani tutti hanno potenzialità straordinarie che fanno ben sperare per la ripresa e per il futuro. Predisporre condizioni necessarie e mezzi per il superamento degli ostacoli, come previsto dall’art. 3 comma 2 della Costituzione, è ciò che si chiede di realizzare ai candidati delle varie forze politiche, una volta che siederanno in Parlamento. Non c’è agenda o programma o contratto con la nazione che tenga, se non si ha la convinzione di trasformare il paese per mezzo di una politica per i giovani. La contingenza del momento spinge verso soluzioni drastiche: tasse e tagli agli sprechi, ma il politico saggio e accorto è colui che ha coraggio e riesce a credere e a investire sui giovani. Infine, occorre guardarsi dagli incantatori di serpenti: di illusionisti l’Italia ne ha avuti fin troppi.

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Non c’è agenda o programma o contratto con la nazione che tenga, se non si ha la convinzione di trasformare il paese...

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Dove sta andando l’industria dell’informazione

Rinnovamento e qualità Tra nuove tecnologie e “vecchi” valori, come si trasforma il mestiere del giornalista di Clementina Berardocco

10 e lode” ad uno studente illustre, Antonio Pascotto, laureatosi presso l’Università degli Studi di Teramo in “Giornalismo e comunicazione multimediale”. Ma chi è Antonio Pascotto? Lavora a Mediaset dal 1993. Inviato in Italia e all’estero, più volte impegnato per speciali e rubriche televisive, ha una lunga esperienza in radio e televisioni private. Per 18 anni al Tg4, dal Novembre 2011 è a NewsMediaset ed è caporedattore della redazione politica di TgCom24, il canale news di Mediaset. Cordiale e disponibile, con la simpatia e la giovialità tipica dell’uomo del Sud (è originario di Avellino), non perde occasione per tornare alla sua Terra ma viene volentieri anche qui, nella nostra città. Casuale l’incontro con Teramo? In un certo senso. Ero stato di passaggio, anche per motivi sportivi. Seguo il basket e

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Teramo in questi anni ha prodotto veri e propri campioni. Poi l’Università, il rapporto con i colleghi, qualche amicizia. Insomma, sono diventato un po’ teramano. Affezionato alla città tra i due fiumi. Quali le sue impressioni sulla nostra città? Mi riporta alle origini. Vengo dalla provincia, amo le cose semplici, le tradizioni e Teramo è una città ricca da questo punto di vista. E’ vero, ci sono tanti problemi. Tocca rimboccarsi le maniche, e cercare di superarli. La presenza di tanti giovani, grazie all’Università, faceva ben sperare. Poi, tra questioni economiche e, diciamo, politiche, carenza di organico, mancanza di servizi, interessi, anche l’Università ha vissuto momenti difficili. Ma ora qualcosa dovrebbe muoversi. Speriamo. Quali i punti di forza e di debolezza? Il punto di forza di una città piccola, di provincia, dovrebbe essere quello della dimensione, appunto. Amministrare un territorio come quello di Teramo dovrebbe essere, almeno sulla carta, più semplice. Poi,

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come sempre, ti rendi conto che non è proprio così. E in una comunità come quella di Teramo anche le questioni di facile soluzione diventano complicate, difficili da affrontare. Prendi come esempio proprio l’Università. Perchè istituzioni di tale importanza, propulsive per una città come Teramo, invece di essere potenziate diventano argomento di divisioni e di polemiche? Ancora una volta me la prendo con i politici, di tutti i partiti, nessuno escluso. Hanno una grossa responsabilità. Dovrebbero fare di più, essere più vicini ai problemi dei cittadini. Capisco gli interessi di diversa natura, ma il primo compito è quello di essere al fianco della gente. Se avesse una bacchetta magica per trasformare Teramo, come la vedrebbe nel futuro? Magari averci una bacchetta magica! Ma quella, purtroppo, ce l’hanno solo i prestigiatori. E in quel caso si tratta di un gioco, di un’illusione. Invece tocca fare i conti con la realtà. Mi piacerebbe che in una città


come Teramo funzionasse l’ordinario: servizi, trasporti, sanità. Spesso non è così. Immagino Teramo come polo turistico, luogo ideale tra mare e montagna per trascorrere periodi di vacanza, lontani dal caos delle grandi metropoli. Ecco, secondo me toccherebbe potenziare il settore turistico. Le risorse, quelle naturali, ci sono. La professione giornalistica è in crisi. Quali le competenze che dovrebbe avere un giornalista oggi? Me ne sono occupato proprio di recente, in un ebook dal titolo L’Informazione connessa. Giornalismo, tecnologia e valore di mercato, pubblicato in formato digitale da Armando Curcio Editore. Agli argomenti dettati dall’agenda quotidiana di giornali, radio e televisioni si aggiungono i temi proposti da blog, forum, social network, web tv, community online. Oggi ci sono internet, i lettori digitali, i tablet. L’editoria, in questo senso, è alle prese con uno dei più grandi cambiamenti della sua storia. I vecchi media non moriranno, ma l’evoluzione della professione è legata al loro adeguamento rispetto alle tecnologie e alla qualità dei contenuti. I giornalisti devono diventare multimediali e digitali. Ci sono certo nuove esigenze... Sì, nuove esigenze che inducono aziende e giornalisti a modificare assetti e programmi, politiche produttive, strategie comunicative e di mercato. Molte aziende hanno dovuto diversificare la loro offerta, altre sono nate sull’onda del web ma, superata la fase di grande confusione della New Economy,

quando sembrava che il progresso digitale e internet dovessero provocare un cataclisma tale da sovvertire tutte le regole, le cose sono cambiate. La rete non ha trasformato in oro tutto quello che è stato proposto. Le idee da sole non bastano, occorre metterle in pratica e l’offerta di prodotti e servizi gratuiti non ha creato sempre valore. È un rischio che corrono

anche gli editori e il mondo dell’informazione, dove oggi si lamentano una crisi del sistema e la paura di perdere un pubblico abituato a ottenere tutto subito e gratis. Cosa dovrebbe fare il giornalismo, per superare questa fase di transizione tra grandi cambiamenti e crisi economica? Il giornalismo dovrebbe ripartire dal giornalismo stesso, tenendo conto nelle nuove dinamiche sociali e degli effetti che esse provocano nell’informazione. E soprattutto dovrebbe saper cogliere le opportunità offerte dalla rete e dalle tecnologie per ribadire il suo ruolo: la negoziazione giornalistica che inizia con la raccolta dei fatti e si conclude, dopo un’attenta analisi sul significato che essi comportano e sul grado di notiziabilità e di interesse, con la loro pubblicazione. Il giornalismo deve ripartire da qui, preoccupandosi di acquisire i nuovi strumenti e le nuove tecnologie a disposizione per rinnovare modelli e servizi, offrendo buoni contenuti tra approfondimenti, inchieste e reportage. L’industria dell’Informazione dove deve mirare? Stiamo vivendo una fase di sperimentazione, durante la quale l’industria dell’informazione deve fare il punto sulle sfide a cui va incontro tra media tradizionali e nuovi linguaggi, carta e digitale, rete e televisione, giornalisti professionisti e blogger. L’auspicio è che il giornalismo possa uscire rafforzato da questo passaggio storico.

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Definita così dal Ministro che la formulò, l’attuale Legge elettorale porta ancora il nome di “porcellum” apire come saranno distribuiti i voti non sembra semplice. Risulta ancor più difficile capire chi verrà eletto con la nostra “X” in cabina elettorale. Con il sistema proporzionale, introdotto nel nostro paese nel 2005, a decidere chi verrà eletto sono i partiti, al momento della formazione delle liste. La Legge 270 del 21 dicembre 2005 che ha modificato il sistema elettorale italiano è stata formulata dall’allora Ministro per le Riforme Roberto Calderoli che in una intervista la definì “una porcata” da qui la successiva denominazione “porcellum”. Fortemente voluta da Silvio Berlusconi che nell’ottobre 2005 minacciò la crisi di Governo nel caso la riforma elettorale non fosse stata approvata prima delle elezioni. La disciplina che regola il voto per eleggere i nostri rappresentanti alla Camera dei Deputati ed al Senato della Repubblica, definito proporzionale, di fatto limita la possibilità degli elettori di scegliere direttamente il candidato. Con il sistema precedente si poteva votare su due schede per la Camera ed una per il Senato. Adesso i membri alla Camera vengono designati con sistema proporzionale con premio di maggioranza, in pratica viene garantito un minimo di 340 seggi alla coalizione che ottiene la maggioranza relativa dei voti. La lista o coalizione che vince le elezioni si vedrà assegnato un numero di voti che le consentiranno di raggiungere la maggioranza dei deputati. La soglia di sbarramento per i partiti è fissata al 4% per le coalizioni al 2%. A Chi non raggiunge le suddette soglie non viene assegnato alcun seggio. Altro punto cruciale sono le Circoscrizioni. E’ prevista la candidatura multipla per Camera dei

a cura di Daniela Palantrani

Elezioni 2013 ESCLUSIVO

La “porcata” di Calderoli

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Deputati e Senato. In pratica un candidato puo’ scegliere in quali circoscrizioni presentarsi agli elettori, tutte o solo alcune. I seggi vengono attribuiti alle liste secondo l’ordine di presentazione dei candidati. In pratica chi è iscritto in fondo ad una lista elettorale non verrà mai eletto. Anche al Senato l’elezione dei rappresentanti avviene con il sistema proporzionale con premio di maggioranza. La sostanziale differenza con la Camera sta nel fatto che soglie e premio vengono calcolate su base regionale.

I seggi vengono attribuiti alle liste secondo l’ordine di presentazione dei candidati. In pratica chi è iscritto in fondo ad una lista elettorale non verrà mai eletto. .. Sostanzialmente ogni regione ha un peso differente commisurato alla popolazione. Maggiore è la popolazione , maggiore è il numero di seggi assegnati, per questo alcune regioni sono strategicamente più importanti di altre.Volendo fare un utopico parallelismo tra Italia e USA: così come per le elezioni degli Stati Uniti d’America l’Ohio è uno stato cruciale, così da noi con alcune regioni più popolose. Ad esempio la Lombardia è più importante dell’Abruzzo, che ha una popolazione inferiore. La soglia di sbarramento al Senato è pari all’8% per le liste non in coalizione, al 3% per le altre.


econdo le norme vigenti, si ha diritto al voto a partire dalla maggiore, anni 18 per la Camera dei Deputati, 25 per il Senato. Le elezioni politiche si svolgeranno il 24 e il 25 febbraio, si potrà votare dalle 8 alle 22 della domenica e dalle 7 alle 15 del lunedì. E’ ammesso il voto domiciliare per coloro che hanno gravi infermità. Da alcuni sondaggi emerge che più del 70% dei giovani, nonostante le sollecitazioni contrarie, pensa di non recarsi alle urne utilizzando l’astensionismo come metodo di protesta. La scheda nulla Se la scheda elettorale viene compilata in maniera non conforme rispetto a quanto indicato dal Ministero dell’Interno, viene ritenuta nulla. In quanto tale non influiscono al fine dei voti di maggioranza o opposizione. Esempio: Otto sono gli aventi diritto al voto. Quattro votano lista Z, due votano lista Y e due invalidano la scheda imbrattandola. Succede che gli aventi diritto sono otto, i votanti sono otto, i volti validi 6, non ci sono schede bianche, le schede nulle sono 2. La lista Z prende 66,6 % dei voti, la lista Y prende 33,3%. IL quorum di affluenza alle urne è del

100%, gli astenuti sono il 0%, i volti validi sono il 75% e i voti nulli sono il 25%. la scheda bianca Se sulla scheda non viene scritto nulla vengono indicate come schede bianche, ovvero valide ma senza indicazione di voto. Neanche queste influiscono sui voti di maggioranza o opposizione ma vengono conteggiate tra le schede valide. Esempio:Otto sono gli aventi diritto al voto. Quattro votano lista Z, due votano lista Y, due consegnano scheda bianca. Gli aventi diritto sono otto, i votanti sono otto, i volti validi otto, le schede bianche sono due, non vi sono schede nulle. La lista Z prende 66,6 % dei voti, la lista Y prende 33,3%. Il quorum è pari al 100%, non ci sono né astenuti né voti nulli. C’è la totalità dei voti validi. “Quale legge o norma , negherebbe all’elettore il diritto di restituire la scheda e l’impossibilità, quindi, di esigere che vengano verbalizzate le motivazioni del gesto?”.L’astensionismo in ambito politico è la non partecipazione al voto.Varia notevolmente in base all’interesse dell’elettore e del suo coinvolgimento emotivo riguardo ai temi proposti. Sembrerebbe esserci un’altra forma di protesta oltre l’astensio-

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Elezioni 2013

Dall’astensione… al non voto

nismo: esercitare il non voto. E’ doveroso, nonché necessario ed imprescindibile, precisare che il voto è un diritto/dovere. Dichiarare che non ci si sente rappresentati e che per questo non si vuole esprimere voto, sarebbe un modo di esercitare il diritto di voto. L’art 104 comma 5, del Testo Unico delle Leggi Elettorali D.P.R. 30 marzo 1957 recita: ”Il segretari dell’Ufficio elettorale che rifiuta di inserire nel processo verbale o di allegarvi proteste o reclami di elettori è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa(…)”. Quindi se ci si presentasse al seggio con la propria scheda elettorale e documento, come da prescrizione, dopo la registrazione , senza toccare la scheda, si potrebbe manifestare al presidente di seggio di verbalizzare la dichiarazione di non voler votare perché non si vuole dare la preferenza a nessuno dei candidati, evitando così di far assegnare la scheda bianca a favore di qualcuno. E per finire…sono brogli elettorali tutte quelle operazioni illecite di manipolazioni del voto che tendono a falsare una consultazione elettorale. La moderna espressione italiana deriva da un analogo termine veneziano. Nell’antica Serenissima era infatti consuetudine per i membri della nobiltà impoverita riunirsi in uno spazio antistante il Palazzo Ducaledi Venezia per far commercio dei propri voti in seno al Maggior Consiglio che reggeva la città e nel quale sedevano per diritto ereditario.Tale spazio era allora noto col nome di Brolio dal latino Brolus, cioè “orto”, retaggio del fatto che la terra su cui tuttora sorge piazza San Marco era in antico proprietà agricola del vicino monastero di San Zaccaria.

ESCLUSIVO

La Lombardia è più importante dell’Abruzzo, che ha una popolazione inferiore...


I SEGNI DEL TEMPO NELL’ARTE SACRA di Giuseppina Michini

l Museo dello Splendore di Giulianova un seminario sul tema della preghiera ha preparato gli artisti a ripensare l’iconografia sacra. Per il terzo anno consecutivo la Fondazione Piccola Opera Charitas di Giulianova ha svolto un seminario di studi rivolto a trenta artisti. Il corso è stato propedeutico all’interpretazione e realizzazione di un’opera che sarà consegnata dagli stessi artisti al Museo d’Arte dello Splendore. L’iniziativa è stata condotta e diretta da Marialuisa De Santis, direttrice del Museo d’Arte dello Splendore la quale ha richiamato le diverse sensibilità stilistiche degli artisti. La direttrice ha ricordato ai partecipanti le parole di Antonio Manuel Pérez secondo il quale non ci può essere produzione di arte cristiana se non è contemporanea; il cristiano è figlio del suo tempo come la stessa opera d’arte. L’intervento di Filippo Lanci, direttore dell’ufficio liturgico diocesano di Teramo, ha posto in evidenza quanto ha affermato il Concilio Vaticano II, secondo cui la Chiesa non ha mai avuto un particolare stile artistico e ammette forme

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artistiche di ogni epoca. Durante le giornate di studio sono stati sviluppati interessanti argomenti incentrati sull’aspetto biblico, artistico, antropologico della preghiera grazie all’intervento del biblista teologo Carmine Di Sante, del professore Mariano Apa e della demoetnoantropologa Alessandra Gasparroni. Tutte le opere verranno donate alla Fondazione Piccola Opera Charitas che le conserverà nella sua collezione di arte contemporanea. La mostra di arte sacra verrà inaugurata nel mese di aprile 2013 in coincidenza con la settimana della cultura, alla presenza del Vescovo Mons. Michele Seccia, delle autorità comunali, provinciali e regionali presso il museo di cui la fondazione Piccola Opera Charitas è socio fondatore. La mostra avrà il patrocinio del comune di Giulianova, della provincia di Teramo, della regione Abruzzo, della facoltà teologica di L’Aquila e fa parte del Progetto Culturale della CEI. L’esposizione sarà poi riproposta nei mesi di luglio e agosto, sempre al Museo d’Arte dello Splendore e sarà corredata da un catalogo nel quale verranno pubblicate tutte le opere assieme ai testi delle relazioni del seminario.


ISCRIZIONI ON LINE La “prima volta” della burocrazia telematica di Clementina Berardocco

al 21 Gennaio sino al 28 Febbraio 2013, 24 ore su 24, è possibile iscrivere a scuola i propri figli. La registrazione online è prevista per le iscrizioni alle classi prime della scuola primaria e della scuola secondaria (di primo e secondo grado), secondo quanto stabilito dalla legge n.135 del 2012 che ha abolito la procedura cartacea. Sin dal primo giorno il sito del MIUR è stato preso d’assalto, mandando in tilt il sistema. Per la prima volta nella storia della scuola italiana è stata rivoluzionata la procedura di iscrizione, utilizzando il web per ottimizzare tempi e risorse. È facile intuire i motivi di tale scelta che sono prevalentemente economici: il risparmio di carta calcolato è di 5 milioni di fogli e di 84.000 ore di lavoro degli assistenti amministrativi nelle segreterie scolastiche che non devono più inserire i dati a mano dai moduli cartacei (quest’ultimi previsti solo per le iscrizioni alla Scuola dell’Infanzia). Il Ministero invita i genitori alla calma. Si legge sul sito www. iscrizioni.istruzione.it: “la data di presentazione della domanda di iscrizione on line non rappresenta requisito di priorità nell’accoglimento della stessa da parte della scuola”. Ogni scuola considererà i consueti criteri: area di residenza o del lavoro dei genitori, presenza di fratelli/sorelle nello stesso Istituto. Alle scuole il compito di supportare ed assistere i genitori che non hanno la possibilità di connettersi e i cittadini stranieri che hanno difficoltà nella

comprensione della lingua italiana. Forse, però, il risparmio previsto sulla carta si trasformerà in maggiore onere per il personale amministrativo che dovrà sostenere chi incontra difficoltà nella compilazione delle Iscrizioni on line. Cosa fare? Prima di tutto bisogna registrarsi sul sito www.iscrizioni. istruzione.it,: si sceglie una password e si inserisce un indirizzo di posta elettronica. La registrazione può essere fatta dal padre, dalla madre, dal tutore o dall’affidatario dell’alunno. Una volta completata la procedura, si riceve un messaggio di conferma all’indirizzo e-mail indicato: la password potrà essere riutilizzata anche negli anni successivi. Poi occorre scegliere la scuola in cui fare l’iscrizione online: ogni scuola è identificata da un codice, chiamato “codice

scuola”. Se non si conosce il codice della scuola prescelta, lo si può ricercare sul sito www.cercalatuascuola.istruzione.it o richiederlo direttamente alla scuola. Il modello di domanda di iscrizione online è formato da due sezioni: la prima è dedicata ai dati anagrafici dello studente, della scuola scelta e le preferenze sull’orario scolastico (per la scuola primaria) o l’indirizzo di studio (per la scuola secondaria di secondo grado). Nella seconda sezione occorre selezionare le informazioni e le preferenze riguardo i servizi che offre la scuola destinataria dell’iscrizione. Conclusa questa fase, il Ministero invia in automatico all’indirizzo di posta elettronica del genitore la conferma di “acquisizione della domanda” e alla scuola il modulo di iscrizione.

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Nell’Europa delle culture il valore del volontariato per il recupero del patrimonio archeologico

Conoscere per rispettare di Ilenia Ceci

asce a Giulianova l’associazione di volontariato culturale “Gruppo Archeologico del Medio Adriatico” grazie alla volontà di un gruppo di appassionati di archeologia e non solo. La prima iniziativa è stata quella di organizzare un calendario di cinque incontri dal titolo Archeologia: dai miti alla realtà. Il 3 gennaio si è affrontato il tema Nell’immaginario femminile: dal mito della Dea Madre…alla befana, a cura dell’archeologa Adriana Martini ma altri appuntamenti si susseguiranno fino a Maggio, alle 15 del primo sabato di ogni mese, presso la sede dell’associazione “Il Cittadino Governante” di Giulianova. I prossimi temi saranno: Nozioni mediche e pozioni magiche, Anfore, spezie e commerci antichi, Racconti di uno scavo e per finire La pratica di uno scavo: Ischia di Castro. Nell’introduzione al primo appuntamento si è insistito su un concetto fondamentale: la conoscenza del patrimonio storico-artististico è la

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condizione imprescindibile per il suo rispetto. Lo scopo dell’associazione è proprio questo, far conoscere e coinvolgere i cittadini nella tutela dei beni culturali del territorio. Tra gli obiettivi, però, c’è anche

Questa collaborazione permetterà di entrare in contatto con quell’Europa di cui si parla meno, quella delle culture.... la volontà di andare oltre, uno dei progetti più interessanti è infatti quello di entrare in rete con i gruppi aderenti al “Forum europeo delle associazioni di volontariato culturale”. Questa collaborazione permetterà di entrare in contatto con quell’Europa di cui si parla meno, quella delle culture, andando quindi al di là del concetto di Europa solo

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come mezzo di imposizioni finanziarie. Il ruolo del volontariato archeologico, sempre a supporto del lavoro della Soprintendenza , pur con tutti i suoi limiti, permette di portare avanti degli studi che difficilmente le amministrazioni avrebbero la forza di sostenere. In Val Vibrata ad esempio, i campi archeologici internazionali, hanno avuto un ruolo importante in più progetti; dallo scavo nell’insediamento protostorico di Colle di Marzio a Martinsicuro, al sito di Santa Maria Vico a Sant’Omero fino al contributo dato nell’allestimento dell’ Antiquarium di Castrum Truentinum di Martinsicuro. L’amore per il territorio è il fattore determinante per la vita dell’associazione ma è anche interpretando la valorizzazione del territorio in un’ottica europea che si legge nella giusta prospettiva la fondazione di un gruppo di volontariato culturale. In periodi di crisi, la domanda sull’effettiva necessità di promuovere la discussione intorno al concetto di cultura deve essere scontata: sì, è necessario!


Nella musica dei Manugrè l’amore e le emozioni della vita degli artisti di strada

CON LE MANI E CON IL CUORE Storia di un sogno e di un’amicizia, oltre il dolore, a ritmo di jazz di Mariangela Sansone

i sono storie di amicizia che vanno lontano, superano gli ostacoli, anche quelli insormontabili come la morte, e durano per sempre; poi c’è la musica, che funge da veicolo e da tramite, un conduttore sano di emozioni. Da una grande amicizia nascono i Manugrè, un profondo amore per la musica nera portò due amici, Nico e Tiziano, a fondare un gruppo musicale nel 2006, in cui convogliare energie, sogni e passioni. Il nome della formazione è una crasi tra le parole mano e grezza; l’idea sposata dai due amici era quella di rifarsi ai musicisti di strada, a tutti quegli artisti che suonano davvero con le mani e con il cuore, come gli street players che ad Harlem negli anni ‘60 hanno colorato di jazz e blues l’America. Domenico “Nico” Ciammaricone, tastierista e fondatore della band ricorda gli inizi, segnati da tanto entusiasmo e dalla voglia di cantare l’amore per la vita, tradurre in parole e musica la storia di giovani ventenni, con il fervore ed il trasporto tipico dell’età. Dopo poco tempo, però, Tiziano venne a mancare ed il dolore per la perdita inaspettata e improvvisa dell’amico fraterno bloccarono Nico, che da solo non riuscì e non volle più portare avanti il sogno dei Manugrè. Qualcosa è cambiato nell’anni-

Le composizioni dei Manugrè tradiscono un fondamento comune di rock melodico ma sono il risultato della fusione di generi musicali molto diversi...

9 febbraio per la presentazione del disco; tra qualche settimana sarà diffuso il videoclip del brano “Non nasconderti”. L’ultimo pensiero di Nico è sempre rivolto al caro amico Tiziano: “Al momento della stesura finale del testo e della musica abbiamo avuto tutti dei brividi che non so come spiegare. È stato magico. È tutto per lui”.

versario del quinto anno dalla scomparsa di Tiziano e nel 2011 Nico ha trovato la forza di riprendere in mano le redini del progetto, insieme ad Andrea Di Marco (batteria), Domenico Di Martino (voce), Luca Finavera (basso), Giulio Esposito (chitarra), e con la supervisione di Claudio De Pascale. Le composizioni dei Manugrè tradiscono un fondamento comune di rock melodico ma sono il risultato della fusione di generi musicali molto diversi. Il loro album è denso di amore, poesia e soprattutto di grande musica, i loro testi parlano dei membri del gruppo, delle loro storie e di Tiziano, cui è dedicato il brano “Canzone per il cielo”, scritto a quattro mani da Nico e Domenico, un pezzo intenso e delicato, scelto per aprire l’evento organizzato a Giulianova il PrimaPagina 33 - feb. 2013

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Per digerire lo spread difendiamo la cucina tradizionale Ricette anticrisi di Adele Di Feliciantonio

uesta espressione, titolo di un recente convegno nella nostra città, in tema di enogastronomia, enuncia una grande verità. L’andamento del famigerato spread è il sintomo di un’emergenza finanziaria, ma soprattutto culturale, sociale, psicologica, identitaria, ambientale che può essere metabolizzata anche e soprattutto grazie al cibo. E in che modo? Sicuramente un buon pasto mette di buon umore e rallegra ogni palato, ma l’arte culinaria è soprattutto una grande risorsa per il nostro paese. L’Italia è considerata il più grande “giacimento” enogastronomico del mondo: un’esplosione inconfondibile di gusti, sapori e profumi. La nostra è la cucina più rinomata e propone, più di ogni altra, un’incredibile varietà di piatti

diversi per ogni comune, provincia, regione. E’ altresì una risorsa importantissima, la principale, insieme al turismo e alla moda, per la rinascita della nostra economia. “Il cibo esprime –affermava il prof. Ernesto Di

Abbiamo abbandonato i cibi che hanno fatto la nostra storia voltando le spalle alla cucina tradizionale

Renzo docente di antropologia all’Università Tor Vergata di Roma – bisogni alimentari, ma anche culturali, identitari e simbolici

; esso definisce chi siamo, le nostre radici, il nostro senso di appartenenza. La modernità ci garantisce ricchezza, ma non benessere. Abbiamo abbandonato i cibi che hanno fatto la nostra storia voltando le spalle alla cucina tradizionale cioè quella che utilizza ingredienti legati vocazionalmente al territorio di riferimento. E il ritorno a essa può salvarci perché è fondamentale nel rilancio delle economie depresse.” L’Abruzzo è ricco di una tradizione culinaria e vinicola di grande rilevanza che deriva dalle usanze sia pastorali delle zone interne montuose che marinare della zona costiera. Una vera e propria miniera di tesori della natura e antiche ricette che possono costituire quel valore aggiunto per la ripartenza economica e occupazionale. Le problematiche che limitano lo sviluppo di questo settore, ben evidenziate dalla prof. Silvia Manetta, preside dell’Istituto Alberghiero, riguardano“ l’incapacità di fare impresa, soprattutto nei paesi montani che invece sono veri e propri musei all’aperto non valorizzati e dove mancano strutture adeguate, alberghi o punti di ritrovo e ristoro per i turisti.” Per realizzare ciò è necessario adeguare il modo di vedere e di agire. E’

ciò che manca è il connubio tra l’enogastronomia e il turismo... fondamentale una predisposizione al cambiamento, alle mutate condizioni storiche, sociali, culturali. In un mondo globalizzato, dove tutto cambia velocemente bisogna adeguarsi alle novità ricercando sì i sapori

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antichi e i prodotti genuini, ma reinventando i piatti classici in chiave moderna, come ha fatto il nostro chef più famoso al mondo Niki Romito, che ha costruito il suo successo proprio su questo concetto. E’ vero che si sta tornando al passato,

Ci dovrebbe essere maggior sinergia tra la scuola e i corsi universitari ad hoc... riscoprendo la semplicità e la qualità, ma è importante prendere il meglio della tradizione e proiettarla verso il futuro. Inoltre “ciò che manca è il connubio tra l’enogastronomia e il turismo. Questo potrebbe costituire quel quid pluris per lo sviluppo dei prodotti abruzzesi. E’ di primaria importanza legare la qualità del prodotto con la bellezza del territorio che qui abbonda”- ha sostenuto il direttore del quotidiano Il Centro, Mauro Tedeschini nel suo intervento. L’incremento e l’incentivo verso gli istituti professionali, che garantiscono formazione e professionalità, devono essere migliorati e devono cadere i pregiudizi verso questi iter formativi che danno prospettive di lavoro certo. “Purtroppo dopo il diploma solo pochi alunni –concludeva con tono dispiaciuto la preside Manetta – continuano il percorso intra-

preso. Ci dovrebbe essere maggior sinergia tra la scuola e i corsi universitari ad hoc”. Questo settore, in continua ascesa, è un’occasione per i giovani che vogliono lavorare e che vogliono costruirsi un futuro. Figure professionali in tal senso sono molto ricercate, ben pagate e si organizzano master post-universitari proprio per formare queste professionalità di alto profilo. Raccogliere la sfida e pensare che la nostra terra è ricca di elementi da valorizzare, il rilancio dell’artigianato alimentare locale e il turismo potrebbero davvero aiutarci a “digerire lo spread”.

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A L’Aquila per il restauro di una preziosa statua lignea

Un torrone per San Pietro Celestino di Federica Gnoli

pprendo su facebook la notizia che il gruppo di azione civica “Jemo ‘nnanzi ha organizzato, per il restauro della statua lignea di San Pietro Celestino, la vendita di 99 metri di torrone a Piazza Palazzo. La reazione è stata immediata, convoco la mia famiglia chiedendogli di non prendere assolutamente impegni per quella data perché è doveroso essere tutti presenti. E’ un modo semplice ed

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La commozione ci ha raggiunto… uso il plurale perché ci siamo guardati tutti contemporaneamente e i nostri occhi parlavano da soli

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onesto di partecipare alla ricostruzione della nostra città, ti fà sentire vivo e poi il ritrovarsi tutti a Piazza Palazzo, l’idea meravigliosa dei 99 metri di torrone che ti colpisce al cuore. Hanno utilizzato due simboli che ci appartengono, da una parte il numero 99 che storicamente ci rappresenta e dall’altro il torrone, dolce caratteristico della nostra tradizione. Per me è stato come un richiamo alle armi, ho bisogno di esserci e percepisco, con molto piacere, che nessuno dei miei ha detto di no anzi sono proprio le mie figlie a ricordarmi l’orario. E’ così che, malgrado la pioggia, ci accingiamo ad uscire io , mio marito, le mie figlie, mia madre, mio fratello e non poteva mancare chiaramente il mio cane! L’impatto è stato inaspettato: appena arrivati ai Quattro Cantoni il cuore ci si è fermato e tutti abbiamo fatto fatica a respirare perché quel tricolore così alto ed illuminato con su scritto jemo ‘nnanzi ci ha tolto il fiato. La commozione ci ha raggiunto… uso il plurale perché ci siamo guardati tutti contemporaneamente e i nostri occhi parlavano da soli. Piazza Palazzo di nuovo viva forse come non lo era mai stata, di nuovo tanti aquilani insieme nel centro storico e tutti, dico tutti, sorridenti con emozione, con questo


filo sottile che ci unisce, dove non servono le parole o le spiegazioni…eravamo tutti lì per lo stesso motivo: partecipare alla ricostruzione in modo pulito. Credo con convinzione che questo pomeriggio abbia lasciato un segno indelebile nella nostra storia anche perché c’è stato uno scambio reciproco di forte energia tra gli organizzatori dell’evento ed i partecipanti, energia che si poteva toccare con mano perché sincera e pulita e quando noi uomini riusciamo ad usare il cuore, siamo capaci di fare grandi cose!!! di Lilly Bottiglione

omenica 13 gennaio. Rinuncio al mio amato concerto di musica classica, appuntamento fisso da anni per il piacere della novità. Accetto la proposta di alcuni amici e mi avvio verso Piazza Palazzo, cercando di non pensare a com’era prima. L’atmosfera è festosa, gente affaccendata, tutti parlano ad alta voce, corrono qua e là dando disposizioni e direttive a destra e a manca, non importa se qualcuno sente o esegue. Tanta allegria e una gran confusione, a tratti scorgo visi di vecchi amici e l’atmosfera diviene frizzante, quasi natalizia, direi. L’esperienza più bella è quella di sorreggere un lembo della bandiera, accanto al mio carissimo ex compagno di scuola Giovanni e a sua moglie. C’è un senso di unione che

si espande a macchia d’olio, e in più la sensazione di essere parte attiva di un processo di miglioramento della realtà circostante. Ero davvero stanca di sentirmi una vittima delle avversità della vita, e di sentire attorno a me persone che amplificavano il disagio, riportando sempre a galla i ricordi più nefasti. Ma allora, esiste solo il passato? E il futuro, il nostro dico, chi lo ricostruirà? Sistemare in bella mostra i mattoncini di torrone è divertente, la confusione apparente è massima, eppure tutti sembrano sapere perfettamente cosa fare, e così dall’apparente caos nasce un movimento ordinato e preciso, perfettamente autodisciplinato. Mi piace stare a guardia del prezioso dolce, ma soprattutto mi piace vedere che la fila di torroni, così

ben disposta, rapidamente scompare. Già vedo la statua restaurata, un altro tassello del mosaico che va a posto, molto presto questo mosaico sarà completo. Quando sono tornata nella mia città, all’inizio del 2010, passavo per via San Bernardino, sola, a piedi, al mattino presto per andare al lavoro, e tutto questo movimento era inimmaginabile. C’erano i miei amati cani randagi a darmi coraggio, a testimoniare che c’era ancora vita. Certo, se le condizioni, le vicende politiche fossero state diverse, avremmo potuto iniziare a ricostruire il centro storico. Ma intanto gli stiamo dando vita. Noi, cittadini aquilani. Qualche goccia di pioggia. C’è una frase che sento gridare, accanto a me, e mi colpisce: “non ci ha fermato il terremoto, vuoi che ci fermi la pioggia?!”

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Sport

Il mio “Grido di Pietra” Nella spedizione italiana che a metà novembre ha scalato il Cerro Torre in Patagonia, anche un teramano, che ci racconta…. di Daniela Palantrani

riginario di Castelli, di professione guida alpina, Andrea Di Donato, 31 anni racconta la spedizione in Sudamerica dove con i colleghi Colin Haley e Corrado Pesce ha conquistato nuove cime, distinguendosi per i successi ottenuti: “dopo 10 giorni di attesa che le condizioni meteo rendessero possibile la scalata, è iniziata la nuova avventura”. E’ arrivato sulla vetta del Cerro Torre in Patagonia, il leggendario “Grido di pietra”, 800 metri di parete granitica e il suo fun-

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go di ghiaccio sommitale. Appena rientrato dalla Patagonia e già in partenza per il Monte Bianco “Parto nuovamente e tornerò fra tre mesi”. Una passione per la montagna che inizia all’età di sette anni con le passeggiate sul Monte Camicia, rafforzata e consolidata

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Le vette scalate da Andrea, sono simbolo della Patagonia e del mondo degli alpinisti

dall’incontro con Adriano D’Antonio, conosciuto casualmente, quando il fratello si iscrive ad un corso di arrampicata. Una passione che cresce senza più fermarsi e diventa alpinismo, fino alle prime spedizioni. Il CAI Abruzzo in una nota spiega, a proposito di Di Donato: “Le vette scalate da Andrea, sono simbolo della Patagonia e del mondo degli alpinisti. Sui monti del parco de Los Glaciares, al confine tra la Patagonia Argentina e quella Cilena, ci sono le vette tra le più temute ed ambite, non per la quota, ma per la verticalità delle pareti


Sport

di granito, il ghiaccio che lo ricopre, le variabili condizioni ambientali, le improvvise tempeste di neve, con il vento spesso padrone incontrastato.- conclude il portavoce del CAI - Il Club Alpino Italiano Abruzzo è orgoglioso dei risultati”. Anche ad alta quota gli incontri, diversi e particolari,

Parto nuovamente e tornerò fra tre mesi...

lata. “Chiesi ai miei compagni se per loro non fosse un problema che io continuassi con gli inglesi, che mi accettarono di buon grado nella loro cordata”. Accade così che si inizia la scalata con degli amici e si arriva in vetta con dei completi sconosciuti. “Non li avevo mai visti prima – conclude Di Donato – ma anche per questo è stata un’esperienza particolare ed emozionante e sicuramente simpatica e singolare”.

non mancano: “Stavo scalando la Cresta Integrale di Peuterey sul Monte Bianco, era una cordata a tre. Uno dei miei compagni dopo il bivacco della notte non se la sentiva di proseguire la salita. Non era particolarmente difficile ma accusava stanchezza e preferiva fermarsi. Nel corso della mattina, sopraggiunsero due inglesi che avevano bivaccato più in basso nel corso della notte precedente”. Lo spirito indomito di Andrea, lo guida verso l’alto e preferirebbe continuare la scaPrimaPagina 33 - feb. 2013

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Motori

Si chiude l’anno nero del mercato automobilistico

Indietro agli anni ’70 Meno 23%. Caro benzina e “spending-review” i protagonisti della contrazione. di Ennio Salvatori

cquistare un’auto nel 2013 sarà un’impresa non da poco per i teramani e non solo. Perché? Principalmente per due motivi: uno culturale legato alle tradizioni dei teramani che continuano a vedere nel possesso di un’auto sportiva o berlina (“lu macchinone”) un simbolo di uno status sociale. In secondo luogo, cosa più importante, perchè è la stessa Agenzia delle Entrate a “vedere” nel possesso delle auto un elemento per verificare la puntualità della contribuzione dovuta. Insomma la macchina (o le macchine) incide sull’ incremento patrimoniale. (cfr circolare n.49 del 2007). Ai fini della ricostruzione del reddito minimo presunto o di quello accertabile, la variabile principale sono i pesi attribuiti alle diverse autovetture in relazione ai cavalli fiscali e quindi alla cilindrata. Il redditometro viene alimentato pertanto anche dal possesso delle auto. Qual è allora il rischio che corrono i teramani e come agiscono Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate per contrastare gli incorreggibili “ furbetti” ? Intanto chiariamo che le tabelle Aci hanno poco a che fare con la problematica in corso, mentre possiamo subito farci un’idea verificando i cavalli fiscali dell’auto o moto, e consultando la relativa tabella dove è possibile notare le varie distinzioni che riguardano la cilindrata, l’ alimentazione ( benzina o a gasolio)

e/o la tipologia dell’ autoveicolo ( campers o autocaravans o motocicli di cilindrata superiore ai 350 cc di cilindrata). Sopra i 21 cavalli fiscali, da quanto si apprende, i controlli scattano più facilmente. Si ritiene infatti, che oltre i 21 cavalli fiscali le vetture sono considerate di lusso e che sviluppano costi di acquisto, manutenzione, assicurazione e bolli particolarmente elevati. Un esempio può essere una Porsche, ma questo criterio riguarda tutte le auto al di sopra dei 2.000 di cilindrata. Questo vale sia per i veicoli di proprietà che per quelli in uso o destinati all’utilizzo, a qualsiasi titolo, dal destinatario dell’accertamento fiscale. Sono esclusi dal controllo i veicoli utilizzati per lo svolgimento della propria attività professionale (nel caso di lavoratori autonomi per la quota parte destinata all’attività professionale). Si sconsiglia anche di intestate auto o moto ad altra persona, perché l’Agenzia ha facoltà di disconoscerne la proprietà. Le cifre risultanti dall’applicazione dei coefficienti agli importi indicati per gli autoveicoli sono ridotti del 10% per anno, fino ad un massimo del 40%, a decorrere dal terzo anno successivo a quello di prima immatricolazione. A questo punto diventa chiaro come acquistare un auto o una moto incida pesantemente sul reddito e sulle probabilità di subire accertamenti fiscali.

Autoveicoli con alimentazione a benzina: fino a 12 HP – euro 1.909,47 – coefficiente 4 da 13 a 15 HP – euro 1.909,47 più euro 188,77 – coefficiente 5 per ogni HP eccedente i 12 da 16 a 20 HP – euro 2.476,59 più euro 341,24 – coefficiente 6 per ogni HP eccedente i 15 da 21 a 24 HP – euro 4.182,77 più euro 244,43 – coefficiente 7 per ogni HP eccedente i 20 oltre 24 HP – euro 5.160,50 più euro 215,39 – coefficiente 8 per ogni HP eccedente i 24

Autoveicoli con alimentazione a diesel: fino a 16 HP – euro 3.660,02 – coefficiente 5 da 17 a 20 HP – euro 3.660,02 più euro 309,77 – coefficiente 6 per ogni HP eccedente i 16 oltre 20 HP – euro 4.899,12 più euro 323,49 – coefficiente 7 per ogni HP eccedente i 20

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Motori

LA NUOVA PATENTE

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LA MACCHINA NON VA PIÙ I costi di mantenimento il problema principale di Jessica Pavone

Le nuove norme sul rilascio, le procedure di rinnovo e sistemi anti-contraffazione di Angela Fosco

al 19 gennaio 2013, tutte le nuove patenti rilasciate in territorio comunitario dovranno avere la forma di card, con dimensioni uguali e sistemi all’avanguardia contro la contraffazione. Il provvedimento rientra nella terza direttiva comunitaria sulle patenti. Ad oggi sul territorio comunitario sono in vigore oltre cento modelli diversi di patenti di guida, tutte conosciute (o almeno

Questo sistema impedisce anche che uno Stato possa rilasciare una patente ad una persona che ha subito, in un altro Stato membro, il ritiro, la sospensione o una limitazione dell’autorizzazione alla guida

Il provvedimento rientra nella terza direttiva comunitaria sulle patenti. Le patenti circolanti continuano ad essere valide fino al 2033. Ovviamente, in caso di rinnovo o richiesta di duplicato per furto o smarrimento, saranno rilasciate le nuove patenti. Contro la falsificazione, oltre ad alcuni elementi inseriti nella card, Bruxelles ha creato un sistema telematico internazionale per lo scambio dei dati che serve anche a semplificare la gestione delle patenti per le persone che trasferiscono la residenza da uno Stato all’altro dell’Unione. Questo sistema impedisce anche che uno Stato possa rilasciare una patente ad una persona che ha subito, in un altro Stato membro, il ritiro, la sospensione o una limitazione dell’autorizzazione alla guida. La direttiva stabilisce l’uniformità sulle procedure per il rinnovo, che deve essere di 10-15 anni per le autorizzazioni relative alle autovetture ed ai motocicli e di cinque anni per autobus ed autocarri. Si prescrive anche che il rinnovo deve essere subordinato ad una visita medica, ma che non richiede ulteriori esami teorici o pratici.

umeri da brivido quelli che registra il settore automobilistico italiano. Le ultime stime confermano il forte calo delle vendite, dovuto principalmente alla situazione di crisi e dal forte rincaro dei carburanti. Secondo dati diffusi dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti lo scorso agosto le immatricolazioni di nuove vetture sono crollate del 20,23% attestandosi a 56.447 unità contro le 70.764 di un anno fa. Tali cifre rappresentano il nono calo consecutivo a due cifre per il mercato automobilistico italiano. Segno meno anche per i trasferimenti di proprietà di auto usate, scesi del 9,4% a 232.980. Nei primi otto mesi dell’anno, i dati della Motorizzazione evidenziano un calo delle immatricolazioni di auto nuove di quasi il 20%. L’Unrae, l´Associazione delle Case automobilistiche estere presenti in Italia, nell’agosto 2012 indicava un volume di autovetture vendute che ci riporta indietro di 50 anni. “I fatti eclatanti -ha dichiarato il Presidente dell’Unrae, Jacques Bousquet, oltre gli anticicloni africani, sono stati: l’aumento a sorpresa di 0,51 centesimi di euro del prezzo dei carburanti prima di ferragosto, lo sforamento della benzina sopra i 2 euro nel periodo del rientro dalle ferie estive ed, infine, vedere riconosciuto proprio dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel suo documento “Conto Nazionale” che il principale problema dell’auto oggi è nei costi di mantenimento, che sono più che raddoppiati negli ultimi 20 anni e pesano ormai, per citare il Codacons, più di 4.000 euro/anno”.

speriamo) dalle Polizie dei Paesi membri, tenendo conto che in svariati casi è estremamente facile la contraffazione. Il 19 gennaio 2013 è entrato in vigore un unico modello di patente, tutte le nuove patenti rilasciate in territorio comunitario dovranno avere la forma di card, con dimensioni uguali e sistemi all’avanguardia contro la contraffazione. Deve essere su supporto plastico in dimensioni di carta di credito. Deve ospitare una fotografia ed una serie d’informazioni standard per tutta l’Europa, deve essere ad alta leggibilità. Ciò vale solamente per le patenti di nuova emissione da tale data, PrimaPagina 33 - feb. 2013

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il Legale

LE NUOVE NORME SUL CONDOMINIO:

DIRITTI E DOVERI DEI SINGOLI CONDOMINI di Gianfranco Puca avvocato e mediatore professionista

a Legge n. 220/2012, che avrà vigore dal 18.6.13, ha introdotto, accanto ad una serie di norme relative all’amministratore del condominio (che avrà più poteri, ma anche più responsabilità) anche una serie di norme relative ai diritti e doveri dei singoli condomini; esaminiamo, quindi, quelle di maggior rilievo. ACCESSO AGLI ATTI. L’amministratore deve, oltre a comunicare i propri dati e recapiti, indicare anche il luogo di custodia dei documenti; ogni singolo condomini può, gratuitamente, prendere visione degli atti, nei giorni e nelle ore indicate dallo stesso amministratore. Qualora il condomino volesse delle copie, dovrà rimborsare solo il relativo costo, e le copie dovranno essere firmate dall’amministratore il quale, quindi, in tal modo potrà attestare la conformità di quelle copie agli atti originali da lui conservati. ANIMALI. Il regolamento condominiale non potrà vietare la detenzione di animali domestici; è una norma importante perché permetterà, a coloro che hanno interesse ad avere un animale domestico, di vedere soddisfatto tale desiderio. La norma, però, non si applica ai regolamenti contrattuali, vale a dire a quei regolamenti approvati da tutti i condomini con l’adesione al regolamento formulato dal costruttore prima della costituzione del condominio, ovvero approvati con una deliberazione assembleare unanime; in tal caso la volontà di tutti i condomini -che aderiscono ad un regolamento predisposto dal costruttore o che all’unanimità decidono di non permettere la detenzione di animali- prevale sulla norma della legge indicata. ANTENNE E SITO WEB DEL CONDOMINIO.

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Riconosciuto il diritto del singolo condomino ad installare una antenna individuale, ma a condizione, naturalmente, che essa venga realizzata in modo da recare il minor pregiudizio alle parti comuni e alle unita’ immobiliari di proprietà’ individuale, preservando in ogni caso il decoro architettonico dell’edificio. Su richiesta dell’assemblea l’ amministratore e’ tenuto ad attivare un sito internet del condominio, che consenta agli aventi diritto di consultare ed estrarre copia in formato digitale dei documenti; le spese per l’attivazione e la gestione del sito internet sono poste a carico dei condomini. Questa appare una innovazione molto rilevante, in tema di “trasparenza” dell’amministrazione. MEZZI DI CONVOCAZIONE DELL’ASSEMBLEA CONDOMINIALE. La convocazione alla assemblea potrà essere inviata anche a mezzo PEC, oltre che per raccomandata, fax e con consegna a mano. IMPIANTI DI VIDEO SORVEGLIANZA. E’ possibile che l’assemblea richieda l’installazione di un impianto di videosorveglianza; in tal caso è necessario raggiungere la maggioranza prevista all’art. 1136 cc, ed è quindi necessario raggiungere un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti e almeno la metà del valore dell’edificio. DISTACCO DALL’IMPIANTO COMUNE DI RISCALDAMENTO E/O CONDIZIONAMENTO. Il condomino può chiedere di rinunciare all’utilizzo dell’impianto centralizzato, del riscaldamento o del condizionamento, ma dal suo distacco non devono derivare notevoli squilibri di funzionamento o aggravi di costi per il condominio; in questo caso il condomino che “si stacca” deve comunque pagare le spese per la manutenzione straordinaria dell’impianto

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centralizzato e per la sua conservazione e messa a norma. VIOLAZIONI DEL REGOLAMENTO E SANZIONI. Per le infrazioni al regolamento di condominio può’ essere stabilito, a titolo di sanzione, il pagamento di una somma fino ad euro 200 e, in caso di recidiva, fino ad euro 800. La somma e’ devoluta al fondo di cui l’amministratore dispone per le spese ordinarie. Non rispettare il regolamento, quindi, può comportare anche delle sanzioni pecuniarie a carico del trasgressore. CONDOMINI MOROSI E PREVENTIVA ESCUSSIONE DEGLI STESSI DA PARTE DEI CREDITORI. Per la riscossione dei contributi l’amministratore, senza bisogno di autorizzazione dell’assemblea, deve richiedere un decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo, ed e’ tenuto a comunicare ai creditori non ancora soddisfatti i dati dei condomini morosi. I creditori del condominio non possono agire nei confronti dei singoli condomini in regola con i pagamenti, se non dopo l’escussione degli altri condomini morosi. La norma è particolarmente interessante in quanto, se da un lato impone all’amministratore di agire per il recupero dei contributi non versati dai condomini anche senza l’autorizzazione dell’assemblea, da altro lato impone allo stesso di comunicare ai creditori i dati del soggetto moroso. I creditori, inoltre, possono agire nei confronti dei singoli condomini in regola con i pagamenti solo dopo aver dimostrato di aver iniziato -e portato a termine- nei confronti del condomino moroso procedure esecutive infruttuose, vale a dire che non hanno permesso il recupero del credito.


Consumatori in “Prima “PrimaPagina Pagina”

Compagnie telefoniche: le “penali mascherate” di Antonella Lorenzi

al 2007 sono state abolite le penali per la disattivazione delle linee, nell’intento di facilitare la libera concorrenza nel settore della telefonia. Le Associazioni consumatori segnalano, tuttavia, alcune “ furberie” delle compagnie telefoniche che di fatto, hanno aggirato la Legge continuando ad imporre delle penali. Chiamandole in modo diverso continuano a penalizzare gli utenti e ostacolare il mercato. In pratica, in barba alla Legge Bersani, le compagnie continuano ad applicare dei “costi” che possono variare da un minimo di circa 30 euro fino ad un massimo di 100 euro. E’ possibile riconoscere questi costi, che appaiono illegittimi, e che ogni compagnia ha chiamato in nome diverso. In fattura sono individuabili sotto le voci che riportiamo: Teletù: contributo disattivazione - Fastweb: importo per dismissio-

ne - Telecom: costo disattivazione linea Infostrada: costo per attività di migrazione - Tiscali: contributo di disattivazione - Vodafone: corrispettivo recesso anticipato/ disattivazioni anticipate. Sono in atto dei ricorsi nei confronti delle maggiori compagnie telefoniche italiane, per pratiche commerciali scorrette: Fastweb, Teletù, Infostrada, Telecom, Vodafone e Tiscali. All’Autorità garante (Agcom) è stata contestata, da parte dell’associazione Altroconsumo, la pratica in uso di evidenziare e non informare adeguatamente la propria clientela in merito ai costi di disattivazione. Di recente Telecom ha deciso di abbassare la “commissione” per disattivazione di una linea ADSL dalle precedenti 60,50 alle attuali euro 34,90. Costi che comunque appaiono poco congrui e soprattutto non giustificati, applicati a chiunque disdica il contratto a prescindere dall’epoca di atti-

vazione del contratto. La spesa applicabile ai clienti dovrebbe essere commisurata e limitata ai soli costi effettivamente sostenuti dalla compagnia. I “contributi di disattivazione” applicati appaiono quindi, nonostante le riduzioni, troppo onerosi.

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Sono in atto dei ricorsi nei confronti delle maggiori compagnie telefoniche italiane, per pratiche commerciali scorrette: Fastweb, Teletù, Infostrada, Telecom, Vodafone e Tiscali...

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“PrimaPagina “Prima Pagina” Consumatori

L’ultimo atto del governo Monti rende impositivo l’obbligo della P.E.C.

LA POSTA ELETTRONICA DIVENTA OBBLIGATORIA Entro i 2013 generalizzato l’utilizzo dello strumento per tutte le aziende di Ennio Salvatori

a casella di posta elettronica certificata, la cosiddetta PEC diventa obbligatoria per le imprese individuali. Con l’ultimo atto (decreto sviluppo) del Governo Monti, se ne definiscono i tempi e modi di attuazione. Entro il prossimo 30 giugno 2013 infatti, le ditte individuali dovranno “attrezzarsi”. Quelle già iscritte al registro delle imprese o all’albo delle imprese artigiane, dovranno provvedere a comunicare il proprio indirizzo di Posta Elettronica Certificata, pena il vedersi applicate sanzione pecuniarie (articolo 2630 del Codice Civile). Relativamente alle imprese di prima iscrizione, il mancato rispetto del Decreto determina la sospensione della domanda di iscrizione stessa sino alla sua integrazione. Decorsi quarantacinque giorni dalla presentazione della richiesta, non avendo provveduto alla integrazione con indicazione della PEC, questa sarà considerata come non presentata. L’articolo 5 del Decreto Dl 179/2012 denominato “Sviluppo bis”, sancisce l’obbligo generalizzato della Pec a livello d’impresa, allargando il raggio

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tracciato dall’articolo16, comma 6, del decreto legge 185/2008, precedentemente limitato alle professioni e società costituite di qualunque natura. Quindi dal mese di luglio 2013 la presentazione di istanze, dichiarazioni, dati e/o scambio di informazioni nonché documenti, anche ai fini statistici, tra imprese e pubbliche amministrazioni, dovrà avvenire esclusivamente tramite Pec, a meno che non sia esplicitamente previ-

L’imposizione legislativa soddisfa il principio di economicità soprattutto nei rapporti fra cittadino e pubbliche amministrazioni...

sta una modalità diversa. Tra le altre, il disposto cerca di soddisfare proprio questa ultima condizione (nuovo articolo 6-bis del Codice dell’Amministrazione digitale

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(Cad) dettato all’articolo 5 del d.l.). Nel mese di Aprile 2013 sarà istituito presso il ministero per lo Sviluppo Economico l’IniPec, ovvero l’indice nazionale degli indirizzi di Posta Elettronica Certificata di imprese e professionisti. Sarà un elenco pubblico e disponibile, tramite sito WEB, cui potranno accedere tutte le pubbliche amministrazioni, professionisti, imprese, gestori o esercenti di pubblici servizi. Il tutto senza necessità di autenticazione. Anche per le procedure concorsuali, al fine di favorire e velocizzare le comunicazioni e abbatterne i costi, è ora prevista la notifica telematica del ricorso per la dichiarazione di fallimento, appunto mediante Posta Elettronica Certificata. La novità dell’iter impone sia ai creditori che alla curatela la “presentazione di insinuazione al passivo” e le relative comunicazione a mezzo casella di Pec conosciuta. L’imposizione legislativa soddisfa il principio di economicità ( cioè diminuzione dei costi) soprattutto nei rapporti fra cittadino e pubbliche amministrazioni. Già dallo scorso 1° gennaio infatti, ogni cittadino potrà, indicando un personale indirizzo di posta elettronica certificata, relazionarsi esclusivamente tramite domicilio legale. Anche per questa parte civilistica è realizzata una Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr). Infine anche la sfera delle compagnie assicurative è interessata dall’utilizzo della Pec, nei rapporti contrattuali fra imprese assicurative, intermediari e clientela, limitatamente al ramo assicurativo danni. Sarà l’Ivass, ente che ha sostituito Isvap, ad individuare delle misure semplificative per le procedure degli adempimenti burocratici, con particolare attenzione all’utilizzo della PEC, firma digitale e pagamenti elettronici.


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Salute

I consigli del dott. Galiffa CURE DENTALI:

Terapie low cost e no cost

Dr. Gino Salvatore Galiffa

Specialista in odontostomatologia e protesi dentaria Specialista in O.R.L e patologia cervico-facciale

L LOW COST. è entrato anche nel settore sanitario nella forma del turismo dentario con la ricerca di prestazioni odontoiatriche a basso costo. Secondo l’Adoc il 10 % degli Italiani si recano all’estero per risparmiare sui costi onerosi delle cure dentali . “In un momento di crisi nera come l’attuale, con i conti che non tornano, non ci stupisce che i consumatori cerchino soluzioni economiche anche nel campo della salute -spiega Pilleri presidente dell’ Adoc - ci preoccupa, al contempo, l’eventuale scarsa professionalità e serietà da parte delle strutture private che offrono sconti e promozioni”. Le preoccupazioni sono giuste soprattutto se si paragona la notorietà della terapia LOW COST alle scarse informazioni sulla prevenzione e terapia NO COST in

campo odontoiatrico. La prevenzione e terapia a costo zero è quella che si può avere assumendo Posizioni Corrette nel sonno in queste posizioni la mandibola è libera nei movimenti nessun trauma su denti, gengive, muscoli e artcolazioni La Deglutizione Spontanea si realizza ogni 4 minuti per tutta la vita notte e giorno senza ostacoli. Che cosa è quante azioni benefiche ha le potete leggere su Internet digitando (www.galiffa.it/deglutizione. html). Questo dono del Creatore è tanto prezioso quanto sottovalutato, tanto frequente quanto ignorato. ( Nessuno ne parla ! perché è No Cost?). Tutti coloro che dormono a pancia sotto o di lato bocconi Decubitano sulla Mandibola,

e Lombari Problemi Posturali, (vedi calciatori col BITE) Sensazioni di Instabilità dell’ Equilibrio . Ronzio Acufeni Nevrosi, Sbilanciamento della Mandibola, Asimmetria Facciale, Acne e Foruncoli Deturpanti del viso. Infine le patologie più gravi Nevralgia Essenziale del Trigemino Causa di dolori

Oltre a causare trauma Ostacolano La Deglutizione Spontanea un atto funzionale utile e prezioso come la Respirazione Spontanea. Gradualmente nel tempo tutti vanno incontro a disturbi che caratterizza-

no La SINDROME DA DECUBITO MANDIBOLARE GALIFFA: Emicrania , Cefalea Muscolotensiva, Bruxismo , Dolori e Click nei movimento della mandibola , Dolori Cervicali DI

Studio dentistico

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www.galiffa.it

Dormire sogni tranquilli si può! insopportabili. La Malattia Parodontale ( Piorrea ) la causa più importante della perdita di tutti i denti. Per avere chiarimenti digitate su internet Bruxismo: Miti e Verita’ Disfunzioni ATM, Ronzio, fischi, vertigini... Piorrea o Parodontite Patologia Posturale. La TERAPIA NO COST è il Decubito Corretto. La protesi che si può evitare Costa certamente meno di quella Low Cost . Alcune terapie sono necessarie per riparare i danni causati da molti anni di decubito scorretto. Così come sono necessarie protesi per sostituire denti mancanti, ma sempre dopo aver corretto il Decubito Scorretto. Per la salute è essenziale anche Corretta Igiene e Masticazione Bilaterale. L’importanza del Corretto Decubito non è una trovata da guaritore ma una scoperta scientifica basata sulla fisiologia ( Deglutizione Spontanea ) e la evidenza empirica della causa ( Decubito Mandibolare) sempre presente nell’anamnesi. Infine il rigore scientifico è confermato dalla verifica clinica delle guarigioni ( senza Recidiva ) di tutti coloro che hanno corretto la posizione nel sonno. La Recidiva si verifica soltanto se recidiva il decubito prono a faccia sotto. Per concludere possiamo affermare che Le informazioni giuste, hanno importanza scientifica , culturale, etica e socioeconomica. Le Informazioni avulse da condizionamenti culturali ed economici realizzano la possibilità di godere di salute e benessere a costo zero (NO COST) , un diritto sacro di tutti gli esseri umani. Chi minimizza o nasconde la possibilità di Prevenzione e Terapia ( No Cost ) sopra esposta è responsabile di un Delitto contro l’Umanità.


Salute

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Gratta e vinci, scommesse e videopoker Quando il gioco diventa dipendenza La ludopatia dilaga e gli uomini sono maggiormente a rischio

“Eppure anche questo è lavoro” di D.P.

el concetto di demonizzazione delle sale slot si inserisce la riflessione di Berlantino Marcotuli. Gestore di attività di giochi, prevalentemente slot, che esiste dal 1963 ed opera in tutto l’Abruzzo, vuole sottolineare come questa attività sia onesta come tante altre. Attività in cui bisogna dare il meglio per poter portare a casa un piccolo margine di guadagno. “Esistono, giustamente, delle Leggi da rispettare e come in ogni settore ci sono aziende oneste ed altre che invece, non operano al meglio. Purtroppo poi le conseguenze le paghiamo tutti. Noi, come BM Berlantino, siamo un’azienda leader nel nostro settore e cerchiamo di andare avanti in maniera lecita e in massima trasparenza. Sicuramente le spese che da sostenere sono ingenti. Bisognerebbe vivere da vicino e da dietro le quinte il nostro lavoro per capire che, per proseguire giorno dopo giorno, necessitano tanto lavoro e tanta buona volontà”. L’imprenditore teramano è stanco del fatto che si parli soltanto di persone che “giocano l’intero stipendio alle macchinette mettendo sul lastrico le proprie famiglie. Ci sono persone responsabili che sanno gestire il proprio bilancio ed economia familiare, che si divertono giocando solo 3 euro alle macchinette, l’equivalente di un Gratta e Vinci. La stragrande maggioranza di persone che giocano sa come farlo, occorre essere responsabili, come in tutte le cose. E prendere un’attività ludica per quello che è: un gioco. Non sono un medico ma la dipendenza è patologia, malattia? I casi di dipendenza dal gioco sono relativamente pochi ma sono quelli che fanno audience e i soli che vengono raccontati dalla stragrande maggioranza dei media”. Esistono delle leggi sui limiti per le slot? “Non esistono limiti di tempo o di giocate. E’ fissato per Legge una percentuale di restituzione che è pari al 75% su un certo numero di partite”. Come riconoscere apparecchi contraffatti da quelli che non lo sono? “Quando si è in presenza di apparecchiature regolamentari vi sono anche dei controlli e certificazioni da parte delle Autorità. L’unica possibilità per l’utente di andare sul sicuro è quella di utilizzare solo apparecchiature con marchi conosciuti”.

di Ottavio Caporali

a ludopatia consiste in una dipendenza dell’adulto al gioco di azzardo, alle scommesse e alle lotterie. Tale ossessione spinge l’individuo a sottovalutare le conseguenze che possono scaturire da tali comportamenti. Lotto, gratta e vinci, scommesse sportive, corse dei cavalli, biglietti della lotteria, e video poker sono solo alcuni degli esempi possibili. Quelli elencati sono i nemici di coloro che soffrono di disturbi legati all’ossessione del gioco, fenomeno che si sta espandendo velocemente in Italia. L’Organizzazione mondiali della Sanità stima che gli adulti a rischio siano il 3% della popolazione, pari a circa un milione e mezzo. Gli uomini manifestano una predisposizione maggiore rispetto alle donne. Sembra che i maschi preferiscano scommesse, ippica e slot machine mentre le donne bingo e lotto. Le cause che portano alla ludopatia

sono diverse e possono spaziare dalla predisposizione al gioco alla sensazione di poter vincere facilmente denaro fino al bisogno di soldi. La compagnia fa la sua parte se si frequentano persone dedite in maniera accanita al gioco cadere in tentazione è più facile. In soggetti affetti dalla patologia si potrebbero osservare repentini passaggi umorali dall’euforia alla depressione oltre ad un bisogno quasi fisiologico di giocare. Una dipendenza con molti punti di contatto con la dipendenza da stupefacenti, che se sottovalutata puo’ compromettere qualità della vita e salute. Quando si gioca l’organismo rilascia le endorfine, le sensazioni sono simili a quelle provocate da droga o alcol. L’aggravarsi e l’aumento del fenomeno potrebbe essere addebitato anche alla facilità con cui è possibile reperire occasioni di gioco. I Gratta e Vinci ad esempio sono in vendita ovunque, anche negli uffici postali.

a Legge 13 settembre 2012, n. 158, recante “Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute”, è entrato ufficialmente in vigore dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 263 del 10 novembre 2012. Dal 1 Gennaio 2013 il decreto Balduzzi sancisce l’obbligatorietà dell’esposizione nelle sale giochi e/o punti scommesse degli avvisi che contengano informazioni e

avvertimenti sul rischio di dipendenza da giochi che implicano vincite in denaro. Il decreto indica che le comunicazioni agli utenti devono essere esposte sia all’interno che all’ingresso dei locali. Le formule di avvertimento devono, invece, essere apposte sulle apparecchiature. Le sanzioni nel caso i gestori disattendano le disposizioni di legge sono elevatissime: fino a 50.000 euro irrogata nei confronti del titolare della sala, del pubblico esercizio o del punto di raccolta dei giochi.

“Gioca il giusto” è la contraddizione di Stato? di Ottavio Caporali

ualche settimana fa, alla fine del mese di dicembre, Luigi Magistro, nuovo direttore generale dei Monopoli dello Stato, parlando delle slot machines dichiarava “dovremo intensificare i controlli, ma anche ripianificare la collocazione, evitandone la presenza vicino alle scuole, ai luoghi di culto, agli ospedali - e continuava - bisognerà concentrare la presenza nel territorio e limitare al massimo l’introduzione di nuovi giochi”. Detto fatto e con l’arrivo del nuovo anno è arrivata anche PrimaPagina 33 - feb. 2013

la sorpresa di nuove autorizzazioni per giochi on line. E’ sufficiente inserire il proprio codice fiscale e numero della carta di credito e si puo’ giocare comodamente seduti sul divano di casa propria. Non necessita scomodarsi per andare a giocare nella sale da gioco lontano da scuole e ospedali è sufficiente una connessione internet. Quando si dice contraddizione, o semplicemente bisognerebbe dire sacrificare il millantato buon senso al concreto guadagno. Quanti i soldi che entrano nelle casse dei Monopoli al ritornello del “gioca il giusto”?

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Salute

Disturbi del linguaggio: cosa sono e cosa si può fare Dr.ssa Francesca Russo

Studio Medico

Logopedista

più comuni disturbi del linguaggio del bambino si possono riassumere in tre grandi categorie: ritardo dello sviluppo del linguaggio primario o semplice, disturbo fonetico-fonologico e ritardo del linguaggio secondario. Il ritardo del linguaggio primario si presenta quando il bambino si esprime poco e male, tant’è vero che spesso viene capito solo dai genitori o da chi lo conosce bene (il bimbo dice poche parole e conosce il nome di pochi oggetti e persone). Tale disturbo può essere diagnosticato già intorno ai 3 anni di vita, e risolto quasi sempre con l’aiuto di un logopedista. Per disturbo fonetico-fonologico si intende, invece, la difficoltà del bambino nel pronunciare alcuni suoni, che possono essere sostituiti con altri, distorti e addirittura mancanti (il bambino dice ad esempio “datto” al posto di “gatto”, “lana” per “rana”, “nana” per “banana”, “cala” per “scala” ,e così via) .Questi errori di pronuncia possono rendere il linguaggio poco comprensibile, quindi il bambino si esprime abbastanza, ma male! e spesso non viene capito dagli insegnanti e dagli altri bambini. L’intervento del logopedista è a questo punto indispensabile per non compromettere la socializzazione con i coetanei che, non comprendendo il linguaggio del bambino , potrebbero isolarlo dal gruppo di gioco. Tuttavia bisogna sottolineare che ogni suono della nostra lingua (ogni singola letterina) viene appreso in un’età differente, anche in base alle capacità del bambino. Pertanto non è detto che tutti i bambini che pronunciano

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male qualche parolina abbiano un disturbo di linguaggio. Il problema si presenta nel momento in cui questi errori restano anche dopo il superamento dei 3-4 anni di età ( periodo dal quale può essere fatta la diagnosi di disturbo fonologico). Il ritardo di linguaggio secondario, si ha quando il bambino è più grande (cioè in età scolare e parla male). In questi casi solitamente le difficoltà di pronuncia si associano a difficoltà di lettoscrittura (il bambino scrive e legge male). Questo perchè i bambini tendono a scrivere così come parlano e di conseguenza commettono molti errori. Il bambino che parla male è un bambino che scrive e legge male. Per tale motivo è importante la diagnosi e la riabilitazione logopedica immediata. Cosa fare se si pensa che il bambino parli poco e male? La prima cosa da fare è effettuare una visita specialistica dal neuropsichiatra infantile o foniatra, che potrà formulare la diagnosi con la quale, sotto consiglio anche del pediatria di fiducia, ci si potrà rivolgere a un logopedista, che è il professionista che segue i bambini e gli adulti con difficoltà di linguaggio. Il logopedista effettua una valutazione per determinare se i muscoli della bocca funzionano correttamente e attraverso appositi test, valuta anche lo sviluppo linguistico del bambino in base all’età, segnalando così al genitore se le capacità comunicative e scolastiche del proprio figlio siano adeguate o meno all’età e pianificare l’eventuale terapia. Il trattamento logopedico è in genere abbastanza semplice. Si lavora mostrando al bambino come

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ALTAMURA

produrre i suoni correttamente, insegnandogli inoltre a riconoscere quali suoni sono corretti e quali no. Tutto ciò si svolge in un ambiente adatto e piacevole, attraverso giochi e attività didattiche. L’intervento riabilitativo del disordine fonetico-fonologico e del ritardo di linguaggio solitamente ha una risoluzione positiva in tempi non molto lunghi, a meno che non siano presenti altre difficoltà associate a quelle di pronuncia (turbe cognitive, psicologiche, comportamentali, audiologiche, ecc.). E’ importante essere informati sugli obiettivi del trattamento e soprattutto su cosa avviene durante le ore di terapia in stanza. Quando si lavora con i bambini, l’alleanza logopedistagenitore è indispensabile affinchè la terapia sia efficace. Perché è importante rivolgersi ad un logopedista e cominciare al più presto la terapia? Un intervento tempestivo e adeguato, evita conseguenze gravi, quali: difficoltà di apprendimento a scuola, più lento rispetto agli altri bambini Problemi di personalità, che nei bambini con incapacità di esprimersi verbalmente, si traducono in discriminazioni nei giochi, ostilità, disprezzo e indifferenza da parte dei coetanei. In questo modo i bambini si sentono rifiutati, e può nascere in loro risentimento e persino traumi. Il disturbo di linguaggio non va sottovalutato. Se sospettate che il bambino possa avere delle difficoltà, rivolgetevi subito agli specialisti del caso (neuropsichiatra infantile, foniatra e logopedista) , i quali vi consiglieranno il percorso opportuno.


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Salute

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Coxa pedis Dr. Claudio D’Archivio

Specialista in Radiodiagnostica e Scienze delle Immagini

l piede acquisisce funzione di struttura biomeccanica con l’inizio della deambulazione; in precedenza aveva soltanto importanza funzionale per le afferenze sensoriali e propriocettive che è in grado di assumere dall’ambiente esterno. Il fatto però che nel periodo che va dalla nascita all’inizio della deambulazione il piede abbia significato di struttura cibernetica, non vuol dire che il “piede organo cibernetico” venga successivamente sostituito nella sua funzione dal “piede organo biomeccanico”. La funzione biomeccanica del piede è la trasmissione del carico al suolo attraverso la zona di appoggio di uno dei due piedi. In rapporto al differenziato impegno biomeccanico delle sue strutture scheletriche, il piede è differenziabile funzionalmente sul suo asse sagittale in una struttura mediale ed una laterale. In questa differenziazione funzionale il metatarso acquisisce il suo reale significato di “struttura a carico variabile” con molteplici forme di carico metatarsale corrispondenti ai molteplici atteggiamenti funzionali del piede. Variabilità dei carichi non significa variazione di situazione spaziale del piede, ma solo variazione differenziata di stabilità, e quindi di attitudine a funzione di carico, della volta mediale e della volta laterale. La variabilità dei carichi al metatarso ha la sua corrispondenza al tarso nella variabilità direzionale delle sollecitazioni di carico alla articolazione astragalo-calcaneo-sca-

foidea o COXA PEDIS. A livello di essa ed in rapporto anche alle situazioni torsionale ed assiale sovrasegmentarie, avviene la traslazione bidirezionale delle linee di forza e dei carichi, dai piani frontale e sagittale al piano orizzontale con reciproche interdipendenze funzionali di tarso e metatarso. Il piede, da un punto di vista biomeccanico,

Variabilità dei carichi non significa variazione di situazione spaziale del piede, ma solo variazione differenziata di stabilità

può essere distinto in due unità anatomofunzionali: il piede calcaneale ed il piede astragalico. Il piede calcaneale corrisponde alla volta laterale o volta di appoggio: nella stazione verticale è quella che supporta la maggior parte del corpo. Il piede astragalico corrisponde alla volta

mediale o volta di movimento: essa interviene durante il cammino e nello stato normale non ha alcuna funzione nell’appoggio del corpo. Quindi è stato espresso il concetto di Funzione Calcaneale e di Funzione Astragalica dell’arto inferiore inteso come un’unica unità funzionale biomeccanica. L’articolazione astragalo-calcaneo-scafoidea (Coxa Pedis) è una enartrosi con una epifisi rappresentata dalla testa e dal collo astragalico ed un cotile strutturato quale cavità osteo-fibro-cartilaginea alla cui costituzione concorrono la superficie articolare posteriore dello scafoide e le superfici articolari della piccola (sustentaculum tali) e della apofisi del calcagno. Questa cavità glenoidea viene ingrandita in basso ed all’indietro da una fibrocartilagine che fa parte del legamento calcaneo-naviculare plantare ed occupa tutto lo spazio compreso tra lo scafoide ed il sustentaculum tali. Questa articolazione possiede una capsula e due legamenti, l’astragalo-navicolare dorsale e l’astragalo-navicolare plantare. La presenza di corpuscoli propriocettivi nel legamento calcaneo-navicolare plantare, fascio mediale del legamento ad Y che è il legamento di rinforzo dell’articolazione, fa pensare ad una funzione anche recettoriale, cibernetica, del cotile pedis. Con significato più ampio “coxa pedis” vuol definire il particolare significato funzionale di una struttura che per dati anatomici, evolutivi e clinici può essere analogamente comparata all’articolazione coxo-femorale. Analogie riguardano soprattutto la patologia malformativa: sono note all’anca la lussazione e la protrusione, displasie estreme tra le quali sono comprese displasie intermedie quali la sublussazione e la prelussazione; anche per la coxa pedis si possono definire delle displasie intermedie (piede piatto evolutivo dell’infanzia) comprese tra le due estreme rappresentate dalla lussazione espressa nel piede torto congenito e dalla protrusione corrispondente all’astragalo verticale.

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Benessere

Trattamento delle adiposità localizzate: Lipotek Dr. Vittoria Dragani

Specialista in Igiene e Medicina Preventiva esperta in Medicina Estetica

e adiposità localizzate sono rappresentate da accumuli di tessuto adiposo in particolari regioni del corpo in base alla conformazione fisica . Le zone colpite da fenomeni di adiposità variano tra i due sessi, nella donna l’accumulo di tessuto adiposo si localizza tipicamente ai fianchi, nell’area periombelicale e sovrapubica, alle cosce e nella regione interna del ginocchio; nell’uomo invece i depositi si accumulano tipicamente a livello addominale. L’adiposità localizzata è caratterizzata da un aumento di volume e in numero degli adipociti, senza alterazione della composizione del grasso in essi contenuto. In medicina estetica gli ultrasuoni sono da anni utilizzati nel trattamento della adiposità localizzata; l’azione è volta a

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rendere solubile il grasso contenuto negli adipociti consentendone la fuoriuscita attraverso la membrana cellulare. I grassi emulsificati saranno allontanati attraverso le vie linfatiche e venose ed eliminati per via urinaria. Lipotek è un’ innovativa apparecchiatura che agisce in modo selettivo sugli adipociti con un effetto definito a osmosi ultrasonica . Le indicazioni mediche al trattamento sono la riduzione volumetrica dell’adiposità localizzata primaria, delle situazioni miste di adiposità localizzata e panniculopatia nei primi stati degenerativi e coadiuvante nella riduzione di accumuli adiposi secondari. E’ possibile osservare a pochi minuti dall’inizio del trattamento l’aumento delle dimensioni delle cellule adipose, queste in seguito daranno luogo ad emulsificazione e rottura dei trigliceridi in esse contenute.

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Il trattamento è altamente selettivo, agisce solo sulle cellule adipose lasciando intatte le strutture circostanti come ad esempio i capillari sanguinei. La metodica può essere applicata su vari distretti corporei quali braccia, addome, fianchi, glutei, cosce, ginocchia, polpaccio e caviglie. Questa metodica consente una reale riduzione degli accumuli adiposi.

l’azione è volta a rendere solubile il grasso contenuto negli adipociti consentendone la fuoriuscita attraverso la membrana cellulare


Animali

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Toxoplasmosi: cosa bisogna sapere di Piero Serroni e Arianna Braca Veterinari

a toxoplasmosi è una malattia causata da un parassita intracellulare, Toxoplasma gondii. Gli ospiti definitivi del parassita sono i felini, pertanto gli unici ad emettere con le feci la forma infettante, sia per l’uomo che per gli altri animali, che in genere vi entrano in contatto attraverso l’alimentazione con carne infetta. Il Toxoplasma gondii si trova nella carne, nelle feci di gatto infetto e nel terreno in cui abbia defecato un gatto o un altro animale infetto. Nell’infezione umana da Toxoplasma gondii è possibile distinguere due fasi successive: la prima, nei soggetti sani è spesso asintomatica o provoca al massimo una forma simil-influenzale (ingrossamento dei linfonodi, stanchezza, mal di testa, mal di gola, senso di “ossa rotte”, a volte febbre). La risposta immunitaria dell’organismo elimina il parassita dal circolo sanguigno, mentre nella seconda fase, in cui non ci sono più sintomi, il parassita resta “incistato” nei muscoli e nel cervello. Negli individui sani ciò non rappresenta un problema, ma nei malati di Aids, nei soggetti con sistema immunitario depresso (per malattie o trattamenti), o quando per un qualsiasi motivo c’è un importante abbassamento delle difese immunitarie, allora si può avere una riattivazione delle cisti con conseguenti gravi danni cerebrali ed alla vista. La toxoplasmosi è ad alto rischio se contratta in gravidanza: l’infezione può infatti passare al bambino attraverso la placenta, provocando in determinate circostanze malformazioni, l’aborto o la morte in utero. Le principali fonti di infezione e i meccanismi con cui la si contrae, secondo uno studio pubblicato sul “British Medical Journal” nel 2000 riguardano: il consumo di carne poco cotta -dal 30 al 63%- , la manipolazione della terra di orti e giardini dove animali infetti possono aver defecato e di conseguenza il consumo di ortaggi e frutta contaminati dalla terra. E’ importante informare il consumatore sul fatto che il Toxoplasma può essere presente in tutti gli animali macellati. E’ importante sapere che nella carne i toxoplasmi vengono uccisi quando la stessa cambia colore da rosa/rosso a rosa/pallido (ad una

temperatura superficiale di 62°C); anche il congelamento della carne diminuisce significativamente l’infettività.. E’ bene evitare di consumare carne cruda o poco cotta, di assaggiarla ancora cruda mentre la si prepara e gli attrezzi da cucina (coltelli, taglieri, ecc) che sono venuti in contatto con carne cruda, si devono lavare accuratamente . Lavarsi le mani dopo attività di giardinaggio e lavare accuratamente ortaggi e frutta fresca. Anche le mosche possono trasportare i microrganismi patogeni (non solo toxoplasmi!) perciò è sempre bene evitare che si posino sui cibi. A proposito di gatti domestici, infine, spesso si tende a considerarlo una presenza molto rischiosa per

le donne incinte, ma negli ultimi anni si è concluso che il vero serbatoio della toxoplasmosi è invece rappresentato dai gatti randagi, che si infettano cacciando uccelli e topi contaminati, e che possono lasciare le loro deiezioni nel terreno. Riconoscere un gatto potenzialmente pericoloso a prima vista non è facile perché non sono molto visibili i sintomi; in alcuni casi, soprattutto nei gatti più giovani, si possono avere depressione, perdita di appetito, febbre, vomito, diarrea, polmonite ecc. Esiste però un esame del sangue (test anticorpale) che permette di sapere se il proprio animale è positivo o no. Se un gatto è positivo al test, è bene sapere che non eliminerà oo-

La toxoplasmosi è ad alto rischio nel caso in cui venga contratta in gravidanza: l’infezione può infatti passare al bambino attraverso la placenta, provocando in determinate circostanze malformazioni, l’aborto o la morte in utero.

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Animali

cisti per tutta la vita, ma solo per circa tre settimane da appena contratta l’infezione. Tali oocisti hanno bisogno di almeno 24 ore a temperatura ambiente per diventare infettanti, e quindi neanche la lettiera rappresenta un pericolo, se cambiata quotidianamente con l’uso di guanti e se ci si lava accuratamente le mani. Raramente l’eliminazione di oocisti si ripresenta nel corso della vita di un gatto, e se ciò avviene si tratta di gatti con sistema immunitario compromesso. L’uomo e altri animali domestici, anche se malati di toxoplasmosi, non possono in alcun modo trasmettere la malattia. Per finire, se si desidera una gravidanza, è consigliabile scoprire se si è avuta la toxoplasmosi, e cioè sapere se nel proprio sangue siano presenti gli anticorpi per questo parassita. Si tratta di un semplice esame del sangue chiamato toxo-test che permette di classificare le donne in tre classi: “protetta”, “suscettibile” o “a rischio”, a seconda dell’assenza/ presenza di anticorpi e, nel caso di positività, che tipo di anticorpi (se l’infezione

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è recente o meno). Se la condizione della donna non è nota prima della gravidanza, allora il toxo-test deve essere prontamente eseguito con la prima serie di esami del sangue entro le prime otto settimane di gestazione. Le buone pratiche di igiene sia personale che alimentare sono in genere più che sufficienti per scongiurare il rischio di contrarre la toxoplasmosi.

scrittore dell’ambiente stesso. Queste correlazioni sono note da tempo ai biogeografi ed agli ecologi. In tale contesto l’interesse della Veterinaria verso le specie animali non è solo finalizzato alle conoscenze delle patologie e ai fenomeni di tipo zoonosico, ma anche perché in grado di rilevare la qualità dell’ambiente in cui esse vivono e dare quindi delle informazioni sanitarie più ampie ed esaustive. Il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico è effettuato essenzialmente tramite centraline automatiche di rilevamento. Queste misurano direttamente le concentrazioni di inquinanti nell’aria: quando una o più di tali sostanze superano i livelli soglia stabiliti per legge, scattano i provvedimenti per limitarne le emissioni, come ad esempio l’interruzione temporanea del traffico veicolare. Tuttavia questo tipo di monitoraggio ha dei limiti: elevati costi di acquisto e di manutenzione delle centraline, rilevamento solo di pochi parametri, scarsi dati su molti contaminanti nocivi anche a basse concentrazioni, mancata informazione su possibili effetti sinergici. Da ciò l’esigenza di affiancare ai comuni metodi di indagine l’impiego di bioindicatori. I due metodi si integrano, in quanto forniscono l’uno un’alta capacità di sintesi e l’altro un’alta precisione analitica. L’ape, per le sue caratteristiche biologiche, morfologiche,

L’ape, vigile attento dell’ambiente Prof. Michele Amorena Università di Teramo

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gni forma di vita è un “indicatore” delle condizioni del suo periodo. La stretta correlazione tra le varie forme di vita e le diverse tipologie ambientali fa del materiale biologico un perfetto de-

fisiologiche ed etologiche, è considerata un valido bioindicatore e può definirsi un sensore viaggiante. Essa è instancabile nella sua attività di raccolta di svariate sostanze come nettare, polline, melata e acqua; riesce a “campionare” quasi tutti i comparti ambientali: suolo, vegetazione, acqua e aria. Il suo corpo rivestito di peli si presta a trattenere i materiali di diversa natura con cui viene a contatto. Se consideriamo che in un alveare in buono stato ci siano circa 10.000 bottinatrici e che ognuna visita in un giorno un migliaio di fiori, si può facilmente stimare che una colonia di api compie 10 milioni di microprelievi. Il territorio, quindi, è tenuto costantemente sotto controllo, e se “incontra” anche molecole di contaminanti, le porta “a casa”, rendendole così disponibili all’analisi chimica. L’ape rileva, e rivela, i contaminanti nell’ambiente in cui vive attraverso due segnali: estese mortalità (pesticidi), e attraverso i residui presenti nel suo corpo o nei suoi prodotti. Sicché le api sono in grado con molta prontezza di percepire dinamiche di trasformazione in atto negli ambienti da loro frequentati e, con altrettanta prontezza, segnalarle.


PROMOZIONE VALIDA FINO AL 10 MARZO

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