Magazine P&F Settembre 2022

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Le

tra i banchi

MAGAZINE Finanza&Progetti Pubblicazione mensile in formato digitale sul sito www.progettiefinanza.info Editore Payclick srl anno V •numero 50 • Settembre 2022 Elezioni: Il centro destra di Giorgia Meloni conquista l’Italia ®MAGAZINE Finanza&Progetti POSTE ITALIANE S.P.A.SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALEAUT. N°MIPA/CENTRO-SUD/191/2022
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SETTEMBRE, È TEMPO DI TORNARE

TRA I BANCHI ANCHE PER LE AZIENDE.

Quando la campanella suona tornano in mente tutte le aspettative che uno studente ha nel far ritorno sui banchi di scuo la. Già dagli ultimi giorni di agosto si fanno i conti con gli ultimi sprazzi di libertà e con i temuti compiti per le vacanze. Un ricordo che però mai come in questo momento mi torna in mete se guardo al mondo del lavoro, chiamato a riformarsi e a stare al passo con i tempi. Si ritorna sui banchi di scuola costantemente e in tutti gli ambiti della società. In questo mese ve dremo tornare sui banchi i politici, messi davanti alla prova del voto ma anche le aziende al quale lo Stato ha dato un nuovo strumento per innovarsi e aggiornarsi. Parlo della Formazione 4.0 ma anche di tutte quegli spunti che il quotidiano ci pone come problema. Può sembrare un discorso fuori traccia, o meglio parafrasando un hashtag diffuso #offtopic, ma innovarsi in questo momento significa sopravvivere. Non parlo solo della concorrenza o dei circuiti interni di produzione ma anche di grandi problemi che attanagliano le nostre aziende. Dal rincaro dei carburanti, all’instabilità economica fino ad arrivare alla carenza di materie prime, le nuove tecnologie supportate da formazione e innovazone possono essere il giusto surrogato per lenire i disagi. Pensate ad una famiglia che davanti al costo del gas decide di optare per soluzioni diverse, innovative e sostenibili come possono essere pannelli solari o rigenerare la propria abitazione per avere minimi sprechi. Un buon padre di famiglia ha una visione che serve a risolvere il problema e così un buon imprenditore deve cercare una soluzione mettendo in campo tutte le strategie possibili e per farlo ha bisogno di un personale formato ed in grado di poter stare al passo con i tempi e con le nuove tecnologie. Quindi tornare sui banchi significa poter continuare a investire in un futuro e non solo avere l’esigenza di dovere garantire degli standard aziendali. La formazione è vitale per poter sopravvivere e in questo momento storico è fondamentale pensare non alla mole di lavoro da espletare oggi ma a come poter continuare a lavorare utilizzando metodi capaci di ridurre la spesa, garantire sicurezza e sfruttare tutte le possibilità che la tecnologia ci mette a disposizione. Ora non ci sono alibi per sottrarsi al ciclone di rinnovamento del mercato del lavoro. Se da un lato la formazione trova sponda nella realizzazione di misure a sostegno delle aziende che decidono di formarsi dall’altro lato grazie ai finanziamenti del PNRR, in Italia si prevede di garantire entro il 2026 una connettività a banda ultra larga a tutto il Paese. Un modo per acce lerare la digitalizzazione e la diffusione di servizi digitali e piattaforme pubbliche, accelerare la digitalizzazione della sanità pubblica e armonizzare la sua diffusione sul territorio, incrementare il livello di cybersicurezza del Paese e intervenire sulle competenze digitali dei cittadini. Quindi in parallelo si prevede di rilanciare la leadership italiana nello spazio e avviare il rafforzamento del Paese nelle tecnologie strategiche per il futuro. In un Paese che corre a questa velocità ha ancora senso nascondersi negli ultimi banchi della classe per cercare di copiare invece di essere i primi a lanciare nuovi obbiettivi e strategie? La risposta è ovvia e lo è ancor di più se si tiene conto dei sacrifici da mettere in conto, poiché, è risaputo che l’ultimo della classe alla fine si sforza, investe e spende quanto chi primeggia. Quello che cambia è solo il risultato. Quindi ben venga il ritorno sui banchi anche perchè oggi non è impensabi le continuare a lavorare senza guardare con attenzione all’innovazione. Per poterlo fare non bisogna solo investire nel fattore tecnico ma sopratutto in quello umano che non ha bisogno di essere sostituito dalla tecnologia ma ha bisogno di essere formato a tal punto da garantire maggior produttività grazie al corretto utilizzo delle tecnologie. Buon anno scolastico a tutti.

Tommaso Mazziotti

EDITORIALE

SETTEMBRE 2022 MAGAZINE
EDITORE
6 Elezioni politiche: vincono Meloni e l’astensione In Italia si continua a lavorare anche oltre i 60 anni Settembre 2022 SOMMARIO MAGAZINE 6 22 28 18 MAGAZINE Finanza&Progetti anno V •numero 50 •Settembre 2022 • Direttore Responsabile Maria Rosaria De Leonardis Realizzazione editoriale e pubblicita’ Pay Click Srl Piazza IV novembre, 4 20124 Milano Tel. +39 02 82396397 Pec: payclicksrl@pec.net P. Iva: 04167300716 Sito web www.progettiefinanza.info Progetto grafico Alessandro Gisoldi Pay Click Srl Viale degli Artigiani, 9 71121 - Foggia (FG) Foto: Stock.adobe.it Stampa Grafiche Deste srl - Bari Testata giornalistica registrata al Tribunale di Foggia n. 3 del 28/04/2021 E’ vietata la riproduzione anche parziale dei testi e materiale fotografico MAGAZINEFinanza & Progetti Bonus psicologo, può servire ai giovani? Le aziende che puntano alla formazione Rifinanziato il fondo nuove competenze di ANPAL Finanza&Progetti 4 WWW.PROGETTIEFINANZA.INFO
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Contenzioso tributario, la svolta nell’estate

Italia tra i paesi con più procedure aperte in Europa

Il contenzioso tributario è un procedimento giurisdizionale che ha ad oggetto le controversie di natura tributaria tra il contribuente e l’amministrazione finanziaria. In Italia il nume ro di procedure aperte è tra le più alte di Europa, qusto anche collegato alla pressione fiscale. Le pendenze complessive al 30 giugno 2022 si attestano a poco meno di 268 mila unità, con una riduzione su base annua del 10%; il dato congiun turale del trimestre precedente registra invece una lieve ri presa dell’arretrato (+2,24%). I ricorsi pervenuti nel secondo trimestre mostrano un aumento tendenziale del 39%, mentre le definizioni sono diminuite del 15%. Si consolida l’utilizzo della redazione digitale delle sentenze, che si attesta al 79% dei provvedimenti depositati.

Prosegue lo smaltimento delle controversie pendenti che, alla data del 30 giugno 2022, si attestano a 267.804 fascicoli, con una diminuzione tendenziale del 10% su base annua. Il dato congiunturale con il trimestre precedente evidenzia una lieve ripresa delle pendenze (+2,24%), maggiormente rilevante nel primo grado di giudizio (+6,8%), causata dal deposito di un numero di nuovi ricorsi superiore al numero delle definizioni. Le nuove controversie instaurate in entrambi i gradi di giu dizio nel secondo trimestre 2022, pari a 51.900, risultano in aumento del 38,6% rispetto all’analogo periodo del 2021; tale incremento è correlato alla ripresa delle attività di accerta mento e riscossione dei tributi da parte degli enti della fisca lità. Le controversie definite, pari a 46.023, registrano una

diminuzione tendenziale del 14,7%.

In dettaglio, i ricorsi presentati presso le Commissioni tribu tarie provinciali (CTP) sono stati pari a 41.047, in aumento tendenziale del 60,6%, mentre le definizioni, pari a 31.464, hanno registrato una diminuzione del 17,0%. Nelle Commis sioni tributarie regionali (CTR), gli appelli pervenuti nel mede simo periodo risultano pari a 10.853 unità, inferiori dell’8,6% rispetto al precedente anno; le definizioni, che si attestano a 14.559 provvedimenti, sono diminuite del 9,5%.

Nelle CTP la quota di giudizi completamente favorevoli all’En te impositore si è attestata al 51,2%, per un valore comples sivo di 2.099,88 milioni di euro, mentre quella dei giudizi completamente favorevoli al contribuente è stata del 26,3%, per un valore di 678,04 milioni di euro. La percentuale delle controversie concluse con giudizi intermedi è stata del 10,5%, per un valore complessivo di 464,08 milioni di euro.

Nelle CTR la quota di giudizi completamente favorevoli all’En te impositore è stata del 53,2%, per un valore complessivo di 1.342,02 milioni di euro, mentre quella dei giudizi comple tamente positivi nei confronti del contribuente è stata del 28,9%, per un valore complessivo di 603,78 milioni di euro. Le controversie concluse con giudizi intermedi rappresentano l’8,8%, per un valore complessivo di 706,05 milioni di euro. Continua l’aumento dei depositi dei provvedimenti digitali da parte dei giudici tributari che raggiunge circa il 79% del totale dei provvedimenti depositati.

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ELEZIONI 2022

Per la prima volta l’Italia sceglie di essere guidata da una donna di destra

Il partito della Meloni è stato il più votato nelle urne, e lei si appresta a guidare il primo governo a trazione femminile della storia italiana

Ad urne chiuse, sono almeno quattro i risultati che fanno notizia: la vittoria del cen trodestra, segnata dall’esplosione dei “Fratelli d’Italia” di Giorgia Meloni; la sconfitta del centrosi nistra; la mancata sconfitta dei Cinque stelle; l’aumento dell’astensionismo.

Il centrodestra ha vinto in maniera net ta, ha conquistato il 44% dei consensi a Camera e Senato. Fratelli d’Italia ha pre so il 26% dei voti e, da solo, vale più di Lega (8,8%) e Forza Italia (8,1%) insieme. Queste due, rispetto alle ultime elezioni politiche del 2018, sono dimezzate o più che dimezzate. Forza Italia conquista 45 seggi alla Camera e 18 al Senato e il suo

leader Silvio Berlusconi, a fronte di “una morte annunciata”, può rivendicare un ruolo storico per sé e per il suo parti to nella costruzione e nella vittoria del centrodestra. Al contrario, Salvini – che aveva il 34% solo tre anni prima - ha perso oltre 3milioni di voti e può gioire solo per avere eletto un gruppo assai numeroso di deputati. Resta da dire degli altri alleati di centrodestra, la lista “Noi moderati”: bocciati, hanno conse guito meno dell’1%.

Ancora più rimarchevole è il dato del Senato che vede il partito meloniano (26,1%) prendere più voti di tutto il cen trosinistra (25,99%).

La débacle del centrosinistra

Su questo fronte, il paesaggio è dav vero desolante, solo rovine. Il Pd è al

19%, poco meglio di quello disastroso capitanato da Renzi nel 2018, ma con 800mila voti in meno. Mentre gli altri inquilini del centrosinistra, i rossoverdi dell’alleanza verdi – sinistra si sono limi tati al solito compitino: hanno raccolto un milione di voti, un 3,5% che basta ad eleggere i rappresentanti della quo ta proporzionale. Lo stesso obiettivo è sfuggito per pochissimo a “Più Europa” di Emma Bonino, che ha chiesto il ricon teggio dei voti. Fallimento completo per “Impegno Civico” di Luigi Di Maio, che porta in Parlamento solo l’eterno Bruno Tabacci – eletto all’uninominale di Mila no - e consegna ad una fine ingloriosa l’ex grillino di Pomigliano.

I sopravvissuti

Caso tutto da interpretare quello del

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Movimento 5 Stelle che, pur perdendo oltre 6 milioni di voti, sconfigge quanti – quasi tutti gli osservatori – ne prevede vano la scomparsa e conquista il 15,5%. Quello dei Cinque stelle è un caso veramente molto particolare, destinato ad occupare le pagine dei giornali e gli studi degli analisti per lungo tempo, poiché il partito di Conte ha ribaltato le previsioni, cavalcando soprattutto il tema del reddito di cittadinanza, diventato ben presto l’argomento più con vincente della propaganda elettorale grillina. La scelta contiana ha permesso al M5S di rinverdire, specie nel Sud Italia, alcuni grandi successi del 2018.

I delusi del Terzo Polo

I risultati della lista unica di Azione e Italia Viva erano molto attesi. Vuoi per il ticket dei loro leader, Carlo Calenda e Renzi, vuoi per il chiaro sostegno ad un rinnovato governo Draghi e per la proposta politica “riformista e liberale” di quel partito al debutto. Tan to ricordato, il risultato non può entusiasmare più di tanto (7,8), specie in considerazione delle attese

enunciate dallo stesso Calenda, ma la neonata formazionese resisteranno insieme i “due galli” che guidano il terzo polo - potrebbe costituire una interessante alternativa politica per il futuro degli Italiani.

Gli sconfitti e il Belpaese

Primo fra tutti ItalExit. Il risultato conseguito dell’1,9% spiega più di mille parole quanto probabilmente la fama del suo lea der, l’ex leghista Gianluigi Paragone, fosse superiore a quella del suo stesso movimento sovranista. E che dire dell’Unione

Popolare di De Magistris? A leggere dei tanti leaders stranieri corsi a sostenerlo, vien da sorridere. Altro che Melanchon ita liano, l’ex sindaco di Napoli ha raccolto quello che vale, solo l’1,3%!

La verità è che il nostro Belpaese ama ben altri fenomeni: è il caso di Cateno De Luca, capo della lista “Sud chiama Nord”: questi ha corso contemporaneamente alle regionali siciliane e alle politiche ed è riuscito nell’impresa di eleggere addirittu ra ben due candidati nei collegi uninominali di Messina, uno alla Camera e uno al Senato.

L’affluenza

Ultimo – e non per importanza – consideriamo il dato dell’af fluenza alle elezioni del 25 settembre scorso. Diciamo subito che la partecipazione al voto si è fermata al 65,9% che è il dato più basso mai registrato in elezioni politiche della nostra

storia repubblicana. Siffatti numeri sono stati spiegati anche con il maltempo al Sud di quella domenica elettorale, ma più generalmente trovano da sempre origine nella disaffezione dei cittadini verso la politica.

Sul piano della cronaca elettorale delle ultime elezioni, è da sottolineare il numero assai elevato di voti non validi, ossia di schede bianche e nulle: oltre 1,3 mln.

Sul merito dei voti espressi, anche questa elezione ha pro dotto una rivoluzione, intesa nel significato di cambiamento: sono stati, infatti, numerosi gli elettori che hanno cambiato il loro voto rispetto alla tornata elettorale precedente, almeno 3 su 10. A conferma del fatto che le elezioni politiche italiane vedono il predominio netto del voto di opinione. Ora lo si può dire con certezza: la fedeltà elettorale appartiene a stagioni passate, ormai lontane.

L’Italia divisa

M5S e FI si possono definire i partiti più meridionalisti, hanno ottenuto rispettivamente il 56 e il 41 dei loro voti a sud di Roma. All’opposto, la Lega e il Terzo Polo hanno ottenuto più metà dei loro voti nelle regioni del nord (65 e 57). In conclu sione: i partiti che hanno un consenso “nazionale” sono Fra telli d’Italia, Pd e Alleanza Verdi – Sinistra.

La conquista

Gli Italiani, per la prima volta dopo 11 anni, potranno avere un governo deciso dal loro voto - almeno questa è la speranza.

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Non avendo votato i cittadini non solo hanno perso il più sacro dei diritti ma sono anche stati inadempienti verso il più rigoroso dei doveri

ELEZIONI POLITICHE IN ITALIA: VINCE IL PARTITO DELL’ASTENSIONE

Giunto il 25 settembre con la fiducia non alta quanto predetto si è avverato.

Il giorno in cui siamo stati chiamati a eleggere il nuovo parla mento, il primo dopo la riforma costituzionale che ha portato al taglio dei parlamentari, è stato un giorno catastrofico guar dando i dati. Si prospettava un grandissimo astensionismo che si è confermato come il più alto della storia del nostro Paese per quanto riguarda le elezioni parlamentari. Secondo le stime riportate dai sondaggi Demopolis, Tecnè, Emg, Ipsos ed Euromedia realizzati nel periodo compreso tra l’1 e il 9 settembre, dovevano essere 35,8% gli astenuti. Per centuale che avrebbe reso facile affermare che il partito più grande in Italia è quello dell’astensionismo. Ma gli italiani han no voluto superare qualsiasi stima, raggiungendo il 36,1% di astenuti.

In effetti il livello di partecipazione è stato costantemente in calo negli ultimi anni (come scritto nel Libro Bianco sull’asten sionismo: «La partecipazione al voto è in calo da molto tempo specialmente a partire dai primi anni ottanta del secolo scorso in tutti i tipi di competizione elettorale, in misura maggiore o minore a seconda della salienza delle scadenze e del tipo di elezioni») ma di recente è diventato talmente drastico da met tere in allerta le basi della democrazia.

La situazione più drastica in tema di affluenza il Paese l’ha

avuta nel Referendum sulla Giustizia 2022 dove c’è stata un’af fluenza del 20,93%, dato che ha completamente demolito i principi cardini della democrazia e che dovrebbe far riflettere tutti gli aventi diritto in quanto va ricordato che nell’Articolo 2 della Costituzione l’esercizio del voto «è dovere civico».

Visti i preoccupantissimi dati sull’astensionismo si è creata una Commissione di Studio, promossa dal Dipartimento per le Ri forme Istituzionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, i cui lavori sono stati raccolti in un Libro Bianco in cui vengono delineati gli aspetti principali del fenomeno.

La Commissione non elude il problema legato al fatto che una significativa quota di astensionismo, soprattutto negli ultimi anni, sia da attribuire alla scarsa fiducia che i cittadini ripongo no nelle istituzioni e nei partiti: «L’Italia va inserita in quei paesi ad alta partecipazione, in cui la crescita dell’astensione sembra il risultato, prima, della sfiducia nei partiti e del conseguente terremoto politico all’inizio degli anni novanta e, poi, a distanza di anni, della grande recessione con i suoi effetti economici e sociali che spinge a reazioni di protesta e astensione» e da questo punto di vista una conferma ci giunge anche dal Rap porto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) curato da Istat. Dai dati relativi al 2021 infatti emerge come la fiducia degli ita liani nei confronti della politica sia particolarmente bassa. Su una scala di apprezzamento che va da 0 a 10 infatti i partiti

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politici si fermano a 3,3. Leggermente più alti i dati di parla mento (4,6) e sistema giudiziario (4,8). Il lavoro della commis sione però non offre soluzioni a tale criticità. D’altronde questa è una problematica che potrà essere risolta solo superando la crisi dell’attuale sistema politico. Crisi che ha portato tra l’altro alla nascita di maggioranze molto eterogenee e di due governi “tecnici” (Monti e Draghi) nel giro di dieci anni.

Il mio continuare a sperare (o ho smesso da tempo di farlo, forse) nelle capacità del popolo è una bella utopia dell’essere informati senza limitarsi alla mera influenza dell’aderenza a partiti politici, ma, dati i risultati del Referendum sulla Giustizia 2022 e delle elezioni politiche 2022, tale resta. Si sottopongono al popolo quesiti di rilevanza storica con il conseguente rilievo storico della lingua italiana ma ovviamen te il popolo tale rilievo non solo non lo recepisce ma, deside roso solamente del panem et circenses, lo ignora completa mente classificandolo come serie indecifrabile di norme non comprensibili per il linguaggio comune. È questo ciò che è successo dinanzi agli importantissimi quesiti del Referendum sulla Giustizia 2022 e poi dinanzi alla decisiva scelta di Governo che ci ha visti su tutti i notiziari del mondo con titoli del calibro di “The Return of Fascism in Italy” o “Is Italy Seeing the Rise of a New Fascism?” o ancora “Fascism Reawakens in Italy”. Saranno forse quesiti da lasciare alla politica rappresentativa

facendo così decadere tutto il potere che la meravigliosa Costi tuzione ci ha riservato oppure sarebbe necessaria solamente una migliore educazione del popolo affinché non trovi diffici le effettuare una scelta dinanzi a qualsiasi domanda ad esso posta? Secondo la Commissione sono l’11%, infatti, i cittadini indifferenti che praticano astensionismo per scarso interesse e/o disinformazione.

L’Italia è ancora una volta il Paese bello e inutile dove tutto rimane immobile, uguale, in mano ai dinosauri; dove si agisce solamente se la televisione dice di agire e ci si indegna sola mente se la televisione è indignata. Non avendo votato i cittadini non solo hanno perso il più sacro dei diritti ma sono anche stati inadempienti verso il più rigoro so dei doveri; e manca di validità la falsa scusante, usata per i referendum, del nascondersi dietro la scelta di mancare alle urne come alternativa ad una votazione negativa: tralasciando la difficoltà che ho nel credere che di cinque quesiti la volontà sia per ognuno la medesima, non è lasciando correre e libe randosi dalle responsabilità inderogabili che si può sancire un “No” elettorale. Il “No” ha un suo valore, forse ancora più alto del “Sì”, e lo mantiene da sempre ed è per questo che è più semplice non schierarsi piuttosto che obiettare una proposta; ma a quanto pare ancora più forte del “No” è la negligenza dei più per pigrizia, spero, ma per insensibilità, credo.

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Una vera rivoluzione per il mondo del lavoro sul campo dell’aggiornamento sulle nuove tecnologie con l’introduzio ne del credito d’imposta concesso dal Ministero dello Svi luppo Economico alle aziende per la formazione in materia digitale. Con Formazione 4.0 2022, si avvia un modello tutto italiano per rinnovare le aziende del Bel Paese mettendole al passo con i tempi. Percorsi studiati per garantire un si stema efficace di attività formative e sviluppare nuove com petenze digitali tra i lavoratori saranno calati sulle aziende e sui dipendenti. Non è possibile nel 2022 ancora pensare ad aziende che non utilizzano cloud o reti ad alta potenzia lità connettiva. Molto spesso device e materiale informatico restano impacchettati nell’attesa di formare il personale, e quando questo avviene, quella stessa tecnologia diventa ve tusta e obsoleta, visto i tempi della formazione. Le colpe non possono ricadere sulle aziende, soprattutto se si tiene conto degli alti costi legati alla formazione del personale. In un pe riodo di crisi l’imprenditore cerca sempre di più di garantire lo stipendio nonostante i rincari e così facendo è costretto a tagliare su quelle spese che molto spesso sono identificate come collaterali. Una visione sbagliata che porta le aziende a non rinnovarsi e a non economizzare anche i processi pro duttivi. L’utilizzo delle nuove tecnologie, infatti, abbatte i co sti in maniera sostanziale. Per invertire la rotta il Ministero dello Sviluppo Economico ha previsto un credito d’imposta fino al 70% per le piccole imprese e al 50% per le medie im prese, sulle spese sostenute per la formazione erogata da soggetti certificati dal MISE. Una opportunità che crea sgravi

importanti dando al mondo del lavoro una linfa di innovazio ne fondamentale per stare sul mercato internazionale. Scen dendo nello specifico il credito d’imposta formazione 4.0 è un’agevolazione fiscale rivolta alle imprese da applicare alle spese sostenute per la formazione in ambito digitale e da qui il nome “formazione 4.0”. Il credito, come già specifica to, per il 2022, ammonta al 70% della spesa per le piccole e al 50% per le medie imprese. La misura mira a sostenere le aziende italiane nel processo di trasformazione tecnolo gica e digitale creando o consolidando le competenze nelle tecnologie ed è previsto dal Piano nazionale Impresa 4.0. Istituito per la prima volta dalla Legge 27 dicembre 2017, n. 205 (Legge di Bilancio 2018), è stato rinnovato nel corso degli anni. L’ultima modifica, con aumento delle aliquote, è quella prevista nel Decreto Aiuti (articolo 22) e dal relativo Decreto MISE dell’8 luglio 2022, in corso di pubblicazione. Ma vediamo come funziona il credito formazione 4.0. Una misura dedicata a tutte le imprese con sede in Italia, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipen dentemente dalla natura giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione, dal regime contabile e dal sistema di determinazione del reddito ai fini fiscali. La frui zione del beneficio spettante è subordinata alla condizione del rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di la voro e al corretto adempimento degli obblighi di versamen to dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei la voratori. A riguardo bisogna precisare che le aliquote del bonus fiscale sono state aumentate dall’articolo 22 del De

FOCUS

creto Aiuti. Per il 2022, il MISE riconosce “lo sconto” in base alle seguenti misure: 70% delle spese ammissibili (invece del 50% precdente) nel limite massimo annuale di 300.000 euro per le piccole imprese; 50% delle spese ammissibili (invece del 40%) nel limite massimo annuale di 250.000 euro per le medie imprese. e 30% delle spese ammissibili per le grandi imprese nel limite massimo annuale di 250.000 euro. Per i progetti di formazione avviati successivamente alla data di entrata in vigore del Decreto Aiuti (ovvero il 18 giugno 2022), che non soddisfino le condizioni di accelerata alla transizio ne digitale come prevista dall’articolo 22, comma 1, del testo, le misure del credito d’imposta sono rispettivamente dimi nuite al 40% e al 35%. Inoltre, a misura del credito d’imposta può essere aumentata per tutte le imprese al 60%, fermo restando i limiti massimi annuali, nel caso in cui i destinatari della formazione ammissibile rientrino nelle categorie dei la voratori dipendenti svantaggiati o molto svantaggiati, come definite dal Decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali del 17 ottobre 2017. Una misura in grado di coprire le spese per: big data e analisi dei dati; cloud e fog computing; cyber security; simulazione e sistemi cyber-fisici; prototipa zione rapida; sistemi di visualizzazione, realtà virtuale (rv) e realtà au mentata (ra); robotica avanzata e collaborativa; interfaccia uomo macchina; manifattura additiva (o stampa tridimensionale); internet delle cose e delle macchine; inte grazione digitale dei processi aziendali. Ovviamente il cre dito di imposta è riconosciuto a condizione che le attività formative siano erogate dai soggetti individuati con decreto

del citato MISE dell’8 luglio di prossima pubblicazione e che i risultati relativi all’acquisizione o al consolidamento delle suddette competenze siano certificati secondo le modalità stabilite con il medesimo decreto ministeriale. il credito for mazione 4.0 è applicato alle seguenti spese: costi di perso nale relative ai formatori per le ore di partecipazione alla formazione; costi di esercizio relativi a formatori e parteci panti alla formazione direttamente connessi al progetto di formazione, quali le spese di viaggio, i materiali e le fornitu re con attinenza diretta al progetto, l’ammortamento degli strumenti e delle attrezzature per la quota da riferire al loro uso esclusivo per il progetto di formazione. Sono escluse le spese di alloggio, ad eccezione delle spese di alloggio mini me necessarie per i partecipanti che sono lavoratori con di sabilità; relative ai servizi di consulenza connessi al progetto di formazione; costi di personale relative ai partecipanti alla formazione e le spese generali indirette (spese amministra tive, locazione, spese generali) per le ore durante le quali i partecipanti hanno seguito la formazione.Sono ammissibili anche le eventuali spese relative al personale dipendente ordinariamente occupato in uno degli ambiti aziendali in dividuati nell’allegato A della Legge n. 205 del 2017 e che partecipi in veste di docente o tutor alle attività di formazio ne ammissibili. Infine, è ammissibile, a incremento diretto del credito d’imposta entro il limite di 5.000 euro, la spesa sostenuta per adempiere l’obbligo di certificazione contabi le da parte delle imprese non soggette ex lege a revisione legale dei conti.

Con

FINAFORM la formazione e l’innovazione te li paga lo Stato

Tante le opportunità messe in campo dall’azienda per il bonus Formazione 4.0

Oggi è indispensabile affidarsi al partner giusto per qualsiasi tipo di azione aziendale. In modo particolare la formazione è diventata la paro la chiave per poter restare sui mercati e offrire sempre nuovi orizzonti. Tra le aziende di for mazione più importanti sul panorama italiano c’è senza dubbio FinaForm, che in questo mo mento ha messo in campo tutte le risorse per aiutare le aziende nella gestione del Bonus For mazione 4.0, ossia quell’incentivo economico che stimola le imprese ad investire sulla forma zione del personale nelle tecnologie abilitanti, per la trasformazione tecnologica e digitale del mondo del lavoro. La Finaform Srl è un Ente di Formazione accreditato presso CONFAPI, la confederazione che rappresenta e tutela a livel lo nazionale gli interessi delle PMI, per la pro gettazione e l’erogazione di interventi di forma zione professionale, interventi di orientamento ed inserimento nel mondo del lavoro. Ha tra gli accreditamenti anche il riconoscimento presso il Ministero dello Sviluppo Economico per po ter garantire l’accesso alle agevolazioni fiscali

in materia di formazione quattro punto zero. E proprio sulla 4.0, la FinaForm ha messo a di sposizione delle aziende un portale interattivo dove poter calcolare il credito in formazione.

Un modo veloce senza troppi giri per poter pia nificare concretamente un percorso formativo per la propria azienda pagato dallo Stato grazie alle agevolazioni previste nella misura econo mica che supporta la spesa per la formazione del personale dipendente in modo da aumen tare tutte quelle competenze sulle tecnologie previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0, le co siddette “tecnologie abilitanti”. Una volta nelle mani di FinaForm con questo approccio strut turato verrà gestito tutto il programma forma tivo, stimando il beneficio fiscale e accompa gnando l’azienda alla maturazione del credito di imposta durante tutto l’anno, correggendo eventuali scostamenti dal programma iniziale. Tra le varie opportunità che FinaForm può dare alle aziende, tra queste anche quelle destinata rie del credito, vi sono sicuramente la gestio ne dei grandi volumi di dati, strutturati e non

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strutturati, che inondano l’azienda ogni giorno. I così detti Big data richiedono metodi specifici per l’estrazione e la conoscenza che un FinaForm riesce a garantire. A questi si aggiunge il cloud computing che consente di utilizzare in remoto software e hardware e spazi di archiviazione. Il Fog computing utilizza dispositivi periferici per eseguire calcoli e immagazzinamento dei dati in piena sicurezza. E a proposito di sicurez za quella informatica è fondamentale per la protezione dei nostri dati conservati tramite dispositivi elettronici nel web. Con la Cyber Security gestita dal valido staff di FinaForm sarà possibile riconoscere ed eliminare qualsi asi tipo di minaccia.

Grande spazio all’innovazione tecnologica nel pacchetto di offerte di FinaForm. Le più avan zate tecniche industriali vengono messe a di sposizione delle aziende per consentire di re alizzare prototipi e modelli partendo da una definizione matematica dell’oggetto in 3D. La formazione può riguardare infatti: prototipi, stampa 3D e nuove tecnologia sartorialmente

studiata per calzare a pennello sulle esigenze aziendali. Sulla stessa linea di azione anche la realtà virtuale e realtà aumentata che offro no la possibilità di migliorare nel concreto le capacità dell’essere umano. Le aziende cam biano e diventano sempre di più innovative e connesse tra di loro. Per questo FinaForm la vora nella quotidianità per creare integrazio ne digitale fornendo le opportunità innova tive, quali il collegamento in rete di persone e macchine. Con l’integrazione dei sistemi si avrà una produttività e una gestione azienda le decisamente più efficace e intelligente. In un momento come questo diventa impossibile pensare ad una rete economica e produttiva che non corre al passo con i tempi. FinaForm è al centro di un sistema che permette alle aziende, piccole e grandi, di poter fare quel salto verso il futuro senza tralasciare la tradi zione ma riducendo rischi e costi e aprendo nuove frontiere grazie all’innovazione e for mazione, unica arma per combattere la con correnza dei mercati esteri.

REDAZIONALE A CURA DELL’INSERZIONISTA

Formazione a costo zero per le aziende, rifinanziato il fondo nuove competenze di ANPAL

Firmato il decreto attuativo che regolamenta il nuovo Fnc, il programma nazionale con il quale Anpal rimborsa i datori di lavoro

retribuzioni dei dipendenti che partecipano a percorsi

delle
formativi FOCUS Finanza&Progetti 22 WWW.PROGETTIEFINANZA.INFO

La formazione continuerà ad essere un’opportunità anziché un semplice adempimento. Con le sfide tecnolo giche che attendono le aziende era impossibile pensare che l’upgrade dei dipendenti dovesse essere mortificato dalle leggi. Ecco perché, tra gli ultimi adempimenti del Governo uscente, vi è il rifinanziamento del Fondo Nuove Competenze (FNC) che è stato proro gato anche al 2023. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha firmato il decreto attuativo che re golamenta il nuovo Fnc, il programma nazionale con il quale Anpal rimborsa i datori di lavoro delle retribuzioni dei dipendenti che partecipano a percorsi formativi, rifinanziato per il 2022 con un miliardo di euro. Il programma, nell’anno 2021, ha avuto un discreto successo e ha previsto la chiusura delle domande nel mese di giugno. Attraver so questo programma, finanziato con risorse europee, è stato possibile con sentire alle aziende di ammortizzare le spese per la formazione dei dipenden ti. Le risorse sono state anche un so stegno non indifferente durante la fase pandemica che ha bloccato numerosi processi migliorativi.

Oltre alla conferma per l’anno 2023, il decreto ha apportato ulteriori miglio rie. Sono stati modificati, infatti, i mec canismi e le finalità di intervento del Fnc, ridefinendone le linee direttrici. Il primo intervento riguarda l’orienta mento della formazione allo sviluppo di competenze digitali e green. Questi obiettivi sono diventati primari dopo che anche il PNRR ha veicolato grandi risorse in questo senso. Con la neces sità di avere, anche nel settore privati, delle competenze specifiche in que sto senso, sono state incrementate le risorse per la formazione sui temi dell’ambiente e del digitale purché cor relabili ai repertori professionali di ri ferimento.

Un’altra miglioria riguarda la maggiore integrazione con i fondi interprofessio nali. In questo senso, i fondi paritetici costituiranno il canale di accesso privi legiato al Fnc. Pertanto le stesse istan ze da presentare ad Anpal dovranno essere presentate, ove possibile, anche al fondo paritetico al quale si aderisce. Non potrà essere soggetto erogatore della formazione la medesima impresa che ha presentato istanza di accesso al Fondo. Inoltre il fondo coprirà i costi del 100% dei contributi assistenziali e previdenziali (al netto degli eventuali sgravi contributivi fruibili nel mese di

approvazione dell’istanza di accesso al Fondo) e del 60% della retribuzione oraria delle ore destinate alla forma zione.

Nel mese di ottobre Anpal provvederà a pubblicare il bando che consentirà alle aziende di richiedere i finanzia menti con modalità a sportello e quin di fino a esaurimento delle risorse di sponibili a livello nazionale. I percorsi formativi saranno completamente gratuiti per le aziende. Le ore dedica te alla riqualificazione saranno infatti a carico dello Stato, il che comporterà anche una riduzione per le imprese del costo del lavoro. Le aziende potranno, inoltre, approfittare dei fondi interpro fessionali per l’erogazione dei percorsi formativi. Questo implica un ulteriore vantaggio di natura economica: con l’iscrizione ai fondi interprofessionali, le aziende possono destinare lo 0,30% dei propri contributi obbligatori INPS

al fondo e investirli per la formazio ne continua delle risorse lavorative e il loro aggiornamento professionale. Le aziende, a seguito di un accordo sindacale di rimodulazione dell’orario lavorativo, possono ridefinire l’orario lavorativo destinando le ore in eccesso alla formazione dei propri dipendenti al fine di migliorarne le competenze o favorire una riqualificazione professio nale.

Il Fondo si fa carico del costo del lavo ratore in formazione, senza diminuirne lo stipendio e senza costi per l’azienda. Possono farne richiesta i datori di lavo ro del settore privato che abbiano sti pulato accordi collettivi di II° livello per la rimodulazione dell’orario di lavoro, destinando le ore di lavoro risparmia te alla frequenza di percorsi formativi e di aggiornamento professionale del personale dipendente e/o in sommini strazione.

Finanza
&Progetti 23 WWW.PROGETTIEFINANZA.INFO

Italia, un paese di lavoratori over

E’ aumentata l’occupazione dei lavoratori over 55, che in dieci anni sono cresciuti di un milio-ne e 770mila unità. Così l’ultimo report del mese di aprile pubblicato dalle maggiori agenzie economico - lavoristiche e demoscopi che.

La notizia è di quelle che fanno rumore. Sono aumentati i lavoratori cosiddetti anziani. Ma chi sono? Per il lavoro si può essere anziani anche a 40 – e comunque si è an ziani quando si va in pensione, a condizione che siano stati versati anche i dovuti contributi. Non è proprio facile individuare chi siano gli anziani per il diritto. A che età lo si diventa? L’ISTAT definisce “popolazione anziana” la popolazione al di sopra dei 65 anni, contrapponendola alla “popolazione attiva”, di età compresa tra i 15 e 64; il Censis, invece, fissa i paletti della Terza Età: ultra60enni, ultra65enni, ultra90enni, centenari.

Per il diritto non esiste una nozione generale di anziani tà, esiste la vecchiaia come evento protetto nell’ambito della previdenza pensionistica; ma i destinatari della tu tela sono differen-ziati in base a criteri eterogenei. E lo stesso concetto di età pensionabile non è univoco, è un

limite temporale che si coniuga diversamente in ragione di categorie, contenuti ed importanza del raggiungimen to della pensione.

In questi ultimi decenni nulla è stato più incerto del crite rio dell’età pensionabile, revisionato più volte attraverso “finestre, scalini, scaloni, quote”, in virtù dei ben noti pro blemi di sostenibilità finanziaria e di equilibrio dei conti pubblici, oltre che dei capricci dei partiti politici. Perciò l’allungamento dell’età pensionabile è stato sì conse guenza dell’invecchiamento crescente della popolazio ne ma anche la più frequente risposta di politica sociale messa in atto, dal 1992 in poi, dai diversi governi, per af frontare – e senza mai risolvere - il problema della spe-sa pensionistica.

Nel secolo scorso, dopo i cinquant’anni, per quasi tutti giungeva l’ora del pensionamento. Oggi, nello stesso mo mento della carriera, i lavoratori hanno dinanzi ad essi un’altra decade di periodo contributivo, per cui le impre se devono confrontarsi necessariamente con lavoratori più maturi che o “hanno bisogno” di lavorare ancora, o “vogliono” continuare a lavorare, in conseguenza della

Sempre più dipendenti ed imprenditori rimandano la pensione e continuano a mantenere il proprio posto di lavoro
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dipendenti e recupera

Scopri come, grazie al Credito d’imposta del

BONUS formazione 4.0 Forma i tuoi
il 50% Destinatari azioni formative: lavoratori dipendenti appartenenti a tutti gli inquadramenti contrattuali o in somministrazione per i quali è ridotto l’orario di lavoro a fronte della partecipazione a percorsi di sviluppo delle competenze, previsti dall’accordo col lettivo. I lavoratori in cassa integrazione o percettori di TIS in deroga non possono essere interessati contemporaneamente dalla Cassa o dal TIS e dal Fondo partecipando alle attività for mative. Devono aver terminato il periodo di cassa integrazi one anche il giorno prima e poi accedere ai percorsi formativi. Contattaci: Finaform Srl - Tel. 0881.1783556 www.finaform.it - info@finaform.it

“prospettiva di vita più lunga”. La collocazione dei seniores nel mercato del lavoro incontra davve ro numerosi ostacoli, che ne limita no le opportunità occupazionali: la previsione, tra i criteri per le as sunzioni, di limiti massimi di età; la previsione di specifici requisiti per lo svolgimento di determi-na te attività che “per virtù d’anagrafe” quasi mai appartengono a persone di età avanzata - ad esempio la ri chiesta di conoscenza di tecnolo gie informatiche; e, ancora, la loro col-locazione in tipologie contrattua li discontinue. Se si considera, infat ti, che gran parte delle poli-tiche di sostegno all’occupazione e all’occupabilità degli anziani, specie soggetti con più di 50 o 55 anni di età, prevedono l’impiego di questi lavoratori nell’area dei lavori flessibili –hai vo-glia a parlare di sicurezza, quando hai un tale lavo ro, sei assolutamente precario! – si capi-sce perfettamen te anche l’altro grave rischio insito: la loro ghettizzazione. Se poi consideriamo la fase di uscita dal mercato del lavo ro, allora notiamo che la legislazione pensionistica preve de due “sbocchi” per l’anzianità contributiva: come requi sito di accesso alla pensione anticipata, e come anzianità anagrafica per l’accesso alla pensione di vec-chiaia. Il legislatore ha pensato bene e spesso di posticipare, at traverso severe norme, l’età di pensionamento: nel set tore privato ma non nel pubblico impiego; ma va detto che anche nel settore pubblico hanno ormai preso piede politiche occupazionali che, al fine di contrastare il feno meno della elevata disoccupazione giovanile, puntano a potenziare strumenti concertati di fuoriuscita degli anzia ni dal mondo del lavoro. Anche in questo caso, la nostra opinione è che la politica occupazionale per gli anziani è e resti ancora intrappolata nella logica del pen-siona mento anticipato.

Tutto ciò ci porta ad avanzare più di qualche dubbio sul buono stato dei lavoratori over 50 in Italia. I numeri dell’occupazione sono inequivocabili, ma ci si consentirà

I lavoratori seniores possono influire negativamente sulla produttività. Si parla di scarsa flessibilità, di poca attitudine a fare squadra, di maggiori difficoltà ad adattarsi all’innovazione tecnologica.

Sarà pur vero che i movimenti si rallentano con l’età, ma i deficit degli eventuali lavoratori maturi possono essere superati, ridisegnando per essi ambienti adatti alle loro caratteristiche di lavoro. L’esempio più noto in tema di age-management riguarda il caso BMW, dove la presenza di una forza lavoro assai matura non ha impedito la produttività negli impianti. Nell caso speci fico sono stati promossi una maggiore attenzione alla salute e lo sviluppo di nuove competenze e favorito un maggiore accesso al lavoro part-time. Conclusioni: la

di spiegarli anche alla luce di altri numeri che vedono il BelPaese, qua le seconda nazione per presenza di anziani nel mondo, mentre le nuove nascite sono ai record più negativi di sempre. Conclusioni: l’Italia è un paese di vecchi ma non è un paese per vecchi!

Seconda riflessione. C’è in Italia ma anche in tutta Europa - con le ne cessarie differenze in meglio, spe cie quando si considerano i paesi del Nord Europa - uno stigma che accompagna i lavoratori “anziani”: è un giudizio negativo, ma soprattut to una visione culturale, che vede nell’anziano il lavoratore da cui af francarsi il più presto possibile, una volta che ha raggiun to una certa soglia anagrafica. Che fare? Investire, nonostante tutto, sui lavoratori anzia ni, perché sono numerosi, perché i nostri orizzonti di vita sono piuttosto lunghi, perché è sacrosanto dovere tute lare le persone di ogni età e i loro diritti di cittadinanza. Per intanto, la Comunità europea nel 2000 ha legiferato in materia di antidiscriminazione con la direttiva 78, nel cui ambito protettivo è compreso anche il fattore ana grafico. E la stessa di-rettiva è stata recepita in Italia dal d. lgs. 216/2003. Per cui ogni cittadino dei paesi europei ha la garanzia di parità di trattamento in base all’età e, contemporaneamente, ha contezza del rilievo enorme che ha l’età nel contesto giuridico e culturale dell’Europa. Deve solo affidarsi all’amministrazione della giustizia e affrontare l’immancabile contenzioso…

In ultimo, vogliamo esprimere il forte auspicio che il la voro, in generale, diventi il tema princi-pale di tutte le nazioni. Se l’Europa aspira ad essere una vera e grande unione di cittadini e di valori deve puntare davvero in alto e costruire il sistema di norme del lavoro più completo ed esaustivo: un sistema del lavoro unico, organico, che val ga per tutti paesi dell’unione e che regolamenti le condi zioni lavorative di tutti i lavoratori, in particolare di quelli più svantaggiati.

ANZIANI

produttività degli impianti è aumentata del 7%; gli esiti conseguiti sono risultati in linea con gli impianti com posti da forza lavoro più giovane. Tanto per ricordare gli interventi di age-management d’oltralpe ormai noti. Anche in Italia non mancano ini ziative progetti destinati rivolti ai sempre più numerosi lavoratori over 50. Sono tanti e vanno da progetti di educazione alla salute all’adattamento degli orari di lavoro, passando per l’utilizzo di strumenti di welfare aziendale e la pianificazione delle carriere. Questo per rimarcare l’attenzione e la sensibilità che le aziende de vono sempre più prestare alla problematica, ad un du plice scopo: mantenere i più giusti livelli di produzione, salvaguardare la vita e la salute dei lavoratori anziani.

COME VALORIZZARE I LAVORATORI
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BONUSPSICOLOGO, AIUTO SUFFICIENTE PER I GIOVANI?

Stando ai dati dell’in dagine “Chiedimi come sto” condot ta dall’Istituto di Ricerca Ires e pro mossa dalla Rete degli Studenti Medi, dall’Unione degli Universitari e dallo Spi-Cgil: dopo l’emergenza covid-19 il 60% degli studenti italiani soffre di problemi legati alla salute mentale e denuncia disagi mentali, il 70% vive in uno stato di costante noia, il 14% ha ammesso di aver avuto esperienze di autolesionismo, il 66% è fortemen te demotivato, il 63% si sente solo, il 10% ha ammesso di aver fatto uso di droghe, il 75% ha dichiarato di sentirsi insicuro per gli anni che verranno, il 27% ha dichiarato di aver pensato di abbandonare gli studi per forte insod disfazione e soprattutto paura per il futuro, il 31% dice di preferire restare

chiuso in casa a giocare ai videogame, e gli incontri con gli amici tra studenti italiani sono diminuiti del 50%.

Lo Spi-Cgil dichiara: «Ora sappiamo davanti a quale quadro drammatico ci troviamo. Un quadro che ha bisogno di essere letto, compreso e analizza to. I ragazzi ora ci dicono con estre ma chiarezza che stanno male e che vogliono uscire da questa profonda difficoltà. Sensibilizzando gli adulti, li sosterremo. Rappresentano il futuro del Paese».

È in questo contesto critico che con il Decreto Aiuti sono stati stanziati 25 milioni di euro per il “contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia” (c.d. Bonus psicolo go) introdotto dal decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 feb braio 2022, n. 15, all’articolo 1-quater, comma 3 (con il decreto interministe riale del 31 maggio 2022, emanato

dal Ministro della Salute, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle finanze - pubblicato nella Gazzetta Uf ficiale - Serie Generale n. 148 del 27 giugno 2022 - sono state emanate le disposizioni attuative dello stesso): un contributo di massimo 600 euro per assistenza psicologica, riconosciuto in base a una serie requisiti, a partire dall’ISEE.

Il Bonus psicologo, come si legge dall’INPS, «è una misura volta a so stenere le persone in condizione di ansia, stress, depressione e fragilità psicologica, a causa dell’emergenza pandemica e della conseguente crisi socio-economica, che siano nella con dizione di beneficiare di un percorso psicoterapeutico; che può essere pre sentata dai cittadini richiedenti che al momento della presentazione risulti no in possesso dei seguenti requisiti: essere residente in Italia e disporre di un valore dell’Indicatore della situa

FOCUS
PIO SAVELLI
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La domanda per il Bonus deve essere presentata all’INPS dal 25 luglio al 24 ottobre 2022

zione economica equivalente (ISEE), in corso di validità non superiore a 50mila euro»

La domanda per il Bonus deve essere presentata all’INPS dal 25 luglio al 24 ottobre 2022, esclusivamente in via telematica.

«Il beneficio – continua l’INPS - è rico nosciuto una sola volta in favore del cittadino richiedente. In caso di acco glimento della domanda, il contributo è riconosciuto, per un importo fino a 50 euro per ogni seduta di psicotera pia, ed è erogato fino a concorrenza della somma massima assegnata, pa rametrata ai valori ISEE così come di seguito riportato:

a. in caso di ISEE inferiore a 15mila euro l’importo del beneficio, fino a 50 euro per ogni seduta, è ero gato a concorrenza dell’importo mas simo stabilito in 600 euro per ogni be neficiario; b. in presenza di ISEE compreso

tra i 15mila e i 30mila euro, l’impor to del beneficio, fino a 50 euro per ogni seduta, è erogato a concorrenza dell’importo massimo stabilito in 400 euro per ogni beneficiario; c. in caso di ISEE superiore a 30mila e non superiore a 50mila euro, l’importo del beneficio, fino a 50 euro per ogni seduta, è erogato a concor renza dell’importo massimo di 200 euro per ogni beneficiario.

In caso di accoglimento della doman da, verrà resa disponibile l’indicazione dell’importo del beneficio e del codi ce univoco associato, da consegnare al professionista presso cui si tiene la sessione di psicoterapia. L’importo ri conosciuto per il “Contributo sessioni di psicoterapia” deve essere utilizza to entro 180 giorni dall’accoglimento della domanda, decorso detto termi ne il codice univoco sarà annullato» Ma siamo sicuri che dinanzi ad una situazione drammatica come quella

evidenziata dalle statistiche un bonus con 25 milioni di euro possa risolvere la situazione?

In merito è il Professor Galimberti che interviene con una chiarissima risposta: «L’uso che molti giovani fan no dell’alcol e della droga non credo che sia tanto per il piacere che danno alcol e droga quanto per una forma di anestesia. Si anestetizzano dallo sguardo angosciante che riguarda il futuro e vivono in presa diretta 24 ore su 24, vivono l’assoluto presente perché porgere lo sguardo al di là del presente produce angoscia: non si vede nient’altro.» E continua: «I giova ni stanno abbastanza male in questa stagione della loro vita… forse que sta, se non è la prima, è la seconda generazione che non vede chiaro nel futuro. Non dite ai vostri figli o nipoti “ai miei tempi…”! I nostri tempi erano fortunatissimi, il futuro era lì ad aspet tarci. Per loro non è così»

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SuperBonus 110%

La cessione dei crediti fiscali maturati in conseguenza dell’esecuzione di lavori assistiti da Superbonus

Le vicende del credito d’imposta generato attraverso il mec canismo del Superbonus 110% di cui al D.L. 34/2020 conver tito dalla Legge 77/2020 sono sottoposte ad una autonoma disciplina che, per complessità, necessita di uno specifico ap profondimento. Solo quest’anno si sono susseguite nel tempo tre modifiche normative che hanno coinvolto l’art., 121, primo comma del D.L. 34 2020 cioè la norma che introduceva, nella disciplina del Superbonus 110%, gli istituti della cessione del credito e dello sconto in fattura. Questo il testo ad oggi vigente all’esito delle varie modifiche normative.

“I soggetti che sostengono, negli anni (dal 2020 al 2024), spese per gli interventi (tra cui il superbonus 110%) possono optare, in luogo dell’utilizzo diretto della detrazione spettante, …: a) per un contributo, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, fino a un importo massimo pari al corrispettivo stes so, anticipato dai fornitori che hanno effettuato gli interventi e da questi ultimi recuperato sotto forma di credito d’imposta, di importo pari alla detrazione spettante, cedibile dai mede simi ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari, senza facoltà di successiva cessione, fatta salva la possibilità di due ulteriori cessioni solo se effet tuate a favore di banche e intermediari finanziari …, di società appartenenti a un gruppo bancario … ovvero di imprese di assicurazione … ; alle banche, ovvero alle società appartenenti ad un gruppo bancario iscritto all’albo …, è sempre consentita la cessione a favore di soggetti diversi dai consumatori o uten ti, … , che abbiano stipulato un contratto di conto corrente con la banca stessa, ovvero con la banca capogruppo, senza facoltà di ulteriore cessione;”

Nel corso del presente anno 2022 sono intervenute le seguenti modifiche normative: l’art. 28, comma 1-bis, lett. a), n. 1), D.L. 27 gennaio 2022, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla L. 28 marzo 2022, n. 25 l’art. 29-bis, comma 1, D.L. 1 marzo 2022, n. 17, convertito, con modificazioni, dalla L. 27 aprile 2022, n. 34 che ha modi ficato la norma precedente; l’art. 14, comma 1, lett. b), n. 1), D.L. 17 maggio 2022, n. 50, convertito, con modificazioni, dalla L. 15 luglio 2022, n. 91; per l’applicabilità di tale disposizione vedi gli artt. 14, comma

1-bis, e art. 57, comma 3, del medesimo D.L. n. 50/2022. Come viene spiegato dall’Agenzia delle entrate con la circolare 19/E del corrente anno 2022 a decorrere dal 26 febbraio 2022 per coniugare l’esigenza di consentire la cessione di crediti in un numero ridotto, con quella di evitare o contrastare le frodi fiscali, l’articolo 1, comma 1, del decreto Frodi ha abrogato il comma 1 dell’articolo 28 del decreto Sostegni ter, modifican do nuovamente gli articoli 121 e 122 del D.L. n. 34 del 2020. L’articolo 1 della legge di conversione del decreto Sostegni-ter ha, successivamente, abrogato il decreto Frodi riproducendo, senza soluzione di continuità, le disposizioni dallo stesso in trodotte.

In particolare, l’articolo 28 del decreto Sostegni ter, riprodu cendo l’articolo 1, comma 2, del decreto Frodi, ha modifica to gli articoli 121 e 122 del D.L. n. 34 del 2020, prevedendo il divieto di cessione ulteriore alla prima con riferimento al Superbonus, fatta salva la possibilità di effettuare due ulte riori cessioni a favore di banche e intermediari finanziari iscritti all’albo previsto dall’articolo 106 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, il D.Lgs. 385/1993, di società appartenenti a un gruppo bancario iscritto all’albo di cui all’articolo 64 del predetto Testo unico ovvero di imprese di assicurazione autorizzate ad operare in Italia ai sensi del codice delle assicurazioni private «ferma restando l’applica zione dell’articolo 122-bis per ogni cessione intercorrente tra i predetti soggetti, anche successiva alla prima».

Più semplicemente, in considerazione del susseguirsi di tali modifiche normative, di cui sono fatti salvi gli effetti medio tempore prodotti, a partire dal 26 febbraio 2022 (data di en trata in vigore del decreto Frodi) la cessione del credito può essere effettuata tre volte: la prima a favore di chiunque e le due ulteriori a favore di determinati soggetti “qualificati” (cioè le banche e gli intermediari finanziari, società appartenenti a un gruppo bancario, nonché imprese di assicurazione autoriz zate ad operare in Italia).

In sintesi, dal 26 febbraio 2022 trova applicazione la seguente disciplina: in caso di comunicazione dell’opzione per lo sconto in fattura, l’impresa esecutrice (che ha concesso al committente lo sconto in fattura) può cedere il credito ad un cessionario, che in teo

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ria può essere qualunque soggetto anche una persona fisica, il quale può a sua volta cedere il credito acquisito esclusivamen te a favore di un soggetto previsto dall’art. 121 citato (banca o intermediario finanziario, società appartenenti a un gruppo bancario oppure impresa di assicurazione); quest’ultimo può cedere, per l’ultima volta, il credito acquisito ad uno dei sog getti indicati dalla norma in esame; in caso di comunicazione dell’opzione per la cessione del cre dito, il cessionario (che può essere chiunque) può ulteriormen te cedere il credito acquisito esclusivamente a favore di un soggetto previsto dalla norma in commento (banca o interme diario finanziario, società appartenenti a un gruppo bancario oppure impresa di assicurazione); quest’ultimo può cedere il credito acquisito, per l’ultima volta, ad uno dei soggetti indica ti dalla norma in esame.

Continuano a trovare applicazione il comma 2 dell’articolo 28 del decreto Sostegni ter, che detta la disciplina transitoria, e il successivo comma 3, che commina la nullità dei contratti eventualmente stipulati in violazione del divieto delle cessioni plurime.

In considerazione del combinato disposto delle norme sopra richiamate, si ritiene possibile effettuare cessioni secondo le modalità di seguito rappresentate:

A) in caso di prime comunicazioni delle opzioni per lo sconto in fattura o la cessione del credito: a1 - se trasmesse entro il 16 febbraio 2022, è possibile effet tuare una cessione a qualsiasi soggetto c.d. “jolly”, più due ulteriori cessioni a soggetti “qualificati”; a2 - se trasmesse dal 17 febbraio 2022: - in caso di cessione del credito, è possibile effettuare soltanto due ulteriori cessioni a soggetti “qualificati”, ciò in quanto la comunicazione della cessione effettuata dal 17 febbraio 2022 va intesa come la prima cessione effettuata a qualsiasi sog getto “jolly”; - in caso di sconto in fattura, è possibile effettuare una ces sione a qualsiasi soggetto “jolly”, più due ulteriori cessioni a soggetti “qualificati”;

B) in caso di comunicazioni di cessione successive alla prima: b1 - se trasmesse entro il 16 febbraio 2022, è possibile effet tuare una cessione a qualsiasi soggetto “jolly”, più due ulteriori cessioni a soggetti “qualificati”; b2 - se trasmesse dal 17 febbraio 2022, è possibile effettua re soltanto due ulteriori cessioni a soggetti “qualificati”; ciò in quanto la comunicazione della cessione effettuata dal 17 febbraio 2022 va intesa come cessione effettuata a qualsiasi soggetto (“jolly”).

Al riguardo, si evidenzia che, per quanto riguarda le comuni cazioni, prime o successive alla prima, trasmesse entro il 16 febbraio 2022, l’Agenzia delle Entrate ha ritenuto opportuno, al fine di tutelare l’affidamento e di evitare disparità di tratta mento tra contribuenti, estendere la disciplina più favorevole, in termini di numero di cessioni consentite, prevista a regime

dal decreto Frodi.

Si evidenzia inoltre come rimane più conveniente il meccani smo dello “sconto in fattura” concesso dalla ditta esecutrice in quanto mantiene anche nella disciplina vigente la possibilità di effettuare la cessione a qualsiasi soggetto (cd. cessione jolly) X X X

Inoltre, l’articolo 28 del decreto Sostegni ter, riproducendo l’articolo 1, comma 2, del decreto Frodi, ha inserito nell’arti colo 121 del D.L. n. 34 del 2020 il comma 1 quater, secondo cui i crediti derivanti dall’esercizio delle opzioni non possono formare oggetto di cessioni parziali successivamente alla “pri ma comunicazione dell’opzione all’Agenzia delle entrate”. Il citato comma 1 quater prevede, altresì, che al credito ceduto è attribuito un codice identificativo univoco, distinto per rate annuali, in modo tale che il medesimo possa essere “traccia to”, da indicare nelle comunicazioni delle eventuali successive cessioni, secondo le modalità previste con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate.

Ne deriva così che: - in caso di prima comunicazione dell’opzione per la cessio ne, il credito può essere ceduto parzialmente solo in tale sede, mentre non può essere ulteriormente frazionato nelle succes sive cessioni; - in caso di prima comunicazione dell’opzione per lo sconto in fattura, il credito non può essere successivamente ceduto parzialmente. Al riguardo, si precisa che il divieto di cessio ne parziale non impedisce, dopo la prima comunicazione di esercizio dell’opzione, di cedere le singole rate annuali di cui il credito si compone, ma solo di effettuare cessioni parziali dell’ammontare delle rate stesse, inibendone quindi un loro frazionamento.

X X X

Da ultimo con il terzo provvedimento normativo, il D.L. 50/2022 è stata introdotta una quarta cessione “a cascata” tra gli operatori finanziari ed i propri clienti non consumatori. Una norma di grande interesse che favorisce la distribuzione parcellizzata dei crediti fiscali là dove è più utile e di cui al momento non è possibile valutare la portata. In conclusione, secondo la normativa attualmente vigente, in caso di adozione del meccanismo di sconto in fattura (quello più diffuso tra operatori) possiamo parlare di ben 4 possibili cessioni. La prima libera, la seconda e la terza ad operatori finanziari e la quarta ad i loro clienti professionali. Il quadro può definirsi ad oggi completo. Invece il sistema meno van taggioso di cessione del credito prevede in buona sostanza la perdita della prima cessione cd. “jolly” poiché il committente che ha sostenuto i costi dell’intervento e maturato il credito nel proprio cassetto fiscale può cedere solo ad un operatore qua lificato. Questa è un’ulteriore conferma che per il committente è preferibile affidare i lavori ad un grosso operatore o comun que ad un General Contractor che possa assicurare l’adozione dello sconto in fattura come forma di pagamento.

Digital communication

Dal “consumer” al “prosumer” nella transizione energetica

L’impennata dei prezzi dell’energia, do vuti al conflitto russo-ucraino, stanno causando non poche conseguenze ne gative ai sistemi di approvvigionamento mondiale, oltre a prospettare un futuro incerto.

Nello scenario dell’energia, è emersa una nuova figura quella del “prosumer”, termine che nasce dall’unione di “consu mer” e “producer” e indica dunque un produttore e consumatore di energia, una figura che assume un ruolo attivo in tutte le fasi della produzione, della distribuzione e del consumo dell’energia generata da fonti rinnovabili.

Di fronte a uno scenario così incerto, l’A genzia Europea dell’Ambiente (AEA) ha voluto presentare un nuovo report nel quale è analizzato il ruolo dei prosumer, offrendone una panoramica ed eviden ziandone l’importante ruolo che pos sono svolgere per risollevare l’attuale situazione critica e per contribuire alla transizione energetica.

Tutti i cittadini hanno l’opportunità di diventare prosumer, ovvero produttori e consumatori attivi di energia pulita, contribuendo così alla transizione ener getica.

All’interno del rapporto fornito dall’AEA vengono presentate le più comuni tipo logie di prosumer: singole famiglie ossia un nucleo familiare che decide di instal lare sul proprio tetto moduli solari con il quale produrre energia per sé e inviare le eccedenze alla rete pubblica. Un’altra tipologia è quella dei prosumer colletti vi all’interno di un edificio, per esempio un condominio che decide di installare

pannelli solari sul tetto dello stabile, permettendo così a tutti gli inquilini di formare una rete di autoconsumo ener getico interna; piccole e medie imprese e istituzioni pubbliche, un’azienda, una scuola o un ufficio governativo che de cidono di installare un impianto fotovol taico sul tetto dei loro edifici. Comunità Energetiche, si tratta di associazioni co stituite da enti pubblici locali, aziende, attività commerciali o cittadini privati che decidono di dotarsi di infrastrutture per la produzione di energia provenien te da fonti rinnovabili e l’autoconsumo, tramite un modello di condivisione.

Il passaggio da semplici consumatori a prosumer porta con sé numerosi van taggi, che possono essere ricondotti in tre grandi aree: ambientali, sociali e fi nanziari.

Quando parliamo di benefici ambientali intendiamo la possibilità dei prosumer

di contribuire a un aumento dell’uso di fonti di energia rinnovabile, collaboran do così a ridurre la necessità di energia prodotta da combustibili fossili, alla ri duzione di emissioni di CO2 e a contra stare l’inquinamento atmosferico.

Nell’ambito sociale, la possibilità di au mentare notevolmente il senso di co munità, sia che si tratti di una comunità energetica che di un’unione tra inquili ni di uno stesso stabile che decidono di produrre energia pulita collettiva.

Infine, in una prospettiva di benefici fi nanziari, diventare prosumer garantisce una riduzione dei costi e una notevole opportunità di guadagno, grazie alla possibilità di vendita dell’energia pro dotta in eccesso.

Da una indagine condotta dall’AEA emer ge che l’Italia, preceduta solo dalla Ger mania, è il secondo paese dell’UE con più capacità installata legata ai prosumer.

A cura della dott.ssa Valentina Apicella Esperto in Digital Communication
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parere legale

È possibile partecipare alla procedura a evidenza pubblica in caso di ammissione dell’impresa al concordato c.d. in bianco con continuità aziendale

Il Consiglio di Stato è dovuto intervenire in una fattispecie sostanziale, non priva di criticità, in relazione all’opportunità o meno per la Stazio ne Appaltante di procedere con l’annullamento d’ufficio dell’aggiudicazione disposta in favore di concorrente per effetto della sopravvenuta presentazione della domanda di ammissione al concordato con continuità aziendale con conse guente emissione dell’autorizzazione del Tribu nale Fallimentare di cui all’art. 186-bis, comma 4, del R.D. 16 marzo 1942, n. 267 (c.d. Legge Fallimentare). Il Giudice di primo grado aveva, infatti, deciso di respingere il ricorso proposto dalla concorrente esclusa, facendo valere un orientamento del Consiglio di Stato in virtù del quale l’unico modo per evitare il verificarsi della causa di esclusione sancita dall’art. 80, comma 5, lett. b), del D.Lgs. n. 50/2016 avrebbe potuto essere quello di ottenere l’autorizzazione del Tri bunale Fallimentare prima della conclusione del la procedura a evidenza pubblica. Ebbene, nel caso di specie, l’aggiudicazione sarebbe risultata intervenuta prima della predetta autorizzazione con conseguente necessitata esclusione del con corrente aggiudicatario.

La questione dei limiti entro i quali è possibile presentare la domanda di ammissione al con cordato in bianco e recepire la conseguente au torizzazione da parte del Tribunale Fallimentare è stata risolta nell’ambito della sentenza emessa in sede di appello.

I fatti di cui si discute traggono origine dal ricor so di primo grado proposto dalla società clas sificatasi seconda nell’ambito di una procedura di gara.

Secondo la ricorrente, infatti, l’aggiudicataria avrebbe depositato domanda di c.d. concordato in bianco prima dell’aggiudicazione e, per tale ragione, avrebbe dovuto essere esclusa per il

venir meno del requisito generale di cui all’art. 80, comma 5, lett. b), del D.Lgs. 18 aprile 2016, n. 50.

Nel frattempo, anche la stazione appaltante si era determinata nel disporre l’annullamento d’ufficio dell’aggiudicazione fondando, a pro pria volta, la decisione sull’asserita omessa co municazione della presentazione della doman da di concordato in bianco, ai sensi dell’art. 80, comma 5, lett. c), del codice dei contratti pubbli ci e sulla ritenuta perdita del requisito di ordine generale, ai sensi dell’art. 80, comma 5, lett. b), del medesimo codice. Detto provvedimento ve niva quindi impugnato dalla società aggiudica taria esclusa.

Riuniti i due ricorsi proposti, il Giudice di prime cure respingeva quello proposto avverso il prov vedimento di annullamento d’ufficio dell’aggiu dicazione ritenendo integrata la causa di esclu sione descritta dall’art. 80, comma 5, lett. b), del codice dei contratti pubblici, con riferimento alla presentazione della domanda di ammissione al concordato con continuità aziendale, aderendo a un indirizzo del Consiglio di Stato secondo cui, per paralizzare la predetta causa di esclusione, l’autorizzazione del tribunale fallimentare di cui all’art. 186-bis, comma 4, della legge fallimen tare (R.d. 16 marzo 1942, n. 267) deve interve nire prima della conclusione della procedura di evidenza pubblica. Circostanza che, a parere del Giudice di primo grado, non si riteneva integrata nel caso di specie. Pertanto, avverso la predetta pronuncia proponeva appello la società in con cordato in bianco.

La decisione del Consiglio di Stato

La Plenaria ha precisato che «la presentazione di una domanda di concordato in bianco o con riserva, ai sensi dell’art. 161, comma 6, legge fal limentare non integra una causa di esclusione

automatica dalle gare pubbliche, per perdita dei requisiti generali», essendo rimessa al giudice fal limentare in sede di rilascio dell’autorizzazione di cui all’art. 186 bis, comma 4, la valutazione della «compatibilità della partecipazione alla procedu ra di affidamento in funzione e nella prospettiva della continuità aziendale» [punto 20, lettera a), della parte in diritto della citata sentenza]; in secondo luogo, che «la partecipazione alle gare pubbliche è dal legislatore considerata, a seguito del deposito della domanda di concordato anche in bianco o con riserva, come un atto che deve essere comunque autorizzato dal tribunale, ac quisito il parere del commissario giudiziale ove già nominato, ai sensi dell’art. 186 bis, comma 4, da ultimo richiamato anche dagli articoli 80 e 110 del codice dei contratti; a tali fini l’operatore che presenta domanda di concordato in bianco o con riserva è tenuto a richiedere senza indugio l’autorizzazione, anche qualora sia già parteci pante alla gara, e ad informarne prontamente la stazione appaltante» [punto 20, lettera b)]; infine, che «l’autorizzazione giudiziale alla parte cipazione alla gara pubblica deve intervenire en tro il momento dell’aggiudicazione della stessa, non occorrendo che in tale momento l’impresa, inclusa quella che ha presentato domanda di concordato in bianco o con riserva, sia anche già stata ammessa al concordato preventivo con continuità aziendale» [punto 20, lettera c)], ferma restando la possibilità per la stazione appaltante di valutare, nel singolo caso concreto, «se un’au torizzazione tardiva, ma pur sempre sopraggiun ta in tempo utile per la stipula del contratto di appalto o di concessione, possa avere efficacia integrativa o sanante» (punto 10, ultimi due pe riodi).

economia a 360°

Gli italiani ancora scarsi in materia di preparazione finanziaria. Ma è possibile (e doveroso) svilupparla per fronteggiare al meglio il periodo storico

Nel mese dell’educazione finanziaria è stata pubblicata la se conda edizione dell’Osservatorio Flowe che analizza preoccupa zioni e conoscenze degli italiani in ambito economico. L’86% ha difficoltà a gestire le proprie finanze, mancano fiducia (34,6%), conoscenze (27,8%) e sicurezza (20%).

I prossimi mesi saremo chiamati ad una maggior consapevolez za in relazione all’inflazione e aumento dei prezzi che influiran no sulla nostra quotidianità.

Un tema difficile da affrontare tanto più che gli italiani hanno dimostrato scarsa cultura e preparazione finanziaria, con il 20% che non si sente per niente sicuro delle proprie capacità e competenze nella gestione degli aspetti finanziari. A svelarlo è la seconda edizione dell’Osservatorio Flowe 2022 sull’educazione finanziaria in Italia, realizzato con la collaborazione di Astra Ricerche e la consulenza di un team di psicologi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con l’obiettivo di indagare conoscenze e comportamenti della popolazione italiana su te matiche economico-finanziarie.

Durante l’indagine, gli intervistati sono stati interrogati sulla comprensione di tassi di interesse, inflazione, potere di acquisto, diversificazione del rischio e del rapporto rischio-rendimento; i risultati sono stati discreti: il 27,8% ha dimostrato una cono scenza nulla oppure bassa, il 49,6% si è classificato nella media e soltanto il 22,6% ha mostrato una competenza alta. Gli esiti del test oggettivo sono confermati anche dalla percezione delle persone: il 34,6% non ha fiducia nelle proprie abilità di gestione delle finanze, che risulta difficoltosa, a diversi livelli, per l’86%. Ma non solo: in tanti si preoccupano che il proprio denaro possa finire quando sarà in pensione (63%), trovano complesso fare progressi verso i propri obiettivi finanziari (65,8%) e faticano a trovare soluzioni davanti a problemi economici (42,3%). Inoltre, secondo lo studio, i comportamenti degli italiani in am bito finanziario necessitano un miglioramento: l’11% non con trolla mai le proprie uscite (oppure lo fa soltanto raramente) e non ha l’abitudine di stilare un budget personale per avere una panoramica delle proprie risorse. Chi, invece, lo fa sempre (48,7%, di cui il 38,2% in modo non preciso), lo imposta per il mese corrente o successivo (47%), pochissimi lo stilano con un orizzonte temporale annuale (soltanto il 4,4%). Dati che testimo niano anche una scarsa propensione a uno sguardo più lontano sul ‘domani’: il 24,4% preferisce occuparsi del presente, riman

dando il pensiero del futuro. Alla luce di questo scenario, considerata l’attualità, risulta an cora più cruciale lo sviluppo di una cultura finanziaria. Covin to portatore di questo messaggio è Flowe - B Corp che mira a educare i giovani sui temi dell’innovazione e della sostenibilità economica, sociale e ambientale – che, insieme all’investitore e trader italiano Luca Discacciati (ambassador di Flowe), ha re datto 6 regole per sviluppare una maggiore consapevolezza e preparazione dal punto di vista finanziario, così da poter affron tare con più ottimismo anche i periodi di difficoltà economica.

Di seguito le elenchiamo:

Stilare un budget: stilare un budget, magari con un foglio excel è basilare per avere sotto controllo le proprie finanze, riporta re tutte le nostre spese, magari divise per area di interesse (ri storanti, attività sportive, viaggi etc.) ci permette di tenere sotto controllo tutte quelle piccole spese che, alla fine del mese, rag giungono somme importanti. più è dettagliato il nostro budget, maggiore sarà il controllo che avremo sulle nostre finanze. Programmare le spese future: la nostra programmazione finan ziare deve tenere conto di tutte quelle spese future prevedibili, per le quali servirà impegnare una importante somma di de naro.

Essere pronti agli imprevisti: purtroppo non sempre le cose van no come vorremmo e gli imprevisti possono sempre capitare, creare nel tempo un “fondo emergenze” è indispensabile per essere tranquilli e continuare a vivere serenamente anche nei momenti di difficoltà.

Informarsi: le borse ed i mercati finanziari non si muovono a caso, ma vengono influenzati da quello che succede nel mondo, tenersi aggiornati sui principali accadimenti del pianeta permet te di avere una maggiore consapevolezza non solo sulle proprie finanze, ma anche su quelli che potrebbero essere i trend futuri. Iniziare a investire: sembra un controsenso ma prevedere degli investimenti, anche in periodi finanziariamente più complessi, può essere una buona strategia per aumentare, a medio e lungo termine, il proprio tesoretto.

Attenzione agli alti rendimenti: la regola aurea degli investimenti è che ad un alto rendimento, corrisponde un alto rischio, è ne cessario fare quindi molta attenzione a chiunque ci proponga investimenti con ritorni elevati, dove però non vengono menzio nati i rischi.

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