del Programma di ricerca Regione-Università EMILIA-ROMAGNA
Il bando per i giovani ricercatori Una sfida da cogliere In coda alla seconda edizione del Programma di ricerca Regione-Università (PrRU) la Regione ha deciso di finanziare, con quasi 3 milioni di euro, un bando espressamente dedicato ai giovani ricercatori del suo Servizio sanitario. Una decisione controcorrente in regime di spending review, che dà conto dell’impegno della nostra Regione a sostenere non solo la ricerca, ma anche chi in questo mondo ha un’esperienza ritenuta ancora giovane. Il bando “Giovani Ricercatori - Alessandro Liberati” 2012, lanciato a fine 2011, è stato pensato e finanziato nell’ambito dell’Area 1 ‘Ricerca Innovativa’ del PrRU. Il successo della risposta da parte dei giovani ricercatori è indubbio: 133 progetti ammessi a peer-review (su 151 pervenuti) è un dato estremamente positivo. Originariamente la Regione aveva stanziato 2,4 milioni di euro, ammontare che avrebbe consentito di finanziare non più di una decina di progetti. L’importo del finanziamento per ciascun progetto della durata massima di 36 mesi doveva infatti essere compreso tra 100.000 e 250.000 euro. L’incremento — in un secondo tempo — del budget di oltre mezzo milione di euro ha invece consentito di premiare 15 giovani ricercatori del Servizio sanitario regionale (vedi pag 6).
INDICE
6 2013
1
Il bando per i giovani ricercatori
7
Bandi Area 2 Ricerca per il governo clinico
10
Bando Area 1 Ricerca innovativa
13
Bando Area 3 Formazione per la ricerca
14
Progetto Mattone Internazionale
15
ASTER, servizi per la ricerca
Chi sono i giovani ricercatori
Sono giovani sotto i 40 anni afferenti alle Aziende Ospedaliero-Universitarie di Parma, Modena, Bologna, Ferrara, IRCCS Rizzoli, IRCCS Scienze Neurologiche di Bologna (requisiti del bando). L’età media di chi ha presentato un progetto si attesta sui 34 anni. Si tratta di giovani strutturati e no. Sono soprattutto ricercatrici (67% dei progetti presentati): è un bando rosa a tutti gli effetti. In tutte le Aziende il rapporto tra i generi va ben oltre il 60% in favore delle ricercatrici, con un picco del 67,2% nell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna e del 66,7% in quella di Modena.