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VARRASSI riflessioni di fine mandato

Viaggio tra la Fisica dell’INFN e il futuro della Ricerca con il Nobel Carlo Rubbia

TERAMO MENO ASSESSORI PIÙ OPERAI

SMS S MS D DII SOLIDARIETÀ A CHI, COME E QUANDO?


FISSATO IL TERMINE UNICO PER

LA PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE ALLA FONDAZIONE TERCAS MARTEDÌ

7 GENNAIO 2014 TERMINE UNICO PER LA PRESENTAZIONE DI TUTTE LE DOMANDE DI CONTRIBUTO PER PROGETTI DA REALIZZARSI O AVVIARSI NELL’ANNO 2014. LE ISTANZE DOVRANNO PERVENIRE INDEROGABILMENTE ENTRO IL SUDDETTO TERMINE AL SEGUENTE INDIRIZZO DI POSTA ELETTRONICA: FONDAZIONETERCAS@LEGALMAIL.IT. IL MANCATO RISPETTO DEI TERMINI E DELLE MODALITÀ DI INVIO DI CUI SOPRA COMPORTERÀ L’AUTOMATICA ESCLUSIONE DELLE RELATIVE ISTANZE.

GLI UFFICI DELLA FONDAZIONE SONO A DISPOSIZIONE PER CHIARIMENTI E INFORMAZIONI AI NUMERI:

0861-241883 E 0861-252881

PER LEGGERE GLI AVVISI, SCARICARE I MODELLI DI DOMANDA E CONOSCERE LE MODALITÀ DI PRESENTAZIONE DI OGNI TIPO DI RICHIESTA E/O PROGETTO VISITARE IL SITO DELLA FONDAZIONE ALL’INDIRIZZO: WWW.FONDAZIONETERCAS.IT


DIRETTORE RESPONSABILE: Direttore Editoriale

Mira Carpineta direzione@primapaginaweb.it Enrico Santarelli direzionemkt@primapaginaweb.it

Editore: Amministrazione: Amministratore delegato: Graphic designer:

42 Dicembre 2013

Supporto grafico: Ufficio vendite:

Via Costantini, 6 - Teramo Tel & Fax . 0861. 250336 redazione@primapaginaweb.it Daniela Palantrani Nicola Arletti di Carlo Di Patrizio cell. 328.9727441

STAMPA:

Hanno collaborato:

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Il Gran Sasso e le politiche [IR]RESPONSABILI Il Senatore e Premio Nobel Carlo Rubbia, guida d’eccezione alla visita dei laboratori sotterranei di fisica nucleare. Rischi e prospettive per il futuro dell’INFN

Abruzzo

STATO DI SALUTE E PROGETTI DEL PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO

Clementina Berardocco Arianna Braca Ottavio Caporali Michele Ciliberti Adele Di Feliciantonio Laura Di Paolantonio Laura Di Pietrantonio Angela Fosco Maria Paola Iannella Daniele La Licata Antonella Lorenzi Riccardo Nori Daniela Palantrani Alberto Piccinini Anna Piersanti Annamaria Ponziani Gianfranco Puca Nicola Paolo Rossetti Chiara Santarelli Piero Serroni

“L’importanza delle verifiche”

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di Mira Carpineta

Territorio

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SITUAZIONE NEL COMUNE DI NERETO

di Antonella Lorenzi

DISTRIBUZIONE

STORIE DI FAMIGLIE & UNICITÀ Iscritto a:

Storia di una mamma e di un bambino speciale

Pegaso distribuzioni

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

di Annamaria Ponziani IMPRESA ASSOCIATA

I dati della Black Economy di Maria Paola Iannella

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n. 605 del 14.07.09 n. 20081 2281-5651

Tempo di... nubifragi!

Sociale

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Reg. Trib. TE R.O.C ISSN

Alla scoperta del Pianeta Rosso

26 39

di Adele Di Feliciantonio

Contatti: redazione@primapaginaweb.it tel/fax 0861. 250336

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Omnibus

SMS SOLIDALI

Chiuso il 2 DICEMBRE 2013 La responsabilità delle opinioni espresse negli articoli pubblicati è dei singoli autori, da intendersi libera espressione degli stessi. Alcune collaborazioni sono gratuite.

Il complesso di Laio

L’editore ha compiuto ogni sforzo per contattare gli autori delle immagini. Qualora non fosse riuscito, rimane a disposizione per rimediare alle eventuali omissioni

di Daniele La Licata

Le informazioni, testi, fotografie non possono essere riprodotte, pubblicate o ridistribuite senza il consenso dei titolari dei diritti.

Infortunio in itinere

In copertina: “Politiche [IR]RESPONSABILI” (foto free royalty from internet 2013)

di Laura Di Paolantonio

n. 42 anno 4 - dicembre 2013

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Il Cardio Fit Training PrimaPagina 42 - Dicembre 2013

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CARTA SPRECATA

Editoriale di Mira Carpineta n tempo la stampa era definita “il quarto potere”. Il diritto all’informazione ne definiva la forza e perfino il “peso”, capace di condizionare scelte politiche e sociali. Il cronista, raccontando i fatti, non dava risposte, sollevava domande. La ricerca della verità era il presupposto delle inchieste giornalistiche che hanno fatto la storia di famosi casi giudiziari (nell’Italia degli anni 70 gli articoli di Camilla Cederna sulla morte dell’anarchico Pinelli e sullo scandalo Lockheed provocarono, caso rarissimo nella storia della nostra Repubblica, le dimissioni di un Presidente). Cosa ne è stato di quello spirito e di quella deontologia che faceva del giornalismo “il mestiere più bello del mondo”? In un Paese in cui la stampa esprime,oggi, solo comunicati di partito, opinioni faziose e pseudo scoop, sono davvero pochi i professionisti della verifica, della ricerca della verità. Il “richiamo della sirena” di un titolone ridondante e approssimativo è una seduzione a cui è difficile resistere e che nell’immediato sembra pagare di più e meglio. Ma solo nell’immediato. Anche noi “ venticinque lettori” di provincia ormai lo abbiamo capito e abbiamo imparato a distinguere il fatto dall’opinione e dalla strumentalizzazione. Altro fatto è che ormai siamo alla conclusione di un anno durissimo, iniziato con una pioggia di meteoriti e finito con alluvioni devastanti. Con le elezioni più complicate e il governo con la più lunga “gestazione” della nostra storia. Sempre in prognosi riservata ma ancora vivo. E con la consapevolezza che la battaglia elettorale non è finita, perché ci aspettano le elezioni di primavera. Abbiamo chiesto ai nostri lettori cosa vorrebbero definitivamente abbandonare di questo 2013 e cosa vorrebbero finalmente trovare nel 2014. Queste solo alcune risposte a cui aggiungiamo soltanto i nostri auguri, perché almeno qualcosa si realizzi. Buon Natale. Quest’anno butterei giù dalla torre, più che il personaggio Berlusconi stesso, il berlusconismo che è in noi, latore delle peggiori nefandezze, che dà adito ad una masnada di barzellettieri, superficiali e volgarotti. Pollice su invece per papa Francesco, uno di noi, che se ne va per Rio de Janeiro dando il cinque tra due ali di folla a destra e manca a bordo di una semplice Fiat Idea. “Chi sono io per giudicare” racconta a tutti. Il primo ci ha succhiato energie preziose a non finire in una tonnara di disgusto e decadenti viltà, il secondo ci ha donato la bellezza dell’anima, quella che salverà il mondo e che ci riscatterà. (maurizio) La sensazione che mi lascia questo anno alla fine è di dilagante ipocrisia e delusione: nelle persone che ricoprono cariche di ogni genere e specie; sembra quasi di essere regrediti

culturalmente Mi aspetto la riscoperta della gioia di fare qualcosa per gli altri oltre che per se stessi, lo spirito di solidarietà che ha sempre contraddistinto il nostro essere italiani in ogni tempo e in ogni luogo. Mi aspetto una rinascita culturale perchè è solo da essa che si puó veramente ripartire in grande stile (anche da una crisi che é prettamente economica). Iniziare a pensare di risolvere la crisi valoriale prima di quella economica. (maria giovanna) Un po’ meno preoccupazioni e tristezza e piu’ armonia pace e tranquillita’!(benedetta) Vorrei definitivamente abbandonare lo scempio di un paese che va a rotoli e di un popolo che sta votando la propria rovina: esiste qualcuno che può pensare di ricostruire la gloria di questo paese? Esiste la possibilità di scrollarsi di dosso il milione di italiani che vive della professione “politica” e che impedisce qualsiasi rovesciamento della situazione? Io lo spero e vorrei vederlo già l’anno prossimo, perché non c’è più tempo! La crisi dovrebbe insegnare o avere già insegnato a molti a fare della solidarietà il proprio motivo di vita. L’altra faccia della solidarietà è proprio l’impegno, l’altra faccia dell’impegno è il risultato, il successo, il profitto; l’altra faccia del profitto è proprio la condivisione dello stesso, che genera tanta felicità per tutti! Forse è proprio la riscoperta della felicità, quella autentica, dell’entusiasmo, della verità e dell’autenticità ciò che auguro per i miei concittadini, per scoprirsi miracolosamente in un luogo migliore! (Stefano L.).Abbandonerei tutto . Vorrei si realizzasse un posto nel mondo di comete e lucciole, un posto nel mondo in cui dipingere nuvole (Luca B.) Intanto ho una voglia feroce di riuscire ad immaginarlo un futuro, poi vorrei un futuro che abbandoni “io” e entri nel “noi” (Daniela V.) Vorrei che ci lasciassimo alle spalle la sfiducia, e l’alibi dell’impossibilità a reagire. Abbandoniamo l’euro, tanto per cominciare. I soldi per le spese militari, per le banche, i soldi delle opere pubbliche inutili, delle speculazioni finanziarie, delle pensioni d’oro, dei privilegi, usiamoli per il reddito di cittadinanza ai disoccupati e per avviare processi virtuosi. Quanto rimane, per la ricerca e per la cultura e dedichiamoci a ricercare e a tornare a studiare. Forse un mondo migliore è impossibile, ma una vita migliore per ciascuno di noi, sì. (Giuseppe P.) Vorrei lasciare indietro la paura e Trovare in ogni giorno l’accogliere. Vivere e non fare finta..mai. (Patrizia A.)

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IL GRAN SASSO E LE POLITICHE (IR)RESPONSABILI Il Senatore e Premio Nobel Carlo Rubbia, guida d’eccezione alla visita dei laboratori sotterranei di fisica nucleare. Rischi e prospettive per il futuro dell’INFN di Mira Carpineta

laboratori del Gran Sasso rappresentano un importante primato non solo per l’Abruzzo, ma per tutto il mondo scientifico italiano. Le ricerche e le scoperte che si sono avute in questi circa 30 anni di attività ne hanno fatto un polo scientifico internazionale di grande rilievo. Nonostante i successi, tuttavia, la pesante scure della crisi ha ridotto le risorse economiche necessarie a coltivarne l’eccellenza con il rischio di perdere la leadership conquistata nel campo della fisica delle particelle. “ I tagli lineari a cui viene sottoposta la cultura in generale e la ricerca in particolare sono estremamente dannosi” – così esordisce il Prof. Carlo Rubbia, Premio Nobel e Senatore della Repubblica, che insieme ad altri illustri scienziati italiani, come Antonino Zichichi, hanno fortemente voluto e partecipato alla realizzazione del progetto scientifico dei Laboratori. E’ uno vero e proprio sfogo, accorato e vibrante quello del grande scienziato, che paventa la “concorrenza” di nuovi laboratori in costruzione in quei Paesi che oggi,invece, con le loro ricerche vivono e investono risorse economiche nel INFN del Gran Sasso. “Quando Canada, Giappone o Corea avranno i loro laboratori sotterranei, perché dovrebbero continuare a venire qui? Questa struttura si è conquistata una leadership

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internazionale per due importanti fattori: il sito, unico al mondo per le sue caratteristiche fisiche e l’equipment, ovvero l’eccellenza dei ricercatori. Ebbene questi fattori vanno valorizzati con l’investimento di risorse adeguate, da destinare a progetti meritevoli di sviluppo e non penalizzate da riduzioni indiscriminate. I tagli, se proprio necessari devono essere più selettivi e riguardare quelle strutture meno produttive in termini di progetti e di risultati scientifici.” Quanta responsabilità hanno la politica e la capacità dei decisori in questo? “Ne hanno tantissima! – risponde con veemenza il Prof. Rubbia – se non si investe su questi valori sarà la fine di un’epoca. La maggior parte delle ricerche è svolta da Paesi stranieri che se non troveranno più l’eccellenza resteranno a casa loro. Con la conseguenza di perdere ulteriori risorse economiche”. Pessimista il Professore? “Non pessimista, realista. I decisori sanno benissimo che questo pericolo esiste, come sanno che è loro la responsabilità di scongiurarlo”. Dichiarazioni forti che si aggiungono a quelle rivolte alla platea dei partecipanti alla giornata inaugurale del Gran Sasso Science Institute, del 14 novembre scorso, dove alla presenza del Ministro dello Sviluppo Economico, Zanonato, ha tenuto una emozionan-

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I LABOR aboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS) sono i più grandi laboratori sotterranei del mondo in cui si realizzano esperimenti di fisica delle particelle, astrofisica delle particelle e astrofisica nucleare. Sono utilizzati come struttura a livello mondiale da scienziati provenienti da 29 paesi diversi; attualmente ne sono presenti oltre 900 impegnati in circa 15 esperimenti in diverse fasi di realizzazione. Le strutture sotterranee sono collocate su un lato di un tunnel autostradale lungo 10 chilometri che attraversa il Gran Sasso, direzione Roma, e consistono di tre grandi sale (sala A, sala B e sala C) sperimentali, ognuna delle quali misura circa 100 m. di lunghezza, 20 m. di larghezza e 18 m. di altezza e tunnel di servizio, per un volume totale di circa 180,000 metri cubi. 1.400 m. di roccia


sovrastano i Laboratori e costituiscono una copertura tale da ridurre il flusso dei raggi cosmici di un fattore un milione; inoltre, il flusso di neutroni è migliaia di volte inferiore rispetto alla superficie grazie alla minima percentuale di Uranio e Torio presente nella roccia di tipo dolomitico che costituisce la montagna. Compito dei Laboratori del Gran Sasso è di ospitare esperimenti nel campo dell’ astrofisica nucleare e fisica delle particelle che necessitano di un ambiente a bassa radioattività naturale nonchè di altre discipline che possono trarre vantaggio dalle sue caratteristiche ed infrastrutture. Principali argomenti di ricerca dell’attuale programma sono: la fisica dei neutrini naturalmente prodotti nel Sole e in esplosioni di Supernova, e lo studio delle oscillazioni del neutrino attraverso un fascio di neutrini provenienti dal CERN.

IMMAGINI IN ESCLUSIVA

RATORI

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Ci sono altri laboratori simili nel mondo? Anche in altri Paesi sono stati realizzati Laboratori sotterranei, utilizzando strutture preesistenti quali miniere ( Homestake in USA, SNO in Canada e Kamioka in Giappone) o locali adiacenti a trafori stradali (al Frejus e sotto il Monte Bianco). Gli altri laboratori sono di piu’ difficile accesso e di minori dimensioni, tanto da poter ospitare solo un esperimento. I Laboratori del Gran Sasso sono i piu’ vasti al mondo e riescono a dare spazio a molti esperimenti allo stesso tempo.

Quali sono le applicazioni pratiche di queste ricerche? 8

Non sempre e’ facile prevedere quali applicazioni pratiche possano derivare dalla ricerca fondamentale. Molti degli oggetti che ci circondano (dal televisore al computer, o al forno a microonde), non sarebbero stati mai realizzati se non ci fosse stata precedentemente una scoperta nella ricerca fondamentale. Talvolta gli strumenti sviluppati per l’avanzamento della ricerca fondamentale risultano poi di pubblica utilita’ . Un esempio ben noto e’ il World Wide Web (ideato e sviluppato ai laboratori del CERN di Ginevra) che e’ nato come mezzo utilizzato dai fisici per lo scambio veloce di informazioni e che ha reso utilizzabile Internet a tutti. Le applicazioni piu’ recenti delle ricerche sviluppate nell’INFN riguardano il campo medico, dei beni culturali e il traferimento di know-how (conoscenza pratica) all’industria

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a cura di Daniela Palantrani

I LABORATORI

Foto inerenti alla visita ai Laboratori del 14 NOVEMBRE 2013

gliori. Le dure leggi del mercato farebbero il più gran bene alla ricerca italiana. Il sollecitare oggi una crescita degli investimenti potrebbe sembrare velleitario, suicida o coraggioso. Eppure la maggioranza dei Paesi avanzati stanno gonfiando la loro linea “ricerca e formazione” con un vasto piano di rivitalizzazione della ricerca scientifica. Su questi concetti sarebbe opportuno oggi un dibattito pubblico , in cui chiedere a tutti in che modo siano disposti a sostenere un consistente ruolo intellettuale, tecnologico e culturale del nostro Paese all’interno dell’Europa e del mondo?”

IMMAGINI IN ESCLUSIVA

te “lectio magistralis” in cui ha ricordato che “La scienza continuerà ad avere il suo ruolo essenziale per un futuro migliore dell’umanità: ma gli scienziati devono essere preparati a interagire in modo più costruttivo con la società , non solo come scienziati, ma anche come cittadini pienamente coinvolti nelle sue problematiche” . Con un monito sull’importanza dell’etica, ad evitare le distorsioni e le aberrazioni di un errato concetto di ricerca, e un insistente richiamo alla necessità di investire nella ricerca utile, meritevole: “importanti i meccanismi di scelta nei finanziamenti, che sviluppino la competitività o “premiando” i mi-


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di Mira Carpineta

er il Presidente del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Arturo Diaconale, la pubblicazione di documenti amministrativi dell’Ente da parte di un periodico mensile teramano, è un fatto non soltanto in sé scorretto, ma anche lesivo nei confronti di impiegati, tecnici e maestranze, che quotidianamente affrontano con professionalità, serietà e passione il loro lavoro di conservazione della biodiversità, di salvaguardia degli equilibri naturali, di difesa del territorio dalle speculazioni di ogni genere e a sostegno alle attività umane sostenibili. La scorrettezza, secondo il presidente, consiste nella pubblicazione in maniera parziale di atti riservati che, proprio per la loro parzialità, costituiscono un’oggettiva lesione dell’immagine dell’Ente e che si riferiscono ad un’ispezione ministeriale che rientra nella prassi normale degli organi di controllo degli Enti Parco italiani, i cui atti amministrativi si svolgono sotto il più stretto ed assiduo controllo del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ed oggi, in regime di spending review, sotto quello della Corte dei Conti. “Gli Enti esaminati – spiega Arturo Diaconale - forniscono, secondo le procedure previste, le relative contro-deduzioni, nella piena osservanza delle normative di riferimento. Ciò si inquadra, ad ogni buon conto, in un decennio di attività intensa, qualificata e talmente positiva da far sì che lo stesso Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga sia guardato a livello nazionale, come un modello di buone pratiche. Basti pensare ai sette progetti Life in corso, all’incremento lavorativo di tanti professionisti selezionati attraverso procedure pubbliche, al consolidamento dei presidi agroalimentari, alle opere di ingegneria naturalistica, al processo partecipativo con le comunità locali che, avviato con l’obiettivo della mitigazione del conflitto con le attività zootecniche, si va consolidando quale metodo di governo del territorio. Ancora, si pensi all’assistenza

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agli agricoltori per la salvaguardia delle colture tradizionali, al sostegno a società consortili per il contenimento del cinghiale, al rilancio turistico culturale di aree di alto pregio naturalistico, di concerto con le istituzioni locali”. Ma cosa si evince, dalla pubblicazione dei documenti “incriminati”? “Innanzitutto una disinformazione tesa a strumentalizzare delle verifiche che nulla hanno eccepito sull’amministrazione del Parco. Negli anni, molte norme sono cambiate, così come nuove procedure vanno applicate, ma sono evoluzioni di un sistema in continua ricerca per migliorare e valorizzare le potenzialità e le risorse di un territorio tutelato. La pubblicazione di dati parziali, che non sono completati dalle modifiche introdotte o in fase di introduzione, danno un’idea falsata del lavoro svolto e in fase di svolgimento, ma soprattutto danneggia e offende l’operato di tante persone che vi si dedicano con passione e competenze. Come giornalista – sottolinea Diaconale – rifiuto l’idea di querelare un giornalista, ma la distorta pubblicazione di una normale attività ispettiva richiede una risposta chiarificatrice all’insegna della massima trasparenza e per il rispetto verso i lavoratori e le maestranze che ogni giorno sono impegnate nella salvaguardia di un patrimonio naturalistico, economico e culturale di tutti”. Proprio per ribadire l’importanza di una informazione completa all’insegna della totale trasparenza, il Parco aveva promosso a Teramo, martedì 26 novembre, presso la sala San Carlo del Museo Archeologico, un incontro pubblico, al quale avrebbero preso parte anche alcuni sindaci e cittadini del territorio del Parco, ma l’incontro è stato rimandato a causa di una copiosa nevicata che ha costretto gli operatori e i sindaci a dare priorità all’emergenza meteo. “ Il dibattito comunque si farà perché è importante ristabilire un’informazione corretta sull’argomento. Mi auguro – ha concluso il presidente Diaconale – che all’incontro partecipi anche chi ha firmato l’articolo in questione».

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IL PARCO NAZIONALE DEL GRAN SASSO E MONTI DELLA LAGA TRA IMPEGNO NELLA CONSERVAZIONE E SVILUPPO

L’IMPORTANZA DELLE VERIFICHE


stituito nel 1995, nell’alveo della Legge Quadro 394 sulle aree protette, il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, terzo in Italia per estensione, è, a tutt’oggi, una delle aree realtà nazionali più dinamiche ed attive, sia sul fronte della conservazione della natura sia per quanto attiene allo sviluppo sul proprio territorio di attività economiche sostenibili. L’impegno per la conservazione della natura L’impegno per la protezione dell’ambiente ha visto il Parco attuare negli anni interventi complessi e articolato per mantenimento e il ripristino (con reintroduzioni mirate) dell’ecosistema appenninico. Un’eccezionale capacità di attrarre economie su progetti di conservazione finanziati dalla Commissione Europea “Life” ha permesso la realizzazione di nove progetti dal 1998 ad oggi e tra questi i due storici dedicati al Camoscio appenninico che è arrivata a contare oggi circa 500 individui. Successi nel campo della conservazione della Flora, con la collaborazione del Centro di Ricerche Floristiche dell’Appenninico Museo del Fiore e dell’Orto Botanico, un polo di assoluta eccellenza a livello nazionale. L’impegno per lo sviluppo e la promozione territoriale La ricerca di un modello di sviluppo che potesse adattarsi ad un territorio di grande vastità e complessità paesaggistica ha portato alla scelta di articolare il Parco in undici distretti ambientali turistico-culturali, per il recupero urbanistico dei centri storici, la difesa e la riqualificazione dei territori, l’infrastrutturazione e la diffusione

culturale dei valori della sostenibilità ambientale attraverso una rete capillare di Centri visita, Punti informativi, Musei ed Ecomusei, è senz’altro oggi il grande progetto del Parco faunistico del Gran Sasso d’Italia, che vedrà la realizzazione di due aree faunistiche. I grandi progetti nel campo Agroalimentare La qualità delle produzioni è intimamente connessa con la qualità ambientale e l’appartenenza culturale alla terra del Parco costituisce il valore aggiunto di quanto viene prodotto in area protetta, e rappresentano i principi guida della politica agroalimentare del Parco. In questo ambito, tra i progetti di maggior successo la creazione di Reti di agricoltori custodi di antiche varietà colturali e, tra queste, la riscoperta e il rilancio della “Patata turchesa” oggi “fiore all’occhiello” di tanti ristoranti di qualità. Di cruciale importanza, il progetto del Marchio per i prodotti agroalimentari quale incentivo e sostegno alla piena realizzazione del Sistema di valorizzazione dei Prodotti Agroalimentari di qualità del Parco. La governance partecipata L’Ente Parco ha abbracciato con successo un modello di gestione partecipata di alcune problematiche cruciali, in particolare le relazioni con gli allevatori e gli agricoltori in relazione alla presenza e alle attese di conservazione della fauna selvatica. Tra i prodotti di maggior significato la redazione partecipata del vigente Regolamento per gli indennizzi al patrimonio zootecnico per i danni causati dalla fauna selvatica, emblematico punto di incontro tra le attese degli imprenditori del settore zootecnico.

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ADESSO! TERAMO, CI SIAMO Nasce l’associazione politico-culturale sulla scia dei Comitati per Matteo Renzi

l centro-sinistra teramano scalda i motori. Soprattutto i comitati che fanno capo al Sindaco di Firenze, particolarmente attivi nella nostra Città. In tanti hanno risposto all’invito di “Adesso! Teramo per Matteo Renzi” , il 25 novembre scorso, partecipando all’incontro che si è svolto nella sede del PD in Corso De Michetti, dando vita a un’iniziativa vivace e ricca di contenuti. Ad organizzare l’appuntamento è stato proprio il Comitato guidato da Mirko De Berardinis, Segretario del Circolo PD di Teramo Centro rieletto al recente Congresso con l’83% dei voti, alla testa del Circolo più grande della Provincia, con oltre 300 iscritti. “Un’attività intensa in cui le iniziative in vista delle Primarie dell’8 dicembre, a sostegno di Renzi Segretario Nazionale del PD, hanno avuto molteplici espressioni: incontri, dibattiti, gazebo in piazza, che hanno fatto registrare una nutrita partecipazione di cittadini nonostante il periodo invernale e le condizioni atmosferiche avverse – ha sottolineato Mirko De Berardinis – e che ci hanno dato lo slancio per proseguire nei programmi illustrati. Primo

tefano Minora, primo cittadino di un piccolo comune della Vibrata fa un breve bilancio della situazione del paese. “Nereto è un comune piccolo, di circa 7 Kmq, senza corsi d’acqua; i danni da alluvione sono stati, proprio per questo, piuttosto limitati. Abbiamo avuto dei danni su alcune strade, - prosegue il Sindaco, - in particolare su quelle provinciali. I danni maggiori li abbiamo subiti su Lago Verde, Via I Maggio franata in più punti. Occorrerà un intervento della Provincia e speriamo possa presto essere rimessa in ordine. Ci siamo già attivati per le dovute sensibilizzazioni delle competenze ed urgenze. L’essere un piccolo Comune, - conclude Minora, - ha però anche dei lati negativi. Continuiamo a combattere quotidianamente con le difficoltà economiche e con la prolungata latitanza dello Stato. I trasferimenti alle Amministrazioni comunali diventano sempre più esigui. Speriamo, - chiosa Minora, - in un gesto di responsabilità da parte dei nostri politici e del Legislatore”.

fra tutti la scelta di voler continuare con la positiva esperienza del Comitato “Adesso Teramo per Renzi” oltre l’8 dicembre, con la trasformazione in Associazione politico-culturale che porti un contributo di idee e programmi al futuro candidato sindaco del centro-sinistra. Sosteniamo Renzi – dichiara De Berardinis perché in questa fase serve una svolta chiara, un cambiamento vero che il Sindaco di Firenze può attuare. Occorre una “rivoluzione radicale” per avere una nuova classe dirigente, contro la caste e la burocrazia imperante in ogni settore, ma anche contro il vetero apparato di partito. Solo cosi avremo una buona politica, per ridare fiducia e speranza ai cittadini. Solo cosi potremo “ cambiare verso” all’Italia”. Coordinatore del “Comitato Civico per Matteo Renzi” è invece Walter Mazzitti che ha spiegato le ragioni per le quali “occorre sostenere Renzi nel suo progetto per il PD e per il nostro Paese, guardando con interesse anche a quei tanti cittadini che non ci hanno mai votato finora e che adesso si sentono vicini alle sue idee e ai suoi programmi”.

A Nereto

Tempo di …nubifragi! di Antonella Lorenzi

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MENO ASSESSORI PIÙ OPERAI

La richiesta di Valdo Di Bonaventura per una migliore manutenzione della città di Angela Fosco

nstancabile, il consigliere ex-IDV, nel denunciare (sono almeno 6 le interrogazioni) le tante inadempienze dell’amministrazione cittadina nella cura e manutenzione dell’assetto urbano: “Saro’ petulante e stanchevole, ma le innumerevoli interrogazioni sull’argomento devono avere delle risposte. A cominciare dallo stato del parco fluviale, sull’interruzione in prossimità di Porta Romana, in cui dopo 5 anni dobbiamo constatare i cedimenti della scarpata per cui si corre il rischio di finire nel fiume. Ma in questo momento è tutta la manutenzione della città che lascia a desiderare. Basta una giornata di pioggia per registrare allagamenti un po’ ovunque, come ad es. la strada di acceso al centro commerciale di Brico e LDL. La situazione peggiora e ad ogni pioggia in-

tensa dobbiamo contare i danni” Secondo Valdo Di Bonaventura sarebbe ormai necessario che “l’amministrazione si dotasse di un regolamento per la manutenzione della rete idrografica del territorio comunale, che definisca gli obblighi dei soggetti privati e pubblici per la manutenzione dei fossati, dei cigli e delle scarpate. Il nostro Comune – prosegue - aveva in organico diversi operai che garantivano sicuramente una migliore manutenzione, oggi sono ridotti al minimo mentre l’amministrazione si e’ preoccupata di assumere 14 nuovi impiegati. Si lamenta sempre la mancanza di risorse, ma – conclude - tanto per cominciare si potrebbe ridurre il numero degli assessori visto che le loro attività sono ridotte al lumicino proprio a causa delle ristrettezze economiche in cui versa l’Ente”.

di Annamaria Ponziani

na volta, anni fa, si organizzavano numerosi convegni che avevano come tema l’handicap perché era di moda: i politici facevano la loro figura portando brevi quanto veloci saluti o, se in campagna elettorale, lunghe introduzioni o altrettanto lunghi saluti, gli esperti esponevano i loro punti di vista e i genitori erano presenti per apprendere. L’ultimo convegno a cui sono stata invitata per esporre la mia esperienza era stato organizzato da un partito politico. Ero riluttante perché un partito vuole che il tuo discorso sia adeguato al proprio obiettivo ma io avevo avuto assicurazioni che avrei potuto dire tutto quello che volevo. Il tema era la scuola e io avrei dovuto parlare del rapporto handicap e percorso scolastico. Naturalmente, non essendo un’esperta, organizzai il mio intervento basandomi

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sull’esperienza personale perché così non correvo il rischio di essere contraddetta. Il mio discorso cominciava così: “Sono la mamma di un ragazzo Down e, credetemi, di discorsi ne ho sentiti tanti ma messi in pratica ne ho visti pochissimi. Nei miei anni di convivenza con l’handicap i cambiamenti formali sono stati di una profondità sconvolgente: prima si parlava di handicappati, poi portatori di handicap. No, che significa? Uno mica si porta una bisaccia sopra le spalle! Li chiamiamo, allora, persone in situazione di handicap. Però questa parola, handicap, non è un granché bella, qualcuno potrebbe leggervi una connotazione negativa, diciamo allora che sono disabili e poi, finalmente, si accende la lampadina, l’idea vincente, li chiamiamo “diversamente abili”. Ma a me e ai genitori che rappresento non importa assolutamente nulla di come chiamate i nostri figli, chi è sensibile alle sottigliezze verbali nasconde una certa

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C’era una Storia di mamma e bambino (1° puntata)


INCIDENTE A CAUSA

DI BUCHE IN STRADA: PAGA IL COMUNE di Ottavio Caporali

l Comune è tenuto a risarcire il danno del danno fisico subìto a seguito dell’incidente. Il gestore di una strada, il Comune, è considerato ‘custode’ della strada e in quanto tale oggettivamente responsabile del danno creato all’utente dalla strada stessa; ha sempre l’obbligo di tenerla in condizioni di sicurezza a prescindere dall’estensione della rete stradale. La sentenza della Cassazione nr. 24793/2013, afferma quanto già citato ma non solleva il danneggiato dall’onere di provare il danno e di aver percorso la strada «con la dovuta attenzione» e, se trattasi di un pedone, anche con le scarpe adatte. In base all’articolo 2051 del Codice civile «ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito» e seguito della recente sentenza la vasta estensione della rete stradale a cui il Comune non riesce ad attuare osservazione e manutenzione costante non è più sufficiente a provare il caso fortuito.

volta… una e di un speciale

Inoltre la Corte di Cassazione ha riconosciuto, con sentenza del 19 febbraio 2013, che anche se il Comune affida la manutenzione di una strada ad una ditta esterna non puo’ considerarsi del tutto esentato dalla sorveglianza e dal controllo.Tale dovere permane sempre e comunque a carico della Pubblica Amministrazione anche in caso di lavori di manutenzione affidati a terzi. La procedura migliore da seguire dopo un incidente per poter poi presentare domanda di risarcimento alla PA sarebbe quella di richiedere l’intervento di Polizia o di Carabinieri per verbalizzare immediatamente la cattiva manutenzione della sede stradale che hanno provocato l’incidente. Abbisogna anche procurarsi prova fotografica dello stato del manto stradale, prima che il Comune effettui interventi di manutenzione. Citare e coinvolgere testimoni che hanno assistito all’accaduto e recasi al pronto soccorso per in caso di lesioni.

difficoltà di accettazione, in realtà a noi interessano i fatti, i cambiamenti che riguardano la qualità di vita dei nostri figli, il loro progetto di vita futura. Sono qui solo per portare la mia esperienza e da questa chiunque potrà trarre impressioni, indicazioni, conclusioni su come la scuola si sia evoluta nel tempo, su come la scuola abbia adottato le strategie migliori per accogliere, inserire ed integrare gli alunni portatori di handicap. La nascita di un figlio disabile è di per sé un fatto destabilizzante ma l’impatto con la realtà, le istituzioni, gli enti, la scuola è devastante. Neuropsichiatri infantili, psicologi, operatori del settore consigliano sempre l’inserimento del bambino nell’asilonido, per dargli delle opportunità di socializzazione che all’interno della famiglia, ambito deresponsabilizzante per antonomasia, non troverebbe o sarebbero limitate ad una sfera troppo ristretta. Bene. Nel mio caso contattai telefonicamente un asilo nido di Teramo, naturalmente uno di quelli che contano, importanti, all’avanguardia, uno di quelli che oggi io chiamo “università”; d’altro canto per mio figlio

volevo il meglio, “non è perché è Down non debba avere l’eccellenza” mi ripetevo, anzi! Mi risposero che sì, il posto c’era e che potevo procedere all’iscrizione. “Ah, dimenticavo, - aggiunsi a mo’ di congedo -, mio figlio è un bambino Down”. All’improvviso, il posto scomparve, erano pieni fino all’inverosimile! No … la persona che mi aveva parlato al telefono non era al corrente della reale situazione dei frequentanti, erano veramente dispiaciuti per l’inconveniente, ma non potevano farci niente. Quanti principi sacrosanti, che fino a quel momento erano stati i capisaldi della mia vita, vennero rivisti se non stravolti! Le raccomandazioni. Aborrivo le raccomandazioni, i regali alle maestre, alle infermiere, alle ostetriche, ai medici, ai direttori, ai funzionari eccetera eccetera. Ma avevo fatto i conti senza l’oste e l’oste era mio figlio Francesco. Quindi su segnalazione dell’assessore preposto al servizio, abra cadabra, il posto nell’asilo nido ricomparve. Si era partiti proprio col piede sbagliato. Ci saremmo rifatti alla scuola materna. La scuola materna? un’odissea….(continua)

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GIUSTINO VARRASSI

Riflessioni di

fine mandato di Alberto Piccinini

caduto l’incarico il manager della Asl di Teramo, Giustino Varrassi , per decisione della governance regionale, passa il testimone al suo successore, non rinunciando a commentare sulle principali vicende che lo hanno visto, a volte, protagonista di veri e propri attacchi “ad personam”, e a fare un bilancio della sua esperienza alla guida della sanità teramana. Professor Varrassi, uno schieramento eterogeneo ha dato il via a una vera e propria “caccia all’aquilano”. Cosa li spinge? Chi c’è dietro? Io, in questa faccenda, ho fatto “l’osservatore esterno” e constato che il mio nome ha richiamato più interessi e attenzioni di quante ne meriti. In ogni caso, in tutto ciò che ho letto in questo periodo non ho trovato un dato sull’operato di questa Direzione Strategica aziendale, ma solo accuse generiche e confuse, spesso anche contraddittorie. L’onorevole Paolo Tancredi ha sostenuto che “ Varrassi è inviso perché non fa marchette “. Le hanno mai chiesto favori? Se sì, chi? Personalmente non ho mai sentito l’Onorevole Tancredi usare questa espressione. La trovo molto espressiva e simpatica. Favori me ne hanno chiesti molti, a 360 gradi. Ritengo che quasi tutti abbiano contatti con la Azienda di Servizi più importante che c’è in provincia. Quindi penso che la “richiesta di favori” sia una naturale conseguenza. Le risposte fornite alle richieste sono sempre state le più utili alla AUSL di Teramo. D’altro canto capirà che è anche interesse di chi chiede l’eventuale favore di proporre il meglio che c’è, in modo da prevenire di diffondere una cattiva immagine di se. Cosa ha pensato dello slogan “Varrassi sLoggia”? Penso non meriti considerazione. Pensa che il caso dell’urologo Vicentini - ordinaria amministrazione – sia stato preso a pretesto per mettere in moto la macchina del fango? Le “macchine del fango” in genere sono messe in moto da chi ha interessi loschi da difendere e non ha argomenti più civili, pensi a

Goebbels, Stalin e tanti altri nemici della società civile e della democrazia che si sono mossi in tal senso. Quale il suo futuro da dicembre in poi? Non avendo la sfera di cristallo, posso solo esprimere una speranza: fare il manager di una azienda pubblica, per il bene della salute delle persone qualunque. Credo che questa nazione meriterebbe un differente approccio nei confron-

ti della cura delle persone, e in particolare della loro salute. Nell’ultimo triennio ho sperimentato la sensazione piacevole di poter lavorare con successo in tale direzione, come i progetti che sono stati finalizzati a favore dei servizi sanitari per la gente normale dimostrano chiaramente. Veda, recentemente sono stato invitato dal collega della ASL di Siena, in occasione della quarta edizione della “Festa del Medico di Famiglia” che si fa in quella città. Ho accettato l’invito, andando insieme ad un notissimo collega, Medico di Medicina Generale della provincia di Teramo. Alla presenza di molte autorità, nell’avanzatissima Toscana che gode fama di avere il migliore sistema sanitario

regionale, è stato presentato un protocollo d’intesa fra la ASL ed i MMG per la attivazione delle UCCP(Unità complessa di cure primarie, un presidio sanitario attivo h24 come un pronto soccorso e in grado di fare da filtro con l’ospedalendr). Ci siamo sentiti entrambi molto orgogliosi, visto che lo stesso accordo noi lo avevamo siglato un anno prima, che la prima UCCP della ASL di Teramo (peraltro prima in Abruzzo e una delle prime in Italia) funziona già da quasi un anno, con enorme soddisfazione dei cittadini, e che la terza UCCP provinciale è stata da poco inaugurata a Montorio. Quali i punti di eccellenza e le criticità della Asl di Teramo? La AGENAS (Agenzia nazionale di controllo sulla sanità) riconosce alla ASL di Teramo delle indiscutibili eccellenze. Pensi alla Cardiochirurgia che, nonostante il naturale ricambio di due Direttori ha mantenuto un livello qualitativo altissimo, conseguenza di una scientifica organizzazione del lavoro, piuttosto che della sporadica presenza di autoreferenziate “eccellenze professionali”. Pensi anche alle Ortopedie, che sono fra le poche in Italia a raggiungere alcuni standard che l’AGENAS ritiene cruciali per dimostrare che si fa “buona assistenza”. L’essere stati la prima ASL del centro meridione d’Italia ad istituire, come routine, l’analgesia del travaglio di parto per qualsiasi donna ne faccia richiesta, rappresenta, a mio avviso, un ulteriore “punto di eccellenza”, anche se ancora non validato da AGENAS. Mi permetto anche di esprimere una previsione: presto, molto presto, AGENAS riconoscerà anche che la Medicina del Territorio, inclusa l’assistenza domiciliare integrata (ADI) che si fa in questa provincia, è fra le migliori, se non la migliore in assoluto, del centro meridione d’Italia. L’obiettivo ora è il miglioramento di criticità peculiari quali la mobilità passiva, su cui nonostante i discreti risultati c’è ancora molto da fare. Oltre che, ovviamente, la riduzione delle liste d’attesa, cosa per la quale sono già state soddisfatte molte delle aspettative, soprattutto in alcuni campi quali la risonanza magnetica.



IL “SOGNO” DI ALESSANDRO Un abruzzese ambasciatore dell’eccellenza Made in Italy nel mondo di Mira Carpineta

talenti, grandi, medi o piccoli che siano non sono solo appannaggio delle grandi città. “E’ sempre l’elemento umano che contraddistingue la qualità- è il pensiero di Alessandro Angelozzi, raffinato stilista teramano le cui creazioni hanno conquistato il mondo, dagli Stati Uniti al Kazakhistan – anche se penalizzati da un sistema che non favorisce l’emergere dei talenti. Noi italiano siamo bravi, ma ci mancano le infrastrutture, i meccanismi che, soprattutto la politica, dovrebbe predisporre affinchè i giovani possano crescere”. Quali in particolare? “penso al centro fieristico realizzato a S. Egidio alla Vibrata e che doveva servire a creare movimento sul manifatturiero in un territorio, la Vibrata, un tempo tra le più ricche regioni d’Italia. E’ rimasta solo una cattedrale nel deserto, senza collegamenti adeguati, e con il primo aeroporto a centinaia di kilometri di distanza.” Colpa dei politici? “I politici sono distratti, fanno solo delle sporadiche apparizioni, ma in generale l’attenzione delle istituzioni è davvero minima. Anche in un periodo di crisi come questo, quando l’unica soluzione sembra essere (ormai) la delocalizzazione. Una scelta che nel breve termine può sembrare vincente, ma a lungo termine non premia affatto. Perché il “made in Italy”deve essere fatto in Italia, altrimenti che senso ha? ciò che contraddistingue i prodotti del manifatturiero italiano dal resto sta proprio nella sua origine. Io ho puntato su questo, un prodotto made in italy assolutamente originale, con un percorso della qualità e dell’eccellenza fatta in

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Italia, con certificazione di provenienza. Ho sempre voluto un prodotto di alto livello in Italia perché all’estero sanno riconoscere la differenza. Certo non è facile, tutti sappiamo che i costi del lavoro sono altissimi, ma finora è stata la mia strategia vincente. Come ha iniziato? “Una passione nata da giovanissimo, quando i miei coetanei compravano la gazzetta dello sport io compravo vogue (ne ho una collezione infinita). Per una serie di motivi e congiunture ero stato avviato a studi classici, diploma laurea, ma io sono sempre stato molto determinato. E ammiravo Valentino, avrei fatto qualsiasi cosa pur di lavorare nella sua maison, carpirne i segreti, le tecniche di lavorazione.. Valentino è il genio italiano che ha inventato linee nuove, rivoluzionarie. Quali sono stati gli incontri importanti della sua vita? Quelli che hanno influito sulla crescita del suo talento? “La mia famiglia mi voleva avvocato, ma la mia caparbietà mi ha convinto che questa è la mia strade, nonostante le difficoltà. Infatti, soprattutto in America, è il talento che fa la differenza, mentre qui anche se sei bravo, emergere è molto più faticoso. Gavetta lunga, impegnativa. E poi la scelta del settore giusto. La “sposa” rientra nell’ambito nell’alta moda e uno stilista creativo è libero di spaziare, senza limiti. 15 anni fa, mi capitò di ricevere un fax da un importante personaggio degli emirati arabi che mi chiedeva di vedere la collezione. Non sapevo come riceverlo, qui in Val Vibrata, senza un aeroporto vicino, senza hotel adatti al loro standard e decisi di riceverlo a Milano, al Principe di Savoia. La suite

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non era molto spaziosa e per la piccola sfilata, le modelle si cambiavano nel bagno. Si radunarono diversi clienti italiani che vollero vedere la stessa collezione e il caso volle che in quella occasione conquistai 60 nuovi clienti, ma il magnate arabo non compro nulla. Lo rividi solo 3 anni dopo. Ma da quella occasione si innescò un percorso di sviluppo che non avevo immaginato. Oggi abbiamo distributori e rivenditori anche in Russia, in Giappone e perfino in Kazakhistan. E ci stiamo inserendo molto

bene negli Stati Uniti.” Cosa manca per tornare a “sognare”di uscire da questa crisi? “Nel manifatturiero mancano i tecnici, trovare una modellista è sempre un’impresa. E le sarte qualificate sono pochissime. Mancano tante figure professionali specializzate nella cultura del “fatto in Italia”. Il nostro paese è così bello e noi potremmo vivere di arte, cultura, turismo, gastronomia e moda. Se solo ci fosse una classe politica capace di valorizzare questi settori”.

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CNA - informa forma

OPPORTUNITÀ PER LE IMPRES a Cna di Teramo è lieta d’informare che la Regione Abruzzo ha emanato quattro bandi per favorire e superare le difficoltà di accesso al credito con L’ Avviso Pubblico “Microcredito 2”, agevolare l’avvio ’avvio di nuove attività imprenditoriali e liberoero- professionali con gli Avvisi G.O.A.L - Giovani Opportunità Pubblici “G.O.A.L tà Lavorative” e “Intraprendo”, per Attività incentivaree l’assunzione di lavoratori - Avco “Lavorare in Abruzzo 4”. viso Pubblico

MICROCREDITO I finanziamenti saranno concessi a favore di iniziative imprenditoriali e di lavoro autonomo, costituende (Tipologia A) o costituite (Tipologia B), supportate da adeguata progettualità, presentate dai Soggetti che si trovino in difficoltà ad accedere ai canali tradizionali del credito di seguito specificati: 1. microimprese che assumono la

INTRAPRENDO

LA SCADENZA DEI BANDI È FISSATA PER IL 10 DICEMBRE 2013 Il dettaglio dei bandi, delle informazioni e dei chiarimenti per la redazione dei progetti è a disposizione presso la CNA di Teramo, già partner di alcune delle iniziative, e presso le proprie sedi: Teramo – Via Franchi 9/23 (referenti Simona Crescenti;Tiziana Di B artolomeo; Sabrina Di Francesco) , per la Val Vibrata Via Vittorio Veneto, 30 – Alba A. (referenti Emidio Prosperi – Rosaria Valentini) 0861/239440, per Roseto Via Nazionale 357 (referente Lea Lelii) 0861/239460, per Giulianova G.Galilei,77 (referente Concetta Ricci) 0861/239450

Per l’attuazione degli interventi di cui al presente Avviso sono disponibili risorse pari a € 4.200.000,00 (quattromilioniduecentomila), di cui € 4.000.000 quali incentivi alla creazione di nuove imprese e € 200.000 per le attività di sostegno allo start-up e di consulenza per l’avvio delle nuove imprese finanziate a sensi del presente avviso. con riserva della Regione Abruzzo della possibilità di incrementare, con proprio

GOAL Il Progetto promuove la nascita e l’avviamento di nuove attività imprenditoriali, esercitate in forma individuale, collettiva o cooperativistica, ovvero libero professionali, da realizzare sul territorio della regione Abruzzo da parte di giovani di età compresa, al momento della presentazione della domanda, tra

LAVORARE IN ABRUZZO Lavorare in Abruzzo 4 sostiene l’occu-

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forma giuridica di ditta individuale, di società di persone, società cooperative; 2. lavoratori autonomi o liberi professionisti. I finanziamenti hanno la forma tecnica di mutui chirografari. Ogni destinatario potrà essere finanziato una sola volta. Gli importi vanno da un minimo di 5000 a un massimo di 10.000 euro per le persone fisiche e da 10.000 a 25.000 euro per le persone giuridiche atto amministrativo, l’attuale disponibilità finanziaria con ulteriori risorse derivanti dal Fondo Sociale Europeo ovvero altri Fondi nazionali e/o regionali. L’importo massimo dell’incentivo di cui ciascuna nuova impresa potrà beneficiare è di € 25.000,00 a titolo di contributo a fondo perduto a copertura delle spese di avvio dell’attività imprenditoriale, dei costi per l’investimento e delle spese per la gestione relative al 1° anno di attività. i 18 ed i 35 anni compiuti; Per l’attuazione degli interventi di cui al presente Avviso sono disponibili risorse pari a Euro 1.500.000,00 e che consistono in finanziamenti da erogare attraverso la concessione di un contributo a fondo perduto in misura pari al 100% delle spese ammesse, al netto dell’I.V.A.. L’importo massimo concedibile è pari ad Euro 25.000,00. pazione attraverso bonus assunzionali di 10 mila euro per inoccupati, disoccupati, svantaggiati e molto svantaggiati, e di 15 mila euro in caso di assunzioni di donne, giovani under 35 e disabili


CNA - informa

SE DALLA REGIONE ABRUZZO …MA LE BUONE INTENZIONI

NON BASTANO PIÙ all’ultima relazione della CNA si evince che nel III trimestre 2013 in Abruzzo il numero delle imprese artigiane decresce di 108 unità. Il risultato è il peggiore degli ultimi dieci anni. Il decremento percentuale, attestandosi allo 0,31%, è quasi il triplo di quello nazionale (-0,13%). Nelle province abruzzesi le variazioni delle imprese, nel III trimestre 2013, non sono omogenee. Infatti, mentre le province dell’Aquila (-44), di Teramo (-32) e Chieti (-40) hanno subito perdite molto pesanti, la Provincia di Pescara, in contro-tendenza, ha registrato un incremento di 8 unità. Nei primi nove mesi del 2013, con un totale di ben 849 imprese, le province di Chieti, Teramo e L’Aquila decrescono più vistosamente (rispettivamente di 285, 255 e 201 unità) rispetto alla provincia di Pescara (-108). Purtroppo continua la serie dei record negativi: tra il 31.12.2010 e il 30.09.2013, in soli due anni e nove mesi, si è verificata una flessione nel settore dell’artigianato di ben 2.295 imprese attive e di circa 6.000 occupati; al 30.09.2013 il numero di imprese attive è sceso sotto le 34.000 unità, cosa che non succedeva da undici anni e precisamente dal 30.06.2003. “La notizia della pubblicazione di questi ultimi bandi regionali è senza dubbio importante, le risorse economiche disposte sono una boccata d’ossigeno per tanti piccoli imprenditori artigiani che stentano a rimanere in attività – dichiara il Direttore

Gloriano Lanciotti – ma le buone intenzioni non bastano. Occorre che si trasformino in azioni concrete, vale a dire che i soldi devono arrivare e in tempi rapidi. Ci sono ancora imprese che aspettano l’erogazione di bandi precedenti, pubblicizzati con grande clamore, ma mai giunti alla destinazione finale. Per non parlare delle risorse stanziate nel 2009 dalla legge regionale sui Confidi di cui ancora non c’è traccia. Intanto le imprese chiudono, quando basterebbero somme relativamente piccole per assicurare la sopravvivenza di tanti piccoli artigiani”. E a peggiorare il quadro, secondo lo studio realizzato da Aldo Ronci per la Cna abruzzese, stanno uscendo di scena anche le piccole banche, e il credito abruzzese va a picco, con 473 milioni di euro in meno erogati a imprese e famiglie. Tutto ciò mentre crescono i tassi di interesse e il numero di quanti non sono in grado di onorare i propri debiti. Tramonta quella che per anni era stata una positiva anomalia abruzzese, in grado di garantire maggiore ossigeno al sistema Abruzzo: l’attenzione al territorio e alle sue attività produttive degli istituti di minori dimensioni. “Tra gennaio e giugno - illustra il curatore dello studio – il decremento del credito in Abruzzo ha registrato il peggior valore negli ultimi dieci anni. La caduta (per 403 milioni di euro alle imprese e per 70 alle famiglie consumatrici) è pesante in tutte e quattro le province, penalizza tutti i settori, ma segna drammaticamente la caduta delle piccole banche”

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Abruzzo, Ricostruzione ed economia criminale

È ORA DI PRODURRE I DATI DELLA BLACK ECONOMY di Maria Paola Iannella Direttore resp. Agenzia Giornalistica Economica d’Abruzzo

uanto guadagna un mafioso? Quale è il dato sulla disoccupazione tra i camorristi? Quali sono le attività finanziarie sulle quali è concentrata la ‘drangheta? Brancoliamo nel buio. La valutazione del rapporto firmato dall’eurodeputato Søren Bo Søndergaard sull’utilizzo dei fondi concessi dall’Unione Europea per l’emergenza terremoto non è una partita politica, da giocare nel solito botta e risposta del quale alla lunga nessuno si occupa più, che finisce poi nel dimenticatoio e infine

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riemerge brutalmente con amare sorprese (vedi la restituzione di contributi da parte delle imprese aquilane). Deve piuttosto aprire la strada ad una reazione concreta e

Bisogna decidere di quantificare il valore dell’economia criminale

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di natura eccellente: decidere di quantificare il valore dell’economia criminale avvalendoci delle competenze della nostra Università. A distanza di secoli, infatti, manca la conoscenza specifica di un settore economico molto poco indagato, sul quale l’economia si è soffermata, forse dolosamente, in maniera spesso dottrinaria piuttosto che matematica: la black economy. Se i dati su una gestione (anche) criminale della ricostruzione ci sono oppure no, cioè se il rapporto è “confuso” oppure no, va dimostrato con i numeri. E poiché l’Abruz-


zo ha una facoltà di economia (ma anche di matematica e di ingegneria) è opportuno che questa occasione sia colta con il fine più ampio di creare per la prima volta una conoscenza intorno al valore economico dell’economia criminale nel nostro Paese e, quindi, in Abruzzo: l’Università adesso ha l’opportunità di scegliere se essere protagonista sul territorio del quale vive, e se collocarsi in prima fila sul piano nazionale, gestendo e trasformando in positivo un’esperienza che, ad oggi, è solo un colpo mortale per l’immagine dell’Aquila e, conseguentemente, dell’intera regione (va da se’ che la Ricostruzione non è un fatto solo aquilano: 5,5 miliardi di investimento e la circostanza di ritrovarsi ad essere il cantiere più grande d’Europa non possono essere un fatto cittadino). Dunque, l’occasione è d’oro per prendere le distanze dalle chiacchiere e dalle astrazioni dottrinarie nelle quali si perdono gli economisti e i politici, e per assurgere ad un ruolo significativo addirittura anche nel mercato accademico internazionale. L’idea è di creare in modo stabile un percorso specifico nella nostra Università (convogliando corsi, competenze, borse di studio, tesi di laurea e/o qualsiasi altro strumento più adeguato) che si prefigga l’obiettivo di fornire all’Italia una quantificazione dell’economia criminale e di individuare i nessi tra le attività illegali e quelle legali. Il tentativo non è peregrino, basta ripartire dal messaggio del premio Nobel Gary Becker degli anni Sessanta, passando attraverso il tentativo degli anni Novanta dell’allora presidente dell’Istat Guido M. Rey . Nella patria di Gomorra, limitarsi a contestare i dati dell’europarlamentare danese sarebbe un puro esercizio: spalancare le porte, invece, allo studio di un settore fino ad oggi ignorato dalla moltitudine degli economisti di tutto il mondo imprimerebbe una svolta alla nostra regione, che si è ritrovata ad essere il vessillo di un male che è tristemente specifico dell’intero Paese più che di se stessa. Sembra incredibile, eppure la black economy è guardata ancora adesso con un certo distacco dagli economisti: quale migliore occasione? l’Università farebbe uno scatto in avanti ritagliandosi uno spazio nel mondo accademico nazionale ed internazionale, contestualmente, l’Abruzzo dimostrerebbe di voler procurare risposte certe ed articolate e dunque di non avere familiarità culturale con la malavita organizzata. Abbiamo corsi di laurea con 3 o 5 iscritti, qualche volta

dedicati al sesso degli angeli: ritagliamoci un ruolo nei piani alti dell’interpretazione e della produzione dei dati e cimentiamoci in un percorso inedito persino per i più importanti Atenei del mondo. Il compito è di eccellenza, laddove si consideri che nemmeno sui metodi di rilevazione dell’entità del fenomeno si è condiviso un punto fermo: alcuni statisti americani si rifanno alle anomalie nel rapporto tra pagamenti in biglietti e conti correnti, altri alla differenza tra reddito e spesa, altri alle differenze tra i dati di contabilità nazionale e fiscali. Ad oggi abbiamo solo in generico dato sul sommerso: in Italia varia tra il 12 e il 28% del Pil ma non sappiamo quanto di esso dipende dall’evasione, quanto dal lavoro nero e quanto dal vero e proprio crimine (e già qui il rapporto su l’Aquila non si sa come va letto…). Se Eurispes ci dice che: il Pil sommerso in Italia sarebbe all’incirca di 300 miliardi di euro (il 28% del totale), l’evasione supererebbe i 100 miliardi, i lavoratori in nero sono circa 5 milioni con un guadagno superiore a quello dei regolari… allora, posto che in questi dati ci sono muratori e baby sitter, dove si collocano i killer e gli spacciatori di droga? La black economy è ormai un fenomeno che riguarda un po’ tutto l’occidente: assistiamo ad un giro oscuro che si muove dai flussi internazionali di capitali, passa per i paradisi fiscali, scompare nelle sacche dei narcos o delle mafie e riappare con un nome senza cognome: globalizzazione del crimine. Una quantità di liquidità appetibile per il sistema finanziario soprattutto dopo la crisi del 2008. Eppure nessuno mette le mani sui metodi di rilevazione dell’entità del fenomeno. Il lavoro è tutto nel produrre metodi e dati anziché acquisire quelli degli altri, acquisizione che spesso avviene senza neanche guar-

dare la qualità di quello che ci sta dentro: sistema al quale tutti gli economisti si sono omologati, nessuno escluso. Se la metà degli italiani non crede più alle statistiche economiche (Eurobarometro) ne ha ben donde e, comunque, piaccia o no, il fatto va preso in considerazione. Un esempio semplice sul valore dei dati può aiutare. E’ opinione diffusa che Inghilterra e Stati Uniti spendano meno degli altri nel welfare state: la spesa Usa sarebbe più o meno del 16,2% del Pil e quella svedese del 31,3%, ma è così solo se vengono male selezionati i dati: infatti nelle statistiche internazionali non sono prese in considerazione le spese per deduzioni e detrazioni fiscali con finalità sociali, per cui ecco che la percentuale risulta sottodimensionata. Inserendo invece le spese che lo Stato eroga attraverso il Fisco, l’impegno Usa per il welfare sale al 35,2%, superando di gran lunga quello europeo, mentre il dato svedese scende al 26,1% (ma qui va aggiunto quello che rientra dalle tasse, viste le elevate aliquote fiscali…). Insomma, la realtà che ci viene prospettata come tale spesso è invece un’alterazione risultante da indicatori di sintesi influenzati dal punto di vista di chi li realizza. Per questo ed altri motivi (come domande vaghe e campioni scelti in modo sommario), l’attendibilità degli indicatori costruiti da fondazioni e centri studi internazionali è molto modesta. Insomma, direzionare finalmente l’analisi economica sulla realtà ed usare l’economia per risolvere problemi concreti, piuttosto che per finalità di intimidazione, deve essere la risposta abruzzese: incontrerebbe il consenso di una larga fascia di cittadini, intellettuali, consumatori e imprenditori che si sentirebbero di convalidare un mondo accademico e politico in forte crisi di credibilità.

Vi augura un

Felice Natale e Buone Feste Promozione Cesti Natalizi VIA METELLA NUOVA, 3/5 GARRUFO SANT'OMERO TERAMO PrimaPagina 42 - Dicembre 2013

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AL PRIMO POSTO

L’ETICA In Italia, a differenza di altri paesi europei e USA, l’e-commerce ha ancora pochi utenti. Trattasi di un fatto culturale, abbiamo bisogno di riferimenti fisici e di persone per acquistare fiducia. Il mercato si evolve e cambia.

di Daniela Palantrani

gni imprenditore sa che acquisire, e conservare, la fiducia dei propri partners e clienti è fondamentale. Ogni utente di internet è consapevole che accedere alla rete può significare “entrare in una giungla”, dove spesso non si hanno riferimenti fisici e soprattutto dove è facile che il fornitore sparisca. Gli imprenditori del portale ScontiSubito hanno subito intuito che il punto cruciale del fare impresa oggi è attuare una politica aziendale che abbia l’ETICA al primo posto. Mentre competitors nazionali, dopo aver incassato, non hanno più rispetto e non danno risposte ai loro clienti “noi abbiamo anche dei punti vendita sul territorio in cui l’utente si può recare fisicamente - ci spiega l’amministratore -. Concentriamo il nostro sforzo in città dove c’è meno concorrenza; a Teramo, per esempio, siamo gli unici. Ciò non ci impedisce, anzi ci sprona, a fare dell’etica il nostro punto di forza. Chi acquista un coupon su ScontiSubito, ha lo stesso servizio che otterrebbe se andasse dal nostro partner senza il coupon. Questo perché alla base della relazione che andiamo ad instaurare

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con il partner e i potenziali acquirenti c’è onestà, serietà e trasparenza. Ribadisco- insiste l’amministratore - sono la nostra forza e ci ha portato notevoli risultati. In particolare a Teramo, dove abbiamo fatto conoscere il portale e trasmesso la fiducia nel prodotto; le persone comprano perché sanno che se qualcosa non va, oltre a

Perché alla base della relazione che andiamo ad instaurare con il partner e i potenziali acquirenti c’è onestà, serietà e trasparenza scrivere ad una e-mail orientata a risolvere eventuali problematiche che dovessero sorgere dopo l’acquisto del coupon, si può anche contattare

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l’agente e parlare con una persona che risolve il problema.Aggiungo che i problemi li risolviamo in quanto il nostro obiettivo non è vendere i coupon, ma far sì che alla fine del circuito siano tutti soddisfatti, sia il partner che i potenziali acquirenti. Non dimentichiamo, - continua l’amministratore, - che ScontiSubito nasce anche dal fatto che le famiglie, per la particolare congiuntura economica, non possono più permettersi acquisti come in passato. E’, quindi, anche un modo per avvicinare le persone che, nonostante le attuali ristrettezze, vogliono comunque acquistare o accostarsi ad alcuni servizi, ma risparmiando”. Il fattore competitivo è dato dal fatto che le persone percepiscono la presenza sul territorio. Il mercato dei coupon è ormai consolidato e occupa una fetta sempre crescente di mercato nell’ambito dell’ecommerce. Il quale, oggi, è l’unico settore che non sembra risentire della crisi e fra i pochi in espansione, soprattutto in Italia, dove non sono ancora così tante le persone che fanno transazioni su internet. La domanda ora è: quale sarà l’evoluzione? Come sta evolvendo il mercato dei coupon …



IL CASO

ABRUZZO

a cura di Daniela Palantrani

OMNIBUS

WWW

erto, un sms è modo molto veloce e diretto di fornire aiuti quando ci troviamo di fronte a catastrofi di grandi dimensioni. Gli operatori preposti, coordinati dalle organizzazioni governative o accreditate possono, in teoria, contare sulle risorse necessarie ad affrontare l’emergenza. In teoria appunto perché qualcuno comincia a chiedersi che fine fanno i soldi raccolti attraverso le donazioni via sms. Se si pensa alle incessanti lamentele dei sindaci e delle persone coinvolte direttamente nelle catastrofi, che sollecitano l’erogazione delle somme stanziate ancora a distanza di anni, sembrerebbe che queste risorse non arrivino mai a destinazione. L’indagine, avviata da IL FATTO QUOTIDIANO, sulla raccolta effettuata per il terremoto dell’Aquila ha appurato che “In occasione del terremoto dell’Aquila la Protezione Civile (all’epoca diretta da Bertolaso) aveva raccolto poco più di 68 milioni di euro, tramite sms e altri canali di donazione. Li ha utilizzati in gran parte per interventi di solidarietà e ricostruzione tradizionali (asili, ambulatori medici e apparecchiature sanitarie, teatri e centri culturali…), destinando un importo residuo di 5 milioni di euro per “iniziative di microcredito e microfinanza”. A Etimos Foundation è stato affidato il compito di gestire questa parte di fondi con l’obiettivo di sostenere il tessuto microimprenditoriale abruzzese, già debole prima del terremoto e ulteriormente danneggiato dalle conseguenze del sisma. Il Comitato dei Garanti ha approvato sia la destinazione dei fondi, che la scelta di Etimos Foundation come gestore del progetto,

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proprio per l’esperienza già maturata in questo settore e che alla domanda -che fine hanno fatto i 5 milioni di euro risponde: “4.530.000 euro sono stati utilizzati per costruire un fondo di garanzia che permette l’erogazione di microcrediti a famiglie, microimprese, cooperative e imprese sociali, senza chiedere alcuna garanzia personale o patrimoniale. L’erogazione avviene attraverso le banche aderenti al progetto (che sono l’85% degli sportelli del territorio e utilizzano fondi propri), nell’ambito di un accordo ratificato dall’Abi che definisce tipologie di prodotto e relative condizioni e impegna le banche stesse a garantire un effetto leva sui finanziamenti erogati in grado di innalzare l’importo disponibile, anche quando il fondo di garanzia sarà totalmente impiegato, fino a 50 milioni di euro” . In altre parole: Etimos Foundation non presta direttamente i fondi ricevuti, ma li utilizza come garanzia per consentire a soggetti, che altrimenti sarebbero esclusi dal credito”. Ma si potrebbe obiettare che se io decido di DONARE (che significa REGALARE) 2 Euro a una persona, perché questi 2 Euro vengono girati sotto forma di prestito a quella persona, la quale poi, essendo appunto un prestito, deve restituirli? Se io glieli ho regalati, non deve restituire proprio niente! L’iniziativa del microcredito a tassi vantaggiosissimi è ovviamente encomiabile e avrà senza dubbio portato un grosso aiuto alle popolazioni colpite, ma quello che davvero non si capisce è perché i terremotati debbano restituire dei soldi che era nostra precisa intenzione destinare gratuitamente - e rapidamente - ad interventi di emergenza.


SMS DI SOLIDARIETÀ A CHI, COME E QUANDO?

Il caso Emilia Romagna E mentre i sindaci continuano a indebitarsi per far fronte alle necessità più impellenti, la Protezione Civile dichiara senza sbilanciarsi di non sapere “quanto ci vorrà affinchè i fondi siano effettivamente disponibili” e che parte del denaro, quello proveniente dalla telefonia mobile, è stato versato nelle casse della Banca d’Italia. Perché per poter distribuire le risorse, i presidenti delle regioni coinvolte devono presentare al comitato dei garanti appositamente nominato, quei progetti per la ricostruzione per i quali il numero telefonico è stato istituito. “Ma a oggi ancora nessuno ha presentato nulla. Quindi, anche qualora i fondi dovessero tempestivamente raggiungere le casse della Protezione civile, e si dovesse stabilire la ripartizione fra i territori interessati, questi rimarrebbero fermi, in attesa che il comitato possa vagliare i progetti da attuare per ricostruire ciò che il terremoto in pochi attimi ha distrutto.”- si legge nella ricostruzione dell’inchiesta de IL FATTO QUOTIDIANO.

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nche per il terremoto che colpì l’Emilia Romagna, la mobilitazione degli italiani è stata come sempre encomiabile. Anche in quel caso milioni di euro furono raccolti via sms(15 milioni di euro) “L’Emilia Romagna non adotterà il sistema del microcredito, i soldi degli sms dati in garanzia per fare prestiti, come accaduto per L’Aquila”- dichiarava il commissario Vasco Errani assicurando che i fondi raccolti attraverso le donazioni sarebbero stati interamente devoluti alla ricostruzione delle città colpite dal terremoto- “Ai Comuni, che li utilizzeranno per le case, per le aziende, per i negozi. Non saranno, insomma, spesi per garantire i prestiti a tasso agevolato concessi dalle banche alle popolazioni terremotate”. Ma il piano di distribuzione ideato all’insegna della totale trasparenza e della tracciatura dei movimenti bancari si è tradotto in un rallentamento delle disponibilità e la lentezza delle erogazioni.

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SMS DI SOLIDARIETÀ A CHI, COME E QUANDO? a cura di Daniela Palantrani

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LA POSIZIONE DI ETIMOS l presidente dell’azienda padovana ha spiegato che il loro è stato un lavoro pulito e trasparente. “Se qualcuno ha mancato nell’informazione”, ha dichiarato il presidente Marco Santori, “è stata la Protezione civile che doveva precisare che i soldi erano destinati al post emergenza e non all’aiuto diretto. Noi abbiamo fatto con serietà e il risultato è quello che ci era stato chiesto”.

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E LA BAN D’ITALIA


SMS DI SOLIDARIETÀ A CHI, COME E QUANDO? nati per la finalità per cui vengono richiesti e raccolti. “In merito agli sms solidali, Le riferisco semplicemente che sono al di fuori del perimetro dei controlli del nostro Istituto sia ovviamente per i profili di Vigilanza, sia per quelli attinenti la sorveglianza sul sistema dei pagamenti. Da quanto mi risulta e per quello che ci riguarda, quindi, le società telefoniche che li gestiscono agiscono in piena autonomia”.

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NCA A…

l Dr. Luigi Bettoni, responsabile della Filiale Regionale Abruzzese della Banca d’Italia, con sede a L’Aquila, da noi interpellato in merito agli sms solidali, chiarisce alcuni dubbi o, ne solleva altri? Per quanto concerne l’argomento “sms solidali”, sarebbe per noi importante comprendere il funzionamento e su come la Banca d’Italia vigili, se vigila, sul fatto che poi i fondi siano effettivamente desti-


SMS DI SOLIDARIETÀ A CHI, COME E QUANDO?

Conclusioni er quanto riguarda il caso Abruzzo i 4.530.000 euro del fondo di garanzia gestito da Etimos, vengono utilizzati appunto come garanzia e non direttamente per erogare finanziamenti. Rimarranno intatti finché non ci saranno inadempienze nel rimborso delle rate da parte dei beneficiari dei prestiti (e fino a oggi non ce ne sono state, grazie al lavoro di assistenza e accompagnamento ai beneficiari, svolto da Etimos Foundation). Allo scadere dei 9 anni, previsti per il progetto, l’eventuale importo residuo verrà restituito alla Regione Abruzzo, che potrà scegliere liberamente come utilizzarlo a favore della popolazione o incamerarlo. Questo significa che non sono stati un aiuto per l’emergenza, ma – per decisione di Bertolaso – la fase cosiddetta della post emergenza. Che vuol dire aiuti sì, ma pagati

AGIRE è l’agenzia italiana...

a cura di Daniela Palantrani

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che coordina gli aiuti nelle emergenze e gestisce le risorse dello stato o delle donazioni per organizzare appunto le fasi di emergenza. La trasparenza dei movimenti economici è pubblicata sul sito e costantemente monitorata e aggiornata.

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a caro prezzo. Le persone si sono rivolte alle banche (consigliate da Etimos, ovviamente) e qui hanno contrattato il credito Non è stato in grado neppure di prendere il prestito perché giudicato persona a rischio, non in grado di restituire il danaro. Se qualcosa hanno avuto lo hanno restituito con un tasso d’interesse inferiore rispetto agli altri, ma pur sempre pagando gli interessi. Ma chi con il terremoto è rimasto senza un introito di quei soldi non ha visto un centesimo. Chi ha guadagnato sono le banche, sicuramente, e la Regione Abruzzo che, al termine dei 9 anni stabiliti, si troverà nelle casse 5 milioni di euro in più. Vincolati? Questo non lo sappiamo. Ne disporrà come meglio crede, sono soldi che entreranno nel bilancio. Per l’Emilia Romagna invece i soldi sono bloccati in Banca D’Italia.

Dal sito di AGIRE, l’agenzia italiana per l’organizzazione degli aiuti e delle emergenze gni euro donato è destinato al 91% ai programmi di risposta all’emergenza delle organizzazioni. Il 8% copre i costi di gestione della struttura e del meccanismo di raccolta fondi. Il restante 1% viene utilizzato per migliorare la qualità degli interventi umanitari attraverso attività di monitoraggio e valutazione dei programmi. Trasparenza e utilizzo efficiente delle risorse sono garantiti fino alla completa realizzazione dei programmi di assistenza umanitaria. La costante informazione dei donatori sulla destinazione dei fondi permette di dare visibilità e tangibilità ai risultati ottenuti. Tutti i documenti relativi ai programmi in corso, incluse le proposte di programma,gli accordi, i budget, le rendicontazioni, gli audit e le valutazioni indipendenti, sono rese disponibili nelle pagine dedicate ai progetti all’interno di questo sito. Ogni donatore può così acquisire le informazioni necessarie a garantire una piena verifica dell’utilizzo delle proprie donazioni.


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Un’eccellenza teramana:

OLIO Extravergine DOP “Petruziano” di Michele Ciliberti

a raccolta delle olive in questo inizio di novembre è in piena attività. Molti olivicoltori, però, lamentano due cose: 1) la scarsità del raccolto; 2) l’eccessivo costo della mano d’opera che non permette al produttore di recuperare neppure le spese di coltivazione e lo costringono spesso a lasciare il frutto sugli alberi. A questo è da aggiungere pure la concorrenza sleale di molti oli extravergine, provenienti da paesi non comunitari, venduti a prezzi bassissimi (€ 2,89). Nel teramano produrre un litro d’olio extravergine d’oliva costa mediamente dai 4 ai 5 euro, senza spese di pubblicità e d’imbottigliamento, per cui se si aggiungono lattina ed etichetta, non può essere venduto a meno di 7 euro. Al di là di questi appunti di carattere economico anche se di notevolissima rilevanza, sono da considerare altri aspetti, come il valore e la qualità dell’olio d’oliva. Questo prodotto oggi è usato prevalentemente come alimento (importantissime le vitamine contenute: A, D, E, K), ma non mancano altri usi: nella cosmesi, nella medicina e nella simbologia sacra delle tre religioni monoteistiche. Per l’alimentazione umana occorre un olio di altissima qualità, garantito anzitutto dall’onestà del produttore e poi dai controlli di peculiarità che non possono essere limitati solo alle diciture riportate sull’etichetta, nel rispetto della normativa nazionale e dell’UE, ma dalla rispondenza del prodotto a tali requisiti.

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Tutto ciò ancora non basta, poiché ci sono oli che, pur rispondendo alle caratteristiche dell’extravergine (bassa acidità oleica ad es.), non lo sono, in quanto “rigenerati” o “lavati”. Per dirla in breve, un olio dal basso costo non può assolutamente essere extravergine originale prodotto in Italia. È vero pure che in Puglia, la regione che ha il primato in Italia e forse nel mondo della più alta produzione di olio con più di 60 milioni di ulivi censiti, i costi sono bassissimi per motivi diversi, ma soprattutto per la mancanza di una seria politica agricola europea, volta solo all’esteriorità, a difesa dei produttori e dei consumatori (intorno a tale fenomeno prospera pure l’illegalità). Chi, invece, ha la fortuna di avere un prodotto sano, di qualità e garantito è bene che se lo goda in quanto vera eccellenza, ricchezza e cultura del territorio. Nel teramano si coltiva un olivo (o ulivo), ormai da tempo acclimatato e da considerare autoctono, che fornisce un ottimo prodotto per il quale è riconosciuta la DOP (Denominazione di Origine Protetta). Sulle ondulate colline della provincia si estendono argentei oliveti che caratterizzano la salubrità dell’ambiente, l’estetica del territorio e un prodotto veramente straordinario, protetto dalla CCIAA e dal rispettivo consorzio di tutela. L’olio extravergine DOP delle colline teramane è denominato “Petruziano” dall’antico nome

latino degli abitanti del territorio, è ottenuto dalle varietà leccino, frantoio e dritta al 75% e per il rimanente 25% da altre varietà locali quali carboncella, tortiglione e castiglionese, come richiesto dalla CCIAA e riportato dalla Guida della FederDop. I valori nutritivi, le vitamine e le caratteristiche organolettiche rendono questo prodotto realmente unico, destinato a fortificare la salute dei consumatori e ad essere il condimento fondamentale della cucina del posto. Pochissimi sono gli oli DOP in provincia di Teramo, quest’anno per la prima volta anche a

Civitella del Tronto si è ottenuto un olio DOP d’indicibile preziosità e pregevolezza. L’ulivo è una pianta antichissima che si estende sui territori di tutto il bacino del mediterraneo ed è simbolo della pace, dell’unione e della fratellanza tra i popoli. La nostra stessa cultura (termine che deriva da colo = coltivare) greco-latina ha il proprio fondamento sull’ulivo: si pensi al talamo di Ulisse, costruito su un tronco di ulivo o al dono che Atena fece agli abitanti di un villaggio perché potesse dare ad esso un nome o, ancora, alla colomba che torna sull’arca di Noè con un ramoscello nel becco.

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GAETANO DI ACHILLE, GEOLOGO RICERCATORE DA MONTORIO AL COLORADO

ALLA SCOPERTA

DEL PIANETA ROSSO di Adele Di Feliciantonio

el “paese dei cervelli in fuga” si può anche scegliere di tornare. Come il dott. Gaetano Di Achille, giovane geologo ricercatore, che dopo la laurea all’Università D’Annunzio di Pescara e Chieti, si è trasferito, animato da sogni e tanta voglia di fare, negli USA. E’ proprio nell’Università di Boulder in Colorado, in collaborazione con il collega Brian Hynek, ha effettuato una importantissima scoperta scientifica: la presenza di un “ciclo dell’acqua su Marte molto simile a quello della Terra, con piogge, acqua che scorreva sulla superficie e andava accumulandosi in laghi e in un grande oceano”. La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Geoscience ha consacrato il dott. Di Achille uno scienziato conosciuto in tutto il mondo. Dopo una successiva esperienza nel Centro Ricerche Agenzia Spaziale Europea (ESA), anche il nostro paese gli ha riconosciuto i meriti e superando la selezione del bando “Futuro in ricerca”( FIRB) promosso dal Miur, potrà portare avanti lo studio del pianeta rosso in Italia. Dott. Di Achille, da Montorio al Vomano, giovane laureato, si è trasferito in Colorado. Quanto è stata importante questa scelta per la sua carriera scientifica? E’ stata fondamentale; negli Stati Uniti ho avuto il mio exploit in termini di pubblicazioni e internazionalizzazione della mia ricerca che hanno contribuito anche al mio successo nell’ambito del FIRB. Se non fossi stato lì,ora, probabilmente non sarei qui a parlarne. La sua rivoluzionaria scoperta parla del “mistero di Marte”; cos’è? Non parlerei di “mistero” ma di dubbi scientifici. La parola mistero non va molto d’accordo con la scienza perché per essa esistono solo domande a cui cercare risposte.

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Nel caso specifico, le domande alle quali vorrei rispondere attraverso il mio studio sono:“Per quanto tempo sono stati presenti laghi sulla superficie di Marte” ed “E’ stato sufficiente questo tempo per garantire un ambiente ospitale per eventuali forme di vita?” Quindi il pianeta rosso “da giovane” “aveva specchi d’acqua sulla sua superficie”; poi cos’ è accaduto? Non e’ ancora ben chiaro, ma molto probabilmente quando il pianeta perse il suo campo magnetico, circa 3,5

miliardi di anni fa, l’atmosfera perse la sua protezione verso le forti radiazioni solari e quindi le molecole di gas che la costituivano vennero dissociate e abbandonarono il pianeta lasciandolo soltanto con quella ultrararefatta e irrespirabile atmosfera

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che osserviamo oggi. Ha superato la selezione “Futuro in ricerca”ottenendo dal Miur un finanziamento per la sua attività; continuerà a studiare Marte; in che modo? Durante i tre anni del progetto studierò la geologia dei delta fluviali che si formavano anticamente nei laghi marziani per cercare di stimare la durata di questi ultimi e la possibilità dello sviluppo/presenza della vita sul pianeta. Anche se non è ancora possibile rispondere a questa domanda con certezza, tra i vari posti dove si potrebbe cercare l’esistenza, all’infuori della Terra, è sicuramente il primo (e soprattutto il più vicino) . Sono molti gli indizi di presenza di acqua nel passato e sappiamo che la vita, almeno nelle forme che conosciamo, è strettamente associata, composta e dipendente dall’acqua. Lei si può definire un “cervello in fuga che è tornato”. Cosa l’ha spinto a rientrare nel nostro paese dopo la felice parentesi americana? Vari motivi; sicuramente la mancanza del tessuto sociale completo che si ha nella nazione in cui sei nato e cresciuto. Essere emigrati è dura. Nonostante ciò questa esperienza è fondamentale per ogni ricercatore che voglia farsi strada; non si può pensare di diventare dei bravi ricercatori senza essere stati per qualche periodo all’estero. Oggi sono soddisfatto nel vedere riconosciuti anni di impegno e sacrificio; sicuramente l’elogio della comunità scientifica mi fa piacere ma quello che mi dà più gioia è essere stimato dall’opinione pubblica e dai non addetti al settore. Cosa si sente di dire ai giovani che credono poco nei loro sogni e progetti? Di insistere, di andare avanti ed essere positivi, anche se a volte lo sconforto è grande. Se ci si crede fino in fondo, i risultati sperati arrivano.


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GIUSTIZIA PER LE DONNE:

RIFLESSIONI SU DIRITTO E SESSUALITÀ di Antonella Lorenzi

resso l’Università di Teramo, organizzato da Padre Francesco Malara della Pastorale Universitaria, il 13.11.13 si è svolto il seminario dal titolo “Giustizia per le donne: riflessioni su diritto e sessualità”. Con la moderazione della Dott.ssa Maria Gabriella Esposito, e gli interventi dell’Avv. Gianfranco Puca, sui “Profili giuridici di tutela della vittima di maltrattamenti e violenza” e del Prof. Guido Saraceni, sugli “Aspetti filosofici ed antropologici”.Ad entrambi abbiamo rivolto alcune domande per approfondire l’argomento. Avvocato Puca, con sempre maggiore frequenza si leggono notizie di stalking contro le donne, ma cosa si intende con tale termine? Il termine, che deriva dall’inglese to stalk, ovvero «inseguire, fare la posta alla preda» evidenzia bene la condotta incriminata. Perché ci sia reato (ex art. 612 cp) è necessaria, in primo luogo, la reiterazione della condotta

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criminosa, rappresentata da minacce e/o molestie che possono essere realizzate secondo una molteplicità di forme idonee. Oltre a ciò è necessario il verificarsi di almeno uno degli eventi

Prima che giuridico/penale ritengo che il problema sia culturale: le leggi sono necessarie, ma è necessario altresì che la cultura indicati dalla norma:a) il perdurante e grave stato di ansia o di paura nella vittima; b) il fondato timore per l’incolumità propria, di un pros-

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simo congiunto o di persona legata alla vittima da una relazione affettiva. La recente legge (anti- femminicidio) ha previsto un aumento di pena se il fatto è commesso dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici; Esistono strumenti per prevenire il reato di stalking? Si. La legge del 2009 che ha introdotto il reato di atti persecutori (stalking) prevede lo strumento dell’ammonimento. La vittima di stalking, prima di depositare la querela, può rivolgersi all’autorità di pubblica sicurezza e fare richiesta di ammonimento nei confronti dell’autore della condotta persecutoria; in altri termini la vittima deve solo compilare un modulo in cui fa presente i comportamenti persecutori subiti. Il Questore, dopo aver convocato il presunto stalker e raccolto informazioni, può rigettare l’istanza o emettere il provvedimento di ammo-


nimento; il Questore può quindi diffidare il persecutore a tenere una condotta conforme alla legge e ad astenersi, per il futuro, dal compiere atti persecutori di qualsiasi natura nei confronti della vittima. Le conseguenze dell’ammonimento sono di natura penale e processuale: la possibile sospensione dell’autorizzazione per la detenzione di armi; l’aumento della pena in caso di condanna per il reato di stalking; la procedibilità del reato d’ufficio (altrimenti perseguibile solo a seguito di querela di parte). Che opinione si è fatto sull’efficacia normativa del decreto anti femminicidio? Il DL 93/2013 è stato contestato per la sua natura “omnibus”, poichè in esso vi sono non solo norme di tutela penale, ma anche altro genere di misure, su 11 articoli 5 sono sul contrasto al femminicidio. Personalmente ritengo che lo strumento normativo scelto non sia il più adatto, e inoltre, la scelta di inasprire le pene non è l’opzione migliore perché un fenomeno delicato come la violenza di genere non può essere combattuto solo con lo strumento penale, ma attraverso processi culturali e informativi, per combattere il fenomeno alla radice e non solo cercare di mitigarne gli effetti. E’ necessario che la cultura trasmetta il valore della vita, e il rispetto di essa, abbandonando i concetti di possesso e dominio, spesso origine di tali reati. Prof. Guido Saraceni, sotto quale profilo la legge prendere in considerazione la differenziazione sessuale? Il diritto nasce con la differenziazione sessuale. Prima ancora che sulle tavole di pietra, la legge viene inscritta sulla carne dei consociati -Kafka l’aveva capito benissimo, basti pensare al racconto “Nella colonia penale”. Tutte le società hanno sempre provato a trovare un ordine -a trasformare il caos in cosmo- partendo dalla differenza tra maschi e femmine e suddividendo di conseguenza i luoghi, i tempi e le mansioni sociali. La letteratura antropologica sul punto è davvero sconfinata: generalmente, le femmine del villaggio sono raccoglitrici, mentre gli uomini sono cacciatori; le prime cantano canti collettivi in cui si narrano le fatiche del parto e la cura della casa, mentre i secondi cantano canti individuali che narrano gesta eroiche compiute in battaglia; le prime possono utilizzare il canestro e gli altri oggetti di uso domestico, mentre i secondi hanno il monopolio delle armi. Le società primitive hanno saputo escogitare anche alcuni stratagemmi per gestire le situazioni limite (di chi non si trovasse a suo agio con questo tipo di ripartizione), e seguire liberamente le proprie inclinazioni. In che modo l’Occidente ha saputo pensare il problema della violenza sessuale? Le nostre radici culturali sono essenzialmente

elleniche ed ebraico-cristiane. Per quanto riguarda la società greca, credo che il mito del centauro risulti parecchio significativo. I centauri non conoscono altro modo di rapportarsi al corpo femminile che non sia lo stupro perché nascono a loro volta a seguito di una violenza, conservando per sempre lo stigma di essere stati concepiti senza carità e amore. I centauri sono essenzialmente maschi e sono incapaci di gestire le proprie pulsioni. Per questo motivo, l’eroe Eracle sarà costretto a uccidere il centauro Nesso con una freccia avvelenata. I greci credevano che la costruzione e la difesa della società civile richiedesse la soppressione dei più bassi istinti maschili. Il Cristianesimo ha portato una evoluzione in relazione alla funzione della donna, ovvero in relazione alla parità tra uomo e donna? Senza ombra di dubbio. Basti pensare al divieto del ripudio stabilito da Cristo. Sul ruolo della

donna nel cristianesimo si leggono spesso molte sciocchezze. Ad esempio, si usa dire che la religione cristiana discrimina e condanna la figura femminile, dato che fu Eva a porgere ad Adamo la mela; oppure, si punta l’attenzione sul fatto che le donne non possono celebrare la messa. A mio avviso si tratta di un grande fraintendimento, una colossale sciocchezza. La verità è che Cristo ha sempre trattato con estremo rispetto e carità tutte le donne che ha incontrato sul suo cammino, pronunciando una delle sue massime più profonde per evitare che fosse lapidata una adultera. Se l’idea per cui la religione cristiana discrimina le donne dipende da ciò che in passato può aver detto o fatto la Chiesa, invito tutti a considerare il contesto storico in cui sono stati compiuti certi atti o elaborate determinate teorie. Ancor di più, io inviterei a considerare quale ruolo spetti a Maria all’interno del disegno divino: per poter operare nel mondo e salvare l’umanità, il Dio dei cristiani ha avuto bisogno della fattiva mediazione di una donna.

Vi augura un

Felice Natale e Buone Feste Via Guido Celli 2 - Villa Mosca - Tel. 0861.41 32 33 PrimaPagina 42 - Dicembre 2013

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Fenomeno in aumento:

TRUFFE A DANNO DELLE PERSONE ANZIANE di Clementina Berardocco

mberto, Maria, Vincenzo, Anna, Serafino, sono alcuni dei nomi di persone anziane truffate nella nostra città e nei paesini limitrofi. Le truffe e i raggiri a danno degli anziani (soli e con reddito mediobasso) sono in netto aumento e le tecniche utilizzate sono sempre più raffinate. Finti tecnici dell’azienda del gas metano, fantomatici amici dei figli, finti carabinieri, pizzaioli, fioristi, pompieri, addetti all’Acquedotto del Ruzzo. Sono sia uomini che donne gli impostori, travestiti in modo credibile. Arduo, per le forze dell’ordine, riuscire ad acciuffarli in flagranza di reato: solitamente le vittime si accorgono di essere state derubate quando ormai i truffatori se ne sono

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andati. Numerose quindi le segnalazioni ma come difendersi? Sul sito della Polizia di Stato abbiamo individuato utili suggerimenti: Non aprite la porta di casa a sconosciuti anche se vestono un’uniforme o dichiarano di essere dipendenti di aziende di pubblica utilità. Verificate sempre con una telefonata da quale servizio sono stati mandati gli operai che bussano alla vostra porta e per quali motivi. Se non ricevete rassicurazioni non aprite per nessun motivo. Ricordate che nessun Ente manda personale a casa per il pagamento delle bollette, per rimborsi o per sostituire banconote false date erroneamente. Per qualunque problema e per chiarivi qualsiasi dubbio non esitate a chiamare il 113. Quando fate operazioni di prelievo o versamento in banca o durante il tragitto di andata e ritorno dalla banca o da un ufficio postale, possibilmente fatevi accompagnare, soprattutto nei giorni in cui vengono pagate le pensioni o in quelli di scadenze generalizzate. Non fermatevi mai per strada per dare ascolto

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a chi vi offre facili guadagni o a chi vi chiede di poter controllare i vostri soldi o il vostro libretto della pensione anche se chi vi ferma è una persona distinta e dai modi affabili. Se avete il dubbio di essere osservati fermatevi all’interno di negozio e parlatene con gli impiegati o con il servizio di vigilanza o cercate un poliziotto o una compagnia sicura. Con i soldi in tasca, non fermatevi con sconosciuti e non fatevi distrarre. Ricordatevi che nessun cassiere di banca o di ufficio postale vi insegue per strada per rilevare un errore nel conteggio del denaro che vi ha consegnato. Quando utilizzate il bancomat usate prudenza: evitate di operare se vi sentite osservati. Consigli per i figli, nipoti e parenti stretti Non lasciate soli i vostri anziani, anche se non abitate con loro fatevi sentire spesso e interessatevi ai loro problemi quotidiani. Ricordategli sempre di essere cauti nei contatti con gli sconosciuti. Fategli capire che è importante chiedere aiuto a voi, ad un vicino di casa oppure contattare il 113. Ricordate che, anche se non ve lo chiedono, hanno bisogno di voi. Consigli per i vicini di casa Se nel vostro palazzo abitano anziani soli, scambiate ogni tanto con loro quattro chiacchiere. La vostra cordialità li farà sentire meno soli. Se alla loro porta bussano degli sconosciuti esortateli a contattarvi per chiarire ogni dubbio. La vostra presenza li renderà più sicuri. Segnalate al 113 ogni circostanza anomala o sospetta che coinvolga l’anziano vostro vicino di casa. Consigli per gli impiegati di banca o di uffici postali Quando allo sportello si presenta un anziano e fa una richiesta spropositata di denaro contante, perdete un minuto a parlare con lui. Basta poco per evitare un dramma. Spiegategli che all’esterno di banche ed uffici postali nessun impiegato effettua controlli. Per ogni minimo dubbio esortateli a contattarvi.


IL COMPLESSO

DI LAIO di Daniele La Licata psicologo-psicoterapeuta

e parliamo del “complesso di Edipo”, sappiamo che stiamo trattando il tema di un figlio colpevole di aver ucciso il proprio padre e di aver amato la madre. Il mito greco racconta che, ad un crocevia, nel contendersi il privilegio (ed il potere) di passare per primi, tra i due nasce un duello dove Edipo, a sua insaputa, ucciderà proprio suo padre. I miti greci, per mezzo della metafora tragica, raccontano spesso dell’uccisione del padre da parte del figlio, non solo per rappresentare un evento drammatico, ma per descrivere l’inevitabile passaggio generazionale: il figlio deve subentrare al padre per dare modo alla storia di fare il suo corso. In questo caso la tragedia descrive l’ordine (cosmo per i greci) mentre la non successione è disordine (caos). Urano nonno di Zeus (padre di tutti gli dei) sarà ucciso da Kronos (padre di Zeus) che a sua volta verrà assassinato dallo stesso Zeus; questo è l’ordine delle cose: la successione, il passaggio generazionale. A mio modo di vedere, il periodo storico contemporaneo non sempre prevede questo passaggio generazionale. Il padre di oggi fatica a lasciare spazio al figlio; egli, forse, non è sempre intenzionato a lasciare ciò che ha; egli forse, non accetta l’ordine delle cose e nutre delle fantasie di immortalità. La “crisi” che stiamo attraversando oggi ci pone di fronte ad un crocevia di scelte possibili (crisi - dal verbo greco “crino” scegliere); oggi come allora, i padri non sono disposti a farsi da parte rinunciando ai propri privilegi e al proprio potere. Senza entrare in merito ad argomenti di politica, credo che essa sia la più evidente rappresentazione di un ricambio generazionale

che fatica ad esserci: in quasi tutte le sue declinazioni partitiche sono molti i “padri” non propensi a lasciar spazio a giovani meritevoli e quindi a nuove idee. Lasciando ad altri le riflessioni politiche del caso il mio intento è quello di descrivere l’assenza di un ricambio generazionale servendomi della saggezza di Sofocle (autore dell’Edipo Re). Laio, padre di Edipo, è re, detentore di un grande potere e timoroso che un giorno dovrà perderlo; anche perché l’oracolo di Delfi gli ha predetto che presto il suo timore diventerà realtà per mano di suo figlio. Laio prende così la decisione di sbarazzarsi del figlio, “di esporlo all’appetito delle belve feroci” appendendolo ad un albero per i piedi (da qui il nome di Edipo (dal greco “oidos” che significa edema, gonfiore e “pous” che vuol dire piede: “piedigonfi”). L’obiettivo omicida di Laio spiega come, tra padri e figli, non esista solamente amore e rispetto ma anche odio e timore di essere superati; è questa

la colpa del piccolo Edipo. Un pastore, che passava di li per caso, trova il bambino imprigionato e lo porta con sé, per poi cederlo al re di Corinto, che non aveva avuto ancora discendenti per il suo trono. Edipo, educato da un altro re, cresce forte e intelligente ma totalmente ignaro della sua storia. Questa sua ignoranza e il suo carattere arrogante e bellicoso lo porteranno ad uccidere il padre Laio presso il già citato incrocio, andandosi a riprendere, con la forza, la sua eredità. Recalcati (2013) sostiene che l’eredità non è qualcosa che si riceve passivamente dai padri ma è necessario che il figlio la riconquisti attraverso un atto creativo tale da valorizzare il suo stare al mondo, non certo un omicidio; ma cosa accade quando ciò non è possibile? Cosa accade quando il padre non è disposto a farsi da parte? Come si può riconquistare qualcosa senza ricorrere alla violenza che può solo portare a finali dolorosi? (lo stesso Edipo ne esce malconcio: impazzisce e si acceca quando si accorge di aver ucciso suo padre e amato la madre). Cosa accade quando nel periodo critico che stiamo vivendo permane la figura di Laio? quel padre che non accetta l’ordine delle cose e, nel suo tentativo di sovvertirlo, cerca l’uccisione del figlio? L’oracolo afferma che il destino dell’uomo è scritto, non può essere in nessun modo impedito. In questo senso il gesto del padre che non cede il passo al figlio è un vano tentativo di impedire lo scorrere del tempo. Credo che, oggigiorno sia necessario “farsi da parte”, perché l’alternativa può consistere solamente nello scontro e il mito ci dice che di fronte al conflitto può vincere la violenza, mai la ragione. Ecco perché, in questo difficile periodo, diventa vitale l’arrivo di persone e idee innovatrici che prendano il posto di quelle vecchie.

Via Canzanese 47 S. Nicolò a Tordino 64100 Teramo

Vi Augura

un Sereno Natale e Buone Feste PrimaPagina 42 - Dicembre 2013

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in

“PrimaPagina “Prima Pagina”” il Legale

IL DANNO DA LESIONE DEL RAPPORTO PARENTALE Una ragazza picchiata e vittima di stalking: risarciti i genitori di Gianfranco Puca avvocato e mediatore professionista

n ragazzo e una ragazza si incontrano, iniziano a frequentarsi e poi hanno una storia insieme. Lui però comincia, quasi sin da subito, a maltrattarla, a picchiarla con violenza, tanto da provocarle gravi lesioni (un trauma cranico facciale e la frattura del pavimento orbitario) oltre a controllarla ossessivamente con telefonate ad ogni ora del giorno e della notte. Lei non lo denuncia, anzi lo difende, negando di essere stata mai picchiata o maltrattata. I genitori della ragazza, che avevano un rapporto normale con la figlia, prima dell’incontro con il ragazzo, si oppongono alla

relazione. Ma la ragazza difende il compagno, nega le palesi violenze e si allontana definitivamente dai genitori. Poiché la ragazza non denuncia il suo carnefice, sono i genitori a farlo, e grazie a tale denuncia inizia il processo penale per il grave delitto di maltrattamenti in famiglia. Nel corso del processo viene emessa una ordinanza di custodia cautelare a carico dell’indagato il quale, dopo l’imputazione di maltrattamenti in famiglia, sceglie il rito abbreviato, che garantisce uno sconto di pena di un terzo. Il Giudice derubrica il reato da “maltrattamenti in famiglia” ad “atti persecutori” (stalking) ritenendo che il legame tra i due, peraltro senza convivenza, non

“STALKING CONDOMINIALE” (Ovvero: quando il vicino è molesto…) di Nicola Paolo Rossetti Presidente giovani avvocati Teramo

hi non ha mai assistito o partecipato direttamente ad una lite di condominio? Sicuramente molti hanno portato la loro “storia condominiale” all’interno delle aule di un tribunale come vittime, come accusati o come semplici testimoni. Questo perché i semplici dissidi e contrasti legati alla convivenza e all’utilizzo delle parti comuni

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molte volte degenerano in situazioni anche penalmente rilevanti. Ciò accade quando il comportamento del condomino va al di là del lecito o mette in pericolo situazioni giuridiche soggettive tutelate da specifiche norme del codice penale. Si può trattare di condotte istantanee, come nel caso di ingiurie, se la convivenza tra condomini scatena un conflitto verbale nel quale si proferiscono espressioni offen-

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il Legale in “Prima “PrimaPagina Pagina””

sive. Oppure di comportamenti durevoli nel tempo, come nel caso del reato contravvenzionale di cui all’articolo 660 c.p. che punisce chi molesta o disturba persone e che, non di rado, viene contestato con la previsione della continuazione. La situazione che si viene a creare nel caso in cui l’azione di “disturbo” si protrae nel tempo, secondo molti addetti ai lavori, corrisponderebbe alla fattispecie definita “atti persecutori” ossia, quello che i più conoscono come “stalking” (art. 612 – bis c.p.) La particolarità sta nel fatto che l’attività vessatoria, nei confronti di uno o più individui, nel nostro caso ha un palcoscenico ben preciso: il condominio. A inserire la condotta oppressiva del condomino nell’alveo della norma penale sopra indicata (che ovviamente ha un peso sanzionatorio maggiore rispetto a quello previsto dall’articolo 660 c.p.), ci ha pensato la Corte di Cassazione che in numerose recenti sentenze - non da ultima la n. 39933 del 26 settembre 2013- ha riconosciuto configurato il delitto di atti persecutori anche quando il comportamento mi-

possa in alcun modo integrare la famiglia di fatto. La particolarità del processo è questa: il delitto di stalking presuppone una vittima che, nel caso specifico, non c’era nel processo e che, anzi, non si sentiva vittima e difendeva il suo persecutore nonostante le percosse e le grave lesioni. La sentenza. La condanna sarà abbastanza pesante (considerando appunto la decurtazione per la scelta del rito) e consisterà in tre anni e quattro mesi di reclusione. Nessun risarcimento per la ragazza, perchè non si è costituita parte civile. Sono i genitori a costituirsi parte civile, lamentando danni per la lesione del rapporto parentale, vale a dire danni non patrimoniali, ma di carattere morale, derivanti dalla lesione della ordinaria dinamica affettiva esistente tra congiunti, siano essi genitori, fratelli o sorelle, prodotti da un fatto illecito di terzi (come omicidio colposo per incidente stradale, oppure un infortunio sul lavoro). La categoria del “danno da lesione del rapporto parentale” e la sua natura non patrimoniale (ex art. 2059) è stata più volte ribadita dalla giurisprudenza di legittimità e di merito, e la sua quantificazione può avvenire solo con una valutazione equitativa del Giudice, che consideri l’intensità del vincolo familiare, la convivenza e ogni altro utile elemento. Il Giudice condanna lo stalker al risarcimento dei danni subiti dai genitori

per la lesione del rapporto parentale, quantificati in euro 10.000,00. Il danno morale subito dai genitori è stato causato dalla lenta ed inesorabile perdita del rapporto affettivo con la figlia, irrimediabilmente compromesso da una relazione con una persona violenta; i genitori prima hanno dovuto assistere ai maltrattamenti subiti dalla figlia e, poi, nel corso del processo penale, hanno vissuto l’ulteriore dolore di vedere la figlia difendere il proprio persecutore, arrivando persino a non costituirsi parte civile, nonostante le gravi lesioni fisiche oggettivamente provate. I precedenti giudiziari. Già nel 2006 la Cassazione, aveva riconosciuto la risarcibilità dei danni non patrimoniali subiti dai nipoti per la perdita del nonno, a seguito di un sinistro stradale, riconoscendo che il lutto aveva prodotto una alterazione della quotidianità e della sfera relazionale e familiare. Probabilmente la sentenza di novembre del Giudice di Milano è la prima che riconosce ai genitori i danni morali per privazione dei rapporti parentali, ma lo stesso Giudice, nel 2011, aveva condannato il responsabile di violenza sessuale a risarcire le due sorelle minori della ragazza stuprata, ritenendo che, oltre ai genitori, anche le sorelle avevano subito dei danni ricollegabili al trauma subito dalla sorella violentata e dalle ripercussioni negative su di loro per la condivisione del trauma della congiunta.

naccioso reiterato nel tempo colpisce contemporaneamente più soggetti, coniando la fattispecie penale dello “stalking condominiale” Con “stalking condominiale” si intende quindi indicare l’insieme delle ricorrenti vessazioni e dei soprusi subiti da un soggetto o più soggetti , per opera di un condomino, che travalicano le semplici molestie connotandosi per un più deciso disegno persecutorio. Il problema che si è sempre posto per il corretto inquadramento giuridico del contegno illecito in ambiente condominiale, è la difficoltà di ricondurre la condotta persecutoria o presunta tale nella normativa dello “stalking” (di cui all’articolo 612 – bis c.p.) soprattutto quando vede come persone offese più persone, per la forte componente soggettiva sia del comportamento dell’autore del reato sia della reazione della vittima. La Suprema Corte ha superato l’empasse ritenendo configurabile il reato di “stalking” anche in condominio nel momento in cui le condotte di minaccia e

di molestie tra condomini sono tali da creare uno stato di ansia o comunque disagio psicologico nella vittima al punto da costringerla a modificare le proprie abitudini di vita. Sulla base di tale ragionamento la Corte ha ritenuto sussistente il reato in questione anche quando il comportamento della persona, pur non rivolgendosi ad un individuo specifico, è tale da arrecare preoccupazione e disagio psicologico indistintamente a danno di tutti i soggetti facenti parte di un complesso condominiale. L’introduzione della figura delittuosa dello “stalking condominiale” e la previsione di una sanzione più afflittiva rispetto a quella prevista dalle altre norme penali finora deputate ad arginare simili fenomeni mirano esattamente ad impedire reazioni incontrollate con serie conseguenze. Tuttavia molte volte questo non è sufficiente e, come purtroppo a volte accade, l’esasperazione per le sofferenze causate dalle continue vessazioni porta la vittima a diventare a colpevole a sua volta di condotte illecite, anche gravi.

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“PrimaPagina “Prima Pagina”” Consumatori

INFORTUNIO IN ITINERE di Laura Di Paolantonio commercialista, revisore Contabile

a giurisprudenza italiana prevede una tutela assicurativa per chi subisce un infortunio sul posto di lavoro. Un’ulteriore copertura è prevista nel tragitto casa-lavoro: è l’infortunio in itinere. L’articolo 12 del Dlgs n. 38/2000 sancisce la tutela assicurativa degli eventi infortunistici che si sono verificati durante il percorso di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro, nei limiti in cui l’ assicurato non aggravi, per sue esigenze personali, i rischi, interrompendo così il collegamento che giustifica la copertura assicurativa. Ma per quali mezzi

è prevista la tutela? -Durante il normale percorso di andata e ritorno dall’abitazione al posto di lavoro (sono esclusi dalla tutela gli infortuni occorsi entro l’abitazione, comprensiva delle pertinenze e delle parti condominiali); - durante il normale percorso che il lavoratore deve fare per recarsi da un luogo di lavoro ad un altro, nel caso di rapporti di lavoro plurimi; - durante l’abituale percorso per la consumazione dei pasti qualora non esista una mensa aziendale. Per l’ indennizzabilità dell’ infortunio in itinere, occorre, che si verifichi tra l’ abitazione

Se... si viene toccati dal lutto

Cosa fare: DETRAZIONE SPESE e spese funerarie, quelle che si riferiscono al funerale vero e proprio, ad esempio quelle riferite al costo dell’auto funebre, e all’espletamen-

to dei documenti; oltre ad essere prestazioni esenti da IVA, possono essere portate in detrazione sulla dichiarazione dei redditi per un importo massimo di Euro 1.549,37, la detrazione

CARLO: 393.9419525 - 329.1270876

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complessivamente ammonta a circa 300 euro. Non sono deducibili le spese relative alle concessioni comunali cimiteriali, alle cremazioni, agli addobbi floreali, ai lavori su loculi e tombe. Sono ammesse in detrazione le spese funerarie solamente in conseguenza della morte di congiunti quali: il coniuge; i figli legittimi, legittimati, naturali, adottivi e in loro mancanza, i discendenti prossimi anche naturali; gli adottanti; i generi e le nuore; il suocero e la suocera; i fratelli e le sorelle germani o unilaterali. L’Impresa Funebre, all’atto di pagamento, deve rilasciare fattura quietanza che può essere detratta sulla dichiarazione dei redditi che si compilerà l’anno successivo rispetto all’emissione del documento. La fattura può essere intestata ad una sola persona o cointestata a più aventi diritto, in tal caso la detrazione sarà suddivisa tra gli intestatari.


Consumatori in “Prima “PrimaPagina Pagina””

e il luogo di lavoro, e che il percorso venga effettuato a piedi o con mezzo pubblico di trasporto, ovvero con mezzo privato a condizione che sia necessitato l’uso (es: inesistenza di mezzi pubblici che colleghino l’abitazione del lavoratore al luogo di lavoro; incongruenza degli orari dei servizi pubblici con quelli lavorativi; distanza minima del percorso tale da poter essere percorsa a piedi). Rimangono esclusi dall’indennizzo gli infortuni direttamente causati dall’abuso di sostanze alcoliche e di psicofarmaci, dall’uso non terapeutico di stupefacenti e allucinogeni nonché dalla mancanza della patente di guida da parte del conducente. Oggi l’ uso della bicicletta è sempre più frequente nelle grandi città . Su questo tipo di mezzo di trasporto di recente si è inserita la richiesta di una federazione (Amici della bicicletta) per far rientrare tra i mezzi per il trasferimento casa- lavoro anche la bicicletta, almeno per i servizi di bike sharing: l’utente, in caso di infortunio nei termini stabiliti per quelli in itinere, dovrebbe essere equiparato all’utente del servizio pubblico di trasporto. Il bike sharing consiste nell’ uso di bici pubbliche rese disponibili per spostamenti brevi, posizionate nei punti strategici, comprese le stazioni di treni e bus, che crea-

no un sistema misto bici- trasporto pubblico. Il Ministero del lavoro ha ritenuto con il protocollo n. 11765 del 5 luglio 2011 che il servizio di bike sharing non possa essere considerato un servizio pubblico di trasporto: non è possibile equiparare la bicicletta a un mezzo pubblico dato che per la legge non rileva la proprietà del mezzo di trasporto utilizzato ma rileva il controllo che il lavoratore può esercitare sulla conduzione dello stesso e sulle condizioni di rischio legate alla scelta di guida del mezzo.

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Per l’indennizzabilità dell’ infortunio in itinere, occorre, che si verifichi tra l’abitazione e il luogo di lavoro

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“PrimaPagina “Prima Pagina”” Benessere rubrica sposorizzata da: Alessio hair stylist

Hair Stylist Alessio vi augura di trascorrere un Felicissimo Natale e vi da un consiglio per i vostri capelli in queste festività: l’ultima tendenza in fatto di acconciature è lo stile anni ‘20, tagli con onde morbide per incorniciare il viso e se volete ottenere un effetto ancor più retrò, potete abbinare un cappellino a cloche.

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rubrica sposorizzata da: Sole & Luna centro estetico

L’Arte sulle…unghie a cura di Mirella De Giglio

arte della decorazione unghie, meglio conosciuta come “Nail Art” è ormai diffusissima, ma come nasce? Inizialmente sviluppata molto negli USA e in Giappone, la Nail Art è il passo successivo alla ricostruzione delle unghie e racchiude tutto lo svariato mondo dedicato alla decorazione delle unghie. Una vera e propria arte, espressione della fantasia e della creatività di chi la pratica, e di chi la indossa, offre ad ogni donna che ama avere unghie sempre ben curate per esaltare la propria femminilità, risultati davvero entusiasmanti, non solo moda o tendenza fashion, ma concreta espressione della personalità e dello stile della donna. Abbellire ancora di più le unghie ben curate e ricostruite (passo essenziale per passare alla

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nail art) è diventato non solo un’esigenza estetica per le occasioni importanti, ma un modo espressivo personale di presentarsi sfoggiando mani seducenti e belle in ogni momento e in qualsiasi luogo. Quali sono i tipi di Nail Art e Decorazioni Unghie? La nail art si pratica, proprio per il suo carattere estetico di bellezza, su unghie ben curate e rese perfette, ad esempi, da una ricostruzione a gel o in acrilico. Non ha senso decorare e mettere in evidenza unghie rosicchiate! I tipi di decorazione nail art sono veramente i più svariati, si possono decorare e colorare le unghie a mano libera (bisogna avere buona manualità) oppure si può ricorrere all’uso di mascherine e alla tecnica dell’aereografo o ad una infinità di applicazioni floreali, geometriche, di linee, scritte, di fantasia preconfezionate e incollate.

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Benesserre in “Prima “PrimaPagina Pagina”” rubrica sposorizzata da:Trendy Fashion Studio

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fetto rivitalizzante diretto. La tecnologia Oxyzen, in combinazione con trattamenti specifici simply zen, aiuta a trattare diversi inestetismi dei capelli, favorendo la microcircolazione grazie all’azione di ossigenazione della cute. Lavorando sull’epidermide del cuoio capelluto, viene apportato un miglioramento della salute della cute e, conseguente bellezza dei capelli. Tutti in rituali evidenziati vengono effettuati direttamente su cute e/o stelo grazie ad un apposito aerografo che eroga ossigeno puro e permette una distribuzione rapida del trattamento massimizzando efficacia anche dei principi attivi contenuti nei prodotti simply zen.

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“PrimaPagina “Prima Pagina”” Benessere

13 regole d’oro per Natale Dott. Anna Piersanti dietista

atteggiamento più controproducente, prima o dopo un pasto abbondante, è sicuramente digiunare o comunque saltare i pasti. Quando in autostrada si accende la spia della riserva della nostra autovettura e temiamo di non fare in tempo a raggiungere la prossima stazione di servizio, riduciamo la velocità per risparmiare carburante, analogamente, il nostro organismo mette in atto meccanismi di difesa sviluppati e perfezionati in milioni di anni di adattamento all’ambiente, e così, nel momento in cui avverte la mancanza di apporto nutritivo il metabolismo rallenta per risparmiare energia. Vanificando ogni tentativo di recupero. Per uscire indenni dalle festività natalizie vale il solito slogan: Prevenire è meglio

che curare. Le strategie principali da adottare per contrastare i chili in più le sintetizziamo in 13 regole fondamentali: - consumare sempre un piccolo spuntino prima del pranzo o della cena (mai frutta o dolciumi) per non arrivare affamati - evitare pane e grissini tra una portata e l’altra - evitare di farsi versare il vino più volte, bere a piccoli sorsi controllando la quantità (il massimo per gli uomini corrisponde a tre bicchieri e a due per le donne), facendo attenzione alla somma tra vino e superalcolici - se si conosce il menù dare la preferenza ai piatti più graditi e ridurre o evitare quelli meno graditi, alternando piatti più ricchi di grassi e condimenti con altri meno ricchi e prevedendo sempre dei contorni di verdura - farsi servire comunque porzioni piccole/ moderate (anche se si paga o si è ospiti) - non rinunciare alle verdure che aiutano a saziarsi e a bruciare una quota maggiore di carboidrati nel caso si festeggi in casa, pianificare i menù e acquistare alimenti nella quantità corretta e proporzionata al numero degli invitati

- non lasciarsi tentare dalle offerte dei supermercati per limitare eccessive “scorte” di alimenti ad elevato contenuto di zuccheri e grassi (dolci, snack salati, frutta secca, ecc.) approfittare del tempo libero per muoversi un po’ (una bella camminata potrebbe fare al caso nostro) - non saltare la colazione, anche se ci si alza tardi, caso mai ridurre la quantità - nel pasto precedente a quello della festa è preferibile consumare una zuppa di verdura e legumi con cereali misti (soprattutto orzo) oppure un secondo piatto a base di pesce o carne bianca bollito o alla piastra oppure 1 o 2 uova, un abbondante contorno di ortaggi o verdure bollite, al vapore o crude, un frutto, niente condimento (olio, burro, ecc.) - nel pasto successivo ascoltare il segnale di fame, e in relazione alla sua intensità, consumare un passato di verdura con dei crostini di pane integrale tostato, oppure una ricca insalatona con tonno al naturale o bresaola e poco pane integrale ma senza olio. -Bere sempre molta acqua. Buone Feste !!!!!

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Benessere

Una ricetta per le cene di festa a cura di Laura Di Pietrantonio

I Natale è alle porte e come ogni anno si moltiplicano le occasioni per stare insieme.Tombola, giochi da tavola e partite a carte sono tutti buoni pretesti per organizzare una cena con i fiocchi.Vi sarà utile sapere quali sono le buone norme per comporre un menu equilibrato. La prima riguarda la successione dei sapori che devono progredire dal più delicato al più intenso. Per intenderci, se la vostra cena parte con un tortino di gorgonzola e speck, non potrà proporre come primo piatto una pasta con le zucchine. Stessa considerazione per le cotture che devono passare dalle più brevi alle a più prolungate e complesse. Le norma vuole che in un menu non vengano mai ripetuti gli ingredienti e le tipologie di cotture. Dalla teoria alla pratica, ecco una ricetta - estratta dal mio libro “FOODFRIDAY – a cena da me”, a dicembre in libreria ed e-book (www. foodfriday.it) – che può esservi utile. Fish burger Ingredienti (15 panini) 2 calamari medi eviscerati - 20 code di mazzancolle - la scorza di 1 limone grattugiata - timo, sale, pepe nero - olio evo fruttato leggero- 2 pomodori San Marzano - 1 mazzetto di rucola

Per i panini: 400 g di farina 00 - 250 g di latte intero - 40 g di burro ammorbidito - 15 g di lievito di birra fresco 1 pizzico di sale - 1 pizzico di zucchero Per la guarnizione: 1 tuorlo - Semi di sesamo 1. Per i panini. Sciogliete il lievito nel latte appena tiepido. Unite questo liquido alla farina, aggiungete sale e zucchero ed impastate energicamente per 5 minuti. 2. Aggiungete il burro all’impasto un po’ alla volta. Tra un’aggiunta e l’altra assicuratevi che il burro sia completamente assorbito. Impastate per altri 5 minuti. Formate un palla con l’impasto, disponetela in una terrina coperta da un panno di cotone e lasciate lievitare per almeno 3 ore a temperatura ambiente. 3. Formate i panini creando delle palline di massa. Considerate che il volume dei panini raddoppia in cottura, quindi, fateli piccolini. Disponeteli, ben distanti uno dall’altro, in una pirofila da forno foderata con carta oleata. Fate riposare per 1 ora. 4. Spennellate la superficie dei panini con il tuorlo, completate con i semi di sesamo. Infornate a 180°C per 20-25 minuti (forno statico).

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5. Sgusciate le mazzancolle. Tagliate ad anelli i calamari. Tritate tutto nel mixer per pochi secondi. Condite il trito con un olio fruttato leggero, la scorza grattugiata del limone, timo, sale e pepe. 6. Coprite con una pellicola e fate riposare in frigo per 30 minuti. Con l’aiuto di un coppapasta o semplicemente con le dita, formate i mini hamburger. Scottateli in una padella antiaderente facendoli cuocere 2-3 minuti per lato. 7. Tagliate a rondelle i pomodori, lavate un mazzetto di rucola.Tagliate i sandwich a metà, disponete la rucola sulla base del panino, copritela con il pomodoro e completate con il fish burger. Farcite con senape o ketchup a piacere. Mangiate subito.

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foto di Samuela Conti

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“PrimaPagina “Prima Pagina”” Salute

rubrica sponsorizzata da: Laboaratorio Analisi IGEA

LA PRIMA URINA

Stress Ossidativo RADICALI LIBERI radicali liberi sono atomi o molecole caratterizzate dall’avere un elettrone in meno. Questa caratteristica li rende instabili e molto reattivi: cercano di “rubare” un elettrone ad un altro atomo. In questo modo diventano stabili, ma rendono instabile la molecola che hanno aggredito (reazione a catena) creando altri radicali liberi. Agiscono, danneggiandole, sulle membrane cellulari e sulle proteine dei nuclei. Possono attaccare tutti i componenti della cellula.

1 Normale <300 2 Basso 301-350 3 Medio Alto 351-400

I radicali liberi sono fondamentali nei processi metabolici (respirazione, alimentazione, movimento) ed in quelli del sistema immunitario: difesa da germi, elementi patogeni e loro eliminazione. Il nostro corpo è provvisto di un sistema che consente di controllare e mantenere in equilibrio la quantità di radicali liberi presente, producendo sostanze antiossidanti in grado cioè di contrastare l’azione ossidante dei radicali liberi. Tali sostanze sono in grado di renderli inattivi

4 Alto 401-500 5 Molto Alto >500 1 unità Carratelli (Carr)corrisponde ad una concentrazione di perossido di idrogeno di 0,008 mg%

rubrica sponsorizzata da: Easy Fitness A.S.D.

Il cardio fit TRAINING

ggi voglio parlare di una tipologia di allenamento che viene spesso svolta in palestra ma che ahimè, spesso viene trascurata perché ritenuta troppo faticosa oppure troppo noiosa. Il Cardio Fit Training è quella tipologia di allenamento che viene svolta utilizzando dei macchinari che permettono all’organismo e soprattutto al cuore di innalzare i livelli di frequenza cardiaca che normalmente a riposo si troverebbero logicamente a livelli più bassi. I macchinari utilizzati in palestra sono i seguenti: tapie roulant, ellittica, cyclette, stepper, wave, vogatore, step classico, corda, ecc. Come anticipavo prima bisogna impostare un allenamento in base alla propria fre-

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quenza cardiaca di partenza che è diversa da soggetto a soggetto (è consigliabile prendere la frequenza cardiaca a riposo il mattino appena svegli) e una volta fatto in base all’obiettivo della persona si calcola quella che è la frequenza consigliabile da raggiungere durante il Cardio Fit Training. Ad esempio se voglio svolgere un allenamento con l’obiettivo di perdere peso dovrò utilizzare il 55% - 65% della mia massima frequenza cardiaca, se voglio migliorare la mia soglia aerobica, utilizzerò una percentuale che varierà dal 65% al 85%, se voglio migliorare la soglia anaerobica lattacida dovrò utilizzare una frequenza che varierà dall’ 85% al 95%. Per rendere il Cardio Fit Training stimolante si possono alternare le varie macchine

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che si trovano in palestra per dei minutaggi non molto elevati (es. 12’ di tapie roulant, serie di addominali, 8’ di ellittica, serie di esercizi per le gambe, 12’ di cyclette, serie di esercizi per i glutei).

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Salute in “Prima “PrimaPagina Pagina””

A DEL MATTINO Alcuni consigli per il paziente (da rivolgersi sempre al proprio medico):

NORMALE Tenere monitorato il proprio livello di stress ossidativo

BASSO Si consiglia una maggiore attività fisica e di ingerire una maggiore quantità di verdura fresca Medio Alto Limitare l’assunzione di alcool e nicotina

ALTO Astenersi dall’assunzione di alcool e nicotina

MOLTO ALTO Contattare il proprio medico

senza trasformarsi a loro volta in radicali liberi. L’equilibrio si rompe quando si attivano processi incontrollati di formazione di radicali liberi e la produzione di antiossidanti non è più sufficiente a regolarne la quantità presente. Principio del test Il test consente di rilevare la presenza di MDA – Malondialdeide, un prodotto derivante dall’ossidazione dei Fosfolipidi delle membrane cellulari. L’acido Tricloroacetico, in presenza di MDA fa virare il campione di urina verso il rosso. Il viraggio di colore del campione è direttamente proporzionale alla concentrazione di MDA e quindi dell’attività

I radicali liberi sono fondamentali nei processi metabolici ed in quelli del sistema immunitario

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“PrimaPagina “Prima Pagina”” Salute rubrica sponsorizzata da: Julius

TUMORI:

NUOVO TEST PER PROSTATA

PIÙACCURATO E SPECIFICO Dott. Enzo Di Nicolantonio responsabile del Laboratorio IULIUS

più accurato e specifico rispetto al test tradizionale, permette una diagnosi precoce ed è in grado di ‘predire’ l’aggressività del cancro che si sta sviluppando: è il nuovo esame diagnostico per il tumore alla prostata messo a punto dal Laboratorio Analisi IULIUS in via Giovanni XXIII a Tortoreto (TE). Il test, denominato ‘2proPSA e phi’, si effettua su un prelievo di sangue e permetterà di limitare le biopsie non necessarie poiché consente di discriminare meglio il tumore prostatico in pazienti con PSA elevato. Il test 2proPSA-

phi (prostate health index) è ora disponibile presso il Laboratorio Analisi IULIUS. Il nuovo esame sembra dunque in grado di stabilire e monitorare l’aggressività del tumore e, dunque, permettere di selezionare quei pazienti con un tumore clinicamente significativo. Il Laboratorio Analisi IULIUS è la prima struttura sanitaria privata accreditata in Abruzzo ad effettuare questo test, che ha un costo contenuto rispetto alle biopsie, più specifico e con chiari vantaggi per la qualità di vita del paziente e per la spesa pubblica. I numeri legati a questa patologia sono

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infatti rilevanti: il tumore della prostata è attualmente la neoplasia più frequente tra gli uomini e nel 2013 sono attesi 36.000 nuovi casi. Inoltre, l’incidenza del carcinoma prostatico ha mostrato negli ultimi anni una costante tendenza all’aumento ed è atteso un costante aumento anche per i prossimi decenni: l’incidenza stimata nel 2020 è di oltre 43.000 casi e nel 2030 sarà di oltre 50.000. “Il phi non sostituisce il test del PSA bensi migliora la specificità clinica di rilevamento del carcinoma prostatico rispetto ai test attualmente in uso, identificando con maggiore accuratezza il paziente candidato ad una biopsia prostatica”. Il test “non è attualmente rimborsabile dal Servizio Sanitario Nazionale e per tale motivo è stata stabilita una tariffa minima per compensare i costi di esecuzione”.Attualmente, il test più diffuso per individuare il rischio di un tumore della prostata è la misura dell’antigene prostatico specifico PSA (una proteina prodotta dalle cellule della prostata che risulta elevata in presenza di cancro). L’effettiva utilità di tale test è tuttavia messa in dubbio da vari esperti, poiché non predice le differenze tra i tumori che saranno sintomatici e quelli che non lo saranno, aspetto fondamentale che appare invece garantito dal nuovo esame.


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Inestetismi cutanei: le cosidette “macchie” Dott.ssa Vittoria DRAGANI

Diagnosi precoce del rett cancro del colon retto D’ARCHIVIO Dott. Claudio D’ARCHIVIO

Il CONSENSO INFORMA INF ORMATO INFORMATO Franco GIANSANTE GIANSANTE

AC e TC C TAC Analogie e differenze VITTORIO ORIO Dott.ssa Fiorella DI VITT


IPPOCRATE

& D I N TO R N I

Sommario

APPROFONDIMENTO MEDICO

3 paginatre

Caro Babbo Natale... Dott. Gino CONSORTI

paginacinque

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La Sindrome dentale “MIH” Dott.ssa Alessandra NATALI

6 paginasei

Il giorno del mio fidanzamento

Martina PALANDRANI

paginaotto

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Il Consenso Informato Franco GIANSANTE

9 paginanove

Diagnosi precoce del cancro del Colon retto Dott. Claudio D’ARCHIVIO

paginaundici

11

Test per la determinzaione semiquantitativa dei radicali liberi nei Dott. Massimo ZERBINI

12 paginadodici

La guida ecograficanella terapia infiltrativa e l’utilizzo di gel piastrinico Dott. Luigi ZUGARO

paginatredici

13

Inestestismi cutanei: le cosidette “macchie” Dotta.ssa Vittoria DRAGANI

15 paginaquindici

TAC e TC: analogie e differenze Dott. Fiorella DI VITTORIO


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delle tante richieste è una vera e propria Natale, come ci ha più volte ricordato mission impossible, proprio come centrare papa Ratzinger, è il giorno in cui Dio un 6 al superenalotto… È chiaro, allora, che ci ha fatto un grande dono, non qualcon un Pronto soccorso zeppo di gente sofche cosa di materiale, ma il suo dono ferente e bisognosa di aiuto e con il persoè stato di donare se stesso. Ci ha nale medico e infermieristico ridotto all’osso, dato il suo figlio, e così Natale è dil’errore nell’assegnazione di un codice può ventato la festa dei doni. Ecco, allora, essere dietro l’angolo. Come si fa, ad esemche anch’io, come tanti in questi pio, ad assegnare il codice verde a una giorni che precedono il santo Natale, Dott. Gino CONSORTI donna 74enne, diabetica e ipertesa, vittima di voglio chiedere un regalo al simpaGiornalista professionista una caduta che le ha causato una brutta frattico e panciuto omone dal vestito tura scomposta della spalla (come rosso e dalla barba bianca. diagnosticato dall’esame radioloCaro Babbo Natale, vorrei tanto gico effettuato dopo una lunga atche la vita e le sofferenze fisitesa) e parcheggiarla per oltre che di un qualunque essere cinque ore, in preda a dolori atroci e umano, sia esso un neonato di con i valori della pressione e del pochi giorni o un anziano cendiabete completamente alterati, su una scomoda pantenario, non debbano essere più legate a un colore… china del Pronto soccorso? Come si fa ad assegnare un In particolare a quello dei codici del Pronto soccorso. Sto codice giallo a un anziano 84enne vittima di un violento parlando del famoso metodo Triage dove il colore bianco incidente stradale, e parcheggiarlo per troppo tempo su significa nessuna urgenza, il verde urgenza minore, il una barella salvo scoprire, dopo le ripetute sollecitazioni giallo urgenza e il rosso emergenza. Una sorta di semadei famigliari, che aveva la milza rotta e l’addome pieno foro sanitario il cui funzionamento, però, è fortemente di sangue, alcune fratture costali di cui una multifocale, la influenzato dall’esigua quantità di risorse mediche e rottura del pericardio, uno pneumotorace, un ematoma al infermieristiche a disposizione. Ecco, allora, che rene e un altro alla testa e, tanto per non farci mancare spesso, dinanzi a situazioni assurde ci s’interroga su niente, una grave insufficienza respiratoria? Ma per avere che base avvenga l’assegnazione del colore. Forse il codice rosso bisogna forse farsi accompagnare da un in base all’età? Oppure alla quantità di sangue becchino...? E potrei riempire pagine e pagine di casi di perso? O ancora al modo e all’intensità con cui il codici “fallati” fino a eguagliare, per lunghezza, l’elenco paziente si lamenta? O addirittura, come mortelefonico di Pechino… mora qualche maligno, alla conoscenza di Tutto ciò è semplicemente scandaloso, sicuramente non qualche “santo in paradiso”? Ma no, ci manall’altezza di un paese che ama definirsi civile e all’avancherebbe altro... guardia. Perché, ad esempio, non attivare un ambulatorio Immagino già la levata di scudi di governanti dedicato ai “codici leggeri” in una fascia oraria di mase amministratori sanitari: tale compito spetta al simo afflusso di pazienti? Manca il personale per farlo? personale infermieristico adeguatamente forBasterebbe solo decidere di investire di più nella sanità mato, che opera secondo protocolli prestabirecuperando il denaro necessario attraverso il taglio di liti dal dirigente del servizio... tanti rami secchi di questa società che gira decisamente Ma cosa significa, allora, che l’attribual contrario. E di rami secchi ce ne sono tanti, a iniziare zione di un codice di priorità sostituisce dagli assurdi e vergognosi stipendi e privilegi della nostra il momento diagnosticoclasse politica, proseguendo con l’inutilità di tanti enti staterapeutico che invece dovrebbe estali e l’ingiusta assegnazione di risorse e fondi a settori sere di esclusiva competenza mecertamente non vitali come la sanità. Soprattutto nel dica? La realtà, e lo sanno tutti, paese più vecchio d’Europa con oltre il 20% di persone compresi voi cari governanti e amsopra i 65 anni e meno del 25% di popolazione under 25. ministratori sanitari, è che i Pronto Lo so caro Babbo Natale di chiedere troppo, ma in quesoccorso sono ridotti a un lumicino. sta nostra Italia, ormai, ci resta solo la speranza. E a volte, Trovarvi medici e personale infermieristico numericapurtroppo, neanche quella… Sereno Natale mente sufficienti a garantire un servizio all’altezza

CARO BABBO NATALE...

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Via San Gabriele, 255/a Isola Del Gran Sasso (TE) Tel/Fax 0861 975730 segreteria@isolaodontoiatrica.it www.isolaodontoiatrica.it

Dott.ssa Alessandra NATALI

Odontoiatra Specializzata in Pedodonzia ed Ortodonzia

LA SINDROME DENTALE “MIH” (Molar-Incisor Hypomineralization)

informazione sullo stato di salute dei denti dei loro bimbi, nonché sulle future cure necessarie e su come intraprendere un trattamento vero e proprio dei denti affetti. E’ necessario effettuare rimineralizzazione (o meglio la mineralizzazione) e desensibilizzazione. In questi pazienti è consigliabile l’utilizzo di dentifrici ad alto contenuto di fluoro (1000 ppm) e, personalmente, prescrivo protocolli di cura domiciliare che prevedono l’applicazione di vernici e gel ad alto contenuto di fluoro e di paste a base di proteine del latte (Casein Phosphopeptide - Amorphous Calcium Phosphate). Fondamentale, ovviamente, la valutazione di eventuali intolleranze del piccolo paziente, ai prodotti caseari e derivati del latte. In precisi momenti del trattamento, sono particolarmente indicate le sigillature di solchi e fossette. Quando, purtroppo, la problematica è diagnosticata tardivamente e le lesioni risultano avanzate, è necessario affrontare il problema in maniera più invasiva, ossia ricostruire i denti affetti da MIH, per la quale è consigliabile l’utilizzo di materiali adesivi piuttosto che dell’amalgama. La ragione di tale scelta va ricercata nella forma atipica delle lesioni ed è, tuttavia, importante tenere conto dell’alterata porosità dello smalto demineralizzato, che rende l’adesione meno efficace. Questa considerazione, purtroppo, può condizionare di molto la durata del restauro e i genitori vanno messi al corrente del fatto che denti, così ipomineralizzati, richiederanno un monitoraggio costante e che potrebbero presto richiedere la realizzazione di lavori protesici. L’MIH causa, inoltre, un numero di problemi di tipo estetico, di aumentata sensibilità e di aumento del rischio di carie. In conclusione, posso affermare che è importante, a mio avviso, invitare i genitori ad essere attenti e precoci nel portare i loro figli dall’ Odontoiatra Infantile, con lo scopo unico di regalare ai loro figli un futuro senza dentista.

Fin dagli anni Settanta, i Medici, i Pediatri e, non ultimi, gli Odontoiatri, hanno osservato a carico di molari permanenti e incisivi, zone di opacità di colore bianco-giallo o giallo-marrone. E’ stato necessario, dunque, dare una denominazione clinica a tali “anomalie”; si è parlato di: “primi molari permanenti ipomineralizzati”, “ipomineralizzazione idiopatica dello smalto”, “ipomineralizzazione da mancanza di fluoro” e “cheese molars”. Nel 2001 si è trovata una definizione certamente più adatta a tali casi clinici: “MIH” (Molar and Incisor Hypomineralization), ovverosia, una ipomineralizzazione di origine sistemica, che coinvolge da uno a quattro primi molari permanenti, con frequente interessamento di altrettanti incisivi permanenti. E’ possibile diagnosticare assai precocemente tale patologia, poiché, seppur raramente, possono mostrare difetti dello smalto anche i secondi molari decidui, i secondi molari permanenti e i canini permanenti ed è stato visto come i denti del mascellare superiore sono più frequentemente colpiti rispetto a quelli della mandibola. Di qui l’importanza della visita odontoiatrica in età pediatrica, a partire dai tre anni d’età. I difetti di mineralizzazione possono manifestarsi con vari livelli di gravità: lieve, moderata o severa. Le aree di ipomineralizzazione lieve si manifestano unicamente con un cambiamento di colore, mentre, quelle moderate, con una perdita di smalto. Nei casi di MIH severa, la perdita di tessuto riguarda anche la dentina. Le lesioni tendono ad aggravarsi nel tempo e, spesso, i molari vanno precocemente incontro ad un crollo strutturale post-eruttivo, frequentemente confuso con lesioni cariose classiche e, purtroppo, curate, erroneamente, come tali. Fondamentale, dunque, effettuare una corretta diagnosi differenziale, che non include solo lesioni cariose e amelogenesi imperfetta, ma anche fluorosi dentale e ipoplasia dello smalto. E’ forte responsabilità e competenza, dunque, dell’Odontoiatra Infantile fornire ai genitori una corretta 5


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IL GIORNO DEL MIO FIDANZAMENTO Martina PALANDRANI Direttore Amministrativo del Centro Diagnostico D’Archivio

I PARTE

L

unedì 13 Novembre, la solita giornata nebbiosa che rattrista le persone, tranne me. Mi sono svegliato prima del solito, fuori era ancora notte. “Se uno già sa che è il giorno più bello della sua vita deve farlo durare il più possibile così ne sembrano quasi due!”, mi sono detto ieri sera mentre mettevo la sveglia alle 5.00. Ho aperto la finestra, l’aria fredda è venuta a farmi compagnia; è da tre anni, da quando Lucia si è sposata, che vivo solo in questa casa; anzi no, per fortuna c’è Faustino che, almeno lui, non mi ha ancora abbandonato. Mi sono rifatto il letto, ho sistemato nell’armadio i vestiti sparsi per la camera. Da quando la mamma se n’è andata ho dovuto imparare a pulire, cucinare, lavare i panni: cose da donne perché mia sorella non si è mai interessata di me; due vite parallele le nostre: lei sempre con le amiche, i fidanzati, e su Facebook; io: lavoro e visite alla mamma. Lucia non mi manca per niente e, da quando si è sposata, ci siamo visti sei volte, a Natale e Pasqua. Ho cambiato la lampadina dell’ingresso, qualcuno, che non c’è mai stato qui, potrebbe inciampare nel tappeto o sbattere contro il mobile del telefono; non voglio che pensino di me che sono una persona trasandata. Ho fatto colazione, orzo e fette biscottate, mi sono vestito con i panni da lavoro e sono andato in fabbrica. Sono sceso dall’autobus alla fermata più vicina. Con l’ombrello chiuso, puntato a terra, mi sono aiutato nei cento metri che devo fare a piedi fino al salumificio. Lo porto sempre con me l’ombrello: in inverno perché sono più le volte in cui piove che quelle con bel tempo e in estate perché può piovere da un momento all’altro. Ho timbrato alle 6.55 e sono andato nello spogliatoio a mettermi la divisa. Alle 7.00 ero pronto, al mio posto, per rivestire di retine, anche oggi, qualche migliaia di salamini e lonze con Fernando a destra e Marcello a sinistra. Per quanto ero di buon umore stamattina, per la prima volta, non mi ha

Illustrazioni di Beatrice Corcelli

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dato fastidio l’odore delle carni macellate, macchiate di sangue e trattate con coloranti e conservanti. I miei compagni di sventura si raccontano il fine settimana spostandosi con le teste in avanti per non farsi ostacolare dalla mia. Hanno fatto più o meno tutti e due le stesse cose: Fernando sabato pomeriggio era stato costretto dalla moglie ad andare a comprare dei vestiti nuovi per loro figlio che cresce mese per mese, domenica era stato a pranzo dai suoceri che detesta, perché avrebbero voluto che la figlia sposasse un impiegato di banca e non un operaio. Nel pomeriggio era andato a vedere la partita della squadra locale, che ha perso, e per questo, ogni tanto nel discorso, gli se ne esce qualche bestemmia e la sera era rimasto a casa a guardare in tv i risultati della Serie A. Anche Marcello il pomeriggio di sabato l’aveva trascorso a fare compere ma non per il figlio, perché non ne ha, e credo che la sua espressione, sempre tra il triste e l’arrabbiato, può dipendere soprattutto da questo. A pranzo di domenica però era stato dai genitori suoi perché lui gliel’aveva detto chiaro e tondo alla moglie che i suoceri non li sopportava e non li voleva sentire all’infuori delle feste comandate; la sera rigorosamente a seguire la sua squadra del cuore che giocava nel posticipo. E io sto lì in mezzo che ascolto facendo finta di non ascoltare e intanto penso che quando sarò sposato con Emilia per me sarà un piacere accompagnarla nei negozi, stare a pranzo dai suoi, che ancora non ho conosciuto ma sono sicuro saranno persone gentili e affettuose. ”Chissà se quella donna vestita di scuro, che ho visto andar via da casa di Emilia, sarà sua madre?”, e poi io non seguo il calcio, né altri sport, e la domenica la dedicherei tutta a lei. All’inizio, diciassette anni fa, quando cominciai a lavorare qui, il lunedì Fernando e Marcello chiedevano anche a me cosa avevo fatto nel fine settimana ma quando capirono che il sabato, tutti i sabati, andavo a trovare mia mamma, che la domenica, tutte le domeniche, andavo a messa e a pranzo stavo a casa con mia sorella e il gatto, e che la sera, tutte le sere, andavo a dormire alle 21.30; cominciarono a non chiedermelo più e a non chiedermi neanche altre cose. Nella pausa, quando ho visto Antonio, il ragazzo del reparto delle impastatrici, andare alla macchinetta del caffè, sono andato al suo posto e, sopra ad una mensola, dentro ad un barattolo bianco, ho trovato quello che cercavo. Ho preso dalla tasca del grembiule una bustina da congelatore e c’ho versato qualche misurino di quella polverina, ho chiuso il barattolo e l’ho rimesso al suo posto, ho chiuso bene anche la bustina e l’ho fatta scendere piano nella tasca del grembiule, assicurandomi che nessuno mi vedesse. Tornato al mio posto, ho fatto un sospiro di sollievo, non posso dire di essere un ladro ma di certo ho fatto una cosa che non si fa. Nelle altre ore mi sarò toccato la tasca circa venticinque volte per essere sicuro che la bustina stesse ancora lì. L’urlo della sirena è stato una liberazione. Sono andato velocemente allo spogliatoio, mi sono cambiato e in cinque minuti ero già alla fermata. 7

Martina Palandrani scrive per passione e per appassionare.. Ha all’attivo una raccolta di poesie IN &OUT, in collaborazione con l’artista Giuseppe Stampone ed è fresca di Segnalazione Speciale al Premio Gabriele D’Annunzio 2013 per la poesia “Il Signor Strab”.


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Franco GIANSANTE

Consulente per la realizzazione, gestione e controllo di Strutture Sanitarie e Sociosanitarie

I L CO N S E N S O INFORMATO Il CONSENSO INFORMATO è la procedura attraverso cui il Medico che propone o effettua un atto sanitario fornisce al Paziente o rappresentante legale/tutore, in modo chiaro e adeguato alla sua età, salute e condizione socio-culturale, informazione e spiegazione su diagnosi, prognosi, prospettive terapeutiche, alternative disponibili, possibili rischi e conseguenze della terapia e/o della mancanza, al fine di metterlo in condizione di compiere una scelta consapevole. Il consenso si conclude con la compilazione di un modulo recante la decisione del paziente. Titolare del bene giuridico tutelato è unicamente il paziente che riceve la proposta. Seguendo gli insegnamenti di Ippocrate, il medico ha esercitato il diritto-dovere di non rivelare nulla al paziente sulle sue condizioni di salute. Per secoli, quindi, il consenso del malato non ha avuto alcuna rilevanza ed è rimasto nella discrezionalità del medico la scelta delle terapie e dei sistemi di cura e se darne o non darne conto al paziente. La prima esigenza d’informare il paziente risiede nelle tesi di Thomas Pervival, medico inglese (1740–1804), noto per aver scritto il primo codice di etica medica in cui sostiene il “diritto del paziente all'informazione”, se tale diritto si scontra con l’inganno caritatevole per la salvaguardia della salute del malato. Solo nel 1917, la Corte Suprema degli USA decide che “ogni essere umano adulto e sano di mente ha il diritto di decidere su cosa va fatto al suo corpo” e che “il medico che esegue un intervento senza il consenso del paziente commette un’aggressione”. In Italia, il principio del consenso informato trova la sua più importante consacrazione nella Costituzione: “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”(art.32). La Costituzione afferma inoltre l’inviolabilità della libertà personale(art.13). In conformità, la Legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale, esclude la possibilità di effettuare 8

accertamenti e trattamenti sanitari contro la volontà del paziente. La Giunta Regionale Abruzzese ha approvato in una deliberazione le “Linee di indirizzo per la gestione del consenso informato”. Infine il Codice di Deontologia Medica sancisce il principio generale secondo cui è vietato al medico intraprendere attività diagnostica e/o terapeutica senza l’acquisizione del consenso informato del paziente e l’obbligo per il medico di desistere, in presenza di documentato rifiuto di persona capace di intendere e di volere, dai conseguenti atti diagnostici e/o curativi, non essendo consentito alcun trattamento medico contro la volontà della persona. In Italia, qualunque trattamento sanitario, medico o infermieristico, necessita del preventivo consenso del paziente; è quindi il suo consenso informato che costituisce il fondamento della liceità dell'attività sanitaria. Il malato può decidere se vuole essere curato per una malattia e ha il diritto/dovere di conoscere tutte le informazioni disponibili sulla propria salute, chiedendo al medico ciò che non è chiaro; inoltre deve avere la possibilità di scegliere, in modo informato, se sottoporsi ad una determinata terapia o esame diagnostico. In conformità con quanto previsto dalla Costituzione tutti i trattamenti medici sono volontari. Fanno eccezione gli interventi previsti per legge, quando ricorrano gli estremi di necessità e quando il paziente non possa prestare il necessario consenso a causa di sue particolari condizioni soggettive. Il consenso informato è l’unica manifestazione di volontà che autorizza un qualsiasi atto medico. Può essere revocato in qualsiasi momento. È valido solo se il paziente riceve da parte del medico una informazione completa, professionale e dettagliata. Il paziente deve essere messo in condizione di capire e quindi di accettare o rifiutare un trattamento. Compito del medico è anche quello di accertarsi di essere stato capito dal paziente. E’ quindi ormai principio consolidato, che nessuna persona cosciente e capace può essere sottoposta ad un qualsiasi trattamento sanitario contro o senza la sua volontà. Appare, quindi, chiaro che l’informazione data al paziente costituisce parte integrante della prestazione medica che diviene essa stessa una prestazione sanitaria, al pari dell’accertamento diagnostico e dell’intervento terapeutico. P.S Il contenuto del presente articolo è una sintesi di una materia più ampia ed importante e riporta solo elementi di interesse generale.


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Dott. Claudio D’ARCHIVIO Fondatore del GRUPPO MEDICO D’ARCHIVIO Specialista in Radiodiagnostica e Scienze delle Immagini

DIAGNOSI PRECOCE DEL CANCRO DEL COLON RETTO Proseguendo sulla strada della campagna di prevenzione, dopo aver trattato dell’importanza della diagnosi precoce del tumore della mammella, in questo nuovo numero di Ippocrate e Dintorni affronteremo il tema della Diagnosi Precoce nel cancro del Colon Retto (CCR). Il CCR è una malattia ad elevata frequenza, potenzialmente letale, ma, fortunatamente, prevenibile. In Italia ogni anno vengono diagnosticati circa 38.000 nuovi casi di CCR che situano questa neoplasia al secondo posto tra le localizzazioni tumorali con un totale di decessi di circa 17.000 l’anno. La sopravvivenza per CCR è di circa il 73% a un anno ed il 49% a 5 anni. La sua incidenza aumenta con l’aumentare dell’età: raro prima dei 40 anni aumenta anno dopo anno a partire da questa fascia di età. Si capisce benissimo come anche in questo caso fondamentale è la Diagnosi Precoce. Il compito fondamentale della Diagnosi Precoce è sì quello di individuare formazioni tumorali ai primi stadi, ma, soprattutto, l’individuazione di polipi cosiddetti adenomatosi di pochi mm (da 5 a 10 mm), che sono i precursori della patologia neoplastica. La Diagnosi Precoce del CCR o l’individuazione delle formazioni polipoidi può essere effettuata da alcune metodiche: dalla Colonscopia Virtuale, dalla Enteroscopia con videocapsula e, per finire, dal Clisma Opaco. Sicuramente il gold standard, tra queste metodiche, appartiene alla Colonscopia Ottica che, oltre ad avere

enormi possibilità di reperire una neoformazione polipoide, ha anche la possibilità di asportare direttamente l’eventuale polipo o effettuare prelievi bioptici nelle lesioni dubbie. Altra metodica di sicuro rilievo nella individuazione di forme tumorali precoci e di formazioni polipoidi è la Colonscopia Virtuale. La Multi Society Task Force on Colorectal Cancer ha indicato la Colonscopia Virtuale come un’eccellente tecnica per lo screening del CCR. Essa viene eseguita con apparecchio TC con tecnica a bassa dose al fine di ridurre al minimo l’utilizzo di radiazioni ionizzanti e di fatto questo esame va a sostituire il Clisma Opaco. A vantaggio della Colonscopia Virtuale rispetto alla Colonscopia Ottica c’è sicuramente una minore invasività ed una migliore compliance del paziente. La Colonscopia Virtuale risulta fondamentale quando il paziente rifiuta l’esame di Colonscopia Ottica o quando essa non riesce ad esplorare l’intero intestino a causa di formazioni stenosanti (tumorali o flogistiche come la diverticolite) o nei colon particolarmente lunghi come il dolicocolon. Meno utilizzati sono l’Enteroscopia con videocapsula ed il Clisma Opaco. Pertanto, qualunque sia la metodica utilizzata, la Colonscopia Ottica, quella Virtuale e quella con videocapsula, fondamentale è, nel tentativo di ridurre al minimo gli effetti nocivi del CCR, eseguire controlli routinari, ogni 3/5 anni a partire dai 45-50 anni di età. 9


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Dott. Massimo ZERBINI Direttore Responsabile del Laboratorio Analisi IGEA

TEST PER LA DETERMINAZIONE SEMIQUANTITATIVA DEI RADICALI LIBERI NEI CAMPIONI DI URINA. I radicali liberi sono atomi o molecole caratterizzate dall’avere un elettrone in meno. Questa caratteristica li rende instabili e molto reattivi: cercano di “rubare” un elettrone ad un altro atomo. In questo modo diventano stabili, ma rendono instabile la molecola che hanno aggredito (reazione a catena) creando altri radicali liberi. Agiscono, danneggiandole, sulle membrane cellulari e sulle proteine dei nuclei. Possono attaccare tutti i componenti della cellula. I radicali liberi sono fondamentali nei processi metabolici (respirazione, alimentazione, movimento) ed in quelli del sistema immunitario: difesa da germi, elementi patogeni e loro eliminazione. Il nostro corpo è provvisto di un sistema che consente di controllare e mantenere in equilibrio la quantità di radicali liberi presente, producendo sostanze antiossidanti in grado cioè di contrastare l’azione ossidante dei radicali liberi. Tali sostanze sono in grado di renderli inattivi senza trasformarsi a loro volta in radicali liberi. L’equilibrio si rompe quando si attivano processi incontrollati di formazione di radicali liberi e la produzione di antiossidanti non è più sufficiente a regolarne la quantità presente. Principio del test Il test consente di rilevare la presenza di MDA – Malondialdeide, un prodotto derivante dall’ossidazione dei Fosfolipidi delle membrane cellulari. L’acido Tricloroacetico, in presenza di MDA fa virare il campione di urina verso il rosso. Il viraggio di colore del campione è direttamente proporzionale alla concentrazione di MDA e quindi dell’attività

Interpretazione dei risultati: 1 unità Carratelli (Carr) corrisponde ad una concentrazione di perossido di idrogeno di 0,008 mg% 1

Normale

<300

U Carr

2

Basso

301-350 U Carr

3

Medio Alto

351-400 U Carr

4

Alto

401-500 U Carr

5

Molto Alto

>500

U Carr

Alcuni consigli per il paziente (da rivolgersi sempre al proprio medico):

Campione La prima urina del mattino. 11

Normale

Tenere monitorato il proprio livello di stress ossidativo

Basso

Si consiglia maggiore attività fiisca e di in gerire maggiore quantità di verdure fresche

Medio Alto

Limitare l’assunzione di alcol e nicotina

Alto

Astenersi dall’assunzione di alcol e nicotina

Molto Alto

Contattare il proprio medico


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Dott. Luigi ZUGARO

LOREM

Medico Chirurgo Specialista in Radiodiagnostica

LA GUIDA ECOGRAFICA NELLA TERAPIA INFILTRATIVA E L’UTILIZZO DI GEL PIASTRINICO Le patologie muscolo-scheletriche costituiscono una delle principali fonti di dolore; oltre il 70% della popolazione adulta soffre di problemi articolari. Da alcuni anni è possibile intervenire efficacemente nella cura delle patologie muscolo-scheletriche mediante le tecniche infiltrative ecoguidate. I principali vantaggi offerti dalla guida ecografica consistono nella valutazione real time della procedura permettendo una maggiore concentrazione del principio attivo a livello della lesione e riducendo drasticamente la percentuale di complicanze legate ad essa. L'ecografia risulta più sicura rispetto alle tecniche fluoroscopiche e radiografiche alternative. Le principali patologie trattabili con queste innovative tecniche sono la Spalla dolorosa, sia che derivi da patologia tendinea che dalla presenza di calcificazioni o artrosi; la patologia degenerativa tendinea in ogni sede; l’artrosi, prevalentemente a carico del ginocchio e dell’anca. In particolare per l’anca è assolutamente da evitare l’infiltrazione senza un’adeguata guida ecografica poiché l’articolazione coxofemorale è particolarmente profonda e priva di reperi ossei . La Spalla dolorosa causata dalla presenza di calcificazioni venivano trattate, fino ad oggi, in artroscopia o con terapie mediche con scarsi risultati. La guida ecografica permette di raggiungere la calcificazione con due aghi e lavarla via con completa risoluzione del problema in pochi minuti. 12 12

Per ciò che riguarda i principi attivi infiltrabili, oltre ai classici farmaci corticosteroidei , utilizzati da tempo grazie al loro effetto antiinfiammatorio, negli ultimi anni lo sviluppo farmacologico ha messo a disposizione altri presidi ad alta efficacia quali l’acido ialuronico, estremamente efficace nel trattamento della patologia artrosica in ogni distretto articolare e delle patologie dei tendini quali il cosiddetto gomito del tennista o epicondilite. L’acido ialuronico è una sostanza naturalmente sintetizzata dalle cellule sinoviali e responsabile delle proprietà viscoelastiche del liquido articolare, contribuisce alla lubrificazione nelle condizioni di carico e protegge parzialmente il tessuto dalla penetrazione di cellule infiammatorie; in poche parole protegge l’articolazione dall’usura. L’ultima frontiera nel trattamento della patologia degenerativa tendinea ed articolare come l’artrosi è rappresentata dall’infiltrazione eco guidata di Plasma Ricco di Piastrine (PRP) che, grazie ai fattori di crescita in esso contenuti, promuove la rigenerazione tissutale sia tendinea che cartilaginea. Di particolare interesse è il suo impiego a livello della spalla, del ginocchio, della caviglia, dell’anca e nella patologia traumatica muscolare. La tecnica ecoguidata rappresenta il metodo scientificamente più corretto ed efficace per l’esecuzione delle procedure infiltrative intraarticolari e peritendinee.


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Dott.ssa Vittoria DRAGANI Specialista in Igiene e Medicina Preventiva Esperta in Medicina Estetica

INESTETISMI CUTANEI: le cosidette “MACCHIE” Le macchie cutanee, definite anche discromie o iperpigmentazioni, rappresentano uno dei segni dell’invecchiamento cutaneo. Sono causate da un deposito di pigmento a varia profondità sotto la superficie cutanea. Insorgono spesso in persone avanti negli anni che hanno esposto la loro pelle ai raggi solari e alle lampade UV. La luce solare agisce sui melanociti, cellule della nostra pelle produttrici di melanina responsabile della nostra abbronzatura. Tuttavia a volte compaiono sulla cute di pazienti più giovani (melasma), donne in particolare, e sono associate ad alterazioni dell'assetto ormonale legate all'assunzione di contraccettivi orali o alla gravidanza (cloasma gravidico). Per correggere questo inestetismo, il medico estetico può ricorrere a varie tecniche, quali peeling, laser e luce pulsata. In particolare la luce pulsata – IPL Intense Pulsed Light svolge la sua attività in maniera selettiva andando, con le sue lunghezze d’onda, ad aggredire e a disgregare gli accumuli di melanina. L’azione, chiamata foto termolisi selettiva, consiste nella alterazione della melanina che verrà poi eliminata; viene definita selettiva in quanto la cute circostante resta integra. Il trattamento viene effettuato mediante un manipolo che viene messo a contatto con la cute mediante un gel. Al temine del trattamento si assiste ad un cambiamento del

colore della macchia che diventa progressivamente più scura e poi formerà un crosticina che si risolve nell’arco di 10/15 giorni. Si tratta di una metodica non invasiva, praticamente indolore con processo di guarigione estremamente indolore Il trattamento andrà ripetuto a distanza di circa un mese. Altra metodica è rappresentata dall’uso dei peeling (ac. Piruvico, mandelico, ecc) sostanze acide che svolgono un’azione esfoliante e progressivamente depigmentante. Ruolo fondamentale nel trattamento delle “macchie cutanee” è l’applicazione costante, domiciliare, di creme solari ad alta protezione e di creme depigmentanti. La protezione solare va applicata sia nei mesi estivi che in quelli invernali,

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Per SAPERNE di PIÚ

Dott.ssa Fiorella DI VITTORIO Tecnico Sanitario di Radiologia Medica

TAC E TC: ANALOGIE E DIFFERENZE. La TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) è un esame radiologico relativamente recente, introdotto per la prima volta nel 1973, in grado di produrre immagini radiologiche di sezioni del corpo lungo il piano assiale/trasverso, (dalla testa ai piedi). Il procedimento con cui tali immagini vengono ottenute è tuttavia differente da quello della radiologia tradizionale, che si avvale di una acquisizione bidimensionale. L'apparecchiatura è composta da una unità di scansione chiamata gantry (circonferenza vuota all’interno della quale scorre un lettino porta paziente), da un generatore, dal lettino porta paziente, da un elaboratore elettronico, da una console di comando dove vengono visualizzate le immagini ed, infine, da un sistema di registrazione dei dati acquisiti. Negli ultimi anni le apparecchiature tomografiche si sono notevolmente evolute e hanno dato origini ad una nuova tipologia di macchina detta TAC multistrato. Il vantaggio di quest’ultima sta nel fatto che permette di acquisire in maniera molto rapida immagini piuttosto nitide e poco sensibili ai movimenti cardiaci e respiratori del nostro corpo. Ciò è reso possibile da un sistema che sincronizza la respirazione del paziente e l’emissione di radiazioni dal tubo radiogeno. Quest’ultima generazione di apparecchiatura TAC consente di studiare il corpo umano non solo sul piano assiale (trasverso) ma anche anche secondo altri piani, quali quello sagittale (laterale) e coronale (frontale). Per questo motivo, anche il nome stesso della macchina subisce una trasformazione: da TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) a TC. Non ci sono particolari controindicazioni da osservare per l’esecuzione di una TC, fatta eccezione per le donne durante il periodo di gestazione e per i bambini, poiché è una metodica che richiede l’utilizzo dei Raggi X. L’esame TC viene solitamente richiesto per studiare con più accuratezza le lesioni del sistema

nervoso (demenze senili), lesioni dei visceri addominali, opacità toraciche poco chiare all’esame radiografico e anche per traumi, emorragie o neoplasie. Di norma, per lo studio delle articolazioni (spalla, ginocchio, caviglia…) l’esame di prima istanza è la Risonanza Magnetica. Nel caso in cui non dovesse essere possibile eseguire la RM per problematiche legate al paziente come nel caso della presenza del pacemaker è consigliabile eseguire una TC. Nei vantaggi della TC rientra la capacità di differenziare nitidamente i dettagli anatomici e i rapporti tra i vari apparati, anche se in alcuni casi il solo esame TC di base presenta dei limiti. Per questo motivo si ricorre all’utilizzo di una sostanza chimico-fisica detta mezzo di contrasto (m.d.c.). Il loro impiego permette di evidenziare meglio alcune lesioni, caratterizzarle, valutarne l’estensione, per poi decidere di quale natura esse siano, al fine di ottenere una diagnosi accurata. Inoltre sono comunque indispensabili per lo studio della vascolarizzazione dei grandi e piccoli vasi sanguigni, per comprendere la pervietà e/o l’occlusione degli stessi (ad esempio per lo studio degli aneurismi e delle stenosi dei grossi vasi del collo). In TC, i mdc possono essere impiegati sia mediante somministrazione orale (os) che per via endovena (ev). I primi vengono ingeriti e non assimilati dal nostro organismo per cui sono facili da eliminare, mentre quelli endovenosi vengono a “mescolarsi” con il sangue,filtrati dai reni ed infine eliminati tramite le urine. Proprio perché questa sostanza viene filtrata dai reni, prima di poter eseguire l’esame TC con somministrazione del mezzo di contrasto, è indispensabile prendere in visione alcuni esami del sangue e l’elettrocardiogramma al fine di escludere problematiche legate alla funzionalità renale, cardiaca ed epatica. Qualora non ci fossero i presupposti sopraelencati non sarebbe possibile effettuare l’esame. 15


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