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Proprietà: DIRETTORE RESPONSABILE:

GERENZA Enrico Santarelli TIZIANA MATTIA direzione@primapaginaweb.it

Edito da E.C.S. Editori srl Redazione e Amministrazione PUBBLICITÀ: Graphic designer impaginazione: Supporto grafico:

Via Costantini, 6 - Teramo Tel & Fax . 0861. 250336 redazione@primapaginaweb.it direzionemkt@primapaginaweb.it Nicola Arletti di Carlo Di Patrizio

Supporto web:

29 Settembre 2012

STAMPA:

Lisciani Giochi

Hanno collaborato:

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Banche & Territorio

Vincenzo Lisciani Petrini Antonella Lorenzi Matteo Lupi Cristiane Marà Domenico Marinelli Fulvio Marsilio Valter Di Mattia Giuseppina Michini Daniela Palantrani Jessica Pavone Gianfranco Puca Mariangela Sansone Piero Serroni Alessandro Tarentini

PROBLEMI SUL FIUME TORDINO E SPARTIZIONE DELLE COMPENTENZE

Passeggiate “pericolose” e... di Matteo Lupi

Trasporti

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(cord. edit. ESCLUSIVO MEDECINA VETERINARIA)

Non sembra, ma da quando abbiamo cominciato a prendere confidenza con termini quali crisi e debolezza economica, sono passati già quattro anni. Un’eternità, che ci fa ancora boccheggiare, nonostante le parole ricorrenti del nostro attuale premier.

Territorio

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Clementina Berardocco Giuseppe Bucciarelli Lucio Cancellieri Marcella Calvarese Mira Carpineta Michele Ciliberti Mattias Cocco Claudio D’Archivio Romina Di Costanzo Adele Di Feliciantonio Laura Di Paolantonio Ivan Di Nino Vittoria Dragani Elisabetta Fiore

DISTRIBUZIONE

Sail Post Agenzia Teramo 1

AUMENTI DELLE TARFFIRE DEI TRENI E AUTOBUS UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

E io pago... di Ivan Di Nino

La responsabilità delle opinioni espresse negli articoli pubblicati è dei singoli autori, da intendersi libera espressione degli stessi. Alcune collaborazioni sono gratuite.

Enti

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L’editore ha compiuto ogni sforzo per contattare gli autori delle immagini. Qualora non fosse riuscito, rimane a disposizione per rimediare alle eventuali omissioni

IL PRESIDENTE IACHETTI A TUTTO CAMPO

Concretamente BIM

Le informazioni, testi, fotografie non possono essere riprodotte, pubblicate o ridistribuite senza il consenso dei titolari dei diritti.

di Daniela Palantrani

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Arte a Montorio di Adele di Feliciantonio

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Medicina Veterinaria

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Krav Maga

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Doping questo (s) conosciuto

Esclusivo

di Valter Di Mattia

Per i vostri quesiti ai nostri esperti redazione@primapaginaweb.it tel/fax 0861. 250336

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Un cucciolo a casa

In copertina: Banche & Territorio (foto free royalty from internet)

n. 29 anno 3 - settembre. 2012

di Piero Serroni

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Botta &... risposta

nota dell’Editore Egregio Lettore Gentile Inserzionista, Perché pubblicare un Bilancio quando non si è espressamente tenuti a farlo? Domanda già rivoltaci in passato. Perché sentiamo fortemente di voler condividere le motivazioni che ci spingono al rispetto di un disposto legislativo che tuttavia non ci investe. E’ nostra convinzione che il rispetto per il Lettore e il Cliente inserzionista si esprima anche attraverso la trasparente operatività della Società Editrice; si chiama “responsabilità sociale” ed è qualcosa che, quando ci ap-

Riceviamo e pubblichiamo: Al Presidente della Regione Abruzzo Dott. GIANNI CHIODI Avendo avuto conoscenza degli stanziamenti regionali alla cultura della quale la Regione è capofila, abbiamo riscontrato criteri di assurde e inspiegabili ripartizioni. Pur capendo ovviamente la difficoltà del momento che vive la nostra Regione, non si capisce invece la differenza tra le varie istituzioni che dovrebbero beneficiare. Se giustamente per il “Flaiano” si sono assicurati 30.000,00 euro, per il “Premio Di Venanzo” invece solo 3.000,00, quindi è evidente il forte squilibrato rapporto tra le due città di Pescara e di Teramo. Il Premio Di Venanzo, intitolato al più grande direttore della fotografia nostro concittadino (di cui ci dovremmo vantare), per chi fa finta di non saperlo, è unico in Abruzzo e per il mondo intero. Una formula originale che meriterebbe maggiore attenzione dagli enti pubblici. Ma purtroppo la tendenza ad emarginare

partiene, si vuole condividere. E’ il rispetto che, attraverso il “fare” quotidiano, di cui il Bilancio rappresenta la sintesi, vogliamo trasmettere a chi ci accompagna nel nostro percorso. E’ anche un modo per far comprendere alla collettività che la E.C.S. Editori srl opera senza finanziamenti pubblici, palesi o occulti. E.C.S. Editori srl (società composta solo ed esclusivamente da Enrico Santarelli, Diomira Carpineta e Daniela Palantrani) edita PrimaPagina grazie al supporto dei clienti inserzionisti, con i quali assume un impegno forte, chiaro ed inequivocabile integrando le argomentazioni di vendita con dati concreti,

veritieri e quando possibile, certificati. Quando possibile, perché non sempre esistono istituti delegati ad alcune certificazioni. PrimaPagina è un mensile che vede un forte coinvolgimento emotivo da parte dei suoi redattori, che nella totalità collaborano a titolo gratuito e liberi di esprimere se stessi, pur nel rispetto della linea editoriale. Lo stesso che insieme nutriamo nei confronti dei nostri lettori e inserzionisti

Teramo è ormai di fatto conclamata e ne è emblematica la stessa volontà di liquidazione della provincia.

te dal sottoscritto, in forma gratuita, con grande soddisfazione dell’utenza; 2) la mancanza di servizi igienici (utilizzo del bar); 3) la richiesta, più volte avanzata, di corse festive. L’unica, la mattina, perde coincidenza a Genova con l’unica diretta ad Ancona, per qualche minuto; 4) la richiesta, ferma e convinta di collegamenti diretti in direzione Nord (San Benedetto, Ancona), per servire la parte settentrionale della Provincia (Tortoreto, Alba Adriatica) ed utilizzare treni ES. in partenza dal capoluogo dorico! Richiesta bloccata dalla Regione, dopo l’assenso concesso dalla Regione Marche. Abbiamo solo collegamenti diretti in direzione Sud: Pescara, Chieti, Sulmona, Avezzano, Ortona, Lanciano. 5) In collaborazione con l’assessore ai trasporti della Provincia dell’Aquila, si cerca di coinvolgere nel progetto, la soc. Sangritana, intenzionata al collegamento diretto con Bologna, a far partire i convogli da Teramo, e non da Vasto, con un collegamento autostradale di bus, e svincolo Gammarana. Un bacino di utenza importante, ed un collegamento diretto: Emilia Romagna-Parco, in attesa dell’inizio dei lavori della linea ferroviaria Teramo -Capitigano-L’Aquila-Carsoli, da sempre nei progetti delle due Province. C’è, invece, chi tra i nostri assessori, auspica arretramenti di binari, cancellazione della struttura, per ricavare parcheggi, bloccando qualunque possibilità di sviluppo. Teramo, la punta di un iceberg nel settore dei trasporti su rotaia della Regione; 4 ore e 40 minuti da Pescara a Roma (240Km), stesso tempo del 1884, anno dell’apertura della linea; 80% di linee a gasolio, linee soppresse e sostituite con bus, mentre si continua a costruire autostrade!

Il Presidente di Teramo Nostra Piero Chiarini Riceviamo e pubblichiamo: In relazione alla situazione di mobilità e trasporti, relativa alla nostra provincia, L’Italia dei Valori desidera informare l’utenza sulle novità che riguardano il settore. Tralasciando, per ora, il trasporto su gomma, impegnato quasi esclusivamente verso la costa, portando l’entroterra alla progressiva desertificazione (si è costretti a spostarsi verso il capoluogo, causa i prezzi dei carburanti), il trasporto su rotaia, continua a presentare molte criticità, iniziando dalla stazione ferroviaria del capoluogo: 1) La mancanza di personale che dia informazioni ai viaggiatori in partenza (orari, coincidenze) ed in arrivo in città (bus, taxi etc.) sevizio dato, attualmen-

Con l’augurio di buona lettura E.C.S. Editori s.r.l. PrimaPagina

Paolo D’Incecco

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Editoriale di Tiziana Mattia

on sono un’esperta in materia. So che dell’argomento si sta parlando da anni. La ministro Fornero ha fatto la sua parte ed è soddisfatta del suo lavoro. Già qualcuno sostiene che, forse, era meglio quando si stava peggio. Al di là delle analisi degli esperti e delle battute propagandistiche (con queste storie c’è chi ci campa elettoralmente), conosco bene la storia del mio amico G. Precario da una vita. Bidello in una scuola, ogni anno chiamato in servizio. Pochi mesi e poi la disoccupazione. Un arrangiarsi, che è sempre meglio di niente. Ma ora? Niente in vista. Non c’è speranza, quest’anno. Il precario non va avanti, va indietro. Livello zero. Disoccupato totale e per un quarantenne o poco più è drammatico. Soprattutto per un capofamiglia con figli all’università da mantenere. Insomma, per il mio amico G. la “riforma Fornero” è tutta qui. Non c’è più spazio

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per chi fino ad oggi è andato avanti arrangiandosi. Men che meno c’è possibilità per una sistemazione definitiva, dopo anni di anticamera. L’assunzione, insomma, resta un sogno impossibile. Né potranno esserci soluzioni alternative. Magari un contratto a chiamata (ora riservato a giovani e pensionati). In passato importante per arrotondare, quando G. non era impegnato nel suo lavoro a scuola. La nuova normativa Fornero sembra fatta apposta per non lasciare spazio aperto, spazzando soluzioni di chi, fra i 26 e i 54 anni, è costretto ad arrangiarsi. Il mio amico G è così entrato nella generazione degli invisibili, che nel mondo del lavoro non potranno più entrare. Neppure di passaggio. Anche se non basterà una legge ad azzerare una famiglia con i problemi e le aspettative di sempre. Viene il sospetto che il governo dei tecnici, oltre a massacrarci di tasse, sia più che altro abile in riforme che puniscono i più deboli. Complimenti.


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FINITA LA CORSA GIRIAMO PAGINA

ABRUZZO IN RECESSIONE E RITORNO AI PASCOLI Quando tutto precipita e la soluzione non arriva, non restano che le sane risorse del passato 8

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di Tiziana Mattia

ui c’è il rischio che torneremo tutti a pascolare le pecore”. Lo ha detto un noto imprenditore e non so se è una minaccia o una promessa. Speriamo prevalga l’ultima ipotesi, visto come stanno le cose. L’economia abruzzese arranca e perde colpi, come del resto quella nazionale, con le

Teramo era indicata come la capitale della piccola e media industria, al centro di una rete diffusa che produceva ricchezza e posti di lavoro...

aziende che chiudono e nessuno investe più nel Bel Paese. Persino la Fiat ci sta pensando e vorrebbe girare pagina. Speriamo di no.


In Abruzzo stessa musica. Negli anni ’90 eravamo saliti all’apice. Ai primi posti fra le regioni del Mezzogiorno.Vicini alle aree più progredite del Nord. Per gli esperti di economia eravamo la “locomotiva del Sud”, che marciava ad alta velocità verso la crescita e lo sviluppo. Teramo era indicata come la capitale della piccola e media industria, al centro di una rete diffusa che produceva ricchezza e posti di lavoro. La Val Vibrata era la punta di diamante di un miracolo “made in Abruzzo”. Tanto che, con ammirazione, gli esperti di economia la indicavano come

La Val Vibrata era la punta di diamante di un miracolo “made in Abruzzo”...

la “Valle dell’Eden”, dove tutto procedeva per il meglio. Anzi, i problemi non mancavano, ma erano quelli di un territorio che stava crescendo

Esaurito il primo tempo della corsa vittoriosa, c’era da girare pagina e prepararsi al passaggio successivo... troppo e doveva prepararsi al futuro. Ma come? Esaurito il primo tempo della corsa vittoriosa, c’era da girare pagina e prepararsi al passaggio successivo. C’era da fare, per capirci, un salto culturale. Gli artigiani e gl’imprenditori di prima generazione dovevano prepararsi ad affrontare le sfide della globalizzazione e dei grandi mercati con una politica industriale nuova e innovativa. Il potere politico, a sua volta, avrebbe dovuto affiancare i manager di ultima generazione, creando infrastrutture e strumenti finanziari per sostenere il grande salto. Per lunghi anni, fra un convegno e l’altro, abbiamo saputo dormire solo sugli allori,

pensando forse che il miracolo “made in Abruzzo” potesse durare all’infinito. Né ci siamo dati da fare per affrontare le sfide sempre più incombenti e la crisi è entrata lentamente nelle viscere della nostra economia. Locale e nazionale. Fino a saldarsi con la recessione e la crisi su vasta scala, per non dire mondiale, di questi ultimi anni, che stanno spazzando un apparato produttivo

C’era da fare, per capirci, un salto culturale...

e industriale debole e inadeguato. Né sappiamo come se ne possa uscire. Tanto che, fra gli addetti ai lavori, c’è chi paventa un ritorno ai pascoli sulle alture abruzzesi. Che dire? Prendiamola come un augurio, per risalire, visto che si precipita. E nessuno sa come fermare la folle corsa verso il basso.

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FIUME TORDINO

Passeggiate “pericolose” e spartizione delle competenze di Matteo Lupi

e ultimamente vi è capitato di farvi una passeggiata lungo il fiume Tordino, saprete già che ad un certo punto il sentiero s’interrompe, e davanti agli occhi prorompe il ponte del Lotto Zero, all’altezza dell’ingresso in zona tigli. E proprio qui, dove il cicaleccio dei suoni naturali si sposa col brusio dei lavori in corso per l’apertura di un nuovo lotto, l’ambiente teramano sembra abbandonato a se stesso: non solo pezzi di recinzioni temporanee da cantiere lasciati tra le fronde dei cespugli, ma anche tronchi di alberi divelti dalle piogge delle scorse settimane, e che hanno invaso il letto del fiume, ostruendolo in parte. Così si ripropone il problema di come tutelare una parte così importante del

Insomma, ci stiamo attivando per lavori di messa a punto anche di zone non a nostra competenza”. Infine, parole al miele per il gestore della rete stradale: “l’Anas ci sta dando una grande mano”.

Non ne parla nessuno, ma noi abbiamo pulito a nostre spese gran parte del Vezzola, un bel tratto dell’alveo vicino alla pista ciclo-pedonale...

foto M. Lupi: situazione sotto ilponte del “lotto 0”

territorio quale è il ‘verde’ del fiume, già al centro di scontri tra fazioni e progetti politici negli ultimi decenni. L’assessore ai Lavori Pubblici, Giorgio Di Giovangiacomo, non vuol sentire parlare di abbandono. “Intanto, la zona non è di competenza nostra, ma dell’Anas. E comunque, più volte abbiamo stanziato fondi per rimettere in sicurezza il fiume, l’ultima somma ammontava a 150.000 euro, se non sbaglio”. L’assessore rivendica anche altri importanti interventi. “Non ne parla nessuno, ma noi abbiamo pulito a nostre spese gran parte del Vezzola, un bel tratto dell’alveo vicino alla pista ciclo-pedonale, e ci siamo fatti finanziare il ripristino del ponticello. PrimaPagina 29 - sett. 2012

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Marcello Sgattoni e Vincenzo Torrieri

Da “Città Giardino” a CITTÀ PERDUTA Pareri incrociati di due personaggi fra rovine, inadempienze ed errori che hanno cancellato una grande identità d’arte e cultura di Giuseppina Michini

n un periodo storico così delicato con la crisi economica imperante è di fondamentale importanza porsi interrogativi sulla direzione da prendere per salvaguardare la cultura e il patrimonio artistico-archeologico della nostra città, per non sperperare le poche risorse a disposizione. Per meglio comprendere la realtà e lo stato di salute di Teramo, abbiamo interpellato due personaggi che della valorizzazione del nostro patrimonio culturale hanno fatto un lavoro: Marcello Sgattoni, già bibliotecario di lungo corso della “Delfico”

e Vincenzo Torrieri, funzionario archeologico presso la Soprintendenza per i beni archeologici dell’Abruzzo. Il sindaco Maurizio Brucchi ha affermato che Teramo è la città d’Abruzzo con i reperti archeologici più antichi, pur sostenendo che il marchio della cittadina è “la città che va in bici”. Che ne pensa? Sgattoni: “Quando ho fatto (tantissime volte) da ‘guida’ a turisti o visitatori spesso stranieri, ho definito la Teramo che ho conosciuto in tempo, appena dopo la guerra, come una “città-giardino”. Città che molti teramani han-

no sempre amato e continuano ad amare solo e soltanto sulle “cartoline d’epoca”, ma che continuano a distruggere, anche in molti ma significativi particolari”. Torrieri: “Andare a piedi sarebbe molto meglio, per guardare soprattutto, per incuriosirsi di Teramo. Forse questo, ormai, è davvero un sogno ad occhi aperti. Il costruito dell’uomo, nella sua accezione più aulica, è il logo dell’essere culturale, della coscienza, della storia. Richiamo sottile e irrefrenabile dell’anima, per non perderci ancora. Quella piazza, quella fontana e la chiesa, la panchina specchiata di pallida luce di luna tra la torre campanaria del Duomo e il Palazzo di Monsignore, così come ogni pietra, ogni

Andare a piedi sarebbe molto meglio, per guardare soprattutto, per incuriosirsi di Teramo. Forse questo, ormai, è davvero un sogno ad occhi aperti...

mattone, ogni porta, ogni angolo si aprono di racconti silenti, bisbigli, voci, grida. Il primo bacio innocente di appena mille anni fa. Quel lamento soffuso che taglia la notte di un inverno siderale. Io non sono più lo stesso. Ogni volta. Per questo ritengo che non esistano reperti archeologici in una città storica. Non sono mai

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esistiti. Piuttosto essi ci sono come sinonimo di vita, storia, come rughe della nostra stessa pelle. Non li vediamo però, perché corriamo, siamo presi da altro. Benessere ed emancipazione, iniquità e perversa, futile illusione”. Su che cosa non sta puntando il nostro capoluogo di provincia? Torrieri: “Bisognerebbe prima capire su che

Bisognerebbe prima capire su che cosa sta puntando. Politici, amministratori, educatori, non stanno mirando sulle reali risorse del nostro territorio...

coltivarla altrove: perché l’archeologia, se la si vuol fare, è una cosa seria (non sono stato io a dirlo, non sono archeologo)”. Cosa sta succedendo ai siti storici e archeologici e ai progetti culturali della città? Sgattoni: “Ho avuto la fortuna di poter studiare archeologia (tutte le archeologie e le scienze annesse) a Bologna, con i migliori maestri del Novecento. Appena sono tornato a Teramo mi sono occupato unicamente d’altro, e avere lavorato alla Biblioteca Dèlfico mi ha salvato anche

da tante arrabbiature, quelle che ‘hanno fatto ammalare’ mio fratello Giammario”. Torrieri: “Non sta succedendo proprio niente. C’è assenza di personalità, vuoto esistenziale. Ogni iniziativa, ogni slancio, ben presto si inabisserà nel plumbeo e fermo lago dell’ingiustizia, delle delusioni, dei fallimenti. È stato costruito un edificio per la cultura: mi riferisco all’ipogeo di piazza Garibaldi. D’improvviso non si sa più cosa farci. Il perché a questo punto è chiaro: abbiamo assoluta necessità di ricostruire, costruire il nuovo, dentro di noi”.

cosa sta puntando. Politici, amministratori, educatori, non stanno mirando sulle reali risorse del nostro territorio. Il processo di estraniazione dall’ambiente, dalla storia, ci allontana sempre di più dalla realtà: da quel paesaggio storico che caratterizzava la nostra terra di provincia e che sempre più stiamo perdendo, così come stiamo perdendo noi stessi”. Sgattoni: “La mia archeologia continuo a

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“Centro storico, colabrodo della città” Mirko De Berardinis, segretario del circolo Pd, processa il “modello Teramo” e propone… di Daniela Palantrani

più di tre anni dall’insediamento della giunta Brucchi a Teramo, le tante promesse e gli impegni presentati in campagna elettorale, cominciano a svanire. Il ‘Modello Teramo’ del centrodestra, lanciato dall’ex sindaco Chiodi, ha mostrato finalmente il suo volto ai teramani: molta propaganda, tanti annunci-spot, un lungo elenco di opere pubbliche e progetti illustrati e mai realizzati racchiusi dentro piani strategici fantasma”. Questo l’esordio di Mirko De Berardinis, giovane segretario del Circolo Pd “E.V.Orsini” -Teramo centro. Quali le principali criticità del centro storico? “In questo fallimentare ‘modello’ politico, il centro storico è rimasto abbandonato a se stesso, e i residenti ne vivono ogni giorno le conseguenze. Le manutenzioni restano minime e carenti. Le strade, specie nella zona di Porta Romana, via De Albentiis, piazza Verdi, sono ridotte ad un colabrodo. In alcuni tratti gli antichi porfidi, mancanti o danneggiati dal tempo, non vengono sostituiti per mesi, per poi essere ricoperti da antiestetiche colate d’asfalto. L’illuminazione - prosegue De Berardinis, - resta uno dei principali problemi: sono troppe le strade e gli incroci

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che nelle ore notturne restano al buio, creando sensazione di insicurezza e probabile pericolo nei cittadini. Bisogna potenziare la pubblica illuminazione e garantire ai cittadini un monitoraggio costante degli impianti, per intervenire rapidamente in caso di guasti ed evitare incidenti, come i tanti avvenuti nella rotonda di ingresso a Teramo in via Cona”. Possibili soluzioni? “Abbiamo richiesto più volte all’amministrazione comunale l’installazione di telecamere di video-sorveglianza, in alcuni punti della città, come ad esempio piazza Garibaldi, Villa comunale, piazza Martiri, Madonna delle Grazie, per garantire una maggiore percezione di sicurezza ai cittadini e per dare un ausilio al lavoro prezioso delle forze dell’ordine. Finalmente, dopo numerosi rinvii, la giunta ha stanziato 25mila euro per l’acquisto di telecamere. Speriamo che la burocrazia non ritardi ulteriormente e che entrino presto in funzione. Altra questione disattesa dalla giunta Brucchi, - prosegue il segretario - resta quella dei grandi contenitori vuoti inutilizzati o abbandonati in centro storico: ex manicomio,ex ospedaletto di Porta Romana, Regina Margherita, ex Ravasco, ex Enel viale Bovio, ex Banca D’Italia, sono alcuni esempi. Edifici e spazi che politici ed amministratori non possono limitarsi a

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guardare, mentre cadono in rovina”. Proposte concrete? “Si potrebbero trasformare questi luoghi in investimenti per il futuro, non dimentichiamo che a Teramo ancora manca una casa dello studente e gli universitari hanno necessità di aule studio in centro. Quale migliore occasione, dunque, per far rivivere il nostro centro storico cittadino? Teramo, - conclude il segretario - ha bisogno di tornare a crescere e guardare avanti dopo questi anni bui, ma non si pensi ad una crescita con il cemento. Occorre fermare il consumo del territorio e la cementificazione selvaggia. Per questo motivo ci siamo opposti, e continueremo a farlo, all’ipotesi di cementificare l’area del vecchio stadio comunale. E’ uno dei pochi spazi verdi rimasti in città e tale deve restare. Un polmone verde a disposizione delle famiglie e delle tante società sportive che già lo utilizzano, oltreché un’area comunale sempre utile per eventi e manifestazioni. La vicenda del nuovo teatro dovrebbe aver insegnato qualcosa ai nostri amministratori: mai più project financing nelle mani dei privati, l’interesse pubblico va messo sempre al primo posto. Se non si segue questa regola, si perde la bussola del bene comune”.


Teramo che non dimentica

IDENTITÀ TERAMANA L’associazione di Enzo D’Ignazio dice la sua su Province e problemi in città di Daniela Palantrani

nzo D’Ignazio, portavoce dell’ associazione Bella Teramo, fa sapere che si è mobilitata contro l’abolizione della provincia di Teramo. “Siamo contrari all’accorpamento delle province – esordisce D’Ignazio - sia con Pescara, contrariamente a quanto propone il sindaco di Giulianova, Mastromauro, perché non esiste nessuna affinità nella cultura delle due province. Contrari anche all’accorpamento con L’Aquila, che ha problematiche già vastissime e diverse dalle nostre. La provincia di Teramo ha un territorio ampio che spazia dalla montagna alla costa. Come gestirebbe L’Aquila le problematiche della costa che non è avvezza ad avere nel suo territorio? Ci preoccupa, prosegue il presidente – la sottrazione delle istituzioni e la conseguente perdita di identità dei teramani che si avrebbe nel caso di accorpamento”.

Una domanda al sindaco Brucchi? “Dopo la vicenda del Teatro Comunale, e l’impossibilità di abbattere il vecchio stadio, si è convinto della necessità di chiedere

Teramo, vede, ricorda e non dimentica... preventivamente il consenso ai cittadini?”. Infine, D’Ignazio, tuona sulla poca attenzione della PA sulla sicurezza dei cittadini. “In via Muzi persiste una situazione di non messa in sicurezza (caduta di calcinacci e tegole), segnalata da diversi mesi all’amministrazione. Teramo, vede, ricorda e non dimentica. Neanche che abbiamo perso la squadra di basket, anche a causa della poca incisività dell’amministrazione”.

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TRASPORTI

E io pago… Mentre rincarano le tariffe di treni e autobus i pendolari tartassati (a ragione) protestano di Ivan Di Nino

ono andato a prendere il treno per Giulianova da Teramo, due settimane fa e costava 2,30 euro; sono andato oggi ed il prezzo è aumentato di dieci centesimi!”. Questo il commento di un passante alla stazione di Giulianova. In Abruzzo i biglietti sono rincarati da settembre del 4,5% medio sia per il servizio regionale Trenitalia che per la Sangritana. Gli aumenti sono dovuti all’inflazione (tasso programmato 2012 dell’1,5% cui si sommano lo 0,1% del recupero tasso di inflazione 2010 e il 2,7% dell’inflazione 2011). Treni spesso sporchi ed in ritardo, con l’Eurostar, la Freccia rossa e bianca che si fermano sì e no a Pescara. La modesta battaglia combattuta per farli fermare a Giulianova è andata persa. La Regione ha tuttavia comminato a Trenitalia le sanzioni previste dal contratto di servizio per cause legate all’ingiustificata soppressione di treni o in relazione alla

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decurtazione di vetture sulla composizione di alcuni di essi per l’anno 2011pari a 143.518 euro. La deliberazione della giunta regionale non accoglie nemmeno in toto la richiesta di Trenitalia che voleva un aumento di “almeno il 6,3%” a partire dal primo luglio, ricordando all’esecutivo regionale il recente rincaro del 10% delle tariffe degli autobus del trasporto locale. Già, come se non bastasse è salito anche il costo del trasporto su gomma. La manovra, secondo la Regione, è stata obbligata: i continui rincari del gasolio –ma nei rari casi in cui detto carburante scende di prezzo non si verifica il contrario- e della manutenzione dei mezzi hanno fatto lievitare i costi d’esercizio. Tale aumento non riguarda automaticamente le linee commerciali non sovvenzionate con i contributi pubblici (come la tratta Pescara-Roma) dove si opera in concorrenza col privato. L’incremento incide più sulle linee brevi, come la Teramo-Giulianova.

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La quota sotto la quale i rincari non valgono sale da 6500 a 10.000 euro di reddito annuo. Per l’assessore regionale Morra molto è stato già fatto sopprimendo doppioni, corse festive non produttive e fasce orarie con domanda debole. Secondo quanto previsto dal Decreto Legge 1/2012 sulle cosiddette liberalizzazioni occorre avviare un processo di aggregazione delle imprese di trasporto pubblico locale. La soluzione dell’azienda unica (prevista anche da una legge regionale) appare scontata: pleonastiche l’ARPA, la GTM e la Sangritana. Nella deliberazione della giunta regionale del 31 maggio 2012 avente ad oggetto “ristrutturazione servizio pubblico di trasporto locale in concessione regionale e delle linee del contratto di servizio con Regione Abruzzo”, sono stati espressi gli obiettivi della ristrutturazione gettando le basi per la fusione. Si sta ponendo sul tavolo la possibilità d’istituire una “newco” (new company), società unica gomma – ferro, strutturata in divisioni per area di business. A fronte degli aumenti, forte è stata la protesta dei pendolari. E’ pur vero che molte altre regioni hanno aumentato anche di più il costo dei biglietti, ma qualcuno dovrebbe anche ricordare che il bollo auto-incasso regionale!- è tra i più salati d’Italia, tra l’altro la nazione che fa pagare di più in Europa. Una rete infrastrutturale inadeguata e mal tenuta fa il resto. Tanto per cambiare, i bilanci sono deficitari: l’ARPA, per citare la società più in vista, ha un bilancio ‘rosso Ferrari’ in quanto “i primi anni di gestione furono caratterizzati da una crescita tumultuosa dovuta a pressanti necessità d’intervento, che hanno messo a dura prova la capacità produttiva della società e reso pesante l’indebitamento in assenza di adeguate risorse finanziarie messe a disposizione dalla Regione”. (Relazione della Regione Abruzzo-dire-


zione trasporti, infrastrutture, mobilità e logistica-2010). Gli obiettivi del trasporto pubblico locale, scritti sempre nella stessa relazione, sono sicuramente condivisibili: “sviluppo e miglioramento del sistema(…) Principi di sussidiarietà (conferimento agli enti locali di funzioni e compiti che non richiedano l’unitario esercizio a livello regionale) –, ma qualcuno qui ha visto la possibile creazione di altri baracconi politicila copertura di servizi minimi per coprire la domanda di mobilità stessa, l’attenzione allo sviluppo, concorrenza, trasparenza contrattuale, rispetto dell’ambiente”.

Tira e molla, tra conferme e smentite le lettere di licenziamento dei 67 precari dei Centri per l’impiego di Teramo sembrano destinate a partire. Anche se, secondo la moda corrente, la parola “licenziamento” è stata addolcita con “risoluzione anticipata dei contratti di lavoro”. Come quando chiamiamo i ciechi “non vedenti” e gli handicappati “diversamente abili”. Domanda: Se i Centri per l’impiego, che dovrebbero favorire l’impiego, licenziano o risolvono anticipatamente i contratti, a chi si rivolgeranno i precari domani? La crisi afferra anche il settore dei mobilieri in provincia.Tavole rotonde e “paroloni” di esperti per risollevare gli animi depressi, rimasti tali, sembra, alla fine dei consessi. Domanda: oltre a rimediare una foto sui giornali e una zummata in tv, qual è la funzione dei convegni a tema, se a domanda nessuno risponde?

Il bilancio del Ruzzo

Un territorio da bere di Ivan Di Nino

ennesima puntata dell’ennesima storia su cui premono interessi formidabili: al solito, la politica litiga. Al fin della licenza, sono state toccate le poco sacre sponde dell’approvazione del bilancio del Ruzzo, con i voti dei sindaci di maggioranza di centro-destra (21favorevoli, 9 contrari, 1 astenuto). All’inizio dei lavori il sindaco di Giulianova, Mastromauro, ha proposto di invertire i punti dell’ordine del giorno, mettendo al primo posto il nuovo Cda: sospensione della riunione e no di rito. E’ facile immaginare come nei minuti tra il primo e secondo round ci siano state baruffe di palazzo che poco hanno a che fare con l’acqua e il bene comune dei cittadini. Ancora sugli scudi, il sindaco della città rivierasca ha incalzato l’assemblea dei socisindaci sull’illegittimità di atti su cui si è dato già conto: si ricorda unicamente che per la linea del centro-sinistra la procedura seguita dal Cda, per rimpiazzare il presidente Strozzieri, non era valida e dunque, con la ricomposizione del Cda, presieduto da Scuteri, il bilancio andava approvato sanando le irregolarità pregresse. Il Ruzzo ha emesso una nota pubblica in cui si afferma che l’attuale Cda rispecchia i 4/5 del precedente stesso organo, che ha portato il bilancio al voto dell’assemblea

dei soci. Fine delle trasmissioni, dacché gli altri punti sono stati rimandati: niente approvazione del bilancio programmatico in attesa del parere dell’Ato –allora, alla Catalano, viene da chiedersi perché sia stato messo nell’odg- e l’azzeramento del Cda. Ancora Mastromauro:“Resta il fatto che è stato votato un bilancio che mette a rischio i territori, quando sarebbe stato sufficiente un rinvio per sanare la situazione”. Inoltre, l’avvocato giuliese ha affermato che “ il rinvio dell’azzeramento del Cda suona invece come il segno di divisioni interne per il centrodestra”. Ovviamente di parere opposto le forze dell’altra sponda: per Valeria Misticoni, delegata dal sindaco Brucchi: “I fatti hanno dimostrato che non esistevano i dubbi di legittimità posti dal centrosinistra, che invece ha messo ancora una volta in evidenza la sua irresponsabilità. Questo bilancio rappresentava per l’80% la gestione del centrosinistra. Grazie al voto del centrodestra il Ruzzo è stato messo in condizioni di guardare al futuro, e di iniziare a pensare finalmente ai problemi reali come la carenza idrica”. Chiaramente, delle due, l’una: secondo una parte politica “il territorio è a rischio” secondo l’altra si può cominciare a pianificare il futuro perché le scelte fatte sono giuste. A chi credere?

Ultimo sport di moda: il rimpallo. Si gioca, in genere, tra enti pubblici.Vince chi riesce con abilità a scansare la palla-rogna e a rinviarla (rimpallarla, in gergo tecnico) all’avversario. Domande multiple: Se l’edificio scolastico ics (metti il convitto nazionale con liceo classico annesso) perde i pezzi e un utente ipsilon becca – che so- un pezzo di intonaco in testa, come si muoveranno gli enti rimpallanti? Calcolando l’area in cui si è svolto il sinistro, se di competenza dell’uno o dell’altro? Ti.Ma. PrimaPagina 29 - sett. 2012

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LA CAZZAROLE inedito del Prof. Lucio Cancellieri E mo’ ch’ahè ’sta ggende qquà la Piazze nghe lu vistite a llusse e ’ngravattate? oh, che nn’avasse maje addumannate!

Avasteve ddo’ pecure e pastore, ’nu pajare nghe vuve e l’asinelle, diciarà chi passe e ve’ da fore: “huarda tu, ’stu presepje quand’è belle!”

Panze a lu terramane ch’ha ’spettate e dapù ch’ha passate mise e mise… trove ’na cazzarole… che sci ’mbise! Mo’, qquà la piazze tutta arje e sole, che ci allessame?... sole li casciole! ’Nu maneche e faceve ’na sartagne e cuscì pe li feste pupulare ere Pippine a fa’ lu castagnare. Asse armaneve su la casa su’, argireve ugne vodde la sartagne abbruschenne pulitece e castagne.

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Li fundane ch’apprime steve sù, pe fa veda’ a ttutte nda se fà, une a une l’ha ’vute da smunda’. Pe colpe de chi te’ li bbandijole ce tename tena’ ’sta cazzarole, ma, chiste sinza n’onge de cirvelle, ce s’allasse li palle e pu’ la celle! Cuscì no… che nz’arjesce maje a crasce s’a Terme une fa… e cull’addre sfasce.

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Epilogo di un disastro finanziario

CIRSU IN BILICO di Ivan Di Nino

ì, no, forse: voci di corridoio si rincorrono sul possibile fallimento del CIRSU, la società che gestisce i rifiuti dei comuni di Giulianova, Roseto, Mosciano, Notaresco, Bellante e Morro d’Oro. Il presidente Andrea Ziruolo si è dimesso, perché “stanco di essere il parafulmine di un sistema che, così come impostato, non può funzionare e che credevo di poter contribuire a cambiare”. Nell’area del teramano sussistono quattro consorzi di tal guisa per una provincia di dimensioni più familiari che europee. Il sindaco di Roseto, Enio Pavone, ha chiesto ed ottenuto dal consiglio comunale una risoluzione che ha votato la richiesta di fallimento del CIRSU stesso. Non sono mancate le solite beghe giudiziarie: si sa come il 13 giugno il Tar -in ordine ad un ricorso presentato da Deco Spa che ha accusato Cirsu di non aver indetto una regolare gara ad evidenza pubblica per l’affidamento dei lavori iniziali- abbia sospeso l’iter per la nuova discarica di Grasciano per il mancato rispetto delle modalità di affidamento di lavori pubblici di cui al D.Lgs. 163/2006; il Consiglio di Stato ha invece ribaltato il precedente ordine, dando di fatto il via libera all’opera. Tuttavia ad oggi c’è ancora una inchiesta della Procura di Teramo sullo sversamento di rifiuti liquidi nel Tordino, per la quale il

pm avrebbe citato a giudizio l’ex presidente di Sogesa, Gabriele Di Pietro ed Andrea Ziruolo, il quale ha dichiarato di non sapere nulla della citazione riservandosi que-

A questo punto o si fallisce o si ricapitalizza...

rele: “L’indagine a cui si fa riferimento era precedente al conferimento del mio incarico, l’impianto di Grasciano non genera più inquinamento da quando siamo riusciti a

sostituirci a chi lo gestiva e dell’impianto inquinante Cirsu è il proprietario e non il gestore”. Il CIRSU vanta crediti nei confronti dei Comuni soci per un totale di più di cinque milioni di euro. Il bilancio 2011, non approvato, si è chiuso con gravi perdite. I debiti del Consorzio ammontano in tutto a poco meno di quattro milioni di euro, con un capitale sociale di 120mila euro. Eppure i cittadini i tributi li pagano eccome: la tariffa richiesta dal Cirsu per ogni tonnellata di rifiuti conferiti dai 6 Comuni consorziati in pochi anni è passata da 55 a 220 euro. A questo punto o si fallisce o si ricapitalizza. L’idea del concordato preventivo è da scartare:è appena il caso di ricordare che esso è una procedura concorsuale attraverso la quale l’imprenditore ricerca un accordo con i suoi creditori per non essere dichiarato fallito, o comunque per tentare di superare la crisi in cui versa l’impresa. Dopo un eventuale concordato, la cancrena politica che tutto infesta, sarà capace di uscire dal dramma (economico) in cui versa la società? Se da un lato si ha paura del fallimento, si potrebbe allora ricapitalizzare, ma i comuni hanno già messo le mani avanti, affermando subito che “non ci sono i fondi”. Altri hanno affermato che sarebbe opportuno cedere parte delle azioni ad altri soci, ottenendo così ‘denaro fresco’con cui poter ricapitalizzare, ma chi comprerebbe anche solo una parte di un’impresa così disastrata?

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CONCRETAMENTE BIM di Daniela Palantrani

l consorzio BIM Vomano-Tordino ha attuato interventi concreti a favore del territorio. Il presidente Franco Iachetti, che da gennaio si è sospeso ogni indennità, non ha sospeso il lavoro e gli incontri con sindaci ed operatori economici del territorio per continuare a dare il ”valore aggiunto” che è diventato il motto

È necessario rimettere in circolo del denaro, per far ripartire l’economia degli ultimi anni. Presidente, quali sono stati gli interventi? “Ne cito solo alcuni, per far capire l’eccellenza del consorzio BIM. Con soddisfazione qualche mese fa che è stata inaugurata, insieme al sindaco di Cortino, la pompa di benzina comunale, prima in Italia. Come BIM abbiamo iniziato questo percorso affinché altri sindaci possano avere ulteriori

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fortunate intuizioni, come quella del sindaco Minosse. Stiamo, inoltre, per partire – continua Iachetti - con circa 130 persone per le cure termali. L’iniziativa è riservata a tutti i Comuni al sotto dei 5mila abitanti. Siamo soddisfatti, perché nonostante le difficoltà logistiche del dover prendere le persone a piccoli gruppi, alla spicciolata, è il terzo anno consecutivo che riusciamo a portare a termine

Non potremo più fare mutui, in quanto con le leggi vigenti, stiamo leggermente sopra l’8% di indebitamento... anche questo progetto. Non dimentichiamo l’ampliamento della scuola di S.Nicolò a Tordino per cui il BIM ha versato un contributo di 325mila euro, permettendo la dotazione della struttura di ulteriori 4 aule, altrettanti servizi igienici e la ristrutturazione e la messa a norma di una sala da adibire a palestra. L’aiuto ai Comuni è notevole perché singolarmente non si sarebbe potuto offrire il servizio. Altra eccellenza riguarda l’ICI, non IMU, annualità dal 2006 al 2011 che l’Enel deve pagare ai Comuni. Si parla - prosegue il presidente, – di oltre 4milioni di euro di arretrati,

oltre all’IMU che incasserà direttamente ogni Comune. L’ICI verrà versata al BIM che poi girerà per competenza ai rispettivi Comuni. Faranno la parte del leone i Comuni di Crognaleto, Fano Adriano, Pietracamela e Montorio al Vomano, ove sono collocati i siti”. Programmi per l’anno futuro? “Sto incontrando i sindaci dei vari Comuni, per cercare di trovare le opportune soluzioni - precisa Iachetti, - in quanto si prospettano delle difficoltà per l’anno 2013. Non potremo più fare mutui, in quanto con le leggi vigenti, stiamo leggermente sopra l’8% di indebitamento, e quindi se non ci sarà qualche revisione in aumento di un punto o due percentuali, purtroppo la quarta annualità che era in previsione vedrà uno slittamento in attesa di trovare una soluzione. Negli ultimi 4 anni del mio mandato il BIM ha fatto interventi per circa 4,8 milioni di euro, di cui 3 milioni con il ricorso a mutui, il resto con i fondi del consorzio. Ecco perché il mio motto ‘un valore aggiunto al territorio’”. Quale la possibile soluzione? “Ho avuto incontri con imprenditori ed associazione costruttori, per sensibilizzare la politica, affinché si riesca ad ottenere un aumento di 2 punti percentuale all’indice di indebitamento, onde poter far ripartire le opere pubbliche, per evitare la paralisi delle attività. Se così non sarà –conclude il presidente – con diversi enti pubblici della provincia nella nostra stessa situazioni, si avrà la paralisi del mercato e delle attività economiche. E’ necessario rimettere in circolo del denaro, per far ripartire l’economia”.

Una pizza (biologica) mondiale di Antonella Lorenzi

n teramano che fa parlare di Teramo e di sé a livello mondiale. Carmine Verni non ama i concorsi, ma al primo tentativo ha vinto, sbaragliando gli avversari, il XIV concorso mondiale di pizza biologica del Sana di Bologna. La “delizia”, con impasto Kamut prevedeva sapientemente e gustosamente: mousse di ricotta di pecora aromatizzata con mandorle, radicchio, pere, bufala e prosciutto crudo con un filo di olio. Il tutto rigorosamente biologico.Verni ama fare la spesa a km zero, si reca personalmente al mercato ad acquistare le verdure dai contadini. Non ha ancora dato un nome alla creazione da primo premio, che naturalmente entrerà a far parte del menu della sua pizzeria “La Tana di Lucifero”, anche se Verni dedica particolare attenzione a questo. Infatti, anche il nome del ristorantepizzeria non è casuale. Tana è dovuto al fatto che il locale è diviso in più stanze con soffitto a volta, tipico del centro storico, mentre “lucifero” è legato al Teramo Basket. Per ora, si spera, solo ricordo delle gioie, sconfitte e glorie biancorosse.

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Montorio al Vomano

STRATEGIE PER RICOSTRUIRE I Comuni del “cratere” sismico serrano le fila di Adele Di Feliciantonio

e per un lungo periodo, dopo la triste data del 6 aprile 2009, i termini come sisma o terremoto sono diventati di uso quotidiano per le popolazioni dell’Abruzzo, oggi, con uno spiraglio di speranza e con tanta forza, si parla di nuovo inizio. Proprio per questo, a Montorio al Vomano si è svolto di recente un incontro-dibattito con alcuni addetti al settore che hanno fatto il punto della situazione. “L’esperienza del terremoto è stata difficile da accettare, ma soprattutto da gestire – ha affermato l’on. Giovanni Lolli (Pd)-. Noi amministratori siamo stati messi di fronte a un problema molto grande; ogni giorno i cittadini ci pongono domande e ci mettono di fronte a questioni le cui risposte sono, ahimè, non ancora esaustive. In una situazione del genere era impossibile fare miracoli; abbiamo cercato di impegnarci più che potevamo. L’Aquila, nei primi mesi dal sisma, è stata un movimento continuo di persone e mezzi di comunicazione. Spenti i riflettori è rimasto un territorio pieno di problemi da risolvere”. L’on. Lolli con tono polemico ha riconosciuto l’errore più grande commesso, a suo avviso, nell’affrontare il post-sisma: l’idea

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di usare le regole dell’emergenza per la ricostruzione. “Emergenza e ricostruzione – ha sottolineato– sono due cose completamente diverse; l’emergenza vuole le regole dell’emergenza; la ricostruzione deve essere fatta con le regole ordinarie che nulla hanno a vedere con le prime”. Il terremoto dell’Aquila è stato, in verità, il terremoto dell’Abruzzo; non dimentichiamo che non solo il capoluogo abruzzese ne è rimasto gravemente

...c’è necessità di una classe politica attiva e operativa che sviluppi una progettualità... colpito, ma altri 56 Comuni di tutto il territorio regionale hanno subìto danni rilevanti. A spiegare la situazione Emilio Nusca, coordinatore dei sindaci del cratere: “Il nostro può essere definito un sisma atipico perché ha distrutto totalmente una città grande e importante come L’Aquila e ben 56 Comuni hanno riportato danni e

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problemi diversi. Essi, sebbene con esigenze differenti, sono accomunati da una stessa direttrice: la ricostruzione. Per questo sono state ideate le cd. aree omogenee che raggruppano i diversi territori al fine di legare i Comuni simili tra loro. La sinergia tra le 8 aree e L’Aquila capoluogo dovrà portare a una strategia comune da presentare al governo”. Nusca ha ricordato che siamo nel vivo della fase più delicata. “Sono necessari piani di ricostruzione e dobbiamo mantenere una coesione tra i Comuni e il capoluogo non perdendo mai di vista l’obiettivo principale: il rilancio dell’Aquila e delle zone interne dell’Abruzzo; il lavoro è complesso, c’è necessità di una classe politica attiva e operativa che sviluppi una progettualità e l’appoggio del governo attraverso l’erogazione di risorse. Ma bisogna continuare con la forte unità che si è creata tra i sindaci, coesione che è un punto di riferimento ineliminabile nei rapporti con le istituzioni regionali e statali”. Questa unione che “fa la forza” è stata confermata da Alessandro Di Giambattista, sindaco di Montorio al Vomano, ma soprattutto coordinatore dei Comuni teramani del cratere. “Facendo ‘massa critica’ con gli altri Comuni abbiamo ottenuto risultati impensabili, agendo da soli, con il ritorno dei pieni poteri ai sindaci. Ci auguriamo che si possano redigere al più presto i cd ‘piani di ricostruzione’, naturalmente ottenendo le risorse necessarie”. L’Abruzzo, con voglia di ricominciare, ma con ancora tante difficoltà cerca di risollevarsi da un evento così catastrofico che non si poteva prevedere, quindi nemmeno evitare. Tanto si poteva fare, ma molto e di buono si è fatto. Non a caso l’assessore alla protezione civile dell’Emilia Romagna, recentemente colpita da un analogo sisma, Paola Gazzola, ha partecipato al dibattito manifestando tutta la sua riconoscenza per l’aiuto concreto ricevuto dal Paese, soprattutto dalle regioni vicine, in primis la nostra. “Sull’esperienza aquilana stiamo dando ripresa all’Emilia; uno dei modelli che abbiamo ereditato è stato l’inizio della scuola entro i termini prestabiliti. Ricominciare dai ragazzi è stato un segnale forte che la vostra esperienza ci ha insegnato e trasmesso”.


Valle Castellana

“ADOTTATI DAGLI ASCOLANI” di Domenico Marinelli

alle Castellana, piccolo comune montano, situato nella parte nord della provincia di Teramo al confine con le Marche. Il suo territorio, che ricade per il 96% nella giurisdizione del Parco Nazionale Gran Sasso-Monti della Laga, annovera meraviglie paesaggistiche: castagneti, ruscelli e torrenti, suggestivi borghi in pietra collegati da sentieri panoramici. Il paese, tuttavia, negli anni ha assistito a un lento e inesorabile spopolamento. Il fenomeno è attribuibile a varie componenti. Tra questi, la viabilità. Le strade provinciali,

Otto km tra buche, fango e smottamenti. Con l’amministrazione provinciale che dichiara di non avere fondi per gli interventi...

e in parte anche quelle comunali, versano in situazioni pietose: buche enormi, strada sconnessa, carreggiata in alcuni punti sprofondata e mancante di guardrail, scarsa manutenzione. Emblematico il caso della SP49 che collega il paese ad Ascoli Piceno. Otto km tra buche, fango e smottamenti. Con l’amministrazione provinciale che dichiara di non avere fondi per gli interventi. Anche a causa del maltempo dello scorso mese, la situazione si è ulteriormente aggravata. I cittadini che viaggiano ogni giorno per andare a lavoro nella vicina Ascoli Piceno si dichiarano disperati e spaventati per i molti pericoli presenti sulla strada, che per 3 chilometri costeggia il lago di Tavacchia, profondo 80 metri, senza le adeguate protezioni. Rilevante anche la questione della gestione dell’acquedotto. Valle Castellana è ricca di acqua e di sorgenti, ma periodicamente il flusso idrico viene a mancare. Spesso i pochi residenti rimasti nel comune e nelle frazioni limitrofe sono costretti a trascorrere giorni interi senza acqua. L’amministrazione comunale dichiara che sta facendo il possibile per portare i

problemi del territorio all’attenzione degli organi centrali, ma la popolazione chiede risposte e fatti concreti. Un comitato spontaneo sta promuovendo una raccolta di firme per chiedere il passaggio dalla provincia di Teramo alla quella di Ascoli Piceno. Dal fronte marchigiano, infatti, c’è sempre stato riscontro in materia di efficienza attraverso interventi, investimenti costanti e messa a disposizione di servizi e viabilità ottima.

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Potrebbe essere lo slogan di Aimpa

UNO PER TUTTI, TUTTI PER UNO Il presidente, Antonio Persano ne spiega obiettivi e prospettive

di Mariangela Sansone

a crisi economica è come un cancro che dilaga nell’animo, diffondendo paura e depressione; è diventata a tutti gli effetti uno dei nuovi mali del ventunesimo secolo, eppure non manca la voglia di ripartire, rimboccarsi le maniche, caricarsi di energia positiva, e soprattutto propositiva, ed affrontare con slancio e fiducia il futuro. Antonio Persano, titolare della Meding Group srl di Montorio al Vomano, neo-presidente dell’associazione imprenditori abruzzesi (Aimpa), illustra il suo progetto, con il quale ambisce a trasmettere nuovi impulsi all’economia locale abruzzese. - Come è nato il progetto Aimpa? “Mi sono trasferito a Teramo dopo la maturità

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classica per studiare all’università, integrandomi da subito con il tessuto sociale. Per sostenermi agli studi ho iniziato ad occuparmi di pubbliche relazioni. La mia gavetta nel mondo del lavoro ha preso il via all’interno di un poliambulatorio specialistico, dove mi occupavo degli aspetti commerciali. Questa esperienza mi consentì di entrare in contatto con il mondo delle imprese e mi fu facile durante questo percorso rendermi conto di quelle che erano le esigenze e le necessità di un’impresa. Dopo un iter di sei anni all’interno di questa struttura decisi che era venuto il momento di mettermi in gioco. Nel 2009 detti vita alla Meding Group srl, un’impresa di servizi che si occupa in primis di medicina del lavoro e di cliniche mobili. Riuscii ad ampliare la mia rete di contatti e la conoscenza del territorio, spostandomi da un tessuto prettamente teramano verso il litorale ed arrivando sino al Piceno; in questo modo ho potuto comprendere come le necessità delle imprese cambiassero fortemente anche in relazione al territorio d’appartenenza. Di lì a poco un noto imprenditore teramano mi propose di iscrivermi all’Aimpa, una nuova realtà associativa giovane e culturalmente attenta e preparata. Dopo un anno, nel marzo 2012, decisi di candidarmi alla presidenza, sostituendo l’allora presidente uscente, nonché fondatore dell’Aimpa ed attuale presidente onorario,


Giuseppe Lisciani. Quello che mi proposi da subito, come presidente, era dare un taglio molto più dinamico alla soluzione delle problematiche aziendali, sfruttando logiche di rete finora spesso annunciate, ma in realtà ancora poco praticate”. - Esistono già altre associazioni di categoria degli imprenditori, da cosa è nata l’esigenza di costituirne una completamente nuova e quali i suoi elementi distintivi? “La nostra associazione nasce dal cuore delle imprese, come spontanea risposta alle comuni esigenze del territorio ed alle particolari problematiche ad esso collegate. L’Aimpa cerca di avere un rapporto più stretto e diretto con le singole imprese, superando i modelli classici associativi; il problema di un associato deve divenire il problema di tutti. Non vuole essere una concorrente delle altre associazioni di categoria, ma una realtà libera e di concreto supporto alle imprese. La filosofia dell’Aimpa è strettamente legata alla volontà degli imprenditori che l’hanno creata, di mantenersi autonoma dalle altre organizzazioni datoriali di carattere nazionale e di riuscire a dare voce e concreto sostegno alle piccole e medie imprese locali. Questo scopo viene perseguito con successo ormai da diversi anni, cercando costantemente di ampliare la base associativa e di aumentare i servizi a favore delle aziende. Sono diverse le imprese che hanno già aderito a questo progetto, la Lisciani s.r.l., Perfect S.r.l., La nuova editrice, Impresa costruzioni pubbliche, Abruzzi Son-

da s.a.s., solo per citarne alcune. L’Aimpa è aperta però anche a tutti i professionisti, che possono associarsi usufruendo di tutti i servizi messi a disposizione; il libero professionista è visto da noi come un imprenditore”. - Quali servizi offre agli associati?

La nostra associazione nasce dal cuore delle imprese, come spontanea risposta alle comuni esigenze del territorio...

“Tra gli impegni dell’Aimpa c’è la formazione mirata, grazie all’azione di enti bilaterali, tenendo conto delle mutevoli necessità delle imprese e delle loro specifiche esigenze formative. Altri importanti servizi che riusciamo a fornire sono quelli connessi all’accesso al credito, per i quali disponiamo di ottime convenzioni con istituti bancari del territorio. Tra gli altri servizi ci sono anche quelli sanitari e quelli offerti alla persona. Grazie ad un fondo interprofessionale gestito direttamente dall’associazione, ricorriamo all’ausilio di consulenti specialisti che, in maniera scrupolosa, conducono analisi personalizzate per cia-

scuna impresa, in maniera tale da calibrare le iniziative ed ottenere risultati vincenti per ognuna di loro. L’Aimpa è un’associazione che fornisce risultati prima di chiedere qualsiasi quota associativa e che trova la propria ragione di esistere nella capacità di offrire servizi veramente validi ed utili. In questo si differenzia profondamente dalle altre associazioni”. - Si può uscire dalla crisi? “La situazione economica è effettivamente complessa. I media dedicano molto spazio ed attenzione ai problemi, ma non si soffermano sulle possibili soluzioni, che anche la stessa classe politica sta comunque cercando di offrire. Affinché le occasioni proposte dal mercato e dalla legislazione siano effettivamente sfruttate è sempre più indispensabile affidarsi a una rete di consulenti, spesso molto costosi, per individuare le concrete risposte alle numerose esigenze dell’azienda, e ciò vale sia per i piccoli imprenditori che per le realtà più grandi e consolidate. L’Aimpa cerca di mettere a disposizione degli associati questo tipo di assistenza, mirata e concreta per ogni esigenza, e di essere vicina anche a coloro che sono ancora in una fase di startup o che addirittura sono soltanto in procinto di aprire un’attività e si trovano in una fase embrionale di progettazione, assistendoli e tutelandoli nel loro iter. Bisogna restare vicini in particolare ai più giovani ed anche piccoli gesti di incoraggiamento, soprattutto in questa delicata fase, possono portare in poco tempo a grandi risultati”.

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Medicina Veterinaria ESCLUSIVO

e Regioni hanno assunto una sempre più diretta responsabilità finanziaria sulla sanità e contestualmente viene loro riconosciuto non solo il ruolo normativo o programmatorio, ma anche una competenza ed un potere esclusivo sulla gestione e sul finanziamento dei ser-

Regione Abruzzo ha pertanto la responsabilità, all’interno del proprio territorio, della pianificazione, dell’indirizzo e coordinamento, del rilascio delle autorizzazioni e della verifica dei controlli. L’attuazione dei controlli è gestita a livello locale dalle Aziende Sanitarie Locali (ASL), che hanno un elevato livello di autonomia nell’allo-

IL FUTURO È IN ABRUZZO di Giuseppe Bucciarelli Dirigente Regionale Servizio Sanità Veterinaria e Sicurezza alimentare

vizi sanitari. In seguito alla modifica della nostra Costituzione, avvenuta nel 2001, il tema della salute in generale e quello della sanità animale, della sicurezza degli alimenti e dei mangimi, del benessere animale e della profilassi internazionale, è divenuto materia le cui responsabilità sono condivise tra le Autorità nazionali e regionali. La

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cazione e nella gestione delle risorse. Allo scopo di verificare il raggiungimento degli obiettivi concordati, la Regione Abruzzo ha cominciato ad introdurre sistemi di audit in aggiunta agli strumenti più tradizionali di monitoraggio e di reporting. Le attività di controllo e verifica sugli alimenti sono effettuate dalle Aziende Sanitarie Locali


compiti specifici ed eccellenze Le ASL L’attività di controllo delle ASL si esplica mediante una rete di relazione e di un complesso di laboratori pubblici nei settori della sanità animale, sicurezza alimentare e mangimi.

L’ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELL’ABRUZZO E DEL MOLISE “G. Caporale” DI TERAMO L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise, con sede in Teramo, è ente di diritto pubblico a carattere interregionale, denominato Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale”. Le Regioni Abruzzo e Molise si avvalgono dell’Isti-

tuto zooprofilattico sperimentale quale strumento operativo di ricerca tecnico scientifica e di erogazione di servizi di laboratorio per la Sicurezza Alimentare e Sanità pubblica veterinaria.

LA FACOLTÀ DI MEDICINA VETERINARIA DELL’UNIVERSITÀ DI TERAMO E’ presente sul territorio regionale la facoltà di Medicina Veterinaria localizzata presso l’Università degli Studi di Teramo. La Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo ha recentemente ottenuto l’accreditamento europeo da parte dell’EAEVE (European Association of the Establishments for Veterinary Education), l’associazione che riunisce tutte le facoltà di Medicina Veterinaria europee. Gli esperti della facoltà di Medicina Veterinaria riescono ad arricchire di giusti contenuti le attività cui partecipano tra le quali va ricordata la preziosa collaborazione del Comitato Regionale Zooprofilassi (Emergenze). PrimaPagina 29 - sett. 2012

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Medicina Veterinaria

attraverso i servizi medici e veterinari dei Dipartimenti di prevenzione delle stesse. Il servizio tecnico della giunta regionale funge da coordinamento. In nessun settore dell’amministrazione pubblica ci sono state trasformazioni di carattere così completo e radicale come quelle intervenute nella medicina veterinaria e sicurezza alimentare in questi ultimi anni. E’ completamente cambiato il rapporto tra il veterinario pubblico e il mondo della zootecnia. Si è inesorabilmente trasformato il rapporto delle istituzioni pubbliche e dei medici veterinari con gli allevatori e gli allevamen-

ti, i produttori primari, gli stabilimenti, i macelli, i trasportatori. Ciò, di riflesso, ha fatto modificare anche i compiti e le funzioni svolte dai servizi veterinari pubblici operanti sul territorio, per adeguarli agli interventi normativi e rendere ai cittadini un servizio efficiente, in linea con le nuove modalità operative. Il complesso sistema dei controlli è orientato alla salvaguardia degli interessi dei consumatori ma si interfaccia quotidianamente con le esigenze degli operatori e, non ultimi con le esigenze di natura economica degli stessi. La classe veterinaria ha rappresentato in questi ultimi anni uno strumento formidabile per il miglioramento dei prodotti agricoli e per garantire la salute dei cittadini abruzzesi. Si può certamente affermare che il successo dei prodotti agroindustriali a livello internazionale è dovuta a tanti fattori tra cui certamente rientra anche la garanzia sanitaria che il nostro sistema “pubblico” ha saputo assicurare in questi anni che va dalla sanità degli animali passa per la sicurezza alimentare e sfocia nei controlli delle produzioni zootecniche e sull’ambiente.

ESCLUSIVO

Il complesso sistema dei controlli è orientato alla salvaguardia degli interessi dei consumatori ma si interfaccia quotidianamente con le esigenze degli operatori...


TRA I MIGLIORI IN EUROPA di Prof. Fulvio Marsilio Preside Facoltà di Medicina Veterinaria UniTE

a Facoltà di Medicina Veterinaria è una delle cinque facoltà dell’Università degli Studi di Teramo. Nata nel 1991, conta ad oggi circa oltre mille studenti provenienti da ogni parte d’Italia e suddivisi nei due corsi di studio che la caratterizzano: il corso di laurea specialistica a ciclo unico in Medicina Veterinaria (MV) e il corso di laurea triennale in Tutela e Benessere Animale (TBA). La facoltà ha ottenuto l’approvazione di qualità della didattica da parte dell’European Association of Establishments for Veterinary Education (EAEVE – www.eaeve.org), ossia dell’associazione in cui si riconoscono tutte le facoltà di medicina veterinaria europee. Si tratta di un traguardo prestigioso che permette alla facoltà di essere annoverata tra le migliori d’Europa.

La facoltà ha ottenuto l’approvazione di qualità della didattica da parte dell’European Association of Establishments for Veterinary Education...

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Medicina Veterinaria

FACOLTÀ DI TERAMO

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Il raggiungimento di tale traguardo che rappresenta solo il punto di partenza per ulteriori obiettivi di miglioramento della didattica e della ricerca, passa anche attraverso il trasferimento della facoltà presso la nuova sede di Piano d’Accio, sede che la Commissione EAEVE ha definito unica nel suo genere, funzionale e rispondente ai dettami didattici europei. In particolare, nella nuova sede trova posto l’Ospedale veterinario universitario didattico (OVUD) che rappresenta la condizione indispensabile per ottenere l’accreditamento europeo, atteso che tale accreditamento rappresenterà uno degli obiettivi della valutazione del sistema nazionale universitario. L’OVUD si configura, quindi, da un lato


Dott.ssa Romina Di Costanzo Presidente OMV - provincia di Teramo

In Provincia eccellenze e qualche difficoltà

al randagismo, qualità e sanità degli alimenti, ecc.), ma anche quelle più prettamente cliniche e quindi disponibili per i medici veterinari libero-professionisti. Accanto a questo non va dimenticato che l’OVUD potrebbe rappresentare anche un punto di

eramo è una delle province italiane che presenta il maggior numero di iscritti all’albo dei medici veterinari in rapporto alla popolazione (la cosiddetta vet ratio), fenomeno probabilmente legato alla presenza nella nostra città di una facoltà di Medicina Veterinaria. La sanità veterinaria a Teramo presenta le più diverse componenti e tutte sono rappresentate dall’Ordine che mi onoro di presiedere. I medici veterinari iscritti sono impiegati nei vari settori del pubblico e del privato; ci sono, fra gli altri, i colleghi del Servizio Veterinario della ASL, i veterinari che lavorano presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise, i colleghi docenti universitari e ricercatori a vario titolo impiegati nell’università e poi i liberi professionisti, che rappresentano di gran lunga la categoria più corposa, più giovane in termini di età media e probabilmente, allo stato attuale, con le prospettive lavorative meno floride. Infatti, il loro numero appare elevato in rapporto alla consistenza del patrimonio zootecnico, da anni in declino, ma probabilmente, e questo è il dato più preoccupante, anche nei confronti della popolazione di cani, gatti e specie esoti-

che che sempre con maggiore frequenza fanno stabilmente parte delle nostre famiglie. Non credo di poter essere smentita quando affermo che il livello di professionalità della medicina veterinaria pubblica e privata nella nostra città è elevato. Molti colleghi, tra mille difficoltà, non solo di carattere economico, ma spesso anche burocratico ed organizzativo, si prodigano ogni giorno per garantire un livello eccellente di ricerca scientifica, un controllo serio ed affidabile, fra le altre cose, degli alimenti che giungono sulle nostre tavole e la salvaguardia della salute e del benessere dei nostri animali da compagnia e da reddito. L’unico appunto che mi sento di fare alla categoria che rappresento, soprattutto nel settore che meglio conosco, quello della libera professione rivolta agli animali d’affezione, è di carattere culturale. Bisogna insistere, fiduciosi, essere mediatori nella società in cui operiamo affinché la cultura dell’animale, della sua cura e della sua salute cresca almeno ai livelli degli altri paesi della comunità europea. Il randagismo, il maltrattamento e gli abbandoni esprimono numeri ancora troppo significativi perché ci si senta soddisfatti. In fondo, qualcuno ha detto che la civiltà di una nazione si valuta da come tratta i propri animali. PrimaPagina 29 - sett. 2012

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Medicina Veterinaria

O.V.U.D. potrebbe rappresentare anche un punto di riferimento per la Protezione Civile, quale presidio veterinario in caso di calamità naturali quali terremoti, inondazioni, ecc...

riferimento per la Protezione Civile, quale presidio veterinario in caso di calamità naturali quali terremoti, inondazioni, ecc. In considerazione di quanto detto, appare quindi necessario per la facoltà porre in atto un sistema didattico-organizzativo in grado di venire incontro alle nuove esigenze e quindi in grado di formare e qualificare figure professionali capaci di poter gestire eventuali situazioni di emergenza, intendendo sia situazioni tipicamente cliniche, sia epidemiche sia legate alla disastrologia. Non va dimenticato, inoltre, l’impegno per la qualificazione di nuove figure professionali quali l’infermiere o tecnico veterinario che, sebbene osteggiato negli anni scorsi dalle associazioni libero-professionali, appare oggi in forte ascesa. Tra le nuove figure professionali formate in facoltà si ricordano anche gli operatori di pet-therapy i quali lavorando talvolta in condizioni di particolare disagio, hanno necessità di ricevere una solida ed adeguata preparazione scientifica che non può essere lasciata all’improvvisazione e nelle mani di organizzazioni senza scrupoli. In conclusione, la facoltà di Medicina Veterinaria di Teramo vuole rappresentare sia un punto di riferimento sia uno strumento per la sanità regionale abruzzese utile per il raggiungimento di quegli obiettivi di miglioramento del benessere della popolazione umana ed animale.

ESCLUSIVO

come una struttura essenziale ed indispensabile per raggiungere l’obiettivo rappresentato dall’accreditamento nazionale ed europeo, dall’altro come una struttura non fine a sé stessa ma funzionale alle esigenze del territorio regionale di riferimento. Infatti, nell’OVUD potranno trovare spazio non solo le attività di sanità pubblica veterinaria condotte dal Servizio Veterinario Regionale, dalle ASL e dall’Istituto Zoprofilattico Sperimentale di Teramo (es. lotta


GIULIANOVA LIDO (TE) – Via G. Galilei, 340 Telefono 085.8004519 – Fax 085.8008503 domoclima@domoclima.it NEPEZZANO (TE) – Loc. Piano D’Accio - Via S. D’Acquisto Telefono e Fax 0861.558009 domoclima.nepezzano@domoclima.it PINETO (TE) - Strada Provinciale per Atri Uscita A 14 - Telefono 085.9491791 Fax 085.9480719 domoclima.pineto@domoclima.it TERAMO – Viale Bovio, 167- Telefono 0861.241160 Fax 0861.251329 domoclima.teramo@domoclima.it

LE CALDAIE A CONDENSAZIONE a tecnologia applicata alle caldaie a condensazione è una tra le più avanzate oggi disponibili sul mercato. Questa consente di ottenere un migliore rendimento utile rispetto ai generatori tradizionali. In questi generatori, il risparmio proviene essenzialmente da due condizioni: da una maggiore quantità di calore sensibile recuperato dai prodotti della combustione, in quanto i fumi escono a una temperatura più bassa; dal recupero del calore latente di vaporizzazione, tramite la condensazione del vapore acqueo contenuto nei prodotti della combustione. Nelle caldaie a condensazione i fumi sono espulsi in atmosfera a temperature di 40 ¸ 50 °C, valori molto inferiori rispetto a quelli di un generatore tradizionale, solitamente tra i 120 ¸ 160 °C. Tanto più si riesce a fare funzionare un generatore in condensazione, tanto più calore viene restituito al vettore termico dell’impianto. Ne consegue un miglioramento del rendimento e una riduzione dei consumi di combustibile, a vantaggio della gestione d’impianto. Grazie alle loro peculiarità, i generatori a condensazione hanno un rendimento superiore rispetto ai generatori tradizionali. Normalmente il valore del rendi-

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mento di un generatore si calcola facendo riferimento al potere calorifico inferiore. Questo standard permette di confrontare tra loro diversi tipi di generatori. Consideriamo il gas naturale; il potere calorifico rappresenta la quantità di calore prodotta dalla combustione completa a pressione costante di 1 m3 di gas, quando i prodotti della combustione vengono riportati alla temperatura iniziale. In particolare si distinguono due tipi di potere calorifico. Il superiore, Hs, comprende il calore di vaporizzazione del vapor d’acqua contenuto nei fumi. L’inferiore, Hi, si definisce come appena detto, ma con l’esclusione del calore di vaporizzazione del vapor d’acqua che, formatosi durante la combustione, è solitamente evacuato con i fumi attraverso il camino. La distinzione tra i due poteri calorifici è molto importante: l’inferiore rappresenta la massima quantità di calore ottenibile dal metro cubo di gas bruciato con sistemi tradizionali; in questo caso, il vapor d’acqua è evacuato attraverso il camino senza essere condensato e quindi disperso, assieme al calore in esso contenuto. Il superiore comprende anche questa parte di calore, che può essere recuperato del tutto o in parte con la tecnologia della condensazione. Per semplificare, possiamo affermare che

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in parte, la quantità di calore recuperabile con la condensazione è funzione della differenza che esiste tra i valori Hs e Hi di un combustibile. Per cui, tanto più grande sarà la differenza tra i poteri calorifici, tanto maggiore sarà la quantità di calore recuperabile. Ad esempio, per il gas metano, il valore teorico recuperabile del calore latente di vaporizzazione è pari all’11%.


Premesso questo, possiamo capire perché il rendimento di una caldaia a condensazione è maggiore del 100%. Se consideriamo che un generatore tradizionale mediamente ha un rendimento del 90%, possiamo affermare che per un generatore a condensazione, fatto 100 il 90%, il valore del rendimento sarà pari a circa il 105¸106%. Questo, perché viene sommatA al rendimento tradizionale una parte di quell’11% recuperabile dal calore latente di vaporizzazione; all’incirca il 5¸6% ottenuto con la condensazione. Un generatore a condensazione, in genere, è un concentrato di alta tecnologia; oltre allo scambiatore costruito con materiali speciali in grado di resistere all’aggressione chimica delle condense, con sezione ridotta delle tubazioni rispetto ai tradizionali e superfici di scambio più estese per recuperare la maggiore quantità di calore, esistono anche altri accorgimenti tecnologici che concorrono a migliorare la sua efficacia. Per esempio, tra i più utili troviamo il controllo elettronico della combustione abbinato a un bruciatore tecnologicamente avanzato, costruito con particolari materiali, premiscelato e modulabile; la scelta delle geometrie costruttive della camera di combustione. Questi dispositivi ottimizzano la combustione e consentono anche di abbattere il livello degli inquinanti (NOx) emessi in atmosfera. Inoltre, il ventilatore consente l’espulsione forzata dei prodotti della combustione aventi basse temperature. La sonda termometrica esterna, i cronotermostati, i termostati ambiente, sono dispositivi di regolazione che permettono al generatore di adeguare le temperature ambiente in funzione della temperatura esterna migliorando così il rendimento dell’impianto. Come abbiamo visto, nella tecnica della condensazione viene recuperato il calore latente di vaporizzazione facendo condensare i fumi. Questo si ottiene abbassando la temperatura dei fumi di combustione, sotto il valore della temperatura di rugiada del combustibile utilizzato. Più le tempera-

ture di lavoro di un impianto sono basse, rispetto alla temperatura di rugiada del combustibile, più è possibile condensare i fumi e recuperare calore latente di vaporizzazione. La temperatura dei fumi però, non può scendere sotto il valore di temperatura del fluido termovettore di ritorno in caldaia. In queste condizioni i fumi non potrebbero cedere calore al fluido stesso. È per questo motivo che il maggiore vantaggio in termini di risparmio è riscontrabile sugli impianti a pannelli radianti, dove le temperature di lavoro dell’impianto sono basse, mediamente comprese tra i 40/30°C. Se prendiamo, ad esempio, il gas metano e assumiamo il valore convenzionale di 57°C adottato per la tecnica della condensazione, vediamo come le condizioni di funzionamento di un impianto a pannelli radianti sono tra le più favorevoli per questa tecnica. È opportuno precisare che la temperatura di rugiada di un qualsiasi combustibile è variabile ed è correlata alla percentuale di CO2 prodotta nella combustione. Più è alto il valore della CO2 prodotta, più sarà alto il valore della temperatura di rugiada. Una temperatura di rugiada alta permette di sfruttare meglio la condensazione dei fumi. Conseguentemente, più è alto il va-

lore di CO2, più sarà basso il valore di eccesso d’aria. In genere questa condizione è più difficilmente raggiungibile utilizzando bruciatori atmosferici; ecco perché le caldaie a condensazione sono equipaggiate nella maggior parte dei casi con bruciatori a premiscelazione totale e modulabili, che permettono un controllo costante dell’eccesso d’aria. In condizioni di combustione stechiometrica, il valore di temperatura di rugiada per il gas metano è di 59 °C con CO2=10,5%; e=11%. Come sappiamo, perché un processo di combustione avvenga correttamente, necessita di un valore e di eccesso d’aria, maggiore rispetto al valore stechiometrico. Per le caldaie a condensazione si assume un eccesso d’aria pari a circa il 25%. Questo valore è correlabile a una temperatura di rugiada di circa 57°C, il valore convenzionalmente condiviso per la tecnica della condensazione. Per quanto riguarda un altro tra i combustibili più diffusi, il GPL, è difficile definire con esattezza il valore della temperatura di rugiada poiché questo è una miscela di diversi gas. Indicativamente si può considerare una temperatura di rugiada di 49 °C in combustione stechiometrica.

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Non sembra, ma da quando abbiamo cominciato a prendere confidenza con termini quali crisi e debolezza economica, sono passati già quattro anni. Un’eternità, che ci fa ancora boccheggiare, nonostante le parole ricorrenti del nostro attuale premier. Sulle ragioni che ci hanno portato a un 2012 “nero” nessuno ci ha fornito, fin qui, risposte precise. Da cittadini comuni ci accorgiamo, tuttavia, che quelle che fino a poco tempo fa costituivano un punto di riferimento nel bisogno, le banche, sono diventate a loro volta crocevia della crisi. Ma anche la politica ha le sue responsabilità. Intanto, piccoli e medi imprenditori sono in forte difficoltà e lanciano l’allarme. Sotto accusa gli istituti di credito, che in tempi buoni largheggiavano e ora tirano i remi in barca. Mentre il potere politico, avvitato nelle sue beghe e nei disastri di una corruttela devastante, non svolge più il suo ruolo. Ti.Ma.

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IMPRENDITORI, NUOVI PROLETARI di Mira Carpineta

ono gli imprenditori il nuovo proletariato”. Con questa frase il sociologo del lavoro, Domenico De Masi commenta la difficile situazione economica in cui versano soprattutto le piccole imprese, strozzate da una crisi che ha trovato nella stretta creditizia la sua espressione peggiore. “Nell’era della globalizzazione -spiega- da soli non ci si salva, e bisogna sapere chi sono le controparti, che oggi magari stanno in India o in Cina, e chi i veri alleati da cercare. Altrimenti, l’esito è la disperazione e la violenza, contro gli altri o contro se stessi. L’economia ha mangiato la politica, la finanza sta mangiando l’economia e le agenzie di rating stanno mangiando la finanza. È una sequenza di prevaricazione, una lotta tra carnefici e le banche, e soprattutto i banchieri, non fanno beneficenza”. Secondo De Masi è necessario un cambiamento di prospettive, culturale, che riporti equilibrio tra mercati, lavoro, economia, produttività. Riguardo a quest’ultima il concetto stesso va stravolto: “Produttività oggi significa produrre il più possibile a prescindere dalla qualità. Ma noi non abbiamo bisogno di più oggetti ( i supermercati sono pieni di oggetti che rimangono non consumati). Abbiamo molto più di quanto possiamo arrivare a consumare. La nostra crescita è avvenuta a scapito di economie povere. Dove deve andare a finire questa crescita e perché? (i rapporti di reddito sono: Italia 37.000 dollari pro- capite, Cina 3.000 dollari procapite). Cresciamo a scapito di altri rapinando le economie povere che oggi non sono più disposte a farsi rapinare. Siamo già eccessivamente cresciuti –continua il sociologo -. Ora dovremmo decrescere perché la crescita non è l’unica soluzione, ma un mito criminale che ci fa assistere ad un aumento costante della forbice tra ricchi e poveri. Si pensi che Olivetti guadagnava 5 volte più di un operaio, mentre oggi Marchionne guadagna 1170 volte di più. Gli unici paesi dove la forbice tra ricchi e poveri sta diminuendo sono la Cina e il Brasile. Bisognerebbe quindi produrre solo ciò che serve, non il superfluo. Pensare a cambiamenti radicali, riconvertire ciò che

non può più essere salvato”. Quando si parla di cambiamenti e riconversioni non si può eludere l’argomento lavoro, perché in questi casi le due parole sono spesso preludio di licenziamenti, chiusure, esuberi. De Masi si sofferma sul concetto di “alleanza imprenditoredipendente contro la dittatura isterica, mostruosa, fortissima e avida dei mercati. L’abbattimento dei muri costruiti con

Cresciamo a scapito di altri rapinando le economie povere che oggi non sono più disposte a farsi rapinare... mattoni di diffidenza, disprezzo e invidia per costruire realtà fondate su coope-

Chi è

razione, dialogo, solidarietà e trasparenza. Sembrerebbe un’utopia – continua -, ma se dobbiamo sognare, meglio farlo in grande”. Il discorso scivola inevitabilmente sulla riforma del lavoro, sull’allungamento dell’età pensionabile e sulle misure per l’occupazione giovanile. “Il lavoro cresce poco, mentre i lavoratori crescono di più – spiega -. La tecnologia erode il lavoro, quello di tipo intellettuale ora è il 70%, ma è facilmente sostituibile. Solo per fare un esempio, le agenzie di stampa sostituiscono i giornalisti, così come l’ iPad farà fuori tutti i giornalai, poi i tipografi. Cosa significa? Che aumenta il tempo libero, ma allo stesso tempo siamo al paradosso di iperoccupati e disoccupati totali. Più si allunga l’età della pensione, meno opportunità avranno i giovani di entrare nel mondo del lavoro. Bisognerebbe dividere il lavoro in modo equo. Lavorare, magari, fin quando si vuole (per alcune categorie, anche non smettere mai), ma di meno. Meno ore spalmate su un periodo più lungo, altrimenti i giovani non lavoreranno mai.

Professore di Sociologia delle professioni presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università “La Sapienza” di Roma; fondatore e direttore scientifico di S3-Studium, società di consulenza organizzativa; è stato preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università “La Sapienza” di Roma, dove ha insegnato Sociologia del lavoro; . ha pubblicato numerosi saggi di sociologia urbana, dello sviluppo, del lavoro, dell’organizzazione, dei macro-sistemi.

foto: il sociologo Domenico De Masi PrimaPagina 29 - sett. 2012

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DIETRO LO SPORTELLO el rapporto ABI 2011 sul mercato del lavoro nell’industria finanziaria si legge che “nel 2010 le banche italiane hanno affrontato la difficile congiuntura mondiale senza importanti ricadute occupazionali. Ma in un contesto generale particolarmente critico, si rende necessario continuare ad accrescere efficienza e dare prospettive di redditività. L’azione di controllo e razionalizzazione dei costi, anche del personale, resta fondamentale. L’organico ha subito un decremento intorno all’1% mentre il perdurare del ciclo economico negativo e le non incoraggianti

previsioni per il futuro svantaggiano le banche commerciali, italiane e non, a favore degli intermediari concentrati su modelli di business più orientati verso attività finanziarie in senso stretto. Determinante il costo del lavoro unitario, pari a 74.600 euro, che è tra i più elevati nel panorama europeo, dove in media risulta pari a 56.800 euro. Significativi recuperi di redditività si potranno avere solo proseguendo l’azione volta a contenere i costi operativi complessivi. La trattativa sul contratto non può prescindere, quindi, da un’opportuna ed equilibrata combinazione di moderazione salariale e acquisizione di nuove flessibilità, sia all’ingresso dei giovani che nella gestione della prestazione di lavoro”.

foto: particolare del “Palazzo Melatino” sede della Fondazione Tercas

FONDAZIONE TERCAS La Fondazione Tercas, nata nel 1992 dalla separazione della Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo e della Tercas Spa, è l’entità controllante del Gruppo Bancario Tercas. La Fondazione Tercas ha ceduto nell’ottobre 2006 il 15% della partecipazione in Banca Tercas Spa, pari a n. 7.500.000 di azioni ordinarie per un valore nominale di 3,9 milioni di euro. L’interessenza, alla data del 31 dicembre 2011, è scesa conseguentemente al 65%. La Capogruppo Banca Tercas possiede l’89,20% di Banca Caripe Spa e il 94,50% della controllata Terbroker Srl attiva nel campo della consulenza assicurativa. Le restanti percentuali del capitale sociale di Banca Caripe sono in mano a soci privati (5,8%) ed alla Fondazione Pescara Abruzzo per il 5%. Le società veicolo sono consolidate in applicazione del Sic 12 nonostante Banca Tercas non possegga alcuna partecipazione nelle stesse

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poiché costituite nell’esclusivo interesse della Capogruppo. Banca Tercas controllata dalla Fondazione Tercas con una quota del 65% del capitale è, tra l’altro, azionista della stessa Banca d’Italia con 115 quote di capitale e un voto (sui 539 complessivi) all’assemblea dei partecipanti. Gli azionisti sono: Fondazione Tercas per il 65% e gli azionisti privati per il 35%. Le partecipazioni detenute dal gruppo sono: Ag.en.a S.r.l, Alfa S.p.a, Assicuratrice Milanese S.p.a, Banca D’Italia, Banca Interregionale S.p.a, Centro Agroalimentare, Centro Factoring, Centro Iperbarico Polivalente e Ricerca S.p.a, Consorzio per lo sviluppo industriale Teramo, Cse s.c.a.r.l., Eurocasse Sim S.p.a, Fira Servizi S.r.l, Fira S.p.a, Gran Sasso Laga S.r.l, Gran Teramo Soc Cons. a.r.l, Interporto Val Pescara, Intesa San Paolo S.p.a, Isveimer S.p.a, Mps Capital Service Aor, Quote Idroenergia Soc. Saga S.p.a - Sia Ssb S.p.a - Siteba S.p.a, Swift,Terbroker S.r.l e Terfinance S.p.a.


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Banca di Teramo e i suoi “vuoti” a Banca di Teramo di Credito Cooperativo nasce nel 1996 per volontà dell’on. Antonio Tancredi, fondatore e primo presidente dell’istituto. La sua recente scomparsa, oltre a lasciare un vuoto istituzionale legato alla sua figura politica, ha reso noto un ulteriore “vuoto”, quello del bilancio, che per la prima volta nella storia dell’istituto bancario segna una perdita di circa 3 milioni di euro. Nella relazione di bilancio è ampiamente illustrato che :… “La Banca di Teramo ha risentito delle tendenze in atto è si è trovata a dover fronteggiare un relativo ridimensionamento dei volumi intermediati e a governare il deterioramento del portafoglio creditizio. la Banca ha valutato con favore la cessione pro soluto delle esposizioni in sofferenza. La cessione ha consentito di realizzare nell’immediato la liquidità derivante dal netto ricavo delle posizioni cedute. Relativamente alla operazione di cessione pro-soluto, il portafoglio di crediti classificati in sofferenza, acquistato dalla cessionaria Veni Finance srl, primaria società operante nel settore, è stato di n. 367 posizioni per un totale di n.734 rapporti. Di particolare rilievo è stato

il corrispettivo ricevuto. A fronte del monte sofferenze per complessivi 10.669.554 euro sono stati realizzati 3.137.000 euro, per una percentuale di realizzo del 29,40%. Le procedure esecutive, in seguito alla pesante crisi economica in atto, hanno tempi e modalità lunghi ed incerti e i prezzi di aggiudicazione sono significativamente bassi. Gli immobili vengono venduti solo dopo

UTILE DI ESERCIZIO anno 2009:

418 (migliaia di Euro)

La Banca di Teramo ha risentito delle tendenze in atto è si è trovata a dover fronteggiare un relativo ridimensionamento

anno 2010:

80 (migliaia di Euro) anno 2011:

-2.916 (migliaia di Euro) massimo di utile registrato dal 1996

anno 2007:

848 (migliaia di Euro)

ripetuti esperimenti d’asta andati deserti, con aggiudicazioni ad un prezzo di gran lunga inferiore rispetto al valore stimato dal C.T.U Tale fenomeno determina una consistente riduzione della previsione di recupero del credito interessato e, quindi, dell’ incasso finale da parte della banca”.

Quando il credito è COOPERATIVO tra le realtà bancarie dotate di una più capillare presenza territoriale nell’ambito dell’industria bancaria italiana. Tale caratteristica è conforme al principio di vicinanza e prossimità che fa parte del modello di servizio alla clientela proprio di una banca cooperativa a radicamento locale. A dicembre 2011 si registrano 412 BCC (pari al 54,4 per cento del totale delle banche operanti in Italia), con 4.411 sportelli (pari al 13,1 per cento del sistema bancario). Anche nel corso del 2011 le dipendenze delle BCC-CR sono aumentate (+36 unità ), a fronte di una leggera contrazione registrata nel si-

stema bancario complessivo. A settembre 2011, le BCC-CR rappresentavano ancora l’unica presenza bancaria in 554 comuni italiani, mentre in altri 546 comuni avevano un solo concorrente. Alla stessa data, le BCC operavano in 101 province. Il numero complessivo dei clienti delle BCC-CR supera a dicembre 2011 i 6 milioni. I dipendenti delle BCC-CR a fine 2011 erano circa 32.000 unità (+1,2 per cento annuo contro il -0,4 per cento registrato in media dal totale delle banche); ad essi vanno aggiunti gli oltre 4.700 dipendenti di Federazioni Locali, società del GBI, Casse Centrali e organismi consortili, per un totale di oltre 36.500 unità. Il numero dei soci era

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FocusON Banche&Territorio pari alla fine del 2011 a poco meno di un milione e duecentomila (1.156.711 unità), con un incremento del 10 per cento negli ultimi dodici mesi. Gli impieghi lordi a clientela delle BCC-CR ammontavano a dicembre 2011 a 139,9 miliardi di euro. Considerando anche i finanziamenti erogati dalle banche di secondo livello, gli impieghi della categoria approssimavano i 151,8 miliardi di euro, per una quota di mercato del 7,7 per cento. I mutui delle BCC-CR a dicembre 2011 risultano pari a 92 miliardi di euro, con una crescita annua del 5,5 per cento. Il credito concesso è stato adeguatamente accompagnato

da una congrua richiesta di garanzie che risultano coprire un’ampia porzione del portafoglio di impieghi. In particolare appare elevata la quota di impieghi sostenuta da garanzia reale (54,6 per cento a metà 2011). Con specifico riguardo alla clientela “imprese” il rapporto sofferenze lorde/ impieghi era pari a fine 2011 al 6,3 per cento per le BCC, in progressiva crescita negli ultimi mesi (5,1 per cento a dicembre 2010), A fine 2011 le partite incagliate delle BCC-CR risultavano in crescita del 16,5 per cento con una incidenza sugli impieghi del 4,9 per cento. (4,4 per cento a fine 2010).

A settembre 2011, le BCC-CR rappresentavano ancora l’unica presenza bancaria in 554 comuni italiani...

La parola ai sindacati

TERCAS: FRA CRISI E RINASCITA Il piano di ristrutturazione del Gruppo Tercas, iniziato con la riorganizzazione della direzione generale, all’indomani dell’intervento degli uomini di Bankitalia, prevede una serie di prepensionamenti e forse una ricapitalizzazione.

l segretario regionale Fiba Cisl Claudio Bellini parla di una manovra “a saldo zero e che provvederà ad accorpare alcuni uffici con pochissimi addetti: dai 40 iniziali si passerà a circa 20 senza reali ripercussioni sul personale, nemmeno in termini economici”. Una soluzione che potrà permettere invece nuove assunzioni per un turn over annunciato da tempo. Successivamente sarà riorganizzata la rete con accorpamenti di quegli sportelli che, dopo la fusione con Caripe, possono creare sovraesposizioni, come a Montesilvano, dove per fare un esempio, ce ne sono due a soli 200 metri

Questi accorpamenti rischiano di annullare la relazione particolare che le banche locali hanno con le economie locali. Come sta avvenendo per la CARISPAQ e la BLS

Al tavolo di concertazione i sindacati portano le preoccupazioni dei dipendenti sui numeri dei posti di lavoro a rischio. 36

di distanza. Si taglieranno filiali anche nelle Marche e nell’Emilia Romagna (Bologna), e probabilmente anche in Umbria. La ricapitalizzazione del gruppo è un’altra importante questione, soprattutto, continua Bellini per “capire se l’aumento di capitale già attuato di circa 60 milioni di euro potrà essere sufficiente o se ne occorrerà

foto: Francesco Trivelli segretario regionale della Fisac-Cgil PrimaPagina 29 - sett. 2012


Banche&Territorio FocusON ancora un altro per consolidare l’autonomia del gruppo. Infatti se i soci si opporranno alla seconda manovra, c’è da attendersi la discesa di qualche gruppo del Nord, e allora addio autonomia”. Bellini comunque sembra ottimista e sostiene di aver ricevuto dichiarazioni favorevoli: “Ora tocca al commissario dichiarare se c’è bisogno ancora di un’altra ricapitalizzazione e di quale entità, e individuare la quantità reale dei crediti . A novembre si dovrebbe avere un quadro più chiaro – insiste Bellini-. Il clima è buono e a livello strutturale la banca funziona. Basti pensare agli ottimi risultati della semestrale e allo stato patrimoniale sano, ma soprattutto alla raccolta che supera gli impieghi (anche di 2 mln di euro al giorno). Insieme alle cartolarizzazioni dei crediti in bonis in atto (per 200 mln di euro) fanno ben sperare in una soluzione positiva”. Riguardo ai prepensionamenti, secondo Bellini ci sono due strade: già oggi 35 unità posseggono i requisiti necessari e poi, in vista del ricambio generazionale, c’è il fondo di solidarietà interno che garantisce 5 anni di contributi e che potrà incentivare all’esodo altre 30 unità. Certamente non si prevedono esuberi. Francesco Trivelli segretario regionale della Fisac-Cgil esprime una critica

positiva sulla riorganizzazione anche se “ci sono senza dubbio delle questioni che vanno discusse e risolte e al tavolo di concertazione mancano alcuni aspetti importanti. Sicuramente ci troviamo di fronte a una situazione grave ed è obbligo di tutti trovare la soluzione più idonea, ma gli accordi non possono prescindere dalle tutele dei dipendenti. Chiusure e accorpamenti, ristrutturazione,

La parola d’ordine per tutti è abbassare i costi, ma per risparmiare non basta tagliare...

trasferimenti, tutto deve essere vagliato tenendo presente le ricadute in termini di sacrifici per i dipendenti. Compito dei sindacati è coniugare il bisogno di ristrutturazione con bisogno di tutelare diritti. Tuttavia il commissario è persona con grande senso di responsabilità, capace di risanare l’azienda”. BancaTercas è molto importante

per il territorio come tutte le banche di natura locale. Non c’è il rischio di perdere questa peculiarità? “Certamente – continua Trivelli – Questi accorpamenti rischiano di annullare la relazione particolare che le banche locali hanno con le economie locali. Come sta avvenendo per la CARISPAQ e la BLS, in fase di assorbimento da parte della Banca Popolare dell’Emilia Romagna, che rendendole nazionali ne snaturerà le caratteristiche regionali laddove i piccoli istituti hanno la conoscenza personale dei piccoli imprenditori”. Le riorganizzazioni servono a mantenere i livelli di lavoro? Cosa serve veramente per lo sviluppo? “La parola d’ordine per tutti è abbassare i costiinsiste il sindacalista –, ma per risparmiare non basta tagliare perché i piccoli istituti hanno la conoscenza personale dei piccoli imprenditori. Per risparmiare sui costi doppi si potrebbe iniziare dai posti nei consigli di amministrazione, partendo dal vertice quindi e non sempre dalla base”. Che peso ha la politica in questo? “La politica ha il suo peso- conclude Trivelli - e quando manca un soggetto politico che sposi gli interessi del territorio, il confronto aziendale è più duro. Ma i sindacati servono anche e soprattutto a stimolare il dibattito e a dire alle persone che non sono sole”.

Intervista a Gloriano Lanciotti, direttore provinciale di Cna

“LOCALISMO BANCARIO” URGE di Mira Carpineta

n un recente convegno tenutosi presso la Banca Di Teramo, sul futuro della città, il dibattito seguìto ha visto contrapporsi il mondo politico e imprenditoriale locale soprattutto sulle responsabilità. Da un lato, il senatore Tancredi respingeva energicamente le accuse che vogliono vedere nella classe politica in genere il “capro espiatorio di tutti i mali” attuali, dall’altro il mondo imprenditoriale, in quella sede rappresentato dal vice presidente di Confindustria Fabrizio Sorbi, che vede invece nella politica attuale ingerenze negative, se non addirittura assenza di azioni e programmi necessari per superare la crisi. Il confronto tra le parti, nel nostro territorio, si sta facendo molto acceso proprio per lo scollamento tra economia reale e filosofie socio-politiche. E in un contesto territoriale circoscritto,

come è quello teramano, fotografa una situazione sempre più drammatica soprattutto nelle relazioni banche-imprese. In un

Questa provincia ha visto negli ultimi anni un fiorire di banche e molte sono proprio banche di credito cooperativo. Solo in Abruzzo ce ne sono otto...

momento in cui tre banche locali (che riassumono la quasi totalità dei soggetti eco-

nomici della provincia) presentano bilanci e situazioni in sofferenza, e che necessitano esse stesse di interventi di controllo e ristrutturazione, le preoccupazioni degli imprenditori si acuiscono e da tutte le associazioni di categoria arrivano richieste di azioni concrete non più procrastinabili. Di questo avviso Gloriano Lanciotti, direttore provinciale di Cna, e componente del consiglio di amministrazione di una banca di credito cooperativo: “Questa provincia ha visto negli ultimi anni un fiorire di banche e molte sono proprio banche di credito cooperativo. Solo in Abruzzo ce ne sono otto e di queste, quattro sono teramane- esordisce-. E stanno per arrivarne altre due: la BCC del Vomano e quella della Vibrata che ha già ottenuto l’autorizzazione della Consob. E’ senz’altro un indicatore di ricchezza perché le banche nascono

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FocusON Banche&Territorio laddove ci sono condizioni utili. Se Teramo è in assoluto un territorio ricco di sportelli lo si deve al suo tessuto economico dinamico, ma questo non implica necessariamente che ci sia più credito”. Le banche teramane, a cominciare dalla Tercas, vivono momenti delicati. Qual è la sua opinione a riguardo? “Intanto spero decisamente che Tercas rimanga teramana. Se la perdessimo, sarebbe un altro pezzo di economia che se ne va. Evidentemente sono stati commessi degli errori, dal manager al consiglio di amministrazione (che, ci tengo a dire, è composto da persone perbene), qualcosa deve essere sfuggito di mano. Il management aveva realizzato grandi cose e altri i progetti erano in corso di realizzazione. Ambiziosi, forse troppo, e gli errori hanno avuto un peso maggiore dei successi. O forse il consiglio di amministrazione avrebbe dovuto vigilare di più, ma questo non sta a noi dirlo, lo decideranno gli organismi competenti”. La “sofferenza” delle banche tuttavia ricade pesantemente sulle imprese. “Le banche dovrebbero tornare a fare il loro lavoro, che è servire l’economia e le imprese e non viceversa. Il nostro tessuto imprenditoriale è fatto di piccole e piccolissime aziende che sono per lo più di tipo familiare. Nella nostra provincia ci sono circa 40.000 partite iva, il 90% di esse ha meno di 10 dipendenti. La Tercas in passato ha sempre dato risposte, ha assistito e condiviso i progetti imprenditoriali. Ora vedo una banca ancora lontana dai problemi e dalle esigenze delle piccole aziende. Ma le responsabilità appartengono anche al mondo politico che, soprattutto in un contesto locale, è determinante, e con le proprie ingerenze provoca danni maggiori. La gestione delle banche andrebbe affidata alle imprese, la politica dovrebbe starne lontana”. Nonostante le misure dei governi e dei governatori l’accesso al credito continua ad essere difficile, perché? “Perché le banche hanno preferito investire le liquidità erogate dalla BCE in titoli di stato, dando la precedenza al loro conto economico, piuttosto che a quello delle imprese. I titoli di stato hanno un rischio zero, ed è più semplice e più sicuro che dare soldi alle imprese. Questo è un ragionamento di prudenza, comprensibile, ma a mio avviso sbagliato. perché uccidere le imprese significa far morire anche la banca. E qui mi riallaccio al pensiero sulla politica che deve intervenire sì, ma per dare indirizzi, non solo occupando posti e poltrone. Finanziare le imprese significa rimettere in moto l’economia del territorio”. In questi anni di crisi, paradossalmente le banche più vicine alle imprese sono state proprie le BCC. Stanno sostituendo il sistema bancario tradizionale? “Le BCC possono fare molto, ma hanno dei limiti. Ad esempio, le grandi operazioni han-

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Purtroppo spesso le banche locali hanno un’eccessiva etichettatura politica, che può essere molto condizionante e a volte in senso negativo. Le logiche economiche sono diverse dalle logiche politiche...

no ambiti più limitati, ma sono state e sono estremamente utili. Le nostre quattro BCC sono le sole che stanno dando risposte, seppur limitate. Nel 2011 hanno cessato la loro attività 175 imprese artigiane. Se si calcola che ognuna di esse ha almeno due dipendenti, significa che circa 500 persone hanno cessato l’attività, cifra paragonabile a una grande azienda, e le banche hanno avuto la loro responsabilità chiudendo i rubinetti. Purtroppo spesso le banche locali hanno un’eccessiva etichettatura politica, che può essere molto condizionante e a volte in senso negativo. Le logiche economiche sono diverse dalle logiche politiche. Io credo che debba esserci più autonomia. E condivido pienamente il fatto che nei nuovi statuti delle BCC c’è assoluta incompatibilità tra cariche politiche e incarichi

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in consiglio di amministrazione. Noi abbiamo sostenuto le imprese con i nostri confidi. Ci stiamo sostituendo con le nostre garanzie a quelle degli imprenditori che hanno sempre più i bilanci in difficoltà. Ma non abbiamo le risorse sufficienti. La regione Abruzzo da tre anni non eroga i fondi FAS.” A proposito di regione, circa tre anni fa la riforma Castiglione e la legge sui Confidi. Qual è la situazione? “Nel 2010 c’è stata la riforma sulla legge dei Confidi. CNA ha messo insieme undici Confidi e cooperative di garanzia creando FIDIMPRESA, ma ad oggi ancora nessun risultato. Niente fondi. Sinceramente non è più tempo di enunciazioni, ma di fatti concreti e la politica deve tornare a fare politica, magari con volti nuovi e possibilmente presi dalla società civile. Da quasi trent’ anni, invece, abbiamo sempre gli stessi nomi e cognomi, tramandati da generazioni, ma questa provincia ha molto di più. Il problema è che mettersi in discussione è difficile, laddove si giocano partite diverse. Io mi confronto tutti i giorni con problemi pratici. I tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni sempre più lunghi sono atti pratici che non si conciliano con i tempi della politica. Bisogna investire sulla società civile, Sono convinto che farebbe bene a tutti tornare in azienda o in ufficio, nella vita normale, dove vivere è molto più difficile di quello che si può vedere dagli scranni di un parlamento”.

Da quasi trent’ anni, invece, abbiamo sempre gli stessi nomi e cognomi, tramandati da generazioni, ma questa provincia ha molto di più. Il problema è che mettersi in discussione è difficile, laddove si giocano partite diverse...

foto: Gloriano Lanciotti, direttore provinciale di Cna


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Analisi di Ipsos per Cna

UN PAESE “IN ATTESA”

ual è oggi il “sentire” profondo degli italiani di fronte alla crisi? Ma, soprattutto, cosa pensano, quali preoccupazioni hanno, quali sono gli orientamenti di voto dei ceti produttivi, e cioè imprenditori, artigiani, dirigenti e liberi professionisti? Partendo da questo set di domande la Cna ha chiesto a Ipsos di sondare gli umori del Paese. I risultati parlano di una Italia in “attesa”, di una fortissima preoccupazione per il debito e per la situazione dell’occupazione. Novità da registrare, e su cui riflettere, anche per gli orientamenti di voto dei ceti produttivi, dove il Movimento 5 Stelle di Grillo tocca il 21,7%. Ecco in dettaglio l’analisi dei dati. 1. Crisi della rappresentanza Le priorità dei cittadini e dei ceti produttivi spiega la nota di Ipsos per la Cna - del Paese coincide nei due aspetti principali: fortissima è, naturalmente, la preoccupazione per la situazione occupazionale da un lato e dall’altro per lo sviluppo e la competitività del sistema paese. Le dimensioni e il peso della crisi sono presenti a tutti. Accanto a questi aspetti si mantiene elevata

l’apprensione per il risanamento finanziario e il debito pubblico. Ma i ceti produttivi evidenziano una maggiore inquietudine per la situazione politica nella quale versa il Paese: il 41% di imprenditori, artigiani, dirigenti, professionisti si dichiara preoccupato per questo aspetto, 9 punti in più rispetto alla media dei cittadini. Questo primo dato, che emerge con nettezza,

fortissima è la preoccupazione per la situazione occupazionale da un lato e dall’altro per lo sviluppo e la competitività del sistema paese...

chiarisce il problema centrale: la classe dirigente del Paese si trova in questo momento sostanzialmente priva di riferimenti forti e guarda al quadro politico con grande apprensione. Tutte le principali istituzioni sono coinvolte da queste perplessità. Solo la Presidenza

della Repubblica, che ha rappresentato un punto di riferimento sempre più forte negli ultimi anni, sembra immune, insieme in parte ai governi locali. In difficoltà invece l’Unione Europea, che gode la fiducia della maggioranza dei cittadini (55%), ma si abbassa tra i ceti produttivi, dove la fiducia scende al 46%, sotto la maggioranza. D’altronde emerge anche da altre recenti indagini che le critiche si accentrano in particolare sulla Germania, le cui scelte, che sino ad ora hanno avuto scarsa attenzione per la crescita e il salvataggio degli stati mediterranei, creano problemi a chi combatte tutti i giorni per la tenuta della propria impresa. Ma se sull’Unione Europea rimane comunque consistente il margine di fiducia, per la politica nazionale si apre un baratro: Camera e Senato godono di una stima estremamente bassa, pari a poco più di un quinto degli intervistati, in questo caso sostanzialmente allo stesso livello dei cittadini. Al punto più basso i partiti: solo 7% esprime fiducia, la metà esatta del già basso credito che emerge tra i cittadini. 2. Orientamenti di voto Le grandi coalizioni, che hanno dominato la scena politica dell’ultimo ventennio – si legge nella relazione di Ipsos per la Cna - godono oramai di una bassa fiducia: tra i ceti

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FocusON Banche&Territorio Fiducia nella principali coalizioni

produttivi centrosinistra e centrodestra sono allo stesso livello (circa il 20%), molto bassa la fiducia nel centro (8%), mentre è decisamente più elevata il credito aperto al Movimento 5 Stelle (19%, sei punti sopra i cittadini italiani presi nel loro insieme), che sembra per molti rappresentare, se non proprio un’alternativa, una risposta efficace ad una politica sempre più screditata. Ma al primo posto troviamo la sfiducia: 32% non sceglie nessuna delle coalizioni o dei movimenti proposti. In sostanza i tre principali poli godono di un credito inferiore alla metà dei ceti produttivi. Questa situazione si determina per la nettissima contrazione della fiducia nel centrodestra: coalizione maggioritaria nel 2008 (54% dei ceti produttivi le dava credi-

La vasta incertezza ed astensione e la crisi drammatica di rappresentanza indicano con evidenza l’attesa di una proposta nuova che ancora non si è concretizzata...

Intenzioni di voto alle elezioni politiche

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to), il declino comincia nella seconda metà del 2010, dopo la frattura di Fini, con le differenze sempre più manifeste nel governo evidenziate dalla diarchia Berlusconi-Tremonti, con la percezione di uno stallo del governo del “fare”. Oggi la fiducia nel centrodestra è ai minimi storici (20%). Ma non è compensata dal centrosinistra, che negli ultimi mesi è sostanzialmente sceso agli stessi livelli (21%). La fotografia delle intenzioni di voto attuali (giugno/luglio 2012) dei ceti produttivi dà conto della situazione sino ad ora descritta: Il centrosinistra (nella versione della “foto di Vasto” peraltro sempre più sfuocata), è al primo posto negli orientamenti di voto delle classi dirigenti, mentre il centrodestra è a un livello di consensi assai basso ed in linea con gli orientamenti della popolazione italiana. Lo stesso avviene per il centro. Ma l’attenzione per il movimento di Beppe Grillo si conferma appieno: in questo momento avrebbe un consenso superiore a quello del Pdl e sostanzialmente identico al Pd. Nell’arco del tempo il comportamento di voto dei ceti produttivi ha visto una crisi netta del centrodestra (che era al 60% nel 2008) e un incremento del centrosinistra nel 2010 cui è seguita una sostanziale tenuta. Impetuosa la crescita del movimento di Grillo, raddoppiato negli ultimi mesi. In sostanza potremmo dire che il centrosinistra vince ma non convince. La vasta area “grigia” (incertezza ed astensione) e la crisi drammatica di rappresentanza indicano con evidenza l’attesa di una proposta nuova che ancora non si è concretizzata. Ma questa attesa non riguarda solo i ceti produttivi: tutto il paese la sta aspettando.


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Il nostro amico greco di Mattias Cocco Associazione culturale Jak Bank Italia

Immaginiamo l’Europa composta da 25 persone: ci sono un italiano, un tedesco, un francese e così via. Questa è la storia del nostro amico greco. Il nostro amico greco sta messo piuttosto male: da tempo ha un sacco di debiti che non riesce a estinguere. Lavora sodo ma non guadagna granché. Ogni anno riesce a ripagare solo una parte dei debiti, ed è costretto a farne altri perché, poveretto, i soldi non bastano mai. I debiti aumentano con gli interessi e così, anno dopo anno, il nostro amico greco si trova con una cifra più alta da ripagare. Ma a un certo punto, meno male, decidono di intervenire i suoi amici. E così il tedesco, il francese, l’italiano e gli altri si mettono d’accordo e decidono di prestargli i soldi raccolti a un tasso di interesse, per così dire “agevolato. Be’, non proprio a interessi zero, ma che vuoi, c’è l’inflazione, e poi non è che in giro troverebbe di meglio, chi mai gli farebbe credito vista la situazione in cui si trova. In cambio di tanta generosità, gli amici chiedono allo sfortunato greco di stringere un po’ la cintura: “E che diamine, se vuoi restituirci questi soldi devi tagliare un po’ le spese...”. Dieta a pane e olive, insomma, ma non solo. Già spendeva poco prima, ora dovrà anche tagliare qualcos’altro. I suoi amici infatti gli chiedono prove tangibili della ferma intenzione di ripagare il prestito, ovvero: 1) accontentarsi di uno stipendio ancora più basso di quello che aveva, così siamo sicuri che non spenda tanto; 2) rinunciare all’assicurazione medica (e speriamo che non si ammali perché deve proprio lavorare tanto in questo periodo); 3) spendere meno per la scuola, l’università, i libri, formazione e simili lussi superflui. E adesso ciascuno di noi chieda a se stesso: “Se fossi io ad avere un amico greco in quella situazione, mi comporterei così?”, Personalmente, la risposta è no.Vediamo perché. In primo luogo le persone in difficoltà, oppresse dai debiti e dagli strozzini, spesso chiedono prestiti semplicemente per “tamponare” una situazione di emergenza, senza avere un piano preciso per migliorare la loro condizione nel lungo periodo. Solo per una boccata d’aria, senza pensare che poi il vortice di debiti ritornerà più impetuoso di prima. La priorità tuttavia, nell’immediato, è sopravvivere. E questo succederà all’amico greco: rifiaterà per un po’, ma dopo sarà ancora peggio, probabilmente si ritroverà a dover vendere la casa, o magari qualche ricordo di famiglia. Secondo punto, personalmente non chiederei mai a un amico di rinunciare alla propria assicurazione medica, tanto meno per ripagarmi gli interessi su un prestito che gli ho dato. Terzo: non direi mai a un mio amico di risparmiare sui libri, sulla scuola o sulla formazione. Anzi, proverei a convincerlo a studiare di più, in modo da riuscire a ottenere un lavoro migliore. Quarto: se proprio devo prestargli dei soldi, allora non glieli chiederei mai indietro con gli interessi. Cosa farei invece? Al mio amico greco chiederei innanzitutto con chi si è indebitato, e se scoprissi che il suo creditore è qualcuno che conosco, allora andrei da quel qualcuno e gli chiederei di aspettare, di non chiedergli gli interessi, o addirittura di cancellare il debito. Direi a quel qualcuno: “Il mio amico greco sta messo molto male, mentre tu non hai problemi economici. Non è che potresti lasciar stare questa storiaccia? Lui te ne sarà grato per sempre”. Forse non otterrei nulla io da solo, ma se oltre a me glielo chiedessimo insieme, il francese, lo spagnolo, il tedesco e tutti gli altri, allora avremmo alte probabilità di successo. Questo tra l’altro, da parte loro, significherebbe comportarsi da veri amici. L’augurio, in conclusione, è di non ritrovarsi mai nella situazione del povero amico greco. Ma se proprio dovesse trovare, speriamo di scoprire veri amici su cui contare.

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ll’inizio del nuovo anno scolastico sono stati presentati diversi programmi d’innovazione tecnologica e digitale delle scuole, soprattutto per il Sud e particolarmente per Puglia, Calabria, Campania e Sicilia, con un impegno complessivo di spesa per oltre 31

quelle di altri paesi. Non per essere disfattisti, ma si pongono subito dei problemi, la cui soluzione, come al solito, non è stata assolutamente prevista. Per l’iscrizione e la pagella online occorre che ogni famiglia sia dotata di pc e di connessione a internet, altrimenti bisognerebbe, ad ogni modo, intasare le

DIGITALIZZIAMOCI, MA… milioni di euro: iscrizione e pagella online, registro elettronico, tablet per ogni docente.Tali risorse verranno compensate dai risparmi derivanti dall’attuale uso eccessivo di carta e di fotocopie e dall’archiviazione di documenti e dati. Si farà, inoltre, tesoro delle esperienze e dei progetti già avviati negli anni precedenti. Il ministro Profumo è stato molto solerte nell’organizzare una conferenza di servizio per dette comunicazioni. La scuola italiana si avvia anche tecnologicamente a stare alla pari con

di Michele Ciliberti

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segreterie delle scuole per tali operazioni. Il registro elettronico richiede la presenza di un pc su ogni cattedra, su cui i docenti avranno modo di trascrivere il diario della giornata di propria competenza: dall’argomento della lezione, alla registrazione delle assenze, alle verifiche, alla valutazione degli allievi. Oppure, i dati raccolti con i tablet dei singoli docenti dovranno confluire ed essere archiviati su apposito pc riservato. Per fare questo, occorre cablare tutte le aule, ma le scuole o gli enti locali non


hanno risorse per intervenire. Non una parola è spesa per la formazione e l’aggiornamento dei docenti e del personale e per la presenza di un tecnico, capace di immediato intervento secondo necessità. E’ da considerare pure che i docenti italiani sono tra i più anziani al mondo, per cui esiste almeno una generazione molto riottosa nell’uso della tecnologia.Tutto ciò non significa che bisogna desistere dall’informatizzazione delle scuole, tutt’altro: occorrono maggiori risorse e soprattutto capillare aggiornamento degli operatori. Un’esperienza alquanto negativa, secondo l’opinione di chi scrive, è fornita dalla assegnazione delle LIM (lavagne multimediali) ad alcune scuole. Ad una fase di iniziale entusiasmo è subentrato subito un certo lassismo, con il conseguente abbandono del sussidio stesso, non per eccessivo impegno richiesto o per disinteresse, ma per oggettive difficoltà. Anzitutto molte scuole non avevano risorse sufficienti per la formazione (da ammirare quei dirigenti che hanno costi-

Non una parola è spesa per la formazione e l’aggiornamento dei docenti e del personale e per la presenza di un tecnico, capace di immediato intervento secondo necessità...

tuito apposite reti di scopo) e, laddove è stata portata a termine, sono intervenuti altri fattori: la mancanza di una piattaforma nazionale dove immettere e attingere dati (come promesso) e fornitura di LIM con diversa tecnologia nella stessa scuola, per cui si sono avuti programmi non adatti a tutte le lavagne multimediali e costo elevato degli stessi e di alcune licenze. A tutto ciò, si può naturalmente ovviare con interventi mirati a superare le difficoltà evidenziate e sperimentate nelle singole istituzioni scolastiche e con la disponibilità di maggiori risorse che esistono, ma sono utilizzate male. Il FIS (fondo per l’ istituzione scolastica), il badget per le funzioni strumentali e i finanziamenti per le aree a rischio dovrebbero costituire un’unica risorsa non vincolata, da prevedere nel contratto nazionale, atta a premiare il maggiore impegno e la produttività del personale, a garantire il funzionamento e la didattica e a investire nelle tecnologie e nella formazione.

Cattedre

IL PRECARIO PERFETTO

La corsa alla supplenza e ai master per raggiungerla di Vincenzo Lisciani Petrini

escrivere la gioia di un precario sità, le quali hanno avuto occhio lungo. Infatti, della scuola che ottiene una in base ai meccanismi di reclutamento, più supplenza è impossibile. Nei titoli ci sono, più punti in graduatoria si posmessaggi ai familiari si moltipli- sono raggiungere, e si può scalare la “classificano punti esclamativi, le paro- ca”, per poter poi ottenere più facilmente una le si infiammano di entusiasmo; supplenza. Allora ecco aumentare l’offerta dei insomma, chiamiamole pure emozioni. Bisogna titoli, dal momento che la domanda abbonda; riconoscere che vivendo in questo modo la vita ecco costosissimi master fantasma per lo più ha perso molto della routine e i problemi, in online, o seconde lauree, etc. I precari sono certo senso, restano sospesi. In quel momen- una massa che si muove in modo compatto e to, mentre scorre la lista del Provveditorato, gli prevedibile. Basta che uno si iscriva a un mainsegnanti senza lavoro incrociano le dita, e ster ed ecco che i diretti concorrenti faranno sperano. L’atmosfera è quella delle partite a la stesa cosa. Chi più soldi ha, più ne fa. Ecco poker. Il rischio di accettare subito un incarico, spiegata la gioia di chi riesce ad ottenere una magari di poche ore, compromette la possi- supplenza: anni e anni di spese e investimenti ripagati. La gioia di bilità di averne uno poter lavorare, di fare più importante dopo. L’errore dei precari, il lavoro per cui si è taMa questa è una gliati. Di guadagnare scommessa col caso. se c’è stato, è stato con serenità il necesIntanto, le polemiche quello di... sario per vivere. L’ersulla scuola, dopo i rore dei precari, se c’è TFA, sono proseguite. stato, è stato quello Di fronte al nuovo di non avere avuto la concorso rimbalza tra giornali e teleschermi la domanda: “Chi prefe- forza e il coraggio di concentrare altrove le rireste per i vostri figli? Un giovane trentenne loro forze; appariva chiaro che non ci sarebbe preparato o un quarantacinquenne duecen- più stato un concorso per insegnare. Chi aveva tesimo della vecchia graduatoria?” Il quesito circa trent’anni anni nel 1999, oggi ha passaserve a delegittimare le pretese dei precari e a to i quaranta. Sarebbe importante immaginalegittimare il nuovo concorso. Nessuno, infatti, re quante vite siano state segnate da questa è così stupido da rispondere la seconda: un politica. Ultima cosa, a certi ministri. Molti di quarantacinquenne numero duecento. Vale la loro sono diventati ottimi insegnanti: lavorano pena ricordare alcuni particolari. Il precariato bene, anzi meglio di chi ha il posto da anni. degli insegnanti ha alimentato un sottomerca- Hanno solo avuto la “sfortuna” di non poter to impressionante di master e tirocini formativi rifare il concorso. E su questa sventura molti di cui hanno beneficiato, ovviamente, le univer- hanno speculato.

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Lavagna elettronica per tutti

LIM….IAMOCI in classe

Dalla Regione 750mila euro per la scuola digitale di Clementina Berardocco

Firmato a Roma, tra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e l’ assessorato all’Istruzione della Regione Abruzzo, l’accordo operativo per il Piano Nazionale Scuola Digitale, che prevede l’acquisto e l’utilizzo nelle classi abruzzesi della LIM (Lavagna Interattiva Multimediale). La Regione investe ben 750 mila euro del Fondo Sociale Europeo, per consentire alla scuola abruzzese di essere in grado di formare i propri alunni per il raggiungimento della competenza digitale. Il Piano di diffusione della LIM, avviato dal MIUR nel 2009, ha contribuito a rendere più familiare questo “oggetto”, distribuendo alcune migliaia di lavagne digitali nelle scuole italiane. È un dispositivo elettronico sulla cui superficie è possibile scrivere, gestire immagini, riprodurre file video, consultare risorse web. Introdurre una lavagna interattiva in aula equivale ad “aprire” la classe al digitale; significa “invertire il senso di marcia della tecnologia”: non sono più infatti gli allievi ad essere “portati” in sala per la classica “ora di informatica”, ma è il multimediale ad entrare in

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aula e a rendersi immagine, video, web, risorse interattive. La classe diviene quindi, un nuovo ambiente di apprendimento e di formazione in cui tutti possono interagire con quanto avviene sullo schermo.

La classe diviene quindi, un nuovo ambiente di apprendimento e di formazione in cui tutti possono interagire con quanto avviene sullo schermo...

Ogni LIM è dotata di software per creare presentazioni e lezioni multimediali. Tutte le presentazioni e/o lezioni create con la LIM presentano gli stessi elementi: uno stage bianco in cui scrivere con la penna o trascinare immagini e altri oggetti multimediali tratti da

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una libreria, fatta di immagini, filmati e animazioni che possono essere inserite nello stage; una serie di strumenti per scrivere, evidenziare, disegnare forme geometriche. Il piano della lavagna può essere pensato nel contempo come un grande schermo di proiezione che visualizza cose che non sono solo da osservare, da leggere o da navigare, ma che diventano manipolabili. Le potenzialità della LIM sono molteplici: la visualizzazione in grande, la semplificazione dei concetti, l’interattività, la semplicità dell’impiego, la possibilità di ricorrere ad una costruzione collaborativa del percorso di studio e soprattutto un approccio originale alla ricerca e all’elaborazione dei contenuti. Ora non ci rimane che valutare il reale utilizzo di queste risorse da parte dei docenti e il feed-back in termini di apprendimento e motivazione sul campo. I docenti non dovranno necessariamente trasformarsi in autori ed esperti di tecnologia, ma dovranno conoscerne le potenzialità e imparare a trarne i possibili vantaggi. La LIM va accolta e vissuta come strumento facilitatore e di amplificazione della didattica, in grado di rispondere alle esigenze di tutti.


SCRIVERE È UN LAVORO SERIO, MA… di Vincenzo Lisciani Petrini

ggi l’Italia assiste da pesca.Vivono sfruttando i sogni di a un proliferare di questo grande mare di scrittori. scrittori, giovani e Con la scusa di un concorso letterameno giovani, che rio, di aver letto un blog o altro, fanno sognano una carrie- la loro offerta allo scrittore: “ti pubra nel mondo della blichiamo, con tanto di contratto, ma letteratura. Scri- ovviamente le spese sono a tuo cariveva quasi duemila anni fa Petronio co relativamente alla prima stampa” Arbitro, autore del Satyricon, per (che sarà anche l’unica). Lo scrittore bocca del suo personaggio-specchio giovane e inesperto, abbocca. Eumolpo: “La poesia, o giovani, ha in- Pagherà, anche fino a duemila euro, gannato molti. Infatti non appena uno inseguendo il suo sogno. In quella ha allestito il verso in metrica e una quota è già presente un lauto guadasensazione più dolce ha rivestito con gno per gli editori che quindi perdoun giro di parole, ha creduto senz’al- no interesse nel far circolare l’opera. tro di essere giunto in Elicona.” Il È un vero e proprio fishing. discorso era rivolto a due aspiranti Guardatevi dall’editoria partecipata, letterati, ma si può estendere a tutti quando le condizioni sono molto gli scrittori. I libri, oggi, sono diventati esagerate. Chiedete in giro, prima. prodotti talmente belli, frutto di uno Quali sono strategie alternative per studio così accurato, che nessuno emergere? L’ambizione, il che vuol potrebbe resistere al sogno di vede- dire avere una bella dose di autocritica. Conre il proprio nome scritto Le case editrici, anche corsi letterari, quelli seri, che sulla copertipiccole, diventano il più delle na. È una vera spietate reti da pesca. volte sono industria. Le Vivono sfruttando i gratuiti. Avere case editrici vendono non sogni di questo grande lettori fidati, non essere più libri, ma mare di scrittori... soli in questa “casi editoriaavventura che, li”, che hanno beninteso, bigià venduto ancora prima di essere stampati. L’af- sogna essere disposti a vivere anche fare può fruttare milioni. Gli scrittori se non porterà nella vetrina della Felinseguono i sogni e hanno creato un trinelli o della Mondadori. bel fermento, sebbene egoistico e Lasciarsi quindi consigliare da personon comunitario, volto solo all’emer- ne valide. gere sopra gli altri, non insieme agli Inoltre, esistono molte forme di aualtri. Questo vale per i poeti (i più il- to-pubblicazione che vale la pena di lusi di tutti se sperano di guadagnarci: provare. Lulu, per esempio, consente non si può essere poeti sperando di di fare il libro che si sogna, di creaavere un ritorno economico) e per re da sé il proprio prodotto. Non è i prosatori. Le dinamiche potrebbero poco. Carver, inoltre, diceva: “Niente trucchi da quattro soldi”, scrivere è essere ancora più crudeli. Il più delle volte accade che questa un lavoro serio. Poco remunerativo incredibile offerta di scrittori si tra- all’inizio. muti in domanda. Le case editrici, L’importante è lanciarsi. Con o senza anche piccole, diventano spietate reti paracadute, questo è da vedere. PrimaPagina 29 - sett. 2012

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Dalle passioni di bambino alla consacrazione internazionale

Quando i sogni diventano realtà I fumetti di Carmine Di Giandomenico nell’olimpo americano. E non solo. di Mariangela Sansone

atita affilatissima nel panorama dell’illustrazione italiana, Carmine Di Giandomenico, con il suo lavoro si è guadagnato un posto nell’olimpo del fumetto internazionale. L’autore teramano, sin da piccolo, si è nutrito a pane e fumetti, coltivando il sogno di riuscire a diventare un disegnatore affermato. Ha trascorso l’infanzia appassionandosi alle vicende di quei supereroi di cui, di lì a poco, avrebbe disegnato le gesta. Crescendo, con tanta fatica e lavoro, il sogno si è trasformato in realtà. Per sua stessa ammissione gli eroi che hanno caratterizzato la sua vita sono fondamentalmente tre ed ognuno è rappresentativo di diverse fasi della sua crescita. I sogni di bambino erano animati da Superman, l’adolescenza è invece legata al diavo-

Liceo Artistico di Teramo, dove ha appreso le nozioni di anatomia e di prospettiva, indispensabili per qualsiasi aspirante illustratore. Tra i suoi modelli ama ricordare grandi disegnatori americani, come Frank Miller, John Buscema, John Byrne e Barry Windsor Smith, ma tiene a precisare che “l’artista del fumetto a cui sono legato di più, è Adriano de Vincentiis; con lui ho iniziato a muovere i primi passi sulle tavole, trascorrendo pomeriggi insieme a disegnare assiduamente; dopo di lui non posso non ricordare Giuseppe Palumbo, che mi ha insegnato che questa passione è anche lavoro”. Grazie allo studio dei suoi maestri è riuscito a dare vita ad un tratto unico, caratterizzato da un estremo dinamismo, immediatamente riconoscibile ed universalmente apprezzato. La carriera è iniziata in Italia, disegnando la

Marvel Comics, per la quale ha realizzato varie miniserie ed episodi della collana “What if”, lavorando su personaggi leggendari come Capitan America e Wolverine. “Alla Marvel sono arrivato grazie ad internet, che mi ha consentito di contattare Joe Quesada, direttore della Marvel, e di mostrargli direttamente i miei lavori; lui mi ha voluto mettere alla prova, e dal 2005 collaboro con loro”. Tra il 2004 ed il 2005 ha anche realizzato la sua prima opera da autore completo scrivendo, sceneggiando e disegnando l’opera in due libri dal titolo “Oudeis” per la casa editrice Saldapress, un’originale rilettura cyberpunk del mito di Ulisse, in cui classico e moderno si fondono in una complessa e coinvolgente struttura narrativa. Nel 2006, la casa editrice americana ha approvato il suo progetto per una minise-

Alla Marvel sono arrivato grazie ad internet, che mi ha consentito di contattare Joe Quesada, direttore della Marvel, e di mostrargli direttamente i miei lavori; lui mi ha voluto mettere alla prova... lo rosso, Daredevil, mentre la maturità di Carmine vede come protagonista Oudeis “personaggio creato da me, è stato lui a scardinare le porte per il mio approdo alla Marvel Comics”, la casa editrice degli XMen, l’Uomo Ragno, Thor e centinaia di altri supereroi universalmente noti. La sua formazione artistica ha origine nel

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miniserie Examen nel 1995 con la sceneggiatura di Daniele Brolli. Dopo una breve, ma preziosa collaborazione con lo sceneggiatore Alessandro Bigotta, con il quale ha prodotto gli albi di “Giulio Maraviglia” e “Romano e la Landa degli aviatori”, il disegnatore ha preso il volo, approdando oltreoceano, nel paradiso degli eroi di carta, alla

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rie dedicata alle origini del personaggio di Daredevil, rilette attraverso gli occhi del padre, il pugile “Battlin’ Jack Murdock”. Di Giandomenico ha potuto così dare forma ad un sogno che cullava da sempre, quello di offrire una personale rilettura della nascita di quel personaggio che aveva sempre esercitato su di lui un forte ascendente, e


che lo aveva affascinato soprattutto per la sua struttura psicologica contraddittoria. Carmine Di Giandomenico è stato così il primo italiano ad ideare, sceneggiare e disegnare una storia per la Marvel. Il legame con la celebre casa editrice americana è ormai saldissimo, anche se, secondo alcune voci, su una parete dell’abitazione dell’artista teramano campeggerebbe un’enorme riproduzione della famosa “S” che spicca sul petto di Superman, il personaggio simbolo della D.C. Comics, storica concorrente della Marvel; a nostro giudizio, si tratta soltanto di insinuazioni. Di Giandomenico è attualmente al lavoro su un’evoluzione di Oudeis con “Oudeis Frammenti”, una trasposizione multimediale dell’opera, accompagnata da una base musicale e recitativo/vocale. Luca D’Alberto, degli Ex-Wave, sta componendone le

rio Cordova, conosciuto soprattutto per aver dato la voce a Richard Gere. Allo stesso tempo, sono in corso di ultimazione le più recenti fatiche per la Marvel, albi per le serie “Punisher War Zone”, centrata sul cupo e bellicoso vigilante Punitore, e “Journey into mystery”, collana collegata a Thor, e siamo certi che il saettante Carmine, proprio come il mitico figlio di Odino, ci stupirà, lasciandoci ancora una volta senza fiato, con la sua maestria tecnica e la bellezza dei suoi disegni.

l’artista del fumetto a cui sono legato di più, è Adriano de Vincentiis; con lui ho iniziato a muovere i primi passi sulle tavole... musiche con l’aiuto di Mike Garson, collaboratore storico di David Bowie, mentre la voce di Ulisse sarà quella dell’attore Ma-

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ARTE A MONTORIO di Adele Di Feliciantonio

asseggiando per il centro storico di Montorio al Vomano, nella zona della Fonte vecchia e i giardini sovrastanti, qualche giorno fa sembrava di trovarsi a Montmartre, dove artisti di ogni genere espongono le opere nel luogo dove vengono create: la strada. Definito dai suoi ideatori “lo strumento ideale per la creazione di un evento all’interno del tessuto urbano dedicato a tutte le forme d’arte possibili”, Weekend’arte è stata, oltre a una manifestazione che ha riscosso successo e parerei positivi, un’iniziativa innovativa e lungimirante, pionieristica per il nostro territorio, che ha come fine principale quello di dare rilievo all’arte nostrana attraverso i giovani che la esprimono. “Weekend’arte è un’idea che avevo in cantiere da anni; aspettavo qualcuno che la appoggiasse –racconta Alfonso Di Silvestro, direttore artistico dell’evento - e così grazie all’associazione “Noi in Comune” che ha creduto in questo progetto, siamo riusciti a concretizzarla. Le manifestazione nasce per dare spazio a tutti coloro che hanno velleità artistiche, e per valorizzare artisti locali. Abbiamo scelto come location la “Fonte vecchia” , un posto che rievoca lo spirito del passato

di Montorio, coinvolgendo almeno 60 artisti suddivisi in varie categorie come fotografia, pittura, disegno, scultura, antichi mestieri, artigianato e musica. Inoltre - precisa Di Silvestro – è stata realizzata un’estemporanea di pittura e fotografia con annesso concorso e una biciclettata alla riscoperta di Montorio. Quest’anno è stata dedicata alla piccola Gaia

Abbiamo scelto come location la “Fonte vecchia” , un posto che rievoca lo spirito del passato di Montorio, coinvolgendo almeno 60 artisti suddivisi in varie categorie... Di Luigi, scomparsa tragicamente quest’estate a soli sette anni.” E così Weekend’arte, nella sua prima e sperimentale edizione, si è rivelato un vero e proprio successo, non solo per la cittadinanza e per i suoi organizzatori, ma per l’intera provincia teramana, richiamando presenze da ogni parte. “Il nostro obiettivo – continua Di Silvestro – è quello di far crescere il progetto, affinché si dia slancio alla cultura e soprattutto diventi non solo un discorso limitato a Montorio, ma inizi ad acquisire una valenza regionale, e non solo”.

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Montorio onora i Santi protettori Dopo anni di silenzio tornano i festeggiamenti per la Madonna del Ponte e San Rocco di Adele Di Feliciantonio

l nome della Madonna del Ponte e al culto di San Rocco sono legati ricordi di un tempo lontano quando le festività erano attese con entusiasmo. Anni bui sono trascorsi senza questi appuntamenti sentiti con calore dai cittadini di Montorio al Vomano, tanto da indurre la cittadinanza stessa, attraverso la raccolta di fondi, con il benestare dell’amministrazione comunale e del parroco don Nicola, a riportare all’agibilità il tempietto dopo i danni del sisma e a recuperare una festa che mancava da tempo. “Le festa della Madonna del Ponte in passato era molto sentita - racconta Lucio Nallira, memoria storica montoriese-. I pellegrini, fin dai primi del mese si raccoglievano attorno alla chiesetta rimanendovi tutta la notte in preghiera. In quei giorni venivano celebrate messe in continuazione e tutte le sere, alle ore 20, si recitava la Novena della Madonna. Sui davanzali delle finestre che si rispecchiavano sul fiume si allineavano lucerne a olio recinte da carta velina colorata... La sera dell’8 settembre partiva la processione con la statua della Madonna del Carmine conservata nella Chiesa di S.Rocco e terminava nel tempietto, dove veniva celebrata la funzione religiosa e riportata poi nel sito di origine. Fu proprio l’arciprete D’Ascanio che, per motivi pratici, sostituì il quadro con la statua. il quadro era, infatti, troppo grande per essere portato in processione e fu acquistata a Ortisei la statua realizzata da valenti intagliatori trentini che ancora oggi si può ammirare e pregare. Per l’occasione non mancavano bande e divertimenti popolari, la fiera di merci e bestiame, i fuochi d’artificio a mezzanotte a conclusione dell’evento, l’unica occasione in cui erano consentiti, e l’originalissimo Battello del Vomano”. “Lu Vattille” fu una novità per

l’epoca, ideato dagli organizzatori della festa che avevano comprato una barca a Giulianova e trasportata dai muli. Il giorno della vigilia della Madonna si cercò di costruire una specie di diga, “na parata” all’altezza di uno sperone roccioso allo scopo di elevare il livello dell’acqua. A sera fu calato “lu vattile” e con bombe e mortai, tra le due truppe di giovani situate sulle sponde, si cercò di rievocare la battaglia di Montorio per via acqua. Tutta la popolazione si assiepava sul ponte, sulle rive e sulle finestre delle case; era un gran divertimento, tale da diventare la principale attrattiva della festa. “Proprio nel 1943 –ricorda Nallira –, all’approssimarsi dell’occupazione da parte dei tedeschi, l’allora arciprete Valeri condusse l’intera popolazione a pregare davanti al tempietto, consacrandosi solennemente al cuore immacolato di Maria Santissima. Il 13 giungo 1944 i tedeschi in ritirata fecero saltare il ponte a fianco della chiesetta che rimase miracolosamente incolume.

Il ricordo di tale evento fu terrificante. Montorio fu divisa, ma la Madonnina si salvò; testimone ne sono proprio le due targhe ai lati dell’edificio che raccontano del miracolo della Madonna”. La chiesa di San Rocco fu fatta costruire dalla contessa Camponeschi nel 1527 in seguito alla peste, una delle più grandi calamità che la nostra storia ricordi. Montorio non ne rimase immune e la popolazione si rivolse a San Rocco che a suo tempo aveva prodigiosamente guarito con il semplice tocco della mano. Fu edificata, così, la Collegiata di S.Rocco che, grazie alla magnificenza del conte Giovanni Carafa che ne finanziò le decorazioni e alla Bolla di Paolo IV del 1559 con la quale acquisì valore giuridico, divenne unica nel territorio. In questo anno fu istituita la prima festa in suo onore. Nel tempo, la devozione al Santo acquisì sempre più rilievo. E quest’anno il paese è tornato onorare i suoi Santi protettori, con funzioni religiose e festeggiamenti vari, che hanno ottenuto un massiccio coinvolgimento popolare.

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a cura di Ivan Di Nino

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Sport

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PARAOLIMPIADI

Tra medaglie e polemiche di Ivan Di Nino

è stato un tempo in cui un nevrastenico pazzo coi baffetti aveva persino deciso di mandarli nei campi di concentramento, poi piano piano furono riammessi alla vita. Da un eccesso all’altro: il rispetto è cominciato a mancare e venivano appellati come storpi. Divennero poi handicappati, poi portatori di handicap, adesso sono ‘diversamente abili’, come se i continui cambi di denominazione avessero giovato. Qualcuno, fra chi lascia in strada o in sala operatoria o in una malattia congenita la vista, le braccia, le gambe, abbandona le speranze mezze uccise dalla vita in qualche angolo polveroso, ma altri non lo fanno.

Ovviamente, tutti sono sempre pronti a salire sul carro del vincitore, mentre Galliano Marchionni è dovuto “emigrare” per la pre- preparazione nel Palazzetto di Alba Adriatica, perché le sue richieste inviate molto tempo prima al Comune di Giulianova per poter usufruire del PalaCastrum sono andate perse, come lacrime nella pioggia, direbbe Blade Runner. Mostruoso l’immarcescibile Alex Zanardi, “uomo tagliato per le corse” come si è autodefinito ironicamente nel suo libro, con due ori nella hand bike. Polemiche non sono mancate nemmeno alle Paralimpiadi: l’abruzzese Pierpaolo Ad-

desi è stato escluso a seguito di un controllo antidoping in cui non vi è evidenza di prova dopante, ma la possibile alterazione di alcuni valori ematici. E’ sacrosanto combattere il doping, ma è altresì amaro prendere atto che oggi basta anche il sospetto, nemmeno un indizio, per mettere alla porta chiunque. L’atleta sudafricano Oscar Pistorius, mediaticamente ammesso sull’onda dell’emotività anche alle Olimpiadi per normodotati, ha vinto l’oro nei 400 e l’argento nei 100 e 200. L’Italia ha chiuso con 9 ori, 8 argenti, 11 bronzi, dieci medaglie in più di Pechino, tredicesima nel medagliere.

Polemiche non sono mancate nemmeno alle Paralimpiadi: l’abruzzese Pierpaolo Addesi è stato escluso a seguito di un controllo antidoping in cui non vi è evidenza di prova dopante...

Per loro ci sono le Paralimpiadi, disputate di recente a Londra. Gli atleti con disabilità fisiche si sono quindi cimentati in ogni sport olimpico nella capitale britannica. L’Abruzzo era rappresentato, tra gli altri, da Galliano Marchionni, giuliese, due volte campione d’Europa con la nazionale di basket in carrozzina, giocatore della Caripe Las Amicacci. Purtroppo, già nel girone precedente gli scontri diretti, l’Italia ha perso tutti e tre i primi incontri con Spagna, Stati Uniti e Turchia. Sono invece tornati con prestigiosissime medaglie al collo i fratelli Ivano e Luca Pizzi da Lanciano nel ciclismo, oro nella corsa in linea ed argento a cronometro. PrimaPagina 29 - sett. 2012

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Materassi in THERMO Memory ad alta traspirabilitĂ con la nuova tecnologia THERMO I-Foam capace di termoregolare le zone a contatto con il corpo e di creare un ambiente ideale assorbendo il calore corporeo in eccesso creando un microclima costante.

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Il nuoto, da sempre, è considerato uno sport completo poiché coinvolge contemporaneamente quasi tutti i muscoli del nostro corpo. E’ consigliato come primo approccio al mondo dello sport per i più piccoli ma, è anche uno sport ideale per gli adulti che vogliono mantenersi in forma, fare del movimento e/o alleviare lo stress psicofisico. L’ambiente acquatico, inoltre, permette di praticare questo sport evitando sollecitazioni eccessive alle articolazioni, rendendolo un’attività adatta anche a chi soffre di patologie articolari. Con la sua esperienza ventennale nell’ambito dello sport in acqua e dell’educazione fisica, Massimo Scarozza, riprende la gestione della Piscina GYMNASIUM CLUB, presso l’Hotel Michelangelo, Coste Sant’Agostino - Teramo. Grazie ad uno staff altamente qualificato sono partiti i corsi di nuoto per bambini con gruppi formati da massimo 5/6 allievi per ogni istruttore, in modo tale da garantire ai piccoli nuotatori un divertente, sano e controllato ambiente di apprendimento e sviluppo. E’ importante ricordare che tutti gli insegnanti della Piscina GYMNASIUM CLUB sono laureati in scienze motorie, con regolare brevetto rilasciato

dalla Federazione Italiana Nuoto. Oltre ai corsi di nuoto per bambini la Piscina GYMNASUIM Club mette a disposizione dei propri utenti corsi per adulti, acquagym, riabilitazione in acqua, ginnastica preparto, nuoto libero; di fatto il ventaglio di opportunità offerto è molto ampio. Potranno, inoltre, essere effettuati abbonamenti MENSILI, TRIMESTRALI e ANNUALI, con agevolazioni alle famiglie con più ISCRITTI, studenti universitari e categorie convenzionate. La Piscina GYMNASIUM Club resterà aperta tutti i giorni dal Lunedì al Sabato dalle ore 15.00 alle ore 21.30, anche per il nuoto libero, con possibilità di ampliamento dell’orario in base alla richiesta degli utenti.

Per informazioni: Massimo Scarozza tel. 328.4773529 massimo.d.scarozza@gmail.com

via De Paulis Fedele, Coste S. Agostino (presso hotel Michelangelo)

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KRAV MAGA

La difesa personale che arriva da Israele l krav maga è un sistema di tecniche di combattimento e sopravvivenza nato in Israele, grazie a un ufficiale dell’esercito, esperto in tecniche di lotta occidentali, Imi Lichtenfeld. La parola krav maga, significa letteralmente “combattimento con contatto”. Questo sistema venne ideato e perfezionato da Imi Lichtenfeld, su richiesta del governo israeliano, allo scopo di sviluppare un sistema di combattimento efficace, rapido da apprendere, da utilizzare nell’ addestramento delle neonate forze speciali israeliane. L’esperienza di Lichtenfeld influenzò decisamente lo stile e la filosofia del krav maga. Il risultato fu un sistema di combattimento semplice ed efficace, in grado di essere appreso in breve tempo. Il krav maga risponde a criteri di tipo militare, per quanto riguarda l’efficacia e la rapidità con cui si arriva al risultato desiderato, che spesso è la neutralizzazione definitiva dell’avversa-

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rio. Per rendere inoffensivo il nemico, prima che questi possa diventare una minaccia, si utilizza un mix di tecniche che vanno da pugni a leve articolari, a calci e proiezioni, dirette prevalentemente a zone vitali del corpo quali: genitali, carotide, occhi etc.

Questo sistema venne ideato e perfezionato da Imi Lichtenfeld, su richiesta del governo israeliano, allo scopo di sviluppare un sistema di combattimento efficace, rapido da apprendere...


Sport A ciò si aggiunge la grande attenzione nella preparazione utile a fronteggiare nemici armati anche di armi da fuoco. Ma la conoscenza di queste tecniche consente alla gente comune di avere uno strumento per la propria difesa personale, sia in caso di aggressione sia per prevenirne perché l’istruttore, oltre a mostrare i comportamenti da adottare, fornisce anche utilissime informazioni su come riconoscere una eventuale situazione di rischio. Per questo il krav maga può essere praticato da tutti: uomini, donne e ragazzi, anche se le sue tecniche trovano particolare riscontro nel campo di operatori della sicurezza, forze armate e di polizia. A Teramo, l’associazione sportiva dilettantistica COMBAT & SELF DEFENCE nasce dall’esperienza degli istruttori Massimiliano Papa e Fabio Galizia, che negli anni ne hanno sviluppato l’applicazione nel combattimento da strada e nella difesa personale. I sistemi di difesa insegnati sposano completamente la filosofia del Krav Maga, tanto che l’associazione aderisce alla Special Combat Solution, con sede in Roma, del maestro Silvio Izzo, unica associazione italiana ad essere stata formata dall’Israeli Krav Maga Association, creata nel 1978 da Imi Lichtenfeld. L’associazione teramana realizza corsi seminari e stage, aperti a tutti, con maestri di livello internazionale. Inoltre, per chi volesse praticare sport da combattimen-

to e salire sul ring, è possibile partecipare al circuito MMA (Mixed Martial Art). I corsi si tengono presso l’Istituto Compensivo (Scuola Media) Statale di San Nicolò, presso la Palestra Giovanni XXIII. Per informazioni si può contattare Massimiliano Papa, cell. 328/5539526.

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Polizza auto e dintorni di Antonella Lorenzi

a polizza rc auto è obbligatoria. Facoltativa, invece, la polizza a copertura di altri rischi. Il contratto di assicurazione, che attesta la stipula del contratto, più comunemente chiamato polizza, deve contenere alcuni dati essenziali: generalità del contraente, il tipo e la targa del veicolo, le coperture e i massimali previsti, l’importo del premio, la durata del contratto oltre ad eventuali franchigie. È fondamentale controllare l’esattezza dei dati riportati sulla polizza. Qualora le informazioni fornite e/o riportate non siano corrette, la compagnia di assicurazione potrebbe non riconoscere la copertura. Inoltre, dopo aver liquidato in tutto o in parte, i danni a terzi, la compagnia potrebbe fare rivalsa sull’assicurato, obbligandolo a rimborsare la somma versata quale risarcimento. P R E M I O E’ il costo della polizza. L’assicurato lo versa all’assicurazione in modo che quest’ultima contragga obbligo a risarcire, entro i limiti stabiliti tra le parti, i terzi per i danni subiti a seguito di un sinistro causato dall’assicurato. In caso di polizza Rischi diversi l’indennizzo può essere corrisposto dalla compagnia direttamente al proprio assicurato. L’importo della polizza dipende da diversi fattori personali, quali l’età del conducente,

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la città di residenza e la classe di merito, o da altri elementi, quali tipo e caratteristiche dell’autoveicolo; In caso di polizza kasco o incendio e furto, un parametro fondamentale è il valore dell’auto. E’ possibile pagare il premio in unica soluzione annuale oppure rateizzarlo. Il costo della polizza subisce variazioni dovute anche alla tassazione imposta dalle province. In base al D. Lgs 6

Aumenti in Abruzzo dal 1 agosto 2011: L’Aquila +3% (da 12,5% a 15,5%) Chieti +3,5% (da 12,5% a 16%) Teramo +3,5% (da 12,5% a 16%) in vigore dal 1 febbraio 2012.

Pescara +3,5% (da 12,5% a 16%) maggio 2011, n. 68, le province delle regioni a statuto ordinario hanno acquisito la facoltà di modificare l’aliquota

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dell’imposta gravante sui premi RC auto. Le imposte sono fissate dal suddetto decreto al 12,5% per la RC auto e 13,5% per la Rischi diversi. Presenti inoltre sulla sola RC auto anche i contributi SSN (Servizio sanitario nazionale) per una percentuale pari al 10,5 e al Fondo di garanzia per le vittime della strada nella misura del 2,5%. L’aliquota base del 12,50% può essere aumentata o diminuita fino ad un massimo di 3,5 punti percentuali e si applica alle polizze di tutti i veicoli: autovetture, moto, autocarri, camper), inclusi anche i rimorchi per quanto concerne il rischio statico, sono invece esclusi i ciclomotori. COPERTURA ASSICURATIVA Qualora il premio non venga corrisposto alla compagnia al momento della stipula del contratto, l’assicurazione resta sospesa sino alle ore 24 del giorno del pagamento. Decorso tale termine, si hanno ancora 15 giorni a disposizione, definito “periodo di mora”. Durante questi 15 giorni la copertura assicurativa resta operante. Decorso il quindicesimo giorno, la garanzia resta sospesa fino alle ore 24 del giorno in cui si versa il premio. Fino all’esecuzione del pagamento del premio da parte dell’assicurato la compagnia non provvede al rilascio del contrassegno e del certificato di assicurazione, quindi, in caso di controllo da parte delle forze dell’ordine si è in sanzione. C O N T R A S S E G N O Comunemente chiamato “tagliando”, viene rilasciato dalla compagnia ed attesta l’esistenza della polizza. E’ di forma rettangolare (80 mm per 76 mm) e deve essere stampato su carta che abbia una consistenza di 70 grammi al metro quadro. Va esposto obbligatoriamente sulla parte anteriore del veicolo (e non sul lunotto o vetri laterali, come a volte capita di vedere), pena una multa: articolo 181 del Codice della strada. Deve necessariamente essere accompagnato dal certificato di assicurazione che, unitamente alla carta di circolazione, fa parte della documentazione da tenere sempre a bordo delle vetture.


Il legale

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ANCHE LA MAMMA da’ il cognome di Gianfranco Puca Avvocato, Mediatore Professionista

e un bambino nasce da genitori sposati, la legge italiana non permette l’ attribuzione del cognome materno, quindi il neonato porterà il cognome del padre; l’ assegnazione del cognome paterno è un principio così consolidato nel nostro ordinamento che, nonostante non vi sia una chiara formulazione scritta, non è stato mai posto in discussione. La legge assegna al bambino il cognome paterno, e prevede la possibilità di cambiarlo solo se trattasi di cognomi ridicoli, vergognosi o che rivelano origine naturale (il cambio è disciplinato dal DPR 396/2000). Nonostante la carenza di norme al riguardo, è stata la giurisprudenza amministrativa (sentenza n. 2572 del 27.4.2007 del Consiglio di Stato – Sezione Quarta) ad introdurre la possibilità di aggiungere il cognome della mamma. Il caso concreto, dal quale è poi derivata la decisione del Consiglio di Stato, è stato quello di una persona che, per motivi di carattere affettivi e sentimentali, nonché dal desiderio di rendere più saldo il rapporto con i fratelli (nati da seconde nozze della madre e che avevano formulato la stessa richiesta) aveva chiesto l’aggiunta del cognome materno a quello paterno. La Corte ha osservato che l’art. 158 del Regio Decreto 1238 del 9 luglio 1939 (vale a dire delle norme di legge che, seppur datate, regolano l’ipotesi di aggiunta di altro cognome al proprio) pone solo il divieto di aggiungere al proprio cognome un altro che abbia importanza storica o appartenga a famiglia illustre o nota con il quale il richiedente non abbia nessun rapporto; non opera alcun divieto, quindi, nell’ipotesi in cui il cognome da aggiungere sia quello della propria madre. Di conseguenza, sempre ad opinione della Corte, la regola della individuazione del soggetto solo attraverso il cognome paterno può essere derogata, considerando anche che, in ipotesi di aggiunta del cognome materno, non si avrebbe una confusione sullo status personale ma, al contrario, si avrebbe solo una migliore esplicitazione della provenienza famigliare del soggetto che richiede l’aggiunta del cognome materno a quello paterno. La Corte, confermando la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia che aveva annullato il provvedimento di rigetto della richiesta di aggiunta del cognome materno, ha così chiarito il principio della possibilità di aggiungere il cognome materno.

Allo stato, quindi, per legge il cognome che verrà attribuito alla nascita è quello del padre ma, successivamente, entrambi i genitori possono chiedere l’aggiunta del cognome materno, formulando una motivata istanza al Ministero dell’Interno; naturalmente tale possibilità è riconosciuta anche al soggetto che, divenuto maggiorenne, vuole aggiungere al cognome paterno quello materno (è proprio questo il caso esaminato dalla decisione del Consiglio di Stato).

AFFITTI

Quando l’inquilino è “scomodo” di Gianfranco Puca Avvocato, Mediatore Professionista

l contratto di locazione, come ogni altro contratto, può essere risolto o per comune volontà delle parti, ovvero per una causa prevista dalla legge. In ipotesi di locazione la legge fondamentale è la n. 392 del 1978, la quale stabilisce che la durata della locazione avente per oggetto immobili urbani per uso abitazione non può essere inferiore a quattro anni; se le parti contraenti determinano una durata inferiore, ovvero non indicano il termine, la legge 392 stabilisce che la durata del contratto si intende stabilita per quattro anni. Il contratto si rinnova per un successivo periodo di quattro anni se nessuna delle parti comunica all’altra, almeno sei mesi prima della scadenza e con lettera raccomandata, che non intende rinnovarlo. La legge citata è anche conosciuta come legge sull’equo canone, perché stabilisce dei criteri in base ai quali calcolare il canone per gli immobili locati ad uso abitativo. L’art. 59 della legge in questione stabilisce che il proprietario/locatore può recedere in ogni momento dal contratto, dandone però comunicazione al conduttore mediante lettera raccomandata e con un preavviso di almeno sei mesi, se ricorre la necessità, verificatasi dopo la costituzione del rapporto locatizio, di adibire l’immobile ad abitazione propria o del coniuge o dei parenti entro il secondo grado in linea retta; è quindi possibile recedere dal contratto di locazione, con un preavviso di sei mesi, ricorrendo la necessità

di utilizzare l’immobile come abitazione propria. E’ prevista anche una particolare procedura per il rilascio, qualora il conduttore abbandoni spontaneamente l’immobile. E’ prevista, però, una pesante sanzione se, entro sei mesi dalla disponibilità dell’immobile, il proprietario non la adibisca ad abitazione propria: in tal caso non solo dovrà essere ripristinato il contratto, ma dovranno essere rimborsate anche le spese per il trasloco e tutti gli oneri sopportati dall’inquilino per liberare l’appartamento, nonché il proprietario potrà essere condannato al pagamento di un risarcimento danni in misura non superiore a quarantotto mensilità del canone di locazione percepito prima della risoluzione del contratto; il giudice, inoltre, potrà ordinare al locatore il pagamento di una somma di denaro da devolvere al Comune ove trovasi l’immobile, ad integrazione di un fondo sociale previsto dal titolo III della legge, finalizzato alla integrazione dei canoni di locazione per i conduttori meno abbienti. La legge, in conclusione, da un lato vuole garantire una stabilità temporale al conduttore, garantendo quindi allo stesso un congruo periodo di tempo per la validità del contratto ma, da altro lato, garantisce anche il proprietario/locatore, al quale viene riconosciuto il diritto, in base a valide motivazioni (come quella relativa alla necessità di utilizzare l’immobile come propria abitazione) a recedere unilateralmente in qualsiasi momento, con un preavviso scritto di sei mesi al conduttore.

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Spesa intelligente contro la crisi di Cristiane Marà

edatto dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori), il documento mostra lo stato di salute dei consumi delle famiglie italiane. Il potere d’acquisto è diminuito e l’inflazione è in crescita a toccare punte del 5%. Il direttore di Altroconsumo, Rosanna Massarenti, illustra la situazione: “Come ogni anno abbiamo svolto la nostra inchiesta ormai ventennale. Una buona novità è che oggi è possibile trovare supermercati in quasi tutte le città, e non bisogna più spostarsi con la macchina e spendere benzina. C’è stato un ricollocamento della distribuzione, una prossimità al consumatore che è molto gradita.

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Sono penalizzate ancora una volta le zone dell’Italia meridionale, dove la grande distribuzione non è abbastanza presente, e i supermercati che ci sono non si fanno concorrenza. La vita costa meno in alcune regioni del Sud, dove si risparmia su prodotti come frutta e verdura, il pane costa quasi la metà che al Nord. Di contro, sono più cari gli articoli di marca. Evidentemente l’economia locale ha criteri diversi rispetto alle regioni del Nord. Quello che cerchiamo di dare con la nostra inchiesta è la massima trasparenza per il consumatore che non sempre da solo riesce a individuare dove sta la convenienza. Abbiamo fatto una rilevazione dei prezzi di circa 500 prodotti tra i più acquistati dalle famiglie italiane, in momenti diversi, e tenendo conto della

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frequenza d’acquisto durante l’anno. Abbiamo fatto un carrello con tutti i prodotti di marca e quelli non di marca. I prodotti di marca in offerta ci fanno risparmiare circa il 24%, ma non sempre è possibile fare la spesa con i prodotti in promozione. Poi ci sono i prodotti con “marchio commerciale” che sono quelli con il nome del punto vendita (si risparmia il 38%) In alcune insegne si risparmia addirittura il 50%. L’obiezione che si rileva di solito è che però questi ultimi prodotti siano di “mala qualità”, ma non è detto. Le grandi catene che hanno marchi propri fanno produrre da aziende importanti. Ad esempio Cirio produce pelati anche per Auchan. I prodotti degli Hard Discount sono i più convenienti, ma bisogna imparare a scegliere, verificando gli ingredienti dei prodotti. Per quanto riguarda il tema della fidelizzazione, da molti anni alcune catene hanno introdotto le “carte fedeltà”. Per quanto siano molto alti i livelli di sconto (fino a oltre il 30 %), i prodotti i cui sconti sono riservati ai titolari di carta sono l’ 1%. Non si risparmia quindi più degli altri, ma si usufruisce di servizi come raccolta punti, regali etc. I consigli che posso dare, vista la situazione critica, sono di fare delle spese oculate, evitando gli sprechi. Non lasciarsi incantare dalla marca, ma controllare il prezzo al chilo. Ricordarsi di guardare l’etichetta. Bisogna essere attivi, perché siamo noi consumatori che selezioniamo gli operatori più convenienti e facciamo funzionare il mercato”.


Lo Studio medico Altamura nasce nel marzo 2012 dall’idea della Dietista Giulia Altamura per dare un supporto a 360° a tutti coloro che soffrono di problemi e patologie alimentari. Purtroppo, l’eccesso di peso o errate abitudini alimentari possono provocare svariate ripercussioni nel nostro organismo: dalle malattie cardiovascolari a quelle articolari e posturali; dalle complicazioni gastrointestinali a quelle relative il benessere psicofisico. Lo studio medico Altamura è composto da una equipe di medici, paramedici e professionisti del benessere altamente qualificati. Per quanto riguarda i servizi medici avrete a vostra disposizione la competenza del Dr. Giorgio Cappello specialista in Gastroenterologia; dell’Ortopedico Dr. Nicola Del Bianco, specializzato in alluce valgo, metatarsalgie e patologie dell’avampiede; del Cardiologo Dr. Giancarlo Speca; della D.ssa Rosalia Restivo, specialista in Ostetricia e Ginecologia, della D.ssa Cristina Napoleone specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva Estetica e Medicina Estetica e della D.ssa Stefania Caporale, specialista in Dermatologia e Veneorologia. Tra i paramedici, invece, l’efficienza e la professionalità della D.ssa Giulia Altamura specializzata in Dietistica, nutrizione e alimentazione con particolare riferimento a

dimagrimento e benessere; del Podologo Eros Martonelli e i servizi dedicati alla Fisioterapia con specializzazione in Terapia Manuale Osteopatica, terapia crano sacrale, rieducazione posturale globale e kinesiologia applicata e la Logopedista Dott.ssa Russo. Inoltre, avrete la possibilità di effettuare massaggi shiatzu, massaggi emolinfatici, riflessologia plantare, fangoterapia e massaggio californiano con la naturopata Angela Zuccarello. Lo studio medico Altamura, si pone come obiettivo quello di abbracciare il paziente, cogliendo le varie sfaccettature delle problematiche ed aiutarlo a ritrovare il naturale benessere dell’organismo attraverso la professionalità e la cortesia dei propri consulenti.

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“PrimaPagina “Prima Pagina” Salute

ECOGRAFIA:

proprietà e impiego Dr. Claudio D’Archivio

Specialista in Radiodiagnostica e Scienze delle Immagini

el novero delle metodologie a disposizione della diagnostica per immagini l’indagine ecografica è sicuramente quella meno invasiva e di più facile approccio, utilizzando il principio fisico degli ultrasuoni. Testimonianza ne è l’impiego in ostetricia nel diagnosticare l’inizio di una gravidanza e il suo monitoraggio. L’esame ecografico viene effettuato esplorando la regione d’interesse con una sonda o, meglio definita, trasduttore che funge da emittente e da ricevente delle onde sonore (ultrasuoni). Gli ultrasuoni hanno capacità penetrativa e vengono “rimbalzati”dagli organi in base al loro coefficiente acustico. Nei tessuti, componenti come l’acqua consentono una penetrazione totale dell’onda: organi parenchimali, come il fegato, hanno una media capacità di riflettere le onde, mentre strutture dense come l’osso riflettono totalmente l’onda sonora determinando uno sbarramento acustico. La componente d’aria invece determina una diffusione delle onde, impedendo una qualsiasi penetrazione e la conseguente possibilità interpretativa (l’aria è il nemico numero uno dell’ecografia). Ad oggi l’esame ecografico può essere esteso a quasi tutti i distretti corporei, ad eccezion solo del parenchima polmonare, grazie alla duttilità dei trasduttori superficiali, addominali ed endocavitari. In alcuni casi anche l’osso si lascia diagnosticare dall’indagine ecografica e talvolta, in condizioni specifiche, può essere utilizzata la metodica CEUS, ossia l’ecografia con infusione endovenosa di mezzo di contrasto.Per l’effettuazione dell’esame ecografico non sono previste preparazioni particolari da parte del paziente fatta eccezione per l’ecografia addominale, che prevede un periodo di digiuno di circa 6-8 ore e un carico idrico di almeno un litro di acqua, qualora si volesse valutare lo scavo pelvico, sia maschile che femminile. Di seguito, alcune indicazioni dell’esame ecografico nei vari distretti, tralasciando la trattazione delle ecografie ostetriche, cardiologiche, oculistiche e vascolari, ormai di pertinenza specialistica.

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Ambiti d’impiego dell’esame Ambito Pediatrico Valutazione degli angoli aceta bolari e della maturazione della testa femorale nella prevenzione della displasia congenita dell’anca. Valutazione dei reni al fine di escludere patologie come la stenosi del giunto pieloureterale ed il reflusso vescico-ureterale. A livello gastrico la valutazione di un’eventuale stenosi pilorica e del reflusso gastroesofageo. Valutazione neurologica e soprattutto nello studio delle fontanelle craniche. Ambito muscolo scheletrico L’ecografia ha un valore assoluto nei traumi muscolari a patto che l’esame ecografico venga effettuato almeno 24-48 ore dopo l’evento traumatico: trascorso questo lasso di tempo è possibile, in sede di esame ecografico, diagnosticare un’eventuale lesione muscolare, sia che si tratti di una minima interruzione di fibre che di una rottura massiva; successivamente, l’esame ecografico risulta fondamentale nel monitoraggio di tale lesione. La sua efficacia diagnostica è evidenziabile anche nei traumi distorsivi delle articolazioni con la valutazione degli apparati legamentosi. Nella patologia degenerativa muscolo scheletrica, è di fondamentale importanza per la valutazione e il monitoraggio della patologia tendinea soprattutto. Ultimamente l’approccio ecografico è sempre più utilizzato come ausilio della metodica infiltrativa che interessa distretti articolari ed inserzionali. Ambito senologico Nella valutazione della mammella l’esame ecografico è complementare alle altre metodiche, quali in primis la mammografia, nella

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fase di screening, mentre risulta esaustiva nella caratterizzazione di nodulazioni palpabili. Anche in ambito senologico è di notevole ausilio come guida per prelievi sia citologici che per esami istologici. Ambito tiroideo Descrive lo stato morfologico della tiroide, volume, eco struttura, presenza di eventuali nodulazioni ed utile strumento di guida nel prelievo citologico. Ambito internistico L’ecografia internistica, epato-biliare, pancreas, milza, apparato urinario, ed apparato genitale, sia maschile che femminile (anche con sonde endocavitarie) permette l’individuazione di formazioni espansive, sia di tipo benigno che maligno, ed eventuali elementi litiasici dei distretti esplorabili. Consente inoltre, attraverso l’applicazione doppler, di indicare lo stato vascolare del distretto d’interesse. L’utilizzo del mezzo di contrasto per via endovenosa può risultare in alcuni casi utile per la caratterizzazione di singole nodulazioniepatospleno-renali. Esistono alcune condizioni che limitano le possibilità diagnostiche dell’esame ecografico quali: il meteorismo nell’esame addominale, la componente ossea nel distretto muscolo scheletrico e la presenza di creme ed altri artifizi o cosmetici applicati sulla pelle soprattutto nella valutazione dei distretti corporei superficiali. In definitiva, l’ecografia può essere considerato l’esame di prima istanza, innocuo e poco costoso, nell’approccio delle patologie dei vari distretti corporei, ad eccezione di alcune regioni come la gabbia toracica.


Benessere

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TRATTAMENTI AUTUNNALI Dr. Vittoria Dragani

Specialista in Igiene e Medicina Preventiva

er mantenere più a lungo gli effetti benefici delle vacanze sulla pelle del viso ci si può sottoporre a dei trattamenti finalizzati al mantenimento del tono e della uniformità cutanea. Soft peeling, maschere idratanti ed ossigenoterapia combinati tra loro rappresentano un valido aiuto per la nostra pelle al rientro dalle vacanze. I soft peeling stimolano la rigenerazione cellulare rimuovendo lo strato più superficiale dell’epidermide attraverso una lieve esfoliazione. Permettono inoltre di rimuovere le opacità cutanee e ridare luminosità alla pelle attenuando le pigmentazioni. Questi trattamenti vengono effettuati con delle applicazioni di soluzioni a

tisce un’azione dermo riempitiva, mentre il complesso esapeptidico riduce la profondità delle rughe, donando un effetto lifting. L’applicazione delle maschere rigeneranti su viso e contorno occhi garantisce effetti immediati e le aree si mostrano più giovani e levigate. La pelle è morbida e presenta un colorito fresco e uniforme.

L’ossigenoterapia si basa sull’applicazione di ossigeno puro nella pelle; col passare degli anni infatti i depositi di ossigeno nel derma diminuiscono, ma grazie a questa terapia, si recupera l’elasticità e si rallenta l’invecchiamento. La sinergia tra i trattamenti permette di ottenere una pelle morbida, levigata con un colorito fresco ed uniforme.

La presenza di acido ialuronico garantisce un’azione dermo riempitiva, mentre il complesso esapeptidico riduce la profondità delle rughe, donando un effetto lifting...

base di acido mandelico, acido lattico, soluzione di Jessner’s e alfa- idrossiacidi. Le maschere rigeneranti applicate successivamente al trattamento peeling donano alla nostra pelle luminosità, tono, idratazione e “vitalità”. Esse sono costituite da uno strato di gel contenente un mix di principi attivi come l’ippocastano e ginkgo biloba che garantiscono un effetto idratante, tonificante e lenitivo. La presenza di acido ialuronico garanPrimaPagina 29 - sett. 2012

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Doping

QUESTO (S)CONOSCIUTO Prof. Valter Di Mattia

l doping ematico (Blood Doping) è l’uso di farmaci che aumentano in maniera artificiale il trasporto di ossigeno nel sangue, l’eritropoiesi (E.P.O.). Viene usato illecitamente negli sport dove prevale il lavoro aerobico (ciclismo, maratona, marcia, fondo, etc). Questa la definizione di doping secondo il legislatore: “costituiscono doping la somministrazione o l’assunzione di farmaci o di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e l’adozione o la sottoposizione a pratiche mediche non giustificate da condizioni patologiche e idonee a modificare le condizioni psico-fisiche o biologiche dell’organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti”. Le prime notizie “giornalistiche” riguardanti il possibile utilizzo dell’Eritropoietina (EPO), farmaco dopante, risalgono al periodo di preparazione olimpica del 2004. Questa molecola già conosciuta da alcuni anni prima, veniva usata da alcuni atleti con l’aiuto di medici sportivi compiacenti in forma sperimentale. L’autorizzazione e la commercializzazione in Europa è avvenuta nel 2006 e negli Usanel 2008. In pochi anni questi attivatori dell’ossigenazione del sangue (eritropoiesi), si sono perfezionati passando all’Epo di seconda e terza generazione: i CERA (ContinuosErythropoiesis Reception Activator). Sono farmaci che agiscono in maniera continua sul recettore renale, stimolandolo a produrre Eritropoietina. Questo ormone (glicoproteina) viene prodotto principalmente dai reni in risposta ad uno stimolo ipossico (mancanza di ossigeno) e viene secreto nel plasma. L’Epo raggiunge il midollo osseo dove è in grado di stimolare la produzione di globuli rossi (eritrociti) in maniera abnorme da 3 a 5 volte nel giro di due settimane. L’Epo può essere assunto anche una sola volta al mese, creando un “doping” con un’azione di discreta durata. L’ aumento di globuli rossi permette migliore trasporto di ossigeno dai polmoni alle cellule, aumentando le prestazioni

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aerobiche degli atleti. Il lato negativo è l’alterazione della proprietà fisica del sangue a scapito della parte liquida (il plasma): il sangue tende a rallentare il suo circolo, aumentando la densità e formando

L’aumento di globuli rossi permette migliore trasporto di ossigeno dai polmoni alle cellule, aumentando le prestazioni aerobiche degli atleti... pericolosamente trombi o emboli. Questi farmaci sono usati in medicina per il trattamento dell’anemia sintomatica nei pazienti affetti da malattia renale

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cronica o da neoplasia, per incrementare l’emoglobina sino ad un livello non superiore a 12g/dl, somministrazione ben lontana dall’abuso nell’ambito sportivo. Gli atleti che usano EPO o CERA presentano il sangue simile alle popolazioni delle Ande che vivono oltre i 3500 metri di altitudine; a quelle altitudini l’ossigeno è rarefatto e l’organismo per compensare, produce una maggiore quantità di globuli rossi con innalzamento dell’ematocrito. Perciò i maratoneti, i marciatori e gli atleti di fondo fanno preparazione in altura, programmando l’allenamento prima di gare importanti.Tutte le sostanze illecite vietate dal comitato internazionale olimpico (CIO) e dal CONI, su elenchi continuamente aggiornati, possono provocare a medio e lungo termine in soggetti sani, soprattutto giovani, cardiopatie, aritmie di ogni tipo, mettendo a repentaglio il benessere psicofisico dell’atleta, senza la sicurezza di migliorarne la prestazione.


Benessere

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Moda & Modi

Il trucco permanente empre più spesso, oggi, si sente parlare di trucco permanente, o semi-permanente, e tantissime sono le donne che ricorrono a questa nuova tecnica di maquillage che permette di risparmiare denaro e soprattutto tempo. In sole due sedute permette di migliorare, delineare e correggere labbra, sopracciglia e occhi. Ma cos’è? In che cosa consiste? Il trucco permanente è, tecnicamente e formalmente, l’introduzione meccanica di pigmenti bio-riassorbibili nel derma, attraverso un ago non cavo.

È come un classico tatuaggio, ma fatto sul viso con colori e attrezzature differenti. E’ come un classico tatuaggio, ma fatto sul viso con colori e attrezzature differenti. In questo caso, inoltre, la parola “permanente” non equivale a “per sempre” ma a “periodo di lunga durata”. Negli anni le tecniche si sono affinate e il trattamento, a differenza di ieri, risulta completamente indolore grazie all’azione di specifici desensibilizzanti. Come già detto i pigmenti sono bioriassorbibili (attenzione però alla qualità del

prodotto) composti da vari ossidi di ferro ed ossido di zinco, sostanze che la pelle, nell’arco del tempo, e soprattutto grazie all’azione dei macrofagi, vengono fagoci-

tate. E’ proprio grazie a questo processo interno e ad innumerevoli altri fattori esterni (naturale esfoliazione della pelle, capacità di cicatrizzazione, età della/del cliente, esposizione a raggi solari o solarium) che il pigmento tenderà a sbiadire con il passare dei mesi. Per questo motivo è consigliabile una seduta di “rinforzo” a distanza di 12/24 mesi, per garantire che il lavoro rimanga invariato nell’arco degli anni. Ciò consentirà anche di poter modificare colore e forma del tatuaggio, adeguandolo ai propri gusti e alle esigenze del momento. Questa speciale tecnica viene anche impiegata nella copertura di cicatrici dovute ad interventi chirurgici, nell’omogeneizzazione di macchie dicromiche, quali quelle della vitiligine, e nella ricostruzione cromatica dei capezzoli in seguito a mastectomia. In questo caso si parla di tatuaggio permanente para medicale, ma gli specialisti del settore sono veramente pochi. Non ultimo l’impiego del trucco permanente per mascherare problemi di calvizie: tricopigmentazione.

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“Fenomeno” Manuka Le eccezionali proprietà della pianta proveniente dalla Nuova Zelanda usata per produrre un miele ritenuto miracoloso di Alessandro Tarentini

i è una pianta in Nuova Zelanda, la Leptospermum scoparium, che sta facendo la felicità degli apicoltori locali. E’ l’esempio di come la ricerca universitaria ed una buona azione di marketing possono essere d’aiuto per un settore economicamente importante come l’agricoltura. La sua fama, infatti, si è diffusa così tanto che negli Stati Uniti viene utilizzata per curare le bruciature della pelle, ma anche ulcere e gastriti.

Le prime ricerche su questa pianta, comunemente chiamata, manuka, iniziarono nel 1980, quando i ricercatori dell’università di Waikato, ne misero in risalto gli interessanti effetti antimicrobici. Bisogna specificare che anche il più comune dei millefiori riesce ad inibire la crescita dei microbi grazie a diversi fattori, come la presenza di diverse sostanze aggiunte dalle api durante la raccolta del nettare, oppure l’alto contenuto di zuccheri, ma anche alla presenza del perossido di idrogeno. Il

Alla base di tutto vi è una sostanza presente nel nettare della pianta che nel tempo si converte in una molecola dal potere inibente maggiore del comune perossido d’idrogeno miele di manuka, invece, ha delle caratteristiche molto peculiari. Alcuni studiosi neozelandesi, in collaborazione coi colleghi tedeschi, sono riusciti a carpire i segreti di questo alimento “miracoloso”.Alla base di tutto vi è una sostanza presente nel nettare della pianta che nel tempo si converte in una molecola dal potere inibente maggiore del comune perossido d’idrogeno. La “potenza” di un miele di Manuka viene misurata in laboratorio e viene espressa tramite delle unità di misura chiamate “UMF”: più il suo valore è alto più la sua efficacia antimicrobica sarà elevata. Inoltre non tutti i mieli di Manuka presentano lo stesso valore di UMF in quanto esso dipende dalle metodiche di raccolta, di conservazione ma anche dalla pianta e dal luogo dove viene raccolto il miele. Grazie ai suoi effetti sulla salute, secondo la legislazione australiana, tale miele viene considerato come un vero e proprio medicinale.Tanto è vero che alcuni produttori lo vendono dei tubetti simili a quelli del dentifricio riuscendo a spuntare dei prezzi pari a 800 dollari australiani al chilo. Ma il fenomeno “Manuka” non si ferma qui: barattoli di tale miele si trovano tranquillamente in America nei supermarket WholeFoods: vere e proprie boutique del mangiar sano. Tale catena di negozi infatti è il più grande distributore di prodotti biologici a livello mondiale.

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Animali

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Un cucciolo a casa di Piero Serroni Veterinario

L’adozione di un cucciolo va decisa dopo un approfondito esame di coscienza al quale devono partecipare tutti i componenti della famiglia: un animale è un essere senziente con le sue esigenze, si tiene e si ama per tutta la vita. Si deve essere consapevoli che la sua cura comporta sacrifici e che la nostra vita sarà modificata dalla sua presenza. Innanzitutto: cane o gatto? Una scelta non di poco conto, in quanto specie completamente diverse tra loro, per natura, abitudini, carattere. Il gatto è un animale decisamente abitudinario e di fronte a qualsiasi cambiamento si comporta come un esploratore in territorio aborigeno: avanza lentamente, si guarda intorno, studia la novità che determinano un apparente disorientamento del micio. Anche l’introduzione di un nuovo animale in famiglia, sia esso un suo simile o un cane, per un gatto adulto è fonte di stress: il condividere quegli spazi che fino a poco prima erano i “suoi” è causa di disagio, almeno inizialmente.

La lontananza del proprietario può diventare per loro fonte di stress... Il cane invece è animale da branco, che può esser composto da altri cani o da persone, necessita di un “contatto” costante con i compagni, con cui dovrà instaurare i normali rapporti di gerarchia: il capo branco (a cui obbedirà) e i compagni “di gioco”. Non possiamo avere un cane se viviamo soli e il nostro lavoro ci tiene fuori casa 12 ore al giorno. Ogni cane poi ha delle caratteristiche caratteriali che lo rendono diverso da tutti gli altri, anche se appartenenti alla stessa razza. La selezione delle razze ha prodotto soggetti che in linea di massima hanno caratteristiche comportamentali comuni. Esistono razze di cani tendenzialmente socievoli, come il bichon frisé, il cavalier king charles spaniel, cocker ed i retriever. Altre razze hanno invece forte istinto alla difesa del territorio, tra queste: l’akita inu, rottweiler (i più diffidenti verso gli sconosciuti), schnauzer, american staffordshire terrier, bullmastiff, bull terrier. Altri cani

poi sono dei temerari, ed ottimi cani “campanello”, come: basenji, fox terrier, griffone a pelo duro, jack russell terrier, pinscher, schnauzer nano, shih tzu, west highland white terrier. Le razze più indicate per l’addestramento oltre che eccellenti cani da guardia, sono l’australian sheeperd, i barboni, border collie, dobermann, pastore belga, pastore maremmano-abruzzese, pastore tedesco, terranova. Tra i cani che più amano la vita domestica, la tranquillità e il sofà, ricordiamo: bouledogue francese e inglese, boston terrier, carlino, chihuahua, lhasa apso, maltese, pechinese. Se non si desidera necessariamente una razza particolare, non dimentichiamo il gran numero di cani meticci che affollano canili e rifugi in attesa di adozione, possono regalare grandi soddisfazioni e che, oltre a risparmiarci la spesa economica dell’acquisto.

E adesso? Quando in casa arriva un cucciolo è molto importante imparare a gestire la salute del nostro animale e tutte le procedure da adottare per tutelarlo (e tutelarci) dal punto di vista igienico-sanitario. Un cucciolo è più suscettibile a infezioni virali, batteriche e infestazioni parassitarie che possono anche provocarne il decesso. Quando poi si radunano animali di diversa provenienza, come avviene nelle fiere o mercatini, la possibilità di propagazione di patologie contagiose aumenta decisamente. Inoltre, chi è in-

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tenzionato a prendere un cucciolo dovrebbe adottarlo di almeno 60 giorni di età per permettere il loro corretto sviluppo psicofisico. Dovrà essere verificato lo stato vaccinale sull’apposito libretto sanitario: vaccinazioni non certificate da timbro e firma leggibili di medici veterinari sono da ritenersi nulle, devono essere ripetute.Va altresì controllato che il cucciolo sia stato trattato per ecto ed endoparassiti (la sverminazione), ne sia stata accertata l’efficacia attraverso un esame delle feci e quindi solo successivamente vaccinato. Bisogna tener presente che un cucciolo non può essere vaccinato troppo presto, quando cioè possiede ancora un’immunità passiva garantita dagli anticorpi assunti attraverso il colostro materno, e si deve attendere che raggiunga la giusta età per essere vaccinato: ecco perchè un cane di due mesi non può aver già terminato il programma vaccinale. Per questi motivi andranno limitati, i contatti del cucciolo con animali non vaccinati o che non conosciamo, aree frequentate da molti cani, come ad esempio parchi ed aiuole, in quanto spesso serbatoio di pericolosi agenti patogeni virali e batterici. Dal punto di vista legale, il proprietario di un cane deve provvedere a far identificare e contestualmente registrare l’animale all’angrafe canina del Comune di residenza nel secondo mese di vita. In sostanza, deve essere applicato un microchip, diventato l’unico sistema identificativo nazionale. L’applicazione può essere effettuata sia da veterinari ufficiali (Asl di competenza del territorio) sia da veterinari libero professionisti abilitati dalla Regione. Se il cucciolo è già “chippato”, si dovrà provvedere alla “variazione di proprietà”.

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BILANCIO D’ESERCIZIO al 31 dicembre 2011

A) B)

STATO PATRIMONIALE ATTIVO Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti Immobilizzazioni IMMATERIALI I

ECS Editori S.r.l. Reg. Imp. 0177310675 Rea 1515562 Sede: Via Costantini n. 6 - TERAMO 64100

7.500 25.705 25.705

II

MATERIALI AMMORTAMENTO

9.035 768

III

FINANZIARIE

1.250

8.267

C)

D)

A)

C) D)

A)

Totale Immobilizzazioni Attivo circolante II CREDITO . Entro 12 MESI IV Disponibilità liquide Totale attivo circolante Ratei e risconti TOTALE ATTIVO STATO PATRIMONIALE PASSIVO Patrimonio Netto I CAPITALE VII ALTRE RISERVE Differenza da arrotondamento all’unità di EURO VIII Utili (perdite) portati a nuovo IX Utile (perdita) di Esercizio Totale Patrimonio netto Trattamento di fine rapporto da lavoro subordinato Debiti .Entro 12 mesi .Oltre 12 mesi

6) 7) 8) 9)

35.102 35.102 8.823 43.925 563 87.210

10.000 (1) (453) (2.870) 6.676 323 32.216 47.995 80.211 87.210

TOTALE PASSIVO CONTO ECONOMICO Valore della produzione 5) Altri ricavi e proventi: .vari

B)

1.250 35.222

73.620 987

Totale valore della produzione Costi della Produzione per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci Per servizi Per godimento di Beni di terzi Per il personale a) Salari e stipendi b) Oneri sociali c) Trattamento di fine rapporto

987 74.607 150 64.062 5.800 5.618 206 279 6.103

10)

C)

Ammortamenti e svalutazioni a) Ammortamento delle immobilizzazioni immateriali b) Ammortamento delle immobilizzazioni materiali

14) Oneri diversi di gestione Totale costi della produzione Differenza tra valore e costi di produzione (A-B) Proventi e oneri finanziari 16) Altri proventi finanziari: d) proventi diversi dai precedenti: .Altri

80 673 753 743 77.611 (3.004)

79 79

17)

E)

Interessi e altri oneri finanziari: .Altri

6.176 6.176 (6.097)

Totale proventi e oneri finanziari Proventi e oneri straordinari 20) Proventi: .Varie

8.326 8.326

21)

Oneri: .Varie .Differenza da arrotondamento all’unità di Euro

1.944 1 1.945 6.381

Totale delle partite straordinarie Risultato prima delle imposte

(2.720)

22)

Imposte su reddito di esercizio, correnti, differite e anticipate a)imposte correnti

23)

Utile (perdita) dell’esercizio

150 (2.870)

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150

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